JONATHAN DIMENSIONE VOLATA, TRIS DI MILAN A CENTO

A Cento altra volata senza rivali per Jonathan Milan (Team Lidl Trek) che ottiene la terza vittoria al Giro 2024 e sale un altro gradino nella considerazione dei velocisti più forti in circolazione nonostante abbia dovuto rincorrere il gruppo per quasi 10 km nelle fasi finali della tappa a causa di un ventaglio innescato dall’INEOS Grenadiers. La maglia ciclamino è ormai ipotecata

La tredicesima tappa del Giro 2024 è una delle più facili dal punto di vista altimetrico. Si parte da Riccione e si arriva a Cento dopo 179 km in una tappa piatta come un fuso e senza la benchè minima ombra di gpm. Velocisti perciò strafavoriti con Jonathan Milan (Team Lidl Trek) pronto a buttarsi nuovamente in volata mentre gli uomini di classifica si riposeranno in vista dell’attesa cronometro di domani da Castiglione delle Stiviere a Desenzano del Garda. La fuga di giornata, che vedeva protagonisti Andrea Pietrobon (Team Polti Kometa), Manuele Tarozzi ed Alessandro Tonelli (Team VF Group Bardiani CSF Faizanè), partiva dopo appena 1 km dal via ed il vantaggio sul gruppo maglia rosa arrivava a sfiorare i quattro minuto già dopo 10 km. Pietrobon si aggiudicava il primo traguardo volante di Villanova posto al km 65.8. Tarozzi vinceva il traguardo Intergiro di Lugo posto al km 95.1. Pietrobon vinceva infine il secondo traguardo volante di Conselice posto al km 113.3. In testa al gruppo maglia rosa si alternavano le squadre dei velocisti e precisamente il Team Lidl Trek ed il Team Alpecin Deceuninck. La fuga terminava a 52 km dall’arrivo dopo un deciso forcing dell’INEOS Grenadiers che grazie a qualche ventaglio innescava alcuni spezzettamenti nel gruppo principale. Nella seconda parte restava invischiata la maglia ciclamino di Jonathan Milan (Team Lidl Trek) che dopo un inseguimento di qualche km riusciva a rientrare nel gruppo di testa. Una nuova attacco si sviluppava a circa 30 km dalla conclusione grazie all’azione di Dries De Pooter (Team Intermarchè Wanty) e Martin Marcellusi (Team VF Group Bardiani CSF Faizanè). Una caduta a 20 km dalla conclusione coinvolgeva una decina di ciclisti, tutti capaci di rialzarsi e di rientrare in gruppo. Marcellusi si rialzava a 15 km dalla conclusione mentre De Pooter veniva ripreso poco oltre dal gruppo maglia rosa. Gli ultimi km erano controllati dalle squadre dei velocisti che preparavano il terreno per la volata. Era ancora una volta Jonathan Milan a dominarla con una progressione irresistibile che metteva tutti in fila. Secondo era Stanislaw Aniolkowski (Team Cofidis) mentre terzo si piazzava Phil Bauhaus (Team Bahrain Victorious). Nella top ten si segnalavano anche il nono posto di Giovanni Lonardi (Team Polti Kometa) ed il decimo posto di Alberto Dainese (Team Tudor Pro Cycling). Per Milan è la terza vittoria al Giro 2024 e la maglia ciclamino può dirsi ormai ipotecata. In classifica generale resta tutto invariato nelle prime posizioni con Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) che conduce davanti a Daniel Martinez (Team BORA Hansgrohe) e Geraint Thomas (Team INEOS Grenadiers). Come detto all’inizio domani tappa interessante e attesa quella numero 14, la cronometro individuale da Castiglione delle Stiviere a Desenzano del Garda: poco più di 31 km abbastanza tecnici che presentano anche alcuni tratti in salita. Assisteremo di nuovo al duello Ganna-Pogacar ma c’è attesa anche per Antonio Tiberi (Team Bahrain Victorious), che può consolidare la sua maglia bianca ai danni di Thymen Arensman (Team INEOS Grenadiers).

Antonio Scarfone

Jonathan Milan vince a Cento (foto: Tim De Waele/Getty Images)

Jonathan Milan vince a Cento (foto: Tim De Waele/Getty Images)

LA VOLATA ES UN CARNAVAL

E’ la tappa più facile del Giro 2024, tutta pianura dal raduno di partenza di Riccione al traguardo di Cento. L’arrivo è di quelli che fanno gola ai velocisti e oggi le loro formazioni saranno agevolate dal percorso nelle operazioni di contenimento della fuga di giornata. Poi spazio a quello che Bruno Raschi definì “il lungo prologo di una coltellata”.

La volata è per davvero una sorta di carnevale. Nelle ultime centinaia di metri di una tappa destinata agli sprinter se ne vedono davvero di tutti i colori e di coriandoli ne fioccano da destra e da sinistra, tra chi parte da lontanissimo e chi si piazza alle calcagna del corridore lanciato a tutta per sfruttarne la scia, tra chi adotta i mille sotterfugi che i velocisti escogitano per assicurarsi un posto al sole e chi, invece, esce dalle righe in tutti i sensi, finendo poi per incappare nelle sanzioni imposte dalla giuria, perché in questo caso giustamente non si applica la tradizionale legge non scritta secondo la quale “a carnevale ogni scherzo vale”. Oggi, poi, la sensazione di esser tornati a febbraio sarà resa ancora più palpabile dal fatto di arrivare a Cento, cittadina emiliana che deve parte della fama proprio al carnevale, che qui dura addirittura un mese e che ha radici antichissime, testimoniate per la prima volta da alcuni affreschi di Giovanni Francesco Barbieri, il pittore più noto con il nome d’arte di Guercino, vissuto tra il 1591 e il 1666 e originario proprio di questo centro. Oggi la volata sarà argomento quasi unico di discussione, al termine di quella che è la più facile tra le 21 tappe del Giro d’Italia 2024, ancor più facile della passerella conclusiva di Roma, più corta ma movimentata qua e là da qualche piccolo dislivello. Oggi, invece, si pedalerà costantemente in pianura, anche se non mancheranno insidie che costringeranno i corridori a disputare la tappa con le antenne ben dritte, tra rotatorie, curve, restringimenti di carreggiata e quant’altro offre la rete stradale. E anche la natura stessa della pianura, totalmente sgombra com’è da colline, potrebbe rappresentare un problema in caso di vento, perché la mancanza di elevazioni permette alle folate di spazzare indisturbate, portando scompiglio in gruppo e rendendo la tappa molto più selettiva del previsto. E ci sono corridori che si sono visti compromessi dal vento le possibilità di vittoria finali proprio in tappe simili a questa, disegnate lontano dalle coste del mare, come ben ricorda lo spagnolo Alejandro Valverde, che al Tour del 2009 – che lo vedeva al via tra i favoriti – a causa del vento si vode letteralmente volare via quasi 10 minuti in una frazione totalmente disegnata nel piatto cuore geografico della Francia.
Il mare sarà, comunque, protagonista anche oggi accompagnando i “girini” nel tratto iniziale poiché i primi 9 Km si snoderanno lungo il celebre litorale romagnolo, puntando da Riccione verso Rimini, capitale del divertimento balneare che offre ai turisti anche interessanti vestigia del suo passato come l’Arco d’Augusto, Castel Sismondo e il duomo cittadino, noto con il nome di Tempio Malatestiano.
Lasciata Rimini si abbandonerà anche il mare, che si rivedrà per un attimo solo nel corso della tappa conclusiva, e si andrà a imboccare l’asse della Via Emilia, l’antica strada consolare che porta il nome di chi ne promosse la costruzione, il generale romano Marco Emilio Lepido. Su di essa si pedalerà per quasi 70 Km, toccando all’inizio di questo tratto Santarcangelo di Romagna, presso il cui centro storico si trova la Rocca Malatestiana, il castello nel quale secondo la leggenda si consumò il dramma di Paolo Malatesta e Francesca da Polenta, i peccaminosi cognati che ispirarono a Dante Alighieri il quinto canto dell’Inferno. Proseguendo si toccherà quindi Savignano sul Rubicone, il comune che è considerato la patria del ballo liscio (è possibile visitarvi la casa-museo di Secondo Casadei, l’autore di “Romagna mia”), per poi tirare dritto in direzione di Cesena, dove ha avuto inizio la parabola di vita e di successi di Marco Pantani: qui il “Pirata” di Cesenatico è nato il 13 gennaio del 1970 e sempre qui, per la precisione nella frazione di Case Castagnoli, all’età di 14 anni conseguì la sua prima vittoria in assoluto, eccezionalmente ottenuta in una gara completamente pianeggiante. Transitati a breve distanza dal colle sul quale si adagia il borgo di Bertinoro (in frazione Polenta si può ammirarvi la Pieve di San Donato, alla quale Giosuè Carducci dedicò un’ode) i “girini” saranno sulle strade di Forlimpopoli, nel cui cuore si affaccia la Rocca Albornoziana, maniero che nel nome rammenta il cardinale che lo fece erigere tra il 1360 e il 1365, lo spagnolo Egidio Albornoz. Il passaggio dalla vicina Forlì offrirà l’occasione di ricordare Ercole Baldini a un anno e mezzo dalla scomparsa del corridore romagnolo, vincitore del Giro nel 1958 ma principalmente menzionato per due affermazioni ottenute quando ancora era dilettante, alle Olimpiadi di Melbourne del 1956 e, qualche mese prima, al Velodromo Vigorelli di Milano dove riuscì a battere il record dell’ora, migliorando di 234 metri il precedente primato di Jacques Anquetil.
Con il passaggio da Faenza – cittadina celebre per la produzione di ceramiche di pregio, un campionario del quale è visibile nel MIC (Museo Internazionale delle Ceramiche), istituzione importante al punto da esser stata riconosciuta dall’UNESCO “Monumento testimone di una cultura di pace” – il gruppo cambierà bruscamente direzione di marcia abbandonando la Via Emilia per inoltrarsi nella Pianura Padana in direzione di Bagnacavallo. Sfiorato questo centro, il cui nome ci ricorda come in questo luogo un tempo ci fosse un guado percorribile senza problemi con i quadrupedi, si punterà su Lugo, dove all’ombra della Rocca Estense sono scattate storiche edizioni del Giro di Romagna, corsa che nel 2024 dovrebbe tornare in calendario dopo 13 anni d’assenza e che ha la sua punta di diamante nelle tre vittorie che Fausto Coppi ottenne tra il 1946 e il 1949.
Varcato il corso del Santerno si toccherà Massa Lombarda, centro che trae il nome dalle 150 famiglie fuggite nel XIII secolo dal contado di Mantova, invaso dall’avido signore della Marca Trevigiana Ezzelino da Romano, intenzione a estendere l’estensione dei suoi domini. Con un altro cambio di rotta si giungerà a Conselice, centro dove campagne archeologiche negli anni ‘90 hanno permesso di riportare alla luce tracce della Valle Padusa, laguna che si estendeva su queste terre 7000 anni fa. Zigzagando così in luoghi dove un tempo l’acqua si distendeva a perdita d’occhio si lascerà la provincia di Ravenna per sbarcare sulle strade del bolognese e portarsi a Molinella, centro in epoca remota ebbe importanza strategica per il suo trovarsi nei pressi del traghetto che permetteva di spostarsi verso la sponda ferrarese del fiume Reno. La successiva meta dei “girini” sarà Baricella, poi ci si porterà ad Altedo, frazione del comune di Malalbergo conosciuta per la coltivazione di una varietà di asparago verde IGP alla quale viene dedicata una sagra che annualmente si tiene tra la terza e la quarta domenica di maggio e che, dunque, nel 2024 inizierà pochi giorni dopo il passaggio della tappa. I corridori non avranno tempo per divagazioni gastronomiche, anche perché mancheranno a questo punto circa 25 Km al traguardo e a breve inizieranno le grandi manovre in vista dello sprint, atti preparatori che l’indimenticato Bruno Raschi, il “Divino” giornalista emiliano che fu vicedirettore della Gazzetta dello Sport dal 1976 al 1983, soleva definire “il lungo prologo di una coltellata”. Lo scenario di queste concitate fasi vedrà il gruppo sfrecciare sempre più veloce tra San Pietro in Casale e Pieve di Cento, dove si transiterà a due passi dalle mura della rocca cittadina, innalzata nel XIII secolo e inserita in un complesso difensivo che contemplava una cinta muraria nella quale si aprivano quattro porte. Una di queste è Porta Cento, lambita la quale i corridori dovranno superare una risibile difficoltà altimetrica, la gobba del ponte che permette di scavalcare il corso del Reno e che tirerà un bello scherzetto, questo è permesso, ai velocisti arrivati a questo punto provati dalle alte velocità e che potrebbero trovarsi a perdere le ruote dei compagni che li devono pilotare, un piccolo contrattempo che potrebbe rimanere sul groppone a soli 2 Km dall’arrivo.
Per il resto niente altri scherzi, ci raccomandiamo….

Mauro Facoltosi

Uno dei colorati carri del carnevale di Cento e l’altimetria della tredicesima tappa (www.i2orficicona.it)

Uno dei colorati carri del carnevale di Cento e l’altimetria della tredicesima tappa (www.i2orficicona.it)

CIAK SI GIRO

Un cult tira l’altro e così dopo l’”Allenatore nel pallone” siamo qui a parlarvi di un altro film molto “venerato”, in questo caso tra gli appassionati del genere horror: è “La casa dalle finestre che ridono”, quinta pellicola firmata da Pupi Avati, per la quale vinse il premio alla critica al Festival du Film Fantastique di Parigi del 1979. Uscita nelle sale 3 anni prima, la pellicola del cineasta bolognese narra le vicende di Stefano, un giovane restauratore (interpretato da Lino Capolicchio) invitato a recuperare un macabro affresco realizzato da Buono Legnani, folle pittore morto suicida vent’anni prima. Sospettando che dietro a quell’opera si nasconda un mistero, Stefano comincia a indagare sulla vita del Legnani, scoprendo che era noto come “pittore delle agonie” perché ritraeva sempre soggetti deceduti, “modelli” che gli venivano procurati dalle sorelle con le quali viveva e che provvedano a torturare e uccidere i malcapitati prima di consegnarli al fratello. L’indagine condurrà Stefano fino al fatiscente casale dove viveva il Legnani e che era stato ribattezzato dalle genti del posto “casa dalle finestre che ridono” per via delle gigantesche labbra che ne adornavano le finestre: qui scoprirà che le sorelle sono ancora in vita e che continuano a compiere sacrifici umani in onore del fratello, i cui resti sono conservati proprio nel casale, immersi in formalina. Se, terminata la visione del film, vi sarà venuta voglia di tornare sui luoghi delle riprese, rimarrete in parte delusi poiché la principale location del film, che in parte fu girato anche a Cento, non esiste più: la “casa delle finestre che ridono” era, infatti, un casale destinato alla demolizione sulle cui facciate Pupi Avati chiese alla scenografa di dipingere delle grandi labbra in corrispondenza delle finestre. Terminate le riprese, l’edificio fu raso al suolo e oggi ha preso il suo posto un frutteto, situato alle porte di Malalbergo, non distante dal centro di Altedo, luogo dal quale i “girini” transiteranno nel finale di tappa.

In collaborazione con www.davinotti.com

L’edificio, appositamente “truccato”, che rappresenta la principale location de “La casa dalle finestre che ridono” (www.davinotti.com)

L’edificio, appositamente “truccato”, che rappresenta la principale location de “La casa dalle finestre che ridono” (www.davinotti.com)

Qui potete vedere le altre location del film

https://www.davinotti.com/articoli/location-esatte-da-la-casa-dalle-finestre-che-ridono/43

FOTOGALLERY

La spiaggia di Riccione

Rimini, Tempio Malatestiano

Santarcangelo di Romagna, Rocca Malatestiana

Polenta di Bertinoro, Pieve di San Donato

Forlimpopoli, Rocca Albornoziana

Faenza, MIC (Museo Internazionale delle Ceramiche)

Lugo, Rocca Estense

La rocca di Pieve di Cento

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI FANO

Ecco il tradizionale contenitore made ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta dall’elvetico Carlo Clerici nel 1954)

SALA STAMPA

Italia

Un Giro formato… classiche. Alaphilippe vince a Fano, per Pogacar relax in rosa

Gazzetta dello Sport

Slovenia

Alaphilippe je zmagal na eni od najhitrejših etap v zgodovini Gira (Alaphilippe ha vinto una delle tappe più veloci nella storia del Giro)

Delo

Regno Unito

Alaphilippe goes it alone on stage 12 after ‘difficult times’ (Alaphilippe va da solo nella tappa 12 dopo “tempi difficili”)

The Guardian

Francia

La délivrance (La liberazione)

L’Équipe

Spagna

La redención de Alaphilippe (La redenzione di Alafilippe)

AS

Belgio

Vintage Julian Alaphilippe in de Giro: ex-wereldkampioen pakt deugddoende ritzege na straffe aanval van 138 kilometer (Vintage Julian Alaphilippe al Giro: l’ex campione del mondo conquista una soddisfacente vittoria di tappa dopo un punitivo attacco di 138 chilometri)

Het Nieuwsblad

Paesi Bassi

Sterke Alaphilippe heeft na bijna jaar zonder zege beet en grijpt Giro-ritwinst (Dopo quasi un anno senza vittorie, il forte Alaphilippe ha conquistato la vittoria di tappa del Giro)

De Telegraaf

Germania

Als Ausreißer über fast 140 Kilometer: Triumph für Alaphilippe (Come fuggire per quasi 140 chilometri: trionfo per Alaphilippe)

Kicker

Colombia

Nairo Quintana revivió en el Giro de Italia: tremenda etapa se fajó el ciclista colombiano (Nairo Quintana si rianima al Giro d’Italia: tappa strepitosa per il ciclista colombiano)

El Tiempo

Ecuador

Jhonatan Narváez, segundo en meta en la 12.ª etapa del Giro de Italia (Jhonatan Narváez secondo al traguardo della 12ª tappa del Giro d’Italia)

El Universo

Australia

Alaphilippe recatures old glories with epic Giro win (Alaphilippe riconquista le vecchie glorie con l’epica vittoria del Giro)

The West Australian

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Drops of Jupiter (Tell Me) (Train)

METEOGIRO

Riccione: nubi sparse, 24°C (percepiti 25°C), vento moderato da SO (15-31 Km/h), umidità al 44%
Villanova – traguardo volante Sprint (Km 65.8): nubi sparse, 23°C (percepiti 25°C), vento moderato da SO (15-37 Km/h), umidità al 46%
Conselice – traguardo volante Sprint (Km 113.3): nubi sparse, 24°C (percepiti 25°C), vento moderato da SO (17-38 Km/h), umidità al 44%
Cento: nubi sparse, 24°C (percepiti 25°C), vento moderato da O (10-22 Km/h), umidità al 41%

GLI ORARI DEL GIRO

12.45: inizio diretta su Eurosport
13.10: inizio diretta su RaiSport
13.10: partenza da Riccione
14.00: inizio diretta su Rai2
14.35-14.50: traguardo volante Sprint di Villanova (Forlì)
15.15-15.30: traguardo volante Intergiro di Lugo
15.35-15.55: traguardo volante Sprint di Conselice (con abbuoni)
17.00-17.30: arrivo a Cento

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Con la ricomposizione della coppia al commento Pancani – Cassani la rubrica degli strafalcioni dei telecronisti riprende il suo titolo originario

Garzelli: “Tutta la calma per Jonathan Milan”
De Luca: “Abbiamo vinto un’immagine”
De Luca: “Scorrono il rullo dei titoli di coda”
Pancani: “Transita per primo Mirco Maestri a Julian Alaphilippe”
Pancani: “Sentenze che arrivano al 15%
Pancani: “Ieri Merlier è stato squalificato e retrocesso” (squalificato significa eliminato dalla corsa e Merlier è ancora in gara)
Rizzato: “Sono stati spenti da un vento leggermente favorevole”
Pancani: “Oscar Scaroni” (Christian Scaroni)
Conti: “Ma se scappa di mano ad un bambino la mamma”
Televideo RAI: “Mirko Maestri” (Mirco)
Televideo RAI: “Compagho di fuga” (quanto gli avrà dato?)
Televideo RAI: “Julien Alaphilippe” (Julian)
Televideo RAI: “Jonathan Narvaez” (Jhonatan)
Teletext TV Svizzera: “Il francese trionfa in soltiaria”

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della dodicesima tappa, Martinsicuro – Fano

1° Clément Davy
2° Caleb Ewan s.t.
3° David Dekker s.t.
4° Martin Marcellusi s.t.
5° Max Walscheid s.t.

Classifica generale

1° David Dekker
2° Alan Riou a 1′18″
3° Josef Cerný a 1′50″
4° Fabian Lienhard a 1′58″
5° Tim Merlier a 4′38″

Miglior italiano Davide Cimolai, 13° a 10′08″

IL GIRO DI 70 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1954 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose grazie a una storica fuga bidone l’elvetico Carlo Clerici

2 GIUGNO 1954 – 12a TAPPA: ABETONE – GENOVA (251 Km)

COPPI PERDE DUE MINUTI SU KOBLET NEL FINALE DELLA TAPPA VINTA DAL BELGA COUVREUR

Dall’Abetone a Genova corsa movimentata con finale a sorpresa – Oggi si corre la Genova-Torino attraverso Alessandria e Asti – Fischiano i tifosi delusi ma non sempre hanno ragione

A 30 chilometri dall’arrivo fugge Monti trascinando con sè l’asso svizzero – Il campionissimo reagisce ma non riesce a riprendere il rivale – La bella impresa del vincitore e la sfortuna di Ponzini – Clerici sempre al comando della classifica – Fausto si confessa: “Quando Koblet è scattato stavo male e non sono riuscito a rispondere subito”

LArco dAugusto a Fano illuminato di rosa (Facebook)

L'Arco d'Augusto a Fano illuminato di rosa (Facebook)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza a Venaria Reale
1a tappa: Venaria Reale – Torino
2a tappa: San Francesco al Campo – Santuario di Oropa
3a tappa: Novara – Fossano
4a tappa: Acqui Terme – Andora
5a tappa: Genova – Lucca
6a tappa: Torre del Lago Puccini (Viareggio) – Rapolano Terme
7a tappa: Foligno – Perugia (cronometro individuale)
8a tappa: Spoleto – Prati di Tivo
9a tappa: Avezzano – Napoli
10a tappa: Pompei – Cusano Mutri (Bocca della Selva)
11a tappa: Foiano di Val Fortore – Francavilla al Mare

16-05-2024

maggio 16, 2024 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

Il francese Julian Alaphilippe (Soudal Quick-Step) si è imposto nella dodicesima tappa, Martinsicuro – Fano, percorrendo 193 Km in 4h07′44″, alla media di 46.744 Km/h. Ha preceduto di 31″ l’ecuadoriano Jhonatan Narváez (INEOS Grenadiers) e di 32″ il belga Quinten Hermans (Alpecin – Deceuninck). Miglior italiano Christian Scaroni (Astana Qazaqstan Team), 5° a 43″. Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) è ancora in maglia rosa con 2′40″ sul colombiano Daniel Felipe Martínez (Bora-Hansgrohe) e 2′56″ sul britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious), 5° a 4′27″

4 JOURS DE DUNKERQUE – GRAND PRIX DES HAUTS DE FRANCE

L’irlandese Sam Bennett (Decathlon AG2R La Mondiale Team) si è imposto anche nella terza tappa, Saint-Laurent-Blangy – Bouchain, percorrendo 165.1 Km in 3h42′38″, alla media di 44.495 Km/h. Ha preceduto allo sprint i belgi Milan Fretin (Cofidis) e Amaury Capiot (Arkéa – B&B Hotels). Due italiani in gara: Giacomo Villa (Bingoal WB) 52°, Fausto Masnada (Soudal Quick-Step) 83° (entrambi con il tempo del vincitore). Bennett è ancora leader della classifica con 8″ su Fretin e 18″ su Capiot. Villa 35° a 24″, Masnada 53° a 24″

INTERNATIONAL TOUR OF HELLAS

L’austriaco Felix Ritzinger (Team Felt Felbermayr) si è imposto nella seconda tappa, Katerini – Karditsa, percorrendo 169.8 Km in 3h53′42″, alla media di 43.589 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Samuele Zoccarato (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) e il polacco Konrad Czabok (Mazowsze Serce Polski). Ritzinger è il nuovo leader della classifica con 22″ sul portoghese Iúri Leitão (Caja Rural – Seguros RGA) e 30″ sul neozelandese Aaron Gate (Burgos – BH). Gate e 8″ su Otruba. Miglior italiano Giacomo Ballabio (Global 6 United), 18° a 48″

TOUR OF SAKARYA (Turchia)

Il turco Serdar Anıl Depe (Spor Toto Cycling Team) si è imposto nel prologo, circuito a cronometro di Sakarya, percorrendo 4.1 Km in 5′22″, alla media di 45.839 Km/h. Ha preceduto di 1″ il connazionale Burak Abay
(Sakarya BB Pro Team) e di 2″ il cinese Xianjing Lyu (China Glory – Mentech Continental Cycling Team). Nessun italiano in gara. Depe è il primo leader della classifica con 1″ su Abay e 2″ su Lyu

TOUR D’ALGÉRIE CYCLISTE

L’eritreo Milkias Maekele (nazionale eritrea) si è imposto nella quinta tappa, Blida – Bouira, percorrendo 129.5 Km in 3h04′52″, alla media di 42.03 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Tillman Sarnowski (Embrace The World) e il francese Erwan Le Falher (Team France Défense). Nessun italiano in gara. L’algerino Ayoub Sahiri (Mouloudia Club d’Alger) è ancora leader della classifica con 9″ sull’eritreo Meron Teshome Hagos (nazionale eritrea) e 39″ sul connazionale Nassim Saidi (Madar Pro Cycling Team)

ORLEN NATIONS GRAND PRIX (Under23 – Polonia)

Il francese Mathys Rondel (nazionale francese) si è imposto nella seconda tappa, Přerov – Kohútka, percorrendo 110 Km in 2h50′40″, alla media di 38.672 Km/h. Ha preceduto di 10″ il connazionale Brieuc Rolland (nazionale francese) e di 14″ il belga Emiel Verstrynge (nazionale belga). Miglior italiano Matteo Scalco (nazionale italiana), 8° a 18″. Rondel è il nuovo leader della classifica con 14″ su Rolland e 20″ sul il britannico Matthew Brennan (nazionale britannica). Miglior italiano Alessandro Pinarello (nazionale italiana), 13° a 47″

VUELTA A BURGOS FEMINAS

La finlandese Lotta Henttala (EF Education-Cannondale) si è imposta nella prima tappa, Villagonzalo Pedernales – Burgos, percorrendo 123 Km in 3h02′33″, alla media di 40.427 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’austriaca Carina Schrempf (Fenix-Deceuninck) e l’olandese Lorena Wiebes (Team SD Worx – Protime). Miglior italiana Letizia Borghesi (EF Education-Cannondale), 7°. La Henttala è la prima leader della classifica con 4″ sulla Schrempf e 6″ sulla Wiebes. Miglior italiana la Borghesi, 8° a 10″

LOU LOU SPAZIALE SUL MONTE GIOVE. ALAPHILIPPE VINCE LA TAPPACCIA DEI MURI MARCHIGIANI

Una maxifuga, che perderà progressivamente pezzi su pezzi, caratterizza la dodicesima tappa da Martinsicuro a Fano. Uno scatenato Julian Alaphilippe (Team Soudal Quick Step) rilancia a più riprese l’azione fino a restare da solo in testa sul Monte Giove ed a involarsi verso una meritatissima vittoria

La dodicesima tappa del Giro 2024 parte da Martinsicuro e arriva a Fano. I muri marchigiani saranno i grandi protagonisti. Ne contiamo una decina lungo il percorso ed alcuni, seppur corti, sono molto ripidi e presentano spesso e volentieri pendenze in doppia cifra. Sono i quattro ‘muretti’ classificati come gpm, tutti di quarta categoria e precisamente Osimo, Monsano, Ostra e La Croce. E’ una tappa aperta a varie soluzioni, dalla fuga sostanziosa che si gioca la vittoria all’attacco nel finale di qualche finisseur o degli stessi uomini di classifica. Qualche speranza possono averla però anche i velocisti più resistenti, con Kaden Groves (Team Alpecin Deceuninck) in prima fila. A proposito di velocisti Fabio Jakobsen (Team DSM Firmenich PostNL) era costretto al ritiro dopo la caduta nella volata della tappa di ieri. Il primo tentativo di fuga dopo la partenza da Martinsicuro veniva portato da tre ciclisti ovvero Roel van Sintmaartensdijk (Team Intermarchè Wanty), Matteo Trentin (Team Tudor Pro Cycling) ed Enzo Paleni (Team Groupama FDJ). I tre attaccanti venivano ripresi dopo 36 km. Dopo l’attraversamento del centro abitato di Porso Sant’Elpidio si formava un quartetto in testa alla corsa con Edordo Affini (Team Visma Lease a Bike), Simon Clarke (Team Israel Premier Tech), Michael Hepburn (Team Jayco AlUla) e Mirco Maestri (Team Polti Kometa). I quattro battistrada iniziavano i primi strappi nell’entroterra di Civitanova Marche con oltre 1 minuto di vantaggio sul gruppo maglia rosa. Uno serie di scatti e controscatti nel gruppo maglia rosa contribuiva all’affievolimento del vantaggio dei ciclisti di testa. Tra i più attivi all’inseguimento si segnalavano Julian Alaphilippe (Team Soudal Quick Step) e Jhonatan Narvaez (Team INEOS Grenadiers). All’inizio della salita verso il primo traguardo volante Alaphilippe e Maestri erano i due battistrada e avevano una trentina di secondi di vantaggio su un primo gruppo inseguitore formato da 17 ciclisti in cui oltre a Narvaez, Clarke, Hepburn e Affini erano presenti anche Quinten Hermans (Team Alpecin Deceuninck), Ewen Costiou (Team Arkea B&B Hotels), Michael Valgren (Team EF Education EasyPost), Lilian Calmejane e Dion Smith (Team Intermarchè Wanty), Simone Velasco e Christian Scaroni (Team Astana Qazaqstan), Ruben Fernandez e Benjamin Thomas (Team Cofidis), Juan Pedro Lopez (Team Lidl Trek), Kevin Vermaerke (Team DSM Firmenich PostNL), Pelayo Sanchez (Team Movistar) e Matteo Trentin. Sul primo gruppo inseguitore rientrava un altro gruppo formato da un’altra quindicina di ciclisti che comprendeva Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers), Tobias Bayer (Team Alpecin Deceuninck), Alessandro Verre (Team Arkea B&B Hotels), Aurelien Paret-Peintre (Team Decathlon AG2R La Mondiale), Mikkel Honorè (Team EF Education EasyPost), Laurence Pithie e Cyril Barthe (Team Groupama FDJ), Nairo Quintana (Team Movistar), Jan Hirt e Mauri Vansevenant (Team Soudal Quick Step), Gijs Leemreize (Team DSM Firmenich PostNL), Luka Mezgec (Team Jayco ALUla), Davide Piganzoli (Team Polti Kometa), Attila Valter (Team Jumbo Visma), Alexander Kamp (Team Tudor Pro Cycling), Rui Oliveira (UAE Team Emirates), Jasha Sutterlin (Team Bahrain Victorious), Domenico Pozzovivo e Manuele Tarozzi (Team VF Group Bardiani CSF Faizanè). Maestri vinceva il primo traguardo volante di Recanati posto al km 77.5. Maestri transitava in prima posizione sul gpm di Osimo posto al km 93.2. La coppia di testa aveva un vantaggio di minuti secondi all’inizio della salita di Monsano, in cima alla quale era posizionato il secondo gpm della tappa. Maestri e Alaphilippe continuavano imperterriti nella loro azione e si dividevano equamente gli scollinamenti dei successivi gpm. Si aggiudicava il traguardo volante di Mondolfo posto al km 161.4. Il primo gruppo al loro inseguimento era formato da nove ciclisti che inseguivano a circa 1 minuto e 50 secondi di ritardo. Il tratto in pianura che portava al Monte Giove sarebbe stato molto probabilmente decisivo per le speranze di Alaphilippe e Maestri di giocarsi la vittoria di tappa. La coppia di testa iniziava il muro di Monte Giove con una quarantina di secondi di vantaggio sugli immediati inseguitori. Alaphilippe aumentava l’andatura e staccava Maestri che veniva ripreso da Narvaez e da Hermans nel punto più duro della breve salita, a circa 10 km dalla conclusione. Nel frattempo Alaphilippe manteneva un vantaggio tra i 30 e i 40 secondi sulla coppia al suo inseguimento e le numerose curve presenti nel tratto finale della tappa favorivano la sua azione. L’ex campione del mondo andava a vincere in solitaria sul traguardo di Fano con 31 secondi di vantaggio su Narvaez e 32 secondi di vantaggio su Hermans. Chiudevano la top five Valgren in quarta posizione e Scaroni in quinta posizione a 43 secondi di ritardo da Alaphilippe mentre il gruppo maglia gialla giungeva ad oltre 5 minuti di ritardo. Per Alaphilippe è la prima vittoria in assoluto al Giro d’Italia mentre Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) resta saldamente in maglia rosa. Domani tredicesima tappa da Riccione a Cento di 179 km. Torneranno di scena i velocisti in una delle tappe più pianeggianti del Giro 2024.

Antonio Scarfone

Julian Alaphilippe vince a Fano (foto: Tim De Waele/Getty Images)

Julian Alaphilippe vince a Fano (foto: Tim De Waele/Getty Images)

ALLA SCOPERTA DEI MURI BASSI

Non sono solo le otto tappe di montagne e le due frazioni a cronometro a essere segnalate in rosso nell’elenco delle tappe dl Giro 2024. Ci sono anche giornate apparentemente interlocutorie nelle quali si farà molta fatica e che potrebbero avere un peso non indifferente in classifica, se i “girini” dovessero interpretarle al massimo o se qualche big dovesse soffrire una giornata storta. Una di queste è la frazione che condurrà il gruppo a Fano, forte di 2100 metri di dislivello sbriciolati sui colli marchigiani, dove si farà una vera e propria scorpacciata di “muri bassi”….

NOTA:: il percorso è stato modificato in due punti rispetto a quanto sotto indicato. Dopo la salita di Osimo non si affronteranno le ascese di Monti e Mazzangrugno, sostituite da quella di San Paterniano (1.2 Km al 7.5% con un picco del 14%). Infine, dopo quella di Mondolfo non si andrà a scalare quella di San Costanzo, al posto della quale si percorrerà il ripido muro di Monte Giove, sul quale si raggiunge una pendenza massima del 20%, il tutto reso ancor più selettivo dalla strada molto stretta.

È un termine che ha coniato Mauro Vegni, il direttore del Giro d’Italia. Con “muri bassi” il più esperto organizzatore italiano, la cui carriera è iniziata spalleggiando Franco Mealli nell’allestimento del palcoscenico della Tirreno-Adriatico, si riferisce all’autentico mare di colline che punteggiano l’entroterra marchigiano, salite brevi e mai estreme che per anni hanno costituto la principale ossatura del tracciato della “Corsa dei due Mari”. Nelle stagioni più recenti la corsa è stata radicalmente trasformata in una sorta di Giro d’Italia in miniatura, inserendo cronometro e tappe di montagna e andando alla ricerca di muri sempre più “alti” sotto l’aspetto delle pendenze, verticali come quelle di Ortezzano e di Montelupone per fare un paio di nomi. Così sono stati relegati in un angolo i “muri bassi”, salite che prese singolarmente non fanno male ma se affrontate in serie e in gran numero possono rendere una tappa molto più dura e selettiva di quel che suggerisce il grafico altimetrico. Lo dimostra già l’esame numerico della frazione odierna, che ci dice che negli ultimi 130 Km sarà concentrata la totalità del dislivello giornaliero, 2100 metri “sbocconcellati” tra 14 brevi ascese, in qualche caso dotate comunque d’inclinazioni importanti. I tratti di respiro tra una collina e l’altra saranno brevi e non consentiranno molti margini di manovra al gruppo impegnato nel tentativo di riavvicinarsi al plotoncino in fuga. Oggi, infatti, sarà la fuga ad avere le maggiori possibilità di andare in porto e se in quel drappello dovesse ritrovarsi qualche uomo ben messo in classifica dietro potrebbe scatenarsi una bagarre tale da mettere in crisi qualche corridore di peso. E, per quanto detto sopra, chi si trovasse a perdere terreno su di un tracciato del genere dovrà spendere parecchio per riagganciarsi alla coda del gruppo, sempre che ce la si faccia.
Prima di arrivare sulle colline bisognerà, però, macinare parecchi chilometri in totale pianura e anche i primi 54 Km totalmente sgombri di difficoltà potrebbero avere un peso e rivelarsi l’ago della bilancia verso il quale penderanno gli esiti della tappa, perché questo tratto potrebbe invogliare una partenza molto veloce e, di conseguenza, dispendiosa, un qualcosa di molto probabile perché spesso in questi ultimi anni si sono viste partenze “razzo”, viaggiando a quasi 50 Km/h e talvolta oltre questa soglia, anche in tappe di alta montagna.
Si partirà da Martinsicuro, la località balneare più settentrionale d’Abruzzo, e subito dopo il via si entrerà in territorio marchigiano alle porte di San Benedetto del Tronto, località che deve la sua fama ciclistica al fatto d’esser la sede d’arrivo dell’ultima tappa della Tirreno-Adriatico fin dalla seconda edizione di questa corsa, creata nel 1966 per proporre un’alternativa alla Parigi-Nizza nella marcia d’avvicinamento alla Tirreno-Adriatico. Sfiorata la Torre dei Gualtieri, principale monumento di San Benedetto, si procederà in linea retta lungo il litorale noto come “Riviera delle Palme” portandosi a Grottammare, nel cui centro storico, inserito nel novero dei “Borghi più belli d’Italia”, si può ammirare la Chiesa di Santa Lucia, fatta realizzare da Papa Sisto V nel luogo dove si trovava la casa natale del pontefice, che sedette sul soglio di San Pietro per cinque anni tra il 1585 e il 1590.
Il tratto successivo si svolgerà ai piedi delle colline sulle quali stanno appollaiati i borghi che costituiscono il cosiddetto “distretto calzaturiero fermano”, piccoli centri che a turno hanno quasi tutti ospitato arrivi di tormentate tappe della citata Tirreno-Adriatico, spesso conquistate da corridori di prestigio a conferma della validità di quei percorsi e dell’impegno che richiedono: qui ci limitiamo a ricordare le affermazioni di corridori del calibro di Giuseppe Saronni, di Greg LeMond – che nel 1982 s’impose a Monte San Pietrangeli a soli vent’anni d’età – di Moreno Argentin e di Maurizio Fondriest, di Óscar Freire e di Paolo Bettini e di Peter Sagan, nomi che altrove sono andati ad arricchire l’albo d’oro di Giri, Tour, Vuelte, classiche e mondiali.
Arrivati a Civitanova Marche il gruppo saluterà il mare, che rivedrà solo a pochi chilometri dal traguardo, per iniziare la scorpacciata di colline, introdotta dalla salita verso il borgo di Civitanova Alta, 2.4 Km al 5.2% all’interno dei quali – come la perla di un’ostrica – è concentrato un troncone di 400 metri al 9.5%: saranno questi piccoli muretti, sparsi qua e là nel tracciato e che non era possibile evitare, i principali scogli di un tracciato nel quale potrebbero incagliarsi le speranze di qualche pretendente alla maglia rosa.
Seguirà un tratto in quota che condurrà verso la collina successiva, 1.8 Km al 6.1% che si estingueranno alle porte del citato centro di Montelupone, in vetta al cui tremendo muro sono terminate due frazioni della Tirreno, entrambe conquistate da uno specialista di questi finali, lo spagnolo Joaquim Rodríguez.
Scesi ad attraversare la valle del fiume Potenza, se ne risalirà l’altro versante in direzione di Recanati, alla quale si salirà percorrendone una strada d’accesso secondaria, che propone 2.7 Km d’ascesa al 7.7%. Non si tratta di numeri particolarmente “allarmanti” ma proprio all’inizio c’è uno scalino di quasi mezzo chilometro al 13.3% al quale fa eco un secondo balzo di 400 metri al 12.8% proprio all’ingresso della città di Leopardi, nato il 29 giugno del 1798 nel palazzo di famiglia, ancora oggi abitato dai discendenti del poeta e nel quale è si può ammirare la sterminata biblioteca (più di ventimila volumi) qui raccolta dal conte Monaldo e alla quale ebbe la possibilità di “attingere” sapienza il figlio Giacomo.
Avevamo anticipato che non ci saranno solo salite e discese nel toboga degli ultimi 130 Km e proprio ora i corridori avranno la possibilità di pedalare sulla perfezione della pianura per circa 7 Km, una volta planati da Recanati verso la piana sottostante il borgo di Castelfidardo, noto per la produzione di fisarmoniche – attività che ha le sue origini nel 1863 – e per la battaglia combattuta il 18 settembre 1860 tra l’esercito sabaudo e quello dello Stato Pontificio, uscito sconfitto dal combattimento che come conseguenza ebbe l’annessione dell’Umbria e delle Marche all’allora Regno di Sardegna, un anno prima della definitiva unità italiana.
Dopo questo intervallo nel quale rifiatare tornerà l’ora di andare a lezioni di salita, anche se non si annunciano particolarmente difficili le due ascese consecutive di San Sabino (1.1 Km al 5.8%) e Osimo (1.3 Km al 6%), anche perché quest’ultima sarà affrontata da un versante più pedalabile rispetto a quello che prevede il breve e irto muro in acciottolato della Costa del Borgo, che si percorse nel 2018 quando nella centralissima Piazza del Comune s’impose Simon Yates: era l’edizione del Giro partita da Gerusalemme e terminata a Roma con la consegna dell’ultima maglia rosa a Chris Froome, autore di una straordinaria impresa a Bardonecchia nel tappone del Colle delle Finestre.
Un altro tratto scorrevole – il più lungo di questo finale dall’alto dei suoi 8.5 Km – deporrà i “girini” ai piedi della salita di Monti (1700 metri al 6.8%), seguita da un tratto vallonato in quota che s’imboccherà in direzione del luogo dove si trovava la medioevale Torre di Jesi, demolita dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Nei successi 26 Km si ricalcheranno le rotte della tappa di Jesi del Giro del 2022, frazione che si può quasi considerare una versione “soft” di quella di Fano, con molti meno colli e dislivello da superare e, in effetti, in quell’occasione la selezione fu molto contenuta poiché a giocarsi la vittoria in volata nella “patria del Verdicchio” arrivò un gruppo folto di 28 corridori, regolati dall’eritreo Biniam Girmay, entrato quel pomeriggio nella storia del ciclismo per essere stato il primo (e finora unico) corridore di colore a essersi imposti in una tappa di un grande giro. Come quel pomeriggio di due anni fa si andrà così ad affrontare lo strappo di Mazzangrugno (1 Km al 6.6%) e poi l’ascesa verso Monsano, 1400 metri al 7.1% che iniziano nei pressi del santuario di Santa Maria fuori Monsano, eretto a partire dal 1471 nel luogo dove la Madonna era apparsa sopra un olmo, dal quale sarebbe scesa a tracciare sulla neve la pianta di una cappella da erigere in suo nome.
Lasciate le rotte della tappa di Jesi il gruppo s’infilerà in un tratto di circa 10 Km che solo apparentemente è pianeggiante, ma che in realtà è “inquinato” che da piccoli dislivelli che certamente rimarranno nelle gambe se qualcuno, da quelle parti, “pesterà” duro sui pedali. Anche perché all’uscita di questo tratto ci si troverà a fare i conti con una delle salite più ripide inserita nel tracciato, lunga solo mezzo chilometro ma caratterizzata da una pendenza media del 12.2% e da una scoscesa “parete” finale che termina alla soglia di Ostra, borgo che secondo la leggenda fu fondato dopo il 410 a.C. da un gruppo di abitanti dell’omonima cittadina romana che era stata saccheggiata e distrutta dai visigoti. Scesi ad attraversare il corso del fiume Misa riprenderà l’ottovolante di giornata per affrontare la salita che sulle cartine del Giro è stata definita con il semplice nome di “La Croce” e che è composta di due rampe separate da una breve contropendenza: pedalabili sono i primi 1.6 Km al 4.3% che conducono al borgo di Ripe, un pelo più “croccante” è il tratto conclusivo, pure lungo 1600 metri e caratterizzato da un’inclinazione media del 6.7% e da un altro piccolo muretto negli ultimi 400 metri, nel corso dei quali la media torna a schizzare sopra il 12%. Movimentata da un paio di tornanti sarà la successiva discesa, “tourniquets” che s’incontreranno all’uscita da Monterado, nel cui centro si erge l’imponente castello innalzato dopo il 1267, quando il priore del monastero di Fonte Avellana concesse la fondazione del borgo, e trasformato in residenza principesca dopo che nel 1810 era stato concesso in appannaggio al viceré d’Italia Eugenio di Beauharnais, la cui madre era Giuseppina, andata in sposa in seconde nozze nel 1796 con Napoleone Bonaparte.
A questo punto si può dire che il “grosso” della tappa sia messo alle spalle, anche se mancheranno ancora due piccole fette del dislivello odierno da superare, anche se in nessun caso ci si troverà a fare i conti con tratti veramente difficili. Settecento metri al 6.5%, tanto misura la successiva salita che si dovrà affrontare per raggiungere il borgo di Mondolfo, ai piedi delle cui mura fino all’inizio del secolo scorso non era raro trovare i cittadini impegnati nel caratteristico gioco del pallone con il bracciale, mentre oggi lungo le vie del centro storico si possono ammirare i murales che tra il 2019 e il 2020 hanno dato vita alla cosiddetta “Galleria Senza Soffitto”. Dopo più di cento chilometri trascorsi sulle serpeggianti strade dell’entroterra il gruppo tornerà a respirare l’aria del mare all’altezza di Marotta, stazione balneare il cui nome (in antichità “Mala Rupta”, ovvero mala rotta) ricorda la tremenda disfatta subita da queste parti dall’esercito cartaginese in occasione della Battaglia del Metauro, episodio della seconda guerra punica che ebbe tra le sue vittime il generale Asdrubale Barca, fratello minore del più celebre Annibale. Ritrovate le rive dell’Adriatico, quasi subito si tornerà ad allontanarsi dal litorale per andare incontro all’ultimo ostacolo altimetrico di giornata, più consistente rispetto a quello di Mondolfo perché si devono “subire” – è proprio il caso di dirlo dopo tutti i saliscendi di giornata – i 2.2 Km al 6.1% che portano verso San Costanzo, borgo al quale gli appassionati di turismo gastronomico salgono due volte l’anno in occasione della centenaria Sagra Polentara, che si tiene in marzo e in luglio e che testimonia come questo rustico alimento non abbia le radici piantate solo nella Pianura Padana. Dopo l’ultimo tributo alla salita, la pianura i corridori si accingeranno a ritrovarla negli ultimi 6 Km, ma – se si vuole essere pignoli fino al midollo – ci sarà ancora un ultimo, microscopico dislivello da superare; giunti al cospetto del Bastione Sangallo, uno dei pochi tratti oggi visibili delle antiche mura malatestiane di Fano, quando mancheranno solo 800 metri la statale adriatica compierà una brusca svolta a sinistra per aggirare il centro storico e proprio in quel momento sotto le ruote dei “girini” farà la comparsa una pendenza lievissima, un per cento appena, 1.7% al massimo. Sono piccoli numeri ma, al termine di una tappa che di metri di dislivello ne ha proposti più di duemila, possono farsi sentire: non si può certo perderci un Giro, ma per chi oggi si troverà davanti con i primi a sgomitare per la vittoria di tappa potrebbero rivelarsi un ostacolo insormontabile dopo le tante energie spremute sui colli marchigiani.

Mauro Facoltosi

L’Arco d’Augusto a Fano e l’altimetria della dodicesima tappa (www.comune.fano.pu.it)

L’Arco d’Augusto a Fano e l’altimetria della dodicesima tappa (www.comune.fano.pu.it)

I VALICHI DELLA TAPPA

Passo di Monsano (183 metri). Valicato dalla Strada Provinciale 18 “Jesi – Monterado” tra Jesi e San Marcello. Coincide con il bivio con Monsano e con la Strada Provinciale “della Barchetta”, dalla quale proverranno i corridori. Il Giro vi è transitato l’ultima volta nel finale della tappa Pescara – Jesi, vinta dall’eritreo Biniam Girmay: il primo corridore a transitare al GPM di Monsano, 1.6 Km prima di arrivare al valico, era stato il lucano Domenico Pozzovivo.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

CIAK SI GIRO

Ci sono film che nel corso degli anni sono diventati veri e propri “cult”, nonostante talvolta siano stati accolti con tiepidezza dalla critica e dagli esiti dei botteghini. Uno di questi è, indubbiamente, “L’allenatore nel pallone”. Alzi la mano chi ha visto almeno una volta questa pellicola, uscita nel 1984 e divenuta un autentico tormentone dei palinsesti cinematografici non solo grazie all’interpretazione di Lino Banfi ma anche alla trama “cucita” letteralmente addosso all’attore pugliese da un team di sceneggiatori che comprende lo stesso Banfi e ben tre registi, Sergio Martino – che “firmerà” l’opera – Romolo Guerrieri e Pier Francesco Pingitore, quest’ultimo principalmente conosciuto per essere l’autore dei programmi televisivi di satira messi in scena dalla compagnia del “Bagaglino”. La fama del film è stata tale che molti degli appassionati snocciolano oramai a memoria le battute di Oronzo Canà, l’improbabile allenatore che si ritrova proiettato nella serie A dopo esser stato nominato mister della neopromossa Longobarda. E molti altri “tifosi” di Canà non hanno esitato negli anni a recarsi in visita, quasi un pellegrinaggio, nei luoghi dove è stata girata la pellicola, tra il Lazio (la casa di Canà si trova a Marino, sui Colli Albani) e il Brasile, dove Banfi fu in azione tra lo storico stadio Maracanà e il sottostante campetto (oggi non più esistente) dove Canà incontrerà per la prima volta il giovane talento Aristoteles. Ma che c’entra tutto questo con le Marche e con i luoghi attraversati dai corridori? C’entra eccome perché è da lì che tutto ha inizio: prima ancora che entri in scena Oronzo Canà è a San Benedetto del Tronto che si gioca la partita che, al termine del campionato di serie B, spalanca alla Longobarda le porte della massima categoria. Il set prescelto da Sergio Martino fu lo stadio Fratelli Ballarin, intitolato alla memoria di due calciatori deceduti nella Strage di Superga. L’impianto era in corso di dismissione e già dal 1985 sarà sostituito dal nuovissimo Stadio Riviera delle Palme, dove lo stesso Martino tornerà a distanza di un anno per girare “Mezzo destro mezzo sinistro – 2 calciatori senza pallone”, film che nelle intenzioni originali avrebbe dovuto costituire il sequel del “L’allenatore nel pallone”. Per motivi mai rivelati, però, la partecipazione di Banfi saltò all’ultimo momento e così la produzione si vide costretta a modificare la trama sostituendo Canà con il severissimo allenatore argentino Juan Carlos Fulgencio, la cui interpretazione fu affidata all’attore siciliano Leo Gullotta. Forse proprio a causa dell’assenza di Banfi il film non ottenne il successo del precedente e per rivedere Canà in azione bisognerà attendere quasi 25 anni, quando lo strampalato allenatore pugliese sarà invitato a tornare a dirigere la Longobarda ne “L’allenatore del pallone 2” (2008), ma anche in questo caso non si riuscì a raggiungere la fama del primo capitolo.

In collaborazione con www.davinotti.com

Le scene della partita che spalanca alla Longobarda le porte delle Serie A: solo le scene iniziali de “L’allenatore nel pallone” (www.davinotti.com)

Le scene della partita che spalanca alla Longobarda le porte delle Serie A: solo le scene iniziali de “L’allenatore nel pallone” (www.davinotti.com)

Qui potete vedere le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/l-allenatore-nel-pallone/50002209

FOTOGALLERY

La spiaggia di Martinsicuro

San Benedetto del Tronto, Torre dei Gualtieri

Grottammare, Chiesa di Santa Lucia

Vista panoramica da Sant’Elpidio a Mare verso i colli del distretto calzaturiero fermano

Recanati, Palazzo Leopardi

Il borgo di Castelfidardo visto da lontano

Osimo, Piazza del Comune

Jesi, Teatro Pergolesi

Monsano, Santuario di Santa Maria fuori Monsano

Il muro di Ostra

Castello di Monterado

Le antiche mura di Mondolfo

Fano, Bastione Sangallo

15-05-2024

maggio 15, 2024 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

L’italiano Jonathan Milan (Lidl – Trek) si è imposto nell’undicesima tappa, Foiano di Val Fortore – Francavilla al Mare, percorrendo 207 Km in 4h23′18″, alla media di 47.171 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Kaden Groves (Alpecin – Deceuninck) e l’italiano Giovanni Lonardi (Team Polti Kometa). Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) è ancora in maglia rosa con 2′40″ sul colombiano Daniel Felipe Martínez (Bora-Hansgrohe) e 2′56″ sul britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious), 5° a 4′27″

4 JOURS DE DUNKERQUE – GRAND PRIX DES HAUTS DE FRANCE

L’irlandese Sam Bennett (Decathlon AG2R La Mondiale Team) si è imposto nella seconda tappa, Wimereux – Abbeville, percorrendo 184.3 Km in 4h20′25″, alla media di 42.463 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Paul Penhoët (Groupama – FDJ) e il connazionale Sasha Weemaes (Bingoal WB). Due italiani in gara: Giacomo Villa (Bingoal WB) 39°, Fausto Masnada (Soudal Quick-Step) 72° (entrambi con il tempo del vincitore). Bennett è il nuovo leader della classifica con 4″ sul belga Milan Fretin (Cofidis) e 8″ su Penhoët. Villa 35° a 14″, Masnada 50° a 14″

INTERNATIONAL TOUR OF HELLAS

Prima tappa suddivisa in due semitappe.

Il portoghese Iúri Leitão (Caja Rural – Seguros RGA) si è imposto nella prima semitappa, circuito a cronometro di Salonicco, percorrendo 6 Km in 6′43″, alla media di 53.598 Km/h. Ha preceduto di 4″ il neozelandese Aaron Gate (Burgos – BH) e di 8″ il ceco Jakub Otruba (ATT Investments). Miglior italiano Giacomo Ballabio (Global 6 United), 16° a 22″. Leitão è il primo leader della classifica con 4″ su Gate e 8″ su Otruba. Miglior italiano Ballabio, 16° a 22″

L’italiano Jakub Mareczko (Team Corratec – Vini Fantini) si è imposto nella seconda semitappa, Salonicco – Paralia (Katerini), percorrendo 92.5 Km in 1h57′14″, alla media di 47.321 Km/h. Ha preceduto allo sprint Leitão e l’australiano Blake Agnoletto (ARA | Skip Capital). Leitão è ancora leader della classifica con 8″ su Gate e 12″ su Otruba. Miglior italiano Ballabio, 17° a 26″

TOUR D’ALGÉRIE CYCLISTE

L’algerino Youcef Reguigui (Terengganu Cycling Team) si è imposto nella quarta tappa, Chlef – Blida, percorrendo 154.3 Km in 3h19′23″, alla media di 46.433 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Tillman Sarnowski (Embrace The World) e il connazionale Yacine Hamza (Madar Pro Cycling Team). Nessun italiano in gara. L’algerino Ayoub Sahiri (Mouloudia Club d’Alger) è ancora leader della classifica con 9″ sull’eritreo Meron Teshome Hagos (nazionale eritrea) e 39″ sul connazionale Nassim Saidi (Madar Pro Cycling Team)

ORLEN NATIONS GRAND PRIX (Under23 – Polonia)

Il danese Kristian Egholm (nazionale danese) si è imposto nella prima tappa, Prostějov – Bouzov, percorrendo 135 Km in 3h19′36″, alla media di 40.581 Km/h. Ha preceduto di 36″ l’italiano Pietro Mattio (nazionale italiana) e di 41″ il britannico Matthew Brennan (nazionale britannica). Egholm è il primo leader della classifica con 37″ su Mattio e 50″ su Brennan

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI FRANCAVILLA AL MARE

Ecco il tradizionale contenitore made ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta dall’elvetico Carlo Clerici nel 1954)

SALA STAMPA

Italia

Un lampo al Giro: a Francavilla sprint da paura, Milan detta legge

Gazzetta dello Sport

Slovenia

Jonathan Milan zmagal že drugič, Mezgečevi spet praznih rok (Jonathan Milan ha vinto per la seconda volta, Mezgeč ancora una volta a mani vuote)

Delo

Regno Unito

Milan delights home crowd to take stage 11 in sprint finish (Milan delizia il pubblico di casa conquistando l’undicesima tappa in volata)

The Guardian

Francia

Milan récidive (Milan recidivo)

L’Équipe

Spagna

Milan, rey del esprint (Milan, re dello sprint)

AS

Belgio

Landgenoot Tim Merlier geschrapt in uitslag: paarse trui Jonathan Milan sprint naar tweede ritzege in Giro (Cancellato dai risultati il belga Tim Merlier: la maglia ciclamino Jonathan Milan sprinta verso la seconda vittoria di tappa del Giro)

Het Nieuwsblad

Paesi Bassi

Milan slaat toe in Giro (Milan colpisce al Giro)

De Telegraaf

Germania

Harter Sprint: Milan ringt Merlier und Groves nieder (Volata dura: Milano lotta con Merlier e Groves)

Kicker

USA

Milan wins chaotic sprint at end of 11th stage of Giro. Pogacar stays in pink (Milano vince uno sprint caotico al termine dell’undicesima tappa del Giro. Pogacar resta in rosa)

The Washington Post

Colombia

Daniel Martínez y Tadej Pogacar no pasan aceite en una etapa accidentada del Giro de Italia (Daniel Martínez e Tadej Pogacar non perdono olio in una tappa accidentata del Giro d’Italia)

El Tiempo

Australia

Aussie sprinter Groves pipped again in Giro finale (Il velocista australiano Groves nuovamente battuto in una finale del Giro)

The West Australian

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Via dei ciclamini (Orietta Berti)

METEOGIRO

Martinsicuro : cielo sereno, 20°C, vento moderato da E (11-25 Km/h), umidità al 82%
Civitanova Marche (Km 50.9): cielo sereno, 21°C, vento moderato da E (20-36 Km/h), umidità al 75%
Osimo – GPM (Km 93.2): pioggia debole (0.1 mm), 22°C (percepiti 24°C) , vento moderato da E (18-38 Km/h), umidità al 65%
Ostra – GPM (Km 138.4): pioggia debole (0.1 mm), 24°C (percepiti 25°C) , vento moderato da SE (18-41 Km/h), umidità al 59%
Fano : parzialmente nuvoloso, 22°C (percepiti 23°C), vento moderato da SE (27-46 Km/h), umidità al 72%

GLI ORARI DEL GIRO

12.15: inizio diretta su Eurosport
12.30: partenza da Martinsicuro
12.35: inizio diretta su RaiSport
14.00: inizio diretta su Rai2
14.20-14.35: traguardo volante Sprint di di Recanati
14.40-14.55: GPM di Osimo
15.35-15.55: GPM di Monsano
15.45-16.10: GPM di Ostra
15.55-16.25: traguardo volante Intergiro di Ripe
16.00-16.30: GPM di La Croce
16.15-16.45: traguardo volante Sprint di Mondolfo (con abbuoni)
16.55-17.30: arrivo a Fano

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Con la ricomposizione della coppia al commento Pancani – Cassani la rubrica degli strafalcioni dei telecronisti riprende il suo titolo originario

Professor Fagnani: “Il vento è una variabile costante”
Petacchi: “Vedremo le macchie di corridori di ogni squadra”
De Luca: “La ruota anterore”
Pancani: “Siamo a metà chilometraggio, siamo a metà delle tappe, seconda parte più lunga della prima”
Garzelli: “Foiano di Val Forte” (Foiano di Val Fortore)
Pancani: “La qualità che c’è davanti alle caratteristiche dei tre uomini davanti”
Fabretti: “Dario Cataldi” (Cataldo)
Televideo RAI: “Francavilla a Mare” (Francavilla al Mare)
Televideo RAI: “DFernando Gaviria”

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo dell’undicesima tappa, Foiano di Val Fortore – Francavilla al Mare

1° Felix Großschartner
2° Giulio Pellizzari s.t.
3° Alan Riou s.t.
4° Pieter Serry s.t
5° Roel van Sintmaartensdijk a 2′27″
(Fabio Jakobsen, giunto 4°, retrocesso e penalizzato di 5′53″)

Classifica generale

1° Fabio Jakobsen
2° Alan Riou a 16″
3° Fabian Lienhard a 56″
4° David Dekker a 1′58″
5° Josef Cerný a 2′05″

Miglior italiano Davide Cimolai, 14° a 10′23″

IL GIRO DI 70 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1954 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose grazie a una storica fuga bidone l’elvetico Carlo Clerici

1 GIUGNO 1954 – 11a TAPPA: CESENATICO – ABETONE (230 Km)

PRONTA ED ENERGICA REAZIONE DI COPPI A UN VIOLENTO ATTACCO DI KOBLET AI PIEDI DELL’ABETONE

Per un momento si è creduto che gli assi volessero dar battaglia sull’Appennino – Fausto è sereno e tranquillo e pensa alle non lontane Dolomiti

Vittoria del giovane Gianneschi che batte all’arrivo i compagni di fuga Grosso e Franchi – Astrua la spunta sul campionissimo nella volata per il quarto posto – Clerici sempre saldo al comando della classifica – Oggi arrivo a Genova – Le lodi del campione del mondo a Defilippis passato dal nono al quinto posto in classifica

Il Convento Michetti di Francavilla al Mare illuminato di rosa (videocitta.media)

Il Convento Michetti di Francavilla al Mare illuminato di rosa (videocitta.media)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

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Raduno di partenza a Venaria Reale
1a tappa: Venaria Reale – Torino
2a tappa: San Francesco al Campo – Santuario di Oropa
3a tappa: Novara – Fossano
4a tappa: Acqui Terme – Andora
5a tappa: Genova – Lucca
6a tappa: Torre del Lago Puccini (Viareggio) – Rapolano Terme
7a tappa: Foligno – Perugia (cronometro individuale)
8a tappa: Spoleto – Prati di Tivo
9a tappa: Avezzano – Napoli
10a tappa: Pompei – Cusano Mutri (Bocca della Selva)

DAI TRABOCCHI SPUNTA ANCORA MILAN. POGACAR SEMPRE IN ROSA

Jonathan Milan (Team Lidl Trek) dimostra di essere uno dei ciclisti più forti in circolazione battendo con una volata autoritaria sul traguardo di Francavilla al Mare Tim Merlier (Team Soudal Quick Step), poi declassato, e Kaden Groves (Team Alpecin Deceuninck)

Risalendo lo Stivale il Giro affronta l’undicesima tappa da Foiano di Van Foltore a Francavilla al Mare di 207 km. Tornano di scena i velocisti che dovrebbero giocarsi la vittoria anche se la prima parte della tappa è piuttosto vallonata e presenta anche il gpm di Pietracatella posto al km 48.4. Il ritiro alla partenza di Cian Uijtdebroeks (Team Visma Lease a Bike) è tra le notizie più importanti della giornata con la maglia bianca che adesso passa sulle spalle di Antonio Tiberi (Team Bahrain Victorious). Oltre al ciclista belga non figuravano tra i partenti di oggi Stefano Oldani (Team Cofidis) e Louis Barrè (Team Arkea B&B Hotels). Dopo la partenza si formava la fuga di giornata grazie all’azione di Thomas Champion (Team Cofidis), Edoardo Affini e Tim van Dijke (Team Visma Lease a Bike). Van Dijke scollinava in prima posizione sul promo gpm di Pietracatella posto al km 48.4. Champion si aggiudicava il primo traguardo volante di Casacalenda posto al km 74.5. Le squadre dei velocisti si davano cambi regolari in testa al gruppo ed il ritardo nei confronti della fuga veniva contenuto all’interno dei 2 minuti. In vista della costa adriatica, considerate le condizioni di vento da moderato a forte, gli ultimi 100 km di corsa potevano essere considerati i più spettacolari in caso di ventagli. Champion si aggiudicava il traguardo intergiro di San Salvo Marina posto al km 137.9. I tre fuggitivi venivano ripresi poco prima del passaggio sul secondo traguardo volante di Fossacesia Marina, sul quale transitava per primo Ryan Mullen (Team BORA Hansgrohe). La tappa si animava improvvisamente a poco meno di 21 km dall’arrivo con un attacco di Andrea Piccolo (Team EF Education EasyPost) mentre quasi contemporaneamente una caduta coinvolgeva Felix Grossschartner (UAE Team Emirates) e Kevin Vermaerke (Team DSM Firmenich PostNL). Entrambi i ciclisti si rialzavano e ripartivano senza apparenti problemi. Una volta ricompattatosi, il gruppo si preparava alla volata. Era ancora una volta Jonathan Milan (Team Lidl Trek) a dimostrare di essere il velocista più forte del momento. La maglia ciclamino vinceva con autorità davanti a Tim Merlier (Team Soudal Quick Step) e Kaden Groves (Team Alpecin Deceuninck), anche se dopo dopo il termine della frazione la giuria sanciva il declassamento all’ultimo posto del gruppo del belga, reo d’aver stretto contro le transenne il colombiano Juan Sebastián Molano (UAE Team Emirates). Saliva così al terzo posto Giovanni Lonardi (Team Polti Kometa), con Laurence Pithie (Team Groupama FDJ) e il citato Molano a chiudere la TopFive, mentre una caduta sul rettilineo d’arrivo metteva fuori gioco alcuni ciclisti, tra i quali Fabio Jakobsen (Team DSM Firmenich PostNL). Per Milan è la seconda vittoria al Giro 2024 mentre la classifica generale vede sempre al comando Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) davanti a Daniel Martinez (Team BORA Hansgrohe) e Geraint Thomas (Team INEOS Grenadiers). Domani è in programma la dodicesima tappa da Martinsicuro a Fano di 193 km. E’ la tappa dei muri marchigiani con quattro gpm di quarta categoria e diversi altri zampellotti con pendenze che in alcuni tratti superano anche il 10%. I velocisti più resistenti possono di re la loro ne caso la corsa venga tenuta chiusa, ma non escludiamo il successo di una fuga oppure nuove schermaglie tra i big di classifica.

Antonio Scarfone

Jonathan Milan vince a Francavilla al Mare (foto: Tim De Waele/GEtty Images)

Jonathan Milan vince a Francavilla al Mare (foto: Tim De Waele/GEtty Images)

RITORNO AI TRABOCCHI

Il Giro ritorna sulla Costa dei Trabocchi, lo spettacolare tratto del litorale adriatico che lo scorso anno ospitò la cronometro d’apertura della Corsa Rosa. Sarà l’occasione per rivedere in azione i velocisti, che non trovavano un traguardo adatto ai lori mezzi dalla tappa di Lucca.

Tutti ricordiamo lo spettacolare scenario che fece da sfondo, lo scorso anno, alla “Grande Partenza” del Giro d’Italia, scattato dalla Costa dei Trabocchi, il tratto del litorale abruzzese punteggiato dalle caratteristiche palafitte installate a pochi metri dalla riva, utilizzate dai pescatori e talvolta attrezzate con piccoli ristoranti nei quali degustare pesce fresco di giornata. Dodici mesi dopo la Corsa Rosa tornerà ad affacciarsi da questo balcone naturale e lo farà in una tappa dove ancora la successione dei trabocchi ruberà di tanto in tanto la scena ai corridori, perché gli ultimi 120 Km si svolgeranno costantemente in riva all’Adriatico, per la gioia dei velocisti che da diversi giorni non trovavano pane per i loro denti sulle strade del Giro. Le difficoltà altimetriche non mancheranno comunque e avranno la forma delle tre salite pedalabili che caratterizzeranno il tratto iniziale e dei piccoli strappetti che spezzeranno la pianura nella seconda parte della gara, che quando entrerà in scena la pianura sarà resa ancor più fluida dalla presenza d’interminabili rettilinei, come quello di quasi 3 Km e mezzo che porterà dritto al traguardo di Francavilla al Mare. Attenzione, però, a quest’ultimo, il mare, che potrebbe tirare un brutto scherzetto ai corridori lasciando irrompere sul percorso di gara il vento che spesso sferza i litorali, con il rischio che si vengano a creare le temute fratture in seno al gruppo, frazionamenti che possono far perdere parecchi minuti e che in gergo sono definiti con il nome di ventagli.
Si partirà dai colli appennici e lasciato il centro di Foiano di Val Fortore si dovrà affrontare, subito dopo il via, la dolce salita (7.2 Km al 3.5%) verso San Bartolomeo in Galdo, borgo recentemente adornatosi di murales realizzati a partire dal 2010, dopo la decisione di restaurare quello realizzato nel 1976 per omaggiare la visita del gruppo musicale cileno degli Inti-Illimani, che si era trasferito in Italia dopo il colpo di stato che tre anni prima aveva rovesciato il presidente Salvador Allende.
All’inizio della successiva discesa la Corsa Rosa entrerà in Puglia, che sarà attraversata per soli 18 Km, tratto nel quale non saranno previsti passaggi da centri abitati, andando invece a imboccare la statale che collega Foggia a Campobasso. Procedendo in direzione di quest’ultima si supererà il confine con il Molise presso l’estremità meridionale del lago artificiale di Occhito, del quale si può ammirare una spettacolare vista dall’alto raggiungendo il vicino centro di Gambatesa e affacciandosi dal belvedere sottostante il Castello di Capua. È una deviazione che non faranno i “girini” che, invece, dopo ancora qualche chilometro sullo scorrevole fondovalle del torrente Tappino, lasceranno la direttrice per Campobasso per risalire il versante opposto rispetto a quello di Gambatesa, diretti al borgo di Pietracatella dove, dopo circa 7 Km d’ascesa al 6.1%, si disputerà l’unico Gran Premio della Montagna di giornata. Assegnati i punti per la classifica degli scalatori non s’inizierà subito a scendere poiché si rimarrà in quota per circa 6 Km, tratto che terminerà dopo il passaggio da Sant’Elia a Pianisi, borgo meta di pellegrinaggi da parte dei devoti di Padre Pio, che visse per quattro anni nel locale convento francescano.
Saltabeccando sui colli molisani si affronterà una salita di 4 Km al 4.7% che terminerà nei pressi della stazione di Ripabottoni, uno dei centri che furono maggiormente colpiti dal terremoto del 31 ottobre 2002, principalmente ricordato per la morte di 27 bambini, travolti dal crollo della locale scuola elementare, nel vicino centro di San Giuliano di Puglia. Un altro breve tratto in salita, uno strappo di 800 metri al 5.2%, anticiperà il passaggio nel centro di Casacalenda, cittadina presso i quali si trovano i ruderi dell’antica Gerione, andata distrutta in occasione di un altro terremoto – avvenuto nel 1456 e ricordato come il più forte del secondo millennio – e famosa per essere stata espugnata dal celebre Annibale, che vi si accampò nel 217 avanti Cristo durante la Seconda Guerra Punica.
Inizierà ora la lunga discesa che riporterà il Giro in pianura, una planata di quasi 30 Km interrotta da una salita di 1 Km al 4.9% che s’incontrerà in vista del passaggio da Larino, centro del quale è originario l’indimenticato giornalista sportivo Aldo Biscardi, nato nel 1930, e presso il quale è possibile ammirare la gotica la cattedrale romano-gotica di San Pardo e il simbolo della città molisana, l’anfiteatro dell’antica città romana di Larinum.
Guadagnata la pianura bisognerà percorrere ancora una decina di chilometri sulle strade dell’entroterra prima di giungere in riva al mare, che s’incontrerà poco prima di giungere a Termoli, cittadina sede dell’unico porto molisano, base di partenza per i turisti diretti all’arcipelago delle Isole Tremiti.
Sfiorata l’antica torre costiera del Sinarca, che prende il nome dal torrente che un tempo ne alimentava la cisterna, i corridori imboccheranno il primo degli interminabili rettilinei che caratterizzano il finale e poi faranno ritorno in Abruzzo all’altezza della marina di San Salvo, luogo dove lo scorso anno terminò la prima tappa in linea, vinta in volata dal friulano Jonathan Milan. Subito dopo ci si allontanerà brevemente dalla linea di costa per portarsi, al termine di un breve e pedalabile tratto in salita (1500 metri al 4.2%), nella cittadina di Vasto, l’antica Histonium che secondo la tradizione fu fondata da Diomede e che è un centro saldamente legato alla storia della nostra nazione e anche a quella del Giro. Vastese, infatti, era il predicatore Teodorico Pietrocola Rossetti che, durante la sua opera di evangelizzazione, diede un notevole aiuto al progetto unitario, trovando pure il tempo di coltivare diverse amicizie, come quello che lo legò allo scrittore inglese Lewis Carroll, per il quale tradusse e diffuse in Italia “Alice nel paese delle meraviglie”. Il legame di Vasto col Giro risale al 1932, quando sulla scrivania di Armando Cougnet fu portato un corposo plico contenente una raccolta di firma di cittadini vastesi, che richiedevano con forza il passaggio della corsa rosa o almeno un arrivo nelle vicinanze. Pur ribadendo che sarebbe stato impossibile accontentare tutti, l’allora direttore del Giro accolse la richiesta e già in quello stesso anno ci fu un arrivo nella non lontana Lanciano, dove s’impose Learco Guerra. Per vedere un arrivo “confezionato” in casa si dovrà, però, attendere fino al 1959, quando Gastone Nencini si impose su di un traguardo replicato in altre quattro occasioni, l’ultima nel 2000.
Sfiorata l’area del porto di Vasto, il cui faro è il secondo per altezza d’Italia (70 metri) dopo la Lanterna di Genova, il percorso ritroverà la litoranea e un’altra serie di veloci rettilinei, come quello che inizierà subito dopo aver scavalcato il corso del fiume Sangro in prossimità della sua foce. Immediatamente dopo il gruppo sarà accolto dai tifosi di Fossacesia Marina, la località balneare dalla quale lo scorso anno la prima tappa del Giro prese le mosse ai piedi della collina sulla quale si staglia la millenaria abbazia di San Giovanni in Venere. Il primo atto dell’edizione 2023 fu una cronometro individuale di circa 20 Km che si corse quasi interamente sulla pista ciclabile realizzata dopo la dismissione di un tratto della Ferrovia Adriatica, mentre stavolta i “girini” rimarranno sulla parallela strada statale, che presenta un tracciato leggermente più tortuoso, movimentato anche da qualche saliscendi. In particolare quando all’arrivo mancheranno 24 Km si dovranno superare in rapida successione tre brevi ascese che difficilmente turberanno il sonno ai velocisti, la prima delle quali – 1.2 Km al 4.9% – si conclude in prossimità del cimitero militare canadese di Ortona, memento dei combattimenti qui avvenuti nel dicembre del 1943 durante i drammatici anni della Seconda Guerra Mondiale. La successiva difficoltà altimetrica – 1300 metri al 5.1% – terminerà proprio alle porte della vicina Ortona, dove lo scorso anno il belga Remco Evenepoel andò, come da previsioni della vigilia, a prendersi la prima maglia rosa con un vantaggio di 22 secondi su un altro dei favoriti per la vittoria di tappa, il recordman dell’ora Filippo Ganna. Superato un ultimo strappo di 900 metri al 4.5%, a 14 Km dalla conclusione si ritroveranno strade veloci e filanti e si entrerà in Francavilla al Mare con un interminabile rettilineo che, salvo piccole deviazioni di rotta, misura ben 7 Km. Un paio di curve a gomito lanceranno, infine, il gruppo sull’altrettanto lungo rettifilo che condurrà al traguardo, sul lungomare di Francavilla, luogo dove i velocisti in gara sgomiteranno come bagnanti all’affannosa ricerca di un privilegiato posto al sole…

Mauro Facoltosi

Scorcio di Francavilla al Mare e l’altimetria dell’undicesima tappa (wikipedia)

Scorcio di Francavilla al Mare e l’altimetria dell’undicesima tappa (wikipedia)

CIAK SI GIRO

Il Molise è la Cenerentola delle regioni italiane. Nonostante l’indipendenza amministrativa ottenuta dall’Abruzzo 1963 talvolta si fatica a non associarla all’altra regione, al punto che anche il Touring Club Italiano non ha mai aggiornato la collana delle celebri “Guide Rosse d’Italia” e il Molise è ancora oggi accomunato all’Abruzzo nello specifico volume. Non è un caso che sia una delle regioni meno visitate dalla Corsa Rosa, preceduta in questo record negativo solo dalla Sardegna: due volte si è arrivati a Isernia, tre a Termoli, sette volte a Campitello Matese e dodici nel capoluogo Campobasso. E anche il cinema non si è ricordato troppo spesso del Molise, anche se sulle sue strade si è vista una star del calibro della spagnola Penélope Cruz, che nel 2004 interpretò un personaggio di nome Italia nel film “Non ti muovere”, diretto da Sergio Castellitto e ispirato a un romanzo scritto dalla moglie Margaret Mazzantini. In quanto ai luoghi toccati dalla tappa odierna è possibile ammirare alcuni scorci di Termoli, tra i quali la romanica cattedrale di Santa Maria della Purificazione, in “Stesso sangue”, pellicola del 1988 diretta e sceneggiata dai registi romani Egidio Eronico e Sandro Cecca. Il film, che racconta le vicende di due fratelli rimasti orfani messisi in viaggio privi di mezzi economici e di una meta precisa, fu quasi interamente girato in Molise, ma le riprese “strabordarono” anche nelle regioni confinanti e così nel film si possono notare anche un’azienda del centro abruzzese di San Salvo e una suggestiva chiesa sconsacrata trasformata in masseria situata nel comune abruzzese di Chieuti.

In collaborazione con www.davinotti.com

Penélope Cruz e Sergio Castellitto attraversano in auto le rovine dell’antica città di Saepinum nel film “Non ti muovere” (www.davinotti.com)

Penélope Cruz e Sergio Castellitto attraversano in auto le rovine dell’antica città di Saepinum nel film “Non ti muovere” (www.davinotti.com)

Il duomo di Termoli visto nel film “Stesso sangue” (www.davinotti.com)

Il duomo di Termoli visto nel film “Stesso sangue” (www.davinotti.com)

Qui potete vedere le altre location dei due film citati

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/non-ti-muovere/50009386

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/stesso-sangue/50002671

FOTOGALLERY

San Bartolomeo in Galdo, il murales “Marcia della fame” restaurato nel 2010

Lago di Occhito

Gambatesa, Cappella di Capua

Sant’Elia a Pianisi, convento francescano

Larino, anfiteatro romano dell’antica Larinum

Termoli, Torre del Sinarca

Vasto, Faro di Punta Penna

Fossacesia Marina, la foce del fiume Sangro

Fossacesia, Abbazia di San Giovanni in Venere

Il trabocco Punta Rocciosa, uno dei tanti che punteggiano il tratto di litorale adriatico che sarà costeggiato dai “girini”

Ortona, cimitero militare canadese

Castello di Ortona

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