03-03-2022

marzo 3, 2022 by Redazione  
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EASYTOYS BLOEIZONE FRYSLÂN TOUR (Paesi Bassi) (Donne)

L’olandese Ellen van Dijk (Trek – Segafredo) si è imposta nella prima tappa, circuito a cronometro di Surhuisterveen, percorrendo 14.4 Km in 18′34″, alla media di 46.535 Km/h. Ha preceduto di 7″ la connazionale Riejanne Markus (Team Jumbo-Visma) e di 25″ l’elvetica Marlen Reusser (Team SD Worx). Miglior italiana Elena Cecchini (Team SD Worx), 20° a 1′19″. La Van Dijk (Trek – Segafredo) è la prima leader della classifica con 7″ sulla Markus e 25″ sulla Reusser. Miglior italiana la Cecchini, 20° a 1′19″

02-03-2022

marzo 3, 2022 by Redazione  
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TROFEO LAIGUEGLIA

Lo sloveno Jan Polanc (UAE Team Emirates) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Laigueglia, percorrendo 202 Km in 5h02′25″, alla media di 40.077 Km/h. Ha preceduto di 2″ lo spagnolo Juan Ayuso (UAE Team Emirates) e l’italiano Alessandro Covi (UAE Team Emirates)

TROFEJ UMAG – UMAG TROPHY

L’austriaco Daniel Auer (WSA KTM Graz p/b Leomo) si è imposta nella corsa croata, circuito di Umago, percorrendo 154 Km in 3h27′12″, alla media di 44.595 Km/h. Ha preceduto di 1″ il ceco Tomas Barta (ATT Investments) e il serbo Dusan Rajovic (Team Corratec). Miglior italiano Enrico Zanoncello (Bardiani CSF Faizanè), 6° a 1″.

JAN POLANC LANCIA LA TRIPLETTA DELL’UAE TEAM EMIRATES AL TROFEO LAIGUEGLIA!

marzo 2, 2022 by Redazione  
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A sorpresa l’uomo che non ti aspetti è Jan Polanc (UAE Team Emirates) a far suo il Trofeo Laigueglia 2022 grazie alla capacità di sfruttare la superiorità numerica in casa emiratina con la complicità dei compagni di squadra Alessandro Covi e Juan Ayuso che “intrappolano” Lorenzo Rota (Intermarché-Wanty-Gobert) e favoriscono lo scatto decisivo dello sloveno.

La corsa del Trofeo Laigueglia 202 km di corsa apre di fatto la stagione ciclistica nostrana con partenza e arrivo a Laigueglia e numerose salite da affrontare come quella di Bezzo, di Vendone, di Paravenna, di Testico, per arrivare ai classici quattro giri del circuito finale impreziosito dalle asperità di Colla Micheri e Capo Mele. Dopo 10 Km di corsa il primo allungo vede protagonista Federico Burchio (Work Service Vitalcare Vega) ripreso in un amen ci riprovano Miguel Heidemann (B&B Hotels – KTM) e Lorenzo Ginestra (Work Service – Vitalcare – Dynatek) i quali vengono successivamente raggiunti da Gil Gelders (Bingoal Pauwels Sauces WB), Mattia Bais (Drone Hopper – Androni Giocattoli), Francesco Busatto (General Store – Essegibi – F.Lli Curia) e Alessandro Iacchi (Team Qhubeka). Il sestetto resta compatto fino all’imbocco della salita di Bezzo ma pian piano viene assorbito dal gruppo dal quale si sganciano Lorenzo Roda (Biesse-Carrera), Riccardo Tosin (General Store – Essegibi – F.Lli Curia) e Jacopo Cortese (Mg.K Vis Colors For Peace Vpm), Francesco Carollo (Mg.K Vis Colors For Peace Vpm), Gil Gelders (Bingoal Pauwels Sauces WB). Questa volta il gruppo si rialza, è la fuga che caratterizzerà gran parte della prima ora di corsa con un vantaggio raggiunto dai cinque al comando di 3’:50″ al GPM di Paravenna. Dietro le squadre più attive nell’organizzare il lavoro di recupero sono la Bardiani CSF Faizanè e la Trek – Segafredo. Nel tratto di corsa verso Testico l’andatura in testa al gruppo cambia decisamente, con un vantaggio in testa di 4:40” sono la Ineos Grenadiers e UAE Team Emirates a dare una svolta significativa all’inseguimento con la strada che sale. Sull’ascesa è Roda il primo ad alzare bandiera bianca, steso destino attende i suoi compagni di fuga perché, ormai nel vivo della corsa, il gruppo scollina con 1’:55” di ritardo. La fuga viene annullata al passaggio di Laigueglia, dove il gruppo lanciato ad altissima velocità va addirittura a frazionarsi in più tronconi. Davanti restano in 21: Samuele Battistella, Fabio Felline e Simone Velasco (Astana Qazaqstan), David Gaudu e Matthieu Ladagnous (Groupama-FDJ), Eddie Dunbar, Richie Porte, Salvatore Puccio e Carlos Rodríguez (INEOS Grenadiers), Jan Bakelants, Théo Delacroix, Quinten Hermans, Simone Petilli e Lorenzo Rota (Intermarché-Wanty), Diego Ulissi, Davide Formolo, Ivo Oliveira, Jan Polanc, Alessandro Covi, Joel Suter e Juan Ayuso (l’intera UAE Emirates!) e Lukasz Owsian (Arkéa Samsic).. A sorpresa la Trek – Segafredo non è capace di piazzare un uomo nel gruppetto di testa e quindi è costretta ad inseguire. Cosa non semplice visto il circuito finale ed i veloci tratti in discesi verso la costa ligure. Intanto al primo passaggio da Colla Micheri, Alessandro Covi, tutto solo, prova un attacco in discesa, ma viene successivamente ripreso dal gruppetto una volta arrivati lungo il mare. La seconda ascesa a Colla Micheri vede protagonisti in un nuovo allungo Dunbar, Rodriguez e Formolo, dietro il secondo più immediato gruppo inseguitore tirato sempre dalla Trek – Segafredo si mantiene a 50” di ritardo. In discesa Dunbar, Gaudu, Formolo e Battistella sono coinvolti in una caduta, senza conseguenze gravi, ma che li vede definitivamente tagliati fuori dalla lotta al successo finale. La terza ascesa a Colla Micheri vede sempre il gruppo intorno a 50” di svantaggio, intanto Porte e Ulissi perdono contatto dalla testa della corsa che si fraziona formando davanti un quartetto: Juan Ayuso e Alessandro Covi, Carlos Rodriguez, Lorenzo Rota, agganciati poco dopo da uno straordinario Jan Polanc dando così man forte ai compagni di squadra. E proprio lo sloveno ad attaccare ma viene subito ripreso da un generosissimo Rota che va tutto solo al GPM ad allungare in discesa, su di lui si riportano Covi e Ayuso, poco più dietro cercano di rifarsi sotto Rodriguez e lo stesso Polanc a rifiatare, dopo l’aggancio precedente. Davanti Rota è nella morsa di Covi e Ayuso ma nonostante l’inferiorità numerica è proprio il bergamasco a sembrare il più forte rispondendo presente a tutti gli attacchi portati dai portacolori della UAE Team Emirates. La corsa sembra essere destinata ad uno dei tre in testa, ancora Covi prova uno scatto in discesa verso Laigueglia ma è nuovamente Rota con Ayuso a ruota a stoppare Covi. A questo punto si percepisce che si arriverà in una volata a tre ma, a causa di un eccessivo rallentamento in testa, da dietro spuntano Rodriguez e Polanc con lo sloveno che sfrutta l’incertezza dei tre davanti per involarsi tutto solo verso una vittoria bellissima. Alle sue spalle i compagni restano passivi e parte così poi la volata per le sole posizioni di rincalzo con Covi e Ayuso che superano Rota. E’ tripletta UAE Team Emirates a Laigueglia dopo una corsa frizzantissima che ha visto trionfare l’uomo che non ti aspetti e così essere ripagato dal tanto lavoro messo in strada per i propri capitani.

Antonio Scarfone

Jan Polanc esulta al Trofeo Laigueglia (Foto: Roberto Bettini)

Jan Polanc esulta al Trofeo Laigueglia (Foto: Roberto Bettini)

TRENTIN, PRIMO ITALIANO A FAR SUA LE SAMYN

marzo 2, 2022 by Redazione  
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Primo successo italiano ne Le Samyn, la corsa belga che nella sua più che cinquantennale storia non era mai andata ad un corridore di casa nostra. Ad infrangere questo tabù è stato Matteo Trentin che ha così ottenuto la sua prima vittoria di questo 2022.

La prima volta non si scorda mai… e da oggi non ci si potrà scordare del primo successo “made in Italy” ne Le Samyn, la semiclassica belga di inizio stagione che anticipa quella che viene definita la “Campagna del Nord”. A inscrivere per la prima volta un italico nome al primo posto nell’albo d’oro della corsa belga è stato il trentino Matteo Trentin (UAE Team Emirates), che ha avuto la meglio sul gruppetto di otto elementi al quale apparteneva. Un gruppetto questo che era tutto ciò che rimaneva di un gruppo più folto, circa una ventina di elementi, staccatosi dal plotone principale ad una quarantina di chilometri al termine proprio da una prima azione del nostro corridore e che è stato ridotto nel numero sempre dalla grande animosità del trentino.
Che la condizione del portacolori del UAE Team Emirates fosse superiore a quella dei compagni di strada era sotto gli occhi di tutti, anche alla luce di quanto fatto vedere negli appuntamenti precedenti. A salire sul podio con Trentin sono stati il francese Hugo Hofstetter (Team Arkéa Samsic) e il belga Dries De Bondt (Alpecin-Fenix), che aveva lanciato la volata cercando di anticipare tutti. A seguire si sono piazzati Stan Dewulf (AG2R Citroën Team), Loïc Vliegen (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux), Victor Campenaerts (Lotto Soudal), Dries Van Gestel (TotalEnergies), Bert Van Lerberghe (Quick-Step Alpha Vinyl Team). Dopo 4″ Rasmus Tiller (Uno-X Pro Cycling Team) precedendo Arnaud De Lie (Lotto Soudal) ha regolato il primo gruppo inseguitore, forte di una trentina di unità. Undicesimo e quindi fuori dalla TopTen per un nonnulla si è piazzato Andrea Pasqualon (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux), sempre con un ritardo di 4″ dal vincitore. Il trentaquatrenne di Bassano del Grappa che in Belgio ha trovato la sua dimensione era fino a oggi l’unico italiano presente nell’albo d’oro della corsa grazie al terzo posto ottenuto lo scorso anno alle spalle di Tim Merlier e Rasmus Tiller.
“E’ stata per me una gara molto buona, molto dura e corsa in maniera aggressiva dall’inizio alla fine” – ha commentato il primo vincitore italiano della corsa – “L’intenzione della nostra squadra era quella di evitare un epilogo in volata di gruppo. Gli attacchi sono iniziati presto, io sono uscito dal plotone inizialmente in un drappello di 25 atleti che si è gradualmente ridotto a poche unità. Oggi ho voluto e sono riuscito a fare la corsa, invece che inseguire, e alla fine questo atteggiamento ha pagato bene”.

Mario Prato

Matteo Trentin vince ledizione 2022 della Le Samyn, primo italiano a imporsi nella corsa belga (foto Nico Vereecken/PN/SprintCyclingAgency)

Matteo Trentin vince l'edizione 2022 della Le Samyn, primo italiano a imporsi nella corsa belga (foto Nico Vereecken/PN/SprintCyclingAgency)

01-03-2022

marzo 1, 2022 by Redazione  
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LE SAMYN

L’italiano Matteo Trentin (UAE Team Emirates) si è imposto nella corsa belga, Quaregnon – Dour, percorrendo 209 Km in 4h49′29″, alla media di 43.319 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Hugo Hofstetter (Team Arkéa-Samsic) e il belga Dries De Bondt (Alpecin-Fenix)

LE SAMYN DES DAMES

La danese Emma Norsgaard (Movistar Team) si è imposta nella corsa belga, Quaregnon – Dour, percorrendo 99.4 Km in 2h36′17″, alla media di 38.161 Km/h. Ha preceduto allo sprint le italiane Chiara Consonni (Valcar-Travel & Service) e Vittoria Guazzini (FDJ-Nouvelle Aquitaine-Futuroscope)

BRIVIDI DI SANREMO

marzo 1, 2022 by Redazione  
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Archiviato il festival musicale è ora di passare a ben altri “brividi”, quelli che ogni anno gli appassionati di ciclismo provano con l’avvicinarsi della Milano-Sanremo. L’edizione 2022 della Classicissima scatterà ufficialmente alle 9.50 di sabato 19 marzo, ma in realtà i primi rombi dei motori dei corridori interessati alla vittoria cominceranno a udirsi un paio di settimane prima. Come sempre, infatti, Parigi-Nizza e Tirreno-Adriatico costituiranno ideali palestre d’avvicinamento alla Sanremo e quest’anno, per la prima volta nella storia, procederanno affiancante per la decisione di sovrapporle totalmente in calendario e lasciare una settimana di stacco prima del “mondiale di primavera”.

Anche per gli appassionati di ciclismo la Sanremo è un po’ come il Festival, si tira dietro quell’aura magica che la caratterizza e si contano i giorni che mancano alla partenza, anche se nel ciclismo moderno il suo percorso storico non è più una garanzia di successo come un tempo. Quest’anno, però, ci saranno un po’ di novità in vista per quel che riguarderà la settimana precedente, a causa dell’anticipo in calendario della Tirreno-Adriatico e del trasloco a metà mese della Milano-Torino, spostata proprio per colmare il vuoto venutosi a creare tra la fine della Corsa dei Due Mari e il 19 marzo 2022. Infatti, quest’anno la Classicissima tornerà (ma solo per questa edizione) a disputarsi in quella che dal 1936 al 1977 fu la tradizionale data di svolgimento della Milano-Sanremo, successivamente svoltasi il sabato più prossimo al giorno di San Giuseppe.

La prima corsa italiana del calendario 2022 si disputerà il 2 marzo e, come tradizione, a fare da apripista alle nostre gare sarà il Trofeo Laigueglia, la cui 59a edizione si svolgerà sul medesimo tracciato di quella dello scorso anno, conquistata dall’olandese Bauke Mollema e caratterizzata dal circuito che prevede di ripetere per cinque volte la salita della Colla Micheri (2 Km all’8.2%), mentre nel tratto d’avvicinamento alle fasi decisive dovranno essere affrontare le due ascese storiche della corsa ligure, la Cima Paravenna (6.7 Km al 5.7%) e il Testico (7.2 Km al 4.5%), letteralmente relegate in un angolo nelle edizioni più recenti.

La prima prova World Tour “Made in Italy” sarà la Strade Bianche del 5 marzo e anche in questo caso si è stabilito di confermare il tracciato che lo scorso anno vide imporsi Mathieu van der Poel dopo aver percorso nella nervosa geografia delle Crete Senesi 184 Km dei quali 63 su strade sterrate, suddivisi in undici settori il più celebre e impegnativo dei quali è quello di Monte Sante Marie, lungo più di 11 Km.

Il giorno successivo comincerà la marcia d’avvicinamento alla Sanremo poiché prenderà il via l’80a edizione della Parigi-Nizza, che quest’anno – ecco la prima novità in calendario – si svolgerà in quasi totale sovrapposizione con la Tirreno-Adriatico dopo la decisione di far arretrare la corsa italiana di tre giorni, in modo che entrambe terminino la domenica precedente la Classicissima. L’unica tappa della corsa francese a non “scontrarsi” con la Tirreno sarà quella d’apertura, disegnata in circuito nei dintorni di Mantes-la-Ville, cittadina situata una 50 Km di chilometri a nord ovest della capitale francese: a contendersi la prima maglia gialla di leader della classifica saranno i velocisti, che però dovranno fare “spallate” con i finisseur per la presenza di una “côte” di 3a categoria da superare due volte nel finale, l’ultima a meno di 6 Km dal traguardo. Decisamente più tarata sulle “corde” degli sprinter sarà la successiva Auffargis – Orléans, quasi totalmente priva di difficoltà altimetriche ma comunque insidiosa perché si snoderà negli sconfinati spazi pianeggianti a sud di Parigi, che a marzo sono spesso battuti da un forte vento, molte volte risultato decisivo ai fini non solo della vittoria di tappa, ma anche e soprattutto ai fini della vittoria finale. Non è un caso che, in questi ultimi anni, molti corridori di primo piano abbiano preferito schierarsi al via della più mediterranea Tirreno-Adriatico, scelta anche per il minor rischio di buscare malanni (è capitato spesso di incontrare la neve nella corsa francese) che possano compromettere il raggiungimento dei prossimi obiettivi di stagione. Il trittico iniziale di tappe riservate ai velocisti si completerà con la Vierzon – Dun-le-Palestel, anche questa movimentata da alcune collinette nel finale, poi entreranno per la prima volta in azione i corridori che punteranno al successo finale nella tappa a cronometro che l’indomani si svolgerà tra Domérat e Montluçon, collegate da un tracciato di poco più di 13 Km scorrevole ma non troppo, con qualche lieve ondulazione in partenza e nella fase centrale mentre in decisa ascesa si svolgeranno gli ultimi 800 metri, caratterizzati da una pendenza media del 6.7%. Salite più consistenti si affronteranno ventiquattrore più tardi nel corso della Saint-Just-Saint-Rambert – Saint-Sauveur-de-Montagut, che porterà il gruppo fino ai quasi 1200 metri del Col de la Croix-de-Chabouret (9.8 Km al 6.6%) subito dopo la partenza, mentre i momenti più interessanti si vivranno a una quarantina di chilometri della conclusione, al momento d’imboccare i 7.6 Km all’8.3% del Col de la Mûre, salita che sarà intitolata al francese René Privat (scomparso nel 1995), il corridore che nel 1960 vinse la prima edizione della Sanremo con il Poggio. Una “struttura” simile, ma con salite più facili, presenterà la seguente Courthézon – Aubagne, che dall’alto dei suoi 214 Km sarà la tappa più lunga di questa edizione, occasione d’oro per i cacciatori di tappe mentre i corridori che puntano alla classifica con tutta probabilità preferiranno risparmiarsi per le ultime due frazioni, le più impegnative. La prima sarà l’immancabile tappa d’alta montagna che, dopo la partenza da Nizza, avrà la meta fissata ai quasi 1600 metri del Col de Turini, scalato dallo stesso versante (15 Km al 7.3%) dove tre anni fa fecero incetta di gloria i corridori colombiani, con Daniel Felipe Martínez che s’imponeva al traguardo e il suo connazionale Egan Bernal che si portava stabilmente al vertice della classifica scalzando il polacco Michał Kwiatkowski. Chiunque esca da questa tappa con la maglia di leader sulle spalle non dovrà, però, considerarsi “arrivato” perché negli ultimi anni in ben tre occasioni (2007, 2018 e 2021) il movimento circuito della tappa conclusiva di Nizza – con l’immancabile ascesa al Col d’Èze (6 Km al 7.6%) – ha scardinato la classifica e un altro paio di volte si è arrivati vicinissimi al ribaltone in extremis.

Il 7 marzo, mentre i partecipanti alla Parigi-Nizza saranno impegnati nella tappa di Orléans, dalla Toscana prenderà le mosse la 57a edizione della Tirreno-Adriatico che, oltre alla novità dell’anticipo in calendario, ne proporrà una seconda in partenza per la decisione degli organizzatori di cancellare la tradizionale cronometro dell’ultimo giorno e di farla disputare alla prima tappa, quando si dovranno percorrere 14 Km sulla filante litoranea della Versilia tra Lido di Camaiore (sede di partenza e arrivo) e Forte dei Marmi, dove si affronteranno le uniche quattro curve previste dal tracciato. La “Corsa dei Due Mari” si fermerà in zona anche per la seconda tappa, che muoverà da Camaiore in direzione di Sovicille dove, superate le collinette che movimenteranno gli ultimi 60 Km, si assisterà al primo dei tre “round” riservati ai velocisti, i quali avranno subito l’occasione per una rivincita il giorno successivo al termine della Murlo – Terni, quando la principale insidia sarà per loro rappresentata dal pavé del rettilineo d’arrivo. La quarta frazione costituirà una classica traversata appenninica, partendo dalle celebri Cascate delle Marmore per arrivare in 202 Km al centro teramano di Bellante, dove si giungerà dopo aver affrontato la salita ai 1115 metri del Valico Torre Fuscello nelle fasi iniziali (8.4 Km al 4.1%) e due giri di un circuito finale di una ventina di chilometri, gli ultimi quattro dei quali in salita al 5.6%. La tappa successiva rappresenterà l’irrinunciabile appuntamento della Tirreno con i muri marchigiani, anche se va detto che quest’anno gli organizzatori non hanno calcato eccessivamente la mano rispetto a quanto visto nelle scorse edizioni e non ci sarà un micidiale muro da ripetere più volte. Nel finale della Sefro – Fermo se ne affronteranno giusto un paio, di quelli che in sede di presentazione della corsa Mauro Vegni ha definito “muri bassi”: quello di Madonna d’Ete (2.2 Km all’8.5%, con gli ultimi 700 metri al 12.2%), quello brevissimo detto del “Ferro” (600 metri al 10.7%) e quello di Via Bellesi a Fermo (900 metri al 12.6% con un picco al 21%) che rappresenterà il tratto iniziale della salita di 3.2 Km, per il resto molto morbida, che condurrà al traguardo. Come alla Parigi-Nizza, anche nella corsa italiana si disputerà al penultimo giorno la tappa di montagna, che non proporrà l’arrivo in salita – un classico delle ultime edizioni – ma che promette comunque selezione e grandi soddisfazioni per gli scalatori per la presenza dell’impegnativa ascesa al Monte Carpegna, corta ma molto impegnativa: i suoi 6 Km al 9.9%, sui quali Marco Pantani “costruì” i suoi trionfi, dovranno essere presi di petto due volte, inseriti nel circuito di circa 20 Km che costituirà il gran finale della decisiva Apecchio – Carpegna. Con il trasloco della crono a inizio corsa la tappa conclusiva di San Benedetto del Tronto prenderà nuovamente il formato della classica passerella finale favorevole ai velocisti, come non accadeva dal 2010 quando sul lungomare della Riviera delle Palme s’impose allo sprint il norvegese Edvald Boasson Hagen.

Sarà una volata che si porterà dietro il lontano aroma della Sanremo, per “avvicinare” la quale la Gazzetta dello Sport – che organizza tutti e tre gli eventi – ha deciso di spostare dall’autunno alla primavera la Milano-Torino, che tornerà così a disputarsi nella sua collocazione storica in calendario e che si svolgerà mercoledì 16 marzo, tre giorni prima della Classicissima. Per non appesantire troppo i corridori in vista della Sanremo s’è stabilito di alleggerire del tutto il tracciato di quella che è la corsa più antica d’Italia (prima edizione disputata nel 1876), togliendo la doppia ascesa al Colle di Superga e proponendo un percorso completamente pianeggiante – a parte qualche raro zampellotto – che in 199 Km condurrà da Magenta a Rivoli, un canovaccio simile a quello dell’edizione 2020, quando si gareggiò tra Mesero e la Palazzina di Caccia di Stupinigi, al cui cospetto s’impose allo sprint il francese Arnaud Démare.

Nessun cambiamento, invece, per la Milano-Sanremo che quest’anno ritroverà il suo classico tracciato di 293 Km dopo la deviazione dello scorso anno sul Colle del Giovo per una frana e un percorso quasi interamente piemontese nel 2020, quando a causa della pandemia si corse ad agosto e i comuni del savonese negarono il passaggio sull’Aurelia nel periodo delle vacanze. Così, dopo una prima parte di tracciato totalmente priva di asperità, il gruppo tornerà ad affrontare dopo tre anni la facile salita al Passo del Turchino (2.5 Km al 5.6%) prima di planare la riviera di ponente e imboccare l’Aurelia in direzione del gran finale, la serie degli storici capi che fanno da preludio ai momenti clou della corsa, le salite alla Cipressa (5.6 Km al 4.1%) e al Poggio (3.7 Km al 3.7%).

Mauro Facoltosi

I SITI WEB DELLA CORSE

Trofeo Laigueglia

https://trofeolaigueglia.wordpress.com/

Strade Bianche

www.strade-bianche.it/

Parigi-Nizza

www.paris-nice.fr/en/

Tirreno-Adriatico

www.tirrenoadriatico.it/

Milano-Torino

www.milanotorino.it/

Milano-Sanremo

www.milanosanremo.it/

DROME CLASSIC, COLPO DI VINGEGAARD

febbraio 27, 2022 by Redazione  
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Jonas Vingegaard vince in solitaria la Classica francese. Dietro di lui Martin e Cosnefroy

Giornata movimentata oggi nel sud della Francia. La fuga di giornata impiega circa 20 km per evadere, composta inizialmente da Asbjorn Hellemose (Trek-Segafredo), Anthon Charmig (Uno-X Pro Cycling Team) e Axel Mariault (Team U Nantes Atlantique), ai quali si aggiungono dopo alcuni chilometri anche Mathias Bregnhoj (Riwal Cycling Team), Thomas Denis (Go Sport-Roubaix Lille Métropole) e Johan Meens (Bingoal-Pauwels Sauces-WB). Il gruppo lascia fare e il vantaggio cresce così fino a sfiorare i 5 primi. Come da previsione però, è solo un margine di controllo impostato dalle maggiori squadre interessate alla vittoria finale, tanto che in vista del primo passaggio sul Mur d’Allex gli uomini al comando possono contare su appena 20″ di margine.
Il ricongiungimento avviene definitivamente quando da dietro ci provano Mauri Vansevenant (Quick-Step Alpha Vinyl), Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma), Juan Ayuso (UAE Team Emirates) e Victor Lafay (Cofidis), i quali rientrano sulla testa e scollinano con un piccolo margine su Quentin Pacher (Groupama-FDJ), Lennard Kamna (Bora-hangrohe), Quinn Simmons (Trek-Segafredo) e Silvain Moniquet (Lotto Soudal), a loro volta di poco avvantaggiati sul grosso della corsa.
Nella successiva Côte des Roberts però restano solo in due, Vingegaard e Ayuso, che riescono a staccare tutti gli altri compagni di fuga. Intanto dal gruppo si muove l’artiglieria pesante: ad attaccare sono Guillaume Martin (Cofidis), Julian Alaphilippe (Quick-Step Alpha Vinyl) e Benoit Cosnefroy (Ag2r Citroen) riuscendo a guadagnare una quindicina di secondi sul plotone. Diventa una sorta di inseguimento fra la coppia al comando e il terzetto immediatamente alle loro spalle: giunti al muro finale, il danese dimostra di essere il più forte oggi e si invola in solitaria verso il successo.
Dietro di lui Ayuso si pianta pagando le fatiche di giornata, e come lui anche Alaphilippe alza bandiera bianca a causa di crampi improvvisi. Rinvengono fortissimi invece Martin e Cosnefroy, che chiudono così secondo e terzo a pochi metri di distanza dal danese vincitore odierno.

Lorenzo Alessandri

Jonas Vingegaard vince la Drome Classic 2022. Photo Credit: Sprint Cycling Agency

Jonas Vingegaard vince la Drome Classic 2022. Photo Credit: Sprint Cycling Agency

JAKOBSEN, 30 E LODE ALL’ESAME DELLA KUURNE

febbraio 27, 2022 by Redazione  
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Settantaquattresima edizione della Kurne – Bruxelles – Kurne che veniva vinta da un pimpante e attento Fabio Jakobsen (Quick-Step Alpha Vinyl Team). Il corridore olandese in prossimità del traguardo raggiungeva prima i tre battistrada che avevano ancora conservato qualche metro di vantaggio e stavano iniziando a pregustare il sapore di un successo inaspettato. Successivamente in volata Jakobsen resisteva al tentativo di rimonta di Caleb Ewan (Lotto Soudal) andando a prendersi una vittoria meritata, la quinta da inizio stagione per lui e la trentesima in carriera.

Corsa di 195.1 km che iniziava in perfetto orario con una starlist di tutto rispetto. Oltre a Jakobsen e Ewan c’erano ai nastri di partenza gli italiani Matteo Trentin (UAE Team Emirates) e Giacomo Nizzolo (Israel-Premier Tech), Tim Merlier (Alpecin-Fenix), Jasper Stuyven (Trek-Segafredo) e Peter Sagan (Total Energies), mentre era assente il vincitore dello scorso anno Mads Pedersen (Trek-Segafredo). Dopo tredici chilometri si formava un gruppetto di sette ciclisti: Wessel Krul (Human Powered Health), Jules Hesters (Sport Vlaanderen-Baloise), Arjen Livyns e Bas Tietema (Bingoal Pauwels Sauces WB), Taco Van der Hoorn (Intermarché-Wanty), Luke Durbridge (BikeExchange-Jayco) e Lluís Mas (Movistar). La fuga arrivava a guadagnare fino a 3 minuti, vantaggio che poi sarebbe pian piano scemato. In testa al gruppo, nella parte centrale della corsa, la INEOS Grenadiers di Tom Pidcock prendeva l’iniziativa aumentando vertiginosamente il ritmo.
I big della corsa iniziavano a far sul serio ai meno sessanta dal traguardo. Il primo a partire era Tiesj Benoot (Jumbo-Visma) sul Knokteberg, mentre alle sue spalle si creava un gruppetto tra contrattaccanti e corridori superstiti della prima fuga di giornata. Vedendosi da solo Benoot decideva di aspettare il gruppo di fuggitivin e si aveva così a 58 chilometri d’arrivo una nuova fuga di 18 ciclisti: Toms Skujins (Trek-Segafredo), Yves Lampaert e Kasper Asgreen (Quick-Step Alpha Vinyl Team), Pidcock e Jhonatan Narváez, Damien Touzé (AG2R Citroën), Fred Wright (Bahrain-Victorious), Küng e Tobias Ludvigsson (Groupama – FDJ), Benoot, Nathan Van Hooydonck e Christophe Laporte (Jumbo-Visma),Iván García Cortina (Movistar), Dion Smith (BikeExchange), Matteo Trentin (UAE Emirates), Kévin Vauquelin (Arkéa Samsic) e i quattro fuggitivi del mattino Mas, Van der Hoorn, Durbridge e Livyns.

Sul Kluisberg, l’ultimo muro di giornata a 54 chilometri dalla fine, attaccava Pidcock, ma si trattava di un’azione fine a se stessa che aveva avuto come solo e unico risultato quello di far staccare Mas. A 50 chilometri dalla linea d’arrivo i fuggitivi conservavano un minuto di vantaggio sul gruppo pilotato a tutta dalla Lotto Soudal di Ewan. L’australiano non aveva mandato nessuno dei suoi compagni di squadra in fuga, li aveva voluti tutti al suo fianco per poterli sfruttare man mano, tenere la corsa chiusa e puntare al successo allo sprint. La decisione dell’australiano era opinabile, vero che aveva mostrato al Tour du Var una forma fisica e atletica invidiabile, ma spremere i compagni a tanti chilometri dalla fine lo aveva lasciato in inferiorità numerica in volata, dove soccombeva alla superiorità numerica della Quick-Step.

Matteo Trentin tentava il tutto per tutto sul tratto in pavé della Beerbosstraat, ai meno 35 chilometri, azione che veniva seguita da Van Hooydonck e Van der Hoorn prima e poi da tutti gli altri (tranne Pidcock, Benoot e Durbridge, che venivano riassorbiti dal gruppo). Con la Lotto Soudal che iniziava ad alzare bandiera bianca, faceva capolino in testa al gruppo a dettare il ritmo la Bahrain-Victorious. L’alto ritmo imposto dalla squadra araba faceva male ai fuggitivi, che venivano ripresi uno ad uno. Laporte, non volendo arrendersi, partiva ai meno diciannove portandosi dietro Narváez e Van der Hoorn: i tre, nonostante avessero solo 10 secondi di vantaggio, non mollavano e tentavano il colpaccio.

I tre attaccanti tiravano a tutta mentre dietro Bahrain e Quick-Step spremevano i comprimari all’inseguimento. A 5 chilometri dall’arrivo il vantaggio era ancora tale da far sperare i fuggitivi, metro dopo metro si arrivava all’ultimo chilometro quando Laporte partiva anticipando la volata. Narvaez e Van der Hoorn si lanciavano all’inseguimento quando a soli 30 metri dalla vittoria i velocisti, più freschi e affamati, li superavano. Complimenti lo stesso a Laporte che chiudeva all’ottavo posto, mentre decimo si piazzava Van der Hoorn.

La volata di gruppo venica lanciata dalla Quick-Step, che aveva preparato il terreno ad un’incontenibile Fabio Jakobsen. L’olandese partiva in anticipo e resisteva anche al rientro di Ewan tagliando il traguardo prima di tutti e cogliendo la trentesima vittoria in carriera. Terzo e quarto posto per i due corridori dell’Arkéa Samsic, Hugo Hofstetter e Daniel McLay. Quinto posto per Giacomo Nizzolo (Israel-Premier Tech) mentre Matteo Trentin chiudeva al nono posto.

Luigi Giglio

Fabio Jakobsen ottiene il 30° successo in carriere alla Kuurne-Brussel-Kuurne (Getty Images)

Fabio Jakobsen ottiene il 30° successo in carriere alla Kuurne-Brussel-Kuurne (Getty Images)

27-02-2022

febbraio 27, 2022 by Redazione  
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KUURNE – BRUXELLES – KUURNE

L’olandese Fabio Jakobsen (Quick-Step Alpha Vinyl Team) si è imposto nella corsa belga, circuito di Kuurne, percorrendo 195.1 Km in 4h32′14″, alla media di 43.003 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Caleb Ewan (Lotto Soudal) e il francese Hugo Hofstetter (Team Arkéa-Samsic). Miglior italiano Giacomo Nizzolo (Israel-Premier Tech), 5°.

LA DRÔME CLASSIC

Il danese Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) si è imposto nella corsa francese, circuito di Étoile-sur-Rhône, percorrendo 191.5 Km in 4h37′05″, alla media di 41.468 Km/h. Ha preceduto di 3″ i francesi Guillaume Martin (Cofidis) e Benoît Cosnefroy (AG2R Citroën Team). Miglior italiano Stefano Oldani (Alpecin-Fenix), 8° a 36″

O GRAN CAMIÑO

L’ucraino Mark Padun (EF Education-EasyPost) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, circuito a cronometro di Sarria, percorrendo 15.8 Km in 20′19″, alla media di 46.661 Km/h. Ha preceduto di 5″ lo spagnolo Jesus Herrada (Cofidis) e di 10″ lo spagnolo Alejandro Valverde (Movistar Team). Miglior italiano Alessandro De Marchi (Israel-Premier Tech), 20° a 44″. Valverde si impone in classifica con 7″ sul canadese Michael Woods (Israel-Premier Tech) e 1′49″ su Padun. Miglior italiano Filippo Zana (Bardiani CSF Faizanè), 11° a 3′26″

TOUR DU RWANDA

Il ruandese Moise Mugisha (ProTouch) si è imposto nella settima ed ultima tappa, circuito di Kigali, percorrendo 75.3 Km in 2h08′16″, alla media di 35.223 Km/h. Ha preceduto allo sprint i francesi Sandy Dujardi (TotalEnergies) e Alexandre Geniez (TotalEnergies). Nessun italiano in gara. L’eritreo Natnael Tesfazion (Drone Hopper-Androni Giocattoli) si impone in classifica con 26″ sull’ucraino Anatolii Budiak (Terengganu Polygon Cycling Team) e 48″ sull’irlandese Jesse Ewart (Bike Aid)

OMLOOP VAN HET HAGELAND (Donne)

L’italiana Marta Bastianelli (UAE Team ADQ) si è imposta nella corsa belga, Tienen – Tielt-Winge, percorrendo 128.2 Km in 3h24′47″, alla media di 37.562 Km/h. Ha preceduto allo sprint la danese Emma Norsgaard (Movistar Team) e l’olandese Floortje Mackaij (Team DSM)

GRAN CAMIÑO, L’UCRAINO MARK PADUN CONQUISTA LA CRONOMETRO FINALE, A VALVERDE LA CLASSIFICA GENERALE

febbraio 27, 2022 by Redazione  
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Mark Padun (EF Education-EasyPost) ha conquistato il successo nella cronometro di Sarria battendo Jesus Herrada (Cofidis) e Alejandro Valverde (Movistar Team).
L’embatido murciano ha vinto la classifica generale battendo di 18” Michael Woods (Israel – Premier Tech) nella giornata odierna scavalcandolo così di 8” in classifica. Per Mark Padun invece la terza piazza nella generale che ha celebrato esibendo tre dita alzate, simbolo di indipendenza per l’Ucraina che sta passando in questo periodo dei giorni terribili dopo l’invasione russa.

La tappa conclusiva del Gran Camiño vedeva andare in scena una cronometro di 15.8 chilometri a Sarria con un percorso vallonato con quattro brevi strappi che vedevano lo scontro decisivo tra la maglia di leader Michael Woods (Israel – Premier Tech) e Alejandro Valverde (Movistar Team) staccato di soltanto dieci secondi. Un primo intermedio era posto al termine del primo strappo, lasciando quindi la maggior parte del dislivello nella seconda parte della prova.

Matthias Brandle (Israel – Premier Tech) era il primo tempo interessante al traguardo in 21 minuti, questo tempo veniva abbassato a metà della prova dal compagno di squadra Mads Wurtz Schmidt di 5”. Era poi lo spagnolo Carlos Canal (Euskaltel – Euskadi) a riuscire ad abbassarlo a 20’45” con il portoghese Nelson Oliveira (Movistar Team) che riusciva a scendere a 20’36”.
Derek Gee (Israel – Premier Tech) nonostante pagasse 6” da Oliveira all’intertempo era riuscito ad abbassare il tempo finale a 20’30”. A quel punto iniziavano a partire gli uomini di classifica con Jesus Herrada (Cofidis) che passava in prima posizione all’intertempo, 10” meglio di Gee, gli atleti in grado di far segnare buoni tempi erano poi Urko Berrade ( Equipo Kern Pharma) a 6”, Ion Izagirre (Cofidis) a 4”, Mark Padun (EF Education-EasyPost) a 1”, Rubén Fernandez (Cofidis) a 9”, mentre Ivan Ramiro Sosa (Movistar Team) pagava già 31”. Erano poi i due corridori a giocarsi la vittoria finale a transitare all’intermedio con Valverde brillante a solo un secondo da Herrada, mentre Woods transitava a 9”, virtualmente ancora leader, ma con un vantaggio risicato a quel momento ad appena 2”.

Nel frattempo all’arrivo arrivava Jesus Herrada che faceva segnare il miglior tempo in 20’24”, mentre Berrade concludeva in 20’41”, era Ion Izagirre però uno dei più temibili nel finale che però si andava a posizionare al secondo posto momentaneo in 20’29”. Con un grande finale era però Padun che riusciva a passare al comando in 20’19”, mentre Sosa perdeva vertiginosamente concludendo la sua prova a 1’28”, lo stesso Fernandez faticava nel finale arrivando a 37”, significando quindi che Padun scavalcasse entrambi andando sul podio conclusivo, mentre attendeva di capire se potesse sognare anche per la vittoria di tappa. La risposta non si faceva attendere con l’arrivo di Valverde, unico a poterlo insidiare che però chiudendo in 20’29” a 10” garantiva la vittoria a Padun. A quel punto l’ucraino capiva che per lui era fatta, mentre Valverde attendeva l’arrivo di Woods segnalato a 15” di ritardo da Valverde, virtualmente 5” dietro in classifica generale prima dello strappo finale. Sul muro finale, nonostante un grande sforzo, il canadese cedeva ancora terminando la sua prova a 28” da Padun e quindi 18” da Valverde.

La classifica finale di tappa ha visto quindi Padun conquistare un successo molto importante, in un periodo molto buio per la storia del suo paese, Jesus Herrada chiudeva 2° e Valverde 3°, il quale conquistava così la generale per 8” su Woods, mentre Padun riusciva a chiudere la classifica al terzo posto davanti a Fernandez di 6” e a Sosa di 8”. Filippo Zana (Bardiani-CSF-Faizanè) è scivolato all’undicesimo posto finale, come migliore degli italiani, mentre oggi Alessandro De Marchi (Israel – Premier Tech) chiudendo 20° è stato il migliore degli italiani,
Per le altre classifiche accessorie i successi andavano ad Arrieta nella classifica riservata ai giovani, a Sosa quella del miglior scalatore e a Valverde quella a punti, infine la Movistar conquistava la classifica a squadra.

Carlo Toniatti.

Mark Padun festeggia col tridente (Immagini TV)

Mark Padun festeggia col "tridente" (Immagini TV)

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