LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): SAINT-ÉTIENNE – MENDE
luglio 16, 2022 by Redazione
Filed under Approfondimenti
La traversata del Massiccio Centrale toccherà oggi il suo culmine con il classico arrivo sulla pista dell’aeroporto di Mende, preceduto dalla breve ma ripida salita della Croix-Neuve, l’ascesa che dal 1995 porta il nome del campione francese Laurent Jalabert, autore lassù di un’impresa rimasta impressa nella memoria dei suoi connazionali
Il Tour si addentra nel Massiccio Centrale per raggiungere un traguardo storico, almeno per i corridori francesi. È dal 14 luglio del 1995 che la salita che conduce all’aeroporto di Mende ha cambiato nome divenendo per tutti i transalpini (e non solo) la “Montée Jalabert” in ricordo dell’impresa che Laurent Jalabert confezionò nel giorno della festa nazionale, regalando ai suoi tifosi un’impresa nata da lontano e che gli permise di recuperare quasi sei minuti su Indurain, risalendo in classifica dal sesto al terzo posto con un passivo di 3’35” sullo spagnolo. Quella tappa si disputava come quella odierna tra Saint-Étienne e Mende, anche se i due percorsi avranno in comune solo il tratto conclusivo, proprio quello che prevede la breve ma bruciante “Salita Jalabert”, 2900 metri al 10.4% per arrivare fino alla “Croix Neuve”, rampa sulla quale nella tappa disputata 27 anni fa ci provò anche Marco Pantani, senza riuscire a scrollarsi di dosso gli avversari. L’arrivo non sarà in vetta all’ascesa poiché per questioni logistiche si dovranno poi percorrere 1500 metri in leggera discesa per “planare” sulla pista dell’aeroporto di Mende – Brenoux, che ospiterà un arrivo di tappa del Tour per la sesta volta nella storia. Dopo Jalabert, che inaugurò questo traguardo, qui si sono imposti lo spagnolo Marcos Serrano nel 2005, il suo connazionale Joaquim Rodríguez nel 2010, il britannico Steve Cummings nel 2015 e ancora un iberico, Omar Fraile, nel 2018. A questi precedenti vanno aggiunti i tre arrivi della Parigi-Nizza, occasioni le tappe si concludevano al termine della “Salita Jalabert”, luogo ha colto due volte la vittoria Alberto Contador (2007, 2010) mentre nel 2012 il primo al traguardo fu l’olandese Lieuwe Westra.

La cattedrale di Mende e l’altimetria della quattordicesima tappa (TripAdvisor)
METEO TOUR
Le Bourg-d’Oisans: cielo sereno, 24.3°C, vento moderato da N (13-16 km/h), umidità al 47%
Yssingeaux (traguardo volante – 50.7 Km): cielo sereno, 25.3°C, vento moderato da NNE (14-17 km/h), umidità al 41%
Mende*: sole e caldo, 31.6°C, vento debole da N (10-15 km/h), umidità al 31%
* previsioni relative al centro di Mende (734 metri), arrivo a quota 1030
GLI ORARI DEL TOUR
12.00: inizio diretta su Eurosport1
12.30: partenza da Saint-Étienne
12.50-12.55: GPM della Côte de Saint-Just-Malmont
13.25-13.35: GPM della Côte de Châtaignier
13.40-13.50: traguardo volante di Yssingeaux
14.45: inizio diretta su RAI2
15.40-16.05: GPM della Côte de Grandrieu
16.20-16.45: GPM della Côte de la Fage
17.00-17.30: GPM della Côte de la Croix Neuve – Montée Jalabert
17.05-17.35: arrivo a Mende
RASSEGNA STAMPA
Tour 2022: Pedersen trionfa a Saint Etienne dopo una volata senza storia
Gazzetta dello Sport – Italia
Pedersenu nesrečna 13. etapa, Pogačar ostaja drugi
Delo – Slovenia
Mads Pedersens pragtpræstation understreger et næsten surrealistisk dansk felttog
Politiken – Danimarca
Pogacar and Vingegaard renew Tour de France rivalry on stage 13
The Independent – Regno Unito
Pedersen avec la manière
L’Équipe – Francia
El Tour habla danés
AS – Spagna
De Tour is aan de Denen! Pedersen is sterkste vluchter, favorieten beleven snipperdag
Het Nieuwsblad – Belgio
Pidcock wint op Alpe d’Huez, Vingegaard geeft geen krimp – Van Aert kan zich vinden in ploegtactiek: “Verstandig om ons afzijdig te houden en onze benen te sparen”
De Telegraaf – Paesi Bassi
Pedersen lässt sich seine Chance nicht entgehen
Luxemburger Wort – Lussemburgo
Ausreißer kommen durch: Pedersen siegt im Sprint der Spitzengruppe
Kicker – Germania
Мадс Педерсен выиграл 13-й этап «Тур де Франс»
Sport Express – Russia
La calma después de la tormenta: Mads Pedersen ganó la etapa 13 del Tour
El Espectador – Colombia
Luckless Ewan crashes on stage 13 as Pedersen claims win
The Sydney Morning Herald – Australia
TOURALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo della tredicesima tappa, Le Bourg-d’Oisans -Saint-Étienne
1° Benjamin Thomas
2° Caleb Ewan a 7″
3° Michael Mørkøv s.t.
4° Fabio Jakobsen s.t.
5° Edward Planckaert s.t.
Miglior italiano Kristian Sbaragli, 18° a 7″
Classifica generale
1° Anthony Turgis
2° Caleb Ewan a 1′18″
3° Mikkel Bjerg a 2′21″
4° Michael Mørkøv a 4′46″
5° Albert Torres a 9′31″
Miglior italiano Luca Mozzato, 32° a 52′46″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Pancani: “La Lotta Soudal” (Lotto Soudal)
Garzelli: “Guardate le bandiere come stanno soffiando”
Garzelli: “Lora faranno questa doppia fila”
Garzelli: “Stanno mantenendo tutta la sede stradale”
Garzelli: “Andava a 170 di battiti”
Garzelli: “Pederez” (Pedersen)
Rizzato: “Andiamo a fare un break sulla gioia di Mads Pedersen”
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1992
Sono passati 30 anni dall’impresa di Claudio Chiappucci al Tour del 1992. Riviviamo quell’edizione della corsa francese attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
13a TAPPA: SAINT-GERVAIS MONT BLANC – SESTRIERE (254.5 Km) – 18 LUGLIO 1992
CHIAPPUCCI
Al Tour, grande impresa dell’italiano: stacca tutti sui monti e vince al Sestriere tra 100 mila tifosi in delirio – “Ho pensato, ora svengo”
Come Fausto Coppi 40 anni fa – Indurain in giallo, Bugno ko – Vona secondo – Claudio ironico: dietro, Bugno tirava – Per la tv un arrivo a sorpresa
15-07-2022
luglio 15, 2022 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR DE FRANCE
Il danese Mads Pedersen (Trek-Segafredo) si è imposto nella tredicesima tappa, Le Bourg-d’Oisans -Saint-Étienne, percorrendo 192.6 Km in 4h13′03″, alla media di 45.667 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Fred Wright (Bahrain Victorious) e il canadese Hugo Houle (Israel-Premier Tech). Miglior italiano Filippo Ganna (INEOS Grenadiers, 6° a 32″. Il danese Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) è ancora maglia gialla con 2′22″ sullo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e 2′26″ sul britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 22° a 42′07″
GIRO CICLISTICO DELLA VALLE D’AOSTA – MONT BLANC (Under 23)
Il francese Alex Baudin (Tudor Pro Cycling Team) si è imposto nella terza tappa, circuito di Aosta, percorrendo 138.8 Km in 3h48′29″, alla media di 36.449 Km/h. Ha preceduto di 11″ l’italiano Lorenzo Milesi (Development Team DSM) e di 32″ il britannico Thomas Gloag (Trinity Racing). Il francese Lenny Martinez (Groupama-FDJ Conti) è ancora leader della classifica con 25″ sul neozelandese Reuben Thompson (Groupama-FDJ Conti) e 29″ sull’italiano Simone Raccani (nazionale italiana)
BALOISE LADIES TOUR (Belgio)
L’olandese Lorena Wiebes (Team DSM) si è imposta anche nella seconda tappa, circuito di Herzele, percorrendo 114.6 Km in 2h54′57″, alla media di 39.303 Km/h. Ha preceduto di 1″ la connazionale Ellen van Dijk (Trek-Segafredo) e la polacca Daria Pikulik (ATOM Deweloper Posciellux.pl Wroclaw). Miglior italiana Gemma Sernissi (Aromitalia Basso Bikes Vaiano), 57° a 3′52″. La Wiebes ancora leader della classifica con 11″ sulla Van Dijk e 27″ sulla francese Audrey Cordon-Ragot (Trek-Segafredo). Miglior italiana Miglior italiana Letizia Paternoster (Trek-Segafredo), 18° a 4′30″
VUELTA INTERNACIONAL FEMENINA A COSTA RICA
La colombiana Carolina Vargas (nazionale colombiana) si è imposta nella seconda tappa, cronometro individuale Muelle – Santa Rosa de Pocosol, percorrendo 20.2 Km in 30′05″, alla media di 40.288 Km/h. Ha preceduto di 15″ la connazionale Serika Mitchell Guluma (ATL-BC Crbicis.com) e di 47″ la guatemalteca Jasmin Gabriela Soto (nazionale guatemalteca). Nessuna italiana in gara. La Vargas è la nuova leader della classifica con 15″ sulla Guluma e 47″ sulla Soto
PEDERSEN PROLUNGA LA FESTA DANESE A SAINT-ÉTIENNE, VINGEGAARD RESTA IN GIALLO
E’ ancora una volta la fuga a calamitare le attenzioni della tredicesima tappa da Le Bourg d’Oisans a Saint-Etienne. Dopo attacchi e contrattacchi anche tra i fuggitivi, per scremare sempre di più la testa della corsa, Mads Pedersen (Team Trek Segafredo) vince in una volata a tre davanti a Fred Wright (Team Bahrain Victorious) ed Hugo Houle (Team Israel Premier Tech). Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma) conserva agevolmente la maglia gialla.
Il Tour si lascia alle spalle le Alpi e punta i Pirenei attraversando il Massiccio Centrale con alcune tappe nervose, ricche di mangia e bevi ma non completamente montagnose. La tredicesima tappa da Le Bourg d’Oisans a Saint-Etienne è lunga oltre 193 km e presenta tre GPM di cui due di terza ed uno di seconda categoria. Pianura ce n’è oggettivamente poca quindi ci aspettiamo che la fuga di ciclisti fuori classifica abbia la meglio per la vittoria parziale. Anche i velocisti hanno qualche minima possibilità di successo ma devono passare indenni i numerosi saliscendi contenuti nella tappa. Dopo i due terribili tapponi alpini di ieri e di l’altro ieri prevediamo comunque un rilassamento tra i big di classifica. Il primo tentativo di fuga concreto dopo la partenza da Le Bourg d’Oisans si concretizzava grazie all’azione di Filippo Ganna (Team INEOS), STefan Kung (Team Groupama FDJ) e Matteo Jorgenson (Team Movistar). Era Ganna a scollinare in prima posizione sul primo GPM della Cote de Briè posto al km 30.4. Dopo una cinquantina di km ai tre di testa si univano Mads Pedersen e Quinn Simmons (Team Trek Segafredo), Fred Wright (Team Bahrain Victorious) ed Hugo Houle (Team Israel Premier Tech). Si formava così una fuga di sette uomini che aveva un minuto circa di vantaggio sul gruppo maglia gialla dopo una cinquantina di km. La fuga iniziava l’ascesa del Col de Parménie, secondo GPM di giornata posto al km 79.2, con quasi 2 minuti di vantaggio sul gruppo maglia gialla, che ancora non aveva lasciato andar via i fuggitivi. Era Pedersen a scollinare per primo. A 100 km dall’arrivo la fuga aveva 1 minuto e 46 secondi di vantaggio sul gruppo tirato dal Team Lotto Soudal e dal Team Alpecin Fenix. Pedersen si aggiudicava il traguardo volante de La Côte-Saint-André posto al km 101.4. Una caduta coinvolgeva a 72 km dall’arrivo Caleb Ewan ed Andreas Kron. I problemi per l’australiano, mai capace fino adesso di disputare una volata decente, si manifestavano sul successivo GPM della Côte de Saint-Romain-en-Gal, visto che si staccava dal gruppo maglia gialla. Chi invece provava a resistere in coda al gruppo era Fabio Jakobsen (Team Quick Step Alpha Vinyl). Pedersen scollinava in prima posizione sulla Côte de Saint-Romain-en-Gal, posta al km 148.6. Mancavano poco più di 40 km all’arrivo e le maggiori asperità altimetriche della tappa erano finite. Si vedeva in testa al gruppo a tirare anche il Team BikeExchange Jayco, con la doppia possibilità per l’eventuale volata offerta dalla coppia Matthews-Groenewegen. In testa alla corsa si era staccato Simmons, perciò i fuggitivi erano rimasti in sei. Con tre passistoni come Pedersen, Kung e Ganna il gruppo maglia gialla doveva accelerare il ritmo negli ultimi 40 km. Nonostante gli sforzi del Team BikeExchange Jayco, la fuga manteneva oltre 2 minuti di vantaggio a 18 km dall’arrivo. Il vincitore di tappa si sarebbe deciso tra i sei uomini di testa. A circa 13 km dall’arrivo, Pedersen, Houle e Wright staccavano con successo Ganna, Kung e Jorgenson. Nella volata a tre Pedersen aveva la meglio su Wright e Houle. Quarto si piazzava Kung a 30 secondi di ritardo mentre Jorgenson chiudeva in quinta posizione davanti a Ganna. Wout van Aert (Team Jumbo Visma) regolava il gruppo maglia gialla a 5 minuti e 45 secondi di ritardo da Pedersen. L’ex campione del mondo ottiene la settimana vittoria stagionale, sicuramente la più prestigiosa. In classifica generale Jonas Vingegaard (Team Jumbo Vista) conserva la maglia gialla davanti a Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e Geraint Thomas (Team INEOS). Domani è in programma la quattordicesima tappa da Saint-Etienne a Mende, di oltre 192 km. Sono cinque i GPM da scalare, di cui quattro di terza ed uno, l’ultimo, di seconda categoria. La Cote de la Croix Neuve, che coincide col traguardo, è un muro vero e proprio di 3 km ad oltre il 10% di pendenza media. La fuga avrà le sue chances di giocarsi la vittoria di tappa, ma i big di classifica dovranno tenere gli occhi ben aperti.
Antonio Scarfone

Mads Pedersen vince a Saint-Etienne (foto: Anne Christine Poujoulat AFP via Getty Images)
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): LE BOURG-D’OISANS – SAINT-ÉTIENNE
luglio 15, 2022 by Redazione
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Inizia il lungo trasferimento dalle Alpi verso i Pirenei, tre insidiose giornate interlocutorie che si snoderanno sulle tormentate strade del Massiccio Centrale. Oggi si viaggerà in direzione di Saint-Étienne, una meta che 32 anni fa costò una probabile vittoria al Tour a Claudio Chiappucci
Archiviata la pratica Alpi ora il Tour intraprenderà la traversata del Massiccio Centrale, costituita da tre insidiose frazioni che traghetteranno il gruppo verso l’ultimo giorno di riposo, in programma lunedì prossimo, e la tre giorni pirenaica. Si tratta di percorsi altimetricamente non impossibili ma sui quali in diverse occasioni si sono viste azioni a sorpresa che hanno lasciato il segno in classifica e, per fare un esempio oggi particolarmente calzante, è quel che accadde il 14 luglio del 1990 in occasione di una tappa che partiva dall’area alpina per concludersi proprio a Saint-Étienne. Grazie anche a una fuga bidone sottovalutata durante la prima tappa, all’uscita delle Alpi Claudio Chiappucci si trovava a vestire la maglia gialla con più di sette minuti di vantaggio sul grande favorito per la vittoria finale, l’americano Greg LeMond, il quale provò a ridurre le distanze il giorno successivo con un attacco a più voci che spezzò il gruppo. Rimasto staccato, il “Diablo” non riuscì più a recuperare e perse quel giorno 4’53”, riuscendo a mantenere la maglia gialla con 2’34” di vantaggio su LeMond. Se si pensa che quest’ultimo giungerà a Parigi in giallo con 2’16” su Chiappucci, il corridore varesino forse avrebbe vinto quel Tour se non ci fosse stata la giornataccia di Saint-Étienne. Tornando al percorso di quest’anno, la tappa presenterà un’altimetria meno impegnativa rispetto a quello della frazione del 1990, ma dobbiamo rammentare il fatto che l’azione che spezzò il gruppo 32 anni fa avvenne su di una modesta salitella di quarta categoria e oggi di ascese lungo il tracciato se ne incontreranno cinque, tra le quali una di seconda categoria. Con un tracciato del genere un piccolo gruppo all’attacco avrà maggior chance di resistere all’inseguimento di un gruppo più corposo e, anche se non ci fossero “pesci grossi” in avanscoperta, di andare fino al traguardo. Sarà dunque un’altra freccia a disposizione dei cacciatori di tappe, mentre non dovrebbero avere grandi possibilità di vittoria i velocisti: anche se la fuga dovesse essere ripresa, un’ultima difficoltà altimetrica a ridosso del traguardo potrebbe tarpar loro le ali e metterle a un finisseur. E non è ancora finita perché proprio in corrispondenza delle tre frazioni disegnate sul Massiccio Centrale i corridori andranno incontro ad un progressivo innalzamento delle temperature, con la “canicule” che potrebbe picchiar duro soprattutto in occasione della tappa di domenica, quando a Carcassonne la colonnina di mercurio sfiorerà i 40°C.

La cattedrale di Saint-Étienne e l’altimetria della tredicesima tappa (www.leprogres.fr)
METEO TOUR
Le Bourg-d’Oisans: previsioni non disponibili
Grenoble (40.3 Km): sole e caldo, 32.4°C (percepiti 35°C), vento moderato da N (12-14 km/h), umidità al 48%
Vienne (136 Km): sole e caldo, 32.7°C, vento moderato da N (21-23 km/h), umidità al 37%
Saint-Étienne : cielo sereno, 28.4°C, vento moderato da NNE (14-17 km/h), umidità al 45%
GLI ORARI DEL TOUR
12.55: inizio diretta su Eurosport1
13.20: partenza da Le Bourg-d’Oisans
14.00-14.05: GPM della Côte de Brié
14.45: inizio diretta su RAI2
15.00-15.10: GPM del Col de Parménie
15.30-15.45: traguardo volante di La Côte-Saint-André
16.30-16.50: GPM della Côte de Saint-Romain-en-Gal
17.25-17.50: arrivo a Saint-Étienne
RASSEGNA STAMPA
L’Alpe d’Huez è di Pidcock, oro olimpico mtb: Pogacar attacca tre volte re Vingegaard
Gazzetta dello Sport – Italia
Pogiju ni uspelo streti rumene majice, Pidcock zmagal
Delo – Slovenia
Jonas Vingegaard brillerer sammen med sit hold i suverænt forsvar af den gule trøje
Politiken – Danimarca
Tom Pidcock becomes youngest winner on Alpe d’Huez in Tour de France history
The Daily Telegraph – Regno Unito
Pidcock vainqueur, Vingegaard solide, Bardet hors du podium
L’Équipe – Francia
Indestructible Vingegaard
AS – Spagna
Pidcock steelt de show in de Tour en wint op Alpe d’Huez, Pogacar prikt maar zonder succes
Het Nieuwsblad – Belgio
Pidcock wint op Alpe d’Huez, Vingegaard geeft geen krimp
De Telegraaf – Paesi Bassi
Pidcock stürmt auf der Königsetappe zum Sieg
Luxemburger Wort – Lussemburgo
Cross-Weltmeister Pidcock gewinnt Königsetappe nach Alpe d’Huez – Vingegaard wehrt Pogacars Attacken ab
Kicker – Germania
Британский велогонщик Пидкок выиграл 12-й этап «Тур де Франс»
Sport Express – Russia
Pogacar Attacks Tour Leader on Iconic Climb, to No Avail
The New York Times – USA
Tour de Francia 2022: Thomas Pidcock salió victorioso en Alpe d’Huez
El Espectador – Colombia
Ewan allays Tour doubt after surviving the Alps, as Pidcock triumphs on Alpe d’Huez
The Sydney Morning Herald – Australia
TOURALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo della dodicesima tappa, Briançon – Alpe d’Huez
1° Victor Lafay
2° Fabio Jakobsen s.t.
3° Michael Mørkøv s.t.
4° Yves Lampaert a 59″
5° Reinardt Janse Van Rensburg a 1′38″
Miglior italiano Luca Mozzato, 15° a 3′51″
Classifica generale
1° Anthony Turgis
2° Mikkel Bjerg a 2′14″
3° Caleb Ewan a 9′03″
4° Marc Hirschi a 10′31″
5° Victor Lafay a 11′03″
Miglior italiano Luca Mozzato, 29° a 45′11″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Pancani: “Un continuo saliscendi” (Galibier, Croix de Fer, Alpe d’Huez: alla faccia dei saliscendi!)
Garzelli: “Risposte importante”
Rizzato: “Pidcock ha tirato delle curve strepitose”
Garzelli: “Ieri hanno più speso tutti più energie”
Rizzato: “Hinault, vincitore di cinque volte”
Garzelli: “Un corridore arriva magra all’inizio del Tour”
Garzelli: “Ha sprecato tante energia”
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1992
Sono passati 30 anni dall’impresa di Claudio Chiappucci al Tour del 1992. Riviviamo quell’edizione della corsa francese attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
GIORNO DI RIPOSO – 17 LUGLIO 1992
RESA DEI CONTI SULLE ALPI
Per Bugno e Chiappucci un tranquillo weekend di paura
Il Tour de France arriva oggi ai piedi del Monte Bianco – Domani si sale al Sestriere, domenica all’Alpe d’Huez
12a TAPPA: DOLE- SAINT-GERVAIS MONT BLANC (267.5 Km) – 17 LUGLIO 1992
BUGNO E CHIAPPUCCI, A VOI
A St. Gervais, Jaermann si impone su Delgado e Roche, i nostri a 2’56” con Indurain – L’iridato sotto accusa
La tappa del Sestriere, ultima chance – Il severo giudizio di Hinault: “Gianni sta sbagliando tutto” – Perini è quarto
TOM PIDCOCK CONQUISTA L’ALPE D’HUEZ, VINGEGAARD IN CONTROLLO SUGLI ATTACCHI DI POGACAR.
Grazie alla fuga di giornata Tom Pidcock una volta solo al comando della corsa va ad imporsi nella tappa più prestigiosa del Tour 2022 alzando le braccia al cielo dell’Alpe d’Huez sbarazzandosi della compagnia di Louis Meitjes arrivato secondo ed un redivivo Chris Froome, terzo al traguardo, che torna sul podio di un grande giro Tadej Pogacar attacca la maglia gialla ma senza esito, infatti Jonas Vingegard non cede terreno ed il distacco tra i due resta invariato, lo sloveno conquista il secondo posto della classifica generale a discapito di Romain Bardet attardato all’arrivo, che viene sopravanzato anche da Geraint Thomas.
Il secondo tappone alpino, dopo quello di ieri che ha decretato la crisi di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) a vantaggio di Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma), nuova maglia gialla, vede tre GPM hors categorie a testimonianza della durezza del percorso. Si scaleranno infatti Col du Galibier, Col de la Croix de Fer e Alpe D’Huez. Vedremo se la crisi di Pogacar è stata soltanto temporanea e se lo sloveno riuscirà a recuperare gli oltre 2 minuti di ritardo che lo separano da Vingegaard, ora come ora favorito principale pel la vittoria del Tour 2022. Dopo la partenza da Briancon si saliva subito verso il Col Du Galibier, primo GPM di giornata, ed il gruppo iniziava subito a sfilacciarsi tra attaccanti pronti a scatenare la fuga, uomini di classifica raggruppati a tenere gli occhi aperti sui diretti avversari e gruppetto dei velocisti che già arrancavano nelle retrovie. Il primo attacco in testa alla corsa si concretizzava grazie all’azione di sei ciclisti: Nelson Oliveira (Team Movistar), Anthony Perez (Team Cofidis), Kobe Goossens (Team Intermarchè Wanty Gobert), Neilson Powless (Team EF Education EasyPost), Matis Louvel (Team Arkea Samsic) e Sebastian Schonberger (Team B&B Hotels KTM). Goossens vinceva il traguardo intermedio di Le Monetier-les-Bains posto al km 11.8. Giulio Ciccone (Team Trek Segafredo) e Louis Meintjes (Team Intermarchè Wanty Gobert) contrattaccavano durante la lunga scalata del Galibier e rientravano sui fuggitivi prima dello scollinamento. Era Perez a scollinare in prima posizione mentre il gruppo maglia gialla era segnalato già ad oltre 4 minuti di ritardo. Nella discesa si riportavano sui fuggitivi, grazie ad un nuovo attacco combinato, Thomas Pidcock (Team INEOS) e Chris Froome (Team Israel Premier Tech). Di contro, Louvel si faceva riprendere dal gruppo. Sul successivo Col de la Croix de Fer la fuga aumentava il vantaggio sul gruppo maglia gialla, in cui nelle prime posizioni il Team Jumbo Visma si limitava a controllare la situazione. Era Ciccone a scollinare in prima posizione. Il gruppo dei fuggitivi si era spezzato in diversi tronconi e la discesa dal Col de la Croix de Fer aumentava il divario. In testa alla corsa ad una cinquantina di km dall’arrivo erano presenti Pidcock, Meintjes, Ciccone, Powless e Froome. I cinque di testa iniziavano la scalata dell’Alpe d’Huez con circa 6 minuti di vantaggio sul gruppo maglia gialla e Pidcock aveva la ghiotta opportunità, giunti a questo punto, di scalare qualche posizione in classifica generale. Il Team Jumbo Visma aumentava l’andatura e tra i primi a farne le spese erano Thibaut Pinot (Team Groupama FDJ), ormai lontano parente del ciclista che fu ed Alksandr Vlasov (Team BORA Hansgrohe), la cui caduta nelle tappe precedenti aveva ormai compromesso il suo Tour de France. Nei successivi km anche Nairo Quintana (Team Arkea Samsic) e David Gaudu (Team Groupama FDJ) rimbalzavano nelle retrovie. A 5 km dall’arrivo Pidcock si involava tutto solo per la vittoria personale, la prima al Tour de France, avendo oltre 20 secondi su Meintjes, il primo inseguitore. Nel frattempo nel gruppo maglia gialla, sempre più ridotto, anche Enric Mas (Team Movistar), Romain Bardet (Team DSM) ed Adam Yates (Team INEOS) perdevano posizioni alle spalle di Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma), Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e Geraint Thomas (Team INEOS). Pidcock trionfava a braccia alzate sul traguardo de l’Alpe d’Huez. In seconda posizione Meintjes si piazzava a 48 secondi di ritardo dal britannico, mentre chiudeva il podio Froome a 2 minuti e 6 secondi di ritardo da Pidcock. La top five era completata da Powless in quarta posizione a 2 minuti e 29 secondi di ritardo da Pidcock mentre la quinta posizione se la prendeva Tadej Pogacar davanti a Vingegaard e Thomas, tutti e tre a 3 minuti e 23 secondi di ritardo da Pidcock. Nelle zone alte della classifica generale Vingegaard conserva la maglia gialla con 2 minuti e 22 secondi di vantaggio su Pogacar e 2 minuti e 26 secondi di vantaggio su Thomas, mentre Bardet perde due posizioni ed adesso è quarto. Domani è in programma la tredicesima tappa da Le Bourg d’Oisans a Saint-Etienne per un totale di 193 km. I ciclisti dovranno affrontare tre GPM, due di terza ed uno di seconda categoria, ma sono presenti diversi saliscendi, soprattutto nella seconda parte della tappa. Dopo le fatiche delle due tappe alpine di ieri e di oggi, è molto probabile che una fuga di ciclisti fuori classifica si giocherà la vittoria di tappa.
Antonio Scarfone

Thomas Pidcock vince sull'Alpe d'Huez (foto: Thomas Samson AFP via Getty Image)s
14-07-2022
luglio 14, 2022 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR DE FRANCE
Il britannico Tom Pidcock (INEOS Grenadiers) si è imposto nella dodicesima tappa, Briançon – Alpe d’Huez, percorrendo 165.1 Km in 4h55′24″, alla media di 33.534 Km/h. Ha preceduto di 48″ il sudafricano Louis Meintjes (Intermarché-Wanty-Gobert Matériaux) e di 2′06″ il connazionale Chris Froome (Israel-Premier Tech). Miglior italiano Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), 10° a 3′32″. Il danese Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) è ancora maglia gialla con 2′22″ sullo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e 2′26″ sul britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 22° a 41′54″
GIRO CICLISTICO DELLA VALLE D’AOSTA – MONT BLANC (Under 23)
L’italiano Lorenzo Germani (Groupama-FDJ Conti) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Saint Christophe, percorrendo 124.5 Km in 3h13′12″, alla media di 38.665 Km/h. Ha preceduto di 27″ il ceco Karel Vacek (Tirol KTM Cycling Team) e di 29″ l’italiano Marco Frigo (Israel Cycling Academy). Il francese Lenny Martinez (Groupama-FDJ Conti) è il nuovo leader della classifica con 25″ sul neozelandese Reuben Thompson (Groupama-FDJ Conti) e di 29″ l’italiano Simone Raccani (nazionale italiana)
BALOISE LADIES TOUR (Belgio)
L’olandese Lorena Wiebes (Team DSM) si è imposta nella prima tappa, circuito di Zulte, percorrendo 128.6 Km in 3h14′19″, alla media di 39.708 Km/h. Ha preceduto allo sprint le connazionali Mylene de Zoete (AG Insurance-NXTG Team) e Amber van der Hulst (Liv Racing Xstra). Miglior italiana Letizia Paternoster (Trek-Segafredo), 7°. La Wiebes è la nuova leader della classifica con 1″ sulla connazionale Ellen van Dijk (Trek-Segafredo) e 14″ sulla francese Audrey Cordon-Ragot (Trek-Segafredo). Miglior italiana la Paternoster, 16° a 22″
VUELTA INTERNACIONAL FEMENINA A COSTA RICA
La colombiana Mariana Herrera (nazionale colombiana) si è imposta nella prima tappa, Florencia – Pital, percorrendo 103.8 Km in 2h49′38″, alla media di 36.714 Km/h. Ha preceduto allo sprint le connazionali Laura Daniela Rojas (nazionale colombiana) e Serika Mitchell Guluma (ATL-BC Crbicis.com). Nessuna italiana in gara. La Herrera è la prima leader della classifica con lo stesso tempo della Rojas e della Guluma
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): BRIANÇON – ALPE D’HUEZ
luglio 14, 2022 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Dopo 4 anni d’assenza il Tour fa ritorno all’Alpe d’Huez nel 70° anniversario della prima scalata alla mitica ascesa francese. Fu il nostro Fausto Coppi il primo a domare i quasi 14 Km all’8.1% che conducono ad un traguardo che diventerà una meta ricorrente della Grande Boucle a partire dagli anni ‘70
Qualcuno l’aveva data per dispersa. Erano 4 anni che il Tour non proponeva l’arrivo sull’Alpe d’Huez e mai gli organizzatori del Tour aveva lasciato trascorrere così tanto tempo senza inserire la mitica ascesa alpina nel tracciato da quando questo traguardo – era il 1976 – è divenuto ricorrente nel percorso della Grande Boucle. Ma c’è un perché: si è voluto attendere il 2022 per celebrare il 70° anniversario della prima scalata, tenuta a battesimo il 4 luglio del 1952 da Fausto Coppi con una delle sue indimenticate imprese. Quel giorno si partiva da Losanna e si dovevano percorrere quasi 270 Km per giungere all’Alpe, senza affrontare altre difficoltà altimetriche prima dei 13800 metri finali all’8.1% che salgono con 21 tornanti fino a 1850 metri di quota. Stavolta ci saranno molti meno chilometri da effettuare tra il raduno di partenza di Briançon e il traguardo, 165 per la precisione, ma molto più infarciti di difficoltà rispetto alla tappa vinta dal Campionissimo. E così a una trentina di chilometri dal via si dovrà tornare ai 2642 metri del Galibier, stavolta salendo dal versante ieri percorso in discesa, meno impegnativo rispetto a quello di Valloire (media del 5.1%) anche se i suoi 23 Km impegneranno i corridori per almeno una quarantina di minuti. Tornati nella Maurienne il gruppo imboccherà quindi la salita diretta a un altro dei “moloch” del Tour, il Col de la Croix-de-Fer, 2067 metri di quota e 29 Km d’ascesa a corrente alternata, la cui pendenza media del 5.2% è motivata dalla presenza da due consistenti tratti in discesa o falsopiano. Poi altrettanti di chilometri di discesa e una dozzina di fondovalle pianeggiante condurranno dritti ai piedi dell’Alpe più iconica della storia del ciclismo.

I mitici tornanti verso l’Alpe d’Huez e l’altimetria della dodicesima tappa (www.vtf-vacances.com)
METEO TOUR
Briançon : cielo sereno, 29°C, vento debole da NW (9 km/h), umidità al 36%
Col du Galibier (GPM – 33.2 Km): cielo sereno, 16.3°C, vento debole da NW (10-13 km/h), umidità al 38%
Saint Jean-de-Maurienne (80.5 Km): cielo sereno, 29.5°C, vento moderato da WSW (16-19 km/h), umidità al 42%
Alpe d’uez : previsioni non disponibili
GLI ORARI DEL TOUR
12.55: inizio diretta su Eurosport1
13.20: partenza da Briançon
13.40-13.45: traguardo volante di Le Monêtier-les-Bains e inizio salita Col du Galibier
14.15-14.25: GPM del Col du Galibier
14.45: inizio diretta su RAI2
15.35-15.50: inizio salita Col de la Croix-de-Fer
16.25-16.50: GPM della Col de la Croix-de-Fer
17.30-18.05: inizio salita finale
17.55-18.30: arrivo all’Alpe d’Huez
RASSEGNA STAMPA
Impresa Vingegaard nel giorno del Galibier: è maglia gialla! Crollo di Pogacar
Gazzetta dello Sport – Italia
Vingegaard v neštetih potezah matiral Pogačarja
Delo – Slovenia
Suveræne Vingegaard vinder dramatisk bjergetape og tager den gule førertrøje fra slovener i dyb krise- Vilde Vingegaard: »Vi lagde en plan fra dagens start. Jeg tænker, I kunne se, hvad planen var«
Politiken – Danimarca
Vingegaard takes thrilling yellow jersey
The Independent – Regno Unito
Le coup de Granon de Vingegaard
L’Équipe – Francia
Vingegaard tumba a Pogacar
AS – Spagna
Jumbo-Visma zet Tour op zijn kop: ongenaakbaar gewaande Pogacar verliest minuten, Vingegaard stevig in het geel
Het Nieuwsblad – Belgio
Vingegaard zet Tour op zijn kop en ziet Pogacar door ijs zakken
De Telegraaf – Paesi Bassi
Vingegaard gewinnt elfte Etappe und holt das Gelbe Trikot
Luxemburger Wort – Lussemburgo
Coup am Col du Granon: Vingegaard nimmt Topfavorit Pogacar Gelb ab
Kicker – Germania
Датчанин Вингегор выиграл 11-й этап «Тур де Франс»
Sport Express – Russia
Twist on the Mountain: Vingegaard Grabs Tour de France Lead
The New York Times – USA
Épica en el Tour: Vingegaard le quitó el amarillo a Pogacar; Nairo fue segundo
El Espectador – Colombia
Vingegaard blows the Tour de France apart as Pogacar cracks
The Sydney Morning Herald – Australia
TOURALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo dell’undicesima tappa, Albertville – Col du Granon (Serre Chevalier)
1° Fabio Jakobsen
2° Michael Mørkøv s.t.
3° Victor Lafay a 16″
4° Mikkel Bjerg s.t.
5° Reinardt Janse Van Rensburg a 47″
Miglior italiano Luca Mozzato, 27° a 2′57″
Classifica generale
1° Anthony Turgis
2° Mikkel Bjerg a 4′52″
3° Marc Hirschi a 6′28″
4° Caleb Ewan a 14′27″
5° Albert Torres a 17′14″
Miglior italiano Alberto Dainese, 25° a 43′10″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Garzelli: “Pantani scattò quando mancavano 3 Km al traguardo” (ne mancavano 43 al traguardo di Les Deux Alpes)
Garzelli: “Potrà prendere due se va in crisi”
Garzelli: “Stanno provando a mettere in difficoltà a Pogacar”
Rizzato: “Sente la vittoria nelle gambe”
Garzelli: “Pogacar ha una borraccia nella schiena”
Garzelli: “Quando Pogacar partirà ci passera in cima a Quintana”
Rizzato (mentre inquadravano il tentativo di Bardet): “Ecco lo scatto di Quintana”
Rizzato: “Una bici che pesa molto più leggera”
Rizzato: “Un duello che pende dalla parte della bilancia di Vingegaard”
Garzelli: “Guarda come è facile Adam Yates”
Garzelli: “Vingegord” (Vingegaard)
Televideo: “Valentine Madouas” (Valentin)
Televideo: “Louis Menintjes” (Meintjes)
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1992
Sono passati 30 anni dall’impresa di Claudio Chiappucci al Tour del 1992. Riviviamo quell’edizione della corsa francese attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
11a TAPPA: STRASBURGO – MULHOUSE (249.5 Km) – 16 LUGLIO 1992
A RE INDURAIN BASTA UN CENNO
Il vecchio Fignon vince la tappa del Tour col generoso consenso dell’iberico
Lo spagnolo vigila in cima al gruppo e coordina i suoi – Bugno sorvegliato speciale: ma è ancora un pericolo? – In classifica sempre Lino leader
VINGEGAARD THE KINGSLAYER: POGI DOMINA UNA LOTTA EPICA, POI CROLLA
Granon 2022, una tappa per la Storia. Il sogno di ogni spettatore, botte da orbi su salite da leggenda come Telegraphe e Galibier, già dal terz’ultimo Gpm, a decine di km dal traguardo. I migliori faccia a faccia, ma anche tattiche a iosa. L’eroe solitario accerchiato, e la caduta dell’invulnerabile.
Il ciclismo è uno sport violento. A qualcuno fa brutto, coi tempi che corrono, lèggere metafore belliche (quelle metafore che si sono sempre impiegate quando erano in corso – sostanzialmente tutto il tempo – guerre magari meno mediatiche e meno mediate). Ma i corridori arrivando uno a uno disfatti in cima ai 2.400 metri di altitudine del Granon sembrano reduci che sfilano spersi dopo la battaglia, anche quelli che pur non avendo vinto escono vincitori dalla giornata, come Bardet, che lascia cadere la bici su un prato stempiato e si accascia, resta seduto a terra a fissare il vuoto degli abissi alpini. Sono reduci da uno scontro titanico se mai ve ne furono, Iliade e film giapponese. Pogacar contro il mondo, Pogacar assalito da tutti i lati dallo sciame giallonero al gran completo, Pogacar in controllo che piroetta da uno scatto al successivo, Pogacar che mette tutti fuori gioco, Pogacar che sfodera un ghigno di simpatia alla vigilia del Granon, Pogacar che ritrova un Majka sbucato di tra i caduti a rimettere in fila il gruppo, a liquidare tutti i Jumbo-Visma, a lasciare il campo sgombro se non di fantasmi del passato, razziatori e bucanieri. E proprio quando mancano quindici minuti di strada da triturare, Vingegaard scocca se stesso come un dardo e Pogacar crolla, diventa petreo in volto e nei pedali, e sembra scivolare all’indietro sul nastro di asfalto invece che avanzare. Sprofonda di tre minuti in nemmeno cinque chilometri. Il Tour è finito, comincia il Tour.
Della fuga che parte dopo quell’oretta filante a 50 km/h di media che ben conosciamo dai tempi del Giro, segnaliamo giusto alcuni pochi nomi. Barguil, perché dalla testa della fuga si involerà solo a 50 km dalla fine, in pieno Galibier, in una sua storia parallela, aliena agli uragani alle sue spalle – sempre solo, sempre in testa – fino a che a una manciata di km dalla meta, già ritorto dai crampi, la tormenta agonistica, i fulmini sprigionati dallo scontro fra Vingegaard e Pogacar, lo investono e travolgono. Geschke perché fa il suo supportato da Izagirre per tenere la maglia a pois ancora un altro giorno. Van der Poel perché fa coppia con Van Aert dal km zero in un attacco che promette un buon giorno – per i corvi – fin dal primo raggio di sole del mattino (diciamo così anche se è quasi mezzogiorno!). E Mathieu finirà metaforicamente – metaforicamente! – in pasto ai corvi, arenato fra i ghiaioni del Galibier. Ritirato, finisce qui il suo Tour. Van Aert perché unitosi presto a Laporte inaugura una giornata in cui i Jumbo scatenano l’inferno. Non è bello per nessuno avere Van Aert davanti a “far da ponte”, però Van Aert oggi non “farà da ponte”, farà da elicottero, da cavalcata delle Valchirie vivente, correndo avanti e indietro per il percorso a proprio piacimento. Pare una di quelle sgambate fra amici a cui si aggrega qualcuno molto più in forma degli altri, che a proprio piacimento come fosse una motocronaca raggiunge i primi, poi torna a incoraggiare gli staccati, si riporta sui primi, tira sempre in piano… Ecco oggi Wout è uguale uguale. Una superiorità quasi insultante per il resto del gruppo, visto che “ehi ragazzi, qui siamo tutti professionisti!”. E poi condisce il tutto regalando la maglia verde a un fan che gli presta una pompa a bordo strada. Versione divinità omerica, solca il campo di battaglia rovesciandone le sorti, ma non si nega al cameratismo o all’avventura coi comuni mortali.
I primi boati si odono sul Telegraphe, “Benoot Benoooot” rumoreggiano le valli, sono le cannonate che provano a lanciare prima Roglic poi Vingegaard, con Pogacar incastrato nella doppia marcatura. Sono salve di avvertimento, perché i primi colpi secchi partono proprio nello spazio interstiziale, né salita né discesa, quasi boscaglia o palude metaforica, fra Telegraphe e Galibier. Roglic stavolta va via secchissimo e in niente parliamo di soli cinque atleti in testa: tre sono Jumbo, i due capitani con Laporte testa di ponte attivata con tempismo perfetto; poi c’è Geraint Thomas a far onore al proprio dorato passato di “inseguitore”; e poi, per forza, c’è Pogacar. Enric Mas ci aveva anche provato, ma la sparata lo fa scoppiare a livelli tali che passerà il resto della tappa in affanno ad inseguire (per la cronaca, arriva al traguardo con otto minuti di distacco, e ciò nonostante è in top ten della generale, giusto per capire il livello di devastazione a tappeto).
Roglic e Vingegaard mettono letteralmente in mezzo Pogacar e iniziano a martellarlo ai fianchi, o meglio, ai fianchi, in faccia, alle tempie, uno scatto, due, tre, sempre con veemenza, tant’è che il gruppo già disgregato nemmeno si avvicina. E Pogacar c’è sempre, come uno spadaccino che salta sui bambù, chiude di qua, schiva di là, controlla la gragnuola di colpi, a tratti ribatte, e quando ribatte si fa subito il vuoto, solo lui e Vingegaard sospesi sul filo di asfalto bollente anche in quota, quasi 30 gradi, sotto il sole senz’ombra e senza ossigeno di chi sale verso i duemila e ben oltre. Ci sono momenti di respiro, a tratti, come quando un eroico Marc Soler gregario d’eccezione di Pogacar riesce miracolosamente a rientrare, nonostante i Jumbo facciano del tutto per renderglielo impossibile. E quando Soler rientra, si fa ordine, si scandisce un passo, si tirano le fila, c’è chi da dietro rientra (piccoli piccoli come figurine di un plastico i trenini Movistar per Mas e FDJ per Gaudu che cercano di ridurre i danni). Fra gli altri il più in palla sembra Quintana, ma poi s’incaglia, per riprendersi poi in altura; e anche Bardet se la cava niente male. Si avvicinano gli inglesini Yates e Pidcock a consolidare la presenza INEOS, accorrono altri gregari Jumbo come Krujiswjik e Kuss a rinfocolare il senso di assedio, c’è pure un sorprendente Lutsenko… Ma non c’è niente da fare, il leit motiv è sempre lo scontro all’arma bianca fra Pogacar e i Jumbo. A 7 km dallo scollinamento torna a martellare Roglic, e poi Vingegaard, e poi Roglic al quinto scatto solo sul Galibier, quinto e ultimo perché poi Pogacar si scoccia, apre gas, e scrolla dal gruppetto ormai minimale il suo connazionale. Passano i km, e appena Pogacar fa un po’ di ritmo restano solo in due, lui e Vingegaard. Ma Vingegaard ha fatto la metà degli scatti, i suoi sono stati ben spartiti con Roglic (anche se bisogna pur sempre rientrare, ma per terzo, e sulla ruota altrui) – e non ha certo speso energie facendo il ritmo in testa solo. Pogacar però non demorde né si lascia intimorire. Controlla la situazione. Quando arriva in cima al Galibier, il resto del mondo è sottomesso. Si può lasciarli rientrare. Gran traffico di gregari nella lunga discesa e nei falsipiani, rientri, Van Aert che come detto aspetta che ti aspetta per andare a ripescare… Roglic!… e riportarlo sotto. Attenzione tuttavia a questa fase: in tanti mangiano e bevono, hanno supporto o sono tranquilli – Pogacar non ha supporto, e anzi è sottoposto a continue piccole punzecchiature, un buco di qua, un allunghino di là, in modo da mantenerlo sotto pressione. Oltre all’enorme fatica accumulata prima, qui scatta probabilmente un deficit di rifornimento. La catena delle vettovaglie che decide dove finisca l’infinita cavalcata di Alessandro Magno.
In una ventina di atleti scarsa si arriva ai piedi del Granon, colosso di 11 km tutti al 9-10%, per oltre un terzo over quota 2.000. Il Tour lo scalo una sola volta, nel 1986, e marcò il tramonto di Hinault, in crisi e a tre minuti dal compagno Lemond.
Prima mossa, va subito solo Quintana, alza il ritmo e poco a poco dilata il margine. Dieci km in solitaria, lo riprenderà e passerà il solo Vingegaard. Da bravo sciamano levita sul percorso come un ghost di Strava o come un fantasma di altri tempi fra i fenomeni del presente. Gran momento televisivo per l’Arkea con Barguil per qualche km in testa alla gara e Quintana un minuto davanti al gruppo dei migliori.
Dietro fra i revenant c’è Majka. Adesso scoppia, pensano tutti, il gruppetto poi è infarcito di gregari Jumbo. E invece Majka impone la sua marcia marziale, senza sussulti, senza sparate, e piano piano piano dall’albero cascano come frutti maturi quasi tutti i rivali, e in particolare tutti i Jumbo. Siamo giunti alla polarità opposta della storia. Pogacar in controllo con il luogotenente più fidato a mantener pulita la piazza, Vingegaard isolato. Disfatta Jumbo. Sparata ogni munizione disponibile, ma il supereroe le ha evitate tutte quante. E ora è lui in posizione di tiro.
La svolta, come sempre quasi impercettibile, quasi casuale, è un allungo di Bardet. Majka cede, e Pogacar non insegue. Ma Bardet in classifica è più vicino di Quintana, e la mossa è già a distanza ragionevole dalla fine 4-5 km, non i 10 dello scriteriato e serioso colombiano. Perché Pogacar non reagisce? È un istante, la polvere si accende, e Vingegaard scatta come un lampo, si scatena, prende il largo, vola via. Il suo passo è sconvolgente, un wattaggio mai visto a queste quote in cui l’ossigeno scarseggia e dunque pone un limite anche ai motori più potenti. Però oltre al numero di Vingegaard c’è la crisi nera di Pogacar. Piantato secco. Uno a uno, poco a poco, gli si affiancano e lo sorpassano quasi in processione pressoché tutti i rivali per una potenziale classifica generale finale. Bardet e Quintana sono già davanti, e dunque ecco Thomas, e poi Gaudu ricomparso da chissà dove, e Adam Yates che pure vagava fra gli zombie del Galibier, poco dietro arriva Lutsenko, più attardati Vlasov e Mas inframmezzati ai fuggitivi della prima ora. Pidcock invece arriva a 10 minuti, Roglic a 11… uno al km sul tremendo Granon. Salendo a 14 km/h di media dove Vingegaard sfiorava e sforava i 20.
Vingegaard ora è in giallo, con un paio di minuti (o tre) su Bardet, Pogacar, Thomas, Quintana, Yates, Gaudu. I magnifici sette, con Pogacar precipitato fra i comuni mortali. Il resto del mondo è minuti dietro. Che cos’è capitato all’invulnerabile sloveno? Covid? Crisi di fame? Eccesso di scatti? Chissà se mai lo scopriremo. Intanto domani si torna a scalare il Galibier, poi la Croix de Fer e gran finale l’Alpe d’Huez. Domani. L’Alpe d’Huez!
Gabriele Bugada

Vingegaard all'attacco sulle dure rampe del Col du Granon (Getty Images)
13-07-2022
luglio 13, 2022 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR DE FRANCE
Il danese Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) si è imposto nell’undicesima tappa, Albertville – Col du Granon (Serre Chevalier), percorrendo 151.7 Km in 4h18′02″, alla media di 35.275 Km/h. Ha preceduto di 59″ il colombiano Nairo Quintana (Team Arkéa-Samsic) e di 1′10″ il francese Romain Bardet (Team DSM). Miglior italiano Simone Velasco (Astana Qazaqstan Team), 39° a 27′16″. Vingegaard è la nuova maglia gialla con 2′16″ su Bardet e 2′22″ sullo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 27° a 33′01″
GIRO CICLISTICO DELLA VALLE D’AOSTA – MONT BLANC (Under 23)
Il britannico Mason Hollyman (Israel Cycling Academy) si è imposto nella prima tappa, circuito di Saint-Gervais Mont Blanc, percorrendo 82.4 Km in 2h13′57″, alla media di 36.909 Km/h. Ha preceduto di 52″ il francese Lenny Martinez (Groupama-FDJ Conti) e di 1′11″ l’irlandese Darren Rafferty (Hagens Berman Axeon). Miglior italiano Simone Raccani (nazionale italiana), 6° a 1′21″. Hollyman è il primo leader della classifica con 52″ su Martinez e 1′11″ su Rafferty. Miglior italiano Raccani, 6° a 1′21″.
BALOISE LADIES TOUR (Belgio)
L’olandese Ellen van Dijk (Trek-Segafredo) si è imposta nel prologo, circuito a cronometro di Utrecht, percorrendo 3.9 Km in 05′08″, alla media di 45.584 Km/h. Ha preceduto di 11″ la connazionale Lorena Wiebes (Team DSM) e di 14″ la connazionale Esmee Peperkamp (Team DSM). Miglior italiana Letizia Paternoster (Trek-Segafredo), 15° a 21″. La Van Dijk è la prima leader della classifica con 11″ sulla Wiebes e 14″ sulla Peperkamp. Miglior italiana la Paternoster, 15° a 21″
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): ALBERTVILLE – COL DU GRANON
luglio 13, 2022 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Arriva finalmente il momento delle grandi montagne. L’inossidabile (e inevitabile) accoppiata Télégraphe – Galibier sarà il corposo antipasto alla dura ascesa verso il Col du Granon, 11 Km al 9.2% che da più di 30 anni attendono il ritorno del Tour de France
Erano anni che al Tour non si vedevano due tappe di montagna di fila così dure. Nel volgere di 48 ore i corridori dovranno affrontare qualcosa come 7363 metri di dislivello complessivo distribuiti su oltre 100 Km da percorrere in salita, numeri che coniugati matematicamente forniscono come risultato una pendenza media globale del 6%. Se è vero che la fetta più consistente del dislivello e dei chilometri da percorrere in salita sarà offerta dalla tappa di domani, è anche vero che pure la frazione odierna non scherza e, anzi, è quella che offrirà le inclinazioni maggiori. Si comincerà a salire a 46 Km dal via, al momento d’inerpicarsi tra gli spettacolari Lacets de Montvernier, 17 tornanti concentrati nello spazio di 3.4 km (media dell’8.2%). Una ventina di chilometri più avanti arriverà l’inevitabile accoppiata Télégraphe (12 Km al 7.1%) – Galibier (tetto del Tour 2022 dall’alto dei suoi 2642 metri), con quest’ultimo affrontato dal versante più impegnativo, i quasi 18 Km al 6.9% della “face nord” che il 27 luglio del 1998 furono teatro della fantastica impresa di Marco Pantani nel tappone di Les Deux Alpes. Quel giorno si dovettero percorrere sotto il diluvio – un “refrigerio” che non sarà concesso quest’anno – 43 Km per andare al traguardo, un paio di chilometri in meno rispetto alla tappa del Granon, il cui finale sarà molto più impegnativo: se l’ascesa verso Les Deux Alpes non presenta pendenze particolarmente cattive, gli undici chilometri che riporteranno i corridori abbondantemente sopra quota 2000 salgono a una media del 9.2%, che ne fa la salita più ripida di questa edizione della Grande Boucle, affrontata in passato una sola volta, ben 36 anni fa. Era il 20 luglio del 1986 quando ai 2413 metri del Col du Granon s’impose in solitaria lo spagnolo Eduardo Chozas, mentre la maglia gialla passò definitivamente dalle spalle di Bernard Hinault – che quell’anno puntava al sesto Tour, impresa mai riuscita a nessuno – a quelle del suo giovane compagno di squadra Greg LeMond.

Il col du Granon e l’altimetria dell’undicesima tappa (Wikipedia)
METEO TOUR
Albertville : cielo sereno, 28.5°C (percepiti 30°C), vento debole da SW (6 km/h), umidità al 55%
Saint Jean-de-Maurienne (57.5 Km): cielo coperto, 25.7°C (percepiti 27°C), vento debole da N (5-6 km/h), umidità al 46%
Valloire (inizio salita Galibier – 88.3 Km): cielo sereno, 22.8°C, vento debole da W (6-7 km/h), umidità al 49%
Col du Galibier (GPM – 106.7 Km): poco nuvoloso, 15.8°C, vento debole da WNW (8-10 km/h), umidità al 55%
Col du Granon (Serre Chevalier) : nubi sparse, 17.4°C, vento debole da NW (9 km/h), umidità al 57%
GLI ORARI DEL TOUR
12.00: inizio diretta su Eurosport1
12.30: partenza da Albertville
12.50-12.55: traguardo volante di Aiguebelle
13.35-13.40: inizio salita Lacets de Montvernier
13.40-13.55: GPM dei Lacets de Montvernier
14.15-14.25: inizio salita Col du Télégraphe
14.45: inizio diretta su RAI2
14.45-15.00: GPM del Col du Télégraphe
14.50-15.05: inizio salita Col du Galibier
15.30-16.00: GPM del Col du Galibier
16.15-16.45: inizio salita finale
16.40-17.15: arrivo sul Col du Granon
RASSEGNA STAMPA
Manifestanti bloccano la tappa: ecco cosa è successo. Poi vince Cort Nielsen, Pogacar resta in giallo per 11″
Gazzetta dello Sport – Italia
Drama s srečnim koncem, Pogačar ostaja v rumeni majici
Delo – Slovenia
Cort efter årets første danske sejr: »Jeg var fuldstændig udkørt«
Politiken – Danimarca
Tour de France 10th stage halted after climate activists block the route
The Daily Telegraph – Regno Unito
Cort roi de l’altiport
L’Équipe – Francia
Pogacar ya conoce al enemigo
AS – Spagna
Wout van Aert over protestactie: “Goed geprobeerd, maar voor ons toch wel ambetant” – Knap eindschot levert Magnus Cort tweede Touretappe op: “Ongelofelijk! Ik bleef proberen en vandaag lukte het”
Het Nieuwsblad – Belgio
Magnus Cort Nielsen wint door protest ontsierde Tour-etappe
De Telegraaf – Paesi Bassi
Pogacar nach Zwangspause fast eingeholt
Luxemburger Wort – Lussemburgo
Nach Demo-Chaos: Kämna verpasst Gelb um elf Sekunden
Kicker – Germania
10-й этап «Тур де Франс» был прерван из-за появления на трассе экоактивистов
Sport Express – Russia
Cort Nielsen ganó la décima etapa del Tour de Francia y Pogacar sigue líder – La manifestación por el medio ambiente que paró la décima etapa del Tour de Francia
El Espectador – Colombia
Schultz pipped and Pogacar’s team takes hit on eventful day in the Alps – Injured O’Connor abandons Tour de France, sets sights on Vuelta
The Sydney Morning Herald – Australia
TOURALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo della decima tappa, Morzine – Megève
1° Caleb Ewan
2° Reinardt Janse Van Rensburg a 2′29″
3° Frederik Frison a 2′49″
4° Brent Van Moer s.t.
5° Florian Vermeersch s.t.
Miglior italiano Fabio Felline, 22° a 4′44″
Classifica generale
1° Anthony Turgis
2° Mikkel Bjerg a 12′59″
3° Marc Hirschi a 14′02″
4° Caleb Ewan a 20′01″
5° Albert Torres a 21′12″
Miglior italiano Andrea Bagioli, 16° a 38′26″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Garzelli: “Sarà un proseguo durissimo”
Rizzato: “È stato molto tranquillo per molto a lungo”
Garzelli: “La sensazione di caldo cerchi di portarla nel miglior modo”
Garzelli: “Potrebbe crearsi un gruppetto di sette-otto secondi”
Rizzato: “Si è andato a tutto velocità”
Garzelli: “Ripartire da fermo dopo otto minuto”
Televideo: “Jungels attaca sulla Croix”
Garzelli: “Lo sforzo che lo ha preceduto è stato tanto”
Televideo: “Matteo Jorgensen” (Jorgenson)
Televideo: “Urs Zimmermann” (Georg Zimmermanm, Urs ha smesso di correre 30 anni fa)
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1992
Sono passati 30 anni dall’impresa di Claudio Chiappucci al Tour del 1992. Riviviamo quell’edizione della corsa francese attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
10a TAPPA: LUSSEMBURGO – STRASBURGO (217 Km) – 15 LUGLIO 1992
CHIAPPUCCI E BUGNO, CADONO LE SPERANZE
Tour: Indurain sembra proprio inattaccabile
In volata Van Poppel 1° – Lino in giallo