QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DEL MONTE LUSSARI
maggio 27, 2023 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta da Giuseppe Saronni nel 1983)
SALA STAMPA
Italia
Giro d’Italia: capolavoro Roglic, vince la crono sul Lussari e si prende la Rosa
Gazzetta dello Sport
Belgio
Dan toch nog Primoz! Roglic wint, ondanks pech, klimtijdrit en kan morgen Giro op zijn naam schrijven
Het Nieuwsblad
Slovenia
Z Višarij sporočamo: Primož Roglič je zmagovalec Gira
Delo
Gran Bretagna
Primoz Roglic set to win Giro d’Italia after seizing lead from Geraint Thomas
The Guardian
Francia
Roglic déboulonne Thomas, top 5 pour Pinot
L’Équipe
Spagna
Roglic es leyenda
AS
Portogallo
Nem a bicicleta tirou a camisola rosa a Roglic num Giro em que Almeida é terceiro
Público
Paesi Bassi
Primoz Roglic neemt voorschot op Giro-zege door winst in spectaculaire tijdrit
De Telegraaf
Danimarca
Primoz Roglic sejrer og erobrer førertrøjen i Giroen
Politiken
Norvegia
Andreas Leknessund tangerte «norsk rekord» – slovenske Primož Roglič vant Giro d’Italia
Aftenposten
Germania
Roglic gewinnt Bergzeitfahren und steht vor Giro-Triumph
Kicker
USA
Redemption for Roglič as he closes in on Giro d’Italia title despite mechanical problem
The Washington Post
Colombia
Einer Rubio: mejor colombiano en el Giro de Italia, dramática contrarreloj
El Tiempo
DISCOGIRO
La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
14 (Jayred)
METEOGIRO
Roma (EUR): nubi sparse, 25°C (percepiti 26°C), vento moderato da SO (12 – 29 Km/h), umidità al 60%
Roma (1° passaggio – 44.4 Km): nubi sparse, 24°C (percepiti 26°C), vento moderato da S (9 – 26 Km/h), umidità al 61%
Roma (arrivo): nubi sparse, 24°C (percepiti 25°C), vento moderato da S (4 – 16 Km/h), umidità al 62%
GLI ORARI DEL GIRO
15.20: inizio diretta su Rai2 (con breve interruzione di circa 5 minuti alle 17.40 per telegiornale LIS e meteo)
15.30: inizio diretta su Eurosport
15.30: partenza dall’EUR (Roma)
17.00-17.10: primo passaggio dal traguardo di Roma
17.20-17.30: secondo passaggio dal traguardo (con traguardo volante)
17.35-17.50: terzo passaggio dal traguardo
17.55.18.15: quarto passaggio dal traguardo (con traguardo volante)
18.15-18.35: quinto passaggio dal traguardo
18.35-18.55: arrivo a Roma
STRAFALGAR SQUARE
Fabretti: “La tappa di ieri è stata vista dal 27% di share”
Petacchi: “Andrà all’arrivo con il casco a cronometro”
Petacchi: “Gicane” (Chicane)
Televideo: “Monte Lussati” (Lussari)
Bellino (RCS): “C’era tutta la Slovenia qui alla tappa”
Fabretti: “Almeido” (Almeida)
Fabretti: “Chilometri zero” (Chilometro zero)
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera
Ordine d’arrivo della ventesima tappa, cronoscalata Tarvisio – Monte Lussari
1° Jonas Iversby Hvideberg
2° Jonathan Lastra a 6″
3° Cesare Benedetti a 15″
4° Simone Consonni a 1′22″
5° Max Kanter a 1′40″
Classifica generale
1° Nicolas Dalla Valle
2° Alberto Dainese a 2′57″
3° Albert Torres a 7′16″
4° Yukiya Arashiro a 7′39″
5° Alexander Krieger a 17′59″
IL GIRO DI 40 ANNI FA
Riviviamo l’edizione 1983 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
04 giugno 1983 – 21a TAPPA: ARABBA – GORIZIA (232 Km)
OGGI SARONNI SAPRÀ FINIRE IN BELLEZZA?
La corsa rosa si conclude con la «crono» di Udine, ultima sfida di Visentini al leader
Se Visentini guadagnerà più di 10″, Beppe vincerà il Giro soltanto grazie agli abbuoni – Ieri a Gorizia scatto perentorio di Argentin – Saronni fa il Panizza

Il borgo del Monte Lussari illuminato di rosa (sport.sky.it)
ARCHIVIO QUARTIERTAPPA
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Raduno di partenza a Fossacesia Marina
1a tappa: Fossacesia Marina – Ortona (cronometro individuale)
2a tappa: Teramo – San Salvo
3a tappa: Vasto – Melfi
4a tappa: Venosa – Lago Laceno
5a tappa: Atripalda – Salerno
6a tappa: Napoli – Napoli
7a tappa: Capua – Gran Sasso d’Italia
8a tappa: Terni – Fossombrone
9a tappa: Savignano sul Rubicone – Cesena (cronometro individuale)
10a tappa: Scandiano – Viareggio
11a tappa: Camaiore – Tortona
12a tappa: Bra – Rivoli
13a tappa: Borgofranco d’Ivrea – Crans Montana
14a tappa: Sierre – Cassano Magnago
16a tappa: Seregno – Bergamo
17a tappa: Sabbio Chiese – Monte Bondone
18a tappa: Pergine Valsugana – Caorle
19a tappa: Oderzo – Val di Zoldo (Palafavera)
20a tappa: Longarone – Tre Cime di Lavaredo
ROGLIC VINCE IL GIRO COME AVEVA PERSO IL TOUR
Nella terribile cronoscalata al Monte Lussari Primoz Roglic con una prova davvero straordinaria ribalta le sorti del Giro d’Italia, infliggendo un distacco di 40 secondi al rivale gallese Thomas e andansodi a prendere la maglia rosa alla vigilia della passerella romana. Neppure un incidente meccanico su un tratto estremamente ripido riesce a fermare lo sloveno, che vince anche la tappa.
Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) era l’unico corridore tra i tre che saliranno sul podio domani a non aver avuto ancora una vera giornata di crisi, se non consideriamo la crono iniziale nella quale Remco Evenepoel (Soudal – Quick Step) aveva dato enormi distacchi a tutti.
Joao Almeida (UAE Team Emirates), come si poteva immaginare, ha patito sia sulla salita di Coi che sulle Tre Cime di Lavaredo le severe pendenze, Primoz Roglic (Jumbo-Visma) aveva sofferto un passaggio a vuoto sul Monte Bondone, riuscendo comunque a non naufragare grazie anche ad un ottimo Sepp Kuss.
Thomas ha avuto oggi la sua giornata di difficoltà che gli è costata la maglia rosa.
Una prova come quella di oggi, piuttosto breve e con una salita ripidissima, indubbiamente sorrideva più ad un corridore esplosivo come Roglic, piuttosto che ad un regolarista solido come Thomas.
Il gallese in effetti sembra aver patito le severe pendenze della salita verso il Monte Santo di Lussari, anche forse a causa del rapporto piuttosto duro che ha spinto. Ora il gallese indubbiamente non si trova a proprio agio a spingere i rapportini che sarebbero stati impensabili negli anni 90, ma su pendenze come quelle di oggi, che restano tali per molti chilometri, si rischia alla lunga di pagare.
In effetti Thomas ha accumulato la maggior parte del ritardo con il quale ha tagliato il traguardo nell’ultima parte della cronometro, visto che al secondo intermedio accusava solo una quindicina di secondi dei quaranta patiti all’arrivo.
Le scelte sono state diverse non solo nei rapporti scelti, che comunque riflettono le caratteristiche dei corridori, ma anche per esempio sulla questione casco che Thomas ha preferito cambiare al momento del cambio di bicicletta.
In quel passaggio Thomas ha impiegato circa 8 secondi in più rispetto a Roglic, ma ha iniziato la salita con soli 2 secondi di ritardo, segno che nel tratto pianeggiante Thomas è andato nel complesso un po’ meglio.
Il secondo episodio significativo è stata la posizione delle mani adottata da Roglic in un tratto in cui aveva già cambiato la bicicletta, salendo su quella da tradizionale dopo aver abbandonato quella speciale per le prove contro il tempo.
La posizione con gli avambracci sul manubrio senza le protesi da afferrare con le mani è stata vietata da qualche anno dai regolamenti UCI con una decisione che lascia abbastanza perplessi.
Ora il divieto riguarda le prove in linea e non quelle a cronometro, tuttavia appare abbastanza evidente che la ratio di questa decisione vada ricercata in ragione di maggior sicurezza.
E’ ovvio, quindi, che queste ragioni sono sussistenti ogniqualvolta si usi una bicicletta priva delle protesi che caratterizzano quelle usate nelle prove contro il tempo.
La colpa di questa situazione non è ovviamente di Roglic, che ha rispettato alla lettera la norma, bensì di chi quella norma l’ha scritta. Si tratta di una regola non solo insensata dal punto di vista del merito, ma anche di una norma scritta male.
Il terzo episodio da segnalare è l’incidente meccanico patito da Roglic, che è stato costretto a scendere dalla bicicletta e rimettere la catena perdendo almeno dieci secondi.
In quel momento il capitano del team Jumbo ha davvero corso il rischio di perdere il Giro, ma ormai la crisi per Thomas era arrivata, la pedalata era sempre più legnosa e il ritardo saliva vertiginosamente.
Negli ultimi 800 metri (ossia tra il terzo intertempo e il traguardo) Thomas ha perso 11 secondi, passando dai 29 di ritardo (che avrebbero lasciato il Giro contendibile con gli abbuoni) ai 40 definitivi, segno che il gallese non ne aveva davvero più.
Per il resto la cronometro ha confermato i valori emersi sinora e per esempio Almeida e Damiano Caruso (Bahrain – Victorious), terzo e quarto della classifica, sono arrivati terzo e quarto anche nell’ordine d’arrivo della tappa.
Dietro questi corridori ha terminato un ottimo Thibaut Pinot (Groupama – FDJ), che ha dato tutto per onorare la maglia azzurra di miglior scalatore, e successivamente si sono piazzati i migliori ultimi uomini dei primi tre della classifica Kuss, Brandon McNulty (UAE Team Emirates) e Thymen Aresman (INEOS Grenadiers), gregari di lusso che sono stati vicini ai capitani sino agli ultimissimi chilometri nelle tappe di montagna.
Ottima prova anche per Andreas Leknessund (Team DSM), che ha dimostrato, con un nono posto di tappa e un ottavo in generale, che la maglia rosa conquistata a Lago Laceno era pienamente meritata.
Per il resto, l’unica cosa che si può dire è che chi vince ha sempre ragione quindi, benché la condotta esasperatamente attendista di gara di Roglic sia criticabile e sia la stessa che gli aveva fatto perdere il Tour del 2020, ciascuno avrebbe da contrapporre a questa osservazione il dato oggettivo della vittoria. Però, se questo è vero, è anche vero che chi perde ha torto e non si può non notare che la sconfitta di Thomas è stata conseguenza di una tattica altrettanto attendista di Thomas che, ben sapendo che la prova odierna sorrideva più a Roglic che a lui, avrebbe dovuto cercare di attaccare per guadagnare secondi sul rivale, anche magari al termine della prima settimana sul Gran Sasso quando Roglic non sembrava al 100% (si parlava addirittura di covid) e sul Bondone, dove le pendenze erano certamente più adatte a Thomas.
Ora si potrebbe dire che con il senno di poi è facile parlare, tuttavia si è sempre detto che se non si prova a attaccare, neppure si capisce se un avversario sia o meno in crisi.
Tutti i big avrebbero dovuto provare i loro attacchi da più lontano per vedere se gli avversari riuscivano a rispondere, oppure se erano in crisi.
Questo porta alla riflessione oggettiva che il finale al cardiopalma indubbiamente emozionante vissuto oggi non può far dimenticare un Giro corso in maniera molto deludente dai protagonisti, nonostante offrisse un percorso ricco di occasioni per dare spettacolo.
Neppure l’ultima settimana ha modificato la situazione, con le tappe di montagna hanno visto i big muoversi solo negli ultimissimi chilometri. Nel tappone delle Tre Cime di Lavaredo hanno scollinato il Giau davvero in troppi e l’attacco dei big è partito solo a 1,6 km dalla conclusione.
In questi giorni sono tornte alla mente le parole, in questo senso profetiche, del compianto Marco Pantani. “Siamo ridotti a sprintare anche in salita”.
Proprio oggi su un quotidiano nazionale era riportata un’intervista ad un grande campione di quell’epoca, Miguel Indurain, che ha sottolineato come la tecnologia esasperata di questi anni e la mania dei corridori di portarsi dietro anche “il materasso” siano elementi che hanno fatto diventare il ciclismo meno romantico di quello spettacolare che i protagonisti di quegli anni ci offrivano.
Ora è vero che mancano i Pogacar ed i Vingegaard, ma l’Olano e il Tonkov del 96, il Gotti e il Tonkov del 97 e i protagonisti dei giri degli anni successivi non erano certo i campioni del Tour de France, ma davano spettacolo e se le davano di santa ragione sulle montagne. Il Gotti del 97 conquistò la rosa in una tappa di montagna della seconda settimana (Cervinia) come aveva fatto l’anno prima Tonkov (Pratonevoso), mentre in questa edizione nella seconda settimana i big sono arrivati al traguardo in un foltissimo gruppo di corridori sia a Crans Montana (ove pure c’era la durissima Croix de Coeur con discesa insidiosa), sia a Bergamo.
Non resta, quindi, che sperare che siano i nuovi giovani, che sembrano più inclini a dar battaglia da lontano, a riproporci un Giro che ci faccia rivivere le antiche emozioni.
Benedetto Ciccarone

Roglic punta a testa bassa verso la maglia rosa (Getty Images)
A 100 METRI DAL PARADISO
A ventiquattrore dalla conclusione ecco sfornata una delle tappe più dure dell’edizione 2023, che vede il ritorno nel percorso del Giro della cronoscalata, esercizio visto l’ultima volta sulle strade della Corsa Rosa nel 2016, quando si affrontarono contro il tempo le pendenze dell’Alpe di Siusi. Stavolta il palcoscenico della sfida tra i “reduci” del Giro sarà la strada forestale che sale con inclinazioni piuttosto aspre al paradisiaco borgo del Monte Lussari.
La strada per il paradiso non è una passeggiata e i “girini” lo proveranno sulla loro pelle al penultimo giorno della Corsa Rosa, quando gli organizzatori hanno imbastito lo spettacolare arrivo in un posto che è davvero un paradiso, il pittoresco borgo di Monte Lussari, situato quasi all’estremità nordorientale della penisola italiana e sorto attorno al santuario costruito tra il 1500 e il 1600, detto anche “dei tre popoli” perché meta di pellegrinaggi di fedeli che provengono dalle tre stirpi linguistiche della zona, quella romanza (che contempla l’italiano e il dialetto friulano), quella germanica e quella slovena. Passeggiata non sarà e non solo perché la salita che si dovrà percorrere sarà la più ripida tra le 49 previste nel tracciato del Giro 2023, ma anche perché la si affronterà a cronometro e perché non si pedalerà sul tradizionale asfalto, ma sulle lastre in cemento che sono state collocate poco mesi or sono sull’originario fondo stradale sterrato. Non tutta la tappa sarà dure pendenze e cemento perché nei primi 10 Km l’asfalto scorrerà sotto le ruote dei corridori e di salita non se ne incontrerà, se non in occasione di due sporadici tratti. Il primo è il più impegnativo, uno strappo di 400 metri al 6.5% (picco massimo del 15%) che inizierà circa 700 metri dopo la partenza e che servirà per far “sbarcare” i corridori sulla Ciclovia Alpe Adria, pista ciclabile che collega Salisburgo a Grado e che nel tratto che si percorrerà è stata realizzata riqualificando un tratto dismesso della Ferrovia Pontebbana. Sulla ciclabile si rimarrà per 5 Km e mezzo, sfiorando in questo tratto il centro di Camporosso in Valcanale, frazione di Tarvisio situata presso l’omonimo valico, il meno elevato della catena alpina (811 metri) e spartiacque tra il bacino dell’Adriatico (verso il quale scende il fiume Fella, affluente del Tagliamento) e quello del Mar Nero, in direzione del quale si riversano le acque dello Slizza, torrente che va confluire nella Drava, a sua volta affluente del celebre Danubio. Nei pressi dell’ex stazione ferroviaria di Valbruna-Lussari si uscirà dalla ciclabile per iniziare la risalita della Val Saisera, il cui nome d’origine slovena significa “dietro al lago” con riferimento ad uno scomparso bacino, svuotatosi in seguito a un devastante terremoto che colpì queste terre nel 1349. Non è, però, ancora arrivato il momento di misurarsi con pendenze particolarmente difficili e, anzi, ci sarà giusto un pesabilissimo tratto di 1.3 Km al 3% che si concluderà all’altezza del parcheggio dove saranno posizionati gli automezzi delle squadre e dove ai corridori sarà facoltativamente concesso di cambiare bicicletta, riposizionando sulle ammiraglie quelle con le ruote lenticolari che diversi corridori avranno scelto di utilizzare nella prima, scorrevole parte della cronometro. Ancora 1200 metri tranquilli e poi si saluterà l’asfalto per iniziare la scalata al Monte Lussari, ufficialmente 7.3 Km al 12.1%, con due punti nel quale la pendenza andrà a toccare un massimo del 22%. I primi 200 metri al 7% rappresenteranno uno dei tratti più umani di questa salita fortemente voluta al Giro da Enzo Cainero, il papà ciclistico dello Zoncolan e artefice delle frazioni friulane della Corsa Rosa, scomparso lo scorso 28 gennaio dopo una breve malattia e che prima di votarsi anima e corpo al ciclismo è stato calciatore (alla fine degli anni 60 militò in serie A, dove fu portiere del Varese), dirigente dell’Udinese e presidente dell’Associazione Pallacanestro Udinese, riuscendo a riportarla per qualche tempo nella serie A1. Dopo il poco impegnativo biglietto da visita iniziale la strada diretta al Lussari mostra subito i denti e nei successivi 4 Km e 700 metri la pendenza media schizza al 15.3%, con la prima delle due rampe al 22% che s’incontra subito dopo il primo chilometro d’ascesa. Superato il penultimo degli undici tornanti previsti la salita improvvisamente si acquieta e per un chilometro l’inclinazione media scende drasticamente al 3.2%, salvo una piccola fiammata di 300 metri al 9.6%. Passata questa tregua riprende la tempesta di pendenze e con 900 metri al 10.2% e la seconda rasoiata al 22% ci si porta alla Sella Prasnig, situata in corrispondenza di un trivio di sentieri dove i corridori svolteranno a sinistra in direzione della vetta del Lussari. La strada ora spiana mentre si percorrerà l’ex sentiero che funge da circonvallazione del borgo, lungo il quale si procederà per un centinaio di metri in sensibile discesa, fino ad arrivare a imboccare il breve e nuovamente ripido rettilineo d’arrivo, anch’esso lungo solo 100 metri, per arrivare alle soglie del paradiso dopo una salitaccia di puro inferno.
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Sella di Camporosso (811 metri). Valicata dal vecchio tracciato della Strada Statale 13 “Pontebbana” tra Ugovizza e Camporosso in Valcanale, è quotata 816 sull’atlante stradale del TCI. Mai affrontata come GPM, non sarà direttamente toccata dal tracciato della tappa, che percorrerà la poco distante Ciclovia Alpe Adria. Il Giro vi è transitato una sola volta, nei chilometri iniziali della tappa Cave del Predil – Vajont del Giro del 2013, vinta dal lituano Ramūnas Navardauskas. Il passaggio era previsto anche durante la tappa Kranj – Lienz del Giro del 1994, il cui percorso fu modificato all’ultimo momento a causa di una frana sul Passo del Pramollo facendo deviare la corsa da Tarvisio verso il valico doganale di Coccau.
Sella Prasnig (1715 metri). Separa il Monte Lussari dalla Cima del Cacciatore ed è valicata dalla strada forestale che sale al Lussari dalla Val Saisera, appositamente cementata per permettere l’agevole transito dei corridori. Vi giunge un sentiero che sale direttamente da Tarvisio.
Sella Monte Santo di Lussari (1735 metri). I corridori vi transiteranno 100 metri prima di giungere al traguardo.
Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

Il borgo di Monte Lussari e l’altimetria della ventesima tappa del Giro 2023 (Google Street View)
CIAK SI GIRO
La “longa manu” delle case cinematografiche è arrivata fino all’estremità nordorientale della nostra nazione, scoperta in tempi recenti dal “grande schermo”. Risalgono al 2007 le riprese de “La ragazza del lago”, film ispirato al romanzo “Lo sguardo di uno sconosciuto”, opera della scrittrice norvegese Karin Fossum ripubblicata dopo l’uscita del film con lo stesso titolo della pellicola. La trama ruota attorno alle indagini sulla morte di una giovane ragazza, rinvenuta morta sulle sponde di un lago: le riprese si svolsero prevalentemente a Moggio Udinese mentre per la scena del ritrovamento della ragazza priva di vita si scelsero le sponde del lago di Fusine Superiore, situato nel territorio municipale di Tarvisio. Nel medesimo comune si sono svolte in piccola parte le riprese di Scappo a casa, film del 2019 interpretato da Aldo Baglio, stavolta senza la compagnia dei colleghi del trio “Aldo, Giovanni e Giacomo”. Qui si ripercorrono le vicende di Michele, “viveur” che si ritrova derubato dei documenti durante una vacanza a Budapest e arrestato dalla polizia magiara dopo esser stato scambiato per un tunisino clandestino. Destinato a un campo di detenzione, con la complicità di altri detenuti si darà all’evasione e riuscirà a giungere in Slovenia, dove incapperà nella poliziotta Ursula, che lo arresterà nuovamente. Ma quale Slovenia? La stazione di polizia dove Michele viene condotto si trova in realtà in Italia, a un chilometro dal valico doganale di Fusine verso lo stato balcanico, mentre per frontiera italo-slovena è stata spacciata quella di Coccau, che si trova tra Tarvisio e l’Austria.
In collaborazione con www.davinotti.com

La scena del rinvenimento della ragazza deceduta sulle sponde del lago di Fusine Superiore nel film “La ragazza del lago (www.davinotti.com)

Il valico doganale italo-austriaco di Coccau spacciato per frontiera con la Slovenia in “Scappo a casa” (www.davinotti.com)
Le altre location dei due film citati (quelle del primo film sono su due pagine)
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/la-ragazza-del-lago/50008222/pagina/1
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/scappo-a-casa/50045676
FOTOGALLERY
Tarvisio, Piazza Unità
Camporosso in Valcanale, Ciclovia Alpe Adria
La dismessa stazione di Valbruna-Lussari
Val Saisera, i parcheggi del “pit stop” per il cambio di bicicletta
L’imbocco della strada forestale diretta al Monte Lussari

La strada forestale del Monte Lussari dopo i lavori di cementificazione (Youtube)
La cappelletta situata presso la Sella Prasnig
Il tratto (oggi cementato) che si percorrerà in leggera discesa per giungere a 100 meri dal traguardo
Il santuario di Monte Lussari
QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DELLE TRE CIME DI LAVAREDO
maggio 26, 2023 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta da Giuseppe Saronni nel 1983)
SALA STAMPA
Italia
Tre Cime di Lavaredo, Roglic (col monocorona) prende 3″ a Thomas. Almeida paga
Gazzetta dello Sport
Belgio
Vroege vluchter Buitrago wint koninginnenrit in Giro, Roglic pakt drie seconden terug op Thomas op slotklim
Het Nieuwsblad
Slovenia
Roglič se mora otresti samo še Thomasa
Delo
Gran Bretagna
Thomas stands firm against Roglic after brutal Dolomites showdown
The Guardian
Francia
Buitrago gagne l’étape reine, Roglic devant Thomas
L’Équipe
Spagna
La temible cronoescalada a Lussari dicta sentencia
AS
Portogallo
Buitagro vence etapa e João Almeida perde mais 20 segundos
Público
Paesi Bassi
Buitrago met koninginnenrit aan de haal; Roglic loopt in op Thomas
De Telegraaf
Danimarca
Klog colombianer tager Giro-sejr foran rolige favoritter og Magnus Cort
Politiken
Germania
Thomas kontert Roglics Attacke – Kämna verliert Zeit und rutscht ab
Kicker
USA
Thomas sees Giro lead cut slightly by Roglič; Buitrago wins 19th stage
The Washington Post
Colombia
¡Santiago Buitrago, espectacular victoria en la etapa reina del Giro de Italia!
El Tiempo
DISCOGIRO
La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
C’è un fiore sulle Dolomiti (Goran Bregović)
METEOGIRO
Tarvisio – ore 12: nubi sparse, 18°C, vento moderato da NE (10 – 37 Km/h), umidità al 54%
Tarvisio – ore 13: nubi sparse, 19°C, vento moderato da NE (10 – 36 Km/h), umidità al 51%
Tarvisio – ore 14: nubi sparse, 19°C, vento moderato da E (10 – 37 Km/h), umidità al 49%
Tarvisio – ore 15: cielo sereno, 20°C, vento moderato da E (9 – 35 Km/h), umidità al 47%
Tarvisio – ore 16: cielo sereno, 19°C, vento moderato da E (7 – 32 Km/h), umidità al 45%
Tarvisio – ore 17: nubi sparse, 19°C, vento moderato da E (6 – 35 Km/h), umidità al 43%
Tarvisio – ore 18: nubi sparse, 19°C, vento moderato da NE (6 – 21 Km/h), umidità al 45%
GLI ORARI DEL GIRO
11.15: inizio diretta su Eurosport
11.25: inizio diretta su RaiSport
11.30: partenza del prmo corridore da Tarvisio (da confermare)
12.15: arrivo del primo corridore sul Monte Lussari (da confermare)
14.00: inizio diretta su Rai2 (con breve interruzione di circa 5 minuti alle 17.30 per telegiornale LIS e meteo)
17.50: partenza della maglia rosa da Tarvisio
18.30: arrivo della maglia rosa sul Monte Lussari (da confermare)
STRAFALGAR SQUARE
Borgato: “Così ha vinto le Tre Cime di Lavaredo Vincenzo Nibali” (impacchettato con un nastro rosa?)
Nibali: “Il freddo è entrato nelle osse”
Petacchi: “Ha tirato parecchio chilometri”
Martini: “Thomas dovrà affrontare il podio”
Garzelli: “Ho provato la cronometro domani”
Televideo: “Il terribile tappone dolomitico sconvolge la classifica generale” (che corsa avranno visto?)
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera
Ordine d’arrivo della diciannovesima tappa, Longarone – Tre Cime di Lavaredo
1° Alberto Dainese
2° Nicolas Dalla Valle a 7″
3° Albert Torres a 47″
4° Simone Consonni s.t.
5° Fernando Gaviria s.t.
Classifica generale
1° Nicolas Dalla Valle
2° Alberto Dainese a 2′59″
3° Albert Torres a 6′25″
4° Yukiya Arashiro a 7′54″
5° Alexander Krieger a 17′21″
IL GIRO DI 40 ANNI FA
Riviviamo l’edizione 1983 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
02 giugno 1983 – 19a TAPPA: VICENZA – SELVA DI VAL GARDENA (224 Km)
SARONNI REGISTA SENZA PROBLEMI, PRIMO BECCIA
La maglia rosa ha tirato le fila della frazione di Selva in cui è crollato Contini
Il pugliese che scala i monti
03 giugno 1983 – 20a TAPPA: SELVA DI VAL GARDENA – ARABBA (169 Km
DOLOMITI, SARONNI LIMITA I DANNI
Visentini attacca, ma la Maglia rosa gli concede soltanto 29″ nella tappa di Arabba vinta per distacco da Paganessi
Domani la conclusione con la «cronometro», Beppe è ormai inattaccabile – Pesanti distacchi accusati da Panizza, Van Impe, Baronchelli, Prim – Crolla Contini a 24′ – Un campione sul Pordoi

Le Tre Cime illuminate di rosa (www.gedistatic.it)
ARCHIVIO QUARTIERTAPPA
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo
Raduno di partenza a Fossacesia Marina
1a tappa: Fossacesia Marina – Ortona (cronometro individuale)
2a tappa: Teramo – San Salvo
3a tappa: Vasto – Melfi
4a tappa: Venosa – Lago Laceno
5a tappa: Atripalda – Salerno
6a tappa: Napoli – Napoli
7a tappa: Capua – Gran Sasso d’Italia
8a tappa: Terni – Fossombrone
9a tappa: Savignano sul Rubicone – Cesena (cronometro individuale)
10a tappa: Scandiano – Viareggio
11a tappa: Camaiore – Tortona
12a tappa: Bra – Rivoli
13a tappa: Borgofranco d’Ivrea – Crans Montana
14a tappa: Sierre – Cassano Magnago
16a tappa: Seregno – Bergamo
17a tappa: Sabbio Chiese – Monte Bondone
18a tappa: Pergine Valsugana – Caorle
19a tappa: Oderzo – Val di Zoldo (Palafavera)
26-05-2023
maggio 26, 2023 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
Il colombiano Santiago Buitrago (Bahrain Victorious) si è imposto nella diciannovesima tappa, Longarone – Tre Cime di Lavaredo, percorrendo 183 Km in 5h28′07″, alla media di 33.464 Km/h. Ha preceduto di 51″ il canadese Derek Gee (Israel-Premier Tech) e di 1′46″ il danese Magnus Cort (EF Education-EasyPost). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 7° a 2′09″. Il britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) è ancora in maglia rosa con 26″ sullo sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma) e 59″ sul portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 5° a 3′51″.
BOUCLES DE LA MAYENNE – CRÉDIT MUTUEL
Lo spagnolo Oier Lazkano (Movistar Team) si è imposto nella seconda tappa, Saint-Mars-sur-Colmont – Lassay-les-Châteaux, percorrendo 185.2 Km in 4h29′07″, alla media di 41.291 Km/h. Ha preceduto di 31″ il francese Célestin Guillon (Van Rysel-Roubaix Lille Métropole) e di 32″ il danese Jacob Hindsgaul (Uno-X Pro Cycling Team). Miglior italiano Marco Tizza (Bingoal WB), 11° a 41″. Lazkano è il nuovo leader della classifica con 42″ sul portoghese Ivo Oliveira (UAE Team Emirates) e 44″ su Hindsgaul. Miglior italiano Nicolò Parisini (Q36.5 Pro Cycling Team), 15° a 53″
TOUR OF NORWAY
Il britannico Ben Tulett (INEOS Grenadiers) si è imposto nel prologo, cronometro individuale Bergen – Mount Fløyen, percorrendo 7.4 Km in 14′28″, alla media di 30.691 Km/h. Ha preceduto di 1″ lo statunitense Magnus Sheffield (INEOS Grenadiers) e di 20″ l’ungherese Attila Valter (Jumbo-Visma). Miglior italiano Lorenzo Milesi (Team DSM), 12° a 34″. Tulett è il primo leader della classifica con 1″ su Sheffield e 20″ su Valter. Miglior italiano Milesi, 12° a 34″.
ALPES ISÈRE TOUR
Il francese Clément Carisey (Charvieu-Chavagneux IC) si è imposto nella terza tappa, Saint-Exupéry – Colombier-Saugnieu, percorrendo 145.9 Km in 4h03′52″, alla media di 35.897 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Théo Thomas (VC Villefranche Beaujolais) e di 3″ il belga Jordi Warlop (Soudal Quick-Step Devo Team). Miglior italiano Miglior italiano Lorenzo Conforti (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), 10° a 3″. Carisey è il nuovo leader della classifica con 3″ sull’olandese Jordan Habets (Metec-SOLARWATT p/b Mantel) e 4″ sul ceco Michael Boros (Elkov-Kasper). Miglior italiano Conforti, 26° a 21″.
TOUR DE LA MIRABELLE
L’olandese Yoeri Havik (Netherlands Track Team) si è imposto nella prima tappa, Verdun – Pont-à-Mousson, percorrendo 160.2 Km in 3h35′09″, alla media di 44.676 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Tobias Müller (Rad-Net Osswald) e l’italiano Andrea Peron (Team Novo Nordisk). Havik è il primo leader della classifica con lo stesso tempo di Müller e Peron
GP BEIRAS E SERRA DA ESTRELA (Portogallo)
Due tappe disputate nel primo giorno di gara.
Il team spagnolo Burgos-BH si è imposto nella prima tappa, cronometro a squadre Seia – Gouveia, percorrendo 15.6 Km in 22′21″, alla media di 41.879 Km/h. Ha preceduto di 4″ il team portoghese Glassdrive Q8 Anicolor e di 5″ il team portoghese Efapel Cycling. Lo spagnolo Pelayo Sanchez (Burgos-BH) è il primo leader della classifica con lo stesso tempo dell’uruguaiano Eric Fagundez (Burgos-BH) e del connazionale Daniel Navarro (Burgos-BH). Unico italiano in gara Matteo Bertrand (XSpeed United Continental), 68° a 2′07″
Il portoghese Iuri Leitao (Caja Rural-Seguros RGA) si è imposto nella seconda tappa, Fornos de Algodres – Figueira de Castelo Rodrigo, percorrendo 123.5 Km in 3h21′13″, alla media di 36.826 Km/h.Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Xavier Cañellas (Electro Hiper Europa) e il connazionale Rafael Silva (Efapel Cycling). Bertrand 63° a 2′26″. Fagundez è il nuovo leader della classifica con lo stesso tempo degli spagnoli Pelayo Sanchez (Burgos-BH) e Ander Okamika (Burgos-BH). Bertrand 63° a 4′33″
TOUR OF ALBANIA
Il greco Polychronis Tzortzakis (nazionale greca) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Përmet – Fier, percorrendo 122 Km in 2h042′55″, alla media di 44.931 Km/h. Ha preceduto di 1″ l’azero Samir Jabrayilov (nazionale azera) e il turco Yunus Yilmaz (nazionale turca). Nessun italiano in gara. Il britannico Maximilian Stedman (Velo Schils Interbike RT) si impone in classifica con 4″ sul rumeno Cristian Raileanu (CSA Steaua Bucuresti) e 8″ su greco Periklis Ilias (nazionale greca)
TOUR OF ESTONIA
L’italiano Filippo Fortin (Maloja Pushbikers) si è imposto nella prima tappa, Tallinn – Tartu, percorrendo 192.6 Km in 4h09′35″, alla media di 46.301 Km/h. Ha preceduto di 2″ l’estone Markus Pajur (Tartu2024 Cycling Team) e di 4″ l’olandese Roy Eefting-Bloem (Maloja Pushbikers). In gara anche l’italiano Liam Bertazzo (Maloja Pushbikers), 55° a 6′43″. Fortin è il primo leader della classifica con 6″ su Pajur e 10″ su Eefting-Bloem. Bertazzo 55° a 6′50″
GRAND PRIX DU PRINCE HÉRITIER MOULAY EL HASSAN
Lo slovacco Lukas Kubis (Dukla Banská Bystrica) si è imposto nella corsa marocchina, Fez – Taza, percorrendo 120.5 Km in 2h46′20″, alla media di 43.467 Km/h. Ha preceduto allo sprint i marocchini Nasser Eddine Maatougui (Sidi Ali – Unlock Team) ed El Houcaine Sabbahi (nazionale marocchina). Nessun italiano in gara.
TOUR OF JAPAN
L’australiano Nathan Earle (JCL Team UKYO) si è imposto nella quinta tappa, Subashiri – Mount Fuji, percorrendo 11.4 Km in 40′14″, alla media di 17.001 Km/h. Ha preceduto 34″ del connazionale Benjamin Dyball (Victoire Hiroshima) e di 1′19″ del connazionale Drew Morey (KINAN Racing Team). Nessuin italiano in gara dopo il ritiro nella quarta tappa di Lorenzo Di Camillo (Sofer-Savini Due-OMZ). Earle è il nuovo leader della classifica con 47″ su Dyball e 1′07″ sul giapponese Atsushi Oka (JCL Team UKYO)
INTERNATIONALE LOTTO THÜRINGEN LADIES TOUR
La tedesca Lonneke Uneken (Team SD Worx) si è imposta nella quarta tappa, circuito di Gotha, percorrendo 133.7 Km in 3h23′50″, alla media di 39.356 Km/h. Ha preceduto allo sprint la polacca Marta Lach (Ceratizit-WNT Pro Cycling) e di 7″ la tedesca Christina Schweinberger (Fenix-Deceuninck). Miglior italiana Marta Bastianelli (UAE Team ADQ), 8° a 21″. L’olandese Mischa Bredewold (Team SD Worx) è ancora leader della classifica con 10″ sulla connazionale Lorena Wiebes (Team SD Worx) e sulla belga Lotte Kopecky (Team SD Worx). Miglior italiana la Bastianelli, 12° a 1′04″
TOUR DE FEMININ (Repubblica Ceca)
La polacca Malwina Mul (MAT ATOM Deweloper Wroclaw) si è imposta nella seconda tappa, circuito di Krásná Lípa, percorrendo 105.1 Km in 2h57′05″, alla media di 35.61 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’ucraina Olha Kulynych (Duolar – Chevalmeire) e di 53″ la danese Maja Heisel (Team Interklima ABC Copenhagen). Miglior italiana Emma Redaelli (UAE Development Team), 10° a 1′17″. La Kulynych è la nuova leader della classifica con 24″ sulla Mul e 30″ sulla polacca Dominika Wlodarczyk (MAT ATOM Deweloper Wroclaw). Miglior italiana Francesca Tommasi (Team Mendelspeck), 8° a 1′19″
RIDELONDON CLASSIQUE (Donne)
L’olandese Charlotte Kool (Team DSM) si è imposta nella prima tappa, Saffron Walden – Colchester, percorrendo 146.4 Km in 3h56′35″, alla media di 37.129 Km/h. Ha preceduto allo sprint la francese Clara Copponi (FDJ-SUEZ) e la britannica Lizzie Deignan (Trek-Segafredo). Miglior italiana Eleonora Camilla Gasparrini (UAE Team ADQ), 5°. La Kool è la prima leader della classifica con 6″ sulla Copponi e 8″ sulla Deignan. Miglior italiana la Gasparrini, 4° a 11″
ORLEN NATIONS GRAND PRIX (Polonia – Under 23)
L’italiano Francesco Busatto (nazionale italiana) si è imposto nella terza tappa, Levoča – Štrbské Pleso, percorrendo 124 Km in 3h07′48″, alla media di 39.617 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo sloveno Gal Glivar (nazionale slovena) e lo spagnolo Carlos Canal (nazionale spagnolo). Il danese Nikolaj Mengel (nazionale danese) è ancora leader della classifica con 37″ sul britannico Lukas Nerurkar (nazionale britannica) e 41″ sul portoghese António Morgado (nazionale portoghese). Miglior italiano Miglior italiano Davide Piganzoli (nazionale italiana), 5° a 51″
BUITRAGO VINCE SULLE TRE CIME. THOMAS RESTA IN MAGLIA ROSA
Anche sulle Tre Cime di Lavaredo ad avere la meglio è la fuga della prima ora con Santiago Buitrago (Team Bahrain Victorious) che dopo essersi staccato da Derek Gee (Team Israel Premier Tech), lo raggiunge e lo supera a 1 km e mezzo dall’arrivo, andando a trionfare in solitaria. Lotta serrata tra i big di classifica che avrà il suo culmine domani nella temutissima cronoscalata del Monte Lussari
Nel disegno generale del Giro 2023 non ci sono dubbi: il tappone alpino cade alla diciannovesima tappa, la Longarone – Tre Cime di Lavaredo di 183 km. Una distanza poi nemmeno troppo elevata, ma dal km 70 fino al termine sarà un su e giù continuo tra alcuni dei passi che hanno fatto la storia del ciclismo: Campolongo, Valparola, Giau, Tre Croci e infine le Tre Cime di Lavaredo, lì dove hanno brillato alcuni tra i più grandi campioni di questo sport. Oggi a giocarsi la maglia rosa saranno Geraint Thomas (Team INEOS), Primoz Rogloc (Team Jumbo Visma) e Joao Almeida (UAE Team Emirates), tutti e tre racchiusi in secondi, anche se la durissima cronoscalata do domanti del Monte Lussari potrebbe ancora lasciare spazio a qualche sorpresa. Anche la lotta per la maglia azzurra oggi sarà molto interessante visto che sono in palio moltissimi punti e Thibaut Pinot (Team Groupama FDJ) può chiudere il discorso. Da Longarone non partiva Hugh Carthy (Team EF Education EasyPost), a inizio Giro da molti pronosticato come uomo da top five. La fuga di giornata si formava prima dell’ascesa verso il primo gpm del Passo Campolongo grazie all’azione di 15 uomini: Alex Baudin, Larry Warbasse e Nicolas Prodhomme (Team AG2R Citroen), Stefano Oldani (Team Alpecin Deceuninck), Vadim Pronskiy (Team Astana Qazaqstan), Santiago Buitrago (Team Bahrain Victorious), Patrick Konrad (Team BORA Hansgrohe), Magnus Cort Nielsen (Team EF Education EasyPost), Mattia Bais (Team EOLO Kometa), Davide Gabburo (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), Derek Gee (Team Israel Premier Tech), José Joaquin Rojas e Carlos Verona (Team Movistar), Michael Hepburn (Team Jayco AlUla) e Veljko Stojnic (Team Corratec). Era Gabburo a scollinare in prima posizione sul Passo Campolongo. Nella successiva ascesa verso il Passo Valparola si staccava Stojnic e davanti restavano in 14. Gee scollinava in prima posizone sul Passo Valparola mentre il gruppo inseguiva a oltre 8 minuti di ritardo. All’inizio della scalata verso il Passo Giau il gruppo maglia rosa aveva rosicchiato qualcosa ma non sembrava voler accelerare più di tanto. La tappa dava perciò l’impressione di essere un doppione di quella di ieri, con i ciclisti in fuga in grado di giocarsi la vittoria di tappa. Sul Passo Giau Gee scollinava in prima posizione. All’inizio della scalata verso il passo Tre Croci restavano in testa alla corsa Gee, Buitrago, Cort Nielsen, Hepburn, Verona, Pronskiy e Prodhomme. Nel gruppo maglia rosa l’unico sussulto per adesso era dato dal cambio bici da parte di Roglic, a 20 km dalla conclusione. Sotto il forcing dell’INEOS Grenadiers il vantaggio della fuga diminuiva vistosamente ma i battistrada a meno di clamorosi crolli sembravano capaci di poter resistere fino alla fine. Gee scollinava in prima posizione e dopo una breve discesa il drappello dei fuggitivi iniziava l’ultima salita delle Tre Cime di Lavaredo, sette km di ascesa con pendenze quasi costantemente in doppia cifra. Sulle prime rampe della salita finale i fuggitivi iniziavano a scattarsi in faccia e Gee si avvantaggiava di qualche decina di metri. Ai meno 6 iniziava la bagarre anche tra gli uomini di classifica con Arensman e Dennis che sparavano le ultime cartucce per Thomas e Roglic. In testa Buitrago restava da solo all’inseguimento di Gee, che continuava a mantenere una cinquantina di metri di vantaggio sul colombiano della Bahrain Victorious. Buitrago raggiungeva Gee a 1 km e mezzo dall’arrivo e accelerava, distanziandolo sensibilmente in pochissimo tempo. Nel gruppo maglia rosa, Roglic rispondeva ad un attacco di Almeida e si muoveva anche Thomas. I primi tre della classifica generale restavano praticamente soli all’inseguimento di Gee, mentre Buitrago andava a trionfare a braccia alzate in cima alle Tre Cime. Gee si piazzava in seconda posizione a 51 secondi di ritardo dal colombiano mentre Cort Nielsen era terzo a 1 minuto e 46 secondi di ritardo e impediva a Roglic di conquistare i 4 secondi di abbuono, visto che lo sloveno tagliava il traguardo con lo stesso tempo del danese. Thomas chiudeva la top five a 1 minuto e 49 secondi di ritardo da Buitrago, che ottiene il primo successo stagionale ed anche la seconda vittoria al Giro, dopo quella dello scorso anno nella diciassettesima tappa da Ponte di Legno a Lavarone, anche allora al termine di una fuga. Thomas conserva la maglia rosa con 26 secondi di vantaggio su Roglic e 59 secondi di vantaggio su Almeida, mentre Damiano Caruso (Team Bahrain Victorious) sale al quarto posto ai danni di Eddie Dunbar (Team Jayco AlUla). Domani l’attesa cronometro individuale da Tarvisio al Monte Lussari metterà la parola fine al Giro 2023 per quanto riguarda la lotta per la maglia rosa. Sarà una cronometro divisa nettamente in due parti. I primi 10 km sono completamente pianeggianti e si potranno spingere alti rapporti. Gli ultimi 8 sono tutti in salita, e che salita! La pendenza media supera l’11%, con i primi 4 km e 700 addirittura al 15%. Thomas e Roglic sono attesi alla prova del nove e tra questi due nomi uscirà il vincitore del Giro 2023.
Antonio Scarfone

Santiago Buitrago vince sulle Tre Cime di Lavaredo (foto: Getty Images Sport)
TRE CIME PER SOGNAR, FANTASTICAR…
Fa a spallate con il tappone del Bondone in quanto a durezza la frazione delle Tre Cime. Se la tappa trentina propone un dislivello maggiore, quella dolomitica controbatte con una lunga successione di salite, inizialmente pedalabili – Campolongo e Valparola – e via via più dotate in pendenze. I 10 Km al 9.3% del Giau e soprattutto la verticale finale delle Tre Cime (3.2 Km all’11.7%) faranno soffrire terribilmente tutti, dalla maglia rosa giù giù fino all’ultimo elemento della classifica generale. E se il capo del Giro fosse in fase calante, come capitò a Merckx nel 1974, potrebbe inscenarsi un clamoroso ribaltone.
Eccoci di fronte alla seconda giornata dolomitica, il tappone. E trattasi di un tappone con i fiocchi (si spera solo virtuali), forte di quasi 5400 metri di dislivello e di sette salite, tre delle quali porteranno ben oltre i 2000 metri di quota. C’è di che farsi venire l’acquolina alla bocca, ricordando le due imprese che più si rammentano sulle due principali ascese di giornata, l’affondo di Egan Bernal sul Giau al Giro del 2021 e soprattutto il ribaltone all’ultimo chilometro delle Tre Cime nel 1974, quando Eddy Merckx mise sul piatto tutto l’orgoglio che aveva in corpo in un momento nel quale le energie stavano declinando e riuscì a salvare per soli 12 secondi una maglia rosa che sotto la “flamme rouge” era ufficiosamente vestita dal giovane Gianbattista Baronchelli. Sarà grande impresa anche quest’anno? Lo scopriremo sul far della sera del 26 maggio, quando sotto lo striscione d’arrivo innalzato presso il Rifugio Auronzo sarà transitato l’ultimo dei “big” partiti 183 Km prima da Longarone. Non sarà subito salita, anzi non se ne troverà proprio nei primi 50 Km, che vedranno il gruppo salpare dalle soglie del Cadore in direzione di Belluno, dove si transiterà a 13 Km dal via sfiorandone il centro storico, dove è possibile ammirare monumenti come il duomo intitolato a San Martino e le vetuste porte Rugo e Dojona. Subito si tornerà a puntare in direzione delle montagne portandosi nella valle del torrente Cordevole, il corso d’acqua più lungo tra quelli presenti nel bellunese. Prendendo dolcemente quota il gruppo s’infilerà nella gola della Tagliata di San Martino, dove durante la Grande Guerra fu distrutto dall’esercito del Regno d’Italia un preesistente complesso di fortificazioni – si voleva impedire l’avanzata austriaca – che poi sarà ristrutturato da militari tedeschi in occasione del secondo conflitto mondiale. All’uscita dalla forra i corridori saranno sulle strade di Agordo, il principale centro della valle, dove presso i rustici di Villa Crotta – De Manzoni è possibile visitare un museo dedicato agli occhiali, voluto dall’imprenditore Leonardo Del Vecchio, fondatore della principale azienda mondiale del settore, Luxottica, che ha uno dei suoi quattro stabilimenti proprio ad Agordo. Una piccola balza altimetrica anticiperà il passaggio sulle rive del lago d’Alleghe, specchio lacustre che non avremmo incontrato se ci fossimo trovati da queste parti prima dell’11 gennaio del 1771, giorno della caduta di una grossa frana dal Monte Piz che causò una cinquantina di vittime e lo sbarramento del corso del Cordevole con la conseguente formazione di un invaso. Poco più avanti si giungerà a Caprile, piccola località che rappresenta un irresistibile richiamo per i “salitomani” perché da essa si dipartono, come le cinque dita di una mano, un ventaglio di salite più o meno celebri: da una parte si va verso la Marmolada, dall’altra verso i passi Falzarego e Giau mentre le due dita minori sono quelle delle ascese di Colle Santa Lucia e della cosiddetta “Digonera”. È quest’ultima che andranno ora ad affrontare i “girini”, composta da un primo tratto di 2 Km al 7.5% e da uno successivo di 3.6 Km al 7.2% con i quali si risaliranno le prime pendici del Col di Lana, montagna dolomitica il cui nome è rimasto scritto nei libri di storia per le vicissitudini della Prima Guerra Mondiale, quando gli alpini ne minarono la vetta per poi farla saltare, provocando la morte di 150 militari austroungarici, in parte sepolti nel Sacrario Militare di Pian di Salesei, sfiorato da uno dei tornanti della “Digonera”. Sarà il biglietto da visita della prima salita ufficiale, il vicino Passo di Campolongo (4 Km al 7%), il più basso e meno impegnativo dei quattro valichi (gli altri sono Pordoi, Sella e Gardena) che costituiscono il “Sellaronda”, il circuito del gruppo dolomitico del Sella, conosciuto non solo dagli appassionati di ciclismo, ma anche dagli amati dello scialpinismo. Il “circo bianco” da queste parti è di casa e a breve, dopo il passaggio da Corvara, si transiterà ai piedi della “Gran Risa”, una delle più celebri piste dell’Alto Adige, tenuta a battesimo dallo svedese Ingemar Stenmark il 15 dicembre del 1985, giorno nel quale vi si svolse per la prima volta una gara di slalom gigante inserita nel calendario della Coppa del Mondo di sci alpino. Il gruppo, nel frattempo, si preparerà a salire per la prima volta in alta quota perché è arrivato il momento del primo “over 2000” di giornata, il Passo di Valparola, che si raggiungerà risalendo la valle di San Cassiano affrontando pendenze non particolarmente indigeste: per arrivare sino ai circa 2200 metri del valico si deve, infatti, salire per 14 Km incontrando sotto le ruote una pendenza media del 5.7%. Subito sotto lo scollinamento si raggiungerà il più celebre Passo Falzarego, dove il tracciato della tappa confluirà su quello della “Grande strada delle Dolomiti”, uno dei più spettacolari itinerari stradali delle alpi, realizzato a tappe tra il 1895 e il 1909 per collegare Bolzano e Cortina, inizialmente concepito per scopi bellici. Sfiorando in discesa gli svettanti resti del castello di Andraz, citato per la prima volta dopo l’anno 1000 e originariamente proprietà dei vescovi di Bressanone, i “girini” torneranno a pedalare in direzione della valle del Cordevole fino a giungere a circa 5 Km dalla già visitata Caprile, dove cambieranno strada per andare a intraprendere l’ultima delle salite “secondarie” della tappa, quella del Belvedere di Colle Santa Lucia, 1900 metri al 7.3% che precedono di poco il primo “babau” di giornata. È il Passo Giau, valico che ha il solo difetto di non arrivare ai 10 Km di lunghezza per l’inezia di poche centinaia di metri, ma che ha il fuoco nelle pendenze, 9.3% la media, 14% la massima. Scollinato il valico, uno dei più panoramici dell’area dolomitica, ci si lancerà verso Cortina d’Ampezzo incrociando lunga la discesa il tracciato della Muraglia di Giau, costruita tra il primo luglio e il 30 settembre del 1753 dagli abitanti di San Vito di Cadore per segnare il confine con l’Ampezzano. Attraversata la celeberrima stazione di sport invernali, che fra tre anni accoglierà alcune delle gare dell’olimpiade invernale organizzata con Milano e altre località dell’Italia settentrionale, immediatamente si riprenderà a salire, stavolta avendo come meta il Passo Tre Croci, così chiamato in ricordo di una tragedia avvenuta lassù nell’inverno del 1789, quando una madre e i suoi figli morirono assiderati durante il viaggio da Auronzo verso Cortina, dove la donna sperava di trovare un’occupazione. Pur trattandosi di un’ascesa a sé stante, i suoi 8 Km al 7.2% possono essere considerati come la prima parte della salita finale verso le Tre Cime, a sua volta anticipata dall’ascesa di 1700 metri al 6% che termina presso le sponde del Lago di Misurina. Ufficialmente l’ascesa finale misura 7.2 Km, spezzati in due ripidi tratti da una breve discesa, lungo la quale si transita dalla barriera del pedaggio (la strada è di proprietà del comune di Auronzo di Cadore). Già il primo strappo è duro (1400 metri al 10.6%), ma è nella seconda parte che la salita mostra i denti con un’inclinazione media dell’11.7% negli ultimi 3200: la “fantastica trinità” ha pendenze aguzze così come le sue spettacolari cime!
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Passo di Campolongo (1875 metri). Insellatura di pascoli aperta tra il gruppo del Sella e la catena Pralongià – Monte Cherz, è toccato dalla Strada Statale 244 “di Val Badia” tra Arabba e Corvara e costituisce il confine tra le Dolomiti occidentali e quelle orientali, mentre quello regionale non coincide con il valico, ma si trova circa un chilometro più a valle, sul versante altoatesino. È stato GPM al Giro d’Italia in 15 occasioni, la prima nel 1958 durante la tappa Levico Terme – Bolzano, vinta dall’indimenticato Ercole Baldini, quando transitò per primo il belga Jean Brankart. Lo spagnolo Rubén Plaza è stato, invece, l’ultimo ad aver iscritto il proprio nome nell’albo d’oro del Campolongo al Giro, transitandovi in testa durante la tappa Alpago – Corvara del 2007, vinta da Esteban Chaves.
Passo di Valparola (2192 metri). Aperto tra il Sasso di Stria e il Piccolo Lagazuoi e quotato 2196 sulle cartine del Giro 2023, è attraversato dalla Strada Provinciale 24 “del Passo di Valparola” tra San Cassiano e Cortina d’Ampezzo. È stato inserito sette volte nel percorso del Giro ma nello speciale albo d’oro del Valparola si contano solo 4 passaggi perché la prima volta, nel 1976, lo striscione del GPM fu anticipato al sottostante Falzarego mentre nel 1992 fu tolto all’ultimo momento dal tracciato a causa di una frana. A legare i loro nomi a questo valico sono così stati lo spagnolo Fernández Ovies nel 1977 (tappa Cortina d’Ampezzo – Pinzolo, vinta da Gianbattista Baronchelli), il francese Charly Mottet nel 1990 (tappa Dobbiaco – Passo Pordoi, vinta dal medesimo corridore), l’elvetico Fabian Wegmann nel 2004 (San Vendemiano – Falzes, vinta da Damiano Cunego), il pescarese Matteo Rabottini nel 2012 (Falzes – Cortina d’Ampezzo, vinta da Joaquim Rodríguez) e lo spagnolo Omar Fraile nel 2017 (tappa Moena – Ortisei, vinta da Tejay van Garderen).
Passo di Falzarego (2105 metri). Aperto tra il Piccolo Lagazuoi e il Nuvolau, è attraversato dall’ex Strada Statale 48 “delle Dolomiti” tra Cortina d’Ampezzo e Livinallongo del Col di Lana. È il terzo valico dolomitico per numero di passaggi del Giro (senza contare le quattro volte nel quale fu “prolungato” verso il Valparola), con 18 traguardi GPM effettuati tra il 1940, quando fu conquistato da Bartali durante la storica Pieve di Cadore – Ortisei, vinta proprio dal corridore toscano, e il 2008 dell’affermazione di Emanuele Sella nella tappa vinta dallo scalatore veneto sul vicino Passo Fedaia. Si ricordano inoltre i tre passaggi in testa di Fausto Coppi nel triennio 1946-47-48 e quello di Merckx durante la Misurina – Bassano del Grappa del 1974.
Valico di Colle Santa Lucia (1435 metri). Coincide con l’abitato di Villagrande, sede del comune sparso di Colle Santa Lucia. Vi transita l’ex Strada Statale 638 “del Passo di Giau” tra località Rucavà e Selva di Cadore. È stato 4 volte sede di GPM, rispettivamente conquistati dallo spagnolo José Manuel Fuente nel 1973 (Andalo – Auronzo di Cadore, vinta da medesimo corridore), dall’ascolano Alberto Caiumi nel 1975 (Pordenone – Alleghe, vinta da Roger De Vlaeminck), dallo spagnolo Andrés Oliva nel 1976 (Longarone – Torri del Vaiolet, vinta da Andrés Gandarias) e dallo sloveno Jure Pavlič nel 1989 (Misurina – Corvara, vinta da Flavio Giupponi). Era previsto anche nel tracciato della tappa Trento – Marmolada del 1969, annullata per maltempo. In altre occasioni, come quest’anno, era previsto il semplice passaggio senza GPM.
Passo di Giau (2233 metri). Situato ai piedi dei monti Nuvolau e Averau, è valicato dall’ex Strada Statale 638 “del Passo di Giau” tra Selva di Cadore e Cortina d’Ampezzo. Quotato 2236 sulle cartine del Giro, è già stato affrontato nove volte, a partire dall’edizione del 1973, quando fu proposto nel tracciato della citata tappa Andalo – Auronzo di Cadore, vinta dallo spagnolo Fuente, primo anche al GPM. Gli italiani a transitar per primi sul Giau sono stati il pugliese Leonardo Piepoli nel 2007 (Trento – Tre Cime di Lavaredo, vinta dallo stesso corridore), Emanuele Sella nella tappa che vinse nel 2008 sulla Marmolada, Stefano Garzelli nel 2011 (Conegliano – Gardeccia / Val di Fassa, vittoria di Mikel Nieve) e il lucano Domenico Pozzovivo nel 2012, nel finale della tappa Falzes – Cortina d’Ampezzo, vinta da Joaquim Rodríguez. L’ultimo a conquistare questa cima, infine, è stato il colombiano Egan Bernal, che al Giro 2021 sul Giau ha staccato gli avversari per poi presentarsi in solitaria sul traguardo della tappa Sacile – Cortine d’Ampezzo. Il Giau era stato inserito anche nel percorso della Silandro – Tre Cime di Lavaredo del Giro 2013, ma la salita fu tagliata a causa della neve.
Passo Tre Croci (1805 metri). Magnifico punto panoramico frequentato per gli sport invernali, vi transita l’ex Strada Statale 48 “delle Dolomiti”, tra Cortina d’Ampezzo e il bivio per Misurina. Verrà affrontato quest’anno per la decima volta dal 1966, anno nel quale il Giro lo inserì nel tracciato della Moena – Belluno, vinta da Felice Gimondi dopo che il primo corridore a transitare in testa al Tre Croci era stato il pavese Ambrogio Portalupi. Altri italiani primi in vetta a questa salita sono stati il bresciano Michele Dancelli nel 1970 (Rocca Pietore – Dobbiaco, vinta da Franco Bitossi), il trevigiano Selvino Poloni nel 1971 (Lienz – Falcade, vinta da Gimondi), il suo conterraneo Claudio Bortolotto nel 1980 (Longarone – Cles, vinta da Giuseppe Saronni), Piepoli nella pocanzi citata tappa della Tre Cime del 2007 (vinta dal medesimo corridore) e l’abruzzese Giulio Ciccone, vincitore del GPM del Tre Croci in occasione del finora ultimo passaggio del Giro, durante la tappa Tolmezzo – Sappada disputata nell’edizione 2018, conquistata dal britannico Simon Yates.
Valico di Col Sant’Angelo (1757 metri). Detto anche “Passo di Misurina”, vi transita la Strada Provinciale 49 “di Misurina” tra Misurina e Carbonin. Quotato 1756 m sull’atlante stradale TCI, si trova nei pressi del bivio per la strada a pedaggio diretta alle Tre Cime. È stato affrontato come GPM una sola volta, durante la tappa Selva di Val Gardena – Vittorio Veneto del Giro del 1985: primo in vetta fu il portoghese Rafael Acevedo, mentre a tagliare per primo il traguardo fu in una volata a due fu Roberto Pagnin, successivamente retrocesso in seconda posizione per una scorrettezza ai danni di Emanuele Bombini, decretato vincitore dalla giuria.
Sella delle Croci (1866 metri). Chiamata anche “Sella d’Antorno” e “Sella di Rinbianco”, vi transita la strada diretta alle Tre Cime nel suo tratto iniziale, quello che precede il passaggio dal casello del pedaggio.
Forcella Longéres (2320 metri). Punto terminale della strada asfaltata delle Tre Cime, vi si trova il Rifugio Auronzo. La tappa terminerà al bivio sottostante il rifugio, a quota 2304 metri.
Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

Le Tre Cime e l’altimetria della diciannovesima tappa del Giro 2023 (www.veneto.info)
CIAK SI GIRO
Due dei valichi di questa tappa sono in passato stati “immortalati” dalle macchine da presa impegnate in riprese cinematografiche e, in ordine di apparizione lungo il percorso, cominciamo dal Passo di Valparola, dove nell’inverno tra il 2002 e il 2003 fu girata una spassosa scena dalla commedia “Oggi sposi… niente sesso!”, coproduzione tra Stati Uniti e Germania che ha avuto come set anche l’incantevole Venezia (anche se non lo sarà proprio la cadente pensione nella quale alloggeranno i due neosposini protagonisti della pellicola in occasione del viaggio di nozze). La piramide del Monte Nuvolau, che domina il Passo Giau, ha invece fatto da spettacolare quinta a una delle scene dell’inseguimento al furgone postale in “Fantozzi in Paradiso”, ottavo capitolo della saga ideata da Paolo Villaggio che, fatto poco noto, in gioventù si era appassionato all’alpinismo con il fratello gemello Piero e aveva scalato più volte le pareti dolomitiche dei dintorni di Cortina, luoghi che molti anni dopo sceglierà per le riprese delle scene della vacanza “romantica” progettata dalla moglie del celebre ragioniere, che aveva scoperto che il marito aveva una sola settimana di vita, da trascorrere con l’amata signorina Silvani.
In collaborazione con www.davinotti.com

I pendii innevati del Passo di Valparola visti nel film “Oggi sposi... niente sesso!” (www.davinotti.com)

Sul Passo di Giau si gira una divertente scena di “Fantozzi in paradiso”, nella quale lo sfortunato ragioniere si “imbotta” per lanciarsi all’inseguimento della lettera scritta alla moglie Pina (www.davinotti.com)
Le altre location dei due film citati
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/oggi-sposi-niente-sesso/50007345
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/fantozzi-in-paradiso/50003248
FOTOGALLERY
Belluno, duomo di San Martino
Agordo, Villa Crotta – De Manzoni
Lago di Alleghe
Sacrario militare di Pian di Salesei
La Villa, La celebre pista da sci della Gran Risa in veste estiva
Castello di Andraz
https://media-cdn.tripadvisor.com/media/photo-s/11/2a/42/ba/vista-prospettica-sulla.jpg
Muraglia di Giau (Tripadvisor)
Cortina d’Ampezzo, basilica dei Santi Filippo e Giacomo
Lago di Misurina
QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DELLA VAL DI ZOLDO
maggio 25, 2023 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta da Giuseppe Saronni nel 1983)
SALA STAMPA
Italia
Zana trionfa in Val di Zoldo. Thomas difende la maglia rosa
Gazzetta dello Sport
Belgio
De Giro is los! Almeida kan aanvalslustige Roglic niet volgen, Italiaans kampioen Zana pakt ritzege
Het Nieuwsblad
Slovenia
Roglič dobro prestrašil rožnato majico in napredoval na drugo mesto
Delo
Gran Bretagna
Italian champion Zana earns home stage win as Thomas holds firm
The Guardian
Francia
Pinot encore deuxième, Almeida perd du temps
L’Équipe
Spagna
Este muerto está muy vivo
AS
Portogallo
Mau dia de João Almeida tira-lhe o segundo lugar do Giro
Público
Paesi Bassi
Thomas slaat aanval Roglic af, Zana troeft Pinot af voor etappezege
De Telegraaf
Danimarca
Italiensk mester tager karrierens største sejr i Giroen
Politiken
Germania
Pinot dominiert in den Dolomiten und wird trotzdem Zweiter
Kicker
USA
Thomas celebrates 37th birthday by retaining Giro lead; Roglic into 2nd
The Washington Post
Colombia
Einer Rubio: espectacular jornada y está cerca del ‘Top’ 10 del Giro
El Tiempo
DISCOGIRO
La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
The Best (Tina Turner)
METEOGIRO
Longarone : pioggia debole (0.2 mm), 22°C (percepiti 24°C), vento debole da S (6 – 25 Km/h), umidità al 65%
Caprile (traguardo volante – 64.4 Km): pioggia debole (0.4 mm), 20°C, vento debole da SE (5 – 27 Km/h), umidità al 57%
Corvara in Badia (93.4 Km): pioggia debole (0.2 mm), 18°C, vento debole da N (6 – 27 Km/h), umidità al 40%
Selva di Cadore – inizio salita Passo Giau (133.7 Km): pioggia debole (0.4 mm), 16°C, vento debole da SE (6 – 27 Km/h), umidità al 64%
Cortina d’Ampezzo (traguardo volante – 161.3 Km): pioggia debole (0.5 mm), 18°C, vento debole da SE (3 – 26 Km/h), umidità al 62%
Misurina – inizio salita finale (176.1 Km): pioggia debole (0.2 mm), 14°C, vento debole da SE (4 – 25 Km/h), umidità al 60%
GLI ORARI DEL GIRO
11.15: inizio diretta su Eurosport
11.35: inizio diretta su RaiSport
11.50: partenza da Longarone
13.15-13.25: traguardo volante di Caprile
14.00: inizio diretta su Rai2
14.00-14.15: GPM del Passo di Campolongo
14.40-15.05: GPM del Passo Valparola
15.10-15.40: inizio salita Passo Giau
15.40-16.10: GPM del Passo Giau
16.00-16.35: traguardo volante di Cortina d’Ampezzo e inizio salita Passo Tre Croci
16.20-17.05: GPM del Passo Tre Croci
16.50-17.40: arrivo alle Tre Croci di Lavaredo
STRAFALGAR SQUARE
Nibali: “La prima parte iniziale”
Petacchi: “Nibali non è mai uscito dal podio nei tre Grandi Giri che ha fatto” (ne ha corsi 27 e sul podio ci è salito 11 volte)
Borgato: “Che gamba Dario Frigo” (Marco, Dario non corre più dal 2005)
Petacchi: “La tappa è vera dura”
Borgato: “La macchina del cambio nuote”
Fabretti: “Marca Cavalli” (Marta)
Fabretti: “Ci manca l’uomo per le classifica”
Benincasa: “Roglic è andato a parlare con il pulman della Ineos”
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera
Ordine d’arrivo della diciottesima tappa, Oderzo – Val di Zoldo
1° Charlie Quarterman
2° Albert Torres a 4″
3° Fernando Gaviria s.t.
4° Nicolas Dalla Valle a 6″
5° Simone Consonni s.t.
Classifica generale
1° Nicolas Dalla Valle
2° Alberto Dainese a 3′06″
3° Albert Torres a 5′45″
4° Yukiya Arashiro a 6′25″
5° Alessandro Iacchi a 8′21″
IL GIRO DI 40 ANNI FA
Riviviamo l’edizione 1983 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
31 maggio 1983 – 18a TAPPA: SARNICO – VICENZA (178 Km)
SPRINT A VICENZA, ROSOLA FA IL TRIS MENTRE SARONNI CURA LA LUNA STORTA
Oggi secondo riposo, in attesa delle ultime montagne
La Maglia rosa stava meglio quando era antipatico, ora è in crisi per troppa popolarità – Mister Muscolo
01 giugno 1983 – GIORNO DI RIPOSO A VICENZA
SARONNI PUNTUALE, MA SOLO IN SELLA
Ancora quattro giorni, oggi tappa facile, domani Dolomiti
La Maglia rosa ieri ha mancato l’appuntamento coi giornalisti – Ma ha promesso che vincerà il tappone – Arrivo a Selva

Il Mas de Sabe in Val di Zoldo illuminato di rosa (www.dolomitireview.com)
ARCHIVIO QUARTIERTAPPA
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Raduno di partenza a Fossacesia Marina
1a tappa: Fossacesia Marina – Ortona (cronometro individuale)
2a tappa: Teramo – San Salvo
3a tappa: Vasto – Melfi
4a tappa: Venosa – Lago Laceno
5a tappa: Atripalda – Salerno
6a tappa: Napoli – Napoli
7a tappa: Capua – Gran Sasso d’Italia
8a tappa: Terni – Fossombrone
9a tappa: Savignano sul Rubicone – Cesena (cronometro individuale)
10a tappa: Scandiano – Viareggio
11a tappa: Camaiore – Tortona
12a tappa: Bra – Rivoli
13a tappa: Borgofranco d’Ivrea – Crans Montana
14a tappa: Sierre – Cassano Magnago
16a tappa: Seregno – Bergamo
17a tappa: Sabbio Chiese – Monte Bondone
18a tappa: Pergine Valsugana – Caorle
IL TRICOLORE SVENTOLA SOTTO IL PELMO: IL “BOCIA” BRUCIA IN VOLATA IL “VECIO”, SORPASSO ROGLIC-ALMEIDA
Acuto di Filippo Zana. Il 24enne veneto del Team Jayco AlUla, campione d’Italia in carica, si aggiudica la diciottesima tappa del Giro d’Italia 2013, 161 km da Oderzo alla Val di Zoldo superando allo sprint Thibaut Pinot (Groupama-FDJ). In terza posizione il francese Warren Barguil (Arkea). Primoz Roglic (Jumbo Visma) arriva assieme a Geraint Thomas (Ineos Grenadiers). Poco più indietro Joao Almeida (UAE Team Emirates) a 2’16”. Damiano Caruso (Bahrain Victorius) chiude a 2’56”. In classifica generale Thomas resta in vetta, mentre Roglic supera Almeida e si riprende la seconda posizione.
Tappa, quella odierna, caratterizzata da tante salite con caratteristiche simili, non troppo lunghe ma con pendenze molto dure. Si parte col Passo della Crosetta, ma è nel finale che i giochi si faranno più duri: prima la Forcella Cibiana (9,7 km al 7,6% con ampi tratti in doppia cifra) e poi la temibile salita verso Coi (5 km al 9,7% con la tremenda seconda metà nella quale la pendenza sfiora il 20%). Il traguardo, infine, arriverà doo un’ultima ascesa di 2,3 km al 7%.
Dopo piccoli tentativi iniziali, sono sette quelli che provano una fuga concreta: si tratta di Aurelien Paret-Peintre (AG2R), Vadim Pronskiy (Astana), Marco Frigo e Derek Gee (Israel – Premier Tech), Warren Barguil (Arkea), il campione italiano Filippo Zana (Team Jayco AlUla), Thibaut Pinot (Groupama-FDJ). Quest’ultimo, che in classifica generale è 13° a 6’48” di distacco da Thomas (oggi 37 candeline spente), transita per primo sui GPM della Crosetta e di Pieve d’Alpago. Dopo la discesa, falsopiano e nuova ascesa verso Pieve di Cadore. Con cambi regolari il gruppetto aumenta il margine nei confronti del plotone, trascinato dalla Ineos Grenadiers, arrivando ai 5’ a cinquanta km dal traguardo per poi superare i 6’ a Venas di Cadore.
Dietro non sembra ci sia molta voglia di riprendere i fuggitivi. Ai -29 Pronskiy è in difficoltà, stringe i denti e prova a resistere. Nel gruppo Primoz Roglic (Jumbo Visma) continua a mantenersi nelle retrovie: pretattica? Intanto la strada riprende a salire verso Forcella Cibiana. Pronskiy si stacca definitivamente dalla testa della corsa. Intanto il gran ritmo portato avanti da Laurens De Plus (Ineos Grenadiers) frantuma il gruppo Maglia Rosa. Pinot si porta in testa alla classifica dei migliori scalatori di questo Giro in vetta al Cibiana, dove lo svantaggio del gruppo Maglia Rosa (ora composto da 18 corridori ma che inevitabilmente si scremerà) è di circa 4’30”. Roglic pare non abbia la faccia dei giorni migliori, ma mai fidarsi: non è chiaro se ne abbia davvero per poter attaccare Thomas sull’ultima salita per rovinargli la festa di compleanno. Salendo verso Coi Pinot aumenta il forcing. A tenergli testa sono solo Zana e Gee. Si staccano prima Barguil, Paret-Peintre e Frigo e poi anche Gee. Restano in due lì davanti, Pinot ed un eroico Zana.
Dietro parte Sepp Kuss (Jumbo Visma) con Roglic e Thomas a ruota, mentre Joao Almeida (UAE Emirates) è in difficoltà senza tuttavia mollare.
Alla progressione di Roglic risponde subito un Thomas con le gambe che girano a mille. Poco dopo Kuss raggiunge i due, con Almeida che si mantiene a breve distanza.
Nel frattempo i due battistranda giungono sotto lo striscione dell’ultimo chilometro e si viaggia verso uno sprint in salita, dove il 24enne Zana si impone sul quasi 33enne Pinot, che festeggerà il compleanno il giorno dopo la tappa conclusiva del Giro.
Domani l’attesissimo tappone dolomitico: da Longarone alle Tre Cime di Lavaredo con Campolongo, Valparola, Falzarego, Giau e Tre Croci prima della mitica ascesa finale.
Vito Sansone

Sembra quasi spiccare il volo Filippo Zana sul traguardo di Palafavera (Getty Images)
25-05-2023
maggio 25, 2023 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
L’italiano Filippo Zana (Team Jayco-AlUla) si è imposto nella diciottesima tappa, Oderzo – Val di Zoldo (Palafavera), percorrendo 161 Km in 4h25′12″, alla media di 36.425 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Thibaut Pinot (Groupama-FDJ) e di 50″ il francese Warren Barguil (Team Arkéa-Samsic). Il britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) è ancora in maglia rosa con 29″ sullo sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma) e 39″ sul portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 4° a 4′11″.
BOUCLES DE LA MAYENNE – CRÉDIT MUTUEL
Il portoghese Ivo Oliveira (UAE Team Emirates) si è imposto nella prima tappa, circuito a cronometro di Laval, percorrendo 4.1 Km in 5′17″, alla media di 46.562 Km/h. Ha preceduto di 2″ il francese Axel Zingle (Cofidis) e di 3″ il francese Benoît Cosnefroy (AG2R Citroën Team). Miglior italiano Lorenzo Germani (Groupama-FDJ), 7° a 6″. Oliveira è il primo leader della classifica con 2″ su Zingle e 3″ su Cosnefroy. Miglior italiano Germani, 7° a 6″.
ALPES ISÈRE TOUR
Il francese Noa Isidore (CIC U Nantes Atlantique) si è imposto nella seconda tappa, Saint-André-le-Gaz – Four, percorrendo 144.8 Km in 3h31′15″, alla media di 41.127 Km/h. Ha preceduto allo sprint il ceco Dominik Neuman (Elkov-Kasper) e il belga Aaron Dockx (Alpecin-Deceuninck Development Team). Miglior italiano Alessio Martinelli (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), 28°. L’olandese Jordan Habets (Metec-SOLARWATT p/b Mantel) è ancora leader della classifica con 1″ sul ceco Michael Boros (Elkov-Kasper) e 8″ su Isidore. Miglior italiano Lorenzo Conforti (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), 29° a 18″.
TOUR OF ALBANIA
La quinta tappa, Valona – Përmet (180 Km), è stata annullata per maltempo. Il britannico Maximilian Stedman (Velo Schils Interbike RT) è ancora leader della classifica con 4″ sul rumeno Cristian Raileanu (CSA Steaua Bucuresti) e 8″ su greco Periklis Ilias (nazionale greca). Nessun italiano in gara
TOUR OF JAPAN
Il giapponese Atsushi Oka (JCL Team UKYO) si è imposto nella quarta tappa, circuito di Shimohisakata, percorrendo 120.9 Km in 3h06′01″, alla media di 38.962 Km/h. Ha preceduto di 5″ l’australiano Ryan Cavanagh (KINAN Racing Team) e di 7″ l’irlandese Jesse Ewart (Terengganu Polygon Cycling Team). L’unico italiano in gara, Lorenzo Di Camillo (Sofer-Savini Due-OMZ), non ha terminato la corsa. Oka è il nuovo leader della classifica con 34″ sull’elvetico Felix Stehli (EF Education-NIPPO Development Team) e 1′48″ sull’australiano Carter Bettles (Victoire Hiroshima)
INTERNATIONALE LOTTO THÜRINGEN LADIES TOUR
L’italiana Barbara Guarischi (Team SD Worx) si è imposta nella terza tappa, circuito di Schmölln, percorrendo 94.6 Km in 2h23′56″, alla media di 39.435 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Lorena Wiebes (Team SD Worx) e la spagnola Sandra Alonso (Ceratizit-WNT Pro Cycling). L’olandese Mischa Bredewold (Team SD Worx) è ancora leader della classifica con 11″ sulla Wiebes e 14″ sulla belga Lotte Kopecky (Team SD Worx). Miglior italiana la Guarischi, 15° a 55″
TOUR DE FEMININ (Repubblica Ceca)
La polacca Dominika Wlodarczyk (MAT ATOM Deweloper Wroclaw) si è imposta nella prima tappa, circuito a cronometro di Krásná Lípa, percorrendo 12.6 Km in 18′41″, alla media di 40.464 Km/h. Ha preceduto di 2″ la ceca Eliska Kvasnickova (Mix Brilon/Sportraces) e di 29″ la ceca Julia Kopecky (AG Insurance-NXTG U23 Team). Miglior italiana Francesca Tommasi (Team Mendelspeck), 8° a 44″. La Wlodarczyk è la prima leader della classifica con 2″ sulla Kvasnickova e 29″ sulla Kopecky. Miglior italiana la Tommasi, 8° a 44″.
ORLEN NATIONS GRAND PRIX (Polonia – Under 23)
Il britannico Lukas Nerurkar (nazionale britannica) si è imposto nella seconda tappa, Hatvan – Bükkszentkereszt, percorrendo 152 Km in 3h46′26″, alla media di 40.277 Km/h. Ha preceduto allo sprint il portoghese António Morgado (nazionale portoghese) e l’austriaco Alexander Hajek (nazionale austriaca). Miglior italiano Davide Piganzoli (nazionale italiana), 5° a 4″. Il danese Nikolaj Mengel (nazionale danese) è ancora leader della classifica con 47″ su Nerurkar e 51″ su Morgado. Miglior italiano Piganzoli, 5° a 1′01″