19-04-2022

aprile 19, 2023 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR OF THE ALPS

Il tedesco Lennard Kämna (BORA-hansgrohe) si è imposto nella terza tappa, Renon – Brentonico San Valentino, percorrendo 162.5 Km in 4h06′13″, alla media di 39.599 Km/h. Ha preceduto di 4″ il russo Aleksandr Vlasov (BORA-hansgrohe) e l’ecuadoriano Alexander Cepeda (EF Education-EasyPost). Miglior italiano Lorenzo Fortunato (EOLO-Kometa Cycling Team), 7° a 10″. Il britannico Tao Geoghegan Hart (INEOS Grenadiers) è ancora leader della classifica con 22″ sul connazionale Hugh Carthy (EF Education-EasyPost) e 28″ sull’australiano Jack Haig (Bahrain Victorious). Miglior italiano Fortunato, 5° a 38″

FRECCIA VALLONE

Lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) si è imposto nella classica belga, Herve – Muro di Huy, percorrendo 194.3 Km in 4h27′53″, alla media di 43.52 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Mattias Skjelmose Jensen (Trek-Segafredo) e lo apagnolo Mikel Landa (Bahrain Victorious). Miglior italiano Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), 5° a 3″.

FRECCIA VALLONE FEMMINILE

L’olandese Demi Vollering (Team SD Worx) si è imposta nella classica belga, Huy – Muro di Huy, percorrendo 127.3 Km in 3h29′25″, alla media di 36.473 Km/h. Ha preceduto di 5″ la tedesca Liane Lippert (Movistar Team) e di 7″ l’italiana Gaia Realini (Trek-Segafredo)

BELGRADO – BANJA LUKA

Il polacco Bartosz Rudyk (Voster ATS Team) si è imposto nella prima tappa, Belgrado – Bijeljina, percorrendo 140 Km in 3h18′45″, alla media di 42.264 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Lorenzo Conforti (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè) e Attilio Viviani (Team Corratec). Rudyk è il primo leader della classifica con 4″ su Conforti e 6″ su Viviani

POGACAR SEMPRE PIU’ ALIENO. SUA ANCHE LA FRECCIA VALLONE

aprile 19, 2023 by Redazione  
Filed under 6) FRECCIA VALLONE, News

Con una progressione fulminante a circa 150 metri dall’arrivo, Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), conquista la sua prima Freccia Vallone demolendo la resistenza degli avversari e confermando di essere uno dei più forti ciclisti in circolazione. Mattias Skjelmose Jensen (Team Trek Segafredo) è secondo e primo degli umani. Buon quinto posto per il compagno di squadra Giulio Ciccone, primo italiano al traguardo

La Freccia Vallone propone ancora un percorso esplosivo, con tre passaggi sul Muro de Huy, simbolo di questa corsa. Alla partenza è assente Dylan Teuns (Team Israel Premier Tech), vincitore lo scorso anno. E, nonostante fosse iscritto, non prende il via neanche Benoit Cosnefroy (AG2R Citroen), la cui forma lascia a desiderare. La fuga di giornata, partita dopo una quindicina di km, vedeva protagonisti otto ciclisti, ovvero Daryl Impey (Team Israel Premier Tech), Lawrence Naesen (Team AG2R Citroen), Georg Zimmermann (Team Intermarchè Circus Wanty), Jakob Hindsgaul (Uno-X Pro Cycling Team), Soren Kragh Anderson (Team Alpecin Deceuninck), Raul Garcia Pierna (Team Kern Pharma), Johan Meens (Team Bingoal WB) e Jetse Bol (Team Burgos BH). Le squadre maggiormente impegnati nell’inseguimento sono state l’UAE Team Emirates ed il Team INEOS Grenadiers. La fuga ha raggiunto un vantaggio massimo di 3 minuti e 50 secondi intorno al km 60 salvo poi scendere progressivamente. A circa metà del percorso facevano capolino in testa al gruppo anche uomini della Jumbo Visma e dell’EF Education EasyPost. Il primo nome caldo ad alzare bandiera bianca era David Gaudu (Team Groupama FDJ), quando veniva scalato per la prima volta il Mur de Huy. Il francese metteva addirittura il piede a terra e si ritirava, quando mancavano 75 alla conclusione. Il primo fuggitivo a rialzarsi e ad essere ripreso dal gruppo inseguitore era Naesen. La fuga perdeva altri pezzi nei successivi 30 km ed a 47 km dalla conclusione restavano in testa alla corsa soltanto Zimmermann e Kragh Andersen, che scollinavano sul secondo Mur de Huy con un vantaggio risicato sul gruppo inseguitore dove adesso faceva la voce grossa l’UAE Team Emirates. A 35 km dall’arrivo Samuele Battistella (Team Astana Qazaqstan) e Louis Vervaeke (Team Soudal Quick Step) raggiungevano la testa della corsa. A 21 km dall’arrivo una caduta nel gruppo metteva fuori gioco, tra gli altri, Neilson Powless (Team EF Education EasyPost) e Jesus Herrada (Team Cofidis). Vervaeke restava da solo in testa alla corsa a poco meno di 7 km dalla conclusione. Il gruppo riprendeva il ciclista belga poco prima del passaggio sotto lo striscione dell’ultimo km, quando i big erano già tutti davanti per dare tutto sulle pendenze in doppia cifra. Era Michael Woods (Team Israel Premier Tech) il primo ad allungare a circa 400 km dalla conclusione ma alla sua ruota restava attaccato, apparentemente senza difficoltà, Tadej Pogacag (UAE Team Emirates), che superava sullo slancio il ciclista canadese con un’imperiosa accelerazione. Lo sloveno andava a vincere precedendo sul traguardo un ottimo Mattias Skjelmose Jensen (Team Trek Segafredo), secondo e primo degli umani. Terzo a 3 secondi di ritardo era Mikel Landa (Team Bahrain Victorious) mentre chiudevano la top five Woods in quarta posizione e Giulio Ciccone (Team Trek Segafredo) in quinta posizione. Non ci sono più parole per descrivere Tadej Pogacar, probabilmente all’apice o quantomeno ad uno degli apici della sua carriera, avendo già vinto nel 2023 sei delle otto corse (tra corse di un giorno e corse a tappe) a cui ha partecipato. E non finisce qui, visto che il fenomeno sloveno è atteso domenica ad un’altre prova di forza alla Liegi-Bastogne-Liegi, dove si scontrerà con un certo Remco Evenepoel.

Antonio Scarfone

Tadej Pogacar vince la Freccia Vallone 2023 (foto: Getty Images Sport)

Tadej Pogacar vince la Freccia Vallone 2023 (foto: Getty Images Sport)

LA LEGGE DI TAO GEOGHEGAN HART, BIS AL TOUR OF THE ALPS

aprile 19, 2023 by Redazione  
Filed under News

Seconda vittoria consecutiva per Tao Geoghegan Hart (Ineos) al Tour of the Alps 2023, il britannico rafforza il primato in classifica generarle protetto da una squadra perfetta con un ultimo uomo, Pavel Sivakov, capace di chiudere sugli attacchi nel finale. Al secondo posto si piazza Jack Haig al terzo il compagno di squadra Santiago Buitrago della (Bahrain-Victorious). Fuori dai giochi invece Felix Gall (Ag2r Citröen) per una scivolata nell’ultima curva.

Anche quest’oggi la fuga si forma nei primissimi chilometri di corsa, infatti poco dopo cinque chilometri a prendere il largo è Simon Carr (EF Education – EasyPost) su cui si portano Moran Vermeulen (Austria) e Marti Marquez (Equipo Kern Pharma). Il terzetto sembra poter andare via di comune accordo ma una foratura per Marquez fa si che la fuga resti di soli due uomini. Qualche chilometro dopo provano ad uscire dal gruppo anche Sergio Samitier (Movistar) e Sebastian Schonberger (Austria) i due restano in avanscoperta senza però riuscire a portarsi sulla testa della corsa che detiene un vantaggio di circa 3’. I contrattaccanti vengono ripresi da un terzo tentativo promosso da Txomin Juaristi (Euskaltel – Euskadi). I tre immediati inseguitori riescono questa volta a portarsi sui fuggitivi, il gruppo resta dietro a 2’ con 65 Km di corsa percorsi. A circa metà tappa dopo aver scollinato il Passo del Brennero i cinque al comando, in discesa, riescono a guadagnare un minuto sul gruppo che, tirato dagli Ineos, non rischia più di tanto nella lunga discesa. Discorso che cambia sulla salita di Velturno, la fuga perde pedine ed in testa rimangono Carr, Samitier e Schonberge, dietro il gruppo si porta a 2’:40” riassorbendo intanto Juaristi e Vermeulen. Verso la successiva salita di Barbiano i tre iniziano a faticare tanto che ad alzare bandiera bianca è Schonberger, il più in palla sembra essere Carr ed infatti grazie ad un allungo si toglie da ruota Samitier e resta così da solo al comando. Al GPM Carr transita con 1:15” sul gruppo in netta rimonta, in pianura grazie ad un sontuoso Thymen Arensaman (Ineos Grenadiers) il gruppo recupera ancora arrivando ai piedi dell’ultima salita di giornata con soli 30” da recuperare. Sorti segnate per Carr ripreso a poco più di 7 Km dall’arrivo. Il copione è lo stesso di ieri, andatura folle degli Ineos per non far scattare nessuno e portare il capitano nella miglior condizione e posizione in vista dell’ultimo chilometro. E così Laurens de Plus ancora in testa a fare l’andatura proprio come nella prima tappa, la situazione non sta bene a Santiago Buitrago (Bahrain-Victorious) che con grande coraggio prova un allungo in faccia alla corazzata Ineos. Immediata è la reazione di Sivakov che si riporta sotto il colombiano nel falsopiano subito dopo il GPM. Il ritmo di Sivakoc fa male tanto che in testa restano in pochissimi, il gruppetto dei migliori è formato da Geoghegan Hart, Sivakov, Felix Gall (Ag2r Citroën), Hugh Carthy (EF Education-EasyPost), Ivan Sosa (Movistar), Buitrago, Lorenzo Fortunato (Eolo-Kometa) e Jefferson Cepeda (EF Education-EasyPost). Il grande assente è Aleksandr Vlasov e la sua Bora-hansgrohe. Il gruppetto dei nove arriva a giocarsi la vittoria di tappa all’ultimo chilometro che tira all’insù, nell’ultima curva Gall cade, senza conseguenze, esce bene, invece, Geoghegan Hart che tutto solo va a vincere sulla coppia Haig e Buitrago della (Bahrain-Victorious), quarto Siavakov nonostante il grande lavoro nel finale, quinto Lorenzo Fortunato (Eolo-Kometa). In classifica generale Geoghegan Hart si porta a 18” su Felix Gall (Ag2r Citroën), accreditato allo stesso tempo per via della neutralizzazione nei chilometri conclusivi, segue in terza posizione Buitrago (Bahrain-Victorious) a 22”. Domani tappa regina del Tour of the Alps 2023 con arrivo in salita a San Valentino, ascesa di 15,4 Km con media al 7,4%, vedremo se qualcuno riuscirà a scalfire gli Ineos ed mettere in difficoltà Tao Geoghegan Hart.

Antonio SCarfone

Tao Geoghegan Hart seconda vittoria al Tour of the Alps 2023 (Image credit: Getty Images)

Tao Geoghegan Hart seconda vittoria al Tour of the Alps 2023 (Image credit: Getty Images)

18-04-2023

aprile 18, 2023 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR OF THE ALPS

Il britannico Tao Geoghegan Hart (INEOS Grenadiers) si è imposto anche nella seconda tappa, Reith im Alpbachtal – Renon, percorrendo 165.2 Km in 3h57′42″, alla media di 41.7 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Jack Haig (Bahrain Victorious) e di 2″ il colombiano Santiago Buitrago (Bahrain Victorious). Miglior italiano Lorenzo Fortunato (EOLO-Kometa Cycling Team), 5° a 2″. Geoghegan Hart è ancora leader della classifica con 18″ sull’austriaco Felix Gall (AG2R Citroën Team) e 22″ sul connazionale Hugh Carthy (EF Education-EasyPost). Miglior italiano Fortunato, 8° a 32″

TAO GEOGHEGAN HART E LA INEOS METTONO SUBITO LE COSE IN CHIARO AL AL TOUR OF THE ALPS

aprile 17, 2023 by Redazione  
Filed under News

Tao Geoghegan Hart conquista in solitaria la prima tappa con arrivo in salita al Tour of the Alps 2023 dopo che la Ineos lo ha pilotato al meglio nel finale di tappa, al secondo posto chiude Felix Gall (Ag2r Citröen) riuscendo a precedere Hugh Carthy (EF Education-EasyPost) tutto solo al comando della corsa fino all’imbocco della salita conclusiva. Nel gruppo dei migliori si piazza, per gli italiani, Lorenzo Fortunato (Eolo-Kometa) in settima posizione.

Tappa esigente in apertura al Tour of the Alps 2023 con arrivo in salita che chiama subito allo scoperto gli uomini di classifica andando a definire le gerarchie in ogni squadra al via. Si parte subito forte con un drappello di sei uomini che riescono a portare via la fuga buona, i loro nomi sono: Andrea Garosio (Eolo-Kometa), Kinfe Hailemichael (Caja Rural), Alex Martin (Eolo-Kometa), Valentin Paret-Peintre (Ag2R), Sergio Samitier (Movistar) e Moran Vermeulen (Selezione Austria). Per loro vantaggio massimo di 3′, con il gruppo tirato da Ineos Grenadiers e Bora-hansgrohe, vantaggio che resterà invariato fino ai piedi della prima asperità di giornata, la salita verso Brandenberg dove al GPM scollina per primo Paret-Peintre; il gruppo inizia a rosicchiare secondi preziosi transitando a 2’. Tra la successiva discesa e la seconda salita il gruppo aumenta la velocità e così si porta a solo un minuto dalla testa della corsa, al GPM di Alpbach il vantaggio dei sei scende sotto il minuto per poi annullarsi a 17 Km dal traguardo. Resta da affrontare l’ultimo GMP il più ostico con pendenze in doppia cifra, ciò che resta del gruppo è tirato da Laurens De Plus con tutta la Ineos Grenadiers in blocco in testa, ritmo importante tanto che a farne le spese è proprio un Ineos, Thymen Arensman. Il lavoro di De Plus screma ulteriormente il gruppo ridotto ad una ventina di uomini, ad 1,5 Km dal GPM il primo attacco è piazzato da è Jack Haig (Bahrain-Victorious), l’australiano riesce subito a guadagnare una cinquantina di metri, da dietro esce anche Jefferson Cepeda (EF Education-EasyPost) che in un amen si porta sotto Haig e lo passa restando da solo al comando della corsa scollinando per primo, nel gruppo è Pavel Sivakov (Inoes Grenadiers) a tirare. In discesa Haig riesce ad agganciare Cepada e grazie ad una maggiore abilità di guida della bicicletta tra i tornanti tecnici riesce ad avvantaggiarsi, per lui 26” di vantaggio al termine della discesa. Dietro c’è anche Geraint Thomas ad aiutare Sivakov (Ineos Grenadiers) che con un grande lavoro riescono a guadagnare secondi preziosi su Haig distante solo 15” con la strada che nei cinque chilometri conclusivi torna a salire verso il traguardo. Nell’ultimo chilometro, quello con la pendenza più dura, Haig va in sofferenza, da dietro allunga sia Felix Gall (Ag2r Citröen) sia Hugh Carthy (EF Education-EasyPost) seguiti un attimo dopo da Geoghegan Hart la pedalata del britannico è più efficiente e si toglie così tutti di ruota andando a prendersi il traguardo di Alpbach a braccia alzate concretizzando un magistrale lavoro di squadra, Ineos faro della corsa mette subito le cose in chiaro piazzando Hart al comando della classifica generale, seguono Felix Gall a 6”, Hugh Carthy a 10”, poi tre uomini a 16” e sono Iván Ramiro Sosa (Movistar), Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe) e Pavel Sivakov (Ineos), Lorenzo Fortunato (Eolo-Kometa) e Lennard Kamna (Bora-hansgrohe) a 20”, Santiago Buitrago (Bahrain-Victorious) nono a 22” chiude la top dieci Jack Haig (Bahrain-Victorious) a 24”. Domani seconda tappa con arrivo a Renon e la scalata al Monte di Mezzo GPM di seconda categoria posto a 4 chilometri dal traguardo.

Antonio Scarfone

Tao Geoghegan Hart esulta sul traguardo di Alpbach (Credit Images: Tim de Waele/Getty Images)

Tao Geoghegan Hart esulta sul traguardo di Alpbach (Credit Images: Tim de Waele/Getty Images)

17-04-2023

aprile 17, 2023 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR OF THE ALPS

Il britannico Tao Geoghegan Hart (INEOS Grenadiers) si è imposto nella prima tappa, Rattenberg – Alpbach, percorrendo 127.5 Km in 3h18′00″, alla media di 38.636 Km/h. Ha preceduto di 2″ l’austriaco Felix Gall (AG2R Citroën Team) e di 4″ il connazionale Hugh Carthy (EF Education-EasyPost). Miglior italiano Lorenzo Fortunato (EOLO-Kometa Cycling Team), 7° a 10″. Geoghegan Hart è il primo leader della classifica con 6″ su Gall e 10″ su Carthy. Miglior italiano Fortunato, 7° a 20″

RESTREPO FA SUO IL GIRO DELLA CITTÀ METROPOLITANA DI REGGIO CALABRIA

aprile 17, 2023 by Redazione  
Filed under News

Successo del colombiano che regala alla GW Shimano Sidermec di Gianni Savio il primo successo di questo 2023. Sul podio salgono Tivani e Maestri.

A Reggio Calabria il porta colori della GW Shimano Sidermec Jhonatan Restrepo si è imposto in una volata ristretta di undici elementi, un successo che ha permeso al colombiano di iscrivere il suo nome nell’albo d’oro della corsa calabrese, ritornata in calendario dopo 11 anni di assenza.
Il gruppetto di undici elementi che si è giocato la competizione si era creato nelle fasi finali, dopo aver scollinato il Monte Sant’Elia. Fino a quel punto la corsa era stata tenuta chiusa dagli uomini della Eolo-Kometa, reduci dal buon Giro di Sicilia di Vincenzo Albanese.
La presenza nel gruppetto in testa alla corsa di corridori a proprio agio nello sprint fa si che prima di arrivare al traguardo ci siano stati i tentativi di Valerio Conti (Corratec) ed Alessandro Tonelli (Green Project), seguiti poi da quello di Filippo Magli (Green Project). Per loro non c’è stata fortuna. Il gruppetto si è così presentato compatto a giocarsi la corsa in volata, dove ha primeggiato il colombiano davanti a German Nicolás Tivani (Corratec) e Mirco Maestri (Eolo-Kometa). Quarto Felix Engelhardt del Team Jayco-AlUla, unica formazione WT al via, quinto Bart Lemmen (Human Powered Health).
Prima che si formasse il gruppetto che ha animato le fasi finali del Giro della Città Metropolitana di Reggio Calabria, la corsa è vissuta sullo stretto controllo della Eolo-Kometa, che ha messo il guinzaglio a tutti i tentativi di fuga. Da segnalare che questo gran lavoro aveva fatto spezzare il gruppo in due tronconi salendo verso il primo GPM di giornata.

Mario Prato

La vittoria di Restrepo a Reggio Calabria (www.strettoweb.com)

La vittoria di Restrepo a Reggio Calabria (www.strettoweb.com)

TOUR DU DOUBS, VINCE HERRADA DAVANTI A PINOT

aprile 16, 2023 by Redazione  
Filed under News

Jesus Herrada vince la classica francese davanti a Thibaut Pinot e Nans Peters

Nuovo giorno di classiche nell’est della Francia, stesse condizioni meteo variabili e incerte a giocare un ruolo non di secondo piano sulla corsa. La fuga del giorno evade dopo pochi chilometri, un gruppetto abbastanza folto composto da Nicolas Debeaumarché (St. Michel-Mavic-Auber 93), Gianni Marchand (Tarteletto-Isorex), Angel Madrazo (Burgos-BH), Dawit Yemane, Vinzent Dorn (Bike Aid), Andreas Stokbro Nielsen (Leopard TOGT), James Fouché (Bolton Equities-Black Spoke), Aaron van Poucke (Team Flanders), Clément Alleno (Burgos-BH) e Joan Bou (Euskaltel-Euskadi), ai quali dopo un non semplicissimo inseguimento si aggiungono anche Viggo Moore (Rappresentativa Usa) e Charlie Quarterman (Corratec). Il gruppo lascia fare mandando i battistrada ad un vantaggio massimo di quasi cinque minuti, sotto il vigile controllo della Groupama – FDJ.
Con il passare dei chilometri il ritmo da dietro si alza progressivamente, con la diretta conseguenza di vedere il margine sempre più ridotto man mano che la bandiera a scacchi si fa più vicina. Ai piedi dell’ultima asperità di giornata il ritardo del gruppo è sotto il minuto, e davanti parte la bagarre fra gli attaccanti per provare ad avvantaggiarsi ed allungare le speranze di vittoria.
Quando dietro però attaccano Joris Delbove (St-Michel-Mavic-Auber 93) e Xabier Azparren (Euskaltel-Euskadi) per la fuga del mattino non c’è più niente da fare, con gli ultimi ex battistrada raggiunti e sopravanzati dalla nuova coppia di testa. Il più pimpante davanti è Azparren, il quale tiene botta anche al rientro e rilancio da dietro di Yael Joalland (CIC U Nantes Atlantique), mentre Delbove perde le ruote e resta a mezzo fra la nuova coppia al comando e il resto del gruppo, che comunque è incombente a meno di 10″ di distanza.
Ai -3 un allungo della Cofidis per il capitano Guillaume Martin ricompatta la testa della corsa: è proprio il capitano della formazione francese a sferzare poco dopo un allungo, seguito a ruota da Thibaut Pinot (Groupama – FDJ). La coppia francese tuttavia non riesce a fare il vuoto alle loro spalle, e da dietro poco prima del rush finale rientra un nutrito gruppetto di corridori per giocarsi la volatina a ranghi ristretti per la vittoria, in una nebbia fitta calata sulla corsa.
Fra questi il più lesto è Jesus Herrada (Cofidis), che beffa Pinot ancora una volta piazzato e battuto nelle fasi conclusive. Chiude il podio Nans Peters (AG2R Citroen).

Lorenzo Alessandri

Jesus Herrada vince nella nebbia francese di Doubs. Photo Credit: Agence Zoom / Fabien Boukla

Jesus Herrada vince nella nebbia francese di Doubs. Photo Credit: Agence Zoom / Fabien Boukla

AMSTEL 2023: LE PAGELLE

aprile 16, 2023 by Redazione  
Filed under 5) AMSTEL GOLD RACE, Approfondimenti

TADEJ POGACAR: Con una superiorità netta rispetto a tutti gli altri ciclisti, il fuoriclasse sloveno della UAE-Team Emirates si è aggiudicato la 57ª edizione della classica che si corre nel Limburgo. Vittoria ottenuta con un capolavoro assoluto correndo sempre da protagonista, attaccando quando e come ha voluto. Non ha mai sofferto nessun attacco da parte dei suoi avversari e ha dimostrato ancora una volta, per coloro che ancora non lo avessero capito, di essere in grado di vincere allo stesso modo e con la medesima facilità i Grandi Giri e le corse da un giorno. VOTO 10 E LODE

BEN HEALY: L’irlandese è la sorpresa di giornata, il secondo posto rende onore a questa giovane promessa della Ef Education-EasyPost che nel 2023 sta sfoggiando ottime prestazioni. Grande tenacia quando rientra su Pogacar e Pidcock, non si risparmia e prova con coraggio a rientrare sullo sloveno quando prende il largo. VOTO 7,5

THOMAS PIDCOCK: È l’ultimo ad arrendersi al nuovo cannibale Pogacar. Pidcock prova a tenergli la ruota ad ogni costo facendo qualche fuorigiri di troppo. Paga lo sforzo scoppiando negli ultimi chilometri e perdendo terreno anche da Healy. VOTO: 6,5

ALEXEY LUTSENKO e ANDREAS KRON: I due corridori si fanno trovare pronti ai primi attacchi di Pogacar, resistono finché possono per poi ritrovarsi da soli all’inseguimento del terzetto Pogacar-Healy-Pidcock. Il loro inseguimento è stoico, non tanto per il risultato ma per aver collaborato per tantissimi chilometri nonostante i continui litigi e insulti scambiati. VOTO 6,5

ANDREA BAGIOLI: Arriva sesto a oltre tre minuti da Pogacar. In una corsa tra umani avrebbe potuto tentare l’assalto a un risultato più prestigioso, ma ha trovato sulla sua strada un extraterrestre. VOTO 6

MICHAL KWIATKOWSKI: Lui l’Amstel l’ha già vinta e prova a vendere cara la pelle. Sulle salite il passo non è quello dei giorni migliori e i rivali sono troppo forti. VOTO 5,5

NEILSON POWLESS: il corridore statunitense si fa trovare impreparato quando i big attaccano e spezzano la corsa. Una volta attardato viene anche coinvolto in una caduta che lo mette definitivamente fuori dai giochi. VOTO 5

Luigi Giglio

POGACAR PIGLIATUTTO: L’AMSTEL E’ SUA E PUNTA AL TRIS ALLE ARDENNE

aprile 16, 2023 by Redazione  
Filed under 5) AMSTEL GOLD RACE, News

Tadej Pogacar ha vinto l’Amstel Gold Race con un attacco partito a 90 Km dall’arrivo insieme ad un gruppo di 16 uomini che ha sgretolato un po’ per volta sino a rimanere da solo ai meno 27. In realtà non c’è stata storia, senza Van der Poel e Van Aert: la superiorità dello sloveno è stata netta anche nei confronti di Pidcock,l che pure aveva fatto una impresa proprio in stile Pogacar alla Strade Bianche.

Niente da fare: disco rosso per tutti.
Gli aggettivi per definire Tadej Pogacar si sono ormai esauriti e quindi tanto vale definirlo semplicemente per quello che è: un fuoriclasse. Quando punta ad una corsa non ce n’è per nessuno, con qualche rarissima eccezione, come ad esempio la Sanremo, con la quale ha ancora un conto aperto e che vuole vincere nonostante non sia affatto adatta alla sue caratteristiche.
Pogacar ha dichiarato di voler disputare tutte e tre le corse delle Ardenne (Amstel, Freccia e Liegi) per vincerle nello stesso anno e realizzare così uno storico tris.
La cosa, a quanto pare, è iniziata nel migliore dei modi, visto che lo sloveno oggi ne ha fatta una delle sue.
Non appena il gruppo ha ripreso la fuga del mattino, quando mancavano ancora 90 Km allo striscione del traguardo, è nato un tentativo con sedici uomini di primo piano nel quale il capitano UAE si è inserito senza farsi pregare.
Le manovre di inseguimento, forse non organizzate al meglio, non hanno avuto esito ma lo sloveno non si è limitato ad inserirsi nella fuga ed a dare il suo contributo. Invece, ha piazzato accelerate su ogni collina, assottigliando sempre di più il drappello fino a rimanere con i soli Thomas Pidcock (INEOS Grenadiers) e Ben Healy (EF Education-EasyPost) che sono stati messi in croce e staccati perentoriamente sul Keutenberg.
Da lì, un assolo di 30 chilometri come tanti ne abbiamo visti sinora, il vantaggio che sale inesorabilmente poco alla volta grazie a un ritmo regolare ma molto elevato, che dietro non riescono proprio a tenere. I vari gruppi formatisi al suo inseguimento hanno continuato a perdere e al traguardo i distacchi sono stati abissali. Solo un ottimo Healy ha tentato di reagire intorno ai -13, attaccando a testa bassa Pidcock, che ha dovuto cedere e ha rischiato di perdere il podio. Con l’attacco Haely ha recuperato una quindicina di secondi sino a portarsi a 20 dal battistrada ma, quando Pogacar ha visto assottigliarsi il gap ha aumentato il ritmo e il vantaggio ha ripreso a lievitare fino a quando l’irlandese ha un po’ pagato lo sforzo e si è arreso, tagliando comunque il traguardo con un braccio alzato per festeggiare quello che è per lui è comunque un gran risultato.
In un simile quadro la cronaca della corsa diventa un elemento quasi relativo.
La fuga, partita nei primi chilometri, è formata da Alessandro Fedeli (Q36.5 Pro Cycling Team), Leon Heinschke (Team DSM), Tobias Ludvigsson (Q36.5 Pro Cycling Team), Martin Urianstad (Uno-X), Mathias Vacek (Trek – Segafredo), Ward Vanhoof (Team Flanders – Baloise) e Mattéo Vercher (TotalEnergies). Il vantaggio massimo di questi uomini arriverà a toccare i 4 minuti e mezzo per poi ridursi fino ad essere annullato intorno ai 100 Km dalla conclusione.
A questo punto, è già il momento decisivo, attaccano Pogacar, Healy, Pidcock, Gianni Veermersch (Alpecin), Kévin Geniets (Groupama – FDJ), Christopher Juul-Jensen (Team Jayco – AlUla), Andreas Kron (Lotto Dstny), Arjen Livyns (Lotto Dstny), Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team), Quentin Pacher (Groupama – FDJ), Magnus Sheffield (INEOS Grenadiers), Matteo Sobrero (Team Jayco – AlUla), Tosh Van Der Sande (Jumbo-Visma), Axel Zingle (Cofidis), Lars van den Berg (Groupama – FDJ) e Stan Van Tricht (Soudal – QuickStep).
Sono presenti molti uomini rappresentativi di diverse squadre e quindi in gruppo sono poche le formazioni che si incaricano dell’inseguimento; lo scarso coordinamento tra loro non aiuta.
Pogacar parla spesso via radio con l’ammiraglia che in un primo tempo non riesce ad avvicinarsi, finché sul Kruisberg raggiunge il capitano che cambia la bicicletta.
Su questa salita attaccano Andrea Bagioli (Soudal-QuickStep), Jai Hindley (Bora-hansgrohe), Tiesj Benoot (Jumbo-Visma) e Alexander Kamp (Tudor Pro Cycling), che rispondono a una accelerazione di Matteo Trentin (UAE Team Emirates) e Ide Schelling (BORA – hansgrohe), che vengono ripresi e staccati. Sul quartetto di contrattaccanti si riportano pure Mattias Skjelmose Jensen (Trek – Segafredo) e Maxim Van Gils (Lotto Dstny). Il drappello arriva sino a 15 secondi dalla testa della corsa, ma sull’Eyserbosweg Pogacar fa il diavolo a quattro e solo Pidcock resiste, mentre Healy si riporta sulla coppia in un secondo momento, gestendosi molto bene. Invece, Lutsenko e Kron non riescono a seguire l’irlandese.
Questa battaglia taglia fuori dai giochi il gruppetto di Bagioli, che continua a perdere terreno.
Sul Keutenberg Pogacar piazza il colpo del knock out, staccando senza pietà Pidcock e Healy. In un primo tempo Pidcock rimane da solo all’inseguimento ma successivamente Healy si riporta su di lui ed ai -13 riuscirà anche a staccarlo.
Healy taglia il traguardo con un distacco di 38 secondi mentre Pidcock, molto provato nel finale, ha rischiato di perdere il podio venendo praticamente raggiunto dalla coppia Kron – Lutsenko, giunta con un ritardo di oltre 2 minuti.
A oltre 3 minuti il gruppo di Bagioli, regolato in volata proprio dall’italiano.
Forse gli inseguimenti non sono stati organizzati bene ed è mancata la collaborazione tra le squadre, ma è anche vero che quando va via un gruppo con quei componenti il rischio che almeno qualcuno vada all’arrivo è molto alto, per cui quelli che puntano alla vittoria devono inserirsi (cosa che Pogacar ha dimostrato di aver capito). Semmai il problema sta nel fatto che la moderna cultura del ciclismo fa considerare scriteriato un tentativo che parte da così lontano. Da quando, però, sono comparsi sulla scena atleti come Mathieu van der Poel, Wout Van Aert e Pogacar questi schemi mentali devono cambiare, perché questi corridori hanno dimostrato di essere capaci di tirare fuori il coniglio dal cilindro in ogni gara. Ovviamente per potersi inserire nei vari tentativi non basta solo la lettura tattica, ma servono anche le gambe che indubbiamente fanno la differenza.
L’impresa di oggi, con l’attacco partito a 90 Km dal traguardo, dimostra che non è affatto vero quel che da più parti si va dicendo, ossia che si dovrebbero ridurre i chilometraggi dei tracciati per avere più spettacolo. Simili assurde tesi sono portate avanti soprattutto dalle televisioni, che puntano a far adattare gli sport alle loro esigenze e ai loro tempi. E’ invece importante lottare in ogni modo contro questa insana sottocultura affaristica che fa dello sport un prodotto economico. Occorre resistere per difendere la bellezza, il fascino, la vera emozione e il valore sportivo della tradizione ciclistica.
Dopo la grande impresa di oggi, si attende Pogacar mercoledì alla Freccia Vallone, secondo atto delle Ardenne che lo sloveno intende conquistare.
Si tratta di una corsa ancor più antica ed iconica dell’Amstel, tuttavia l’aver posto l’arrivo sul durissimo muro di Huy ha portato spesso a una corsa decisa all’ultimo chilometro, senza particolari sussulti nei chilometri precedenti. Visto, però, il modo di correre del fuoriclasse sloveno gli appassionati sono legittimati ad aspettarsi lo spettacolo che una corsa di tradizione come la Freccia Vallone merita.

Benedetto Ciccarone

Il decisivo attacco di Pogacar sulle strade del Limburgo (Getty Images)

Il decisivo attacco di Pogacar sulle strade del Limburgo (Getty Images)

« Pagina precedentePagina successiva »