17-04-2025

aprile 17, 2025 by Redazione  
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GIRO D’ABRUZZO

Il colombiano Edison Alejandro Callejas (Petrolike) si è imposto nella terza tappa, San Demetrio ne’ Vestini – Roccaraso (Aremogna), percorrendo 160 Km in 4h10′53″, alla media di 38.265 Km/h. Ha preceduto di 40″ il tedesco Georg Zimmermann (Intermarché – Wanty) e di 46″ lo spagnolo David De la Cruz (Q36.5 Pro Cycling Team). Miglior italiano Filippo Fiorelli (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), 7° a 1′46″. Zimmermann è il nuovo leader della classifica con 11″ su De la Cruz e 18″ sullo spagnolo Pablo Torres (UAE Team Emirates – XRG). Miglior italiano Fiorelli, 6° a 53″.

TOUR DU LOIR-ET-CHER

Il tedesco Silas Koech (Team Lotto Kern-Haus PSD Bank) si è imposto nella seconda tappa, Montlivault – Mont-près-Chambord, percorrendo 139 Km in 2h47′58″, alla media di 49.653 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Tim Marsman (VolkerWessels Cycling Team) e il francese Axel Habert (Team Atria – Montluçon Cyclisme). Nessun italiano in gara. Il danese Niklas Larsen (BHS – PL Beton Bornholm) è ancora leader della classifica con 45″ sul francese Louis Hardouin (Guidon Chalettois) e 46″ su Koech

EDISON CALLEJAS SANTOS ACCENDE LA LUCE A ROCCARASO. GEORG ZIMMERMANN IPOTECA LA VITTORIA DEL GIRO D’ABRUZZO

aprile 17, 2025 by Redazione  
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In una tappa dalle difficili condizioni meteo, Edison Callejas Santos (Team Petrolike) approfitta delle marcature tra i big di classifica e sull’ultima salita verso il traguardo di Roccaraso sferra l’attacco decisivo che gli consente di ottenere la prima vittoria tra i pro. Georg Zimmermann (Team Intermarchè Wanty) è secondo ma balza al primo posto della classifica generale

La terza tappa del Giro d’Abruzzo da San Demetrio ne’ Vestini a Roccaraso è lunga 160 km ed è quella che può scavare più di tutte significative differenze nelle classifica generale, ancora abbastanza corta. I tre gpm da affrontare sono tutti oltre i 10 km di lunghezza e chi vuole vincere – tappa e classifica finale – uscirà sicuramente allo scoperto. Filippo Fiorelli (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), attuale leader ma non proprio scalatore sopraffino, dovrebbe patire le pendenze e cedere la maglia BiancoVerdeBlu. La fuga di giornata si formava sulle prime rampre del primo gpm di Forca Caruro. Erano in cinque ad evadere dal gruppo ovvero Kiaan Watts (Team Israel Premier Tech Academy), Ben Granger (Team Mg.K Vis Costruzioni e Ambiente), Federico Guzzo (Team S.C. Padovani Polo Cherry Bank), Rune Herregodts (UAE Team Emirates – XRG) e Martin Marcellusi (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Guzzo scollinava per primo sul predetto gpm posto al km 44.8. Herregodts si aggiudicava il traguardo volante di Gioia dei Marsi posto al km 73.2. Guzzo transitava in prima posizione anche sul gpm di Gioia Vecchio posto al km 87.8. Nel lungo tratto interlocutorio che portava ai piedi della salita finale verso Roccaraso il gruppo inseguitore manteneva le distanze rispetto ai cinque battistrada. Guzzo si rialzava a 27 km dalla conclusione e restavano così in quattro a mantenere la testa della corsa. All’inizio della salita finale verso Roccaraso i fuggitivi avavano ancora 2 minuti di vantaggio sul gruppo. A 10 km dalla conclusione sotto una pioggia insistente restavano al comando Granger ed Herregodts ai quali dopo un paio di km si affiancava Edison Callejas Santos (Team Petrolike). Il ciclista colombiano restava da solo in testa alla corsa mentre al suo inseguimento si portavano Georg Zimmermann (Team Intermarchè Wanty), David De La Cruz (Team Q36.5 Pro Cycling), Pablo Torres (UAE Team Emirates XRG) e Mathys Rondel (Tudor Pro Cycling Team). Nell’ultimo km, il più difficile della salita finale con pendenze costantemente in doppia cifra, Callejas Santos dava tutto andando a vincere in solitaria con 40 secondi di vantaggio su Zimmermann e 47 secondi di vantaggio su De La Cruz. Torres era quarto davanti a Rondel a 40 secondi di ritardo da Callejas Santos mentre i migliori ciclisti italiani all’arrivo chiudevano la top five dalla settima all’ottava posizione con Filippo Fiorelli (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), Alessandro Covi (UAE Team Emirates XRG), Luca Cretti (Team MBH Bank Ballan CSB) ed Alessandro Fancello (JCL Team UKYO). Per Callejas Santos è la prima vittoria tra i pro mentre in classifica generale Zimmermann è il nuovo leader con 11 secondi di vantaggio su De La Cruz e 18 secondi di vantaggio su Torres. Domani è in programma la quarta ed ultima tappa da Corropoli a Isola del Gran Sasso, con il doppio GPM di Sparazzano che non dovrebbe stravolgere più di tanto una tappa favorevole ai velocisti, al termine dela quale Zimmermann potrà cogliere la prima vittoria di una corsa a tappe della sua carriera.

Antonio Scarfone

Edison Callejas Santos vince a Roccaraso (Eurosport)

Edison Callejas Santos vince a Roccaraso (Eurosport)

RONDE VAN LIMBURG, VITTORIA DI MILAN FRETIN

aprile 16, 2025 by Redazione  
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L’edizione 2025 del Giro del Limburgo come da copione termina in volata. Il favorito numero uno è l’eritreo Girmay, che spreca un sacco di energie con un tentativo di fuga nel finale e non ha più frecce al suo arco al momento dello sprint finale: la volta premia così il corridore di casa Milan Fretin

La Ronde van Limburg (o Giro del Limburgo, come viene chiamata la parte orientale delle Fiandre), è una delle molte corse in linea che si disputano nel nord dell’Europa in questa stagione e che, pur non essendo fra le più prestigiose, ha comunque più di un secolo di vita e un discreto albo d’oro, nel quale spiccano i nomi di molti passisti-velocisti fra i quali vanno ricordati quelli di Rik Van Steenbergen, Peter Post, Frans Verbeeck ed Eric Vanderaerden. In tempi più recenti la corsa è stata vinta da Mathieu van der Poel per due volte, all’inizio della sua carriera su strada, e una volta anche da Wout Van Aert; nessun italiano l’ha mai vinta, col solo Simone Consonni, oggi assente, che per due volte è arrivato alle spalle del vincitore. In questa edizione il campo dei partecipanti non è stato eccelso e un solo nome di spicco si segnalava tra i partenti, quello del forte velocista eritreo Biniam Girmay (Intermarché – Wanty), capace di vincere negli ultimi anni la classifica a punti del Tour e anche una Gand-Wevelgem. Nel probabile caso di un arrivo in volata sarà da tener d’occhio anche il nostro Matteo Moschetti (Q36.5 Pro Cycling Team), terzo una settimana fa in una corsa dalle caratteristiche analoghe, la Scheldeprijs. Assente, invece, il vincitore della scorsa edizione, il velocista olandese Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla).
Si parte alle 13.15 da Hasselt, capoluogo del Limburgo, per arrivare nella città di Tongeren dopo 178,6 chilometri. In realtà le due città distano solo 19 chilometri, ma il percorso farà dapprima un ampio giro a est di Tongeren, dove incontrerà un circuito di 16 chilometri da ripetersi due volte, caratterizzato un tratto in pavé di 500 metri e da un “muretto” (il Kelberg) di 600 metri con pendenza del 3,5%; successivamente si entrerà in un circuito disegnato a ovest della località sede d’arrivo, questo di 38 chilometri da percorrersi tre volte, che presenta le difficoltà maggiori: i “muretti” del Kolmontberg (500 metri al 4%) e dello Zammelenberg (900 metri al 3%) e due tratti in pavé da circa 1 chilometro e mezzo ciascuno. I chilometri totali di pavé non raggiungono i dieci e i “muretti” presentano pendenze davvero irrisorie, per cui l’arrivo in volata pare molto probabile: l’ultima volta che questa corsa ha visto un arrivo in solitaria è stato dieci anni fa, con la vittoria del belga Björn Leukemans.
Il tempo non è dei migliori: piove e ci sono 11 gradi. Ci vogliono quasi 30 chilometri perché inizi la fuga di giornata, della quale fanno parte sei corridori di secondo piano e tra questi c’è l’italiano Filippo Ridolfo (Team Novo Nordisk). Il vantaggio di questo gruppetto sale rapidamente sino a sfiorare i 4 minuti e non succede nient’altro sino all’abbandono di uno dei fuggitivi, l’olandese Michiel van Vliet (Metec – SOLARWATT p/b Mantel), che avviene nel corso del primo dei tre giri conclusivi. A due giri dall’arrivo il gruppetto mantiene un vantaggio di due minuti e mezzo sul plotone inseguitore, dal quale escono diversi corridori approfittando dei “muretti” e dei tratti in pavé, senza mai riuscire a riportarsi sui fuggitivi. All’inizio dell’ultimo giro il gruppo ha ancora 40 secondi di ritardo; dopo qualche chilometro il nostro Ridolfo si arrende e viene riassorbito dal gruppo, dove gli uomini di Girmay si sono messi a fare l’andatura. La convinzione non è eccessiva e spesso il gruppo si allarga a ventaglio: questo consente ai fuggitivi, che hanno continuato a perdere pezzi strada facendo e sono rimasti in tre, di resistere a lungo. A metà del giro, quando sta per iniziare il primo degli ultimi due tratti di pavé, hanno ancora 20 secondi di vantaggio. Proprio questo tratto di pavé gli è fatale e alla sua uscita il gruppo si presenta nuovamente compatto. Nella foga dell’inseguimento l’olandese Tibor Del Grosso (Alpecin – Deceuninck), che era stato fra i più attivi alla testa del gruppo, riesce a prendere alcuni secondi di vantaggio: dietro si guardano un po’ troppo, col risultato che Del Grosso entra nell’ultimo tatto di pavé, oltretutto in leggera salita, con una quindicina di secondi di vantaggio; ma l’olandese, passista alto e pesante, rallenta inesorabilmente e al momento di ritornare sull’asfalto viene raggiunto da altri quattro corridori, fra i quali il grande favorito Girmay. Mancano solo 9 chilometri all’arrivo, ma i cinque in fuga non collaborano e non riescono a distanziare il gruppo, se non di pochi secondi. A 6 chilometri dal traguardo il loro tentativo ha termine; parte subito in contropiede il belga Gianni Marchand (Tarteletto – Isorex), ma anche il suo tentativo si esaurisce dopo un chilometro. Non succede più nulla sino all’arrivo, quando è proprio il nostro Moschetti a lanciare la volata, ma nei tempi sbagliati: alle sue spalle sbuca il belga Milan Fretin (Cofidis), che va a vincere la corsa più importante della carriera (nel suo non nutrito palmares ci sono solo altre quattro corse di scarsa importanza) seguito dai connazionali Simon Dehairs (Alpecin – Deceuninck) e Milan Menten (Lotto). Moschetti è quinto; Girmay solo 17esimo pagando forse il fatto di aver sprecato troppe energie nel tentativo di fuga degli ultimi chilometri. Corsa nel complesso senza molti acuti e il cui vincitore difficilmente farà carriera, anche perché i Van der Poel e i Van Aert non nascono tutti i giorni.

Andrea Carta

Milan Fretin vince ledizione 2025 del Giro del Limburgo (foto Cor Vos)

Milan Fretin vince l'edizione 2025 del Giro del Limburgo (foto Cor Vos)

16-04-2025

aprile 16, 2025 by Redazione  
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RONDE VAN LIMBURG

Il belga Milan Fretin (Cofidis) si è imposto nella corsa belga, Hasselt – Tongeren, percorrendo 178.6 Km in 3h57′50″, alla media di 45.057 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Simon Dehairs (Alpecin – Deceuninck) e Milan Menten (Lotto). Miglior italiano Matteo Moschetti (Q36.5 Pro Cycling Team), 5°.

GIRO D’ABRUZZO

Il portoghese Ivo Oliveira (UAE Team Emirates – XRG) si è imposto nella seconda tappa, Tocco da Casauria Penne, percorrendo 138 Km in 3h21′19″, alla media di 41.129 Km/h. Ha preceduto di 4″ l’italiano Filippo Fiorelli (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) e il tedesco Marco Brenner (Tudor Pro Cycling Team). Fiorelli è il nuovo leader della classifica con 2″ sull’italiano Alessandro Covi (UAE Team Emirates – XRG) e 8″ su Brenner

TOUR DU LOIR-ET-CHER

Il danese Niklas Larsen (BHS – PL Beton Bornholm) si è imposto nella prima tappa, Blois – Valencisse, percorrendo 153 Km in 3h23′47″, alla media di 45.048 Km/h. Ha preceduto di 41″ il francese Louis Hardouin (Guidon Chalettois) e di 43″ l’olandese Jochem Kerckhaert (BEAT Cycling Club). Nessun italiano in gara. Larsen è il primo leader della classifica con 45″ su Hardouin e 49″ su Kerckhaert

IVO OLIVEIRA VINCE A PENNE E AGGIUNGE UN ALTRO MATTONE ALLO STRAPOTERE DELL’UAE TEAM EMIRATES

aprile 16, 2025 by Redazione  
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Nella seconda tappa del Giro dell’Abruzzo Ivo Oliveira (UAE Team Emirates) sceglie il momento giusto per attaccare sulla salita finale di Penne e coglie l’ennesima vittoria stagionale per la formazione emiratina. Filippo Fiorelli (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) è il nuovo leader della classifica generale

La seconda tappa del Giro dell’Abruzzo da Tocco da Casauria a Penne è lunga 138 km e rispetto alla prima tappa aumentano i metri di dislivello e soprattutto i gpm da affrontare, ovvero tre: la Forcella di Acciano, la Forca di Penne e Penne, quest’ultimo posto sulla linea del traguardo. Alessandro Covi (UAE Team Emirates XRG) dovrà difendere la maglia di leader della classifica generale. Il primo attacco concreto per formare la fuga di giornata era portato da sei ciclisti dopo una trentina di km dalla partenza: Filippo Agostinacchio (Team Biesse – Carrera – Premac), Tommaso Bosio(Team General Store – Essegibi – F.Lli Curia), Matthew Kingston (Team Mg.K Vis Costruzioni e Ambiente), Matteo Zurlo (Team S.C. Padovani Polo Cherry Bank), Alexandre BAlmer (Team Solution Tech – Vini Fantini) e Luca Paletti (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Ma il gruppo reagiva annullando questo tentativo. Dopo circa cinque km ci riprovavano Simone Petilli (Team Intermarchè Wanty) e Samuele Zoccarato (Team Polti VisitMalta). Questa volta il gruppo lasciava fare e i due battistrada aumentavano il loro vantaggio. Zoccarato scollinava in prima posizione sul primo gpm di Forcella di Acciano posto al km 42.5. All’inizio del secondo gpm di Forca di Penne la coppia di testa aveva poco più di un minuto di vantaggio sul gruppo inseguitore tirato dagli uomini dell’UAE Team Emirates XRG. Petilli vinceva il traguardo volante di Ofena posto al km 89.1, dopo dichè si rialzava e veniva ripreso dal gruppo in forte rimonta. Zoccarato riusciva a transitare in prima posizione sul gpm di Forca di Penne posto al km 98. Il gruppo tornava compatto a 15 km dalla conclusione. Ivo Oliveira (UAE Team Emirates XRG) scattava a poco meno di 2 km dalla conclusione e sfruttando le sue buone doti di passista si avvantaggiava sul gruppo inseguitore. Il portoghese riusciva a mantenere la testa della corsa fino al traguardo che tagliava in prima posizione con 4 secondi di vantaggio sul gruppo inseguitore regolato da Filippo Fiorelli (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Terzo era Marco Brenner (Tudor Pro Cycling Team) mentre chiudevano la top five Alessandro Covi (UAE Team Emirates XRG) in quarta posizione e George Bennett (Team Israel Premier Tech) in quinta posizione. Per Oliveira è la prima vittoria stagionale ed anche lui contribuisce all’ennesima vittoria dell’UAE Team Emirates XRG, sulla buona strada per superare il record di vittorie del 2024. Grazie all’abbuono ottenuto al traguardo, sommato anche a quello di ieri, Fiorelli è il nuovo leader della classifica generale con 2 secondi di vantaggio su Covi e 8 secondi di vantaggio su Brenner. Domani la terza tappa da San Demetrio ne’ Vestini a Roccaraso di 160 km sarà decisiva per le sorti della classifica generale. Sono tre i gpm in programma di cui due hors categorie. L’ultimo, in particolare, seppur presenti alcuni tratti in pianura e in discesa, è lungo oltre 16 km e saranno gli scalatori a fare la voce grossa. Considerando che i primi 31 ciclisti in classifica generale sono racchiusi in 49 secondi ne vedremo sicuramente delle belle.

Antonio Scarfone

Ivo Oliveira vince a Penne (Eurosport)

Ivo Oliveira vince a Penne (Eurosport)

15-04-2025

aprile 15, 2025 by Redazione  
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GIRO D’ABRUZZO

L’italiano Alessandro Covi (UAE Team Emirates – XRG) si è imposto nella prima tappa, Scerni – Crecchio, percorrendo 151 Km in 3h34′10″, alla media di 42.304 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Filippo Fiorelli (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) e Alessandro Fancellu (JCL Team UKYO). Covi è il primo leader della classifica con 4″ su Fiorelli e 6″ su Fancellu

COVI SI RIVEDE A CRECCHIO. TAPPA E MAGLIA PER IL CICLISTA LOMBARDO AL GIRO D’ABRUZZO

aprile 15, 2025 by Redazione  
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Dopo tre anni di anonimato e, probabilmente, di gregariato in una delle squadre più vincenti degli ultimi anni, Alessandro Covi (UAE Team Emirates XRG) torna alla ribalta nella prima tappa del Giro d’Abruzzo, mostrando quelle qualità che lo avevano messo in luce in precedenza. Il ciclista lombardo vince con autorità a Crecchio ed è il primo leader del Giro d’Abruzzo 2025

Il Giro d’Abruzzo 2025 si compone di quattro tappe in linea complessivamente omogenee, in cui la tendenza alle salite è abbastanza elevata. Già la prima tappa da Scerni a Crecchio di 151 km, pur avendo un solo gpm categorizzato, presenta diversi saliscendi ed anche il finale con l’ultimo km in costante ascesa può già scremare il gruppo rivelando i ciclisti che possono dire la loro in classifica generale. La fuga di giornata vedeva protagonisti tre ciclisti ovvero Cristian Remelli (Team General Store – Essegibi – F.lli Curia), Diego Bracalente (Team MBH Bank Ballan CSB) e Matteo Zurlo (Team S.C. Padovani Polo Cherry Bank). Zurlo scollinava in prima posizione sul gpm di Bocca di Valle posto al km 69.3. A 66 km dalla conclusione Remelli era vittima di una caduta e non rientrava più sulla testa della corsa, mentre la coppia Bracalente – Zurlo continuava nella propria azione anche se il gruppo aveva iniziato a fare sul serio. A tirare erano in particolar modo il Team Q36.5 Pro Cycling, il Team Intermarchè Wanty ed il Team Israel Pro Cycling. Bracalente vinceva il traguardo volante di Ripa Teatina posto al km 102.5. Il gruppo riprendeva i fuggitivi a 33 km dalla conclusione. Era l’UAE Team Emirates a fare l’andatura. Sotto l’impulso di Ludovico Crescioli (Team Polti VisitMalta), si avvantaggiava un drappello di otto ciclisti formato anche da Louis Meintjes (Team Intermarchè Wanty), Luca Cretti (Team MBH Bank Ballan CSB), Damien Howson ed Harm Vanhoucke (Q36.5 Pro Cycling Team), Martin Marcellusi (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), Alessandro Tonelli (Team Polti VisitMalta) ed Ivo Oliveira (UAE Team Emirates XRG). A 13 km dalla conclusione il vantaggio del drappello di testa sul primo gruppo inseguitore era di 26 secondi. Gli attaccanti venivano infine ripresi a poco meno di 7 km dalla conclusione. Era ancora una volta l’UAE Team Emirates a dettare il ritmo nei km finali. Nell’ultimo km in costante ascesa, anche con punte che arrivavano al 9%, Alessando Covi (UAE Team Emirates) trovava il momento giusto per la stoccata vincente ed andava a vincere davanti a Filippo Fiorelli (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) ed Alessandro Fancellu (Team JCL Team UKYO). Completavano la top five George Bennett (Team Israel Pro Cycling) in quarta posizione e Marco Brenner (Team Tudor Pro Cycling) in quinta posizione. Covi torna alla vittoria dopo tre anni visto che ad alzare le braccia sul traguardo l’ultima volta fu nella ventesima tappa del Giro d’Italia 2022. Il ciclista di Borgomanero è anche primo in classifica generale con 4 secondi di vantaggio su Fiorelli e 6 secondi di vantaggio su Fancellu. Domani è in programma la seconda tappa da Tocco da Casauria a Penne di 138 km, in cui le difficoltà aumenteranno visto che sono presenti tre gpm, l’ultimo dei quali coincide con la linea d’arrivo. Covi può rafforzare il primo posto in classifica generale in una tappa ancora favorevole alle sue caratteristiche.

Antonio Scarfone

Alessandro Covi vince a Crecchio (www.ilgirodabruzzo.it)

Alessandro Covi vince a Crecchio (www.ilgirodabruzzo.it)

PARIGI-ROUBAIX 2025: LE PAGELLE

aprile 14, 2025 by Redazione  
Filed under 4) PARIGI - ROUBAIX, Approfondimenti

Le pagelle della Parigi – Roubaix. Van der Poel e Pogacar i più forti, il resto si arrabatta come può. Ganna sfortunato, rimpianti per Pedersen, Van Aert si salva col mestiere, sorpresa Rutsch.

MATHIEU VAN DER POEL. Il campione olandese non si smentisce e vince da favorito, sul suo terreno, la terza Parigi – Roubaix consecutiva eguagliando Lapize e Moser. A un certo punto si mette anche a disposizione del compagno di squadra Philipsen, ma quando fiuta il pericolo – leggasi Pogacar – accelera alla sua maniera e va vincere un solitaria. VOTO: 9.5

TADEJ POGACAR. Alla sua prima Parigi – Roubaix il fenomeno sloveno tiene botta per tre quarti di corsa fino alla decisiva accelerazione di Van der Poel a circa 30 km dalla conclusione. E dire che è stato proprio lui ad aprire le danze attaccando nella Foresta di Arenberg. Lo rivedremo all’opera sul pavè e sarà un’altro spettacolo. VOTO: 9

MADS PEDERSEN. Ennesimo podio stagionale per l’ex campione del mondo, che sembrava avesse la gamba davvero buona ma una foratura a una cinquantina di chilometri dall’arrivo lo ha tagliato fuori dal discorso vittoria. Bravo comunque a non arrendersi e a conquistare un meritato terzo posto. VOTO: 9

WOUT VAN AERT. La gamba non è delle migliori e si vede. Resta spesso coperto nella pancia del gruppo o addirittura nelle retrovie, ma alla fine riesce a sopravvivere nel gruppo dietro i due “mostri”. Raccoglie una top five che comunque fa morale in vista della Freccia del Brabante e dell’Amstel Gold Race, suoi prossimi impegni. VOTO: 8.5

FLORIAN VERMEERSCH. Sfrutta le sue qualità da biker e ottiene il suo secondo miglior risultato in carriera alla Parigi – Roubaix (nel 2021 si era piazzato secondo alle spalle di Colbrelli). VOTO: 8

JONAS RUTSCH. Il titolo di Carneade della Roubaix 2025 va a lui, primo della fuga del mattino che riesce a tagliare il traguardo, per di più nella top ten. VOTO: 8

STEFAN BISSEGGER. Di ciclisti svizzeri protagonisti ci aspettavamo Stefan Küng (quest’anno solo 43° dopo che si era piazzato quinto nelle due edizioni precedenti e terzo nel 2022). Bissegger, quasi una fotocopia del ciclista della Groupama FDJ, è abile a restare nel vivo della corsa fino alla fine, restando nel gruppetto di testa con Van der Poel, Pogacar, Pedersen e Philipsen. Poi però Van der Poel e Pogacar hanno accelerato… VOTO: 8

MARKUS HOELGAARD. Per lui vale lo stesso discorso che per Rutsch, soltanto con due posizioni e mezzo voto in meno. VOTO: 7.5

FRED WRIGHT. Per il secondo anno consecutivo è il miglior ciclista britannico della Parigi – Roubaix, quest’anno per di più termina nella top ten. VOTO: 7

LAURENZ REX. Decimo posto per il ciclista belga, anche lui a suo agio con fango e pavè. VOTO: 7

MATTHEW BRENNAN . Per molti chilometri, anche nel finale, è il ciclista più attivo e propositivo della Visma Lease a Bike e resta a lungo con i primi. Poi si stacca dopo i terribili tratti in pavè del finale di corsa. Il britannico deve compiere ancora 20 anni ma a davanti a sé un futuro davvero luminoso. VOTO: 7

JASPER PHILIPSEN. Cade all’entrata del primo settore in pavè ma rientra sul gruppo di testa dopo un lungo inseguimento. Nel finale sembra essere il capitano dell’Alpecin Deceuninck e Van der Poel si spende per lui anche come gregario, ma poi la fatica si fa sentire e piomba nelle retrovie. VOTO: 6

FILIPPO GANNA. Lui non cade come Philipsen ma è vittima di un problema meccanico che lo impegna con la squadra in un lungo e faticoso inseguimento. Accusa la fatica nella Foresta di Arenberg perdendo posizioni, ma lotta strenuamente fino alla fine terminando al tredicesimo posto. Ci riproverà VOTO: 6

OIER LAZKANO. I pro e i contro della fuga. Se Rutsch e Hoelgaard sono entrati nella top ten, lui è arrivato addirittura in ultima posizione, centodiciassettesimo a quasi 22 minuti di ritardo da Van der Poel. Ma si prende la sufficienza per aver tagliato il traguardo. VOTO: 6

MATEJ MOHORIC. Periodo difficile della carriera del ciclista sloveno. Già la condizione non è granchè.,poi ci si mette anche una caduta che lo porterà al ritiro. VOTO: 4

YVES LAMPAERT. Primo ciclista della Soudal Quick Step al traguardo della Parigi – Roubaix, così come primo ciclista della formazione belga lo era stato al Giro delle Fiandre. In una delle squadre più forti – in passato – del panorama ciclistico, un 28mo ed un 38mo posto nelle classiche più famose in circolazione fanno quantomeno riflettere. VOTO: 4

Antonio Scarfone

TRIS DI VAN DER POEL AL VELODROMO, UNA CADUTA IMPEDISCE A POGACAR DI GIOCARSI LA ROUBAIX

aprile 13, 2025 by Redazione  
Filed under 4) PARIGI - ROUBAIX, News

Come Francesco Moser Van der Poel conquista la “reine” per la terza volta consecutiva approfittando di una caduta di Pogacar, in compagnia del quale era in testa alla corsa, e andando poi ad incrementare il vantaggio sullo sloveno, che paga anche lo sforzo del tentativo di rientro.

Sino ad oggi era opinione comune che l’unica monumento che Tadej Pogacar (UAE Team Emirates – XRG) non potesse vincere fosse la Parigi-Roubaix, per via di un tracciato che non sembrava sorridere alle caratteristiche del fuoriclasse sloveno, che infatti non vi aveva mai preso parte.
Quando l’iridato diede l’annuncio della sua partecipazione all’edizione 2025, però, qualcuno osservò che il capitano della UAE non si presenta alle corse importanti se non per provare a vincerle.
Oggi Pogacar ha dimostrato di poter competere senza problemi per la vittoria di questa monumento che, assieme alla Sanremo, manca al suo palmares, anche se è stato proprio un suo errore in un momento decisivo della corsa a tagliarlo fuori dai giochi. Senza la caduta a 38 chilometri dal traguardo il campione del mondo avrebbe certamente dato il via ai fuochi d’artificio sulle pietre del Carrefour de l’Arbre insieme al suo avversario Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck) e forse la corsa si sarebbe decisa nel velodromo, dove comunque l’olandaese avrebbe avuto dalla sua il favore del pronostico.
La caduta di Pogacar è stata certamente un errore del campione del mondo, che è arrivato troppo veloce sulla curva e forse ha anche sbagliato nella frenata andando a ribaltarsi, cosa che poi ha avuto come conseguenza un maggiore tempo per rimettersi in strada.
Nei primi chilometri dell’inseguimento l’iridato sembrava in grado di poter rientrare ma, arrivato a 12 secondi dal suo avversario, ha iniziato pian piano a perdere secondi fino a che, dopo un cambio di bici dovuto probabilmente a una foratura, il distacco è lievitato diventando impossibile da colmare, specialmente nei confronti di un uomo come Van der Poel.
Da lì in poi, Pogacar ha pagato lo sforzo del tentativo di rientro ed è andato in difficoltà anche dal punto di vista nervoso, come confermato anche dall’avvicinamento del terzetto inseguitore che ha ripreso oltre la metà del gap esistente prima della caduta.
Lo stesso cambio di bicicletta testimonia il fatto che il fuoriclasse sloveno avesse tirato un po’ i remi in barca, poichè non è sembrato affatto affrettato, nemmeno per la foga agonistica, segno che aveva ormai archiviato la possibilità di vittoria.
In ogni caso ha disputato una grande gara, portando attacchi da molto lontano come suo solito su un terreno che in teoria non sarebbe il suo.
Se quest’anno la corsa è esplosa già prima della foresta di Arenberg, cosa che non accadeva da anni, il merito è stato proprio dell’attacco di Pogacar, che è andato a frantumare gli avversari. Dopo il settore di Mons-en-Pévèle è rimasto da solo con Van der Poel e purtroppo la caduta ci ha impedito di vedere un duello che sarebbe stato memorabile sul Carrefour de l’Arbre.
Il vincitore è stato, invece perfetto, rispondendo a tutti gli attacchi dello sloveno e provando a sua volta accelerazioni brutali che hanno disintegrato la resistenza degli avversari.
Dopo la foratura di Mads Pedersen (Lidl – Trek), solo Jasper Philipsen (Alpecin – Deceuninck) era riuscito ad accordarsi ma, in seguito alle accelerazioni dei due campioni scatenati nel settore di Mons-en-Pévèle, anche il secondo classificato nelle ultimie due edizioni ha dovuto mollare, venendo poi riassorbito e staccato dagli inseguitori.
Nota di merito per Pedersen, non solo per la conquista del podio ma soprattutto perché sembrava in grado di poter competere con i due fenomeni, andando addirittura ad accender per primo le polveri. Fino alla foratura aveva risposto molto bene agli attacchi e comunque, anche nella sfortuna, si è fatto carico di condurre l’inseguimento per lunghi tratti; inoltre nel finale, dopo aver anche provato ad andar via e a recuperare su Pogacar, è andato a conquistare lo sprint valevole per l’ultimo gradino del podio davanti a Wout Van Aert (Team Visma | Lease a Bike), oggi un po’ sottotono, e a Florian Vermeersch (UAE Team Emirates – XRG).
Dopo 23 chilometri di corsa si forma una fuga di 8 uomini, che arriveranno ad accumulare un vantaggio di poco superiore ai tre minuti: sono Kim Heiduk (Ineos Grenadiers), Oier Lazkano (Red Bull – Bora – hansgrohe), Markus Hoelgaard (Uno-X Mobility), Jonas Rutsch (Intermarché-Wanty), Max Walker (EF Education-EasyPost), Jasper De Buyst (Lotto Cycling Team), Rory Townsend (Q36.5 Pro Cycling Team) e Abram Stockman (Unibet Tietema Rockets).
Nei chilometri immediatamente precedenti al primo settore di pavè si registrano numerose cadute, tra le quali vale la pena di segnalare quelle di Van Aert e Philipsen. Mentre il primo rientra agevolmente, il velocista dell’Alpecin si ritrova staccato di un minuto insieme a Filippo Ganna (INEOS Grenadiers), che accusa anche un problema meccanico nel primo settore di pavè, proprio mentre i suoi compagni erano in testa al gruppo.
L’inseguimento si rivela molto faticoso a causa degli alti ritmi imposti in gruppo dalla Lidl-Trek e solo un successivo rallentamento consente ai due gruppi di riunirsi a 125 Km dalla conclusione.
Nel settore di pavè numero 20, iniziano a muoversi i big: il primo è Pedersen e a quel punto Pogacar a Van der Poel non si fanno pregare e accelerano a loro volta, spezzando il gruppo. Alle spalle dei battistrada, all’ingresso nella foresta di Arenberg, ci sono Van der Poel, Philipsen, Pedersen, Pogačar, Van Aert, Vermeersch, Mathias Vacek (Lidl-Trek), Nils Politt (UAE Team Emirates XRG), Matthew Brennan (Team Visma | Lease a Bike), Kim Heiduk (INEOS Grenadiers), Joshua Tarling (INEOS Grenadiers), Stefan Küng (Groupama-FDJ), Johan Jacobs (Groupama-FDJ), Clément Russo (Groupama-FDJ), Stefan Bissegger (Decathlon AG2R La Mondiale), Yevgeniy Fedorov (XDS Astana Team), Phil Bauhaus (Bahrain Victorious), Madis Mihkels (EF Education-EasyPost) e Iván García Cortina (Movistar Team) a soli 20 secondi.
Sul più celebre dei trenta settori di pavè i campioni si scatenano e da una girandola di attacchi e contrattacchi esce un quintetto formato da Van der Poel, Pogacar, Pedersen, Bissegger e Philipsen.
I cinque trovano l’accordo e, a quel punto, si capisce che il vincitore sarà uno di loro. Nel settore verso Sars-et-Rosières Pogacar riparte all’attacco e proprio in quel momento Pedersen perde contatto, vittima di una foratura (sorte che toccherà poco dopo anche a Bissenger). Philipsen è molto bravo a rientrare sulla coppia di testa per stringere Pogacar in una morsa formata dal primo e dal secondo classificato delle ultime due edizioni.
Sfumata la possibilità di vittoria Pedersen, organizza l’inseguimento con Van Aert, Brennan, Bissegger, Vermeersch, Rutsch e Hoelgaard.
Sul settore di Mons-en-Pévèle l’accelerazione di Van der Poel prima e di Pogacar poi porta Philipsen a cedere. Inizialmente Van der Poel sembra volerl aspettare il compagno di squadra per mantenere la superiorità numerica, ma ben presto si rende conto che il collega ha finito la benzina e si decide quindi a collaborare con Pogacar.
Nel settore di pavè poosta tra Pont-Thibault ed Ennevelin, a 38 chilometri dall’arrivo, avviene il fattaccio. Pogacar arriva troppo veloce su una curva e va dritto, sbagliando anche la frenata, andando ad arrotarsi sulla ruota anteriore e finendo per terra. L’errore è piuttosto grave perché, anche avendo sbagliato la curva, poteva comunque evitare di finire a terra danneggiando anche il mezzo e andando a perdere molti secondi.
In un primo momento Pogacar sembra in grado di ricucire il gap ma, dopo alcuni chilometri, comincia ad accusare lo sforzo e una successiva foratura lo mette del tutto fuori dai giochi. Van der Poel, invece, prosegue a tutta e neppure una foratura sul Carrefour de l’Arbre può metterlo in difficoltà.
Pogacar conquista comunque uno spettacolare secondo posto e dimostra che può competere per la vittoria anche in questa corsa, mentre un ottimo Pedersen regola il terzetto inseguitore conquistando il podio.
Il prossimo appuntamento con le monumento sarà il 27 aprile con la Liegi – Bastogne – Liegi, che sarà preceduta il giorno di Pasqua dalla “classica della birra”, l’Amstel Gold Race.

Benedetto Ciccarone

Mathieu van der Poel vince la sua terza Parigi-Roubaix (Getty Images)

Mathieu van der Poel vince la sua terza Parigi-Roubaix (Getty Images)

13-04-2025

aprile 13, 2025 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

PARIGI – ROUBAIX

L’olandese Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck) si è imposto nella classifica francese, Compiègne – Roubaix, percorrendo 259.2 Km in 5h31′27″, alla media di 46.921 Km/h. Ha preceduto di 1′18″ lo sloveno Tadej Pogačar (UAE Team Emirates – XRG) e di 2′11″ il danese Mads Pedersen (Lidl – Trek). Miglior italiano Filippo Ganna (INEOS Grenadiers), 13° a 4′45″

PARIGI-ROUBAIX UNDER23

Il danese Albert Withen Philipsen (Lidl – Trek Future Racing) si è imposto nella corsa francese, Le Cateau-Cambrésis – Roubaix, percorrendo 167 Km in 4h02′45″, alla media di 41.277 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo svedese Jakob Söderqvist (Lidl – Trek Future Racing) e l’olandese Senna Remijn (Alpecin-Deceuninck Development Team). Miglior italiano Pietro Mattio (Team Visma | Lease a Bike Development), 5° a 54″

CIRCUIT DES ARDENNES

L’irlandese Seth Dunwoody (Bahrain Victorious Development Team) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Chooz – Charleville-Mézières, percorrendo 167 Km in 3h58′07″, alla media di 42.08 Km/h. Ha preceduto allo sprint i danesi Morten Aalling Nørtoft (Team ColoQuick) e Patrick Boje Frydkjær (Lidl – Trek Future Racing). Miglior italiano Federico Savino (Soudal Quick-Step Devo Team), 15°. L’australiano Brady Gilmore (Israel Premier Tech Academy) si impone in classifica con 6″ sul belga Jarno Widar (Lotto Development Team) e 10″ su Frydkjær. Miglior italiano Giacomo Ballabio (Hrinkow Advarics), 4° a 12″

ŚLĘŻAŃSKI MNICH VELOBANK BRUKI & SZUTRY

Il polacco Norbert Banaszek (ATT Investments) si è imposto nella corsa polacca, circuito di Sobótka, percorrendo 143.5 Km in 3h17′51″, alla media di 43.518 Km/h. Ha preceduto di 2″ il connazionale Tobiasz Pawlak (Voster ATS Team) e di 3″ Marceli Bogusławski (ATT Investments)

TOUR OF MERSIN (Turchia)

L’italiano Jakub Mareczko (Mazowsze Serce Polski), unico azzurro in gara, si è imposto nella quarta ed ultima tappa, circuito di Mersin, percorrendo 120 Km in 2h28′06″, alla media di 30.894 Km/h. Ha preceduto allo sprint il polacco Tomasz Budziński (Voster ATS Team) e l’eritreo Milkias Maekele (BIKE AID). Il sudafricano Stefan de Bod (Terengganu Cycling Team) si impone in classifica con 41″ sul belga Lennert Teugels (Tarteletto – Isore) e 1′01″ sul danese Mathias Bregnhøj (Terengganu Cycling Team). Mareczko 127° a 51′08″

TROFEO CITTÀ DI S.VENDEMIANO – GP INDUSTRIA & COMMERCIO (Under23)

L’austriaco Marco Schrettl (Tirol KTM Cycling Team) si è imposto nella corsa italiana, circuito di San Vendemiano, percorrendo 171.6 Km in 3h54′41″, alla media di 43.872 Km/h. Ha preceduto di 9″ il messicano José Juan Prieto (Petrolike) e l’italiano Filippo Agostinacchio (Biesse – Carrera – Premac)

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