BUITRAGO VINCE SULLE TRE CIME. THOMAS RESTA IN MAGLIA ROSA

maggio 26, 2023 by Redazione  
Filed under News

Anche sulle Tre Cime di Lavaredo ad avere la meglio è la fuga della prima ora con Santiago Buitrago (Team Bahrain Victorious) che dopo essersi staccato da Derek Gee (Team Israel Premier Tech), lo raggiunge e lo supera a 1 km e mezzo dall’arrivo, andando a trionfare in solitaria. Lotta serrata tra i big di classifica che avrà il suo culmine domani nella temutissima cronoscalata del Monte Lussari

Nel disegno generale del Giro 2023 non ci sono dubbi: il tappone alpino cade alla diciannovesima tappa, la Longarone – Tre Cime di Lavaredo di 183 km. Una distanza poi nemmeno troppo elevata, ma dal km 70 fino al termine sarà un su e giù continuo tra alcuni dei passi che hanno fatto la storia del ciclismo: Campolongo, Valparola, Giau, Tre Croci e infine le Tre Cime di Lavaredo, lì dove hanno brillato alcuni tra i più grandi campioni di questo sport. Oggi a giocarsi la maglia rosa saranno Geraint Thomas (Team INEOS), Primoz Rogloc (Team Jumbo Visma) e Joao Almeida (UAE Team Emirates), tutti e tre racchiusi in secondi, anche se la durissima cronoscalata do domanti del Monte Lussari potrebbe ancora lasciare spazio a qualche sorpresa. Anche la lotta per la maglia azzurra oggi sarà molto interessante visto che sono in palio moltissimi punti e Thibaut Pinot (Team Groupama FDJ) può chiudere il discorso. Da Longarone non partiva Hugh Carthy (Team EF Education EasyPost), a inizio Giro da molti pronosticato come uomo da top five. La fuga di giornata si formava prima dell’ascesa verso il primo gpm del Passo Campolongo grazie all’azione di 15 uomini: Alex Baudin, Larry Warbasse e Nicolas Prodhomme (Team AG2R Citroen), Stefano Oldani (Team Alpecin Deceuninck), Vadim Pronskiy (Team Astana Qazaqstan), Santiago Buitrago (Team Bahrain Victorious), Patrick Konrad (Team BORA Hansgrohe), Magnus Cort Nielsen (Team EF Education EasyPost), Mattia Bais (Team EOLO Kometa), Davide Gabburo (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), Derek Gee (Team Israel Premier Tech), José Joaquin Rojas e Carlos Verona (Team Movistar), Michael Hepburn (Team Jayco AlUla) e Veljko Stojnic (Team Corratec). Era Gabburo a scollinare in prima posizione sul Passo Campolongo. Nella successiva ascesa verso il Passo Valparola si staccava Stojnic e davanti restavano in 14. Gee scollinava in prima posizone sul Passo Valparola mentre il gruppo inseguiva a oltre 8 minuti di ritardo. All’inizio della scalata verso il Passo Giau il gruppo maglia rosa aveva rosicchiato qualcosa ma non sembrava voler accelerare più di tanto. La tappa dava perciò l’impressione di essere un doppione di quella di ieri, con i ciclisti in fuga in grado di giocarsi la vittoria di tappa. Sul Passo Giau Gee scollinava in prima posizione. All’inizio della scalata verso il passo Tre Croci restavano in testa alla corsa Gee, Buitrago, Cort Nielsen, Hepburn, Verona, Pronskiy e Prodhomme. Nel gruppo maglia rosa l’unico sussulto per adesso era dato dal cambio bici da parte di Roglic, a 20 km dalla conclusione. Sotto il forcing dell’INEOS Grenadiers il vantaggio della fuga diminuiva vistosamente ma i battistrada a meno di clamorosi crolli sembravano capaci di poter resistere fino alla fine. Gee scollinava in prima posizione e dopo una breve discesa il drappello dei fuggitivi iniziava l’ultima salita delle Tre Cime di Lavaredo, sette km di ascesa con pendenze quasi costantemente in doppia cifra. Sulle prime rampe della salita finale i fuggitivi iniziavano a scattarsi in faccia e Gee si avvantaggiava di qualche decina di metri. Ai meno 6 iniziava la bagarre anche tra gli uomini di classifica con Arensman e Dennis che sparavano le ultime cartucce per Thomas e Roglic. In testa Buitrago restava da solo all’inseguimento di Gee, che continuava a mantenere una cinquantina di metri di vantaggio sul colombiano della Bahrain Victorious. Buitrago raggiungeva Gee a 1 km e mezzo dall’arrivo e accelerava, distanziandolo sensibilmente in pochissimo tempo. Nel gruppo maglia rosa, Roglic rispondeva ad un attacco di Almeida e si muoveva anche Thomas. I primi tre della classifica generale restavano praticamente soli all’inseguimento di Gee, mentre Buitrago andava a trionfare a braccia alzate in cima alle Tre Cime. Gee si piazzava in seconda posizione a 51 secondi di ritardo dal colombiano mentre Cort Nielsen era terzo a 1 minuto e 46 secondi di ritardo e impediva a Roglic di conquistare i 4 secondi di abbuono, visto che lo sloveno tagliava il traguardo con lo stesso tempo del danese. Thomas chiudeva la top five a 1 minuto e 49 secondi di ritardo da Buitrago, che ottiene il primo successo stagionale ed anche la seconda vittoria al Giro, dopo quella dello scorso anno nella diciassettesima tappa da Ponte di Legno a Lavarone, anche allora al termine di una fuga. Thomas conserva la maglia rosa con 26 secondi di vantaggio su Roglic e 59 secondi di vantaggio su Almeida, mentre Damiano Caruso (Team Bahrain Victorious) sale al quarto posto ai danni di Eddie Dunbar (Team Jayco AlUla). Domani l’attesa cronometro individuale da Tarvisio al Monte Lussari metterà la parola fine al Giro 2023 per quanto riguarda la lotta per la maglia rosa. Sarà una cronometro divisa nettamente in due parti. I primi 10 km sono completamente pianeggianti e si potranno spingere alti rapporti. Gli ultimi 8 sono tutti in salita, e che salita! La pendenza media supera l’11%, con i primi 4 km e 700 addirittura al 15%. Thomas e Roglic sono attesi alla prova del nove e tra questi due nomi uscirà il vincitore del Giro 2023.

Antonio Scarfone

Santiago Buitrago vince sulle Tre Cime di Lavaredo (foto: Getty Images Sport)

Santiago Buitrago vince sulle Tre Cime di Lavaredo (foto: Getty Images Sport)

TRE CIME PER SOGNAR, FANTASTICAR…

maggio 26, 2023 by Redazione  
Filed under News

Fa a spallate con il tappone del Bondone in quanto a durezza la frazione delle Tre Cime. Se la tappa trentina propone un dislivello maggiore, quella dolomitica controbatte con una lunga successione di salite, inizialmente pedalabili – Campolongo e Valparola – e via via più dotate in pendenze. I 10 Km al 9.3% del Giau e soprattutto la verticale finale delle Tre Cime (3.2 Km all’11.7%) faranno soffrire terribilmente tutti, dalla maglia rosa giù giù fino all’ultimo elemento della classifica generale. E se il capo del Giro fosse in fase calante, come capitò a Merckx nel 1974, potrebbe inscenarsi un clamoroso ribaltone.

Eccoci di fronte alla seconda giornata dolomitica, il tappone. E trattasi di un tappone con i fiocchi (si spera solo virtuali), forte di quasi 5400 metri di dislivello e di sette salite, tre delle quali porteranno ben oltre i 2000 metri di quota. C’è di che farsi venire l’acquolina alla bocca, ricordando le due imprese che più si rammentano sulle due principali ascese di giornata, l’affondo di Egan Bernal sul Giau al Giro del 2021 e soprattutto il ribaltone all’ultimo chilometro delle Tre Cime nel 1974, quando Eddy Merckx mise sul piatto tutto l’orgoglio che aveva in corpo in un momento nel quale le energie stavano declinando e riuscì a salvare per soli 12 secondi una maglia rosa che sotto la “flamme rouge” era ufficiosamente vestita dal giovane Gianbattista Baronchelli. Sarà grande impresa anche quest’anno? Lo scopriremo sul far della sera del 26 maggio, quando sotto lo striscione d’arrivo innalzato presso il Rifugio Auronzo sarà transitato l’ultimo dei “big” partiti 183 Km prima da Longarone. Non sarà subito salita, anzi non se ne troverà proprio nei primi 50 Km, che vedranno il gruppo salpare dalle soglie del Cadore in direzione di Belluno, dove si transiterà a 13 Km dal via sfiorandone il centro storico, dove è possibile ammirare monumenti come il duomo intitolato a San Martino e le vetuste porte Rugo e Dojona. Subito si tornerà a puntare in direzione delle montagne portandosi nella valle del torrente Cordevole, il corso d’acqua più lungo tra quelli presenti nel bellunese. Prendendo dolcemente quota il gruppo s’infilerà nella gola della Tagliata di San Martino, dove durante la Grande Guerra fu distrutto dall’esercito del Regno d’Italia un preesistente complesso di fortificazioni – si voleva impedire l’avanzata austriaca – che poi sarà ristrutturato da militari tedeschi in occasione del secondo conflitto mondiale. All’uscita dalla forra i corridori saranno sulle strade di Agordo, il principale centro della valle, dove presso i rustici di Villa Crotta – De Manzoni è possibile visitare un museo dedicato agli occhiali, voluto dall’imprenditore Leonardo Del Vecchio, fondatore della principale azienda mondiale del settore, Luxottica, che ha uno dei suoi quattro stabilimenti proprio ad Agordo. Una piccola balza altimetrica anticiperà il passaggio sulle rive del lago d’Alleghe, specchio lacustre che non avremmo incontrato se ci fossimo trovati da queste parti prima dell’11 gennaio del 1771, giorno della caduta di una grossa frana dal Monte Piz che causò una cinquantina di vittime e lo sbarramento del corso del Cordevole con la conseguente formazione di un invaso. Poco più avanti si giungerà a Caprile, piccola località che rappresenta un irresistibile richiamo per i “salitomani” perché da essa si dipartono, come le cinque dita di una mano, un ventaglio di salite più o meno celebri: da una parte si va verso la Marmolada, dall’altra verso i passi Falzarego e Giau mentre le due dita minori sono quelle delle ascese di Colle Santa Lucia e della cosiddetta “Digonera”. È quest’ultima che andranno ora ad affrontare i “girini”, composta da un primo tratto di 2 Km al 7.5% e da uno successivo di 3.6 Km al 7.2% con i quali si risaliranno le prime pendici del Col di Lana, montagna dolomitica il cui nome è rimasto scritto nei libri di storia per le vicissitudini della Prima Guerra Mondiale, quando gli alpini ne minarono la vetta per poi farla saltare, provocando la morte di 150 militari austroungarici, in parte sepolti nel Sacrario Militare di Pian di Salesei, sfiorato da uno dei tornanti della “Digonera”. Sarà il biglietto da visita della prima salita ufficiale, il vicino Passo di Campolongo (4 Km al 7%), il più basso e meno impegnativo dei quattro valichi (gli altri sono Pordoi, Sella e Gardena) che costituiscono il “Sellaronda”, il circuito del gruppo dolomitico del Sella, conosciuto non solo dagli appassionati di ciclismo, ma anche dagli amati dello scialpinismo. Il “circo bianco” da queste parti è di casa e a breve, dopo il passaggio da Corvara, si transiterà ai piedi della “Gran Risa”, una delle più celebri piste dell’Alto Adige, tenuta a battesimo dallo svedese Ingemar Stenmark il 15 dicembre del 1985, giorno nel quale vi si svolse per la prima volta una gara di slalom gigante inserita nel calendario della Coppa del Mondo di sci alpino. Il gruppo, nel frattempo, si preparerà a salire per la prima volta in alta quota perché è arrivato il momento del primo “over 2000” di giornata, il Passo di Valparola, che si raggiungerà risalendo la valle di San Cassiano affrontando pendenze non particolarmente indigeste: per arrivare sino ai circa 2200 metri del valico si deve, infatti, salire per 14 Km incontrando sotto le ruote una pendenza media del 5.7%. Subito sotto lo scollinamento si raggiungerà il più celebre Passo Falzarego, dove il tracciato della tappa confluirà su quello della “Grande strada delle Dolomiti”, uno dei più spettacolari itinerari stradali delle alpi, realizzato a tappe tra il 1895 e il 1909 per collegare Bolzano e Cortina, inizialmente concepito per scopi bellici. Sfiorando in discesa gli svettanti resti del castello di Andraz, citato per la prima volta dopo l’anno 1000 e originariamente proprietà dei vescovi di Bressanone, i “girini” torneranno a pedalare in direzione della valle del Cordevole fino a giungere a circa 5 Km dalla già visitata Caprile, dove cambieranno strada per andare a intraprendere l’ultima delle salite “secondarie” della tappa, quella del Belvedere di Colle Santa Lucia, 1900 metri al 7.3% che precedono di poco il primo “babau” di giornata. È il Passo Giau, valico che ha il solo difetto di non arrivare ai 10 Km di lunghezza per l’inezia di poche centinaia di metri, ma che ha il fuoco nelle pendenze, 9.3% la media, 14% la massima. Scollinato il valico, uno dei più panoramici dell’area dolomitica, ci si lancerà verso Cortina d’Ampezzo incrociando lunga la discesa il tracciato della Muraglia di Giau, costruita tra il primo luglio e il 30 settembre del 1753 dagli abitanti di San Vito di Cadore per segnare il confine con l’Ampezzano. Attraversata la celeberrima stazione di sport invernali, che fra tre anni accoglierà alcune delle gare dell’olimpiade invernale organizzata con Milano e altre località dell’Italia settentrionale, immediatamente si riprenderà a salire, stavolta avendo come meta il Passo Tre Croci, così chiamato in ricordo di una tragedia avvenuta lassù nell’inverno del 1789, quando una madre e i suoi figli morirono assiderati durante il viaggio da Auronzo verso Cortina, dove la donna sperava di trovare un’occupazione. Pur trattandosi di un’ascesa a sé stante, i suoi 8 Km al 7.2% possono essere considerati come la prima parte della salita finale verso le Tre Cime, a sua volta anticipata dall’ascesa di 1700 metri al 6% che termina presso le sponde del Lago di Misurina. Ufficialmente l’ascesa finale misura 7.2 Km, spezzati in due ripidi tratti da una breve discesa, lungo la quale si transita dalla barriera del pedaggio (la strada è di proprietà del comune di Auronzo di Cadore). Già il primo strappo è duro (1400 metri al 10.6%), ma è nella seconda parte che la salita mostra i denti con un’inclinazione media dell’11.7% negli ultimi 3200: la “fantastica trinità” ha pendenze aguzze così come le sue spettacolari cime!

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Passo di Campolongo (1875 metri). Insellatura di pascoli aperta tra il gruppo del Sella e la catena Pralongià – Monte Cherz, è toccato dalla Strada Statale 244 “di Val Badia” tra Arabba e Corvara e costituisce il confine tra le Dolomiti occidentali e quelle orientali, mentre quello regionale non coincide con il valico, ma si trova circa un chilometro più a valle, sul versante altoatesino. È stato GPM al Giro d’Italia in 15 occasioni, la prima nel 1958 durante la tappa Levico Terme – Bolzano, vinta dall’indimenticato Ercole Baldini, quando transitò per primo il belga Jean Brankart. Lo spagnolo Rubén Plaza è stato, invece, l’ultimo ad aver iscritto il proprio nome nell’albo d’oro del Campolongo al Giro, transitandovi in testa durante la tappa Alpago – Corvara del 2007, vinta da Esteban Chaves.

Passo di Valparola (2192 metri). Aperto tra il Sasso di Stria e il Piccolo Lagazuoi e quotato 2196 sulle cartine del Giro 2023, è attraversato dalla Strada Provinciale 24 “del Passo di Valparola” tra San Cassiano e Cortina d’Ampezzo. È stato inserito sette volte nel percorso del Giro ma nello speciale albo d’oro del Valparola si contano solo 4 passaggi perché la prima volta, nel 1976, lo striscione del GPM fu anticipato al sottostante Falzarego mentre nel 1992 fu tolto all’ultimo momento dal tracciato a causa di una frana. A legare i loro nomi a questo valico sono così stati lo spagnolo Fernández Ovies nel 1977 (tappa Cortina d’Ampezzo – Pinzolo, vinta da Gianbattista Baronchelli), il francese Charly Mottet nel 1990 (tappa Dobbiaco – Passo Pordoi, vinta dal medesimo corridore), l’elvetico Fabian Wegmann nel 2004 (San Vendemiano – Falzes, vinta da Damiano Cunego), il pescarese Matteo Rabottini nel 2012 (Falzes – Cortina d’Ampezzo, vinta da Joaquim Rodríguez) e lo spagnolo Omar Fraile nel 2017 (tappa Moena – Ortisei, vinta da Tejay van Garderen).

Passo di Falzarego (2105 metri). Aperto tra il Piccolo Lagazuoi e il Nuvolau, è attraversato dall’ex Strada Statale 48 “delle Dolomiti” tra Cortina d’Ampezzo e Livinallongo del Col di Lana. È il terzo valico dolomitico per numero di passaggi del Giro (senza contare le quattro volte nel quale fu “prolungato” verso il Valparola), con 18 traguardi GPM effettuati tra il 1940, quando fu conquistato da Bartali durante la storica Pieve di Cadore – Ortisei, vinta proprio dal corridore toscano, e il 2008 dell’affermazione di Emanuele Sella nella tappa vinta dallo scalatore veneto sul vicino Passo Fedaia. Si ricordano inoltre i tre passaggi in testa di Fausto Coppi nel triennio 1946-47-48 e quello di Merckx durante la Misurina – Bassano del Grappa del 1974.

Valico di Colle Santa Lucia (1435 metri). Coincide con l’abitato di Villagrande, sede del comune sparso di Colle Santa Lucia. Vi transita l’ex Strada Statale 638 “del Passo di Giau” tra località Rucavà e Selva di Cadore. È stato 4 volte sede di GPM, rispettivamente conquistati dallo spagnolo José Manuel Fuente nel 1973 (Andalo – Auronzo di Cadore, vinta da medesimo corridore), dall’ascolano Alberto Caiumi nel 1975 (Pordenone – Alleghe, vinta da Roger De Vlaeminck), dallo spagnolo Andrés Oliva nel 1976 (Longarone – Torri del Vaiolet, vinta da Andrés Gandarias) e dallo sloveno Jure Pavlič nel 1989 (Misurina – Corvara, vinta da Flavio Giupponi). Era previsto anche nel tracciato della tappa Trento – Marmolada del 1969, annullata per maltempo. In altre occasioni, come quest’anno, era previsto il semplice passaggio senza GPM.

Passo di Giau (2233 metri). Situato ai piedi dei monti Nuvolau e Averau, è valicato dall’ex Strada Statale 638 “del Passo di Giau” tra Selva di Cadore e Cortina d’Ampezzo. Quotato 2236 sulle cartine del Giro, è già stato affrontato nove volte, a partire dall’edizione del 1973, quando fu proposto nel tracciato della citata tappa Andalo – Auronzo di Cadore, vinta dallo spagnolo Fuente, primo anche al GPM. Gli italiani a transitar per primi sul Giau sono stati il pugliese Leonardo Piepoli nel 2007 (Trento – Tre Cime di Lavaredo, vinta dallo stesso corridore), Emanuele Sella nella tappa che vinse nel 2008 sulla Marmolada, Stefano Garzelli nel 2011 (Conegliano – Gardeccia / Val di Fassa, vittoria di Mikel Nieve) e il lucano Domenico Pozzovivo nel 2012, nel finale della tappa Falzes – Cortina d’Ampezzo, vinta da Joaquim Rodríguez. L’ultimo a conquistare questa cima, infine, è stato il colombiano Egan Bernal, che al Giro 2021 sul Giau ha staccato gli avversari per poi presentarsi in solitaria sul traguardo della tappa Sacile – Cortine d’Ampezzo. Il Giau era stato inserito anche nel percorso della Silandro – Tre Cime di Lavaredo del Giro 2013, ma la salita fu tagliata a causa della neve.

Passo Tre Croci (1805 metri). Magnifico punto panoramico frequentato per gli sport invernali, vi transita l’ex Strada Statale 48 “delle Dolomiti”, tra Cortina d’Ampezzo e il bivio per Misurina. Verrà affrontato quest’anno per la decima volta dal 1966, anno nel quale il Giro lo inserì nel tracciato della Moena – Belluno, vinta da Felice Gimondi dopo che il primo corridore a transitare in testa al Tre Croci era stato il pavese Ambrogio Portalupi. Altri italiani primi in vetta a questa salita sono stati il bresciano Michele Dancelli nel 1970 (Rocca Pietore – Dobbiaco, vinta da Franco Bitossi), il trevigiano Selvino Poloni nel 1971 (Lienz – Falcade, vinta da Gimondi), il suo conterraneo Claudio Bortolotto nel 1980 (Longarone – Cles, vinta da Giuseppe Saronni), Piepoli nella pocanzi citata tappa della Tre Cime del 2007 (vinta dal medesimo corridore) e l’abruzzese Giulio Ciccone, vincitore del GPM del Tre Croci in occasione del finora ultimo passaggio del Giro, durante la tappa Tolmezzo – Sappada disputata nell’edizione 2018, conquistata dal britannico Simon Yates.

Valico di Col Sant’Angelo (1757 metri). Detto anche “Passo di Misurina”, vi transita la Strada Provinciale 49 “di Misurina” tra Misurina e Carbonin. Quotato 1756 m sull’atlante stradale TCI, si trova nei pressi del bivio per la strada a pedaggio diretta alle Tre Cime. È stato affrontato come GPM una sola volta, durante la tappa Selva di Val Gardena – Vittorio Veneto del Giro del 1985: primo in vetta fu il portoghese Rafael Acevedo, mentre a tagliare per primo il traguardo fu in una volata a due fu Roberto Pagnin, successivamente retrocesso in seconda posizione per una scorrettezza ai danni di Emanuele Bombini, decretato vincitore dalla giuria.

Sella delle Croci (1866 metri). Chiamata anche “Sella d’Antorno” e “Sella di Rinbianco”, vi transita la strada diretta alle Tre Cime nel suo tratto iniziale, quello che precede il passaggio dal casello del pedaggio.

Forcella Longéres (2320 metri). Punto terminale della strada asfaltata delle Tre Cime, vi si trova il Rifugio Auronzo. La tappa terminerà al bivio sottostante il rifugio, a quota 2304 metri.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

Le Tre Cime e l’altimetria della diciannovesima tappa del Giro 2023 (www.veneto.info)

Le Tre Cime e l’altimetria della diciannovesima tappa del Giro 2023 (www.veneto.info)

CIAK SI GIRO

Due dei valichi di questa tappa sono in passato stati “immortalati” dalle macchine da presa impegnate in riprese cinematografiche e, in ordine di apparizione lungo il percorso, cominciamo dal Passo di Valparola, dove nell’inverno tra il 2002 e il 2003 fu girata una spassosa scena dalla commedia “Oggi sposi… niente sesso!”, coproduzione tra Stati Uniti e Germania che ha avuto come set anche l’incantevole Venezia (anche se non lo sarà proprio la cadente pensione nella quale alloggeranno i due neosposini protagonisti della pellicola in occasione del viaggio di nozze). La piramide del Monte Nuvolau, che domina il Passo Giau, ha invece fatto da spettacolare quinta a una delle scene dell’inseguimento al furgone postale in “Fantozzi in Paradiso”, ottavo capitolo della saga ideata da Paolo Villaggio che, fatto poco noto, in gioventù si era appassionato all’alpinismo con il fratello gemello Piero e aveva scalato più volte le pareti dolomitiche dei dintorni di Cortina, luoghi che molti anni dopo sceglierà per le riprese delle scene della vacanza “romantica” progettata dalla moglie del celebre ragioniere, che aveva scoperto che il marito aveva una sola settimana di vita, da trascorrere con l’amata signorina Silvani.

In collaborazione con www.davinotti.com

I pendii innevati del Passo di Valparola visti nel film “Oggi sposi... niente sesso!” (www.davinotti.com)

I pendii innevati del Passo di Valparola visti nel film “Oggi sposi... niente sesso!” (www.davinotti.com)

Sul Passo di Giau si gira una divertente scena di “Fantozzi in paradiso”, nella quale lo sfortunato ragioniere si “imbotta” per lanciarsi all’inseguimento della lettera scritta alla moglie Pina (www.davinotti.com)

Sul Passo di Giau si gira una divertente scena di “Fantozzi in paradiso”, nella quale lo sfortunato ragioniere si “imbotta” per lanciarsi all’inseguimento della lettera scritta alla moglie Pina (www.davinotti.com)

Le altre location dei due film citati


https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/oggi-sposi-niente-sesso/50007345


https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/fantozzi-in-paradiso/50003248

FOTOGALLERY

Belluno, duomo di San Martino

Agordo, Villa Crotta – De Manzoni

Lago di Alleghe

Sacrario militare di Pian di Salesei

La Villa, La celebre pista da sci della Gran Risa in veste estiva

Castello di Andraz

https://media-cdn.tripadvisor.com/media/photo-s/11/2a/42/ba/vista-prospettica-sulla.jpg

Muraglia di Giau (Tripadvisor)

Cortina d’Ampezzo, basilica dei Santi Filippo e Giacomo

Lago di Misurina

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DELLA VAL DI ZOLDO

maggio 25, 2023 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta da Giuseppe Saronni nel 1983)

SALA STAMPA

Italia

Zana trionfa in Val di Zoldo. Thomas difende la maglia rosa

Gazzetta dello Sport

Belgio

De Giro is los! Almeida kan aanvalslustige Roglic niet volgen, Italiaans kampioen Zana pakt ritzege

Het Nieuwsblad

Slovenia

Roglič dobro prestrašil rožnato majico in napredoval na drugo mesto

Delo

Gran Bretagna

Italian champion Zana earns home stage win as Thomas holds firm

The Guardian

Francia

Pinot encore deuxième, Almeida perd du temps

L’Équipe

Spagna

Este muerto está muy vivo

AS

Portogallo

Mau dia de João Almeida tira-lhe o segundo lugar do Giro

Público

Paesi Bassi

Thomas slaat aanval Roglic af, Zana troeft Pinot af voor etappezege

De Telegraaf

Danimarca

Italiensk mester tager karrierens største sejr i Giroen

Politiken

Germania

Pinot dominiert in den Dolomiten und wird trotzdem Zweiter

Kicker

USA

Thomas celebrates 37th birthday by retaining Giro lead; Roglic into 2nd

The Washington Post

Colombia

Einer Rubio: espectacular jornada y está cerca del ‘Top’ 10 del Giro

El Tiempo

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

The Best (Tina Turner)

METEOGIRO

Longarone : pioggia debole (0.2 mm), 22°C (percepiti 24°C), vento debole da S (6 – 25 Km/h), umidità al 65%
Caprile (traguardo volante – 64.4 Km): pioggia debole (0.4 mm), 20°C, vento debole da SE (5 – 27 Km/h), umidità al 57%
Corvara in Badia (93.4 Km): pioggia debole (0.2 mm), 18°C, vento debole da N (6 – 27 Km/h), umidità al 40%
Selva di Cadore – inizio salita Passo Giau (133.7 Km): pioggia debole (0.4 mm), 16°C, vento debole da SE (6 – 27 Km/h), umidità al 64%
Cortina d’Ampezzo (traguardo volante – 161.3 Km): pioggia debole (0.5 mm), 18°C, vento debole da SE (3 – 26 Km/h), umidità al 62%
Misurina – inizio salita finale (176.1 Km): pioggia debole (0.2 mm), 14°C, vento debole da SE (4 – 25 Km/h), umidità al 60%

GLI ORARI DEL GIRO

11.15: inizio diretta su Eurosport
11.35: inizio diretta su RaiSport
11.50: partenza da Longarone
13.15-13.25: traguardo volante di Caprile
14.00: inizio diretta su Rai2
14.00-14.15: GPM del Passo di Campolongo
14.40-15.05: GPM del Passo Valparola
15.10-15.40: inizio salita Passo Giau
15.40-16.10: GPM del Passo Giau
16.00-16.35: traguardo volante di Cortina d’Ampezzo e inizio salita Passo Tre Croci
16.20-17.05: GPM del Passo Tre Croci
16.50-17.40: arrivo alle Tre Croci di Lavaredo

STRAFALGAR SQUARE

Nibali: “La prima parte iniziale”
Petacchi: “Nibali non è mai uscito dal podio nei tre Grandi Giri che ha fatto” (ne ha corsi 27 e sul podio ci è salito 11 volte)
Borgato: “Che gamba Dario Frigo” (Marco, Dario non corre più dal 2005)
Petacchi: “La tappa è vera dura”
Borgato: “La macchina del cambio nuote”
Fabretti: “Marca Cavalli” (Marta)
Fabretti: “Ci manca l’uomo per le classifica”
Benincasa: “Roglic è andato a parlare con il pulman della Ineos”

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della diciottesima tappa, Oderzo – Val di Zoldo

1° Charlie Quarterman
2° Albert Torres a 4″
3° Fernando Gaviria s.t.
4° Nicolas Dalla Valle a 6″
5° Simone Consonni s.t.

Classifica generale

1° Nicolas Dalla Valle
2° Alberto Dainese a 3′06″
3° Albert Torres a 5′45″
4° Yukiya Arashiro a 6′25″
5° Alessandro Iacchi a 8′21″

IL GIRO DI 40 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1983 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

31 maggio 1983 – 18a TAPPA: SARNICO – VICENZA (178 Km)

SPRINT A VICENZA, ROSOLA FA IL TRIS MENTRE SARONNI CURA LA LUNA STORTA

Oggi secondo riposo, in attesa delle ultime montagne

La Maglia rosa stava meglio quando era antipatico, ora è in crisi per troppa popolarità – Mister Muscolo

01 giugno 1983 – GIORNO DI RIPOSO A VICENZA

SARONNI PUNTUALE, MA SOLO IN SELLA

Ancora quattro giorni, oggi tappa facile, domani Dolomiti

La Maglia rosa ieri ha mancato l’appuntamento coi giornalisti – Ma ha promesso che vincerà il tappone – Arrivo a Selva

Il Mas de Sabe in Val di Zoldo illuminato di rosa (www.dolomitireview.com)

Il Mas de Sabe in Val di Zoldo illuminato di rosa (www.dolomitireview.com)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza a Fossacesia Marina
1a tappa: Fossacesia Marina – Ortona (cronometro individuale)
2a tappa: Teramo – San Salvo
3a tappa: Vasto – Melfi
4a tappa: Venosa – Lago Laceno
5a tappa: Atripalda – Salerno
6a tappa: Napoli – Napoli
7a tappa: Capua – Gran Sasso d’Italia
8a tappa: Terni – Fossombrone
9a tappa: Savignano sul Rubicone – Cesena (cronometro individuale)
10a tappa: Scandiano – Viareggio
11a tappa: Camaiore – Tortona
12a tappa: Bra – Rivoli
13a tappa: Borgofranco d’Ivrea – Crans Montana
14a tappa: Sierre – Cassano Magnago
16a tappa: Seregno – Bergamo
17a tappa: Sabbio Chiese – Monte Bondone
18a tappa: Pergine Valsugana – Caorle

IL TRICOLORE SVENTOLA SOTTO IL PELMO: IL “BOCIA” BRUCIA IN VOLATA IL “VECIO”, SORPASSO ROGLIC-ALMEIDA

maggio 25, 2023 by Redazione  
Filed under News

Acuto di Filippo Zana. Il 24enne veneto del Team Jayco AlUla, campione d’Italia in carica, si aggiudica la diciottesima tappa del Giro d’Italia 2013, 161 km da Oderzo alla Val di Zoldo superando allo sprint Thibaut Pinot (Groupama-FDJ). In terza posizione il francese Warren Barguil (Arkea). Primoz Roglic (Jumbo Visma) arriva assieme a Geraint Thomas (Ineos Grenadiers). Poco più indietro Joao Almeida (UAE Team Emirates) a 2’16”. Damiano Caruso (Bahrain Victorius) chiude a 2’56”. In classifica generale Thomas resta in vetta, mentre Roglic supera Almeida e si riprende la seconda posizione.

Tappa, quella odierna, caratterizzata da tante salite con caratteristiche simili, non troppo lunghe ma con pendenze molto dure. Si parte col Passo della Crosetta, ma è nel finale che i giochi si faranno più duri: prima la Forcella Cibiana (9,7 km al 7,6% con ampi tratti in doppia cifra) e poi la temibile salita verso Coi (5 km al 9,7% con la tremenda seconda metà nella quale la pendenza sfiora il 20%). Il traguardo, infine, arriverà doo un’ultima ascesa di 2,3 km al 7%.
Dopo piccoli tentativi iniziali, sono sette quelli che provano una fuga concreta: si tratta di Aurelien Paret-Peintre (AG2R), Vadim Pronskiy (Astana), Marco Frigo e Derek Gee (Israel – Premier Tech), Warren Barguil (Arkea), il campione italiano Filippo Zana (Team Jayco AlUla), Thibaut Pinot (Groupama-FDJ). Quest’ultimo, che in classifica generale è 13° a 6’48” di distacco da Thomas (oggi 37 candeline spente), transita per primo sui GPM della Crosetta e di Pieve d’Alpago. Dopo la discesa, falsopiano e nuova ascesa verso Pieve di Cadore. Con cambi regolari il gruppetto aumenta il margine nei confronti del plotone, trascinato dalla Ineos Grenadiers, arrivando ai 5’ a cinquanta km dal traguardo per poi superare i 6’ a Venas di Cadore.
Dietro non sembra ci sia molta voglia di riprendere i fuggitivi. Ai -29 Pronskiy è in difficoltà, stringe i denti e prova a resistere. Nel gruppo Primoz Roglic (Jumbo Visma) continua a mantenersi nelle retrovie: pretattica? Intanto la strada riprende a salire verso Forcella Cibiana. Pronskiy si stacca definitivamente dalla testa della corsa. Intanto il gran ritmo portato avanti da Laurens De Plus (Ineos Grenadiers) frantuma il gruppo Maglia Rosa. Pinot si porta in testa alla classifica dei migliori scalatori di questo Giro in vetta al Cibiana, dove lo svantaggio del gruppo Maglia Rosa (ora composto da 18 corridori ma che inevitabilmente si scremerà) è di circa 4’30”. Roglic pare non abbia la faccia dei giorni migliori, ma mai fidarsi: non è chiaro se ne abbia davvero per poter attaccare Thomas sull’ultima salita per rovinargli la festa di compleanno. Salendo verso Coi Pinot aumenta il forcing. A tenergli testa sono solo Zana e Gee. Si staccano prima Barguil, Paret-Peintre e Frigo e poi anche Gee. Restano in due lì davanti, Pinot ed un eroico Zana.
Dietro parte Sepp Kuss (Jumbo Visma) con Roglic e Thomas a ruota, mentre Joao Almeida (UAE Emirates) è in difficoltà senza tuttavia mollare.
Alla progressione di Roglic risponde subito un Thomas con le gambe che girano a mille. Poco dopo Kuss raggiunge i due, con Almeida che si mantiene a breve distanza.
Nel frattempo i due battistranda giungono sotto lo striscione dell’ultimo chilometro e si viaggia verso uno sprint in salita, dove il 24enne Zana si impone sul quasi 33enne Pinot, che festeggerà il compleanno il giorno dopo la tappa conclusiva del Giro.
Domani l’attesissimo tappone dolomitico: da Longarone alle Tre Cime di Lavaredo con Campolongo, Valparola, Falzarego, Giau e Tre Croci prima della mitica ascesa finale.

Vito Sansone

Sembra quasi spiccare il volo Filippo Zana sul traguardo di Palafavera (Getty Images)

Sembra quasi spiccare il volo Filippo Zana sul traguardo di Palafavera (Getty Images)

25-05-2023

maggio 25, 2023 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

L’italiano Filippo Zana (Team Jayco-AlUla) si è imposto nella diciottesima tappa, Oderzo – Val di Zoldo (Palafavera), percorrendo 161 Km in 4h25′12″, alla media di 36.425 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Thibaut Pinot (Groupama-FDJ) e di 50″ il francese Warren Barguil (Team Arkéa-Samsic). Il britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) è ancora in maglia rosa con 29″ sullo sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma) e 39″ sul portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 4° a 4′11″.

BOUCLES DE LA MAYENNE – CRÉDIT MUTUEL

Il portoghese Ivo Oliveira (UAE Team Emirates) si è imposto nella prima tappa, circuito a cronometro di Laval, percorrendo 4.1 Km in 5′17″, alla media di 46.562 Km/h. Ha preceduto di 2″ il francese Axel Zingle (Cofidis) e di 3″ il francese Benoît Cosnefroy (AG2R Citroën Team). Miglior italiano Lorenzo Germani (Groupama-FDJ), 7° a 6″. Oliveira è il primo leader della classifica con 2″ su Zingle e 3″ su Cosnefroy. Miglior italiano Germani, 7° a 6″.

ALPES ISÈRE TOUR

Il francese Noa Isidore (CIC U Nantes Atlantique) si è imposto nella seconda tappa, Saint-André-le-Gaz – Four, percorrendo 144.8 Km in 3h31′15″, alla media di 41.127 Km/h. Ha preceduto allo sprint il ceco Dominik Neuman (Elkov-Kasper) e il belga Aaron Dockx (Alpecin-Deceuninck Development Team). Miglior italiano Alessio Martinelli (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), 28°. L’olandese Jordan Habets (Metec-SOLARWATT p/b Mantel) è ancora leader della classifica con 1″ sul ceco Michael Boros (Elkov-Kasper) e 8″ su Isidore. Miglior italiano Lorenzo Conforti (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), 29° a 18″.

TOUR OF ALBANIA

La quinta tappa, Valona – Përmet (180 Km), è stata annullata per maltempo. Il britannico Maximilian Stedman (Velo Schils Interbike RT) è ancora leader della classifica con 4″ sul rumeno Cristian Raileanu (CSA Steaua Bucuresti) e 8″ su greco Periklis Ilias (nazionale greca). Nessun italiano in gara

TOUR OF JAPAN

Il giapponese Atsushi Oka (JCL Team UKYO) si è imposto nella quarta tappa, circuito di Shimohisakata, percorrendo 120.9 Km in 3h06′01″, alla media di 38.962 Km/h. Ha preceduto di 5″ l’australiano Ryan Cavanagh (KINAN Racing Team) e di 7″ l’irlandese Jesse Ewart (Terengganu Polygon Cycling Team). L’unico italiano in gara, Lorenzo Di Camillo (Sofer-Savini Due-OMZ), non ha terminato la corsa. Oka è il nuovo leader della classifica con 34″ sull’elvetico Felix Stehli (EF Education-NIPPO Development Team) e 1′48″ sull’australiano Carter Bettles (Victoire Hiroshima)

INTERNATIONALE LOTTO THÜRINGEN LADIES TOUR

L’italiana Barbara Guarischi (Team SD Worx) si è imposta nella terza tappa, circuito di Schmölln, percorrendo 94.6 Km in 2h23′56″, alla media di 39.435 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Lorena Wiebes (Team SD Worx) e la spagnola Sandra Alonso (Ceratizit-WNT Pro Cycling). L’olandese Mischa Bredewold (Team SD Worx) è ancora leader della classifica con 11″ sulla Wiebes e 14″ sulla belga Lotte Kopecky (Team SD Worx). Miglior italiana la Guarischi, 15° a 55″

TOUR DE FEMININ (Repubblica Ceca)

La polacca Dominika Wlodarczyk (MAT ATOM Deweloper Wroclaw) si è imposta nella prima tappa, circuito a cronometro di Krásná Lípa, percorrendo 12.6 Km in 18′41″, alla media di 40.464 Km/h. Ha preceduto di 2″ la ceca Eliska Kvasnickova (Mix Brilon/Sportraces) e di 29″ la ceca Julia Kopecky (AG Insurance-NXTG U23 Team). Miglior italiana Francesca Tommasi (Team Mendelspeck), 8° a 44″. La Wlodarczyk è la prima leader della classifica con 2″ sulla Kvasnickova e 29″ sulla Kopecky. Miglior italiana la Tommasi, 8° a 44″.

ORLEN NATIONS GRAND PRIX (Polonia – Under 23)

Il britannico Lukas Nerurkar (nazionale britannica) si è imposto nella seconda tappa, Hatvan – Bükkszentkereszt, percorrendo 152 Km in 3h46′26″, alla media di 40.277 Km/h. Ha preceduto allo sprint il portoghese António Morgado (nazionale portoghese) e l’austriaco Alexander Hajek (nazionale austriaca). Miglior italiano Davide Piganzoli (nazionale italiana), 5° a 4″. Il danese Nikolaj Mengel (nazionale danese) è ancora leader della classifica con 47″ su Nerurkar e 51″ su Morgado. Miglior italiano Piganzoli, 5° a 1′01″

DOLOMITI, ATTO PRIMO ALL’OMBRA DEL “CAREGÓN”

maggio 25, 2023 by Redazione  
Filed under News

Non è il tappone dolomitico, in programma ventiquattrore più tardi, ma anche la frazione che terminerà in Val di Zoldo potrebbe lasciare un segno indelebile in classifica. Le energie si stanno pian piano esaurendo, siamo nel cuore della terza settimana di gara, che spesso ha messo in crisi fior di campioni, e oggi le possibilità di creare scompiglio non mancheranno. La Forcella Cibiana e l’inedita salita verso Coi potrebbero rappresentare una succulenta tentazione per quegli scalatori che devono recuperare terreno e non vogliono aspettare le Tre Cime.

Le genti locali lo chiamano il “Caregón de ‘l Pareterno”, il trono (cadregone) di Dio. È il Monte Pelmo, la spettacolare vetta che domina la Val di Zoldo, sede d’arrivo della prima frazione dolomitica, la meno impegnativa delle due previste quest’anno. Ma, nonostante non sia paragonabile a livello durezza ai tapponi del Bondone, affrontato 48 ore fa, e delle Tre Cime di Lavaredo, quella che terminerà a Palafavera sarà una tappa in grado di far traballare il “cadreghino” della maglia rosa di turno, se il suo vantaggio non sarà di quelli granitici. Siamo alla terza settimana di gara, le energie sono oramai al lumicino e, se si avranno forze e voglia di mettere in crisi gli avversari, le due salite che si dovranno affrontare a ridosso del traguardo potrebbero provocare un neanche tanto piccolo terremoto in classifica. Si tratta non solo di ascese dotate in pendenze, ma anche di salite piuttosto desuete, se non del tutto inedite, com’è il caso di quella che condurrà fino alla minuscola frazione di Coi e che presenta inclinazioni particolarmente forti nel tratto conclusivo.
Prima di arrivare a misurarsi con le impegnative salite del finale – che non saranno le uniche inserite nel tracciato – bisognerà anche oggi “mangiarsi” una consistente fetta di pianura nella parte iniziale, totalmente priva di ostacoli naturali nei primi 25 Km. Lasciata Oderzo – il remoto “municipium” di Opitergium, del quale sono giunti ai nostri giorni diversi resti – si pedalerà in direzione di Codognè, presso la cui chiesa parrocchiale gli amanti della natura potranno ammirare naso all’insù un platano orientale alto ben 26 metri, inserito nella lista dei ventiduemila alberi monumentali italiani, beni tutelati dalla guardia forestale. Puntando verso le prealpi bellunesi si toccherà Orsago andando poi a incrociare la “Pontebbana”, la statale che collega il Veneto con il Friuli. Ancora qualche scampolo di pianura e si giungerà a Cappella Maggiore, lasciata la quale la strada inizierà a prendere quota, inizialmente con dolcezza e poi con più decisione una volta attraversato il centro di Fregona, situato non distante dalle impressionanti grotte del Caglieron, in passato modificate dall’intervento dell’uomo per scavarvi l’arenaria e oggi visitabili grazie ad una serie di passerelle lignee. Una meraviglia della natura che i “girini” non avranno il tempo d’ammirare, impegnati come saranno nell’affrontare le prime rampe della salita della Crosetta, 13 Km e mezzo al 7% che sono stati inseriti l’ultima volta nel percorso del Giro nel 2021. Anche in questo caso si trattava delle fasi iniziali del tappone dolomitico – l’arrivo era previsto a Cortina d’Ampezzo, dove s’impose Egan Bernal incrementando il proprio vantaggio in classifica generale – e, come quel giorno, subito dopo lo scollinamento si dovrà attraversare il Cansiglio, spettacolare altopiano famoso per la sua foresta di faggi, utilizzati all’epoca della Serenissima per la fabbricazione di remi, e divenuto negli anni 90 “buen retiro” estivo dei presidenti della Repubblica Giuseppe Cossiga e Oscar Luigi Scalfaro. Dal Cansiglio il gruppo si trasferirà nel vicino Alpago, piccola regione storico-geografica dove si andrà ad affrontare la seconda difficoltà altimetrica di giornata, la salita di 3.6 Km al 5.4% che terminerà nel cuore del piccolo borgo di Pieve d’Alpago. Superate le prime due ascese di giornata si tornerà a pedalare in pianura per un’altra abbondante dose di chilometri, risalendo la valle del Piave in direzione del Cadore. Non si percorrerà in questo tratto la strada principale, che si snoda sulla sinistra del fiume, ma quella che ne costeggia la sponda opposta incontrando all’inizio di questo tratto la centrale idroelettrica di Soverzene, che all’epoca dell’inaugurazione (1951) era la più grande d’Europa. A progettarla fu la SADE, la Società Adriatica di Elettricità che qualche anno più tardi innalzò da queste parti la tragicamente famosa diga del Vajont: anche i “girini” ne sentiranno il respiro quando, qualche chilometro più avanti, transiteranno sul ponte che scavalca l’omonimo torrente proprio all’uscita dalla strapiombante gola dominata dallo “scheletro” della diga, che l’ENEL ha reso accessibile alle visite dal 2002. Bypassata la cittadina di Longarone, che tra poche ore ospiterà la partenza del tappone delle Tre Cime, si confluirà sulla strada “maestra” all’altezza di Castellavazzo, borgo il cui nome ricorda i suoi trascorsi di “castrum” difensivo in epoca romana, quando fu eretta una fortificazione trasformata nel XII secolo nel Castello della Gardona, del quale oggi rimane solo una torre dalla curiosa forma triangolare. L’ambiente torna a farsi montano, la valle prende quasi l’aspetto di una gola mentre il gruppo farà ufficialmente l’ingresso nel Cadore, la regione che deriva il nome dall’unione dei termini celtici catu e brigum, che significano rispettivamente battaglia e roccaforte. Non è, però, ancora arrivato il momento di vedere i big della classifica sfidarsi perché la strada rimarrà pianeggiante ancora per un tratto, nel quale si toccherà il centro di Ospitale, il cui toponimo ricorda la presenza in tempi andati di un ospizio, costruito nel X secolo per dare alloggio ai viandanti. Raggiunta la vicina Perarolo, luogo dal quale all’epoca della Serenissima iniziava il viaggio fluviale del legname destinato alla città di Venezia, i corridori attaccheranno la cosiddetta “salita della Cavallera”, 7.3 Km al 4.8% che si concludono nel centro di Pieve di Cadore, a due passi dalla casa natale del celebre pittore Tiziano e dopo aver affrontato un muretto finale di 600 metri all’11%. Seguirà un tratto in quota di circa 9 Km percorrendo la strada che conduce alla celebre Cortina d’Ampezzo, strada che si abbandonerà dopo il passaggio dal centro di Venas di Cadore, nella cui parrocchiale è visibile un’opera realizzata da Francesco Vecellio, fratello maggiore del pocanzi citato Tiziano. È qui che ha inizio l’ascesa verso la Forcella Cibiana, una sorta di “salita cenerentola” delle Dolomiti per il Giro d’Italia perché, a differenza di valichi più blasonati, è stata finora inserita solo tre volte nel programma della Corsa Rosa ed è un peccato perché ha numeri interessanti, soprattutto dal versante che si affronterà quest’anno, 9.6 Km al 7.6% con gli ultimi 4 Km al 10% per arrivare sino ai 1528 metri dello scollinamento, situato nel luogo dal quale partono i bus navetta che conducono i turisti al forte costruito all’epoca della Prima Guerra Mondiale sul Monte Rite, dal 2015 spettacolare sede del Messner Mountain Museum Dolomites, la più meridionale tra le “location” del museo voluto dal celebre alpinista altoatesino, nel quale ammirare opere d’arte realizzate a partire dall’epoca del romanticismo ai giorni nostri, tutte dedicate ai “Monti Pallidi”.
La successiva discesa introdurrà la corsa in Val di Zoldo, che accoglierà il gruppo all’altezza di Forno, dove è possibile visitare un’altra interessante esposizione, quel Museo del Ferro e del Chiodo che dal 2004 ricorda la tramontata attività mineraria che un tempo costituì la fortuna economica della valle. Un breve tratto in falsopiano porterà ai piedi dell’ascesa diretta a Palafavera, la località che tornerà ad accogliere un arrivo di tappa del Giro dopo la frazione vinta da Paolo Savoldelli nel 2005. Rispetto a quel finale, però, si seguirà un itinerario differente e molto più impegnativo perché dopo i primi 2.5 Km si lascerà la strada principale per deviare in direzione di Coi, piccolo villaggio presso il quale si trova l’imponente Casa Rizzardini, i cui affreschi esterni risalgono al 1713: per arrivare ad ammirarli bisogna percorrere una salita di 6.3 Km all’8.8% che nel tratto conclusivo s’inerpica per 3 Km all’11% medio, rasentando il 20% di pendenza massima lungo una strada che metterà in fila i “girini” anche a causa della carreggiata ristretta. Un tuffo di 2 Km al 7.6% riporterà infine i corridori sulla strada principale esattamente a 2700 metri dal traguardo, per raggiungere il quale bisognerà affrontare un ultimo tratto in salita. Non è duro come il precedente, ma la sua pendenza del 6.4% potrebbe farsi sentire più del previsto con le energie oramai agli sgoccioli… e il cadreghino rosa potrebbe tremare come non mai.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Sella 1063 metri. Valicata lungo la salita da Fregona alla Sella della Crosetta.

Sella della Crosetta (1168 metri). Quotata 1118 metri sulle cartine del Giro 2023, è valicata dall’ex strada statale 422 “dell’Alpago e del Cansiglio” tra Fregona e il Pian del Cansiglio. Vi passa il confine tra Veneto e Friuli. Il Giro vi è transitato 7 volte, la prima durante la tappa Trieste – Bassano del Grappa del Giro del 1934, vinta d Giuseppe Olmo dopo che in testa alla Crosetta era transitato per primo Remo Bertoni. Al varesino sono succeduti il torinese Nino Defilippis nel 1962 (Lignano Sabbiadoro – Nevegal, vinta da Guido Carlesi, il cremasco Pietro Scandelli nel 1966 (Belluno – Vittorio Veneto, vinta dal medesimo corridore), il vicentino Lino Farisato nel 1968 (Cortina d’Ampezzo – Vittorio Veneto, stesso vincitore), l’elvetico Ueli Sutter nel 1978 (Treviso – Canazei, vinta da Gianbattista Baronchelli) e il francese Geoffrey Bouchard nel 2021, durante la Sacile – Cortina d’Ampezzo vinta dal colombiano Egan Bernal.

Sella 1041 metri. Coincide con la località Campon, valicata dall’ex strada statale 422 “dell’Alpago e del Cansiglio” nel corso della discesa dalla Crosetta verso Tambre.

Sella Pieve di Cadore (878 metri). Coincide con l’omonima località, situata nell’insellatura che separa il Montericco dal Col di Contras. Mai affrontata come GPM, a Pieve si sono concluse tre tappe del Giro, vinte dal cesenate Mario Vicini nel 1940, dal mitico Gino Bartali nel 1947 e dal cremonese Roberto Ceruti nel 1979.

Forcella Cibiana (1536 metri). Quotata 1530 sulle cartine del Giro 2023 e chiamata anche Passo Cibiana, è valicata dalla Strada Provinciale 347 “del Passo Cereda e del Passo Duran” tra Cibiana di Cadore e Forno di Zoldo. Come ricordato nell’articolo il Giro vi è salito solo tre volte, la prima nel 1966 quando costituì la penultima difficoltà del tappone dolomitico Moena – Belluno, vinto da Felice Gimondi. A metter per primo i pedali sulla vetta della Cibiana fu il toscano Franco Bitossi, imitato nel 1970 dal piemontese Italo Zilioli durante il tappone della Marmolada, vinto dal bresciano Michele Dancelli e scattato da Arta Terme, la località friulana che nel 1988 accolse l’arrivo della terza e finora ultima tappa ad aver presentato l’ascesa al Cibiana: nell’occasione si partì da Borgo Valsugana e far sue salita e tappa fu l’abruzzese Stefano Giuliani.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

Il monte Pelmo e l’altimetria della diciottesima tappa del Giro 2023 (wikipedia)

Il monte Pelmo e l’altimetria della diciottesima tappa del Giro 2023 (wikipedia)

CIAK SI GIRO

Se vi piacciono di film di guerra e avete qualche primavera sulle spalle sicuramente avrete visto almeno una volta “Il colonnello Von Ryan”, pellicola statunitense del 1965 ambientata in Italia durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale e liberamente tratta dal romanzo “Von Ryan’s Express” dello scrittore americano David Westheimer. A interpretare il ruolo del colonnello protagonista fu – perdonateci il gioco di parole – una delle più celebri celebrità di Hollywood, Frank Sinatra, che si ritrovò a recitare, tra gli altri, accanto ad Adolfo Celi, l’attore toscano che in Italia è più conosciuto per il ruolo del professor Alfeo Sassaroli nella trilogia di “Amici miei” e che nello stesso anno aveva lavorato sul set di un altro film internazionale, Agente 007 – Thunderball (Operazione tuono), il quarto film della serie di James Bond, dove aveva vestito i panni del numero due dell’organizzazione criminale SPECTRE. Tornando al “Colonnello Von Ryan”, che nel cast aveva anche una giovanissima Raffaella Carrà, le riprese per ovvie ragioni si svolsero quasi interamente in Italia, a parte un paio di capatine all’estero per girare la scena della sparatoria finale nei dintorni di Málaga e quelle ambientate nel campo di concentramento in un set appositamente costruito presso gli studi cinematografici della 20th Century Fox, la celebre casa di produzione situata nelle vicinanze di Los Angeles. In Italia si girò prevalentemente in Lazio ma per le spettacolari scene di battaglia sulla linea ferroviaria diretta verso il nord si preferì la ferrovia Calalzo di Cadore – Padova, della quale furono utilizzati sia il tratto effettivamente in esercizio quando in scena si vedeva il treno, sia uno dismesso da molti anni situato presso Perarolo di Cadore.

In collaborazione con www.davinotti.com

Scena di un combattimento de “Il colonnello Von Ryan” girata a Perarolo di Cadore (www.davinotti.com)

Scena di un combattimento de “Il colonnello Von Ryan” girata a Perarolo di Cadore (www.davinotti.com)

Scena di un combattimento de “Il colonnello Von Ryan” girata a Perarolo di Cadore (www.davinotti.com)

Le altre location del film


https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/il-colonnello-von-ryan/50013514

FOTOGALLERY

Codognè, il monumentale platano antistante la chiesa parrocchiale

Fregona, Grotte del Caglieron

Altopiano del Cansiglio

Centrale idroelettrica di Soverzene

Valle del Vajont

Castellavazzo, Castello della Gardona (Facebook)

Ospitale di Cadore, l’antico ospizio

Pieve di Cadore, casa natale di Tiziano

Il forte sul Monte Rite sede del Messner Mountain Museum Dolomites

Forno di Zoldo, la sede del Museo del Ferro e del Chiodo

Coi, Casa Rizzardini

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI CAORLE

maggio 24, 2023 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta da Giuseppe Saronni nel 1983)

SALA STAMPA

Italia

A Caorle è volatona: con il colpo di reni Dainese folgora Milan

Gazzetta dello Sport

Belgio

Fotofinish in de Giro: Dainese klopt eeuwige tweede Milan en Matthews op de streep

Het Nieuwsblad

Slovenia

Fotofiniš določil zmago Daineseju, Roglič varno na cilju

Delo

Gran Bretagna

Thomas retains lead as Cavendish edged out in ‘crazy bunch finish

The Independent

Francia

Dainese vainqueur sur le fil

L’Équipe

Spagna

Por los pelos, Dainese

AS

Portogallo

Alberto Dainese vence 17.ª etapa, Geraint Thomas segue líder no Giro

Público

Paesi Bassi

Sprintsucces voor Nederlandse ploeg DSM in Giro d’Italia

De Telegraaf

Norvegia

Seier til Leknessund-kollega

Aftenposten

Germania

Fotofinish: Dainese knapp vor Milan und Matthews

Kicker

USA

Dainese wins 17th stage as Thomas keeps Giro d’Italia lead

The Washington Post

Colombia

Einer Rubio salva el día en el Giro de Italia y se alista para la alta montaña

El Tiempo

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Frena (Carlotta)

METEOGIRO

Oderzo : nubi sparse, 24°C (percepiti 25°C), vento debole da E (11 – 27 Km/h), umidità al 56%
Pian del Cansiglio (45.3 Km): pioggia debole (0.2 mm), 17°C, vento debole da SE (5 – 27 Km/h), umidità al 64%
Pieve di Cadore (traguardo volante – 115.7 Km): nubi sparse, 20°C, vento debole da SE (5 – 23 Km/h), umidità al 53%
Val di Zoldo (Palafavera): pioggia debole (0.1 mm), 14°C, vento moderato da SE (5 – 29 Km/h), umidità al 59%

GLI ORARI DEL GIRO

12.00: inizio diretta su Eurosport
12.30: inizio diretta su RaiSport
12.30: partenza da Oderzo
13.45-14.00: GPM del Passo della Crosetta
14.00: inizio diretta su Rai2
14.20-14.40: GPM di Pieve d’Alpago
15.30-16.00: traguardo volante di Pieve di Cadore
15.45-16.15: inizio salita Forcella Cibiana
16.10-16.45: GPM della Forcella Cibiana
16.25-17.00: traguardo volante di Forno di Zoldo
16.55-17.40: arrivo a Palafavera (Val di Zoldo)

STRAFALGAR SQUARE

Martini (chiedendo a un bambino chi fosse il suo corridore preferito): “Chi è il tuo tifoso?”
Rizzato: “Casa mia e casa di Giada dista pochissimo”
Rizzato: “Covi si è ritirato nella caduta che ha coinvolto Tao Geoghegan Hart”
Rizzato: “A portata di microfiono”
Pancani: “Intermarzè” (Intermarché)
Petacchi: “Sul fotofinish vince Dainese”
Fabretti: “Ecco la tappa generale” (classifica generale)
Televideo: “Quartemann” (Quarteman)

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della diciassettesima tappa, Pergine Valsugana – Caorle

1° Luca Covili
2° William Barta s.t.
3° Carlos Verona s.t.
4° Stephen Williams a 1′12″
5° Charlie Quarterman a 1′28″

Classifica generale

1° Nicolas Dalla Valle
2° Yukiya Arashiro a 1′59″
3° Alberto Dainese a 3′06″
4° Alessandro Iacchi a 4′09″
5° Albert Torres a 5′47″

IL GIRO DI 40 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1983 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

30 maggio 1983 – 17a TAPPA: BERGAMO – COLLI DI SAN FERMO (91 Km)

SUL S. FERMO HA VINTO SARONNI, ANCHE SE HA SCELTO DI PERDERE

Successo in salita di Fernandez, ma il vero trionfatore è la Maglia rosa, che ha manovrato la corsa alla perfezione

La squadra del leader della classifica ha sfiancato gli scalatori in pianura, limitando i danni nella insidiosa arrampicata finale – Visentini, terzo, è riuscito a rosicchiare soltanto 25 secondi – Dietro il ritiro di Moser

Il Santuario della Madonna dellAngelo di Caorle illuminato di rosa (www.lapiazzaweb.it)

Il Santuario della Madonna dell'Angelo di Caorle illuminato di rosa (www.lapiazzaweb.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza a Fossacesia Marina
1a tappa: Fossacesia Marina – Ortona (cronometro individuale)
2a tappa: Teramo – San Salvo
3a tappa: Vasto – Melfi
4a tappa: Venosa – Lago Laceno
5a tappa: Atripalda – Salerno
6a tappa: Napoli – Napoli
7a tappa: Capua – Gran Sasso d’Italia
8a tappa: Terni – Fossombrone
9a tappa: Savignano sul Rubicone – Cesena (cronometro individuale)
10a tappa: Scandiano – Viareggio
11a tappa: Camaiore – Tortona
12a tappa: Bra – Rivoli
13a tappa: Borgofranco d’Ivrea – Crans Montana
14a tappa: Sierre – Cassano Magnago
16a tappa: Seregno – Bergamo
17a tappa: Sabbio Chiese – Monte Bondone

DAINESE, PIOMBA UN FULMINE A CIEL SERENO SULLA SPIAGGIA DI CAORLE

maggio 24, 2023 by Redazione  
Filed under News

Volata era stata pronosticata e volata è stata. A Caorle Alberto Dainese (Team DSM) vince la penultima tappa per velocisti del Giro 2023 prima della passerella finale di Roma. Al secondo posto il leader della classifica a punti Jonathan Milan (Bahrain Victorius) e Michael Matthews (Team Jayco AlUla). Quindi Niccolò Bonifazio (Intermarché – Circus – Wanty) e Simone Consonni (Cofidis). In testa alla generale nulla cambia con Geraint Thomas (Ineos Grenadiers) maglia rosa davanti a Joao Almeida (UAE Team Emirates), Primoz Roglic (Jumbo-Visma) e l’immarcescibile Damiano Caruso (Bahrain – Victorius)

La frazione odierna, di 197 km, va da Pergine Valsugana a Caorle e non presenta particolari difficoltà. Primi 130 chilometri in leggera discesa, partendo da 530 metri di altitudine, e arrivo al livello del mare. Quindi si va spediti verso il traguardo di Caorle, posto dopo un rettilineo finale di 600 metri su asfalto largo 8 metri.
Superfavorita è la maglia ciclamino Jonathan Milan (Bahrain-Victorious), visti i forfait di Mads Pedersen (Trek-Segafredo) e Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck). Dovrà vedersela, invece, con Mark Cavendish (Astana Qazaqstan) e Fernando Gaviria (Movistar).
Si parte e vanno Senne Leysen (Alpecin-Deceuninck), il “campione delle fughe” Thomas Champion (Cofidis), Diego Pablo Sevilla (EOLO-Kometa) e Charlie Quarterman (Team Corratec – Selle Italia). Arriveranno ad un vantaggio massimo di 2′40” sul gruppo della Maglia Rosa, da ieri tornata spalle di Geraint Thomas. Il gruppo dapprima lascia fare in una tappa quasi da considerare “di trasferimento”. Poi pian piano il vantaggio si riduce e la fuga viene, come si dice, “cucinata a fuoco lento” in attesa della prevedibile volata finale.
Nel plotone si mette davanti anche qualche uomo della Bahrain-Victorious per Milan. Quindi si aggiungono corridori del Team DSM ad accelerare l’andatura.
Negli ultimi 40 chilometri il gruppo recupera una ventina di secondi sulla testa della corsa. Siamo vicino al mare e al traguardo volante di Lido di Jesolo passa per primo Quarterman.
Ormai non ci sono più speranze per i 4 in fuga, anche perchè anche gli uomini dell’Astana si sono portati in testa a lavorare alacremente per Cavendish.
A questo punto ci prova Leysen ad attaccare, mentre Champion è il primo ad essere risucchiato dal gruppo. Il battistrada guadagna fino ad un minuto sul gruppo che, dopo aver lasciato fare, riprende vigore con gli uomini della Movistar a tirare.
Leysen viene ripreso ai – 5 dall’arrivo. Il gruppo è compatto con Ineos e Cofidis a tirare. All’ultimo chilometro Michael Matthews (Team Jayco AlUla) prova a sorprendere tutti. Al termine di un volatone palpitante è, però, Alberto Dainese (Team DSM) a trionfare con un bruciante colpo di reni su Milan. Il velocista di Abano Terme rivince al Giro dopo esattamente un anno (nel 2022 si impose a Reggio Emilia). La maglia ciclamino rimane sulla spalle di Jonathan Milan mentre quella azzurra di miglior scalatore, complice la totale assenza di salite, è ancora indossata da Ben Healy (EF Education – Esay Post). Il secondo della classifica generale Joao Almeida (UAE – Team Emirates) conserva, infine, la maglia bianca di miglior giovane.
Domani la 18a frazione, 161 km, porterà da da Oderzo all’arrivo in quota di Palafavera, in Val di Zoldo. Si tornerà, dunque, a salire con 5 GPM da affrontare e in particolare poco prima di giungere al traguardo si dovrà superare quella durissima di Coi, 5,8 km al 9,7% di pendenza media con una punta al 19%.

Vito Sansone

La volata di Caorle ha visto imporsi Alberto Dainese (Getty Images Sport)

La volata di Caorle ha visto imporsi Alberto Dainese (Getty Images Sport)

24-05-2023

maggio 24, 2023 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

L’italiano Alberto Dainese (Team DSM) si è imposto nella diciassettesima tappa, Pergine Valsugana – Caorle, percorrendo 197 Km in 4h26′08″, alla media di 44.414 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Jonathan Milan (Bahrain Victorious) e l’australiano Michael Matthews (Team Jayco-AlUla). Il britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) è ancora in maglia rosa con 18″ sul portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates) e 29″ sullo sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 4° a 2′50″.

ALPES ISÈRE TOUR

L’olandese Jordan Habets (Metec-SOLARWATT p/b Mantel) si è imposto nella prima tappa, circuito di Charvieu-Chavagneux, percorrendo 145.9 Km in 3h09′04″, alla media di 46.301 Km/h. Ha preceduto allo sprint il ceco Michael Boros (Elkov-Kasper) e il connazionale Pepijn Reinderink (Soudal Quick-Step Devo Team). Miglior italiano Lorenzo Conforti (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), 17° a 5″. Habets è il primo leader della classifica con 1″ su Boros e 8″ sullo statunitense Artem Shmidt (Hagens Berman Axeon). Miglior italiano Conforti, 19° a 18″.

TOUR OF ALBANIA

Il serbo Luka Turkulov (nazionale serba) si è imposto nella terza tappa, Elbasan – Valona, percorrendo 142 Km in 3h06′42″, alla media di 45.635 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Marko Stankovic (Asfra Racing Team) e il connazionale Nikiforos Arvanito (nazionale greca). Nessun italiano in gara. Il britannico Maximilian Stedman (Velo Schils Interbike RT) è ancora leader della classifica con 4″ sul rumeno Cristian Raileanu (CSA Steaua Bucuresti) e 8″ su greco Periklis Ilias (nazionale greca)

TOUR OF JAPAN

Lo statunitense Luke Lamperti (Trinity Racing) si è imposto nella terza tappa, circuito di Mino, percorrendo 137.3 Km in 3h08′01″, alla media di 43.815 Km/h. Ha preceduto allo sprint il giappinese Kazushige Kuboki (Team Bridgestone Cycling) e l’olandese Jeroen Meijers (Terengganu Polygon Cycling Team). Unico italiano in gara Lorenzo Di Camillo (Sofer-Savini Due-OMZ), 82° a 4′00″. Lamperti è ancora leader della classifica con 12″ sul mongolo Jambaljamts Sainbayar (Terengganu Polygon Cycling Team) e 14″ sul greco Georgios Boúglas (Matrix Powertag). Di Camillo 64° a 16′49″.

INTERNATIONALE LOTTO THÜRINGEN LADIES TOUR

L’olandese Mischa Bredewold (Team SD Worx) si è imposta nella seconda tappa, circuito di Gera, percorrendo 153.5 Km in 4h11′50″, alla media di 36.572 Km/h. Ha preceduto di 13″ l’italiana Barbara Guarischi (Team SD Worx) e l’olandese Lorena Wiebes (Team SD Worx). La Bredewold è la nuova leader della classifica con 22″ sulla Wiebes e 25″ sulla belga Lotte Kopecky (Team SD Worx). Miglior italiana Marta Bastianelli (UAE Team ADQ), 24° a 1′06″

ORLEN NATIONS GRAND PRIX (Polonia – Under 23)

Il danese Nikolaj Mengel (nazionale danese) si è imposto nella prima tappa, Kaposvár – Balatonföldvár, percorrendo 132 Km in 3h02′22″, alla media di 43.429 Km/h. Ha preceduto di 35″ il polacco Michal Zelazowski (nazionale polacca) e lo statunitense Cole Kessler (nazionale statunitense). Miglior italiano Francesco Busatto (nazionale italiana), 4° a 1′28″. Mengel è il primo leader della classifica con 39″ su Zelazowski e 41″ su Kessler. Miglior italiano Busatto, 4° a 1′38″

SCIOGLIEVOLEZZA DI PIANURA

maggio 24, 2023 by Redazione  
Filed under News

Assieme alla cronometro di Cesena è la tappa più piatta del Giro 2023. Giusto un paio di sparuti strappetti s’incontreranno in partenza, poi la pianura regnerà sovrana fin sul traguardo di Caorle. Per i corridori sarà un momento per rilassarsi tra il tappone del Bondone e le due frazioni dolomitiche.

Se chiedessimo ai corridori impegnati in un Grande Giro qual è la cosa che più desiderassero ci risponderebbero sicuramente “una bella tappa di pianura”. Nel ciclismo moderno, che vuole percorsi scattanti che non annoino il pubblico, frazioni prive di qualsivoglia difficoltà sono diventate più rare dell’oro e per rendersene conto basta andare a spulciare i percorsi delle edizioni più recenti di Giro, Tour e Vuelta. Limitandoci alla stagione 2023 al Tour non ce ne saranno, alla Vuelta ne saranno previste due e lo stesso numero di tappe lisce s’incontra alla Corsa Rosa, la cronometro disputata al termine della prima settimana di gara in quel di Cesena e la frazione odierna diretta a Caorle, mentre anche la passerella conclusiva di Roma non sarà del tutto piatta. A dire il vero, se prendessimo la lente d’ingrandimento e la puntassimo sui chilometri iniziali della tappa di Caorle, microscopici zampellotti si paleserebbero ma sarebbe ridicolo definirli salite e di certo non lasceranno il segno, mentre un certo peso potrebbe averlo il chilometraggio di quasi 200 Km, non certo una passeggiata se si pensa che siamo alla terza settimana di gara e che questa frazione è stretta tra l’incudine della durissima tappa del Bondone e il martello della due giorni dolomitica. Il primo strappo, la Sella di Vignola (700 metri all’8.6%), sarà affrontato in gran parte fuori gara, a cavallo tra il tratto iniziale che si percorre tra il raduno di partenza e il “chilometro 0”, oggi previsto lungo la strada che costeggia il Lago di Levico in direzione dell’omonima e rinomata stazione di cure termali, frequentata sin dall’epoca della dominazione asburgica quando vi veniva in vacanza la celebre principessa Sissi, ospite nella villa oggi divenuta un lussuoso albergo. Poco più avanti si affronterà uno strappo di 800 metri al 5.7% che si conclude alle porte di Roncegno, altra piccola località termale dalla quale si transiterà subito prima di giungere sulle strade di Borgo Valsugana, uno dei principali centro della valle del Brenta, dominato dal colle sul quale si staglia Castel Telvana, maniero innalzato in epoca altomedievale per controllare i transiti sulla Via Claudia Augusta Altinate, la strada romana che collegava la pianura veneta con Tridentum (l’odierna Trento) per poi superare le Alpi al Passo di Resia e dirigersi verso l’accampamento di Submuntorium (oggi Mertingen, in Germania). Per ultima si affronterà, a circa 27 Km dalla partenza, la salita più lunga di giornata, 900 metri al 5.2% che terminano a Villa Agnedo, piccolo ex municipio che nel 2016, fondendosi con altre tre entità amministrative della zona è andata a costituire il comune di Castel Ivano, prendendo il nome dall’omonimo maniero, presso il quale in occasione del mercoledì delle ceneri viene bruciato un fantoccio con le sembianze dell’inviso signorotto locale Biagio delle Castellare, che vi si rifugiò nel 1365 e che si salvò dalle sgrinfie dei popolani inferociti grazie all’intercessione del condottiero padovano Francesco I da Carrara, che concesse loro di sfogarsi dando alle fiamme un “pupazzo” che ritraeva le fattezze di Biagio.
Superata quest’ultima difficoltà altimetrica, i “girini” sotto le ruote troveranno unicamente pianura da qui al traguardo, tornando a pedalare lungo le sponde del Brenta in direzione di Primolano, località conosciuta sia agli appassionati di storia, sia a quelli di ciclismo: qui si trovano, infatti, le cosiddette “Scale”, toponimo con il quale i primi si riferiscono alle fortificazioni erette a difesa del confine tra il Regno d’Italia e l’impero austro-ungarico, precipitosamente abbandonate dopo la disfatta di Caporetto, i secondi alla salita a tornanti che si snoda attraverso le sopracitate fortificazioni. Percorrendo il corridoio naturale che separa il massiccio del Monte Grappa dalle prime pendici dell’Altopiano d’Asiago, si tirerà dritto in direzione della Pianura Veneta, l’estrema propaggine orientale della Padana, raggiungendola all’altezza di Bassano del Grappa, centro celebre per il “Ponte degli Alpini”, realizzato in legno su progetto di Andrea Palladio – architetto più conosciuto per le sue ville – tra il 1567 e 1569 e nel corso della storia ricostruito tre volte, la prima in seguito ad una disastrosa piena del Brenta nel 1748, la seconda dopo un incendio appiccato nel 1813 su ordine del vicerè Eugenio di Beauharnais e l’ultima nel 1947, dopo che due anni prima era stato fatto saltare dai partigiani.
Ci si dirigerà verso il mare, seguendo inizialmente la direttrice per Padova fino a Rosà, per poi cambiare direzione e puntare su Rossano Veneto, dove nel 2005 una frazione della Corsa Rosa si concluse con il successo allo sprint dell’australiano Robbie McEwen. Altre due conclusioni in volata – vittoria di Silvio Martinello nel 1991 e di Mario Cipollini nel 1999 – si ebbero nella vicina Castelfranco Veneto, dove l’arrivo fu giudicato sui sampietrini della centralissima Piazza Giorgione, all’ombra delle mura che ancora oggi ne cingono il centro storico, nel quale visitare il duomo intitolato a Santa Maria Assunta e a San Liberale e la casa natale di Giorgio da Castelfranco, il pittore noto per l’appunto con il soprannome di Giorgione.
La prossima meta del gruppo sarà la città di Treviso, che si raggiungerà passando per Vedelago, un altro centro il cui nome è scritto nella storia della Corsa Rosa per aver ospitato un arrivo di tappa nel 2012, conquistata, sempre in volata, dal veronese Andrea Guardini. Al ferreo controllo del gruppo, invece, è sfuggita lo scorso anno la tappa terminata a Treviso (vittoria in fuga del belga Dries De Bondt), cittadina che nel 2023 sarà evitata dal gruppo percorrendo la tangenziale che taglia le campagne a sud della città per poi seguitare sulla cosiddetta “Treviso Mare”, la strada che convogli velocemente verso il litorale le frotte dei turisti diretti alle rinomate stazioni balneari venete. Costeggiata nell’ultimo tratto l’estremità nordorientale della Laguna di Venezia anche i “girini” arriveranno ad annusare l’aroma della salsedine quando sbarcheranno sui viali di Lido di Jesolo, la cui spiaggia è una delle più rinomate d’Italia, fino al 1930 nota con il nome di Cavazuccherina e ribattezzata in epoca fascista riagganciandosi all’antico toponimo di Jesolum, nella convinzione che derivasse da quello latino di Gesù e che invece era frutto di errate trascrizioni dell’ancor più vetusto toponimo di Equilium, significante “città dei cavalli” forse in relazione all’allevamento degli equini, per il quale all’epoca dell’antica Roma erano note le genti venete. Seguendo le coste dell’Adriatico in direzione nord si giungerà quindi alla località balneare di Eraclea Mare, il cui nome richiama quello di Heraclia, antica città i cui resti furono riscoperti nel 1984 e che molti archeologici indicarono come come la “madre” della futura Venezia. Ancora pochi chilometri e la corsa approderà sulle strade di Caorle, pluripremiata località di villeggiatura estiva che oltre ad aver ricevuto per anni l’ambita “bandiera blu” che identifica le migliori stazioni balneari europee si è anche meritata la “Spiga Verde” assegnata ai comuni che valorizzano al meglio lo sviluppo sostenibile del territorio. E tra il blu e il verde per un pomeriggio s’inserirà anche uno sprazzo rosa.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Sella di Vignola (Masetti) (557 metri). Valicata dalla Strada Provinciale 228 “di Levico – Novaledo” tra Pergine Valsugana e Levico Terme, poco prima di giungere al bivio per Vetriolo Terme. Viene toccata subito dopo il “chilometro 0” della diciassettesima tappa.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

Uno scorcio della pianura padana e l’altimetria della diciassettesima tappa del Giro 2023 (www.elementari.net)

Uno scorcio della pianura padana e l’altimetria della diciassettesima tappa del Giro 2023 (www.elementari.net)

CIAK SI GIRO

Due star a passeggio sul lungomare di Caorle e un amore di finzione sbocciò anche nella realtà. Accadde nel 1968 durante le riprese di “Amanti”, film diretto da Vittorio De Sica che narra la storia d’amore tra un giovane italiano – Valerio, interpretato da uno dei più immensi attori italiani, Marcello Mastroianni – e la nobildonna straniera Julia, alla quale prestò il volto una diva di Hollywood, la statunitense Faye Dunaway, attrice che nove anni più tardi riceverà l’oscar quale miglior attrice protagonista per l’interpretazione nel film di Sidney Lumet “Quinto potere”. Julia è gravemente malata e, sentendo prossima la fine, decide di trascorrere gli ultimi giorni di vita in Italia dove, ospite nella villa di una marchesa sua amica, riconosce alla televisione Valerio, un giovane che anni prima l’aveva abbordata in aeroporto e le aveva lasciato il suo recapito telefonico. I due così si ricongiungono e, nonostante lui sia sposato, si amano e rimangono insieme fino al momento della dipartita di lei. A finire, però, non fu l’amore perché dopo le riprese Mastroianni e la Dunaway si fidanzarono per davvero, facendo coppia per un paio d’anni.
Galeotto fu il film e chi lo scrisse, con la benedizione della Madonna dell’Angelo, la titolare del santuario che spicca sulla spiaggia di Caorle e che fece da sfondo alle scene delle romantiche passeggiate dei due “amanti”. Nella finzione e nella realtà

In collaborazione con www.davinotti.com

Marcello Mastroianni e Faye Dunaway passeggiano romanticamente sulla spiaggia di Caorle nel film “Amanti” (www.davinotti.com)

Marcello Mastroianni e Faye Dunaway passeggiano romanticamente sulla spiaggia di Caorle nel film “Amanti” (www.davinotti.com)

Le altre location del film


https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/amanti/50014596

FOTOGALLERY

Lago di Levico

Borgo Valsugana, Castel Telvana

Castel Ivano visto da Villa Agnedo

Scale di Primolano

Bassano del Grappa, Ponte degli Alpini

Le mura di Castelfranco Veneto

Sulla Treviso-Mare in direzione dell’Adriatico

L’estremità nordorientale della Laguna di Venezia

La spiaggia di Lido di Jesolo

Caorle, Santuario della Madonna dell’Angelo

« Pagina precedentePagina successiva »