LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): PASSY – COMBLOUX

luglio 18, 2023 by Redazione  
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Arriva il turno della tappa a cronometro, l’unica inserita nel percorso della 110a edizione del Tour de Francia. Terreno di gara saranno i 22.4 Km che da Passy condurranno a Combloux seguendo un tracciato che mixa tratti veloci ad altri decisamente più impegnativi, come la celebre e durissima salita di Domancy che riporta alla memoria il mondiale del 1980

Dopo l’ultimo giorno di riposo si riparte con l’unica tappa a cronometro inserita nel tracciato del Tour 2023. Poco più di 22 saranno i chilometri che si dovranno percorrere su di un tracciato che è po’ cronoscalata e un po’ gara contro il tempo più adatta agli specialisti, un caleidoscopio di variazioni di ritmo che potrebbe rivelarsi selettivo quando le pendenze sulla quali ci si troverà a pedalare. Lasciata la rampa di lancio di Passy ed effettuati i primi 2 km in condizioni pianeggianti si andrà ad affrontare la breve ascesa della “Cascata del Cuore”, costituita da una rampa principale di 1300 metri all’8.7% e, dopo 200 metri di strada pianeggiante, da un dentello finale di 700 metri al 7.4% che porterà i corridori dai 579 metri della partenza ad una quota di 744 metri sul livello del mare. Terminata la successiva discesa, pure suddivisa in due tratti – il primo di 1700 metri al 4.6%, il secondo di 2.8 Km al 4.6% – da un troncone in falsopiano lungo un chilometro e 300 metri, poco prima dell’ingresso in Sallanches inizierà la seconda ed ultima porzione di pianura, sei chilometri resi scorrevoli dalla presenza di due lunghi tratti in rettilineo, l’ultimo dei quali si conclude ai piedi della Côte de Domancy, una delle salite più celebri di Francia: i suoi 2500 metri al 9.4% entrarono nella storia del ciclismo il 31 agosto del 1980, quando furono ripetuti 20 volte in occasione dei mondiali disputati nella vicina e citata Sallanches, dove il francese Bernard Hinault andò a conquistare la maglia iridata tagliando il traguardo con un minuto di vantaggio sull’italiano Gianbattista Baronchelli. Il Gran Premio della Montagna sarà posto proprio in vetta a questa mitica ascesa, nonostante la salita non termini sotto lo striscione ma continui a corrente alternata anche nei successivi 3.5 Km che si dovranno percorrere per raggiungere Combloux, piccola stazione di villeggiatura posta lungo la strada che conduce alla più rinomata stazione di sport invernali di Megève. Se dopo il passaggio dal GPM si assisterà ad un declinare delle pendenze, la salita riprenderà poi piglio per proporre una rampa di 800 metri al 7.1% che si concluderà a 1600 metri dall’arrivo e poi, dopo tratto di respiro quasi pianeggiante, un ultima “strappata” di 700 metri al 7.5% che si smorzerà quando al traguardo mancheranno meno di 300 metri. Ecco completato il mosaico delle variazioni di ritmo nel quale verrà intersiata un’altra pagina dell’appassionante sfida tra Pogacar e Vingegaard.

METEO TOUR

Passy – partenza primo corridore (ore 13): temporali (0.3 mm), 33°C, vento moderato da O (3 – 45 Km/h), umidità al 36%
Passy (ore 14): temporali (0.3 mm), 34°C, vento moderato da SO (6 – 47 Km/h), umidità al 34%
Passy (ore 15): temporali (0.4 mm), 34°C, vento forte da S (6 – 54 Km/h), umidità al 37%
Passy (ore 16): temporali (0.6 mm), 33°C, vento moderato da SO (8 – 49 Km/h), umidità al 36%
Passy – partenza maglia gialla (ore 17): temporali (0.2 mm), 32°C (percepiti 33°C), vento forte da SO (5 – 54 Km/h), umidità al 44%
Combloux – arrivo primo corridore (ore 14 circa): temporali (0.3 mm), 33°C, vento moderato da SO (7 – 45 Km/h), umidità al 35%
Combloux (ore 15): temporali (0.4 mm), 33°C, vento forte da S (7 – 50 Km/h), umidità al 37%
Combloux (ore 16): temporali (0.6 mm), 32°C, vento moderato da SO (8 – 45 Km/h), umidità al 38%
Combloux – arrivo maglia gialla (ore 17): temporali (0.1 mm), 32°C, vento forte da SO (6 – 50 Km/h), umidità al 45%

GLI ORARI DEL TOUR

12.45: inizio diretta su Eurosport
13.05: partenza del primo corridore da Passy
13.40: arrivo del primo corridore a Combloux
14.45: inizio diretta su RAI2
17.00: partenza della maglia gialla da Passy
17.35: arrivo della maglia gialla a Combloux

RASSEGNA STAMPA

Super Poels sul Monte Bianco. Vingegaard risponde a Pogacar, classifica invariata

Gazzetta dello Sport – Italia

Hollænder vinder etape. Seks minutter senere kom Vingegaard og Pogacar i mål. Samtidig

Politiken – Danimarca

Nizozemcu Poelsu etapna zmaga, Pogačar ostaja 10 sekund za rumeno majico

Delo – Slovenia

Vingegaard retains lead over Pogacar as Poels wins stage 15

The Guardian – Regno Unito

Pogacar et Vingegaard inséparables

L’Équipe – Francia

Dos lapas en el Tour

AS – Spagna

Wéér net niet: Wout van Aert botst op sterke Wout Poels en moet vrede nemen met tweede plaats in Tour

Het Nieuwsblad – Belgio

Weergaloze Wout Poels boekt eerste Nederlandse ritzege deze Tour

De Telegraaf – Paesi Bassi

Ausreißer Poels gewinnt letzte Bergankunft – Vingegaard kontert Pogacars Angriff

Kicker – Germania

Vingegaard keeps yellow jersey at Tour de France as Poels soloes to victory in 15th stage

The Washington Post – USA

Se retiró Martínez, y se cayeron Egan Bernal y Rigoberto Urán: caótica etapa en el Tour

El Espectador – Colombia

TOURALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo della quattordicesima tappa, Annemasse – Morzine

1° Cees Bol
2° Michael Mørkøv s.t.
3° Victor Campenaerts a 1′22″
4° Adrien Petit a 1′34″
5° Axel Zingle a 1′41″

Miglior italiano Luca Mozzato, 37° a 3′49″

Classifica generale

1° Michael Mørkøv
2° Cees Bol a 10′26″
3° Yevgeniy Fedorov a 11′19″
4° Frederik Frison a 12′32″
5° Axel Zingle a 14′06″

Miglior italiano Gianni Moscon, 17° a 30′29″

STRAFALGAR SQUARE

Garzelli: “Toglierà gli abbuoni a una possibile vittoria”
Garzelli: “La tappa è un GPM di 1a categoria”
De Luca: “Il tacrimetro di una moto”
De Luca: “La classifica a pois”
De Luca: “Da stamattina abbiamo visto salare con la funivia”
Garzelli: “Si sta staccando dal quarto terzo di classifica”
Garzelli: “In questi ultimi ouanni”
Televideo: “Vingegaard non si fa sorprendere quando lo sloveno prova a staccarsi nell’ultimo chilometro”

CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1973

A 50 anni dalla vittoria di Luis Ocaña, riviviamo attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa” l’edizione del Tour vinta dallo “spagnolo di Francia”

17 LUGLIO 1973 – 15a TAPPA: PAU – FLEURANCE (137 Km)

FLEURANCE: DAVID VINCE MA OCANA NON HA RIVALI
Un belga per distacco al Tour
Avvenire: Baronchelli è sempre al comando

Il lago di Combloux e l’altimetria della sedicesima tappa (www.cluses-montagnes-tourisme.com)

Il lago di Combloux e l’altimetria della sedicesima tappa (www.cluses-montagnes-tourisme.com)

POELS SUL MONTE BIANCO. TADEJ E JONAS ARRIVANO INSIEME. DANESE SEMPRE IN GIALLO

luglio 16, 2023 by Redazione  
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Wout Poels è uno di quegli scalatori che quando becca la giornata giusta può essere micidiale e lo ha dimostrato oggi vincendo la 15 tappa del Tour de France. L’olandese in forza alla Bahrain-Victorius ha avuto la meglio sui numerosi compagni di fuga, battendo nettamente lungo la salita finale Wout Van Aert (Jumbo-Visma) condannto all’ennesimo piazzamento di una Grand Boucle in cui proprio non riesce ad alzare le braccia al cielo. Poels ha staccato il fenomeno belga poco dopo i -10 lungo le rampe più dure del Col des Amerands ed è giunto al traguardo con oltre 2 minuti sul corridore della Jumbo. Terza piazza per il transalpino Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies) bravo nel finale ad emergere dal gruppetto degli inseguitori.
La lotta per la maglia gialla ha invece sortito un nulla di fatto. Dopo lo spettacolo delle ultime due tappe, oggi Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) si sono controllati a lungo. Lo sloveno ha attaccato solo nell’ultimo km, ma il fuoriclasse danese non ha dato nessun segno di cedimento e non ha perso neanche un metro dal rivale, che ha affiancato poco prima della linea d’arrivo lasciando intendere ancora una volta che non ha nessuna intenzione d’abdicare.

La 15a tappa, da Les Gets Les Ports du Soleil a Saint-Gervais Mont-Blanc per un totale di 179 km, era posta al termine di un fine settimana di alta montagna e proponeva l’ultimo vero arrivo in salita della Gran Boucle 2023. Dopo la partenza all’insù, i corridori erano attesi da un primo tratto di circa 30 km pianeggiante che anticipava la prima ascesa di giornta, il Col de Fleuries (8,9 km al 4,6%; non classificato come gpm) posto al km 40. Quindi, un tratto di saliscendi e lo sprint intermedio di Bluffy (km 72) facevano da prologo al primo gpm di 1a categoria di giornata, il Col de la Forclaz de Montmin (7,2 km al 7,4%) la cui cima si trovava ai -96. Al termine della successiva discesa vi erano un’altra salita non segnalata come gpm, il Col du Marais (10,2 km al 3,2%), e un altro gpm di 1a categoria, il Col de la Croix Fry (11,4 km al 7,1%) ai -57. Dopo una breve discesa, la strada tornava a salire con il Col de Aravis (4,4 km al 6,2%), gpm di 3a categoria posto ai -45. A questo punto i corridori dovevano affrontare una prima discesa, un tratto di falsopiano e un’ultima discesa prima delle ultime due salite: la Cote des Amerands (2,7 km al 10,1%) ai -8,4 e dopo un brevissimo tratto all’ingiù l’ascesa che portava a Saint-Gervais (7 km al 7,7%).

Come d’abitudine, la frazione è stata supemeggiante sin dalla partenza vista la lotta furibonda che si consumata nei primi 30 km per entrare nella fuga di giornata. Dopo una lunga serie di tentativi, l’azione buona è partita sul Col de Fleuries quando un gruppo piuttosto folto (circa un quarantina di corridori) si è man mano formato al termine di una serie di attacchi e contrattacchi. Il gruppo inizialmente non ha lasciato molto margine ai fuggitivi. Poi, intorno al km 50, un improvvido spettatore poco attento alla corsa ha letteralmente tirato giù Sepp Kuss (Jumbo-Visma) e quindi il compagno di squadra Nathan Van Hooydonck. I due colossi in lotta per la corsa, Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) e Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), hanno schivato il pericolo ma praticamente mezzo gruppo maglia gialla è finito a terra e di conseguenza il plotone ha immediatamente rallentato per consentire il rientro dei tanti atleti caduti. La fuga ha così avuto il definitivo via libera aumentando rapidamente il vantaggio che di lì a poco ha superato gli 8 minuti.

Davanti nel frattempo i fuggitivi avevano già iniziato a frazionarsi, grazie all’azione di Julian Alaphilippe (Soudal-Quick Step) e Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team) partiti intorno al km 40. Alle loro spalle a poco più di mezzo minuto si trovavano 37 corridori: Nans Peters (AG2R Citroën Team), Mathieu van der Poel e Søren Kragh Andersen (Alpecin-Deceuninck), Mikel Landa e Wout Poels (Bahrain-Victorious), Marco Haller, Patrick Konrad e Nils Politt (BORA-hansgrohe), Guillame Martin e Ion Izagirre (Cofidis), Andrey Amador, Magnus Cort Nielsen, Neilson Powless e Rigoberto Urán (EF Education-EasyPost), Olivier Le Gac e Thibaut Pinot (Groupama-FDJ), Omar Fraile (INEOS Grenadiers), Rui Costa (Intermarché-Circus-Wanty), Michael Woods, Hugo Houle, Krists Neilands e Dylan Teuns (Israel-Premier Tech), Wout van Aert (Jumbo-Visma), Giulio Ciccone, Mattias Skjelmose Jensen e Juan Pedro López (Lidl-Trek), Alex Aranburu (Movistar), Warren Barguil e Simon Guglielmi (Team Arkéa-Samsic), Chris Hamilton (Team DSM-firmenich), Lawson Craddock, Christopher Juul-Jensen e Luka Mezgec (Team Jayco-Alula), Mathieu Burgadeau (TotalEnergies), Marc Soler (UAE Emirates), Jonas Abrahamsen e Torstein Træen (Uno-X Pro Cycling Team).

I due battistrada sono rimasti in testa a lungo col kazako che è passato in testa sul primo gpm di giornata, il Col de la Forclaz de Montmin, davanti ad ad Alaphilippe. A circa 40″ è transitato un gruppetto regolato da Ciccone che ha preceduto Powless recuperdando così 2 punti nella classifica per la maglia a pois. Il gruppo maglia gialla, tirato da Christophe Laporte (Jumbo-Visma) navigava ad 8′25″ (massimo vantaggio). La situazione in testa alla corsa era però fluida: Alaphilippe e Lutsenko sono stati ripresi nel tratto successivo alla discesa, mentre poco dopo dal gruppetto degli attaccanti è partito tutto solo Marco Haller. Il passista austriaco è rimasto in testa diversi chilometri, imboccando il Col de la Croix Fry con 45″ sugli insguitori e circa 7 minuti sul gruppo maglia gialla che nel frattempo aveva leggermente aumentato l’andatura. Lungo le prime rampe della salita, dal plotone di testa è partito Rui Costa. Il portoghese ha rapidamente ripreso Haller e lo ha poi agevolmente saltato restando tutto solo ai -60. L’azione del lusitano ha però risvegliato anche gli ex compagni di fuga, in particolar modo i corridori della Lidl-Trek che hanno iniziato a tirare per Ciccone, deciso a fare incetta di punti nei gpm e a rubare la maglia a pois a Neilson Powless. L’aumento di andatura messo in opera da Lopez e Skjelmose è riuscito a scremare il drappello degli attaccanti, facendo staccare tra gli altri proprio lo statuniteste. Una volta ripreso Rui Costa, Ciccone ha avuto vita facile nel transitare per primo sul gpm guadagnando i 10 punti necessari ad affiancare Powless in testa alla graduatoria dei gpm. Il gruppo, ancora in leggero recupero, è transitato con un gap di poco superiore ai 6 minuti.

Dopo una breve discesa, la strada è tornata a salire lungo le rampe del Col de Aravis. Ciccone ha provato a tenere compatto il drappello di testa anche lungo il terzultimo gpm di giornata, ma a metà salita è partito secco Marc Soler. Il Catalano ha guadangato una decina di secondi avviandosi allo scollinamento solitario. Ai -500, avvertito il pericolo, Wout Van Aert ha messo in atto una delle sue micidiali progressioni per lanciarsi all’inseguimento di Soler. Alla sua ruota si è immediatamente posto un lucidissimo Wout Poels, imitato di lì a poco da Krists Neilands. Il terzetto così formato è transitato sul gpm a pochi secondi da Soler che è stato poi ripreso lungo la discesa. Il nuovo quartetto di testa ha spinto a fondo lungo la discesa guadagnando subito un margine di poco meno di mezzo minuto sugli immediati inseguitori. Ai -36 Neilands è malamente caduto nel tentativo di recuperare una borraccia d’acqua da una moto dell’organizzazione. Il lettone si è poi rialzato e ha ripreso la corsa nononostante avesse colpito un muretto in cemento. Van Aert, Soler e Poels hanno invece proseguito la loro calvalcata continuando a guadagnare anche nel tratto in falspiano, al temine del quale avevano un vantaggio di ben 1′15″ sul drappello degli inseguitori composto da: Landa, Ciccone, Uran, Pinot, Skjelmose, Konrad, Aramburu, Martin, Houle, Teuns, Guglielmi, Barguil, Craddock e Burgaudeau. Il gap è ulteriormente aumentato nel tratto di discesa successivo e così il drappello inseguitore ha imboccato la Cote des Amerands con 1′30″ di ritardo dai battistrada.

Poels e Van Aert hanno approcciato la dura salita (2,7 km al 10,9%) con qualche metro di vantaggio su Soler che aveva perso le ruote dei due compagni d’avverntura lungo le ultime centinaia di metri della discesa. Lo spagnolo ha provato a rientrare ad inizio salita ma, proprio mentre stava per riaccodarsi a Poels e Van Aert, l’olandese ha piazzato il suo scatto secco. Van Aert non ha reagito e anzi ha perso contatto anche da Soler. Il belga e lo spagnolo hanno poi scollinato insieme con 30″ di ritardo dallo scatenato Poels. Gli immediati inseguitori nel frattempo avevano alzato bandiera bianca e ora solo Guillaume Martin continuava ad imporre un’andatura interessante al fine di recuperare tempo e posizioni in classifica generale. Nel gruppo maglia gialla invece, gli uomini della UAE avevano decisamente preso la testa, scalzando i rivali della Jumbo. In particolare rilievo Rafal Majka che ha imposto un ritmo talmente alto da far staccare uno alla volta i vari Pello Bilbao (Bahrain-Victorius), Simon Yates (Team Jayco-AlUla) e Jai Hindley (Bora-Hansgrohe). E così il drappello dei big si è rapidamente ridotto ad appena 7 unità: Vingegaard e Kuss della Jumbo-Visma, Pogacar, Majka e Adam Yates per la UAE, David Gaudu (Groupama-FDJ) e Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers).

Lungo la salita finale Van Aert ha staccato Soler, ma non è riuscito minimamente ad avvicinarsi a Poels. Anzi, l’olandese ha continuato a guadagnare su tutti gli inseguitori più immediati coronando l’attacco con una vittoria in grande stile. Alle sue spalle, staccato di oltre 2 minuti un ottimo Wout Van Aert che si è dovuto accontentare però dell’ennesimo piazzamento. Terza piazza per Burgaudeau, bravo a staccare gli altri inseguitori e a ripredere e staccare Soler nel finale.
Nel frattempo il drappello maglia gialla il ritmo è continuato a restare molto alto. Ai -4,5 Majka ha esaurito il suo lavoro, lasciando le redini della corsa ad Adam Yates. Il ritmo del britannico, ancora più asfissiante, ha fatto si che nel giro di pochi metri gli restassero a ruota solo Pogacar e Vingegaard. E’ così iniziata una fase di controllo con lo sloveno più volte impegnato a controllare il danese. Proprio a margine di uno di questi momenti di studio, Pogacar ha lasciato andare via il compagno Yates e così i due fuoriclasse che lottano per la maglia gialla si sono ritrovati impegnati nell’ennesimo duello. Vingegaard, evidentemente capito il gioco tattico, si è messo a ruota dello Sloveno consentendo il rientro del solito Rodriguez che si è immediatamente messo davanti a tirare col fine di limitare il gap da Yates. Proprio sotto lo striscione dell’ultimo km, Pogacar ha provato la sua irresistibile accelerazione, ma a differenza delle ultime volte, Vingegaard gli è stato facilmente a ruota. In men che non si dica i due hanno ripreso Yates e Soler. Pogacar ha provato nuovamente a staccare il rivale negli ultimi 300 metri ma anche stavolta lo scatto è stato vano, tanto che il danese ha voluto rimarcare la sua leadership affiancando lo sloveno sul traguardo. Il duo è giunto al traguardo con 6′04″ da Poels, precedendo Adam Yates (6′24″), Carlos Rodrigue (6′42″), Sepp Kuss e Marc Soler (7′05″), un tenace Gaudu (7′15″), Pello Bilbao (7′24″), Rafal Majka (7′52″) e un Jai Hindley in difficoltà (7′58″).

In classifica generale la maglia gialla Vingegaard mantiente 10″ su Pogacar, mentre Rodriguez è ora a 5′21″ dal Danese. Lo spagnolo della Ineos deve difendere il podio dallo scatenato Adam Yates, 4° a 5′40″. Perde terreno invece Jay Hindley, ora 5° a 6′38 e un pò lontano dal 3° posto. Segue Sepp Kuss, 6° a 9′16″ dal compagno di squadra, quindi troviamo Pello Bilbao a 10′11″ che oggi ha scavalcato Simon Yates, 8° a 10′48″. Completano la top ten provvisoria David Gaudu, 9° a 14′07″, e Guillaume Martin, 10° a 14′18″ dopo aver scavalcato Felix Gall (Ag2r Citroen Team) grazie alla fuga odierna.

Dopo il trittico alpino, domani i corridori potranno recuperare qualche energia grazie al secondo giorno di riposo della Grand Boucle in attesa della crono di martedì che potrebbe risultare decisiva ai fini della classifica generale. Vingegaard e Pogacar si sfideranno in una prova contro il tempo breve (appena 22,4 km) ma resa complicata dalla presenza di due strappi: la Cote de la Cascade de Coeur (1,3 km al 8,5) posta poco dopo la partenza e quindi la famigerata Cote de Domancy (2,8 km al 8,5%) ai -4. Gli ultimi 4000 metri saranno praticamente tutti in salita. Una prova che potrà rompere l’equilibrio visto nelle ultime giornate.

Pierpaolo Gnisci

Poels si impone sul Monte Bianco (fonte:Getty Images)

Poels si impone sul Monte Bianco (fonte:Getty Images)

16-07-2023

luglio 16, 2023 by Redazione  
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TOUR DE FRANCE

L’olandese Wout Poels (Bahrain – Victorious) si è imposto nella quindicesima tappa, Les Gets – Saint-Gervais Mont-Blanc, percorrendo 179 Km in 4h40′45″, alla media di 38.255 Km/h. Ha preceduto di 2′08″ il belga Wout Van Aert (Jumbo-Visma) e di 3″ il francese Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies). Miglior italiano Giulio Ciccone (Lidl-Trek), 14° a 5′35″. Il danese Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) è ancora maglia gialla con 10″ sullo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e 5′21″ sullo spagnolo Carlos Rodríguez (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Ciccone, 33° a 1h44′21″

TOUR OF QINGHAI LAKE (Cina)

Il belga Timothy Dupont (Tarteletto – Isorex) si è imposto nell’ottava ed ultima tappa, Gonghe – Chaka, percorrendo 200.3 Km in 3h57′50″, alla media di 50.524 Km/h. Ha preceduto allo sprint il colombiano Victor Ocampo (Team Medellín – EPM) e il neozelandese Luke Mudgway (Bolton Equities Black Spoke). Miglior italiano Davide Baldaccini (Team Corratec – Selle Italia), 7°. L’eritreo Henok Mulubrhan (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè) si impone in classifica con lo stesso tempo dell’uruguaiano Eric Antonio Fagundez (Burgos-BH) e 49″ su Baldaccini

GP INTERNACIONAL TORRES VEDRAS – TROFEU JOAQUIM AGOSTIHO

Il portoghese Frederico Figueiredo (Glassdrive Q8 Anicolor) si è imposto nella terza ed ultima tappa, Lourinhã – Alto de Montejunto, percorrendo 185.8 Km in 4h52′37″, alla media di 38.098 Km/h. Ha preceduto di 6″ l’uruguaiano Mauricio Moreira (Glassdrive Q8 Anicolor) e 8″ il russo Artem Nych (Glassdrive Q8 Anicolor). Unico italiano rimasto in gara Giovanni Carboni (Equipo Kern Pharma), 14° a 52″. Moreira si impone in classifica con 29″ su Nych e 37″ su Figueiredo. Carboni 10° a 1′25″

GEMENC GP (Ungheria)

Lo slovacco Lukáš Kubiš (Dukla Banska Bystrica) si è imposto nella seconda ed ultima tappa, circuito di Szerkszárd, percorrendo 144.6 Km in 3h04′24″, alla media di 47.05 Km/h. Ha preceduto allo sprint il ceco Tomáš Jakoubek (ATT Investments) e il polacco Marcin Budzinski (HRE Mazowsze Serce Polski). Miglior italiano Thomas Pesenti (Beltrami TSA – Tre Colli), 11° Il ceco Filip Řeha (Elkov – Kasper) si impone in classifica con 1″ sull’australiano Dylan Hopkins (Ljubljana Gusto Santi) e su Kubiš. Miglior italiano Pesenti, 9° a 12″

BALOISE LADIES TOUR (Belgio)

La serba Jelena Erić (Movistar Team) si è imposta nella quarta ed ultima tappa, circuito di Deinze, percorrendo 121.1 Km in 2h57′51″, alla media di 40.855 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Femke de Vries (GT Krush Rebellease Pro Cycling) e l’italiana Alice Maria Arzuffi (CERATIZIT-WNT Pro Cycling). L’olandese Lucinda Brand (Lidl – Trek) si impone in classifica con 24″ sulla danese Emma Norsgaard (Movistar Team) e 24″ sulla britannica Anna Henderson (Team Jumbo-Visma). Miglior italiana Laura Tomasi (UAE Team ADQ), 11° a 1′43″

WOMEN’S CYCLING GRAND PRIX STUTTGART

L’italiana Elena Pirrone (Israel Premier Tech Roland) si è imposta nella corsa tedesca, Tamm – Stoccarda, percorrendo 104 Km in 2h39′47″, alla media di 39.053 Km/h. Ha preceduto di 23″ l’austriaca Kathrin Schweinberger (CERATIZIT-WNT Pro Cycling) e la tedesca Linda Riedmann (Team Jumbo-Visma)

GIRO CICLISTICO DELLA VALLE D’AOSTA – MONT BLANC (Under23)

Il britannico Joshua Golliker (Equipe continentale Groupama-FDJ) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Valtournenche – Breuil-Cervinia, percorrendo 99.7 Km in 3h10′26″, alla media di 31.41 Km/h. Ha preceduto di 2′09″ lo spagnolo Jorge Gutierrez (Equipo Finisher) e di 2′31″ il francese Colin Savioz (Equipe continentale Groupama-FDJ). Miglior italiano Florian Samuel Kajamini (Team Colpack Ballan CSB), 11° a 4′21″. L’irlandese Darren Rafferty (Hagens Berman Axeon) si impone in classifica con 2′22″ sul francese Alexy Faure-Prost (Circus-ReUz-Technord) e 2′57″ sul messicano Isaac del Toro (A.R Monex Pro Cycling Team). Miglior italiano Lorenzo Galimberti (Biesse – Carrera), 9° a 7′53″

FANTASMI DA MORZINE: POGACAR EYES WIDE SHUT

luglio 16, 2023 by Redazione  
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Una sola salita lottata, un solo secondo fra i duellanti. Tappa ridotta all’essenziale, ma ciclismo spaziale.

Kasparov ebbe a dire che gli scacchi sono lo sport più violento che esista. Il ciclismo in giornate come quella di Morzine può esibire solide credenziali quale pretendente al titolo. La tappa, micragnosamente breve ma infarcita di dislivello, si riduce al suo totem finale, il Joux Plane. Prima il tutto si riassume in una sebaldiana storia naturale della distruzione: i bombardieri Jumbo radono al suolo qualunque cosa si ritorca sulla vacua superficie della terra, in una pioggia di fuoco che rende ancor più rovente una giornata corsa tutta fin troppo sopra i trenta gradi (e fin troppo al di sotto dei duemila metri). Il sudore frigge come olio bollente, le borracce si sprecano, e i gialloneri pregustano un match point decisivo. Pogacar, pare assodato dai guru, tende a soffrire il caldo; il cumulo di dislivelli a passo ossessivo ne ottunde lo spunto; le salite vere favoriscono Vingegaard. L’accidentale Ventoux 2021 trasformato in protocollo, la scienza coglie il caso prototipico e si predispone a farne sistema.
Note al margine: Ciccone all’arrembaggio, si inserisce di forza nella lotta per la maglia a pois, anche se, come gli anni scorsi, con le tappe di gran montagna vi irrompono pure i fenomeni della generale, che potrebbero finire per portarsela via quasi per caso. Di Ciccone ci piace ricordare la sorta di muta protesta, la fronda, la resistenza, con cui, pur essendo ormai segnato il destino della fuga, allunga in solitaria un pugno di secondi davanti al gruppo trenato prima da Van Hooydonck poi da Benoot sulle rampe della Ramaz. Un gesto senza senso proprio, senza speranza, solo un granello di sabbia negli ingranaggi Jumbo che lo stritoleranno senza pietà. E proprio quando il gruppo lo deglutisce e tritura, passando di fianco a Pogacar, uno scambio di battute, un sorriso dello sloveno (un sorriso a 6 watt per kg). L’esibizione Jumbo scoccia. I terzi in causa per obiettivi minori cominciano a tifare contro. Travolte con Ciccone tutte le storie che si erano intrecciate nel conformarsi della fuga, le sportellate con Dani Martínez e Powless ai GPM, il coraggio di Pinot, l’ambizione e la voglia di bis di Woods o Kwiatko, le malinconie di Landa o Alaphilippe, e tanto altro per tanti altri ancora.
Ma la Jumbo ha deciso che oggi Morzine sarà Megiddo, il luogo della battaglia atomica finale, e non c’è spazio per altri fili narrativi.
Emergono allora prepotenti dalla memoria le altre storie recenti che hanno reso iconico questo arrivo. Pantani in fuga, inevitabilmente in fuga, il 18 luglio 2000, compleanno di Gino Bartali. Di nuovo all’assalto dopo il Ventoux in cattiva compagnia, dopo la prova di forza solitaria di Courchevel. Nonostante un fisico già minato, nonostante un mondo sportivo e non solo violentemente ostile. Lungo la strada per Morzine, i problemi di alimentazione (altri tempi, altra scienza). La scarsa collaborazione e quasi il boicottaggio dei compagni di fuga, poco predisposti al magnicidio contro il Re Americano, pur di ricevere qualche briciola e una vernice di redenzione. Virenque, emblema di questo atteggiamento, a vincere la tappa. Pantani ritirato. Ma anche. Ma anche Armstrong nel panico, che telefona, sì, telefona in diretta in piena corsa al suo spirito guida, il Dottor Ferrari. Armstrong telefona alla scienza, e la scienza rassicura: Pantani non può arrivare. L’economia delle entrate e uscite energetiche non può tornare, lo sperpero, l’azzardo, la diarrea, la solitudine consumeranno il Pirata. Il dubbio però rode, Courchevel rode. E Armstrong fa crac. L’arcirivale Ullrich gli rifila quasi due minuti. Lo lasciano indietro anche Heras o Escartín, i compagni di merende che lo avevano salvato dal naufragio verso Courchevel, facendogli da gregari pur appartenendo ad altro team, quel Kelme che fu di Fuentes. Il Tour de France era già deciso, ampiamente deciso, da molte tappe, o da molti mesi. Non cambierà nulla. Scienza e fantasmi. Il fantasma di Pantani contro la scienza dello sport, o Pantani contro il fantasma della scienza sportiva (Ferrari la chiamava arte: l’arte è lunga, la vita breve, diceva Ippocrate).
Sei anni e due giorni dopo siamo nel 2006, 20 luglio 2006, e Floyd Landis ha appena perso la maglia gialla. Altro yankee inventato in casa Bruyneel come gregario eccezzionale (con due “z”, minimo), ma messosi in proprio già nel 2005 con la sulfureissima Phonak (perché giallo-verdastra, non peraltro…). L’anno precedente non gli era andata così bene, top ten risicata a una dozzina di minuti. Ma nell’anno 2006 l’era Armstrong è finita. Tocca ai liberi imprenditori, così Floyd assurge alla gloria gialla sulla cima della mitica Alpe d’Huez. Verso la Toussuire tuttavia il giallo si è subito scolorito in dieci minuti di ritardo dal danese Rasmussen (e altri venti atleti). Però Landis non si arrende. A quasi 130 km dall’arrivo parte da solo a doppia velocità lasciando basiti gli inseguitori che pure provano a prendergli la ruota, ma senza alcuna chance. Proveranno poi collettivamente. Tutto inutile. I più vicini inseguitori arrivano a quasi 6 minuti. Il regno di Lance è finito, e tornerà a finire, in modo ancor più radicale, pochi anni dopo; ma la scienza frattanto ha imparato a farsi arte con Ferrari, e ora da arte si fa pura magia. Operation Witchcraft. Floyd però non aveva capito che la vera magia non è quella della scienza, né quella dell’arte: la vera magia è quella della politica. Non quella dei partiti, anche se può corrispondervi, né quella degli Stati, anche se vi si intreccia: bensì la politica generale e microscopica del potere, che impregna i corpi e se ne nutre, la biopolitica degli sponsor multinazionali, dei comitati olimpici, dei nuovi grandi racconti a cui vendersi quando li si compra. Floyd Landis non ha intercettato questa magia, e il gruppo storce il naso, sciopera platealmente, proliferano i sussurri dietro le quinte, e Landis sale in giallo sul podio parigino solo per esserne rimosso via antidoping. Troppo testosterone, Floyd, ma senza essere un maschio alfa, e soprattutto senza appartenere al branco giusto.
Finisce l’excursus e siamo ai piedi del Joux Plane. Il gruppo non c’è più. Ci sono solo i Jumbo contro gli UAE, il resto sono dettagli, Hindley penzolante, Carlos Rodríguez 22enne umile ed enorme per l’INEOS mentre Pidcock è scoppiato tempo prima. Simon Yates staccato da Van Aert nella discesa della Ramaz, rientrato sputando sangue con il sempre più sorprendente austriaco Felix Gall e con il filosofo che non ti aspetti, il buon Guillaume Martin. Una dozzina di uomini ma quel che conta è la partita a scacchi. La partita letale fra UAE e Jumbo.
Dettagli, fra i quali si annida il diavolo. Come negli scacchi. Mosse e contromosse. Pensiero anticipatorio. Congetture e interpretazioni. Trappole. Carlos Rodríguez, lo vedremo, è uno di questi dettagli.
Dettagli: Pogacar chiede a Majka di dare una trenata inattesa per scombussolare il treno Jumbo. Rompere il rullare dei tamburi di watt predefinit. Calcolo e intuizione contro scienza e misurazione. Funziona, il treno deraglia. Contromosse, sorprese: ad esempio, Van Aert. Van Aert che aveva tirato alla morte, scoppiato, piantatosi come spesso vediamo oggidì piantarsi i corridori-lavoratori spremuti dai superteam fino all’ultima goccia. Van Aert resuscita dai morti: scienza, arte, magia, pura forza di volontà, genio ciclistico, aberrazione atletica? Van Aert non solo riprende il gruppetto dopo essersi letteralmente fermato, ma passa tutti a doppia velocità e tira e tira fino a stroncare Majka. Il treno torna in corsa.
Dettagli: a Pogacar cade una borraccia. Sguardo di smarrimento. Gesti di panico, che appaiono invero sproporzionati. Ma oggi le calorie sono calcolate al minuto. Entrate e uscite. Economia del sudore. Economia contro entropia. Si avvicina sereno il compagno Adam Yates, ecco una borraccia. Sollievo. Yates non sta facendo quasi nulla, fin qui, per Pogi, basta paragonarlo con il lavoro di Kuss per Vinge. Ma oggi bastava la sua faccia. E la borraccia, certo.
Tira e salta Kuss, Pogacar potrebbe far leva sull’attendismo. Due contro uno, lui e Adam Yates appunto contro Vingegaard che ha esaurito l’intero team e non sembra pronto. Non è arrivato al metro esatto, al minuto esatto, dove avrebbe dovuto scatenare i watt. Qualcosa non quadra. Quei turni sfasati, forse. Quel Ciccone inutile come un granello di sabbia a spostare watt fuori luogo e fuori tempo tanti e tanti km fa. Chi lo sa. Vinge non agisce.
Ma Pogacar non è tipo da attendere. Fa tirare Yates, e poi.
Attacca. Allo scollinamento mancano quasi 4 km.
E subito se ne va. Stavolta Vingegaard non prova nemmeno la reazione immediata. Ha capito l’antifona. Sale del proprio passo, e fra i due la regia disegna un filo d’argento virtuale. Il filo d’argento infrangibile. 5 secondi di differenza che restano tali.
L’icona di questa tappa è il viso di Pogi, senza occhiali, con gli occhi enormi, ingenui, infantili, spalancati, persi nelle vastità senza limiti dello sforzo. Vede fantasmi, Pogacar? Certamente ne vede quando comincia a voltarsi, anche un po’ troppo spesso. Un fantasma danese.
Sono stati minuti ad altissima intensità, e di colpo si passa al surplace. I processori ricominciano a calcolare impazziti, ci vorrebbe un computer quantistico per gestire la deriva delle interpretazioni. Pogacar ha fallito, sta male, non è riuscito a fare il vuoto. E Vingegaard perché non scatta quando riprende Pogacar? È cotto pure lui? È al limite? Avrebbe dovuto insistere, Pogacar? Avrebbe – potuto – insistere? La scienza non ha più risposte. In cima alla salita c’è un abbuono in tempo, una delle novità strampalate che il Tour introduce di tanto in tanto. Ai 500 metri Pogacar lancia una prevedibilissima volata lunga, ma i muri di gente strozzano l’allungo e due moto, di fotografi e riprese, bloccano del tutto la strada. Stop and go. Non cambierà niente, ma la sensazione è che sia cambiato tutto. Si torna alla surplace, letteralmente, velocità da amatori, mentre da dietro si avvicinano Adam Yates e Carlos Rodríguez, che in un paio di km avevano incassato più di un minuto.
Da qui Pogacar sembra andare in confusione. Scacchi e ciclismo. Ciclismo e boxe. Il ciclismo è lo sport più violento che ci sia, con la differenza che il danno inflitto all’avversario, o meglio, come intendevano Kasparov, e Fisher, all’ego dell’avversario, passa per infliggere danni fisici a sé stessi. Una strategia scacchistica di sacrificio, ma perenne, costante, sistematica. Sempre sul limite. O appena oltre.
Al GPM Vingegaard pizzica Pogacar distratto, e gli strappa il passaggio sulla linea con una volata cortissima, quasi inesistente, tutta giocata sull’effetto sorpresa. Pogi incassa.
Il diavolo in rosso Carlos Rodríguez rientra e subito allunga, Yates non riesce a tallonarlo, Vinge neppure, men che meno Pogi. Ha scelto bene la curva e volerà via per tutta la discesa fino a vincere la tappa laggiù a Morzine. Come dirà Matxin, il DS spagnolo di Pogacar, oggi ha vinto l’alunno più studioso, il più intelligente, il più lucido. Calcola perfettamente il talento 22enne, e poi calcola perfettamente pure i rischi in discesa, perché “il leone di Almuñécar” ama anche l’azzardo, che è dopotutto l’altra faccia del calcolo, dove calcolo e arte s’incontrano. Vittoria in solitaria, a braccia alzate, e, molto provvisoriamente, terzo posto nella classifica generale. Per un secondo.
Pogacar si mette davanti e scende malissimo, Vingegaard gli si incolla alla ruota, altra scelta azzardata, da guerra psicologica, o forse solamente da confusione. Interpretazioni alla deriva. Pogi potrebbe aspettare Yates che fatica tantissimo a scendere, a sua volta, in modo accettabile, ma lo sloveno sembra ossessionato dal non perdere sulla testa della corsa. Ossessionato dagli abbuoni, ossessionato dal far tornare i conti, ma non abbastanza da pensare che se si fermasse, se facesse passare Yates, magari facendo lui stesso un po’ da tappo, poi Vingegaard dovrebbe inseguire e diventerebbe una facile ruota a cui agganciarsi. Se poi Yates arrivasse, fare terzo contro il danese quarto premierebbe comunque di più che fare secondo con il danese terzo. Non ci pensa Pogacar, né ci pensa l’ammiraglia. Qui non è questione di conti, è questione di sensazioni, di voglia di vincere, di trovarsi quasi a sorpresa ad emergere nello scenario che tutto avrebbe voluto più favorevole al rivale. Ma, allo stesso tempo, non riuscire a chiudere il break, schiantarsi quasi su quelle moto, non poter più far correre libero il proprio sguardo dagli occhi spalancati a un orizzonte ignoto, ma impegolarsi nei conti della serva, nel secondo più o secondo meno. E, sul terreno della lucidità, inaspettatamente stentare. Alla fine Pogi sarà secondo, Vinge terzo. Bilancio in secondi, uno guadagnato dal danese. Che cosa significherà tutto questo, alla fine del Tour? Alla fine delle carriere? O dopo altri vent’anni di ciclismo? Chi sarà divenuto un fantasma, chi sarà inseguito dai fantasmi? Non abbiamo una risposta oggi, anche se alla prima domanda ne avremo una fra una settimana. O fra qualche mese, o fra qualche anno. L’arte è lunga, la vita è breve.

Gabriele Bugada

Pogacar e Vingegaard sulla salita del Joux-Plaine (foto AFP)

Pogacar e Vingegaard sulla salita del Joux-Plaine (foto AFP)

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): LES GETS – SAINT-GERVAIS MONT-BLANC

luglio 16, 2023 by Redazione  
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Un’altra bella razione di salite alpine attende oggi i corridori, chiamati ad esibirsi su un palcoscenico ancora più esigente rispetto a quello di ieri per quel che riguarda il dislivello complessivo.

4282 metri di dislivello ieri, 4460 metri previsti oggi pomeriggio: possiamo dire che le prime due tappe disegnate sulle Alpi siano quasi gemelle, ma quello odierna forse sarà più difficile e non soltanto per i 178 metri di dislivello in più. Pur mancando una salita “fuori categoria” com’era stata il Col de Joux Plan, stavolta non ci sarà una discesa dopo l’ultima vetta a consentire ai corridori rimasti staccati di recuperare qualcosa e anche le fatiche accumulate nelle 48 ore precedenti tra le frazioni del Grand Colombier e Morzine potrebbero cominciare a mordere i polpacci e lasciare il segno dei denti. Otto saranno le salite da affrontare e la prima – 2.5 Km al 4.8% – dovrà essere superata subito dopo la partenza, mentre tutti i GPM da affrontare saranno concentrati nella seconda metà del tracciato, introdotta dall’ascesa alla Forclaz de Montmin, colle già di prima categoria (7.2 Km al 7.4%) così come il successivo Col de la Croix-Fry (11.3 Km al 7.1%). A questo punto mancheranno ancora 55 Km al traguardo ed è molto probabile che stavolta i grandi favoriti aspettino per mettere in azione i loro attacchi l’ascesa finale verso il traguardo di Saint-Gervais Mont-Blanc. In realtà quest’ultima si compone di due salite distinte, separate da un breve tratto intermedio prevalentemente in discesa, che si conclude con il passaggio del centro di Saint-Gervais-les-Bains. Prima si dovrà affrontare la Côte des Amerands, 2700 metri con pendenze da muro (media del 10.9%, massima del 17%), poi i 7 Km al 7.7% che condurranno al traguardo, previsto presso la piccola stazione di sport invernali di Le Bettex, presso la quale sono già terminate due tappe del Tour, la prima nel 1990 (si impone il francese Thierry Claveyrolat), l’ultima nel 2016, quando vinse il transalpino Romain Bardet e l’ascesa finale fu affrontata dal medesimo versante di quest’anno, con la Côte des Amerands da scalare subito prima.

METEO TOUR

Les Gets: pioggia debole (0.1 mm), 25°C (percepiti 26°C), vento moderato da SO (9 – 39 Km/h), umidità al 34%
Thorens-Glières (Km 45.4) : cielo sereno, 27°C, vento moderato da O (8 – 28 Km/h), umidità al 52%
Col de la Forclaz de Montmin (GPM – Km 82.8) : cielo sereno, 26°C (percepiti 27°C), vento moderato da NO (5 – 26 Km/h), umidità al 62%
La Clusaz (Km 128.8) : cielo sereno, 25°C (percepiti 26°C), vento moderato da SO (8 – 41 Km/h), umidità al 62%
Saint-Gervais Mont-Blanc*: pioggia debole (0.1 mm), 25°C (percepiti 26°C), vento moderato da O (6 – 40 Km/h), umidità al 59%

* previsioni relative al centro di Saint-Gervais (826 metri), dal quale si transita a 8 Km dall’arrivo (traguardo a quota 1372 metri)

GLI ORARI DEL TOUR

12.45: inizio diretta su Eurosport
13.20: partenza da Les Gets
14.45: inizio diretta su RAI2
14.55-15.05: traguardo volante di Bluffy
15.15-15.35: GPM del Col de la Forclaz de Montmin
16.30-16.55: GPM del Col de la Croix Fry
16.40-17.10: GPM del Col des Aravis
17.35-18.10: inizio salita finale
17.40-18.15: GPM della Côte des Amerands
18.00-18.40: arrivo a Saint-Gervais Mont-Blanc

RASSEGNA STAMPA

Tour: festa Rodriguez a Morzine. Pogacar 2°, Vingegaard in giallo con 10″

Gazzetta dello Sport – Italia

Rodriguez vinder 14. etape foran vanvittig kamp mellem Vingegaard og Pogacar

Politiken – Danimarca

Rodriguezu zmaga, Pogačar izgubil eno sekundo

Delo – Slovenia

Vingegaard gains a second on Pogacar after Rodríguez claims epic stage 14

The Guardian – Regno Unito

Dix secondes d’écart

L’Équipe – Francia

Ha nacido una estrella

AS – Spagna

Rodriguez lachende derde na heftige, behekste Alpenrit waarin Pogacar en Vingegaard alleen maar oog hebben voor elkaar

Het Nieuwsblad – Belgio

Rodriguez profiteert van strijd Vingegaard en Pogacar met ritzege in Tour

De Telegraaf – Paesi Bassi

Rodriguez siegt in Morzine – Pogacars Attacken verpuffen

Kicker – Germania

Mass crash on Tour briefly halts Stage 14. Pogacar, Vingegaard escape unscathed

The Washington Post – USA

En medio de la batalla Pogacar vs. Vingegaard, Carlos Rodríguez ganó la etapa 14

El Espectador – Colombia

TOURALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo della quattordicesima tappa, Annemasse – Morzine

1° Adrien Petit
2° Matej Mohoric s.t.
3° Cees Bol s.t.
4° Phil Bauhaus a 9″
5° Nikias Arndt s.t.

Miglior italiano Matteo Trentin, 9° a 9″

Classifica generale

1° Michael Mørkøv
2° Yevgeniy Fedorov a 8′25″
3° Frederik Frison a 9′38″
4° Cees Bol a 10′26″
5° Axel Zingle a 12′15″

Miglior italiano Gianni Moscon, 12° a 25′08″

STRAFALGAR SQUARE

Borgato: “Morzen” (Morzine)
Borgato: “Giò Plen” (Joux Plaine)
Pancani: “Sulla macchina della giuria c’è sempre un membro dell’organizzatore”
Pancani: “E’ una giornata importante per il ciclismo italiano, perchè settantasette tappe senza una vittoria italiana”
Garzelli: “Gruppo frazionato con diversi tronconi”
Garzelli: “Pinot parla radio”
Garzelli: “Le tappe del giorno successive”
Garzelli: “Dieci minuto”
Garzelli: “La giornata deve pedalare con la testa già domani”
Garzelli: “Ginocchio sinistra”
Garzelli: “La parte più difficili”
De Luca: “Una cinquina di metri”
Garzelli: “Sta un po’ rientrando Vingegaard” (a pezzi?)
Pancani: “Le salute lunghe”
De Luca: “Immanuel Buchmann” (Emanuel)
Televideo: “Sinkedam” (Sinkeldam)

CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1973

A 50 anni dalla vittoria di Luis Ocaña, riviviamo attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa” l’edizione del Tour vinta dallo “spagnolo di Francia”

16 LUGLIO 1973 – 14a TAPPA: LUCHON – PAU (227.5 Km)

POULIDOR, UN SOGNO INFRANTO – AL TOUR SI CONTINUA A PARLARE SPAGNOLO
Mentre Ocaña (senza Merckx) domina il Tour
Ancora una volta il vecchio “Poupou” (37 anni) ha fallito l’obiettivo: vincere il Giro di Francia – Una incredibile catena di episodi sfortunati – Un generoso corridore “eterno secondo” – Torres trionfa a Pau, Ocaña sempre maglia gialla – E’ ancora Baronchelli il “n. 1″ nell’Avvenire

Saint-Gervais-les-Bains e l’altimetria della quindicesima tappa (Facebook)

Saint-Gervais-les-Bains e l’altimetria della quindicesima tappa (Facebook)

15-07-2023

luglio 15, 2023 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DE FRANCE

Lo spagnolo Carlos Rodríguez (INEOS Grenadiers) si è imposto nella quattordicesima tappa, Annemasse – Morzine, percorrendo 151.8 Km in 3h58′45″, alla media di 38.149 Km/h. Ha preceduto di 5″ lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e il danese Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma). Miglior italiano Giulio Ciccone (Lidl-Trek), 45° a 27′42″. Vingegaard è ancora maglia gialla con 10″ su Pogacar e 4′43″ su Rodríguez. Miglior italiano Ciccone, 40° a 1h44′50″

TOUR OF QINGHAI LAKE (Cina)

L’eritreo Henok Mulubrhan (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè) si è imposto nella settima tappa, Xihaizhen – Gonghe, percorrendo 127.2 Km in 2h54′19″, alla media di 43.8 Km/h. Ha preceduto allo sprint il mongolo Myagmarsuren Baasankhuu (nazionale mongola) e l’uruguaiano Eric Antonio Fagundez (Burgos-BH). Miglior italiano Riccardo Lucca (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), 5° a 6″. Fagundez è il nuovo leader della classifica con 3″ su Mulubrhan e 1′08″ sullo spagnolo Mario Aparicio (Burgos-BH). Miglior italiano Davide Baldaccini (Team Corratec – Selle Italia), 4° a 1′16″

GP INTERNACIONAL TORRES VEDRAS – TROFEU JOAQUIM AGOSTIHO

Lo spagnolo José Manuel Díaz (Burgos-BH) si è imposto nella seconda tappa, Serra d’El Rei – Torres Vedras, percorrendo 143.7 Km in 3h26′52″, alla media di 41.679 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Eduard Prades (Caja Rural – Seguros RGA) e Francisco Galván (Equipo Kern Pharma). Unico italiano rimasto in gara Giovanni Carboni (Equipo Kern Pharma) 12°. L’uruguaiano Mauricio Moreira (Glassdrive Q8 Anicolor) è il nuovo leader della classifica con 1″ sul portoghese Tiago Antunes (Efapel Cycling) e 11″ su Galván. Carboni 11° a 33″

GEMENC GP (Ungheria)

L’italiano Simone Buda (So.L.Me. – Olmo) si è imposto nella prima tappa, circuito di Szerkszárd, percorrendo 177.5 Km in 3h34′32″, alla media di 49.642 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Filippo Fortin (Maloja Pushbikers) e l’austriaco Stefan Kovar (Hrinkow Advarics). Il ceco Filip Řeha (Elkov – Kasper) è ancora leader della classifica con 1″ sull’australiano Dylan Hopkins (Ljubljana Gusto Santi) e 6″ sullo sloveno Anže Skok (Ljubljana Gusto Santic). Miglior italiano Thomas Pesenti (Beltrami TSA – Tre Colli), 16° a 12″

BALOISE LADIES TOUR (Belgio)

Terza tappa suddivisa in due semitappe

L’olandese Charlotte Kool (Team Dsm-Frmenich) si è imposta anche nella prima semitappa, Breskens – Knokke-Heist, percorrendo 82.6 Km in 2h03′06″, alla media di 40.097 Km/h. Ha preceduto allo sprint la connazionale Lucinda Brand (Lidl – Trek) e la danese Emma Norsgaard (Movistar Team). Miglior italiana Laura Tomasi (UAE Team ADQ), 5°. La Kool è ancora leader della classifica con 20″ sulla Brand e 24″ sulla Norsgaard. Miglior italiana la Tomasi, 10° a 43″

La Brand si è imposta nella seconda semitappa, circuito a cronometro di Knokke-Heist, percorrendo 17.1 Km in 22′42″, alla media di 45.198 Km/h. Ha preceduto di 14″ la britannica Anna Henderson (Team Jumbo-Visma) e di 21″ la Norsgaard. Miglior italiana la Tomasi, 16° a 1′20″. La Brand è la nuova leader della classifica con 24″ sulla Norsgaard e sulla Henderson. Miglior italiana la Tomasi, 16° a 1′20″

GIRO CICLISTICO DELLA VALLE D’AOSTA – MONT BLANC (Under23)

L’italiano Sergio Meris (Team Colpack Ballan CS) si è imposto nella quarta tappa, Verrayes – Fénis (Clavalitè), percorrendo 172.5 Km in 5h20′05″, alla media di 32.335 Km/h. Ha preceduto di 1′08″ l’irlandese Darren Rafferty (Hagens Berman Axeon) e di 1′24″ il tedesco Mauro Brenner (Development Team Dsm-Firmenich). Rafferty è il nuovo leader della classifica con 2′44″ sul francese Alexy Faure-Prost (Circus-ReUz-Technord) e 3′19″ sul messicano Isaac del Toro (A.R Monex Pro Cycling Team). Miglior italiano Lorenzo Galimberti (Biesse – Carrera), 9° a 6′38″

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): ANNEMASSE – MORZINE

luglio 15, 2023 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Debuttano le Alpi e lo fanno con il botto di un tappone che proporrà quasi 4300 metri di dislivello, distribuiti su poco meno di 50 Km di salita: dopo quanto fattoci ammirare negli scorsi giorni da Pogacar e Vingegaard si prospetta un’altra spettacolare tappa

Il Tour giunge finalmente sulle Alpi, sulle quali si fermerà per ben 5 giorni, nei quali si andranno ad affrontare tre dure tappe d’alta montagna, in mezzo alle quali gli organizzatori hanno collocato anche l’unica cronometro prevista quest’anno e il secondo ed ultimo dei giorni di riposo. Il debutto sarà con il botto perchè tra il raduno di partenza di Annemasse e il traguardo di Morzine si dovranno superare quasi 4300 metri di dislivello, distrìbuti su poco meno di 50 Km complessivi di salita, mentre la tappa di chilometri ne misurerà 152, non proprio una distanza da tappone ma la struttura della tappa è di quelle che ben si adattano a questa definizione. La prima delle salite in programma, il pedalabile Col de Saxel, s’incontrerà ad una quindicina di chilometri dal via e farà da antipasto ai due successivi colli, più impegnativi, di Cou (7 Km al 7.4%) e di Feu (5.8 Km al 7.8%), poi sarà offerto ai corridori una sorta di “sorbetto” sul facilissimo Col de Jambaz, in vetta al quale è semplicemente previsto un traguardo volante. Sarà lo spartiacque di questa tappa perchè una ventina di chilometri più avanti si arriverà ai piedi della prima delle due salite principali di giornata, il Col de la Ramaz (14 Km al 7.1%), scavalcata la quale si dovranno percorrere circa 26 Km tra discesa e pianura per andare all’appuntamento con il sostanzioso dessert della scorpacciata odierna. L’ultima delle sei salite in programma è, infatti, la più dura, l’unica considerata “fuori categoria”: è il Col de Joux Plane, i cui 11.6 Km al 8.5% saranno affrontati per la tredicesima volta nella storia del Tour, un curriculum di tutto rispetto nel quale spicca il passaggio in vetta di Marco Pantani al Tour del 1997. Come quel pomeriggio di 26 anni fa il traguardo sarà posto nella sottostante stazione di villeggiatura di Morzine, che si raggiungerà 12 Km più avanti, giusto 200 metri dopo il termine della planata dal Joux Plane

METEO TOUR

Annemasse : nubi sparse, 31°C, vento moderato da O (11 – 29 Km/h), umidità al 34%
Orcier (Km 46.1) : cielo sereno, 29°C (percepiti 30°C), vento moderato da O (7 – 28 Km/h), umidità al 47%
Mieussy (inizio salita Col de la Ramaz – Km 86.5) : temporale (0.3 mm), 31°C, vento moderato da SO (9 – 44 Km/h), umidità al 41%
Samoëns (inizio salita Col de Joux Plane – Km 127.1) : nubi sparse, 30°C, vento forte da SO (12 – 61 Km/h), umidità al 43%
Morzine : temporale (0.4 mm), 28°C, vento forte da SO (14 – 60 Km/h), umidità al 49%

GLI ORARI DEL TOUR

12.45: inizio diretta su Eurosport
13.20: partenza da Annemasse
13.45-13.50: GPM del Col de Saxel
14.15-14.30: GPM del Col de Cou
14.45: inizio diretta su RAI2
14.45-15.00: GPM del Col du Feu
15.00-15.20: traguardo volante del Col de Jambaz
15.30-15.45: inizio salita Col de la Ramaz
16.05-16.30: GPM del Col de la Ramaz
16.30-17.00: inizio salita Col de Joux Plane
17.05-17.40: GPM del Col de Joux Plane
17.15-17.55: arrivo a Morzine

RASSEGNA STAMPA

Kwiatkowski show sul Grand Colombier. Pogacar recupera altri 8″

Gazzetta dello Sport – Italia

For tredje gang måtte Jonas Vingegaard melde pas, da Pogacar trådte an på vild stigning

Politiken – Danimarca

Kwiatkowski razred zase, Pogačarja od rumene majice loči še 9 sekund

Delo – Slovenia

Dzień Bastylii Michała Kwiatkowskiego w Tour de France! Wielkie zwycięstwo Polaka

Gazeta Wyborcza – Polonia

Michal Kwiatkowski celebrates victory after a brutal final climb up the Grand Colombier.

The Guardian – Regno Unito

Kwiatkowski vainqueur, Pogacar se rapproche

L’Équipe – Francia

Pogacar pega otro mordisco

AS – Spagna

Michal Kwiatkowski temt solo de Grand Colombier, Pogacar deelt andermaal een klein tikje uit aan gele trui Vingegaard

Het Nieuwsblad – Belgio

Kwiatkowski wint, Pogacar dichter bij Vingegaard

De Telegraaf – Paesi Bassi

Kwiatkowski gewinnt am Grand Colombier – Pogacar nimmt Vingegaard erneut Sekunden ab

Kicker – Germania

Kwiatkowski wins mountaintop Tour stage, Pogacar cuts into Vingegaard’s lead with late attack

The Washington Post – USA

Kwiatowski conquistó el Grand Colombier en la etapa 13 del Tour de Francia

El Espectador – Colombia

TOURALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo della tredicesima tappa, Châtillon-sur-Chalaronne – Grand Colombier

1° Frederik Frison
2° Florian Vermeersch s.t.
3° Alex Edmondson a 1′04″
4° Nils Eekhoff s.t.
5° Cees Bol a 1′22″

Miglior italiano Matteo Trentin, 22° a 3′09″

Classifica generale

1° Michael Mørkøv
2° Yevgeniy Fedorov a 8′02″
3° Frederik Frison a 9′38″
4° Cees Bol a 11′03″
5° Axel Zingle a 11′15″

Miglior italiano Gianni Moscon, 13° a 24′45″

STRAFALGAR SQUARE

Garzelli: “Cav Cavendish” (Mark Cavendish)
De Luca: “Quentin Pescer” (il cognome di Pacher si pronuncia Pascer)
Garzelli: “Kilderman” (Kelderman)
De Luca: “Ha due capitani come ultimi uomo”
De Luca: “Yates potrebbero andare a scavalcare Pello Bilbao”
Televideo: “Vingegaar” (Vingegaard)
Televideo: “Guillaume Marint” (Martin)

CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1973

A 50 anni dalla vittoria di Luis Ocaña, riviviamo attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa” l’edizione del Tour vinta dallo “spagnolo di Francia”

15 LUGLIO 1973 – 13a TAPPA: BOURG-MADAME – LUCHON (235 Km)

MONOLOGO DI LUIS OCAÑA – È PRIMO ANCHE A LUCHON
Il giro di Francia ha superato la prima tappa pirenaica
Poulidor cade in discesa ed è costretto al ritiro – Fuente è ormai distaccato di un quarto d’ora dal leader della classifica

Morzine e l’altimetria della quattordicesima tappa (www.morzine-avoriaz.com)

Morzine e l’altimetria della quattordicesima tappa (www.morzine-avoriaz.com)

KWIATKOWSKI DOMA IL GRAND COLOMBIER, POGACAR SGRANOCCHIA ANCORA QUALCHE SECONDO A VINGEGAARD

luglio 14, 2023 by Redazione  
Filed under News

Il 14 luglio è una data speciale per i francesi, non poteva perciò mancare una tappa degna di tale ricorrenza. Tredicesima frazione che da Châtillon-Sur-Chalaronne terminava sulla mitica salita del Grand Colombier.

Giornata calda e afosa che non preoccupa i ciclisti, dopo quasi trenta chilometri la fuga di giornata prende il largo con diciannove corridori, tra i quali gli italiani Alberto Bettiol (EF Education-EasyPost) e Luca Mozzato (Team Arkéa Samsic). Gli altri fuggitivi sono Michał Kwiatkowski (INEOS Grenadiers), Adrien Petit, Mike Teunissen, Georg Zimmermann (Intermarché – Circus – Wanty), Cees Bol, Harold Tejada (Astana Qazaqstan Team ), Quentin Pacher (Groupama – FDJ), James Shaw (EF Education-EasyPost), Kasper Asgreen (Soudal – Quick Step), Matej Mohorič, Fred Wright (Bahrain – Victorious), Jasper Stuyven (Lidl – Trek ), Nelson Oliveira (Movistar Team), Hugo Houle (Israel – Premier Tech), Maxim Van Gils (Lotto Dstny), Anthon Charmig (Uno-X Pro Cycling Team) e Pierre-Roger Latour (TotalEnergies).

Il gruppo inseguitore condotto dalla UAE Team Emirates (e in particolare da Matteo Trentin), si pone subito al lavoro per tenere sotto controllo i fuggitivi, che a poco meno di sessanta chilometri dal traguardo perdono Petit e Bol mentre Teunissen, Mohorič e Charmig (Uno-X Pro Cycling Team) transitano nell’ordine al traguardo bolante di Hauteville-Lompnès.

Con l’avvicinarsi del Grand Colombier la velocità cresce per tutti tranne per Caleb Ewan (Lotto Dstny), che anzi si ritirerà poco prima dell’inizio della salita finale. Sulle prime rampe tra i battistrada attacca Pacher, mentre Bettiol si mette a al servizio del compagno di squadra Shaw. Il britannico, Van Gils e Tejada raggiungono e staccano il francese. Tutto sembra andar liscio per i battistrada fino a quando hanno dovuto assistere al sorpasso da parte di Kwiatkowski. Il polacco, con la classe che lo contraddistingueva, aveva gestito le energie nel miglior dei modi ed è così riuscito a raggiungere il traguardo prima di tutti.

Alle spalle dei fuggitivi va in scena la lotta per la maglia gialla. La UAE Emirates di Tadej Pogacar utilizza tutti gli uomini a sua disposizione per mettere in difficolta Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma). Adam Yates (UAE Emirates) scatta a meno di due chilometri dal traguardo per rompere gli indugi, poi lo stesso Pogacar si muove in prima persona nelle ultime centinaia di metri e con uno scatto lunghissimo costringe Vingegaard a perdere ancora qualche metro. Lo sloveno rosicchia così 8 secondi all’avversario, quattro sulla strada e altrettanti per l’abbuono del terzo posto. Secondo posto per Maxim Van Gils, 23enne belga della Lotto Dstny.

Ora è arrivato il momento delle tappa alpine che cominceranno domani con una delle frazioni più impegnative dell’edizione 2023, disegnata per 152 Km tra Annemasse e il tradizionale traguardo di Morzine

Luigi Giglio

Lattacco di Pogacar a Vingegaard sulle ultime rampe del Grand Colombier (Getty Images Sport)

L'attacco di Pogacar a Vingegaard sulle ultime rampe del Grand Colombier (Getty Images Sport)

14-07-2023

luglio 14, 2023 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DE FRANCE

Il polacco Michał Kwiatkowski (INEOS Grenadiers) si è imposto nella tredicesima tappa, Châtillon-sur-Chalaronne – Grand Colombier, percorrendo 137.8 Km in 3h17′33″, alla media di 41.853 Km/h. Ha preceduto di 47″ il belga Maxim Van Gils (Lotto Dstny) e di 50″ lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates). Miglior italiano Luca Mozzato (Team Arkéa Samsic), 71° a 20′14″. Il danese Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) è ancora maglia gialla con 9″ su Pogacar e 2′51″ sull’australiano Jai Hindley (BORA-hansgrohe). Miglior italiano Giulio Ciccone (Lidl-Trek), 44° a 1h17′01″

TOUR OF QINGHAI LAKE (Cina)

L’italiano Attilio Viviani (Team Corratec – Selle Italia) si è imposto nella sesta tappa, Qilian – Xihaizhen, percorrendo 206 Km in 4h54′34″, alla media di 42.093 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Timothy Dupont (Tarteletto-Isorex) e l’italiano Enrico Zanoncello (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè). Il colombiano Wilmar Paredes (Team Medellin-EPM) è ancora leader della classifica con 36″ sull’italiano Davide Baldaccini (Team Corratec – Selle Italia) e 41″ sull’uruguaiano Eric Antonio Fagundez (Burgos-BH)

GP INTERNACIONAL TORRES VEDRAS – TROFEU JOAQUIM AGOSTIHO

Lo spagnolo David González (Caja Rural-Seguros RGA) si è imposto nella prima tappa, Sobral de Monte Agraço – Foz do Arelho, percorrendo 156.7 Km in 3h51′41″, alla media di 440.581 Km/h. Ha preceduto allo sprint il portoghese Joao Matias (Tavfer – Ovos Matinados – Mortágua) e l’argentino Tomas Contte (Aviludo – Louletano – Loulé Concelho). Due italiani in gara: Giovanni Carboni (Equipo Kern Pharma) 21°, Matteo Bertrand (XSpeed United Continental) non ha terminato la corsa. Il portoghese Rafael Reis (Glassdrive Q8 Anicolor) è ancora leader della classifica con 1″ sull’uruguaiano Mauricio Moreira (Glassdrive Q8 Anicolor) e 6″ sul connazionale Tiago Antunes (Efapel Cycling). Carboni 14° a 34″

GEMENC GP (Ungheria)

Il ceco Filip Řeha (Elkov – Kasper) si è imposto nel prologo, cronoscalata di Szerkszárd, percorrendo 2 Km in 3′45″, alla media di 32 Km/h. Ha preceduto di 2″ l’australiano Dylan Hopkins (Ljubljana Gusto Santi) e di 6″ lo sloveno Anže Skok (Ljubljana Gusto Santic). Miglior italiano Thomas Pesenti (Beltrami TSA – Tre Colli), 18° a 12″. Řeha è il primo leader della classifica con 2″ su Hopkins e 6″ su Skok. Miglior italiano Pesenti, 18° a 12″

BALOISE LADIES TOUR (Belgio)

L’olandese Charlotte Kool (Team Dsm-Frmenich) si è imposta anche nella seconda tappa, circuito di Zulte, percorrendo 116.2 Km in 2h48′02″, alla media di 41.492 Km/h. Ha preceduto allo sprint la britannica Anna Henderson (Team Jumbo-Visma) e la danese Emma Norsgaard (Movistar Team). Miglior italiana Laura Tomasi (UAE Team ADQ), 9°. La Kool è ancora leader della classifica con 18″ sulla connazionale Lucinda Brand (Lidl – Trek) e 20″ sulla Norsgaard. Miglior italiana la Tomasi, 11° a 37″

GIRO CICLISTICO DELLA VALLE D’AOSTA – MONT BLANC (Under23)

Il norvegese Martin Tjøtta (Bourg-en-Bresse Ain Cyclisme) si è imposto nella terza tappa, Saint-Vincent – Bionaz (Place Moulin), percorrendo 138.1 Km in 4h03′52″, alla media di 33.978 Km/h. Ha preceduto di 12″ l’italiano Davide De Cassan (Cycling Team Friuli ASD) e di 20″ l’australiano Alex Bogna (Alpecin-Deceuninck Development Team). Il britannico Joshua Golliker (Groupama-FDJ Conti) è ancora leader della classifica con 19″ sul francese Alexy Faure-Prost (Circus-ReUz-Technord) e 27″ sull’irlandese Darren Rafferty (Hagens Berman Axeon). Miglior italiano Lorenzo Galimberti (Biesse – Carrera), 11° a 2′03″

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): CHÂTILLON-SUR-CHALARONNE – GRAND COLOMBIER

luglio 14, 2023 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Si torna sulle grandi montagne. Alla vigilia del primo dei tre tapponi alpini il Tour fa visita al massiccio del Giura dove gli organizzatori del Tour riproporrano per la quinta volta in 11 anni una salita scoperta solo in tempi recenti dalla Grande Boucle, il Col du Grand Colombier. I suoi 17.4 Km al 7.1% sono stati “inaugurati” da Thomas Voeckler nel 2012 ma la vera consacrazione è arrivata forse solo nel 2020 con l’affermazione di Tadej Pogacar.

In Francia non ci sono solo Alpi e Pirenei, Massiccio Centrale e Vosgi. C’è anche il Giura, forse il meno noto tra i gruppi montuosi francesi, la cui consacrazione ciclistica è arrivata solo in tempi recenti, quando gli organizzatori hanno inserito per la prima volta nel tracciato del Tour l’ascesa al Col du Grand Colombier, in precedenza affrontata in sporadiche occasioni al Tour de l’Avenir, al Delfinato nel 1988 e con più frequenza al Tour de l’Ain. Correva l’anno 2011 quando Prudhomme decise che era arrivato il momento di portarci anche il Tour de France, che vi salì per la prima volta l’anno successivo durante la tappa Mâcon – Bellegarde-sur-Valserine, vinta dal medesimo corridore che per primo era scollinato sul Grand Colombier, il francese Thomas Voeckler. Dopo questo debutto si è tornati lassù anche nel 2016 e nel 2017 ma forse la vera consacrazione per quest’ascesa è arrivata solo nel 2020, quando per la prima volta si stabilì che una tappa sarebbe terminata proprio in vetta al colle, dove tagliò per primo il traguardo l’astro nascente del ciclismo mondiale Tadej Pogacar. Come tre anni fa si salirà dal versante di Culoz, 17.4 Km al 7.1% resi ancora più impegnativi dalle continue variazioni di ritmo della pendenza: la salita inizia con 7 Km all’8.5%, poi si acquieta improvvisamente e per 2 Km la pendenza media si abbatte al 3.7%; la strada riprendere piglio nei successivi 4 Km al 8.4% poi un’ultimo troncone tranquillo, questo perfettamente pianeggiante, permette di riprender fiato prima della balza finale di 3 Km al 6,5%, insaporita dall’impennata di circa 400 metri al 10% che termina proprio sulla linea d’arrivo. Per i partecipanti al Tour 2023 questa sarà di fatto l’unica vera difficoltà di giornata perchè in precedenza, dopo aver pedalato in perfetta pianura nei primi 79 Km, si dovrà affrontare solamente la facile ascesa di Hauteville-Lompnes, 8 Km al 4.7% che non metteranno in palio i punti per la classifica degli scalatori perchè gli organizzatori hanno stabilito che in vetta ci sarà soltanto la volata per il giornaliero traguardo volante.

METEO TOUR

Châtillon-sur-Chalaronne: nubi sparse, 29°C (percepiti 28°C), vento moderato da S (12 – 30 Km/h), umidità al 28%
Saint-Maurice-de-Rémens (Km 48.9) : nubi sparse, 31°C (percepiti 29°C), vento moderato da S (13 – 31 Km/h), umidità al 28%
Hauteville-Lompnes (traguardo volante – Km 87.3) : cielo sereno, 29°C (percepiti 28°C), vento moderato da SO (16 – 40 Km/h), umidità al 33%
Culoz (inizio salita finale – Km 119.5) : cielo sereno, 31°C (percepiti 30°C), vento moderato da S (11 – 35 Km/h), umidità al 35%
Grand Colombier: previsioni non disponibili

GLI ORARI DEL TOUR

13.30: inizio diretta su Eurosport
13.55: partenza da Châtillon-sur-Chalaronne
14.45: inizio diretta su RAI2
16.00-16.15: traguardo volante di Hauteville-Lompnes
16.45-17.05: inizio salita finale
17.10-17.35: arrivo sul Grand Colombier

RASSEGNA STAMPA

Impresa Izagirre al Tour: lunga fuga e vittoria a Belleville en Beaujolais

Gazzetta dello Sport – Italia

Slidstærk spanier laver det helt store kup på vild etape, hvor Vingegaard selv måtte tage affære

Politiken – Danimarca

Veličastna zmaga za Španca Izaguirra, Pogačar ostaja drugi

Delo – Slovenia

Izagirre powers to frantic stage 12 win as Vingegaard keeps lead

The Guardian – Regno Unito

Le joli numéro d’Izagirre, Cofidis à la fête

L’Équipe – Francia

Ion Izagirre alarga la racha

AS – Spagna

Ion Izagirre wint knotsgekke “overgangsetappe” in de Tour: vier Belgen en Van der Poel tonen zich, maar stranden op ereplaatsen

Het Nieuwsblad – Belgio

Strijdende Van der Poel geeft zinderende Tour-etappe kleur, Izagirre wint

De Telegraaf – Paesi Bassi

Izaguirre gewinnt als Solist – Van der Poel geht die Kraft aus

Kicker – Germania

Ion Izagirre soloes to victory in lively Tour de France stage as Vingegaard keeps overall lead

The Washington Post – USA

Ion Izaguirre se llevó la victoria en la etapa 12 del Tour de Francia

El Espectador – Colombia

TOURALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo della dodicesima tappa, Roanne – Belleville-en-Beaujolais

1° Caleb Ewan
2° Jasper De Buyst s.t.
3° Jonas Rickaert a 9′25″
4° Ramon Sinkeldam s.t.
5° Simon Guglielmi s.t.

Miglior italiano Alberto Bettiol, 9° a 9′25″

Classifica generale

1° Michael Mørkøv
2° Yevgeniy Fedorov a 6′04″
3° Axel Zingle a 11′15″
4° Frederik Frison a 12′47″
5° Caleb Ewan s.t.

Miglior italiano Gianni Moscon, 12° a 22′47″

STRAFALGAR SQUARE

Garzelli: “Qualsiaso soluzione”
De Luca: “Amadirre” (oggi erano in fuga Amador e Izagirre)
De Luca: “La grafica ha smesso di aumentare il distacco della maglia gialla”
Garzelli: “Molto breve il corridore” (bravo)
De Luca: “Spesso si fruttano le filastrocche” (sfruttano)
Pancani: “La tappa del numero 15″ (la quindicesima tappa)
Televideo: “GranColombier” (Grand Colombier)
Televideo: “Benooy” (Benoot)
Televideo: “Il polacco Kwiatkowski a 1′11″ (Kwiatkowski è arrivato 100° con 21 minuti di ritardo)
Televideo: “Maglia rosa a oltre 4 minuti”

CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1973

A 50 anni dalla vittoria di Luis Ocaña, riviviamo attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa” l’edizione del Tour vinta dallo “spagnolo di Francia”

13 LUGLIO 1973 – 1a SEMITAPPA: PERPIGNANO – THUIR (cronometro individuale, 28.3 Km); 2a SEMITAPPA: THUIR – PYRÉNÉES 2000 (Bolquère, 76 Km)

OCAÑA 1° A CRONOMETRO SEMPRE LEADER NEL TOUR

14 LUGLIO 1973 – GIORNO DI RIPOSO
TOUR: L’INGLESE HOBAN PENALIZZATO PER DOPING

Il Grand Colombier e l’altimetria della tredicesima tappa (wikipedia)

Il Grand Colombier e l’altimetria della tredicesima tappa (wikipedia)

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