03-03-2024
marzo 3, 2024 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
PARIGI-NIZZA
L’olandese Olav Kooij (Team Visma | Lease a Bike) si è imposto nella prma tappa, circuito di Les Mureaux, percorrendo 157.7 Km in 3h36′28″, alla media di 43.711 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Mads Pedersen (Lidl – Trek) e il neozelandese Laurence Pithie (Groupama – FDJ). Miglior italiano Matteo Trentin (Tudor Pro Cycling Team), 7°. Kooij è il primo leader della classifica con 4″ su Pedersen e sullo statunitense Matteo Jorgenson (Team Visma | Lease a Bike). Miglior italiano Matteo Trentin (Tudor Pro Cycling Team), 10° a 10″
GROTE PRIJS JEAN-PIERRE MONSERÉ
Il belga Jarne Van de Paar (Lotto Dstny) si è imposto nella corsa belga, Ichtegem – Roeselare, percorrendo 200.6 Km in 4h42′59″, alla media di 42.533 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Timothy Dupont (Tarteletto – Isorex) e l’olandese David Dekker (Arkéa – B&B Hotels). Miglior italiano Luca Mozzato (Arkéa – B&B Hotels), 23° a 3″.
GRAND PRIX DE LA VILLE DE LILLERS – SOUVENIR BRUNO COMINI
Il francese Emmanuel Morin (Van Rysel – Roubaix) si è imposto nella corsa francese, circuito di Lillers, percorrendo 197.4 Km in 4h28′38″, alla media di 44.09 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Steffen De Schuyteneer (Lotto Dstny Development Team) e l’elvetico Antoine Aebi (Elite Fondations Cycling Team). Miglior italiano Dario Igor Belletta (Team Visma | Lease a Bike Development)
TROFEJ POREČ – POREČ TROPHY
Il britannico Matthew Brennan (Team Visma | Lease a Bike Development) si è imposto nella corsa croata, Parenzo – Torre, percorrendo 146.3 Km in 3h11′20″, alla media di 45.87 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Lorenzo Conforti (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) e il danese Rasmus Søjberg Pedersen (Decathlon AG2R La Mondiale Development Team)
VISIT SOUTH AEGEAN ISLANDS (Grecia)
Il norvegese André Drege (Team Coop – Repsol) si è imposto anche nella seconda ed ultima tappa, Rodi – Salakos, percorrendo 168.8 Km in 3h45′06″, alla media di 44.993 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’elvetico Lukas Rüegg (Team Vorarlberg) e l’ungherese Márton Dina (ATT Investments). Miglior italiano Davide Toneatti (Astana Qazaqstan Development Team), 8°. Drege si impone in classifica con 17″ su Rüegg e sull’italiano Mattia Negrente (Astana Qazaqstan Development Team)
TROFEO ORO IN EURO (Donne)
L’italiana Elisa Longo Borghini (Lidl – Trek) si è imposta nella corsa italiana, circuito di Cinquale, percorrendo 106.8 Km in 2h34′54″, alla media di 41.369 Km/h. Ha preceduto di 32″ l’olandese Karlijn Swinkels (UAE Team ADQ) e la statunitense Ruth Edwards (Human Powered Health)
TROFEJ POREČ – LADIES
L’ungherese Petra Zsankó (RC ARBÖ-ASKÖ Rapso Knittelfeld) si è imposta nella corsa croata, Parenzo – Torre, percorrendo 107.9 Km in 2h56′02″, alla media di 36.777 Km/h. Ha preceduto allo sprint la l’estone Elisabeth Ebras (UAE Development Team) e la slovena Urška Pintar (BTC City Ljubljana Zhiraf Ambedo). Miglior italiana Emma Redaelli (UAE Development Team), 19° a 40″
OLAV KOOIJ, VOLATA VINCENTE A LES MUREAUX. TAPPA E MAGLIA PER L’OLANDESE DELLA VISMA
Nella prima tappa della Parigi – Nizza 2024, un finale con molte insidie, tra côtes, rotonde, spartitraffico, curve, riduce il gruppo che perde diversi velocisti. Tra i reduci, la volata premia Olav Kooij (Team Visma Lease a Bike) che ha la meglio per mezza ruota di Mads Pedersen (Team Lidl Trek). L’olandese è la prima maglia gialla della corsa verso il sole
La Parigi – Nizza 2024 si apre con una tappa piuttosto movimentata da Les Mureaux a Les Mureaux di 157.7 km. Quattro gpm di terza categoria attendono i ciclisti che potrebbero già accendere la corsa, soprattutto nel finale in cui è presente poca pianura. L’arrivo in volata è comunque possibile, ma i velocisti se la dovranno guadagnare anche perchè oltre a diversi saliscendi, il finale di tappa è caratterizzato da diverse curve e restringimenti di carreggiata. La fuga di giornata, la prima dell’edizione 2024, era formata da tre uomini che riuscivano ad evadere dal gruppo principale dopo poche centinaia di metri dalla aprtenza. I tre ciclisti a promuovere l’azione erano Mathieu Burgaudeau (Team TotalEnergies), Stefan Bissegger e Jonas Rutsh (Team EF Education EasyPost). Burgaudeau transitava per primo sul primo gpm della Côte de Bazemont posto km 10.6. Dopo 40 km il vantaggio della fuga sul gruppo era salito a 3 minuti. Rutsch scollinava in prima posizione sul secondo gpm della Côte d’Herbeville posto al km 90.8. Il ciclista tedesco si ripeteva sulla Côte de Bazemont km 119.9 dopodichè la fuga veniva ripresa dal gruppo prima del traguardo volante di Montainville, sul quale transitava in prima posizione Matteo Jorgenson (Team Visma Lease a Bike), anche se si segnalava la seconda posizione di Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step), già pronto a mettere in carniere quanti più secondi d’abbuono possibili in vista delle montagne di fine settimana. Il fuoriclasse belga accelerava insieme a Jorgenson ed Egan Bernal (Team INEOS Grenadiers) ma il terzetto veniva ripreso dal gruppo. Evenepoel non si dava per vinto e attaccava nuovamente a 13 km dalla conclusione, in vista del quarto ed ultimo gpm della Côte d’Herbeville. Questa volta reagivano in prima persona Primoz Roglic (Team BORA Hansgrohe) e Brandon McNulty (UAE Team Emirates). Evenepoel transitava per primo sul gpm predetto posto al km 145.3. Attacchi e contrattacchi negli ultimi 10 km allungavano il gruppo e facevano perdere contatto ad alcuni velocisti, tra cui Arnaud De Lie (Team Lotto Dstny) ed Arnaud Demare (Team Arkea B&B Hotels). A 9 km dalla conclusione ci provava Anthony Turgis (Team TotalEnergies). Era il Team Cofidis a organizzare l’inseguimento nei confronti del ciclista francese. Si facevano vivi in testa al gruppo anche gli uomini del Team Decathlon AG2R La Mondiale. Turgis veniva ripreso ai meno 2 dalla conclusione. Il gruppo, forte di una sessantina di unità, si preparava alla volata, caratterizzata da un km finale impegnativo con alcuni tratti che arrivavano al 5%. Era la Lidl Trek a preparare la volata per Mads Pedersen, favoritissimo della vigilia, ma nella volata testa a testa con Olav Kooij (Team Visma Lease a Bike) era proprio l’olandese a mettere la sua ruota davanti a quella del danese mentre terzo era Laurence Pithie (Team Groupama FDJ). Chiudevano la top five Nils Eekhoff (Team DSM-Firmenich PostNL) in quarta posizione e Madis Mihkels (Team Intermarchè Wanty) in quinta posizione. Matteo Trentin (Tudor Pro Cycling Team) era ottavo e primo degli italiani. Kooij ottiene la terza vittoria stagionale dopo aver già vinto la Clasica de Almeria e la quinta tappa dell’UAE Tour. L’olandese è anche la prima maglia gialla della Parigi Nizza 2024 con 4 secondi di vantaggio su Pedersen e su Jorgenson. Domani è in programma la seconda tappa da Thiory a Montargis di 177.7 km. Questa volta le insidie altimetriche sono comprese nei primi 65 km, in cui i ciclisti dovranno affrontare i due gpm di terza categoria della Cote des Mesnuls e della Cote de Villeconin, dopodichè la strada è completamente pianeggiante fino all’arrivo. A meno di sorprese questa volta vedremo una volata a ranghi compatti.
Antonio Scarfone

Olav Kooij vince a Les Mureaux (foto: Getty Images / Thomas Samson / AFP)
ATTACCO A 80 KM DALL’ARRIVO E POGACAR CONCEDE IL BIS
La modifica del percorso, che ha portato il settore di Monte Sante Marie a 80 km dall’arrivo rispetto ai tradizionali 50, non ha modificato i piani tattici del campione sloveno che ha attaccato nel tratto sterrato più difficile, come aveva fatto nel 2022. Una progressione impressionante che ha subito scavato un grosso solco, poi la mancanza di accordo dietro ha consentito a Pogacar di arrivare al traguardo con un vantaggio enorme.
“La classica del nord più a sud d’Europa”, “la sesta monumento”: sono vari gli appellativi con cui viene definita questa classica giovane ma entrata prepotentemente nel cuore degli appassionati per la sua bellezza, il suo fascino antico, la sua durezza e soprattutto per la sua spettacolarità.
Negli ultimi anni abbiamo sempre assistito a grandi imprese, ad azioni partite molto distante dal traguardo ma quello che è andato in scena quest’oggi rasenta l’inverosimile.
Proprio per avvicinare questa corsa alle monumento gli organizzatori hanno aumentato il chilometraggio, portandolo oltre i 200 Km aggiungendo un circuito finale che ha portato gli atleti e percorrere per due volte i duri settori di Colle Pinzuto e delle Tolfe.
Per effetto di questa modifica il durissimo ed interminabile settore di Monte Sante Marie non si trovava più a 50 km dall’arrivo, come nelle passate edizioni, bensì ad 80, una distanza considerata da tutti i commentatori come palesemente eccessiva perché si potesse pensare ad un attacco solitario.
L’ipotesi più probabile era un forcing con i gregari per fare la selezione e ridurre il gruppo, per poi provare l’affondo decisivo più avanti.
Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) ha invece portato l’attacco decisivo nello stesso settore in cui aveva attaccato due anni fa, con la differenza che questa volta la distanza dal traguardo appariva davvero eccessiva. Si veniva di un lungo tratto disputato sotto la pioggia battente, caratterizzato da qualche attacco tenuto sotto controllo e rintuzzato dalla UAE. Proprio nei primi momenti di asciutto, sul settore di Monte Sante Marie, Tim Wellens ha iniziato ad aumentare il ritmo. L’attesa è stata breve e ai -81 Pogacar dalla testa del gruppo ha dato un’accelerata decisa che non ha consentito a nessuno possibilità di replica.
Ha provato ad inseguire Maxim Van Gils (Lotto Dstny), ma lo sloveno oggi era su un altro livello e all’uscita del settore di Monte Sante Marie aveva già un vantaggio di due minuti ed è stato subito chiaro che, nonostante i moltissimi chilometri da percorrere, sarebbe andato al traguardo.
La situazione degli inseguitori è poi rapidamente peggiorata a causa della mancanza totale di accordo in gruppo. Dopo un tratto in cui Thymen Arensman (INEOS Grenadiers) ha provato a tirare per il suo capitano Thomas Pidcock, vincitore uscente, nessuno ha voluto fornire un fattivo aiuto, con la conseguenza che la velocità è calata e, per lunghissimi chilometri, si è andati avanti a scatti con Wellens che faceva un ottimo lavoro di stopper, saltando sulle ruote di tutti coloro che provavano ad allungare.
In una simile situazione il vantaggio del battistrada è continuato a salire, mentre nel gruppo inseguitore ci si organizzava per il podio.
L’unico che ha provaqto ripetutamente a scuotere il gruppo era Ben Healy (EF Education – EasyPost), che ha accelerato ripetutamente senza però mettere sulla strada quel quid pluris per riuscire ad evadere, per nulla aiutato dagli altri componenti del gruppo
Al primo passaggio sulle arcigne pendenze del settore delle Tolfe Van Gils riprova ad uscire dal gruppo, quando il gap è ormai vicino ai 4 minuti. Il tentativo stavolta va a buon fine e il belga rimane per molti chilometri da solo all’inseguimento, riuscendo a tenere il distacco da Pogacar poco al di sopra dei 3 minuti, mentre dal gruppo evade Toms Skujins. Il portacolori della Lidl-Trek si avvicina progressivamente a Van Gils, ma il belga prosegue la sua marcia e il ricongiungimento tra i due avviene poco prima del cartello dei meno venti.
Al secondo passaggio dal settore di Colle Pinzuto Pidcock prova ad attaccare e riesce a distanziare il gruppo, ma per il podio è troppo tardi poichè i distacchi rimangono più o meno uguali.
Nel finale Pogacar decide di assaporare l’impresa e rallenta notevolmente, alzando la bicicletta con le braccia subito dopo aver tagliato il traguardo.
Per le posizioni d’onore la battaglia va in scena sulla strappo di Via Santa Caterina, dove Skujins riesce a staccare Val Gils. Pidcock mantiene la quarta posizione mentre dietro il gruppetto esplode ed i corridori arrivano uno alla volta.
Il tentativo su Monte Sante Marie sembrava da incoscienti, ma Pogacar ha dimostrato di essere su un altro livello, perché è riuscito a dare due minuti a tutti in meno di 10 Km.
Negli 80 km corsi in solitaria non ha avuto nessun problema a gestire la situazione ed è riuscito a portare a termine una delle più lunghe fughe solitarie nella storia delle classiche, seconda solo a quella di Coppi nella Milano Sanremo del 1947, quando il Campionissimo attaccò da solo sul Turchino a quasi 150 Km dalla conclusione.
Van Gils e Skujins hanno il merito di essere stati gli unici a voler provare ad attaccare con decisione, nonostante la situazione per la vittoria fosse compromessa e anche loro hanno comunque allungato ad una certa distanza dall’arrivo, vedendo i loro sforzi ed il loro coraggio premiati con il podio.
La sensazione è che in gruppo mancassero le energie, mentre le squadre più strutturate, la Ineos e la Visma, non sembravano intenzionate ad organizzarsi per un inseguimento, anche se nel finale Pidcock ha dimostrato di aver qualcosa in più rispetto agli altri componenti del gruppo e ha forse il rimpianto di aver perso l’attimo e di essersi mosso in ritardo.
Resta il fatto che la superiorità di Pogacar è stata talmente netta da portare a pensare che, se il livello è questo, lo sloveno non avrà difficoltà ad ammazzare il Giro d’Italia con estrema facilità.
Ovviamente alla Corsa Rosa mancano ancora più di 2 mesi e la condizione degli avversari potrà migliorare, tuttavia non si può non notare come sia Pogacar, sia Vingegaard siano già al debutto di gran lunga superiori agli avversari.
Anche quest’anno la Strade Bianche non ha tradito le aspettative e al di là della tradizione, che sicuramente non è quella delle monumento, questa corsa ha regalato uno spettacolo che difficilmente si riesce a vedere nelle corse ciclistiche moderne.
Benedetto Ciccarone

Pogacar all'attacco sugli sterrati delle Crete Senesi (Getty Images)
02-03-2024
marzo 2, 2024 by Redazione
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STRADE BIANCHE
Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Siena, percorrendo 215 Km in 5h19′45″, alla media di 40.344 Km/h. Ha preceduto di 2′46″ il lettone Toms Skujiņš (Lidl – Trek) e di 2′50″ il belga Maxim Van Gils (Lotto Dstny). Miglior italiano Davide Formolo (Movistar Team), 7° a 4′25″
STRADE BIANCHE WOMEN
La belga Lotte Kopecky (Team SD Worx – Protime) si è imposta nella corsa italiana, circuito di Siena, percorrendo 137 Km in 3h55′43″, alla media di 34.872 Km/h. Ha preceduto di 4″ l’italiana Elisa Longo Borghini (Lidl – Trek) e di 26″ l’olandese Demi Vollering (Team SD Worx – Protime)
GRAND PRIX CRIQUIELION
Il belga Alec Segaert (Lotto Dstny) si è imposto nella corsa belga, Ath – Lessines, percorrendo 200 Km in 4h40′27″, alla media di 42.788 Km/h. Ha preceduto allo sprint il ceco Pavel Bittner (Team Dsm-Firmenich PostNL) e il connazionale Jenthe Biermans (Arkéa – B&B Hotels). Miglior italiano Luca Mozzato (Arkéa – B&B Hotels), 7°.
LE TOUR DES 100 COMMUNES
Il norvegese Halvor Dolven (Uno-X Mobility Development Team) si è imposto nella corsa francese, Béthune – Barlin, percorrendo 183 Km in 4h18′28″, alla media di 42.481 Km/h. Ha preceduto di 2″ il belga Steffen De Schuyteneer (Lotto Dstny Development Team) e l’italiano Andrea Raccagni Noviero (Soudal – Quick-Step Devo Team)
SALVERDA BOUW STER VAN ZWOLLE
Il danese Nicklas Amdi Pedersen (TDT – Unibet Cycling Team) si è imposto nella corsa olandese, circuito di Zwolle, percorrendo 183.2 Km in 3h55′12″, alla media di 46.735 Km/h. Ha preceduto di 43″ i belgi Simon Dehairs (Alpecin-Deceuninck Development Team) e Vlad Van Mechelen (Development Team Dsm-Firmenich PostNL). Unico italiano in gara Matteo Milan (Lidl – Trek Future Racing), 24° a 3′26″
VISIT SOUTH AEGEAN ISLANDS (Grecia)
Il norvegese André Drege (Team Coop – Repsol) si è imposto nella prima tappa, Rodi – Koskinou, percorrendo 180 Km in 4h20′47″, alla media di 41.414 Km/h. Ha preceduto di 29″ l’italiano Mattia Negrente (Astana Qazaqstan Development Team) e il canadese Axel Froner (Kuil Groenoord Cycling Team – NWVG). Drege è ul primo leader della classifica con 5″ su Negrente e 7″ su Froner
GRAND PRIX SYEDRA ANCIENT CITY
Il cinese Xianjing Lyu (China Glory – Mentech Continental Cycling Team) si è imposto nella corsa turca, Alanya – Syedra, percorrendo 112.3 Km in 2h51′23″, alla media di 39.315 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Julien Trarieux (China Glory – Mentech Continental Cycling Team) e di 8″ lo spagnolo Benjamín Prades (VC Fukuoka). Nessun italiano in gara
MARZO 2024, C’ERA UNA VOLTA LA SANREMO
marzo 1, 2024 by Redazione
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Marzo non è più soltanto il mese della Sanremo. Un tempo la Classicissima era l’unico, vero e proprio faro d’inizio primavera, ma da alcuni anni gare come la Tirreno-Adriatico e la Parigi-Nizza sono riuscite a ritagliarsi una fisionomia ben distinta, riuscendo ad attirare ai nastri di partenza anche i grandi nomi delle corse a tappe, corridori in grado di vincere un Giro o un Tour.
C’era una volta la Sanremo… e c’è ancora, beninteso. Ma la “Classicissima” da tempo non è più il faro del mese di marzo, quando c’era un prima e un dopo la Sanremo. In particolare le due corse a tappe che la anticipano, la Parigi-Nizza e la Tirreno-Adriatico, erano principalmente viste come gare preparatorie della Milano-Sanremo, poi tutto è cambiato nel 2005, quando Angelo Zomegnan ha lasciato il ruolo di vicedirettore della Gazzetta dello Sport per assumere quello di responsabile di RCS Sport, l’ufficio della “Rosea” che si occupa di organizzare il Giro d’Italia e le altre corse di proprietà del quotidiano, tra le quali per l’appunto la Tirreno-Adriatico. Deciso ha ridurre su tutti i fronti il divario che separava il Giro dal Tour, Zomegnan ha dato una decisa sterzata verso l’alto ai percorsi, riuscendo a trasformare la “Corsa dei due mari” da mera gara preparatoria alla Sanremo a una corsa in grado di attirare anche i grandi campioni. Inserendo salite, muri e cronometro ne ha fatto un vero e proprio Giro d’Italia concentrato in sette giorni e la scelta ha pagato in senso positivo, perché negli anni successivi la Tirreno ha spesso sfoggiato starting list migliori della Parigi-Nizza e lo testimoniano le vittorie di corridori del calibro di Evans, Nibali, Contador, Quintana e Pogacar. E non è venuta meno la sua vocazione di gara preparatoria alla Sanremo, perché in questo stesso periodo i corridori che hanno vinto la Sanremo in molte occasioni avevano scelto di disputare proprio la Tirreno.
Gli organizzatori della Parigi-Nizza, che come i nostri sono gli stessi del Tour de France, inizialmente sono stati a guardare scettici e si sono dati una mossa soltanto negli ultimi anni, adottando le stesse scelte italiane e i risultati pure qui si sono visti perché, talvolta, nelle edizioni più recenti è stata la corsa francese a presentare un campo partenti superiore.
Anche quest’anno, dunque, si rinnoverà la sfida nella sfida tra le due competizioni, che a partire dal 2022 si disputano in perfetto parallelo. Entrambe le gare si concluderanno domenica 10 marzo, mentre avrà una durata maggiore di un giorno – come avviene dal 2001 – la Parigi-Nizza (3-10 marzo), la cui 82a edizione scatterà da Les Mureaux, cittadina situata 40 Km a ovest della capitale francese, con una prima tappa in circuito di 158 Km che non dovrebbe sfuggire ai velocisti nonostante la presenza di alcune colline a ridosso del traguardo, difficoltà che daranno comunque una scremata al plotone. La seconda frazione sarà la più semplice dal punto di vista altimetrico essendo quasi del tutto pianeggianti i 179 Km che da Thoiry condurranno a Montargis, anche se l’attraversamento delle lande a sudovest di Parigi potrebbe presentare sgradite sorprese in caso di forte vento, un’eventualità non rara a marzo in quelle zone, dove spesso è capitato che alcuni tra i favoriti si trovassero estromessi dai giochi per la vittoria finale a causa dei famigerati “ventagli”, le rotture del gruppo a causa delle quali si possono perdere parecchi minuti. Reinserita nel percorso lo scorso anno dopo un lungo “stop”, anche nel 2024 la cronometro a squadre si disputerà il terzo giorno, quando si dovranno percorrere 27 Km in circuito attorno a Auxerre, pedalando su di un tracciato caratterizzato da tre brevi e pedalabili tratti in salita, il primo 2.2 Km al 4.3% da superare a 6 Km dal via, il secondo di 2.3 Km al 4.5% collocato a metà strada e l’ultimo in corrispondenza dei 400 metri conclusivi (media del 3.6%). Il giorno successivo ci sarà l’arrivo sul Mont Brouilly, percorsa un’ascesa di 3 Km al 7.7% (ultimo chilometro al 9.1%) che dovrà essere ripetuta due volte negli ultimi 40 Km e che si affronterà al termine di una tappa lunga 183 Km, con partenza da Chalon-sur-Saône e ben 10 ascese da superare lungo il percorso, tracciato tra i celebri vigneti del Beaujolais: tra le altre difficoltà altimetriche spiccano i 5 Km al 7.2% del Col du Fût d’Avenas e i 2.3 Km all’8.7% del Col de Durbize, ascesa che propone un indigesto ripieno di 1000 metri nel quale la strada diventa un vero e proprio muro (pendenza media dell’11.7%). Per l’ultima volta in questa edizione della “Corsa verso il sole” i velocisti saranno protagonisti l’indomani al termine della tappa tracciata tra Saint-Sauveur-de-Montagut e Sisteron, il cui percorso non sarà comunque una passeggiata perché si dovranno affrontare quattro salite, che porteranno i corridori fino poco sotto i 1000 metri di quota, e un ultimo strappo di 1 Km al 6% che si dovrà scavalcare a 9 Km dalla conclusione. A questo punto sarà recuperata la tappa dei muri con arrivo a La Colle-sur-Loup che era prevista lo scorso anno e che fu annullata a causa del forte vento, anche se il tracciato è stato notevolmente alleggerito: di fatto, la prima parte di gara presenterà salite non particolarmente difficili, mentre le fasi più interessanti si vedranno nel circuito finale di 30 Km, che ha in serbo un muro di quasi 2 Km al 10.3% – che si attaccherà subito dopo il passaggio sulla linea d’arrivo – e dalla successiva e più breve rampetta di Tourrettes-sur-Loup (800 metri all’8.3%). Saranno verosimilmente le ultime 48 ore a decretare il nome del successore di Tadej Pogačar nell’albo d’oro della corsa transalpina e in particolare le attenzioni sono calamitate dalla tappa di montagna del penultimo giorno, che collegherà in 173 Km il livello del mare di Nizza con i 1614 metri di Auron, stazione di sport invernali delle Alpi Marittime situata non distante da Isola 2000, la località sciistica dove a luglio terminerà uno dei più impegnativi tapponi del Tour de France: tutto si deciderà lungo l’ascesa finale di 7.4 Km al 6.9%, alla quale si giungerà dopo esser saliti in precedenza ai 1500 metri del Col de la Colmiane (7.5 Km al 6.9%). Se tutto ciò non dovesse bastare la situazione potrebbe cambiare nel corso della conclusiva frazione di Nizza che, nonostante l’aspetto collinare, spesso in passato è riuscita a ribaltare i verdetti stabiliti il giorno prima in montagna. Oppure potrebbe confermarli, come accaduto lo scorso anno quando Pogacar è riuscito prima a tagliare in solitaria sia la linea del traguardo stesa ai quasi 1700 metri del Col de la Couillole e poi quello della conclusiva frazione nizzarda, il cui tracciato è stato riproposto quasi fedelmente quest’anno. I 110 Km che metteranno i sigilli alla Parigi-Nizza vedranno così i corridori superare sei salite, con le più interessanti piazzate nella seconda parte del tracciato, che prevede prima la Côte de Peille (6.5 Km al 6.9%), poi la salita simbolo della corsa francese (Col d’Èze, 1.6 Km al 9.1%) e per ultimo il Col des Quatre Chemins, 3.8 Km all’8.1% che contengono un muro di 1000 metri al 12.5%.
Mentre i partecipanti alla Parigi-Nizza saranno impegnati nella seconda frazione a più di mille chilometri di distanza scatterà la 59a edizione della Tirreno-Adriatico (4-10 marzo), che per il decimo anno consecutivo prenderà il via da Lido di Camaiore, teatro della cronometro d’apertura, una prova contro il tempo individuale di 10 Km che si snoderà sul litorale della Versilia in direzione di Viareggio per poi far ritorno alla città di partenza. Dalla vicina Camaiore si ripartirà il giorno dopo alla volta di Follonica, dove si assisterà al primo dei tre arrivi allo sprint previsti in questa edizione della “Corsa dei Due Mari”, affrontata una tappa di 198 Km che – a parte le pedalabili salite di Montemagno e Castellina Marittima – non presenterà particolari difficoltà altimetriche e terminerà con un circuito totalmente pianeggiante di 18 Km. Leggermente più impegnativo per le ruote veloci sarà il finale della seconda tappa, la più lunga tra le sette previste (225 Km): partiti da Volterra, si dovrà affrontare a 22 Km dall’arrivo la salita di Casacastalda (5.9 Km al 3.6%) mentre maggiori problemi ad alcuni sprinter potrebbe darli la lieve pendenza (2.3%, 4% sul rettilineo d’arrivo) dei 3 Km che precederanno il traguardo a Gualdo Tadino, lo stesso della tappa vinta da Mathieu van der Poel nel 2021. Il giorno successivo si ripartirà da Arrone per affrontare entro i primi 80 Km (la tappa ne misurerà 207) le due salite più alte dell’edizione 2024, prima quella diretta agli spettacolari Piani di Castelluccio (17 Km al 5.9%) e poi quella che condurrà ai 1536 metri della Forca di Presta (5 Km al 4.9%). Seguirà una lunga discesa prima di approdare sulle dolci colline che movimenteranno gli ultimi 80 Km verso Giulianova, traguardo che fa gola ai finisseur e ai cacciatori di tappe, anche se non va esclusa la possibilità di una volata a ranghi ridotti. Quest’anno non ci sarà la tradizionale tappa sui muri marchigiani, che era divenuta una costante delle ultime edizione, in sostituzione della quale l’organizzazione ha deciso di raddoppiare l’offerta di montagne e saranno così due le frazioni tarate sulle misure degli scalatori. La prima di queste, interamente tracciata sulle strade abruzzesi, vedrà i favoriti alla vittoria misurarsi sulla salita di San Giacomo (12 Km al 6.2%), che dovrà essere affrontata a poco meno di 24 Km dal traguardo, previsto nel comune di Valle Castellana: ci si giungerà al termine di una frazione di 144 Km che prenderà le mosse da un altro piccolo centro dell’area dei Monti della Laga, Torricella Sicura, mentre l’ascesa a San Giacomo sarà presa da un versante diverso rispetto a quello visto in occasione della tappa del Giro d’Italia del 2021 che terminò lassù, vinta da Gino Mäder, il corridore elvetico che ha drammaticamente perso la vita lo scorso anno per le conseguenze di una caduta in discesa occorsagli al Giro di Svizzera. Come in Francia, anche alla Tirreno-Adriatico la tappa “regina” si correrà al penultimo giorno di gara, quando i corridori partiranno da Sassoferrato per raggiungere in capo a 180 Km i 1088 metri del Monte Petrano, percorsa un’ascesa finale di 10 Km all’8% che è inedita per la Corsa dei Due Mari e per il gruppo “attuale” ma che non è ignota né agli appassionati, né agli organizzatori che nel 2009 vi fecero terminare l’unico vero tappone del “Giro d’Italia del Centenario”, vinto da Carlos Sastre, lo spagnolo che dodici mesi prima si era imposto al Tour de France. L’ultimo atto della corsa sarà come il solito a San Benedetto del Tronto, sede d’arrivo della frazione conclusiva sin dal 1967, l’anno della seconda edizione: dopo aver mandato (temporaneamente?) in “pensione” nel 2022 la tradizionale cronometro conclusiva anche stavolta il palcoscenico sarà riservato ai velocisti, che troveranno pane per i loro denti al termine delle cinque tornate da 14.6 Km ciascuna del circuito disegnato lungo la Riviera delle Palme, mentre la prima parte del tracciato – 154 Km in tutto – proporrà alcune facili alcune facili colline dell’entroterra piceno.
L’ultima occasione offerta ai velocisti per affinare la condizioni in vista della Classicissima sarà rappresentata dalla 105a edizione della corsa più antica del calendario italiano, disputata per la prima volta nel 1876: è la Milano-Torino (177 Km), che quest’anno presenterà un tracciato leggermente accidentato nel finale, tale da non impedire agli sprinter di giocarsi la vittoria e, contemporaneamente, di prepararli alle storiche difficoltà altimetriche che caratterizzano gli ultimi chilometri della Sanremo. Così, dopo esser partiti da Rho si arriverà fino a Salassa, dove si dovrà affrontare un circuito di una quarantina di chilometri movimentato dalle facili salite verso Prascorsano e Colleretto Castelnuovo, lunghe ciascuna circa 4 Km.
Il 16 marzo sarà il giorno della Milano-Sanremo, che per il secondo anno di fila rinuncerà alla tradizione della partenza dal capoluogo lombardo. Dopo Abbiategrasso sarà, infatti, Pavia ad avere l’onore d’accogliere il via della “Classicissima” che, dopo un tratto iniziale inedito di circa 45 Km, all’altezza di Casteggio ritroverà il tracciato storico, che non si abbandonerà più.
Rimandato a giugno l’appuntamento con la Per sempre Alfredo (la quarta edizione della corsa intitolata all’ex commissario tecnico Alfredo Martini quest’anno assegnerà al vincitore la maglia tricolore di campione nazionale), le attenzioni degli appassionati si rivolgeranno verso la Spagna, dove tra il 18 e il 24 marzo si correrà la 103a edizione del Giro della Catalogna, anche quest’anno votata agli scalatori per la presenza di ben tre tappe d’alta montagna, senza frazioni a cronometro a controbilanciarle. Per il terzo anno di fila a ospitare la partenza della corsa iberica sarà Sant Feliu de Guíxols, località balneare della Costa Brava che per noi è avara di ricordi positivi tra il malore che colse Sonny Colbrelli alla fine della prima tappa nel 2022, fatto che pose fine alla sua carriera, e la disastrosa caduta che coinvolse lo scorso anno Fabio Cataldo: come in questi precedenti si affronterà un circuito collinare di 174 Km che prevede due colli di seconda categoria e l’arrivo posto al termine di uno strappo lungo circa mille metri, traguardo che negli scorsi anni ha visto imporsi il velocista australiano Michael Matthews nel 2022 e lo sloveno Primož Roglič nel 2023, proprio il corridore che farà sua anche la classifica generale finale. La seconda frazione sarà la prima delle tre di montagna e come dodici mesi fa si disputerà tra Mataró e la stazione di sport invernali di Vallter, dove il traguardo sarà collocato a 2135 metri sul livello del mare: salita tradizionale per la corsa catalana, quella che conduce all’arrivo misura 13 Km, presenta una pendenza media del 7.3% e negli scorsi anni ha visto imporsi corridori del calibro dello stesso Roglič, del colombiano Nairo Quintana e il britannico Adam Yates, che con due affermazioni è al momento il plurivittorioso su questo traguardo. Ha, invece, l’aspetto di un vero e proprio tappone, che non sfigurerebbe nel tracciato di una Vuelta o un Tour, il tracciato che l’indomani condurrà da Sant Joan de les Abadesses a Port Ainé, altra località sciistica che si raggiungerà in 177 Km dopo aver affrontato nell’ordine il Collado de Toses (9.5 Km al 6.5%), l’interminabile Port del Cantó (25 Km al 4.4%) e per ultima la salita che porterà a un altro traguardo classico per la Volta, 18 Km al 6.7% per arrivare poco sotto i 2000 metri di quota. La quarta tappa, che prenderà le mosse da Sort, sarà la frazione sulla carta più facile, caratterizzata dalla sola ascesa al pedalabile Port d’Àger (10 Km al 4.3%) da scavalcare a un centinaio di chilometri dal traguardo di Lleida, poi un altro arrivo allo sprint, a ranghi più ridotti, dovrebbe il giorno successivo andare in scena al termine della Altafulla – Viladecans, tappa che prevede due colli di seconda categoria con l’ultimo di questi piazzato a 30 Km dall’arrivo. Si tornerà quindi sui Pirenei per un’altra giornata da trascorrere in montagna che vedrà i corridori pedalare da Berga al Santuario di Queralt, due luoghi che distano tra loro solo 6 Km, distanza che la fantasia degli organizzatori ha dilatato ai 155 Km della penultima tappa, che sarà anche quella dotata del maggior numero di metri di dislivello da superare (quasi 4100 metri), pur non presentando “salitone” come quelle affrontate nelle frazioni precedenti: saranno in programma ben cinque salite e in particolare lasceranno il segno le ultime tre, il Coll de Pradell (14.5 Km al 7% con gli ultimi 5.6 Km all’11% di media), la Collada de Sant Isidre (5 Km all’8.8%) e quella di 6 Km al 7.2% verso il traguardo. Con queste premesse è lecito aspettarsi un percorso semplice per la tappa conclusiva di Barcellona ma, come ben sanno gli “aficionados” di questa corsa, non sarà così perché l’atto finale si svolgerà sul tradizionale circuito del Montjuïc, che prevede sei passaggi in vetta alla breve salita diretta all’omonimo castello, 2700 metri al 4.7% con una rampa finale di mezzo chilometro al 10.7% medio. Si tratta di un epilogo che potrebbe anche ispirare i “big” della corsa, come ci ricorda quanto successo lo scorso anno, quando i protagonisti sul circuito furono i primi due corridori della classifica generale, il già citato Roglič e Remco Evenepoel, che da soli si presentarono sul rettilineo d’arrivo dove ebbe la meglio il belga in maglia iridata.
Nei medesimi giorni si svolgerà in Italia la 23a edizione della Settimana Internazionale Coppi e Bartali (19-23 marzo), i cui percorsi dettagliati devono ancora essere svelati ma l’elenco delle tappe, già anticipato a dicembre, permette di farsi un’idea del tracciato. Il via sarà dato da Pesaro, che accoglierà due semitappe, una mattutina riservata ai velocisti e una breve cronometro a squadre nel pomeriggio. L’unica frazione a non snodarsi interamente in circuito sarà la seconda, che scatterà da Riccione per raggiungere il ritrovato traguardo di Sogliano al Rubicone, presenza fissa della corsa emiliana dal 2013 al 2021, dove verosimilmente sarà riproposto il tradizionale anello disegnato attorno al borgo romagnolo, caratterizzato da un arrivo in salita di 3 Km al 6.4% . Si tornerà a Riccione per la terza tappa, poi il giorno successivo ci sarà l’arrivo a Brisighella, una “new entry” per questa corsa dove potrebbe essere proposto un finale molto simile a quello della terza frazione dell’Adriatica Ionica Race del 2022, che presentava l’impegnativa ascesa al Valico della Valletta (3 Km al 9.8% e una punta del 18% che negli anni ’70 costrinse Eddy Merckx a metter piede a terra), ma non escludiamo la possibilità che nel tracciato sia inserito anche il Monte Trebbio, storica ascesa del Giro di Romagna, corsa che quest’anno dovrebbe ritornare in calendario dopo 13 anni d’assenza (al momento è calendarizzata il 21 aprile). Il velodromo Glauco Servadei di Forlì ospiterà, infine, l’arrivo della tappa conclusiva, per la quale gli organizzatori dovranno scegliere se proporre il circuito visto negli scorsi anni con la ripetuta ascensione alla Rocca delle Caminate (3.6 Km al 6.4%) oppure quello sperimentato nel 2023, quando erano previsti tre passaggi sulla salita sterrata di Monte Cavallo (4.7 Km al 7.1%).
La seconda metà del mese vedrà anche la ripresa del discorso con le Classiche del Nord, iniziato e subito interrotto alla fine di febbraio con lo svolgimento della Omloop Het Nieuwsblad Elite, della Kuurne-Bruxelles-Kuurne e della “Le Samyn”. Il 13 marzo si correrà la 78a edizione della Danilith Nokere Koerse, vera a propria sbornia di muri più o meno facili (ne sono previsti 11) e di tratti in pavé (ben 26) per una corsa che nelle ultime due edizioni è stata vinta dal belga Tim Merlier. Il 15 alla vigilia della Sanremo andrà in scena la Bredene Koksijde Classic, corsa riservata ai velocisti così come la Classic Brugge-De Panne del 20 marzo, totalmente pianeggiante e priva di tratti di pavé ma resa insidiosa dai territori attraversati, in prossimità delle ventose coste del Mare del Nord. Il 22 sarà, invece, il giorno della E3 Saxo Classic, nome che per esigenze di sponsor ha assunto la corsa più nota agli appassionati come “E3 Harelbeke” ma anche come “Piccolo Giro delle Fiandre” perché il suo percorso è una sorta di versione soft della classica fiamminga. Domenica 24 toccherà, invece, alla Gand-Wevelgem, giunta al traguardo dell’86a edizione e il cui percorso non dovrebbe discostarsi troppo da quello tradizionale, con il muro in porfido del Kemmelberg (700 metri al 10.4%) da superare a circa 35 Km dall’arrivo. Il 27 si disputerà quindi la Dwars door Vlaanderen (letteralmente “Attraverso le Fiandre”), una sorta di aperitivo dello storico Giro delle Fiandre, la cui 108a edizione si correrà il giorno di Pasqua (31 marzo) partendo da Anversa in direzione di Oudenaarde, la cittadina che ospita l’arrivo della classica monumento sin dal 2012: i muri ne che costituiscono la principale difficoltà saranno in tutti 17, dominati in durezza dai 600 metri al 9.5% del Koppenberg (pendenza massima del 22%), inserito nel tracciato a 45 Km dall’arrivo e che si affronterà subito dopo altre due storiche ascese del Fiandre, il “vecchio” Kwaremont (2600 metri al 3.5%) e il Paterberg (400 metri al 9.7%).
Mauro Facoltosi
I SITI UFFICIALI DELLE CORSE CITATE NELL’ARTICOLO
Parigi-Nizza
Tirreno-Adriatico
Milano-Torino
Milano-Sanremo
Volta Ciclista a Catalunya
Settimana Internazionale Coppi e Bartali
Sito non ancora attivo
Danilith Nokere Koerse
Bredene Koksijde Classic
https://bredenekoksijdeclassic.be/
Classic Brugge-De Panne
https://classicbruggedepanne.be/fr/
E3 Saxo Classic
Gand-Wevelgem
Dwars door Vlaanderen
Giro delle Fiandre

La cima del Monte Petrano, sede d'arrivo della tappa di montagna della Tirreno-Adriatico (www.montepetrano.it)
LENNY, L’ENNESINO ENFANT PRODIGE. SUO IL TROFEO LAIGUEGLIA 2024
Lenny Martinez (Team Groupama FDJ) a nemmeno 21 anni è il vincitore più giovane del Trofeo Laigueglia, giunto alla 61° edizione. La giovane promessa saluta tutti sull’ultima ascesa di Colla Micheri e va a vincere in solitaria come fosse un ciclista stagionato. Secondo un buon Andrea Vendrame (Decathlon AG2R La Mondiale Team), mentre Juan Ayuso (UAE Team Emirates), favorito della vigilia, si deve accontentare del terzo posto
La 61° edizione del Trofeo Laigueglia presenta il consueto percorso in cui Cima Paravenna e Testico faranno da antipasto al circuito finale attorno alla cittadina savonese nel quale spiccano i quattro passaggi sul Capo Mele e su Colla Micheri. Alla partenza sono presenti 25 formazioni ben distribuite tra squadre WT, Continental e Professional. Tra le squadre della prima categoria spicca l’UAE Team Emirates, con una coppia di tutto rispetto formata da Juan Ayuso e Marc Hirschi alla quale si contrappone la giovane e rampante Team Groupama FDJ dei terribili Romain Gregoire e Lenny Martinez. Molti anche gli italiani presenti alla partenza e che possono fare il colpo grosso come Andrea Vendrame (Team Decathlon AG2R La Mondiale), Alessandro Covi (UAE Team Emirates), Lorenzo Rota (Team Intermarchè Wanty), Stefano Oldani (Team Cofidis), Vincenzo Albanese (Team Arkéa B&B Hotels), Alberto Bettiol ed Andrea Piccolo (Team EF Education EasyPost), Niccolò Bonifazio (Team Corratec Vini Fantini), Simone Velasco e Christian Scaroni (Team Astana Qazaqstan), Davide De Pretto e Filippo Zana (Team Jayco AlUla). La fuga di giornata partiva dopo una quindicina di km e vedeva protagonisti cinque ciclisti: Alex Martin (Team Polti Kometa), Diego Bracalente (Team MBH Bank Colpack Ballan), Ben Granger (Team Mg.K Vis – Colors for Peace), Marco Palomba (General Store – Essegibi – F.Lli Curia) ed Immanuel D’Aniello (Team Work Service – Vitalcare – Dynatek). Le squadre più attive all’inseguimento dei cinque battistrada erano inizialmente la Groupama FDJ e la Decathlon AG2R La Mondiale. Bracalente era il primo a scollinare sul GPM di Cima Paravenna posto al km 68.5. Il ciclista del Team MBH Bank Colpack Ballan faceva il bis sul successivo gpm di Testico posto al km 122.6. Tra i fuggitivi il primo a rialzarsi era D’Aniello a 67 km dalla conclusione. La fuga veniva ripresa sulla prima ascensione di Colla Micheri in seguito ad una violenta accelerazione di Groupama FDJ ed Intermarchè Wanty, a cui si univa anche l’UAE Team Emirates. A 23 km dalla conclusione si formava in testa un drappello di una decina di ciclisti in cui erano presenti anche Andrea Vendrame (Decathlon AG2R La Mondiale Team), Christian Scaroni (Team Astana Qazaqstan), Davide De Pretto (Team Jayco AlUla) ed Alessandro Pinarellom (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). A 21 km dal termine attaccava con decisione Lenny Martinez. AL francese si affiancavano Scaroni e Jan Christen (UAE Team Emirates). Era però sull’ultima delle quattro ascese di Colla Micheri che il francese sgasava ulteriormente e questa volta definitivamente, tanto che nessuno riusciva a restargli a ruota. La discesa finale verso il traguardo di Laigueglia era una cavalcata trionfale per Martinez che andava a vincere in solitaria. Alle sue spalle il gruppo inseguitore veniva regolato a 29 secondi di ritardo da Vendrame, secondo come nel 2023, mentre terzo era Ayuso, che nonostante l’ottima gamba non era riuscito a trovare il guizzo giusto nei km finali. Chiudevano la top five Scaroni in quarta posizione e Christen in quinta posizione. Martinez vince la seconda corsa stagionale dopo aver già trionfato alla Classic VAR e, risultati alla mano, potrebbe in futuro ripercorrere, perché no, le stesse gesta di un certo Julian Alaphilippe. DA segbalare inoltre che Martinez è ciclista più giovane ad aver vinto il Trofeo Laigueglia. Alcuni dei ciclisti impegnati nel Trofeo Laigueglia li ritroveremo sabato 2 Marzo alle Strade Bianche, prima corsa di un mese intensissimo sia per il calendario e sia per la qualità delle corse e dei ciclisti che le nobiliteranno.
Antonio Scarfone

Lenny Martinez vince il Trofeo Laigueglia 2024 (foto: Dario Belinghieri/Getty Images)
28-02-2024
febbraio 28, 2024 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TROFEO LAIGUEGLIA
Il francese Lenny Martinez (Groupama – FDJ) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Laigueglia, percorrendo 202 Km in 5h11′10″, alla media di 38.95 Km/h. Ha preceduto di 29″ l’italiano Andrea Vendrame /(Decathlon AG2R La Mondiale Team) e lo spagnolo Juan Ayuso (UAE Team Emirates)
TROFEJ UMAG – UMAG TROPHY
Il britannico Matthew Brennan (Team Visma | Lease a Bike Development) si è imposto nella corsa croata, circuito di Umago, percorrendo 142.3 Km in 3h07′40″, alla media di 45.496 Km/h. Ha preceduto allo sprint francese Noa Isidore (Decathlon AG2R La Mondiale Development Team) e l’italiano Jakub Mareczko (Team Corratec – Vini Fantini)
UMAG TROPHY LADY
L’italiana Sara Fiorin (UAE Development Team) si è imposta nella corsa croata, circuito di Umago, percorrendo 114.3 Km in 2h59′55″, alla media di 38.118 Km/h. Ha preceduto allo sprint le italiane Michela De Grandis (Team Mendelspeck Ge-Man) ed Emma Bernardi (Team Mendelspeck Ge-Man)
LE SAMYN 2024, LAURENZ REX VINCE AL PHOTOFINISH
Laurenz Rex vince la classica belga al photofinish. Battuti Morgado e Biermans
La fuga da lontano è composta da cinque corridori: Miguel Ángel Fernández (Equipo Kern Pharma), Martijn Budding (TDT – Unibet Cycling Team), Enrico Dhaeye (Philippe Wagner/Bazin), Stijn Daemen (VolkerWessels Cycling Team) e Kévin Avoine (Van Rysel – Roubaix).
Il gruppo principale pilotato dalla UnoX controlla senza lasciare troppo spazio, fino al ricongiungimento a 50 chilometri dal traguardo. A questo punto di nuovo a ranghi compatti Jonas Rickaert (Alpecin – Deceuninck) ha tentato un attacco solitario, ma è stato ripreso poco dopo. Una serie di scaramucce e incidenti hanno caratterizzato gli ultimi chilometri con una caduta che ha ulteriormente ridotto il gruppo dei contendenti, rendendo la corsa ancora più tesa e competitiva fino alla linea del traguardo.
Partita la volata il più veloce è dunque Laurenz Rex (Intermarché – Wanty), ma con finale thrilling: nonostante il belga classe ‘99 abbia alzato le braccia ben prima della bandiera a scacchi occorre il photofinish per assegnargli la prima piazza per questione di centimetri su António Morgado (UAE Team Emirates). Chiude il podio Jenthe Biermans (Arkéa – B&B Hotels).
Lorenzo Alessandri

Laurenz Rex (destra) vince al photofinish su Antonio Margado. Photo Credit: Laurie Dieffembacq / Belga Mac / Belga via AFP
27-02-2024
febbraio 27, 2024 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
LE SAMYN
Il belga Laurenz Rex (Intermarché – Wanty) si è imposto nella corsa belga, Quaregnon – Dour, percorrendo 204.3 Km in 4h38′30″, alla media di 43.988 Km/h. Ha preceduto allo sprint il portoghese António Morgado (UAE Team Emirates) e il connazionale Jenthe Biermans (Arkéa – B&B Hotels). Miglior italiano Luca Mozzato
(Arkéa – B&B Hotels), 32° a 17″
LE SAMYN DES DAMES
L’italiana Vittoria Guazzini (FDJ – SUEZ) si è imposta nella corsa belga, Quaregnon – Dour, percorrendo 114.8 Km in 3h02′47″, alla media di 37.684 Km/h. Ha preceduto allo sprint la finlandese Anniina Ahtosalo (Uno-X Mobility) e l’austriaca Christina Schweinberger (Fenix-Deceuninck)
FAUN DRÔME CLASSIC: AYUSO ANCORA PROTAGONISTA, MA A SPUNTARLA E’ HIRSCHI
Lo spagnolo Ayuso è ancora protagonista sulle strade di Francia, ma stavolta deve accontentarsi del secondo posto: la vittoria nella Faun Drôme Classic va all’elvetico Hirschi
Anche nella seconda giornata delle classiche marcate Faun sono protagonisti la UAE e Juan Ayuso, anche se oggi lo spagnolo è costretto ad arrendersi al compagno di squadra Marc Hirschi per una manciata di secondi.
Come nella Ardèche Classic di sabato la fuga prende il largo fin dai primissimi chilometri, raggiungendo oltre 6’ di vantaggio. A farne parte sono Antoine Hue (CIC U Nantes), Noah Detalle (Bingoal) e Alexander Konijn (Nice Metropole). I tre vengono ripresi a grande distanza dal traguardo, quando i corridori si apprestavano ad affrontare le salite più impegnative della corsa, il Col du Tartaiguille, Col de la Grande Limite, e la Côte de Roberts, trittico seguito dalle più brevi e ripide ascese della Côte de Granne, del Mur d’Allex, del Plateau de Soulier.
La corsa esplode proprio sotto il ritmo di Ayuso e Mattias Skjelmose (Lidl-Trek) a 40 Km dall’arrivo sulla salita della Grande Limite. I due vengono raggiunti nel corso della discesa seguente da Maxim Van Gils (Lotto Dstny), mentre alle loro spalle evadono Hirschi, Warren Barguil (DSM) e Bastien Tronchon (Decathlon). I due gruppetti finiscono per unirsi ed arrivare compatti ai piedi dello strappo finale verso il traguardo di Étoile-sur-Rhône. A quel punto Hirschi riesce a fare la differenza staccando il compagno di squadra di 5”. Quindi Van Gils arriva con 8”, Barguil a 12″, Skjelmose a 15″ e Tronchon a 25”.
Staccati di più di un minuto sono i più immediati inseguitori, tra i quali c’è l’italiano Fancesco Busatto (Intermarché), 1’21”.
Andrea Mastrangelo

Hirschi vince la 12a edizione della Faun Drôme Classic (Getty Images)