LAPORTE CONCEDE IL BIS A LE COTEAU E RAFFORZA IL PRIMATO IN CLASSIFICA GENERALE

giugno 6, 2023 by Redazione  
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Il ciclista francese della Jumbo Visma si impone in una volata combattutissima davanti a Sam Bennett (Team BORA Hansgrohe) e Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla), successivamente entrambi declassati per sprint non corretto, e mantiene con autorevolezza la maglia gialla, aumentando il vantaggio sugli avversari diretti. Domani l’attesa cronometro da da Cours a Belmont-de-la-Loire che dirà molto in ottica classifica generale

La terza tappa del Criterium del Delfinato parte da Monistrol-sur-Loire e termina a Le Coteau e, altimetria alla mano, sembra l’unica in grado di garantire l’arrivo in volata di un gruppo compatto. Le volate delle due prime tappe hanno visto la vittoria di Christophe Laporte (Team Jumbo Visma) e Julian Alaphilippe (Team Soudal Quick Step), ciclisti con un ottimo spunto veloce ma non propriamente velocisti puri. Vedremo se oggi Sam Bennett (Team BORA Hansgrohe) e Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla), due tra i più forti velocisti presenti al Delfinato, riusciranno a sprintare per la vittoria, visto che il finale non sembra eccessivamente duro. La fuga di giornata partiva dopo pochi km dal via grazie all’azione di Mathieu Burgaudeau (Team TotalEnergies) e Lorenzo Milesi (Team DSM). Al km 10 la coppia di testa aveva già 3 minuti e mezzo di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Dopo circa 30 km Milesi si fermava ed attendeva il gruppo inseguitore, lasciando in avanscoperta il solo Burgaudeau. Il francese scollinava sulla Côte de Bellevue-la-Montagne, posta al km 40.9, con oltre 3 minuti di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Il gruppo maglia gialla accelerava e riprendeva Burgaudeau intorno al km 80. Poco più avanti il gruppo incontrava sulla sua strada la protesta di un gruppo di lavoratori ed era costretto a fermarsi salvo poi ripartire attraversando una leggera deviazione. Laporte si aggiudicava il traguardo volante di Sainte-Foy-Saint-Sulpice posto al km 139.5. A 50 km dall’arrivo una caduta nel gruppo coinvolgeva una decina di ciclisti tra cui Alaphilippe, Mauri Vansevenant (Team Soudal Quick Step), Mikel Landa (Team Bahrain Victorious), Matteo Jorgenson (Team Movistar), Lenny Martinez (Team Groupama FDJ) e Daniel Martinez (Team INEOS Grenadiers). Tutti i ciclisti coinvolti rientravano successivamente, insieme alla seconda parte del gruppo che si era spezzato a causa della caduta stessa. Qualche problema lo accusava però Alaphilippe, che doveva fermarsi una prima volta a bordo strada a causa di una foratura. Dylan van Barle era il primo a scollinare sul secondo ed ultimo gpm della Côte de Pinay posto al km 175.6. Ormai si attendeva soltanto la volata finale con le squadre dei velocisti – in particolar modo Team BORA Hansgrohe e Team Jayco AlUla – pronte a lanciare i propri capitani. Alaphilippe intanto a 7 km dalla conclusione si fermava nuovamente a causa di un’altra foratura ma rientrava nel giro di un paio di km ben scortato dalla propria ammiraglia. Nella volata conclusiva Sam Bennett veniva lanciato alla perfezione dai propri compagni di squadra ma proprio sulla linea del traguardo lo scatto di reni consentiva a Christophe Laporte di mettere la sua ruota davanti a quella dell’irlandese, che aveva anche provato a fare il furbo cambiando traiettoria. In terza posizione si piazzava Groenewegen, anche lui piuttosto ‘zigzagante’ in volata, mentre chiudevano la top five Matteo Trentin (UAE Team Emirates) in quarta posizione e Milan Menten (Team Lotto Dstny) in quinta posizione. Proprio Bennett e Groenewegen venivano successivamente declassati dai giudici dopo aver visionato le immagini della volata. Laporte resta in maglia gialla e allunga sugli immediati inseguitori, visto che grazie agli abbuoni complessivamente raccolti può vantare adesso un vantaggio di 11 secondi su Alaphilippe e di 17 secondi su Richard Carapaz (Team EF Education EasyPost). Domani è in programma la quarta tappa, l’attesa prova a cronometro di 31 km da Cours a Belmont-de-la-Loire. Si parte subito con tre km in salita verso il Col de la Croix, dopodichè una strada complessivamente in leggera discesa porterà agli intertempi di Mars e di Saint Denis de Cabanne. Gli ultimi 10 km salgono leggermente ma in modo progressivo, quindi i ciclisti dovranno dosare bene gli sforzi anche perché i migliori resteranno in sella quasi 40 minuti e la classifica generale inizierà ad assumere una fisionomia precisa in vista delle salite della seconda parte della corsa francese.

Antonio Scarfone

Christophe Laporte vince a Le Coteau (foto: Getty Images Sport)

Christophe Laporte vince a Le Coteau (foto: Getty Images Sport)

05-06-2023

giugno 5, 2023 by Redazione  
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CRITÉRIUM DU DAUPHINÉ

Il francese Julian Alaphilippe (Soudal Quick-Step) si è imposto nella seconda tappa, Brassac-les-Mines – La Chaise-Dieu, percorrendo 158 Km in 3h54′53″, alla media di 42.736 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’ecuadoriano Richard Carapaz (EF Education-EasyPost) e l’eritreo Natnael Tesfazion (Trek-Segafredo). Miglior italiano Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), 32°. Il francese Christophe Laporte ( Jumbo-Visma) è ancora leader della classifica con lo stesso tempo di Alaphilippe e 4″ su Carapaz. Miglior italiano Ciccone, 15° a 10″

TOUR DU CAMEROUN

Giorno di riposo

ALAPHILIPPE VINCE A LA CHAISE-DIEU. LAPORTE RESTA IN GIALLO

giugno 5, 2023 by Redazione  
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Nella volata in salita de La Chaise-Dieu Julian Alaphilippe (Team Soudal Quick Step) torna a vincere dopo quasi quattro mesi ed avverte gli avversari che al prossimo Tour de France potrà recitare un ruolo da protagonista dopo i problemi fisici con cui ha dovuto confrontarsi negli ultimi tempi. Christophe Laporte (Team Jumbo Visma) conserva la maglia gialla

La seconda tappa del Giro del Delfinato parte da Brassac-les-Mines e arriva a La Chaise-Dieu dopo poco più di 167 km. Dopo un centinaio di km, caratterizzati dai due semplici gpm del Col de Toutée e del Col des Fourches, si entra nel circuito finale da ripetere due volte e nel quale la difficoltà maggiore sarà la doppia scalata della Côte des Guêtes, breve ma abbastanza ripida. Christophe Laporte parte da Brassac-les-Mines in maglia gialla e dovrebbe riuscire a conservarla anche oggi a meno di imprevisti, in attesa di tappe ben più impegnative dove usciranno fuori i big di classifica. Erano tre i non partenti Antwan Tolhoek (Team Trek Segafredo), Ethan Hayter (Team INEOS Grenadiers) ed Hugo Page (Team Intermarchè Circus Wanty). I primi km dopo la partenza erano molto concitati, sia per i numerosi tentativi di fuga sia per una caduta che coinvolgeva tra gli altri Carlos Rodriguez (Team INEOS Grenadiers), Steven Kruijswijk (Team Jumbo Visma) e Louis Meintjes (Team Intermarchè Circus Wanty). L’olandese della Jumbo Visma era costretto al ritiro ed insieme a lui condividevano lo stesso destino Steff Cras (Team TotalEnergies) e Romain Combaud (Team DSM). Dopo una ventina di km si formava la fuga di giornata di cui facevano parte sei ciclisti: Nans Peters (Team AG2R Citroen), Andrea Piccolo (Team EF Education EasyPost), Kenny Elissonde (Team Trek Segafredo), Jonas Gregaard (Uno X Pro Cycling Team), Victor Campenaerts (Team Lotto Dstny), Pierre Latour (Team Total Energies) e Donovan Grondin (Team Arkéa Samsic). Grondin scollinava in prima posizione sul Col de Toutée posto al km 46.7. Il francese si ripeteva sul successivo gpm del Col des Fourches posto al km 53.8. Le squadre più attive all’inseguimento della fuga erano il Team Jumbo Visma ed il Team Lotto Soudal. Grondis si rialzava e veniva ripreso dal gruppo a 70 km dall’arrivo. Nans Peters si aggiudicava il primo traguardo volante de La Chaise-Dieu posto al km 97.1. Latour scollinava in prima posizione al primo passaggio sulla Côte des Guêtes, quando ormai il vantaggio dei fuggitivi sul gruppo maglia gialla si aggirava sui 40 secondi. Anche Pierre Latour si staccava dal gruppetto di testa quando mancavano 40 km alla conclusione. Il gruppo infine rientrava sulla testa della corsa quando mancavano 11 km al termine. Gli ultimi ad arrendersi al ritorno del gruppo erano Elissonde e Campenaerts. Era Tomas Bayer (Team Alpecin Deceuninck) il primo a scollinare sul secondo passaggio del gpm della Côte des Guêtes posto al km 157.6. Sotto la spinta della Jumbo Visma, in particolar modo con Attila Valter e Tiesj Benoot, il gruppo principale giungeva ad 1 km dalla conclusione forte di una sessantina di unità. La volata, in leggera salita, era vinta da Julian Alaphilippe (Team Lotto Soudal) che aveva la meglio su Richard Carapaz (Team EF Education EasyPost) e Natnael Tesfatsion (Team Trek Segafredo). Chiudevano la top five Christophe Laporte in quarta posizione e Maxim van Gils (Team Lotto Dstny) in quinta posizione. Alaphilippe coglie la seconda vittoria stagionale, la prima di tappa, dopo quella dello scorso febbraio nella Faun Ardeche Classic. In classifica generale Laporte resta in maglia gialla davanti con lo stesso tempo di Alaphilippe mentre Carapaz è terzo a 4 secondi di ritardo. Domani è in programma la terza tappa da Monistrol-sur-Loire a Le Coteau di oltre 194 km. La Côte de Bellevue-la-montagne, dopo 41 km, potrebbe fare da trampolino di lancio per la fuga di giornata, anche se il finale è favorevole al recupero delle squadre dei velocisti. Unica insidia altimetrica è il secondo gpm della Côte de Pinay, la cui vetta si trova a 19 km dalla conclusione. Se la fuga verrà nuovamente ripresa, a contendersi la vittoria di tappa sarà ancora una volta un gruppo di una sessantina di ciclisti.

Antonio Scarfone

Julian Alaphilippe vince a La Chaise-Dieu (foto: Getty Images)

Julian Alaphilippe vince a La Chaise-Dieu (foto: Getty Images)

BRUSSELS CYCLING CLASSIC, LA SPUNTA DEMARE

giugno 4, 2023 by Redazione  
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Arnaud Demare vince al photofinish la classica belga su Andresen e Meeus

Clima piacevole quest’oggi in Belgio in occasione della classica di un giorno intorno alla capitale. La fuga da lontano è composta da un manipolo di quattro unità fra cui Ludovic Robeet (Bingoal-WB), Jens Reynders (Israel-PremierTech), Paul Lapeira (Ag2r Citroen) e Jonas Abrahmansen (Uno-X). Vantaggio massimo intorno ai 4 minuti sfiorato all’altezza del Geraardsbergen: il gruppo dimostra fin da subito che oggi non c’è spazio per capitani di ventura alla ricerca di gloria personale tanto è vero che sul cote di Bosberg il plotone si spezza a causa del ritmo sostenuto, e a farne le spese attardato nel secondo troncone è un pezzo grosso di oggi come Tim Merlier (Soudal-QuickStep).
Il vantaggio dei battistrada è ridotto ormai nell’ordine dei secondi grazie anche all’occasione ghiotta per le squadre dei migliori di tagliare fuori dalla contesa una discreta parte del gruppo e di pesci grossi, come il capitano della Soudal-QuickStep prima menzionato e ancora attardato.
È in occasione del nuovo passaggio sul Bosberg che il gruppo principale chiude definitivamente il gap con i 4 al comando, grazie principalmente allo sforzo di Intermarché-Circus-Wanty e Groupama-FDJ. Nulla da fare invece per Merlier: nonostante il secondo plotoncino si sia presentato ai piedi della cote con appena 10″ sul primo gruppo alle spalle della testa della corsa, le pendenze arcigne hanno definitivamente respinto al mittente i tentativi di rincorsa: entrati nei 30 chilometri finali il divario è allargato a nuovamente 35 secondi.
Giunti in vista del traguardo a provarci è una delle migliori sorprese di questo inizio di 2023, Derek Gee (Israel-Premier Tech), che costringe i Groupama a stare all’erta e piazzarsi in testa al gruppo per chiudere. Tentativo che riesce, ma a costo di spezzare il treno per Arnaud Demare: parte così la volata del Team DSM per Tobias Andresen che si lancia verso la bandiera a scacchi in prima posizione.
Il danese non ha fatto i conti però con la grande rimonta del capitano della Groupama, il quale con il colpo di reni finale riesce a tagliare il traguardo davanti a tutti e festeggiare la recentissima nascita del figlio. Completa il podio Jordi Meeus della Bora – Hansgrohe.

Lorenzo Alessandri

Arnaud Demare esulta mimando il ciuccio per la nascita del figlio. Photo Credit: Getty Images

Arnaud Demare esulta mimando il ciuccio per la nascita del figlio. Photo Credit: Getty Images

BONBON SUR LAC PER LAPORTE, IL TRANSALPINO VINCE LA PRIMA TAPPA DEL DELFINATO

giugno 4, 2023 by Redazione  
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Christophe Laporte (Jumbo – Visma) conquista la prima tappa del Giro del Delfinato grazie ad una progressione che negli ultimissimi metri gli consente di andare a riprendere Rune Herregodts terzo al traguardo, in fuga dalla prima ora, il transalpino respinge il tentativo di sorpasso di Matteo Trenitin (UAE Team Emirates) che deve accontentarsi della seconda posizione. Tra gli uomini di classifica perdono preziosi secondi Enric Mas (Movistar) e Mikel Landa (Bahrain-Victorious).

Piove sulla prima tappa del Giro del Delfinato 2023 in un profilo altimetrico mosso intorno a Chambon sur Lac con i suoi 158 Km, nonostante ciò è subito fuga con un drappello di cinque uomini che va a compattarsi formato da: Rune Herregodts (Intermarché-Circu-Wanty), Fabio Van Den Bossche (Alpecin-Deceuninck), Donovan Grodin (Arkéa-Samsic), Brent van Moer (Lotto-Dstny) e Dorian Gondon (Ag2r Citroen). Il vantaggio del quintetto supera subito il minuto quando dietro due squadre in particolar modo si mettono a tirare sono la Bora-Hansgrohe e la Jumbo-Visma. Il primi due GPM di giornata sono vinti da Grondin, con il gruppo che al chilometro 40 di corsa ha un ritardo di ben 2’. Il successivo traguardo volante invece è conquistato da Godon, la fuga riesce a mettere in cascina altri 30” ma la situazione di corsa si stabilizza quando in testa al gruppo inseguitore si mette anche il Team Jayco – AlUla. La corsa inizia ad accendersi nel circuito finale caratterizzato dalla salita verso La Côte du Rocher de L’Aigle dove già al primo passaggio il gruppo inizia a sfoltirsi, a farne le spese sono i velocisti puri tra cui Sam Bennett (Bora-Hansgrohe)  e Dylan Groenewegen (Team Jayco – AlUla). Davanti la fuga inizia a perdere uomini durante il secondo passaggio i primi a staccarsi sono Grondin e Van Den Bossche, dietro la Jumbo – Visma fa la voce grossa, i “calabroni” prendono in mano le operazioni per ricucire ed alzano ulteriormente il ritmo, resta circa 1’ ai tre rimasti al comando. Prima dello scollinamento cede anche Van Moer , in testa i più forti sono Herregodts e Godon che però alza bandiera bianca proprio in vista del GPM. In discesa Herregodts mantiene una buona andatura, restano da percorrere 12 Km, alla fine della discesa il fiammingo conserva 15” con poco meno di 3 Km da percorrere. Al triangolo rosso dell’ultimo chilometro sono ancora 10 i secondi di vantaggio, sembra quasi fatta ma ciò che resta del gruppo dei migliori è tirato addirittura da Jonas Vingegaard (Jumbo – Visma) che si mette quindi a lavorare per Christophe Laporte, con l’aiuto di un compagno di squadra del genere è quasi impossibile non raggiungere l’obiettivo ed infatti Laporte supera negli ultimissimi metri dalla linea di arrivo Herregodts lanciandisi in una volta fantastica senza dare la possibilità a Matteo Trentin (UAE Team Emirates) di uscire dalla sua ruota, per Herregodts amara terza posizione. Tra gli uomini di classifica risultano attardati sia Enric Mas (Movistar) di 15” sia Mikel Landa (Bahrain Victorious) di 22”. La classifica generale invece vede Christophe Laporte indosare la prima maglia gialla seguito da Matteo Trentin a 4” e Rune Herregodts a 6”. Domani seconda tappa da Brassac-les-Mines a La Chaise-Dieu con un finale in costante ascesa.

Antonio Scarfone

Christophe Laporte agguanta la vittoria nel finale di tappa al Giro del Delfinato (Image credit: Getty Images)

Christophe Laporte agguanta la vittoria nel finale di tappa al Giro del Delfinato Image credit: Getty Images)

04-06-2023

giugno 4, 2023 by Redazione  
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CRITÉRIUM DU DAUPHINÉ

Il francese Christophe Laporte (Jumbo-Visma) si è imposto nella prima tappa, circuito di Chambon-sur-Lac, percorrendo 158 Km in 4h41′51″, alla media di 44.087 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Matteo Trentin (UAE Team Emirates) e il belga Rune Herregodts (Intermarché-Circus-Wanty). Laporte è il primo leader della classifica con 4″ su Trentin e 6″ su Herregodts

BRUSSELS CYCLING CLASSIC

Il francese Arnaud Démare (Groupama-FDJ) si è imposto nella corsa belga, circuito di Bruxelles, percorrendo 207.1 Km in 4h19′13″, alla media di 45.992 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Tobias Lund Andresen (Team DSM) e il belga Jordi Meeus (BORA-hansgrohe). Miglior italiano Nicolò Parisini (Q36.5 Pro Cycling Team), 12°.

MEMORIAL PHILIPPE VAN CONINGSLOO

Il belga Gianluca Pollefliet (Lotto Dstny Development Team) si è imposto nella corsa belga, Wavre – Bonheiden, percorrendo 184.4 Km in 4h19′13″, alla media di 45.992 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Max Kroonen (VolkerWessels Cycling Team) e il lussemburghese Cedric Pries (Leopard Togt Pro Cycling). Nessun italiano in gara

RONDE DE L’OISE

L’olandese Frank van den Broek (ABLOC CT) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, Breuil-le-Sec – Liancourt, percorrendo 158.9 Km in 3h41′06″, alla media di 43.121 Km/h. Ha preceduto di 27″ i francesi Alexis Gougeard (VC Rouen 76) e Thomas Gachignard (St Michel-Mavic-Auber 93). Nessun italiano in gara. Van den Broek si impone in classifica con 52″ su Gougeard e 54″ sul canadese Matisse Julien (Team Ecoflo Chronos)

OBERÖSTERREICH RUNDFAHRT (Austria)

L’italiano Luca Vergallito (Alpecin-Deceuninck Development Team) si è imposto nella terza ed ultima tappa, Asten – Hinterstoder (Hutterer Höss), percorrendo 146.3 Km in 3h40′38″, alla media di 39.785 Km/h. Ha preceduto di 2″ lo spagnolo Oscar Cabedo (Team Vorarlberg) e di 7″ il tedesco Martin Messner (WSA KTM Graz p/b Leomo). Vergallito si impone in classifica con 1″ su Cabedo e 9″ su Messner

TOUR OF MALOPOLSKA (Polonia)

L’ungherese Marton Dina (ATT Investments) si è imposto nella terza ed ultima tappa, Jablonka – Przehyba, percorrendo 140 Km in 3h31′02″, alla media di 39.8 Km/h. Ha preceduto di 12″ lo spagnolo Ivan Moreno (Global 6 Cycling) e di 18″ il polacco Marcin Budzinski (HRE Mazowsze Serce Polski). Unico italiano rimasto in gara Riccardo Perani (Gallina Ecotek Lucchini), 65° a 9′34″. Dina si impone in classifica con 33″ su Budzinski e 35″ sul ceco Adam (Toupalik Elkov-Kasper). Perani 81° a 19′22″

TOUR DU CAMEROUN

L’algerino Yacine Hamza (nazionale algerina) si è imposto anche nella seconda tappa, circuito di Garoua, percorrendo 99.2 Km in 2h33′43″, alla media di 38.721 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Peter Merx (Global Cycling Team) e il ruandese Etienne Tuyizere (nazionale ruandese). Nessun italiano in gara. Hamza ancora leader della classifica con lo stesso tempo del marocchino El Houcaine Sabbahi (nazionale marocchina) e del camerunense Michel Tientcheu (nazionale camerunense)

TOUR DE KUMANO (Giappone)

Il giapponese Genki Yamamoto (KINAN Racing Team) si è imposto nella seconda ed ultima tappa, circuito di Taiji, percorrendo 104.3 Km in 2h31′27″, alla media di 41.321 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Thomas Lebas (KINAN Racing Team) e di 26″ il greco Georgios Boúglas (Matrix Powertag). Nessun italiano in gara. Il giapponese Atsushi Oka (JCL Team UKYO) si impone in classifica con lo stesso tempo del giapponese Masaki Yamamoto (JCL Team UKYO) e con 33″ sul mongolo Jambaljamts Sainbayar (Terengganu Polygon Cycling Team).

ALPES GRÉSIVAUDAN CLASSIC (Donne)

La francese Evita Muzic (nazionale francese) si è imposta nella corsa francese, Le Versoud – Crolles, percorrendo 127.8 Km in 4h19′10″, alla media di 29.587 Km/h. Ha preceduto di 43″ la slovena Ursa Pintar (BTC City Ljubljana Scott) e di 47″ la connazionale Morgane Coston (Cofidis Women Team). Miglior italiana Sara Casasola (Born To Win-Zhiraf-G20), 14° a 10′31″

DWARS DOOR DE WESTHOEK (Donne)

La britannica Pfeiffer Georgi (Team DSM) si è imposta nella corsa belga, circuito di Boezinge, percorrendo 127.2 Km in 3h08′48″, alla media di 40.424 Km/h. Ha preceduto allo sprint la francese Léa Curinier (Team DSM) e l’olandese Charlotte Kool (Team DSM). Miglior italiana Letizia Borghesi (EF Education-TIBCO-SVB), 9° a 1′18″

VUELTA CICLISTA ANDALUCÍA – RUTA DEL SOL (Donne)

La norvegese Mie Bjørndal Ottestad (nazionale norvegese) si è imposta nella quinta ed ultima tappa, Estepona – Castellar de la Frontera, percorrendo 95.6 Km in 2h38′27″, alla media di 36.201 Km/h. Ha preceduto allo sprint la connazionale Katrine Aalerud (Movistar Team) e di 2″ la belga Lotte Claes (Stade Rochelais Charente Maritime). Miglior italiana Debora Silvestri (Laboral Kutxa-Fundacion Euskadi), 7° a 1′04″. La Aalerud si impone in classifica con 5″ sulla Ottestad e 29″ sulla russa Tamara Dronova-Balabolina (Israel-Premier Tech Roland). Miglior italiana la Silvestri (Laboral Kutxa-Fundacion Euskadi), 5° a 1′34″

BELGRADE GP WOMAN TOUR

in aggiornamento

COPPA DELLA PACE – TROFEO FRATELLI ANELLI (Under23)

L’italiano Matteo Scalco (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Sant’Ermete (Stabilimento Fratelli Anelli), percorrendo 172 Km in 3h58′06″, alla media di 43.343 Km/h. Ha preceduto di 5″ l’italiano Tommaso Bergagna (General Store-Essegibi-F.Ili Curia) e di 14″ lo statunitense Artem Shmidt (Hagens Berman Axeon)

03-06-2023

giugno 3, 2023 by Redazione  
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HEYLEN VASTGOED HEISTSE PIJL

L’olandese Olav Kooij (Jumbo-Visma) si è imposto nella corsa belga, Vosselaar – Heist-op-den-Berg, percorrendo 198.7 Km in 4h19′13″, alla media di 45.992 Km/h. Ha preceduto allo sprint i belgi Jordi Meeus (BORA-hansgrohe) e Robbe Ghys (Alpecin-Deceuninck). Miglior italiano Matteo Malucelli (Bingoal WB), 9°.

RONDE DE L’OISE

Il britannico William Tidball (Saint Piran) si è imposto nella terza tappa, Andeville – Le Plessis-Belleville, percorrendo 189.9 Km in 4h30′25″, alla media di 42.135 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Thomas Gachignard (St Michel-Mavic-Auber 93) e il danese Alexander Salby (Bingoal WB Devo Team). Nessun italiano in gara. Il canadese Matisse Julien (Team Ecoflo Chronos) è ancora leader della classifica con 4″ sull’olandese Frank van den Broek (ABLOC CT) e 5″ sul norvegese Ludvik Holstad (Lillehammer CK)

OBERÖSTERREICH RUNDFAHRT (Austria)

Il belga Timo Kielich (Alpecin-Deceuninck Development Team) si è imposto anche nella seconda tappa, Wels – Niederkappel, percorrendo 156.3 Km in 4h00′49″, alla media di 38.942 Km/h. Ha preceduto allo sprint il ceco Jakub Otruba (ATT Investments) e il connazionale Emiel Verstrynge (Alpecin-Deceuninck Development Team). Miglior italiano Davide De Cassan (Cycling Team Friuli ASD), 4°. Kielich è ancora leader della classifica con 17″ su Verstrynge e 23″ su Otruba. Miglior italiano De Cassan, 6° a 29″

TOUR OF MALOPOLSKA (Polonia)

Il danese Alexander Arnt Hansen (Restaurant Suri-Carl Ras) si è imposto nella seconda tappa, Wieliczka – Nowy Targ, percorrendo 150 Km in 3h50′05″, alla media di 39.116 Km/h. Ha preceduto allo sprint il ceco Adam Toupalik (Elkov-Kasper) e di 8″ il polacco Patryk Stosz (Voster ATS Team). Due italiani in gara: Riccardo Perani (Gallina Ecotek Lucchini) 86° a 35″, Davide Basso (Gallina Ecotek Lucchini) non ha finito la corsa. Il ceco Tomas Jakoubek (ATT Investments) è ancora leader della classifica con 22″ su Toupalik e 23″ sul polacco Maciej Paterski (Voster ATS Team). Perani 103° a 10′12″

TOUR DU CAMEROUN

L’algerino Yacine Hamza (nazionale algerina) si è imposto nella prima tappa, Figuil – Garoua, percorrendo 100.3 Km in 2h36′57″, alla media di 38.343 Km/h. Ha preceduto allo sprint i marocchini Achraf Ed Doghmy Morocco (nazionale marocchina) e El Houcaine Sabbahi (nazionale marocchina). Nessun italiano in gara. Hamza è il primo leader della classifica con lo stesso tempo di Ed Doghmy e Sabbahi

TOUR DE KUMANO (Giappone)

Il giapponese Masaki Yamamoto (JCL Team UKYO) si è imposto nella prima tappa, circuito di Kumano, percorrendo 63 Km in 1h28′58″, alla media di 42.49 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Atsushi Oka (JCL Team UKYO) e di 36″ sul mongolo Jambaljamts Sainbayar (Terengganu Polygon Cycling Team). Nessun italiano in gara. La tappa doveva misurare 104.5 Km ma è stata accorciata a causa di una frana avvenuta lungo la salita al Fudatate Pass. Yamamoto è il primo leader della classifica con lo stesso tempo di Oka e 36″ su Sainbayar

VUELTA CICLISTA ANDALUCÍA – RUTA DEL SOL (Donne)

La spagnola Sara Martín (Movistar Team) si è imposta nella quarta tappa, Pizarra – Mijas, percorrendo 111.5 Km in 2h25′47″, alla media di 45.89 Km/h. Ha preceduto di 3″ l’australiana Elizabeth Stannard (Israel-Premier Tech Roland) e di 7″ la russa Tamara Dronova-Balabolina (Israel-Premier Tech Roland). Miglior italiana Debora Silvestri (Laboral Kutxa-Fundacion Euskadi), 9° a 7″. La Dronova-Balabolina è ancora leader della classifica con 47″ sulla norvegese Katrine Aalerud (Movistar Team) e 58″ sulla norvegese Mie Bjørndal Ottestad (nazionale norvegese). Miglior italiana la Silvestri (Laboral Kutxa-Fundacion Euskadi), 5° a 1′07″

BELGRADE GP WOMAN TOUR

La ceca Nikola Bajgerova (MAT ATOM Deweloper Wroclaw) si è imposta nella prima tappa, circuito di Belgrado, percorrendo 104 Km in 2h32′18″, alla media di 40.971 Km/h. Ha preceduto allo sprint la polacca Olga Wankiewicz (MAT ATOM Deweloper Wroclaw) e l’ucraina Olga Shekel (nazionale ucraina). Nessuna italiana in gara. La Bajgerova è la prima leader della classifica con 4″ su Wankiewicz e 6″ su Shekel

GIUGNO 2023, AVANTI A TUTTA VERSO IL TOUR

giugno 3, 2023 by Redazione  
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Il Tour de France inizierà solo tra un mese, ma l’attesa della Grande Boucle sarà debitamente colmata. Subito dopo la conclusione del Giro ripartono le grandi manovre, con i big che punta alla maglia gialla pronti a sfidarsi nelle tradizionali “prove generali” della corsa francese. Si parte con il Delfinato, poi l’attenzione degli appassionati sarà calamitata dal Giro di Svizzera e da altre piccole corse a tappe sulle quali già aleggia l’aroma del Tour. Spazio anche a under23 e donne con i rispetti “Giri d’Italia” di categoria.

Per un grande giro che finisce ce n’è uno che comincia, anche se manca ancora un mese al via del Tour de France, previsto per il primo luglio da Bilbao. Ma le corse a tappe che si susseguono nel mese di giugno già hanno impresse la magica aura della Grande Boucle e una in particolare, il Critérium du Dauphiné (4-11 giugno). Da quando la gara da noi più conosciuta come Giro del Delfinato è divenuta di proprietà di ASO, la società organizzatrice del Tour, la corsa è riuscita a surclassare in prestigio il più vetusto Giro di Svizzera – in calendario lo stesso mese – proponendosi come vera e prova generale della Grande Boucle e lo testimoniano le start list delle edizioni più recenti, che hanno visto schierati molti tra i “papabili” per la conquista della maglia gialla. Sarà così anche nel 2023, quando tra i partecipanti ci saranno il vincitore uscente del Tour Jonas Vingegaard, che si troverà a sfidare – a meno di cambiamenti dell’ultim’ora – il britannico Adam Yates, gli spagnoli Enric Mas e Mikel Landa, i francesi David Gaudu, Guillaume Martin e Julian Alaphilippe, l’ecuadoriano Richard Carapaz, il colombiano Egan Bernal e l’italiano Giulio Ciccone, costretto dal covid a saltare il Giro d’Italia e che non ha ancora deciso se correre il Tour o la Vuelta di Spagna (in programma tra agosto e settembre). La 75a edizione della corsa come avviene da diversi anni scatterà al di fuori dal territorio del Delfinato vero e proprio – corrispondente al settore settentrionale dell’arco alpino francese –e per la precisione muoverà dall’area del Massiccio Centrale, dove la località di villeggiatura di Chambon-sur-Lac ospiterà partenza e arrivo della prima tappa, un circuito di media montagna di 158 Km composto da un primo anello di una novantina di chilometri e uno più breve di 23 Km che dovrà essere ripetuto tre volte e prevede la salita della “Roccia dell’Aquila” (1 Km al 6.1%), da superare l’ultima volta a 11 Km dal traguardo. Molto simile è il tracciato della successiva Brassac-les-Mines – La Chaise-Dieu, pure questa caratterizzata da un circuito finale imperniato attorno ad una breve “côte”, questa di un chilometro esatto all’8%, mentre stavolta saranno in dolce salita anche i 5 Km da coprire per raggiungere la linea d’arrivo. I velocisti avranno una sola “cartuccia” a disposizione e dovranno spararla al termine della Monistrol-sur-Loire – Le Coteau, la più semplice tra le otto tappe in programma, pur se non del tutto priva di ostacoli naturali. A meno di clamorose sorprese nelle prime due giornate, i corridori che punteranno al successo finale entreranno in scena al quarto giorno di gara, quando si correrà una cronometro individuale di 31 Km che presenta un tracciato non proprio tagliato sulle misure degli specialisti: subito dopo la partenza da Cours è prevista la facile salita del Col de la Croix Couverte (2.2 Km al 4.7%) e anche negli ultimi 9 Km verso il traguardo di Belmont-de-la-Loire la strada tende sempre a salire, pur trattandosi in questo caso di un costante falsopiano. Non è un caso che gli organizzatori abbiano previsto per i corridori più veloci circa 39 minuti di gara, che corrispondo a una media di poco inferiore ai 48 Km/h. Affrontata un’ultima frazione collinare disegnata tra Cormoranche-sur-Saône e Salins-les-Bains, tappa che prevede l’interessante Côte de Thésy (3.7 Km all’8.2% con i primi 2000 metri al 10.5% di pendenza media) a circa 15 Km dall’arrivo, si arriverà all’appuntamento con le grandi montagne, come al solito concentrate negli ultimi tre giorni. Si comincerà con la frazione meno impegnativa del triduo finale, che scatterà da Nantua in direzione della piccola località di sport invernali di Crest-Voland, dove il traguardo sarà posto al termine di una salita di 2.3 Km al 6.6% che prevede un muro iniziale di 500 metri al 16.6% e che sarà immediatamente preceduta dall’altrettanto breve ascesa di Notre-Dame-de-Bellecombe (3.2 Km al 6.4%), mentre in precedenza si salirà sino ai 1486 metri del Col des Aravis (7.8 Km al 5.8%). Le attenzioni degli appassionati e dei corridori in gara saranno principalmente rivolte alla due successive frazioni e in particolare a quella che l’indomani condurrà da Porte-de-Savoie ai 2067 metri del Col de la Croix-de-Fer, storico passo del Tour de France che sarà affrontato dal versante di Saint-Jean-de-Maurienne, del quale si percorreranno soltanto gli ultimi 13 Km (media del 6,2%), mentre il tratto iniziale sarà sostituito dall’ascesa al Col de Mollard (18.5 Km al 5.8%) e in programma ci saranno anche i quasi 2000 metri della Madeleine (25 Km al 6.2%), altro blasonato colle della Grande-Boucle. Pur non essendo disegnata in altissima montagna (non si supereranno i 1350 metri di quota) anche la conclusiva giornata di gara offrirà pane per i denti degli scalatori grazie ai sei colli che si dovranno affrontare tra Le Pont-de-Claix e Grenoble, dove il traguardo non sarà posizionato nel centro dell’antica capitale del Delfinato ma presso la soprastante Bastiglia, dove si giungerà al termine di salita corta ma ripidissima di 1800 metri al 14.2% di pendenza media, affrontata l’ultima volta nel 2000 e che venne tenuta a battesimo nel 1977 da Bernard Hinault, che poi si imporrà su questo difficilissimo traguardo anche nel 1979. Sarà l’ultimo atto di una tappa che ha in serbo un altro classico del Tour, a dire il vero caduto un po’ di disuso nelle ultime stagioni: prima della tremenda rampa finale i corridori dovranno sorbirsi anche il cosiddetto “Trittico della Certosa”, costituito dalle tre salite, in rapida successione, del Col du Granier (9.6 Km all’8.6%), del Col du Cucheron (7.7 Km al 6.2%) e del Col del Porte (7.4 Km al 6.8%).

Una valida alternativa al Delfinato sulla rotta della Grande Boucle è costituita dal Giro di Svizzera, che si correrà dall’11 al 18 giugno, sovrapponendosi così per 48 ore al “Criterium”. Rispetto a quest’ultimo i corridori più dotati a cronometro avranno maggiori chance di imporsi grazie a 6 Km in più da percorrere contro il tempo e su percorsi più filanti, anche se agli scalatori non mancheranno le occasioni per controbattere gli avversari. L’inizio sarà proprio una sfida contro l’orologio perché il primo giorno si dovrà affrontare la prima delle due cronometro inserite nel tracciato dell’86° Tour de Suisse,   quasi 13 Km sul pianeggiante circuito di Einsiedeln, dove le alte medie saranno maggiormente favorite dalla quota alla quale si gareggerà, di poco superiore ai 900 metri sul livello del mare. La prima tappa in linea da Beromünster a Nottwil presenterà un finale che ricorda quella della frazione di Le Coteau del Delfinato e come quella sarà l’unica riservata alle ruote veloci. Le attese tappe di montagna sono state concentrate quest’anno tra il terzo e il quinto giorno di gara e debutteranno con la tappa che da Tafers condurrà al classico arrivo in salita di Villars-sur-Ollon, quasi 11 Km al 7.8% che spesso sono stati affrontati sia in questa corsa, sia al Giro di Romandia: mentre l’ultimo arrivo del Giro di Svizzera in questa località risale al 2017 (si impose lo statunitense Larry Warbasse), nel 2018 sulle sue rampe si è disputata una cronoscalata del Romandia, vinta dal colombiano Bernal. Un’altra meta spesso frequentata dalle due corse elvetiche è la stazione termale di Leukerbad, che i corridori raggiungeranno l’indomani partendo da Monthey e affrontando la salita di Crans-Montana (14.6 Km al 6.7%, si tratta di un versante diverso da quello recentemente percorso al Giro d’Italia) prima di quella conclusiva di 19 Km al 4.5% (primi 8 Km all’8.6%) che termina a poco meno di 4 Km dall’arrivo. È a questo che disputerà l’immancabile tappone, che quest’anno porterà per tre volte i corridori sopra quota 2000: se i primi due colli – il Furka e l’Oberalp – saranno di fatto relegati in un angolo dal trovarsi collocati entro i primi 70 Km dalla partenza da Fiesch, potranno però rimanere nelle gambe al momento d’affrontare l’ascesa verso i 2311 metri del Passo dell’Albula, 17.4 Km al 6.8% seguiti da un “tuffo” di 9.5 Km che termina a soli 700 metri dal traguardo di La Punt. Sull’Albula si tornerà anche il giorno successivo, subito dopo la ripartenza dalla stessa La Punt in direzione di Oberwil-Lieli, traguardo di una frazione il cui finale ricorda quello delle tappe collinari della Tirreno-Adriatico, con l’arrivo posto al termine di una rampa di 2.5 Km al 6.7% preceduta da un paio di brevi strappi le cui pendenze medie si aggirano tra l’8 e il 9%. Due colli di prima categoria movimenteranno il tratto iniziale della vallonata penultima tappa da Tübach a Weinfelden, dopo la quale rimarrà d’affrontare solo la cronometro conclusiva tra San Gallo e Abtwil, circa 26 Km meno filanti rispetto a quelli della tappa d’apertura per la presenza di uno strappo di 600 metri al 6.3% nella prima parte e una più consistente salita di 1.7 Km al 7.9% a 9 Km dall’ultimo traguardo.

I corridori che preferiranno un approccio più soft al Tour avranno la possibilità di scegliere tra altre due brevi corse a tappe che si disputeranno in concomitanza con il Giro di Svizzera, la più “quotata” delle quali è il Giro di Slovenia (14-18 giugno), promosso nel calendario ProSeries nel 2021 e forte delle due vittorie consecutive ottenute da Tadej Pogačar nelle ultime edizioni. L’edizione 2023, la ventinovesima della storia della corsa, si aprirà proprio a Celje la cittadina dove Pogačar si era imposto sia lo scorso anno, sia nella precedente edizione – mentre l’epilogo della prima frazione sarà fissato dopo 189 Km a Rogaška Slatina, traguardo che non dovrebbe sfuggire ai velocisti così come quello delle successive frazioni Žalec – Ormož e Grosuplje – Postumia. Dalla capitale Lubiana scatterà la tappa più impegnativa, che si concluderà a Caporetto, a due passi dal confine con l’Italia, dopo esser saliti per due volte sul monte Kolovrat (11.6 Km all’8.1%), scalato anche al Giro d’Italia dello scorso anno ma dal versante che stavolta si percorrerà in discesa. Come nel 2023 l’ultima frazione si disputerà tra Vrhnika e il tradizionale approdo dell’ultimo giorno di Novo Mesto, fin dal 1996 (con l’eccezione del 2012) sede d’arrivo della tappa conclusiva: potrebbe rivelarsi anche questa una frazione decisiva per la presenza del muro di Trška Gora, 1300 metri al 10.5% da scavalcare a 9.5 Km dal traguardo.

L’altra alternativa a Delfinato e Svizzera sarà rappresentata dalla 47a edizione della Route d’Occitanie (15-18 giugno), la corsa francese che fino al 2017 era calendarizzata con il nome di Route du Sud perché ha il suo terreno di gara nel meridione della Francia, spingendosi fino alle salite pirenaiche. In attesa che queste ultime decidano le sorti della corsa, nelle prime due giornate di gara i protagonisti saranno i velocisti, chiamati a esibirsi prima sul palcoscenico della pianeggiante Narbonne – Gruissan e poi su quello più complicato della Cazouls-Lès-Béziers – Graulhet, tappa che prevede entro i primi 70 Km (su 182 di percorso) le ascese ai colli di Fontfroide (11.8 Km al 6.6%) e di Montalet (4.8 Km al 6.2%). Come al Giro di Slovenia è stata collocata a 24 ore dalla conclusiva la frazione regina, che prenderà il via da Gimont alla volta della stazione di sport invernali di Nistos, percorsa un’ascesa finale – mai affrontata prima in una corsa ciclistica – di 13 Km al 6.9% che sarà preceduta di una sessantina di chilometri dallo scollinamento sul Col de Menté (10.9 Km al 6.6%), storica salita del Tour de France. Altre due ascese spesso affrontate alla Grande Boucle – il Col de la Core (14 Km al 5.9%) e il Col de Latrape (5.9 Km al 7.2%) – saranno in programma l’indomani nella conclusiva frazione che da Saint-Gaudens condurrà a Saint-Girons, ma difficilmente creeranno grossa selezione tra i favoriti, complice la totale assenza di difficoltà nei 37 Km successivi allo scollinamento del Latrape.

A questo punto l’ultimo “pit stop” prima della partenza del Tour sarà rappresentato dai campionati nazionali, che per l’Italia si disputeranno tra il 22 e il 25 giugno in provincia di Trento. Nei primi due giorni si svolgeranno le cronometro, con quella dei professionisti che prenderà il via alle 16.45 del 22 giugno da Sarche, frazione del comune di Calavino alla quale si farà ritorno dopo aver affrontato un circuito di 26 Km pianeggiante nella seconda metà, mentre nella prima parte si dovrà affrontare la salita del Passo di San Uldarico, caratterizzata da un troncone iniziale di 2 Km al 7.2% e da uno finale di 1.2 Km al 5.6%, separati da un tratto intermedio di 5.5 Km in falsopiano. Decisamente adatto agli scalatori, nonostante non siano previste pendenze particolarmente accese, appare il tracciato del circuito delle gare in linea, disegnato attorno a Comano Terme e sul quale i professionisti si sfideranno sabato 24, mentre la domenica gareggeranno le donne. In particolare gli uomini dovranno percorrere 227 Km, i primi ottanta su di un “circuito di lancio” dolcemente vallonato e i restanti che prevedono di ripetere per nove volte la salita di Cavrasto (5.6 Km al 5%), cuore di un anello di circa 16 Km che prevede l’ultimo scollinamento a 12 Km dal traguardo.

Ma Giugno non è soltanto il mese dell’anteprima del Tour, è ancora il mese del Giro d’Italia perché è previsto in questo momento della stagione lo svolgimento delle due edizioni “cadette”, quella riservate agli Under23 e alle donne. La prima, in programma dall’11 al 18 giugno, quest’anno avrà un nome (Giro Next Gen) e un team organizzativo nuovo perché la Federazione Ciclistica Italiana, proprietaria dell’evento, ha deciso di affidare l’onere dell’organizzazione a RCS Sport, il gruppo della Gazzetta dello Sport che allestisce anche il palcoscenico del Giro dei “grandi” e chi si occuperà di questa corsa fino a 2027. Al proposito va fatto un applauso a Mauro Vegni e soci per esser riusciti in pochissimo tempo – la corsa è stata loro assegnata ufficialmente solo il 13 febbraio scorso – a tessere un percorso tecnicamente valido, pur con la pecca dei soli 10 Km da percorrere a cronometro, previsti il giorno d’apertura della corsa ad Agliè, quando si gareggerà su di un circuito pianeggiante fino al breve strappo in cima al quale sarà assegnata la prima maglia rosa. Sulle colline delle Langhe si svolgerà il finale della seconda tappa, che da San Francesco al Campo condurrà sino a Cherasco, dove l’arrivo sarà aggiudicato in vetta a una breve ascesa, che dovrà essere ripetuta due volte e sarà preceduta dai primi due GPM di questa edizione, La Morra e Novello. A parte la microscopica salita di Lu, nessun’altra difficoltà altimetrica presenterà la successiva Priocca – Magenta, la prima delle tre tappe destinate alla conclusione allo sprint e che arriverà alla vigilia delle grandi montagne. Anzi, la “grande montagna” del ciclismo per eccellenza perché l’arrivo della quarta tappa sarà previsto ai 2758 metri del Passo dello Stelvio, che i professionisti del futuro raggiungeranno partendo da Morbegno e affrontando quindi i 19.5 Km del versante valtellinese, meno spettacolare e difficile rispetto a quello altoatesino ma che presenta dislivello (1474 metri) e pendenze (7.5% la media) di tutto rispetto. Si tornerà in bassa quota l’indomani per la Cesano Maderno – Manerba sul Garda, tappa collinare che prevede un paio di colli non particolarmente difficili negli ultimi 75 Km e l’arrivo posto in cima a un ennesimo strappetto. Tolta l’ascesa al Passo della Fricca subito dopo la partenza da Pergine Valsugana, non saranno previsti ulteriori ostacoli sul tracciato della frazione di Povegliano, seconda occasione per i velocisti alla vigilia della seconda e ultima tappa di montagna, che presenta un disegno molto interessante pur non salendo mai molto oltre i 1000 metri di quota: dopo il via da Possagno, si affronteranno le ascese delle Prealpi Bellunesi, dal Passo di San Boldo a quelle di Valmorel e Nevegal per finire con quelle decisive di Malga Cate (7.3 km al 7.5%) e Campon (9.5 Km al 6.8% con i primi 4000 metri al 10%), praticamente un arrivo in salita perché dopo lo scollinamento si dovranno percorrere poco più di 4 Km in quota per raggiungere il traguardo, fissato nel cuore del Pian del Cansiglio. La chiusura sarà affidata ai velocisti e al ricordo di Enzo Cainero, il dirigente friulano recentemente scomparso che negli ultimi vent’anni tanto si è prodigato per l’organizzazione delle tappe friulane del Giro d’Italia, portando la Corsa Rosa sulle più difficili salite della regione, lo Zoncolan e lo spettacolare Monte Lussari: l’ultima tappa scatterà, infatti, da Cavalicco, la frazione di Tavagnacco dove Cainero era nato nel 1944, mentre l’arrivo sarà in Piazza Unità d’Italia a Trieste.

Il Giro Donne prenderà, invece, il via alla fine del mese – proprio all’ultimo, il 30 giugno – per concludersi il 9 luglio dopo nove frazioni da disputarsi in dieci giorni, essendo previsto un riposo per il trasferimento in Sardegna, dove si correranno le ultime due tappe. Si comincerà con un brevissimo prologo di 4.4 Km – anche nella corsa femminile difetteranno i chilometri da percorrere a cronometro – disegnato sulle strade di Chianciano Terme. Si rimarrà altre 24 ore in Toscana per lo svolgimento della prima tappa in linea, già interessante per la presenza dell’ascesa al Passo della Colla (più noto forse con il nome di Colla di Casaglia), 10 Km al 5.8% da superare a 16 Km dall’arrivo della Bagno  a Ripoli – Marradi. Ci si sposterà nella vicina Emilia per la prima delle tre frazioni riservate alle velociste (Formigine – Modena), poi nella stessa regione si correrà una tappa collinare che da Fidenza condurrà a Borgo Val di Taro. Il Piemonte ospiterà l’unica tappa di montagna prevista dall’edizione 2023 (l’anno passato ne erano state disputate tre), che scatterà da Salassa per giungere a Ceres, salendo dopo una trentina di chilometri dal via ai 1408 metri del Passo del Lupo (10 Km all’8.6%) – salita che nel 2019 era stata affrontata al Giro dei professionisti durante la tappa del Lago Serrù – mentre a ridosso del traguardo sono state collocate le ascese di Vietti (11 Km al 3.7%) e di Sant’Ignazio (4.1 Km all’8.2%). Dopo le Langhe, scenario della prima frazione in linea del Giro 2023, al Giro Donne saranno protagonisti i saliscendi del Monferrato, sui quali si svolgerà la sesta frazione, che scatterà dalla località vinicola di Canelli per poi farvi ritorno al termine di un percorso ad anello che prevede l’arrivo posto al termine di una salita di circa 3 Km al 5.6%. Sulle strade del Trofeo Laigueglia, la classica d’apertura del calendario maschile, si disputerà l’indomani l’ultima tappa “continentale” che prenderà le mosse da Alassio e, dopo la ascese del Passo del Ginestro (naturale prosecuzione della salita “simbolo” del Trofeo, il Testico) e della Cima Paravenna, terminerà con il secondo e ultimo arrivo in salita, presso il Santuario della Madonna della Guardia (2.6 Km al 7.3%), omonimo di quello – più famoso e impegnativo da raggiungere – situato alle porte di Genova. Con tutta probabilità i giochi per la classifica generale termineranno qua poiché ben poche sorprese dovrebbero riservare le due tappe sarde (la prima da Nuoro a Sassari e la seconda da quest’ultima a Olbia), entrambe destinate all’arrivo allo sprint o, al massimo, all’approdo di una fuga promossa da atlete oramai fuori classifica.

Infine, esattamente due settimane dopo la fine del Giro Donne, prenderà il via la dodicesima edizione del Tour de France Femminile (23 – 30 luglio), la seconda organizzata dopo un lungo stop iniziato nel 1993. Dopo che l’edizione del grande ritorno si era disputata tra Parigi e la catena dei Volgi, quest’anno si partirà ai piedi del Massiccio Centrale per dirigersi verso i Pirenei. Il via sarà dato con una frazione che si correrà in circuito attorno a Clermont-Ferrand, priva di difficoltà altimetriche fino alla Côte de Duriol (1.7 Km al 7.2%), unica salita prevista e piazzata a 9 Km dall’arrivo. Pur essendo stata inserita nel percorso una sola tappa d’alta montagna, alla vigilia della cronometro conclusiva, le atlete che punteranno alla maglia gialla dovranno fare attenzione anche al paio di frazioni di medio impegno che l’organizzazione ha piazzato nella prima parte della corsa, come quella che il giorno successivo si concluderà a Mauriac, traguardo collocato appena un chilometro dopo aver superato la cima della Côte de Trébiac (2.8 Km al 6.1%). A favore delle velociste in gara sono state inserite tre frazioni, la prima delle quali si correrà tra Collonges-la-Rouge e Montignac, il comune della Dordogna famoso per la presenza delle celebri grotte di Lascaux, patrimonio mondiale dell’umanità dell’UNESCO. Altra tappa da non prendere troppo sottogamba sarà la Cahors – Rodez per la presenza di quattro “côtes” consecutive negli ultimi 45 Km, l’ultima delle quali è un piccolo muro di 600 metri al 10%, anche questo piazzato in prossimità dell’arrivo. Le due seguenti frazioni nuovamente riservate alle velociste (Onet-le-Château – Albi e Albi – Blagnac) traghetteranno la corsa verso il tappone pirenaico, in parte disegnato sulle medesime strade che 23 giorni prima i professionisti avranno percorso alla Grande Boucle in occasione della frazione terminata con l’arrivo in salita a Cauterets, dopo esser saliti fino ai 2110 metri del mitico Col du Tourmalet. Sarà in vetta a quest’ultimo, affrontato dal versante di Sainte-Marie-de-Campan (17 Km al 7.3%), che si concluderà la tappa del Tour femminile, partita 90 Km prima da Lannemezan e che subito prima di quella conclusiva presenterà anche l’ascesa al Col d’Aspin (12 Km al 6.5%). Il nome della ciclista che toglierà all’olandese Annemiek van Vleuten lo scettro di vincitrice del Tour lo si conoscerà ufficialmente solo l’indomani, quando la “corsa gialla in rosa” terminerà a Pau con un cronometro individuale di 22 Km prevalentemente pianeggiante e caratterizzata dalle intrusioni di una salita di 2.3 Km al 5.4% e metà strada e di uno strappo di 400 metri al 5.7% in dirittura d’arrivo.

Mauro Facoltosi

I SITI UFFICIALI DELLE CORSE CITATE NELL’ARTICOLO

Critérium du Dauphiné

www.criterium-du-dauphine.fr/en

Tour de Suisse

www.tourdesuisse.ch/en

Tour of Slovenia

https://tourofslovenia.si/en

La Route d’Occitanie – La Dépêche du Midi

www.laroutedoccitanie.fr

Campionati nazionali italiani

https://termecomanotricolori2023.it

Giro Next Gen

https://www.gironextgen.it

Giro Donne (in aggiornamento)

www.giroditaliadonne.it/it/home

Tour de France

www.letour.fr/en

Tour de France Femminile

www.letourfemmes.fr/en

La croce del Col de la Croix-de-Fer (www.cycling-french-alps.com)

La croce del Col de la Croix-de-Fer (www.cycling-french-alps.com)

L’APPENNINO E’ DI MARC HIRSCHI

giugno 2, 2023 by Redazione  
Filed under News

Marc Hirschi UAE Team Emirates fa suo il Giro dell’Appennino 2023, lo svizzero ha la meglio in uno sprint a due su Cristian Rodriguez (Arkéa-Samsic), terzo Henok Mulubrhan (Green Project – Bardiani CSF – Faizanè) che va a regolare il gruppetto degli immediati inseguitori.

Subito dopo il via va subito in porto la fuga di giornata composta da: Ansaloni (Technipes), Pablo Castrillo (Kern Pharma), Javier Serrano (Eolo-Kometa) e tre uomini della Nice Métropol Cote d’Azur, Damien Girard, Andréa Mifsud e Maxime Urruty. Il sestetto al comando riesce ad avere subito un vantaggio di 3’. Dietro in testa al gruppo si mettono a tirare le due squadre più forti al via ovvero la  UAE Team Emirates e la Intermarché-Circus-Wanty. , Dopo il Passo della Castagnola e il Passo dei Giovi affrontati ad andatura regolare la salita della Crocetta d’Orero fa sì che l’accordo in testa si rompe, a lanciare il guanto di sfida è Castrillo, che stacca tutti gli altri compagni di fuga e scollina con un vantaggio di 35” su Ansaloni, Mifsud e Serrano. Anche il gruppo decide di accelerare ai piedi della penultima salita di giornata, quella di Pietralavizzara, portandosì così a 1’25” dal battistrada, inglobando via via tutti gli altri fuggitivi della prima ora. In salita sono sempre gli uomini di UAE e Intermarché a lavorare, facendo scendere ulteriormente il vantaggio di Castrillo e selezionando di molto il gruppo che ha assorbito, intanto, i cinque uomini che erano in fuga. Castrillo passa al GPM con 18” secondi di vantaggio, ma viene raggiunto definitivamente in discesa. Sono 20 i corridori che compongono ciò che resta del gruppo principale e restano da percorrere 40 Km, c’è da affrontare l’ultima salita di giornata quella della Madonna della Guardia. Qui è subito Cristián Rodríguez (Team Arkéa – Samsic) a scattare e portarsi dietro un drappello di uomini con dentro nomi interessanti come Louis Meintjes (Intermarché – Circus – Wanty) e Francesco Busatto (Intermarché – Circus – Wanty), Georg Zimmermann (Intermarché – Circus – Wanty), Lilian Calmejane (Intermarché – Circus – Wanty), Lorenzo Rota (Intermarché – Circus – Wanty), Marc Hirschi (UAE Team Emirates). Lo spagnolo resta solo al comando della corsa, da dietro prova a raggiungerlo inizialmente Lorenzo Rota con Gesbert e Hirschi ma l’azione degli inseguitori non dà i frutti sperati tanto che il corridore iberico riesce ad aumentare il vantaggio che sfiora i 30”. Dietro Rodriguez i primi a scollinare sono Hirschi e Gesbert che hanno da recuperare 35” al GPM. In discesa Hirschi stacca Gesbert lo svizzero è bravissimo a pennellare ogni curva tanta da guadagnare anche sulla testa della corsa che riprende a 5 km dall’arrivo. La coppia al comando ha 1’:15” di vantaggio e pregustano entrambi la vittoria finale perchè da dietro nessuno può rientrare. Nel rettilineo dopo le classiche fasi di studio Rodriguez parte lunghissimo ma Hirschi lo marca stretto per passarlo a doppia velocità, bella vittoria dello svizzero costruita soprattutto in discesa. ll gruppetto degli inseguitori viene regolato da Henok Mulubrhan (Green Project – Bardiani CSF – Faizanè) su Francesco Busatto (Intermarché-Circus-Wanty), al primo importante risultato tra i professionisti.

Antonio Scarfone

Il podio del Giro dellAppennino 2023 (Image credit: Studio Mev Genova)

Il podio del Giro dell'Appennino 2023 (Image credit: Studio Mev Genova)

02-06-2023

giugno 2, 2023 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO DELL’APPENNINO

L’elvetico Marc Hirschi (UAE Team Emirates) si è imposto nella corsa italiana, Novi Ligure – Genova, percorrendo 198.5 Km in 4h57′37″, alla media di 40.018 Km/h. Ha preceduto di 1″ lo spagnolo Cristian Rodriguez (Team Arkéa-Samsic) e di 17″ l’eritreo Henok Mulubrhan (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè). Miglior italiano Francesco Busatto (Intermarché-Circus-Wanty), 4° a 17″

RONDE DE L’OISE

Il francese Baptiste Vadic (Vendée U) si è imposto nella seconda tappa, Breteuil – Margny-lès-Compiègne, percorrendo 181 Km in 4h09′42″, alla media di 43.492 Km/h. Ha preceduto di 1″ il francese Thomas Gachignard (St Michel-Mavic-Auber 93) e l’olandese Hidde van Veenendaal (Metec-SOLARWATT p/b Mantel). Nessun italiano in gara. Il canadese Matisse Julien (Team Ecoflo Chronos) è ancora leader della classifica con 4″ sull’olandese Frank van den Broek (ABLOC CT) e 5″ sul norvegese Ludvik Holstad (Lillehammer CK)

OBERÖSTERREICH RUNDFAHRT (Austria)

Il belga Timo Kielich (Alpecin-Deceuninck Development Team) si è imposto nella prima tappa, Eferding – Geinberg, percorrendo 181.2 Km in 4h25′28″, alla media di 40.954 Km/h. Ha preceduto di 1″ il danese Nicklas Pedersen (Team Coloquick) e di 3″ il tedesco Theo Reinhardt (Rad-Net Osswald). Miglior italiano Filippo Fortin (Maloja Pushbikers), 6° a 3″. Kielich è il nuovo leader della classifica con 6″ su Pedersen e 10″ sul connazionale Lander Loockx (Team Deschacht-Hens-Maes). Miglior italiano Alberto Bruttomesso (Cycling Team Friuli ASD), 4° a 11″.

TOUR OF MALOPOLSKA (Polonia)

Il ceco Tomas Jakoubek (ATT Investments) si è imposto nella prima tappa, Koszyce – Myślenice, percorrendo 146 Km in 3h37′53″, alla media di 40.205 Km/h. Ha preceduto di 15″ il polacco Maciej Paterski (Voster ATS Team) e di 30″ il polacco Jakub Kaczmarek (HRE Mazowsze Serce Polski). Due italiani in gara: Riccardo Perani (Gallina Ecotek Lucchini), 135° a 9′27″, Davide Basso (Gallina Ecotek Lucchini) 163° a 19′16″. Jakoubek è il nuovo leader della classifica con 23″ su Paterski e 34″ sull’ungherese Marton Dina (ATT Investments). Perani 110° a 9′45″, Basso 163° a 19′46″.

KOZAGAWA-CITY INTERNATIONAL ROAD RACE

La corsa giapponese, circuito di Kozagawa (136.5 Km), è stata annullata a causa del maltempo. Non erano previsti italiani in gara

VUELTA CICLISTA ANDALUCÍA – RUTA DEL SOL (Donne)

La spagnola Marta Romeu ( Laboral Kutxa-Fundacion Euskadi) si è imposta nella terza tappa, Nerja – Álora, percorrendo 134 Km in 3h09′12″, alla media di 42.495 Km/h. Ha preceduto di 1″ la russa Tamara Dronova-Balabolina (Israel-Premier Tech Roland) e di 4″ la norvegese Katrine Aalerud (Movistar Team). Miglior italiana Barbara Malcotti (Human Powered Health), 5° a 9″. La Dronova-Balabolina è ancora leader della classifica con 37″ sulla Aalerud e 46″ sulla norvegese Mie Bjørndal Ottestad (nazionale norvegese). Miglior italiana Debora Silvestri (Laboral Kutxa-Fundacion Euskadi), 5° a 55″

TROFEO ALCIDE DE GASPERI

L’italiano Davide De Pretto (Zalf Euromobil Fior) si è imposto nella corsa italiana, Bassano del Grappa – Pergine Valsugana, percorrendo 163.6 Km in 3h35′43″, alla media di 45.5 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Sergio Meris (Team Colpack Ballan) e Michael Belleri (Biesse-Carrera)

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