APRILE, C’È GIÀ ARIA DI GIRO
marzo 31, 2023 by Redazione
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Aprile è il mese delle classiche del nord ma c’è chi già pensa al Giro. E fa bene perché la Corsa Rosa scatterà il 6 maggio e bisogna mettere a punto le cilindrate in vista della “festa di maggio”, come il giornalista milanese Orio Vergani definì quella che oggi gli organizzatori hanno ribattezzato “La corsa più dura del mondo nel paese più bello del mondo”. Per arrivarci con i motori rodati a puntino bisognerà inevitabilmente andare a fare il “tagliando” in una delle corse a tappe che punteggiano il mese di aprile e in questo i corridori avranno l’imbarazzo della scelta: Giro dei Paesi Baschi o Giro di Sicilia? Tour of the Alps o Giro di Romandia?
Lo spettacolo offerto qualche giorno fa da Primoz Roglic e Remco Evenepoel al Giro di Catalogna fa già venir la voglia d’esser teletrasportati al 6 maggio, quando la Corsa Rosa scatterà dall’Abruzzo e i due corridori saranno le principali “stelle” al via. In attesa del Giro d’Italia gli appassionati non rimarranno a bocca asciutta perché il mese d’aprile non è soltanto quello delle grandi classiche del nord – Fiandre e Roubaix, Freccia, Amstel e Liegi – ma prevede anche lo svolgimento di una serie di brevi corse a tappe nelle quali l’aroma del Giro si respira dietro ogni curva. Per gli sfidanti dei due assi è, infatti, arrivato il momento di mettere a punto i motori, come avviene ogni anno prima di una grande corsa a tappe. Così, se chi punta al Tour prima va a fare il “tagliando” al Delfinato o al Giro di Svizzera, chi intende far bella figura al Giro ha l’imbarazzo della scelta grazie alle quattro corse a tappe che si succedono nel corso del mese, una in meno rispetto alle ultime stagioni a causa dello slittamento dalla primavera all’autunno del Giro di Turchia a causa del tremendo terremoto che recentemente ha colpito lo stato asiatico.
Tra il 3 e l’8 aprile saranno ancora le strade spagnole a far da palcoscenico alle grandi manovre in vista della Corsa Rosa con la 62a edizione del Giro dei Paesi Baschi, che quest’anno presenterà un paio di novità nel percorso per l’assenza della tappa a cronometro e dell’arrivo in salita al Santuario di Arrate, presenza fisse nella corsa iberica rispettivamente dal 1970 e dal 2009. Si comincerà con la meno impegnativa tra le cinque tappe in programma, 165 Km per andare da Vitoria-Gasteiz a Labastida con tanti saliscendi negli ultimi 65 Km che non dovrebbero impedire l’arrivo in volata, anche se strada facendo il gruppo dovrebbe sfilacciarsi e parecchi sprinter rimanere esclusi dai giochi per la vittoria. Anche la successiva Viana – Leitza potrebbe proporre un arrivo di gruppo, stavolta con un plotone ancora più ridotto nei ranghi per la presenza negli ultimi 15 Km della salita di Arkiskil, lunga ma dolcissima nelle pendenze, mentre nei tratti precedenti s’incontreranno altre quattro ascese, la più difficile delle quali è quella di Saldias (2.3 Km all’8.9% con un muro iniziale di 1000 metri al 12.7%), da affrontare a 46 Km dall’arrivo. I corridori che ambiranno a “usurpare” al colombiano Daniel Felipe Martínez il titolo di vincitore uscente della corsa cominceranno a sgomitare il giorno dopo nel finale della tappa che da Errenteria condurrà ad Amasa-Villabona, i cui ultimi 16 Km saranno movimentati da quattro brevi muri da affrontare in serie: il primo è quello di Azibar (1500 metri al 9.7%), immediatamente seguito da quelli del cimitero di Zizurkil (un chilometro al 10%) e di Aduna (700 metri all’8.8%, valido come traguardo volante), mentre il più impegnativo sarà quello che condurrà al traguardo, 1.1 Km al 9.4% con i quattrocento metri conclusivi caratterizzati da una vertiginosa pendenza massima del 26%. Interamente in circuito si svolgeranno le rimanenti frazioni, con la terzultima che si disputerà a Santurtzi e avrà il suo momento clou a 22 Km dall’arrivo, quando i corridori si troveranno ai piedi della cosiddetta Asturiana, salita di 7.5 Km al 6.3% che presenta le pendenze più croccanti nei primi 4 Km (media dell’8.8%). L’indomani la carovana si sposterà ad Amorebieta, cittadina che a luglio ospiterà la partenza della terza tappa del Tour de France e attorno alla quale è stato disegnato un tracciato clone di quello della frazione di Amasa-Villabona, con un’altra piccola serie di muri inseriti a ridosso del traguardo, resi ancora più selettivi dalla ristrettezze delle carreggiate. L’ultima sarà la tappa regina della corsa e, pur non proponendo l’arrivo in vetta, ruoterà ancora attorno alla tradizionale salita diretta al santuario della Virgen de Arrate, che sarà affrontata dall’impegnativo versante detto Krabelin, 5 Km al 9.5% che costituiranno una delle sei ascese della frazione di Eibar, 138 Km privi di tratti nei quali tirare il fiato e che presenteranno anche la non meno dura ascesa di Izua (4 Km al 9.1%).
La settimana successiva si correrà la prima delle due corse a tappe italiane del mese, il Giro di Sicilia (11-14 aprile), che anche quest’anno presenterà l’Etna come giudice di una corsa che scatterà da Marsala con una prima tappa diretta ad Agrigento. Il traguardo nella città della Valle dei Templi sarà posto al termine di una salita di 3.7 Km al 5.3%, la stessa che fu affrontata nel finale della seconda tappa del Giro del 2020, vinta da Diego Ulissi, che regolò in volata il tre volte campione del mondo Peter Sagan e il danese Mikkel Frølich Honoré mentre quel che rimaneva del gruppo selezionato dalla salita, poco più di 50 corridori, piombò sulla linea d’arrivo con 5 secondi di ritardo. Volata certa il giorno dopo al termine della Canicattì – Vittoria, la più semplice tra le quattro frazioni in programma, mentre più complicato sarà per gli sprinter resistere nel finale della Enna – Termini Imerese che, dopo l’attraversamento della catena delle Madonie – che si concluderà a un’ottantina di chilometri dall’arrivo – e un lungo tratto pianeggiante in riva al Tirreno, terminerà in vetta a una salita di 1200 metri al 6.3% nel corso della quale una serie di cinque tornanti causerà altrettanti e inevitabili rallentamenti. Come al Giro dei Paesi Baschi, anche al Giro di Sicilia si disputerà per ultima la tappa regina, quella dell’ascesa all’Etna, che sarà affrontata dal versante di Linguaglossa (la cosiddetta “Mareneve”, quasi 18 Km al 6.1%) nel corso della Barcellona Pozzo di Gotto – Giarre, frazione che proporrà nel tracciato anche le salite di Floresta e di Scorciavacca (10.1 Km al 6.4%), quest’ultima palcoscenico il primo ottobre del 2021 dell’ultima impresa vincente della carriera di Vincenzo Nibali-
Dall’Appennino Siculo le attenzioni degli appassionati si sposteranno quindi alla catena alpina per l’edizione 2023 del Tour of the Alps (17-21 aprile), la corsa che fino a qualche stagione fa si chiamava Giro del Trentino e che ha cambiato nome da quando è stata coinvolta nell’organizzazione anche l’Austria. Sarà quest’ultima a ospitare la tappa d’apertura, subito impegnativa (come nelle più recenti edizioni non ci saranno tappe destinate ai velocisti) perché dopo la partenza da Rattenberg prevede l’arrivo in salita ad Alpbach, percorsa un’ascesa finale di 6.2 Km al 4.8% (ultimi 1000 metri al 9%) che sarà preceduta di una decina di chilometri da quella più ripida della Kerschbaumer Sattel (5 Km al 10%). La seconda e la terza frazione saranno quelle più difficili e la prima di questa scatterà da Reith im Alpbachtal per entrare in Italia dal Brennero e affrontare nel finale la lunga salita verso l’Altopiano del Renon, suddivisa da due brevi discese in tre distinti tratti, con i primi 4.5 Km al 7.8%, i 6 Km centrali al 7.1% e gli ultimi 1400 metri al 3.4% per andare al traguardo, previsto sulla pista di pattinaggio su ghiaccio della Ritten Arena. Un altro arrivo in quota, ben più difficile, è previsto il giorno successivo quando si ripartirà dalla zona del Renon alla volta di Brentonico, dove l’arrivo sarà giudicato ai 1315 metri del Passo di San Valentino, affrontato dallo stesso versante (15.2 Km al 7.2%) che due anni fa fu inserito al Giro d’Italia nel finale del tappone della Sega di Ala, quello dell’inattesa crisi in salita della maglia rosa Egan Bernal. Le Dolomiti faranno da scenario alle fasi conclusive della successiva Rovereto – Predazzo, tappa che prevede subito dopo la partenza la salita più difficile di giornata (Passo del Sommo, 16 Km al 7.3%) mentre decisamente meno impegnative saranno le successive ascese al Lago di Santa Colomba (7.2 Km al 6.8%), a una sessantina di chilometri dal via, e al Passo di Pramadiccio (9.6 Km al 6.3%), da scalare a 16 Km dal traguardo. Si tornerà, infine, in Alto Adige per la conclusiva tappa che da Cavalese condurrà a Brunico, niente affatto una classica passerella di fine corse perché a 22 Km dall’arrivo si dovrà salire fino a Riomolino affronta una salita di 6 Km che presenta una pendenza media del 11%.
L’ultimo pit-stop prima della Corsa Rosa sarà il Giro di Romandia (25-30 aprile), corsa che i futuri “girini” spesso preferisco evitare perché si conclude troppo a ridosso della partenza del Giro e si corre il rischio di presentarsi al via troppo affaticati. Quest’anno, però, al Giro è stato aumentato il numero dei chilometri da percorrere contro il tempo e la corsa elvetica sarà l’unica tra quelle del mese di aprile a proporne nel tracciato (sono previste ben due cronometro in una corsa di soli sei giorni) e questo potrebbe invogliare la presenza di corridori che poi ritroveremo sulle strade italiane (e, se non cambierà programma, tra i big al via del Romandia dovrebbe esserci Damiano Caruso). Si comincerà con la prima delle due cronometro, un prologo lungo poco più di 7 Km da percorrersi sulle pianeggianti strade di Port-Valais. Da Crissier scatterà la successiva tappa diretta a Le Sentier, la prima delle due favorevoli ai velocisti per la totale assenza di difficoltà negli ultimi 60 Km. Il mattino successivo la carovana del Romandia traslocherà in Francia per il via della terza tappa da Morteau, lasciata la quale si rientrerà in Svizzera per arrivare a La-Chaux-de-Fonds dopo un percorso di media montagna tracciato sulle strade del massiccio del Giura che prevede due colli di terza categoria e altrettanti di seconda. È a questo punto che si disputerà la seconda cronometro, nella quale si affronterà un percorso non proprio da specialisti, un circuito di 19 Km disegnato attorno a Châtel-Saint-Denis che prevede una salita di 6 Km al 5% a cavallo del tratto centrale. Chi punta al successo finale dovrà, però, stare attento a non sprecarci troppe energie perché 24 ore più tardi si correrà il tappone dell’edizione 2023, 161 Km per andare da Sion alla stazione di sport invernali di Thyon 2000, alla quale si giungerà dopo aver percorso un’ascesa finale di 20.7 Km al 7.7% che non costituirà l’unica difficoltà di giornata perché in precedenza si affronteranno anche le salite di Anzère (15 Km al 7%) e Suen (15 Km al 6.2%). La conclusione sarà affidata alla Vufflens-la-Ville – Ginevra, tappa che dovrebbe terminare allo sprint ma che non sarà una passeggiata per i velocisti, i quali al traguardo avranno nelle gambe due precedenti salite e una ripida rampa inserita nel tracciato a una quindicina di chilometri dall’arrivo.
E poi sarà ancora Giro d’Italia, per la 106a volta…..
Mauro Facoltosi

L'altopiano del Renon, sede d'arrivo della seconda tappa del Tour of the Alps (www.montagnadiviaggi.it)
I SITI UFFICIALI DELLE CORSE CITATE NELL’ARTICOLO
Giro dei Paesi Baschi
Giro di Sicilia
Tour of the Alps
Giro di Romandia
Giro d’Italia
30-03-2023
marzo 31, 2023 by Redazione
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VUELTA BANTRAB (Guatemala)
Il colombiano Róbigzon Leandro Oyola (Team Medellin-EPM) si è imposto nella seconda tappa, San Miguel Chicaj – San Pedro Carchá, percorrendo 124.5 Km in 3h06′48″, alla media di 39.989 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’ecuadoriano Byron Guama (Movistar-Best PC) e il panamense Christofer Robín Jurado (Panamá es Cultura y Valores). Nessun italiano in gara. Lo spagnolo Oscar Sevilla (Team Medellin-EPM) è ancora leader della classifica con lo stesso tempo del colombiano Miguel Ángel López (Team Medellin-EPM) e 3′54″ su Oyola
29-03-2023
marzo 29, 2023 by Redazione
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DWARS DOOR VLAANDEREN – A TRAVERS LA FLANDRE
Il francese Christophe Laporte (Jumbo-Visma) si è imposto nella corsa belga, Roeselare – Waregem, percorrendo 183.7 Km in 4h06′20″, alla media di 44.744 Km/h. Ha preceduto di 15″ lo spagnolo Oier Lazkano (Movistar Team) e lo statunitense Neilson Powless (EF Education-EasyPost). Miglior italiano Davide Ballerini (Soudal Quick-Step), 7° a 15″
DWARS DOOR VLAANDEREN – A TRAVERS LA FLANDRE DONNE
L’olandese Demi Vollering (Team SD Worx) si è imposta nella corsa belga, circuito di Waregem, percorrendo 114.9 Km in 2h53′04″, alla media di 39.834 Km/h. Ha preceduto di 38″ l’italiana Chiara Consonni (UAE Team ADQ) e la connazionale Marianne Vos (Team Jumbo-Visma)
VUELTA BANTRAB (Guatemala)
Lo spagnolo Oscar Sevilla (Team Medellin-EPM) si è imposto nella prima tappa, Ciudad de Guatemala – Salamá, percorrendo 140 Km in 3h26′48″, alla media di 40.619 Km/h. Ha preceduto allo sprint il colombiano Miguel Ángel López (Team Medellin-EPM) e di 3′54″ il colombiano Róbigzon Leandro Oyola (Team Medellin-EPM). Nessun italiano in gara. Sevilla è il primo leader della classifica con lo stesso tempo di López e 3′54″ su Oyola
DWARS DOOR VLAANDEREN: TRIONFANO ANCORA LAPORTE E LA JUMBO-VISMA
Settantasettesima edizione della Dwars door Vlaanderen – A travers la Flandre che viene vinta da Christophe Laporte (Jumbo-Visma) con un’azione da finisseur lanciata a 3,5 km dall’arrivo, un successo importante per il corridore francese che si ripete dopo la Gand-Wevelgem vinta domenica.
Corsa come ogni anno incerta che stavolta non vedeva al via il vincitore in carica Mathieu Van der Poel (Alpecin-Deceuninck) ma aveva ai nastri di partenza campioni del calibro di Julian Alaphilippe (Soudal-QuickStep), Mads Pedersen (Trek-Segafredo), Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck), Michael Matthews (Team JayCo), Matteo Trentin (UAE Team Emirates) e il vincitore di giornata Laporte con la corazzata Jumbo-Visma. Subito dopo la partenza prendeva il largo la fuga con Alexander Kristoff (Uno-X), Yevgeniy Gidich (Astana Qazaqstan), Oier Lazkano (Movistar), Leon Heinschke (Team DSM), Nickolas Zukowsky (Q36.5) e Ward Vanhoof (Flanders-Baloise). I sei attaccanti, che avevano staccato il gruppo a 15 chilometri dal via, arrivano a guadagnare fino a 4 minuti, un brutto segnale per gli inseguitori.
Le squadre dei big si avvicendavano in testa al plotone per recuperare il gap dai fuggitivi e uno sforzo notevole lo avevano fatto gli uomini della Trek-Segafredo. Proprio in questa fase, a 90 km dall’arrivo, cadeva a terra Tim Merlier (Soudal-QuickStep) che dava così l’addio alla gara. Tra il Kanarieberg e il Knokteberg, a una sessantina di chilometri all’arrivo, la corsa entrava nel vivo con la Jumbo-Visma che faceva partire all’attacco i suoi campioni. Il primo a tentare di evadere dal gruppo era Tiesj Benoot (Jumbo-Visma) con un doppio attacco; al secondo tentativo gli restavano dietro solo 8 corridori: Laporte, Mikkel Frølich Honoré e Neilson Powless (EF Education-EasyPost), Jhonatan Narváez (Ineos Grenadiers), Stefan Küng, Valentin Madouas (Groupama-FDJ) e Quinten Hermans (Alpecin-Deceuninck). Questi contrattaccanti raggiungevano tutti i fuggitivi con l’esclusione di Kristoff e Lazkano che, stoicamente, mantenevano ancora un residuo vantaggio. Dopo essersi fatti prendere di sorpresa, Pedersen e la sua Trek-Segafredo si mettevano all’inseguimento del gruppetto Benoot, che nel frattempo aveva raggiunto Kristoff e Lazkano. Chilometro dopo chilometro, grazie anche all’aiuto dell’Alpecin-Deceuninck, il gruppo forte di trenta unità recuperava terreno arrivando a un gap di pochissimi secondi. A sei chilometri dalla linea d’arrivo con il gruppo a pochi metri partiva l’assolo di Laporte. Il ciclista francese della Jumbo-Visma partiva in progressione lasciando sul posto gli ex compagni di fuga e involandosi verso il traguardo di Waregem.
Secondo si piazzava Powless, che batteva allo sprint un irriducibile Lazkano. Philipsen regolava lo sprint del gruppo inseguitore piazzandosi quarto. Primo degli italiani è Davide Ballerini (Soudal-QuickStep), settimo davanti ad Andrea Pasqualon (Bahrain Victorious).
Luigi Giglio

Le Fiandre portano ancora bene a Laporte: dopo la Gand-Wevelgem di domenica il corridore francese vince anche la Dwars Door Vlaanderen (foto Tim de Waele/Getty Images)
GP LARCIANO, ACUTO DI BEN HEALY
Ben Healy vince in solitaria la classica toscana. Dietro di lui Ghebregzabhier e Stewart
Pronti via e la fuga di giornata è già fatta e lasciata dal gruppo: al comando si trovano in 6, Declan Irvine (Team Novo Nordisk), Francesco Galimberti (Biesse-Carrera), Pier Elis Belletta (Biesse-Carrera), Michele Berasi (General Store-Essegibi-F.lli Curia), Davide Dapporto (Team Technipes inEmiliaRomagna) e Filippo Dignani (Work Service-Vitalcare-Dynatek).
Come da tradizione del GP Industria e Artigianato sono 4 le tornate in programma intorno al borgo medievale di Larciano nel pistoiese, con altrettante scalate al breve ma arcigno GPM del Fornello.
Nel gruppo a battere il ritmo senza sosta è in gran parte la UAE Emirates, tanto che la fuga viene ricongiunta ben prima delle fasi conclusive della corsa. Si susseguono dunque fasi confuse caratterizzate da attacchi e contrattacchi approfittando delle pendenze del Fornello, che non portano grosse novità di cronaca se non la frattura avvenuta nel plotone intorno ai -40 dal traguardo. Al comando delle ostilità si trova in questa fase un nutrito gruppetto di 17 unità con nomi interessanti, fra cui il blocco UAE Diego Ulissi, Davide Formolo, Marc Hirschi e Felix Grossschartner, e il trio Trek Segafredo Amanuel Ghebreigzabhier, Tony Gallopin e Natnael Tefsatsion.
I battistrada trovano un discreto accordo fino ai piedi dell’ultima e decisiva tornata sul Fornello, dove tutti si aspettano un allungo da parte di un uomo UAE in maggioranza numerica e ai punti del talento fra gli uomini al comando. Dietro per il gruppo ormai le sorti sono segnate, nonostante un tentativo strenuo della Eolo-Kometa di ricucire lo strappo.
Davanti intanto in pochi danno peso all’attacco di Ben Healy EF Education – EasyPost, già vincitore di tappa e terzo finale alla Coppa e Bartali dei giorni passati. L’irlandese prende un piccolo margine nel tratto più duro del Fornello, quanto basta per valergli il successo finale in solitaria nel centro di Larciano. Dietro di lui si avvantaggia di poco sugli altri Amanuel Ghebregzabhier (Trek-Segafredo), mentre la volantina per l’ultima posizione sul podio è regolata da Mark Stewart (Bolton Equities Black Spoke). Piccola delusione in team UAE col solo sesto finale per Diego Ulissi, non riuscito a saltare prontamente sulle ruote del vincitore odierno.
Lorenzo Alessandri

Ben Healy, vincitore odierno in solitaria a Larciano. Photo Credit: Getty Images
IL PAGELLONE DELLA GAND-WEVELGEM, TANTE SUFFICIENZE MA ANCHE COCENTI DELUSIONI
marzo 26, 2023 by Redazione
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Le pagelle de Ilciclismo ai protagonisti e non della Gand-Wevelgem. Su tutti brilla la coppia della Jumbo Visma formata da Christophe Laporte e Wout van Aert. Una garanzia di spettacolo e solidità di squadra. L’altra faccia della medaglia registra invece diverse insufficienze
Christophe Laporte. Attivo già nell’azione che porta ad una prima scrematura del gruppo con una quindicina di ciclisti all’inseguimento della fuga di giornata, salvo poi rientrare nei ranghi, riparte insieme a Van Aert tra Molenberg e secondo Kemmelberg, facendo il vuoto insieme al compagno che al termine della corsa ricambia il favore dopo l’E3 Saxo Bank Classic del 2022. E’ il quarto ciclista francese a vincere la Gand-Wevelgem e non è poco considerando che i primi due furono due leggende di questo sport come Jacques Anquetil e Bernard Hinault. Voto 8.
Sep Vanmarcke. Il primo vero battuto, ordine d’arrivo alla mano, rispetto allo strapotere della Jumbo Visma. Un podio che comunque fa morale per un ciclista che è nella fase calante della carriera ma che in condizioni particolari riesce ancora a dire la sua. Voto 7
Wout van Aert. La progressione irresistibile del campione belga alla quale resiste soltanto Laporte è probabilmente la cosa più bella rimasta negli occhi di tifosi ed appassionati della piovosissima Gand-Wevelgem 2023. Concede al compagno la vittoria ma per la forma dimostrata in questa settimana sembra già l’uomo da battere domenica prossima al Giro delle Fiandre. Voto 7.5.
Frederik Frison. Due quarti posti in quattro giorni per il corazziere della Lotto Dstny, tra Classic Brugge DePanne e Gand-Wevelgen, che alla soglia dei 30 anni possono aprirgli le porte del protagonismo nelle classiche del Nord. Voto 6.5.
Mads Pedersen. Tra i più attesi oggi, all’ex campione del mondo manca ancora qualcosa per brillare nelle classiche del Nord, nonostante abbia già in carniere la Gand-Wevelgem del 2020. Sono comunque oggettivamente troppi i piazzamenti dell’ex campione del mondo danese. Vediamo cosa combinerà nei prossimi appuntamenti, tra Dwars door Vlaanderen e Giro delle Fiandre. Voto 6.
Filippo Ganna. Il capitano dell’INEOS merita la sufficienza a dispetto della caduta che lo ha estromesso a circa metà del percorso insieme al compagno Michal Kwiatkowski. La squadra inglese fino all’incidente di Filippo era sempre nelle prime posizioni del gruppo e spesso imponeva anche il ritmo alla corsa. Davvero un peccato perché l’Italia puntava forte su di lui dopo un’ottima Sanremo ed una buona E3 Saxo Bank Classic. Ci auguriamo di rivederlo in forma già al Giro delle Fiandre. Voto 6.
Greg van Avermaet. Anche lui termina nel gruppo di Sagan, ma almeno ci ha provato nella prima parte infilandosi nella fuga di giornata. Van Avermaet ha voluto provarci. In lui magari con il passare del tempo sono mancate le gambe, ma la testa no. Voto 6.
Matteo Trentin. Il primo italiano all’arrivo. Un ventunesimo posto abbastanza deludente per il veneto, che oggi poteva essere il capitano dell’UAE team Emirates, ma Mikkel Bjerg e addirittura Pascal Ackermann hanno fatto meglio di lui, quindi il voto non può essere che negativo. Voto 5.
Jasper Philipsen. Non termina la Gand, lui che tra i velocisti era quello che nelle previsioni della vigilia sembrava essere il più resistente ad acqua, freddo e ‘berg’. Lo stesso Tom Boonen ne aveva lodato la forma e le qualità, ma il belga ha deluso le aspettative. Voto 4.
Peter Sagan. Dispiace vedere il tre volte campione del mondo arrancare nelle retrovie del gruppo e staccarsi ancora prima delle fasi salienti della corsa. Arrivare nell’ultimo gruppo dei battuti ad oltre 11 minuti di ritardo da Laporte fa pensare e sospirare. Quando non ci sono più né la testa né le gambe. Voto 4.
Luigi Giglio
26-03-2023
marzo 26, 2023 by Redazione
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VOLTA CICLISTA A CATALUNYA
Il belga Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) si è imposto nella settima ed ultima tappa, circuito di Barcellona, percorrendo 135.8 Km in 2h59′24″, alla media di 45.418 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma) e di 53″ lo spagnolo Marc Soler (UAE Team Emirates). Miglior italiano Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), 5° a 58″. Roglic si impone in classifica con 6″ su Evenepoel e 2′11″ sul portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates). Miglior italiano Ciccone, 7° a 3′06″
GAND – WEVELGEM
Il francese Christophe Laporte (Jumbo-Visma) si è imposto nella classica belga, Ypres – Wevelgem, percorrendo 260.9 Km in 5h49′39″, alla media di 44.77 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Wout van Aert (Jumbo-Visma) e di 1′56″ il belga Sep Vanmarcke (Israel-Premier Tech). Miglior italiano Matteo Trentin (UAE Team Emirates), 21° a 2′08″
GAND – WEVELGEM DONNE
L’elvetica Marlen Reusser (Team SD Worx) si è imposto nella classica belga, Ypres – Wevelgem, percorrendo 162.5 Km in 4h16′47″, alla media di 37.97 Km/h. Ha preceduto di 2′42″ la statunitense Megan Jastrab (Team DSM) e l’olandesi Maike van der Duin (CANYON//SRAM Racing). Miglior italiana Marta Bastianelli (UAE Team ADQ), 6° a 2′42″
GAND – WEVELGEM UNDER23
Il belga Gil Gelders (Soudal Quick-Step Devo Team) si è imposto nella classica belga, circuito di Ieper, percorrendo 183.8 Km in 4h15′38″, alla media di 43.14 Km/h. Ha preceduto di 8″ l’italiano Nicolò Buratti (Cycling Team Friuli ASD) e il tedesco Henri Uhlig (nazionale tedesca)
GP INDUSTRIA & ARTIGIANATO
L’irlandese Ben Healy (EF Education-EasyPost) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Larciano, percorrendo 199.8 Km in 4h33′09″, alla media di 43.888 Km/h. Ha preceduto di 27″ l’eritreo Amanuel Gebreigzabhier (Trek-Segafredo) e di 47″ il britannico Mark Stewart (Bolton Equities Black Spoke). Miglior italiano Diego Ulissi (UAE Team Emirates), 5° a 47″
LA ROUE TOURANGELLE CENTRE VAL DE LOIRE – TROPHÉE GROUPAMA PARIS VAL DE LOIRE
L’orlandese Rory Townsend (Bolton Equities Black Spoke) si è imposto nella corsa francese, Chambray-lès-Tours – Tours, percorrendo 202 Km in 4h53′16″, alla media di 41.328 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Gerben Thijssen (Intermarché-Circus-Wanty) e il francese Pierre Barbier (CIC U Nantes Atlantique). Miglior italiano Niccolò Bonifazio (Intermarché-Circus-Wanty), 45° a 47″
GP ADRIA MOBIL
Lo sloveno Tilen Finkst (Adria Mobil) si è imposto nella corsa slovena, circuito di Novo Mesto, percorrendo 180.1 Km in 4h08′50″, alla media di 43.427 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Filippo Fortin (Maloja Pushbikers) e Luca Colnaghi (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè)
OLYMPIA’S TOUR (Paesi Bassi)
L’olandese Jesse Kramer (Jumbo-Visma Development Team) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, circuito di Beek, percorrendo 173.4 Km in 3h38′58″, alla media di 47.514 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Martin Pedersen (Restaurant Suri-Carl Ras) e il connazionale Frank van den Broek (À Bloc CT). Nessun italiano in gara. Il danese Mathias Bregnhøj (Leopard Togt Pro Cycling) si impone in classifica con 14″ sul belga Liam Slock (Lotto Dstny Development Team) e 22″ su Kramer
VOLTA AO ALENTEJO (Portogallo)
Il venezuelano Leangel Linarez (Tavfer-Ovos Matinados-Mortágua) si è imposto nella quinta tappa, Monforte – Évora, percorrendo 154.9 Km in 3h33′55″, alla media di 43.447 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Orluis Aular (Caja Rural-Seguros RGA) e il tedesco Pirmin Eisenbarth (Bike Aid). Unico italiano in gara Giovanni Carboni (Equipo Kern Pharma), 25°. Aular si impone in classifica con 17″ sul colombiano Adrián Bustamante (Kelly Simoldes UDO) e sull’olandese Alex Molenaar (Electro Hiper Europa). Carboni 5° a 30″
SYEDRA ANCIENT CITY
Il greco Polychronis Tzortzakis si è imposto nella corsa turca, Alanya – Syedra, percorrendo 149 Km in 3h42′11″, alla media di 40.237 Km/h. Ha preceduto di 49″ il canadese James Piccoli (China Glory Continental CT) e di 2′09″ il connazionale Periklis Ilias. Nessun italiano in gara
PREMIATA DITTA ROGLIC & EVENEPOEL, IN CATALOGNA È SPETTACOLO FINO ALL’ULTIMO COLPO DI PEDALE
A Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step) la tappa e a Primoz Roglic (Jumbo Visma) la Volta a Catalunya 2023. È l’epilogo giusto della corsa a tappe iberica, conclusasi oggi con la settima ed ultima frazione
La tappa conclusiva del Giro di Catalogna, disegnata nei dintorni di Barcellona con l’insidioso circuito del Montjuic nel finale, inizia con un attacco di Richard Carapaz (EF Education-EasyPost). Insieme all’ecuadoriano ci sono il compagno di squadra Simon Carr, Guillaume Martin (Cofidis), Carlos Verona (Movistar Team) e David de la Cruz (Astana Team). A questi si accodano Geoffrey Bouchard (AG2R Citroen Team), Tsgabu Grmay (Team Jayco AIUIa), Mikel Bizkarra (Euskatel-Euskadi) e Txomin Juaristi, anch’egli del team basco.
Il gruppo, trainato dalla Soudal Quick Step, si mantiene a circa minuto e 10”.
A 15 km dall’inizio del primo dei sei giri del circuito fora Ivo Oliveria (UAE Emitrates) mentre Bouchard si aggiudica il secondo traguardo volante di giornata.
Ai -47 dalla conclusione inizia l’anello conclusivo con il plotone a un minuto. La salita che caratterizza il circuito non lascia scampo a Bizkarra e Hater, usciti dal drappello dei fuggitivi. Dopo il primo GPM il gruppo vede i corridori in fuga, dai quali prova a staccarsi De La Cruz. Ai -30 km vengono ripresi i 7 lì davanti, eccezion fatta per De La Cruz, anche se il tentativo dello spagnolo si esaurisce subito.
Ai -200 metri dal terzo scollinamento ecco lo scatto di Evenepoel con la risposta di Roglic. Poco dopo è Marc Soler (UAE Team Emirates) a partire per provare a raggiungerli.
La sfida entra nel vivo quando restano ancora 20 km. Remco vuole giocarsi il tutto per tutto e recuperare i 10” di distacco da Primoz nell’ultimo giro del circuito. Il belga ci prova, ma Roglic non gli lascia un centimetro di strada e alla fine il campione del mondo in carica deve accontentarsi della vittoria di tappa, del secondo posto finale a 6” dallo sloveno e della conquista della classifica finale degli scalatori, mentre Roglic arriva secondo e trionfa nella Volta a Catalunya 2023. Terzo è Soler, un piazzamento che non è sufficiente allo spagnolo per raggiungere il gradino più basso del podio della graduatoria finale, appannaggio di Joao Almeida (UAE Team Emirates) a 2’11”. Buonissimo settimo posto per Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) a 3’06” dal vincitore Roglic.
Vito Sansone

Evenepoel e Roglic danno spettacolo anche nell'ultima tappa (foto David RamosGetty Images)
LAPORTE VINCE LA GAND-WEVELGEN NEL TRIONFO DELLA JUMBO VISMA
marzo 26, 2023 by Redazione
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Christophe Laporte e Wout van Aert arrivano tutti soli a Wevelgem dopo un attacco incrociato tra Molenberg e Kemmelberg. La coppia della Jumbo Visma ripete l’exploit dello scorso anno all’E3 Saxo Bank ma questa volta primo e secondo si invertono. Ganna cade e si ritira
La Gand-Wevelgem 2023 conserva complessivamente lo stesso percorso dello scorso anno quando a vincere fu Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty Gobert), che diede la prima storica vittoria all’Africa in una classica così prestigiosa. Si parte da Ypres e si arriva a Gand dopo oltre 260 km. La strada sarà pianeggiante fino alla serie di nove ‘berg’ che caratterizzeranno il finale di corsa, dal km 166 al km 226. Tra il Kemmelberg ed il Monteberg, quarto e quinto berg da affrontare, ci saranno anche tre settori in sterrato/pavè che potrebbero indurire ulteriormente la corsa, già di suo impegnativa perché sono previsti pioggia e vento. Alla partenza, oltre a Girmay, non mancano gli specialisti del Nord tra cui, in ordine sparso, citiamo Wout van Aert e Christophe Laporte (Team Jumbo Visma), Mads Pedersen e Jasper Stuyven (Team Trek Segafredo), Tim Merlier e Kasper Asgreen (Team Soudal Quick Step), Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck), Matej Mohoric (Team Bahrain Victorious). L’Italia punta a degli outsider di tutto rispetto come Matteo trentin (UAE Team Emirates), Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers) ed Alberto Bettiol (Team EF Education EasyPost). Dopo poco più di 10 km dalla partenza di Ypres evadeva la fuga di giornata grazie all’azione di cinque ciclisti: Lewis Askey (Team Groupama FDJ), Johan Jacobs (Team Movistar), Milan Fretin (Team Flanders Baloise), Luca van Boven (Team Bingoal WB) e Colin Joyce (Team Human Powered Health). Dopo 63 km Greg van Avermaet (Team AG2R Citroen), Yevgeniy Fedorov (Team Astana Qazaqstan) e Jelle Wallays (Team Cofidis) raggiungevano i cinque ciclisti in testa alla corsa. Al km 95 altri sei ciclisti riuscivano a raggiungere il gruppo di testa, ovvero Mike Teunissen (Team Intermarchè Circus Wanty), Jenthe Biermans (Team Arkea Samsic), Elmar Reinders (Team Jayco AlUla), Aaron van Poucke (Team Flanders Baloise), Sandy Dujardin (Team TotalEnergies), Guillaume van Keirsbulck (Team Bingoal WB). Erano così 14 i fuggitivi ‘totali’. Il gruppo inseguiva per il momento a 3 minuti e mezzo. Tra vari rimescolamenti, favoriti dalla pioggia battente che faceva aumentare la fatica nel gruppo, una volta ripresa la fuga ricominciavano vari attacchi nella seconda parte del tracciato, dopo aver superato i tratti in sterrato/pavè. Purtroppo si segnalava anche il ritiro di Pilippo Ganna e di Michal Kwiatkowski (Team INEOS Grenadiers) a causa di una caduta. Erano Christophe Laporte e Wout van Aert (Team Jumbo Visma) che si involavano come nell’E3 Harelbeke 2022. L’azione giusta della coppia si concretizzava tra il Monteberg ed il secondo Kemmelberg. Il gruppo provava a reagire tirato dal team INEOS e dal team Alpecin Deceuninck ma Van Aert e Laporte in breve tempo arrivavano ad avere oltre 1 minuto di vantaggio. La coppia di testa si presentava ai piedi del terzo Kemmelberg, scalato però da un altro versante, con 1 minuto e 10 secondi sul gruppo inseguitore. Era ormai un deja vu dell’anno scorso alla E3 Saxo Bank Classic con Van Aert e Laporte che si avviavano insieme per la parata finale. E se lo scorso anno non ci fu volata, con Van Aert che si impose sul francese, questa volta il campione belga ‘ricambiava’ il favore, con Laporte che tagliava per primo il traguardo. Al terzo posto, dopo che un gruppetto di inseguitori si era staccato dal gruppo principale, si piazzava Sep Vanmarcke (Team Israel Premier Tech) a quasi 2 minuti di ritardo da Laporte mentre chiudevano la top five Frederik Frison (Team Lotto Dstny) in quarta posizione e Mads Pedersen (Team Trek Segafredo) in quinta posizione. Laporte ottiene la prima vittoria stagionale e insieme a Van Aert potrà preparare al meglio il Giro delle Fiandre.
Antonio Scarfone

Christophe Laporte vince la Gand-Wevelgem
CATALOGNA, A MOLINS DE REI BIS DELL’AUSSIE GROVES. ROGLIC SEMPRE IN TESTA ALLA GENERALE
Fora negli ultimi 3 km, cambia la bici, domina la volata e vince. Con una grande prova di forza e tenacia Kaden Groves (Alpecin – Deceuninck) si aggiudica, alla media di 45,300 km/h, la sesta e penultima tappa della Volta a Catalunya, la Martorell-Molins de Rei di 174 km. Battuti allo sprint il francese Bryan Coquard (Cofidis) e l’olandese Ide Schelling (Bora – Hansgrohe). In testa rimane saldo Primoz Roglic (Jumbo – Visma) con 10” di vantaggio su Remco Evenepoel (Soudal – Quick Step). Più staccato, a 1’07”, Joao Almeida (UAE Team Emirates).
Frazione, quella odierna, ridisegnata nel finale ed accorciata di 9 km dopo l’eliminazione del secondo GPM in programma, l’Alt de Fontpineda, a causa della discesa ritenuta pericolosissima. Subito dopo aver scalato l’Alt de la Creu d’Aragall si scende e si fa rotta verso Palleja, da dove si va dritti verso l’arrivo.
Fuga breve da parte di Rune Herregotds (Intermarché – Circus – Wanty), Louis Vervaeke (Soudal – Quick Step) e Andreas Kron (Lotto Dstny). Dopo essere stati ripresi, ecco il primo traguardo volante, a Terres de Lleida, con il leader della corsa Primoz Roglic (Jumbo-Visma) che beffa Remco Evenepoel (Soudal – Quick Step) aumentando di un secondo il vantaggio parziale in classifica.
Tutto questo accade a poco più di 100 km dal traguardo, poi un nuovo drappello di corridori prova la fuga. Si tratta di Fausto Masnada (Soudal – Quick Step), Carlos Verona (Movistar Team), Geoffrey Bouchard (AG2R Citroën Team), Oscar Onley (Team DSM), Simone Velasco (Astana Qazaqstan Team) e Jonas Gregaard (Jumbo-Visma). Prova a raggiungerli Kevin Colleoni (Team Jayco AlUla). Intanto c’è una caduta in gruppo che coinvolge, tra gli altri, Egan Bernal (Ineos Grenadiers). Dal gruppo dei migliori vanno via Koen Bouwman (Jumbo-Visma) e Rigoberto Uran (EF Education-EasyPost), inseguiti e raggiunti da Geraint Thomas (Ineos Grenadiers), Gino Mäder e Tobias Foss (Bahrain – Victorious), Ide Schelling (Bora – Hansgrohe) e Jetse Bol (Burgos-BH), Tutti questi tentativi sono stoppati dall’azione virulenta del gruppo, trainato dalla Jumbo-Visma. Ripreso anche Colleoni, restano Masnada, Verona, Bouchard, Onley, Velasco e Gregaard con 55” di vantaggio sul plotone a 80 km dal traguardo.
Bernal, sfortunatissimo, è costretto al ritiro. Il gruppo accelera e in prossimità dell’Alt de la Creu d’Aragall (salita di 7,1 km al 6% con picchi al 13%) riprende i fuggitivi. Inizia la salita e parte subito lo spagnolo Marc Soler (UAE Team Emirates), che acciuffa Bouchard e s’invola. Sembra efficace l’azione dell’iberico, il quale a un chilometro dallo scollinamento arriva ad avere 23” di vantaggio sul gruppo. Ma ai -500 metri dal GPM parte Evenepoel. Roglic risponde e i due in cima transitano con 17” di ritardo da Soler e con 13” di vantaggio sul resto del plotone. La discesa favorisce i duellanti per la vittoria finale del Giro di Catalogna. Soler viene ripreso ai -20 km dall’arrivo. I tre hanno 23” di vantaggio sul resto dei corridori. Ai -17 altra accelerata dell’iridato in carica. Soler si stacca ed a ruota del belga resta solo Roglic. I due, però, non riescono a guadagnare quanto necessario per giocarsela allo sprint, anche perchè lo sloveno non dà alcun cambio al portacolori della Soudal- Quick Step. Dunque ai -8 km il gruppo torna compatto. Remco vince l’ultimo sprint intermedio di giornata e si prende i 3” di abbuono (oltre a 3 punti nella classifica a punti). Secondo è Roglic (2” e 2 punti) e terzo Marc Soler (un secondo e un punto). Dunque il distacco del campione del mondo dallo sloveno è ritornato ad essere di 10”, come alla partenza da Martorell. Dal gruppo ci provano Mikel Landa (Bahrain – Victorious) e Nicola Conci (Alpecin-Deceuninck), ma vengono risucchiati ai -5.
Foratura per Groves ai -3. L’australiano prende la bici del compagno Xandro Meurisse e prova a riprendere il gruppo. Ci riesce quando siamo in vista dell’ultimo chilometro. Bruno Armirail (Groupama – FDJ) cerca di sorprendere tutti senza successo. Il gruppo si ricompatta negli ultimi 1000 metri. Evenepoel prova ad inserirsi nella mischia, ma Groves va dritto come una spada e trionfa per l’undicesima volta in carriera, la terza in Catalogna e la seconda nell’edizione di quest’anno.
Domani la chiusura vedrà protagonista Barcellona. Durante un primo ampio circuito si scalerà l’Alt de Begues (7 km al 5.4%). Nel finale si riproporrà l’impegnativo percorso delle ultime due edizioni, che prevede a metà della tradizionale salita al Montjuïc una deviazione a sinistra per affrontare il muro che porta fino al castello: 2.5 km al 4.6%, ma con una pendenza massima del 19%. Nei 5 km che portano all’arrivo ecco un ulteriore strappo nei pressi dello Stadio Olimpico (circa 700 metri al 6%). Il circuito verrà ripetuto per 6 volte.
Vito Sansone

Secondo successo sulle strade catalane per l'australiano Groves (Getty Images)