11-10-2022
ottobre 11, 2022 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
PETRONAS TOUR DE LANGKAWI (Malesia)
Il russo Gleb Syritsa (Astana Qazaqstan Team) si è imposto nella prima tappa, Kuala Pila – Kuala Lumpur, percorrendo 157.3 Km in 3h43′43″, alla media di 42.187 Km/h. Ha preceduto allo sprint il norvegese Erlend Blikra (Uno-X Pro Cycling Team) e il tedesco Max Kanter (Movistar Team). Miglior italiano Alessandro Bisolti (Drone Hopper – Androni Giocattoli), 17°. Syritsa è il primo leader della classifica con 4″ su Blikra e sul mongolo Jambaljamts Sainbayar (Terengganu Polygon Cycling Team). Miglior italiano Bisolti, 19° a 10″
AL TOUR DE LANGKAWI IL PRIMO SQUILLO E’ DI SYRITSA. TAPPA E MAGLIA PER IL RUSSO
Al termine di una prima tappa caratterizzata dalla forte pioggia nel finale, a Kuala Lumpur Gleb Syritsa (Team Astana Qazaqstan) vince in volata davanti a Erlend Blikra (Uno-X Pro Cycling Team) e Max Kanter (Team Movistar). Il russo è la prima maglia gialla e domani potrà di nuovo mettersi in mostra nella seconda tappa, ancora adatta ai velocisti.
La prima tappa del Tour de Langkawi parte da Kuala Pilah e termina a Kuala Lumpur dopo 157.3 km. Il percorso è subito impegnativo visto che i ciclisti dovranno affrontare cinque GPM, di cui due di terza e tre di seconda categoria. Il finale in particolare potrebbe riservare già alcune importati indicazioni in ottica classifica generale visto che a meno di 30 km dall’arrivo è in programma il non banale GPM di Bukit Handu, quasi 3 km di ascesa ad oltre il 6% di pendenza media. Dopo una breve discesa si risale sull’ultimo GPM di giornata, il Look Out Point, oltre 4 km al 4%. Gli ultimi 13 km si dividono tra discesa e pianura. Volata di gruppo? Volata ristretta di un drappello più o meno numeroso di ciclisti? Fuga vincente? Questa prima tappa è certamente aperta a più soluzioni e capiremo con l’andare del tempo il suo evolversi. Dopo la partenza da Kuala Pilah si formava la foga di giornata grazie all’azione di nove ciclisti: Trym Westgaard Holther (Team Drone Hopper Androni Giocattoli), Jambaljamts Sainbayar e Muhammad Nur Aiman Mohd Zariff (Terengganu Polygon Cycling Team), Tiano Da Silva (Team Pro Touch), Carter Bettles (ARA Pro Racyng Sunshine Coast), Peerapol Chawchiangkwang (Thailand Continental Cycling Team), Etienne Van Empel (China Glory Continental Cycling Team), Nik Mohamad Azman Zulkifli (Team Malaysia) e John Salazar (Team Philippines). Salazar si aggiudicava il primo traguardo volante di Senaling posto al km 12.3. Sain bayar scollinava in prima posizione sul successivo GPM di Senaling posto al km 16.1. Mohd Zariff scollinava in prima posizione sul secondo GPM di Bukit Miku posto al km 43.2 mentre Sainbayar vinceva il secondo traguardo volante di Rembau posto al km 49.9. Il gruppo dopo 50 km era segnalato ad oltre 5 minuti di ritardo. Sainbayar si aggiudicava anche il terzo traguardo volante di Senawang posto al km 69.3. Sul terzo GPM di Mantin il gruppo di testa iniziava a perdere pezzi e restavano in testa in sei, dopo che si erano rialzati Holther, Da Silva e Salazar. A 60 km dall’arrivo il vantaggio dei sei fuggitivi era sceso a 3 minuti e 55 secondi. Le squadre più impegnate nell’inseguimento erano il team Astana Qazaqstan ed il Team Movistar. Sulla salita di Bukit Hantu il drappello di testa si spezzettava ancora di più, mentre il gruppo inseguitore si faceva sempre più minaccioso alle sue spalle. Era Sainbayar a scollinare in prima posizione. Sotto l’impulso del Team Movistar, la fuga veniva ripresa a corca 20 km dall’arrivo, poco prima dell’inizio dell’ultimo GPM di Look Out Point. Ander Okamika (Team Burgos BH) scollinava in prima posizione. Il gruppo passava sotto il triangolo rosso dell’ultimo km forte di una sessantina di ciclisti. Ad imporsi in volata era Gleb Syritsa (Team Astana Qazaqstan) davanti ad Erlend Blikra (Uno-X Pro Cycling Team) e Max Kanter (Team Movistar). Chiudevano la top five Lionel Taminiaux (Team Alpecin Deceuninck) in quarta posizione e Marijn van den Berg (team EF Education EasyPost) in quinta posizione. In classifica generale Syritsa è la prima maglia gialla con 4 secondi di vantaggio su Blikra e Sainbayar. Syritsa ottiene la prima vittoria da pro e prova ad emergere come velocista in un panorama di ciclisti russi piuttosto scarno, che al momento vede solo Aleksandr Vlasov competere con i migliori. Domani è in programma la seconda tappa da Kuala Klawang a Raub, di 178.9 km. Il percorso è prevalentemente pianeggiante, con due GPM di terza categoria entrambi lontani dal traguardo. I velocisti sono attesi ad un’altra esibizione dopo la tappa odierna.
Giuseppe Scarfone

Gleb Syritsa vince la prima tappa del Tour de Langkawi (foto: Tim de Waele/Getty Images)
LOMBARDIA 2022 – LE PAGELLE
ottobre 10, 2022 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Ecco le ultime pagelle stagionali, quelle dell’edizione della Classica delle Foglie Morte vinta per il secondo anno consecutivo da Tadej Pogacar
TADEJ POGACAR. Dopo l’amaro in bocca che gli ha lasciato in bocca il Tour de France, lo sloveno colleziona vittorie su vittorie: GP di Montreal, Tre Valli Varesine e infine il Giro di Lombardia. Supportato da un’ottima UAE – Team Emirates inizia a mettere le cose in chiaro dalle prime fasi della corsa e quando il Lombardia entra nel vivo lui è là a giocare come il gatto col topo con gli avversari. Gestisce con sicurezza il finale a due con Mas trionfando con facilità e conquistando il suo secondo Giro di Lombardia consecutivo. Un altro successo importante per Pogacar, che lo lancia ancor di più nell’Olimpo dei più grandi ciclisti di sempre. VOTO: 10
ENRIC MAS. Un finale di stagione molto positivo per lo spagnolo culminato con la vittoria del Giro dell’Emilia, una condizione psico-fisica ottimale che lo ha aiutato anche al Giro di Lombardia. Il corridore della Movistar è l’unico a tenere le ruote di Pogacar fino alla fine, ha provato a beffarlo ma lo sloveno era imbattibile. VOTO: 8
MIKEL LANDA. Il basco accende la corsa nei momenti topici, cerca di dare brio e affondi ai rivali. Cede nel finale al duo Pogacar-Mas, i più forti di giornata. Si deve accontentare di un terzo posto che si rivela essere uno dei risultati più importanti della sua stagione. VOTO: 7
SERGIO HIGUITA. Il colombiano raccoglie un buon quarto posto anticipando il drappello degli inseguitori. La corsa si preannunciava troppo dura e ardua per lui, eppure ha dimostrato di saperla interpretare con giusta convinzione e grinta. VOTO: 6,5
CARLOS RODRIGUEZ. Il giovanissimo spagnolo della INEOS Grenadiers termina al quinto posto il suo primo Giro di Lombardia, corsa condotta con intelligenza e buona gamba fino a quando i fenomeni scappano via. Un ottimo segnale in vista di un futuro che si appresta radioso. VOTO: 6,5
ANDREA PICCOLO. Il ventunenne della EF Education-EasyPost chiude all’undicesimo posto a 1′58” dal vincitore di giornata Pogacar, un piazzamento che gli consente di essere il primo degli italiani al traguardo. Una piccola speranza per il futuro del movimento ciclistico azzurro. VOTO: 6
JONAS VINGEGAARD. Si preannunciava un duello all’ultima pedalata tra lui e Pogacar, ma il danese ultimo vincitore del Tour de France non è al top della condizione fisica. Jonas ci prova ugualmente sul Civiglio, ma l’azione fa più male a lui che ai suoi rivali. Termina sedicesimo a oltre 2 minuti. VOTO: 5
JULIAN ALAPHILIPPE. Si scioglie come neve al sole, non pervenuto. VOTO: 5
NIBALI VINCENZO – ALEJANDRO VALVERDE. Onorano al meglio l’ultima corsa della loro carriera sportiva, lo spagnolo arriverà addirittura sesto regolando in volata il gruppo inseguitore. Il ciclismo non sarà più lo stesso senza questi due campioni, inutile fare la conta dei trofei del loro palmares, infinito, due leggende che hanno fatto la Storia, assoluti protagonisti negli ultimi vent’anni di questo magnifico sport. VOTO: 10
Luigi Giglio
09-10-2022
ottobre 9, 2022 by Redazione
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PARIGI-TOURS
Il francese Arnaud Démare (Groupama-FDJ) si è imposto nella classica francese, Chartres – Tours, percorrendo 213.5 Km in 4h53′01″, alla media di 43.718 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’irlandese Sam Bennett (BORA-Hansgrohe) e il belga Edward Theuns (Trek-Segafredo). Miglior italiano Simone Consonni (Cofidis), 4°.
PARIGI-TOURS ESPOIRS (Under 23)
Il norvegese Per Strand Hagenes (Jumbo-Visma Development Team) si è imposto nella classica francese, Bonneval – Tours, percorrendo 178.4 Km in 4h08′21″, alla media di 43.1 Km/h. Ha preceduto di 7″ il francese Mathis Le Berre (Côtes d’Armor-Marie Morin) e di 1′04″ il ceco Tomas Kopecky (À Bloc CT). Miglior italiano Alessandro Romele (Team Colpack Ballan), 32° a 1′11″
MEMORIAL RIK VAN STEENBERGEN / KEMPEN CLASSIC
Il belga Tim Merlier (Alpecin-Deceuninck) si è imposto nella corsa belga, Beerse – Arendonk, percorrendo 174.7 Km in 3h42′06″, alla media di 47.195 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Mark Cavendish (Quick-Step Alpha Vinyl Team) e l’olandese Dylan Groenewegen (Team BikeExchange-Jayco). Unico italiano in gara Nicola Conci (Alpecin-Deceuninck), 85° a 1′17″
TOUR DE ROMANDIE FÉMININ
La polacca Marta Lach (Ceratizit-WNT Pro Cycling) si è imposta nella terza ed ultima tappa, Friburgo – Ginevra, percorrendo 147.6 Km in 3h48′37″, alla media di 38.737 Km/h. Ha preceduto allo sprint la russa Tamara Dronova (Roland Cogeas Edelweiss Squad) e la cubana Arlenis Sierra (Movistar Team). Miglior italiana Soraya Paladin (CANYON//SRAM Racing), 5°. La sudafricana Ashleigh Moolman-Pasio (Team SD Worx) si impone in classifica con 30″ sull’olandese Annemiek van Vleuten (Movistar Team) e 49″ sull’ìtaliana Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo).
DÉMARE FA IL POGACAR ALLA PARIGI TOURS. BIS DEL FRANCESE DOPO LA VITTORIA DELLO SCORSO ANNO
La Parigi-Tours si conferma corsa dura ed aperta a mille soluzioni. Sterrati e cotes nella seconda parte del percorso alimentano le speranze dei fuggitivi che vengono ripresi soltanto a poco più di 1 km dall’arrivo. E’ Arnaud Demare (Team Groupama FDJ) a bissare il successo dello scorso anno davanti ad Edward Theuns (Team trek Segafredo) e Sam Bennett (Team BORA Hansgrohe).
La Parigi Tours conferma il percorso degli ultimi anni in cui la corsa che chiude il calendario francese – se si eccettua la Chrono des Nations di domenica prossima riservata ai cronomen – non vede più come una volta il probabile arrivo di una volata di gruppo sulla mitica Avenue de Grammont ma una lotta serrata tra diversi tipi di ciclisti. Otto cotes e dieci settori di sterrato si alterneranno dal km 143 al km 204, prima degli ultimi 10 km pianeggianti. Tra i partenti è presente Arnaud Demare (Team Groupama FDJ), vincitore nel 2021, ma saranno tanti e variegati i suoi avversari, a partire da un Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck) che ha battuto proprio il francese pochi giorni fa nella Parigi – Bourges. Da segnalare anche la presenza di Christophe Laporte (Team Jumbo Visma), recente vincitore della Binche – Chimay – Binche, anch’egli in ottima forma visto che è ancora fresco l’argento mondiale di Wollongong. Se ieri al Giro di Lombardia sono stati Vincenzo Nibali ed Alejandro Valverde ad aver chiuso la carriera, oggi tocca a Philippe Gilbert (Team Lotto Soudal), Sebastian Langeveld (Team EF Education EasyPost) ed a Niky Terpstra (Team TotalEnergies). Dopo la partenza da Chartres, a sud di Parigi, il ritmo era subito elevato e diversi ciclisti partivano all’attacco per provare a inserirsi nella fuga di giornata. Al km 7 in tre riuscivano ad avvantaggiarsi sul gruppo: Alexis Gougeard (Team B&B Hotels KTM), Jonas Abrahamsen (UNO-X Pro Cycling Team) e Clement Carisey (Team Go Sport – Roubaix Lille Metropole). Dopo 23 km il vantaggio dei tre di testa era di oltre 1 minuto sul gruppo inseguitore, mentre si segnalavano le cadute di Fernando Gaviria (UAE Team Emirates) e di Benoit Cosnefroy (Team AG2R Citroen), apparentemente senza conseguenze. Al km 33 Maël Guégan (Team U-Nantes Atlantique) e Romain Cardis (Team St Michel-Aubert 93) raggiungevano la testa della corsa. La fuga definitiva si componeva così di cinque uomini. Dopo 50 km il vantaggio della fuga era salito a 4 minuti e 30 secondi. Il vantaggio massimo della fuga arrivava a sfiorare i 7 minuti intorno al km 80, dopodichè gli uomini del Team Groupama FDJ e del Team Deceuninck Alpecin giungevano in forze in testa al gruppo a comandare l’inseguimento. All’inizio della Côte de Limeray, prima ‘salita’ della corsa posta al km 146.1, a cui seguiva il primo tratto in sterrato di 900 metri, il vantaggio dei cinque fuggitivi era sceso a 5 minuti, mentre nel gruppo si verificava qualche caduta di troppo. Tra le vittime si segnalavano anche Langeveld e Terpstra. A 68 km dalla conclusione un’altra caduta di una decina di ciclisti annoverava tra gli altri Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck) ed Anthony Turgis (Team TotalEnergies). Dal gruppo uscivano Sam Bennett (Team BORA Hansgrohe) e Kim Heiduk (Team INEOS). A 60 km dall’arrivo la fuga aveva 3 minuti e 35 secondi di vantaggio sui primi due inseguitori mentre il gruppo principale inseguiva a 3 minuti e 50. Nei primi tratti in sterrato iniziavano gli attacchi veri e propri anche nel gruppo principale, che si allungava vistosamente. Tra i protagonisti di questi attacchi era presente anche Luca Mozzato (Team B&B Hotels KTM). A 50 km dall’arrivo si segnalava il ritiro di Arnaud De Lie (Team Lotto Soudal). A 40 km dalla conclusione il gruppo di testa aveva 2 minuti di vantaggio su un primo drappello di inseguitori formato da Bennett, Heiduk, Mozzato, Clement Russo (Team Arkea Samsic) ed Alex Kirsch (Team Trek Segafredo). A 31 km dall’arrivo Cosnefroy si fermava a bordo strada per cambiare la sua bici. Il gruppo principale aveva accelerato notevolemente ed il suo ritardo dalla testa della corsa era sceso ad 1 minuto e 40 secondi quando mancavano 30 km alla fine. Gougeard era il primo ciclista ad alzare bandiera bianca nel gruppo di testa mentre Carisey era fermato da una foratura. Il gruppo inseguitore era sempre più vicino alla testa della corsa, con il Team Jumbo Visma a fare l’andatura. I tre ciclisti rimasti in testa iniziavano il penultimo tratto in sterrato a 22 km dal termine, Peu Morier, uno dei più lunghi visto che misurava 1 km e 600 metri. A 17 km dall’arrivo Cosnefroy, che aveva stretto i denti dopo la caduta patita nella prima parte di gara, si sfilava dal gruppo. Lo sterrato di Rochecorbon e la successiva cote che portava lo stesso nome erano le ultime due vere difficoltà che fuggitivi e gruppo inseguitore affrontavano a 13 km dall’arrivo. Abrahamsen restava da solo in testa all’inizio della cote de Rochecorbon, mentre il gruppo tirato questa volta dal Team Cofidis iniziava a vedere le ruote dei fuggitivi. A 7 km dall’arrivo restavano in testa Abrahamsen, Heiduk, Kirsch ed Olivier Le Gac (Team Groupama FDJ). A 6 km dall’arrivo il quartetto di testa aveva 15 secondi di vantaggio sul gruppo. Un‘improvvisa accelerazione del Team Arkea Samsic e del Team Trek Segafredo consentiva al gruppo di riprendere i quattro ciclisti in testa a poco più di 1 km dall’arrivo. Il Team Groupama FDJ tirava alla perfezione per Arnaud Demare che andava a bissare il successo dello scorso anno davanti ad Edward Theuns (Team Trek Segafredo) ed a Sam Bennett (Team BORA Hansgrohe). Chiudevano la top five Simone Consonni (Team Cofidis) e Luca Mozzato (Team B&B Hotels KTM). Demare finisce in crescendo la stagione, proprio come lo scorso anno.
Giuseppe Scarfone

Anche nel 2002 la Parigi-Tours finisce nel palmares del velocista transalpino (Getty Images Sport)
OVER THE TOP: GANNA (S)TRAVOLGE IL RECORD DELL’ORA E VOLA A QUASI 57 Km/h!
Filippo Ganna è il nuovo detentore del record dell’ora. Il ciclista piemontese nel velogromo svizzero di Grenchen supera in un colpo solo il tempo di Dan Bigham – ex primatista del record dell’ora – e Chris Boardman, che nel 1996 ottenne la migliore prestazione umana sull’ora, quando ancora si potevano utilizzare bici particolari.
Al termine di una stagione ciclistica non proprio da ricordare, nella quale ha collezionato sei vittorie tutte in prove a cronometro, Filippo Ganna tenta di migliorare il record dell’ora sul velodromo svizzero di Grenchen, dal punto di vista statistico ed ambientale tra i più adatti alla prova. Qui infatti sono stati già protagonisti del miglioramento Jens Voigt il 18 Settembre 2014, Rohan Dennis l’8 Febbraio 2015 ed infine Dan Bigham, lo scorso 19 Agosto. Proprio il britannico detiene il record dell’ora con la distanza di 55,548 km, il secondo ciclista ad aver superato quota 55 km dopo Victor Campenaerts, che percorse 55,089 km il 16 Aprile 2019 nel velodromo messicano di Aguascalientes. Ganna proverà a entrare nella speciale classifica che tra i ciclisti italiani vede la presenza di Giuseppe Olmo, Fausto Coppi ed Ercole Baldini, capaci di migliorare il record tra il 1935 ed il 1956, quando il Vigorelli di Milano era il velodromo di riferimento per la prova. Un posto di rilievo, anche se considerata come miglior prestazione umana sull’ora, lo occupa anche Francesco Moser, che a Città del Messico nel 1984 abbattè il muro dei 55 km con una bici particolare. Filippo Ganna, supportato da un nutrito gruppo di tifosi assiepati nella tribuna centrale, non delude le aspettative, percorrendo la distanza di 56,792 km. Il ciclista piemontese migliora di oltre 1 km e 200 metri il precedente primato di Bigham ma la prova in sé è ancora più rilevante visto che viene abbattuto anche il record come migliore prestazione umana sull’ora, che apparteneva a Chris Boardman da ben 26 anni. Ganna ha iniziato la sua prova in sordina, tenendosi sui tempi di Bigham per i primi 20-25 minuti, dopodichè un netto cambio di passo nella seconda mezzora ha determinato un progressivo aumento del ritmo con i km che venivano letteralmente macinati ed i giri che venivano completati – alla fine saranno 2227 – abbastanza regolarmente tra i 15,4 e i 15,5 secondi. Da segnalare il quarto record dell’ora ottenuto con una bici Pinarello, dopo quelli di Miguel Indurain, Bradley Wiggins e lo stesso Dan Bigham. Ganna oggi scrive un pezzo di storia del ciclismo e crediamo che il suo record per adesso potrà migliorarlo soltanto lui. Il prossimo obbiettivo sarà quello di abbattere il muro dei 57 km.
Giuseppe Scarfone

Filippo Ganna è il nuovo primatista del record dell'ora (foto: Getty Images Sport)
BIS DI POGACAR AL LOMBARDIA, LE FOGLIE MORTE CADONO ANCORA SU TADEJ
Chiude la stagione della classiche come l’aveva iniziata alla Strade Bianche Tadej Pogacar, con la seconda vittoria di fila al Lombardia. L’attacco decisivo come era prevedibile è nato sulla salita del Civiglio con il solo Enric Mas, uscito in gran forma dalla Vuelta, a tenere il passo dello sloveno sino alla volata finale, alla quale la superiorità di Pogacar era ampiamente nota.
Il Giro di Lombardia è sempre stata una corsa straordinaria, la corsa che chiude la stagione delle grandi classiche, l’ultima corsa importante della stagione ed è proprio con questa corsa che due grandi campioni come Alejandro Valverde (Movistar) e Vincenzo Nibali (Astana) hanno deciso di chiudere la loro splendida e lunga carriera. Il palcoscenico è di quelli d’eccezione, una grande monumento che si disputa addirittura dal 1905, dai tempi del ciclismo pionieristico e straordinario dell’inizio del secolo scorso. Nibali ha centrato due volte la vittoria su queste strade, mentre Valverde non è mai riuscito ad aggiudicarsi la classica delle foglie morte, pur avendo centrato tre volte la piazza d’onore.
Questa volta è andata meglio allo spagnolo che, vincendo la volata del gruppetto dei battuti, si è aggiudicato il sesto posto, mentre lo “Squalo” ha ceduto alle fiammate sul Civiglio ed è arrivato ventiquattresimo.
Il percorso di quest’anno prevedeva l’itinerario da Bergamo a Como, con una prima parte con molte salite in successione, prima di affrontare una sessantina di chilometri pianeggianti. Nel finale, la storica salita della Madonna del Ghisallo con il suo Museo del Ciclismo, un primo pssaggio sul San Fermo della Battaglia, quindi la durissima ascesa del Civiglio prima di ripetere per l’ultima volta la salita verso San Fermo della Battaglia.
Tatticamente è andata come quasi tutti si aspettavano, con una fuga che è andata via nelle fasi iniziali e che è stata ripresa nel tratto di pianura, prima che le squadre dei favoriti iniziassero a forzare sul Ghisallo. Proprio sulla salita verso il santuario più caro ai ciclisti si sono avuti i primi segnali dai big con il francese Julian Alaphilippe (Quick-Step) che ha perso terreno.
La corsa ha visto il primo vero momento decisivo sul Civiglio e il secondo sul San Fermo, per poi decidersi in una volata a due dall’esito abbastanza prevedibile visti i valori in campo.
Tadej Pogacar (UAE) si è così vendicato della sconfitta subita pochi giorni fa al Giro dell’Emilia ad opera di Enric Mas (Movistar), che se lo era levato di ruota sulle rampe del San Luca.
Lo spagnolo è uscito dal Giro di Spagna con una forma straordinaria e a questo punto è ancora maggiore il rammarico per l’assenza dell’iridato Remco Evenepoel (Quick-Step), uscito ancor meglio di Mas dalla Vuelta e unico big a non rispondere all’appello della classica delle foglie morte.
La corsa ha visto, sin dalla prima battute, vari tentativi di allungo, dalla bagarre è uscita fuori una fuga formata da Christian Scaroni (Astana), Alex Tolio (Bardiani-CSF-Faizanè) e Simone Ravanelli (Drone Hopper – Androni Giocattoli), Davide Bais (EOLO-Kometa), Luca Covili (Bardiani-CSF-Faizanè), Lawson Craddock (BikeExchange – Jayco), Alessandro De Marchi (Israel – Premier Tech), Kenny Elissonde (Trek – Segafredo) e Natnael Tesfatsion( Drone Hopper – Androni Giocattoli). L’ultimo ad unirsi all’azione di attacco è stato Aurélien Paret-Peintre (AG2R Citroën Team), che aveva perso il momento decisivo ma riesce ad evadere grazie ad un rilassamento del gruppo principale.
Come era prevedibile sono le squadre dei due grandi protagonisti dell’ultimo Tour de France a tenere in mano le operazioni in gruppo. Il vantaggio non arriva mai a livelli elevati, anche perché sulle salite bergamasche il gruppo viaggia a un’sndatura sostenuta, mentre le discese, affrontate con prudenza dal gruppo, sorridono maggiormente ai battistrada. In questa fase, meritano segnalazione due cadute che causano i ritiri di Lorenzo Fortunato (Eolo-Kometa) e Mikel Nieve (Caja Rural-Seguros RGA) la prima e di Domenico Pozzovivo (Intermarché-Wanty-Gobert) la seconda.
E’ il tratto di pianura di 60 km che porta a Bellagio che segna la fine del tentativo del mattino, aprendo di fatto gli scenari ad un’altra corsa, quella vera, nella quale i big iniziano a pensare alle grandi manovre.
Sulla salita verso il mitico Santuario del Ghisallo è dapprima la Jumbo Visma a forzare il ritmo, ma sarà invece Joao Almeida (UAE) in versione gregario a provocare i maggiori problemi in coda al gruppo, con l’ex campione del mondo Alaphilippe che perde contatto confermando il momento negativo attuale. Anche Alberto Bettiol (EF Education-EasyPost), punta dell’Italia all’ultimo mondiale, perde contatto mettendo ancor più in luce il momento negativo del nostro movimento.
Sulla prima ascesa verso San Fermo della Battaglia si vedono davanti anche gli uomini della Bora – Hansgrohe con Matteo Fabbro che ottiene la collaborazione di Marc Hirschi (UAE) per selezionare ulteriormente il gruppo, che già si era notevolmente assottigliato sul Ghisallo.
La corsa si accende sul Civiglio, con Pogacar che, lanciato da Davide Formolo e Rafal Majka, parte ai -20 seguito da Mas e Mikel Landa (Bahrain – Victorious), mentre Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) rimane imbrigliato nel gruppo. Il capitano della Bahrain però non riesce a reggere il ritmo dei due scatenati compagni di attacco e scollina con 12 secondi di ritardo, mentre un plotoncino formato da Sergio Higuita (Bora-Hansgrohe), Vingegaard, Rudy Molard (Groupama – FDJ), Adam Yates (INEOS Grenadiers), Carlos Rodríguez (INEOS Grenadiers), Valverde, Romain Bardet (Team DSM), Bauke Mollema (Trek – Segafredo) e Giulio Ciccone (Trek – Segafredo) transita con 35 secondi.
Considerando il percorso, l’attacco sul Civiglio era più che previsto e Mas è stato lesto a rispondere.
In discesa Landa riesce a rientrare sui battistrada ma, quando sul San Fermo della Battaglia Mas dà fuoco alle polveri, per il basco non c’è niente da fare, mentre invece Pogacar segue senza problemi lo spagnolo e prova sua volta un allungo. Dietro si avvantaggiano sul plotoncino che non viaggia a folle velocità Higuita e Rodriguez, ma è troppo tardi per sperare di conquistare un posto sul podio. La vittoria se la vanno a giocare in volata i due e, come era prevedibile, è Pogacar a trionfare anche se meno nettamente di quanto si potesse immaginare. L’impressione è quella che Pogacar abbia sbagliato i tempi, pur riuscendo a battere Mas che gli è nettamente inferiore allo sprint; aveva, non a caso, cercato per due volte di levarselo di ruota sul San Fermo.
Terzo è Landa mentre, dopo Higuita e Rodriguez, è Valverde a regolare il plotoncino dei primi inseguitori, chiudendo la carriera con un sesto posto dopo il terzo conquistato alla Tre Valli Varesine.
Pogacar ha chiuso la stagione come la aveva iniziata, con una vittoria in una grande classica. La Strade Bianche non è una monumento ma certamente rappresenta la prima grande corsa della stagione, mentre il Lombardia è l’ultima. Questo rende l’idea di come Pogacar sia competitivo tutto l’anno. Lo sloveno ha fallito l’obbiettivo Tour de France, pur avendo vinto tre tappe, ma colui che lo ha battuto sulle strade francesi non può vantare una stagione come quella del ventiquattrenne vincitore oggi.
Mas, dopo questo finale di stagione, ha fatto capire quale sia la sua dimensione e certamente lo ritroveremo protagonista l’anno prossimo.
Il rammarico è stata l’assenza di Evenepoel, che però non ci farà mancare anch’egli lo spettacolo nella prossima stagione.
Dello spettacolo offerto da questi corridori abbiamo ora quanto mai bisogno dopo l’abbandono di Nibali e Valverde, che oggi appendono la bici al chiodo.
Terminata l’ultima grande classica agli appassionati non rimane che accompagnare questa sera Filippo Ganna nel tentativo di stabilire il nuovo record dell’ora
Benedetto Ciccarone

Il bis di Pogacar sul traguardo del Giro di Lombardia (Getty Images)
08-10-2022
ottobre 8, 2022 by Redazione
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GIRO DI LOMBARDIA
Lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) si è imposto nella classica italiana, Bergamo – Como, percorrendo 253 Km in 6h21′22″, alla media di 39.804 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Enric Mas (Movistar Team) e di 10″ lo spagnolo Mikel Landa (Bahrain Victorious). Miglior italiano Andrea Piccolo (EF Education-EasyPost), 11° a 1′58″
GRAND PRIX CHANTAL BIYA (Camerun)
L’algerino Abderrahmane Mansouri (nazionale algerina) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Sangmelima – Meyomessala, percorrendo 139.5 Km in 3h24′58″, alla media di 40.836 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Axel Taillandier (Team France Défense) e di 1′11″ il connazionale Islam Mansouri (nazionale algerina). Nessun italiano in gara. Taillandier si impone in classifica con 1′27″ sullo slovacco Lukas Kubis (Dukla Banská Bystrica) e sul camerunense Clovis Kamzong (SNH Vélo Club)
TOUR DE ROMANDIE FÉMININ
La sudafricana Ashleigh Moolman-Pasio (Team SD Worx) si è imposta nella seconda tappa, Sion – Thyon 2000, percorrendo 104.5 Km in 3h23′35″, alla media di 30.798 Km/h. Ha preceduto di 26″ l’olandese Annemiek van Vleuten (Movistar Team) e di 43″ l’ìtaliana Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo). La Moolman-Pasio è la nuova leader della classifica con 30″ su Van Vleuten e 49″ su Longo Borghini
07-10-2022
ottobre 7, 2022 by Redazione
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GRAND PRIX CHANTAL BIYA (Camerun)
Il marocchino Youssef Bdadou (nazionale marocchina) si è imposto nella quarta tappa, Ebolawa – Sangmelima, percorrendo 114 Km in 2h39′16″, alla media di 42.947 Km/h. Ha preceduto di 7″ lo slovacco Lukas Kubis (Dukla Banská Bystrica) e l’algerino Azzedine Lagab (nazionale algerina). Nessun italiano in gara. L’algerino Islam Mansouri (nazionale algerina) è ancora leader della classifica con 7″ su Kubis e sul camerunense Clovis Kamzong (SNH Vélo Club)
TOUR DE ROMANDIE FÉMININ
La cubana Arlenis Sierra (Movistar Team) si è imposta nella prima tappa, circuito di Losanna, percorrendo 134.4 Km in 3h36′49″, alla media di 37.193 Km/h. Ha preceduto allo sprint la tedesca Liane Lippert (Team DSM) e l’olandese Demi Vollering (Team SD Worx). Miglior italiana Soraya Paladin (CANYON//SRAM Racing), 4°. Sierra è la prima leader della classifica con 4″ sulla Lippert e 6″ sulla Vollering. Miglior italiana la Paladin, 4° a 10″
06-10-2022
ottobre 7, 2022 by Redazione
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GRAN PIEMONTE
Lo spagnolo Iván García Cortina (Movistar Team) si è imposto nella corsa italiana, Omegna – Beinasco, percorrendo 198 Km in 4h21′44″, alla media di 45.39 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo sloveno Matej Mohoric (Bahrain Victorious) e il francese Alexis Vuillermoz (TotalEnergies). Miglior italiano Edoardo Zambanini (Bahrain Victorious), 4°.
PARIGI – BOURGES
Il belga Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck) si è imposto nella corsa francese, Gien – Bourges, percorrendo 198 Km in 4h19′28″, alla media di 45.786 Km/h. Ha preceduto allo sprint i francesi Arnaud Démare (Groupama-FDJ) e Bryan Coquard (Cofidis). Miglior italiano Luca Mozzato (B&B Hotels-KTM), 6°.
TOUR DE TAIWAN
Il malesiano Mohd Harrif Saleh (Terengganu Polygon Cycling Team) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, circuito di Dapeng Bay, percorrendo 150 Km in 3h11′24″, alla media di 46.969 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Raymond Kreder (Team UKYO SAGAMIHARA) e lo statunitense Luke Lamperti (Trinity Racing). Nessun italiano in gara. L’australiano Benjamin Dyball (Team UKYO SAGAMIHARA) si impone in classifica con 35″ sul britannico Sam Culverwell (Trinity Racing) e 46″ sullo spagnolo Marcos García (KINAN Racing Team)
GRAND PRIX CHANTAL BIYA (Camerun)
Il francese Damien Lapouges (Team France Défense) si è imposto nella terza tappa, Yaoundé – Ebolowa, percorrendo 161 Km in 3h46′47″, alla media di 42.702 Km/h. Ha preceduto di 2″ il camerunense Artuce Jodele Tella (SNH Velo Club) e Florian Smits (Global Cycling Team). Nessun italiano in gara. L’algerino Islam Mansouri (nazionale algerina) è ancora leader della classifica con 20″ su Lapouges e 22″ su Tella