CARUSO VINCE LA PRIMA SFIDA TRA SICILIANI A CALTANISSETTA

aprile 13, 2022 by Redazione  
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Damiano Caruso (selezione nazionale italiana) ha vinto la seconda tappa del Giro di Sicilia vincendo in una volata ristretta sul conterraneo Vincenzo Nibali (Astana Qazaqstan Team) e il lucano Domenico Pozzovivo (Intermarché-Wanty-Gobert). Questa è ora anche la classifica generale della corsa.

La seconda frazione del Giro di Sicilia prevedeva un percorso di 152 chilometri nell’entroterra siciliano con una partenza pianeggiante da Palma di Montechiaro fino a Caltanissetta, con le maggiori difficoltà di giornata concentrate nel finale con la salita di Enna, 4.3 chilometri al 6.1% ai -35, e con gli ultimi otto chilometri quasi interamente al 5% con un piccolo tratto pianeggiante prima dell’ultimo chilometro in salita.
Una frazione che poteva vedere in Vincenzo Albanese (EOLO-Kometa) uno dei favoriti avendo buoni doti di resistenza in salita e spunto veloce, mentre in caso di corsa dura potevano essere i favoriti della classifica finale Damiano Caruso (selezione nazionale italiana) e Vincenzo Nibali (Astana Qazaqstan Team) tra i protagonisti di giornata.

La fuga di giornata prendeva il via solo dopo diversi tentativi quando erano già stati percorsi trenta chilometri e comprendeva Mattias Nordal (Biesse-Carrera), Andres Libardo Mancipe Puin (Colombia Tierra De Atletas Gw Shimano), Yusuke Kadota (Ef Education – Nippo Development Team), Stephen Bassett (Human Powered Health), Alessandro Iacchi (Team Qhubeka), Federico Burchio (Work Service – Vitalcare – Dynatek) e Cristian Rocchetta (Zalf Euromobil Fior). Gli attacchi non finivano però lì con tanti altri tentativi che provavano a far parte della fuga, ma solo il tentativo da parte della coppia Zalf Euromobil Fior Stefano Gandin e Giulio Masotto aveva successo. Il vantaggio di questi fuggitivi veniva controllato intorno ai 3’-3’30” fino agli ultimi cinquanta chilometri, col distacco che calava molto velocemente sulla salita di Enna per via del lavoro della EOLO-Kometa mandando in difficoltà subito la maglia di leader Matteo Malucelli (selezione nazionale italiana) e anche il secondo della generale Matteo Moschetti (Trek-Segafredo). Il gruppo scollinava ad appena 15” da Gandi e Mancipe Puin, ultimi superstiti della fuga, con l’atleta italiano già leader della classifica della montagna che grazie alla fuga odierna aumentava il suo margine sugli avversari, e veniva ripreso per ultimo agli ultimi otto chilometri dopo che il gruppo lo aveva controllato nel tratto di pianura e discesa successiva alla salita di Enna. Proprio in quel momento si generava un attacco da parte di un atleta della Colombia Tierra De Atletas Gw Shimano, seguito immediatamente da Simone Petilli (Intermarché-Wanty-Gobert) e Ben King (Human Powered Health) che venivano ripresi facilmente dal ritmo della selezione nazionale italiana un chilometro dopo, era quindi il turno di un altro atleta della Colombia Tierra De Atletas Gw Shimano a provarci in solitaria, ovvero Cristian David Rico Lemus.
A causa del vento nel gruppo avveniva una caduta che coinvolgeva 6-7 corridori andando però a rallentarne una ventina tra i quali Domenico Pozzovivo (Intermarché-Wanty-Gobert) che doveva fare uno sforzo supplementare per recuperare terreno, mentre il ritmo costante di Alessandro Verre (selezione nazionale italiana), permetteva di chiudere sull’attaccante colombiano a 3.7 chilometri dalla conclusione in un gruppo ridotto a meno di 40 unità.
All’inizio dello strappo finale era Nicola Conci (selezione nazionale italiana) ad accelerare il ritmo portando via il suo capitano Caruso, Nibali e Kenny Elissonde (Trek-Segafredo), oltre ad Alessandro Fedeli che lanciava la volata per Damiano Caruso, mentre Pozzovivo riusciva a rientrare su questo gruppetto negli ultimi 250 metri.
Caruso lanciava la volata negli ultimi 100 metri senza nessuna chance per i rivali, Nibali si doveva accontentare quindi del secondo posto, mentre Pozzovivo del terzo ed Elissonde del quarto.
La vittoria di tappa di Caruso lo rendeva anche leader della classifica generale davanti agli stessi Nibali e Pozzovivo, mentre Filippo Fiorelli (Bardiani-CSF-Faizanè) chiudendo a 3” restava in quarta posizione.
La maggior parte degli atleti attesi per la classifica generale sono arrivati entro dieci secondi dal vincitore di giornata lasciando quindi una classifica ancora corta in vista della terza tappa di domani che vedrà i corridori districarsi su un percorso di 171 chilometri da Realmonte a Piazza Armerina con un percorso vallonato e un breve strappo impegnativo ad appena quattro chilometri dalla conclusione che potrebbe favorire una volata ristretta o un arrivo da finisseur.

Carlo Toniatti.

Il successo di Damiano Caruso a Caltanissetta (Massimo Fulgenzi/SprintCyclingAgency)

Il successo di Damiano Caruso a Caltanissetta (Massimo Fulgenzi/SprintCyclingAgency)

SEPULVEDA, CAPOLAVORO SUL MONTE SPIL. TAPPA E MAGLIA PER L’ARGENTINO

aprile 13, 2022 by Redazione  
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Nella tappa regina del Giro di Turchia 2022, la salita finale del Monte Spil è giudice inappellabile della vittoria di tappa e dà un nuovo volto alla classifica generale. Eduardo Sepulveda (Team Drone Hopper – Androni Giocattoli) scatta a poco meno di 5 km dall’arrivo e va a vincere in solitaria dopo aver atteso il momento giusto per l’attacco. L’argentino è la nuova maglia turchese ed ha la possibilità, guardando l’altimetria della tappe che mancano, di coltivare il sogno della vittoria finale.

Dopo le prime tre tappe, tutte concluse con una volata di gruppo, il Giro di Turchia cambia decisamente registro e chiama all’appello i ciclisti che aspirano alla vittoria finale nella quarta tappa da Smirne a Manisa. Dopo oltre 130 km completamente piatti, verrà affrontata la salita finale verso il Monte Spil,di quasi 14 km ad oltre il 7% di pendenza media. I velocisti saranno inevitabilmente tagliati fuori ed entreranno in scena gli scalatori. Vedremo cosa sapranno fare Nairo Quintana (Team Arkea Samsic) e Jay Vine (Team Alpecin Fenix), tra i nomi più gettonati alla vigilia per la vittoria di tappa ma alle prese con le botte patite nelle cadute delle tappe precedenti. La fuga di giornata, dopo la partenza da Smirne, si formava dopo una decina di km grazie all’azione di otto ciclisti: Simone Bevilacqua (Team EOLO Kometa), Peio Goikoetxea (Team Euskaltel – Euskadi), Serghei Tvetcov (Wildlife Generation Pro Cycling), Elchin Asadov (Sakarya BB Pro Team), Feritcan Samli ed Oguzhan Tiryaki (Spor Toto Cycling Team), Jon Knolle (Saris Rouvy Sauerland Team) e Reinier Honig (China Glory Continental Cycling Team). Dopo 30 km gli otto ciclisti in fuga avevano 3 minuti di vantaggio sul gruppo, nel quale Nairo Quintana aveva un piccolo contrattempo dovuto ad un problema meccanico che richiedeva il cambio bici. Tiryaki vinceva il primo traguardo volante posto al km 45.5. Dopo 75 km il gruppo maglia turchese aveva ridotto il ritardo sui fuggitivi ad 1 minuto e mezzo. Samli si aggiudicava il secondo traguardo volante posto al km 97.7. A 20 km dall’arrivo, in vista della salita conclusiva, il gruppo aveva accelerato e ormai teneva nel mirino la fuga, il cui vantaggio era sceso a 45 secondi. Gli ultimi fuggitivi ad essere ripresi erano Bevilacqua e Goikoetxea proprio sulle primissime rampe della salita. Era il Team Lotto Soudal a fare il forcing in testa al gruppo. A 11 km dall’arrivo il gruppo era forte di una sessantina di ciclisti; si aspettavano le prime accelerazioni per sgranarlo ancora di più. Era proprio Quintana ad aprire le danze a circa 9 km dall’arrivo. Il gruppo di assottigliava immediatamente e nel giro di 3 km restavano in testa una quindicina di ciclisti. A poco meno di 5 km dall’arrivo Eduardo Sepulveda (Team Drone Hopper Androni Giocattoli) scattava facendo il vuoto. Nel giro di qualche centinaio di metri il ciclista argentino distanziava il gruppetto dei migliori di una decina di secondi. La strada spianava leggermente ma subito si impennava negli ultimi 3 km. Il vantaggio dell’argentino era salito a oltre 34 secondi sul gruppetto degli inseguitori. Sepulveda riusciva a conservare un vantaggio di una ventina di secondi negli ultimi 2 km e andava vincere sotto la linea del traguardo con 15 secondi di vantaggio su Patrick Bevin (Team Israel Premier Tech), che regolava il gruppo degli immediati inseguitori davanti a Harm Vanhoucke (Team Lotto Soudal). Quarto era Nairo Quintana mentre chiudeva la top five Jay Vine (Team Alpecin Fenix. Sepulveda ottiene la prima vittoria stagionale ma soprattutto balza al comando della classifica generale vestendo la maglia turchese di leader. L’argentino conduce davanti a Bevin e Vine, staccati rispettivamente di 14 e 25 secondi. Domani è il programma la quinta tappa da Manisa ad Ayvalik di 192 km. Nella prima metà della tappa la strada è piuttosto vallonata, con la presenza di due GPM di terza categoria, ma una volta superato il km 100, non sono presenti ulteriori difficoltà altimetriche per cui i velocisti torneranno a spadroneggiare nella quasi certa volata finale.

Antonio Scarfone

Eduardo Sepulveda vince sul Monte Spil (foto: Getty Images)

Eduardo Sepulveda vince sul Monte Spil (foto: Getty Images)

PHILIPSEN VINCE A SMIRNE E DIVENTA LA NUOVA MAGLIA TURCHESE

aprile 12, 2022 by Redazione  
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La terza volata su tre tappe, dopo due vittorie australiane, questa volta premia il belga Jasper Philipsen (Team Alpecin Fenix), che ha la meglio su Kaden Groves (Team BikeExchange) e Miguel Angel Fernandez (Team Global 6 Cycling). Philipsen è la nuova maglia turchese e domani con l’arrivo in salita di MAnisa entrano finalmente in scena i pretendenti alla vittoria finale.

La terza tappa del Giro di Turchia da Cesme ad Smirne è lunga 123 km e, come le due precedenti, non sembra discostarsi dal solito copione che prevede un arrivo in volata. Un solo GPM di quarta categoria dopo 30 km non sembra infatti una difficoltà insormontabile per i velocisti che pregustano una nuova battaglia all’ultimo colpo di pedale. Kaden Groves (Team BikeExchange) parte da Cesme in maglia turchese e dovrà difenderla dagli inevitabili attacchi sulla linea del traguardo. Un incerottatissimo Nairo Quintana (Team Arkea Samsic) non si arrende a botte e ferite patite nella doppia caduta di ieri e parte comunque mettendo nel mirino la tappa regina di domani con l’arrivo in salita a Manisa. La fuga di giornata si concretizzava intorno al quindicesimo km quando riuscivano ad evadere dal gruppo sei ciclisti: Vitaliy Buts (Sakarya BB Pro Team), Umberto Poli (Team Novo Nordisk), Peio Goikoetxea (Team Euskaltel – Euskadi), Noah Granigan e Scott McGill (Wildlife Generation Pro Cycling) e Leo Bouvier (Team ù tardiBike Aid). McGill vinceva il primo traguardo volante posto al km 17.1, mentre una decina di km più tardi Granigan si aggiudicava l’unico GPM della tappa posto al km 27.5. Il gruppo maglia turchese teneva sempre sotto controllo la fuga, che non superava mai i 2 minuti di vantaggio. McGill vinceva anche il secondo traguardo volante posto al km 81.1. Nel gruppo della maglia turchese era molto attivo il Team Lotto Soudal che si faceva notare in testa a tirare con un instancabile Thomas De Gendt. Granigan era il primo dei fuggitivi che si rialzava e si faceva riprendere dal gruppo a 25 km dall’arrivo. Gli ultimi fuggitivi ad essere ripresi dal gruppo erano Bouvier e McGill a 15 km dalla fine. Nonostante qualche attacco nel finale, tra cui quello del ciclista turco Amhet Orken (Wildlife Generation Pro Cycling). Il gruppo si presentava compatto sotto lo striscione dell’ultimo km, anche se un paio di km prima si registrava una caduta che coinvolgeva una decina di ciclisti tra i quali l’italiano Jakub Mareczko (Team Alpecin Fenix) ed il compagno di squadra Jay Vine, capitano della squadra belga per quanto riguarda la classifica generale. Per fortuna la caduta avveniva all’interno dei 3 km dall’arrivo, per cui i tempi venivano neutralizzati. Nella volata la spuntava Jasper Philipsen (Team Alpecin Fenix) davanti a Kaden Groves (Team BikeExchange) e Miguel Angel Fernandez (Team Global 6 Cycling). Chiudevano la top five Daniel McLay (Team Arkea Samsic) in quarta posizione ed Alberto Dainese (Team DSM) in quinta posizione. Nella top ten era da segnalare anche il nono posto di Filippo Tagliani (Team Drone Hopper – Androni Giocattoli). Philipsen si riscatta prontamente dopo i due secondi posti delle due tappe precedenti ed ottiene la terza vittoria stagionale essersi già imposto nella prima e nella sesta tappa dell’UAE Tour. In classifica generale il belga è anche la nuova maglia turchese con 2 secondi di vantaggio su Groves e 12 secondi di vantaggio su caleb Ewan (team Lotto Soudal). Domani con la quarta tappa si può dire che si deciderà molto del Giro di Turchia 2022 per quanto riguarda la parte alta della classifica generale. Infatti è in programma la Smirne – Manisa con un arrivo in salita di quasi 10 km alla media del 7.7%. Una salita che non ha nulla da invidiare a quelle alpine o pirenaiche ed anzi, se vogliamo fare un confronto, è molto simile per regolarità e pendenza alla prima metà della salita verso il Mont Ventoux, fino a Chalet Reynard. Le cadute di Quintana e Vine, tra i candidati più gettonati per la vittoria della corsa turca, possono aprire nuovi scenari per quanto riguarda i ciclisti da tenere in considerazione e vedremo chi riuscirà a emergere nella lotta per la vittoria di tappa. Di una cosa siamo certi: vincerà uno scalatore.

Antonio Scarfone

Jasper Philipsen vince a Smirne (foto: Getty Images)

Jasper Philipsen vince a Smirne (foto: Getty Images)

MATTEO MALUCELLI VINCE LA PRIMA TAPPA AL GIRO DI SICILIA

aprile 12, 2022 by Redazione  
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Matteo Malucelli (Selezione nazionale italiana) ha vinto la prima tappa del Giro di Sicilia battendo in volata Matteo Moschetti (Trek- Segafredo) e Filippo Fiorelli (Bardiani-CSF-Faizanè). Malucelli ha conquistato anche la prima maglia di leader.

La terza edizione del Giro di Sicilia presentava un percorso impegnativo con una tappa iniziale per velocisti, seguita da due tappe mosse e la tappa conclusiva sul Monte Etna.
Il favorito d’obbligo era l’ex vincitore Vincenzo Nibali (Astana Qazaqstan Team), che nonostante il difficile inizio di stagione sicuramente voleva colpire nella sua terra.
I principali avversari erano Jefferson Alexander Cepeda (Drone Hopper – Androni Giocattoli), Diego Rosa (EOLO-Kometa), Louis Meintjes e Domenico Pozzovivo (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux), Kenny Elissonde (Trek – Segafredo) e quello che forse era il vero principale avversario, ovvero Damiano Caruso (Selezione nazionale italiana), anche lui pronto a battagliare sulle strade di casa.

La prima tappa presentava un percorso quasi totalmente pianeggiante da Milazzo a Bagheria di 199 chilometri con i favori del pronostico in Matteo Moschetti (Trek- Segafredo), mentre i possibili outsiders erano Matteo Malucelli (Selezione nazionale italiana), Vincenzo Albanese (EOLO-Kometa), Filippo Fiorelli (Bardiani-CSF-Faizanè) e Gerben Thijssen (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux).

La fuga di giornata includeva Michael Belleri (Biesse – Carrera), Nelson Andrés Soto Martinez (Colombia Tierra de Atletas – GW Bicicletas – Shimano), Gabriele Petrelli (Cycling Team Friuli ASD), Alejandro Ropero Molina (EOLO-Kometa), Guido Draghi (Mg.K Vis-Color for Peace-VPM), Stefano Gandin (Team Corratec) e Francesco Zandri (Work Service Vitalcare Vega). Questi corridori guadagnavano un vantaggio massimo di quattro minuti che scendevano sotto gli sforzi di Bardiani-CSF-Faizanè e Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux.
Sullo strappo di Termini Imerese, ai -24, si avvantaggiavano Zandri e Repero per la battaglia nella conquista del GPM. Nei chilometri successivi la fuga si ricompattava ad eccezione di Soto.
In gruppo era la selezione italiana a mantenere un forte ritmo che vedeva la rimonta sui fuggitivi ai -14, quando Petrelli e Belleri ci provavano in coppia, mentre la Bardiani prendeva il comando in gruppo riprendendo il resto della fuga. Nel tratto seguente, mentre Alessandro Monaco (Giotti Victoria – Savini Due) provava senza successo un attacco, il duo di testa manteneva un vantaggio di venti secondi fino agli ultimi otto chilometri, dove era la Trek – Segafredo ad occuparsi dell’inseguimento che alternandosi ad altre squadre riusciva a chiudere su di loro agli ultimi 5 chilometri.
Era quindi la selezione nazionale italiana a controllare il finale fino all’ultimo chilometro, quando la Trek – Segafredo tornava in testa per lanciare lo sprint negli ultimi 200 metri a Moschetti, il quale veniva però saltato all’ultimo da Malucelli, mentre Fiorelli si piazzava al terzo posto.
Per Malucelli è un importante successo dopo essere rimasto appiedato poco più di un mese fa al seguito dei provvedimenti presi durante l’invasione russa d’Ucraina. Infatti la ex Gazprom – Rusvelo, nonostante avesse rimosso gli sponsor incriminati, non sta avendo la possibilità da parte dell’UCI di continuare a gareggiare e la selezione nazionale italiana del CT Daniele Bennati sta aiutando i diversi atleti italiani a correre in diverse corse nelle ultime settimane.

Carlo Toniatti.

Il successo di Maluccelli a Bagheria (Massimo Fulgenzi/SprintCyclingAgency)

Il successo di Maluccelli a Bagheria (Massimo Fulgenzi/SprintCyclingAgency)

12-04-2022

aprile 12, 2022 by Redazione  
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PRESIDENTIAL CYCLING TOUR OF TÜRKIYE

Il belga Jasper Philipsen (Alpecin-Fenix) si è imposto nella terza tappa, Çeşme – Smirne (Karşıyaka), percorrendo 117.9 Km in 2h35′19″, alla media di 45.546 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Kaden Groves (Team BikeExchange-Jayco) e lo spagnolo Miguel Angel Fernandez (Global 6 Cycling). Miglior italiano Alberto Dainese (Team DSM), 5°. Philipsen è il nuovo leader della classifica con 2″ su Groves e 12″ sull’australiano Caleb Ewan (Lotto Soudal). Miglior italiano Filippo Tagliani (Drone Hopper-Androni Giocattoli), 7° a 22″.

GIRO DI SICILIA

L’italiano Matteo Malucelli (nazionale italiana) si è imposto nella prima tappa, Milazzo – Bagheria, percorrendo 199 Km in 4h21′36″, alla media di 45.642 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Matteo Moschetti (Trek-Segafredo) e Filippo Fiorelli (Bardiani CSF Faizanè). Malucelli è il primo leader della classifica con 4″ su Moschetti e 6″ su Fiorelli

PARIS – CAMEMBERT

Il francese Anthony Delaplace (Team Arkéa-Samsic) si è imposto nella corsa francese, Pont-Audemer – Livarot, percorrendo 213.8 Km in 5h12′01″, alla media di 41.113 Km/h. Ha preceduto di 4″ il connazionale Valentin Ferron (TotalEnergies) e di 14″ il connazionale Thibault Ferasse (B&B Hotels-KTM). Miglior italiano Luca Mozzato (B&B Hotels-KTM), 8° a 39″

11-04-2022

aprile 11, 2022 by Redazione  
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PRESIDENTIAL CYCLING TOUR OF TÜRKIYE

L’australiano Kaden Groves (Team BikeExchange-Jayco) si è imposto nella seconda tappa, Selçuk (Efes) – Alaçatı, percorrendo 156.4 Km in 4h02′11″, alla media di 38.748 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Jasper Philipsen (Alpecin-Fenix) e l’irlandese Sam Bennett (BORA-hansgrohe). Miglior italiano Giovanni Leonardi (EOLO-Kometa Cycling Team), 10°. Groves è il nuovo leader della classifica con 2″ su Philipsen e 4″ sul connazionale Caleb Ewan (Lotto Soudal). Miglior italiano Filippo Tagliani (Drone Hopper-Androni Giocattoli), 9° a 14″.

GROVES VINCE LA VOLATA DI ALACATI ED E’ LA NUOVA MAGLIA TURCHESE

aprile 11, 2022 by Redazione  
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Nella più che scontata volata della seconda tappa del Giro di Turchia, Kaden Groves (Team BikeExchange) vince davanti a Jasper Philipsen (Team Alpecin Fenix) e Sam Bennett (Team BORA Hansgrohe). L’australiano è la nuova maglia turchese mentre due cadute nel giro di una trentina di km mettono fuori causa per la classifica generale Nairo Quintana (Team Arkea Samsic).

La seconda tappa del Giro di Turchia 2022 parte da Selçuk e termina ad Alaçati dopo 158 km senza grosse difficoltà altimetriche. Un solo GPM posto ad una quarantina di km dall’arrivo non sembra poter incidere più di tanto sulla scontata volata. Caleb Ewan (Team Lotto Soudal) cerca il bis dopo la vittoria nella prima tappa; l’australiano può inoltre aumentare il proprio vantaggio sugli avversari diretti guadagnando gli abbuoni di tempo all’arrivo. Dopo la partenza da Selçuk, la fuga di giornata si formava al km 17 grazie all’azione di otto ciclisti: Jon Barrenetxea (Team Caja Rural – Seguros RGA), Peio Goikoetxea (Team Euskaltel Euskadi), Angel Fuentes (Team Burgos BH), Julian Lino (Team Bike Aid), Noah Granigan (Wildlife Generation Pro Cycling Team), Cristian Raileanu (Sakarya BB Pro Team), Oleksandr Prevar (Spor Toto Cycling Team) e Nicolas Sessler (Global 6 Cycling Team). Barrenetxea vinceva il primo traguardo intermedio posto al km 37.2 mentre il gruppo della maglia turchese inseguiva a circa 3 minuti di ritardo. Granigan vinceva il successivo traguardo volante posto al km 91.1. Durante la scalata verso l’unico GPM di giornata posto al km 117.1 il gruppo accelerava e diminuiva il suo ritardo nei confronti della fuga. A 38 km dall’arrivo una caduta coinvolgeva Nairo Quintana (Team Arkea Samsic) e Jay Vine (Team Alpecin Fenix), due attesi protagonisti della vittoria finale. Entrambi si rialzavano e rientravano in gruppo dopo circa 5 km. Nel frattempo la fuga si era spezzata in più parti a causa di attacchi e contrattacchi che avevano scosso il gruppo di testa. Granigan in particolare tentava l’azione solitaria e scollinava per primo sull’unico GPM di giornata. Alle sue spalle nei primi metri della discesa si riportava Goikoetxea che rilanciava l’azione e restava in testa da solo. A 27 km dall’arrivo Goikoetxea veniva ripreso ed il gruppo tornava compatto. A 23 km dall’arrivo ci provava Vitaliy Buts (Sakarya BB Pro Cycling Team) ma il ciclista ucraino durava in testa soltanto 3 km, così come Per Munstermann (Team Saris Rouvy Sauerland), ripartito subito dopo ma ripreso altrettanto rapidamente. Era in particolare il Team DSM a tenere l’alta l’andatura in testa alla corsa. Anche il Team Alpecin Fenix si faceva vivo nelle prime posizioni. A circa 4 km dall’arrivo un’altra caduta coinvolgeva Quintana. Il colombiano, pieno di graffi e con la maglia e il pantaloncino evidentemente strappati, sarebbe giunto all’arrivo con 1 minuto e 44 secondi di ritardo. La volata vedeva vincitore Kaden Groves (Team BikeExchange) davanti a Jasper Philipsen (Team Alpecin Fenix) e Sam Bennett (Team BORA Hansgrohe). Chiudevano la top ten Cees Bol (Team DSM) in quarta posizione e Caleb Ewan (Team Lotto Soudal) in quinta posizione. Groves ottiene la seconda vittoria stagionale dopo quella ottenuta nella seconda tappa del Giro di Catalogna e soprattutto balza al comanda della classifica generale diventando la nuova maglia turchese. L’australiano conduce con 2 secondi di vantaggio su Philipsen e con 4 secondi di vantaggio su Ewan. Domani è in programma la terza tappa da Cesme ad Izmir per un totale di 123 km. Un solo GPM di quarta categoria dopo 30 km non sembra, ancora una volta, una difficoltà insormontabile per i velocisti che salvo sorprese si giocheranno di nuovo la vittoria in volata.

Antonio Scarfone

Kaden Groves vince ad Alaçati (foto:Getty Images)

Kaden Groves vince ad Alaçati (foto:Getty Images)

AMSTEL 2022: LE PAGELLE

aprile 11, 2022 by Redazione  
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Dopo il bis di “Kwiato” nell’unica classica del nord disputata nei Paesi Bassi ecco le pagelle dell’Amstel Gold Race 2022

MICHAL KWIATKOWSKI: Il corridore polacco della INEOS Grenadiers ritorna alla vittoria dopo un 2021 avaro. Corre in avanscoperta per proteggere il compagno di squadra Pidcock, poi la corsa prende una piega favorevole e si trova da solo con Cosnefroy in un finale da brivido. Michal prepara la volata nel migliore dei modi nonostante lo spunto più veloce del rivale. Il fotofinish decreta una vittoria meritata per un corridore generoso e dal talento che si era un po’ offuscato nell’ultimo periodo. VOTO: 10

BENOIT COSNEFROY: Il giovane ventiseienne dell’ Ag2r Citröen paga solo l’inesperienza nella volata finale dove soccombe ad un volpone come Kwiatkowski. Il francese corre sempre nelle prime posizioni ed è l’unico che si butta all’inseguimento del polacco. Tanto cuore e coraggio per l’ex campione del mondo under 23. VOTO: 9

TIESJ BENOOT: Nelle ultime stagioni non riesce a trovare lo spunto vincente, raccoglie piazzamenti su piazzamenti, ma di vittorie poche. Prova nel finale a raggiungere da solo il duo di testa Cosnefroy-Kwiatkowski, ma senza successo. Generosità coi tempi sbagliati. VOTO: 7

THOMAS PIDCOCK: Il britannico è in crescita. Prende il via all’Amstel coi gradi di capitano, la corsa però prende un’altra piega e nei chilometri finali si mette a disposizione di Kwiatkowski nel rompere i cambi agli inseguitori. VOTO: 6,5

MATHIEU VAN DER POEL: Il campione olandese partiva coi favori dei pronostici, ma la strada ha detto tutt’altro. Corre bene ma non riesce a fare la differenza. Ogni tanto anche lui ritorna un ciclista normale e si deve accontentare di un semplice quarto posto. VOTO: 6,5

VICTOR CAMPENAERTS: Il belga della Lott-Soudal corre con generosità e grinta che farebbe comodo ad ogni team. Si lancia all’inseguimento dei fuggitivi, li raggiunge e, una volta ripresi dal gruppo, si mette in testa a tirare come un mulo. VOTO: 6,5

ALEXANDER KAMP: Il ciclista danese della Trek-Segafredo si ritrova davanti col primo gruppo inseguitore e prova a giocarsi il tutto per tutto per trovare e prendersi un posto d’onore. Coglie un ottimo quinto posto finale. VOTO: 6

MARC HIRSCHI: Lo svizzero sta tornando sui ritmi del 2020, gara dopo gara. Non trova l’attimo decisivo per entrare nell’azione decisiva di giornata ma c’è, un buon segnale per i prossimi appuntamenti. VOTO: 6

KASPER ASGREEN: Il danese, anche oggi in ombra, chiude al sesto posto dietro il connazionale Kamp, segno di una Quick-Step Alpha Vinyl Team molto deludente in questa prima parte dell’Inferno del Nord. VOTO: 5,5

MICHAEL VALGREN: Il ciclista danese è il capitano di giornata della EF Education-EasyPost- Purtroppo per lui e per il suo team non riesce mai ad entrare nel vivo della corsa. VOTO: 5

MATTEO TRENTIN: Il corridore della UAE Team Emirates chiude al diciassettesimo posto a 1′50” da Kwiatkowski. Non è in formissima ma alla fine è il primo italiano a tagliare il traguardo, non un bel segnale. VOTO: 5

TOM DUMOULIN: Il corridore della Jumbo-Visma voleva onorare al meglio la corsa di casa, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo una condizione atletica e psicologica non proprio ottimale. VOTO: 5

Luigi Giglio

AMSTEL, BIS DI KWIATKOWSKI. COSNEFROY BEFFATO AL FOTOFINISH

aprile 10, 2022 by Redazione  
Filed under 5) AMSTEL GOLD RACE, News

L’Amstel Gold Race 2022 si conclude esattamente come un anno fa con un finale grottesco che vede nuovamente protagonista il fotofinish. Ad alzare le braccia al cielo dopo un paio di minuti di attesa è stato il redivivo Michal Kwiatkowski (Ineos Grenadiers) che ha battuto di pochi centimetri il francese Benoit Cosnefroy (Ag2r Citroen Team) al termine di uno sprint a due. Così come nel 2021, anche questa volta l’analisi del fotofinish ha regalato momenti a dir poco teatrali, con Cosnefroy che ha inizialmente esultato dopo aver ricevuto la comunicazione (errata) della vittoria per poi sprofondare nell’amarezza una volta ufficializzato il trionfo del Polacco. Kwiatkowski ha così potuto festeggiare la sua seconda vittoria all’Amstel dopo quella ottenuta con la maglia iridata nel 2015. Terzo posto per Tiesj Benoot (Team Jumbo-Visma) che è riuscito ad anticipare nel finale il gruppetto inseguitore di cui faceva parte anche il grande favorito della vigilia Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix).

Dopo l’edizione 2021, disputata su un circuito ridotto a causa delle restrizioni dovute alla pandemia, il percorso della classica olandese è tornato ad affrontare l’intera sequenza di brevi strappi che aveva caratterizzato le precedenti edizioni. Lungo i 254,1 km, con partenza a Maastricht ed arrivo a Valkenburg, i corridori erano attesi da ben 33 le cotes, inserite in una serie di circuiti concentrici ed immerse nella campagna del Limburgo.
La fuga di giornata è partita già al km 9 ed è stata animata da Ide Schelling (Bora-Hansgrohe), Owain Doull (EF Education-EasyPost), Johan Jacobs (Movistar Team), Emils Liepens (Trek-Segafrdo), Aaron Van Poucke (Sport Vlaanderen Baloise), Luca Rastelli e Davide Gabburo (Bardiani-CSF-Faizanè). Quest’ultimo si è però ben presto staccato, lasciando in testa alla corsa un drappello di 6 corridori che è riuscito a toccare un vantaggio massimo di circa 5 minuti.
Il gruppo, tirato principalmente dagli uomini dell’Alpecin-Fenix, ha man mano ridotto il vantaggio finchè, ai -96, si è staccato un gruppetto di contrattaccanti formato da Nathan Van Hooydonck (Jumbo-Visma), Victor Campenaerts (Lotto-Soudal) e Ivan Garcia Cortina (Movistar Team). Lo spagnolo di lì a poco si è rialzato, lasciando la coppia belga all’inseguimento dei 5 battistrada (nel frattempo aveva perso contatto Rastelli). L’inseguimento di Van Hooydonck e Campenaerts si è poi concretizzato ai -88, quando la coppia è rientrata sulla testa della corsa andando a formare un gruppetto di 7 battistrada che ha a lungo mantenuto un vantaggio di circa un minuto e mezzo sul gruppo principale.

Una volta entrati negli ultimi 60 km, l’andatura è aumentata sia nel gruppo inseguitore sia nel drappello di testa in cui il più attivo era il belga Nathan Van Hooydonck. A farne le spese sono stati prima Campenaerts e Schelling, che han perso contatto sul Loorberg (ai -58), e poi Emils Liepins che ha invece mollato la presa sul Gulperbergweg (-52). Dietro invece a tirare un gruppo sempre meno folto ed ormai lontano solo 40″ erano ancora i compagni di squadra di Mathieu Van der Poel. Di lì a poco (ai -50) è arrivato lo scatto di Tim Wellens (Lotto-Soudal) a cui si è immediatamente accodato Christophe Laporte (Jumbo-Visma), ma la mancata collaborazione del francese ha fatto finire ben presto l’azione.
Ai -47 il ritmo del gruppo è notevolmente aumentato per effetto del lavoro svolto dagli uomini dell’Ineos e così nel giro di un paio di chilometri (ai -44, sull’Eyserbosweg) i quattri battistrada superstiti sono stati assorbiti. A quel punto il plotone era ridotto ormai a non più di quaranta corridori.

La corsa è definitivamente scoppiata lungo uno dei muri più duri, il Keutenberg, posto ai -35. Il primo (timido) attacco è stato opera di Michal Kwiatkowski, ma non ha sortito particolari effetti. Ben più incisivo il successivo allungo di Tiesj Benoot che ha fatto uscire allo scoperto tutti i favoriti di giornata. Si è così formato un gruppetto che, oltre al belga della Jumbo-Visma, vedeva la presenza di Michal Kwiatkowski e Tom Pidcock della Ineos Grenadiers e poi Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix), Kasper Asgreen (Quick Step Alpha Vinyl), Benoit Cosnefroy (Ag2r Citroen Team), Michael Matthews (Team BikeExchange-Jayco), Marc Hirschi (UAE Team Emirates), Stefan Kung (Groupama-FDJ), Alexander Kamp (Trek-Segafredo) e Dylan Teuns (Bahrain-Victorius). Il nuovo plotoncino di testa ha ben presto guadagnato un margine di sicurezza di 30″ su un gruppo in cui tra gli altri vi erano Matej Mohoric (Bahrain-Victorius), Michael Valgren (EF Education-EasyPost) e Matteo Trentin (UAE Team Emirates) ed ha proceduto senza sussulti fino all’ultimo passaggio sul Cauberg (-24). Proprio lungo lo strappo simbolo della corsa limburghese sono arrivati gli scatti di Hirschi e Pidcock che però non hanno fatto male a nessuno lasciando la situazione inalterata.

L’azione decisiva è venuta fuori poco dopo, in prossimità dell’ultimo passaggio sul traguardo, quando Kwiatkowski ha provato a mettere a frutto la superiorità numerica dell’Ineos allungando sugli altri 10. Il Polacco si è presentato ai piedi della penultima asperità, il Geulhemmerberg, con una decina di secondi sul gruppo inseguitore in cui la collaborazione non era così efficace. E così, ai -19, lungo le rampe del suddetto strappo Benoit Cosnefroy se ne è andato in solitaria, riprendendo nel giro di poche decine di metri il corridore dell’Ineos. A quel punto Pidcock si è reso protagonista di un allungo difficile da comprendere, vista la presenza di un suo compagno di squadra davanti. Il britannico, evidentemente resosi conto dell’errore, si è rialzato proprio mentre in contropiede partiva Dylan Teuns. Il fiammingo si è avvicinato ai due battistrada, ma è poi rimbalzato finendo per essere ripreso ai -15, mentre la coppia di testa aveva portato il vantaggio a 20″. Il gap è ulteriormente cresciuto (fino a 32″) nel tratto di avvicinamento all’ultimo strappo e, nonostante l’accelerazione messa in atto da Marc Hirschi lungo il Bemelerberg (-8), i due battistrada si sono ritrovati a difendere un margine di circa 20″ nei 7000 metri finali, una volta terminate tutte le asperità. Dietro si procedeva a strappi e a poco sono servite un paio di accelerazioni tentate da Van der Poel, non sufficienti ad avvicinare la coppia di testa.

Una volta entrati negli ultimi 1000 metri, il duo di testa ha iniziato guardarsi un pò troppo con Kwiatkowski intenzionato a restare in seconda ruota fino allo sprint finale. E così da dietro c’ha provato di nuovo Benoot. Il belga stavolta è riuscito a sfuggire ai compagni di fuga e si è lanciato nel disperato tentativo di rientrare sulla coppia di testa che aveva rallentato in maniera un pò troppo evidente. Ma a differenza di quanto successo domenica scorsa al Fiandre, stavolta l’aggancio finale non è riuscito e così ai -200 Cosnefroy ha lanciato la sua lunga volata. Kwiatkowski gli è rimasto a ruota uscendo ai -80. Il polacco ha lentamente affiancato il transalpino, superandolo grazie ad un colpo di reni chirurgico, mentre dietro Benoot (a 10″) doveva accontentarsi del gradino più basso del podio. Alle sue spalle Van der Poel ha regolato il gruppetto inseguitore (giunto a 20″) chiudendo 4° davanti a Kamp, Asgreen, Matthews, Kung, Hirschi, Teuns e Pidcock.
Tagliato il traguardo è iniziata la farsa perchè, in attesa del responso ufficiale del fotofinish, un’errata comunicazione di radiocorsa ha scatenato la gioia di un incredulo Cosnefroy, mentre un perplesso Kwiatkowski attendeva l’ufficialità dell’ordine d’arrivo. Un paio di minuti dopo è giunta la classifica ufficiale che invece vedeva vincitore proprio Kwiatkowski. Per il polacco una grande vittoria dopo un lungo periodo in cui i successi e le buone prestazioni erano mancate.

Pierpaolo Gnisci

10-04-2022

aprile 10, 2022 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

AMSTEL GOLD RACE

Il polacco Michal Kwiatkowski (INEOS Grenadiers) si è imposto nella classica olandese, Maastricht – Valkenburg, percorrendo 254.1 Km in 6h01′19″, alla media di 42.196 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Benoît Cosnefroy (AG2R Citroën Team) e di 10″ il belga Tiesj Benoot (Jumbo-Visma). Miglior italiano Matteo Trentin (UAE Team Emirates), 17° a 1′50″

AMSTEL GOLD RACE DONNE

L’italiana Marta Cavalli (FDJ-Nouvelle Aquitaine-Futuroscope) si è imposto nella classica olandese, Maastricht – Valkenburg, percorrendo 128.5 Km in 3h17′45″, alla media di 39.002 Km/h. Ha preceduto di 4″ l’olandese Demi Vollering (Team SD Worx) e la tedesca Liane Lippert (Team DSM)

PRESIDENTIAL CYCLING TOUR OF TÜRKIYE

L’australiano Caleb Ewan (Lotto Soudal) si è imposto nella prima tappa, Bodrum – Kuşadası, percorrendo 202 Km in 4h38′15″, alla media di 43.558 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Jasper Philipsen (Alpecin-Fenix) e l connazionale Kaden Groves (Team BikeExchange-Jayco). Miglior italiano Mirco Maestri (EOLO-Kometa Cycling Team), 7°. Ewan è il primo leader della classifica con 4″ su Philipsen e 6″ su Groves. Miglior italiano Maestri, 7° a 10″.

VUELTA A FORMOSA INTERNACIONAL (Argentina)

L’argentino German Nicolás Tivani (Agrupación Virgen de Fatima) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, circuito di Formosa, percorrendo 98.8 Km in 2h07′53″, alla media di 46.355 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Mauricio Quiroga (Team Formosa) e il panamense Franklin Archibold Castillo (Panamá es Cultura y Valores). Nessun italiano in gara. Tivani si impone in classifica con 28″ sul colombiano Victor Ocampo (Team Medellin-EPM) e 29″ sul panamense Franklin Archibold Castillo (Panamá es Cultura y Valores)

THE PRINCESS MAHA CHACKRI SIRINDHORNS CUP WOMENS TOUR OF THAILAND (Donne)

La thailandese Jutatip Maneephan (nazionale thailandese) si è imposta nella terza ed ultima tappa, circuito di Mukdahan, percorrendo 83.3 Km in 2h06′45″, alla media di 39.432 Km/h. Ha preceduto alle sprint le malesiane Nur Aisyah Mohamad Zubir (nazionale malesiana) e Zhen Yi Yeong (nazionale malesiana). Nessuna italiana in gara. La thailandese Phetdarin Somrat (Thailand Women’s Cycling Team) si impone in classifica con 2′34″ sull’australiana Hannah Seeliger (Cycling Development Foundation) e 2′57″ sulla malesiana Siti Nur Adibah Akma Mohd Fuad (nazionale malesiana)

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