URAGANO JUMBO SULLA PARIGI-NIZZA VINCE LAPORTE, DAVANTI A ROGLIC E WOUT!
Non è così frequente assistere a delle prestazioni di squadra così clamorose e devastanti come quella messa in atto oggi dai corridori della Jumbo-Visma alla Parigi-Nizza. La prima tappa della prestigiosa corsa francese ha visto come protagonisti assoluti gli uomini della formazione olandese che grazie ad un attacco di squadra sull’ultimo strappetto di giornata sono riusciti a fare il vuoto e a dominare la frazione, monopolizzandone il podio. A finalizzare un favoloso lavoro di squadra sono stati Christophe Laporte, Wout van Aert e Primoz Roglic, col francese che ha alzato le braccia al cielo con il benestare dei due più blasonati compagni di squadra. Alle spalle dei calabroni Pierre Latour (TotalEnergies), 4° a 19″, che nel finale ha anticipato il gruppo, decisamente selezionato nei chilometri finali, e giunto a 23 secondi dal trio di testa. Per Laporte anche la soddisfazione di vestire la maglia di leader.
La prima frazione dell’edizione numero 80 della Paris-Nice, con partenza e arrivo a Mantes-la-Ville, proponeva un percorso non durissimo, ma non per questo banale. I primi 130 km, nonostante la presenza di due gpm di 3a categoria poco dopo la partenza, erano prevalentemente piatti. Il finale di tappa era invece decisamente più moviementato e offriva la possibilità ad eventuali attaccanti di evitare la soluzione in volata. Negli ultimi 30 km infatti i corridori erano chiamati ad affrontare in rapida sequenza lo strappo di Boinvillers (sprint intermedio), il primo passaggio sul gpm (3a cat) della Côte de Breuil-Bois-Robert (1,2 km al 6%) e quindi, dopo esser passati per una prima volta sulla linea del traguardo, lo strappetto di Magnanville (secondo traguardo intermedio) e il secondo passaggio sulla Côte de Breuil-Bois-Robert. Dalla cima di quest’ultimo al traguardo mancavano poco meno di 6 km. Una tappa che strizzava l’occhio a finisseur senza escludere dalla contesa le ruote veloci.
La prima fuga di giornata è partita al km 6 per iniziativa del britannico Matthew Holmes (Lotto-Soudal) a cui si è prontamente aggiunto Aimè De Gendt (Intermarchè-Wanty-Goubert Materiaux). La coppia di testa, col beneplacito del gruppo, è riuscita ad guadagnare un buon margine che ha toccato i 3 minuti intorno al km 20. Da li in poi il plotone ha aumentato l’andatura e così il gap si è eroso un pò alla volta scendendo al di sotto dei 2 minuti ai 100 km dal traguardo. L’andazzo non è cambiato nelle fasi successive fino al prevedibilissimo ricongiugimento avvenuto quando all’arrivo mancavano ancora 73 km. Di lì a poco in testa al gruppo è scoppiata la bagarre, promossa da un vento laterale che offriva la possibilità di aprire dei ventagli. La prima violenta accelerazione è stata promossa dagli uomini della Ineos Grenadiers (Omar Fraile in testa) ai -66, con Jumbo e Arkea subito alle spalle. L’azione non è riuscita a spaccare il gruppo e si è esaurita una volta entrati in un piccolo centro abitato. Neanche il tempo di rifiatare e ai -63 è stato il turno dell’Ag2r Citroen, ma anche questa volta il resto del plotone ha reagito rapidamente neutralizzando l’attacco.
A questo punto gli animi si sono un pò placati e il gruppo tirato dagli uomini di Jumbo, Ineos e Groupama, ha proceduto con relativa calma fino ai -47 quando, in concomitanza con una caduta avvenuta nelle retrovie e che ha messo fuori gioco Felix Grossschartner (Bora-Hansgrohe), è arrivato l’attacco di un altro uomo della Lotto-Soudal, Frederik Frison. Al belga si sono poi aggiunti Yevgeny Fedorov (Astana Qazaqstan Team) e Alexis Gougeard (B&B Hotels-KTM) andando a formare un terzetto che è riuscito guadagnare un margine a lungo rimasto attorno ai 50 secondi. Una volta arrivati sullo strappetto che conduceva al traguardo intermedio di Boinvillers (-30) il gruppo ha visibilmente rallentato e ciò ha conesentito ai battistrada di allungare fino ad 1′20″ (ai -28). I fuggitivi hanno mantenuto un vantaggio superiore ad 1′10″ finchè in testa al gruppo non sono giunti gli uomini della Quick Step Alpha Vynil e della Jumbo-Visma, la cui azione ha fatto rapdiamente scendere il margine al di sotto dei 50 secondi (40″ ai -20). L’inevitabile ricongiungimento si è consumato quando mancavano 11,5 km.
Una volta neutralizzata la seconda fuga di giornata, la Jumbo-Visma ha ulteriormente accelerato, frantumando il gruppo anche grazie ad un pò di vento laterale. Tra i corridori che han perso contatto anche Sonny Colbrelli (Bahrain-Victorius). Il gruppo si è ulteriormente disgregato ai 8,5 km dal traguardo sempre sotto l’impulso degli uomini della Jumbo. Una volta esaurita la sfuriata di Teunissen, in prossimità dell’ultimo gpm è entrato in azione il suo compagno Nathan Van Hooydonck. La progressione del belga ha messo alla frusta il gruppo che si è allungato fino a spezzarsi nuovamente finchè in testa non sono rimasti soltanto 4 uomini, di cui ben tre della formazione olandese: Christophe Laporte con Wout Van Aert e Primoz Roglic a ruota. L’unico avversario rimasto attaccato agli uomini della Jumbo è stato Zdenek Stybar (Quick Step-Alpha Vinyl), ma poco dopo (ai -6) anche il ceco ha dovuto alzare bandiera bianca, dando il via definitivo al trionfo del terzetto giallonero. Il trio ha interpretato gli ultimi km come se fosse una piccola cronosquadre continuando a guadagnare su un gruppo che non ha mai trovato una vera collaborazione. E così i ‘calabroni’ sono giunti sul traguardo a braccia alzate e senza disputare la volata. A passare per primo Christophe Laporte che nei piani iniziali avrebbe dovuto immolarsi alla causa dei due più blasonati compagni di squadra e ha invece ha ricevuto la più bella delle ricompense. Dietro di lui Roglic e Van Aert a completare un clamoroso quanto sorprendente podio “monocolore”. Pierre Latour (TotalEnergies), 4° a 19″, ha anticipato il gruppo arrivato una manciata di secondi dopo (a 22″) regolato da Mads Pedersen (Trek-Segafredo) davanti a Biniam Girmay (Intermarchè-Wanty-Gobert Materiaux), Ivan Garcia Cortina (Movistar Team), Fred Wright (Bahrain-Victorius), Jasper Philipsen (Alpecin-Fenix) e Florian Senechal (Quick Step Alpha Vinyl).
La classifica generale ricalca quasi fedelmente quella di tappa e vede ovviamente in testa Laporte con 4″ su Roglic, 6″ su Van Aert, 29″ su Latour e 32″ su Pedersen.
Domani è in programma la 2a tappa, da Auffargis ad Orleans per un totale di 159.2 km. Si tratta della frazione più semplice da un punto di vista altimetrico. Ad eccezione di due strappetti da affrontare nei primi 20 km, la tappa sarà quasi completamente piatta e destinata ad una prevedibile volata di gruppo. Ma come sempre bisognerà prestare attenzione alla insidie proposte dal meteo.
Pierpaolo Gnisci
POGACAR ILLUMINA LE STRADE BIANCHE
Una prestazione stellare, inebriante, travolgente. E’ così che possiamo definire il capolavoro odierno di Tadej Pogacar che domina la Strade Bianche sbaragliando la concorrenza con un’azione in solitaria partita quando mancavano ancora 50 km all’arrivo. Lo sloveno ha letteralmente spaccato la corsa grazie ad un attacco arrivato in un tratto in leggera discesa lungo il settore di Monte Sante Marie che ha lasciato gli avversari letteralmente impotenti. Il corridore dell’UAE Team Emirate aggiunge un’altra grande classica (dopo Liegi e Lombardia) ad un palmares impressionante per un corridore di appena 23 anni e mezzo. Alle spalle di Pogacar, l’immortale Alejandro Valverde, 19 anni più vecchio rispetto allo sloveno ma assolutamente non intenzionato ad arrendersi all’incedere del tempo.
La giovane ma già affermatissima classica toscana proponeva un percorso molto simile a quello dello scorso anno: 184 km con partenza e arrivo a Siena e nel mezzo una sequenza di 11 settori di strade bianche (per un totale di 63 km) immerse negli stupendi scenari delle Creste Senesi. La start list pur esseno nobilissima, registrava alcune pesanti assenze tra le quali spiccavano quelle di Mathieu Van der Poel, non ancora rientrato alle corse a causa dei dolori di schiena, e Wout Van Aert che invece sarà in corsa da domani alla Paris-Nice. Idue favoriti della vigilia erano dunque il campione del mondo Julian Alaphilippe (Quick Step-Alpha Vynil) e il solito Tadej Pogacar (UAE Team Emirates).
La fuga è partita immediatamente dopo il via grazie all’azione promossa da 7 corridori: Lilian Calmejane (Ag2r Citroen Team), Davide Martinelli (Astana Qazaqstan Team), Taco Van der Hoorn (Intermarchè-Wanty-Goubert Materiaux), Edoardo Zardini (Drone Hopper-Androni) Simone Bevilacqua (Eolo-Kometa) e il duo del Team DSM formato dai giovani Marco Brenner e Leon Heinschke. Ai corridori sopracitati si sono successivamente (al km 22) aggiunti Samuele Zoccarato (Bardiani-CSF-Faizanè) e Sergio Garcia (Eolo-Kometa). I 9 battistrada hanno guadagnato un vantaggio massimo di circa 4 minuti, dopodichè il margine ha iniziato a diminuire fino ad arrivare a circa 1 minuto all’imbocco del settore n°5, quello di Lucignano d’Asso, il più lungo con i suoi 11,9 km. Proprio lungo tale settore, quando mancavano circa 100 km al traguardo, la corsa ha subito il primo grosso scossone: una folata di vento ha buttato a terra mezzo gruppo. Impressionante il volo di Alaphilppe che è stato catapultato a terra dopo aver toccato la ruota di Stefano Oldani (Alpecin-Fenix). Tra gli altri caduti, alcuni come Tiesj Benoot (Jumbo-Visma) e Michael Matthews (Team BikeExchange-Jayco) sono stati costretti al ritiro, mentre Alejandro Valverde (Movistar Team) e Tadej Pogacar sono stati più fortunati. Lo sloveno è subito risalito in bici, mentre lo spagnolo ha dovuto aspettare qualche chilometro in più prima di rientrare sulla testa del gruppo (o meglio, di quel che restava del gruppo). Chi ha invece fatto molta più fatica è stato Alaphilippe rimasto decisamente attardato. Il campione del mondo è arrivato ad avere quasi 2 minuti di ritardo dal gruppo principale, prima di rientrare ai -75.
I battistrada, che nel frattempo avevano perso diversi componenti viste le defaillances di Martinelli (settore 5), Bevilacqua, Zardini e Garcia (settone 6, Pieve a Salti), sono riusciti a restare in testa per qualche altro km sfruttando il rallentamento del gruppo dopo la maxicaduta. Il loro destino era comunque segnato e così l’azione dei 5 superstiti si è esaurita all’inizio del settore numero 8, quello di Monte Sante Marie, sterrato che ha spesso indirizzato la corsa nelle passate edizioni. Una volta ripresi i fuggitivi, i big si sono portati nelle prime posizioni del gruppo e proprio a quel punto, quando mancavano ancora 50 km al traguardo, è arrivato il colpo del ko inferto da Pogacar. Lo sloveno ha allungato in un tratto in leggera discesa guadagnando subito una manciata di secondi sul gruppo tirato da Alaphilippe, per poi fare il vuoto nel successivo tratto all’insù. Una volta esurita l’azione del campione del mondo, l’andatura del gruppo è calata e così il giovanissimo Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers) ha provato ad evadere con l’intento (assai ardito) di rientrare tutto solo sul fuoriclasse sloveno. All’uscita del settore numero 8 Pogacar vantava un margine di 36″ sull’iberico e 1′07″ su quel che restava del gruppo. Rodriguez è stato poi raggiunto ai -25, quando il vantaggio di Pogacar aveva raggiunto il minuto e mezzo.
Nel successivo tratto, quello di Montaperti, Alaphilippe ha alzato definitivamente bandiera bianca, lasciando il via libera al compagno di squadra Kasper Asgreen che ha forzato l’andatura portando via un gruppetto che comprendeva anche Alejandro Valverde, Quinn Simmons (Trek-Segafredo), Tim Wellens (Lotto-Soudal) e Jonathan Narvaez (Ineos Grenadiers). Ai -20 Wellens ha provato ad anticipare gli altri contrattaccanti con un allungo che è stato però vanificato lungo il tratto numero 10 (Colle Pinzuto), quando Asgreen ha nuovamente accelerato, restando questa volta tutto solo all’inseguimento di Pogacar che poteva comunque difendere ancora un minuto di vantaggio sul danese. Ai -12, lungo l’ultimo settore di sterrato (Le Tolfe), su Asgreen è rientrato Valverde, ma ormai il traguardo era sempre più vicino e i 50 secondi che separavano Pogacar dai due inseguitori erano assolutamente rassicuranti per lo sloveno.
Pogacar ha così trasformato gli ultimissimi km in una vera e propria passerrala in mezzo a due ali di folla. Alle sue spalle, a 37″ il vecchio ma sempre competitivo Valverde che nello strappo finale ha lasciato la compagnia di Kasper Asgreen, terzo a 46″. Ai piedi del podio Attila Valter (Groupama-FDJ) ad 1′07″, Pello Bilbao (Bahrain-Victorius) e Jonathan Narvaes ad 1′09″. Chiudono la top ten Quinn Simmons (ad 1′21″), Wellens (a 1′25″), Simone Petilli (Intermarchè-Wanty-Goubert Materiaux) a 1′35″ e Sergio Higuit (Bora-Hansgrohe).
La stagione, ormai entrata pienamente nel vivo, prosegue con la Parigi-Nizza, a partire da domani, e la Tirreno-Adriatico che invece inizierà lunedì mattina.
Pierpaolo Gnisci

Pogacar doma gli sterrati della Strade Bianche (foto Luca Bettini/SprintCyclingAgency)
05-03-2022
marzo 5, 2022 by Redazione
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STRADE BIANCHE
Lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Siena, percorrendo 184 Km in 4h47′49″, alla media di 38.358 Km/h. Ha preceduto di 37″ lo spagnolo Alejandro Valverde (Movistar Team) e di 46″ il danese Kasper Asgreen (Quick-Step Alpha Vinyl Team). Miglior italiano Simone Petilli (Intermarché-Wanty-Gobert Matériaux), 9° a 1′35″
GRAND PRIX GAZIPAŞA
Il turco Onur Balkan (Sakarya BB Pro Team) si è imposto nella corsa turca, circuito di Gazipaşa, percorrendo 123.6 Km in 2h40′02″, alla media di 46.34 Km/h. Ha preceduto allo sprint il malesiano Irwandie Lakasek (Terengganu Polygon Cycling Team) e il kazako Yevgeniy Gidich (Astana Qazaqstan Team). Nessun italiano in gara
STRADE BIANCHE DONNE
La belga Lotte Kopecky (Team SD Worx) si è imposta nella corsa italiana, circuito di Siena, percorrendo 136 Km in 3h59′14″, alla media di 34.109 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Annemiek van Vleuten (Movistar Team) e di 10″ la sudafricana Ashleigh Moolman-Pasio (Team SD Worx). Miglior italiana Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo), 8° a 29″.
EASYTOYS BLOEIZONE FRYSLÂN TOUR (Paesi Bassi) (Donne)
L’italiana Rachele Barbieri (Liv Racing Xstra) si è imposta nella terza ed ultima tappa, circuito di Drachten, percorrendo 137 Km in 3h30′32″, alla media di 39.044 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiana Martina Fidanza (Ceratizit-WNT Pro Cycling) e la francese Elodie Le Bail (St Michel-Auber 93). L’olandese Ellen van Dijk (Trek – Segafredo) si impone in classifica con 7″ sulla connazionale Riejanne Markus (Team Jumbo-Visma) e 30″ sull’elvetica Marlen Reusser (Team SD Worx). Miglior italiana Elena Cecchini (Team SD Worx), 18° a 1′24″
GRAND PRIX GAZIPAŞA DONNE
L’ucraina Olga Shekel (nazionale ucraina) si è imposta nella corsa turca, circuito di Gazipaşa, percorrendo 95.7 Km in 2h20′11″, alla media di 40.961 Km/h. Ha preceduto allo sprint la connazionale Yuliia Biriukova (nazionale ucraina) e l’uzbeka Yanina Kuskova (Tashkent City Women Cycling Team). Nessuna italiana in gara
04-03-2022
marzo 4, 2022 by Redazione
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EASYTOYS BLOEIZONE FRYSLÂN TOUR (Paesi Bassi) (Donne)
L’olandese Lonneke Uneken (Team SD Worx) si è imposta nella seconda tappa, Eastermar – Bakkeveen, percorrendo 135 Km in 3h32′17″, alla media di 38.157 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiana Chloe Hosking (Trek-Segafredo) e la britannica Alice Barnes (CANYON//SRAM Racing). Miglior italiana Rachele Barbieri (Liv Racing Xstra), 5a. L’olandese Ellen van Dijk (Trek – Segafredo) è ancora leader della classifica con 7″ sulla connazionale Riejanne Markus (Team Jumbo-Visma) e 30″ sull’elvetica Marlen Reusser (Team SD Worx). Miglior italiana Elena Cecchini (Team SD Worx), 18° a 1′24″
03-03-2022
marzo 3, 2022 by Redazione
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EASYTOYS BLOEIZONE FRYSLÂN TOUR (Paesi Bassi) (Donne)
L’olandese Ellen van Dijk (Trek – Segafredo) si è imposta nella prima tappa, circuito a cronometro di Surhuisterveen, percorrendo 14.4 Km in 18′34″, alla media di 46.535 Km/h. Ha preceduto di 7″ la connazionale Riejanne Markus (Team Jumbo-Visma) e di 25″ l’elvetica Marlen Reusser (Team SD Worx). Miglior italiana Elena Cecchini (Team SD Worx), 20° a 1′19″. La Van Dijk (Trek – Segafredo) è la prima leader della classifica con 7″ sulla Markus e 25″ sulla Reusser. Miglior italiana la Cecchini, 20° a 1′19″
02-03-2022
marzo 3, 2022 by Redazione
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TROFEO LAIGUEGLIA
Lo sloveno Jan Polanc (UAE Team Emirates) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Laigueglia, percorrendo 202 Km in 5h02′25″, alla media di 40.077 Km/h. Ha preceduto di 2″ lo spagnolo Juan Ayuso (UAE Team Emirates) e l’italiano Alessandro Covi (UAE Team Emirates)
TROFEJ UMAG – UMAG TROPHY
L’austriaco Daniel Auer (WSA KTM Graz p/b Leomo) si è imposta nella corsa croata, circuito di Umago, percorrendo 154 Km in 3h27′12″, alla media di 44.595 Km/h. Ha preceduto di 1″ il ceco Tomas Barta (ATT Investments) e il serbo Dusan Rajovic (Team Corratec). Miglior italiano Enrico Zanoncello (Bardiani CSF Faizanè), 6° a 1″.
JAN POLANC LANCIA LA TRIPLETTA DELL’UAE TEAM EMIRATES AL TROFEO LAIGUEGLIA!
A sorpresa l’uomo che non ti aspetti è Jan Polanc (UAE Team Emirates) a far suo il Trofeo Laigueglia 2022 grazie alla capacità di sfruttare la superiorità numerica in casa emiratina con la complicità dei compagni di squadra Alessandro Covi e Juan Ayuso che “intrappolano” Lorenzo Rota (Intermarché-Wanty-Gobert) e favoriscono lo scatto decisivo dello sloveno.
La corsa del Trofeo Laigueglia 202 km di corsa apre di fatto la stagione ciclistica nostrana con partenza e arrivo a Laigueglia e numerose salite da affrontare come quella di Bezzo, di Vendone, di Paravenna, di Testico, per arrivare ai classici quattro giri del circuito finale impreziosito dalle asperità di Colla Micheri e Capo Mele. Dopo 10 Km di corsa il primo allungo vede protagonista Federico Burchio (Work Service Vitalcare Vega) ripreso in un amen ci riprovano Miguel Heidemann (B&B Hotels – KTM) e Lorenzo Ginestra (Work Service – Vitalcare – Dynatek) i quali vengono successivamente raggiunti da Gil Gelders (Bingoal Pauwels Sauces WB), Mattia Bais (Drone Hopper – Androni Giocattoli), Francesco Busatto (General Store – Essegibi – F.Lli Curia) e Alessandro Iacchi (Team Qhubeka). Il sestetto resta compatto fino all’imbocco della salita di Bezzo ma pian piano viene assorbito dal gruppo dal quale si sganciano Lorenzo Roda (Biesse-Carrera), Riccardo Tosin (General Store – Essegibi – F.Lli Curia) e Jacopo Cortese (Mg.K Vis Colors For Peace Vpm), Francesco Carollo (Mg.K Vis Colors For Peace Vpm), Gil Gelders (Bingoal Pauwels Sauces WB). Questa volta il gruppo si rialza, è la fuga che caratterizzerà gran parte della prima ora di corsa con un vantaggio raggiunto dai cinque al comando di 3’:50″ al GPM di Paravenna. Dietro le squadre più attive nell’organizzare il lavoro di recupero sono la Bardiani CSF Faizanè e la Trek – Segafredo. Nel tratto di corsa verso Testico l’andatura in testa al gruppo cambia decisamente, con un vantaggio in testa di 4:40” sono la Ineos Grenadiers e UAE Team Emirates a dare una svolta significativa all’inseguimento con la strada che sale. Sull’ascesa è Roda il primo ad alzare bandiera bianca, steso destino attende i suoi compagni di fuga perché, ormai nel vivo della corsa, il gruppo scollina con 1’:55” di ritardo. La fuga viene annullata al passaggio di Laigueglia, dove il gruppo lanciato ad altissima velocità va addirittura a frazionarsi in più tronconi. Davanti restano in 21: Samuele Battistella, Fabio Felline e Simone Velasco (Astana Qazaqstan), David Gaudu e Matthieu Ladagnous (Groupama-FDJ), Eddie Dunbar, Richie Porte, Salvatore Puccio e Carlos Rodríguez (INEOS Grenadiers), Jan Bakelants, Théo Delacroix, Quinten Hermans, Simone Petilli e Lorenzo Rota (Intermarché-Wanty), Diego Ulissi, Davide Formolo, Ivo Oliveira, Jan Polanc, Alessandro Covi, Joel Suter e Juan Ayuso (l’intera UAE Emirates!) e Lukasz Owsian (Arkéa Samsic).. A sorpresa la Trek – Segafredo non è capace di piazzare un uomo nel gruppetto di testa e quindi è costretta ad inseguire. Cosa non semplice visto il circuito finale ed i veloci tratti in discesi verso la costa ligure. Intanto al primo passaggio da Colla Micheri, Alessandro Covi, tutto solo, prova un attacco in discesa, ma viene successivamente ripreso dal gruppetto una volta arrivati lungo il mare. La seconda ascesa a Colla Micheri vede protagonisti in un nuovo allungo Dunbar, Rodriguez e Formolo, dietro il secondo più immediato gruppo inseguitore tirato sempre dalla Trek – Segafredo si mantiene a 50” di ritardo. In discesa Dunbar, Gaudu, Formolo e Battistella sono coinvolti in una caduta, senza conseguenze gravi, ma che li vede definitivamente tagliati fuori dalla lotta al successo finale. La terza ascesa a Colla Micheri vede sempre il gruppo intorno a 50” di svantaggio, intanto Porte e Ulissi perdono contatto dalla testa della corsa che si fraziona formando davanti un quartetto: Juan Ayuso e Alessandro Covi, Carlos Rodriguez, Lorenzo Rota, agganciati poco dopo da uno straordinario Jan Polanc dando così man forte ai compagni di squadra. E proprio lo sloveno ad attaccare ma viene subito ripreso da un generosissimo Rota che va tutto solo al GPM ad allungare in discesa, su di lui si riportano Covi e Ayuso, poco più dietro cercano di rifarsi sotto Rodriguez e lo stesso Polanc a rifiatare, dopo l’aggancio precedente. Davanti Rota è nella morsa di Covi e Ayuso ma nonostante l’inferiorità numerica è proprio il bergamasco a sembrare il più forte rispondendo presente a tutti gli attacchi portati dai portacolori della UAE Team Emirates. La corsa sembra essere destinata ad uno dei tre in testa, ancora Covi prova uno scatto in discesa verso Laigueglia ma è nuovamente Rota con Ayuso a ruota a stoppare Covi. A questo punto si percepisce che si arriverà in una volata a tre ma, a causa di un eccessivo rallentamento in testa, da dietro spuntano Rodriguez e Polanc con lo sloveno che sfrutta l’incertezza dei tre davanti per involarsi tutto solo verso una vittoria bellissima. Alle sue spalle i compagni restano passivi e parte così poi la volata per le sole posizioni di rincalzo con Covi e Ayuso che superano Rota. E’ tripletta UAE Team Emirates a Laigueglia dopo una corsa frizzantissima che ha visto trionfare l’uomo che non ti aspetti e così essere ripagato dal tanto lavoro messo in strada per i propri capitani.
Antonio Scarfone

Jan Polanc esulta al Trofeo Laigueglia (Foto: Roberto Bettini)
TRENTIN, PRIMO ITALIANO A FAR SUA LE SAMYN
Primo successo italiano ne Le Samyn, la corsa belga che nella sua più che cinquantennale storia non era mai andata ad un corridore di casa nostra. Ad infrangere questo tabù è stato Matteo Trentin che ha così ottenuto la sua prima vittoria di questo 2022.
La prima volta non si scorda mai… e da oggi non ci si potrà scordare del primo successo “made in Italy” ne Le Samyn, la semiclassica belga di inizio stagione che anticipa quella che viene definita la “Campagna del Nord”. A inscrivere per la prima volta un italico nome al primo posto nell’albo d’oro della corsa belga è stato il trentino Matteo Trentin (UAE Team Emirates), che ha avuto la meglio sul gruppetto di otto elementi al quale apparteneva. Un gruppetto questo che era tutto ciò che rimaneva di un gruppo più folto, circa una ventina di elementi, staccatosi dal plotone principale ad una quarantina di chilometri al termine proprio da una prima azione del nostro corridore e che è stato ridotto nel numero sempre dalla grande animosità del trentino.
Che la condizione del portacolori del UAE Team Emirates fosse superiore a quella dei compagni di strada era sotto gli occhi di tutti, anche alla luce di quanto fatto vedere negli appuntamenti precedenti. A salire sul podio con Trentin sono stati il francese Hugo Hofstetter (Team Arkéa Samsic) e il belga Dries De Bondt (Alpecin-Fenix), che aveva lanciato la volata cercando di anticipare tutti. A seguire si sono piazzati Stan Dewulf (AG2R Citroën Team), Loïc Vliegen (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux), Victor Campenaerts (Lotto Soudal), Dries Van Gestel (TotalEnergies), Bert Van Lerberghe (Quick-Step Alpha Vinyl Team). Dopo 4″ Rasmus Tiller (Uno-X Pro Cycling Team) precedendo Arnaud De Lie (Lotto Soudal) ha regolato il primo gruppo inseguitore, forte di una trentina di unità. Undicesimo e quindi fuori dalla TopTen per un nonnulla si è piazzato Andrea Pasqualon (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux), sempre con un ritardo di 4″ dal vincitore. Il trentaquatrenne di Bassano del Grappa che in Belgio ha trovato la sua dimensione era fino a oggi l’unico italiano presente nell’albo d’oro della corsa grazie al terzo posto ottenuto lo scorso anno alle spalle di Tim Merlier e Rasmus Tiller.
“E’ stata per me una gara molto buona, molto dura e corsa in maniera aggressiva dall’inizio alla fine” – ha commentato il primo vincitore italiano della corsa – “L’intenzione della nostra squadra era quella di evitare un epilogo in volata di gruppo. Gli attacchi sono iniziati presto, io sono uscito dal plotone inizialmente in un drappello di 25 atleti che si è gradualmente ridotto a poche unità. Oggi ho voluto e sono riuscito a fare la corsa, invece che inseguire, e alla fine questo atteggiamento ha pagato bene”.
Mario Prato

Matteo Trentin vince l'edizione 2022 della Le Samyn, primo italiano a imporsi nella corsa belga (foto Nico Vereecken/PN/SprintCyclingAgency)
01-03-2022
marzo 1, 2022 by Redazione
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LE SAMYN
L’italiano Matteo Trentin (UAE Team Emirates) si è imposto nella corsa belga, Quaregnon – Dour, percorrendo 209 Km in 4h49′29″, alla media di 43.319 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Hugo Hofstetter (Team Arkéa-Samsic) e il belga Dries De Bondt (Alpecin-Fenix)
LE SAMYN DES DAMES
La danese Emma Norsgaard (Movistar Team) si è imposta nella corsa belga, Quaregnon – Dour, percorrendo 99.4 Km in 2h36′17″, alla media di 38.161 Km/h. Ha preceduto allo sprint le italiane Chiara Consonni (Valcar-Travel & Service) e Vittoria Guazzini (FDJ-Nouvelle Aquitaine-Futuroscope)
BRIVIDI DI SANREMO
marzo 1, 2022 by Redazione
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Archiviato il festival musicale è ora di passare a ben altri “brividi”, quelli che ogni anno gli appassionati di ciclismo provano con l’avvicinarsi della Milano-Sanremo. L’edizione 2022 della Classicissima scatterà ufficialmente alle 9.50 di sabato 19 marzo, ma in realtà i primi rombi dei motori dei corridori interessati alla vittoria cominceranno a udirsi un paio di settimane prima. Come sempre, infatti, Parigi-Nizza e Tirreno-Adriatico costituiranno ideali palestre d’avvicinamento alla Sanremo e quest’anno, per la prima volta nella storia, procederanno affiancante per la decisione di sovrapporle totalmente in calendario e lasciare una settimana di stacco prima del “mondiale di primavera”.
Anche per gli appassionati di ciclismo la Sanremo è un po’ come il Festival, si tira dietro quell’aura magica che la caratterizza e si contano i giorni che mancano alla partenza, anche se nel ciclismo moderno il suo percorso storico non è più una garanzia di successo come un tempo. Quest’anno, però, ci saranno un po’ di novità in vista per quel che riguarderà la settimana precedente, a causa dell’anticipo in calendario della Tirreno-Adriatico e del trasloco a metà mese della Milano-Torino, spostata proprio per colmare il vuoto venutosi a creare tra la fine della Corsa dei Due Mari e il 19 marzo 2022. Infatti, quest’anno la Classicissima tornerà (ma solo per questa edizione) a disputarsi in quella che dal 1936 al 1977 fu la tradizionale data di svolgimento della Milano-Sanremo, successivamente svoltasi il sabato più prossimo al giorno di San Giuseppe.
La prima corsa italiana del calendario 2022 si disputerà il 2 marzo e, come tradizione, a fare da apripista alle nostre gare sarà il Trofeo Laigueglia, la cui 59a edizione si svolgerà sul medesimo tracciato di quella dello scorso anno, conquistata dall’olandese Bauke Mollema e caratterizzata dal circuito che prevede di ripetere per cinque volte la salita della Colla Micheri (2 Km all’8.2%), mentre nel tratto d’avvicinamento alle fasi decisive dovranno essere affrontare le due ascese storiche della corsa ligure, la Cima Paravenna (6.7 Km al 5.7%) e il Testico (7.2 Km al 4.5%), letteralmente relegate in un angolo nelle edizioni più recenti.
La prima prova World Tour “Made in Italy” sarà la Strade Bianche del 5 marzo e anche in questo caso si è stabilito di confermare il tracciato che lo scorso anno vide imporsi Mathieu van der Poel dopo aver percorso nella nervosa geografia delle Crete Senesi 184 Km dei quali 63 su strade sterrate, suddivisi in undici settori il più celebre e impegnativo dei quali è quello di Monte Sante Marie, lungo più di 11 Km.
Il giorno successivo comincerà la marcia d’avvicinamento alla Sanremo poiché prenderà il via l’80a edizione della Parigi-Nizza, che quest’anno – ecco la prima novità in calendario – si svolgerà in quasi totale sovrapposizione con la Tirreno-Adriatico dopo la decisione di far arretrare la corsa italiana di tre giorni, in modo che entrambe terminino la domenica precedente la Classicissima. L’unica tappa della corsa francese a non “scontrarsi” con la Tirreno sarà quella d’apertura, disegnata in circuito nei dintorni di Mantes-la-Ville, cittadina situata una 50 Km di chilometri a nord ovest della capitale francese: a contendersi la prima maglia gialla di leader della classifica saranno i velocisti, che però dovranno fare “spallate” con i finisseur per la presenza di una “côte” di 3a categoria da superare due volte nel finale, l’ultima a meno di 6 Km dal traguardo. Decisamente più tarata sulle “corde” degli sprinter sarà la successiva Auffargis – Orléans, quasi totalmente priva di difficoltà altimetriche ma comunque insidiosa perché si snoderà negli sconfinati spazi pianeggianti a sud di Parigi, che a marzo sono spesso battuti da un forte vento, molte volte risultato decisivo ai fini non solo della vittoria di tappa, ma anche e soprattutto ai fini della vittoria finale. Non è un caso che, in questi ultimi anni, molti corridori di primo piano abbiano preferito schierarsi al via della più mediterranea Tirreno-Adriatico, scelta anche per il minor rischio di buscare malanni (è capitato spesso di incontrare la neve nella corsa francese) che possano compromettere il raggiungimento dei prossimi obiettivi di stagione. Il trittico iniziale di tappe riservate ai velocisti si completerà con la Vierzon – Dun-le-Palestel, anche questa movimentata da alcune collinette nel finale, poi entreranno per la prima volta in azione i corridori che punteranno al successo finale nella tappa a cronometro che l’indomani si svolgerà tra Domérat e Montluçon, collegate da un tracciato di poco più di 13 Km scorrevole ma non troppo, con qualche lieve ondulazione in partenza e nella fase centrale mentre in decisa ascesa si svolgeranno gli ultimi 800 metri, caratterizzati da una pendenza media del 6.7%. Salite più consistenti si affronteranno ventiquattrore più tardi nel corso della Saint-Just-Saint-Rambert – Saint-Sauveur-de-Montagut, che porterà il gruppo fino ai quasi 1200 metri del Col de la Croix-de-Chabouret (9.8 Km al 6.6%) subito dopo la partenza, mentre i momenti più interessanti si vivranno a una quarantina di chilometri della conclusione, al momento d’imboccare i 7.6 Km all’8.3% del Col de la Mûre, salita che sarà intitolata al francese René Privat (scomparso nel 1995), il corridore che nel 1960 vinse la prima edizione della Sanremo con il Poggio. Una “struttura” simile, ma con salite più facili, presenterà la seguente Courthézon – Aubagne, che dall’alto dei suoi 214 Km sarà la tappa più lunga di questa edizione, occasione d’oro per i cacciatori di tappe mentre i corridori che puntano alla classifica con tutta probabilità preferiranno risparmiarsi per le ultime due frazioni, le più impegnative. La prima sarà l’immancabile tappa d’alta montagna che, dopo la partenza da Nizza, avrà la meta fissata ai quasi 1600 metri del Col de Turini, scalato dallo stesso versante (15 Km al 7.3%) dove tre anni fa fecero incetta di gloria i corridori colombiani, con Daniel Felipe Martínez che s’imponeva al traguardo e il suo connazionale Egan Bernal che si portava stabilmente al vertice della classifica scalzando il polacco Michał Kwiatkowski. Chiunque esca da questa tappa con la maglia di leader sulle spalle non dovrà, però, considerarsi “arrivato” perché negli ultimi anni in ben tre occasioni (2007, 2018 e 2021) il movimento circuito della tappa conclusiva di Nizza – con l’immancabile ascesa al Col d’Èze (6 Km al 7.6%) – ha scardinato la classifica e un altro paio di volte si è arrivati vicinissimi al ribaltone in extremis.
Il 7 marzo, mentre i partecipanti alla Parigi-Nizza saranno impegnati nella tappa di Orléans, dalla Toscana prenderà le mosse la 57a edizione della Tirreno-Adriatico che, oltre alla novità dell’anticipo in calendario, ne proporrà una seconda in partenza per la decisione degli organizzatori di cancellare la tradizionale cronometro dell’ultimo giorno e di farla disputare alla prima tappa, quando si dovranno percorrere 14 Km sulla filante litoranea della Versilia tra Lido di Camaiore (sede di partenza e arrivo) e Forte dei Marmi, dove si affronteranno le uniche quattro curve previste dal tracciato. La “Corsa dei Due Mari” si fermerà in zona anche per la seconda tappa, che muoverà da Camaiore in direzione di Sovicille dove, superate le collinette che movimenteranno gli ultimi 60 Km, si assisterà al primo dei tre “round” riservati ai velocisti, i quali avranno subito l’occasione per una rivincita il giorno successivo al termine della Murlo – Terni, quando la principale insidia sarà per loro rappresentata dal pavé del rettilineo d’arrivo. La quarta frazione costituirà una classica traversata appenninica, partendo dalle celebri Cascate delle Marmore per arrivare in 202 Km al centro teramano di Bellante, dove si giungerà dopo aver affrontato la salita ai 1115 metri del Valico Torre Fuscello nelle fasi iniziali (8.4 Km al 4.1%) e due giri di un circuito finale di una ventina di chilometri, gli ultimi quattro dei quali in salita al 5.6%. La tappa successiva rappresenterà l’irrinunciabile appuntamento della Tirreno con i muri marchigiani, anche se va detto che quest’anno gli organizzatori non hanno calcato eccessivamente la mano rispetto a quanto visto nelle scorse edizioni e non ci sarà un micidiale muro da ripetere più volte. Nel finale della Sefro – Fermo se ne affronteranno giusto un paio, di quelli che in sede di presentazione della corsa Mauro Vegni ha definito “muri bassi”: quello di Madonna d’Ete (2.2 Km all’8.5%, con gli ultimi 700 metri al 12.2%), quello brevissimo detto del “Ferro” (600 metri al 10.7%) e quello di Via Bellesi a Fermo (900 metri al 12.6% con un picco al 21%) che rappresenterà il tratto iniziale della salita di 3.2 Km, per il resto molto morbida, che condurrà al traguardo. Come alla Parigi-Nizza, anche nella corsa italiana si disputerà al penultimo giorno la tappa di montagna, che non proporrà l’arrivo in salita – un classico delle ultime edizioni – ma che promette comunque selezione e grandi soddisfazioni per gli scalatori per la presenza dell’impegnativa ascesa al Monte Carpegna, corta ma molto impegnativa: i suoi 6 Km al 9.9%, sui quali Marco Pantani “costruì” i suoi trionfi, dovranno essere presi di petto due volte, inseriti nel circuito di circa 20 Km che costituirà il gran finale della decisiva Apecchio – Carpegna. Con il trasloco della crono a inizio corsa la tappa conclusiva di San Benedetto del Tronto prenderà nuovamente il formato della classica passerella finale favorevole ai velocisti, come non accadeva dal 2010 quando sul lungomare della Riviera delle Palme s’impose allo sprint il norvegese Edvald Boasson Hagen.
Sarà una volata che si porterà dietro il lontano aroma della Sanremo, per “avvicinare” la quale la Gazzetta dello Sport – che organizza tutti e tre gli eventi – ha deciso di spostare dall’autunno alla primavera la Milano-Torino, che tornerà così a disputarsi nella sua collocazione storica in calendario e che si svolgerà mercoledì 16 marzo, tre giorni prima della Classicissima. Per non appesantire troppo i corridori in vista della Sanremo s’è stabilito di alleggerire del tutto il tracciato di quella che è la corsa più antica d’Italia (prima edizione disputata nel 1876), togliendo la doppia ascesa al Colle di Superga e proponendo un percorso completamente pianeggiante – a parte qualche raro zampellotto – che in 199 Km condurrà da Magenta a Rivoli, un canovaccio simile a quello dell’edizione 2020, quando si gareggiò tra Mesero e la Palazzina di Caccia di Stupinigi, al cui cospetto s’impose allo sprint il francese Arnaud Démare.
Nessun cambiamento, invece, per la Milano-Sanremo che quest’anno ritroverà il suo classico tracciato di 293 Km dopo la deviazione dello scorso anno sul Colle del Giovo per una frana e un percorso quasi interamente piemontese nel 2020, quando a causa della pandemia si corse ad agosto e i comuni del savonese negarono il passaggio sull’Aurelia nel periodo delle vacanze. Così, dopo una prima parte di tracciato totalmente priva di asperità, il gruppo tornerà ad affrontare dopo tre anni la facile salita al Passo del Turchino (2.5 Km al 5.6%) prima di planare la riviera di ponente e imboccare l’Aurelia in direzione del gran finale, la serie degli storici capi che fanno da preludio ai momenti clou della corsa, le salite alla Cipressa (5.6 Km al 4.1%) e al Poggio (3.7 Km al 3.7%).
Mauro Facoltosi
I SITI WEB DELLA CORSE
Trofeo Laigueglia
https://trofeolaigueglia.wordpress.com/
Strade Bianche
Parigi-Nizza
Tirreno-Adriatico
Milano-Torino
Milano-Sanremo