PARIS-NICE: ROGLIC RESISTE A SIMON YATES E CONQUISTA LA CORSA. MONUMENTALE VAN AERT

marzo 13, 2022 by Redazione  
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La tappa finale della Paris-Nice non delude le aspettative e regala spettacolo, pur senza riservare il ’solito’ ribaltone. Primoz Roglic (Jumbo-Visma) riesce quindi finalmente a portare a casa la prestigiosa corsa a tappe francese che un anno fa gli era sfuggita proprio all’ultima tappa dopo averla dominata in lungo e in largo. Anche questa volta però per lo sloveno non sono mancati i rischi grazie all’azione di Simon Yates (Team BikeExchange), vincitore della tappa odierna che ha messo in discussione la leadership dello sloveno. Alla fine il britannico si è dovuto ‘accontentare’ della vittoria di tappa e del secondo posto nella classifica generale. Gigantesca la prestazione di Wout Van Aert che ha scortato il compagno di squadra dal primo all’ultimo chilometro.

L’ultima tappa della Corse au Soleil prevedeva l’ormai classico circuito attorno a Nizza infarcito di brevi salite. I km da percorrere erano appena 115 ma presentavano ben 5 gpm e oltre 2000 metri di dislivello. Subito dopo il via di Nizza i corridori erano attesi da una sequenza di ben 3 gpm di 2a categoria, la Cote de Levens (km 21), la Cote de Chateauneuf (km 37) e la Cote de Barre-les-Alpes (km 52). Quindi era il turno della Cote de Peille (6.6 km al 6.9%) posta ai -46 e classificata come gpm di 1a categoria. Infine, al termine della successiva e lunghissima discesa, iniziava l’ultimo gpm, il Col d’Eze, stavolta affrontato da un versante inedito (6,1 km al 7,6%) caratterizzato da un chilometro centrale durissimo (al 12.6 %). Dalla cima dell’ultima ascesa all’arrivo posto in Promenade des Anglais mancavano appena 16 km, quasi tutti in discesa ad eccezione degli ultimi 2500 m pianeggianti. Una tappa molto insidiosa che nel corso delle ultime stagioni ha spesso contribuito a ribaltare l’esito della corsa francese.

Nonostante il maltempo (pioggia e freddo sin dalla partenza) la bagarre è partita subito dopo il via ufficiale ed è continuata per diversi chilometri. Nessuno dei vari tentativi di fuga è però riuscito ad andare via a causa dell’alto ritmo del gruppo, tirato nelle fasi iniziali da Thomas De Gendt (Lotto-Soudal). Il plotone ha così approcciato la prima salita di giornata, il gpm di 2a categoria de la Cote de Levens (6.3 km al 5.8%) posto al km 21, sotto l’impulso di Wout Van Aert (Jumbo-Visma). L’andatura imposta dal campione belga ha messo in difficoltà diversi uomini, che han man mano perso contatto dal plotone. Tra questi ben sette corridori hanno alzato bandiera bianca poco dopo andandosi ad aggiungere agli 8 non partenti (tra cui De La Cruz, 11° in classifica).
Poco dopo il passaggio sul gpm, vinto da Quentin Pacher (Groupama-FDJ), è giunto l’attacco di Bauke Mollema (Trek-Segafred) a cui nel giro di poche pedalate si sono aggiunti Wout Van Aert e Fabio Felline (Astana Qazaqstan Team). Qualche centianaio di metri più tardi, poco prima del traguardo volante di Levens (km 25.8) vinto da Van Aert, sul terzetto sono rinvenuti altri 8 uomini: Conor Swift (Arkea-Samsic), Soren Kragh Andersen (Team DSM), Omar Fraile e Andrey Amador (Ineos Grenadiers), Guillaume Martin (Cofidis), Gorka Izagirre (Movistar Team), Alex Kirsch (Trek-Segafredo) e Stefan Kung (Groupama-FDJ). I 10 battistrada (Van Aert si era rialzato subito dopo il traguardo volante) non hanno però mai guadagnato un margine significativo ed il loro tentativo è e stato neutralizzato ai -87, poco prima dell’inizio della seconda salita di giornata, la Cote de Chateauneuf (5.4 km al 4.5%) posta al km 37. Il ritmo imposto dalla Jumbo-Visma lungo l’ascesa ha impedito ulteriori attacchi consentendo a Pacher di conquistare anche il secondo gpm.

La situazione è rimasta inalterata, con gli uomini giallo-neri a guidare il plotone, anche lungo la discesa e nella successiva salita, il gpm di 2a categoria di Cote de Barre-les-Alpes (km 52). L’andatatura della Jumbo-Visma però ha notevolmente selezionato il gruppo principale che, in cima alla cote, era ormai ridotto a non più di una trentina di unità. Lungo la discesa è iniziato il calvario di Pierre Latour (Totalnergies) che ha prima forato e poi ha dovuto cambiare la bici, perdendo irrimediabilmente terreno dal gruppo maglia gialla, sempre tirato dai generosissimi Rohan Dennis e Steven Kruijswijk (Jumbo-Visma). La situazione è finalmente mutata lungo la salita de la Cote de Peille, quando gli uomini della Ineos Grenadiers (in evidenza Omar Fraile) hanno preso la testa del gruppo, aumentando ancora di più la velocità. Il guppetto maglia gialla di conseguenza si è ulteriormente frantumato finchè, quando mancavano 3,2 km alla vetta, non è partito Daniel Martinez (Ineos Grenadiers). Sulle sue ruote si è subito riportato Nairo Quintana (Arkea-Samsic) seguito poi dal duo Jumbo formato da Primoz Roglic e Wout Van Aert e da Simon Yates (Team BikeExchange). Il nuovo quintetto di testa è stato letteralmente trainato da Wout Van Aert che ha continuato ad imprimere un’andatura sostenuta fino allo scollinamento. Alle spalle dei battistrada nel frattempo si era formato un terzetto composto da Adam Yates (Ineos Grenadiers), Andreas Leknessund (Team DSM) e Brandon McNulty (UAE Team Emirates) che è stato poi ripreso poco prima dello scollinamento da un ulteriore drappello, comprendente tra gli altri Jack Haig (Bahrain-Victorius), Ion Izagirre e Guillaume Martin (Cofidis). Il gruppetto inseguitore, forte di una dozzina di corridori, ha scollinato con circa 55″ di ritardo dai 5 battistrada.

Van Aert è rimasto in testa anche nella tratto successivo, una lunga discesa alternata a tratti di falsopiano, mantenendo il distacco stabile intorno al minuto. L’unico momento in cui la maglia verde non è stata in testa al drappello è stato in occasione dello sprint con abbuoni di La Turbie (km 80,5) vinto da Yates davanti a Martinez e allo stesso Van Aert. Una manciata di chilometri più tardi, Daniel Martinez è stato vittima di una foratura che gli ha fatto perdere oltre 40″ estromettendolo dalla corsa per la tappa. Il colombiano ha provato un disperato recupero, ma alla fine si è dovuto arrendere al ritorno del gruppo inseguitore una volta entrati a Nizza per imboccare l’ascesa verso il Col d’Eze. Sulle prime rampe dell’ultima salita di giornata, Nairo Quintana ha preso la testa del gruppetto, evidentemente deciso a difendere il margine sugli inseguitori (circa 45″) che gli avrebbe consentito di salire sul podio. Ai 4300 metri dalla vetta il colombiano è partito in maniera decisa trascinandosi dietro Yates e Roglic, mentre Van Aert ha impiegato qualche metro in più prima di rientrare. Sul successivo rallentamento è però partito Simon Yates e questa volta nessuno è riuscito a reggere lo scatto. Yates ha guadagnato rapidamente una quindicina di secondi, approfittando del tratto più duro della salita. Roglic è invece andato in difficoltà, restando in compagnia di Quintana e Van Aert, col belga tornato a scandire il ritmo a favore del compagno di squadra. Il campione belga ha letteralmente scortato fino in cima un Roglic in leggera crisi, mentre Quintana ha perso contatto ai -2 dalla vetta. Allo scollinamento il duo della Jumbo è transitato con un distacco di 24″. Dietro di loro Nairo Quintana e quindi un terzetto formato da Daniel Martinez, Brandon McNulty e Guillaume Martin transitato con 1′20″.

Il distacco di Roglic e Van Aert è lentamente diminuito lungo la discesa, scendendo sotto i 10″ ai 5500 metri dal traguardo, ma Simon Yates ha saputo stringere i denti difendendo il risicatissimo margine fino al traguardo. Per il britannico prima vittoria stagionale davanti a Van Aert e Roglic, giunti a 9″. Quarto posto per McNulty che ha regolato un gruppetto di undici unità arrivato a 1′44″, battendo nell’ordine Soren Kragh Andersen (Team DSM), Stefan Kung (Groupama-FDJ), Aurelien Paret-Peintre (Ag2r Citroen Team), Adam Yates (Ineos Grenadiers), Wout Poels (Bahrain-Victorius), Ion Izagirre (Cofidisi) e Jack Haig (Bahrain-Victorius).
La classifica generale vede il trionfo di Primoz Roglic che ha battuto Simon Yates (Team BikeExchange-Jayco), arrivato a 29″, e Daniel Martinez (Ineos Grenadiers) che è riuscito a difendere il podio (a 2′37″). Quarta posizione per un altro uomo della Ineos, Adam Yates (a 3′29″), davanti a Nairo Quintana (Arkea-Samsic), 5° a 3′43″, e Jack Haig (Bahrain-Victorius), 6° a 3′51″. Completano la top ten Ion Izagirre (Cofidis) a 4′32″, Joao Almeida (UAE Team Emirates) a 5′43″, Guillaume Martin (Cofidis) a 5′48″ e Aurelien Paret-Peintre (Ag2r Citroen Team) a 6′32″.

Per Roglic si tratta della 15a vittoria nella classifica generale di una corsa a tappe, una bella rivincita dopo la disfatta del 2021. Una vittoria ottenuta grazie anche al grandissimo supporto offerto da un generosissimo Wout Van Aert che ha saputo limitare i danni nel momento di maggiore difficoltà per lo sloveno.

Pierpaolo Gnisci

Roglic resiste e conquista la Parigi-Nizza (fonte:Getty Images Sport)

Roglic resiste e conquista la Parigi-Nizza (fonte:Getty Images Sport)

TADEJ POGACAR INFIAMMA IL MONTE CARPEGNA, VITTORIA DA PROTAGONISTA!

marzo 12, 2022 by Redazione  
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Incontenibile Tadej Pogar (UAE Team Emirates) alla Tirreno Adriatico 2022, lo sloveno in maglia azzurra domina la tappa regina della Corsa dei due Mari, spiana, tutto solo, la doppia ascesa al Monte Carpegna ed ipoteca il successo finale. Devono alzare bandiera bianca e limitare i danni Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma), Mikel Landa (Bahrain Victorious) e Richie Porte (Ineos Grenadiers).

La tappa decisiva della Tirreno Adriatico parte da Apecchio e termina a Carpegna dopo 215 km. La doppia scalata del Monte Carpegna sarà il momento clou non solo della tappa odierna ma di tutta la Corsa dei due Mari. Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) ha 9 secondi di vantaggio su Remco Evenepoel (Team Quick Step Alpha Vinyl) ma alle loro spalle forti scalatori come Miguel Angel Lopez (Team Astana Qazaqstan), Giulio Ciccone (Team Trek Segafredo), Richie Porte (team INEOS), Mikel Landa (Team Bahrain Victorious), Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma), per dirne alcuni, daranno filo da torcere alle due stelle più brillanti presenti alla breve corsa italiana. La tappa tanto attesa della Tirreno Adriatico offre fin da subito un tentativo di fuga, a provarci sono Benoit Cosnefroy (Ag2r Citroën Team), Marco Haller (Bora – Hansgrohe), Davide Bais (Eolo-Kometa Cycling Team) e Alexander Konychev (Team BikeExchange – Jayco), per loro già dopo il Km 20 di corsa il vantaggio è di 45” con la UAE Team Emirates che lascia fare. Qualche chilometro dopo un nuovo allungo in testa al gruppo che insegue è piazzato dal campione del mondo Julian Alaphilippe (Quick-Step Alpha Vinyl). Il francese inizialmente porta via con sé un gruppetto ma vengono subito ripresi. Poco dopo è ancora Alaphilippe a muoversi riuscendo a portarsi sulla testa della corsa insieme a Marco Haller (Bora – Hansgrohe), Alex Aranburu (Movistar Team) , Luis Mas (Movistar Team), Mikkel Honoré (Quick-Step Alpha Vinyl Team) e Quinn Simmons (Trek – Segafredo) quest’ultimo per difendere la maglia della speciale classifica dei GPM. Questi uomini danno linfa ed energie alla fuga iniziale e così nel breve tempo riescono ad avere un vantaggio di ben 4’. Dietro ad inseguire si alternano Trek – Segafredo e Israel – Premier Tech con anche la presenza della UAE Team Emirates. Verso Urbino il vantaggio dei battistrada sale ancora a 5’, ma nel tratto in discesa che porta a Carpegna grazie anche all’apporto della Bahrain – Victorious il gruppo riesce a rosicchiare secondi preziosi. Sulla strada che porta al primo passaggio del Monte Carpegna, salita tanto cara a Marco Pantani, la fuga inizia a perdere elementi, davanti rimangono i più forti: Mas, Aranburu, Alaphilippe, Simmons e Cosnefroy, con il gruppo sempre più vicino, al GPM soltanto 2’ di vantaggio. Il primo acuto nei tratti più duri del Carpegna è di Rafal Majka (UAE Team Emirates) davanti a fare l’andatura in testa al gruppo, mentre in testa Simmons riesce a staccare tutti i compagni di fuga che uno dopo l’altro vengono riassorbiti dal gruppo dei favoriti. Altro scatto da parte di Diego Rosa (Eolo – Kometa), bella da vedere ma con poca efficacia, destinata ad essere subito annullata dal gruppo. La prima scalata al carpegna registra vittime illustri, a pagare è Remco Evenepoel (Quick-Step Alpha Vinyl Team), stessa sorte per Tao Geoghegan Hart (Ineos Grenadiers). In vista dello scollinamento, in testa al gruppo si porta Caruso, che prova a forzare l’andatura, il gruppo dei migliori va così a frazionarsi e prima del nuovo passaggio da Carpegna la testa del gruppo con i migliori va a riprendere Simmons transitato al GPM con appena 20″ di vantaggio. A questo punto è ancora la Bahrain Victorious che prova a far valere la superiorità numerica sganciando Pello Bilbao, ma anche lui viene presto ripreso dagli altri dodici del gruppo maglia azzurra. Il primo a rompere gli indugi quando la strada torna a salire è Landa, che si porta dietro Pogacar, Vingegaard ed Enric Mas, mentre un po’ in affanno Richie Porte (Ineos Grenadiers) prova da solo a riportarsi sul quartetto al comando. A 15 km dall’arrivo ecco la fiammata decisiva di Tadej Pogacar. Alle sue spalle subito il vuoto, nessuno riesce a reagire allo strapotere dello sloveno. Dietro la maglia azzurra si forma la coppia con Landa e Vingegaard ripresi poi anche da Porte. In cima all’ultima salita di giornata Pogacar conserva oltre un minuto e mezzo di vantaggio su Landa, Porte, Mas e Vingeggard, mentre più dietro si trovano Hindley, Pinot e Caruso. Lo sloveno scende in picchiata verso la gloria ed il traguardo finale di Carpegna senza particolari problemi, mentre nel drappello alle sue spalle una rovinosa caduta mette fuori causa Mas e rallenta Richie Porte. Pogacar vince ancora da protagonista sul traguardo di Carpegna, bissando il successo nella seconda tappa di Bellante. In seconda posizione a 1 minuto e 3 secondi di ritardo Vingegaard anticipa Landa, mentre chiudono la top five Porte in quarta posizione ad 1 minuto e 34 secondi di ritardo e Damiano Caruso in quinta posizione a 1 minuto e 49 secondi di ritardo. Evenepoel giunge in tredicesima posizione perdendo 4 minuti da Pogacar. Lo sloveno ipoteca la vittoria della Tirreno Adriatico 2022 e nella passerella di domenica di San Benedetto del Tronto, favorevole ai velocisti, potrà mostrare a tutto il mondo il suo secondo tridente consecutivo.

Antonio Scarfone

Tadej Pogacar vince a Carpegna (foto: Roberto Bettini/Spint Cycling Agency)

Tadej Pogacar vince a Carpegna (foto: Roberto Bettini/Spint Cycling Agency)

12-03-2022

marzo 12, 2022 by Redazione  
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PARIGI-NIZZA

Lo sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma) si è imposto nella settima tappa, Nizza – Col de Turini, percorrendo 155.2 Km in 4h02′47″, alla media di 38.355 Km/h. Ha preceduto allo sprint il colombiano Daniel Felipe Martinez (INEOS Grenadiers) e di 2″ il britannico Simon Yates (Team BikeExchange-Jayco). Miglior italiano Fabio Felline (Astana Qazaqstan Team), 35° a 10′59″. Roglic è ancora leader della classifica con 47″ su Yates e 1′00″ su Martinez. Miglior italiano Felline, 29° a 22′23″.

TIRRENO-ADRIATICO

Lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) si è imposto nella sesta tappa, Apecchio – Carpegna, percorrendo 215 Km in 5h28′57″, alla media di 39.216 Km/h. Ha preceduto di 1′03″ il danese Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) e lo spagnolo Mikel Landa (Bahrain Victorious). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 5° a 1′49″. Pogacar è ancora leader della classifica con 1′52″ su Vingegaard e 2′33″ su Landa. Miglior italiano Caruso, 7° a 3′20″

ISTARSKO PROLJEĆE – ISTRIAN SPRING TROPHY

Il francese Alex Baudin (Swiss Racing Academy) si è imposto nella seconda tappa, Cittanova – Montona, percorrendo 175 Km in 4h09′49″, alla media di 42.031 Km/h. Ha preceduto di 4″ l’ecuadoriano Harold Martin Lopez (Astana Qazaqstan Development Team) e l’elvetico Fabio Christen (EF Education-NIPPO Development). Miglior italiano Gianmarco Garofoli (Astana Qazaqstan Development), 18° a 33″. Lo statunitense Matthew Riccitello (Hagens Berman Axeon) è il nuovo leader della classifica con 15″ su Baudin e 23″ su Christen. Miglior italiano Martin Marcellusi (Bardiani CSF Faizanè), 18° a 1′03″

SOUTH AEGEAN TOUR (Grecia)

Il tedesco Luca Dressler (Team Lotto-Kern Haus) si è imposto nella prima tappa, circuito di Koskinou, percorrendo 172.1 Km in 4h23′25″, alla media di 39.2 Km/h. Ha preceduto allo sprint il canadese Matteo Dal-Cin (Toronto Hustle) e lo statunitense Jared Scott (Aevolo). Miglior italiano Andrea Peron (Team Novo Nordisk), 11° a 1′42″. Dressler è il primo leader della classifica con 4″ su Dal-Cin e 6″ su Scott. Miglior italiano Peron, 12° a 1′52″

RONDE VAN DRENTHE (Donne)

L’olandese Lorena Wiebes (Team DSM) si è imposta nella corsa olandese, Assen – Hoogeveen, percorrendo 155.9 Km in 4h03′31″, alla media di 38.412 Km/h. Ha preceduto di 1″ l’italiana Elisa Balsamo (Trek-Segafredo) e la belga Lotte Kopecky (Team SD Worx)

ROGLIC DOMA IL COL DE TURINI E IPOTECA LA PARIGI-NIZZA

marzo 12, 2022 by Redazione  
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Continua il dominio della Jumbo-Visma nella Parigi-Nizza 2022. Dopo le vittorie di Christophe Laporte nella frazione di apertura e di Wout Van Aert nella cronometro, a centrare il successo nella tappa regina dell’edizione 2022 della “Course au Soleil” è stato lo sloveno Primoz Roglic. In cima ai 1605 m del Col de Turini, il capitano della formazione Neerlandese ha controllato gli attacchi degli avversari e ha poi battuto in uno sprint a due Daniel Martinez (Ineos Grenadiers), rafforzando la leadership nella classifica generale che ora guida con 47″ di vantaggio su Simon Yates (Team BikeExchange-Jayco), oggi terzo a 2″ da Roglic, e 1 minuto proprio su Daniel Martinez. Per lo sloveno una vittoria che ha il sapore dell’ipoteca sulla corsa francese, ma bisognerà comunque prestare molta attenzione nella tappa finale che spesso negli ultimi anni ha saputo riservare sorprese e ribaltoni (e proprio Roglic ne sa qualcosa…).

La 7a tappa della Paris-Nice, con partenza a Nizza e arrivo in vetta al Col de Turini dopo appena 155.2 km, proponeva l’arrivo più duro di quest’edizione, che era stato in forse fino a qualche giorno fa a causa del meteo. I primi 140 km, nonostante la presenza di un gpm di 2a categoria (la Cote de Coursegoules, al km 55), erano prevalentemente pianeggianti e non lasciavano troppo spazio alla fantasia. Poi, una volta superato l’abitato di Lantosque, la strada iniziava ad inerpicarsi lungo le rampe del Col de Turini (15.2 km al 7.2 % di pendenza media) salita destinata a fare da giudice supremo della corsa francese. Particolarmente duri gli ultimi 4 km, costantemente al di sopra del 8%.
Dopo l’ecatombe degli scorsi giorni (ben 44 ritiri nelle prime 6 tappe), anche alla partenza della tappa odierna si sono registrati 7 non partenti, a cui si sono poi sommati altri 7 ritiri nel corso della frazione.

La solita fuga di giornata ha preso corpo subito dopo la partenza da Nizza ed è stata animata da ben 18 corridori: Franck Bonnamour e Alexis Gougeard (B&B Hotels-KTM), Mads Pedersen e Julien Bernard (Trek-Segafredo), David Gaudu, Quentin Pacher e Olivier Le Gac (Groupama-FDJ), Fabio Felline (Astana Qazaqstan Team), Gregor Muhlberger, Ivan Garcia Cortina e Albert Torres (Movistar Team), Julius Van der Berg e Simon Carr (EF Educanion-EasyPost), Cees Bol e Nico Denz (Team DSM),Thomas De Gendt (Lotto-Soudal), Ryan Mullen (Bora-Hansgrohe) e Michael Morkov (Quick Step-Alpha Vinyl). La fuga non ha però mai preso il largo visto il fortissimo interesse da parte di Ineos-Grenadiers e Arkea-Samic a giocarsi la tappa coi rispettivi capitani: Daniel Martinez e Adam Yates da una parte, Nairo Quintana dall’altra. E così il vantaggio non è mai andato oltre i 2 minuti.
La frazione è proceduta senza nessun colpo di scena fino ai piedi della salita finale, approcciata dai superstiti della fuga iniziale con meno di un minuto di vantaggio. Sulle prime rampe dell’ascesa buona parte dei 18 fuggitivi della mattina ha perso terreno e nel giro di pochi chilometri si sono ritrovanti in testa i soli De Gendt, Muhlberger, Pacher e Bonnamour. L’austriaco ha salutato gli ormai ex compagni d’avventura ai -10, tentando una vana resistenza al ritorno impetuoso del gruppo.

Superata la prima metà della salita, nel gruppo della maglia gialla sono arrivate le prime defezioni. Tra queste da segnalare quella di Pierre Latour (TotalEnergies), 3° in classifica generale, staccato già ai -7. Di la poco è arrivato il primo attacco, messo in scena da Adam Yates (Ineos Grenadiers). Primoz Roglic ha reagito immediatamente, riportandosi sul britannico per poi passare al contrattacco. L’unico in grado di tenere l’accelerazione della maglia gialla è stato un altro corridore dell’Ineos, Daniel Martinez. Alle spalle dei due nuovi battistrada si era nel frattempo formato un altro duo, composto da Simon Yates e Nairo Quintana. Le due coppie sono rimaste a lungo distanziate da appena 5″ prima del ricongiungimento avvenuto ai -3. Il nuovo quartetto a quel punto ha iniziato a studiarsi, procedendo a strappi. Poco dopo il cartello dei -2 sono arrivati due scatti di Simon Yates che in entrambi i casi hanno visto la pronta risposta di S.Yates e Roglic, ma non di Quintana che a più riprese si è staccato per poi rientrare in seguito al successivo rallentamento del terzetto. A beneficiare dell’andamento a singhiozzo del gruppo di testa è stato Joao Almeida (UAE Team Emirates) che è addirittura riuscito a rinvenire sui battistrada nel corso dell’ultimo chilometro, quando ormai era chiaro che la tappa si sarebbe decisa allo sprint. Il primo a partire è stato proprio Primoz Roglic che con il suo violento cambio di ritmo non ha lasciato scampo ai quattro rivali. Alle sue spalle Daniel Martinez, l’unico a giungere con lo stesso tempo dello sloveno. Terzo posto per Simon Yates a 2″, mentre Nairo Quintana si è dovuto accontentare del 4° posto a 9″ davanti a Joao Almeida, quinto a 11″. Sesto è l’altro alfiere della UAE, Brandon McNulty (a 25″), seguito da Jack Haig (Bahrain-Victorius) giunto a 27″. Chiudono la top ten Adam Yates, 8° a 29″, Guillaume Martin (Cofidis), 9° a 44″ e Wout Poels (Bahrain-Victorius), 10° a 56″.

La nuova classifica generale vede sempre più saldamente in testa Primoz Roglic, che ora guida con 47″ su Simon Yates ed 1 minuto su Daniel Martinez. Seguono Adam Yates a 1′50″ e Nairo Quintana risalito in quinta poisizione a 2′04″ da Roglic. Quindi troviamo Jack Haig, 6° a 2′12″, Alexandre Vlasov sceso in 7a posizione a 2′22″ e Pierre Latour, crollato a 2′56″. Completano la top ten Ion Izagirre (Cofidis) 9° a 3′13″ e Joao Almeida risalito in decima posizione, a 3′29″.

Domani è in programma l’ottava ed ultima tappa, il classico giro attorno a Nizza con il Col d’Eze a fare da trampolino di lancio in vista dell’arrivo sulla Promenade des Anglais. La frazione, come al solito, sarà molto breve (appena 115.6 km) ma piena di salite. I corridori saranno infatti attesi da ben 5 gpm. Le primi tre salite, la Cote de Levens, la Cote de Chateauneuf e la Cote de Berre-les-Alpes (tutte di 2a categoria) serviranno come trampolino di lancio per i fuggitivi di giornata. Sulle ultime due ascese sarà invece possibile vedere all’opera gli uomini di classifica. In particolare, negli ultimi 50 km si dovranno affrontare la Cote de Peille (6.6 km al 6.9 %) posta ai -44 e la Cote d’Eze (6.1 km al 7.6%). Quest’ultima verrà affrontata da un versante inedito che prevede un km al 13,5 % di pendenza media. Dalla cima dell’ultima salita mancheranno 15 km, quasi tutti in discesa verso il lungomare di Nizza. Una tappa che potrebbe riservare qualche sorpresa come spesso accaduto negli ultimi anni.

Pierpaolo Gnisci

Roglic doma il Turini (fonte: Getty Images)

Roglic doma il Turini (fonte: Getty Images)

11-03-2022

marzo 11, 2022 by Redazione  
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PARIGI-NIZZA

Il francese Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies) si è imposto nella sesta tappa, Courthézon – Aubagne, percorrendo 213.6 Km in 5h33′06″, alla media di 38.475 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Mads Pedersen (Trek-Segafredo) e il belga Wout van Aert (Jumbo-Visma). Miglior italiano Luca Mozzato (B&B Hotels-KTM), 10°. Lo sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma) è ancora leader della classifica con 39″ sul britannico Simon Yates (Team BikeExchange-Jayco) e 41″ sul francese Pierre-Roger Latour (TotalEnergies). Miglior italiano Fabio Felline (Astana Qazaqstan Team), 41° a 11′14″.

TIRRENO-ADRIATICO

Il francese Warren Barguil (Team Arkéa-Samsic) si è imposto nella quinta tappa, Sefro – Fermo, percorrendo 155 Km in 3h39′53″, alla media di 42.295 Km/h. Ha preceduto di 10″ il belga Xandro Meurisse (Alpecin-Fenix) e di 14″ l’italiano Simone Velasco (Astana Qazaqstan Team). Lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) è ancora leader della classifica con 9″ sul belga Remco Evenepoel (Quick-Step Alpha Vinyl Team) e 43″ sull’olandese Thymen Arensman (Team DSM). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 14° a 1′21″

ISTARSKO PROLJEĆE – ISTRIAN SPRING TROPHY

Il britannico Sean Flynn (Swiss Racing Academy) si è imposto nella prima tappa, Parenzo – Fontane, percorrendo 152 Km in 3h33′35″, alla media di 42.7 Km/h. Ha preceduto di 5″ lo statunitense Matthew Riccitello (Hagens Berman Axeon) e di 40″ lo sloveno Matevz Govekar (Tirol KTM Cycling Team). Miglior italiano Filippo Fortin (Maloja Pushbikers), 5° a 40″. Flynn è il nuovo leader della classifica con 16″ su Riccitello e 50″ su Govekar. Miglior italiano Fortin, 12° a 57″.

DRENTSE ACHT VAN WESTERVELD (Donne)

La lussemburghese Christine Majerus (Team SD Worx) si è imposta nella corsa olandese, circuito di Dwingeloo, percorrendo 134.2 Km in 3h19′35″, alla media di 40.344 Km/h. Ha preceduto allo sprint la canadese Alison Jackson (Liv Racing Xstra) e l’olandese Floortje Mackaij (Team DSM). Miglior italiana Chiara Consonni (Valcar-Travel & Service), 7° a 1′34″

L’INFERNO DI FERMO ARRIDE A BARGUIL. POGACAR RESTA IN MAGLIA AZZURRA

marzo 11, 2022 by Redazione  
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Sui famigerati muri marchigiani la quinta tappa della Tirreno Adriatico 2022 vede il successo della fuga con protagonista Warren Barguil (Team Arkea Samsic), abile a scrollarsi di dosso gli ex compagni nei km finali ed andare a vincere in solitaria sull’ultimo muro di Fermo con pendenze quasi costantemente in doppia cifra. Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) resta in maglia azzurra alla vigilia della durissima tappa con la doppia scalata del Monte Carpegna.

La consueta tappa marchigiana dei muri è sempre un piacevole appuntamento per gli appassionati di ciclismo. I ciclisti invece dovranno soffrire e pensare soltanto a pedalare su quelle pendenze che arrivano al 20% ed oltre. Fermo ed i suoi dintorni caratterizzano il finale della tappa odierna che parte da Sefro. I ciclisti troveranno un primo ostacolo, per la verità non troppo impegnativo, nel Monte Urano, primo dei tre GPM di tappa che verrà affrontato dopo 106 km. Il gran finale presenta negli ultimi 36 km una strada con pochissima pianura e con i muri a stagliarsi sulla corsa dei due mari. Si inizia con la salita di Capodarco, classificata come traguardo volante al km 130, che inizia con una pendenza accettabile ma che termina con 500 metri al 19%. Dopodichè si entra a Fermo per un primo assaggio del muro finale, che verrà abbandonato a 350 metri dall’arrivo per svoltare su una curva che porterà il gruppo dopo una ripida discesa alla successiva salita di Madonna D’Ete, altrettanto impegnativa soprattutto nella parte finale. Dopo u’altra breve discesa si ritorna a Fermo per scalare di nuovo il muro verso il traguardo finale. I ciclisti in questa trentina di km finali non avranno un momento di riposo. Da Sefro non partivano Richard Carapaz (Team INEOS), Nacer Bohuanni (Team Arkea Samsic) e Simone Consonni (Team Cofidis). In particolare Carapaz, uno dei capitani dello squadrone britannico, doveva gettare la spugna a causa di una gastroenterite. Dopo diversi attacchi e contrattacchi si formava una fuga di 12 ciclisti intorno al km 40. I protagonisti di questa fuga erano Gianluca Brambilla (Team Trek Segafredo), Nelson Oliveira (Team Movistar), Simone Velasco (Team Astana Qazaqstan), Davide Ballerini (Team Quick Step Alpha Vinyl), Benjamin Thomas (Team Cofidis), Francesco Gavazzi e Vincenzo Albanese (Team EOLO Kometa), Jhonatan Restrepo (Team Drone Hopper – Androni Giocattoli), Xandro Meurisse (Team Alpecin Fenix), Warren Barguil e Clement Russo (Team Arkea Samsic) e Valentin Ferron (Team Total Energies). Sul passaggio al GPM del Monte Urano, vinto da gavazzi, la fuga aveva un vantaggio di 4 minuti e 30 secondi sul gruppo. Tra i fuggitivi Thomas era quello messo meglio in classifica generale e poteva avere concrete speranze di indossare la maglia azzurra al termine della tappa visto il ritmo abbastanza blando del gruppo maglia azzurra. Thomas vinceva il traguardo volante di Capodarco posto al km 129.8. Intanto si defilava Filippo Ganna (Team INEOS), che fino alla tappa di ieri era ancora nelle primissime posizioni della classifica generale. Nel gruppo maglia azzurra sulla salita di Madonna d’Ete provava l’allungo Tim Wellens (Team Lotto Soudal) ma il belga veniva ripreso subito dal gruppo dei migliori che mettevano nel mirino il complicato finale. Si staccavano anche Julian Alaphilippe (Team Quick Step Alpha Vynil) e Sepp Kuss (Team Jumbo Visma). Meurisse scollinava per primo sul muro di Madonna d’Ete posto al km 146. Prima dell’ultima ascesa verso il traguardo finale di Fermo, Remco Evenepoel (Team Quick Step Alpha Vynil) sbagliava strada e andava lungo invece di svoltare in una curva a destra. Il ciclista belga era costretto a fermarsi e ritornare sulla retta via, perdendo terreno rispetto al gruppo maglia azzurra. Per fortuna che il compagno di squadra Ballerini, che si era staccato dalla fuga, si trovava nelle vicinanze di Evenepoel e riusciva a riportarlo sul gruppo dei migliori nel giro di un ripidissimo km. Nel frattempo Warren Barguil aveva staccato tutti i suoi compagni di fuga e andava a vincere in solitaria sul traguardo di Fermo ottenendo così la sua prima vittoria stagionale. In seconda posizione di piazzava Meurisse a 10 secondi di ritardo da Barguil, mentre Velasco era terzo a 14 secondi di ritardo. Chiudevano la top five Nelson Oliveira in quarta posizione e Richie Porte (Team INEOS) in quinta posizione mentre poco più dietro arrivava un drappello con Pogacar, Evenepoel, Vingegaard, Mas, Hindley e Landa. Pogacar conserva senza troppi problemi la maglia azzurra, con 9 secondi di vantaggio su Evenepoel e 43 secondi di vantaggio su Thymen Arensman (Team DSM). Domani è in programma la penultima tappa da Apecchio a Carpegna. Nel finale la doppia scalata del Monte Carpegna dice già tutto della difficoltà della tappa, forse una delle più dure delle recenti edizioni della Tirreno Adriatico. Sui tornanti – e sulle discese – di una dei luoghi più amati da Marco Pantani si deciderà il vincitore della Tirreno Adriatico 2022.

Antonio Scarfone

Warren Barguil vince a Fermo (foto: Getty Images)

Warren Barguil vince a Fermo (foto: Getty Images)

MATHIEU DA MATTI! BURGAUDEAU VINCE A AUBAGNE. ROGLIC RESTA IN GIALLO

marzo 11, 2022 by Redazione  
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Con un’azione da navigato finisseur a circa 8 km dall’arrivo, Mathieu Burgaudeau (Team Total Energies) guadagna una ventina di secondi sul gruppo maglia gialla e resiste fin sul traguardo di Aubargne, dove conquista per un pelo la prima vittoria in carriera. Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) conserva la maglia gialla e domani l’arrivo sul Col de Turini sarà decisivo perr l’esito finale della Parigi Nizza 2022.

La sesta tappa da Courthezon ad Aubagne è la più lunga della Parigi Nizza 2022 con i suoi 213.6 km. Lungo il percorso sono distribuiti cinque GPM di seconda e di terza categoria ma potrebbero tranquillamente essere sette poiché altre due salite sono classificate come traguardo volante. Visto lo sparpaglio della tappa di ieri, con l’arrivo della fuga e di un gruppo risicatissimo di pretendenti alla vittoria finale, non escludiamo di trovarci ad una copia della tappa di ieri, con in più altri 25 km da percorrere. Nizza si avvicina e Primoz Roglic ha messo una bella ipoteca sulla vittoria finale. Il forte ciclista sloveno oggi dovrà controllare la situazione e tenere gli occhi aperti, in attesa dell’esame forse decisivo del Col de Turini, arrivo della tappa di domani. La fuga di giornata si formava dopo pochi km dal via grazie all’azione di sei ciclisti: Yevgeniy Fedorov (Team Astana Qazaqstan), Valentin Madouas (Team Groupama FDJ), Johan Jacobs (Team Movistar), Julius Van Den Berg (Team EF Education EasyPost), Victor Koretzky (Team B&B Hotels KTM) e Sebastien Grignard (Team Lotto Soudal). , primo GPM di giornata, con un vantaggio sul gruppo maglia gialla che sfiorava i 4 minuti. Madouas scollinava in prima posizione. Dopo 60 km il vantaggio della fuga si manteneva stabile intorno ai 4 minuti e mezzo. Van Den Berg si aggiudicava il traguardo volante del Col du Pointou posto al km 65.5. Adesso i ciclisti dovevano affrontare una cinquantina di km interlocutori tra discesa e pianura prima di imbattersi nella seconda metà della tappa, la più difficile dal punto di vista altimetrico. Nel giro di una ventina di km si dovevano scalare i due GPM ravvicinati del Col du Sambuc e del Col de Portes. Su entrambi scollinava per primo Madouas, accrescendo così il suo bottino di punti per la speciale classifica dei GPM. Il francese della Groupama FDJ scollinava in prima posizione anche sul Col de Pas de la Couelle, penultimo GPM in programma oggi, posto al km 160.6. Di lì a poco i ciclisti avrebbero affrontato il Col de l’Espigoulier, ultimo e più impegnativo GPM della tappa odierna con i suoi 11 km di lunghezza. Proprio all’inizio della scalata si staccavano Madouas e Fedorov. Il gruppo maglia gialla, che intanto aveva aumentato l’andatura, era segnalato a una trentina di secondi di ritardo da Jacobs e Koretzky, sui quali nel frattempo si era portato Matthew Holmes (Team Lotto Soudal). Erano Trek Segafredo e Team Jumbo Visma a tirare in testa al gruppo. Holmes faceva in tempo a scollinare in prima posizione poco prima di essere ripreso dal gruppo maglia gialla insieme a Koretzky e Jacobs. Il gruppo afrrontava la discasa verso il traguardo volante di Lascours forte di una sessantina di ciclisti. Stefan Kung (Team Groupama FDJ) era vittima di una foratura e si fermava a bordo strada in attesa dell’assistenza da parte della sua ammiraglia. Soren Kragh Andersen (Team DSM) accelerava in discesa e guadagnava una decina di secondi sul gruppo tirato dal Team Trek Segafredo. Il danese veniva ripreso a poco più di 15 km dall’arrivo. Iniziavano alcuni scatti nei pressi del traguardo volante di Lascours. In tre si avvantaggiavano sul gruppo: Georg Zimmermann (Team Intermarchè Wanty Gobert), Guillaume Martin (Team Cofidis) e Mathieu Burgaudeau (Team Total Energies). Quest’ultimo si aggiudicava il traguardo volante e accelerava, riuscendo ad accumulare nel giro di tre km un vantaggio di 20 secondi sul gruppo. Burgaudeau dava tutto e sotto la flamme rouge dell’ultimo km aveva ancora una decina di secondi di vantaggio. Il francese riusciva a tagliare il traguardo con il gruppo che aveva lanciato la volata ma che non riusciva a sopravanzare Burgaudeau. In seconda posizione di piazzava Mads Pedersen (Team Trek Segafredo) mentre terzo era Wout Van Aert (Team Jumbo Visma). A completare la top five erano Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty Gobert) in quarta posizione e Bryan Coquard (Team B&B HotelsKTM). Da segnalare nella top ten il decimo posto di Luca Mozzato (Team B&B Hotels KTM). Burgaudeau ottiene la prima vittoria non solo del 2022 ma dell’intera carriera da professionista. Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) conserva agevolmente la maglia gialla con 39 secondi di vantaggio su Simon Yates (Team BikeExchange Jayco) e 41 secondi di vantaggio su Pierre Latour (Team Total Energies). Domani, come già accennato, è in programma la penultima tappa da Nizza al Col de Turini lunga poco più di 155 km. Quest’ultima salita è diventata una meta classica degli ultimi anni nella breve corsa francese ed i suoi 15 km ad oltre il 7% di pendenza media daranno una fisionomia pressoché definitiva alla classifica generale.

Giuseppe Scarfone

Mathieu Burgaudeau vince ad Aubagne (foto: Getty Images)

Mathieu Burgaudeau vince ad Aubagne (foto: Getty Images)

10-03-2022

marzo 10, 2022 by Redazione  
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PARIGI-NIZZA

Lo statunitense Brandon McNulty (UAE Team Emirates) si è imposto nella quinta tappa, Saint-Just-Saint-Rambert – Saint-Sauveur-de-Montagut, percorrendo 188.8 Km in 4h53′30″, alla media di 38.596 Km/h. Ha preceduto di 1′58″ il francese Franck Bonnamour (B&B Hotels-KTM) e il connazionale Matteo Jorgenson (Movistar Team). Miglior italiano Fabio Felline (Astana Qazaqstan Team), 60° a 12′08″. Lo sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma) è il nuovo leader della classifica con 39″ sul britannico Simon Yates (Team BikeExchange-Jayco) e 41″ sul francese Pierre-Roger Latour (TotalEnergies). Miglior italiano Felline, 41° a 11′14″.

TIRRENO-ADRIATICO

Lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) si è imposto nella quarta tappa, Cascata delle Marmore – Bellante, percorrendo 202 Km in 4h48′39″, alla media di 41.989 Km/h. Ha preceduto di 2″ il danese Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) e il francese Victor Lafay (Cofidis). Miglior italiano Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), 5° a 5″. Pogacar è il nuovo leader della classifica con 9″ sul belga Remco Evenepoel (Quick-Step Alpha Vinyl Team) e 21″ sull’italiano Filippo Ganna (INEOS Grenadiers)

ISTARSKO PROLJEĆE – ISTRIAN SPRING TROPHY

Lo sloveno Matevz Govekar (Tirol KTM Cycling Team) si è imposto nel prologo, circuito a cronometro dell’aeroporto di Orsera, percorrendo 1.5 Km in 1′49″, alla media di 49.541 Km/h. Ha preceduto di 1″ il francese Alex Baudin (Swiss Racing Academy) e l’elvetico Robin Froidevaux (Swiss Racing Academy). Miglior italiano Filippo Fortin (Maloja Pushbikers), 13° a 3″. Govekar è il primo leader della classifica con 1″ su Baudin e Froidevaux. Miglior italiano Fortin, 13° a 3″.

BELLANTE PER POGACAR. TAPPA E MAGLIA PER IL CAMPIONE SLOVENO

marzo 10, 2022 by Redazione  
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Uno spettacolare Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) è protagonista di una maestosa prova di forza sull’arrivo in salita di Bellante. Lo sloveno con una fiammata impressionanteall’ultimo km lascia sul posto i suoi avversari che non riescono a rispondere al suo scatto. Lo sloveno vince praticamente in solitaria e diventa la nuova maglia azzurra. E domani a Fermo, in un finale caratterizzato da un paio di muri con pendenze che superano il 20%, Pogacar ha le carte in regola per concedere il bis.

La quarta tappa della Tirreno Adriatico 2022 parte dalla Cascata delle Marmore e termina a Bellante dopo 202 km. Gli Appennini Umbri e Laziali saranno protagonisti nella parte iniziale e centrale della tappa prima di scendere verso la pianura abruzzese nei dintorni di Teramo, non lontano dalla costa adriatica. Il Valico Torre Fuscello, posto dopo quasi 40 km, farà da trampolino per la probabile fuga di giornata ed il finale con l’insidioso circuito di Bellante da ripetere tre volte determinerà il vincitore di tappa e chissà, anche il nuovo ‘indossatore’ della maglia azzurra, visto che Filippo Ganna (Team INEOS) è atteso ad un esame molto impegnativo sullo strappetto che porta al traguardo che presenta punte massime dell’11%. Dopo la partenza il gruppo restava compatto fino all’inizio della scalata vera e propria verso il GPM del Valico di Torre Fuscello. Si formava quindi la fuga di giornata grazie all’azione di dieci ciclisti: Lilian Calmejane (Team AG2R Citroen), Jasha Sutterlin (Team Bahrain Victoriuos), Jhonatan Restrepo (Team Drone Hopper – Androni Giocattoli), Jonathan Caicedo (Team EF Education EasyPost), Diego Rosa (Team EOLO Kometa), Einer Rubio (Team Movistar), Warren Barguil (Team Arkea Samsic), Rsgabu Grmay (Team BykeExchange jayco), Chris Hamilton (Team DSM) e Quinn Simmons (Team Trek Segafredo). Dopo 30 km il vantaggio della fuga era di 3 minuti e 10 secondi. Simmons scollinava in prima posizione mentre il gruppo maglia azzurra, tirato dal Team INEOS, era segnalato di ritardo ad oltre 5 minuti di ritardo. Caleb Ewan (Team Lotto Soudal), vincitore ieri a Terni, si ritirava al km 38, praticamente in corrispondenza con lo scollinamento del GPM. Simmons si aggiudicava anche il traguardo volante di Ascoli Piceno posto al km 130.4. La fuga entrava nel circuito finale di Bellante avendo più di 3 minuti di vantaggio sul gruppo maglia azzurra. Team Jumbo Visma e UAE Team Emirates erano le squadre più vivaci in testa al gruppo e lavoravano per i propri capitani, rispettivamente Jonas Vingegaard e Tadej Pogacar. A 50 km dalla conclusione il vantaggio della fuga era sceso sotto i 3 minuti. Sulla prima scalata verso Bellante Simmons scattava, lasciandosi alle spalle i compagni di fuga. Ma era nel gruppo maglia azzurra che iniziava la bagarre col Julian Alaphilippe (Team Quick Step Alpha Vinyl) a fare il forcing per il suo compagno di squadra Remco Evenepoel, lanciandolo nella discesa dopo il primo scollinamento. Il belga non si lasciava pregare e accelerava, portandosi con sé Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), Filippo Ganna (Team INEOS) e Jay Hindley (Team Bora Hansgrohe). Il quartetto dopo qualche schermaglia si rialzava, facendosi riprendere dal gruppo inseguitore. Simmons scollinava per la seconda volta sul GPM di Bellante mantenendo un vantaggio di cuna quarantina di secondi sul gruppo maglia azzurra tirato dal Team Jumbo Visma. Simmons, diventava il nuovo leader della classifica GPM e veniva ripreso a 13 km dall’arrivo. Scattava quindi Valentin Ferron (Team Total Energies). A 10 km dalla conclusione il francese aveva 10 secondi di vantaggio sul gruppo. In testa al gruppo era molto attivo il Team Trek Segafredo ed era proprio Simmons a tirare con decisione.Ferron veniva ripreso a poco più di 4 km dall’arrivo. All’inizio della terza ed ultima ascesa verso il traguardo di Bellante scattavano Damiano Caruso (Team Bahrain Victorious) e Romain Bardet (Team DSM). L’azione dell’italiano e del francese allungava il gruppo. Tra le vittime illustri di questa accelerazione si segnalava Richard Carapaz (Team INEOS). A poco più di 2 km dal termine scattava Remco Evenepoel (Team Quick Step Alpha Vinyl, mentre si staccava la maglia azzurra Filippo Ganna (Team INEOS). Ad ogni rallentamento risaliva Marc Soler (UAE Team Emirates) nche lavorava per Pogacar. Si staccava anche Julian Alaphilippe dopo l’ottimo lavoro svolto per Evenepoel. A circa 1 km dall’arrivo, nel tratto più duro della salita, uno strepitoso Pogacar era protagonista di un allungo sensazionale. Lo sloveno guadagnava in progressione sui diretti avversari ed andava a vincere praticamente da solo sul traguardo di Bellante. A 2 secondi in seconda posizione si piazzava Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma) mentre al terzo posto chiudeva il podio parziale Victor Lafay (Team Cofidis). Quarto era Evenepoel mentre Giulio Ciccone (Team Trek Segafredo) chiudeva la top five a 5 secondi di ritardo da Pogacar. Dopo aver dominato l’UAE Tour e le Strade Bianche, Pogacar sale al primo posto in classifica generale diventando la nuova maglia azzurra. Inseguono a 9 secondi di ritardo Evenepoel ed a 21 secondi di ritardo Ganna, che ha avuto la forza di resistere sull’ultima salita e non sprofondare eccessivamente nelle retrovie. Domani è in programma la quinta tappa da Sefro a Fermo. E’ la classica tappa marchigiana della Tirreno Adriatico, con un percorso che presenta moltissimi saliscendi. Con l’entrata nella provincia di Fermo, a 56 km dalla conclusione, inizieranno le insidie maggiori per il gruppo, che dovrà affrontare tre GPM l’ultimo dei quali, posto in corrispondenza con la linea del traguardo, è un muro vero e proprio con pendenze che raggiungono anche il 20%.

Antonio Scarfone

Tadej Pogacar vince a Bellante (foto: Sprint Cycling Agency)

Tadej Pogacar vince a Bellante (foto: Sprint Cycling Agency)

MCNULTY, FUGGITIVO TRA I FUGGITIVI. VITTORIA DELLO STATUNITENSE, ROGLIC NUOVA MAGLIA GIALLA

marzo 10, 2022 by Redazione  
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Dopo aver perso irrimediabilmente tempo nelle prime tappe, Brandon McNulty, capitano designato dell’UAE Team Emirates per la Parigi Nizza 2022, si reinventa fuggitivo e va a vincere in solitaria sul traguardo di Saint-Sauveur-de-Montagut, scattando in modo deciso sul Col de la Mure, guadagnando terreno sui compagni di fuga e mantenendo un vantaggio tale da non essere più ripreso. Cambia invece la maglia gialla, ora sulle spalle di Primoz Roglic (Team Jumbo Visma), dopo che Wout Van Aert non riusciva a tenere il ritmo dei migliori proprio sul Col de la Mure.

Dopo lo show offerto ancora una volta dal Team Jumbo Visma nella cronometro di Montlucon, oggi alla Parigi Nizza, sempre più dominata dai colori giallo neri della formazione olandese, va di scena una quinta tappa insidiosissima, dove gli uomini di classifica sono chiamati alla massima attenzione ed anche a tentare attacchi in un percorso reso complicato dalla presenza di cinque GPM. In particolare, dei tre GPM di prima categoria spalmati sul percorso, l’ultimo – il Col de la Mure – è il più difficile con i suoi 7.6 km all’8.3%. Dallo scollinamento mancheranno ancora più di 30 km all’arrivo di Saint-Sauveur-de-Montagut, nei quali bisognerà scalare la salita di Saint-Vincent-de-Durfort classificata come traguardo volante e capiremo se e quanti uomini faranno parte del gruppo, presumibilmente ridotto. Wout Van Aert parte da Saint-Just-Saint-Rambert in maglia gialla e nonostante i gradi di capitano appartengano a Primoz Roglic, tra le file del Team Jumbo Visma e tra gli appassionati di ciclismo c’è curiosità per capire se il campione belga sia capace di mantenerla ancora con le prime insidie altimetriche. Dopo la partenza da Saint-Just-Saint-Rambert, da cui si segnalavano ben 18 ritiri tra i quali quelli di Matteo Trentin (UAE Team Emirates), Neilson Powless (Team EF Education EasyPost), Dylan Groenewegen (Team Jumbo Visma), Gino Mader (Team Bahrain Victorious), Stefan Bissegger (Team EF Education EasyPost) ed Yves Lampaert (Team Quick Step Alpha Vinyl), si formava la fuga di giornata intorno al km 12 grazie all’azione di dieci ciclisti: Ruben Fernandez (Team Cofidis), Laurent Pichon (Team Arkea Samsic), Valentin Madouas (Team Groupama FDJ), Brandon McNulty (UAE Team Emirates), Matteo Jorgenson (Team Movistar), Harm Vanhoucke (Team Lotto Soudal), Owain Doull (Team EF Education EasyPost), Franck Bonnamour (Team B&B Hotels KTM), Anthony Turgis (Team Total Energies) e Michael Morkov (Team Quick Step Alpha Vinyl). I fuggitivi iniziavamo il primo GPM in programma, il Col de la Croix de Chaubouret, con circa 2 minuti di vantaggio sul gruppo maglia gialla tirato dagli uomini del Team Jumbo Visma. Era Madouas a scollinare in prima posizione. Nella discesa successiva il vantaggio della gufa arrivava a sfiorare i 6 minuti e la maglia gialla virtuale era indossata da Ruben Fernandez. Dopo 60 km il vantaggio della fuga sul gruppo era di 6 minuti e 50 secondi. Madouas scollinava per primo anche sul successivo GPM della Côte de Saint-Jeure-d’Ay posto al km 79.1 e diventando così il leader virtuale della classifica di specialità. Morkov si aggiudicava il primo traguardo volante di Etables posto al km 83. Dopo 90 km il vantaggio della fuga superava i 7 minuti. Sulla Côte de Saint-Romain-de-Lerps iniziavano a staccarsi alcuni velocisti come Jasper Philipsen (Team Alpecin Fenix) e Fabio Jakobsen (Team Quick Step Alpha Vinyl). Madouas scollinava in prima posizione. Il francese si ripeteva anche sulla successiva Côte de Toulaud posta al km 129.6, mentre il gruppo cercava di organizzare l’inseguimento. I fuggitivi iniziavano la scalata del Col de la Mure con 6 minuti di vantaggio sul gruppo maglia gialla. L’elevato ritmo imposto dal gruppo faceva vittime eccellenti come David Gaudu (Team Groupama FDJ) e soprattutto Wout Van Aert (Team Jumbo Visma). Era il Team Arkea Samsic a fare un forcing costante lungo il tratto più duro della salita, con pendenze che oscillavano tra il 7 e l’8 %. McNulty restava da solo al comando e scollinava in prima posizione con 1 minuto di vantaggio sugli immediati inseguitori, mentre il gruppo dei migliori, ridotto ad una ventina di unità, era segnalato a oltre 5 minuti di ritardo. A 25 km dalla conclusione McNulty aveva 1 minuto e 10 secondi di vantaggio sul terzetto formato da Vanhoucke, Jorgenson e Bonnamour. Mc Nulty iniziava a salire verso Saint-Vincent-de-Durfort, un GPM spacciato per traguardo volante. Lo statunitense conservava un vantaggio di circa 1 minuto sugli immediati inseguitori. Nel gruppo dei migliori, a oltre 6 minuti di ritardo da McNulty, il Team Total Energies faceva un forcing forsennato che metteva il gruppo in fila indiana. Nel frattempo McNulty si aggiudicava il traguardo volante di Saint-Vincent-de-Durfort90. A 10 km dall’arrivo scattava Daniel Martinez (Team INEOS), settimo in classifica generale a 1 minuto e 7 secondi di ritardo da Van Aert. A impegnarsi in prima persona per ricucire sul colombiano erano Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) ed Aleksandr Vlasov (Team Bora Hansgrohe). Martinez veniva ripreso a circa 7 km dall’arrivo. McNulty andava a vincere in solitaria sul traguardo di Saint-Sauveur-de-Montagut. Bonnamour era secondo a 1 minuto e 58 secondi di ritardo, davanti a Jorgenson. Vanhoucke era quarto a 2 minuti e 30 secondi di ritardo da McNulty mentre chiudeva la top five Pichon a 4 minuti e 1 secondo di ritardo da McNulty. Il drappello dei migliori era regolato da Pierre Latour (Team Total Energies) con un ritardo di 5 minuti e 43 secondi di ritardo da McNulty. Dopo aver vinto nel 2022 due corse di un giorno, il Trofeo Calvia e la Faun Ardeche Classic, McNulty ottiene la terza vittoria in una corsa a tappe, per di più WT. In classifica generale Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) diventa la nuova maglia gialla con 39 secondi di vantaggio su Simon Yates (Team BikeExchange Jayco) e 41 secondi di vantaggio sullo stesso Latour. Domani è in programma la sesta tappa da Courthezon ad Aubagne, lunga più di 213 km e cosparsa anch’essa di GPM. Saranno cinque come quelli di oggi, più facili visto che sono soltanto di seconda e di terza categoria ma altrettanto interessanti per le strategie che saranno messe in campo. Il Col de l’Espigoulier è l’ultimo che verrà affrontato e dal suo scollinamento mancheranno una trentina di km all’arrivo.

Giuseppe Scarfone

Brandon McNulty vince a Saint-Sauveur-de-Montagut (foto: Getty Images)

Brandon McNulty vince a Saint-Sauveur-de-Montagut (foto: Getty Images)

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