LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): OYONNAZ – LE GRAND-BORNAND
luglio 3, 2021 by Redazione
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Le Alpi debuttano con un trittico di salite di prima categoria che potrebbero rivelarsi più selettive del previsto, alla luce della dispendiosa tappa di ieri. Si comincia con il Mont-Sassonex, per passare quindi al Col de Romme e infine al Col de la Colombière, posizionato proprio a ridosso del traguardo
Il Tour sbarca sulle Alpi e lo fa con una delle tappe di montagna più interessanti di questa edizione, che proporrà nel finale una serie di tre salite di prima categoria, la prima inedita, la seconda scoperta dalla Grande Boucle in tempi recenti e l’ultima più tradizionale. Difficilmente assisteremo a qualche azione al vertice sui 5.7 Km all’8.3% del Mont-Sassonex, troppo distanti dal traguardo (quasi 50 Km), mentre è molto più probabile che i primi attacchi tra i big accadano sul Col de Romme, la salita più ripida di questa frazione (9 Km al 9%), finora affrontata due sole volte nella storia del Tour e che costituisce una variante al tratto iniziale del più tradizionale Col de la Colombière, inserito per la prima volta nel percorso nel 1960 e che vanta 22 passaggi della corsa francese. Da non confondere con il Grand Colombier, che si trova sul massiccio del Giura e che ha ospitato un arrivo di tappa lo scorso anno, sarà scalato immediatamente dopo il Romme percorrendone i 7500 metri conclusivi, che salgono fino a 1618 metri di quota a una pendenza media dell’8.5%. Superato l’ultimo ostacolo di giornata, in vetta al quale sarà posizionato anche il “Point Bonus” che elargirà secondi d’abbuono per la classifica generale, mancheranno poco meno di 15 Km al traguardo, prevalentemente da trascorrere in discesa. È lampante che questa sarà una delle tappe fondamentali sulla via per Parigi e sugli esiti di questa giornata potrebbero pesare l’enorme quantità d’energie profusa ieri nella tappa di Le Creusot. Tra l’altro subito dopo la partenza da Oyonnaz dovrà essere superata una salita di 5 Km al 6.6% non considerata valido come Gran Premio della Montagna, quella della Forêt d’Échallon, e anche questa ascesa da affrontare a freddo potrebbe lasciare il segno

Il Col de la Colombière e l’altimetria dell’ottava tappa (www.roadstodrive.com)
L’ANGOLO DELLA STORIA
Stazione di sport invernali dell’Alta Savoia fornita di 84 Km di piste dedicate allo sci alpino e di 70 Km d’itinerari pensati per gli amanti dello sci di fondo, Le Grand-Bornand si è fatta conoscere nel mondo del ciclismo nel 1995, quando per la prima volta il suo nome fu inserito nella cartografia del Tour, sede di partenza di una tappa diretta a La Plagne, vinta dall’elvetico Alex Zülle. L’esperienza fu ripetuta nel 1999 (tappa del Sestriere, vinta da Lance Armstrong), mentre per assistere al primo arrivo di tappa in questo centro bisognerà attendere il 2004, quando la linea d’arrivo di Le Grand-Bornand fu inaugurata ancora dall’americano, i cui successi come sappiamo furono in seguito revocati dall’UCI senza assegnazione al secondo classificato, che in quell’occasione fu il tedesco Andreas Klöden. Sarà un suo connazionale, Linus Gerdemann, a imporsi qua nel 2007, mentre due anni più tardi – nel giorno nel quale fu per la prima volta proposta l’accoppiata Romme- Colombière – la tappa terminò con una volata che vide protagonisti i primi tre corridori della classifica generale, vinta dal lussemburghese Frank Schleck (3°) davanti alla maglia gialla Alberto Contador e al fratello minore Andy (2°). Dopo la tappa del 2013, vinta dal portoghese Rui Costa, nel 2018 l’ultimo traguardo finora disputato a Le Grand-Bornand sarà ancora caratterizzato delle due impegnative ascese che si scaleranno quest’anno: a cogliere la vittoria sarà il francese Julian Alaphilippe, transitato in solitaria sulla linea d’arrivo con quasi un minuto e mezzo di vantaggio sullo spagnolo Ion Izagirre.
METEO TOUR
Le previsioni meteo per la tappa del giorno
Oyonnax : pioggia debole (0.1 mm), 22.6°C, vento debole da SSW (10-12 km/h), umidità al 63%
Frangy (traguardo volante – Km 44.8) : pioggia modesta (0.4 mm), 22.6°C, vento debole da SSW (7-10 km/h), umidità al 78%
Le Grand-Bornand : pioggia consistente (1.2 mm), 15.2°C (percepiti 16°C), vento debole da S (5-6 km/h), umidità al 95%
GLI ORARI DEL TOUR
13.05: inizio diretta su Eurosport1
13.10: partenza da Oyonnaz
13.15: partenza ufficiale
14.00: inizio diretta su RAI 2 (a circa 31 Km dalla partenza)
14.20-14.25: traguardo volante di Frangy
14.50-15.00: scollinamento Côte de Copponex
15.05-15.20: scollinamento Côte de Menthonnex-en-Bornes
15.55-16.20: scollinamento Côte de Mont-Saxonnex
16.05-16.25: inizio salita Col de Romme
16.25-16.55: scollinamento Col de Romme
16.30-16.55: inizio salita Col de la Colombière
16.50-17.15: scollinamento Col de la Colombière
17.05-17.30: arrivo a Le Grand-Bornand
TOURALCONTRARIO
Ordine d’arrivo della settima tappa, Vierzon – Le Creusot
1° Roger Kluge
2° Jérémy Cabot a 1′16″
3° Cees Bol s.t.
4° Stefan Bissegger s.t.
5° Marc Hirschi s.t.
Miglior italiano: Davide Formolo, 17° a 1′16″
Classifica generale
1° Roger Kluge
2° Daniel McLay s.t.
3° Clément Russo a 52″
4° Marc Hirschi a 2′38″
5° Ide Schelling a 3′51″
Miglior italiano: Jacopo Guarnieri, 16° a 12′01″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Garzelli: “Rui Costi” (Rui Costa)
De Luca: “Questo attacco si fa sentire anche nella tappa di domani”
Conti: “Un ragazzo di 37 anni prossimi”
Garzelli: “Metodi di allenamentio”
Garzelli: “Quest’anno siamo un po’ tornatogli ai soliti livelli”
De Luca: “Stuyvent” (Stuyven)
Garzelli: “Il maglia bianca Tadej Pogacar”
De Luca: “Tadej Pogar”
De Luca: “Ha perso il piede dal pedale”
Garzelli: “Corridori che sembrano brillanti, dovuto alla fatica”
De Luca: “Cortina aveva fatto difficoltà”
Garzelli: “Vediamo i corridori con tanti sali minerali sulle maglie”
De Luca: “Stanno arrivando il terzetto”
De Luca: “Non riesce a cucire il distacco”
De Luca: “Sente la fatica nei pedali”
De Luca: “Il gruppo maglia banca”
De Luca: “La mimica del fisico di Van der Poel”
De Luca: “Esce fuori dal terreno il dorsale 117″ (Zombie 2021 la vendetta?)
De Luca: “Vancenzo Nibali”
Garzelli: “In questa mattina, alla partenza”
Garzelli: “Grandi crisi, su tutta quella di Roglic”
De Luca: “Le Crosè” (Le Creusot)
Garzelli: “Il Team Inos” (INEOS)
Televideo: “Styven” (Stuyven)
DISCOTOUR
Bandiera bianca (Franco Battiato)
02-07-2021
luglio 2, 2021 by Redazione
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TOUR DE FRANCE
Lo sloveno Matej Mohorič (Bahrain – Victorious) si è imposto nella settima tappa, Vierzon – Le Creusot, percorrendo 249.1 Km in 5h28′20″, alla media di 45.521 Km/h. Ha preceduto di 1′20″ il belga Jasper Stuyven
(Trek – Segafredo) e di 1′40″ il danese Magnus Cort Nielsen (EF Education – Nippo). Miglior italiano Vincenzo Nibali (Trek – Segafredo), 13° a 2′57″. L’olandese Mathieu van der Poel (Alpecin-Fenix) è ancora maglia gialla con 30″ sul belga Wout Van Aert (Team Jumbo-Visma) e 1′49″ sul danese Kasper Asgreen (Deceuninck – Quick Step). Miglior italiano Nibali, 6° a 4′12″
GIRO D’ITALIA FEMMINILE INTERNAZIONALE
Il team statunitense Trek-Segafredo Women si è imposto nella prima tappa, cronometro a squadre Fossano – Cuneo, percorrendo 26.7 Km in 12′22″, alla media di 47.584 Km/h. Ha preceduto di 8″ il team olandese SD Worx e di 40″ il team italiano Alé BTC Ljubljana. La statunitense Ruth Winder (Trek-Segafredo Women) è la prima maglia rosa con lo stesso tempo dell’olandese Ellen van Dijk (Trek-Segafredo Women) e dell’italiana Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo Women)
TOUR OF BULGARIA
Il tedesco Immanuel Stark (P&S Metalltechnik) si è imposto nella seconda tappa, Plovdiv – Troyan, percorrendo 113 Km in 2h53′44″, alla media di 39.025 Km/h. Ha preceduto di 32″ il connazionale Georg Steinhauser (Tirol KTM Cycling Team) e di 52″ il belga Timo Kielich (Alpecin-Fenix Development). Miglior italiano Alessandro Monaco (Bardiani-CSF-Faizanè), 10° a 52″. Stark è il nuovo leader della classifica con 34″ su Steinhauser e 52″ su Kielich. Miglior italiano Monaco, 15° a 1′14″
TAPPA PAZZA, SUCCEDE DI TUTTO. VITTORIA DI MOHORIC, CRISI DI ROGLIC
Vanno in fuga in ventinove, con nomi importanti tra cui la maglia gialla, il vantaggio resta consistente sino all’arrivo. Alla fine, ci sono gruppetti ovunque. Ci ha provato anche Carapaz stoppato dalla Movistar. Crisi per Roglic che esce di classifica e viene abbandonato dalla squadra.
Nella ultime righe del pezzo di ieri, chi scrive aveva suggerito che tappe come quella di oggi potevano risultare per la classifica generale più pericolose di una tappa di montagna.
In effetti è proprio quello che è accaduto oggi, sono volati i minuti, con corridori rientrati in classifica ed altri usciti clamorosamente.
La qualità degli attaccanti e il finale nervoso hanno letteralmente spaccato la corsa, ma un elemento da non sottovalutare è il chilometraggio.
In un ciclismo in cui si tende sempre più a diminuire i chilometraggi delle tappe, in cui ci sono spinte sia da parte dei tecnici che da parte delle tv a fare tappe più corte per renderle televisivamente più appetibili al grande pubblico, la frazione di oggi ha dimostrato che le tappe lunghe sfiancano i corridori, e possono provocare crisi. Al traguardo erano tutti stravolti ed i minuti sono volati.
Oggi sono stati smentiti tutti colori che ritengono che, per avere tappe più spettacolari, si debbano ridurre i chilometraggi. Chi scrive ritiene al contrario che anche le tappe lunghe nelle quali non succede nulla rimangono nelle gambe e si fanno sentire nei giorni successivi e nella fatica che si accumula sulle tre settimane.
I trabocchetti della tappa hanno funzionato egregiamente proprio perché arrivati nel finale, quando i corridori avevano già 220 Km nelle gambe ed erano stanchi, le salite oggettivamente brevi, anche se a tratti esigenti per le pendenze, hanno fatto danni oltre ogni aspettativa.
Subito dopo la partenza, iniziano i tentativi di attacco. Van Aert sembra uno dei più irrequieti, ma tutti gli scatti iniziali vengono neutralizzati dalla alta andatura.
La fuga buona si forma dopo il chilometro 25 ad esito di una girandola di scatti, ma non si tratta d una fuga qualunque, dentro ci sono la maglia gialla, il terzo della generale, un vincitore dei tre grandi giri come Nibali, un vincitore di una Vuelta come Simon Yates e soprattutto i corridori sono ventinove quindi in grado di far male al gruppo.
Oltre a Van de Poel e Van Aert in fuga ci sono Kasper Asgreen (DQT), Vincenzo Nibali (TFS), Søren Kragh Andersen (DSM), Toms Skujiņš (TFS), Ruben Guerreiro (EFN), Matej Mohorič (TBV), Jan Bakelants (IWG), Xandro Meurisse (AFC), Franck Bonnamour (BBK), Magnus Cort Nielsen (EFN), Hugo Houle (APT), Simon Yates (BEX), Boy Van Poppel (IWG), Philippe Gilbert (LTS), Dylan van Baarle (IGD), Dorian Godon (ACT), Brent Van Moer (LTS), Christophe Laporte (COF), Victor Campenaerts (TQA), Jasper Stuyven (TFS), Patrick Konrad (BOH), Imanol Erviti (MOV), Petr Vakoč (AFC), Mark Cavendish (DQT), Harrison Sweeny (LTS) e Mike Teunissen (TJV).
Basta leggere l’elenco per rendersi conto dello spessore degli uomini all’attacco, di cui alcuni anche potenzialmente pericolosi in chiave generale.
Con la maglia gialla all’attacco, tocca agli UAE mettersi in testa al gruppo ma la qualità degli uomini davanti mette in seria difficoltà la squadra della maglia bianca ed il vantaggio arriva a superare i 6 minuti e resta a lungo assestato su quel valore.
Dopo il traguardo volante Cavendish perde interesse alla fuga e non risponde quando Gilbert rilancia l’azione.
Nelle vicinanze del GPM, si avvantaggiano Mohoric e Van Moer che riescono a guadagnare un minuto sul drappello maglia gialla, ma in discesa cominciano gli scatti e sono Jasper Stuyven e Victor Campenaerts che riescono a riportarsi sulla coppia di testa, formando un buon quartetto che diventa presto un terzetto perché l’ex campione europeo a cronometro si stacca quasi subito. Dietro, Nibali accelera e comincia a sfoltire il drappello degli inseguitori, mentre in gruppo rimane attardato Nairo Quintana che aveva annunciato che non sarebbe venuto a Tour per fare classifica, ma che era sembrato in discrete condizioni nelle prime tappe.
La penultima ascesa era la più dura con l’ultimo chilometro sempre in doppia cifra. Nel gruppo maglia gialla, ci prova Konrad che, in un primo tempo, sembra avere lo spunto giusto, ma poi viene raggiunto da Asgreen, Cort Nielsen, Bonnamour e Skujins.
Nel gruppo maglia gialla, accelerano Van de Poel Van Aert e Nibali con Yates che accusa il cambio di ritmo.
Nel gruppo maglia bianca, parte Richard Carapaz, in bella progressione, e guadagna fino a 30 secondi. E’ inspiegabilmente la Movistar che va a tirare e che alla fine riuscirà a chiudere sull’ecuadoregno. Il comportamento della formazione iberica è francamente incomprensibile perché, se è vero che hanno Enric Mas vicino a Carapaz in generale, è anche vero che con un Pogacar in grande spolvero è necessario cercare di lasciare sulle spalle della sua squadra l’onere di chiudere su eventuali attacchi. Carapaz è un uomo pericoloso anche per Pogacar e probabilmente la UAE si sarebbe impegnata per chiudere, stancandosi a beneficio anche di Mas che avrebbe risparmiato i suoi uomini.
Sempre sulla salita di Signal d’Uchon, cede di schianto Primoz Roglic che viene abbandonato dalla squadra probabilmente informata della gravità della crisi. Se essa sia stata dovuta alla caduta od alla preparazione deficitaria, senza il ritmo gara che alcuni hanno cercato al Delfinato altri in Svizzera, probabilmente non lo sapremo mai, tuttavia lo sloveno era sembrato in discreta efficienza nella cronometro anche se non al top. Generalmente, le cronometro sono test abbastanza importanti perché non si può bluffare e quindi si può dire che la crisi grave di Roglic sia stata un po’ una sorpresa, anche se in una tappa di 250 Km certe cose possono succedere.
Davanti, nel frattempo, Mohoric ha staccato tutti e prosegue ad un ritmo elevato, tanto che nessuno riesce ad avvicinarsi. Nel finale, Stuyven riesce a staccare Asgreen, Bonnamour, Konrad e Cort Nielsen che vengono raggiunti dalla coppia Van der Poel, Van Aert che si erano liberati anche di Nibali, che arriva con Yates a quasi 3 minuti da Mohoric, pagando un dazio di 1:20 alla maglia gialla.
Il gruppo maglia bianca riprende Carapaz proprio sulla linea di arrivo e giunge a 5:15 dal vincitore, mentre Roglic taglia il traguardo dopo 9 minuti senza alcun compagno d squadra.
La generale ne è uscita abbastanza sconvolta. Rimangono saldi in testa Van der Poel e Van aert a 30 secondi, Pogacar però è quinto a 3:43, preceduto da Asgreen e Mohoric rispettivamente a 1:49 e a 3 minuti, alla spalle del detentore del titolo ci sono Nibali e Alaphilippe a poco più di 4 minuti. Gli altri restano con distacchi da Pogacar invariati, salvo Primoz Roglic che ora è a 9 minuti dalla maglia gialla e quindi a oltre 5 minuti dal connazionale.
Domani la prima delle due tappe alpine abbastanza soft.
Nel finale, ci sono il Col de Romme e la Colombier a 14 Km dal traguardo di Le Grand Bornand. Si tratta di salite abbastanza pendenti, sulle quali si può tentare un attacco. Oggi si è visto che Carapaz non sta nella pelle per cercare di recuperare il tempo perduto nella cronometro e, dopo la sfacchinata di oggi, c’è da capire chi sarà in grado di sferrare un attacco.
Il team Ineos è certamente più attrezzato della UAE e potrebbe muovere anche Thomas come diversivo, mentre la Jumbo dovrà reinventarsi e capire se lanciare Van Aert verso la maglia gialla o puntare sulla classifica di un uomo come Kruijswick che non è sembrato però al 100%.
Benedetto Ciccarone

La maglia gialla Mathieu van der Poel guida l'attacco nella tappa di Le Creusot (Getty Images Sport)
GIRO ROSA, BRILLA LA TREK-SEGAFREDO DI LONGO BORGHINI E BRAND
La prima frazione del Giro Rosa ha visto la formazione americana della Trek-Segafredo vincere nella cronosquadre come già fatto nella passata edizione. Seconda la SD Worx di Van der Breggen a 8” e terza la Alé BTC Ljubljana di Marta Bastianelli a 40”. Prima maglia rosa per l’americana Ruth Winder.
La trentaduesima edizione del Giro d’Italia Rosa vede un parterre come al solito molto importante, seppur la corsa ha perso il titolo di World Tour a seguito di non aver rispettato i requisiti minimi imposti dall’UCI che consistono in un’ora di trasmissione, i quali sfortunatamente anche quest’anno non saranno garantiti dagli organizzatori.
Anna Van der Breggen (SD Worx) è chiaramente la favorita numero uno avendo già vinto la corsa nel 2020, 2017 e 2015. Una delle principali outsider è sicuramente Marianne Vos (Team Jumbo-Visma Women) avendo già vinto anch’essa tre volte la corsa, anche se l’ultima volta è arrivata nel 2014, infatti da lei ci si aspetta di più che allunghi il suo lunghissimo elenco di vittorie di tappa, al momento fermo a 28. Le speranze azzurre sono riposte in Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo Women) che come miglior piazzamento ha un secondo posto conquistato nel 2017. Altre delle atlete da monitorare per la classifica generale includono Ashleigh Moolman (SD Worx), Lucinda Brand (Trek-Segafredo Women), Amanda Spratt (Team BikeExchange) e Cecilie Uttrup Ludwig (FDJ Nouvelle Aquitaine Futuroscope). Altre atlete importanti da monitorare sono Elizabeth Deignan e Ellen Van Dijk (Trek-Segafredo Women), Lisa Brennauer (Ceratizit-WNT Pro Cycling), Marta Bastianelli (Alé BTC Ljubljana), Chantal van den Broek-Blaak (SD Worx), Leah Kirchmann e Lorena Wiebes (Team DSM).
Il percorso dell’edizione presenta quattro tappe iniziale molto importanti, aperte da una cronosquadre, che viene seguita dalla prima tappa di montagna a Prato Nevoso, una tappa impegnativa per velocista e una cronoscalata. La fase centrale di corsa presenta quattro arrivi più facile con l’eccezione della tappa 7 a Puegnano del Garda su un circuito contenente una salita sulla quale è posto l’arrivo. La tappa regina è sicuramente sul Monte Matajur che viene seguita dalla tappa conclusiva di Cormons che contiene alcuni strappi, non lontani dall’arrivo.
La corsa si apriva quindi a Fossano con una cronosquadre di 27 chilometri fino a Cuneo con un percorso, ad eccezione dei primissimi chilometri in leggero falsopiano in salita. La vittoria andava alla Trek-Segafredo Women che conquistava il successo con un vantaggio di 8” sul Team SD Worx di Van der Breggen. Al terzo gradino del podio, ampiamente staccata la Alé BTC Ljubljana a 40 secondi. Da segnalare i distacchi più pesanti accumulati da Team Jumbo-Visma Women (1’16”), Team DSM (1’25”) e Team BikeExchange (1’31”).
La prima maglia rosa viene quindi indossata da Ruth Winder, prima atleta della Trek – Segafredo a tagliare il traguardo, con Longo Borghini e Lucinda Brand già avvantaggiate su tutte le altre rivali. La tappa di domani darà però già spazio a Anna Van der Breggen di poter tornare a dominare la corsa come ha finito nella passata edizione. Sono cento domani i chilometri in programma, con un percorso leggermente mosso prima dei 13 chilometri conclusivi al 7.2% che porteranno all’arrivo di prato Nevoso sul Colle del Prel.
Carlo Toniatti.

Il team Trek-Segafredo durante il suo sforzo vincente nella cronosquadre (Getty Images Sport)
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): VIERZON – LE CREUSOT
luglio 2, 2021 by Redazione
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Alla vigilia delle montagne si disputa un’insidiosa frazione di collina, decisamente più impegnativa rispetto a quelle vissute sulle strade bretoni. Chilometraggi “oversize” non sono più abituali nelle grandi corse a tappe e oggi ci sarà da fare i conti anche con un tracciato piuttosto complicato, nel quale spicca un muro di 1.7 Km all’11.3% da scavalcare a 18 Km dall’arrivo
Alla vigilia delle prime due tappe di montagna si disputa la frazione più lunga del Tour 2021, che è anche quella altimetricamente più complicata della prima settimana. I quasi 250 Km che si dovranno percorrere viaggiando da Vierzon a Le Creusot presenteranno una prima parte di gara scorrevole, poi l’altimetria si animerà quando la corsa giungerà sulle strade del Morvan, l’estremità settentrionale del Massiccio Centrale. Così negli ultimi 100 Km s’incontreranno una dietro l’altra ben sette salite, cinque delle quali valide per la classifica dei GPM, sulle quali spicca quella del Signal d’Uchon e non soltanto perché è la più elevata (635 metri) del lotto. I suoi numeri sono all’apparenza non temibili perché una salita complessivamente di 5.7 Km al 5.7% non fa paura a nessuno, ma in realtà questi dati sono falsati da una discesa intermedia di quasi 1 Km che la spezza in due settori e quello conclusivo ha caratteristiche di muro: nei conclusivi millesettecento metri, infatti, la pendenza media balza all’11.3% (il picco massimo è del 18%) e a rendere ancor più selettiva l’ascesa ci penserà la sede stradale notevolmente ristretta, anche nella successiva discesa. Terminata quest’ultima, immediatamente si riprenderà a salire alla volta dell’ultimo GPM di giornata, la più pedalabile Côte de la Gourloye (2.4 Km al 5.3%), scavalcata la quale mancheranno soli 8 Km al traguardo, a sua volta collocato al termine di un tratto conclusivo in lieve ascesa di circa 1500 metri. Se qualche big dovesse staccarsi dal gruppo principale sul Signal d’Uchon potrebbe faticare non poco a rientrare e, anzi, potrebbe non riuscire proprio a farlo.

Il “marteau-pilon”, la pressa a vapore simbolo di Le Creusot, e l’altimetria della settima tappa (www.lejsl.com)
L’ANGOLO DELLA STORIA
Le Creusot è uno di quei nomi che ci fanno in automatico sfogliare l’album dei ricordi e in particolare è un luogo caro agli appassionati di ciclismo che furono tifosi di Marco Pantani, anche se in questo centro il “Pirata” accusò un ritardo non indifferente da Jan Ullrich. Non poteva essere altrimenti perché nella cittadina della Borgogna terminava la seconda delle due cronometro lunghe del Tour del 1998, 52 Km che videro il cronoman tedesco dominare alla sua maniera e staccare di quasi un minuto lo statunitense Bobby Julich e di due minuti e 35 secondi lo scalatore di Cesenatico. Ma il “Pirata” aveva dalla sua parte il consistente tesoretto che cinque giorni prima aveva guadagnato nel tappone di Les Deux Alpes, partito da Grenoble con Ullrich saldamente in maglia gialla e Pantani quarto in classifica con tre minuti da recuperare. Sembrava impossibile il ribaltone, le tappe di montagna quell’anno erano state disegnate con mano non propriamente pesante e il tedesco aveva dalla sua parte tre cronometro per un totale di quasi 116 Km da percorrere contro il tempo; ma un Pantani più scatenato che mai e una giornata di raro maltempo sulle strade del Tour lo portano a soffrire terribilmente, soprattutto lungo la discesa del Galibier, e ad accusare al traguardo un ritardo di quasi 9 minuti da Pantani, passivo che lo fece retrocedere dal primo al quinto posto della classifica, ora dominata proprio da Marco. Ci tenterà l’indomani, nell’ultima tappa di montagna, di riprendersi le insegne del comando, ma lo scalatore italiano non lo mollerà e gli concederà l’onore della vittoria in quel di Albertville. La cronometro di Le Creusot, qualche giorno più tardi, gli consentirà inevitabilmente di guadagnare tempo su Pantani, ma quei 2’35” guadagnati non bastarono per intaccare il primato del “Pirata”, che si presentò alla rampa di lancio di Montceau-les-Mines con 5’56” di vantaggio sul rivale, scesi al traguardo ai 3’21” con i quali Pantani si presenterà da vincitore assoluto ventiquattrore più tardi sugli Champs-Elysées, primo italiano a vincere il Tour dopo Felice Gimondi e un’attesa durata 33 anni. Forsanche con il ricordo di questa giornata, nel 2006 fu riproposta una cronometro su quelle strade, anche se a ruoli inverti perché Le Creusot fu scelta come sede di partenza: al traguardo di Montceau-les-Mines, 57 Km più avanti, il più veloce fu lo specialista ucraino Serhij Hončar, che staccò di 41” il tedesco Andreas Klöden e di 1’11” lo statunitense Floyd Landis. Quest’ultimo quel giorno tolse la maglia gialla dalle spalle dello spagnolo Óscar Pereiro, al quale quasi un anno più tardi sarà riconsegnata dall’Unione Ciclista Internazionale, dopo la squalifica per doping del corridore americano.
METEO TOUR
Le previsioni meteo per la tappa del giorno
Vierzon : cielo sereno, 22.5°C, vento moderato da SE (10-12 km/h), umidità al 69%
Bourges (Km 25.8) : cielo sereno, 23.4°C, vento moderato da SE (10-11 km/h), umidità al 65%
Nevers (Km 91.8) : cielo sereno, 24.1°C (percepiti 25°C), vento debole da SE (9-11 km/h), umidità al 59%
Château-Chinon (GPM – 161.5 Km): poco nuvoloso, 22.8°C, vento debole da SSE (7-9 km/h), umidità al 52%
Autun (206.3 Km): poco nuvoloso, 23.7°C, vento debole da SSE (5-6 km/h), umidità al 53%
Le Creusot : nubi sparse, 24.1°C (percepiti 25°C), vento debole da SE (5-7 km/h), umidità al 53%
GLI ORARI DEL TOUR
10.55: inizio diretta su Eurosport1
11.05: partenza da Vierzon
11.15: partenza ufficiale
13.30: inizio diretta su RaiSport
13.50-14.05: traguardo volante di Saint-Benin-d’Azy
14.00: inizio diretta su RAI 2 (a circa 115 Km dalla partenza)
14.50-15.15: scollinamento Côte de Château-Chinon
15.20-15.45: scollinamento Côte de Glux-en-Glenne
16.15-16.45: scollinamento Côte de la Croix de la Libération
16.40-17.15: scollinamento Signal d’Uchon
16.55-17.30: scollinamento Côte de la Gourloye
17.05-17.45: arrivo a Le Creusot
TOURALCONTRARIO
Ordine d’arrivo della sesta tappa, Tours – Châteauroux
1° Anthony Perez
2° Jacopo Guarnieri a 42″
3° Marco Haller a 1′54″
4° Mikkel Bjerg a 2′11″
5° Christopher Juul-Jensen a 2′28″
Classifica generale
1° Ide Schelling
2° Amund Grøndahl Jansen a 51″
3° Daniel McLay a 1′19″
4° Roger Kluge a 1′41″
5° Clément Russo a 2′11″
Miglior italiano: Daniel Oss, 24° a 12′05″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Ballan (commentando una delle volate dei giorni scorsi): “Van der Poel si è messo in testa con la maglia gialla”
De Luca: “Quando la maglia gialla si dovette arrampicare sulle spalle di Pogacar”
De Luca: “Corridori che vanno nettamente”
De Luca: “La Parigi-Tours è una classica che vede l’arrivo”
De Luca: “Tour de France che ha ospitato tanti arrivi del Giro d’Italia”
De Luca: “Cura del preparativo delle cronometro”
Garzelli: “Van Aert ci tiene a strappare la maglia a Van der Poel”
Garzelli: “Cambi direzione del gruppo”
Garzelli: “Non ha grandissimi problema”
De Luca: “La strada che si sta avvicinando a Châteauroux”
Garzelli: “L’ultimo uomo di Cavendish sarà Ballerini, che andrà a lanciare Morkov, che sarà l’ultimo uomo…”
Garzelli: “Cercare i loro capitano”
DISCOTOUR
Son 32 (Noname)
NON C’E’ DUE SENZA TRE, CAVENDISH A CHATEAUROUX DIECI ANNI DOPO
Mark Cavendish ha vinto la sesta tappa del Tour de France su un traguardo che già lo aveva visto due volte braccia al cielo e che gli aveva consegnato la prima vittoria al Tour nel 2008. Ottima volata da parte del mannese che salta senza problemi Philipsen, lanciato in modo non impeccabile da Merlier.
Le tappe nelle sterminate pianure del centro della Francia non sono mai state esaltanti.
Nessuna possibilità di approntare diversivi credibili rispetto al copione con fuga tenuta a bagnomaria per tutta la tappa, ricompattamento generale a pochi chilometri dall’arrivo e volata finale con sfida tra treni.
Niente colline, niente punti ventosi, niente trabocchetti. La conformazione del territorio in certe zone impedisce l’inserimento di qualsiasi elemento in grado di turbare l’armonia.
Non ha fatto eccezione la tappa di oggi, che pure all’inizio aveva visto un tentativo di fuga formato da uomini abbastanza pericolosi. Il gruppo però non ha lasciato scampo a questa azione interessante proprio per le presenze sgradite ed ha chiuso implacabilmente.
Dopo la partenza, gli attacchi sono cominciati subito visto anche il ridotto chilometraggio della frazione ed ad avvantaggiarsi sono, come si diceva, uomini di qualità Kasper Asgreen (Deceuninck-Quick-Step), Søren Kragh Andersen (Team DSM), Toms Skujiņš (Trek-Segafredo), Greg Van Avermaet (Ag2r Citroen), Jonas Rickaert (Alpecin-Fenix), Thomas De Gendt (Lotto Soudal), Nils Politt (Bora-Hansgrohe) e Georg Zimmermann (Intermarché-Wanty-Gobert Matériaux).
Ovviamente la presenza di Asgreen, undicesimo a 1:49 da Van der Poel non è tollerata dal gruppo, specie se unita alla presenza di altri nomi come De Gendt e Van Avermaet. Le squadre dei velocisti iniziano ad accelerare il ritmo ed il vantaggio si assottiglia.
Con l’avvicinarsi del gruppo, salta anche l’accordo tra gli attaccanti che si spezzano in due drappelli per poi ricongiungersi, ma il gruppo piomba addosso ai battistrada quando mancano ancora 130 Km alla conclusione.
Van Avermaet però non ne vuole sapere di arrendersi e riparte a tutta prima che il gruppo riesca a riassorbire il tentativo. Dal plotone, a questo punto, evade Kluge che si riporta sul battistrada che, avvisato dalla ammiraglia, rallenta per agevolare il rientro di un uomo con cui collaborare.
Ovviamente la fuga composta da soli due uomini non fa paura ed il gruppo assesta la velocità in modo da tenere il vantaggio intorno ai 2 minuti.
A questo punto il copione va in scena senza variazioni.
Al traguardo volante, il distacco diminuisce a causa di una accelerazione del gruppo per disputare la volata, vinta da Colbrelli, che conquista quindi la terza piazza, ma subito dopo risale perché il gruppo non vuole chiudere troppo presto sugli attaccanti.
Il ricongiungimento avviene poco dopo il cartello dei 3 Km all’arrivo. A quel punto, si organizzano i treni, uno a destra con la Alpecin ed uno a sinistra con la Deceunick. Dopo una trenata di Van der Poel, è Merlier che prova a lanciare Jasper Philipsen, ma Mark Cavendish spunta da dietro e passa senza problemi l’avversario. Nel finale, spunta anche Bouhanni che va a conquistare la terza posizione. Quarto Arnaud Demare.
Mark Cavendish conquista senza problemi la tappa grazie alla sua esperienza. Lanciata la volata, ha intuito subito che la ruota giusta era quella di Philipsen, lanciato da Merlier che non è stato proprio impeccabile perché ha dato una accelerata secca che, invece di favorire chi era immediatamente dietro, ha finito per dare un vantaggio a Cavendish che, nel prendere la ruota di Philipsen, ha fatto un cambio di ritmo più progressivo e meno violento che gli ha permesso di saltare senza problemi l’avversario.
Domani, tappa adatta alle fughe con un finale nervoso, che potrebbe anche invogliare qualcuno a tentare una imboscata. Vista la attuale condizione di Pogacar, è forse più facile cercare di sorprenderlo con attacchi di squadra in tappe con trabocchetti come quella di domani, piuttosto che sulle grandi montagne.
L’arrivo di domani è lo stesso della cronometro al penultimo giorno del Tour 98 al termine della quale Pantani superò l’ultima insidia che lo separava dal gradino più alto del podio dei Campi Elisi. Dopo 23 anni, è ancora l’ultimo corridore ad aver realizzato la storica doppietta riuscita solo ai grandissimi: Coppi, Anquetil, Merckx, Hinault, Roche, Indurain ed appunto Marco Pantani.
Benedetto Ciccarone

Il bis di Cavendish a Châteauroux, 32 successo in carriera del britannico al Tour e terza affermazione personale nella cittadina francese (foto Bettini)
01-07-2021
luglio 1, 2021 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR DE FRANCE
Il britannico Mark Cavendish (Deceuninck – Quick Step) si è imposto nella sesta tappa, Tours – Châteauroux, percorrendo 160.4 Km in 3h17′36″, alla media di 48.704 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Jasper Philipsen
(Alpecin-Fenix) e il francese Nacer Bouhanni (Team Arkéa Samsic). Miglior italiano Sonny Colbrelli (Bahrain – Victorious), 11°. L’olandese Mathieu van der Poel (Alpecin-Fenix) è ancora maglia gialla con 8″ sullo sloveno Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates) e 30″ sul belga Wout Van Aert (Team Jumbo-Visma). Miglior italiano Vincenzo Nibali (Trek – Segafredo), 19° a 2′55″
TOUR OF BULGARIA
Lo sloveno Matevž Govekar (Tirol KTM Cycling Team) si è imposto nella prima tappa, Sofia – Plovdiv, percorrendo 178 Km in 4h41′55″, alla media di 37.884 Km/h. Ha preceduto di 5″ il tedesco Michel Aschenbrenner (P&S Metalltechnik) e di 6″ il belga Niels Vandeputte (Alpecin-Fenix Development). Miglior italiano Andrea Biancalani (Gragnano Sporting Club Caselli), 5° a 7″. L’italiano Giovanni Lonardi (Bardiani-CSF-Faizanè) è il nuovo leader della classifica con 1″ su Govekar e 4″ sul polacco Marceli Boguslawski (HRE Mazowsze Serce Polski)
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): TOURS – CHÂTEAUROUX
luglio 1, 2021 by Redazione
Filed under Approfondimenti
È l’ultima tappa di pianura della prima settimana e oggi ben poche emozioni dovrebbe offrire il percorso. Le zone che si attraverseranno presentano spesso l’insidia del vento (Valverde ne sa qualcosa) ma, stando alle previsioni, oggi non dovrebbe disturbare più di tanto lo svolgimento della frazione
Prima che tornino nuovamente in scena gli uomini di classifica la prima settimana del Tour offre nuovamente spazio, per l’ultima volta prima delle montagne, ai virtuosi dei finali a 70 all’ora. Difficilmente avremo una soluzione diversa dall’arrivo allo sprint nella frazione di Châteauroux, una delle poche di questa edizione del Tour a presentare ampi tratti realmente pianeggianti, rarità sulle strade francesi. Potrebbe però non rivelarsi una passeggiata la marcia di avvicinamento al sesto traguardo del Tour 2021 perché le sconfinate lande pianeggianti che si trovano al centro della Francia sovente sono battute dal vento, le cui folate non sono “frenate” da emergenze collinari. Spesso le tappe iniziali della Parigi-Nizza, che si disputano nel rigido clima di marzo, vengono fortemente condizionate dal vento ma anche al Tour non sono rari episodi simili a queste latitudini. A una settantina di chilometri dalla città sede d’arrivo quest’oggi c’è il centro di Saint-Amand-Montrond, dove nel 2013 a causa della rottura del gruppo sotto l’azione del vento lo spagnolo Alejandro Valverde, che alla partenza di quella tappa era secondo in classifica a 3’25” dalla maglia gialla Chris Froome, si ritrovò a perdere quasi dieci minuti da tutti gli altri avversari di classifica: se si pensa che a Parigi giungerà ottavo con 15’26” di ritardo, senza il passivo patito per colpa del vento quell’anno avrebbe potuto lottare per un piazzamento sul podio, sul quale finirono Froome, il colombiano Nairo Quintana (2° a 4’20”) e il connazionale Joaquim Rodríguez (3° a 5’04”). Detto questo, però, sembrebbe che le previsiono meteo per la giornata di oggi siano abbastanza clementi sotto l’aspetto vento ed Eolo così non dovrebbe disturbare più di tanto lo svolgimento della sesta tappa

Lo Château Raoul di Châteauroux e l’altimetria della sesta tappa (www.my-loire-valley.com)
L’ANGOLO DELLA STORIA
Con quella di quest’anno Châteauroux salirà a quota quattro. Tre, infatti, sono le precedenti occasioni nelle quali il Tour ha fatto scalo nel capoluogo della regione dell’Indre, da sempre terreno di caccia per i velocisti come testimoniato anche dal breve albo d’oro della Châteauroux Classic de l’Indre, corsa in linea per professionisti che si è disputata per 11 stagioni tra il 2004 e il 2014 e ha avuto come “mattatore” il lo sprinter transalpino Anthony Ravard, tre volte vincitore e una volta terzo. Anche il traguardo del Tour ha un suo “habitué” e si tratta di Mark Cavendish, che si è imposto le ultime due volte, regolando allo sprint nel 2008 lo spagnolo Óscar Freire e il tedesco Erik Zabel, mentre nel 2011 a soccombere al britannico saranno il nostro Alessandro Petacchi e il tedesco Andrè Greipel. A tenere a “battesimo” questo traguardo, nel 1998, era stato un altro nostro corridore, Mario Cipollini: quella fu una volata agrodolce per i corridori italiani perché, mentre lo sprinter toscano andava a imporsi davanti a Zabel e al francese Christophe Mengin, alle sue spalle finiva a terra a causa di un contatto Silvio Martinello, che fino all’anno prima era l’ultimo uomo di Cipollini nella conduzione degli sprint e che quel giorno cercava di fare la sua volata, ma sarà costretto a tornarsene in Italia con il bacino fratturato.
METEO TOUR
Le previsioni meteo per la tappa del giorno
Tours: nubi sparse, 22.2°C (percepiti 23°C), vento debole da NW (3-4 km/h), umidità al 68%
Chenonceaux (Km 41.9) : nubi sparse con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 22.7°C, vento debole da NW (3-4 km/h), umidità al 66%
Luçay-le-Mâle (traguardo volante) Km 104.3) : temporale con pioggia modesta e schiarite (0,2 mm), 22.1°C (percepiti 23°C), vento debole da WNW (2-3 km/h), umidità al 70%
Châteauroux : poco nuvoloso con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 22.4°C, vento debole da NNW (3-4 km/h), umidità al 69%
GLI ORARI DEL TOUR
13.50: inizio diretta su Eurosport1
13.55: partenza da Tours
14.00: inizio diretta su RAI 2 (5 minuti prima del passaggio del gruppo dal “chilometro 0″)
15.35-15.45: scollinamento Côte de Saint-Aignan
16.15-16.30: traguardo volante di Luçay-le-Mâle
17.25-17.45: arrivo a Châteauroux
TOURALCONTRARIO
Ordine d’arrivo della quinta tappa, cronometro individuale Changè – Laval (Espace Mayenne)
1° Brandon McNulty
2° Carlos Verona a 32″
3° Roger Kluge a 42″
4° Mads Pedersen a 57″
5° Bryan Coquard a 1′00″
Classifica generale
1° Amund Grøndahl Jansen
2° Daniel McLay a 28″
3° Ide Schelling a 1′00″
4° Clément Russo a 1′44″
5° Roger Kluge a 1′57″
Miglior italiano: Daniel Oss, 28° a 13′05″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
De Luca: “Froome un tempo, ahilui, dominava queste prove”
Orlando: “Cronometro che si sta disputando sotto la pioggia di 27 Km”
De Luca: “Un chilometro che misura 27 Km”
De Luca: “Campenaerts quando è partito aveva già un bel distacco”
Garzelli: “Faranno una crona a tutta”
De Luca: “La sbandata della curva”
De Luca: “Il padiso del cicloturista” (paradiso)
De Luca: “I francesi hanno il vezzo di mettere la vocale sull’accento”
De Luca: “Acciaio inix”
De Luca: “Due grandi protagonisti di questo Tour de France delle cronometro”
De Luca: “McNulty è un ottimo prospetto per i grandi giri”
Garzelli: “Guadagna due secondi a chilometri”
Garzelli: “Mark Cavendish tutti lo davano per perso”
De Luca: “36 anni e un piede e mezzo in pensione”
De Luca (prima di un’interruzione pubblicitaria): “È tempo di prendersi una pausa dal Giro d’Italia”
De Luca: “Come ricordevamo”
Garzelli: “In questi anni ci sono stati dei studi”
Garzelli: “In queste curve potrà esserci la prima posizione provvisoria”
De Luca: “Si sta impegnano nelle ultime curve per andare a fermare il cronometro”
Garzelli: “Potrebbe innervosire le squadre della Jumbo-Visma e dell’UAE-Team Emirates”
De Luca: “Bisogna andare nell’età tra le due grandi guerre”
Garzelli: “Quando era nel suolo con la clavicola fuori posto”
Garzelli: “Stile perfetto nella bici a cronometro”
Garzelli: “Roglic si sta difendendo molto bene, dovuto alle grandi ferite”
Garzelli: “Un punto di riferimento per tutti, soprattutto in vista per la classifica generale”
Garzelli (riferendosi alla vittoria nella cronometro del Tour de Suisse): “La grande prova di Uran, che era sconosciuta persino ai suoi stessi dirigenti”
Garzelli: “Vediamo se in questi ultimi 10 secondi è riuscito a recuperare qualcosa” (10 Km)
Garzelli: “Sei secondi di vantaggi”
Garzelli: “Scioglie le gambe Alaphilippe”
Garzelli: “La maglia giolla”
De Luca: “Lo attendevamo protagonista”
De Luca: “La utilizza pochissimo la bici a cronometro Van der Poel” (ha fatto la crono in moto?)
Garzelli: “Van der Poel può contare con 39 secondi di vantaggio”
Garzelli: “Guarda la lucidità che ha in viso Pogacar” (ha esagerato con il cerone?)
De Luca: “Ultimo 3 Km”
DISCOTOUR
Time after time (Cyndi Lauper)