SCHELDEPRIJS, CALEB EWAN DOMINA UNA VOLATA CAOTICA
Caleb Ewan (Lotto Soudal) ha ottenuto la sesta vittoria stagionale vincendo in volata allo Scheldeprijs con ampio margine sulla concorrenza. Dietro di lui il caos, tra cadute, polemiche e squalifiche, alla fine è stato Niccolò Bonifazio (Team Total Direct Energie) a conquistare il secondo posto davanti a Bryan Coquard (B&B Hotels – Vital Concept p/b KTM). Pascal Ackermann (BORA – hansgrohe) inizialmente classificatosi secondo è stato squalificato per aver causato una caduta.
L’edizione 108 della Scheldeprijs si è dovuta adeguare alla situazione causata dal coronavirus, con un percorso decisamente condizionato dalle limitazioni imposte dai Paesi Bassi. Infatti, normalmente la corsa sarebbe partita e poi transitata per gran parte del percorso su territorio olandese prima di arrivare nella cittadina di Schoten dove i corridori avrebbero percorso il solito circuito che includeva un tratto di pavè. Questa edizione, però, anche per controllare meglio la competizione viste le nuove misure imposte dal governo belga è stata disputata interamente sul circuito di Schoten con l’unica variante nell’assenza del tratto di pavè. La classica ha sempre favorito gli sprinter, ma chiaramente con queste modifiche l’arrivo in volata era praticamente garantito, non presentando alcuna asperità altimetrica e una distanza comunque ridotta a 174 chilometri.
La lista dei partenti garantiva una volata di livello includendo Sam Bennett (Deceuninck – Quick Step), Caleb Ewan (Lotto Soudal), Pascal Ackermann (BORA – hansgrohe), Mads Pedersen (Trek – Segafredo), Jasper Philipsen e Alexander Kristoff (UAE-Team Emirates) come principali favoriti vedendo come possibili outsiders Tim Merlier (Alpecin-Fenix), Nacer Bouhanni (Team Arkéa Samsic), Cees Bol (Team Sunweb), Bryan Coquard (B&B Hotels – Vital Concept p/b KTM), André Greipel (Israel Start-Up Nation) e Mark Cavendish (Bahrain – McLaren) che dopo una struggente intervista al termine della Gent-Wevelgem ha fatto capire che da qui in poi ogni corsa potrebbe essere la sua ultima in carriera nella speranza di ottenere un contratto per la prossima stagione.
Nella prima tornata, nonostante i tentativi, nessuno era in grado di avvantaggiarsi sul gruppo, mentre nel secondo giro prendeva piede la fuga comprendente Lewis Askey (Groupama – FDJ), Cavendish, Dmitriy Grudzev (Astana Pro Team), Piotr Havik (Riwal Securitas Cycling Team), Christopher Juul-Jensen (Mitchelton-Scott), Travis McCabe (Israel Start-Up Nation), Michael Schär (CCC Team) e Luc Wirtgen (Bingoal – Wallonie Bruxelles). Nello stesso tratto era costretto a ritirarsi Casper Pedersen (Team Sunweb) per una caduta e nel giro seguente anche il compagno di squadra Mads Pedersen si fermava, curiosamente entrambi vincitori domenica scorsa (rispettivamente alla Paris – Tours e alla Gent-Wevelgem). Apparentemente il suo ritiro è stato precauzionale per un fastidio al ginocchio in vista del suo obiettivo, il Giro delle Fiandre di domenica, lasciando il ruolo di capitano nella giornata odierna ad Edward Theuns.
La fuga rimaneva costantemente controllata a un minuto – un minuto e mezzo con in gruppo ad alternarsi corridori di Deceuninck – Quick Step, Lotto Soudal, UAE-Team Emirates, Alpecin-Fenix e B&B Hotels – Vital Concept p/b KTM. Cavendish perdeva contatto dalla fuga quando mancavano 34 chilometri dalla conclusione, mentre il gruppo restava a 34” di ritardo. Quando la fuga passava per l’ultima volta sotto il rettilineo d’arrivo allungava Askey seguito da Havik, il quale, poco dopo, contrattaccava tentando di resistere in solitaria al ritorno del gruppo, che riusciva però a chiudere su di lui a otto chilometri dall’arrivo.
Erano Deceuninck – Quick Step e B&B Hotels – Vital Concept a controllare le fasi conclusive con un inserimento negli ultimi tre chilometri di UAE-Team Emirates prima, e BORA – hansgrohe poi. Kristoff si occupava di lanciare la volata per Philipsen, ma alla sua ruota riusciva ad inserirsi Ewan che con un grande sprint vinceva con due biciclette di margine su Ackermann, il quale verrà squalificato per aver causato la caduta di August Jensen (Riwal Securitas Cycling Team). Al secondo posto si è classificato Niccolò Bonifazio (Team Total Direct Energie) davanti a Coquard. Nel finale molto confuso Philipsen, classificatosi quinto, si era lamentato con Bonifazio per averlo chiuso verso le transenne e nel farlo ha anche spinto leggermente il corridore ligure, azione che ha fatto a sua volta polemizzare Merlier, all’arrivo quarto, per il gesto pericoloso compiuto dal connazionale.
Nella caduta è rimasto coinvolto anche Ivàn Garcia Cortina (Bahrain – McLaren), fortunatamente sia per lo spagnolo sia per Jensen non sono state riportate conseguenze gravi.
Carlo Toniatti.

L'esultanza di Caleb Ewan dopo la vittoria al Scheldeprijs (foto Getty Image Sports)
POKER DI DÉMARE, TAPPE PER VELOCISTI DA RIPENSARE
La quarta vittoria del campione francese Démare in una tappa per velocisti puri con il più classico dei copioni, con fuga tenuta a bagnomaria tutta la tappa e raggiunta negli ultimi chilometri, impone una seria riflessione sul disegno delle tappe per velocisti che, pur essendo tappe di trasferimento, vanno ripensate in chiave moderna.
Spesso si osserva da più parti come, nel ciclismo moderno, le andature sempre più elevate per via della tecnologia e di diversi altri arcinoti fattori provochino effetti poco desiderabili, come la difficoltà di fare la vera differenza in salita, corse sempre più chiuse e quindi anche meno spettacolo e meno inviti ai corridori all’intraprendenza.
Se questa è la situazione riguardo alla salite, non vi è chi non intuisca che nelle tappe di pianura gli effetti siano amplificati oltremodo.
Già da moltissimi anni, nelle tappe pianeggianti, il copione abbastanza monotono è sempre quello di una fuga di un drappello composto principalmente da giovani di belle speranze che tentano di mettersi in mostra per gli sponsor e per far emergere le loro potenzialità. Oggi, con la situazione sopra descritta anche tappe con difficoltà altimetriche non impossibili difficilmente sfuggono alle grinfie dell’epilogo in volata a ranghi compatti.
Per questo motivo, ad avviso di chi scrive, le tappe completamente pianeggianti non possono più essere proposte se non in situazioni nella quali sia assolutamente impossibile comportarsi diversamente, come ad esempio per le tappe al centro delle desolate pianure dell’interno della Francia, dove il Tour in tempi andati si recava per quasi tutta la prima metà della corsa.
In Italia, una simile situazione si verifica, per nostra fortuna, solo nella pianura padana mentre, nelle altre zone del Paese è possibile trovare delle asperità da porre nella parte finale della tappa per offrire almeno una possibilità non solo teorica, per chi ha coraggio, di anticipare lo sprint.
Non è che non si riconosca che è necessario inserire in un grande giro delle tappe dedicate agli sprinter, tuttavia si ritiene che lo sprint debba essere comunque conquistato e che ci debba essere una battaglia non solo in astratto tra chi va in fuga e il gruppo che insegue.
Come si diceva oggi gli sprinter sono in grado di resistere su ascese non durissime, quindi l’inserimento di asperità nella parte finale della tappa non va a modificare la natura della tappa che rimane per sprinter, ma va ad inserire un barlume di interesse per la possibilità, seppur minima, di sottrarre la frazione da un esito scontato.
Nella zona di Rimini, è possibile trovare delle ascese fattibili come ad esempio nei dintorni di San Marino, anche se l’antica Repubblica era già stata toccata lo scorso anno in occasione della tappa a cronometro.
Detto ciò, la cronaca della corsa risulta davvero scarna; già nella battute iniziali evadono Mattia Bais (Androni Giocattoli – Sidermec), Marco Frapporti (Vini-Zabù), Sander Armée (Lotto Soudal), Francesco Romano e Fabio Mazzucco (Bardiani-CSF).
Questi uomini sono stati costantemente tenuti sotto tiro dal gruppo che ha mantenuto per moltissimi chilometri il gap nell’ordine dei tre minuti per opera delle squadre dei velocisti. Dopo il traguardo volante di Coriano, Elia Viviani viene investito da una moto per fortuna senza conseguenze, mentre davanti si rompe l’accordo tra i fuggitivi con Sander Armée e Mattia Bais che staccano gli altri attaccanti.
Elia Viviani rientrerà in gruppo senza particolari problemi mentre, quando mancano 25 chilometri all’arrivo Armée, resta solo in testa alla corsa, ma il gruppo procede ad elevatissima velocità e riassorbe l’ultimo baluardo della fuga ai -6.
A quel punto, parte la solita girandola dei treni con l’epilogo che non cambia rispetto a quanto visto sinora, Démare conferma la propria superiorità allo sprint e si rifà dei punti che Sagan era riuscito a recuperare ieri nella classifica per la maglia ciclamino.
Domani è prevista la tappa di Cesenatico che ricalca il percorso della Nove Colli, ci si aspetta battaglia anche se difficilmente entreranno in azione gli uomini di classifica.
Non è però escluso che qualcuno ci voglia provare, vista la mala parata che si profila per le montagne.
Non bisogna dimenticare infatti che Almeida, nella cronometro inaugurale ha viaggiato sui tempi di Geraint Thomas e si è classificato secondo dietro a Ganna a quindi potrebbe incrementare il proprio vantaggio in classifica generale nella cronometro di sabato che ha anche un chilometraggio di un certo rilievo.
Venerdì ci sarà un’altra tappa pianeggiate ma, fortunatamente, poco prima dell’arrivo di Monselice, saranno affrontati due dentelli con pendenze severe che potrebbero consentire a chi ha il coraggio di provarci di evitare la volata a ranghi compatti.
Benedetto Ciccarone

L'attimo della vittoria di Arnaud Démare sul traguardo di Rimini (foto Bettini)
14-10-2020
ottobre 14, 2020 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
Il francese Arnaud Démare (Groupama – FDJ) si è imposto nell’undicesima tappa, Porto Sant’Elpidio – Rimini, percorrendo 188 Km in 4h03′52″ alla media di 44.78 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo slovacco Peter Sagan (Bora – Hansgrohe) il colombiano Álvaro José Hodeg Chagüi (Deceuninck – Quick Step). Miglior italiano Simone Consonni (Cofidis, Solutions Crédits), 4°. Il portoghese João Pedro Gonçalves Almeida (Deceuninck – Quick Step) è ancora in maglia rosa con 34″ sull’olandese Wilco Kelderman (Team Sunweb) e 43″ sullo spagnolo Pello Bilbao López de Armentia (Bahrain – McLaren). Miglior italiano Domenico Pozzovivo (NTT Pro Cycling), 4° a 57″
SCHELDEPRIJS
L’australiano Caleb Ewan (Lotto Soudal) si è imposto nella corsa belga, circuito di Schoten, percorrendo 173.3 Km in 3h34′38″ alla media di 48.45 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Niccolò Bonifazio (Team Total Direct Énergie) e il francese Bryan Coquard (B&B Hotels – Vital Concept p/b KTM).
LA TAPPA DEL GIORNO: PORTO SANT’ELPIDIO – RIMINI
ottobre 14, 2020 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Nella città di Federico Fellini il Giro approda con una tappa che di “cinematografico” avrà ben poco, se non nello spettacolare passaggio sulla strada panoramica del promontorio di Gabicce. A Rimini si attende un arrivo allo sprint, al termine di un finale comunque meritevole d’attenzione da parte di tutti per la presenza di curve, rotatorie e restringimenti di carreggiata
Si arriva in una delle più rinomate “capitali del divertimento” ma non ci sarà spazio per distrazioni in quest’undicesima tappa, pur essendo questa una delle più semplici del Giro 2020. Fino a circa 5 Km dall’arrivo non s’incontreranno grosse difficoltà in una frazione solo leggermente più accidentata rispetto a quella piatta di Brindisi, che proporrà un GPM di 4a categoria a 76 Km dalla conclusione e una serie di sparuti dentelli prima di ritrovare la pianura a poco meno di 25 Km dal traguardo. Gli ultimi 5 Km, invece, pur essendo totalmente pianeggianti dovranno esser percorsi con particolare attenzione perché l’attraversamento di Rimini proporrà una serie d’insidie, ultimo un restringimento di carreggiata che s’incontrerà all’imbocco di una curva a destra a circa 2500 metri dall’arrivo, subito dopo aver affrontato la rotatoria che si trova di fronte al celebre Grand Hotel di felliniana memoria. Anche gli uomini di classifica in simili frangenti dovranno tenere gli occhi bene aperti, nonostante il regolamento preveda di neutralizzare i distacchi causati da incidenti negli ultimi 3 Km: un eventuale caduta sarebbe sì “bonificata” dai giudici di gara, ma potrebbe penalizzare il prosieguo della corsa.
METEO
Porto Sant’Elpidio: poco nuvoloso, 17.4°C (percepiti 16°C), vento moderato da SSE (11-12 Km/h), umidità al 51%
Osimo (31.4 Km): nubi sparse, 16.7°C (percepiti 15°C), vento moderato da S (10 Km/h), umidità al 49%
Senigallia (71.9 Km) : nubi sparse, 17.4°C (percepiti 14°C), vento moderato da S (14-15 Km/h), umidità al 60%
Pesaro (traguardo volante – 105.9 Km): poco nuvoloso, 18.6°C (percepiti 16°C), vento moderato da SSE (13 Km/h), umidità al 52%
Coriano (traguardo volante – 144.1 Km): poco nuvoloso, 18.1°C (percepiti 16°C), vento moderato da S (11-12 Km/h), umidità al 53%
Rimini : poco nuvoloso, 18.5°C (percepiti 16°C), vento moderato da SSE (13 Km/h), umidità al 55%
GLI ORARI DEL GIRO
11.20: inizio collegamento RaiSport (55 minuti prima della partenza)
12.15: partenza da Porto Sant’Elpidio
12.25: inizio collegamento Eurosport 2 (a circa 8 Km dalla partenza)
14.00: inizio collegamento Rai2 (a circa 80 Km dalla partenza)
14.40-14.50: traguardo volante di Pesaro
14.45-1500: scollinamento Monte San Bartolo
15.30-15.50: traguardo volante di Coriano
16.15-16.40: arrivo a Rimini
UN PO’ DI STORIA
Il nome di Rimini riporta alla memoria degli appassionati di ciclismo una data tragica, quel 14 febbraio del 2004 quando Marco Pantani fu ritrovato privo di vita in un residence della cittadina romagnola, tra l’altro situato a poche centinaia di metri dal luogo dove si concluderà la tappa del Giro 2020. Prima di quest’anno la Corsa Rosa è arrivata otto volte nella “capitale” della riviera romagnola e ad inaugurare questo traguardo è stato un “monumento” del ciclismo italiano, il mantovano Learco Guerra, che qui si impose nel 1932 e poi anche nel 1934. A succedergli saranno il veneto Antonio Bevilacqua nel 1950, il toscano Serafino Biagioni nel 1951, il piemontese Pasquale Fornara nel 1953, il romagnolo Giuseppe Minardi nel 1956, unico straniero il belga Rik Van Looy nel 1959 e per ultimo il cremasco Pierino Baffi nel 1960.

Turisti a passeggio sulla spiaggia di Rimini e, in trasparenza, l’altimetria dell’undicesima tappa del Giro 2020 (Centro Nautico Alla Deriva)
DOPPIO TERREMOTO AL GIRO: IL COVID MANDA A CASA DUE SQUADRE; TAPPA FOLLE, ANARCHIA TOTALE.
Con i tamponi molecolari del giorno di riposo, vengono trovati 8 positivi di cui due corridori e quattro meccanici della Mitchleton. Positivo uno degli attesi protagonisti sulle montagne, l’olandese Steven Kruijswisjk e il cacciatore di tappe Matthews. La Jumbo non si presenta al foglio firma, mentre la Sunweb parte regolarmente. Sagan conquista la tappa da campione dopo un attacco portato via di forza, nonostante il tentativo di Démare di impedire il formarsi della fuga con lo slovacco che si avvicina al francese nella classifica a punti.
Purtroppo oggi non è possibile parlare solo della interessantissima tappa andata in scena, perché il giorno di riposo è stato, come di consueto, giorno di tamponi e stavolta i tamponi hanno provocato un terremoto che non ha nulla da invidiare ai terremoti provocati da un tappone di montagna o da una tappa a cronometro.
La positività di quattro membri dello staff ha portato al ritiro della squadra della Mithcleton che già aveva perso il proprio capitano Simon Yates, il quale non era però affatto brillante forse proprio a causa del virus SarsCov 2 in incubazione.
Positivo anche l’olandese Steven Kruijswick, atteso protagonista per la classifica generale anche se, pure lui, nella tappa con arrivo all’Aremogna non era apparso brillante ed aveva perso diversi secondi nel finale. Anche in questo caso, la squadra ha deciso per il ritiro, non presentandosi alla partenza. In questo caso però, la squadra non ha rispettato il protocollo UCI che prevedeva il ritiro della squadra con almeno due positività.
Protocollo che invece ha deciso di rispettare la Sunweb che, con il solo Matthews positivo, ha deciso di prendere il via.
Ora i controlli dovrebbero essere rafforzati in quelle squadre con i test rapidi mentre, nel secondo giorno di riposo, verranno ripetuti i tamponi molecolari.
In questi giorni, tra le neve che sta cominciando a cadere copiosa sulle alpi e il covid che comincia a serpeggiare, nonostante la bolla, il povero Vegni si ritrova con diverse gatte da pelare.
Tutti gli appassionati sperano che si possa arrivare a Milano senza altre defezioni e dopo aver percorso integralmente il tracciato previsto.
Nonostante le defezioni di atleti importanti, la tappa è stata molto interessante sin dalle prime battute. Dopo una iniziale girandola di scatti e controscatti, si forma in testa una coppia di lusso formata da Sagan e Ganna. In questa fase, la tappa doveva affrontare il GPM di Chieti che prevedeva la salita da Via del Tricalle (chiamata dal locali la salita del gas). Il sottoscritto può garantire per esperienza personale che le pendenze sono di quelle che fanno davvero male ben oltre il 20% nonostante la brevità del tratto duro.
I due non riescono a guadagnare moltissimo perché il gruppo dietro viaggia ad elevata velocità. Poco dopo, sulla coppia di testa, si porta un drappello di contrattaccanti con Jhonatan Restrepo (Androni Giocattoli-Sidermec), Simon Clarke (EF), Ignatas Konovalovas (Groupama-FDJ), Davide Villella e Dario Cataldo (Movistar), Ben Swift e Filippo Ganna (Ineos-Grenadiers), Stéphane Rossetto (COF) e Nicolas Edet (COF).
In gruppo Démare mette la squadra davanti a tirare a tutta per chiudere sulla fuga, in particolare per via della presenza di Sagan che è l’unico che potrebbe insidiare la sua maglia ciclamino.
Il ritmo porta al riassorbimento di un gruppetto di ulteriori contrattaccanti con Jaakko Hänninen (Ag2r La Mondiale), Simon Pellaud (Androni Giocattoli-Sidermec), Kamil Malecki (CCC), Thomas De Gendt (Lotto Soudal) e Giovanni Visconti (Vini Zabù KTM) che si era formato alle spalle della testa della corsa.
Dopo una prima fase di inseguimento, nella quale il vantaggio era rimasto stabilmente oltre i 30 secondi, il gruppo riesce a recuperare un po’ portandosi a 20 secondi dalla testa. Giulio Ciccone, che faceva parte della fuga, poco convinto della possibilità della fuga di andar via, si rialza mentre Edet e Rossetto sembrano non aver le gambe per reggere il ritmo indiavolato dei battistrada che cercano disperatamente di prendere il largo e non vogliono rassegnarsi al ritorno del gruppo.
La testardaggine dei fuggitivi ha la meglio perché, nonostante il gruppo viaggi a 60 km orari con Démare che si mette anche a tirare in prima persona, il distacco non viene significativamente eroso perché davanti c’è un passistone come Ganna ed altri ottimi corridori che si danno cambi regolari. Il ritmo elevato dei fuggitivi causa addirittura il distacco in pianura di alcuni componenti del drappello meno brillanti.
In gruppo nessuna squadra offre collaborazione al ritmo folle imposto dalla Groupama ed alla fine la squadra della maglia ciclamino è costretta a tirare in remi in barca e lasciare che la fuga prenda un vantaggio che arriva quasi a 5 minuti con un perfetto accordo tra i componenti.
La UAE Emirates di Ulissi, che potrebbe ambire ad un traguardo come quello odierno, si mette in testa per controllare il vantaggio ed eroderlo un po’, cosa che in effetti avviene perché ai piedi del muro di Colonnella il vantaggio è dimezzato. Sullo strappo prova ad avvantaggiarsi Cataldo, ma Sagan si riporta sulle ruote del corridore di casa trascinandosi dietro parte del gruppo di testa che però comincia a sfilacciarsi, con Ganna che perde terreno. Sul muro di Controguerra, non succede granchè anche perché le pendenze sono elevatissime e scattare diventa molto difficile, inoltre la distanza dal traguardo non consiglia di tentare una azione solitaria. In gruppo però Pozzovivo mette davanti la squadra ed il ritmo sale notevolmente.
Nella discesa però Ganna riesce a rientrare sulla testa, in modo egregio, mentre dietro è proprio Pozzovivo che, a causa di un incidente meccanico, è costretto a fermarsi e ad iniziare un disperato inseguimento per riprendere le ruote del gruppo maglia rosa che, sui due muri affrontati sino a quel punto, si era ridotto davvero parecchio. Il lucano riesce a riportarsi sul gruppo dei migliori dimostrando l’ottima condizione che lo assiste.
Nelle fasi successive, davanti si forma una coppia con Sagan e Swift che staccano tutti gli altri mentre dal gruppo evade Pello Bilbao che decide di attaccare la maglia rosa.
Sull’ultimo strappo verso Tortoreto alta, Bilbao supera Swift che patisce l’accelerazione di Peter Sagan che se ne va da solo quando il vantaggio su Pello Bilbao è di soli 10 secondi e di circa 20 sul gruppo maglia rosa. E’ proprio il leader della classifica generale che accelera sulle dure rampe al 18% per difendersi dall’attacco di Pello Bilbao che non riesce a riportarsi sullo slovacco al comando. Anche Pozzovivo prova ad allungare.
Nella discesa Pello Bilbao viene ripreso, mentre Sagan tira dritto a tutta. In gruppo fora Fuglsang in un punto in cui non c’è l’assistenza delle ammiraglie. Il danese si fa dare la bicicletta da Felline ma il ritardo è grave ed il capitano dell’Astana non riuscirà a rientrare.
Sul traguardo si presenta Sagan in perfetta solitudine mentre, dietro, Brandon McNulty (UAE Team Emirates) precede di pochi secondi il gruppo maglia rosa regolato allo sprint proprio dal capoclassifica che va a prendersi l’abbuono per il terzo posto.
Fuglsang, ritrovatosi in un gruppetto con tutti gregari dei suoi avversari, è costretto a prendere completamente sulle sue spalle l’inseguimento ed alla fine il passivo sul traguardo rispetto ai big sarà superiore al minuto.
Sagan ne ha fatta una delle sue: è partito nelle prime fasi di gara quando mancavano ben più di 100 Km al traguardo. Nonostante l’inseguimento forsennato del gruppo durato moltissimi chilometri, non ha ceduto ed è riuscito, grazie anche alla collaborazione degli altri fuggitivi, a resistere all’attacco della Groupama. Sull’attacco di Cataldo, è stato prontissimo e replicare ed infine è stato implacabile sul muro finale. Non ha avuto scampo Swift, ma neppure Pello Bilbao, che pareva in forte rimonta, è riuscito ad agganciarlo nel finale. La discesa lo ha aiutato a consolidare il vantaggio ma poi anche in pianura il campione slovacco ha retto bene, riuscendo a tornare alla vittoria dopo un lungo digiuno.
Ottimo anche Ganna che, nella prima fase, ha contribuito al buon esito della fuga grazie alle proprie doti di passista e che, a questo punto, se ancora in condizione potrà lottare per la vittoria nella tappa a cronometro del prosecco.
Almeida è apparso reattivo quando ha visto in pericolo il simbolo del primato. Non sarà un gioco da ragazzi strappargli le insegne rosa, specialmente se la terza settimana dovesse subire pesanti modifiche a causa del meteo. La situazione sembrerebbe in miglioramento tuttavia, anche se si dovesse riuscire a sgombrare la strada dalla neve caduta nei giorni scorsi, non bisogna sottovalutare le temperature che, se fossero particolarmente rigide alle quote del Passo dello Stelvio, Cima Coppi, e del Colle dell’Agnello, potrebbero far scattare il protocollo Uci sulle condizioni meteo estreme che prevede il blocco delle corse in caso di temperature sotto lo zero.
Domenico Pozzovivo sembra il più in condizione ed essendo ottimamente piazzato in generale diventa un candidato alla vittoria finale. Va però considerato che, in passato, lo scalatore lucano ha sempre accusato dei passaggi a vuoto nelle corse di tre settimane.
Nibali si è mantenuto tranquillo e, vista la mancanza di esplosività, sta sicuramente tramando qualche azione per le tappe con le salite vere.
Domani dovrebbero tornare in scena i velocisti, mentre dopodomani l’attesissima tappa di Cesenatico che ricalcherà il percorso della nove colli e renderà omaggio al Pirata.
In una corsa come quella che stiamo vivendo, nella quale non ci sono squadre a farla da padrone come abbiamo invece visto al Tour, c’è da aspettarsi di tutto.
Benedetto Ciccarone

Il ritorno alla vittoria di Peter Sagan: non alzava le braccia al cielo dal 10 luglio dell'anno scorso, quando si era imposto nella tappa di Colmar del Tour de France (foto Bettini)
13-10-2020
ottobre 13, 2020 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
Lo slovacco Peter Sagan (Bora – Hansgrohe) si è imposto nella decima tappa, Lanciano – Tortoreto, percorrendo 177 Km in 4h01′56″ alla media di 43.90 Km/h. Ha preceduto di 19″ lo statunitense Brandon McNulty (UAE-Team Emirates) e di 23″ il portoghese João Pedro Gonçalves Almeida (Deceuninck – Quick Step). Miglior italiano Domenico Pozzovivo (NTT Pro Cycling), 9° a 23″. Gonçalves Almeida è ancora in maglia rosa con 34″ sull’olandese Wilco Kelderman (Team Sunweb) e 43″ sullo spagnolo Pello Bilbao López de Armentia (Bahrain – McLaren). Miglior italiano Pozzovivo, 4° a 57″
LA TAPPA DEL GIORNO: LANCIANO – TORTORETO
ottobre 13, 2020 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Dopo il primo giorno di riposo il Giro si riavvia con l’insidiosa tappa dei muri abruzzesi. Se ne dovranno affrontare in tutto sei, prevalentemente concentrati negli ultimi 60 Km. Un ruolo chiave dovrebbe averlo la triplice ascesa al borgo antico di Tortoreto, mentre il “non plus ultra” sarà rappresentato dal 24% di pendenza massima del brevissimo muro di Controguerra
Una “costante” del Giro d’Italia n° 103 saranno i muri, che saranno previsti in ben cinque frazioni, la prima delle quali è stata disputata qualche giorno fa sul Gargano. La regina di queste tappe sarà quella che si correrà oggi pomeriggio sulle strade abruzzesi, che di queste breve ma ripide verticali ne proporrà ben sei, cominciando dal muro del Tricalle a Chieti, 1800 metri inclinati al 7.8% e un picco al 19% che si scaleranno nella prima parte di questa delicata frazione, i cui momenti clou si vivranno negli ultimi 60 Km. A introdurre le danze sui sesti gradi nel finale sarà la prima ascesa al borgo alto di Tortoreto, 3 Km al 7,3% che presentano due picchi al 18%, uno nel corso del chilometro iniziale e l’altro a mille metri dallo scollinamento. Dopo un ultimo tratto tranquillo sulla Statale Adriatica si supereranno in rapida successione la salita di Colonnella (3 Km al 9.2% e un altro picco al 18%) e il brevissimo ma bruciante muro di Controguerra, 900 metri al 9.7%, una sventagliata al 24% e in vetta un traguardo volante ad abbuoni ad attendere i corridori. Si tornerà quindi a pedalare in direzione del borgo di Tortoreto, stavolta raggiungendolo dal versante di Via Badette, 2500 metri al 7% che presentano un altro “colpo secco” al 20%. E ancora non sarà finita perché subito dopo bisognerà ripetere il muro scalato una sessantina di chilometri prima, imboccandolo più in quota (2 Km al 7,2%) e saltando così il primo dei due picchi al 18%. Ma non ci sarà ancora spazio per tirare il fiato perché, superato l’ultimo dei sei muri di giornata, si dovranno ancora percorre 11 Km per raggiungere il traguardo, fissato in riva all’Adriatico, tratto nel quale chi dovrà recuperare il terreno perduto sui muri si spremerà fino all’ultima stilla di energia.
METEO
Lanciano : nubi sparse, 14.1°C (percepiti 8°C), vento moderato da NW (21-24 Km/h), umidità al 61%
Chieti (GPM – 47.1 Km): nubi sparse, 14.7°C (percepiti 10°C), vento moderato da NW (19-23 Km/h), umidità al 58%
Montesilvano (zona rifornimento – 79.3 Km) : nubi sparse con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 16.4°C (percepiti 12.5°C), vento moderato da NNW (17 Km/h), umidità al 57%
Tortoreto (GPM – 1° passaggio – 120 Km): cielo coperto, 15.6°C (percepiti 14°C), vento debole da N (9-10 Km/h), umidità al 54%
Tortoreto Lido (arrivo) : cielo coperto, 16.3°C (percepiti 15°C), vento debole da NNE (8 Km/h), umidità al 54%
GLI ORARI DEL GIRO
11.10: inizio collegamento RaiSport (55 minuti prima della partenza)
12.05: partenza da Lanciano
12.25: inizio collegamento Eurosport 2 (a circa 15 Km dalla partenza)
13.10-13.20: scollinamento Chieti
14.00: inizio collegamento Rai2 (a circa 80 Km dalla partenza)
14.35-14.50: traguardo volante di Giulianova
14.50-15.10: primo scollinamento di Tortoreto
15.20-15.40: scollinamento di Colonnella
15.25-15.50: traguardo volante di Controguerra
16.00-16.25: secondo scollinamento di Tortoreto
16.10-16.40: arrivo a Tortoreto Lido
UN PO’ DI STORIA
Tortoreto si trova a meno di 20 Km dalla nota stazione balneare marchigiana di San Benedetto del Tronto, agli appassionati di ciclismo nota per essere la sede d’arrivo della Tirreno-Adriatico, la gara creata nel 1966 da Franco Mealli e negli anni divenuta la seconda corsa a tappe italiana per importanza dopo il Giro. Grazie anche a questa vicinanza per ben quattro stagioni consecutive Tortoreto è stata scelta come traguardo alla “Corsa dei Due Mari” e qui si sono imposti il veneto Pietro Guerra nel 1973, il toscano Sigfrido Fontanelli nel 1974, il belga Patrick Sercu nel 1975 e il connazionale Roger De Vlaeminck nel 1976, durante la quinta delle sei edizioni vinte di filato dal “Gitano di Eeklo”. Per la Corsa Rosa, invece, Tortoreto è stata semplicemente luogo di transito fino al 1995, quando Carmine Castellano – che da un paio di anni aveva preso il posto di Vincenzo Torriani alla guida del Giro – stabilì di farvi concludere la quinta frazione dell’edizione dominata dall’elvetico Tony Rominger e conquistata dal toscano Filippo Casagrande, fratello minore di quel Francesco che nel 2000 si piazzerà secondo nel Giro vinto da Stefano Garzelli. Il ritorno del Giro a Tortoreto per un arrivo di tappa nel 2020 è stato anticipato lo scorso anno dalla partenza da questo centro della tappa diretta a Pesaro, vinta allo sprint dall’australiano Caleb Ewan.

Tortoreto Lido visto dal borgo alto di Tortoreto e, in trasparenza, l'altimetria della decima tappa (www.nuovorighi.com)
12-10-2020
ottobre 12, 2020 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
Giorno di riposo
PRUEBA VILLAFRANCA-ORDIZIAKO KLASIKA
Il britannico Simon Carr (NIPPO DELKO One Provence) si è imposto nella corsa spagnola, circuito di Ordizia, percorrendo 165.7 Km in 3h52′42″ alla media di 42.72 Km/h. Ha preceduto di 36″ lo statunitense Kyle Murphy (Rally Cycling) e il colombiano Winner Andrew Anacona Gómez (Team Arkéa Samsic). Miglior italiano Marco Tizza (Amore & Vita – Prodir), 16° a 1′53″
MADS PEDERSEN METTE LA FIRMA ALLA GAND-WEGELVEM
ottobre 12, 2020 by Redazione
Filed under 2) GAND - WEVELGEM, News
Corsa esplosa a 15 chilometri dal finale, l’ex campione del mondo batte in volata Florian Senechal (Deceuninck-QuickStep). Bene gli italiani Matteo Trentin (CCC Team) e Alberto Bettiol (EF Pro Cycling) rispettivamente terzo e quarto.
—IN CALCE ALL’ARTICOLO TROVERETE LE PAGELLE DELLA “GAND”—
Ottantaduesima edizione della Gand-Wevelgem che veniva vinta da Mads Pedersen (Trek-Segafredo), il quale aver condotto una corsa attenta e sempre nelle prime posizioni pronto a sfruttare l’azione decisiva. Edizione corsa in autunno come tutte le classiche del nord a causa dell’emergenza Covid-19. Al via col dorsale numero 1, si presentava il campione in carica Alexander Kristoff (UAE-Team Emirates), insieme a Wout Van Aert (Team Jumbo-Visma), Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix), mentre tra gli italiani con ambizioni di vittoria, ultimo connazionale a vincere la Gand-Wevelgem Luca Paolini nel 2016, c’erano Matteo Trentin (CCC Team) e Alberto Bettiol (EF Pro Cycling).
Corsa che partiva da Ypres in Belgio, località nota per una serie di bataglie durante la prima guerra mondiale. Dopo sei settori in pavé e nove cote nei 232,5 chilometri di gara, la corsa sarebbe terminata a Wevelgem. Pronti e via e partivano i primi attacchi di giornata, tra i vari tentativi, prendevano il largo sette corridori: Alexis Gougeard (AG2R La Mondiale), Mark Cavendish (Bahrain-Mclaren), Alexander Konychev (Mitchelton-Scott), Leonardo Basso (Ineos Grenadiers), Julien Morice (B&B Hotels – Vital Concept), Kenny Molly (Bingoal – Wallonie Bruxelles) e Gilles De Wilde (Sport Vlaanderen – Baloise). Un’annotazione per Cavendish, che a fine corsa, ai microfoni di Sporza diceva che la Gand-Wegelvem potrebbe essere stata l’ultima corsa della propria carriera. Speriamo di no. Collaborando bene tra loro, i fuggitivi raggiungevano un vantaggio di 7′34”. Gruppo che trainato dalle squadre dei big, li ripredeva a circa 65 km dalla conclusione.
Al primo passaggio sul Kemmelberg il gruppo si frantumava, mentre prima del secondo passaggio, tra il gruppo in testa attaccava Matteo Trentin (CCC Team). Dietro l’italiano della CCC Team si portavano Stefan Küng (Groupama -FDJ), Mads Pedersen (Trek-Segafredo),Gianni Vermeersch (Alpecin-Fenix), Mike Teunissen (Jumbo-Visma), ancora Alexis Gougeard, Florian Vermeersch (Lotto Soudal), Luke Rowe (Ineos Granadiers), Sep Vanmarcke (EF Pro Cycling). Il gruppeto veniva ripreso durante la terza scalata del Kemmelberg da un gruppetto che si era formato sempre sul Kemmelberg, ma al secondo passaggio grazie ad un attacco di Wout Van Aert. Il campione fiammingo aveva attaccato portandosi dietro altri ciclisti tra cui: Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix), Kasper Asgreen, Florian Sènèchal e Yves Lampaert (Deceunicnk QuickStep), Dylan Teuns (Bahrein McLaren), John Degenkolb (Lotto Soudal) e Alberto Bettiol (EF PRo Cycling).
Un Trenti scatanto a 15 km dall’arrivo attaccava nuovamente, alle sue spalle reagivano e lo raggiungevano Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix), Wout Van Aert (Jumbo-Visma), John Degenkolb (Lotto-Soudal), Alberto Bettiol (EF Education First), Stefan Kung (Groupama – FDJ), Florian Sènèchal e Yves Lampaert (Deceuninck – Quick-Step). Tra vari falsi tentativi di attacco, si arriva ai chilometri finali, Trentin attaccava ancora lasciando di stucco Van Aert e Van der Poel il quale si marcavano a vicenda non preoccupandosi colpevolmente degli altri avversari. Non si faceva sorprendere un attento ma stanco Bettiol e sopratutto Senechal, Kung e Pedersen. Proprio l’ex Campione del Mondo rilanciava, e si arrivava così allo sprint con i quattro che arrivavano a giocarsi la vittoria allo sprint con Pedersen che sprintava di prepotenza battendo Senechal. Terzo posto per un combattivo Trentin, quarto Bettiol. Solo ottavi e noni Van Aert e Van der Poel, i quali avevano fatto lavorare tanto i gregari per far uscire una corsa dura ma alla fine, marcandosi troppo, si erano lasciati sfuggire la vittoria. Dall’altra parte, grande successo meritato di Pedersen che dimostrava come il titolo di Campione del Mondo del 2019 non è stato un caso, ma un trionfo meritato.
LE PAGELLE
MADS PEDERSEN: Sempre attento in testa, su chiunque attaccasse si portava lui! Corre concentrato e senza scoprirsi più di tanto. Vittoria meritata con uno sprint regale. VOTO: 10
MATTEO TRENTIN: Vuole la vittoria e ci prova in tutti i modi. Il più combattivo di giornata, il terzo posto gli va stretto. VOTO: 8,5
FLORIAN SÉNÉCHAL: Anche lui corre in modo accorto. Ha uno squadrone dalla sua e lo fa lavorare bene. Viene battuto in volata da un strepitoso Pedersen. VOTO: 7,5
ALBERTO BETTIOL: Fra una settimana dovrà difendere il titolo del Giro delle Fiandre, al momento si tiene in formissima correndo un’ottima Gand-Wevelgem. VOTO: 7
STEFAN KÜNG: Ha trenate che fanno male ma allo sprint non è una macchina da guerra. Quinto posto sufficiente e che gli fa ben sperare per le prossime corse del nord. VOTO: 6,5
JOHN DEGENKOLB: La cancellazione della Parigi-Roubaix è una brutta cosa per tutti, per il tedesco più di altri, data la buona forma che non dimostrava da anni. VOTO: 6
ALEXANDER KRISTOFF: Il campione in carica arriva scarico all’appuntamento, 19° a oltre 3 minuti. VOTO: 5
WOUT VAN AERT e MATHIEU VAN DER POEL: Fanno lavorare tanto e molto i gregari per poi marcarsi a vicenda nel finale e lasciando la possibilità di giocarsi la vittoria finale ad altri. VOTO: 5
OLIVER NAESEN: Arriva scarico sul Kemmelberg, non riesce a seguire nè il primo attacco di Trentin, nè il secondo attacco di Van Aert. VOTO: 5
MARK CAVENDISH: Oggi protagonista in fuga, forse è la sua ultima corsa. per lui una mega Standing-Ovation. VOTO: 48, come le tappe vinte nei Grandi Giri.
Luigi Giglio

È il giorno dei Pedersen: dopo la vittoria di Casper alla Parigi-Tours arriva quella dell'ex campione del mondo Mads alla Gand-Wevelgem (Getty Images Sport)
CASPER PEDERSEN IMPERIOSO ALLA PARIGI-TOURS
La Parigi-Tours, giunta alla 114ma edizione, è stata conquistata da Casper Pedersen (Team Sunweb) grazie ad una prova di forza con cui si è sbarazzato di Benoit Cosnefroy (Ag2r La Mondiale) nello sprint in Viale Grammont dopo che insieme i due avevano piazzato l’attacco a 35 Km dalla conclusione. Terzo il giovane e promettente Joris Nieuwenhuis (Team Sunweb) che ha regolata il primo gruppetto degli immediati inseguitori.
Dopo il via diversi attacchi in testa al gruppo con la fuga buona che prende il via al chilometro 33 di gara, sono in sei in avanscoperta, ed è composta da: Elmar Reinders (Riwal Readynez Cycling), Mikel Aristi (Euskaltel-Euskadi), Petr Rikunov (Gazprom-RusVelo), Sergio Roman Martin (Caja Rural-Seguros RGA), Emiel Vermeulen (Natura 4Ever Lille Roubaix) ed Evaldas Siskevicius (Nippo Delko One Provence KTM). Per gli uomini al comando il vantaggiò massimo è di 3’:30” , successivamente grazie all’azione combinata ad inseguire di Ag2R e Team e Sunweb il vantaggio a 55 Km dall’arrivo scende a poco più di un minuto. Ad animare la corsa alcune fasi contraddistinte da ventagli che dividono il gruppo inseguitore in più tronconi. Il primo vero attacco di giornata arriva da Romain Bardet a 50 Km, il francese favorisce il successivo contrattacco di un gruppetto con dentro Benoit Cosnefroy (Ag2r La Mondiale), Rudy Molard (Groupama-FDJ), Quentin Pacher (B&B Hotels-Vital Concept), Casper Pedersen (Team Sunweb) e Alexander Krieger (Alpecin-Fenix). In queste fasi di gara Soren Kragh Andersen (Team Sunweb) vincitore del 2018 rimane invece coinvolto in una caduta e, ormai attardato dalla lotta in testa al gruppo inseguitore decide di ritirarsi dalla corsa. Davanti il ritmo sale così che i contrattaccanti si portano sulla testa della corsa con il resto del gruppo che insegue a sua volta a 30”. A poco più di 30 Km dall’arrivo Cosnefroy piazza un attacco a cui riesce a rispondere soltanto Pedersen sorprendendo il gruppetto. Intanto dietro è un altro francese a far registrare un allungo, infatti Warren Barguil (Arkea-Samsic) prova a raggiungere i due al comando, poco dopo lo affiancano Romain Bardet (Ag2r La Mondiale), Valentin Madouas (Groupama-FDJ), Joris Nieuwenhuis (Team Sunweb) e Petr Vakoc (Alpecin-Fenix). Ripresi via via tutti gli ex fuggitivi la lotta per la vittoria è tra la coppia di testa ed i cinque uomini ad inseguire. Il vantaggio dai meno 20Km ai meno 10Km oscilla tra il 45” ed i 15” tanto che ai meno 7Km dall’arrivo sembra possibile il ricongiungimento. Solo grazie all’ingresso nel centro abitato di Tours, con la strada tornata a non dare riferimenti agli inseguitori, la coppia al comando torna a guadagnare riportando il vantaggio a 25”. Sotto il triangolo dell’ultimo chilometro i due hanno ormai 35” di vantaggio con Pedersen sempre in testa e Cosnefroy alla sua ruota. La volata è lanciata da Pedersen sul lato destro della sede stradale, il danese di forza tiene il vento in faccia nonostante Cosnefroy dietro non riesca mai ad affiancarlo e passarlo. Vittoria di forza, meritata e netta, nonostante la generosità del francesce, secondo quindi un ottimo Cosnefroy, terzo, a regolare gli inseguitori Joris Nieuwenhuis in una giornata fantastica per il Team Sunweb che ne piazza due sul podio. Seguono i cinque inseguitori piazzandosi in quarta posizione Valentin Madouas (Groupama-FDJ), quinto Warren Barguil (Arkea-Samsic), sesto Romain Bardet (Ag2r La Mondiale) e settimo August Jensen (Riwal Securitas Cycling).
Antonio Scarfone

Casper Pedersen esulta sul traguardo di Tours (Getty Images Sport)