05-10-2020
ottobre 5, 2020 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
L’ecuadoregno Jonathan Kléver Caicedo Cepeda (EF Pro Cycling) si è imposto nella terza tappa, Enna – Etna (Linguaglossa – Piano Provenzana), percorrendo 150 Km in 4h02′33″ alla media di 37.11 Km/h. Ha preceduto di 21″ l’italiano Giovanni Visconti (Vini Zabù – KTM) e di 30″ il belga Harm Vanhoucke (Lotto Soudal). Il portoghese João Pedro Gonçalves Almeida (Deceuninck – Quick Step) è la nuova maglia rosa con lo stesso tempo di Caicedo Cepeda e 37″ sullo spagnolo Pello Bilbao López de Armentia (Bahrain – McLaren). Miglior italiano Vincenzo Nibali (Trek – Segafredo), 6° a 55″
VOLTA A PORTUGAL EM BICICLETA “EDIÇÃO ESPECIAL”
Lo spagnolo Gustavo César Veloso (W52 / FC Porto) si è imposto nell’ottava ed ultima tappa, circuito a cronometro di Lisbona, percorrendo 17.7 Km in 21′34″ alla media di 49.24 Km/h. Ha preceduto di 8″ il portoghese António Ferreira Carvalho (Efapel) e di 17″ il francese Anthony Delaplace (Team Arkéa Samsic). Due italiani in gara: Mauro Finetto (NIPPO DELKO One Provence) 34° a 1′31″, Riccardo Minali (NIPPO DELKO One Provence) 44° a 1′49″. Il portoghese Amaro Manuel Raposo Antunes (W52 / FC Porto) si impone in classifica con 42″ su César Veloso e 52″ sul connazionale Frederico José Oliveira Figueiredo (Atum general / Tavira / Maria Nova Hotel). Finetto 32° a 32′21″, Minali 85° a 1h44′11″
LA TAPPA DEL GIORNO: ENNA – ETNA
ottobre 5, 2020 by Redazione
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È già ora delle montagne al Giro d’Italia, che al terzo giorno di gara propone l’impegnativo arrivo in salita sull’Etna, affrontata dal semi inedito versante di Linguaglossa. Avremo subito i primi verdetti in montagna, dopo quelli sanciti dai 15 Km della cronometro di Palermo
“Le montagne subito!” potrebbe essere lo slogan che accomuna i tre grandi giri nella stagione 2020. Il Tour ha proposto al secondo giorno di gara le ascese alpine ai colli della Colmiane e di Turini e al quarto l’arrivo in salita a Orcières Merlette, mentre alla Vuelta salite impegnative caratterizzeranno i tracciati delle prime tre frazioni, complice anche l’annullamento delle tappe pianeggianti che erano state disegnate in Olanda come apertura della corsa iberica. Una situazione molto simile si avrà anche al Giro che tra terza e quinta tappa proporrà, limitando il calcolo ai due GPM principali che si affronteranno in queste due frazioni, ben 43 Km di salita, cominciando con i quasi 19 Km al 6.6% dell’Etna, dal 2011 divenuto una presenza fissa ogni qual volta la Corsa Rosa fa scalo in Sicilia, sempre proposto da versanti differenti. Così nel 2011 si è saliti da quello classico che da Nicolosi conduce al Rifugio Sapienza, nel 2017 si è arrivati nel medesimo luogo salendo da Pedara e l’anno successivo il traguardo è stato fissato presso l’osservatorio astrofisico di Ragalna. Stavolta la conclusione della tappa etnea si svolgerà nella località di Piano Provenzana, raggiungendola dalla località di Linguaglossa percorrendo un versante in parte inedito perché fino al bivio posto a poco più di 3 Km dall’arrivo, dove si svolterà a sinistra per imboccare il tratto più impegnativo della salita (negli ultimi 3200 metri la pendenza media è dell’8.5%, con un picco al 13% a circa 1.5 Km dal traguardo), si era arrivati durante la tappa del Giro del 2011, successivamente terminata al Sapienza dopo che in cima alla “Mareneve” era transitato per primo il forlivese Filippo Savini. Prima del finale la terza tappa della Corsa Rosa non riserverà grandissime difficoltà, pur non mancando tratti in pedalabile salita marciando verso Nicosia, Nicolosi e Milo.
METEO
Enna : nubi sparse, 25.4°C (percepiti 23°C), vento moderato da SW (14-20 Km/h), umidità al 39%
Regalbuto (47.1 Km) : cielo coperto, 29.5°C (percepiti 28°C), vento moderato da SW (13-19 Km/h), umidità al 36%
Paternò (78.1 Km) : cielo coperto, 27.3°C (percepiti 25°C), vento moderato da SW (15 Km/h), umidità al 62%
Linguaglossa (traguardo volante – inizio salita finale – 130.9 Km): cielo coperto, 25°C (percepiti 22.5°C), vento moderato da SW (14-19 Km/h), umidità al 61%
Etna (Piano Provenzana) : previsioni non disponibili (possibilità di pioggia)
GLI ORARI DEL GIRO
11.20: inizio collegamento RaiSport (un’ora e 5 minuti prima della partenza)
12.25: inizio collegamento Eurosport Player (all’orario della partenza)
12.25: partenza da Enna
14.00: inizio collegamento Rai2 (a circa 75 Km dalla partenza)
14.55 – 15.15: traguardo volante di Zafferana Etnea
15.30-15.50: traguardo volante di Linguaglossa (inizio salita finale)
16.15-16.45: arrivo a Piano Provenzana (Etna)
UN PO’ DI STORIA
L’Etna fu una delle tre ascese inedite che Vincenzo Torriani inserì nel tracciato del Giro del 1967 per solennizzare quella che era la 50° edizione della Corsa Rosa. Il Blockhaus – in vetta al quale Merckx ottenne la sua prima affermazione in montagna – e le Tre Cime di Lavaredo, nonostante l’annullamento della tappa per le troppe spinte, lasciarono il segno e ritornarono spesso a svettare sulle altimetrie del Giro mentre non ebbe la medesima fortuna la scalata al vulcano siciliano. Non ci furono né fuoco, né fiamme particolari, al Rifugio Sapienza vinse Franco Bitossi e i corridori di classifica giunti attardati al traguardo accusarono lievi ritardi: i primi dei “big” furono Gianni Motta e Merckx, che riuscirono a guadagnare appena tre secondi sui più diretti rivali e sedici su Anquetil. Sia per questo motivo, sia per le rare volte nelle quali la corsa scendeva fino in Sicilia, bisognerà attendere ben 22 anni prima di rivedere i corridori risalire sulle pendici dell’Etna, primo arrivo in salita dell’edizione 1989 appena al secondo giorno di gara, motivo che spinse Torriani a proporre i primi nove chilometri del versante di Nicolosi, fino al piazzale di Piano Bottara dove tagliò per primo il traguardo il portoghese Acacio Da Silva. Dovranno trascorrere altri 22 anni perché si accendesse per davvero l’amore tra il Giro e l’Etna che, come abbiamo detto, dal 2011 è divenuto abitudine fissa del Giro in Sicilia: in occasione dei tre arrivi proposti nell’ultimo decennio sul Mongibello si sono imposti il venezuelano José Rujano nel 2011 (in seguito alla squalifica dello spagnolo Alberto Contador), lo sloveno Jan Polanc nel 2017 e il colombiano Johan Esteban Chaves nel 2019. Il rapporto tra gli organizzatori del Giro e l’Etna non si esaurisce qui perché RCS Sport è stata lo scorso anno artefice della rinascita del Giro di Sicilia dopo 41 anni di stop e anche nella ritrovata corsa è stata inserita l’ascesa al vulcano, sede d’arrivo della quarta ed ultima tappa, vinta dal francese Guillaume Martin. L’ascesa dal versante di Linguaglossa, quello che sarà affrontato oggi alla Corsa Rosa, era prevista anche nel tracciato della tappa di Mascali del Giro di Sicilia 2020, annullata a causa della pandemia di COVID-19.

L’Etna fumante e, in trasparenza, l’altimetria della quinta tappa del Giro 2020 (www.quotidiano.net)
LIEGI-BASTOGNE-LIEGI: ROGLIC PRIMEGGIA E BATTE TUTTI
ottobre 4, 2020 by Redazione
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Primoz Roglic (Team Jumbo-Visma) beffa in volata un Julian Alaphilippe (Deceuninck-QuickStep) poi declassato. Classica che parla sloveno grazie anche ai piazzamenti di Tadej Pogacar (UAE-Team Emirates) e Matej Mohoric (Bahrein-McLaren).
—IN CALCE ALL’ARTICOLO TROVERETE LE PAGELLE DELLA “DOYENNE”—
Centoseiesima edizione della Liegi-Bastogne-Liegi, quest’anno in veste autunnale a causa dello stravolgimento del calendario ciclistico UCI dovuto all’emergenza Covid-19. Edizione che come il Tour de France parla sloveno grazie al vincitore Primoz Roglic (Team Jumbo-Visma) e a Tadj Pogacar (UAE Team-Emirates) e Matej Mohoric (Bahrein-McLaren) risettivamente quarto e quinto all’arrivo. Classica monumento delle Ardenne che regalava emozioni nonostante la concomitanza del Giro d’Italia e perciò una startlist meno ricca rispetto agli anni passati. Solo 9 gli italiani al via, escluso Damiano Caruso (Bahrein-McLaren), nessuno che aveva velleità di vittoria o piazzamento. Tutti i riflettori erano puntati su Julian Alaphilippe (Deceuninck-QuickStep), vincitore una settimana fa del Mondiale di ciclismo in linea su strada a Imola. Alaphilippe che poteva contare sul supporto di Bob Jungels, vincitore dell’edizione del 2018, e sul lombardo Andrea Bagioli, autore di una buona Freccia Vallone. Al via si presentavano anche Mathieu Van der Poel (Alpecin -Fenix), Daniel Martin (Israel Start-Up Nation) e Wout Poels (Bahrein-McLaren). Van der Poel partecipava dopo qualche incertezza alla vigilia, incertezza sciolta solo un giorno prima del via, dopo aver vinto tappa e classifica finale del BinckBank Tour. Da ricordare che il padre Adri Van der Poel vinse la Liegi nel 1988. Dan Martin e Wout Poel invece erano i due ciclisti che insieme a Bob Jungels avevano già trionfato nella Liegi-Bastogne-Liegi, il primo nel 2013 e il secondo nel 2016. Assente, perchè partecipante in al Giro d’Italia, il vincitore in carica Jakob Fuglsang (Astana), con i kazaki che provavano a difendere il titolo in Belgio con più punte, gli spagnoli: Omar Fraile, Luis Leon Sanchez e Gorka Izagirre.
Percorso di quasi 260 chilometri pressochè identico a quello dell’edizione del 2019, e come l’anno scorso, la linea d’arrivo veniva designata a Liegi e non più ad Ans. Undici le côte che il gruppo avrebbe affrontato, La Roche en Ardenne, Saint Roch, Mont le Soie, Wanne, Stockeu e Haute Levée da affrontare quando all’arrivo mancheranno oltre 70 km. La mitica Redoute invece veniva affrontata a 35 km dall’arrivo per far da trampolino di lancio all’accoppiata finale, Forges e Roche aux Faucons, con quest’ultime da completare prima degli ultimi 13,5 chilometri finali di falsopiano. Un’edizione che lasciava anche la mite temperatura primaverile per trovare in corsa 8° gradi che si sarebbero fatti sentire, specie nei chilometri finali.
Corsa che prendeva il via alle 10:20 circa di mattina, con la maglia iridata di Alaphilppe in posa in primo piano. Già dal terzo chilometro di strada iniziavano i primi tentativi di attacco per formare ed entrare nella prima fuga di giornata. Fuga che prendeva il via dopo 15 chilometri con otto ciclisti: Iñigo Elosegui (Movistar Team), Kobe Goossens (Lotto-Soudal), Michael Schär (CCC Team), Kenny Molly (Bingoal WB), Omer Goldstein (Israel Start-Up Nation), Valentin Ferron (Total Direct Energie), Paul Ourselin (Total Direct Energie) e Gino Mäder (NTT Pro Cycling). Gli otto corridori venivano raggiunti una decina di chilometri dopo da Mathijs Paasschens (Bingoal WB), il quale uscito insolitaria dal gruppo, dopo tanta fatica riusciva ad entrare nella fuga al chilometro 30. Una fuga che intorno al cinquantesimo chilometro toccava i 4 minuti di vantaggio dal gruppo trainato dalla Deceuninck-QuickStep, segno che Alaphilippe, dopo il 2° posto del 2015, era davvero intenzionato a far sua l’edizione numero 106.
Gli attaccanti affrontavano le prime cote di giornata, dove grazie alla verve della loro giovane età, età media dei fuggitivi bassissima nonostante lo svizzero trentaquattrenne Michael Schär, riuscivano ad aumentare il vantaggio portandolo sopra i cinque minuti. Michel Kwiatkowski (INEOS Grenadiers) e Primoz Roglic (Team Jumbo Visma), altri due favoriti, mettevano i propri uomini in testa al gruppo a dar manforte, tanto che il gap si riduceva drasticamente nei chilometri successivi. A 97 chilometri dall’arrivo, una brutta caduta nella coda del gruppo, causata da uno spartitraffico, vedeva coinvolti Greg Van Avermaet (CCC Team) e Adam Yates (Mitchelton Scott), due dei favoriti di giornata che venivano purtoppo costretti al ritiro. Per il belga purtroppo si registrava una frattura alla clavicola. Unica colpa dei due corridori, quella di essersi fatti trovare nella coda del gruppo, mentre ciclisti più accorti come Van der Poel, Kwiatkowski e Roglic per non correre rischi, erano perennemente nei primi venti corridore del plotone. Anche Alaphilippe, nonostante sia sempre stato nei primi posti, veniva coinvolto in una caduta quando di chilometri ne mancavano poco più di 80, buon per lui una caduta innocua che non gli impediva di riprendere la propria bicicletta e rientrare in gruppo. Il campione del mondo però doveva fermarsi altre due volte, la prima per un cambio bici e per togliersi il giubbino termico, la seconda per ricambiare nuovamente bici, questa volta senza compagni di squadra ad aspettarlo. Alaphilippe visibilmente nervoso, oltre a sprecare energie per rientrare nel gruppo dei big, stava sprecando anche molte energie mentali, dovute ad un nervosismo anomalo e inusuale al talento transalpino.
Mentre la Trek-Segafredo di Richie Porte e la Circus Wanty Gobert di Jans Bakelants e di Simone Petilli spuntavano in testa al plotone, i fuggitivi perdevano terreno. Gli elvetici Scharr e Mader, rendendosi conto di averne di più degli altri fuggitivi, decidevano di prendere il largo abbandonando gli ex compagni di fuga. Si aveva così un duetto in testa con un vantaggio di 1′09″ sugli immediati inseguitori: Iñigo Elosegui, Kobe Goossens, Kenny Molly e Valentin Ferron, mentre gli altri fuggitivi veniva ripresi dal gruppo. Lo stesso Scharr, sul Col du Rosier, attaccava nuovamente staccando Mader portandosi da solo in testa alla corsa. Lo stesso ciclista della NTT Pro Cycling, una volta staccato, rallentava e si faceva raggiungere dal gruppo principale, il quale a 47 chilometri dal traguardo aveva raggiunto tutti i fuggitivi tranne Schärr (CCC Team) che resisteva con un vantaggio di 44″.
Lo svizzero del CCC Team veniva raggiunto ai meno 37 chilometri dal traguardo, in prossimità della Redoute, quando il Team Sunweb di Marc Hirschi prendeva il posto della Trek-Segafredo in testa al plotone. Gruppo che si rimescolava proprio a poche centinaia di metri dalla Redoute, dove si assisteva una lotta per i primi posti, con Hirschi, Alaphilippe, Michał Kwiatkowski e Porte (Trek Segafredo) in testa. Una cote dal grande fascino che assottigliava le file del gruppo ma non faceva uscire allo scoperto i big. Da segnalare un Van der Poel che si era fatto trovare impigliato nel centro del gruppo, non un bel segnale per il campione olandese.
Nelle ultime due cotes di giornata si assisteva prima all’attacco di Michael Albasini (Mitchelton Scott) alla sua 15° Liegi e alla ultima stagione da professionista, seguito qualche centinaia di metri più tardi, sulla Cote des Forges dall’allungo di Alaphilippe, Alberto Rui Costa (UAE-Team Emirates) e Luis Leon Sanchez. Allunghi che sarebbero durati pochi e che vedevano nuovamente il gruppo unito, da segnalare un ottimo Tom Dumoulin in versione gregario per il capitano Roglic. A 15 chilometri dall’arrivo, il gruppo seppur sfoltito e molto allungato, arrivava unito sulle prime rampe della Roche aux Faucons. Sull’ultima cote di giornata, il primo a dar fuoco alle polveri non poteva essere che Julian Alaphilippe. All’attacco del Campione del Mondo rispndeva porntamente Hirschi, mentre Roglic e Tadej Pogacar (UAE-Team Emirates), dopo qualche esitazione, risondevano a loro volta. Si aveva così un quartetto in testa: Alaphilippe, Roglic, Pogacar e Hirschi. I quattro lavoravano in sintonia, e a 5 chilometri dal traguardo avevano 20 secondi dagli inseguitori. Quartetto che sarebbe diventato un quintetto nel chilometro finale grazie a Matej Mohoric (Bahrein-McLaren) che rientrava di gran lena.
Mohoric raggiungeva i quattro avanti, e appena raggiunti rilanciava attaccando nuovamente. Alaphilippe era il primo che seguiva prontamente il corridore della Bahrein-McLAren, e una volta ripreso, partiva lanciando lo sprint. Alaphilippe in testa a pochi centimetri dalla linea d’arrivo smetteva di pedalare e alzava le braccia al cielo, purtoppo per lui, non si accorgeva che alla sua destra c’era un indomito Primoz Roglic che con un colpo di reni lo superava di qualche millimetro. Incredibilmente Alaphilippe aveva gettato alle ortiche una Liegi-Bastogne-Liegi che aveva già vinto. Una giornataccia per il ciclista della Deceuninck dopo una caduta e due cambi di bici, un finale davvero amaro dove veniva persino declassato per aver effettuato una manovra non consentita che aveva danneggiato Hirschi e Pogacar. Dall’altra parte merito a Roglic che non si dava per vinto e riusciva a beffare il Campione del Mondo. Per Roglic un successo meritato dopo il Tour de France perso nella cronometro finale. Roglic che dimostrava ancora una volta di essere un fuoriclasse, capace di primeggiare sia nelle corse di un giorno che nelle corse a tappe.
PRIMOZ ROGLIC: La sconfitta all’ultima tappa del Tour de France poteva condizionare la sua autostima, invece lo sloveno si dimostra solido nell’animo e nello spirito combattivo. Sempre nelle prime posizioni, fa lavorare bene la squadra, attento, e quando scatta Alaphilippe non si da per vinto andando a prendere una vittoria insperata. Prima classica monumento per Roglic, scommettiamo che non sarà l’ultima? VOTO: 10
MATEJ MOHORIC: Spunta dal nulla, nell’ultimissimo chilometro, vede i quattro davanti, li raggiunge e li semina. Manca il bersaglio grosso per poco. Unico rammarico, quello di non essersi fatto trovare pronto sulla Roche aux Faucons. VOTO: 7,5
MARC HIRSCHI: Periodo d’oro per lo svizzero. Danneggiato da una manovra scorretta in volata da Alaphilippe, terminerà terzo, poi secondo dopo il declassamento del francesce. VOTO: 7
TADEJ POGACAR: Sempre attento, non ha la gamba esplosiva di qualche settimana fa, ma Tadej c’è sempre. Gran terzo posto per il fenomeno. VOTO: 7
MICHAEL SCHAR: L’ultimo dei fuggitivi ad alzar bandiera bianca, ed anche il più anziano. VOTO: 6,5
TOM DUMOULIN: Anche oggi, come al Tour, un lavoro eccelente per Roglic. VOTO: 6,5
GINO MADER: Fuggitivo di giornata, prova l’allungo quando il gruppo rinviene, ci riesce, poi non tiene le ruote di Schar sul Col du Rosien e si rialza. VOTO:6
MADS PEDERSEN: L’ex campione del Mondo si vede spesso nella parte centrale della corsa in testa al gruppo a lavorare per il capitano Porte. VOTO: 6
MATHIEU VAN DER POEL: Non il miglior Van der Poel. Sulle cotes più dure non riesce a stare al passo dei migliori, scarico. Terminerà comunque sesto vincendo lo sprint del gruppo inseguitore. VOTO: 6
MICHAEL KWIATKOWSKI: Fa lavorare bene la squadra, segno che ne ha di benzina. Sparisce sulla Roche aux Faucons. Terminerà decimo. VOTO: 5,5
JULIAN ALAPHILIPPE: Oggi era il più forte, solo lui poteva perderla e così è stato. Cade, si rialza, si innervosisce, cambia due volte la bici, problemi col tacchetto, nervosismo che lo potrebbero condizionare, invece arriva sulla linea del traguardo nei migliori dei modi. Risponde qualche attimo in ritardo a Mohoric, allunga nuovamente con una manovra che pagherà col declassamento, sprinta, arriva al traguardo, si ferma e alza le braccia mentre Roglic lo sorpassa. Giornata fantozziana. VOTO: 5
Luigi Giglio

Il momento nel quale Alaphilippe realizza che Roglic l'ha battuto (Getty Images Sport)
04-10-2020
ottobre 4, 2020 by Redazione
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GIRO D’ITALIA
L’italiano Diego Ulissi (UAE-Team Emirates) si è imposto nella seconda tappa, Alcamo – Agrigento, percorrendo 149 Km in 3h24′58″ alla media di 43.62 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo slovacco Peter Sagan (Bora – Hansgrohe) e il danese Mikkel Frølich Honoré (Deceuninck – Quick Step). L’italiano Filippo Ganna (INEOS Grenadiers) è ancora maglia rosa con 22″ sul portoghese João Pedro Gonçalves Almeida (Deceuninck – Quick Step) e 23″ sul britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers)
LIEGI-BASTOGNE-LIEGI
Lo sloveno Primož Roglič (Team Jumbo-Visma) si è imposto nella classica belga, circuito di Liegi, percorrendo 257 Km in 6h32′02″ alla media di 39.33 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’elvetico Marc Hirschi (Team Sunweb) e il connazionale Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates). Miglior italiano Alessandro De Marchi (CCC Team), 31° a 58″.
VOLTA A PORTUGAL EM BICICLETA “EDIÇÃO ESPECIAL”
Il portoghese António Ferreira Carvalho (Efapel) si è imposto nella settima tappa, Loures – Setúbal, percorrendo 161 Km in 3h40′45″ alla media di 43.76 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Luís Fernandes (Rádio Popular–Boavista) e Luís Gabriel Silva Gomes (Kelly / Simoldes / UDO). Due italiani in gara: Mauro Finetto (NIPPO DELKO One Provence) 5° con lo stesso tempo dei primi, Riccardo Minali (NIPPO DELKO One Provence) 86° a 17′16″. Il portoghese Amaro Manuel Raposo Antunes (W52 / FC Porto) è ancora leader della classifica con 13″ sul connazionale Frederico José Oliveira Figueiredo (Atum general / Tavira / Maria Nova Hotel) e 1′13″ sullo spagnolo Gustavo César Veloso (W52 / FC Porto). Finetto 32° a 31′21″, Minali 85° a 1h42′53″
ULISSI, FINALE PERFETTO: IL TOSCANO VINCE AD AGRIGENTO, GANNA RESTA IN ROSA
Sembrava una tappa disegnata proprio su misura per Diego Ulissi. Il toscano dell’UAE-Team Emirates non ha deluso le attese, gestendo alla perfezione un finale in cui è riuscito ad avvantaggiarsi lungo lo strappo finale e poi a battere in volata un buon Peter Sagan (Bora-Hansgroe) e il sorprendente Mikkel Honorè (Deceuninck-Quick Step). 4° Michael Matthews (Team Subweb) che ha regolato il folto gruppo giunto a 5”.
Resta praticamente immutata la classifica generale, con la maglia rosa sempre sulle spalle di Filippo Ganna (Ineos Grenadiers). Da segnalare il clamoroso ritiro del russo Alexandre Vlasov (Astana Pro Team).
La 2a tappa del Giro d’Italia 2020, la prima in linea di quest’edizione, ha condotto i corridori da Alcamo ad Agrigento al termine di 149 km non del tutto banali. I primi 50 km erano un continuo saliscendi formato da 4 strappi, tra cui quello di Santa Ninfa (km 37,5) classificato come gpm di 4a categoria.
Dopo il traguardo volante di Partanna (km 46,1) il percorso prevedeva un tratto decisamente più semplice, prima di un finale nuovamente mosso e reso insidioso dall’ultimo strappo di giornata, una salita di 3,7 km con una pendenza media del 5,3% che portava fino al traguardo di Agrigento posto in Piazza Vittorio Emanuele.
Al via di Alcamo si sono presentati 174 corridori, 2 in meno rispetto alla cronometro di apertura. E’ infatti già finito il Giro di Miguel Angel Lopez (Astana Pro Team), caduto malamente durante la crono e infortunato ad un ginocchio, e di Luca Covili (Bardiani-CSF-Faizanè), finito fuori tempo massimo nella prova contro il tempo a causa dei problemi meccanici che lo hanno rallentato.
La bagarre per andare in fuga, a differenza di quanto successo quasi tutti i giorni al recente Tour de France, è durata bene poco. Già al secondo scatto, infatti, è riuscito ad evadere un quintetto formato da Mattia Bais (Androni Giocattoli-Sidermec), Thomas De Gendt (Lotto-Soudal), Ben Gastauer (Ag2r La Mondiale), Alessandro Tonelli (Bardiani-CSF-Faizanè) ed Etienne Van Empel (Vini Zabù-Brado-KTM). Il gruppo ha inizialmente lasciato andare i fuggitivi che sono riusciti rapidamente a guadagnare un margine rassicurante. Il distacco ha raggiunto 1’43” dopo appena 7 km e 3’38” al km 10. Di lì a poco però gli uomini della Ineos Grenadiers hanno preso la testa del gruppo con l’intento di controllare i fuggitivi.
I battistrada hanno continuato lentamente a guadagnare, portanto il vantaggio ad oltre 5 minuti. Nel frattempo Thomas De Gendt, evidentemente non troppo convinto del destino della fuga, era riuscito a vincere sia il gpm di 4a categoria di Santa Ninfa sia il traguardo volante posto in cima allo strappo di Partanna. Il vantaggio massimo (5’14”) si è registrato a 79 km dall’arrivo. Da lì in poi l’azione della Ineos è diventata più insistente, facendo diminuire vistosamente il gap (3’45″ ai -70).
Al km 80 si è consumato il piccolo dramma di Alexandre Vlasov (Astana Pro Team). Il giovane talento dell’Astana, principale favorito per la conquista della maglia bianca, si è staccato dal gruppo a causa di un malesessere gastrointestinale ed è stato costretto a salire in ammiraglia. Si tratta del 2° ritiro in casa Astana in appena due giorni di corsa.
Nei km successivi, in testa al gruppo sono apparse anche le maglie della UAE-Team Emirates (in particolare con Mikkel Bjerg) e del Team Sunweb, non a caso le squadre di due favoriti di giornata, Diego Ulissi e Michael Matthews. Successivamente anche gli uomini della Bora-Hansgrohe di Peter Sagan sono apparsi nelle prime posizioni. Il distacco di conseguenza è ulteriormente sceso ( 2’05” ai -40) arrivando al di sotto della soglia psicologica del minuto dopo lo striscione dei 25 km all’arrivo.
Poco prima dei -20, una distrazione degli uomini dell’Ag2r La Mondiale ha generato una caduta nella pancia del gruppo. Fortunatamente tutti i corridori coinvolti sono riusciti a ripartire, anche se Nicolas Edet (Cofidis) è stato costretto a richidere l’intervento del medico di corsa.
Di lì a poco, una ulteriore accelerazione dell Bora ha definitivamente posto fine all’azione dei fuggitivi: il primo ad arrendersi è stato Etienne Van Empel, seguito da Thomas De Gendt, che si è rialzato poco dopo aver vinto anche il traguardo volante di Porte Empedocle (-10,5). I tre fuggitivi superstiti sono stati ripresi ai -9, col giovane Mattia Bais ultimo ad alzare bandiera bianca.
Si è così giunti all’imbocco dello strappo finale, approcciato dal gruppo ad altissima velocità. Nel primo tratto di salita le redini del plotone sono state prese dalla Groupama-FDJ. Ai -2,5 è invece apparsa davanti anche la Mitchelton-Scott di Simon Yates insieme agli uomini del Team Sunweb.
La vera svolta è però arrivata ai 1400 metri dall’arrivo, quando Valerio Conti (UAE-Team Emirates), seguito a ruota dal capitano Diego Ulissi, ha imposto un forcing infernale che ha letteralmente messo alla frusta il gruppo.
Ai -900, Luca Wackermann (Vini Zabù-Brado-KTM) ha provato a sorprendere tutti con uno scatto secco. Su di lui si sono immediatamente riportati Mikkel Honorè (Deceuninck-Quick Step) e Diego Ulissi. Peter Sagan, una volta capito che si trattava dell’azione decisiva, è uscito dal gruppo provando a rientrare tutto solo sul trio di testa. Ulissi ha cercato di impedire il rientro dello Slovacco, tentando un nuovo allungo a cui ha resistito solo Honorè. Tuttavia, nel giro di pochi metri Sagan è riuscito a rientrare.
A lanciare lo sprint è stato il danese Honorè, alla cui ruota si era posizionato Peter Sagan. Ma ai 150 metri dal traguardo è partita la poderosa volata di Diego Ulissi, capace di trovare il momento giusto e di battere un Peter Sagan che aveva speso troppe energie nell’inseguimento e il sorprendente Mikkel Honorè.
La volata per il 4° posto ha premiato Michael Matthews (Team Sunweb), giunto a 5” davanti al bravo Luca Wackermann, alla rivelazione Joao Almeida (Deceuninck-Quick Step) e a Gianluca Brambilla (Trek-Segafredo). 8a posizione per un attento Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo). Chiudono la top ten Pello Bilbao (Bahrain-McLaren) e Lucas Hamilton (Mitchelton-Scott).
Poche le variazioni nella classifica generale,che vede saldamente al comando Filippo Ganna (Ineos Grenadiers) davanti a Joao Almeida (a 22”). Geraint Thomas (Ineos Grenadiers) è invece salito in 3a posizione (a 23”), approfittando degli oltre 8 minuti persi dal generoso Bjerg. Seguono il norvegese Tobias Foss (Jumbo-Visma) 4° a 31” e il ceco Josef Cerny (CCC Team) 5° a 36”. Risalgono la classifica Simon Yates in (8° a 49”), Vincenzo Nibali (31° a 1’29”) e Jakob Fuglsang (Astana Pro Team) ora 49° sempre ad 1’47” da Ganna.
Domani è in programma il primo arrivo in salita della 103a edizione del Giro. La terza tappa, lunga appena 150 km, prevede la partenza da Enna e l’arrivo ai 1793 m della stazione sciistica di Piano Provenzana in cima al versante nord dell’Etna.
Nei primi 130 km i corridori affronteranno un percorso fatto di tanti strappetti e poca pianura. Una volta giunti a Linguaglossa, inizierà la lunga salita finale: 18,8 km al 6,6% di pendenza media. Particolarmente duri gli ultimi 3km, caratterizzati da una pendenza media del 8,5% con punte al 13%. Gli uomini di classifica saranno già chiamati allo scoperto, nonostante sia soltanto la terza tappa.
Pierpaolo Gnisci

Ulissi esulta ad Agrigento (foto: Gretty Images Sport)
LA TAPPA DEL GIORNO: ALCAMO – AGRIGENTO
ottobre 4, 2020 by Redazione
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La seconda tappa propone nel finale la breve e non troppo impegnativa salita attraverso la spettacolare Valle dei Templi. L’arrivo ad Agrigento arride ai finisseur e ad un corridore come Peter Sagan, alla sua prima partecipazione al Giro d’Italia
Tra le “stelle” al via di questa edizione della Corsa Rosa c’è un corridore del calibro di Peter Sagan, campione che nei primi 10 anni di professionismo mai ha preso parte al Giro d’Italia d’italia. Il direttore Mauro Vegni è riuscito ad assicurarselo al via fin dallo scorso autunno, quando era stato annunciato che la corsa sarebbe partita dall’Ungheria, non distante dalla sua Repubblica Slovacca, e ancora non si sapeva che la pandemia avrebbe stravolto il calendario e fatto slittare il Giro da maggio ad ottobre. Le prime tre tappe ungheresi sono state così cancellate e si è ritrovata a risalire in calendario dal quarto al secondo giorno di gara la frazione con arrivo ad Agrigento, che Vegni aveva disegnato anche pensando alla presenza di Sagan, vincitore dei mondiali di ciclismo per tre anni consecutivi, tra il 2015 e il 2017. Il finale ricalca in piccola parte, infatti, quello di un altro mondiale – disputato nel 1994, quando Peter aveva soli 4 anni, e vinto dal francese Luc Leblanc – e quella salita conclusiva di poco meno di 4 Km al 5.2% costituisce un succulento boccone per un corridore che in cima ad ascese simili, anche se più brevi, al Tour de France ha conquistato le tappe di Longwy (2017), Seraing e Boulogne-sur-Mer (2013). Bisognerà vedere, però, con quale condizione si schiererà al via del Giro perché da un paio di stagione la sua “stella” si è in parte eclissata e in particolare il suo bilancio di vittorie per il 2020 segnala ancora lo zero. Prima del finale in salita si dovranno affrontare una serie di saliscendi nei primi 46 Km di gara, che culmineranno con il GPM di Santa Ninfa (4.3 Km al 4.1%) e con la salita che condurrà al traguardo volante di Partanna (3.5 Km al 4.1%). Seguirà un interminabile e velocissimo tratto da percorrere su di una scorrevole superstrada prima di ritrovare la viabilità normale alle soglie di Porto Empedocle, dove si renderà omaggio alla figura di Andrea Camilleri. Infine, lo spettacolare attraversamento della Valle dei Templi anticiperà l’ascesa finale verso l’antica Akragas.
METEO
Alcamo: cielo sereno, 25.7°C, vento debole da NW (6-7 Km/h), umidità al 34%
Santa Ninfa (GPM – 37.5 Km) : cielo sereno, 27.8°C, vento debole da W (9-13 Km/h), umidità al 24%
Sciacca (84.3 Km) : cielo sereno, 26.6°C (percepiti 25°C), vento moderato da W (11 Km/h), umidità al 46%
Agrigento : cielo sereno, 30.5°C (percepiti 29°C), vento moderato da WSW (12 Km/h), umidità al 24%
GLI ORARI DEL GIRO
11.35: inizio collegamento RaiSport (un’ora e 20 minuti prima della partenza)
12.35: inizio collegamento Eurosport Player (20 minuti prima della partenza)
12.55: partenza da Alcamo
13.00: inizio collegamento Eurosport 2 (subito dopo la partenza)
13.50 – 13.55: scollinamento GPM di Santa Ninfa
14.00: inizio collegamento Rai2 (a circa 45 Km dalla partenza)
14.00 – 14.10: traguardo volante di Partanna
15.60-16.10: traguardo volante di Porto Empedocle
16.15-16.40: arrivo ad Agrigento
UN PO’ DI STORIA
È uno dei capoluoghi di provincia più meridionali d’Italia e per una corsa come il Giro che vive le sue pagine più salienti sulle salite alpine sono rare le puntate ad Agrigento, che comunque in sei occasioni ha avuto l’onore di accogliere la corsa rosa, per quattro traguardi e due partenze, sulle quali spicca quella dell’edizione del 1999, che scattò dalla Valle dei Templi con una tappa di 175 Km diretta a Modica, dove conquistò la prima maglia rosa il velocista cremasco Ivan Quaranta. Risale al 1965, l’anno dell’affermazione in classifica di Vittorio Adorni, il primo traguardo fissato nel cuore di quella che fino al 1927 si chiamava Girgenti e dove si impose Guido Carlesi, il corridore toscano noto con il soprannome di “Coppino” per la sua somiglianza con il Campionissimo. Ci si tornerà nel 1982 e, per rimanere in tema di campioni del mondo, quell’anno si imporrà un corridore che qualche stagione più tardi vestirà la maglia iridata, il veneto Moreno Argentin. Toccherà poi a un futuro vincitore del Tour de France, il danese Bjarne Riis, che nel 1993 vincerà al termine di una lunga fuga da lontano precedendo i compagni d’avventura Michele Coppolillo e Giancarlo Perini. L’ultimo a iscrive il suo nome nel ristretto albo d’oro dei vincitori ad Agrigento sarà l’emiliano Riccardo Riccò nel 2008, al termine della seconda frazione di quell’edizione.

Il tempio della Concordia ad Agrigento e, in trasparenza, l'altimetria della seconda tappa (Wikipedia)
IL CICLONE VAN DER POEL SPIANA I MURI FIAMMINGHI AL BINKBANCK TOUR
Al BinckBanck Tour il Fenomeno olandese si è scatenato nell’ultima decisiva tappa della corsa che fa da antipasto alla Campagna del Nord attaccando due volte sul Muro per antonomasia e vincendo da fuoriclasse con un’azione che ha annichilito i forti avversari.
Oggi si è corsa la tappa più attesa della corsa tra Belgio ed Olanda sulla strade e sopratutto i muri in pavè della Fiandre e lo spettacolo non ha tradito le attese sempre alte quando si corre in queste zone. Van Der Poel non ha certo corso col bilancino i 183 kilometri della Ottignies-Louvain-la-Neuve-Geraardsbergen ma andiamo con ordine. I corridori che intendevano andare in fuga hanno avuto vita particolarmente dura dato che il gruppo ha annullato molti tentativi, finchè dopo 60 km di battaglia, scatti e contropiedi, otto uomini sono riusciti ad evadere di forza dal gruppo e rispondono ai nomi di Dries De Bondt (Alpecin-Fenix), Bert-Jan Lindeman (Jumbo-Visma), Christian Knees (Ineos-Grenadiers), Brian Van Goethem (Lotto Soudal), Baptiste Planckaert (Bingoal-Wallonie Bruxelles), Rasmus Tiller (NTT), Jonas Koch (CCC) e Julien Duval (AG2R La Mondiale). Il plotone comunque ha tenuto alto il ritmo facendo in modo che il vantaggio non arrivasse neanche ai due minuti. Il percorso prevedeva un circuito finale di 26 km da fare quattro volte condito da tre muri Kapelmuur, Bosberg, Denderoordberg e arrivo proprio alle pendici della celebre salita di Geraardsbergen. Van Der Poel avrebbe potuto aspettare invece al secondo passaggio sul muro più iconico della Fiandre attacca quando mancano ancora 75 km: lo seguono solo Florian Sénéchal (Deceuninck-Quick Step) e Cyril Lemoine (Cofidis, Solutions Crédits) che però cede prestissimo sul Bosberg. Dries De Bondt, compagno di squadra del neerlandese lascia andare la fuga per aiutare il suo capitano in modo che questi rientri prestissimo sulla fuga, rifiatasse per qualche kilometro col plotone esploso e tirato dalla Trek-Segafredo del leader Pedersen che accusa un distacco di circa un minuto. Al giro successivo, quando mancavano circa 50 km, Mathieu non sente proprio la catena ed attacca fortissimo nuovamente sul Muro di Grammont levandosi tutti di ruota in un lampo: inizia così il suo spettacolare volo in solitaria: pennella le curve, rilancia continuamente e percorre in posizione da crono i rettilinei come fosse un gigante che divora la strada arrivando a guadagnare fino ad 1′30″ finchè il gruppo con tutti i pretendenti alla generale si decide a dar tutto intorno ai -30km. Sull’ultimo Bosberg ai -20km attacca Kragh Andersen (Sunweb) seguito da Oliver Naesen (AG2R La Mondiale) che dimostra di essersi ripreso dalla caduta, Stefan Küng (Groupama-FDJ) e anche dal nostro ottimo Colbrelli (Bahrain-McLaren) che lancia un bel segnale in vista delle corse che ama. Il quartetto viaggia ad alti ritmi e guadagna sull’Olandese fino ad inseguire a soli 20″ poi 15″ fino a mettere nel mirino il Campione d’Olanda che però prosegue convinto in un entusiasmante braccio di ferro a distanza ravvicinata. Nell’ultimo impegnativo km Kragh Andersen da tutto ed anche di più così come fa Van Der Poel che ha le energie per resistere e vincere dopo un’azione coraggiosissima quanto spettacolare. Naesen secondo a 4″ batte un ottimo Colbrelli terzo con Andersen quarto e Stefan Küng quinto a 8″. Il Fenomeno della Alpecin-Fenix va così a prendersi l’edizione 2020 del Binck Bank Tour con soli 2″ su un tenacissimo Kragh Andersen e 23″ sullo svizzero Stefan Küng. Pedersen con la sua Trek arriva oltre il minuto e mezzo non riuscendo nel proclamato intento di difendere la maglia. Chi si rivede con piacere su queste strade è Sonny Colbrelli che dimostra di esserci e poter far bene nei prossimi importanti appuntamenti nonostante la numerosa ed agguerrita concorrenza che auspichiamo ci garantisca grande spettacolo nelle grandi classiche alle porte.
Matteo Conz

Van Der Poel impegnato sulle strade fiamminghe (Image credit: Getty Images Sport)
03-10-2020
ottobre 3, 2020 by Redazione
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GIRO D’ITALIA
L’italiano Filippo Ganna (INEOS Grenadiers) si è imposto nella prima tappa, cronometro individuale Monreale – Palermo, percorrendo 15.1 Km in 15′24″ alla media di 58.83 Km/h. Ha preceduto di 22″ il portoghese João Pedro Gonçalves Almeida (Deceuninck – Quick Step) e il danese Mikkel Bjerg (UAE-Team Emirates). Ganna è la prima maglia rosa con 22″ su Gonçalves Almeida e Bjerg.
BINCKBANK TOUR
L’olandese Mathieu van der Poel (Alpecin-Fenix) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, Ottignies-Louvain-la-Neuve – Geraardsbergen, percorrendo 183.6 Km in 4h07′39″ alla media di 44.48 Km/h. Ha preceduto di 4″ il belga Oliver Naesen (AG2R La Mondiale) e l’italiano Sonny Colbrelli (Bahrain – McLaren). Van der Poel si impone in classifica con 8″ sul danese Søren Kragh Andersen (Team Sunweb) e 23″ sull’elvetico Stefan Küng (Groupama – FDJ). Miglior italiano Colbrelli, 6° a 1′42″
VOLTA A PORTUGAL EM BICICLETA “EDIÇÃO ESPECIAL”
Il britannico Daniel McLay (Team Arkéa Samsic) si è imposto anche nella sesta tappa, Caldas da Rainha – Torres Vedras, percorrendo 155 Km in 3h38′04″ alla media di 42.65 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Riccardo Minali (NIPPO DELKO One Provence) e il venezuelano Leangel Rubén Linarez Meneses (Miranda – Mortágua. In gara anche l’italiano Mauro Finetto (NIPPO DELKO One Provence), 27°. Il portoghese Amaro Manuel Raposo Antunes (W52 / FC Porto). è ancora leader della classifica con 13″ sul connazionale Frederico José Oliveira Figueiredo (Atum general / Tavira / Maria Nova Hotel) e 1′13″ sullo spagnolo Gustavo César Veloso (W52 / FC Porto). Finetto 44° a 31′21″, Minali 83° a 1h25′37″
GANNA, LA ROSA DOPO L’IRIDE. IL PIEMONTESE DOMINA LA CRONO D’APERTURA DEL GIRO
Il giovane fuoriclasse della Ineos Grenardiers si è vestito di rosa al termine di una prestazione maestosa giunta ad appena una settimana dal trionfo al mondiale di Imola. Ganna ha dominato la prima tappa, una crono di 15,1 km da Monreale a Palermo, infliggendo distacchi pesanti a tutti gli avversari. Alle sue spalle il soprendente 22enne Joao Almeida (Deceuninck-Quick Step) e il danese Mikkel Bjerg (UAE-Team Emirates) giunti a 22”. Buona la prestazione di Geratint Thomas (4° a 23”), mentre Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo) e Jakob Fuglsang (Astana Pro Team) hanno perso oltre 1 minuto.
Il percorso della crono d’apertura del Giro d’Italia 2020 era molto particolare. La partenza, fissata nel centro di Monreale, prevedeva subito un tratto di salita di 1100 m (gpm di 4a categoria) che terminava di fronte alla splendida cattedrale della cittadina siciliana. Una volta scollinati, i corridori erano attesi da una discesa (2,4 km) velocissima e caratterizzata da due curve insidiose. La parte più ripida della discesa terminava all’ingresso di Palermo dove si imboccava corso Calatafimi, un lungo rettilineo in leggera discesa che terminava una volta giunti in via Roma, dove era posto il secondo rilevamento intermedio. Gli ultimi km, tutti piatti, si dipanavano nel centro di Palermo fino al traguardo posto al termine di un lungo rettilineo in via della Libertà, nei pressi del Teatro Politeama.
La tappa è stata influenzata dalla presenza di un forte scirocco che a tratti ha spirato a favore dei corridori condizionandone il risulato. Proprio a causa delle previsioni metereologiche, molti tra i corridori di classifica e tra coloro che puntavano alla tappa hanno preferito partire tra i primi.
Il primo corridore al via, alle 13.15, è stato Alex Dowsett (Israel Start-Up Nation), specialista delle prove contro il tempo. Il britannico ha prima rischiato di cadere e poi ha avuto a che fare con guai meccanici, rialzandosi addirittura nel finale. La prima prestazione degna di cronaca è stata quindi quella di Pello Bilbao (Bahrain-McLaren), partito subito dopo il britannico e capace di chiudere in 16’23”.
Poco dopo è stato il turno di uno dei possibili favoriti, Victor Campenaerts. Il belga della NTT Pro Cycling è caduto malamente lungo la discesa ed ha tagliato il traguardo ad 8” da Bilbao, deludendo le attese. Il tempo basco è stato migliorato poco dopo da Chris Hamilton (Mitchelton-Scott), a sua volta superato da Lawson Craddock (EF Pro Cycling), autore di un buon 16’05”.
Nenanche 5 minuti dopo, il giovanissimo Joao Almeida (Deceuninck-Quick Step) ha sfoderato una super prestazione, riuscendo a completare la prova in 15’46” (media di oltre 57,4 km/h), un tempo destinato ad essere battuto da pochi.
Il primo big di classifica a scendere in strada è stato Simon Yates (Mitchelton-Scotto). Il britannico è stato autore di un’ottima prestazione, chiudendo in 16’13”, a 27” da Almeida.
Il primato del portoghese è stato a lungo inavvicinabile, fino all’arrivo del giovane Norvegese Tobias Foss (Jumbo-Visma), giunto a soli 9” dal Lusitano.
Grande delusione invece per Rohan Dennis (Ineos). L’australiano ha fatto segnare un buon tempo (1’43”) al primo rilevamento, prima di andare in seria difficoltà in discesa, anche a causa del vento, e di concludere la sua crono con un modesto 16’12”, appena 1” meglio di Yates e a ben 26” da Almeida.
Nei minuti successivi, Joao Almeida ha tremato per ben due volte. Il primo ad avvicinarlo è stato Mikkel Bjerg (UAE-Team Emirates). Il danese, passato con 7” di ritardo all’intertempo di via Roma, è riuscito a recuperare quasi tutto lo svantaggio ma si è dovuto accontentare del 2° posto provvisorio, a soli 49 centesimi da Almeida.
Poco dopo è stato il turno di uno degli uomini di classifica più attesi, Geraint Thomas (Ineos Grenadiers). Il gallese non ha deluso le attese: passato in 1’47” al primo intertempo, è riuscito a recuperare nel tratto in discesa passando al secondo intertempo a soli 57 centesimi da Almeida e chiudendo in 3a posizione ad appena 1 secondo dal corridore della Deceuninck-Quick Step.
Alle 14:58 è arrivato il momento dell’uomo più atteso della giornata, il fresco campione del Mondo a cronomentro Filippo Ganna (Ineos Grenadiers). Il Piemontese ha fatto registrare un ottimo tempo (1’43”) in cima al gpm di Monreale, poi è passato nettamente in testa al secondo intermedio con un tempo di 8’51”, infine ha chiuso con un impressionante 15’24”, ben 22” meglio di Almeida, all’incredibile media di 58,8 km/h.
Dopo la prova di Ganna, che ha virtualmente sancito la fine della lotta per la vittoria di tappa, l’attenzione si è spostata sulle prestazioni degli altri uomini di classifica. Il giovane Alexandre Vlasov (Astana Pro Team) ha fatto registrare un tempo di 16’44”, a ben 57” da Thomas. Ancora peggio è andata al suo compagno di squadra Miguel Angel Lopez, coinvolto in una brutta caduta proprio sotto lo striscione del 2° traguardo intermedio. Lo sfortunato corridore Colombiano è stato costretto a salire in ambulanza e a salutare il Giro già alla prima tappa.
Nel finale le condizioni ambientali sono mutate: il vento, che per lunghi tratti soffiava a favore, è scomparso. A farne le spese sono stati gli uomini di classifica che hanno deciso di partire per ultimi.
Wilco Keldermann (Team Sunweb) è transitato con un tempo di 9’48” al secondo intermedio (a 45” da Thomas), prima di chiudere in 16’52”, a 1’28” da Ganna e 1’05” da Geraint Thomas.
Ancora meno bene Jakob Fuglsang (Astana Pro Team). Il danese, che già al secondo intertempo pagava 1’ a Thomas, è arrivato con un tempo di 17’11”, ad 1’47” da Ganna.
E’ stato quindi il turno di Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo), giunto alla sua 9a partecipazione alla corsa rosa. Il siciliano, dopo un brutto avvio (tempo di 2’01” al gpm), è transitato in 9’49” all’intermedio di via Roma ed ha poi concluso con un tempo di 16’53”, solo 1” peggio di Keldermann, ma ben 1’06” da Thomas.
Sulla falsariga di Fuglsang anche la prestazione di Steven Kruijswijk (Jumbo-Visma) che ha fatto registare un tempo di 17’08”.
Da segnalare la lotta per la conquista del gpm di Monreale, che ha assegnato la prima maglia azzurra del Giro 2020. A spuntarla è stato Rick Zabel (Israel Start-Up Nation) in 1’35”, 1” meglio di Peter Sagan (Bora-Hansgrohe).
Filippo Ganna conquista dunque la sua prima tappa al giro e la sua prima maglia rosa. La classifica generale, che ovviamente rispecchia l’ordine d’arrivo della tappa, vede il Piemontese in testa con 22” di vantaggio su Joao Almeida (2°) e Mikkel Bjerg (3° per una questione di centesimi). Seguono Geraint Thomas (4° a 23”), Tobias Foss a 31” e Josef Cerny (CCC Team) a 36”. Completano la top ten Matteo Sobrero (NTT Pro Cycling) a 40”, Lawson Craddock a 41”, Miles Scotson (Groupama-FDJ) e Matthias Brandle (Israeal Start-Up Nation) a 42”. Tra gli uomini di classifica bene Simon Yates (17° a 49”), mentre Nibali (69° a 1’29”) e Fuglsang (100° ad 1’47”) pagano già un importante passivo nei confronti di Thomas.
Domani è in programma la 2a frazione del Giro, la prima in linea. Saranno 149 I km che i corridori dovranno percorrere da Alcamo ad Agrigento. Il percorso non sarà particolarmente impegnativo. Dopo una serie si strappetti, di cui quello di Santa Ninfa classificato come gpm di 4a categoria (al km 37,5), si affronterà un lungo tratto pianeggiante prima di un finale più mosso. Il traguardo sarà infatti posto nel centro di Agrigento, al culmine di una breve salita di 3,7 km al 5,3% di pendenza media.
Pierpaolo Gnisci

Ganna domina la crono d'aperture (foto: Bettini)
LA TAPPA DEL GIORNO: MONREALE – PALERMO
ottobre 3, 2020 by Redazione
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La centotreesima prende il via con una cronodiscesa che da Monreale condurrà uno alla volta i corridori a Palermo, una tappa che potrebbe essere condizionata dal vento, annunciato particolarmente forte per la giornata di sabato e in particolar modo proprio nel tratto che si dovrà percorrere in discesa
Inizio in planata per la centotreesima edizione del Giro d’Italia che scatterà insolitamente con una cronodiscesa, gara che fa il paio con una molto simile disputata al Giro del 1987, quando al primo giorno di gara si percorse contro il tempo il finale della Milano-Sanremo, dal Poggio in poi. La similitudine tra le due gare termina qua, però, perché la crono palermitana sarà lunga il doppio rispetto alla tappa di 33 anni fa, anche se come quel giorno la discesa costituirà il principale “ingrediente” del percorso, corrispondente al 53% dell’intero tracciato. La partenza sarà comunque in salita perché, scesi dalla rampa di lancio, i primi metri saranno tutti all’insù verso la cattedrale di Santa Maria Nuova, celebre per i mosaici bizantini che l’adornano, all’esterno della quale saranno presi i tempi di scalata che assegneranno la prima maglia azzurra, simbolo della classifica dei Gran Premi della Montagna. Solo a quel punto inizierà il tratto in di discesa, 8 Km al 3.6% velocissimi (tolti due tornanti, si pedalerà costantemente in rettilineo) divisi in due settori distinti, con il primo – 2.9 Km al 7.1% – più scosceso del secondo, un falsopiano lievemente discendente di 5 Km che si concluderà nel centro storico di Palermo. Dopo la seconda “stazione” di rilevamento dei tempi intermedi inizieranno i 5 Km conclusi, totalmente pianeggianti e non meno filanti della prima parte di gara per la presenza di appena una decina di curve, la più difficile delle quali è la strettissima inversione ad U che, a 2 Km dal traguardo, immetterà i corridori sul rettilineo d’arrivo. Si prospettano altissime velocità per il vincitore, tra i 51 e 55 Km/h, mentre paiono irraggiungibili i 58,874 km\h che nel cronoprologo di Pescara del 2001, disputato totalmente in rettilineo e con il vento a favore, fece registrare il belga Rik Verbrugghe. Un’insidia aggiunta sarà rappresentata dal vento, che dovrebbe spirare piuttosto forte nella prima metà del pomeriggio, mentre dovrebbe calare nel finale di gara: dovrebbero trovarlo laterale nel corso della discesa, a favore nel tratto pianeggiante palermitano e contrario sul rettilineo d’arrivo di 2 Km, subito dopo esser “sbucati” dall’inversione ad U.
METEO
Monreale – partenza primo corridore : nubi sparse, 31.7°C (percepiti 28°C), vento forte da S (32-46 Km/h), umidità al 31%
Monreale – partenza ultimo corridore : cielo coperto, 31.3°C (percepiti 29°C), vento moderato da SSW (21-31 Km/h), umidità al 30%
Palermo – arrivo primo corridore : nubi sparse, 30.9°C (percepiti 27°C), vento forte da S (33-41 Km/h), umidità al 44%
Palermo – arrivo ultimo corridore : cielo coperto, 30.1°C (percepiti 27.5°C), vento moderato da SSW (20-27 Km/h), umidità al 49%
GLI ORARI DEL GIRO
12.25: inizio collegamento RaiSport1 (50 minuti prima della partenza)
13.10: inizio collegamento Eurosport 2 (5 minuti prima della partenza)
13.15: partenza del primo corridore da Monreale (Alex Dowsett)
13.18: partenza di Victor Campenaerts
13.30-13.35: arrivo del primo corridore a Palermo
13.56: partenza di Simon Yates
13.59: partenza di Matthias Brändle
14.00: inizio collegamento Rai2
14.00: partenza di Jan Tratnik
14.14: partenza di Rohan Dennis
14.25: partenza di Ilnur Zakarin
14.34: partenza di Mikkel Bjerg
14.35: partenza di Jos van Emden
14.36: partenza di Geraint Thomas
14.58: partenza di Filippo Ganna
15.11: partenza di Chad Haga
15.15: partenza di Alexandr Vlasov
15.41: partenza di Tony Martin
15.55: partenza di Wilco Kelderman
15.56: partenza di Jakob Fuglsang
15.57: partenza di Vincenzo Nibali
16.03: partenza di Steven Kruijswijk
16.08: partenza di Edoardo Affini
16.09: partenza di Benjamin Thomas
16.10: partenza da Monreale dell’ultimo corridore (Rafal Majka)
16.30: arrivo dell’ultimo corridore in gara a Palermo
UN PO’ DI STORIA
Con quella di quest’anno Palermo raggiunge quota 5. Non ci stiamo riferendo al computo totale degli arrivi di tappa a Palermo, che in tutto sono stati dieci, ma alle partenze assolute del Giro d’Italia dal capoluogo siciliano, la più “anziana” delle quali porta la data del 21 maggio del 1949, quando da Palermo prese il via la prima frazione, terminata 261 Km più avanti con il successo di Mario Fazio nella “sua” Catania. Si tornerà a partire da Palermo cinque anni più tardi, quando nel 1954 il primo giorno di gara di disputò una cronometro a squadre di 36 Km sul circuito del Monte Pellegrino, vinta dalla Bianchi di Fausto Coppi, che festeggiò il successo della sua formazione con una leggendaria scorpacciata di ostriche, causa di un’indigestione che l’indomani lo porterà ad accusare un pesante ritardo sul traguardo di Taormina. Bisognerà poi attendere ben 32 anni per rivedere il Giro salpare da Palermo, scattato nel 1986 con quello che è stato il cronoprologo più breve della storia della Corsa Rosa, un chilometro appena, finito nel palmarès dello sprinter elvetico Urs Freuler, che fece registrare quella che all’epoca era la media record per una tappa del Giro, 52.728 Km/h che saranno successivamente migliorati dal francese Armand de Las Cuevas a Bologna nel 1994 (53.391 Km/h) e, come abbiamo ricordato più sopra, dal belga Verbrugghe a Pescara nel 2001. L’ultimo “Grand Départ” in ordine di tempo è stato quello del 2008 e anche in quella occasione si partì con una cronosquadre, vinta dal team statunitense Slipstream-Chipotle con assegnazione della prima maglia rosa a Christian Vande Velde.

Vista area di Palermo e, in trasparenza, l'altimetria della prima tappa (Pinterest)