ARMSTRONG E CANCELLARA, UN SIGILLO ALLA CARRIERA

agosto 10, 2016 by Redazione  
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La 43enne statunitense e il 35enne svizzero, protagonisti assoluti nelle prove contro il tempo delle ultime stagioni, nella loro ultima esperienza olimpica conquistano rispettivamente la terza medaglia d’oro, davanti alla russa Olga Zabelinskaja e all’olandese Anna Van Der Breggen la prima, davanti all’olandese Tom Dumoulin e a un Chris Froome che riscatta la débâcle di quattro giorni prima il secondo. In casa azzurra sfiora una nuova medaglia Elisa Longo Borghini, ma una flessione nel finale la relega al 5° posto.

Dopo le due prove in linea, che hanno visto il successo piuttosto inatteso di Greg Van Avermaet in campo maschile e quello dell’emergente olandese Anna Van Der Breggen su Emma Johansson e sulla piemontese Elisa Longo Borghini, che probabilmente con una tattica di gara più accorta nelle fasi finali avrebbe potuto conquistare l’oro, al termine di una combattuta gara femminile, il programma olimpico di Rio per quanto riguarda il ciclismo su strada si è concluso con le due prove a cronometro, sulla distanza di 29,7 km per le donne e di 54,5 km per gli uomini. Per prime hanno gareggiato le ragazze su di un tracciato che, se si eccettua un piccolo tratto di raccordo di 2500 metri da percorrere subito dopo la partenza e poi nuovamente in senso contrario nel finale per raggiungere il traguardo, ha ricalcato il circuito di Grumari già affrontato nelle prove in linea, con la presenza di lunghi rettilinei adatti agli specialisti ma anche di due strappi – rispettivamente di 1,3 km al 9,4% e di 2,1 km al 6,8% – e di discese piuttosto tecniche, rese peraltro più impegnative dalla pioggia che è caduta su Rio per la prima volta dall’inizio delle Olimpiadi, anche se quantomeno le condizioni sono state uguali per tutte.
La medaglia d’oro è andata a Kristin Armstrong e si tratta di una vera impresa, sia per l’età della vincitrice, prossima a compiere la bellezza di 43 anni, sia soprattutto perchè è il terzo successo consecutivo dopo quelli di Pechino e di Londra, cui bisogna aggiungere anche i due titoli mondiali conquistati a Salisburgo e a Mendrisio, sempre nelle prove a cronometro. La statunitense ha fatto segnare il miglior tempo al rilevamento posto dopo 10 km per poi subire nella parte centrale la rimonta di Olga Zabelinskaya, che dopo un avvio decisamente letargico le è passata avanti di 2” al km 19,7 ; nel finale, quindi, la Armstrong ha fatto nuovamente la differenza precedendo la rivale di 5”. Anche per la russa, già bronzo a Londra sia nella prova contro il tempo che in quella in linea, nonchè figlia del grande Sergei Sukhoruchenkov (oro olimpico a Mosca nel 1980 che, purtroppo, ai tempi della cortina di ferro non potè mai passare professionista e confrontarsi con i big occidentali dell’epoca), si tratta comunque di una bella rivincita, dal momento che fino alla vigilia della rassegna a cinque cerchi non era certa di gareggiare per via del noto scandalo doping che ha coinvolto la Russia, essendo lei stessa stata squalificata per una positività riscontratale nel giugno 2014. La medaglia di bronzo è, invece, andata alla Van Der Breggen, evidentemente galvanizzata dopo il successo di tre giorni prima, che ha dunque completato un’olimpiade da incorniciare chiudendo con un ritardo di 11”. L’olandese ha preceduto la connazionale Ellen Van Dijk, grande delusa di giornata se si pensa che dopo un dritto in discesa, avvenuto peraltro a velocità molto bassa, è stata costretta a fermarsi e ripartire transitando al primo intermedio con un distacco di 25” dalla Armstrong, divenuti poi 22 al km 19,7 e rimasti altrettanti sul traguardo. Un’altra atleta che è stata indiscussa protagonista a Rio è stata Elisa Longo Borghini, non certo una specialista del tic tac, ma che per due terzi di gara è rimasta a ridosso della Armstrong e della Zabelinskaja, accusando una flessione negli ultimi 10 km, che ha fatto sì che il vantaggio di 9” che aveva sulla Van der Breggen al km 19,7 sfumasse e che al traguardo concludesse a un comunque più che lusinghiero 5° posto, a 25” dalla vincitrice e a 14” dal bronzo, davanti comunque ad atlete del calibro di Linda Villumsen, campionessa mondiale in carica della specialità, 6a a 28”, di Lisa Brennauer, bronzo sempre a Richmond alle spalle della neozelandese e della Van der Breggen e qui solo 8a a 56”, preceduta anche da Tara Whitten, 7a a 44”, e di Evelyn Stevens, 10a a 1′33” dietro alla sorprendente australiana Katrin Garfoot, 9a a 1′08”.
La gara maschile, che si è disputata sul medesimo percorso di quella femminile (con la differenza che i giri del circuito di Grumari da percorrere erano due e che le condizioni meteo sono andate via via migliorando), si presentava aperta a molte possibili soluzioni ma a mettere d’accordo tutti è stato un immenso Fabian Cancellara in quella che potrebbe anche diventare l’ultima recita di una straordinaria carriera che, per citare solo i risultati ottenuti nelle prove contro il tempo e tralasciando tutto il resto del suo palmarès, l’aveva già visto conquistare l’oro a Pechino oltre che 4 titoli mondiali. Il 35enne ”Spartacus”, che aveva preparato a menadito questa prova abbandonando il Tour de France subito dopo la tappa conclusasi nella sua Berna, ha fatto segnare il miglior tempo dopo 10 km per poi avere un calo che l’ha portato al 4° posto al km 19,7 a 24” dal leader provvisorio Rohan Dennis. Da quel momento l’elvetico ha innestato una marcia inarrestabile che l’ha portato a riprendersi la testa al km 34,6 e continuare a incrementare il vantaggio fino al traguardo. La medaglia d’argento è andata a colui che, anche alla luce del percorso vallonato, era considerato da molti come il favorito della vigilia, malgrado la recente frattura del polso patita al Tour de France, vale a dire l’olandese Tom Dumoulin, autore di una prova piuttosto regolare chiusa con un distacco di 47” da Cancellara. Sul gradino più basso del podio a 1′02” è salito Chris Froome che, similmente a quanto aveva fatto nelle due prove contro il tempo della Grande Boucle, è partito piuttosto controllato facendo segnare la 7a prestazione dopo 10 km per poi risalire strada facendo fino a bissare il bronzo conquistato a Londra e riscattare la delusione della prova in linea. L’anglo-keniano ha comunque dovuto guardarsi dal ritorno di Jonathan Castroviejo, non certo una sorpresa assoluta ma comunque inatteso a questi livelli, che è stato autore a sua volta di una prestazione in crescendo chiusa a 1′06” dal vincitore. Chi può recriminare è, invece, Rohan Dennis che, dopo essere stato in testa come si diceva al km 19,7, ha avuto una seconda parte di gara a ritmo meno sostenuto ma avrebbe comunque conquistato sicuramente il bronzo (o probabilmente l’argento) senza l’incidente meccanico patito intorno al km 40, se si considera che il suo distacco al traguardo è stato di 1′09”. Mai in corsa per le medaglie tutti gli altri, con Chris Bodnar 6° a 1′40”, Nelson Oliveira 7° a 1′59”, Ion Izagirre 8° a 2′06”, Geraint Thomas (al via nonostante la caduta della prova in linea, spentosi dopo un buon avvio) 9° a 2′37” e Primož Roglič 10° a 2′39”, per non parlare dei deludentissimi Tony Martin, neppure lontano parente dell’atleta capace di vincere tre titoli mondiali anche se ha dalla sua l’attenuante del problema a un ginocchio che l’ha costretto ad abbandonare il Tour proprio all’interno del circuito di Parigi, solo 12° a 3′18”, e dell’iridato di Richmond Vasil Kiryienka, addirittura 17° a 3′49”. Per quanto riguarda i colori azzurri, dopo il forzato forfait di Vincenzo Nibali si è presentato al via, peraltro non al meglio per via di alcune linee di febbre proprio alla vigilia della crono, il solo Damiano Caruso che ha chiuso 27° con ben 7′31” di ritardo, ma non era certo questa una prova in cui il 28enne ragusano doveva e poteva fare la differenza.
Il programma del ciclismo su strada si chiude qui ma non in assoluto quello delle due ruote che proseguirà con le gare di ciclismo su pista, nelle quali Elia Viviani sarà la principale carta da medaglia dell’Italia nell’omnium, e si concluderà con quelle della mountain bike, che vedranno Peter Sagan andare a caccia di una clamorosa impresa, e con il ciclismo su pista in cui Elia Viviani sarà la principale carta da medaglia.

Marco Salonna

ORDINE D’ARRIVO CRONO DONNE

1 Kristin Armstrong (United States) 0:44:26.42
2 Olga Zabelinskaya (Russia) 0:00:05.55
3 Anna van der Breggen (Netherlands) 0:00:11.38
4 Ellen van Dijk (Netherlands) 0:00:22.32
5 Elisa Longo Borghini (Italy) 0:00:25.52
6 Linda Villumsen (New Zealand) 0:00:28.29
7 Tara Whitten (Canada) 0:00:34.74
8 Lisa Brenauer (Germany) 0:00:56.20
9 Katrin Garfoot (Australia) 0:01:08.61
10 Evelyn Stevens (United States) 0:01:33.66
11 Alena Amialiusik (Belarus) 0:01:39.31
12 Ashleigh Moolman-Pasio (South Africa) 0:02:02.69
13 Karol-Ann Canuel (Canada) 0:02:04.51
14 Emma Pooley (Great Britain) 0:02:05.56
15 Eri Yonamine (Japan) 0:02:16.67
16 Trixi Worrack (Germany) 0:02:26.35
17 Lotta Lepisto (Finland) 0:02:40.10
18 Kasia Niewiadoma (Poland) 0:03:21.54
19 Anna Plichta (Poland) 0:03:33.24
20 Hanna Solovey (Ukraine) 0:03:36.93
21 Lotte Kopeckey (Belgium) 0:03:43.44
22 Christine Majerus (Luxembourg) 0:03:49.75
23 Ann-Sophie Duyck (Belgium) 0:03:51.18
24 Audrey Cordon (France) 0:05:06.45
25 Vita Heine (Norway) 0:05:56.97

ORDINE D’ARRIVO CRONO UOMINI

1 Fabian Cancellara (Switzerland) 1:12:15
2 Tom Dumoulin (Netherlands) 0:00:47
3 Christopher Froome (Great Britain) 0:01:02
4 Jonathan Castroviejo Nicolas (Spain) 0:01:06
5 Rohan Dennis (Australia) 0:01:10
6 Maciej Bodnar (Poland) 0:01:50
7 Nelson Oliveira (Portugal) 0:02:00
8 Jon Izaguirre Insausti (Spain) 0:02:06
9 Geraint Thomas (Great Britain) 0:02:37
10 Primoz Roglic (Slovenia) 0:02:40
11 Leopold Konig (Czech Republic) 0:03:08
12 Tony Martin (Germany) 0:03:18
13 Simon Geschke (Germany) 0:03:34
14 Michal Kwiatkowski (Poland) 0:03:40
15 Jan Barta (Czech Republic) 0:03:41
16 Georg Preidler (Austria) 0:03:47
17 Vasil Kiryienka (Belarus) 0:03:50
18 Andriy Grivko (Ukraine) 0:04:18
19 Christopher Juul Jensen (Denmark) 0:04:34
20 Tim Wellens (Belgium) 0:04:34
21 Hugo Houle (Canada) 0:04:47
22 Taylor Phinney (United States Of America) 0:05:10
23 Brent Bookwalter (United States Of America) 0:05:42
24 Andrey Zeits (Kazakhstan) 0:06:32
25 Kanstantsin Siutsou (Belarus) 0:06:43
26 Eduardo Sepulveda (Argentina) 0:06:52
27 Damiano Caruso (Italy) 0:07:31
28 Pavel Kochetkov (Russian Federation) 0:07:52
29 Alexis Vuillermoz (France) 0:08:28
30 Edvald Boasson Hagen (Norway) 0:08:57
31 Ghader Mizbani Iranagh (Islamic Republic of Iran) 0:09:24
32 Julian Alaphilippe (France) 0:12:25
33 Mouhssine Lahsaini (Morocco) 0:12:56
34 Ahmet Orken (Turkey) 0:15:22
35 Dan Craven (Namibia) 0:15:33

Fabian Cancellara e Kristin Armstrong, i due protagonisti delle crono olimpiche di Rio 2016 (Getty Images Sport)

Fabian Cancellara e Kristin Armstrong, i due protagonisti delle crono olimpiche di Rio 2016 (Getty Images Sport)

10-08-2016

agosto 10, 2016 by Redazione  
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OLIMPIADI 2016

L’elvetico Fabian Cancellara ( Trek – Segafredo) si è imposto nella corsa a cronometro uomini, circuito di Rio de Janeiro, percorrendo 54.6 Km in 1h12′15″, alla media di 45.342 Km/h. Ha preceduto di 47″ l’olandese Dumoulin e di 1′02″ il britannico Froome. Unico italiano in gara Damiano Caruso (BMC Racing Team), 27° a 7′31″.

La statunitense Kristin Armstrong (TWENTY16 presented by Sho-Air) si è imposta nella corsa a cronometro donne, circuito di Rio de Janeiro, percorrendo 29.9 Km in 44′26″, alla media di 40.375 Km/h. Ha preceduto di 6″ la russa Zabelinskaya e di 11″ l’olandese Van Der Breggen. UnIca italiana in gara Elisa Longo Borghini (Wiggle High5), 5° a 26″

TOUR DE L’AIN

L’italiano Matteo Trentin (Etixx – Quick Step) si è imposto nella prima tappa, Montrevel-en-Bresse – Saint-Vulbas, percorrendo 149.6 Km in 3h21′23″, alla media di 44.572 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Rudy Barbier e il tedesco Bauhaus. Trentin è il primo leader della classifica con 4″ su Rudy Barbier e 6″ su Bauhaus

TOUR DE SINGKARAK (Indonesia)

Il thailandese Changpad Kritsada (Singha Infinite Cycling Team) si è imposto nella quinta tappa, Pesisir Selatan – Pariaman, percorrendo 153.1 Km in 3h38′44″, alla media di 41.996 Km/h. Ha preceduto di 2″ l’australiano Volkers e di 5″ il giapponese Itami. L’iraniano Amir Kolahdozhagh (Pishgaman Giant Team) è ancora leader della classifica con 1′22″ sull’indonesiano Suryadi e 2′55″ sullo spagnolo García Ambroa

09-08-2016

agosto 9, 2016 by Redazione  
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TOUR DE SINGKARAK (Indonesia)

L’iraniano Amir Kolahdozhagh (Pishgaman Giant Team) si è imposto nella quarta tappa, Padang Panjang – Agam, percorrendo 151.6 Km in 3h59′13″, alla media di 38.024 Km/h. Ha preceduto di 14″ i connazionali Reza ed Emami. Kolahdozhagh è il nuovo leader della classifica con 1′22″ sull’indonesiano Suryadi e 2′55″ sullo spagnolo García Ambroa

08-08-2016

agosto 8, 2016 by Redazione  
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TOUR DE SINGKARAK (Indonesia)

Lo spagnolo Ricardo García Ambroa (Kinan Cycling Team) si è imposto nella terza tappa, Pasaman – Pasaman Barat, percorrendo 123.1 Km in 2h59′43″, alla media di 41.098 Km/h. Ha preceduto allo sprint il sudcoreano Lee e l’iraniano Kolahdozhagh. García Ambroa è il nuovo leader della classifica con 7″ su Kolahdozhagh e 16″ sull’indonesiano Suryadi

RISCOSSA MORTON, SUO IL TOUR OF UTAH

agosto 8, 2016 by Redazione  
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Dopo la sconfitta subita da Andrew Talansky in quel di Snowbird il 24enne australiano si riprende di prepotenza la maglia gialla nella frazione conclusiva di Park City attaccando nelle prime rampe dell’Empire Pass e tagliando in solitudine il traguardo con 31” su Adrien Costa e 50” su Darwin Atapuma, mentre l’ex leader della generale malgrado il supporto di Joe Dombrowski chiude con un ritardo di 1′51” e deve accontentarsi del terzo posto finale alle spalle anche di Costa. Bella prestazione per Manuel Senni e Alberto Bettiol, entrambi nella top ten di giornata.

Come avvenuto dal 2012 in avanti è stata Park City, località che spesso ospita gare di Coppa del Mondo di sci alpino e che è stato uno dei centri principali per quanto riguarda le Olimpiadi invernali del 2002, a ospitare partenza e arrivo della frazione conclusiva del Tour of Utah, caratterizzata dall’ascesa verso Wolf Creek Ranches intorno a metà percorso e, soprattutto, da quella interminabile verso Empire Pass, la cui vetta era posta a soli 9 km dal traguardo.
Come c’era da attendersi la tappa è stata movimentata fin dall’avvio e ben presto è nata una fuga di atleti nel complesso di un certo spessore come Tao Geogheagn Hart (Axeon Hagens Berman), Robin Carpenter (Holowesko-Citadel), Larry Warbasse (Iam Cycling), Janier Acevedo (Team Jamis), Matthew Busche (UnitedHealthcare), Jacopo Mosco (Trek-Segafredo), Evan Huffman (Rally Cycling), Bryan Lewis (Lupus Racing), Richard Handley (One Pro Cycling) e Angus Morton (Jelly Belly-Maxxis), quest’ultimo fratello maggiore e compagno di squadra dell’ex maglia gialla Lachlan. Quest’ultimo era tutt’altro che rassegnato dopo aver perso la leadership per 22” a vantaggio di Andrew Talansky (Cannondale-Drapac) nella tappa di Snowbird. Decisamente meno prevedibile, ancorchè le condizioni meteo avverse nella prima parte di gara e il percorso quasi completamente privo di tratti in pianura invitassero alle azioni da lontano, che già sulla prima salita di giornata si muovessero i big e tra questi proprio Talansky in compagnia di Joey Rosskopf (Bmc) e di Adrien Costa (Axeon Hagens Berman), a sua volta 3° in classifica generale con un distacco di 56”.
Il terzetto statunitense ha man mano recuperato i reduci della fuga iniziale (ad eccezione di Geoghegan Hart, Carpenter, Lewis e Warbasse), ma alle loro spalle la Rally Cycling di Rob Britton, il cui 5° posto nella generale era minacciato da Rosskopf, ha iniziato a tirare nel gruppo dei big, già ridotto a una trentina di elementi, riuscendo a chiudere il gap prima dell’inizio della salita di Empire Pass e agevolando anche Lachlan Morton, che non ha perso tempo e fin dalle prime rampe si è lanciato all’attacco e ha fatto la differenza su di un Talansky in netta difficoltà, malgrado avesse al suo fianco un Joe Dombrovski in grande giornata. La maglia gialla, infatti, non solo non ha avuto le forze per replicare allo scatenato australiano, che ha proseguito nell’azione superando gli atleti che erano in fuga (Geoghegan Hart è stato l’ultimo ad alzare bandiera bianca) e rimanendo da solo in testa alla corsa, ma neppure a Costa e a Darwin Atapuma (Bmc), che qualche chilometro più avanti lo hanno a loro volta tolto di ruota e lasciato in compagnia di Dombrowski e di Britton.
In vetta Morton ha scollinato con oltre 1′ su Costa e Atapuma – che proprio in vista del GPM ha tentato di staccare lo statunitense, dal quale era separato di 27” nella generale, ma ne ha subito il contrattacco nella successiva discesa – e ha potuto dunque permettersi di percorrere con relativa calma gli ultimi chilometri e abbandonarsi alla gioia ben prima della linea del traguardo. Costa e Atapuma hanno chiuso rispettivamente con 31” e 50” di ritardo mentre uno sfinito Talansky si è piazzato 4° a 1′51”, in compagnia di Dombrowski, che si è praticamente fermato per attenderlo nel rettilineo finale in leggera ascesa, riuscendo quantomeno a salvare il podio dal ritorno del colombiano. 6° a 2′03″ è giunto Britton 6° e va sottolineata anche la brillante prova dei due azzurri Manuel Senni (Bmc), 7° a 2′35”, e Alberto Bettiol (Cannondale-Drapac), già in bella evidenza nelle tappe precedenti dopo che nei primi giorni per varie circostanze favorevoli non era riuscito a giocarsi un successo in volata, che si è piazzato 10° a 3′49”.
Arriva dunque l’inatteso successo in classifica generale di Morton, 24enne che era considerato una grande speranza dalla Garmin-Sharp che l’aveva fatto passare professionista nel 2013 e che si era poi un po’ perso, ma che ora susciterà certamente l’attenzione di molte formazioni del World Tour. Come lui è atteso da un grande futuro l’appena 19enne Adrien Costa, 2° a 1′09”, mentre il ben più esperto Talansky, 3° a 1′39”, può comunque guardare con fiducia all’imminente Vuelta così come Atapuma, 4° a 1′57”, che in Spagna si dividerà i ruoli di capitano con Samuel Sánchez. Decisamente più lontani hanno concluso tutti gli altri con Britton, sempre piazzato nelle brevi corse a tappe del Nord America, 5° a 4′00”, Rosskopf 6° a 5′59”, Taylor Eisenhart (Bmc), altro giovane di belle speranze, 7° a 6′52” e Dombrowski 8° a 7′16”. Dietro a Squire (Holowesko) e Didier (Trek-Segafredo), 9° e 10″ a 8′38″, ha solo sfiorato la top ten Senni che ha chiuso 11° a 9′00”. Per quanto riguarda le altre classifiche Kiel Rejinen ha conquistato, oltre che la tappa di Bountiful, la graduatoria a punti mentre Costa si è aggiudicato sia quella di miglior giovane che quella degli scalatori.

Marco Salonna

ORDINE D’ARRIVO

1 Lachlan David Morton (Aus) Jelly Belly p/b Maxxis 3:08:07
2 Adrien Costa (USA) Axeon Hagens Berman 0:00:31
3 Darwin Atapuma (Col) BMC Racing Team 0:00:50
4 Andrew Talansky (USA) Cannondale-Drapac 0:01:51
5 Joe Dombrowski (USA) Cannondale-Drapac 0:01:53
6 Rob Britton (Can) Rally Cycling 0:02:03
7 Manuel Senni (Ita) BMC Racing Team 0:02:35
8 Laurent Didier (Lux) Trek-Segafredo 0:03:15
9 Joseph Rosskopf (USA) BMC Racing Team 0:03:36
10 Alberto Bettiol (Ita) Cannondale-Drapac 0:03:49
11 Robbie Squire (USA) Holowesko-Citadel Racing Team 0:03:51
12 Taylor Eisenhart (USA) BMC Racing Team 0:04:02
13 Riccardo Zoidl (Aut) Trek-Segafredo 0:04:08
14 Tao Geoghegan Hart (GBr) Axeon Hagens Berman 0:04:12
15 Dylan Teuns (Bel) BMC Racing Team 0:04:59
16 Janez Brajkovic (Slo) UnitedHealthcare Professional Cycling Team
17 Hayden Mccormick (NZl) ONE Pro Cycling 0:06:08
18 Alex Howes (USA) Cannondale-Drapac 0:06:30
19 Julien Bernard (Fra) Trek-Segafredo
20 Frederic Brun (Fra) Fortuneo – Vital Concept 0:06:32
21 Julien Loubet (Fra) Fortuneo – Vital Concept 0:06:34
22 Christopher Horner (USA) Lupus Racing Team 0:06:38
23 Jonathan Clarke (Aus) UnitedHealthcare Professional Cycling Team
24 Eddie Dunbar (Irl) Axeon Hagens Berman 0:07:07
25 Lawrence Warbasse (USA) IAM Cycling 0:09:11
26 Brayan Stiven Sanchez Vergara (Col) Team Jamis 0:09:29
27 Benjamin King (USA) Cannondale-Drapac 0:09:37
28 Bryan Lewis (USA) Lupus Racing Team
29 Joseph Chavarria (CRc) Lupus Racing Team 0:09:39
30 Nicolae Tanovitchii (Mda) Lupus Racing Team 0:09:46
31 Javier Megias (Spa) Team Novo Nordisk 0:10:08
32 David Drouin (Can) Silber Pro Cycling 0:10:11
33 Christopher Jones (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team 0:10:54
34 Damiano Cunego (Ita) Nippo – Vini Fantini 0:11:15
35 Dion Smith (NZl) ONE Pro Cycling 0:12:53
36 Chad Beyer (USA) Lupus Racing Team
37 Robin Carpenter (USA) Holowesko-Citadel Racing Team 0:13:06
38 Simon Pellaud (Swi) IAM Cycling 0:13:30
39 Marcel Aregger (Swi) IAM Cycling
40 Jonathan Dibben (GBr) Cannondale-Drapac 0:13:57
41 Jean-Marc Bideau (Fra) Fortuneo – Vital Concept 0:14:22
42 Thomas Vaubourzeix (Fra) Lupus Racing Team
43 Elie Gesbert (Fra) Fortuneo – Vital Concept 0:14:33
44 Matthew Busche (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team 0:14:39
45 Janier Alexis Acevedo Colle (Col) Team Jamis 0:16:02
46 Krists Neilands (Lat) Axeon Hagens Berman 0:17:42
47 Andzs Flaksis (Lat) Holowesko-Citadel Racing Team
48 Neilson Powless (USA) Axeon Hagens Berman
49 Andrei Krasilnikau (Blr) Holowesko-Citadel Racing Team
50 Ruben Companioni (Cub) Team Jamis
51 Jacopo Mosca (Ita) Trek-Segafredo
52 Marco Canola (Ita) UnitedHealthcare Professional Cycling Team
53 Nicolas Masbourian (Can) Silber Pro Cycling
54 Alexander Cataford (Can) Silber Pro Cycling
55 Steven Tronet (Fra) Fortuneo – Vital Concept
56 Jonathan Fumeaux (Swi) IAM Cycling
57 Angus Morton (Aus) Jelly Belly p/b Maxxis 0:18:52
58 Kiel Reijnen (USA) Trek-Segafredo
59 Logan Owen (USA) Axeon Hagens Berman
60 Matthieu Jeannes (Fra) Lupus Racing Team 0:19:18
61 Rick Zabel (Ger) BMC Racing Team 0:22:10
62 Iuri Filosi (Ita) Nippo – Vini Fantini
63 Tom Bohli (Swi) BMC Racing Team
64 Fabian Lienhard (Swi) BMC Racing Team
65 Nicola Bagioli (Ita) Nippo – Vini Fantini
66 Alessandro Bisolti (Ita) Nippo – Vini Fantini
67 Evan Huffman (USA) Rally Cycling
68 Tanner Putt (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team
69 Danny Pate (USA) Rally Cycling
70 Lucas Sebastian Haedo (Arg) Team Jamis
71 Colin Joyce (USA) Axeon Hagens Berman 0:22:20
72 Francis Mourey (Fra) Fortuneo – Vital Concept 0:22:24
73 Emerson Oronte (USA) Rally Cycling 0:23:07
74 Barry Miller (USA) Lupus Racing Team 0:23:19
75 James Oram (NZl) ONE Pro Cycling 0:25:01
76 Richard Handley (GBr) ONE Pro Cycling
77 Phillip Gaimon (USA) Cannondale-Drapac
78 Taylor Sheldon (USA) Jelly Belly p/b Maxxis
79 Pierrick Naud (Can) Rally Cycling
80 Alexandr Braico (Mda) Jelly Belly p/b Maxxis 0:25:13
81 Stephen Clancy (Irl) Team Novo Nordisk 0:25:45
82 Stephen Bassett (USA) Team Jamis 0:25:55
83 Daniel Eaton (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team 0:26:05
84 Keijzer Gerd De (Ned) Team Novo Nordisk 0:26:09
85 Pier Paolo De Negri (Ita) Nippo – Vini Fantini
86 Travis McCabe (USA) Holowesko-Citadel Racing Team 0:26:16
87 Ulises Alfredo Castillo Soto (Mex) Jelly Belly p/b Maxxis 0:26:26
88 Eric Young (USA) Rally Cycling 0:26:27
89 Kyle Murphy (USA) Team Jamis
90 Daniel Jaramillo (Col) UnitedHealthcare Professional Cycling Team 0:26:32
91 David Gaona Vazquez (Mex) Nippo – Vini Fantini 0:26:44

CLASSIFICA GENERALE

1 Lachlan David Morton (Aus) Jelly Belly p/b Maxxis 27:12:49
2 Adrien Costa (USA) Axeon Hagens Berman 0:01:09
3 Andrew Talansky (USA) Cannondale-Drapac 0:01:39
4 Darwin Atapuma (Col) BMC Racing Team 0:01:57
5 Rob Britton (Can) Rally Cycling 0:04:00
6 Joseph Rosskopf (USA) BMC Racing Team 0:05:59
7 Taylor Eisenhart (USA) BMC Racing Team 0:06:52
8 Joe Dombrowski (USA) Cannondale-Drapac 0:07:16
9 Robbie Squire (USA) Holowesko-Citadel Racing Team 0:08:38
10 Laurent Didier (Lux) Trek-Segafredo
11 Manuel Senni (Ita) BMC Racing Team 0:09:00
12 Tao Geoghegan Hart (GBr) Axeon Hagens Berman 0:10:36
13 Janez Brajkovic (Slo) UnitedHealthcare Professional Cycling Team 0:10:57
14 Jonathan Clarke (Aus) UnitedHealthcare Professional Cycling Team 0:13:18
15 Christopher Horner (USA) Lupus Racing Team 0:14:01
16 Dylan Teuns (Bel) BMC Racing Team 0:14:10
17 Julien Loubet (Fra) Fortuneo – Vital Concept 0:15:07
18 Riccardo Zoidl (Aut) Trek-Segafredo 0:17:36
19 Eddie Dunbar (Irl) Axeon Hagens Berman 0:17:46
20 Nicolae Tanovitchii (Mda) Lupus Racing Team 0:19:01
21 Alex Howes (USA) Cannondale-Drapac 0:19:29
22 Julien Bernard (Fra) Trek-Segafredo 0:19:53
23 Hayden Mccormick (NZl) ONE Pro Cycling 0:21:27
24 Lawrence Warbasse (USA) IAM Cycling 0:22:39
25 Joseph Chavarria (CRc) Lupus Racing Team 0:24:04
26 Robin Carpenter (USA) Holowesko-Citadel Racing Team 0:24:23
27 Chad Beyer (USA) Lupus Racing Team 0:28:06
28 Benjamin King (USA) Cannondale-Drapac 0:28:36
29 Damiano Cunego (Ita) Nippo – Vini Fantini 0:32:06
30 Angus Morton (Aus) Jelly Belly p/b Maxxis 0:34:03
31 David Drouin (Can) Silber Pro Cycling 0:34:19
32 Janier Alexis Acevedo Colle (Col) Team Jamis 0:36:40
33 Neilson Powless (USA) Axeon Hagens Berman 0:38:49
34 Matthew Busche (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team 0:40:31
35 Simon Pellaud (Swi) IAM Cycling 0:40:53
36 Alberto Bettiol (Ita) Cannondale-Drapac 0:43:21
37 Javier Megias (Spa) Team Novo Nordisk 0:44:35
38 Kiel Reijnen (USA) Trek-Segafredo 0:45:02
39 Jacopo Mosca (Ita) Trek-Segafredo 0:46:53
40 Brayan Stiven Sanchez Vergara (Col) Team Jamis 0:48:28
41 Jean-Marc Bideau (Fra) Fortuneo – Vital Concept 0:49:23
42 Emerson Oronte (USA) Rally Cycling 0:50:22
43 Daniel Jaramillo (Col) UnitedHealthcare Professional Cycling Team
44 Alexander Cataford (Can) Silber Pro Cycling 0:51:05
45 Elie Gesbert (Fra) Fortuneo – Vital Concept 0:51:08
46 Evan Huffman (USA) Rally Cycling 0:53:35
47 Christopher Jones (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team 0:54:32
48 Taylor Sheldon (USA) Jelly Belly p/b Maxxis 0:57:19
49 Logan Owen (USA) Axeon Hagens Berman 0:58:11
50 Jonathan Fumeaux (Swi) IAM Cycling 0:58:20
51 Marco Canola (Ita) UnitedHealthcare Professional Cycling Team 0:58:47
52 Bryan Lewis (USA) Lupus Racing Team 0:59:32
53 Alessandro Bisolti (Ita) Nippo – Vini Fantini 1:00:30
54 Rick Zabel (Ger) BMC Racing Team 1:01:53
55 Frederic Brun (Fra) Fortuneo – Vital Concept 1:05:07
56 Andrei Krasilnikau (Blr) Holowesko-Citadel Racing Team 1:06:02
57 Krists Neilands (Lat) Axeon Hagens Berman 1:06:48
58 Dion Smith (NZl) ONE Pro Cycling 1:07:13
59 Nicola Bagioli (Ita) Nippo – Vini Fantini 1:08:07
60 Ruben Companioni (Cub) Team Jamis 1:09:07
61 Marcel Aregger (Swi) IAM Cycling 1:12:41
62 Barry Miller (USA) Lupus Racing Team 1:13:15
63 Travis McCabe (USA) Holowesko-Citadel Racing Team 1:13:37
64 Andzs Flaksis (Lat) Holowesko-Citadel Racing Team 1:16:11
65 Thomas Vaubourzeix (Fra) Lupus Racing Team 1:16:29
66 Daniel Eaton (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team 1:17:51
67 Fabian Lienhard (Swi) BMC Racing Team 1:19:48
68 Colin Joyce (USA) Axeon Hagens Berman 1:20:30
69 Steven Tronet (Fra) Fortuneo – Vital Concept 1:20:49
70 Lucas Sebastian Haedo (Arg) Team Jamis 1:20:52
71 Tanner Putt (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team 1:21:30
72 Matthieu Jeannes (Fra) Lupus Racing Team 1:22:44
73 Francis Mourey (Fra) Fortuneo – Vital Concept 1:23:01
74 Tom Bohli (Swi) BMC Racing Team 1:23:36
75 Stephen Bassett (USA) Team Jamis 1:24:21
76 Jonathan Dibben (GBr) Cannondale-Drapac 1:24:34
77 Phillip Gaimon (USA) Cannondale-Drapac 1:25:30
78 Nicolas Masbourian (Can) Silber Pro Cycling 1:28:36
79 Iuri Filosi (Ita) Nippo – Vini Fantini 1:30:11
80 Alexandr Braico (Mda) Jelly Belly p/b Maxxis 1:33:19
81 Pier Paolo De Negri (Ita) Nippo – Vini Fantini 1:35:45
82 Danny Pate (USA) Rally Cycling 1:36:43
83 David Gaona Vazquez (Mex) Nippo – Vini Fantini 1:36:48
84 Ulises Alfredo Castillo Soto (Mex) Jelly Belly p/b Maxxis 1:37:03
85 Pierrick Naud (Can) Rally Cycling 1:40:35
86 James Oram (NZl) ONE Pro Cycling 1:41:04
87 Richard Handley (GBr) ONE Pro Cycling 1:41:05
88 Stephen Clancy (Irl) Team Novo Nordisk 1:55:35
89 Kyle Murphy (USA) Team Jamis 1:56:01
90 Eric Young (USA) Rally Cycling 1:58:43
91 Keijzer Gerd De (Ned) Team Novo Nordisk 2:02:05

Lattacco risolutivo di Lachlan Morton sullascesa dellEmpire Pass, nella conclusiva frazione del Tour of Utah (foto Jonathan Devich/epicimages.us)

L'attacco risolutivo di Lachlan Morton sull'ascesa dell'Empire Pass, nella conclusiva frazione del Tour of Utah (foto Jonathan Devich/epicimages.us)

07-08-2016

agosto 8, 2016 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

OLIMPIADI 2016

L’olandese Anna Van Der Breggen (Rabobank-Liv Woman Cycling Team) si è imposta nella corsa su strada donne, circuito di Rio de Janeiro, percorrendo 136.9 Km in 3h51′27″, alla media di 35.489 Km/h. Ha preceduto allo sprint la svedese Johansson e l’italiana Elisa Longo Borghini (Wiggle High5)

THE LARRY H.MILLER TOUR OF UTAH

Il canadese Lachlan Morton (Jelly Belly p/b Maxxis) si è imposto nella settima ed ultima tappa, circuito di Park City, percorrendo 125.7 Km in 3h08′07″, alla media di 40.092 Km/h. Ha preceduto di 31″ lo statunitense Costa e di 50″ il colombiano Atapuma Hurtado. Miglior italiano Manuel Senni (BMC Racing Team), 7° a 2′35″. Morton si impone in classifica con 1′09″ su Costa e 1′39″ sullo statunitense Talansky. Miglior italiano Senni, 11° a 9′00″
VOLTA A PORTUGAL EM BICICLETA / LIBERTY SEGUROS

Lo spagnolo Gustavo César Veloso (W52-FC Porto-Porto Canal) si è imposto nella decima ed ultima tappa, cronometro Villa Franca de Xira – Lisbona, percorrendo 32 Km in 40′46″, alla media di 47.097 Km/h. Ha preceduto di 47″ il connazionale Alarcón e di 50″ il portoghese Moreira Silva. Miglior italiano Rinaldo Nocentini (Sporting Clube de Portugal/Tavira), 14° a 2′16″. Il portoghese Rui Pedro Carvalho Vinhas (W52-FC Porto-Porto Canal) si impone in classifica con 1′31″ su Veloso e 2′49″ su Moreira Silva. Miglior italiano Alessio Taliani (Androni Giocattoli – Sidermec), 15° a 14′14″

ANTWERPSE HAVENPIJL

Il belga Timothy Dupont (Verandas Willems Cycling Team) si è imposto nella corsa belga, circuito di Anversa, percorrendo 178 Km in 3h58′39″, alla media di 44.752 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Wouters e Dehaes. Miglior italiano Marco Zanotti (Parkhotel Valkenburg CT), 18°.

ODESSA GRAND PRIX

L’ucraino Oleksandr Prevar (Kolss BDC Team) si è imposto nella corsa ucraina, circuito di Odessa. Ha preceduto allo sprint il connazionale Buts e di 14″ il connazionale Golovash

TOUR DE SINGKARAK (Indonesia)

L’iraniano Rahim Emami (Pishgaman Giant Team) si è imposto nella seconda tappa, Limapuluh Kota – Tanah Datar, percorrendo 119.5 Km in 2h55′34″, alla media di 40.839 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Ewart e di 8″ l’iraniano Reza. L’australiano Dylan Newbery (Data#3 Cisco Racing Team p/b Scody) è ancota leader della classifica con 7″ sullo spagnolo García Ambroa e 9″ sull’iraniano Kolahdozhagh

TOUR CYCLISTE INTERNATIONAL DE LA GUADELOUPE

Lo statunitense Jesse Anthony (Rally Cycling) si è imposto nella nona ed ultima tappa, Abymes – Basse-Terre. Ha preceduto di 1″ il francese Flavien e di 5″ il francese Le Lavandier. Il francese Damien Monier (Bridgestone Anchor Cycling Team) si impone in classifica con 33″ su Le Lavandier e 42″ sul venezuelano Chacón Díaz

BURGOS: CONTADOR AL FOTOFINISH

agosto 7, 2016 by Redazione  
Filed under News

Si è decisa sul filo dei secondi, o forse sarebbe meglio dire dei centesimi visto che di secondi tra i primi tre della generale ce n’era solo uno, l’edizione 2016 della Vuelta a Burgos. A succedere all’estone Rein Taaramae, vincitore lo scorso anno con la maglia Astana, è lo spagnolo Contador (Tinkoff) che ha battuto di appena 1” il belga Ben Hermans (BMC) e il connazionale Sergio Pardilla (Caja Rural). La corsa si è decisa proprio negli ultimi chilometri della tappa conclusiva, lunga la salita di Lagunas di Neila, sulla quale a fare il vuoto è proprio il corridore della Caja Rural che giunge al traguardo con 17” sullo spagnolo e 22” sul belga. Non abbastanza per conquistare la classifica generale che, col sapore di una beffa, va al “Pistolero”.
Alla tappa conclusiva ci arrivava in vantaggio il corridore della BMC, con la maglia di leader che invece era sulle spalle di Meersman (Etixx), il quale l’aveva strappata a Dmitry Gruzdev (Astana) al termine della quarta frazione in cui a vincere era stato Haas (Dimension Data) in volata. Il belga ha sfruttato un buco di 3” per recuperare lo svantaggio accumulato durante la cronosquadre dal team kazako. Allo sprint, al secondo posto, Drucker (BMC) poi Bevin (Cannondale), Van Poppel (Sky), Tcatevich (Katusha), Meersman e Vliegen (BMC), quindi poi il buco decisivo prima di Grosu (Nippo).
In quel momento Grudzev e l’Astana vantavano un gap di 3” ottenuto al termine della cronosquadre di 10 km su Movistar e, appunto, Etixx. A tagliare per primo il traguardo era stato l’italiano Scarponi che, però, non aveva potuto vestire la maglia di leader in favore del compagno di formazione per via dei piazzamenti.
Durante la cronometro la maglia del primato era invece sulle spalle di Van Poppel che aveva vinto la prima frazione, 158 km da Sasamón a Melgar de Fernamental, superando in volata Drucker e Meersman. Durante la cronosquadre il suo team ha, però, perso 7” issandosi al quarto posto e rendendo vano anche il bis nella terza frazione, ancora in volata e ancora su Drucker e Meersman.
Dulcis in fondo la frazione finale di montagna, tappa regina della Vuelta a Burgos da Caleruega a Lagunas de Neila, 163 km con l’arrivo in salita posto dopo numerosi saliscendi spacca-gambe in un crescendo di intensità: due GPM di terza categoria a inizio frazione, quindi un’alternanza di ascese di seconda e prima categoria prima di quella finale. L’azione decisiva è quella di Pardilla, che giunge al traguardo con un vantaggio di 17” su Contador e 22” su Hermans. Troppo poco per la maglia di leader, un secondo lo dividerà dalla gloria.
Dietro di loro giungono Yates (Orica) a 24”, Anton (Dimension Data) a 31” a concludere la top five. Nello stesso ordine li troviamo nella classifica finale seguiti dal nostro Brambilla (Etixx), giunto nella frazione finale a 1’03” da Pardilla, alle spalle dell’altro azzurro Pozzovivo (Ag2r), giunto a 1’, ma che nella generale paga i secondi persi a cronometro e si deve accontentare di chiudere la top ten.

Andrea Mastrangelo

CLASSIFICA GENERALE

1 Alberto Contador (Spa) Tinkoff Team 15:50:50
2 Ben Hermans (Bel) BMC Racing Team 0:00:01
3 Sergio Pardilla (Spa) Caja Rural-Seguros RGA
4 Simon Yates (GBr) Orica-BikeExchange 0:00:04
5 Peter Kennaugh (GBr) Team Sky 0:00:11
6 Ruben Fernandez (Spa) Movistar Team 0:00:16
7 Gianluca Brambilla (Ita) Etixx – Quick-Step 0:00:36
8 Matvey Mamykin (Rus) Team Katusha 0:00:57
9 Igor Anton Hernandez (Spa) Dimension Data 0:01:04
10 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale
11 Gorka Izaguirre (Spa) Movistar Team 0:01:09
12 David De La Cruz (Spa) Etixx – Quick-Step 0:01:12
13 Dario Cataldo (Ita) Astana Pro Team 0:01:14
14 Jaime Roson (Spa) Caja Rural-Seguros RGA 0:01:48
15 Merhawi Kudus (Eri) Dimension Data 0:01:54
16 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team 0:02:04
17 Mikel Iturria (Spa) Euskadi Basque Country – Murias 0:02:07
18 Giovanni Visconti (Ita) Movistar Team 0:02:09
19 Eliot Lietaer (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise 0:02:41
20 Davide Villella (Ita) Cannondale-Drapac 0:03:10
21 Patrick Bevin (NZl) Cannondale-Drapac 0:03:25
22 Javier Moreno (Spa) Movistar Team 0:03:32
23 José Herrada (Spa) Movistar Team 0:03:41
24 Thomas Sprengers (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise 0:03:46
25 Pello Bilbao (Spa) Caja Rural-Seguros RGA 0:03:55
26 Jose Joaquin Rojas (Spa) Movistar Team 0:04:28
27 Angel Madrazo Ruiz (Spa) Caja Rural-Seguros RGA 0:04:39
28 François Bidard (Fra) AG2R La Mondiale 0:04:43
29 Yury Trofimov (Rus) Tinkoff Team 0:04:49
30 Ian Boswell (USA) Team Sky 0:04:55
31 Luis Mas Bonet (Spa) Caja Rural-Seguros RGA 0:05:07
32 Kenny Elissonde (Fra) FDJ 0:05:26
33 Alex Aranburu (Spa) Euskadi Basque Country – Murias 0:05:31
34 Martijn Tusveld (Ned) Team Giant-Alpecin 0:05:42
35 Michele Scarponi (Ita) Astana Pro Team 0:05:55
36 Pieter Serry (Bel) Etixx – Quick-Step 0:05:58
37 Amets Txurruka (Spa) Orica-BikeExchange 0:08:48
38 David Arroyo (Spa) Caja Rural-Seguros RGA 0:09:25
39 Damien Howson (Aus) Orica-BikeExchange 0:09:55
40 David Lopez Garcia (Spa) Team Sky 0:10:27
41 Ibai Salas (Spa) Burgos BH 0:11:00
42 Cédric Pineau (Fra) FDJ 0:12:25
43 Gianni Meersman (Bel) Etixx – Quick-Step 0:13:39
44 Dmitriy Gruzdev (Kaz) Astana Pro Team
45 Peter Velits (Svk) BMC Racing Team 0:13:48
46 Carlos Verona (Spa) Orica-BikeExchange 0:13:49
47 Tiago Machado (Por) Team Katusha 0:13:50
48 Carlos Barbero (Spa) Caja Rural-Seguros RGA 0:13:53
49 Floris De Tier (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise 0:13:59
50 Karol Domagalski (Pol) ONE Pro Cycling 0:14:14
51 Sebastian Henao (Col) Team Sky 0:14:19
52 Loic Vliegen (Bel) BMC Racing Team 0:14:32
53 Omar Fraile (Spa) Dimension Data 0:14:59
54 Aleksei Tsatevich (Rus) Team Katusha 0:15:09
55 Danilo Wyss (Swi) BMC Racing Team 0:15:11
56 Kristian Sbaragli (Ita) Dimension Data 0:15:22
57 Quentin Jauregui (Fra) AG2R La Mondiale 0:15:32
58 Nathan Haas (Aus) Dimension Data 0:15:33
59 Ruben Zepuntke (Ger) Cannondale-Drapac 0:15:34
60 Moreno Moser (Ita) Cannondale-Drapac 0:15:57
61 Patrick Gretsch (Ger) AG2R La Mondiale 0:16:03
62 Johannes Fröhlinger (Ger) Team Giant-Alpecin 0:16:08
63 Manuel Sola (Spa) Burgos BH 0:17:03
64 Salvatore Puccio (Ita) Team Sky 0:17:07
65 Chad Haga (USA) Team Giant-Alpecin 0:17:11
66 Preben Van Hecke (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise 0:17:17
67 Igor Merino (Spa) Burgos BH 0:17:24
68 Christian Knees (Ger) Team Sky 0:17:27
69 Evgeny Shalunov (Rus) Gazprom-Rusvelo 0:17:48
70 Sindre Skjoestad Lunke (Nor) Team Giant-Alpecin 0:17:55
71 Jhonatan Restrepo (Col) Team Katusha 0:17:56
72 Daniele Colli (Ita) Nippo – Vini Fantini 0:18:49
73 Steele Von Hoff (Aus) ONE Pro Cycling 0:20:54
74 Mitchell Docker (Aus) Orica-BikeExchange 0:21:05
75 Nicholas Schultz (Aus) Orica-BikeExchange 0:21:30
76 Jesus Hernandez (Spa) Tinkoff Team
77 Sergey Lagutin (Rus) Team Katusha 0:21:38
78 Marino Kobayashi (Jpn) Nippo – Vini Fantini 0:22:05
79 Pieter Weening (Ned) Roompot – Oranje Peloton 0:22:14
80 Matthieu Ladagnous (Fra) FDJ 0:22:16
81 Sébastien Minard (Fra) AG2R La Mondiale 0:22:21
82 Hugh Carthy (GBr) Caja Rural-Seguros RGA 0:22:57
83 Danny Van Poppel (Ned) Team Sky 0:24:59
84 Luka Mezgec (Slo) Orica-BikeExchange 0:25:05
85 Pieter Vanspeybrouck (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise 0:25:15
86 Artur Ershov (Rus) Gazprom-Rusvelo 0:25:20
87 Yves Lampaert (Bel) Etixx – Quick-Step 0:25:33
88 Jesper Asselman (Ned) Roompot – Oranje Peloton 0:25:37
89 Rory Sutherland (Aus) Movistar Team 0:25:39
90 Jean-Pierre Drucker (Lux) BMC Racing Team 0:25:42
91 Zico Waeytens (Bel) Team Giant-Alpecin 0:25:45
92 Wouter Wippert (Ned) Cannondale-Drapac 0:26:20
93 Igor Boev (Rus) Gazprom-Rusvelo 0:26:38
94 Jesus Del Pino (Spa) Burgos BH 0:26:43
95 Jorge Cubero (Spa) Burgos BH 0:26:47
96 Daniel Oss (Ita) BMC Racing Team 0:26:51
97 Martin Velits (Svk) Etixx – Quick-Step 0:26:58
98 Jochem Hoekstra (Ned) Team Giant-Alpecin 0:27:07
99 Kristoffer Skjerping (Nor) Cannondale-Drapac 0:27:47
100 Jaco Venter (RSA) Dimension Data 0:28:23
101 Alan Marangoni (Ita) Cannondale-Drapac 0:28:25
102 Imanol Estevez (Spa) Euskadi Basque Country – Murias 0:28:27
103 Etienne Van Empel (Ned) Roompot – Oranje Peloton 0:28:55
104 Giacomo Berlato (Ita) Nippo – Vini Fantini 0:29:02
105 Anton Vorobyev (Rus) Team Katusha 0:29:09
106 Jacques Janse Van Rensburg (RSA) Dimension Data 0:29:13
107 Johan Le Bon (Fra) FDJ 0:29:17
108 Bert Van Lerberghe (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise 0:29:32
109 Gediminas Bagdonas (Ltu) AG2R La Mondiale 0:29:36
110 Reinier Honig (Ned) Roompot – Oranje Peloton 0:29:48
111 Pablo Torres (Spa) Burgos BH 0:30:42
112 Mikel Bizkarra (Spa) Euskadi Basque Country – Murias 0:30:57
113 Dries Van Gestel (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise 0:31:03
114 Johnny Hoogerland (Ned) Roompot – Oranje Peloton 0:31:24
115 Ivan Rovny (Rus) Tinkoff Team 0:32:01
116 Adrian Gonzalez (Spa) Euskadi Basque Country – Murias 0:32:19
117 Grega Bole (Slo) Nippo – Vini Fantini 0:33:01
118 Sergey Firsanov (Rus) Gazprom-Rusvelo 0:35:08
119 Eduard Michael Grosu (Rom) Nippo – Vini Fantini 0:35:51
120 Sebastian Lander (Den) ONE Pro Cycling 0:35:52
121 Guillaume Van Keirsbulck (Bel) Etixx – Quick-Step 0:35:58
122 Daniel Lopez (Spa) Burgos BH 0:36:01
123 Julen Irizar (Spa) Euskadi Basque Country – Murias 0:37:24
124 Sergey Nikolaev (Rus) Gazprom-Rusvelo 0:37:36
125 André Looij (Ned) Roompot – Oranje Peloton 0:37:41
126 Maxim Belkov (Rus) Team Katusha 0:38:06
127 Yanto Barker (GBr) ONE Pro Cycling 0:39:05
128 Sergio Paulinho (Por) Tinkoff Team 0:39:26
129 Nick Dougall (RSA) Dimension Data 0:39:35
130 Vladimir Isaychev (Rus) Team Katusha 0:40:19
131 Eneko Lizarralde (Spa) Euskadi Basque Country – Murias 0:40:43
132 Daniil Fominykh (Kaz) Astana Pro Team 0:42:49

La premiazione di Contador, vincitore della 38a edizione della Vuelta a Burgos (foto twitter)

La premiazione di Contador, vincitore della 38a edizione della Vuelta a Burgos (foto twitter)

TALANSKY IMPLACABILE A SNOWBIRD

agosto 7, 2016 by Redazione  
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Come aveva fatto il suo compagno Joe Dombrowski nel 2015, lo statunitense della Cannondale, al termine di una corsa condotta a forte andatura dalla sua squadra, conquista tappa e maglia nella frazione regina del Tour of Utah, replicando all’attacco di John Darwin Atapuma ai -4 dal traguardo e battendo lo scalatore colombiano in volata, mentre l’ex leader della generale Lachlan Morton chiude 4° a 31”, a ruota di Adrien Costa, ed è ora distanziato di 22” da Talansky alla vigilia dell’impegnativa frazione finale che si concluderà in quel di Park City. Discreta prova per Manuel Senni e Damiano Cunego rispettivamente 14° e 16° al traguardo.

Come da tradizione ormai consolidata, fin da quando questa corsa è nata nel 2004, è stata la stazione sciistica di Snowbird, cui si giunge al termine di una salita di 11 km al 7,5% di pendenza media con punte oltre il 10%, a ospitare la tappa regina del Tour of Utah, 183,1 km con partenza da Snowbasin e la lunga scalata verso Guardmans Pass, la cui vetta era posta ai -47 dal traguardo, prima di quella conclusiva.
A provare a far saltare il banco nella parte iniziale della gara è stato Robin Carpenter (Holowesko-Citadel), già vincitore della tappa di Torrey e 8° in classifica generale a 2′11” da Lachlan Morton (Jelly Belly), che è andato all’attacco insieme a Kiel Reijnen (Trek-Segafredo), a caccia di punti negli sprint intermedi per rafforzare la leadership nella speciale graduatoria, Ben King (Cannondale-Drapac), Rick Zabel (Bmc), Jonathan Fumeaux (Ilassifiam Cycling), Daniel Eaton (UnitedHealthcare), Nielson Powless (Axeon Hagens Berman), Stephen Bassett e Luis Amaran (Team Jamis), Emerson Oronte (Rally Cycling), Kris Dahl (Silber Pro Cycling), Chad Beyer (Lupus Racing) e Dion Smith (One Pro Cycling). Un plotoncino dunque ben assortito ma la Jelly Belly, dopo aver inizialmente concesso ai battistrada un vantaggio massimo di 5′40”, ha iniziato pian piano a ridurre il gap portandolo sotto ai 3′ ai piedi del Guardsman Pass dove a prendere la situazione in mano è stata la Cannondale-Drapac, con il chiaro intento di rendere più dura possibile la corsa per favorire Andrew Talansky, 2° in classifica generale a 9” da Morton. Sotto la spinta degli uomini in verde, tra i quali si è ancora una volta messo in evidenza Alberto Bettiol, il gruppo si è ridotto a una trentina di elementi, comprendenti tutti gli uomini di classifica, mentre davanti Carpenter ha pagato gli sforzi dei giorni precedenti rimbalzando nelle retrovie. Al comando è così rimasto per un lungo tratto il solo Beyer, raggiunto in prossimità dello scollinamento da King, Eaton, Powless e Oronte ma con il plotone ormai alle calcagna.
Nella successiva e interminabile discesa si sono avvantaggiati l’iridato under 23 Kévin Ledanois (Fortuneo-Vital Concept) e Nicolae Tanovitchii (Lupus Racing Team), che si sono riportati sui fuggitivi con il rumeno che sulle prime rampe dell’ascesa finale ha proseguito nell’azione in solitudine ma ben presto è stato riassorbito dal drappello dei big, nel quale a scandire una forte andatura, oltre agli uomini della Cannondale (a partire da Joe Dombrowski che a Snowbird vinse un anno fa), si sono portati anche quelli della Bmc in vista di un’azione di John Darwin Atapuma, che è puntualmente arrivata a poco più di 4 km dal traguardo. Il solo Talansky è riuscito a riportarsi sul colombiano mentre Morton, dopo essere rimasto a lungo a pochissimi metri dai due, è stato costretto ad arrendersi e a proseguire del proprio passo insieme al terzo della classifica generale Adrien Costa (Axeon Hagens Berman), mentre tutti gli altri sono rimasti più indietro. Le difficoltà della maglia gialla hanno dato ulteriore energia a Talansky, che negli ultimi chilometri ha condotto ininterrottamente con Atapuma alla sua ruota e sembrava che, come da legge non scritta del ciclismo, sarebbe stato quest’ultimo a conquistare la tappa ma negli ultimi metri il colombiano semplicemente non ha avuto le forze per superare il 27enne statunitense, che ha tirato dritto fino al traguardo andando a cogliere il primo successo in una stagione iniziata malissimo ma che lo ha visto tornare costantemente ad alti livelli dal mese di maggio in avanti. Il distacco di Costa e Morton, che si sono comunque confermati ai vertici dopo l’inatteso exploit della tappa di Payson, è stato di 31” con il regolarista Rob Britton (Rally Cycling) 5° a 46”, la sorpresa di giornata Rob Squire (Holowesko-Citadel) 6° a 1′01”, Joey Rosskopf (Bmc) 7° a 1′12” e Riccardo Zoidl (Trek-Segafredo) 8° a 1′22” mentre Manuel Senni (Bmc) e Damiano Cunego (Nippo-Vini Fantini) si sono piazzati rispettivamente 14° a 2′12” e 16° a 2′16”.
In classifica generale Talansky, soprattutto in virtù dello stato di forma dimostrato, ha messo una serissima ipoteca sul successo finale conquistando la maglia gialla con 22” su Morton, 56” su Costa e 1′23” su Atapuma che, dal canto, suo può ora sperare nel podio: l’ultima tappa, 125,7 km con partenza e arrivo a Park City, non sarà infatti affatto una passerella prevedendo a metà percorso l’ascesa di Wolf Creek Ranches e, soprattutto, nel finale la durissima scalata verso Empire Pass, la cui vetta è posta a soli 9 km dal traguardo.

Marco Salonna

ORDINE D’ARRIVO

1 Andrew Talansky (USA) Cannondale-Drapac 4:47:03
2 Darwin Atapuma (Col) BMC Racing
3 Adrien Costa (USA) Axeon Hagens Berman 0:00:31
4 Lachlan Morton (Aus) Jelly Belly p/b Maxxis
5 Rob Britton (Can) Rally Cycling 0:00:46
6 Rob Squire (USA) Holowesko-Citadel p/b Hincapie Sportswear 0:01:01
7 Joey Rosskopf (USA) BMC Racing 0:01:12
8 Riccardo Zoidl (Aut) Trek-Segafredo 0:01:22
9 Laurent Dider (Lux) Trek-Sagfredo 0:01:37
10 TJ Eisenhart (USA) BMC Racing

CLASSIFICA GENERALE

1 Andrew Talansky (USA) Cannondale-Drapac 24:04:30
2 Lachlan Morton (Aus) Jelly Belly p/b Maxxis 0:00:22
3 Adrien Costa (USA) Axeon Hagens Berman 0:00:56
4 Darwin Atapuma (Col) BMC Racing 0:01:23
5 Rob Britton (Can) Rally Cycling 0:02:09
6 Joey Rosskopf (USA) BMC Racing 0:02:35
7 TJ Eisenhart (USA) BMC Racing 0:03:02
8 Rob Squire (USA) Holowesko-Citadel p/b Hincapie Sportswear 0:04:59
9 Joe Dombrowski (USA) Cannondale-Drapac 0:05:35
10 Laurent Dider (Lux) Trek-Sagfredo

Talansky precede Atapuma sul traguardo della tappa di Snowbird, frazione regiona del Tour of Utah (foto Jonathan Devich/epicimages.us)

Talansky precede Atapuma sul traguardo della tappa di Snowbird, frazione regiona del Tour of Utah (foto Jonathan Devich/epicimages.us)

06-08-2016

agosto 7, 2016 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

OLIMPIADI 2016

Il belga Greg Van Avermaet (BMC Racing Team) si è imposto nella corsa su strada professionisti, circuito di Rio de Janeiro, percorrendo 237.5 Km in 6h10′05″, alla media di 38.505 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Fuglsang e di 5″ il polacco Majka. Miglior italiano Fabio Aru (Astana Pro Team), 6° a 22″.

THE LARRY H.MILLER TOUR OF UTAH

Lo statunitense Andrew Talansky (Cannondale-Drapac Pro Cycling Team) si è imposto nella sesta tappa, Snowbasin Resort – Snowbird Ski & Summer Resort, percorrendo 183.1 Km in 4h47′03″, alla media di 38.272 Km/h. Ha preceduto allo sprint il colombiano Atapuma Hurtado e di 31″ il connazionale Costa. Miglior italiano Manuel Senni (BMC Racing Team), 42° a 2′12″. Talansky è il nuovo leader della classifica con 22″ sull’australiano Morton e 56″ su Costa. Miglior italiano Senni, 13° a 6′37″

VUELTA A BURGOS

Lo spagnolo Sergio Pardilla Bellón (Caja Rural – Seguros RGA) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Caleruega – Lagunas de Neila, percorrendo 163 Km in 4h13′34″, alla media di 38.570 Km/h. Ha preceduto di 17″ lo spagnolo Alberto Contador Velasco (Tinkoff) e di 22″ il belga Hermans. Miglior italiano Domenico Pozzovivo (AG2R La Mondiale), 8° a 1′00″. Contador Velasco si impone in leader della classifica con 1″ su Hermans e Pardilla Bellón

VOLTA A PORTUGAL EM BICICLETA / LIBERTY SEGUROS

Il portoghese Daniel José Pereira Mestre (Efapel) si è imposto nella nona tappa, Alcacer do Sal – Setúbal, percorrendo 187.5 Km in 4h12′50″, alla media di 44.496 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Alejandro Manuel Marque Porto e di 3″ l’italiano Alessio Taliani (Androni Giocattoli – Sidermec). Il portoghese Rui Pedro Carvalho Vinhas (W52-FC Porto-Porto Canal) è ancora leader della classifica con 2′25″ sullo spagnolo Veloso e 2′53″ sul portoghese Moreira Silva. Miglior italiano Taliani, 15° a 11′54″

TOUR DE RIBAS

L’ucraino Andriy Vasylyuk (Kolss BDC Team) si è imposto nella corsa ucraina, circuito di Odessa, percorrendo 154,1 Km in 3h36′53″, alla media di 42.631 Km/h. Ha preceduto di 2″ il connazionale Kononenko e di 6″ il connazionale Lagkuti

TOUR DE SINGKARAK (Indonesia)

L’australiano Dylan Newbery (Data#3 Cisco Racing Team p/b Scody) si è imposto nella prima tappa, Solok – Payakumbuh, percorrendo 95.8 Km in 2h25′26″, alla media di 39.523 Km/h. Ha preceduto di 3″ lo spagnolo García Ambroa e l’iraniano Kolahdozhagh. Newbery è il primo leader della classifica con 7″ su García Ambroa e 9″ su Kolahdozhagh

TOUR CYCLISTE INTERNATIONAL DE LA GUADELOUPE

Ottava tappa suddivisa in due semitappe.
Il mattino, il francese Yolan Sylvestre (Club Martinique) si è imposto nella prima semitappa, Gosier – Abymes, percorrendo 105 Km in 2h27′16″, alla media di 42.780 Km/h. Ha preceduto di 14″ il connazionale Rousseau e di 16″ il connazionale Lanclume. Il francese Julien Liponne (Bourg Ain Cyclisme) è ancora leader della classifica con 1′50″ sul connazionale Lebas e 2′01″ sul venezuelano Josè Isidro Chacón Díaz (AS Baie-Mahault).
Il pomeriggio, il francese Damien Monier (Bridgestone Anchor Cycling Team) si è imposto nella seconda semitappa, circuito a cronometro di Abymes, percorrendo 20 Km in 27′36″, alla media di 43.478 Km/h. Ha preceduto di 28″ il connazionale Fournet-Fayard e di 34″ lo statunitense Anthony. Chacón Díaz è il nuovo leader della classifica con 6″ su Liponne e 9″ su Fournet-Fayard

NIBALI SOGNA, POI CADE. L’ORO E’ DI VAN AVERMAET

agosto 6, 2016 by Redazione  
Filed under News

Una splendida gara olimpica vede il siciliano al comando in vetta all’ultima salita, in compagnia di Sergio Henao e Rafal Majka. Il sogno della medaglia d’oro sfuma però in discesa, quando Nibali cade insieme al colombiano. Il polacco, rimasto solo al comando, viene raggiunto a 2 km dall’arrivo da Van Avermaet, che conquista l’oro, e Fuglsang, medaglia d’argento, ed è costretto al gradino più basso del podio. L’Italia si deve accontentare del 6° posto di Aru.

A 12 km dal traguardo, la prima medaglia italiana ai Giochi di Rio era quasi cosa fatta. Nibali, magistralmente lanciato da Fabio Aru al penultimo Giro, aveva operato la selezione sperata sull’ultima salita, portando con sé i soli Sergio Henao e Rafal Majka, rimasti agganciati con i denti nel finale dell’ascesa. Dietro, nessuno aveva gregari da spendere, mentre l’Italia poteva contare su Fabio Aru, pur provato dal lavoro svolto in precedenza, in veste di stopper. La conquista dell’oro, viste le limitate doti di sprinter del messinese, sarebbe stata impresa complessa ma non proibitiva, al cospetto di altri due scalatori non noti per il loro spunto veloce.
Il lavoro dell’Italia per mettere il capitano nelle condizioni migliori era cominciato da lontano, quando Alessandro De Marchi era stato tra i primi ad attivarsi nell’inseguimento alla fuga della prima ora, promossa da più di un nome eccellente (Albasini, Kwiatkowski e Pantano su tutti, oltre a Geschke, Bystrom e Kochetkov). Al friulano si erano uniti i soli Erviti e Stannard, ma l’inferiorità numerica non aveva impedito ai tre di riportare entro margini di sicurezza il distacco dalla testa, giunto a toccare anche gli 8 minuti.
Nella lunga fase centrale, svoltasi su un primo circuito, comprendente le salite di Grumari e Grota Fonda, ad animare la corsa è stato perlopiù il vento, che intorno a metà percorso, nel tanto chiacchierato tratto in pavé, ha ad un tratto spezzato il gruppo in tre tronconi, prima del ricompattamento generale. Già in questa fase si sono chiamati fuori dal discorso medaglie atleti di alto livello, fra cui Tim Wellens, già staccato, e Wouter Poels, in chiaro affanno in coda al gruppo. Per l’Olanda si trattava della seconda uscita di scena, dopo il ritiro di Tom Dumoulin nei chilometri iniziali. Da chiarire le condizioni dell’uomo da battere nella prova a cronometro.
Lo scenario è cambiato quando la corsa ha imboccato il secondo circuito, la cui asperità principale, l’ascesa di Canoas, ha subito provveduto a falcidiare il sestetto di testa, riducendolo ai soli Kwiatkowski e Kochetkov. Dietro, l’Italia prendeva in mano la situazione, prima piazzando in testa al gruppo Diego Rosa (in generale al di sotto delle attese, ad onor del vero), utile a lasciare indietro, fra gli altri, Poels, Gilbert e Boasson Hagen; quindi lanciando l’attacco di Damiano Caruso, marcato stretto da Geraint Thomas e Greg Van Avermaet e seguito in un secondo momento anche da Rein Taaramae e Sergio Henao.
Il quintetto non ha mai acquisito un margine tale da impensierire più di tanto i favoriti, ma la sua mera presenza è stata sufficiente a costringere la Spagna ad entrare in azione. Caruso e compagni, nella tornata successiva, sono rientrati sulla testa della corsa, dove Kwiatkowski si era nel frattempo sbarazzato di Kochetkov. Le salite non hanno selezionato granché il plotone, scosso solo, per qualche chilometro, da un contrattacco non troppo minaccioso lanciato da Durasek.
A spaccare la gara ha provveduto invece la discesa, lungo la quale Richie Porte, cadendo, si aggiungeva alla lista dei big fuori gioco: Aru ha accelerato, con Nibali nella sua scia; i soli Fuglsang, Majka e Yates hanno avuto la prontezza di accodarsi, e quando il quintetto così formatosi si è riportato sui battistrada, il vantaggio ha fatto in tempo a salire a 50’’ prima che in gruppo venisse imbastito un inseguimento degno di tale nome. Fondamentale era la presenza in testa di Caruso, Kwiatkowski e Thomas tre, elementi sacrificabili per i leader appena rientrati, benché l’inglese non abbia fornito grande collaborazione e l’iridato di Ponferrada sia stato fermato pochi chilometri più tardi dai crampi.
L’emergenza costringeva intanto la Spagna ad una scelta fra i propri due capitani: Valverde si è sacrificato nell’inseguimento, consegnando i gradi di capitano unico a Purito. E se gli iberici non avessero trovato un inatteso alleato in Cancellara, evidentemente molto fiducioso nelle possibilità di Steve Morabito, la lotta per le medaglie si sarebbe di fatto ristretta ai battistrada già prima dell’ultimo giro.
Il lavoro di Caruso si è esaurito ai piedi dell’ascesa di Canoas, dove ha ceduto il testimone a Fabio Aru. Dietro è stato Kangert il primo a tentare la rimonta, rimbalzando però dopo poche centinaia di metri. Di ben altro spessore, invece, il contrattacco di Rodriguez e Meintjes, capaci di rifarsi sotto proprio mentre Nibali cominciava la sua serie di attacchi. Froome provava a sua volta la rimonta solitaria, arrendendosi però dopo un paio di chilometri. Alaphilippe, dopo aver atteso fin troppo, riusciva allora a saltare il vincitore dell’ultimo Tour e a riportarsi a sua volta nella scia di Purito e Meintjes.
Quella che pareva dover essere l’azione decisiva è nata sulla meno impegnativa delle due salite del circuito, quella di Vista Chinesa: Nibali è partito, Henao ha rilanciato, il siciliano ha ribattuto a sua volta, e il solo Majka ha tenuto botta, perdendo solo una manciata di metri, ricucita con passo regolare. Un ulteriore scatto di Nibali, a un chilometro circa dalla vetta, è parso per qualche istante poter lanciare il messinese verso una cavalcata solitaria, ma Henao ha provveduto con non pochi patemi a ricompattare il trio.
Forti di un margine di una quindicina di secondi al momento dello scollinamento, i tre si sono lanciati in discesa a rotta di collo, mentre Alaphilippe, con un paio di curve disegnate col compasso, riusciva a distanziare di qualche metro il resto degli inseguitori. Davanti, era Nibali a dettare le traiettorie, e l’impressione era che solo il francese potesse almeno ridurre il distacco dai battistrada.
Finché, a 12 km dal traguardo, la prima moto riprese ha mostrato prima Henao a terra, a bordo strada, e poi, pochi metri più avanti, lo stesso Nibali, in condizione analoga. La dinamica della caduta, in mancanza di immagini, dovrà essere ricostruita più avanti, in base alle testimonianze dei protagonisti. Argomento di interesse francamente limitato, al cospetto di una medaglia quasi vinta e sfumata sul più bello. Di lì a poco, sempre senza una telecamera a riprenderlo, anche Alaphilippe, il solo a potersi riportare sul terzetto, è finito a terra, riuscendo però a ripartire in tempi celeri e ad accodarsi al drappello di Aru.
Majka, il meno collaborativo e probabilmente il più stanco dei tre al comando, si è così ritrovato solo al comando nelle più rocambolesche delle circostanze, con una ventina di secondi da gestire. Dietro, per almeno un paio di chilometri, non si è vista neppure una parvenza di collaborazione, e la sensazione, a 6 km dal traguardo, era che l’oro fosse quasi al collo del polacco.
Nella girandola di scatti e controscatti, però, dal drappello inseguitore è evasa la coppia Van Avermaet-Fuglsang, che ha invece trovato subito un accordo impeccabile. La sagoma del polacco, davanti agli occhi dei due, si è fatta via via più grande, fino al ricongiungimento a 2 km dalla conclusione. Nulla poteva più impedire uno sprint a tre, e nulla poteva impedire a Van Avermaet, nettamente il più veloce, di fare polpette dei compagni di avventura.
Non è eresia parlare di una componente di fortuna nell’oro del belga, ma non si deve tuttavia perdere di vista l’impresa compiuta da un corridore che quasi nessuno considerava tra i papabili medagliati su un tracciato tanto selettivo (basti pensare che Sagan, corridore dalle caratteristiche non lontanissime da quelle del fiammingo, ha ritenuto il percorso olimpico così impegnativo da virare sulla mountain bike). E aiuta ad attenuare la delusione per la mancata medaglia azzurra pensare che a vincere sia stato un corridore dal credito sterminato con la sorte.
Fuglsang ha preceduto Majka, mentre Alaphilippe ha vinto l’inutile volata dei battuti, davanti a Purito e ad un ottimo Aru. Quello del sardo è un 6° posto che non può bastare a consolare per la sventura di Nibali, ma che evita almeno all’Italia di non figurare nelle zone alte della classifica, dopo una gara condotta in maniera magistrale, indubbiamente la migliore sotto la guida di Davide Cassani.
Estendendo il discorso, possiamo dire che la prova olimpica è stata di gran lunga la più spettacolare gara per nazionale degli ultimi anni. Merito, oltre che dell’intraprendenza degli azzurri, di un percorso all’altezza, come raramente ne abbiamo visti nei Mondiali recenti; dei 5 corridori (al massimo) per squadra, che ha reso impossibile anche alle compagini più forti un pieno controllo sulla corsa; forse anche della mancanza di radioline, che ha peraltro prodotto una situazione paradossale ad un centinaio di chilometri dal traguardo, quando Chris Froome, costretto ad un cambio di bici, ha dovuto inseguire per alcuni chilometri in compagnia di Geraint Thomas, mentre Cummings teneva alto il ritmo in testa al gruppo. Sarà difficile, però, ricordare la gara di oggi per il bello spettacolo, anziché per la maledetta caduta nell’ultima discesa.

Matteo Novarini

ORDINE D’ARRIVO
1 Greg Van Avermaet (Belgium) 6:10:05
2 Jakob Fuglsang (Denmark)
3 Rafal Majka (Poland) 0:00:05
4 Julian Alaphilippe (France) 0:00:22
5 Joaquim Rodriguez Oliver (Spain)
6 Fabio Aru (Italy)
7 Louis Meintjes (South Africa)
8 Andrey Zeits (Kazakhstan) 0:00:25
9 Tanel Kangert (Estonia) 0:01:47
10 Rui Alberto Faria Da Costa (Portugal) 0:02:29
11 Geraint Thomas (Great Britain)
12 Christopher Froome (Great Britain) 0:02:58
13 Daniel Martin (Ireland)
14 Emanuel Buchmann (Germany)
15 Adam Yates (Great Britain) 0:03:03
16 Brent Bookwalter (United States Of America) 0:03:31
17 Bauke Mollema (Netherlands)
18 Kristijan Durasek (Croatia)
19 Sébastien Reichenbach (Switzerland)
20 Frank Schleck (Luxembourg)
21 Jhoan Esteban Chaves Rubio (Colombia) 0:03:34
22 Serge Pauwels (Belgium) 0:06:12
23 Alexis Vuillermoz (France)
24 Romain Bardet (France)
25 Simon Clarke (Australia)
26 Primož Roglic (Slovenia) 0:09:38
27 Yukiya Arashiro (Japan)
28 Daryl Impey (South Africa)
29 Nicolas Roche (Ireland)
30 Alejandro Valverde Belmonte (Spain)

Greg Van Avermaet grida la sua gioia al traguardo (foto Getty Images Sport)

Greg Van Avermaet grida la sua gioia al traguardo (foto Getty Images Sport)

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