NAPOLI. GIRO D’ITALIA, JAMMO JA’!
Parte da Napoli la 96a edizione del Giro d’Italia. Al posto del tradizionale prologo ci sarà una frazione “normale” ma non meno spettacolare, grazie agli stupendi scorci che le riprese televisive offriranno di Napoli. Si girerà su di un circuito di una quindicina di chilometri movimentato dall’ascesa al colle di Posillipo. La salita è facile ma già metterà un po’ di pepe al Giro e potrebbe risultare indigesta a qualche sprinter, impedendogli di partecipare alla bagarre che assegnerà la prima maglia rosa.
C’è voluta la lontanissima e fredda Danimarca per far capire al Giro quanto gli sia mancato il caldo affetto del sud. Non è stata esclusivamente la tappa di Lago Laceno, l’unica prevista nel meridione d’Italia nella scorsa edizione della corsa rosa, a far percepire questa lacuna perché anche in passato il Giro ha spesso accantonato le estremità dello stivale italico, sia per la scelta di concentrare il “clou” del percorso sulle Alpi, sia per le difficoltà economiche che spesso si sono incontrate, in campo organizzativo, nelle regioni meridionali, ostacoli che hanno portato alla cancellazione dal calendario di diverse corse anche di prestigio come, per rimanere in casa Gazzetta, il Giro di Puglia e il Trofeo Pantalica.
C’è voluta la palla lanciata da Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, colta al balzo da Vegni e Acquarone, per riallacciare questo rapporto d’amore e così quest’anno il Giro vivrà ben sei frazioni al sud, una quantità di tappe che non veniva proposta dal 2008 e prima ancora dal 2003, quando le rispettive edizioni erano scattate da Palermo e Lecce. Per porre l’accento su questa ritrovata “intesa”, la giornata che darà il “la” all’edizione 2013 non sarà il solito cronoprologo ma nemmeno uno start banale, poiché s’è scelto una tappa in linea disegnata su di un tracciato stimolante, un circuito tutto partenopeo movimentato dall’ascesa al colle di Posillipo, breve e poco impegnativa ma che dovrà essere scavalcata dieci volte. L’ultimo passaggio sarà quasi alle porte del traguardo, distante 6 Km dallo scollinamento, e questo “aprirà” la tappa a molti fronti e non solo al classico volatone a gruppo compatto, tipico dei primi sprint del Giro.
Il primo raduno di partenza avverrà in uno dei più bei luoghi di Napoli, Piazza del Plebiscito, realizzata nell’Ottocento di fronte al Palazzo Reale e idealmente “abbracciata” dalla città dai due bracci del portico che partono dalla basilica di San Francesco di Paola, costruita ispirandosi al Pantheon di Roma. Come in tutte le tappe in linea, prima di incominciare ufficialmente bisognerà percorrere un tratto di trasferimento, tra due ali di folla festante, che toccherà altri due celebri monumenti del capoluogo campano, il Maschio Angioino e Castel dell’Ovo. Il primo fu fatto erigere da Carlo I d’Angiò dopo la sua nomina a “Re d’ambedue le Sicilie” (1266), seguita dalla decisione di spostare la capitale da Palermo a Napoli, e in seguito passò agli altri dominatori succedutisi (prima gli aragonesi, poi i viceré spagnoli e, infine, i sovrani borbonici). L’altro è il più antico tra i castelli napoletani, costruito sui resti di fortificazioni prenormanne, e in occasione del Giro ospiterà il “quartier tappa”, la capitale viaggiante della corsa rosa, nel quale hanno sede la sala stampa e gli uffici di direzione e giuria.
Percorsi circa 3 Km, all’imbocco del bel lungomare Caracciolo, recentemente pedonalizzato, i “girini” transiteranno sotto l’arco del “chilometro 0” e avrà inizio la tappa che, dopo poche centinaia di metri, confluirà sul tracciato del circuito, un anello di 15,6 Km del quale dovranno essere percorse dieci tornate. Si inizierà lasciando il lungomare e imboccando la strada che fiancheggia la Villa Comunale, giardino pubblico creato tra il 1778 e il 1780 e nel quale si trova l’acquario più antico d’Europa. I primi 8 Km del circuito si presentano piuttosto filanti, pianeggianti e caratterizzati da rarissime curve e tre lunghi rettilinei. Il primo di questi si svolgerà quasi completamente al “coperto” della galleria di Posillipo, tunnel lungo 900 metri scavato nel 1925 a imitazione della “Crypta Neapolitana”, uno dei più antichi trafori d’Italia, fatta aprire su iniziativa del generale romano Marco Vipsanio Agrippa per agevolare il transito delle truppe dirette a Puteoli (l’odierna Pozzuoli), evitando così loro l’ascesa a Posillipo. Si tornerà alla luce del sole alle soglie del quartiere Fuorigrotta (“grotta” è il soprannome della galleria romana), in un’area che, fino agli inizi del secolo scorso, era occupata da una distesa di pini che separava Posillipo dai Campi Flegrei e che oggi è massicciamente edificata: vi si trovano, tra gli altri, lo Stadio San Paolo, terzo in Italia per capienza, e i padiglioni della Mostra d’Oltremare.
Raggiunto l’ex quartiere industriale di Bagnoli una curva a gomito introdurrà l’ultimo dei tre rettilinei che, rasentata la “Città della scienza” (museo fondato nel 1996 dallo scienziato Vittorio Silvestrini all’interno di una fabbrica dismessa), porrà termine alla parte più facile del circuito.
Qui avrà inizio la salita verso Posillipo, il luogo che calmerebbe il dolore secondo il toponimo greco originale (Pausilypon). In effetti, per arrivar lassù non si farà molta fatica perché l’ascesa è breve e pedalabile (1,7 Km al 5,4%, con una punta del 15%), ma i dieci passaggi, la vicinanza del traguardo e l’agone del momento potrebbero lasciare il segno. Non ci si dovrà far distrarre dalla bellezza del luogo che, soprattutto nella prima parte dell’ascesa, offre incantevoli viste, come quella verso l’isola di Nisida, la meno nota tra le sei principali che costituiscono l’arcipelago campano anche perché totalmente inaccessibile, essendo la sede di un carcere minorile e di una base della NATO. Superato lo scollinamento – al quale saranno messi in palio i primi punti della classifica del GPM – inizierà una non meno panoramica discesa, dolcissima nelle inclinazioni e tutta un soave serpeggiare, transitando alti sul celebre borgo di Marechiaro (quello della “finestrella” cantata dallo scrittore Salvatore Di Giacomo) e poi sfiorando le numerose ville che punteggiano la dorsale, come Villa Rosebery, la più “istituzionale” di tutte, poiché costituisce una delle tre residenze ufficiali del Presidente della Repubblica Italiana, assieme al Quirinale e alla tenuta di Castel Porziano. Tra le altre dimore c’è quella della “malafemmina” – vi si incontravano Gianni Capone (Teddy Reno) e la bella Marisa Florian (Dorian Gray) nel famoso film di Totò – la cui terrazza offre una spettacolare vista sul golfo di Napoli, con il Vesuvio sullo sfondo, e sul vicino Palazzo Donn’Anna, uno dei più celebri della città, voluto negli anni 30 del 1600 da Donna Anna Carafa (moglie del viceré Ramiro Núñez de Guzmán) e oggi suddiviso in varie abitazioni private. Quando il gruppo lanciato verso il traguardo sfiorerà quest’ultimo edificio mancheranno circa 1000 metri al termine della discesa, in quel di Mergellina, e altrettanti bisognerà compiere per sapere chi sarà la prima maglia rosa del 2013.
MODIFICHE AL PERCORSO
Tracciato modificato, anche per evitare l’insidioso passaggio dalla galleria di Posillipo. Il nuovo percorso consterà di due circuiti, uno lungo di 16,3 Km da ripetere 4 volte (con la salita a Posillipo da Mergellina, versante opposto rispetto al percorso originario, 5,2 Km al 2,9% max 8%) e uno corto di 8 Km, totalmente piatto, da inanellare 8 volte). La tappa sarà lunga 130 Km, quasi una trentina in meno rispetto al percorso originario.
Mauro Facoltosi
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
FOTOGALLERY
Foto copertina: il bel Lungomare Caracciolo, meta della prima tappa (www.beautips.it)

L'abbraccio di Piazza Plebiscito (papele.altervista.org)
Maschio Angioino (www.ilportaledelsud.org)

Castel dell'Ovo (magazine.snav.it)
Uno scorcio del parco della Villa Comunale (www.napoli.com)

La Crypta Neapolitana (www.bedandbreakfastmania.com)

Stadio San Paolo (www.pagineromaniste.com)

La Città della Scienza (4.bp.blogspot.com)

Isola di Nisida (www.campaniailoveyou.com)

Il borgo di Marechiaro (www.fotoeweb.it)

Posillipo, Villa Rosebery (www.cuboimages.it)

La villa di <<Totò, Peppino e la malafemmina>> come la si vede nel film (www.davinotti.com)

La stessa villa come appare oggi (www.davinotti.com)

Il palazzo di Donn'Anna (www.angelsfortravellers.com)
DEMARE NON SI ACCONTENTA E PIAZZA LA DOPPIETTA
Prima doppietta in terra di Francia, e stavolta è tutto opera di Arnaud Demare (FDJ) che, dopo la vittoria nella prima tappa di ieri, è andato a conquistare il primo posto anche nella frazione odierna. In seconda posizione si classifica Kenny Robert Van Hummel (Vacansoleil-DCM) mentre in terza c’è Ramon Sinkeldam (Argos-Shimano). In classifica generale si conferma sempre di più al primo posto Arnaud Demare.
Foto copertina: il bis di Demare sulle strade della 4 giorni di Dunkerque (foto AFP)
A meno di ventiquattro ore dalla vittoria di ieri, la storia si ripete qua alla 4 Giorni di Dunkerque: in poche parole, a vincere è ancora Arnaud Demare, che si sta confermando a suon di affermazioni come il miglior sprinter francese, anche se su questo appellativo avrebbe qualcosa da ridire il suo compagno di squadra e campione di Francia, Nacer Bouhanni, pure lui eccelso sprinter del pedale transalpino, visto che tra i due scorre una vera e proprio rivalità nonostante corrano nella stessa squadra.
Questa seconda tappa della corsa a tappe francese partiva da Lewarde e arrivava a Douchy les Mines dopo 178 chilometri percorsi su un tracciato favorevole, ancora una volta, alle ruote veloci dato che i GPM erano posizionati a metà gara.
In avvio di corsa parte immediatamente la fuga “buona”, composta da quattro corridori: Siskevicius (Sojasun), Vachon (Bretagne), Lampaert (Topsport Vlaanderen) e Dassonville (Big Mat-Auber93).
Questo tentativo riuscirà inizialmente a guadagnare un po’ di margine sul gruppo, ma non appena comincia la bagarre da dietro, i battistrada verranno ripresi ancora ad una cinquantina di chilometri dal traguardi. Nemmeno i successivi attacchi produrranno qualcosa di buono, consentendo al gruppo di arrivare compatto negli ultimi chilometri.
Passato il “triangolo rosso” dell’ultimo chilometro è la Garmin che si mette in testa a tirare il gruppo, ma un’indecisione ai 500 metri consente agli uomini della FDJ di risalire il plotone e di installarsi nelle prime posizioni, con Geoffrey Soupe che tira la volata a Demare, il quale, appena parte lo sprint, appare fin da subito imprendibile e riesce a vincere la seconda tappa con cinque metri sul secondo classificato, Van Hummel, e sul terzo, Sinkeldam.
Completano la Top Ten: Kreder (Garmin), Petit (Cofidis), Van Stayen e Van Asbroeck (Topsport Vlaanderen), Schnaidt (Champion System), Van Dijk (Accent Jobs) e Fonseca (Bretagne).
In classifica generale continua la leadership di Arnaud Demare che con la vittoria odierna porta il distacco sul secondo posizionato, Van Hummel, a 10 secondi.
Domani tappa più ondulata con vari GPM, non impossibili, che disseminano il percorso e l’ultimo di questi, posizionato a 8 chilometri dalla conclusione, potrebbe fungere da “trampolino” per un eventuale attacco.
Paolo Terzi
02-05-2013
maggio 3, 2013 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
4 JOURS DE DUNKERQUE – TOUR DU NORD-PAS-DE-CALAIS
Il francese Arnaud Démare (FDJ) si è imposto anche nella seconda tappa, Lewarde – Douchy-les-Mines, percorrendo 178,2 Km in 4h12′40″ alla media di 42,316 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli olandesi Van Hummel e Sinkeldam. Miglior italiano Matteo Pelucchi (IAM Cycling), 12°. Démare è ancora leader della classifica, con 10″ su Van Hummel e Sinkeldam. Miglior italiano Pelucchi, 17° a 20″.
TOUR DE AZERBAIJAN
L’ucraino Serhiy Hrechyn (Torku Sekerspor) si è imposto nella seconda tappa, Baku – Ismayilli, percorrendo 185 Km in 4h42′54″ alla media di 39,236 Km/h. Ha preceduto di 51″ l’azero Surutkovych e il kazako Kozhatayev. Unico italiano in gara Piero Baffi (Leopard Trek Continental Team), 105° a 24′31″. Hrechyn è il nuovo leader della classifica, con 51″ su Surutkovych e su Kozhatayev. Baffi 101° a 24′31″.
TOUR OF THE GILA (USA)
L’elvetico Arnaud Grand si è imposto nella seconda tappa, circuito di Fort Bayard, percorrendo 122,6 Km in 3h07′34″ alla media di 39,218 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Clarke e di 1″ lo statunitense Jenkins. Il colombiano Janier Alexis Acevedo Calle (Team Jamis / Hagens Berman presented by Sutter Home) è ancora leader della classifica, con 12″ sullo statunitense Baldwin e 34″ sullo statunitense Euser
MEMORIAL OF OLEG DYACHENKO
Il russo Alexander Rybakov (Rusvelo) si è imposto nella corsa russa, circuito di Mosca, percorrendo 163,2 Km in 4h22′17″ alla media di 37,333 Km/h. Ha preceduto di 1′59″ l’ucraino Khripta e di 2′12″ l’ucraino Gomeniuk.
CARPATHIA COURIERS RACE U-23 (dilettanti)
L’olandese Jeroen Meijers si è imposto nella prima tappa, circuito di Dohnany, percorrendo 154 Km in 3h36′07″ alla media di 42,754 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Daan Meijers e il belga Van Meirhaeghe. Ritirato l’unico italiano in gara, Claudio Catania (Matrix Racing Team). Jeroen Meijers è è il nuovo leader della classifica, con 2″ su Daan Meijers e 4″ sullo slovacco Baska.
CAMPIONATI PANAMERICANI
Disputate le prova a cronometro uomini e donne.
La prima è stata vinta dal cileno Carlos Ivan Oyarzun Guinez (Louletano – Dunas Douradas), che ha percorso il circuito di Zacatecas (Messico, 41,6 Km) in 58′18″, alla media di 42,813. Ha preceduto di 49″ il messicano Sarabia Díaz e di 1′07″ l’argentino Messineo.
Per le donne titolo alla messicana Ingrid Drexel (Pasta Zara – Cogeas – Manhattan), che ha percorso il circuito (20,8 Km) in 32′32″, alla media di 38,360 Km/h. Ha preceduto di 3″ la statunitense McNellis Small e di 13″ la colombiana Guluma.
DEMARE BATTE IL PRIMO COLPO
Nella prima tappa della Quattro giorni di Dunkerque la vittoria va al giovane sprinter Arnaud Demare (FDJ) che riesce a precedere Ramon Sinkeldam (Argos-Shimano) e Kenny Robert Van Hummel (Vacansoleil-DCM). Il corridore transalpino della FDJ, oltre a vincere la tappa, veste anche la prima maglia di leader della corsa.
Foto copertina: Demare si impone allo sprint al termine della prima tappa della corsa francese (foto AFP)
É stata una volata imperiosa quella di Arnaud Demare: il campione del mondo Under 23 a Copenaghen nel 2011 non ha avuto rivali nello sprint che ha deciso la prima tappa della Quattro Giorni di Dunkerque rendendo innocuo il timido tentativo di ritorno di Sinkeldam, che ha avuto anche la pecca di essere partito troppo indietro al momento di lanciare la volata.
Prima tappa che era fatta apposta proprio per un finale a ranghi compatti da risolversi tra le ruote veloci presenti in gruppo, con gli unici due Gran Premi della Montagna posizionati ad inizio tappa solo per assegnare la maglia di leader dei GPM subito dopo la partenza.
La fuga di giornata, proprio per la vicinanza dei GPM, è partita immediatamente, e composta da tre corridori: Mertens (Topsport-Vlaanderen), Duval (Roubaix-Lille Metropole) e Bush (La Pomme Marseille). Tra i tre ad avere la meglio per quanto riguarda la sfida per i Gran Premi della Montagna è Julien Duval, che a fine tappa vestirà la maglia di leader dell’apposita classifica.
I battistrada potranno godere, nel corso della loro azione, di un vantaggio massimo di circa sei minuti, ma quando squadre come Vacansoleil e FDJ si mettono a tirare, per loro, la speranza si riduce ad un lumicino che viene successivamente spento a 30 chilometri dall’arrivo.
Dato che più nessuno tenterà un attacco si arriva velocemente all’ultimo chilometro con in testa al gruppo le maglie della Vacansoleil per favorire Van Hummel, ma ai 500 metri si affiancano e superano gli olandesi, con un’ottima scelta di tempo, gli uomini della FDJ per Arnaud Demare, che viene perfettamente trainato fino agli ultimi 250 metri, proprio quando Van Hummel si sposta sulla destra per anticipare il francese; ma quest’ultimo, prevedendo la mossa dell’uomo Vacansoleil, si piazza alla sua ruota cercando di uscirci 30 metri più avanti e dopo un breve testa a testa, Van Hummel desiste consentendo a Demare di alzare le braccia ben prima della linea d’arrivo. Al secondo posto si classifica, però, Sinkeldam che riesce a rimontare Van Hummel, giunto terzo, proprio alla fine, essendo comunque colpevole di un errore abbastanza grossolano, ovvero quello di essere partito troppo da dietro.
In classifica generale è naturalmente Arnaud Demare a vestire la maglia di leader, che potrebbe mantenere anche nella tappa di domani, questo perché si prevede un altro finale in volata.
Paolo Terzi
MOSER IL PIU’ FORTE, SPILAK IL PIU’ FURBO
Il 22enne trentino torna protagonista e sfiora il bis al Gp Francoforte attaccando sullo strappo di Mammolshein insieme allo sloveno e a un brillante Domenico Pozzovivo ma, temendo il ritorno del gruppo, parte troppo lungo nella volata finale e viene infilzato dal corridore della Katusha che coglie il terzo successo stagionale, mentre il lucano chiude 7° dietro a Greipel, Degenkolb, Ciolek e Meersman
Foto copertina: Spilak a segno nel GP Francoforte (www.ffh.de)
La 52a edizione del Gp Francoforte, per anni la corsa in linea più prestigiosa del calendario tedesco prima di essere soppiantata dal Gp Amburgo, si è disputata lungo un percorso di 200,9 km con partenza da Eschborn caratterizzato dalla lunga ma pedalabile ascesa di Feldberg nella fase iniziale e soprattutto dal secco strappo di Mammolshein da scalare per quattro volte con l’ultimo scollinamento posto ai -33 dal traguardo, seguito dall’ingresso in Francoforte e da un circuito finale pianeggiante di 3 km da ripetere per tre volte: i nomi più attesi al via erano quelli di Andre Greipel (Lotto-Belisol), Tony Martin e Gianni Meersman (Omega-QuickStep), Karsten Kroon (Saxo-Tinkoff), Grega Bole (Vacansoleil), Alexandr Kolobnev e Simon Spilak (Katusha), John Degenkolb (Argos-Shimano), Gerald Ciolek (Mtn Qhubeka), Jan Barta (NetApp-Endura), Jens Voigt e Fabian Wegmann (Nazionale tedesca) e un Moreno Moser (Cannondale) reduce da una primavera con più bassi che alti ma comunque voglioso di bissare il brillante trionfo della passata edizione e leader di una ristretta pattuglia azzurra che schierava anche Daniele Bennati e Matteo Tosatto (Saxo-Tinkoff), Cesare Benedetti (NetApp-Endura) e un Domenico Pozzovivo (Ag2r) che in vista del Giro d’Italia è rientrato in gara dopo la caduta che l’ha costretto al ritiro al Giro del Trentino.
La corsa è vissuta sulla lunga fuga di Marcel Sieberg (Lotto-Belisol), Paul Voss (NetApp-Endura), Michael Morkov (Saxo-Tinkoff), Sébastien Reichenbach (Iam Cycling), Jan-Nicklas Droste (Heizomat), Tim Gebauer (Stölting), Michael Schweizer e Sven Forberger (Nsp-Ghost) e Georg Preidler (Argos-Shimano), rimasti in cinque sul secondo passaggio in cima al Mammolshein in cui Morkov, Voss, Sieberg, Reichenbach e Preidler hanno allungato sugli altri, che hanno acquisito un vantaggio massimo di 4′ sul gruppo costantemente guidato dall’Omega-QuickStep e hanno visto sfumare la loro azione a circa 50 km dal traguardo quando, lungo la terza ascesa del Mammolshein, Tony Martin si è prodotto in un’azione analoga a quella di un anno fa che gli aveva consentito di involarsi insieme a Moser, Firsanov e Nerz e di chiudere la gara al 4° posto: questa volta però nessuno ha seguito il due volte campione mondiale a cronometro che si è riportato su Reichenbach e Preidler, a loro volta rimasti soli al comando, ma ben presto ha dovuto desistere di fronte al ritorno di un plotone che dopo essersi sfilacciato nel tratto in salita si è riorganizzato con le maglie della Lotto-Belisol di Greipel e dell’Argos-Shimano di Degenkolb a incaricarsi di riprendere il tedesco di Cottbus.
La corsa si è quindi decisa sull’ultima salita di giornata e ad operare l’azione vincente è stato un po’ a sorpresa Domenico Pozzovivo, atleta sulla carta adatto alle corse a tappe e ad ascese molto più lunghe e impegnative rispetto al Mammolshein: il lucano della Ag2r è invece riuscito a fare il vuoto e su di lui si sono riportati dopo lo scollinamento uno Spilak uscito in grande spolvero dal Giro di Romandia in cui si è aggiudicato il tappone di montagna di Les Diablerets e ha conquistato la piazza d’onore nella classifica generale e un ritrovato Moreno Moser, che in questa fase della sua ancor breve carriera si trova forse meglio in una corsa non durissima come il Gp Francoforte che in gare massacranti come quelle delle Ardenne. Approfittando della confusione che regnava alle loro spalle i tre uomini di testa hanno acquisito fino a 40” di margine e anche in seguito quando il gruppo inseguitore, ridottosi a una sessantina di unità, si è riorganizzato con Omega-QuickStep e NetApp-Endura a condurre l’inseguimento hanno venduto cara la pelle con due ottimi passisti come Spilak e Moser a imporre una grande andatura e un Pozzovivo che a sua volta ha fatto la sua parte, sebbene negli ultimi km abbia iniziato ad andare in riserva: ai -3 dal traguardo i fuggitivi avevano ancora un vantaggio di 18” ma una trenata di Martin ha fatto riavvicinare molto il gruppo e questo è stato fatale per Moser, sulla carta il più veloce del terzetto al comando, che, temendo un ritorno degli inseguitori, è partito quando ancora mancavano 500 metri stroncando la resistenza di Pozzovivo, che verrà risucchiato dal gruppo e chiuderà 7°, ma non quella di Spilak che è rimasto astutamente alla ruota del trentino e lo ha saltato negli ultimi 100 metri conquistando il suo terzo successo stagionale dopo il Gp Miguel Indurain e la già citata tappa del Romandia, con Greipel che ha chiuso 3° davanti a Degenkolb, Ciolek e Meersman mentre Maurits Lammertink (Vacansoleil), Alexey Tsatevich (Katusha) e Ralf Matzka (Ger) hanno chiuso la top ten. Il prossimo appuntamento con il calendario tedesco sarà quello con il Giro di Baviera, divenuto la principale corsa a tappe teutonica dopo la scomparsa del Giro di Germania, in programma dal 22 al 26 maggio.
Marco Salonna
01-05-2013
maggio 2, 2013 by Redazione
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RUND UM DEN FINANZPLATZ ESCHBORN – FRANKFURT
Lo sloveno Simon Spilak (Katusha Team) si è imposto nella corsa tedesca, Eschborn – Francoforte, percorrendo 200,9 Km in 4h52′07″ alla media di 41,264 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Moreno Moser (Cannondale Pro Cycling Team) e il tedesco Greipel.
4 JOURS DE DUNKERQUE – TOUR DU NORD-PAS-DE-CALAIS
Il francese Arnaud Démare (FDJ) si è imposto nella prima tappa, Dunkerque – Courrières, percorrendo 155,1 Km in 3h38′55″ alla media di 42,509 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli olandesi Sinkeldam e Van Hummel. Miglior italiano Matteo Pelucchi (IAM Cycling), 11°. Démare è il primo leader della classifica, con 4″ su Sinkeldam e 5″ sul belga Mertens. Miglior italiano Pelucchi, 15° a 10″.
LE TOUR DE BRETAGNE
Il francese Pierre Luc Perichon (Bretagne – Séché Environnement) si è imposto nella settima ed ultima tappa, Huelgoat – Quimperlé, percorrendo 141,3 Km in 3h17′49″ alla media di 42,858 Km/h. Ha preceduto di 1″ il connazionale Alaphilippe e di 4″ il connazionale Schmidt. Miglior italiano Eugenio Alafaci (Leopard Trek Continental Team), 10° a 16″. In classifica si impone l’austriaco Riccardo Zoidl (Team Gourmetfein Simplon), con 50″ sull’olandese Van Der Lijke e 56″ sul tedesco Sütterlin. Miglior italiano Alafaci, 17° a 2′05″.
TOUR DE AZERBAIJAN
Il tedesco Christoph Schweizer (Synergy Baku Cycling Project) si è imposto nella prima tappa, circuito di Baku, percorrendo 157,3 Km in 3h32′19″ alla media di 44,452 Km/h. Ha preceduto di 2″ l’ucraino Averin e l’olandese Van Trijp. Unico italiano in gara Piero Baffi (Leopard Trek Continental Team), 47° a 2″.
TOUR OF THE GILA (USA)
Il colombiano Janier Alexis Acevedo Calle (Team Jamis / Hagens Berman presented by Sutter Home) si è imposto nella prima tappa, Silver City – Mogollon, percorrendo 151,4 Km in 3h35”05″ alla media di 42,234 Km/h. Ha preceduto di 12″ lo statunitense Baldwin e di 24″ lo statunitense Euser.
GROTE PRIJS 1 MEI – EREPRIJS VICTOR DE BRUYNE
L’olandese Coen Vermeltfoort (Cyclingteam De Rijke – Shanks) si è imposto nella corsa belga, circuito di Hoboken, percorrendo 170 Km in 3h46′00″ alla media di 45,132 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Boeve e Havik.
MAYOR CUP
L’ucraino Vitaly Buts (Kolss Cycling Team) si è imposto nella corsa russa, circuito di Mosca, percorrendo 163,2 Km in 4h15′52″ alla media di 38,270 Km/h. Ha preceduto allo sprint il russo Pokidov e l’ucraino Agarkov.
MEMORIAL ANDRZEJA TROCHANOWSKIEGO
Il polacco Konrad Dabkowski (BDC – MarcPol Team) si è imposto nella corsa polacca, circuito di Plonsk, percorrendo 168 Km in 3h43′20″ alla media di 45,134 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Stepniak e il bielorusso Suravets.
CARPATHIA COURIERS RACE U-23 (dilettanti)
Il belga Boris Vallee (Color Code – Biowanze) si è imposto nel prologo, circuito di Dohnany, percorrendo 2 Km in 2′33″ alla media di 47,059 Km/h. Ha preceduto di 2″ l’olandese Roosen e di 3″ il polacco Bartkiewicz. Unico italiano in gara Claudio Catania (Matrix Racing Team), 29° a 9″.
LA CIOCIARISSIMA (dilettanti)
L’italiano Matteo Busato (Trevigiani Dynamon Bottoli) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Sora, percorrendo 168 Km in 3h55′03″ alla media di 42,884 Km/h. Ha preceduto di 4″ l’italiano Gennaro Giustino (Palazzago – Fenice – Elledent) e di 22″ il colombiano Gomez Valencia.
30-04-2013
maggio 1, 2013 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
LE TOUR DE BRETAGNE
L’olandese Dylan Van Baarle (Rabobank Development Team) si è imposto nella sesta tappa, circuito di Huelgoat, percorrendo 15,9 Km in 20′33″ alla media di 46,423 Km/h. Ha preceduto di 13″ l’austriaco Riccardo Zoidl (Team Gourmetfein Simplon) e di 15″ il tedesco Sütterlin . Miglior italiano Eugenio Alafaci (Leopard Trek Continental Team), 29° a 1′11″. Zoidl è ancora leader della classifica, con 42″ sull’olandese Van Der Lijke e 48″ su Sütterlin. Miglior italiano Alafaci, 18° a 1′57″.