ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI SERRA SAN BRUNO
maggio 7, 2013 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Come negli ultimi anni, dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; i punti salienti della tappa a venire; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1963. Seguiteci.
Foto copertina: il foglio firma al raduno di partenza di Policastro (foto Antonio Scarfone)
GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO
Italia
Trionfa la giovane Italia. Battaglin, che volata! (Gazzetta dello Sport)
Battaglin vince la quarta tappa (Corriere della Sera)
Regno Unito
Luca Paolini retains pink jersey as Bradley Wiggins slips off the pace (The Independent)
Bradley Wiggins slips back after losing time at Giro d’Italia (The Times)
Battaglin wins as Paolini retains pink jersey (The Daily Telegraph)
Francia
Battaglin fait briller l’Italie (L’Equipe)
Spagna
Wiggins se deja 17 segundos e Intxausti se sube al podio (AS)
Battaglin impone su poderoso sprint en Serra San Bruno (Marca)
Battaglin, estirpe ganadora (El Mundo Deportivo)
Belgio
La pluie s’invite sur le Giro, Battaglini emporte la 4e étape (Le Soir)
Wiggins verliest tijd in Giro (De Standaard)
L’Italien Enrico Battaglin remporte la 4e étape du Giro, Luca Paolini reste en rose (L’Avenir)
Enrico Battaglin remporte la 4e étape, Luca Paolini reste en rose (La Dernière Heure/Les Sports)
Battaglin enlève la 4e étape du Giro (Sudinfo.be)
Jonge Italiaan verrast favorieten in Giro, Wiggins verliest tijd (Het Nieuwsblad)
Paesi Bassi
Wiggins verliest 17 tellen (De Telegraaf)
Canada
Italy’s Enrico Battaglin wins 4th stage of Giro d’Italia (The Globe and Mail)
USA
Wiggins Loses Time as Battaglin Leads Italian 1-2-3 (The New York Times)
Australia
Cadel makes Giro top 10 (The Age)
Evans moves into top ten at Giro d’Italia (The Australian)
Cadel rides into top 10 (Herald Sun)
DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
L’esercito del surf (Catherine Spaak)
a cura di DJ Jorgens
METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Cosenza – Matera
Cosenza: pioggia debole (0,2 mm), 18,1°C, venti deboli da WSW (4-7 Km/h), umidità al 77%
Spezzano Albanese (Km 55,7): pioggia debole (0,2 mm) e schiarite, 21,3°C, venti deboli da N (2-9 Km/h), umidità al 49%
Rocca Imperiale – Traguardo volante (Km 118,2): pioggia debole (0,6 mm) e schiarite, 20,6°C, venti deboli da NNW (3-5 Km/h), umidità al 54%
Metaponto (155,9 Km): pioggia debole (0,6 mm) e schiarite, 21,8°C, venti deboli da NE (2-5 Km/h), umidità al 53%
Matera : temporale con pioggia moderata (0,9 mm), 17,4°C (percepiti 16°C), venti moderati da N (11-13 Km/h), umidità al 73%
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa
Nibali: “Una lunga discesa sull’arrivo finale” (lo scollinamento era a 6,7 Km dall’arrivo)
De Stefano: “Si parla tante lingue”
Pancani: “Prima ce aveva provato Marco Marcato” (Pancani, ma non eri fiorentino?)
Pancani: “Zuzzuv” (Siutsou)
Cassani: “500 metri, 400 metri al GPM” (deciditi!!)
Paolo Condò, giornalista Gazzetta: “Locatelli” (Battaglin, confuso con il famoso ds dei dilettanti Olivano Locatelli)
Pancani: “Lo sprint sul ciottolato” (era lastricato)
Televideo: “Luca Felline” (si chiama Fabio)
Televideo: “Kiserlowski” (Kiserlovski)
Televideo: “2° Rigoberto Uran Uran s.t.” (ha 17″ di distacco)
Televideo: “15° Ivan Quaranta” (è Santaromita, Quaranta ha smesso nel 2008)
IL GIRO DI GOMEZ
Come al Tour dello scorso anno, in questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!
4a tappa: Policastro Bussentino – Serra San Bruno
1° Dario Cataldo
2° Mattia Gavazzi a 2′31″
3° Pim Ligthart a 2′36″
4° Maxim Belkov s.t.
5° Miguel Minguez Ayala s.t.
Classifica generale
1° Pablo Urtasun Perez
2° Mattia Gavazzi a 5′38″
3° Dario Cataldo a 5′47″
4° Miguel Minguez Ayala a 5′52″
5° Pim Ligthart a 8′06″
QUELLA VOLTA CHE SI PARTI’ DA NAPOLI
Tuffo nella storia del Giro del 1963, il primo e finora unico partito da Napoli. Ci condurranno indietro di 50 anni i titoli del quotidiano “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it
4a TAPPA: CAMPOBASSO – PESCARA – 22 maggio 1963
L’UVI IMPONE LO SCIOGLIMENTO DEL GIRO
Sempre più grave e caotica la crisi del ciclismo italiano – A Pescara vittoria di Carlesi: Ronchini nuova maglia rosa
Ventiquattro ore di tempo per obbedire all’ultimatum – Oggi i corridori potranno partecipare alla Pescara-Viterbo; domani chi prende il via viene squalificato – Un telegramma al Presidente della Repubblica Segni affinché « salvi la massima corsa a tappe italiana» – Nella Campobasso-Pescara, ieri, vivace lotta sulle salite – Novità nella classifica generale
ARCHIVIO ALMANACCO
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2a tappa: Ischia – Forio (cronosquadre)
3a tappa: Sorrento – Marina di Ascea
LA MACCHINA DEL TEMPO: GENERAZIONI TRICOLORI BRILLANO SOTTO LA PIOGGIA
23-30-37. Non sono numeri del lotto, nonostante i cabalistici sette anni di differenza: sono le età dei protagonisti italiani della tappa di oggi. Battaglin (23), Felline (23) e Visconti (30): un podio incoraggiante e inatteso, vista la fase di crisi nelle classiche del movimento italiano. Eppure in un’altra tappa che, come ieri, con le classiche aveva qualche affinità arriva una doppietta incoraggiante di giovanissimi atleti, dopo un bell’attacco del redivivo Di Luca (37).
Foto copertina: Battaglin si impone sul lastricato di Serra San Bruno (foto Bettini)
Tanto tuonò che piovve. Nonostante le nubi scure che si addensano sul futuro del nostro movimento, i lampi vincenti sul traguardo di Serra San Bruno sono stati di corridori forti e giovanissimi. Di entrambi si può dire che parvero sul punto di essere dati per dispersi, dopo una carriera dilettantistica da potenziali fenomeni: non bisogna però farsi trascinare dalla “sindrome Sagan” e pensare che tutti gli atleti possano competere con i top prima ancora di aver compiuto i 24 anni… Intanto sono arrivati due squilli belli e importanti, su un traguardo impegnativo: con la speranza che le squadre Professional, che a questi corridori consentono di crescere, non vengano marginalizzate dalle gare che contano.
Nubi e pioggia anche sul finale di tappa, interminabile, la più lunga di questo Giro, che proprio nel finale va ad abbandonare i tepori del Tirreno per andare a cercarsi nubi nerissime (in più di un’occasione sembrava calata la notte) e pioggia tra le Serre boschive dell’entroterra calabrese.
Tanti tentativi, tutti esauritisi per sfinimento. Nel primo, di sette uomini, tiene più duro di tutti Minguez dell’Euskaltel, maglia nera nel 2012, infine ripreso sulle rampe del Gpm – che non ci rassgniamo a definire “King of Mountain”, alla Acquarone – di Vibo Valentia. Propone qui un allungo Visconti, per andare a cogliere gli ultimi punticini rimasti disponibili sulla scia di un nuovo attacco, portato stavolta da Gretsch e Pirazzi: benissimo puntare a quest’obiettivo, ma il siciliano è così sicuro che i punticini raggranellabili su colli di terza categoria, magari lasciati in avanzo da un paio di atleti passati prima, saranno davvero importanti? E questi sforzi non incidono proprio per nulla sulle sue speranze di vincere una tappa? L’imperiosità odierna di Battaglin sembrava non lasciare speranze a nessun altro, però il dubbio resta. Anche perché il buon Giovanni, a differenza dei giovani colleghi, non ha davanti a sé altri dieci anni di carriera…
Vedremo poi all’attacco Duque (i colombiani di Corti, anche se finora non brillantissimi, fanno la propria parte nell’animare la corsa), e quindi, tra gli altri – quasi a ripetizione! – ancora Gretsch e Pirazzi. E poi Marcato, Rabottini, tanti allunghi dei quali il più protratto si rivelerà quello del francese Georges: il tutto senza troppo costrutto.
Le note di cronaca principali riguardano due avarie, forse la prima con caduta: ai -34km dalla fine, dunque ormai a una decina di km dall’attacco dell’ultima ascesa, ha un problema Nibali, con Agnoli che gli fornisce prontamente la ruota. Il fedele gregario proverà disperatamente a rientrare, con enorme dispendio di energie, ma più che incocciare con una serie di gruppuscoli di dispersi non potrà fare. Ne faranno le veci Tiralongo, in ripresa da ieri ma ancora sofferente, e Aru, in leggera difficoltà nel convulos e veloce finale. Problemi tecnici anche per Weening, leader dell’Orica per la classifica finora ben comportatosi, in un momento viepiù critico come l’incipit dell’ascesa conclusiva: alla fin fine l’olandese perderà solo una decina di secondi, come Aru probabilmente per l’intensità degli ultimissimi km più che per questo incidente. Fatale invece la foratura, già in salita, di Ventoso della Movistar, uno che poteva davvero essere favoritissimo su questo arrivo: il cambio ruota offerto da un compagno è tempestivo, ma i ritmi alti e lo scoramento taglieranno fuori il campione nazionale spagnolo.
Mentre la pioggia si fa continua, un guizzo giallo fluo si accende in testa al gruppo, con uno scatto secco anche se non fulminante come ai tempi d’oro. Dalla pancia di un gruppo che scorreva ormai morbido veleggiando sulle ruote del Team Sky parte il “vecchio” Danilo Di Luca, a una decina dall’arrivo e ai tre km dal Gpm, nell’ultimo tratto disponibile relativamente esigente. In un attimo si riporta su Georges, che non tarderà a scivolare nelle retrovie mettendosi rassegnato la mantellina, mentre crede all’azione il 29enne colombiano Robinson Chalapud.
Purtroppo la fiducia concessa all’attacco, tradottasi in cambi timidi ma all’inizio regolari, va trasformandosi in una sorta di cinico parassitismo (o è solo stanchezza di un onesto gregario?), con il colombiano che dopo lo scollinamento si parcheggia stabile nella scia dell’abruzzese.
Nonostante il distacco non sorpassi mai i 10”, e nonostante i vasti stradoni che seguono il Gpm non aiutino i fuggitivi, Danilo Di Luca (che alcuni osservatori davano già degno di un pensionamento, imputandogli i pochi giorni di corsa!) si dimostra incredibilmente indomito, come sempre in carriera, e non dimostra esitazioni se non con qualche occhiata alle spalle, per misurare il distacco del gruppo o per suggerire al colombiano di dare una mano. Purtroppo Robinson fa poco per evitare il naufragio, si sveglia giusto all’ultimo paio di km, quando l’impresa è disperata. La volata lunghissima e disperata di Di Luca si arenerà intorno allo strisicone dei -400m.
Bellissimo, comunque, il gesto, per cominciare dal punto di vista caratteriale ed emotivo (con la tensione della fuga sempre sul filo, mai lasciata andare), ma non solo: anche tecnicamente è evidente che l’andatura resasi necessaria per riprendere Di Luca ha lasciato molti col fiato corto, di modo che il finale che presentava negli ultimi 2km diverse curve e un fondo in pavé ha generato più di un buco, di uno dei quali ha fatto le spese niente di meno che Wiggins, il quale lascia sul campo tutto il vantaggio accumulato nei confronti di Nibali grazie alla cronosquadre. Tanto è il trambusto che nessuno dei suoi due fedelissimi colombiani, Henao e Urán (che si giocherà la tappa!) possono attardarsi per restargli al fianco, cosicché Wiggo approda alla linea finale isolato – nel senso di “senza compagni di squadra” – con 17” di ritardo.
La selettività della tappa è tutta nell’ordine d’arrivo, che vede un primo gruppo di una trentina di atleti molti dei quali – si direbbe almeno la metà! – sono i capitani dei rispettivi team per la classifica generale (estremamente reattivi in particolare Evans, sesto, seguito da Intxausti, Hesjedal e Kiserlovski). Grandissimo merito, pertanto, alle ruote veloci, agli uomini da classiche, sopravvissuti alla forsennata rincorsa su un terreno davvero esigente.
Merito raddoppiato se, come Felline, secondo per l’Androni, e il vincitore Battaglin, per la Bardiani, parliamo di giovanissimi, come detto entrambi 23enni. Merito addirittura triplicato se, come è il caso di Battaglin, la vittoria arriva con una volta imperiale, travolgente, tonante, praticamente per distacco.
Per quanto riguarda la generale, Paolini, ben supportato dal team, difende efficacemente la rosa, lasciando spazio ai giovani per la volata. Del buco preso da Wiggins si è detto (la Sky farà un ricorso adducendo una caduta nel finale, ma pare proprio che il problema non fosse quello: e per fortuna che non si sono viste le regalie indecorose già concesse a un Andy Schleck qualche Tour fa).
Gran giornata per i giovani della Bardiani, e non solo per la straordinaria vittoria: oltre alla vittoria di Battaglin, va detto che la squadra piazza ben cinque uomini entro i 30” dal vincitore, con Locatelli addirittura nel primo gruppo, e Zardini, Bongiorno, Pirazzi subito dietro (Pirazzi ha anche offerto, come riportato sopra, begli spunti offensivi nel corso della tappa stessa). Dato particolarmente importante a fronte di una tappa lunghissima e complicata dalle condizioni meteo.
Domani c’è più margine per i velocisti puri, ma con un duro dentello ai -20km e un’altra salitella molesta fino ai -5km dall’arrivo potremmo anche rivedere all’opera gli enfants terribles odierni: sinceramente, ce lo auguriamo di tutto cuore!
Gabriele Bugada
06-05-2013
maggio 7, 2013 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
L’italiano Luca Paolini (Katusha Team) si è imposto nella terza tappa, Sorrento – Marina di Ascea, percorrendo 222 Km in 5h43′50″ alla media di 38,739 Km/h. Ha preceduto di 16″ l’australiano Evans e il canadese Hesjedal. Paolini è la nuova maglia rosa, con 17″ sul britannico Wiggins e sul colombiano Urán Urán.
FIVE RING OF MOSCOW
L’ucraino Vitaliy Buts (Kolss Cycling Team) si è imposto nella prima tappa, circuito di Mosca, percorrendo 163,2 Km in 3h54′10″ alla media di 41,816 Km/h. Ha preceduto allo sprint il russo Ivan Kovalev (RusVelo) e il tedesco Janorschke. Kovalev è il nuovo leader della classifica, con 2″ sull’ucraino Vasylyuk e 8″ sul russo Zakarin.
POLICASTRO BUSSENTINO – SERRA SAN BRUNO. NADIR TRA LE SERRE
Nella tappa più meridionale del Giro 2013 i partecipanti avranno modo di confrontarsi con la prima salita vera di questa edizione della corsa rosa. Nulla di trascendentale in programma, i 907 metri della Croce Ferrata non dovrebbero provocare grossi danni ma quei 12700 metri alle porte del traguardo non ammetteranno comunque distrazioni. A Serra San Bruno dovrebbero arrivare in molti, sulla falsariga dei finali di tappa al santuario di Montevergine, archetipo della classica salita d’inizio Giro, buona solo per valutare lo stato di forma dei campioni più attesi ma senza grandi pretese di classifica.
Sarà una tappa inversamente proporzionale alla sua dimensione geografica la quarta del Giro 2013. Nel giorno nel quale la corsa rosa toccherà il suo “nadir”, il punto geograficamente più basso, i corridori, invece, non si troveranno a scendere ma a salire con decisione, chiamati all’appello dalla prima vera ascesa proposta dal tracciato. Un appello al quale saranno in molti a rispondere perché arrivare sino ai 907 metri della Croce Ferrata sarà quasi una passeggiata, al termine di una salita più pedalabile rispetto a quella che – di suo non impegnativa – l’anno scorso ospitò il primo approdo in montagna, a Rocca di Cambio. Ci fu un po’ di selezione dodici mesi fa, ma l’ascesa era lunga quasi il doppio e presentava le pendenze più rilevanti nei chilometri conclusivi, affrontati a tutta anche perché l’arrivo era proprio in cima. Stavolta l’ascesa durerà una dozzina di chilometri e sarà simile a quella abruzzese nelle pendenze (media del 5,5%, massima del 10%), ma non coinciderà con il traguardo, distante circa 5 Km e questo dovrebbe agevolare chi avrà patito in vetta un piccolo e recuperabile distacco. Sarà comunque difficile perdere le ruote del gruppo con un tracciato simile, sempre che non ci si sia presentati al via da Napoli non al top della condizione. Più probabile un epilogo discretamente affollato, sulla falsariga dei finali al santuario di Montevergine, classico traguardo di prima tappa di montagna in recenti Giri d’Italia, che avevano visto circa una ventina di corridori appaiati contendersi il successo e altri giunti con poco ritardo. L’unica reale difficoltà di questa giornata sarà il peso della distanza perché, con i suoi 244 Km, sarà la frazione più lunga di questa edizione.
La tappa prenderà le mosse da Policastro Bussentino, località balneare affacciata sull’omonimo golfo nei pressi della foce del Bussento, fiume lungo 37 Km dei quali 5 sotterranei. Toccata Sapri (centro conosciuto per la “spigolatrice”, la protagonista della poesia con la quale Luigi Mercantini narrò nel 1857 le sfortune della spedizione di Carlo Pisacane nel Regno delle Due Sicilie), a una decina di chilometri dal via i “girini” lasceranno definitivamente la Campania alla volta della Puglia, attraversando “di volata” la Basilicata, che sarà gran protagonista della tappa del giorno successivo, quando la corsa rosa farà scalo a Matera. Nel tratto lucano odierno il gruppo transiterà ai piedi di Maratea, nota località di villeggiatura estiva dominata dal monte San Biagio, sul quale si trovano l’omonimo santuario e la troneggiante Statua del Redentore, terza in altezza (22 metri) tra quelle costruite in Europa e settima nella speciale classifica “mondiale” che vede in testa il Cristo Re inaugurato nel 2010 a Świebodzin (Polonia), alto ben 52 metri e mezzo.
Superato il ponte sulla Fiumara di Castrocucco, il tracciato di gara farà il suo ingresso nella punta dello stivale italico, seguitando a percorrere la statale tirrenica. Per evitare di allungare ulteriormente la tappa che, come abbiamo detto, sarà la più chilometrica di tutte, si è stabilito di rimanere costantemente sul tracciato “ufficiale” della SS 18, senza deviare – come sempre capitava in occasione degli altri passaggi in zona – sul vecchio itinerario che scende in riva al mare e, sfiorata l’isola di Dino (vi si trovano diverse grotte tra le quali l’Azzurra, bella quanto l’omonima caprese), risale a imboccare la nuova strada con un tortuoso tracciato a tornanti. Lambito il caratteristico centro storico a “gradoni” di Scalea, il tracciato proporrà un rettilineo pianeggiante di una decina di chilometri, lungo uno dei tratti più agevoli della “Riviera dei Cedri”, così chiamata per la diffusa e difficile coltivazione dell’agrume che giunse in Europa in tempi antichi dall’Asia sudorientale e che per questo motivo fu definita “mela assira” dallo scrittore romano Plinio il Vecchio.
Usciti da questa fase pianeggiante dopo aver rasentato i centri turistici di Diamante e Belvedere Marittimo, sedi di partenza di due recenti tappe della corsa rosa (nel 2005 e nel 2008), inizierà un tratto di circa 30 Km caratterizzato da radi “zampellotti”, termine con il quale l’ex corridore Davide Cassani suole definire le salitelle brevi e facili, una via di mezzo tra i cavalcavia e i GPM di 4a categoria tipici della prima settimana del Tour de France, dal 2011 introdotti anche al Giro d’Italia. Anche in questi casi il percorso seguirà le “onde” della statale, transitando ai piedi dei colli su cui sorgono centri come Acquappesa, ciclisticamente conosciuto per la spettacolare discesa dei “Gironi” (un tratto a tornanti che ricorda la planata dal Poggio sanremese), tradizionale antipasto all’epilogo presso le vicine Terme Luigiane, località curativa frequentata sin dal tempo dei romani e che ebbe notevole impulso prima grazie all’inconsapevole “sponsorizzazione” di San Francesco da Paola, che ne parlò in una lettera diretta al nobile Simone degli Alimena, e poi a una leggenda riguardante la regina Isabella di Francia che, secondo i racconti, avrebbe ritrovato la fertilità dopo un salutare bagno in quelle acque che un tempo si chiamavano “Bagni della Guardia”. Un richiamo tira l’altro: la “Guardia” è quella Piemontese, il centro più vicino e che ha questo nome perché nel XII secolo vi si stabilirono esuli dalla Val Pellice, scappati dalla loro terra natia a causa delle persecuzioni religiose (era “infedeli” di professione valdese) e che portarono in Calabria usi, costumi e parlata tipicamente settentrionali, tuttora in uso.
Rasentata Paola e il suo santuario – complesso costruito nel luogo dove il citato San Francesco eresse una cappella in onore del suo omonimo d’Assisi – finiranno i morbidi saliscendi e, per i successivi 80 Km, ne occuperà il posto la pianura. Con quest’assetto il gruppo, toccata la località balneare di Amantea (da non perdere la chiesa gotica di San Bernardino da Siena) passerà dal cosentino alla provincia di Catanzaro, dove il tracciato attraverserà la piana di Sant’Eufemia, la terza pianura per estensione della Calabria dopo quelle di Gioia Tauro e di Sibari (la più vasta, che sarà sfiorata dal tracciato della tappa successiva). All’uscita da quest’area, bonificata e resa fertile tra il 1910 e il 1936, il tracciato lascerà la linea di costa e si internerà in direzione del lago dell’Angitola, bacino artificiale creato nel 1966 sbarrando il corso dell’omonimo fiume e dal 1975 gestito dal WWF in quanto “zona umida d’importanza internazionale”. Sulle sue rive il gruppo saluterà la pianura per affrontare la facilissima salita (una dozzina di chilometri al 3,3%) verso Vibo Valentia, che sarà l’antipasto alla Croce Ferrata. Non si salirà dal classico versante della statale, ma da un tracciato parallelo, che toccherà il centro di Maierato e poi lambirà l’area archeologica della colonia greca di Hipponion, prevalentemente costituita dai resti delle mura, in origine lunghe 7,5 Km (ne rimangono appena 400 metri) e dotate di otto torri circolari che, a detta degli studiosi, dovevano essere alte circa 10 metri. Planati nella valle del Mesima ( il quinto fiume della regione per portata), due piccole balze con strappi fino al 12% precederanno di poco il passaggio da Soriano Calabro, centro che nel 1783 fu uno degli epicentri del più devastante terremoto verificatosi nell’Italia meridionale nel XVIII secolo, i cui effetti sono qui testimoniati dai resti della chiesa di San Domenico e del vicino convento, abbattuti da scosse arrivate fino all’undicesimo grado della Scala Mercalli. Alle porte di Soriano avrà inizio l’ascesa finale, diretta alla croce presso la quale avvenne, nel 1098, l’incontro tra il beato Lanuino e il monaco San Bruno di Colonia. Sceso in Italia dalla Francia (dove aveva fondato l’ordine dei certosini e il monastero della Grande Chartreuse), su invito di Papa Urbano II che lo volle al servizio della Santa Sede, San Bruno sarà in seguito eletto arcivescovo di Reggio Calabria, carica che rifiuterà preferendo la vita contemplativa, ritirandosi in solitudine tra le serre del vibonese dove, su di un terreno donatogli dal conte Ruggero I di Sicilia, costruì l’eremo successivamente trasformatosi nell’abbazia certosina dei Santi Stefano e Bruno. Un’oasi di pace tuttora abitata dai certosini, che in oltre 900 anni di vita fu turbata solo tre volte, prima dal citato sisma del 1783 che la rase al suolo quasi completamente e poi la soppressione della certosa decretata nel 1808 dal re di Napoli Giuseppe Bonaparte, fratello del più celebre Napoleone. Ed ora, tornati i monaci nel 1856, sarà il sottile baccano rosa del Giro a interrompere la loro “quiete”.
Mauro Facoltosi
FOTOGALLERY
Foto copertina: in una suggestiva inquadratura invernale l’attuale certosa (a sinistra) e i ruderi della vecchia certosa di Serra San Bruno (serrasanbruno.files.wordpress.com)

Uno scorcio di Policastro Bussentino (panoramio)

La statua del Redentore a Maratea (visitbasilicata.nl)

Praia a Mare, Isola di Dino, Grotta Azzurra (flickr.com)

I <<gironi>> di Acquappesa (www.motofan.it)

Paola, santuario di San Francesco da Paola (www.altico.it)

Amantea, chiesa di San Bernardino (www.fotografieitalia.it)

Lago Angitola (capistrano.fotoblog.it)

Soriano Calabro, rovine della chiesa di San Domenico (www.comunedasa.it)
ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI MARINA DI ASCEA
maggio 6, 2013 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Come negli ultimi anni, dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; i punti salienti della tappa a venire; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1963. Seguiteci.
Foto copertina: la maglia rosa alla partenza della tappa… a sera avrà un altro nome (www.ciclismoblog.it)
GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO
Italia
Paolini, allungo vincente. Si prende tappa e maglia rosa (Gazzetta dello Sport)
Paolini si prende tappa e maglia rosa (Corriere della Sera)
Regno Unito
Bradley Wiggins comfortable after third stage of Giro (The Times)
Paolini in the pink after winning stage three (The Daily Telegraph)
Francia
Paolini, le coeur et la tête (L’Equipe)
Spagna
Paolini gana una etapa en su primer Giro con 36 años (AS)
Paolini, llegar y besar el santo (Marca)
Paolini, líder sin querer (El Mundo Deportivo)
Belgio
Paolini remporte la 3e étape et prend le maillot rose (Le Soir)
Paolini wint bewogen etappe (De Standaard)
Paolini fait coup double, Wiggins 2e du général (L’Avenir)
Paolini empoche la 3e étape du Giro (La Dernière Heure/Les Sports)
Luca Paolini prend l’étape et le maillot après un solide solo (Sudinfo.be)
Paolini wint bewogen etappe, Belg pakt bergtrui (Het Nieuwsblad)
Paesi Bassi
Gesink komt goed weg (De Telegraaf)
Canada
Italian Paolini wins 3rd stage of Giro d’Italia to take overall lead (The Globe and Mail)
USA
Pink Paolini Takes Stage as Hesjedal Attacks (The New York Times)
Australia
Evans boosts title hopes with big finish (The Age)
Cadel Evans fires in Giro d’Italia (The Australian)
Cadel sprints to second in Giro (Herald Sun)
BOX POPULI
Ogni giorno, a partire dalla prima tappa, qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
N@po: Mai vista una seconda\terza tappa così spettacolare!! W il cilento! Note: Una certa moria di colombiani in discesa.. c’è chi è andato ad olive… Hesjedal scatenato, Evans zitto zitto sprinta… Nibali sornione, La Sky offre già pacchetti scontati perchè il treno parrebbe deragliato in partenza.. Aru è più di una speranza… Paolini, se aspettava ancora un paio di anni a venir al giro per la prima volta… lo vinceva… insomma gran bella tappa.
PS: poi ci spiegheranno a cosa è servito l’inserimento della costiera amalfitana ad inizio tappa (non l’ha vista nessuno in tv) molto meglio sarebbe stato, ad esempio, il prologo serale a Napoli sul lungomare al venerdì (un mio pallino) , la tappa in linea al sabato da napoli a napoli passando per la costiera amalfitana nel finale. E poi la cronosquadre, la domenica, ed oggi la stessa tappa senza costiera.
in collaborazione con gli utenti del Forum dello scalatore (www.salite.ch)
DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Torna a Surriento (esibizione di Luciano Pavarotti)
Sunrise (Nora Jones, colonna sonora di “Benvenuti al sud”
a cura di DJ Jorgens
METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Policastro Bussentino – Serra San Bruno
Policastro Bussentino: pioggia debole (0,1 mm) e schiarite, 18,4°C (percepiti 17°C), venti moderati da SW (11-12 Km/h), umidità al 93%
Scalea (Km 52,1): pioggia debole (0,2 mm) e schiarite, 18,1°C (percepiti 17°C), venti deboli da SW (8-12 Km/h), umidità al 94%
Paola (Km 109,2): nuvole sparse con possibilità di deboli ed isolate precipitazioni, 20,4°C (percepiti 19°C), venti deboli da WSW (9-11 Km/h), umidità al 74%
Marinella di Sant’Eufemia – Traguardo Volante (165,1 Km): nuvole sparse con qualche goccia di pioggia, 18,5°C (percepiti 16°C), venti moderati da WNW (13-18 Km/h), umidità al 76%
Vibo Valentia – GPM (206,8 Km): pioggia debole (0,1 mm), 16,3°C (percepiti 14°C), venti moderati da W (13-21 Km/h), umidità al 74%
Serra San Bruno : nuvole sparse con possibilità di deboli ed isolate precipitazioni, 14,6°C (percepiti 9.5°C), venti moderati da WNW (19-33 Km/h), umidità al 70%
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa
Conti: “Queste salite discese”
De Stefano: “Andrea De Luca è in moto con noi”
De Stefano (a De Luca): “A te in moto, anzi con te in moto”
Pancani: “Sella di Catone” (Catona)
De Luca: “La sabbia ai bordi del mare” (è perchè no l’acqua al bordo della spiaggia?)
De Luca: “Si fa sentire sui miscoli dei corridori”
De Luca: “San Mauro nel Cilento” (San Mauro Cilento)
Pancani: “Siamo violentemente scesi sotto i 4 minuti”
Cassani: “Discesa che torna negli ultimi 1500 metri” (finiva ai – 1500 metri)
De Luca: “Cartello con la fine del GPM”
Cassani: “Alzare le mano”
Pancani: “Protone” (plotone)
Pancani: “Questi intanto… Questi intanto… Questi intanto…” (la martinellite è contagiosa)
Televideo: “Il giro ritorna sulla terraferma” (la tv svizzera insegna)
IL GIRO DI GOMEZ
Come al Tour dello scorso anno, in questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!
3a tappa: Sorrento – Marina di Ascea
1° Paolo Tiralongo
2° Mattia Gavazzi a 25″
3° Ji Cheng a 29″
4° Kenny Dehaes s.t.
5° Manuel Belletti s.t.
Classifica generale
1° Pablo Urtasun Perez
2° Jack Bobridge a 2′14″
3° Nacer Bouhanni a 3′21″
4° Kenny Dehaes a 4′05″
5° Ji Cheng a 4′32″
Miglior italiano: Manuel Belletti, 7° a 5′40″
QUELLA VOLTA CHE SI PARTI’ DA NAPOLI
Tuffo nella storia del Giro del 1963, il primo e finora unico partito da Napoli. Ci condurranno indietro di 50 anni i titoli del quotidiano “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it
3a TAPPA: BARI – CAMPOBASSO – 21 maggio 1963
LO SPAGNOLO ALOMAR FUGGE E VINCE A CAMPOBASSO – FONTANA TRA I PROTAGONISTI DELL’EPISODIO DECISIVO
Il giro prosegue regolarmente nonostante la grana con l’UVI
Il primo arrivato è uno dei quattro ultimi stranieri rimasti in gara – Ha 24 anni ed è nato nell’isola di Majorca – Un suo fratello, pure corridore, perse la vita in un incidente stradale, mentre si allenava – Invariata la classifica generale: Adorni conserva la maglia rosa – Mealli ha rivestito la casacca della sua casa e non le insegne di campione italiano riconosciutegli dall’Uvi – Dieci commissari offrono di riprendere il loro posto al seguito della corsa – Oggi, due traguardi della Montagna e arrivo a Pescara
ARCHIVIO ALMANACCO
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2a tappa: Ischia – Forio (cronosquadre)
PAOLINI, 36 PRIMAVERE E UNA ROSA
Terza tappa movimentata e appassionante fino all’ultimo quella tra Sorrento e Marina di Ascea. Il 36enne veterano della Katusha, alla sua prima partecipazione al Giro, conquista la vittoria sul traguardo cilentano e fa sua anche la maglia rosa. Da segnalare alcune cadute che spezzettano il gruppo lungo la tecnica discesa finale. A farne le spese, più di tutti, Michele Scarponi.
Foto copertina: Piccoli giunge in solitaria ad Ascea (Foto Bettini)
La terza tappa del Giro 2013, corsa ancora interamente in Campania, puntava decisamente verso Sud. Da Sorrento era un lungo dipanarsi attraverso la costiera amalfitana e, giunti a Salerno, si scendeva ancora verso il Cilento, dove era posta l’arrivo nella ridente frazione di Marina di Ascea. Una tappa che inizialmente manteneva le attese della vigilia, con una fuga sganciatasi subito dopo il via e composta da 7 ciclisti: Rodríguez (Androni), Pantano (Colombia), Bellemakers (Lotto), De Backer (Argos), Boaro (Saxo-Tinkoff), Wauters (Vacansoleil) e Taborre (Vini Fantini) i quali andavano d’amore e d’accordo accumulando un vantaggio di 7 minuti sul gruppo quando mancavano 100 km all’arrivo. Il team SKY della maglia rosa Puccio tirava blandamente il plotone finchè sotto l’impulso di Argos Shimano e Omega Pharma, il vantaggio dei sette di testa iniziava a scendere intorno a metà percorso, tra le località di Agropoli ed Agnone. Salitelle e rapide discese si alternavano negli ultimi 80 km di corsa, quando il percorso della strada si avvicinava ad essere simile a quello di una grande classica. Gli otto km della salita di San Mauro Cilento iniziavano a farsi sentire sulle gambe dei ciclisti impegnati nella fuga, finchè Taborre decideva di provare un coraggioso assolo dopo lo scollinamento. La discesa che portava prima a Pollica e successivamente ad Acciaroli vedeva un progressivo avvicinamento del gruppo, anche se i velocisti puri, faticando e non poco sul GPM appena citato, avevano il destino segnato. Una tappa che alcuni avevano pronosticato essere favorevole proprio agli uomini veloci, ma che invece dimostrava la sua difficoltà proprio lungo la seconda ascesa di giornata verso il GPM di Sella di Catona. Taborre veniva infatti sopraffatto tra Ceraso e Santa Barbara da un’improvvisa accelerazione della Garmin, che con Hesjedal, affiancato da due uomini, si portava in testa a tirare e a fare un ritmo indiavolato su una salita la cui pendenza non superava il 4%. Iniziava così la bagarre negli ultimi 30 km e all’allungo del canadese si facevano via via sotto Paolini, Agnoli, Santaromita e Santambrogio, mentre la SKY del capitano Wiggins, per un attimo sorpresa dall’azione dei Garmin, doveva ‘ricomporsi’ con Henao e Uran per riportarsi sul gruppo di testa. Anche la Lampre e la Blanco si muovevano per consentire ai loro capitani di portarsi nelle prime posizioni. All’ultimo scollinamento, ai meno venti, il gruppo di testa era così formato da non più di una trentina di ciclisti, mentre vari gruppetti cercavano andare col proprio passo nelle retrovie. La rapida picchiata verso Marina di Ascea, fatta di tornanti e curve cieche, era una manna per i discesisti presenti in quel gruppo, e lo stesso Hesjedal tirava e rilanciava continuamente. Finchè, a circa sette km dall’arrivo, dopo un piccolo falsopiano, Luca Paolini decideva con uno scatto secco di lanciarsi nella seconda parte di discesa, mentre alcune cadute senza conseguenze interessavano tra gli altri Betancur, Kruijswijk e Scarponi, quest’ultimo rimasto ulteriormente attardato per la rottura della sua bici. E così, Luca Paolini andava a cogliere il successo di tappa e una meritatissima maglia rosa a coronamento di una carriera lunga e proficua. Cadel Evans regolava in volata Ryder Hesjedal ed entrambi conquistavano così abbuoni in secondi (12 e che non sono certo da buttare per il prosieguo della corsa rosa. In classifica generale completano invece il podio Wiggins secondo e Uran terzo, entrambi a 17 secondi da Paolini. Scarponi, 22° a 1 minuto e 23 secondi, è l’uomo di classifica che perde più tempo e che già nella tappa di domani, da Policastro Bussentino e Serra San Bruno, con arrivo in leggero falsopiano ma preceduto dalla non banale salita di Croce Ferrata, potrebbe provare ad attaccare e rendere il Giro 2013 ancora più interessante nella sua prima settimana di svolgimento.
Antonio Scarfone
ECCO MARTINEZ, L’ANTICIPATORE
Nell’ultima tappa della 4 Giorni di Dunkerque la vittoria va al francese Yannick Martinez che riesce a vincere grazie ad un guizzo fulmineo negli ultimi 500 metri. Precede Mathias Freidmann (Champion System) e Benoit Drujon (Auber 93-Big Mat).
In classifica generale definitiva celebrazione per Arnaud Demare, vero e proprio dominatore della gara con tre successi di tappa consecutivi.
Foto copertina: il successo di Martinez nell’ultima tappa (foto Denis Charlet)
Oggi non ha vinto il corridore più veloce “sulla carta”, ma di sicuro il più lesto ad approfittare di una situazione di indecisione occorsa a 500 metri dal traguardo: questo è ciò ha compiuto Yannick Martinez, passista-veloce venticinquenne del team La Pomme Marseille, e che l’ha portato ad ottenere la sua prima vittoria da professionista dopo due stagioni nella massima categoria.
Questa ultima tappa partiva da Estaires e terminava a Dunkerque dopo 160 chilometri di corsa, su un percorso totalmente pianeggiante, salvo due salitelle, comunque brevi, posizionate nei primi chilometri.
Nella prima parte di gara se ne va la fuga di giornata composta inizialmente da sette corridori: Kowalski (Bretagne), Lelay (Sojasun), Mondory (Ag2r La Mondiale), Feng (Champion System), Siskevicius (Sojasun), Novikov (Vacansoleil-DCM) e Goncalves (La Pomme Marseille); poi ridotta ai soli Mondory, Lelay e Feng quando mancano ancora una settantina di chilometri, troppi.
In gruppo è naturalmente la FDJ che controlla la situazione impostando un ritmo regolare che consente di riprendere i fuggitivi a sette chilometri dal traguardo.
La bagarre prima della volata si scatena ai meno due, quando in testa al gruppo giungono le maglie della Cofidis che tirano il plotone per un chilometro e mezzo, ma quando si scansano gli uomini della squadra francese gli altri concorrenti non sanno se prendere o meno il testimone dando l’occasione a Martinez di scattare e di guadagnare in accelerazione già parecchi metri, che si riveleranno decisivi perché quando gli altri corridori cominciano il vero sprint non riusciranno più a rimontare il corridore della La Pomme Marseille, il quale si aggiudica la tappa davanti a Friedemann e Drujon.
In classifica generale c’è il successo di Arnaud Demare che ha vissuto una tappa tranquilla dopo essersi egregiamente difesa in quella di ieri; da oggi il francese vedrà iscritto il proprio nome nell’albo d’oro della 4 Giorni di Dunkerque.
Paolo Terzi
SORRENTO – MARINA DI ASCEA. BENRIMASTI AL SUD
Continuano i panorami da cartolina sulle strade del Giro, che oggi offrirà diverse occasioni agli ardimentosi. Tanti i saliscendi previsti, in partenza e in arrivo, e qualche “finisseur” potrebbe provarci, pur mancando pendenze particolarmente allettanti. Niente da fare per i velocisti, almeno per la maggior parte di essi, che dovrebbero essere spiazzati dalla facile ma lunga ascesa verso Catona, alle porte del traguardo. Se la cronosquadre non avrà provocato troppi danni, si potrebbe prospettare un cambio della maglia rosa.
E’ una tappa da cartolina quella che il Giro si appresterà ad affrontare al terzo giorno di gara, offrendo al contempo un terzo diverso scenario di gara, dopo la volata del primo giorno e la cronosquadre di ventiquattrore prima. Oggi si annuncia, infatti, un differente epilogo con un finale che si presta ai colpi di mano e una fase iniziale idonea ai tentativi da lontano, mentre a fianco dei corridori scorreranno gli incantevoli scorci della costiera amalfitana prima, delle antiche rovine di Paestum poi e del Cilento alla fine, con l’azzurro del mare a far da filo conduttore. Se la prova contro il tempo di Ischia non avrà scavato distacchi abissali, com’è probabile visto il basso chilometraggio e l’impossibilità di imprimere alte velocità, si può prospettare un avvicendamento in vetta alla classifica generale. Non va escluso un “nulla di fatto” perché le difficoltà nel finale non sono particolarmente ripide e qualche sprinter potrebbe anche riuscire a rimanere agganciato al gruppo di testa, tentando poi di giocarsi la tappa in volata, se non si avranno le gambe troppo appesantite. Va, tra l’altro, fatto notare che questa sarà anche la prima delle sei frazioni nelle quali sarà superato il tetto dei 200 Km.
La bandierina del via sarà abbassata nel delizioso centro di Sorrento, patria di Torquato Tasso, da dove la tappa scatterà con una modalità atipica perché, normalmente, i circuiti si affrontano alla fine delle frazioni. Ci sarà, dunque, un anello cittadino iniziale di circa 7 Km che dovrà essere coperto due volte e mezza, toccando anche Sant’Agnello, il paese dove risiede Carmine Castellano, l’avvocato che ha diretto il Giro d’Italia dal 1993 al 2004, terzo “patron” della corsa rosa dopo Cougnet e Torriani.
Usciti dal circuito, attraverso la pedalabile salita dei Colli di San Pietro (4,8 Km al 4,1%) il gruppo si tufferà nella costiera amalfitana, bella da guardare molto meno da “toccare” in sella a una bicicletta. Tra lo scollinamento dei Colli e le porte di Salerno i corridori si faranno un’autentica sbornia di curve, controcurve e saliscendi che li costringeranno alla massima attenzione, anche perché con un percorso del genere se dovesse andar via una fuga pericolosa potrebbe risultare molto difficile e dispendioso andare a riprendere gli ardimentosi. Quasi nulle, dunque, le possibilità di distrarsi per ammirare i panorami offerti dalle affermate località della costiera, da Positano a Conca dei Marini, da Amalfi ad Atrani giù giù fino a Maiori. Rimarrà fuori dal tracciato di gara solo Ravello, alta sulla collina, meta comunque celebre nella quale soggiornò anche la principessa Sissi…. quella cinematografica, però, perché il regista della famosa serie di film preferì la nostrana Villa Cimbrone per girare le scene ambientate nella troppo lontana e piovosa isola portoghese di Madera, realmente visitata dall’imperatrice Elisabetta di Baviera, inviata laggiù dai medici di corte per curarle un’affezione polmonare. Così come ci si era entrati, anche l’uscita dalla costiera avverrà mediante una salita, che s’incontrerà quando la strada doppierà il Capo d’Orso, promontorio che nel 1528 fece da spettatore alla sconfitta della flotta di Carlo V, battuta dalle navi di Filippo Doria in quella che viene definita l’unica vera battaglia navale della prima metà del XVI secolo. Come la precedente, anche questa salita è piuttosto facile (2,9 Km al 4,2%) ma i “suiveurs” ricorderanno che nel 1997 bastò per far arrancare penosamente Marco Pantani, che pochi minuti prima era incappato in una famosa caduta, provocata da un gatto, nella discesa dal Valico di Chiunzi, incidente che gli provocò una lacerazione nel muscolo della coscia sinistra, costringendolo al ritiro.
Arrivati a Salerno – centro dove hanno avuto la genesi le moderne Università, derivate dalla celebre Scuola Medica qui fondata, secondo una leggenda, da quattro monaci di religioni differenti (i primi, scarsi documenti la fanno risalire a cavallo del IX e del X secolo d.C.) – il percorso cambierà diametralmente e a 70 Km letteralmente “nevrastenici” ne succederanno una cinquantina da “calma piatta”. È il tratto nel quale si costeggerà il golfo di Salerno, privo non solo di difficoltà altimetriche ma anche piuttosto lineare nello svolgimento, caratterizzato da una appena una ventina di facili curve, prevalentemente concentrate nel finale, quando il percorso lascerà la costa per internarsi brevemente e avvicinare l’area archeologica di Paestum, città fondata dai greci e intitolata a Nettuno, anche se nessuno dei tre templi conservatisi era dedicato al dio del mare.
Giunti nella rinomata località balneare di Agropoli, che fu sede di tappa durante il Giro del 1984 (si impose allo sprint Urs Freuler, il Cipollini elvetico degli anni ’80, con 15 successi conquistati alla corsa rosa tra il 1981 e il 1989), riprenderanno le tortuosità e le difficoltà altimetriche, più sensibili rispetto a quelle incontrate nei chilometri iniziali ma comunque mai impegnative. Attraversando il Cilento, area in gran parte preservata da un parco nazionale istituito nel 1991, negli ultimi 100 Km si dovranno affrontare due ascese valevoli per la classifica della maglia azzurra, introdotta l’anno scorso in sostituzione della gloriosa casacca verde che dal 1933 contraddistingueva il miglior scalatore del gruppo. Il primo GPM di giornata sarà assegnato ai 630 metri di Mercato Cilento, piccola frazione di Perdifumo, dove si giungerà dopo aver affrontato una salita suddivisa in due rampe da un tratto in quota centrale. La prima parte, 4800 metri al 4,8% con una punta del 13%, si concluderà poco dopo aver attraversato Castellabate, centro recentemente “reclamizzato” dal fortunato film “Benvenuti al sud”, pellicola piazzatasi al quinto posto nella speciale classifica dei film più “redditizi” in quanto ad incassi nelle sale. Più consistente è il secondo settore dell’ascesa che condurrà sotto lo striscione del traguardo della montagna in 7,6 Km, dotati di un’inclinazione media simile al tratto precedente. Si scenderà quindi nella valle dell’Alento, il fiume “nobile” di Cicerone, che soggiornò nella vicina città di Velia, la cui area archeologica è iscritta, congiuntamente a quella di Paestum e all’intero territorio del parco nazionale, nell’elenco dei patrimoni mondiali dell’umanità stilato dall’UNESCO: vi si possono visitare i resti del porto, delle due terme, dell’agorà e dell’acropoli. Tornando a inoltrarsi tra le alture cilentane ci si porterà verso Ascea che sarà raggiunta dall’interno, dopo aver toccato il centro di Ceraso e, entranti nel territorio comunale della città sede di tappa, superata l’ultima salita “ufficiale” prevista, la Sella di Catona. Sulla carta pare facile, anche perché rispetto alla precedente è ancor più malleabile nelle inclinazioni (13,4 Km al 4,1%, al netto di falsipiani e contropendenze) ma potrebbe rimanere nelle gambe per la lunghezza. Quando i corridori ne avranno raggiunta la cima avranno dinanzi a loro gli ultimi 29 Km di gara, prevalentemente tracciati in discesa ma contenenti un ultimo zampellotto, proprio all’ingresso della città “madre” di Ascea. Il traguardo sarà collocato 6 Km più a valle, sul lungomare della marina, praticamente in fondo al “tuffo” da Catona. Un finale-toboga da bere tutto d’un fiato per cercare di cogliere una “perla” in riva ad uno dei tratti di mare più azzurri d’Italia.
MODIFICHE AL PERCORSO
A causa di una frana è stata tagliata la salita di Mercato Cilento, sostituendola con quella, più impegnativa, di San Mauro Cilento (7,8 Km al 6,7%, con i primi 500 metri al 13,6% di media).
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Anche quest’anno le tappe più movimentate altimetricamente saranno accompagnate dalla segnalazione dei valichi toccati dall’itinerario. Tranne rare eccezioni (come la Sella di Catona), i valichi segnalati sono quelli riportati sul testo “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (Ediciclo Editore)
Colli San Pietro (312 m).
Valicato dalla SS 163 “Amalfitana” tra Meta e Positano, all’altezza della confluenza della SS 145 “Sorrentina”, che arriva da Sorrento. Mai affrontato come GPM, il Giro vi è transitato l’ultima volta nel 2009, nel corso della tappa Avellino – Vesuvio, vinta dallo spagnolo Carlos Sastre. L’ascesa era valida per la classifica dell’allora maglia verde, con scollinamento situato al vicino Picco Sant’Angelo, dove transitò in testa Mauro Facci. Il Picco era stato GPM anche nel 2007 (tappa Salerno – Montevergine vinta da Di Luca, primo in vetta Pavel Brutt) e nel circuito di Sorrento del Giro 1991, tappa vinta dal francese Eric Boyer e caratterizzata da cinque passaggi sotto lo striscione (Da Silva, Gusmeroli, Arias, Bugno e Garcia Melia).
Sella di Catona (593 m). Valicata dalla SP 269 tra l’omonima località (frazione di Ascea) e il bivio per Rodio. Non segnalata sul testo di Georges Rossini.
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
FOTOGALLERY
Foto copertina: vista panoramica della Marina di Ascea (asceapesca.altervista.org)

Sorrento (www.dolcevitasorrento.it)

Amalfi, Duomo di Sant'Andrea (www.fotoeweb.it)

La costiera amalfitana vista dal belvedere di Villa Cimbrone a Ravello (www.moldrek.com)

Salerno, cattedrale di San Matteo (www.fotoeweb.it)

Paestum (www.giornaledelcilento.it)

Castellabate (corrieredelmezzogiorno.corriere.it)

L'ufficio postale di <<Benvenuti al sud>> (www.davinotti.com)

La realtà è ben diversa: si tratta di un bar affacciato sulla piazzetta centrale di Castellabate (www.davinotti.com)

Uno scorcio dell'area archeologica di Velia (www.cilentoblu.it)
05-05-2013
maggio 6, 2013 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
Il team britannico Sky ProCycling si è imposto nella seconda tappa, cronometro a squadre Ischia – Forio, percorrendo 17,4 Km in 22′05″ alla media di 47,275 Km/h. Ha preceduto di 9″ il team spagnolo Movistar Team e di 14″ il team kazako Astana Pro Team. Miglior formazione italiana la Vini Fantini – Selle Italia, 5° a 22″. L’italiano Salvatore Puccio (Sky ProCycling) è la nuova maglia rosa, con lo stesso tempo del britannico Wiggins e del colombiano Henao Montoya.
4 JOURS DE DUNKERQUE – TOUR DU NORD-PAS-DE-CALAIS
Il francese Yannick Martinez (La Pomme Marseille) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Estaires – Dunkerque, percorrendo 163,8 Km in 3h41′28″ alla media di 44,377 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Friedemann e il francese Drujon. Miglior italiano Matteo Pelucchi (IAM Cycling), 21°. In classifica si impone il francese Arnaud Démare (FDJ) con 16″ sul connazionale Vachon e 26″ sull’olandese Sinkeldam. Miglior italiano Pelucchi, 98° a 19′40″.
TOUR DE AZERBAIJAN
Il lituano Tomas Vaitkus (Orica – GreenEDGE) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, circuito di Baku, percorrendo 144 Km in 3h19′49″ alla media di 43,239 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga De Bie e l’olandese Godrie. Unico italiano in gara Piero Baffi (Leopard Trek Continental Team), 58° a 1′39″. In classifica si impone l’ucraino Serhiy Hrechyn (Torku Sekerspor) è ancora leader della classifica, con 54″ sull’azero Surutkovych e sul kazako Kozhatayev. Baffi 81° a 32′22″.
TOUR OF THE GILA (USA)
Lo spagnolo Francisco Mancebo Perez (5 Hour Energy) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Silver City – Pinos Altos, percorrendo 161,9 Km in 1h31′39″ alla media di 45,499 Km/h. Ha preceduto di 8″ lo statunitense Cooke e di 18″ l’irlandese Philip Deignan (Unitedhealthcare Pro Cycling Team), che si impone in classifica con 28″ sul bahamense Gaimon e 37″ su Mancebo Perez.
SKLAZKIEM GRODOW PIASTOWSICH (Polonia)
L’italiano Davide Rebellin (CCC Polsat Polkowice) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, Jawor – Zlotoryja, percorrendo 161,7 Km in 4h02′45″ alla media di 39,967 Km/h. Ha preceduto allo sprint il ceco Kankovsky e il polacco Huzarski. In classifica si impone il ceco Jan Barta (Team NetApp – Endura) con 12″ su Rebellin e 18″ sul polacco Taciak.
FIVE RING OF MOSCOW
L’ucraino Andriy Vasylyuk (Kolss Cycling Team) si è imposto nel prologo, circuito di Mosca, percorrendo 6,8 Km in 8′49″ alla media di 46,275 Km/h. Ha preceduto di 4″ il russo Kovalev e di 6″ il russo Zakarin.
CIRCUIT DE WALLONIE – VILLE DE FLEURUS
Il belga Sébastien Delfosse (Crelan – Euphony) si è imposto nella corsa belga, Fleurus – Lambusart, percorrendo 170 Km in 4h02′39″ alla media di 42,035 Km/h. Ha preceduto di 3″ il francese Drancourt e di 10″ il belga Allegaert.
RINGERIKE GP
Il norvegese Reidar Borgersen (Joker Merida) si è imposto nella corsa norvegese, circuito di Søndre Torg, percorrendo 173,9 Km in 4h21′01″ alla media di 39,974 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo svedese Olsson e di 57″ il norvegese Enger.
CARPATHIA COURIERS RACE U-23 (dilettanti)
Il polacco Pawel Franczak (Team Wibatech – Brzeg) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, Radłów – Tarnów, percorrendo 118 Km in 2h51′55″ alla media di 41,182 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Bartkiewicz e il belga Van Heuverswijn. In classifica si impone l’olandese Stefan Poutsma (Cyclingteam Jo Piels) è il nuovo leader della classifica, con 2″ sugli olandesi Daan Meijers e Jeroen Meijers
CAMPIONATI PANAMERICANI
Disputata a Zacatecas (Messico) la gara più attesa, il circuito in linea riservato ai professionisti. Si è imposto il colombiano Jonathan Paredes, precedendo di 1′40″ il messicano Sarabia Díaz e di 2′56″ l’ecuadoriano Navarrete
CIRCUITO DEL PORTO – TROFEO ARVEDI (dilettanti)
L’italiano Paolo Simion (Zalf Euromobil Désirée Fior) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Cremona, percorrendo 180 Km in 3h46′38″ alla media di 47,654 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Liam Bertazzo (Trevigiani Dynamon Bottoli) e Davide Martinelli (Team Food Italia Mg K Vis Norda)
ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI ISCHIA
maggio 5, 2013 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Come negli ultimi anni, dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; i punti salienti della tappa a venire; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1963. Seguiteci.
Foto copertina: Ischia accoglie il Giro d’Italia (www.ilmattino.it)
GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO
Italia
Sky sfreccia sull’isola d’Ischia. Puccio nuova maglia rosa (Gazzetta dello Sport)
È di Salvatore Puccio la nuova maglia rosa (Corriere della Sera)
Regno Unito
Team Sky power to Giro time trial success (The Independent)
Salvatore Puccio takes pink jersey as Sky win second stage of the Giro d’Italia (The Times)
Team Sky storm to victory in team time-trial at Giro (The Daily Telegraph)
Francia
Sky aux anges, ciel bleu pour Puccio (L’Equipe)
Spagna
El Sky de Wiggins ya manda tras la contrarreloj por equipos (AS)
Wiggins ya marca diferencias (Marca)
El Sky se impone en la crono por equipos (El Mundo Deportivo)
Belgio
Victoire de l’équipe Sky, Puccio maillot rose au Giro (Le Soir)
Wiggins wint ploegentijdrit met Sky, Puccio neemt roze (De Standaard)
Sky remporte le contre-la-montre, Puccio en rose (L’Avenir)
Salvatore Puccio, nouveau maillot rose au Giro (La Dernière Heure/Les Sports)
Salvatore Puccio maillot rose après la victoire du Team Sky (Sudinfo.be)
Wiggins wint ploegentijdrit met Sky (Het Nieuwsblad)
Paesi Bassi
Sky slaat slag in Giro(De Telegraaf)
Canada
Bradley Wiggins powers Sky to team time trial win in Stage 2 of Giro d’Italia (The Globe and Mail)
USA
Team Sky Takes Stage Two as Wiggins Gains Time on Rivals (The New York Times)
Australia
Evans braces for Giro hill test (The Age)
Team Sky dominates time trial (Herald Sun)
DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Marinai, profeti e balene (Vinicio Capossela, in parte registrata nel castello aragonese di Ischia)
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a cura di DJ Jorgens
METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Sorrento – Marina di Ascea
Sorrento: nuvole sparse con possibilità di deboli e isolati temporali, 19,7°C, venti deboli da W (7-8 Km/h), umidità al 71%
Salerno – traguardo volante (Km 69,8): nuvole sparse con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 21,2°C (percepiti 20°C), venti deboli da SW (7-8 Km/h), umidità al 69%
Agropoli – traguardo volante (Km 113,9): pioggia debole (0,2 mm) e schiarite, 21,5°C (percepiti 20°C), venti moderati da WSW (11-15 Km/h), umidità al 68%
Marina di Ascea: cielo coperto con qualche goccia di pioggia, 18,3°C (percepiti 16°C), venti moderati da W (12-15 Km/h), umidità al 78%
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa
Fondriest: “Le tappe dure sono molto vicine al traguardo”
Sgarbozza: “Scotto d’Ambusco” (l’ex corridore Michele Scotto d’Abusco)
Conti: “Isola d’Isca”
De Stefano: “Forio d’Ischia” (si chiama Forio. E basta)
Bulbarelli: “Cadde nell’ultima tappa della crono finale”
Nibali: “Crono in linea” (lineare)
De Stefano: “Ringrazio i miei ospici”
Pancani: “La seconda formazione della AG2R” (era la seconda formazione a prendere il via nella crono)
Cassani: “Tirreno Adriatica”
Cassani, descrivendo una formazione rocciosa di Forio: “Ha la sagoma di un becco dell’aquila” (dove hai già visto aquile con due becchi?)
Pancani: “Si spezza adesso il gruppo della formazione kazaka”
Televideo: “Bla Blanco” (Blanco Pro Cycling Team)
Televideo “Frederik Carl W. Kessiakoff” (”Fredrik)
RSI LA2 (tv svizzera): “Da Sorrento a Marina di Ascea, dalla Campania alla Calabria” (sono entrambe in Campania)
RSI LA2 (tv svizzera): “Domani si torna sulla terraferma” (oggi che hanno fatto? ciclonuoto?)
IL GIRO DI GOMEZ
Come al Tour dello scorso anno, in questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!
2a tappa: Ischia – Forio (cronosquadre)
1° Team Argos Shimano
2° Euskaltel Euskadi a 12″
3° Lotto Belisol a 13″
4° Colombia a 17″
5° FDJ a 18″
Classifica generale
1° Pablo Urtasun Perez
2° Wilson Alexander Marentes Torres a 2′01″
3° Jack Bobridge a 2′14″
4° Pim Ligthart a 2′46″
5° Stef Clement a 2′48″
Miglior italiano: Francesco Chicchi, 23° a 4′56″
QUELLA VOLTA CHE SI PARTI’ DA NAPOLI
Tuffo nella storia del Giro del 1963, il primo e finora unico partito da Napoli. Ci condurranno indietro di 50 anni i titoli del quotidiano “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it
2a TAPPA: POTENZA – BARI – 20 maggio 1963
I “FUORILEGGE” CONTINUANO IL GIRO D’ITALIA – IL GIRO D’ITALIA SI RIBELLA ALL’UVI
Il ciclismo affonda nel ridicolo ed il CONI sta a guardare… – La Potenza-Bari partita con un’ora e mezza di ritardo dopo aspre polemiche
È una corsa troppo bella per continuare a sprecarla – L’attacco di Adorni nella prima frazione ha posto in difficoltà molti corridori – Ieri l’”exploit” di Ronchini ha sovvertito le posizioni – La Cynar, di cui si era ventilato il ritiro, è partita per Campobasso – A Bari vince Baffi: Adorni resta maglia rosa con 31” su Ronchini
ARCHIVIO ALMANACCO
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