IL CAPOLAVORO TATTICO DI CANCELLARA A ROUBAIX

aprile 8, 2013 by Redazione  
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Non solo gambe: nel terzo trionfo a Roubaix c’è più testa che cuore. L’analisi tattica del “tutti contro Cancellara”. La sua vittoria più bella?

Foto copertina: la smorfia di Cancellara sul traguardo della Roubaix (foto AFP)

Nel velodromo di Roubaix, Fabian Cancellara è tra lo stremato e lo stupito. “Pure fighting”, ripete per tre volte all’intervistatore. “Pura battaglia”. Conquistare la sua terza Roubaix, dopo 2006 e 2010, nonché 76esima perla in carriera è stata, ammette la Locomotiva svizzera, “la più grande battaglia da quando vado in bici”. Alla fine di un inferno di polvere e pietre, Cancellara si chiede: “Come ho fatto?”. Te lo spieghiamo noi, Fabian: di testa, più che di gambe.

Certo, le gambe non le possiamo dimenticare. Perché quando per 5h45’33” mulini i pedali alla media di 44,02km/h su quelle mulattiere di porfido e chiudi la seconda Roubaix più veloce della storia (dietro solo a quella di Peter Post del ’64 a 45,13km/h), vuol dire che cosce e polpacci hanno fatto il loro lavoro. Eppure, proprio dal dato della velocità media conviene iniziare per spiegare come Cancellara la Roubaix l’abbia portata a casa a colpi di calcoli più che di pedali, di sangue freddo più che di cuore.

Partire da favorito non è cosa semplice. E Cancellara lo ricorda bene: proprio su queste strade nel 2011, il suo strapotere convinse i suoi avversari – o, meglio, i diesse dei suoi avversari – a far attaccare le seconde linee da lontanissimo. Rammentiamo tutti come andò: a nulla valse il feroce inseguimento di un Cancellara a cui Ballan e Hushvod non davano mezzo cambio per recuperare Vansummeren, in fuga dal mattino, che trionfò con appena 19” sullo svizzero.

Oggi come due anni fa, l’avvicinamento all’Inferno del Nord era stato dominato da una sola parola: “anticipare”. Che tradotto dal gergo ciclistico significava: isolare Cancellara dalla sua squadra. La stessa che sette giorni fa al Fiandre aveva dato dimostrazione di avere i corridori per tenere cucita una corsa (Devolder, Popovych, Rast, Irizar ma anche un campione che verrà, Bob Jungels). E per isolare la Radio Shack una e una sola cosa bisognava fare: attaccare a ripetizione.

Ne esce una corsa fulminea, con la prima ora inghiottita a 49,9km/h. Nessuna fuga a prendere un discreto vantaggio. Addirittura Thomas e Boasson Hagen che a meno 135km provano a portar via un’azione di una quindicina di uomini. Niente da fare: la Radio Shack non lascia andar via nessuno. Tirare per così tanti chilometri ha un costo: prima o poi ti squagli. E il punto di ebollizione la Radio Shack lo raggiunge a meno 58km, quando le sue casacche scompaiono dalla testa del gruppo. Da questo momento, Cancellara dovrà far da solo.

E da solo Cancellara fa. O almeno ci prova. 46 chilometri all’arrivo. Pavé di Mons-en-Pévèle. La Locomotiva di Berna apre il gas. Quando terminano pietre e accelerazione, Cancellara resta con gli 11 che si giocheranno la corsa. Qui cambia la Roubaix. E nasce una situazione che manda in solluchero gli amanti della tattica.

Cancellara ha di fronte un dilemma. “Siamo in dodici, non ho compagni di squadra ma l’Omega ha 3 uomini e la Blanco 2. Ho le gambe migliori della truppa ma non dei giorni migliori. Sono caduto, sia allo Scheldeprijs che in ricognizione. Le botte si fanno sentire. Posso fare il vuoto ma poi non ho la continuità per portare l’azione all’arrivo. Di riprovare azioni stile Harelbeke e partire a qualche decina di chilometri dall’arrivo non se ne parla”.

Continua il ragionamento: “Ora si gioca a tutti contro Cancellara. Mi attaccheranno di qui al velodromo. Se li rincorro tutti, mi spremo e il destino mi restituisce lo scherzetto che ho fatto ha Sagan alla Sanremo, dove ha dovuto chiudere su tutti per poi perdere in volata da Ciolek”.

Cancellara tenta l’azzardo. Lasciare andare quelli che suppone essere i gregari per evitare di dover rintuzzare tutti gli allunghi. Tenersi a fianco i più quotati, leggi Terpstra e Boom. E poi, capolavoro, staccarli con un allungo a sorpresa in un tratto insignificante di asfalto a 31 dall’arrivo.

Piano perfetto, non fosse per la forza della Omega. Pur senza Boonen (e una sua costola), alla squadra belga quasi riesce l’altro capolavoro tattico della Roubaix. Perché quando Cancellara sta per rientrare davanti, via radio arriva l’ordine a Vanderbergh di attaccare, portandosi dietro l’apparentemente innocuo Vanmarcke. Di modo da tenere in testa un uomo quando si formerà la fuga decisiva. E addirittura, quando sul pavé di Bourghelles, Cancellara riaccelera, è l’altro Omega Stybar a portarsi sulla ruota dello svizzero. Così, alle porte del Carrefour de l’Arbre, nella fuga a quattro decisiva, ci sono comunque due pedine della squadra belga.

Dicevamo capolavoro quasi riuscito? Già, perché dei due Omega uno capitombola e l’altro si salva solo con un miracolo funambolico ma perdendo l’aggancio del pedale e, di conseguenza, il treno buono. Sfortuna, si dirà. Certo, quando uno spettatore decide di sporgersi proprio quando passi tu si può citofonare solo alla iella. Eppure, entrambi gli Omega sono caduti (uno metaforicamente, l’altro meno) cercando quella sottile linea (non rossa ma) gialla di terra. Se ne hai davvero, il pavé lo puoi anche affrontare a muso duro.

Chiusa la parentesi tattica della Omega, torniamo a quella di Cancellara. Il quale, senza gambe immensamente superiori a quelle dei rivali, è comunque riuscito a portare a casa la Roubaix. Che non fosse il miglior Cancellara di sempre lo si è visto quando ha provato per tre volte a fare il vuoto (alla Cancellara) sul pavé, senza successo. Decisiva per trionfare è stata dunque la lettura della corsa, la capacità di mantenere freddo il sangue nei momenti più frenetici.

Così come la gestione della fuga a due con Vanmarcke. Cancellara la chiamerà “pure fighting”, per noi è “esperienza e mestiere, capitolo uno”. Lo svizzero ha fatto un eccellente uso del proprio carisma nei confronti del giovane belga, costringendolo a dare qualche cambio di troppo, a rincorrere uno scatto a 4,1km dall’arrivo, a ingobbirsi (da spavaldo che era) in vista dello sprint, dove il portacolori della Blanco è comunque partito con troppo anticipo, quei 15 metri in più che le sue gambe non hanno retto.

Quando lo incontrai una mattina di primavera del 2009 in un bar vicino a Bologna, di Fabian Cancellara mi colpì una cosa. Alla domanda se puntasse a vincere la cronosquadre d’apertura del Giro del centenario a Venezia, mi rispose che sì, ci teneva, soprattutto perché era a Venezia e nel Giro del centenario e perché lui cerca sempre di dare un valore aggiunto ai suoi successi. Oggi, a Roubaix nel sacco, lo svizzero ha commentato: “E’ bello arrivare da solo, per lo spettacolo. Stavolta invece è stata una lotta fino all’ultimo millimetro”. Non mi stupirei se, nelle sue memorie, Cancellara ricordasse questa come la sua vittoria più bella. Io, nella mia, ne sono già convinto.

Federico Petroni

Continua l’omaggio delle firme storiche di ilciclismo.it in occasione del decennale della testata. Oggi è tornato a scrivere per noi l’ex condirettore Federico Petroni, che ringraziamo.

La redazione

07-04-2013

aprile 8, 2013 by Redazione  
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PARIGI – ROUBAIX

L’elvetico Fabian Cancellara (RadioShack – Leopard) si è imposto nella classica francese, Compiègne – Roubaix, percorrendo 254,5 Km in 5h45′33″ alla media di 44,190 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Vanmarcke e di 31″ l’olandese Terpstra. Miglior italiano Luca Paolini (Katusha Team), 21° a 1′00″

KLASIKA PRIMAVERA DE AMOREBIETA

Il portoghese Rui Alberto Faria da Costa (Movistar Team) si è imposto nella corsa spagnola percorrendo 171,6 Km in 4h07′58″ alla media di 41,522 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli spagnoli Urtasun Pérez e Contador Velasco. Unico italiano Marco Corti (Colombia), 63° a 5′44″

CIRCUIT DES ARDENNES INTERNATIONAL (Francia)

Due tappe disputate nell’ultimo giorno di gara.
Il mattino la formazione norvegese Joker Merida si è imposta nella terza tappa, cronometro a squadre di Charleville-Mézières, percorrendo 22,5 Km in 28′10″ alla media di 47,929 Km/h. Ha preceduto di 3″ la formazione olandese Cyclingteam De Rijke – Shanks e di 8″ la formazione austriaca Team Gourmetfein Simplon. L’austriaco Riccardo Zoidl (Team Gourmetfein Simplon) è ancora leader della classifica, con 4″ sul connazionale Eibegger e 5″ sul tedesco Pfingsten.
Il pomeriggio il portoghese Fabio Silvestre (Leopard – Trek Continental Team) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, Les Mazures – Tournes, percorrendo 104 Km in 2h29′06″ alla media di 41,851 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Guay e il belga Dron. In classifica si impone Zoidl con 4″ su Eibegger e 5″ su Pfingsten.

TOUR DE MAROC

Il marocchino Soufiane Haddi si è imposto nella decima ed ultima tappa, El Jadida – Casablanca, percorrendo 120 Km in 3h57′49″ alla media di 30,275 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Bothe e lo slovacco Kolář. Unico italiano Daniele Aldegheri (Christina Watches Onfone), 5°. In classifica si impone il francese Mathieu Perget con 6′49″ sullo slovacco Kováč e sul kazako Mizourov. Aldegheri, 9° a 15′02″

GRAND PRIX OF SOCHI (Russia)

Il russo Maksim Razumov (Itera – Katusha) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Tuapse – Krasnodar, percorrendo 178 Km in 4h01′13″ alla media di 44,275 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’ucraino Vitaliy Buts (Kolss Cycling Team) e il lettone Andrijanovs. In classifica si impone Buts con 1″ su Razumov e 14″ sull’ucraino Popkov.

GP SENCUR

Il croato Radoslav Rogina (Adria Mobil) si è imposto nella corsa slovena, circuito di Šenčur, percorrendo 163,8 Km in 3h52′45″ alla media di 42,225 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo sloveno Marin e di 6″ l’olandese Broers. Due italiani in gara: Enrico Rossi (Meridiana Kamen Team) 9° a 1′41″, Nicolò Martinello 55° a 3′35″

TROFEO PIVA BANCA POPOLARE DI VICENZA (dilettanti)

L’italiano Michele Scartezzini (Trevigiani Dynamon Bottoli) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Col S. Martino, percorrendo 171 Km in 4h40′38″ alla media di 36,560 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Simone Andreetta (Zalf Euromobil Désirée Fior) e l’australiano Howson.

SEMPRE CANCELLARA: A ROUBAIX PIEGA UN IMMENSO VANMARCKE

aprile 7, 2013 by Redazione  
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Dopo il pezzo di bravura del Giro delle Fiandre, lo svizzero bissa alla Parigi – Roubaix, sia pur faticando più del previsto per spezzare la resistenza di uno strepitoso Sep Vanmarcke, battuto allo sprint. Tagliati fuori da due contatti con i tifosi a bordo strada Vandenbergh e Stybar, giunti al Carrefour de l’Arbre in compagnia dei due. Male gli italiani, con Paolini messo fuori causa da una foratura e Pozzato mai in corsa per le posizioni di testa.

Foto copertina: Uno stremato Fabian Cancellara al termine della Parigi – Roubaix (foto AFP)

In assenza di Sagan e Boonen, la 111a Parigi – Roubaix poteva essere poco più di una passerella per Fabian Cancellara, ingiocabile per chiunque appena una settimana fa, sulle strade del Giro delle Fiandre. Proprio lo status di stra-favorito, combinato forse con un paio di cadute nei giorni scorsi, ha invece rischiato di mandare all’aria i propositi di trionfo dello svizzero, costretto a chiudere in prima persona su qualsiasi tentativo negli ultimi 50 km di gara, e non straripante come al Fiandre quando ha preso l’iniziativa e ha tentato di involarsi in solitaria verso il Velodromo, come in occasione dei due precedenti successi sulle pietre.
Che la giornata di Spartacus potesse rivelarsi meno rilassante del previsto – per rilassante che possa essere una Roubaix – lo si era capito già prima di metà gara, quando, dopo quasi tre ore di gara a medie da prima settimana di Tour de France, BMC e Team Sky avevano provato a stuzzicarlo con un’azione a sorpresa, con l’arrivo distante ancora 135 km: Phinney, Boasson Hagen e Thomas si sono intrufolati in un drappello di dodici uomini, costringendo la Radioshack ad un inseguimento di una decina di chilometri che ha contribuito ad isolarne il leader prima del giusto.
Poco più avanti, ad avvantaggiarsi sono stati Hayman (sempre Team Sky), Koretzky, O’Grady e Steegmans (Omega Pharma, formazione che strada facendo sarebbe diventata la principale minaccia per Cancellara), capaci di acquisire un vantaggio massimo prossimo ai due minuti, calato però drasticamente durante l’attraversamento della Foresta di Arenberg. A pilotare il gruppo attraverso il passaggio simbolo della Roubaix è stato ancora Phinney, il cui ritmo non ha prodotto la selezione vista in altre edizioni, ma è stato sufficiente a dimezzare il plotone, generando sufficiente confusione da consentire la sequenza di attacchi dei chilometri immediatamente successivi.
A trovare l’attimo buono per evadere sono stati Michael Schär (ancora BMC) – costretto però ad un inseguimento di una ventina di chilometri prima di agguantare il drappello di testa, nel frattempo ridottosi ai soli Hayman e Steegmans – e Damien Gaudin, tanto scomposto in bicicletta quanto attivo nell’ultimo quarto di gara. Non altrettanto fortunati i tentativi di Koren, Boom, Stannard, Guarnieri, Bonnet, Breschel, Elmiger, Sinkeldam, Vansummeren, Terpstra e Paolini, che hanno tuttavia contribuito a vario titolo ad animare un frangente potenzialmente interlocutorio, e soprattutto a falcidiare un fronte Radioshack a lungo rimasto compatto, ma dissoltosi improvvisamente con l’avvicinarsi della fase calda.
Per assistere alla prima vera selezione si è dovuto attendere il tratto di Mons-en-Pévèle, dove a dare la scossa è stata la Omega Pharma, con Vandenbergh e Terpstra. Ai due si sono uniti il compagno Stybar, le coppie Vanmarcke – Boom (Team Blanco) e Gaudin – Turgot (Europcar), e gli indipendenti Langeveld, Flecha, Paolini, Van Avermaet ed Eisel, oltre all’ovvio Cancellara.
Vandenbergh ha confermato la gran vena nel tratto di Pont-Thibaut à Ennevelin, portando una nuova accelerazione cui hanno replicato soltanto Vanmarcke, Langeveld e Gaudin, orfano del compagno, vittima di una foratura. Flecha, Paolini, Van Avermaet e Stybar sono tornati sotto a 31 km dal termine, mentre Cancellara, rimasto per un attimo attardato insieme agli altri componenti del gruppetto di testa, è stato costretto ad impegnarsi in una trenata delle sue per rientrare, evitando che la situazione di otto contro quattro potesse tagliarlo fuori.
In contemporanea con il recupero dello svizzero è nata – tanto per cambiare sotto l’impulso di Vandenbergh – l’azione che avrebbe deciso la gara: Vanmarcke è stato l’unico ad accodarsi al tarantolato belga della Omega Pharma, mentre Cancellara, perso di nuovo l’attimo, si è lanciato al contrattacco nel settore di Bourghelles à Wannehain, seguito dal solo Stybar, mentre Paolini veniva estromesso dai giochi da una foratura.
La progressione con cui l’elvetico aveva recuperato 40’’ in un pugno di chilometri ai due fuggitivi, senza ricevere cambi da Stybar, pareva il prologo all’ennesima dimostrazione di forza, salvo poi rivelarsi invece il suo massimo exploit di giornata. Nemmeno sul Carrefour de l’Arbre è giunto il tanto atteso affondo del bernese, cui ha però semplificato la vita il più che riuscito tentativo della Omega Pharma di battere il record del mondo di sfiga in corsa ciclistica: Vandenbergh (per la verità già in affanno) è stramazzato a terra dopo pochi metri di pavé, in seguito al contatto con uno spettatore che ha assimilato troppo letteralmente il concetto di “dentro la gara”, mentre Stybar, ancora pienamente in lizza per il successo, ha atteso gli ultimi metri del settore per urtare un altro tifoso, ebbro di entusiasmo e forse non solo (ma la scena è poco chiara, causa riprese solo dall’alto), e perdere la pedalata quanto bastava per veder scappare i compagni d’avventura.
Vanmarcke, per la prima volta in un condizione di giocarsi una grande classica, ha mostrato una personalità non da neofita, affrontando in testa gli ultimi tratti sulle pietre e collaborando quasi alla pari con Cancellara, perfino dopo l’ultimo scatto ai -4 dello svizzero. La maggiore esperienza ha però consentito a Spartacus di intraprendere lo sprint doveva voleva, partendo alla ruota del belga, per poi sfilarlo sul rettilineo d’arrivo.
31’’ più tardi, recuperando quasi un minuto per via del quasi-surplace inscenato dai leader all’interno del velodromo, Terpstra ha regolato Van Avermaet e Gaudin, salvando quantomeno il podio per la Omega. Stybar, Langeveld e Flecha, giunti nell’ordine a 39’’, sono riusciti a resistere per 11’’ al ritorno di quello che era stato a lungo il terzo gruppetto, comprendente, fra gli altri, Chavanel e gli sfortunati Paolini e Vandenbergh.
Cancellara ha così affiancato il suo nome a quelli di Lapize, Rebry, Van Looy, Merckx, Moser e Museeuw, grazie ad un successo paradossalmente ancor più prezioso e significativo in quanto non frutto della solita, schiacciante superiorità: per la prima volta in carriera, Fabian ha saputo prevalere su un rivale per un giorno alla sua altezza, trovato sorprendentemente in Vanmarcke. È forse proprio il ragazzo di Kotrijk l’eroe di giornata, nonché il nome attorno al quale i belgi, ormai prossimi al tramonto dell’era Boonen, possono pensare di costruire il futuro nelle corse a loro più care.

Matteo Novarini

MAGICA MOVISTAR: RUI COSTA FA SUA LA KLASICA PRIMAVERA

aprile 7, 2013 by Redazione  
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Ancora Movistar che fa il pieno in terra spagnola. E’ Rui Costa, dopo Quintana al Pais Vasco, ad alzare il trofeo della Klasica Primavera. Lo spagnolo ha vinto in volata su Urtasun e Contador, ripreso solo negli ultimi metri.

Foto copertina: lo sprint vincente di Rui Costa ad Amorebieta (foto EFE)

Ancora la Movistar, questa volta con Rui Costa, si aggiudica la Klasica Primavera. La squadra spagnola, dopo la doppietta Visconti-Valverde della scorsa edizione, fa il bis cogliendo il successo anche in questa 59° edizione.
A decidere la corsa è una volata di gruppo dopo che la Euskaltel era stata in grado di richiudere sul tentativo di Herrada, Intxausti, Contador, Nieve e Fernandez nato a 18 km dalla conclusione. I cinque sono poi rimasti due, Contador e Intxausti, fino ad una manciata di metri dall’arrivo quando il gruppo ha riassorbito gli attaccanti in volata. Bravo Contador a resistere, ma nulla ha potuto su Rui Costa e Pablo Urtasun che lo hanno passato in veocità e si sono aggiudicati i primi due gradini del podio. Tattica perfetta quella della Movistar che ha permesso a Herrada e Intxausti di chiudere la top five, così come testimoniano le parole del vincitore: “Avevamo studiato tutto a tavolino, io e Intxausti dovevamo controllare a turno Contador, ai meno venti lo ha seguito lui così io ho atteso la volata! E’ andata splendidamente e sono contento per il mio primo successo stagionale (già l’ottavo di squadra)”.

Andrea Mastrangelo

EXPLOIT QUINTANA, BEFFA SKY, FLOP CONTADOR

aprile 7, 2013 by Redazione  
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Contro tutti i pronostici della vigilia è il colombiano della Movistar ad aggiudicarsi il Giro dei Paesi Baschi grazie a una crono di Beasain in cui conquista la piazza d’onore alle spalle di Tony Martin, imbattuto contro il tic tac in stagione, che gli consente di avere la meglio sul grande favorito Richie Porte e di scavalcare nella generale Sergio Henao, che chiudono al secondo e terzo posto nella generale. Deludente invece la prova del madrileno della Saxo-Tinkoff che è solo 10° nella prova contro il tempo e 5° in classifica finale dietro a Simon Spilak, lontani dalla top ten gli italiani.

Foto copertina: Quintana trionfa e si mette il… basco (foto Movistar Team)

Come da recente tradizione il Giro dei Paesi Baschi si è conclusa con una cronometro lungo un tracciato tutt’altro che da specialisti, 24 km con partenza e arrivo a Beasain caratterizzati dagli strappi di Alto de Lierna e Zerain e ai -6 dal traguardo dall’Alto de Olaberria, 2 km al 12,2% di pendenza media lungo i quali i big si sono dati battaglia nella tappa vinta da Richie Porte (Team Sky), senza contare il fatto che ancora una volta i 73 corridori rimasti in gara hanno dovuto fare i conti con il maltempo e l’asfalto bagnato.
Proprio il 28enne di Launceston, già vittorioso in stagione nella breve crono di Porto Vecchio al Criterium International e soprattutto nella cronoscalata al Col d’Eze alla Parigi-Nizza, godeva dei favori del pronostico in virtù di una classifica generale che lo vedeva al secondo posto a 6” dal compagno Sergio Henao e a pari merito con Nairo Quintana (Movistar) e davanti per 4” ad Alberto Contador (Saxo-Tinkoff) e Simon Spilak (Katusha) ma le cose sono andate diversamente. Il successo di tappa è infatti andato al campione del mondo di specialità Tony Martin (Omega-QuickStep), tuttora imbattuto nelle prove contro il tempo in questa stagione, che, grazie anche alle energie risparmiate nelle ultime tappe dopo essere uscito di classifica in seguito a una caduta nella frazione inaugurale di Elgoibar, si è superato lungo un percorso apparentemente non adatto alle sue caratteristiche facendo segnare il miglior tempo già al rilevamento intermedio posto dopo 12 km e chiudendo con 17” su un superlativo Quintana che ha fatto valere le sue doti di scalatore nei tratti più duri ma anche quelle di abilità di guida del mezzo, inusuali per un colombiano ma che già gli avevano consentito di aggiudicarsi la tappa di Eibar in cui aveva fatto il vuoto nell’ultima curva, e ha inflitto ben 23” a un Porte che ne ha accusati già 10 a metà percorso e contrariamente al suo solito non è riuscito ad accelerare nella seconda parte di gara, chiudendo fuori anche dal podio di tappa alle spalle di un brillante Beñat Intxausti (Movistar), 3° a 32” da Martin: l’australiano ha quantomeno conservato il secondo posto della generale scavalcando Henao che si è piazzato 7° a 57” e a sua volta si è ben comportato salvando il podio per 1” dalla rimonta di un atleta molto più avvezzo di lui a questo tipo di prove come Spilak, che ha chiuso 5° a 48” davanti a Jean-Christophe Péraud (Ag2r) 6° a 51”. Il grande sconfitto di giornata è stato Contador, che prima della squalifica per il caso clenbuterolo aveva il suo principale punto di forza proprio nelle crono molto vallonate mentre qui non è andato oltre il 10° posto a 1′07” alle spalle di Carlos Betancur (Ag2r) e Pieter Weening (Orica-GreenEdge), altri due protagonisti in tutte le giornate di gara, chiudendo solo 5° nella generale e fallendo l’obiettivo di ripetere i successi del 2008 e nel 2009; peggio ancora ha fatto Samuel Sánchez (Euskaltel) che un anno fa aveva conquistato il Giro dei Paesi Baschi grazie a una grande prova proprio nella crono conclusiva di Oñati mentre qui non è andato oltre il 48° posto a 3′12” da Martin, precipitando in 15a posizione nella generale. Non è stata una buona giornata neppure per i nostri con Adriano Malori (Lampre-Merida) che lungo un percorso decisamente non adatto alle sue caratteristiche ha chiuso 22° a 1′53” precedendo di 3” Matteo Montaguti (Ag2r), mentre Diego Ulissi e Damiano Cunego (Lampre-Merida) e Giampaolo Caruso (Katusha) hanno tutti perso posizioni in classifica: dignitose comunque le prove del siciliano, alla luce della sua scarsa attitudine contro il tic tac, che ha chiuso 35° a 2′42”, e del veronese, 29° a 2′31” complice una foratura che gli ha fatto perdere una quarantina di secondi anche se in generale non è stato ai livelli di un anno fa quando aveva chiuso 5° nella crono di Oñati e 4° in classifica finale, mentre è incappato in una controprestazione il toscano solo 39° a 2′56” da Martin.
Il successo finale va dunque a Quintana con 23” su Porte, 34” su Henao che oltre al terzo gradino del podio ha portato a casa il successo nella tappa di Trapagaran, 35” su Spilak, 54” su Contador, 1′18” su Weening, 1′19” su Intxausti, 2′47” su Wouter Poels (Vacansoleil) e 2′56” su John Gadret (Ag2r) con Caruso 12° a 3′12” e Ulissi e Cunego 14° e 16° entrambi a 3′36”; Quintana ha conquistato anche la classifica a punti mentre un altro grande animatore della corsa come Amets Txurruka (Caja Rural), in fuga in ben quattro frazioni in linea su cinque, ha conquistato la classifica degli scalatori e quella degli sprint intermedi e la Movistar si è aggiudicata la graduatoria a squadre. Gran parte dei protagonisti di questo Giro dei Paesi Baschi saranno ora attesi nelle classiche delle Ardenne con Amstel Gold Race, Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi in programma tra il 14 e il 21 aprile.

Marco Salonna

06-04-2013

aprile 7, 2013 by Redazione  
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GIRO DEI PAESI BASCHI

Il tedesco Tony Martin (Omega Pharma – Quick Step) si è imposto nella sesta ed ultima tappa, circuito a cronometro di Beasain, percorrendo 24 Km in in 35′05″ alla media di 41,045 Km/h. Ha preceduto di 17″ il colombiano Nairo Alexander Quintana Rojas (Movistar Team) e 32″ lo spagnolo Intxausti Elorriaga. Miglior italiano Adriano Malori (Lampre – Merida), 22° a 1′53″. In classifica si impone Quintana Rojas con 23″ sull’australiano Porte e 34″ sul colombiano Henao Montoya. Miglior italiano Giampaolo Caruso (Katusha Team), 12° a 3′10″.

CIRCUIT DES ARDENNES INTERNATIONAL (Francia)

L’austriaco Riccardo Zoidl (Team Gourmetfein Simplon) si è imposto nella seconda tappa, Givet – Haybes, percorrendo 161 Km in 4h11′15″ alla media di 38,448 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Eibegger e il francese Alaphilippe. Zoidl è il nuovo leader della classifica, con 4″ su Eibegger e 6″ sul belga Benoot.

THE MAHA CHACKRI SIRINDHON’S CUP TOUR OF THAÏLAND

Il sudcoreano Ki Seok Lee (CCN Cycling Team) si è imposto nella sesta ed ultima tappa, Khao-Lak – Phuket, percorrendo 105,5 Km in 2h07′12″ alla media di 49,764 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’uzbeko Volik e l’australiano English. In classifica si impone il cinese Ki Ho Choi con 1″ sull’australiano Walker e 3″ sul giapponese Nakajima.

TOUR DE MAROC

Lo spagnolo Francisco Javier Cantero Gomez (Ayuntamiento Trebujena) si è imposto nella nona tappa, Marrakech – El Jadida, percorrendo 198 Km in 4h43′54″ alla media di 43,215 Km/h. Ha preceduto allo sprint il marocchino Haddi e il polacco Komar. Unico italiano Daniele Aldegheri (Christina Watches Onfone), 11°. Il francese Mathieu Perget è ancora leader della classifica, con 7′01″ sullo slovacco Kováč e sul kazako Mizourov. Aldegheri, 9° a 15′14″

GRAND PRIX OF SOCHI (Russia)

L’ucraino Vitaliy Buts (Kolss Cycling Team) si è imposto nella quarta tappa, Novomikhailovsky – Nebug, percorrendo 216 Km in 5h12′29″ alla media di 41,474 Km/h. Ha preceduto allo sprint il russo Razumov e il lettone Andrijanovs. Buts ancora leader della classifica, con 5″ su Razumov e 8″ sull’ucraino Popkov.

MILANO – BUSSETO (dilettanti)

L’italiano Federico Zurlo (Zalf Euromobil Désirée Fior) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Busseto, percorrendo 145 Km in 3h28′00″ alla media di 41,827 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Liam Bertazzo (Trevigiani Dynamon Bottoli) e Gianluca Mengardo (Team Delio Gallina Colosio Eurofeed)

SKY, PORTE CHIUSE AGLI AVVERSARI

aprile 6, 2013 by Redazione  
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Sorride alla corazzata britannica una tappa di Beasain resa durissima dal maltempo con l’australiano che si avvantaggia un po’ per caso a 1500 metri dal traguardo e conquista il quinto successo stagionale con 4” su un Samuel Sánchez tornato competitivo ai massimi livelli e sul compagno Sergio Henao che conserva la leadership della generale in vista della crono conclusiva. Altra discreta prova di Diego Ulissi e Giampaolo Caruso che chiudono 9° e 10° a 20”, più indietro Damiano Cunego

Foto copertina: Porte al traguardo di Beasain (foto EFE)
La quinta e penultima tappa del Giro dei Paesi Baschi, 166,1 km da Eibar a Beasain, si presentava già di suo come una delle più dure della corsa con un profilo altimetrico molto simile a quello della frazione di Porto Sant’Elpidio della Tirreno-Adriatico, caratterizzato da ben dieci gran premi della montagna ultimo dei quali l’Alto de Olaberria, 2 km al 12,2% con la vetta ai -6 dal traguardo, ed è stata resa massacrante da condizioni meteo anche peggiori rispetto a quelle incontrate nelle Marche con temperature non superiori ai 5°C, pioggia e in alcuni tratti addirittura qualche spruzzata dai neve, tanto che solo 73 corridori hanno terminato la prova e ben 75 hanno alzato bandiera bianca, tra cui Philippe Gilbert e Tejay Van Garderen (Bmc), Andy Schleck e Andres Klöden (RadioShack), Igor Antón (Euskaltel) ed Enrico Gasparotto (Astana). La corsa è stata caratterizzata da un attacco in forze della Movistar al Team Sky della maglia gialla Sergio Henao e di Richie Porte con José Herrada, 17° nella generale a 1′17” dal colombiano, che si è avvantaggiato sull’Alto de Urraki, seconda ascesa di giornata, insieme ai compagni di squadra Rui Alberto Faria da Costa e Javier Moreno e ad altri due atleti non brillantissimi nei giorni scorsi ma comunque anch’essi ben posizionati in classifica come Jacob Fuglsang (Astana), supportato a sua volta dal compagno Egor Silin, ed Andrew Talansky (Garmin-Sharp) oltre a Daniel Navarro (Cofidis), Jon Izagirre (Euskaltel) e Mikael Chérel (Ag2r) che hanno acquisito fino a 1′30” di margine e sembrava che alla lunga potessero piegare la resistenza del Team Sky, con Vasil Kiryienka ben presto rimasto solo a tirare dopo che Jonathan Tiernan-Locke, Joseph Dombrovski e Xavier Zandio avevano esaurito le proprie energie: il bielorusso, che tra l’altro militava proprio nella Movistar fino alla passata stagione, ha però da solo tenuto testa agli uomini al comando e sono stati questi ultimi a spegnersi strada facendo a tal punto che sull’Alto de Gabiria, posto a 66 km dal traguardo, Omar Fraile (Caja Rural), 22enne di Bilbao considerato tra i più promettenti del ciclismo spagnolo, è scattato insieme di Amets Txurruka in quella che sembrava inizialmente un’azione finalizzata ad aiutare il compagno a raccogliere punti per la classifica degli scalatori, per poi lasciarlo sul posto e nel giro di una ventina di km raggiungere e staccare tutti i fuggitivi fino a rimanere solo al comando mentre i vari Herrada, Talansky, Fuglsang e compagnia sono stati riassorbiti da un gruppo che salita dopo salita si assottigliava fino a essere composto da non più di 40 unità.
Gli ultimi 40 km sono stati di fatto un testa a testa tra Fraile e Kiryienka con il basco che ha proseguito nella sua azione mantenendo un vantaggio sempre di poco superiore al minuto e il bielorusso costantemente in testa a un gruppo in cui nessun altro ha più tentato di avvantaggiarsi, anche per via di condizioni meteo sempre più difficili, finchè in vista dell’Alto de Olaberria gli uomini dell’Euskaltel non si sono portati al comando per ridurre il gap con il fuggitivo e tentare di vincere la tappa con Samuel Sánchez. Sulle prime rampe Fraile è stato ripreso e proprio l’asturiano, apparso nuovamente in ottima condizione dopo che nelle tappe di Elgoibar ed Eibar non era riuscito a tenere il ritmo dei migliori, ha operato un forcing nel tratto finale dell’ascesa al quale hanno prontamente replicato Henao, Porte, Simon Spilak (Katusha) e Nairo Quintana (Movistar) mentre solo dopo lo scollinamento sono riusciti a riaccordarsi Pieter Weening (Orica-GreenEdge), un Alberto Contador (Saxo-Tinkoff) ancora una volta leggermente al di sotto dei suoi livelli abituali e John Gadret (Ag2r), unico della formazione transalpina a rimanere in quota a differenza di Carlos Betancur e John-Christophe Péraud, che pure erano stati protagonisti nei giorni scorsi e occupavano rispettivamente la 6a e la 7a posizione della generale, mentre non ce l’hanno fatta per poco ad agganciarsi Diego Ulissi (Lampre-Merida) e Giampaolo Caruso (Katusha) ed è rimasto ancora più indietro un Damiano Cunego (Lampre-Merida) meno brillante rispetto alle tappe precedenti. Nel tratto iniziale della discesa Sánchez ha tentato di prendere il largo con Henao solo a rimanergli a ruota ma il loro tentativo è stato annullato e a 2 km dal traguardo Porte si è portato in testa, apparentemente per tirare la volata alla maglia gialla e impedire scatti di altri, quando Quintana che si trovava alla sua ruota ha avuto un attimo di indecisione perdendo qualche metro rispetto all’australiano, che a quel punto ha approfittato dell’occasione facendo valere le sue qualità di passista e tirando dritto fino al traguardo di Beasain che ha tagliato in solitudine con 4” su Sánchez, Henao, Quintana, Weening, Gadret, Contador e Spilak mentre Ulissi e Caruso hanno chiuso 9° e 10° a 20” con Betancur nella scia, Cunego 19° a 44” e Péraud addirittura 40° a 3′02”. Per Porte si tratta già del quinto successo stagionale dopo due tappe e la classifica generale della Parigi-Nizza e una tappa del Criterium International e ora più che mai sembra il grande favorito per la vittoria finale del Giro dei Paesi Baschi: l’australiano è infatti 2° nella generale a pari merito con Quintana a 6” da Henao seguito da Contador e Spilak entrambi a 10”, mentre gli altri a partire da Weening 6° a 35” e Betancur 7° a 37” sono ormai tagliati fuori, e avrà ora a disposizione la crono conclusiva con partenza e arrivo a Beasain, 24 km molto impegnativi che in gran parte ricalcano il finale della frazione in linea con l’Alto de Olaberria a 6 km dal traguardo e gli strappi di Alto de Lierna e Zerain nel tratto iniziale.

Marco Salonna

05-04-2013

aprile 6, 2013 by Redazione  
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GIRO DEI PAESI BASCHI

L’australiano Richie Porte (Sky ProCycling) si è imposto nella quinta tappa, Eibar – Beasain, percorrendo 166,1 Km in in 4h40′43″ alla media di 35,480 Km/h. Ha preceduto di 4″ lo spagnolo Sánchez González e il colombiano Sergio Luis Henao Montoya (Sky ProCycling). Miglior italiano Diego Ulissi (Lampre – Merida), 9° a 20″. Henao Montoya è ancora leader della classifica con 6″ sul connazionale Quintana Rojas e Porte. Miglior italiano Giampaolo Caruso (Katusha Team), 9° a 51″.

CIRCUIT CYCLISTE SARTHE – PAYS DE LOIRE

Il francese Francis Mourey (FDJ) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Abbaye de l’Epau (Le Mans) – St-Vincent-du-Loroüer, percorrendo 165,8 Km in 4h19′20″ alla media di 38,360 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Mondory e di 2″ il connazionale Hivert. Miglior italiano Sonny Colbrelli (Bardiani Valvole – CSF Inox), 4° a 2″. In classifica si impone Pierre Rolland (Team Europcar) con 10″ sul ceco Barta e sullo svedese Ludvigsson. Miglior italiano Nicola Boem (Bardiani Valvole – CSF Inox), 12° a 29″.

CIRCUIT DES ARDENNES INTERNATIONAL (Francia)

Il belga Louis Verhelst (Etixx – iHNed) si è imposto nella prima tappa, Juniville – Tagnon, percorrendo 162 Km in 3h48′30″ alla media di 42,538 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Vermeltfoort e il belga Benoot. La prima classifica vede in testa Verhelst con 4″ su Vermeltfoort e sul francese Blain. Non ha concluso la tappa l’unico italiano in gara, Giorgio Brambilla (Atlas Personal – Jakroo)

THE MAHA CHACKRI SIRINDHON’S CUP TOUR OF THAÏLAND

Il sudcoreano Ho-Sung Cho (Seoul Cycling Team) si è imposto nella quinta tappa, Ranong – Khao-Lak, percorrendo 195 Km in 4h45′33″ alla media di 40,973 Km/h. Ha preceduto di 4″ il thailandese Sai-Udomsil e di 22″ il sudcoreano Park. Il malesiano Mohammed Saiful Anuar Aziz (Terengganu Cycling Team) è ancora leader della classifica con 2″ sul cinese Choi e 4″ sull’australiano Walker.

TOUR DE MAROC

Il marocchino Said Bdadou si è imposto nell’ottava tappa, Béni Mellal – Marrakech, percorrendo 198 Km in 4h59′58″ alla media di 39,604 Km/h. Ha preceduto di 13″ l’italiano (unico in gara) Daniele Aldegheri (Christina Watches Onfone) e il turco Orken. Il francese Mathieu Perget è ancora leader della classifica, con 7′01″ sullo slovacco Kováč e sul kazako Mizourov. Aldegheri, 9° a 15′14″

GRAND PRIX OF SOCHI (Russia)

Il russo Maksim Razumov (Itera – Katusha) si è imposto anche nella terza tappa, Novorossiysk – Nebug, percorrendo 154 Km in 4h11′57″ alla media di 36,674 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’ucraino Vitaliy Buts (Kolss Cycling Team) e il russo Nikolaev. Buts è il nuovo leader della classifica, con lo stesso tempo del connazionale Popkov e 1″su Razumov.

04-04-2013

aprile 5, 2013 by Redazione  
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GIRO DEI PAESI BASCHI

Il colombiano Nairo Alexander Quintana Rojas (Movistar Team) si è imposto nella quarta tappa, Trapagaran – Eibar (Arrate), percorrendo 151,6 Km in in 3h58′52″ alla media di 38,080 Km/h. Ha preceduto di 2″ il connazionale Sergio Luis Henao Montoya (Sky ProCycling) e lo spagnolo Contador Velasco. Miglior italiano Damiano Cunego (Lampre – Merida), 12° a 24″. Henao Montoya è ancora leader della classifica con 6″ su Quintana Rojas e 10″ sull’australiano Porte. Miglior italiano Giampaolo Caruso (Katusha Team), 9° a 35″.

GRAND PRIX PINO CERAMI

Il belga Jonas Vangenechten (Lotto Belisol Team) si è imposto nella corsa belga, Saint-Ghislain – Frameries, percorrendo 205,8 Km in 5h13′46″ alla media di 39,354 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Romain Feillu e il lettone Smirnovs. Miglior italiano Pierpaolo De Negri (Vini Fantini – Selle Italia), 7°.

CIRCUIT CYCLISTE SARTHE – PAYS DE LOIRE

Il francese Pierre Rolland (Team Europcar) si è imposto nella quarta tappa, Angers – Pré-en-Pail, percorrendo 188,7 Km in 5h33′16″ alla media di 33,973 Km/h. Ha preceduto di 9″ l’austriaco Denifl e di 23″ lo svedese Ludvigsson. Miglior italiano Enrico Battaglin (Bardiani Valvole – CSF Inox), 11° a 25″. Rolland è il nuovo leader della classifica, con 10″ sul ceco Barta e Ludvigsson. Miglior italiano Nicola Boem (Bardiani Valvole – CSF Inox), 12° a 29″.

THE MAHA CHACKRI SIRINDHON’S CUP TOUR OF THAÏLAND

Il thailandese Thurakit Boonratanathanakorn si è imposto nella quarta tappa, Chumporn – Ranong, percorrendo 199,7 Km in 5h05′06″ alla media di 39,272 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’irlandese McConvey e il malesiano Lutfi. Il malesiano Mohammed Saiful Anuar Aziz (Terengganu Cycling Team) è ancora leader della classifica con 2″ sul cinese Choi e 4″ sull’australiano Walker.

TOUR DE MAROC

Il polacco Mateusz Komar (BDC – Marcpol Team) si è imposto nella settima tappa, Khenifra – Béni Mellal, percorrendo 130 Km in 3h18′22″ alla media di 39,321 Km/h. Ha preceduto allo sprint il ceco Gavenda e di 30″ il marocchino Abelouache. Unico italiano Daniele Aldegheri (Christina Watches Onfone), 11° a 13′44″. Il francese Mathieu Perget è ancora leader della classifica, con 7′01″ sullo slovacco Kováč e sul kazako Mizourov. Miglior italiano Aldegheri, 9° a 15′53″

GRAND PRIX OF SOCHI (Russia)

Il russo Maksim Razumov (Itera – Katusha) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Anapa, percorrendo 128,4 Km in 3h02′06″ alla media di 42,306 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’ucraino Buts e il greco Bouglas. L’ucraino Vitaliy Popkov (ISD Continental) è ancora leader della classifica, con 6″ su Buts e 11″ su Razumov.

ANCORA COLOMBIA, TOCCA A QUINTANA

aprile 5, 2013 by Redazione  
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Vittoria d’astuzia del 23enne della Movistar che fa il vuoto nell’ultima curva sull’asfalto bagnato e conquista il tradizionale arrivo in salita di Eibar-Arrate con 2” su Sergio Henao, Alberto Contador, Carlos Betancur, Simon Spilak, Richie Porte e Jean-Christophe Péraud riducendo a 6” il distacco nella generale dal connazionale del Team Sky. Chiudono a ridosso della top ten gli azzurri Damiano Cunego, Giampaolo Caruso e Diego Ulissi.

Foto copertina: Quintana espugna la “roccaforte” di Arrate, storica ascesa del ciclismo basco (foto Bettini)

Per il quinto anno consecutivo il Giro dei Paesi Baschi è approdato a Eibar-Arrate al termine della salita dell’Alto de Usartza, 5,8 km all’8,4%, posta a 2 km da un traguardo che nelle ultime tre edizioni ha visto il successo di Samuel Sánchez e nel 2009 quello di Alberto Contador, senza dimenticare quanto accaduto all’ultima Vuelta España in cui Alejandro Valverde ha avuto la meglio al fotofinish su Joaquin Rodrìguez. La tappa, 151,6 km con partenza da Trapagaran e l’Alto Pagatza, l’Alto Karabieta, l’impegnativo Alto de Ixua e l’Alto Aisastia, già affrontato nella frazione di Elgoibar, da scalare prima della salita finale, è stata caratterizzata per la prima volta da pioggia e freddo lungo tutto il percorso e, dopo diversi tentativi iniziali che hanno visto protagonisti tra gli altri Andrew Talansky (Garmin-Sharp) e Nicolas Roche (Saxo-Tinkoff) è vissuta sulla fuga partita al km 53 del campione russo Eduard Vorganov (Katusha), di un Rein Taaramäe (Cofidis) alla ricerca di una condizione che non ha quasi mai trovato dopo la mononucleosi che l’ha colpito all’inizio della passata stagione, di un Peter Velits (Omega-QuickStep) sempre a suo agio con il maltempo e a caccia di riscatto dopo aver perso 1′49” a Trapagaran pur avendo fatto lavorare la squadra e dei nostri Matteo Montaguti (Ag2r) e Daniele Ratto (Cannondale), che hanno acquisito fino a 5′ di margine e non è stato affatto facile per il gruppo andarli a riprendere: finchè a tirare è rimasto il Team Sky della maglia gialla Sergio Henao e di Richie Porte, che può contare in questa Vuelta al Pais Vasco solo su quattro corridori oltre ai due leader della generale, sebbene tra questi vi siano atleti di grande spessore come Vasil Kiryienka e il vincitore del GiroBio 2012 Joseph Dombrowski, il gap non è mai sceso sotto i 4′ ma quando la Movistar di Nairo Quintana ha preso il comando delle operazioni è apparso evidente che per i battistrada non ci sarebbero state chances: sotto la spinta degli uomini di Unzue una cinquantina di atleti hanno perso contatto tra cui Amets Txurruka (Caja Rural), comprensibilmente a corto di energie dopo le tre giornate precedenti passate in fuga, e Andy Schleck (RadioShack) che pure aveva dato qualche segnale positivo almeno in termini di voglia di stare davanti nelle prime tappe.
Sull’Alto de Ixua il forcing di Velits ha provocato i cedimenti di Taaramäe e Vorganov e in prossimità della vetta anche quello di Ratto rientrato nella successiva discesa e lo slovacco, il torinese e Montaguti si sono presentati ai piedi della salita finale con ancora 1′ di margine, decisamente insufficiente a resistere al ritorno degli uomini di classifica. Sulle prime rampe i big si sono studiati e ne hanno approfittato per andare in avanscoperta José Herrada (Movistar), in assoluto uno dei più attivi in questa Vuelta al Pais Vasco, Pieter Weening (Orica-GreenEdge) e un John Gadret (Ag2r) che quest’anno diserterà il Giro per puntare tutto sul Tour ma l’unico a fare il vuoto è stato Simon Spilak (Katusha), che una volta di più conferma la sua attitudine quando le condizioni meteo sono avverse: lo sloveno, distanziato di soli 10” nella generale da Henao, ha raggiunto e superato i contrattaccanti e poi anche Velits e Montaguti, dai quali nel frattempo aveva nuovamente perso contatto Ratto, e ha acquisito fino a 25” sul gruppo degli inseguitori dal quale si è mosso Henao immediatamente seguito da Porte, Quintana, Jean-Christophe Péraud e Carlos Betancur (Ag2r), un Alberto Contador (Saxo-Tinkoff) che ancora una volta ha corso esclusivamente sulla difensiva e inizialmente anche dai nostri Diego Ulissi (Lampre-Merida) e Giampaolo Caruso (Katusha), che però non hanno retto il ritmo e sono stati raggiunti dal gruppetto alle loro spalle comprendente tra gli altri Samuel Sánchez (Euskaltel), che ha visto così sfumare l’occasione di cogliere il poker a Eibar, Andrew Talansky (Garmin-Sharp) e Damiano Cunego (Lampre-Merida). Nel tratto finale dell’ascesa nel successivo falsopiano che portava al traguardo è stato costantemente Porte a imporre una forte andatura che ha messo in difficoltà Péraud e Betancur, bravi comunque a rimanere agganciati al gruppetto, e ha fatto sì che Spilak venisse ripreso finchè nell’ultima curva a 200 metri dal traguardo, resa più impegnativa dall’asfalto bagnato, Quintana ha fatto la differenza e si è imposto con 2” su Henao, Contador, Betancur, Spilak, Porte e Péraud nell’ordine, conquistando il secondo successo stagione dopo quello di Vallter 2000 al recente Giro di Catalogna. Alle loro spalle hanno chiuso Weening, rimasto nel mezzo dopo lo scatto all’inizio della salita, 8° a 16” e Sánchez 9° a 23” con Cunego 12° a 24” alle spalle di Alberto Losada (Katusha) e Wouter Poels (Vacansoleil) e Caruso e Ulissi 13° e 15° a 27” mentre gli sconfitti di giornata tra coloro che occupavano una buona posizione nella generale sono stati Tejay Van Garderen (Bmc) 21° a 57” e Jacob Fuglsang (Astana) 22° a 1′02” per non parlare di Igor Antón 44° a 3′38”: Henao resta in maglia gialla con 6” su Quintana, 10” su Porte, Contador e Spilak, 21” su Betancur, 26” su Péraud e 35” su Weening e Caruso ma molto potrà cambiare nella quinta tappa, 166,1 km da Eibar a Beasain con ben dieci gran premi della montagna ultimo dei quali l’Alto de Olaberria, strappo di 2 km con pendenza media superiore al 12%, posto ai -6 dal traguardo

Marco Salonna

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