20-04-2013
aprile 21, 2013 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GRAND PRIX OF ADYGEYA (Russia)
Il russo Alexander Foliforov (Helicopters) si è imposto nella quarta tappa, Maykop – Guzerypl, percorrendo 148,7 Km in 3h03′31″ alla media di 48,617 Km/h. Ha preceduto di 23″ l’ucraino Andriy Khripta (Kolss Cycling Team) e di 34″ il russo Budaragin. Khripta è il nuovo leader della classifica con 38″ sul connazionale Popkov e 49″ sul russo Zakarin.
MZANSI TOUR (Sudafrica)
L’argentino Mauro Abel Richeze (Team Nippo – De Rosa) si è imposto anche nella quarta tappa, Hartebeerspoort – Pretoria, percorrendo 145,3 Km in 4h02′43″ alla media di 35,918 Km/h. Ha preceduto allo sprint i sudafricani Robert Hunter (Garmin – Sharp) e Hoffman. Miglior italiano Fortunato Baliani (Team Nippo – De Rosa), 11°. Hunter è ancora leader della classifica, con 5′56″ sul francese Antomarchi e 6′02″ su Baliani.
ARNO WALLAARD MEMORIAL
L’olandese Coen Vermeltfoort (Cyclingteam De Rijke – Shanks) si è imposto nella corsa olandese, circuito di Meerkerk, percorrendo 184 Km in 4h00′27″, alla media di 45,914 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Teunissen e il belga De Bie.
BANJA LUKA – BELGRADO I
Lo slovacco Michael Kolar (Dukla Trencin Trek) si è imposto nella corsa bosniaca, Banja Luka – Belgrado, percorrendo 181,5 Km in 4h09′58″ alla media di 43,566 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’austriaco Sokol e lo sloveno Mugerli.
GRAND PRIX HERNING
Il danese Lasse Norman Hansen (Blue Water Cycling) si è imposto nella corsa danese, circuito di Herning, percorrendo 199,4 Km in 5h02′23″ alla media di 39,565 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Mortensen e di 11″ il connazionale Broge. Miglior italiano Angelo Furlan (Christina Watches-Onfone), 14° a 56″.
LO SQUALO ATTACCA, STACCA TUTTI E VINCE
Arrivo in solitaria per Vincenzo Nibali (Astana) sul traguardo di Sega di Ala. Il siciliano dell’Astana ha preceduto di 7 secondi Mauro Santambrogio (Vini Fantini) e di 44 la coppia Niemec (Lampre-Merida)-Aru (Astana). Più staccato invece Bradley Wiggins causa incidente meccanico durante la scalata finale. Per Nibali c’è anche la soddisfazione di vincere anche la classifica generale di questa 37esima edizione del Giro del Trentino.
Foto copertina: Nibali stacca Santambrogio e si lancia verso il vertice del Giro del Trentino (foto Bettini)
Niente fuga oggi, ma questo si sapeva; d’altronde quell’ultima dura salita era troppo appetibile a coloro che avessero ancora voglia di smuovere le acque in classifica generale. Sull’ultima ascesa le acque si sono smosse alla grande con un Vincenzo Nibali in ottima condizione che è riuscito a staccare sulle ultime rampe un Mauro Santambrogio in versione “Hard to die”.
Un plauso va anche allo sconfitto di questa tappa, ovvero Maxime Bouet, che, nonostante abbia perso la maglia di leader, è riuscito, con la fuga bidone del primo giorno, a rendere il Giro del Trentino una corsa diversa da quella che poteva essere.
Tappa odierna che partiva da Arco e terminava a Sega di Ala dopo aver percorso 166 chilometri contraddistinti da 2 GPM nell’ultima parte: Brentonico di 2a categoria ai meno 34 dall’arrivo e la salita finale di Sega di Ala segnalata addirittura come Hors Categorie (“fuori categoria) per quei 13 chilometri con pendenza media del 9% e massima del 20.
Prima parte della frazione animata da una fuga composta da dieci corridori: Serpa (Lampre-Merida), Gautier (Europcar), Sella (Androni-Venezuela), Zardini (Bardiani-CSF), Bongiorno (Bardiani-CSF), Pantano (Colombia), Txurruka (Caja Rural), Taciak (CCC Polsat), Huzarski (NetApp-Endura) ed Antunes (Ceramica Flaminia). Fuggitivi che avranno un vantaggio massimo di circa tre minuti, ma il gruppo tirato in particolare dagli uomini Vini Fantini per Santambrogio annullano il vantaggio ai piedi della salita finale. Sulle prime rampe dell’ascesa si muove prontamente l’Astana di Vincenzo Nibali con Agnoli e Tiralongo che con il loro ritmo scremano il gruppo ad una ventina di unità. É Tiralongo che rompe gli indugi e allunga portandosi dietro Nibali e pochi metri dopo anche tutti i favoriti, tranne Wiggins: l’inglese, causa la rottura del cambio, è costretto a fermarsi e ripartire solo dopo il cambio della bicicletta, ma il tempo trascorso non permetterà all’inglese di recuperare il gap.
Nel frattempo in testa alla corsa sono rimasti sette corridori: Tiralongo che fa il ritmo seguito da Nibali e Aru (Astana), Santambrogio (Vini Fantini), Niemec (Lampre-Merida), Evans (BMC) e Locatelli (Bardiani-Csf).
Ai meno 5 dalla vetta c’è il primo allungo di Nibali, l’azione del siciliano costringe alla risposta immediata il solo Santambrogio, che dopo un grande sforzo riesce a rientrare su Vincenzo. Dietro rimangono uniti ad inseguire Evans, Niemec e Aru.
Ma questo Nibali non si accontenta, ed è così che sull’ultima rampa prima del falsopiano, si alza sui pedali e riparte: questa volta per Mauro Santambrogio non c’è nient’altro da fare che arrendersi.
Al traguardo Nibali giunge a braccia alzate precedendo il capitano della Vini Fantini di 4 secondi. Seguono nell’ordine: Niemec ed Aru a 44 secondi, Evans a 1′01”, Locatelli a 1′10, Pirazzi a 1′35, Garcia e Wiggins a 1′37 e, decimo, Rolland a 2′20.
In classifica generale c’è il ribaltone: Bouet essendo arrivato con 4′30 di ritardo è costretto a capitolare e a consegnare la maglia di leader a Vincenzo Nibali che si aggiudica anche la classifica finale. Sul podio salgono Santambrogio e Bouet: il primo con un ritardo di 21 secondi di ritardo, mentre il secondo con 55.
In prospettiva Giro d’Italia spiccano senz’altro le vittorie di Nibali, ma non possiamo dimenticare Bradley Wiggins: il vincitore dello scorso Tour de France è parso in forma nonostante i guasti meccanici. Ottime le prove dei giovanissimi Locatelli e Aru, con il sardo che si aggiudica fra l’altro la maglia di migliore giovane. Discreta la performance di Evans, mentre da rivedere quelle di Basso, Scarponi (ma almeno il marchigiano della Lampre si è fatto vedere nella tappa di ieri) e Pellizotti.
Paolo Terzi
LA FUGA VA E SANTAROMITA STRACCIA TUTTI
Nella terza tappa della corsa trentina c’è l’affermazione di Ivan Santaromita (BMC) che, in un sprint a tre, ha avuto ragione di Paolo Tiralongo (Astana) e di Michele Scarponi (Lampre-Merida) dopo una lunga fuga. Nessun cambiamento per quanto riguarda la classifica generale che vede sempre in testa Maxime Bouet, in attesa della decisiva tappa di domani a Sega di Ala.
Foto copertina: Santaromita vince la terza tappa del Trentino (foto Bettini)
Era la tappa intermedia di questo Giro del Trentino ma alcuni corridori erano vogliosi di dimostrare il loro vero valore dopo il passaggio a vuoto sulla salita che conduceva a Vetriolo Terme. Primo fra tutti Michele Scarponi, che nella frazione di ieri non è riuscito ad esprimersi come voleva e oggi è stato l’iniziatore dell’azione decisiva portando via un gruppetto sulle rampe di Fai della Paganella.
Oggi tappa intermedia come detto con un percorso che presentava pochi chilometri di pianura e tutto il resto di salite pedalabili che proposte consecutivamente concedevano poco respiro ai corridori. Solo due le salite segnalate come GPM: Fai della Paganella (2a categoria) ad inizio tappa e Daone (di 3a categoria) con lo scollinamento ad appena 15 chilometri dal traguardo.
Vista l’alta probabilità che una fuga potesse andare in porto sin dalla partenza sono stati in molti che hanno provato ad evadere dal gruppo. Ma il fatto di affrontare una salita secca come quella di Fai della Paganella ha permesso di andare in fuga solo quei corridori che stessero veramente bene, formando la classica “fuga di forza”. Sul GPM si crea un gruppetto di 9 corridori, composto da: Tiralongo e Kangert (Astana), Durasek e Scarponi (Lampre-Merida), Piedra (Caja Rural), Locatelli (Bardiani-Csf), Santaromita (BMC), Sarmiento (Cannondale), Sella e Felline (Androni, ma con quest’ultimo staccatosi ancor prima dell’ultima salita).
Il vantaggio dei battistrada è rimasto nell’ordine del minuto e mezzo fino a quando Wiggins ha subito un incidente meccanico, costringendo i suoi compagni a desistere dall’inseguimento e a riportare il proprio capitano in gruppo, mentre l’Ag2r di Bouet aveva tutto l’interesse di favorire la fuga così da non tentare nessun big in classifica a qualche scatto sull’ultima salita.
Questo momento di indecisione durato solo qualche chilometro ha comunque permesso ai fuggitivi di guadagnare qualche minuto portando il vantaggio a 3′40. E data la condizione che in testa c’erano corridori di tutto rispetto ha lasciato intendere che la tappa se la sarebbero giocata proprio loro.
La battaglia decisiva si scatena sull’ultima ascesa, quella di Daone, con Durasek che imponeva un forte ritmo e il gruppetto nel frattempo si scremava. I successivi scatti di Scarponi restringevano la testa della corsa a soli tre corridori: assieme a Scarponi rimanevano solo Santaromita e Tiralongo.
Il livello equilibrato dei corridori in testa ha fatto sì che la vittoria se la sarebbero risolta in uno sprint ristretto a questi tre corridori.
Dopo un ultimo chilometro percorso a velocità ciclo-turistica per studiarsi e controllarsi è Tiralongo che lancia lo sprint per primo quando mancano ancora 250 metri. Santaromita “para” il colpo del siciliano, mentre Scarponi perde qualche metro. Tiralongo insiste ancora ma a 50 metri dalla linea d’arrivo ha speso tutto quello che aveva in corpo permettendo la rimonta di Santaromita che, incredulo, tagliava il traguardo in prima posizione. Secondo posto per Tiralongo mentre arrivava terzo Scarponi dimostrando che la brutta performance del giorno precedente era dovuta ad una giornata storta più che a una scarsa condizione. Giunge staccato di 34 secondi un gruppetto comprendente e classificatosi nell’ordine da: Locatelli, Sarmiento e Piedra. Pirazzi, invece, giunge a 1′12” anticipando di 10 secondi il gruppo dei migliori.
Quindi giornata tranquilla per Bouet che mantiene ancora la maglia di leader in attesa della tappa di domani con arrivo sulla durissima salita di Sega di Ala: ascesa che presenta pendenze che arrivano anche al 20%. e dove il francese dovrà difendersi dagli attacchi di Nibali, Wiggins e Santambrogio.
Paolo Terzi
19-04-2013
aprile 20, 2013 by Redazione
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GIRO DEL TRENTINO
L’italiano Vincenzo Nibali (Astana Pro Team) si è imposto nella quarta tappa, Arco – Sega di Ala, percorrendo 166,8 Km in 4h21′48″ alla media di 38,227 Km/h. Ha preceduto di 8″ l’italiano Mauro Santambrogio (Vini Fantini – Selle Italia) e di 44″ il polacco Niemiec. In classifica si impone Nibali con 21″ su Santambrogio e 55″ sul francese Bouet.
GRAND PRIX OF ADYGEYA (Russia)
L’ucraino Vitaliy Buts (Kolss Cycling Team) si è imposto nella terza tappa, circuito di Maykop, percorrendo 157 Km in 3h53′46″ alla media di 40,296 Km/h. Ha preceduto allo sprint il russo Pokidov e l’ucraino Martynenko. Il russo Ilnur Zakarin (RusVelo) è ancora leader della classifica con 36″ sul connazionale Pokidov e 38″ sull’ucraino Popkov.
MZANSI TOUR (Sudafrica)
L’argentino Mauro Abel Richeze (Team Nippo – De Rosa) si è imposto nella terza tappa, Witbank – Mamelodi, percorrendo 149,7 Km in 3h19′51″ alla media di 44,943 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Liss e il sudafricano Hoffman. Miglior italiano Fortunato Baliani (Team Nippo – De Rosa), 7°. Il sudafricano Robert Hunter (Garmin – Sharp) è ancora leader della classifica, con 5′50″ sul francese Antomarchi e 5′56″ su Baliani.
18-04-2013
aprile 19, 2013 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO DEL TRENTINO
L’italiano Ivan Santaromita (BMC Racing Team) si è imposto nella terza tappa, Pergine Valsugana – Condino (Valle delle Chiese), percorrendo 176,1 Km in 4h26′25″ alla media di 39,659 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Paolo Tiralongo (Astana Pro Team) e Michele Scarponi (Lampre – Merida). Il francese Maxime Bouet (AG2R La Mondiale) è ancora leader della classifica con 3′19″ sul bielorusso Siutsou e 3′48″ sul britannico Wiggins. Miglior italiano Vincenzo Nibali (Astana Pro Team), 4° a 3′57″.
GRAND PRIX OF ADYGEYA (Russia)
L’ucraino Vitaliy Popkov (ISD Continental) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Maykop, percorrendo 171,4 Km in 3h47′33″ alla media di 45,194 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Buts e il russo Samokhvalov. Il russo Ilnur Zakarin (RusVelo) è ancora leader della classifica con 38″ su Popkov e 42″ sul russo Pokidov.
MZANSI TOUR (Sudafrica)
Il sudafricano Robert Hunter (Garmin – Sharp) si è imposto nella seconda tappa, Lydenburg – Middelburg, percorrendo 189,4 Km in 5h05′25″ alla media di 37,208 Km/h. Ha preceduto di 2″ il connazionale Maree e di 51″ il britannico House. Miglior italiano Fortunato Baliani (Team Nippo – De Rosa), 8° a 5′44″. Hunter è il nuovo leader della classifica, con 5′50″ sul francese Antomarchi e 5′56″ su Baliani.
BANG BANG YOU SHOT ME DOWN INFANTILE E VIOLENTA, CHE DIVERTENTE È LA FRECCIA
aprile 18, 2013 by Redazione
Filed under 6) FRECCIA VALLONE, Approfondimenti
La gara più corta, il chilometro più lungo. Quasi ogni edizione si conclude con la “volata verticale” di un gruppo ancora affollato ai piedi del Muro di Huy: spesso basta seguire gli ultimi due o tre minuti della competizione per goderne il succo. Però in quel chilometro scarso succede di tutto: attacchi da lontano, azzardi, fughe, sfide, crolli.
Foto copertina: il gruppo sul muro di Huy (foto Bettini)
Per fortuna la Freccia, come sempre, è finita in volata. Gli organizzatori avevano ritoccato il percorso per movimentarla un po’ da lontano, ma dopotutto… perché? Ben venga l’evoluzione dell’Amstel, che stava diventando una brutta copia della Freccia. Ben venga l’eterna mutevolezza e imprevedibilità della Liegi. Ma perché mai non possiamo regalarci in una, una sola classica, il divertimento minimalista e in fondo un po’ sciocco dell’epilogo in volata?
Una volata verticale, sia ben chiaro. Una volata in cui si possano godere come al rallentatore le logiche tattiche e i rivolgimenti drammatici che in uno sprint tradizionale, sul piano, scorrono via troppo rapidi per l’occhio umano.
Il “ralenti” al cinema spesso e volentieri è un effettaccio, da film d’azione spaccone che pompa emozioni facili. Quando finisce in mano a un grande regista, però, non gli si può negare quel pizzico di epica.
Ci sono classiche grandi e piccole per specialisti di ogni genere, perché non una per gli scattisti da parete estrema? Il vincitore di quest’anno, Dani Moreno, ha subito detto che da sempre questa è stata la sua gara favorita, anche se fino ad oggi il suo ruolo era stato naturalmente quello dello scudiero di Joaquim Rodriguez, probabilmente il vero fenomeno di questa disciplina.
E dopo tutto perfino chi in bici ci va da ciclista della domenica, con gli amici sulle strade di casa, sa che il divertimento puro è quello del breve strappo in cui scatenarsi in una sfida a tutto gas, senza paura di crampi, crisi di fame, mal di sella, ma abbandonandosi in pieno al gusto di un bel fuorigiri senza remore. Il bello del fiatone!
Quel fiatone che dopo 260km tirati anche se sei un professionista non puoi più cacciartelo dai polmoni, perché le gambe in croce girano a stento e il cuore si preoccupa solo dell’ordinaria amministrazione. Il ciclismo “vero” sta nel trovare la brillantezza quando si è al lumicino, questo sia chiaro; il ciclismo “vero” è quello della Liegi, ci mancherebbe.
Una volta tanto, senza esagerare, ci sta divertirsi con un ciclismo meno “vero”, meno duro e puro, più giocoso e scanzonato, non per questo meno ricco di sussulti drammatici.
E allora viva la Freccia, con Joaquim che gioca a star bene anche se le botte prese in Olanda gli fanno un gran male, e pensa alla Liegi. Però fa la mossa, si mette davanti, e nal girotondo dei marcamenti fa scappare via l’amico Dani. D’altro canto avevano condiviso la stanza fortunata nell’albergo, la leggendaria numero 11 che fu di Argentin!
Viva la Freccia, con i colombiani Henao e Betancur che fanno secondo e terzo, ma sembrano vivere una sfida tra compaesani, tutta giocata tra loro, con Henao che nemmeno si cura di Moreno (avrebbe forse vinto, se l’avesse marcato invece che guardare altrove) e Betancur che tira fuori dal cappello la bravata di un attacco “da lontano”. Tutto finisce con abbracci e pacche sulle spalle. Con tanto di divertente siparietto in merito a quale sia il gradino giusto del podio su cui salire!
È invece andata male, malissimo (sportivamente s’intende), a chi la gara l’ha presa, anche con i propri buoni motivi, troppo sul serio.
Gilbert voleva maledettamente vincere, per raddrizzare finalmente un’altra primavera zoppa. Ha macinato la squadra, poi nel finale si è trovato a dover gestire l’intera situazione in prima persona, a maggior ragione dopo le fiammate esibite sul Cauberg. Perché anche se parliamo di un gioco di meno di un km, i duecento che ci sono prima non sono uno scherzo. Resta ciclismo, e grande ciclismo, anche se lo spettatore può accontentarsi di seguire appena l’ultimo chilometro. Il ritmo di gara, le forze residue, le alleanze, vanno costruendo la situazione che si risolverà in quel rapido crepitio di fucili.
Sagan voleva maledettamente vincere, i crampi del Cauberg hanno scottato il suo orgoglio di campioncino. Ha marcato Gilbert, e come lui ha finito per scoppiare troppo presto. Perché anche se parliamo di un gioco che dura due minuti, in quei due minuti hai un solo colpo da sparare, e come nei duelli del kubrickiano Barry Lindon, sbagliare la giusta distanza all’atto di tirare può voler dire finire steso al suolo. Un gioco, ma un gioco azzardato ed equilibristico, come balzare da un tetto all’altro in una fuga a perdifiato.
La gara della sparata tutto o niente, scoppiettante, sfacciata, che come il gioco d’azzardo lascia musi lunghi e amarezza tra i perdenti, o meglio tra chi… l’ha presa male.
La gara perfetta, se vogliamo, per una ciclista perfetta (anche se per lei sono perfette tutte le gare): Marianne Vos firma la cinquina, davanti a una tenacissima Longo Borghini che gioca duro e fa sul serio fino al colpo di reni, pigliandosi una seconda piazza prestigiosissima con perizia e grinta da professionista consumata; se non la conoscessimo, non diremmo mai che nemmeno ha compiuto 22 anni.
L’immagine che ci resta in testa è però il sorriso smagliante di Marianne, a illuminare la sua maglia multicolore. E le sue parole sono il commento migliore alla Freccia Vallone, a ogni Freccia Vallone, da parte di chi questa gara l’ha capita davvero, meglio di tutti: “può sembrare strampalato, ma nonostante tutto, è ancora così eccitante! Ogni volta che vinco è come se fosse una novità… quell’esplosione di potenza, che su questa salita puoi fare una volta sola”.
Gabriele Bugada
Continuano gli interventi delle “glorie” della nostra testata in occasione del decimo anniversario dell’inizio di questa bella avventura. Stavolta è toccato a uno degli attuali membri della redazione, Gabriele Bugada.
SIUTSOU DOMA VETRIOLO TERME
Il bielorusso Kanstantin Siutsou (Team Sky) si impone nel primo arrivo in salita del Giro del Trentino. Il corridore del Team Sky è riuscito a precedere di 4 secondi Mauro Santambrogio (Vini Fantini) e di 19 secondi Vincenzo Nibali (Astana) e Bradley Wiggins (Team Sky). Più staccati alcuni “big” come Evans, Basso, Pellizotti e Scarponi.
In classifica torna leader dopo una strenua resistenza il francese Maxime Bouet (Ag2r La Mondiale), che ora conserva un vantaggio di 3 minuti e 19 secondi su Siutsou.
Foto copertina: Siutsou “stende” gli avversari a Vetriolo Terme (foto Bettini)
In un modo o in un altro, il Team Sky riesce a vincere ma non solo con i suoi capitani. E dopo Porte, Froome, Henao, Thomas stavolta è toccato a Kanstanstin Siutsou portare la formazione inglese sul gradino più alto del podio. Per il corridore bielorusso è un ritorno alla vittoria dopo due anni di digiuno, ovvero dal giorno della conquista del Campionato Nazionale su Strada.
Il percorso odierno, difatti consentiva un terreno adatto alle prime scaramucce tra gli scalatori più forti. Si partiva da Sillian per arrivare a Vetriolo Terme dopo 224 chilometri di corsa dopo aver affrontato il Passo Lavazé (GPM di 2a categoria) a metà gara e la salita finale che conduceva all’arrivo di 14 chilometri.
Sin dal primo chilometro la corsa è partita fortissima tanto è che nella prima ora si sono coperti 50 chilometri netti. Ma tutto ciò non basta per vedere partire la fuga di giornata. Bisogna attendere il chilometro 34 per l’azione buona, composta nell’occasione da cinque corridori: Gil Martinez (Androni-Venezuela), Coledan (Bardiani-CSF), Gazvoda (Champion System), Schwarzmann (NetApp), Savini (Ceramica Flaminia) . Il vantaggio dei fuggitivi sale fino ai 7 minuti prima che il gruppo intervenga; e rispetto ieri, non c’è stata nessuna indecisione anche perché l’onere dell’inseguimento poggiava sulle spalle della squadra del capo classifica Cerny, ovvero la CCC Polsat. Il passo imposto dai ragazzi del team polacco non è impossibile, ma regolare e consente al gruppo di imboccare la salita con un ritardo di circa 2 minuti e mezzo dall’unico superstite rimasto coraggiosamente in fuga, Marco Coledan. Purtroppo per il ragazzo veneto tra le sue predisposizioni tecniche non c’è la salita, e questa pecca si fa sentire perché sarà raggiunto ai 10 dall’arrivo.
Prima azione interessante e che, in seguito, si rivelerà decisa è quella effettuata da Rolland, Pirazzi e Siutsou. Il ritmo del bielorusso, col passare dei chilometri, diventerà insostenibile; e prima il francese e poi l’italiano, saranno costretti ad alzare bandiera bianca, lasciando così un corridore solo al comando. Intanto anche in quel che resta del gruppo cominciano i primi movimenti: è l’Astana di Vincenzo Nibali ha fare l’andatura, e pochi chilometri più tardi sarà il capitano in prima persona a provare l’allungo; e l’azione del siciliano provoca lo sfilacciamento del gruppo.
Dietro al siciliano si vedono ancora Pozzovivo, Wiggins, Santambrogio, Evans, mentre riescono ad accodarsi anche Rolland e Pirazzi.
Un altro scatto di Nibali ai 2 chilometri dall’arrivo riduce ulteriormente il gruppetto a 3 unità: con lui ci sono sono solo Wiggins e Santambrogio con Pozzovivo in leggero ritardo; mentre la testa della corsa Siutsou mantiene ancora 15 secondi. Il corridore della Vini Fantini si accorge che Nibali e Wiggins continueranno a controllarsi e decide così di partire al contrattacco magari cercando di raggiungere anche Siutsou, ma per Santambrogio il terreno è sfavorevole visto che la salita è diventata più dolce e questo gli impedisce di completare un inseguimento che si è rivelato tardivo.
É quindi il bielorusso Siutsou ad aggiudicarsi la tappa, precedendo di 4 secondi Santambrogio, di 19 secondi Nibali e Wiggins, di 28 Pozzovivo, di 34 Pirazzi, di 37 Aru, di 38 Dyachenko e di 45 Rolland ed Evans. Giunge con 1 minuto e 33 secondi di ritardo Ivan Basso, mentre arrivano a 4 minuti Pellizotti e Scarponi.
In classifica generale Maxime Bouet torna leader dopo una giornata di difesa sull’ultima salita, che lo ha visto classificarsi in 20esima posizione a 2 minuti e 23 secondi. Il bottino del francese è di 3′19” su Siutsou, 3′48” su Wiggins e 3′57”su Nibali da conservare nelle prossime due tappe.
La prima, quella di domani, presenterà un percorso nervoso con 2 GPM, di cui l’ultimo, Daone di 3a categoria, a 15 chilometri dall’arrivo. Potrebbe essere un ottimo trampolino ma il problema sarà piuttosto riprendere l’eventuale fuga visto che il terreno dovrebbe essere più favorevole agli attaccanti.
Paolo Terzi
17-04-2013
aprile 18, 2013 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
FRECCIA VALLONE
Lo spagnolo Daniel Moreno Fernández (Katusha Team) si è imposto nella classica belga, Binche – Huy, percorrendo 205 Km in 4h52′33″ alla media di 42,044 Km/h. Ha preceduto di 3″ i colombiani Henao Montoya e Betancur Gómez. Miglior italiano Rinaldo Nocentini (AG2R La Mondiale), 10° a 8″.
GIRO DEL TRENTINO
Il bielorusso Kanstantsin Siutsou (Sky ProCycling) si è imposto nella seconda tappa, Sillian – Vetriolo Terme, percorrendo 224,8 Km in 5h48′07″ alla media di 38,745 Km/h. Ha preceduto di 4″ l’italiano Mauro Santambrogio (Vini Fantini – Selle Italia) e di 19″ l’italiano Vincenzo Nibali (Astana Pro Team). Il francese Maxime Bouet (AG2R La Mondiale) è tornato leader della generale con 3′19″ su Siutsou e 3′35″ sul russo Kochetkov. Miglior italiano Nibali, 5° a 3′57″.
GRAND PRIX OF ADYGEYA (Russia)
Il russo Ilnur Zakarin (RusVelo) si è imposto nella prima tappa, cronometro Kamennomostsky – Pobeda, percorrendo 10 Km in 18′07″ alla media di 33,118 Km/h. Ha preceduto di 45″ il connazionale Pokidov e di 51″ l’ucraino Popkov.
MZANSI TOUR (Sudafrica)
Il francese Julien Antomarchi (La Pomme Marseille) si è imposto nella prima tappa, cronometro Kruger Park – Nelspruit, percorrendo 164 Km in 4h20′56″ alla media di 37,710 Km/h. Ha preceduto allo sprint il sudafricano Hunter e l’italiano Fortunato Baliani (Team Nippo – De Rosa), preceduti di 4″ e 6″ nella prima classifica generale.
A SORPRESA DA HUY SPUNTA DANI MORENO
aprile 17, 2013 by Redazione
Filed under 6) FRECCIA VALLONE, News
Grazie ad una potente azione di forza, il corridore della Katusha Dani Moreno è risultato essere il più forte in corsa quest’oggi alla Freccia Vallone, andando così a trionfare sulla salita simbolo della corsa, quel Muro di Huy che tutti credevano potesse ospitare la bagarre tra uomini più quotati, come ad esempio Gilbert e Sagan.
Foto copertina: Dani Moreno torreggia sul muro di Huy (foto AFP)
Il primo tentativo di fuga è ad opera di Cedric Pineau dopo 7 km, ma il gruppo rinviene presto su di lui. Dopo altri scatti in testa al gruppo, alla fine riescono ad evadere Pirmin Lang e Gilles Devillers, al loro inseguimento Jurgen Van Goolen riesce a raggiungere il duo di testa intorno al km 35. Sono ora tre i ciclisti al comando che continuano ad accumulare vantaggio sul gruppo racimolando un vantaggio massimo che sfiora i nove minuti. L’andatura si fa man mano più sostenuta ed al primo passaggio sul muro di Huy il gruppo si allunga grazie al forcing della Vacansoleil. Ai meno 46, dopo oltre 100 km di fuga, i tre fuggitivi vengono ripresi dal gruppo, che già da qualche km aveva nettamente aumentato l’andatura favorita anche dal susseguirsi di molti scatti in testa al plotone. Subito dopo provano l’allungo sia Bardet che Ten Dam. Dopo il secondo passaggio sul muro di Huy, a circa 27 km dall’arrivo, Simon Geschke subentra a Bardet e si unisce a Ten Dam, ma la fuga è tenuta sotto controllo dagli uomini BMC. Il duo di testa viene definitivamente ripreso ai meno 9. In vista del traguardo si alternano in testa BMC, Katusha, Saxo Bank, preannunciando l’azione buona di un proprio capitano. Il gruppo, in vista dell’ultimo km è ora compatto. Il primo ciclista a scattare è Betancur che regge bene. Dietro la bagarre vede tra i migliori Daniel Moreno, Gilbert ed Henao. Ai meno 80 Dani Moreno allunga e il suo allungo è micidiale, lascia sul posto Gilbert e va all’inseguimento di Betancur. Moreno taglia il traguardo e vince la sua prima Freccia vallone. Secondo successo consecutivo per la squadra russa dopo il trionfo di Joaquim Rodriguez lo scorso anno. Al secondo posto il colombiano Sergio Henao mentre chiude il podio il suo connazionale Betancur. Primo degli italiani Nocentini al 10° posto. Freccia quindi che si chiude un po’ a sorpresa con la vittoria di Dani Moreno ma che in realtà, in corsa è sembrato davvero essere l’uomo da battere.
Antonio Scarfone
A LIENZ SORRIDONO BOUET E IL TEAM SKY
Tappa d’apertura divisa in due al Giro del Trentino edizione 2013. Nella prima semitappa il successo va a Maxime Bouet (Ag2r La Mondiale) che regola in volata i suoi 2 compagni di fuga, Cerny (CCC Polsat) e Rodriguez (Colombia), con il gruppo che ha lasciato fare, dormendo incredibilmente. Nella seconda è il Team Sky che si aggiudica la cronosquadre, precedendo di 13 secondi la Astana e di 16 secondi la Lampre-Merida.
Foto copertina: Bouet a segno nella semitappa d’apertura del Giro del Trentino (foto Bettini)
Iniziare a pedalare alle 9 e 30 e finire alle 17. Poco male per una tappa che complessivamente, sommando quindi le due semitappe, misurava circa 140 chilometri. Sicuramente non sono mancati i colpi di scena, soprattutto nella prima prova.
Prima prova lunga 128 chilometri e che aveva sia come partenza che come arrivo, Lienz. Percorso facilissimo per 100 chilometri e da non sottovalutare negli ultimi 20, data la presenza di un GPM di 2a categoria.
Prima parte di gara animata da una fuga composta da nove corridori: Bouet (Ag2r La Mondiale), Cerny (CCC Polsat), Dal Santo (Ceramiche Flaminia), Kotchekov (Rusvelo), Moyano (Caja Rural), Rodriguez (Colombia), Van Rensburg (MTN Qhubeka) e Gang Xu (Champion System). Il loro vantaggio massimo è stato raggiunto a circa metà gara quando ha toccato i sei minuti prima che il gruppo cominciasse seriamente l’inseguimento.
Proprio in quel momento sono iniziate le indecisioni e probabilmente i litigi per trovare un accordo volto a permettere al gruppo di rientrare sui fuggitivi, ma non c’è stato niente da fare: nessuna squadra ha voluto prendersi l’onere della rincorsa ai battistrada. E se nel plotone si sono guardati, non si può dire la stessa cosa per i corridori in testa alla corsa; anzi, i nove ne hanno approfittato e il loro vantaggio di fatti è lievitato fino ai nove minuti, segnalato peraltro a 30 chilometri dall’arrivo; quindi la tappa se la sarebbero giocata loro. I primi movimenti avvengono sulla salita posta 15 chilometri dall’arrivo dove è il colombiano Rodriguez ad imporre il proprio ritmo che sfalda i battistrada, lasciandone 3 soli al comando: oltre a Rodriguez, ci sono anche Bouet e Cerny.
Questi tre se ne vanno direttamente al traguardo, giocandosi la vittoria allo sprint. Il primo che prova lo scatto è Cerny, cercando probabilmente il colpo a sorpresa, ma Bouet fa buona guardia e si riporta sotto, cominciando a sua volta la propria volata, e la sua progressione è impossibile da rimontare dagli altri che non possono fare altro che arrendersi. Il francese dell’Ag2r, che diventa anche il leader della corsa, precede Cerny (Classe 1993, da tenere d’occhio) e Rodriguez. Gli altri fuggitivi giungono al traguardo con un ritardo di 39 secondi e vengono regolati da Nicola Del Santo. Gruppo a 6 minuti e 51.
Nel pomeriggio c’era da affrontare una cronometro a squadre di 14 chilometri con un percorso adatto a quelle squadre che fanno della compattezza una propria forza.
Il verdetto del cronometro è inequivocabile: primo posto per il Team Sky di Bradley Wiggins che copre i 14 chilometri e 100 metri del percorso in 15 minuti e 20 secondi alla media di 55 km/h.
Secondo posto per l’Astana di Vincenzo Nibali che giunge al traguardo con un ritardo di 13 secondi, mentre un sorprendente terzo posto per la Lampre-Merida di Michele Scarponi con un ritardo di 16 secondi dalla formazione britannica. Quarto posto per il Team NetApp. Deludono invece BMC che chiude a 49 secondi di ritardo (va detto però che Cadel Evans e compagni sono solo in 6 effettivi, al contrario delle altre squadre che sono in 8), e la Cannondale di Ivan Basso che conclude a 51 secondi dal Team Sky.
Cambiamento in classifica generale con l’avvicendamento, per via della miglior performance della propria squadra nella crono, tra Bouet e Cerny con quest’ultimo nuovo leader della gara.
Domani primo arrivo impegnativo della corsa a tappe, con il traguardo fissato in quota a Vetriolo Terme dopo aver percorso una salita di 15 chilometri circa con una pendenza media del 7.6 %. Attesi i primi colpi di “cannone”, sempre che i big non dormino come oggi…
Paolo Terzi