02-03-2013
marzo 3, 2013 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
STRADE BIANCHE
L’italiano Moreno Moser (Cannondale Pro Cycling Team) si è imposto nella corsa italiana, Gaiole in Chianti – Siena, percorrendo 190 Km in 5h01′53″, alla media di 37,763 Km/h. Ha preceduto di 6″ lo slovacco Sagan e di 7″ l’italiano Rinaldo Nocentini (AG2R La Mondiale)
LE TOUR DE LANGKAWI (Malesia)
L’italiano Francesco Chicchi (Vini Fantini – Selle Italia) si è imposto nella decima ed ultima tappa, Tasik Kenyir – Kuala Terengganu, percorrendo 114,8 Km in 2h39′04″, alla media di 43,302 Km/h. Ha preceduto allo sprint il neozelandese Rogers e l’australiano Brown. In classifica si impone il colombiano Julián David Arredondo Moreno (Team Nippo – De Rosa) con 1′15″ sull’olandese Weening e 2′10″ sullo spagnolo Pardilla Bellón. Miglior italiano Fortunato Baliani (Team Nippo – De Rosa), 7° a 2′49″
DRIEDAAGSE VAN WEST-VLAANDEREN (Belgio)
L’italiano Danilo Napolitano (Accent Jobs – Wanty) si è imposto nella prima tappa, Brugge – Harelbeke, percorrendo 175,4 Km in 4h06′12″, alla media di 42,746 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Van Asbroeck e l’olandese Markus. Il belga Kristof Vandewalle (Omega Pharma – Quick Step) è ancora leader della classifica, con 8″ sul portoghese Machado e 9″ sull’olandese Terpstra. Miglior italiano Alessandro Bazzana (Unitedhealthcare Pro Cycling Team), 107° a 53″.
STER VAN ZWOLLE
L’olandese Dylan Van Baarle (Rabobank Development Team) si è imposto nella corsa olandese, circuito di Zwolle, percorrendo 177 Km in 4h04′12″, alla media di 43,489 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Brus e Reinders. Miglior italiano Giorgio Brambilla (Atlas Persolal Jakroo), 15°.
PARIGI – NIZZA. TIRA ARIA DI SANREMO
La Sanremo si avvicina e, come da tradizione, sarà preceduta da due corse a tappe gettonatissime da chi ambisce al successo nella “classicissima”. Qui parliamo della Parigi – Nizza che scatterà domenica dalla banlieue della capitale francese per concludersi, una settimana più tardi, con la cronoscalata al Col d’Èze. Frazione chiave dovrebbe essere la tappa che salirà sulla Montagne de Lure, dove quattro anni fa s’impone Contador. Assente Wiggins, ultimo vincitore della corsa francese, il principale favorito è lo statunitense Tejay Van Garderen.
Foto copertina: la cima della Montagne de Lure, sede d’arrivo della frazione più attesa (wikipedia)
Comincia a tirare aria di Sanremo e, come da tradizione, i primi refoli portano con sé le due tradizionali corse a tappe di preparazione della “classicissima”, che quest’anno avrà una nuova collocazione essendo stata spostata dal sabato alla domenica successiva. Come al solito, chi punta al successo nella prima grande classica della stagione avrà l’imbarazzo della scelta tra la Parigi-Nizza e la Tirreno-Adriatico, due corse diversissime in tutto, con la prima ideale palestra per chi desidera un approccio più “soft” perché da alcuni anni la “corsa dei due mari” si è trasformata in un Giro d’Italia in miniatura, con cronometro, cronosquadre, muri a go-go e almeno due salite impegnative. La trasformazione attuata dagli uomini di RCS Sport ha, però, giovato alla loro creatura, poiché è proprio dalla Tirreno che sono usciti otto degli ultimi dieci vincitori della Sanremo. In Francia, invece, la tendenza è stata inversa e nelle ultime edizioni avevamo assistito a un progressivo impoverimento delle altimetrie della Parigi – Nizza, dalle quali erano state bandite le salite impegnative mentre si era cercato di riportare in primo piano le cronometro, in particolare nel 2011 quando era stata proposta una cronotappa di quasi 30 Km, sicuramente tanti per una corsa a tappe così breve, che aveva “ammazzato” la gara e consegnato la vittoria su di un piatto d’argento al tedesco Martin. Dodici mesi fa si era cercato di correggere il tiro, con un timido ispessimento del tracciato, la sostituzione della crono lunga con un prologo impegnativo e la riscoperto della storica cronoscalata al Col d’Èze. Il risultato di quest’alleggerimento è stato quello d’aver ribaltato il “trend” e, infatti, proprio ai nastri di partenza delle edizioni 2011 e 2012 si erano schierati Goss e Gerrans, gli ultimi due corridori ad aver tagliato per primi il traguardo della Sanremo. Ma la mancanza di una salita vera nel tracciato della “Course au soleil” ha comunque pesato – l’anno scorso non si era andati oltre l’arcigna ma breve Croix-Neuve di Mende e alla fine si era imposto un passista del calibro di Bradley Wiggins – e gli uomini ASO hanno così deciso di continuare nell’operazione, rimettendo nel percorso un’ascesa vera, pur se non durissima e certamente non paragonabile a quella dei Prati di Tivo, che anche quest’anno sarà il “faro” della corsa italiana.
La 71a edizione della Parigi – Nizza, disputata per la prima volta nel 1933, prenderà le mosse domenica 3 marzo da Houilles, cittadina situata a una dozzina di chilometri dal centro della capitale francese, sulle cui strade si svolgerà un prologo insolitamente breve, poco meno di tre chilometri intensi, pianeggianti ma non facili da gestire per la presenza di cinque curve a gomito nella prima metà.
Le due frazioni successive saranno terreno di caccia per i velocisti, anche per la quasi assoluta mancanza di asperità nelle lande poste a sud di Parigi. La prima tappa in linea si snoderà per 195 Km tra Saint-Germain-en-Laye e Nemours e si presenterà solo leggermente beccheggiata, con un facilissimo GPM di 4a categoria posizionato lontano dalle fasi calde, che prevedranno un circuito finale di quasi 45 Km. Ancor più piatta appare la successiva Vimory – Cérilly (200,5 Km) che, però, rispetto alla precedente sarà leggermente più impegnativa per gli sprinter poiché il traguardo non sarà agevolissimo, posto com’è in cima a un leggero falsopiano che potrebbe sorprendere i velocisti più affaticati.
Al quarto giorno di gara il tracciato comincerà a proporre asperità più rilevanti, come i 2,7 Km al 6,7% della Côte de Mauvagnat che si dovranno affrontare a 16 Km dall’arrivo della Châtel-Guyon – Brioude (170,5 Km), tappa per la quale non va però esclusa a priori la possibilità di un arrivo in volata, con un gruppo sfoltito di qualche elemento e nessuna grossa sorpresa poiché i big preferiranno attendere le frazioni successive per muoversi.
Alla vigilia della tappa chiave si disputerà una frazione da non sottovalutare perché i 199,5 Km che condurranno da Brioude a Saint-Vallier offriranno parecchie occasioni per imbastire un’imboscata, grazie ad un tracciato che non offrirà mai la pianura e proporrà ben sette GPM, salendo fino ai 1244 metri del Col du Rouvey. È la classica tappa trabocchetto, molto simile a quella conquistata a sorpresa da Cadel Evans al Giro del Delfinato dell’anno scorso e che terminava proprio a Saint-Vallier: il finale sarà lo stesso, ma stavolta la Côte de la Sizeranne (2,9 Km al 6,6%, da scavalcare a 8,5 Km dalla meta) sarà preceduta dall’inedita e più impegnativa Côte de Talencieux (2,9 Km all’8,1%).
Le pagine decisive della corsa saranno prevalentemente scritte l’indomani, lungo la scalata alla Montagna di Lura, sulla quale si farà traguardo dopo un’ascesa di quasi 14 Km e al termine di una tappa lunga 176 Km che partirà da Châteauneuf-du-Pape. I numeri non sono strabilianti (la pendenza media è del 6,6%, la massima del 9%), ma il precedente del 2009 promette bene: la Parigi-Nizza fece scalo lassù anche quell’anno, il giorno del successo di un certo Contador. Il campione spagnolo non riuscì, però, ad arrivare in maglia di leader fino alla conclusione poiché incappò in una clamorosa cotta nella tappa di Fayence, disputata nelle stesse zone dove si svolgerà la frazione successiva a quella della Montagna di Lura. Il rischio che si ripeta una simile crisi non dovrebbe, però, esserci perché la Manosque – Nizza (220 Km), penultima giornata di gara, sarà meno frastagliata orograficamente rispetto alla tappa del 2009 e, soprattutto, presenterà le difficoltà lontane dal traguardo. Una volta superati i 1040 metri del Col du Ferrier – unico vero ostacolo del tracciato, tra l’altro poco temibile (4,3 Km al 6,8%) – mancheranno oltre 70 Km al traguardo e sulla Promenade des Anglais si potrebbe assistere a un epilogo allo sprint, sempre che non vada in porto un tentativo di fuga, come quello che, dodici mesi fa, premiò il belga Thomas De Gendt.
L’atto finale sarà la storica cronoscalata al Col d’Èze, che andrà in scena nel pomeriggio di domenica 10 marzo lungo i 9,6 variegati Km che lo scorso anno furono percorsi in poco meno di venti minuti dalla futura maglia gialla Bradley Wiggins, a una media di 30 Km/h.
Quest’anno, assente il britannico che ha scelto altre strade per preparare il Tour, incarnerà il ruolo di grande favorito per la vittoria finale Tejay Van Garderen, che da tempo ha apertamente riferito di puntare a questa corsa. I principali avversari dello statunitense in maglia BMC saranno il suo connazionale Talansky, il citato De Gendt, gli olandesi Gesink e Westra, il danese Fuglsang e l’australiano Porte. Per quanto riguarda gli italiani, l’americano dovrà guardarsi soprattutto dal Lampre Diego Ulissi, che gareggerà assieme a un giovane promettente, Mattia Cattaneo. In gara anche Scarponi, Basso, Petacchi e Viviani. Attesa anche la partecipazione del campione del mondo in carica, il belga Philippe Gilbert.
Mauro Facoltosi
01-03-2013
marzo 2, 2013 by Redazione
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LE TOUR DE LANGKAWI (Malesia)
Il francese Bryan Coquard (Team Europcar) si è imposto anche nella nona tappa, Pasir Puteh – Kuala Berang, percorrendo 123,6 Km in 2h42′11″, alla media di 45,726 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Francesco Chicchi (Vini Fantini – Selle Italia). e l’australiano Davis. Il colombiano Julián David Arredondo Moreno (Team Nippo – De Rosa) è ancora leader della classifica, con 1′15″ sull’olandese Weening e 2′10″ sullo spagnolo Pardilla Bellón. Miglior italiano Fortunato Baliani (Team Nippo – De Rosa), 7° a 2′49″
DRIEDAAGSE VAN WEST-VLAANDEREN (Belgio)
Il belga Kristof Vandewalle (Omega Pharma – Quick Step) si è imposto nel prologo, circuito di Middelkerke, percorrendo 7 Km in 8′09″, alla media di 51,534 Km/h. Ha preceduto di 9″ il portoghese Machado e di 9″ il belga Steegmans. Miglior italiano Alessandro Bazzana (Unitedhealthcare Pro Cycling Team), 129° a 53″.
COQUARD INFILZA ANCORA CHICCHI, GUARDINI KO
Nuovo duello allo sprint in quel di Kuala Berang tra il velocista della Vini Fantini e il francese dell’Europcar che ha la meglio resistendo al ritorno del lucchese e conquistando il suo secondo successo parziale consecutivo al Tour di Langkawi. Giornata no per il veronese di Tregnago frenato da problemi di stomaco che perde contatto dal gruppo nel finale ed è tagliato fuori dallo sprint.
Foto copertina: il bis di Coquard sulle strade della Malesia (foto Bettini)
Dopo l’arrivo in salita di Genting Highlands, in cui Julian Arredondo (Nippo-De Rosa) si è assicurato salvo improbabili cataclismi il successo finale, il Tour de Langkawi si è trasformato, inevitabilmente al di luce dei percorsi agevoli dal punto di vista altimetrico e dei chilometraggi ridotti, e non è un caso in tal senso se l’unica tappa pianeggiante che non si è conclusa allo sprint è stata quella di Kuantan lunga 212 km e vinta da Tom Leezer (Blanco) in seguito a una lunga fuga, in un festival dei velocisti e la 9a frazione, 123,6 km da Pasir Puteh a Kuala Berang, non ha fatto eccezione. Ad avere il via libera del plotone nelle prime fasi di gara sono stati Yilin Liu (Hengxiang Cycling Team), con l’obiettivo di togliere punti per la classifica di miglior scalatore agli avversari del suo compagno Meiyin Wang più che di puntare a un improbabile successo di tappa, e Endra Wijaya (Nazionale indonesiana) mentre in gruppo Andrea Guardini (Astana) e Francesco Chicchi (Vini Fantini) si sono dati battaglia negli sprint intermedi per la classifica a punti, guidata alla vigilia dal veronese con 84 punti contro i 60 del lucchese: sembravano essere i prodromi per un nuovo duello tra i due azzurri nel finale ma l’Astana non si è mai mossa all’inseguimento dei fuggitivi, a differenza dell’Europcar di Bryan Coquard e dell’Omega-QuickStep di Andrew Fenn oltre che ovviamente della Vini Fantini, chiaro segnale di una giornata negativa per Guardini che infatti nel finale ha perso contatto per via di problemi di stomaco, causati probabilmente da un’intossicazione alimentare che ha costretto al ritiro diversi altri corridori.
Dopo il ricongiungimento con Liu e Wijaya avvenuto a 20 km dal traguardo è stata la Blanco a prendere il comando per preparare lo sprint di Graeme Brown, divenuto capitano della compagine olandese per queste tappe dopo l’abbandono di Theo Bos; l’australiano ha approcciato il rettilineo conclusivo in testa seguito da Allan Davis (Orica-GreenEdge) e da Coquard ben supportato ancora una volta da Kevin Reza mentre il pesce pilota di Chicchi ovvero Michele Merlo è caduto a 1 km dal traguardo condizionando la volata del lucchese che si è ritrovato nelle retrovie e malgrado una grande rimonta finale ha dovuto accontentarsi del secondo posto, che gli ha consentito comunque di ridurre a 5 lunghezze il distacco da Guardini nella classifica a punti, alle spalle di Coquard che a sua volta ha saltato i due che lo precedevano e ha conquistato il suo secondo successo consecutivo dopo quello di Tanah Merah nonchè il quarto stagionale davanti al 32enne di Camaiore, a Davis e a Raymond Kreder (Garmin) mentre Brown si è completamente perso chiudendo 15° immediatamente alle spalle di Omar Bertazzo (Androni). La classifica generale rimane invariata e vede Arredondo in maglia gialla con 1′15” su Pieter Weening (Orica-GreenEdge) e 2′10” su Sergio Pardilla (Mtn Qhubeka) con Fortunato Baliani (Nippo-De Rosa) 7° a 2′49” prima della passerella finale di Kuala Terengganu che concluderà il Tour de Langkawi.
Marco Salonna
TRA I LITIGANTI AZZURRI SPUNTA COQUARD
Ci si attendeva un nuovo duello tra Francesco Chicchi e Andrea Guardini ma a sorprendere tutti sul rettilineo finale in pavè di Tanah Merah è il neopro francese della Europcar che conquista il suo terzo successo stagionale davanti a Andrew Fenn, all’aretino della Vini Fantini e al veronese dell’Astana con Omar Bertazzo al 6° posto.
Foto copertina: Bryan Coquard vince mostrando i muscoli… olimpici (foto Bettini)
L’8a tappa del Tour de Langkawi, 164,5 km da Kuala Terengganu a Tanah Merah interamente pianeggianti se si eccettua un comunque abbordabile strappetto ai -20 dal traguardo, da Kuala Terengganu a Tanah Merah, si presentava come la sesta occasione per i velocisti dall’inizio della corsa malese e, malgrado il maltempo abbia imperversato per il terzo giorno consecutivo lungo il tracciato, le squadre degli uomini jet a partire dalla Vini Fantini di Francesco Chicchi e dall’Astana di Andrea Guardini, attesi a un nuovo duello dopo quelli di Kapar e Dungun che si sono conclusi con una vittoria per parte, sono state puntuali nel controllare la situazione chiudendo sugli innumerevoli tentativi di fuga avvenuti nei primi 50 km e lasciando spazio ai soli Wen Low Ji (Ocbc) e Jianpeng Liu (Hengxiang Cycling Team) che hanno accumulato fino a 11′ di vantaggio ma a 10 km dal traguardo sono stati inevitabilmente riassorbiti da un gruppo nel quale il sesto della generale Nathan Haas (Garmin-Sharp), distanziato alla partenza di 2′49” dalla maglia gialla Julian Arredondo (Nippo-De Rosa), è andato a caccia di secondi di abbuono negli sprint intermedi che gli hanno consentito di distanziare l’umbro Fortunato Baliani (Nippo-De Rosa) e di avvicinare la quinta posizione del cinese Meiying Wang (Hengxiang Cycling Team).
Nel finale, reso difficoltoso dal pavè presente negli ultimi km oltre che dalla pioggia battente, accanto alle formazioni degli sprinter azzurri si sono fatte vedere davanti anche la Garmin di Raymond Kreder e Steele Van Hoff e, per la prima volta dall’inizio del Tour de Langkawi, la Europcar del 20enne Bryan Coquard, medaglia d’argento alle Olimpiadi di Londra nell’Omnium alle spalle del danese Lasse Norman Hansen e recente vincitore di due tappe all’Etoile de Bessèges ma mai in evidenza fin qui in Malesia: ben pilotato dal connazionale di colore Kevin Reza il transalpino si è posizionato alla ruota di Chicchi che ha lanciato per primo lo sprint a 200 metri dal traguardo ma non ha potuto resistere alla rimonta del rivale che ha conquistato così il suo terzo successo stagionale e neppure a quella di Andrew Fenn (Omega-QuickStep), 2° davanti all’aretino, a un Guardini che non ha trovato lo spazio per far valere per intero la sua progressione, a Rico Rogers (Synergy Baku) e a un positivo Omar Bertazzo (Androni). Nel finale il gruppo si è frazionato in diversi tronconi ma i big sono rimasti tutti davanti e nulla pertanto cambia nella classifica generale guidata da Arredondo con 1′15” su Pieter Weening (Orica-GreenEdge), 2′10” su Sergio Pardilla (Mtn Qhubeka) e 2′32” su Peter Stetina (Garmin): restano ormai solo due tappe prima che il colombiano possa proseguire la tradizione favorevole dei sudamericani al Tour de Langkawi a partire dalla 9a frazione, 123,6 km da Pasir Puteh a Kuala Berang con un gpm di 4a categoria a 40 km dal traguardo che non dovrebbe comunque impensierire le ruote veloci.
Marco Salonna
PETER SAGAN RE DEL GP CAMAIORE 2013
La zampata di un grande nome era nell’aria, ma forse nemmeno i bookmakers avrebbero quotato con sicurezza una grande vittoria di Peter Sagan già il 28 di Febbraio. Anche perché alla classica toscana, giunta alla 64esima edizione, la prima corsa a Febbraio, erano presenti veramente tutti i big pronti a dare spettacolo in questo 2013. Oltre a Sagan, hanno preso il via Gadret, Nibali, Cunego, Andy Schleck, Denis Menchov e molti altri. Grandissima prova dei nostri Ulissi e Nocentini, che però nulla hanno potuto contro la giornata di grazia del giovane campione slovacco, e sono stati costretti a spartirsi rispettivamente secondo e terzo gradino del podio.
Gran Premio Città di Camaiore, basta solamente il nome per evocare nella mente degli appassionati di ciclismo una classica molto ambita e prestigiosa. E’ sufficiente scorrere i nomi dell’Albo d’Oro per trovarne conferma: Eddy Merckx, Gianni Bugno, Giuseppe Saronni, Francesco Moser, Paolo Bettini, sono solo alcuni vincitori di prestigio della corsa toscana. Corsa che proprio quest’anno ha mutato faccia costringendo i partecipanti a cambiare abbigliamento: dalla data estiva, solitamente intorno alla metà di Agosto, la gara è stata anticipata infatti ad inizio di stagione, per l’ultimo giorno di Febbraio, dunque in pieno Inverno. Decisione questa presa sia da parte del Comune di Camaiore con l’intenzione di creare nel territorio un flusso di turismo anche in inverno, sia da parte dell’Uci che ha apprezzato e approvato l’idea di farla diventare una specie di “tappa di preparazione” alle corse di rilievo che si disputano nello stesso periodo (Tirreno-Adriatico, Eroica), dando così prestigio alla lista partenti. Scelta tuttavia che ha fatto un po’ storcere il naso agli appassionati: se è vero come è vero che l’elenco partecipanti di quest’anno è davvero ricco di nomi di prima fascia, il richiamo turistico difficilmente potrà mai essere in questo periodo dell’anno maggiore che in Agosto per una famosissima località marittima toscana.
Il percorso . Il percorso dell’edizione numero 64 si snoda come da tradizione nel cuore pulsante della Versilia: la prima parte è un circuito pianeggiante da ripetere due volte, lungo tutto il litorale, mentre la seconda parte presenta un altro circuito, da ripetere 5 volte, che prevede la classica scalata al Monte Pitoro. Finale vallonato sulle bellissime colline toscane, con un tratto in discesa e poi una lieve contropendenza verso Montemagno, poi discesa fino a Camaiore per il traguardo in Via Oberdan, per un totale di 183 Km.
La cronaca. Non passano molti metri che la fuga buona evade: fra i fuggitivi, Taylor Phinney (BMC), Stefano Agostini (Cannondale), Maxim Belkov (Katusha), Alessandro Proni (Fantini-SelleItalia) e Pedro Paulinho (Ceramica Flaminia). Il gruppo avanza in surplace lasciando ai fuggitivi addirittura un vantaggio massimo di 10 minuti, prima che le squadre dei big, Astana e Lampre-Merida in particolare, comincino a prendere le redini della rincorsa. Il ritmo inizia ad essere sostenuto, in testa e per il gruppo all’inseguimento: a farne le spese è il portoghese Paulinho che durante la quarta ascesa del Monte Pitoro, perde le ruote dei 4 compagni di fuga e viene riassorbito dal plotone. La sorte dei rimanenti fuggitivi però, è simile: il loro tentativo dura fino al Km 168, quando il gruppo, già scremato – anche di pesci grossi come Andy Schleck – dal lavoro asfissiante delle squadre di punta, riassorbe gli avventurieri. La corsa attacca quindi per l’ultima volta l’ascesa al Monte Pitoro: il più forte in salita è Michele Scarponi, che scollina per primo al GPM, ma sulla sua ruota è chirurgica la presenza di Peter Sagan, che a buon ragione aveva fiutato l’occasione giusta. Si forma così un gruppetto di testa composto da una decina di unità, fra cui anche Vincenzo Nibali, che prova a sfruttare la sua più grande dote, la discesa, attaccando giù dal Pitoro. Il suo tentativo però non va a segno, e si giunge così in Via Oberdan ad una volata a ranghi ristretti: inutile dire che Sagan è l’assoluto dominatore, e che agli altri non restano che i piazzamenti. Dietro lo slovacco, grandissima volata tutta italiana fra Ulissi e Nocentini, con il primo a spuntarla e guadagnare così la piazza d’onore. Ottima prova per i colori azzurri, con ben altri 4 fra i primi 10: 5° Mauro Santambrogio della Vini Fantini, 7° Francesco Reda della Androni Venezuela, 9° Giampaolo Caruso della Katusha e 10° Moreno Moser della Cannondale.
Queste le dichiarazioni di Sagan a fine gara: “E’ stata una vittoria costruita strada facendo e con il grande contributo dei miei compagni. Giro dopo giro sentivo che la condizione migliorava e ho preso morale. Agostini è stato bravissimo andando in fuga e mettendo la squadra nella situazione di non doversi dannare. Quando ci siamo ricompattati, sull’ultima ascesa, Moser è stato eccezionale chiudendo tutti gli attacchi e portando il gruppetto ad un arrivo in volata. A quel punto toccava a me tirare fuori il massimo e vincere“.
Per Peter Sagan è già il terzo successo stagionale nel 2013 dopo le due tappe vinte al Tour of Oman, ma questo ha un’importanza particolare: è una grande iniezione di fiducia in vista di un’altra grande classica, la Strade Bianche, come da lui stesso dichiarato.
“Il GP di Camaiore è stata la corsa giusta per riprendere ritmo di corsa e migliorare la condizione. La Strade Bianche mi piace molto e mi piacerebbe fare un buon risultato. E’ una corsa speciale, simile ad una classica belga, e come tale c’è bisogno anche di fortuna per emergere. Non voglio creare troppe aspettative: vedremo sabato come starò e come si metterà la corsa“.
Non resta che aspettare.
Lorenzo Alessandri
Twitter @LorenzoAleLS7
28-02-2013
marzo 1, 2013 by Redazione
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LE TOUR DE LANGKAWI (Malesia)
Il francese Bryan Coquard (Team Europcar) si è imposto nell’ottava tappa, Kuala Terengganu – Tanah Merah, percorrendo 164,5 Km in 3h36′47″, alla media di 45,529 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Fenn e l’italiano Francesco Chicchi (Vini Fantini – Selle Italia). Il colombiano Julián David Arredondo Moreno (Team Nippo – De Rosa) è ancora leader della classifica, con 1′15″ sull’olandese Weening e 2′10″ sullo spagnolo Pardilla Bellón. Miglior italiano Fortunato Baliani (Team Nippo – De Rosa), 7° a 2′49″
GP CAMAIORE
Lo slovacco Peter Sagan (Cannondale Pro Cycling Team) si è imposto nella corsa toscana, circuito di Camaiore, percorrendo 183 Km in 4h17′34″, alla media di 42,629 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Diego Ulissi (Lampre – Merida) Rinaldo Nocentini (AG2R La Mondiale).