A TOURS MARCA MARCATO
Dopo il secondo posto del 2011, Marco Marcato riesce a far sua la Parigi – Tours, anticipando in uno sprint a tre il belga De Vreese e l’olandese Terpstra. Il gruppetto era evaso ad una ventina di chilometri dal traguardo, poco dopo il riassorbimento della fuga del mattino. Quarto posto per il favorito John Degenkolb, che nel finale è quasi riuscito ad agganciare il drappello di testa con un’azione solitaria.
Foto copertina: Il vincitore di giornata Marco Marcato (foto Isabelle Duchesne)
Nella scorsa stagione, la Parigi – Tours aveva rappresentato la miglior prestazione e la maggior delusione di un’ottima annata; dodici mesi più tardi, Marco Marcato ha finalmente messo le mani su quella corsa magistralmente interpretata nella passata edizione, quando dei crampi dal mirabile tempismo gli avevano però impedito di disputare la volata con Greg Van Avermaet (volata nella quale – ad onor del vero – sarebbe comunque partito sfavorito).
Merito di un’azione nata a sorpresa ad una ventina di chilometri dall’arrivo, in anticipo rispetto agli strappi che animano il finale di una gara teoricamente disegnata per i velocisti, portata poco dopo l’esaurimento di una fuga della prima ora nutrita e più blasonata del solito. Fra gli animatori, infatti, figuravano nomi come quelli di Sylvain Chavanel, Jerome Pineau e Karsten Kroon, evasi insieme a Hepburn, Morkov, Bodrogi, Gerard, De Kort, Kelderman, Talabardon e Smukulis nelle battute iniziali, che hanno costretto il plotone ad un estenuante inseguimento di circa 200 km. Inseguimento che si è in effetti concretizzato nel ricongiungimento ad una trentina di chilometri dal termine, ma gli straordinari cui i battistrada hanno costretto soprattutto gli uomini BMC e Cofidis hanno indirettamente propiziato il successo dell’azione di contropiede nata poco dopo.
Sventato un attacco di Flecha ai -35 dall’arrivo, con il quale lo spagnolo si era per primo riportato sui fuggitivi, il gruppo ha dovuto fronteggiare l’offensiva di Nicki Terpstra, capace di portar via un drappello che si è in breve riportato anche su Michael Morkov, ultimo ad arrendersi. I contrattaccanti si sono ulteriormente frazionati pochi chilometri più avanti, sotto l’impulso dello stesso olandese e di Marcato, con i quali è rimasto soltanto il sorprendente belga Laurens De Vreese, 24enne da una settimana con zero vittorie all’attivo in carriera in quasi due anni da pro.
L’idea di sbarazzarsi di buona parte dei compagni d’avventura non è parsa sul momento geniale, ma in gruppo nessuno ha avuto il coraggio e la forza di prendere l’iniziativa: la BMC del campione uscente si era sfiancata nella caccia al plotoncino di Chavanel; la Argos – Shimano dell’uomo da battere Degenkolb ha giocato d’attesa fino a quando è stato troppo tardi; tutti gli altri avevano forse troppa paura di concedere un calcio di rigore al tedesco trainandolo fino al traguardo.
Il margine dei tre, mai superiore al mezzo minuto, è così rimasto più o meno costante, calando leggermente non appena qualcuno si metteva per alcune centinaia di metri al loro inseguimento, salvo poi risalire con l’immancabile fase di stallo successiva. In gruppo è così maturata la convinzione che solo un contrattacco potesse consentire di riportarsi sui leader, ed è stata questa la carta che le due squadre faro hanno giocato alla disperata: a 9 km dal termine è stato il britannico Blythe (BMC) a provarci, quindi, ai -3, addirittura Degenkolb in prima persona.
Fiutando un’impresa sulla falsa riga di quella di Mario Cipollini alla Gand – Wevelgem 2002, quando il Re Leone si riportò tutto solo su un drappello di attaccanti, il teutonico si è via via avvicinato ai battistrada, e il marcamento esasperato fra i tre di testa ha quasi consentito un rientro in extremis che sarebbe stato fatale alle loro chance di vittoria. Con 250 metri ancora da percorrere, Marcato ha rotto la fase di impasse, appena prima che Degenkolb potesse accodarsi e prendere parte ad una volata che avrebbe con ogni probabilità dominato.
Terpstra, il più attivo dei primi, non ha neppure avuto la forza di rilanciare e di mettersi alla ruota dell’italiano, come invece ha saputo fare De Vreese; il belga non ha però rimontato più di una ruota, venendo respinto dal vento non appena uscito di scia.
Al termine di una stagione inferiore alle attese, Marcato ha così colto la vittoria del riscatto, che scaccia anche il rammarico per il successo che non si era potuto giocare l’anno passato. Rammarico che questa volta spetterà probabilmente, più che al secondo classificato – a nostro giudizio quasi per nulla danneggiato da un cambio di traiettoria dell’italiano allo sprint – spetteranno soprattutto al quarto, palesemente il più forte al via. Decisiva nella sua mancata vittoria la pochezza della Argos, non in grado di controllare una gara di 235 km, tanto da costringere un velocista come Degenkolb a mettersi in proprio ben prima del dovuto. Marcato ringrazia, così come tutto il ciclismo italiano, disperatamente bisognoso di un risultato di prestigio.
Matteo Novarini
05-10-2012
ottobre 6, 2012 by Redazione
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GIRO DELL’EMILIA
Il colombiano Nairo Alexander Quintana Rojas (Movistar Team) si è imposto nella corsa italiana, Bologna – San Luca, percorrendo 193 Km in 4h40′22″, alla media di 41,303 Km/h. Ha preceduto di 3″ lo svedese Kessiakoff e di 4″ l’italiano Franco Pellizotti (Androni Giocattoli – Venezuela)
PICCOLO GIRO DI LOMBARDIA (dilettanti)
Lo sloveno Jan Polanc (Radenska) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Oggiono, percorrendo 169 Km in 3h56′33″, alla media di 42,866 Km/h. Ha preceduto di 27″ gli italiani Davide Villella (Team Colpack) ed Enrico Barbin (Trevigiani Dynamon Bottoli)
LA MOVISTAR INGRANA LA QUINTA(NA)
Dopo il successo di Carlos Alberto Betancur nella scorsa edizione, il Giro dell’Emilia 2012 va ad un altro colombiano, Nairo Quintana Rojas. Staccati nel finale Pozzovivo e Pellizotti, scavalcati negli ultimi metri anche dal rientrante Kessiakoff. Netta la selezione prodotta dai cinque passaggi sul San Luca, che ha tagliato fuori sin dal primo passaggio il vincitore 2011 e Vincenzo Nibali.
Foto copertina: Nairo Quintana alza le braccia in cima al San Luca (foto Roberto Bettini)
Sventola ancora il tricolore colombiano sul podio del Giro dell’Emilia, per la seconda edizione consecutiva. Un anno fa, era stato Carlos Alberto Betancur ad iscrivere la repubblica sudamericana all’albo d’oro di una delle classiche più sottovalutate del calendario, con il terzo posto di Rigoberto Uran a completare la festa; questa volta è toccato a Nairo Quintana consolidare la credibilità di un movimento in fortissima crescita, che ha in Henao e Duarte, oltre ai tre sopracitati, atleti che promettono di dire la loro nelle stagioni a venire, tanto sulle tre settimane quanto in gare di un giorno.
Dopo il grande lavoro svolto in appoggio a Valverde alla Vuelta, dove per tutta la seconda parte di corsa ha rappresentato la quarta forza in salita, dietro Contador, Rodriguez e il suo capitano, e alla luce del Lombardia corso da protagonista appena sette giorni fa, sarebbe quanto mai forzato definire Quintana un vincitore a sorpresa; tanto più che il lotto partenti appariva alla vigilia tristemente modesto, non all’altezza di un percorso meraviglioso sia dal punto di vista tecnico sia da quello dello scenario. Ad impressionare è stata però l’autorevolezza – verrebbe quasi da dire la facilità – con la quale il 22enne di Combita ha avuto ragione della concorrenza, levata di ruota con appena uno scatto e mezzo sull’ultima scalata al San Luca.
Lo status di Quintana è ormai tale da aver indotto la Movistar a sacrificare per lui anche Giovanni Visconti, relegato ad un ruolo ora di apripista, ora di stopper, interpretato peraltro con un’umiltà spesso sconosciuta anche a corridori che non possono vantare – fra l’altro – i tre titoli di campione d’Italia del siciliano.
Visconti si è mosso per la prima volta al secondo passaggio sull’ascesa simbolo del Giro dell’Emilia, tentando verso fine salita di riportarsi, in compagnia di Emanuele Sella e Matteo Rabottini, su uno scatenato Fabio Aru, la cui violentissima sparata si è però arenata già al successivo passaggio. Fino ad allora, la corsa era vissuta dapprima su una maxi-fuga di venti corridori (Ciavatta, Masciarelli, Koren, Sarmiento, Bono, Pate, Belletti, Bouet, Ponzi, Renev, Margalliot, Chiarini, Caccia, Naulleau, Charteau, Marentes, Ospina, Piscopiello e Busato), saggiamente rintuzzata dal gruppo entro il cinquantesimo chilometro, quindi sul contrattacco promosso da Caruso, Marzano, Tiralongo, Ermeti, Ochoa e Charteau. Gli ultimi due si sono arresi già sulla Croce delle Pradole, prima salita in programma, mentre gli altri, giunti a sfiorare i 7’ di vantaggio, hanno tenuto duro fino al circuito conclusivo, sul quale si sono però presentati con un margine ormai ridotto a 45’’ circa.
Neutralizzato un tentativo di Proni, Nordhaug e Codol sul Valico di Badolo, il gruppo ha affrontato ad andatura controllata il primo San Luca, concedendo a Tiralongo, rimasto solo al comando, di procrastinare di una tornata il ricongiungimento, mentre già abbandonavano ogni sogno di gloria il campione uscente e Vincenzo Nibali, comprensibilmente stremato dopo una stagione infinita. A riportarsi per primo sull’uomo Astana, al secondo giro, è stato Miguel Angel Rubiano Chavez, prima della già citata sfuriata di Aru con annessa risposta di Visconti, Rabottini e Sella, quest’ultimo unico in grado di colmare del tutto il distacco.
Il terzo transito sul San Luca, pur senza vedere azioni particolarmente decise, ha rappresentato però lo snodo chiave della gara: ripresi i battistrada sotto l’impulso del solito Visconti, il plotone si è ridotto ad appena diciannove unità, giunte sfilacciate in cima ma ricompattatesi lungo la discesa. Una selezione netta e irreversibile, che ha fatto da prologo allo sganciamento del gruppetto buono alla penultima tornata, favorito da un allungo di Rabottini e direttamente causato dall’attacco di Sorensen e Chiarini nel tratto finale del San Luca. Soltanto lo stesso Rabottini, Kessiakoff, Pozzovivo, Pellizotti, Rubiano, Quintana e un infaticabile Visconti hanno avuto la forza di riportarsi sotto, giungendo compatti ai piedi della salita per l’ultima scalata.
I due Movistar hanno approcciato in testa l’ascesa, sulla quale Quintana ha imposto la prima accelerazione, trascinandosi dietro Pellizotti, Pozzovivo e Kessiakoff. In vista del tratto più impegnativo, il campione d’Italia ha piazzato il suo scatto, apparso però più un atto dovuto che un convinto tentativo di fare la differenza. Prima ancora che Pellizotti si rialzasse, infatti, Pozzovivo ha avuto modo di rilanciare ulteriormente, senza comunque produrre particolari danni. Tanto atteso quanto immarcabile, l’ormai prevedibile allungo di Quintana, visibilmente a suo agio alla ruota dei due italiani, è arrivato sulle ultime rampe estreme della salita, sufficienti a scavare un divario che il successivo tratto di falsopiano ha provveduto a dilatare e a rendere in breve tempo incolmabile.
Dopo poco più di 4h 40’ di gara, Quintana ha così coronato la stagione della sua rivelazione, dopo aver conquistato Vuelta a Murcia, Route du Sud e la tappa di Morzine del Giro del Delfinato. Inutile, se non per accaparrarsi la piazza d’onore, la rimonta finale di Kessiakoff, 2° a 3’’, capace di scavalcare negli ultimi metri Pellizotti, 3°, e un Domenico Pozzovivo piantatosi nel tratto teoricamente più agevole e rimasto fuori dal podio.
A riprova della selettività del tracciato, i componenti del gruppetto di testa hanno tagliato il traguardo uno per volta, con distacchi che raramente capita di registrare anche in gare ben più blasonate e non soggette alla limitazione dei 200 km. Varrebbe forse la pena di cercare di valorizzare diversamente una corsa come il Giro dell’Emilia, magari evitando di collocarla non soltanto a fine stagione, ma anche alla vigilia della Parigi – Tours; una corsa infinitamente più modesta sotto qualsiasi punto di vista, ma nobilitata dalla partecipazione di nomi che fanno impallidire quelli presenti al via stamane.
Matteo Novarini
COLOMBIA UBER ALLES A PECCIOLI
Prosegue il momento d’oro della nazione sudamericana che fa doppietta alla Coppa Sabatini con Duarte, al primo successo stagionale, che precede al termine di una fuga a sei il connazionale Rubiano e il pescarese Rabottini mentre fallisce l’assalto al tris dell’ex campione italiano Visconti che chiude al 4° posto.
Foto copertina: dominio colombiano nella classica toscana (foto Bettini)
Si è aperta con la Coppa Sabatini in quel di Peccioli, giunta alla sua 60a edizione, l’ultima settimana di corse nel nostro Paese che si concluderà sabato e domenica con il Giro dell’Emilia e il Gp Beghelli. Lo spostamento di data ha certamente inciso in maniera negativa sulla partecipazione alla gara con le due formazioni World Tour italiane Lampre e Liquigas che hanno dato forfait e solo 98 atleti al via ma nonostante questo la start list era comunque di discreto livello con Quintana e Visconti (Movistar), quest’ultimo a caccia del tris dopo essersi imposto nel 2006 e nel 2007, Nordhaug e Porte (Sky), Betancourt (Acqua&Sapone), Pellizotti, Felline e Sella (Androni), Chaves e Duarte (Colombia Coldeportes), Gatto, Failli e Rabottini (Farnese Vini), Bailetti (Utensilnord), Rebellin e Sinkewitz (Meridiana), Baliani (Team Nippo) e Pozzovivo, leader di una Colnago-Csf che invece non ha schierato il campione uscente Battaglin.
La corsa si disputata lungo tre distinti circuiti tutti con partenza e arrivo a Peccioli, l’ultimo dei quali da ripetere per sei volte presentava un ultimo km in salita con una pendenza intorno al 7%, e ha visto molti dei favoriti muoversi fin dalle prime battute finchè al km 15 non si sono avvantaggiati Quintero e Chaves (Colombia Coldeportes), Nordhaug e Zandio (Sky), Quintana, Rubiano (Androni), Brambilla (Colnago Csf), Borchi (Farnese Vini), Rocchetti e Laganà (Utensilnord), Ciavatta (Acqua&Sapone), Dodi (Team Idea) e Frusto (Team Nippo) ma la Meridiana di Rebellin, recente vincitore del Tour du Languedoc-Roussillon in Francia e secondo un anno fa alla Coppa Sabatini, e la Farnese Vini di Gatto, adattissimo a un arrivo come quello di Peccioli, hanno preso la testa del gruppo e gradualmente hanno chiuso un gap che comunque non aveva mai superato i 2′: poco prima del ricongiungimento Rubiano e Quintero si sono avvantaggiati e su di loro si sono portati ancora Chaves, Nordhaug e Ciavatta oltre a Sella (Androni) e Proni (Farnese Vini) ma questa volta è stata la Colnago-Csf a chiudere e il gruppo forte ancora di una sessantina di unità si è presentato compatto all’inizio del penultimo giro del circuito finale.
L’azione decisiva è stata promossa a 20 km dal traguardo da Duarte, Rubiano, Visconti, Rabottini, Failli e Sinkewitz che hanno rapidamente guadagnato fino a 40” e, complice un rilassamento del gruppo inseguitore che guidato da Colnago-Csf e Acqua&Sapone sembrava avviato a neutralizzare il tentativo, si sono giocati il successo: Rabottini e Failli hanno tentato di far valere la superiorità numerica scattando a più riprese nel tratto pianeggiante ma il sestetto è arrivato compatto ai piedi dello strappo finale dove Duarte si è dimostrato il più forte imponendosi nettamente davanti al connazionale Rubiano, a Rabottini, a Visconti, a Failli e a Sinkewitz mentre 7° è giunto Bertazzo (Androni) che ha preceduto di qualche metro il gruppo regolato dall’altro colombiano Ospina (Colombia Coldeportes). Per il 26enne Duarte si tratta del primo successo in una stagione al di sotto delle aspettative, condizionata certamente dal passaggio dalla Geox a una formazione che molto di rado viene invitata alle grandi corse; è comunque da rilevare l’impetuosa crescita del movimento colombiano che in questo 2012 ha piazzato Uran ed Henao nella top ten del Giro d’Italia, ha conquistato l’argento olimpico nella prova in linea e ha rivelato oltre ai due corridori del Team Sky e agli stessi Duarte e Rubiano i vari Quintana, Betancourt, Anacona, Chaves e Atapuma, tutti atleti molto giovani che fanno della salita il loro punto di forza come è da tradizione del ciclismo sudamericano in genere, ma che si sono dimostrati molto competitivi anche nelle gare di un giorno, come accaduto al recente Giro di Lombardia in cui ben 7 colombiani si sono piazzati nei primi 25.
Marco Salonna
SORPRESA A BOURGES: VACHON ANTICIPA GLI SPRINTER
Florian Vachon si aggiudica la classica francese anticipando l’attesissimo sprint che, disputato per completare il podio, consegna a Bouhanni e Degenkolb il secondo e terzo posto.
Foto copertina: l’arrivo di Vachon a Bourges (www.lamontagne.fr)
Nonostante la classica francese che si disputa ogni anno tra le strade di Parigi e Bourges sia terminata in modo simile anche lo scorso, con Hayman a beffare i velocisti e resistere al ritorno del gruppo, la vittoria di Vachon quest’oggi ha destato molta sorpresa. Una lunga fuga del terzetto Morkov, Gazvoda, Van Hecke ha messo in secondo piano le schermaglie all’interno del gruppo che hanno portato il plotone a frazionarsi in diversi tronconi lungo le asperità disseminate nel percorso mentre Fuglsang e G.Malacarne si uniscono al trio di testa. Dietro rimangono solo una trentina a inseguire i fuggitivi, ma la loro rimonta si compie ugualmente a circa cinque chilometri dal traguardo col gruppo comandato dalla FDJ. Dopo tanta fatica risulta però difficile riuscire a tenere il gruppo cucito ed è così che quando la corsa si sta avviando ad un’inevitabile volata arriva la sorpresa: Vachon scatta e nessuno lo controlla, il francese riesce così a prendere il largo e guadagnare lo spazio necessario a tagliare il traguardo a braccia alzate.
La volata si disputa ugualmente dietro di lui con Bouhanni che beffa Degenkolb per il secondo posto. Hivert e Voss concludono la top five mentre nessun italiano riesce a finire nei primi venti.
Andrea Mastrangelo
04-10-2012
ottobre 4, 2012 by Redazione
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COPPA SABATINI
Il colombiano Fabio Andrés Duarte Arevalo (Colombia – Coldeportes) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Peccioli, percorrendo 198,6 Km in 4h41′53″, alla media di 42,273 Km/h. Ha preceduto di 1″ il connazionale Rubiano Chávez e di 4″ l’italiano Matteo Rabottini (Farnese Vini – Selle Italia)
PARIS – BOURGES
Il francese Florian Vachon (Bretagne – Schuller) si è imposto nella corsa francese, Gien – Bourges, percorrendo 190,9 Km in 4h41′59″, alla media di 40,619 Km/h. Ha preceduto di 3″ il connazionale Bouhanni e il tedesco Degenkolb. Miglior italiano Alessandro Bazzana (Team Type 1 – Sanofi), 34° a 54″.
03-10-2012
ottobre 3, 2012 by Redazione
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SPARKASSEN MÜNSTERLAND GIRO
Il tedesco Marcel Kittel (Team Argos – Shimano) si è imposto nella corsa tedesca, Stadtlon – Münster, percorrendo 193 Km in 4h26′54″, alla media di 43,387 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Van Staeyen e l’olandese Groenewegen. Miglior italiano Giorgio Brambilla (Leopard Trek Continental Team), 5°.
E ALLA FINE ARRIVA ADAM
L’edizione 2012 della semi-classica belga che ricordava Frank Vandenbroucke, va al britannico Adam Blythe, portacolori del team BMC. L’inglese batte in volata il francese Adrien Petit (Cofidis) e il grande favorito John Degenkolb (Argos-Shimano). Al quarto posto si classifica un sorprendente Sebastian Stamegna, stagista della Farnese – Vini.
Foto copertina: Blythe primo sul traguardo di Binche (foto AFP)
Era una gara in linea lunga 200 chilometri adatta alle ruote veloci e le previsioni sono state tutte mantenute fin sul traguardo di Binche dove si è disputata la volata fra un gruppo di circa trenta corridori.
Il via alla corsa è stato dato a mezzogiorno e fin da subito gli atleti si sono dimostrati combattivi, pur essendo al termine di una stagione partita 10 mesi fa in Australia e che ha sicuramente logorato i corridori.
Pronti e via, quindi, e c’è stata subito battaglia per andare in fuga; perché in corse del genere una fuga ben assortita potrebbe anche andare in porto.
C’è chi ci prova, ma c’è anche il gruppo che controlla, contrastando questi numerosi tentativi già dalla partenza sperando, magari, di tenere il gruppo compatto fino al traguardo.
Speranza puntualmente rovinata perché, anche se tardi, dopo 120 chilometri percorsi si sgancia un gruppo di atleti con ancora altrettanti 80 da compiere.
I fuggitivi sono in ventidue, numero di per sé abbastanza alto e che dovrebbe normalmente preoccupare il gruppo, ma le squadre dei velocisti, dopo una prima parte di gara corsa a oltre 45 chilometri per ora, si devono impegnare anche a conservare gli uomini che hanno tirato il gruppo fino a quel punto.
Dopo aver rifiato qualche istante le squadre delle ruote veloci impiegano poco tempo a raggiungere i battistrada, e quando mancano 30 chilometri all’arrivo il gruppo è già tornato compatto.
Ai meno 20 dal traguardo c’è l’episodio più significativo della corsa, anche se per alcuni non è stato
così fortunato: una caduto a centro gruppo lo rompe, creando così alcuni ventagli.
Uno dei caduti più eccellenti è stato il belga Jurgen Roelandts, che si ritrova così con una clavicola rotta; peccato perché era appena uscito vincitore dall’Eurometropole Tour e godeva di una buona condizione di forma.
Sul traguardo, per via dei ventagli, arrivano a giocarsela un gruppo di venti corridori e con una volata imperiosa è Adam Blythe ad aggiudicarsi la corsa relegando al secondo posto e con almeno cinque metri di vantaggio il francese Petit, che soffia la seconda piazza ad un continuo John Degenkolb.
Si classifica al quarto posto Sebastien Stamegna, stagista nella Farnese – Vini, e che dimostra di essersi già abituato ai ritmi dei professionisti dopo una stagione fra i dilettanti conclusa senza vittorie.
La corsa odierna era importante anche perché coincideva con il rientro alle gare di Andy Schleck: il lussemburghese si è ritirato dopo 140 chilometri, riflesso di un’intera stagione fallimentare; tutti comunque attendiamo il riscatto di Andy nella prossima stagione.
02-10-2012
ottobre 2, 2012 by Redazione
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BINCHE-TOURNAI-BINCHE
Il britannico Adam Blythe (BMC Racing Team) si è imposto nella corsa belga, Binche – Binche, percorrendo 200,3 Km in 4h16′50″, alla media di 46,793 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Petit e il tedesco Degenkolb. Miglior italiano Sebastian Stamegna (Farnese Vini – Selle Italia), 4°.
30-09-2012
ottobre 1, 2012 by Redazione
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BUTRA HEIDELBERG CEMENT TOUR DE BRUNEI
Il malaysiano Mohammed Zamri Saleh (Terengganu Cycling Team) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, circuito di Bandar Seri Begawan, percorrendo 104 Km in 2h35′49″, alla media di 40,047 Km/h. Ha preceduto allo sprint il vietnamita Le Van e l’iraniano Nateghi. In classifica si impone l’iraniano Hossein Askari (Tabriz Petrochemical Team) con 24″ sul vietnamita Trinh e 26″ sul malaysiano Salleh.
TOUR DE WALLONIE-PICARDE – FRANCO-BELGE
Il francese Nacer Bouhanni (FDJ – Big Mat) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, Mons – Tournai, percorrendo 153,8 Km in 3h24′25″, alla media di 45,143 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Blythe e il belga Jürgen Roelandts (Lotto Belisol Team). Miglior italiano Giacomo Nizzolo (RadioShack – Nissan), 13°. In classifica si impone Roelandts con 17″ sullo spagnolo Flecha Giannoni e 18″ sul belga Wynants. Miglior italiano Nizzolo, 15° a 1′03″.
DUO NORMAND (cronometro a coppie)
L’australiano Luke Durbridge e il canadese Svein Tuft (Orica – GreenEDGE) si sono imposti nella corsa francese, circuito di Marigny, percorrendo 54,3 Km in 1h05′19″, alla media di 49,880 Km/h. Hanno preceduto di 1′03″ i britannici Dowsett e Rowe e di 1′45″ lo sloveno Vrecer e l’austriaco Hofer.
PICCOLO GIRO DELL’EMILIA
L’austriaco Matthias Krizek (Team Marchiol-Emisfero-Site) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Casalecchio di Reno, percorrendo 165 Km in 3h42′00″, alla media di 44,594 Km/h. Ha preceduto di 3″ gli italiani Kristian Sbaragli e Davide Martinelli, entrambi del Team Simaf Carrier Wega Truck Italia Valdarno.