L’EUROPCAR CHE NON TI ASPETTI: TRE VALLI A VEILLEUX

agosto 18, 2012 by Redazione  
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Sulla carta relegato al ruolo di gregario di Thomas Voeckler, il canadese si è imposto a sorpresa nella 92a Tre Valli Varesine, concedendosi addirittura il lusso dell’arrivo in solitaria. Staccati di 1’06’’ i più immediati inseguitori, regolati da Palini su Di Luca e Parisien. A Veilleux anche la classifica finale del trittico, con il connazionale oggi 4° alle sue spalle.

Foto copertina: David Veilleux urla la sua gioia sul traguardo di Luino (foto Bettini)

È firmata da David Veillux la più grande sorpresa del Trittico Lombardo 2012, aperto giovedì dallo sprint vincente di Sacha Modolo alla Bernocchi e proseguito con il successo di Emanuele Sella nella Agostoni in quel di Lissone. Canadese, classe 1987, il portacolori della Europcar non era neppure annoverato fra gli outsider della Tre Valli 2012, che avrebbe sulla carta dovuto correre al servizio di Pierre Rolland e soprattutto di Thomas Voeckler, dato ed effettivamente apparso in buona condizione. Giunto in compagnia dei migliori al penultimo giro sul circuito finale di Luino, dopo aver resistito alla massiccia scrematura registrata nel corso della prima tornata, il non ancora 25enne di Cap-Rouge ha saputo volgere a proprio vantaggio il suo status di semi-sconosciuto, avvantaggiandosi nell’indifferenza generale ad una quindicina di chilometri dal traguardo.
Sono bastate poche pedalate perché il vantaggio lievitasse addirittura intorno al minuto, assestandosi a 56’’ in corrispondenza del suono della campana sul drappello inseguitore. Drappello, quest’ultimo, selezionatosi in virtù di un’altra giornata di corsa all’arma bianca, all’altezza della Agostoni di ieri. Già sull’Alpe Tedesco, prima ascesa di giornata nonché punto più alto della gara, si sono mossi Fabio Felline, l’eroe dei Resinelli Matteo Rabottini e il solito Angel Madrazo, cui va senz’altro l’ideale titolo di corridore più combattivo del Trittico. Neutralizzata l’azione dei tre, sono stati Frapporti e il giovane colombiano Valencia a provarci, quando ancora all’arrivo mancavano oltre 60 km, senza trovare maggiore fortuna.
La vera scrematura è però arrivata nei pressi dell’imbocco del circuito conclusivo, 11 km circa intorno a Luino da percorrere quattro volte: dapprima è stata la volta di Sander Armée, altro attaccante seriale di questo Trittico, in compagnia ancora di Felline e Rabottini; quindi è toccato a Stefano Garzelli piazzare due allunghi, inframmezzati da un poco produttivo affondo di François Parisien; poi ancora all’ex campione europeo Luca Wackermann, vent’anni compiuti a marzo. Dodi, Reda, Failli, Visconti, Pozzovivo, Di Luca, Voeckler e il solito Madrazo si sono alternati al comando scattando e contro-scattando per un altro paio di giri, fino, appunto, all’allungo di Veilleux, il primo ad apparire potenzialmente decisivo.
Unico a cogliere la pericolosità della situazione, Giovanni Visconti ha provato a lanciarsi da solo all’inseguimento del battistrada, quando il divario aveva però già superato i 40’’; tentativo senz’altro coraggioso, ma forse tatticamente rivedibile, anche se le difficoltà palesate da Visconti lungo l’ultima scalata alla salita di Dumenza autorizzano a credere che nessuna strategia di corsa avrebbe potuto sopperire ad una condizione ancora deficitaria, destinata a crescere – si spera – con l’avvicinarsi del Campionato del Mondo. Ormai irrimediabilmente attardati grossi calibri quali Garzelli e Pellizotti, era da Danilo Di Luca e Domenico Pozzovivo che ci si attendeva una mossa sulle ultime rampe di giornata, ed è effettivamente stato proprio il 36enne di Spoltore a guidare l’inseguimento per diversi chilometri. La totale mancanza di collaborazione all’azione dell’abruzzese ha però trasformato la lotta in un testa a testa a distanza, in cui la perdita del fattore superiorità numerica condannava gli inseguitori a rivedere Veilleux soltanto dopo il traguardo, accontentandosi di riassorbire Visconti.
Con la sola eccezione di un paio di curve disegnate non esattamente alla Paolo Savoldelli nella picchiata verso Luino, il successo del canadese è stato sostanzialmente acquisito al momento dell’ultimo scollinamento, concedendo al leader, che fino ad oggi poteva vantare soltanto due successi minori in Francia, di godersi appieno un successo sicuramente inatteso ma altrettanto sicuramente meritato. In allegato alla Tre Valli, per Veilleux è arrivato anche il primato nella classifica del Trittico, dove l’altro canadese Parisien ha completato un’impronosticabile doppietta canadese grazie al quarto posto odierno, alle spalle di Palini e Di Luca. A completare il podio della tre-giorni Visconti, che negli ultimi chilometri è incappato in una caduta priva di gravi conseguenze, ma sufficiente a lasciargli come ricordo qualche dolorosa escoriazione. Wackermann e Cattaneo, 5° e 10° di giornata rispettivamente, quarantuno anni in due, rappresentano forse le note più liete della Tre Valli e dell’intero Trittico per quanto riguarda il ciclismo italiano, che potrebbe aver trovato – forse in anticipo sulle attese – due nomi su cui costruire in parte il necessario ricambio generazionale.
Altre indicazioni in tal senso si spera possano venire dalla Vuelta in partenza da Pamplona fra poche ore, la cui collocazione in calendario ha privato gli appuntamenti lombardi di molti possibili protagonisti. Se la salute di un movimento si misura anche dalla sua capacità di difendere le proprie corse – verrebbe da dire -, non è difficile farsi un’idea delle condizioni di quello italiano.

Matteo Novarini

SELLA VECCHIO STILE: SUA LA AGOSTONI

agosto 17, 2012 by Redazione  
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Il 31enne vicentino si regala il primo successo stagionale, battendo in uno sprint a due Fortunato Baliani al termine di una lunghissima fuga nata sulle rampe del Ghisallo. Danilo Di Luca completa il podio, staccato di 2’50’’, anticipando Mucelli e Chiarini. Buona prova anche di Domenico Pozzovivo, particolarmente brillante sulla salita di Giovenzana, ma costretto a rialzarsi dai molti chilometri pianeggianti per giungere a Lissone.

Foto copertina: Emanuele Sella alza le braccia sul traguardo di Lissone (foto Bettini)

Una prima ora a 45 km/h di media, condita e in parte causata da scatti e contro-scatti infruttuosi per azzeccare la fuga: a posteriori, si può dire che sono state queste le basi sulle quali Emanuele Sella ha costruito il proprio successo nella 66a Coppa Agostoni, al termine di una splendida azione in coppia in compagnia di Fortunato Baliani. I due hanno salutato tutti sulle rampe del Ghisallo, quando a Lissone mancavano ancora oltre 100 km. Probabilmente troppi, in condizioni normali, per soli due corridori; ma proprio quell’andatura forsennata mantenuta sin dalle battute iniziali, associata al caldo che ha martoriato l’intera gara, ha fatto sì che le condizioni fosse tutt’altro che normali, aprendo ad un copione diverso da quello pronosticato.
La prima salita di giornata ha infatti falcidiato le squadre all’inseguimento, preparando la strada alla definitiva esplosione del gruppo sulle rampe del Colle Brianza, dove non più di una dozzina di uomini sono rimasti alle spalle dei battistrada. Sulla salita della Giovenzana, comprendente passaggi al 19%, è stato Domenico Pozzovivo a provare a lanciarsi all’inseguimento, ma la prospettiva di oltre 40 km in solitaria, la maggior parte dei quali in pianura, hanno dissuaso il ragazzo di Policoro, lasciatosi riassorbire sullo strappo di Sirtori, ultima asperità di giornata. Un ragionamento probabilmente analogo a quello di Sella, che, dopo aver lasciato indietro Baliani nel tratto più impegnativo, ha rinunciato in breve tempo al tentativo di assolo.
Dietro i due al comando si è così formato un drappello di otto uomini, composto, oltre che da lucano, da Carlos Ochoa e José Serpa (Androni), Fabio Taborre e Danilo Di Luca (Acqua & Sapone), Mattia Cattaneo (Lampre, già protagonista alla seconda gara da pro), Davide Mucelli (Utensilnord), Francesco Failli (Farnese) e Luca Dodi (Team Idea). Un gruppetto apparentemente ben assortito, con a disposizione quasi 40 km sostanzialmente privi di difficoltà per colmare un gap di poco superiore ai 2’. Un po’ per la fatica, un po’ per il sorprendente smalto che ancora manteneva la testa della corsa, un po’ perché non tutti hanno voluto o potuto spremersi nell’inseguimento (i due Androni in particolare, ovviamente, benché l’ammiraglia sia parsa a lungo indecisa sul da farsi), il margine non ha però mai preso a calare, lievitando anzi a tratti anche oltre i 3’.
Neppure il rientro sui nove di Pagani, Chiarini, Visconti e Bosisio – sintomo peraltro della non esagerata andatura del drappello Di Luca – ha mutato significativamente i rapporti di forza in strada, lasciando intendere già ad una ventina di chilometri dall’arrivo che la vittoria sarebbe stata una questione a due. Questione per la verità mai realmente aperta, giacché Baliani – già sprinter non eccelso – ha dovuto fare i conti nel finale con dolori alla coscia sinistra che hanno facilitato oltremodo il compito di Sella. A secco di vittorie dalla Coppi e Bartali dell’anno passato, quando conquistò la tappa di Gaggio Montano e la classifica finale, il vicentino non ha così avuto difficoltà nel prevalere allo sprint, regalandosi il successo più prestigioso dopo il rientro dalla squalifica del 2008-2009.
Molto più indietro, Di Luca, Mucelli e Chiarini riuscivano intanto ad anticipare di una manciata di secondi i compagni di viaggio, con l’abruzzese della Acqua & Sapone che andava a conquistare in scioltezza il gradino più basso del podio, staccato di 2’50’’. Una prestazione che, combinata con la vittoria sul prestigioso traguardo di Kitzbuheler Horn al Giro d’Austria e con quella al GP Nobili Rubinetterie, andrebbe a costituire un filotto di risultati tali da porre una seria candidatura per una maglia azzurra al Mondiale di Valkenburg, non fosse per le demenziali politiche federali riguardanti i corridori con squalifiche per doping alle spalle.
Chi invece ha ottime probabilità di essere al via in Olanda è Giovanni Visconti, anche oggi protagonista, benché in difficoltà nei tratti più impegnativi; ma con la rassegna iridata distante ancora un mese e mezzo, non è necessariamente un male la condizione non impeccabile. Maggiori indicazioni dovrebbe ad ogni modo fornirle la Tre Valli Varesine di domani, dove sono attesi ai nastri di partenza anche atleti che hanno disertato i primi due appuntamenti del Trittico Lombardo (benché alcuni, fra cui il campione d’Italia Franco Pellizotti, non schierabili ai Campionati del Mondo per le stesse ragioni di Di Luca). Se l’atteggiamento dei protagonisti sarà anche solo paragonabile a quello tenuto oggi alla Agostoni, che solo dodici mesi fa aveva sorriso ad uno sprinter – pur resistente alle salite – quale Sacha Modolo, è lecito attendersi un’altra gara ad eliminazione.

Matteo Novarini

COPPA BERNOCCHI, MONOLOGO COLNAGO

agosto 16, 2012 by Redazione  
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Si apre nel segno della formazione di Bruno Reverberi il Trittico Lombardo, con Sacha Modolo che ha bruciato allo sprint il compagno Sonny Colbrelli a Legnano, sul traguardo della Coppa Bernocchi. Completa il podio l’argentino Mauro Richeze. Il lungo tratto pianeggiante finale è risultato fatale a un drappello comprendente Davide Rebellin, che aveva a lungo animato la gara nella fase centrale.

Foto copertina: Sacha Modolo e Sonny Colbrelli regalano la doppietta alla Colnago – CSF nella 94a Coppa Bernocchi (foto Bettini)

Come tradizione vuole, anche l’edizione 2012 della Coppa Bernocchi ha sorriso ad un velocista, al termine di una gara che pure si era sviluppata a tutto vantaggio di chi tentava di scongiurare un epilogo allo sprint. Sin dalle battute iniziali, infatti, il gruppo è stato obbligato a viaggiare a passo decisamente spedito, nel tentativo di controllare la girandola di scatti che ha alla fine premiato Quemeneur, Van Vooren, Pantano, J. Rodriguez, Maggiore, Coledan, Ciavatta, Garofalo e Kern, a lungo in avanscoperta e capaci di guadagnare fino a quattro minuti nei confronti del gruppo principale.
I nove non hanno comunque mai dato al plotone ragione di preoccuparsi, mentre qualche patema in più lo ha provocato l’attacco di Alexander Pliuschin, partito ad una cinquantina di chilometri dal traguardo, ma è stato un successivo contrattacco a mettere seriamente a repentaglio l’arrivo a ranghi compatti. Pantano ci ha infatti riprovato, stavolta in compagnia di Madrazo, Armée, Monsalve, Charteau, Garofalo, Cominelli e soprattutto Davide Rebellin, attivissimo in particolare nei tratti di salita. Gli otto hanno per un certo tratto dato l’impressione di poter sfidare seriamente la concorrenza delle squadre dei velocisti, che, una volta esaurite le salite e intrapresi gli oltre 20 km in linea verso Legnano, hanno però iniziato a divorare il margine faticosamente costruito dai coraggiosi, neutralizzandone l’azione ad una quindicina di chilometri dal termine.
Con Andrea Guardini messo ko dai ripetuti saliscendi, il nome di Sacha Modolo era prepotentemente schizzato in testa alla lista dei favoriti, ma le minacce portate da chi non voleva arrendersi allo sprint non erano ancora terminate. A segnalarsi, in particolare, è stata l’azione di Luca Dodi, 25enne del Team Idea che a 7700 metri dall’arrivo ha provato con successo ad avvantaggiarsi. La sortita è durata oltre 4 km, prima in solitaria, poi in compagnia di De Negri, spegnendosi soltanto in vista del cartello indicante 3 km alla conclusione.
Un ultimo assalto degno di nota è stato quello del già attivo Madrazo, capace di difendere strenuamente una cinquantina di metri di margine, prima di arrendersi al ritorno di un gruppo già proiettato verso lo sprint.
Con un parco velocisti falcidiato dai passaggi sul Piccolo Stelvio, la Colnago si è trovata in condizione di recitare la parte del cannibale, non limitandosi neppure a coronare gli sforzi profusi nell’inseguimento con la volata vincente di Modolo. Sonny Colbrelli, dopo aver assistito il veneto in fase di preparazione allo sprint, si è infatti concesso anche il lusso di chiudere subito alle sue spalle, mentre il vincitore intimava a gesti a qualcuno di tacere, spendendo in modo forse rivedibile il proprio momento di esultanza.
A conquistare il gradino più basso del podio è stato Mauro Abel Richeze, fratello di quel Maximiliano che nel 2007 si vide assegnare a tavolino due successi di tappa al Giro, originariamente andati ad Alessandro Petacchi – poi incappato in un controverso caso di doping -, non venendone privato dopo la squalifica biennale rimediata l’anno successivo. Tra i big, da segnalare l’ottavo posto di Giovanni Visconti, potenzialmente molto utile in chiave Trittico.
Domani e dopo, infatti, il nome del siciliano figurerà tra quelli dei favoriti di Coppa Agostoni e Tre Valli Varesine; non sarà tuttavia semplice spodestare Sacha Modolo, che lo scorso anno seppe imporsi proprio nel secondo appuntamento della tre giorni lombarda. I precedenti non giocano a favore del ragazzo di Conegliano, giacché, dal 1997 all’edizione passata, soltanto una volta il vincitore della Bernocchi ha conquistato il successo finale (Hutarovich lo scorso anno). Di fronte ad una squadra come la Colnago di oggi, anche la tradizione potrebbe però essere costretta a piegarsi.

Matteo Novarini

UN MARTEDI’ DA LEON

agosto 14, 2012 by Redazione  
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Luis Leon Sanchez si prende una rivincita dopo la medaglia sfumata a causa di una foratura ai Giochi Olimpici, conquistando la seconda vittoria in carriera a San Sebastian. Decisivo un allungo ad una decina di chilometri dal traguardo, con il quale ha staccato un drappello di una ventina di atleti. Alle sue spalle, staccato di 10’’, Gerrans ha regolato il gruppo dei battuti.

Foto copertina: Luis Leon Sanchez gusta il successo sul traguardo di San Sebastian (foto APA)

Per la settima volta negli ultimi nove anni, la Clàsica di San Sebastian parla spagnolo. A regalare ai padroni di casa la dodicesima vittoria in quel di Donostia ha pensato Luis Leon Sanchez, che già due anni fa seppe prevalere su Vinokourov – oggi piuttosto anonimo in quella che dovrebbe essere stata la gara di chiusura della sua carriera – in uno sprint ristretto. Come spesso è accaduto nella carriera del fratello dell’ex Real Madrid Pedro Leon, si è trattato di un successo costruito più sulla scelta di tempo e sull’acume tattico che sulle gambe, che anzi avevano dato qualche segno di cedimento in occasione dell’ultimo passaggio sull’Alto de Arkale, sotto i colpi di Joaquim Rodriguez.
Per fortuna del 28enne di Mula, quello di Purito era stato il primo e a conti fatti unico attacco convinto da parte di uno dei favoriti della vigilia, rimasti per il resto passivi fino al secondo transito sull’Alto de Jaizkibel, quando sono passati all’attesa a schermaglie comunque mai tali da dare una scossa alla gara.
Ripresa la fuga di Palomares e Aramendia, nata dopo 35 km e spentasi poco dopo l’inizio della prima scalata all’ascesa simbolo della corsa, ad attaccare in contropiede erano stati Tiziano Dall’Antonia e Tomasz Marczynski, con il polacco che, dopo il riassorbimento, ci ha riprovato in compagnia di Sergio Paulinho. Sui due sono rientrati Henao, Valls Ferri e Izagirre, andando a costituire un quintetto che non ha però mai saputo costruire un margine tale da spaventare seriamente i favoriti.
Il drappello di testa si è selezionato sull’ultimo GPM di giornata, il già menzionato Alto de Arkale, grazie soprattutto all’azione del colombiano del Team Sky, capace di sbarazzarsi senza eccessivi patemi della compagnia, a dispetto di pendenze tutt’altro che sovrumane.
Proprio l’eccessiva dolcezza della scalata ha smussato anche l’affondo con cui Purito Rodriguez ha provato a fare altrettanto poco più indietro, trovando in Diego Ulissi il più pronto alla replica. Non meno di una ventina di atleti si sono così ritrovati al comando senza più ascese da affrontare, raggiungendo nel mentre il colombiano brevemente rimasto solo in testa. Fra questi, un Luis Leon Sanchez non apparso in grande spolvero in salita, ma che i precedenti – primo fra tutti quello della tappa di Foix dell’ultimo Tour de France – obbligavano ad una marcatura stretta nei chilometri finali.
Dimostrando come non sempre l’esperienza insegni, invece, tutti gli uomini al comando hanno pensato bene di concedere senza battere ciglio dieci secondi di vantaggio allo spagnolo quando questi, a poco meno di 10 km dal traguardo, ha inscenato un’azione quasi identica a dozzine di altre compiute nelle ultime stagioni. E anche quando l’iberico aveva messo da parte un gruzzolo di vantaggio già tale da destare allarme, nessuna delle squadre pluri-rappresentate in testa ha ritenuto opportuno organizzare un inseguimento degno di questo nome, preferendo piuttosto tentare improbabili ricongiungimenti con scatti e contro-scatti che non hanno fatto altro che lasciare immutato il margine di Sanchez, con la meta sempre più vicina.
L’ultima chance per gli inseguitori si è presentata a 3 km circa dal traguardo, quando – a riprova di come non disponesse di una condizione straripante – il battistrada ha attraversato un momento di flessione, sullo strappo che dodici mesi fa lanciò l’attacco vincente di Philippe Gilbert. Il divario si è allora ridotto ad appena 6’’, ma le continue accelerazioni e frenate del drappello hanno consentito al leader di recuperare in meno di un chilometro quanto lasciato per strada.
Inevitabile, a quel punto, l’arrivo in parata che lo spagnolo della Rabobank si è regalato, quello che non aveva potuto concedersi due anni or sono. Dieci secondi più tardi, Gerrans ha bruciato Gianni Meersman nell’amaro sprint per la piazza d’onore, relegando Christophe Le Mevel e Bauke Mollema ai piedi del podio.
La corsa, che inaugura sostanzialmente la fase calante della stagione, ed è dunque il primo dei tanti test che dovranno definire la rappresentativa azzurra a Valkenburg, non ha sfortunatamente fornito moltissime indicazioni in tal senso, ad eccezione dell’ottima prova di Diego Ulissi, purtroppo non tradottasi in un piazzamento all’altezza. L’essere stato il più pimpante al momento dell’attacco di Rodriguez, già in forma Vuelta, rappresenta tuttavia un dato discretamente significativo, in attesa di trovare conferma su altri palcoscenici, possibilmente da convertire anche in risultati. Non pervenuto, invece, il probabile capitano in terra d’Olanda, Damiano Cunego, che dovrà evidentemente guadagnarsi più in là dei gradi di capitano verso i quali anche Nibali nutre motivate ambizioni.

Matteo Novarini

UN UTAH TARGATO TSCHOPP

agosto 14, 2012 by Redazione  
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Niente da fare per re Leipheimer, l’americano non riesce nell’impresa di scrivere per la terza volta il suo nome nell’albo d’oro della corsa, gli succede Tschopp, secondo straniero dopo Mancebo, grazie anche alla vittoria nella tappa regina. Acuto finale per Leipheimer che però non riesce nemmeno ad agguantare il podio ottenuto da Busche e Konig.

Foto copertina: il podio del Tour of Utah 2012 (foto Jonathan Devich)

Vittoria di Tschopp nell’ottava edizione del Tour of Utah. L’elvetico, secondo straniero a vincere la corsa in terra americana, succede nell’albo d’oro a Leipheimer che non riesce nell’impresa di ripetersi per la terza volta. L’americano ha provato in tutti i modi a vincere la corsa, ma ha forse pagato l’ultimo posto nella cronosquadre, molto distante dalla Garmin, vincitrice. Nelle ultime due tappe il corridore della Omega ha provato in tutti i modi a recuperare il ritardo, riuscendoci in parte nella tappa conclusiva guadagnando 49” sul gruppo dei migliori. Nella penultima tappa, la frazione regina, l’azione dell’americano ha finito per favorire invece la vittoria di Tschopp che ha staccato di 43” Konig, 47” Dombrowski e addirittura di 1′ Leipheimer. A un 1′38” è giunto invece Vandevelde che con l’arrivo di Snowbird Resort ha detto addio alla maglia di leader, conquistata in occasione della cronosquadre vinta dalla sua squadra, sfilata precedentemente dalle spalle di Rory Sutherland, vincitore della prima tappa su Damiano Caruso, a seguito di una fuga vincente di una trentina di unità.
Nelle due tappe centrali hanno invece avuto la meglio i velocisti con due volate vinte rispettivamente da Matthews su Schar e Keough su Benfatto.
Finiscono così giù dal podio sia Vandevelde che Leipheimer, con l’onore a stelle e strisce tenuto alto da Busche che si issa al secondo posto nella generale davanti al pimpante Konig, per gli italiani qualche buon piazzamento nelle volate, ma niente più.

Andrea Mastrangelo

12-08-2012

agosto 13, 2012 by Redazione  
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ENECO TOUR
L’italiano Alessandro Ballan (BMC Racing Team) si è imposto nella settima ed ultima tappa, Maldegem – Geraardsbergen, percorrendo 207,7 Km in 4h56′16″, alla media di 42,063 Km/h. Ha preceduto di 2″ l’olandese Lars Boom (Rabobank Cycling Team) e di 6″ lo spagnolo Ventoso Alberdi. In classifica si impone Boom con 26″ sul francese Sylvain Chavanel e 49″ sull’olandese Terpstra. Miglior italiano Giacomo Nizzolo (Radioshack-Nissan), 14° a 1′37″.

TOUR OF UTAH
Lo statunitense Levi Leipheimer (Omega Pharma-Quickstep) si è imposto nella sesta ed ultima tappa, circuito di Park City, percorrendo 121,3 Km in 3h06′54″, alla media di 38,940 Km/h. Ha preceduto di 49″ l’olandese Kruijswijk e il ceco Koenig. Miglior italiano Damiano Caruso (Liquigas-Cannondale), 22° a 4′52″. In classifica si impone l’elvetico Johann Tschopp (BMC Racing Team), con 43″ sullo statunitense Busche e 49″ su Koenig. Miglior italiano Caruso, 36° a 19′39″.

TOUR CYCLISTE INTERNATIONAL DE LA GUADELOUPE (dilettanti)

L’australiano Steele Van Hoff (Chipotle Development Team) si è imposto nella nona ed ultima tappa, circuito di Lamentin, percorrendo 137,6 Km in 3h09”06″, alla media di 43,279 Km/h. Ha preceduto i francesi Ramothe e Chancrin. Miglior italiano Simone Campagnaro (Team Nippo), 12°. In classifica si impone il francese Ludovic Turpin (Union Sportive Goyavienne) con 3′21″ sul canadese Langlois e 5′24″ sul giapponese Sano. Miglior italiano Campagnaro, 4° a 6′32″.

LA MI-AOÛT EN BRETAGNE

Il tedesco Marcel Meisen (BKCP – Powerplus) si è imposto nella quarta e ultima tappa, circuito di Guerlesquin, percorrendo 179 Km in 4h31′34″, alla media di 39,548 km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Downing e il francese Blain. In classifica si impone il canadese David Veilleux (Team Europcar) hcon 57″ sul norvegese Rake e su Blain.

TOUR OF SZEKLERLAND (Romania)

Quarta ed ultima tappa disputata in due semitappe.
Il mattino, il croato Matija Kvasina (Tusnad Cycling Team) si è imposto nella prima semitappa, cronoscalata Hármaskereszt – Harghita Băi, percorrendo 5 Km in 12′06″, alla media di 24,793 Km/h. Ha preceduto di 17″ e 19″ i bulgari Georgiev e Koychev Hristov. Miglior italiano Nicola Dal Santo (Hemus 1896 – Troyan), 16° a 50″. L’ucraino Vitaliy Popkov (ISD – Lampre Continental) è il nuovo leader della classifica, con 22″ sul connazionale Pakhtusov e 46″ sullo sloveno Marin. Miglior italiano Dal Santo, 20° a 9′14″.
Il pomeriggio, il greco Ioannis Tamouridis Matija Kvasina (Tusnad Cycling Team) e il rumeno Andrei Nechita (Generali Videa Ballan Coppi Gazzera) si sono imposti ex-aequo nella seconda semitappa, circuito di Miercurea Ciuc, percorrendo 129,8 Km in 2h55′12″, alla media di 44,452 Km/h. Hanno preceduto allo sprint il moldavo Cioban. Miglior italiano Manuel Fedele (Hemus 1896 – Troyan), 13° a 1′09″. In classifica si impone Popkov, con 22″ su Pakhtusov e 46″ su Marin. Miglior italiano Dal Santo, 20° a 9′14″.

PUCHAR UZDROWISK KARPACKICH
Il polacco Sylwester Janiszewski (CCC Polsat Polkowice) si è imposto nella corsa polacca percorrendo 146 Km in 3h32′39″, alla media di 41,194 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Radochla e il polacco Radosz.

CAMPIONATI EUROPEI DI CICLISMO U23 – gara in linea

Lo sloveno Jan Tratnik (Radenska) si è imposto nella gara in linea, circuito di Goes, percorrendo 172 Km in 3h52′30″, alla media di 44,387 Km/h. Ha preceduto di 1″ il lettone Flaksis e di 11″ l’olandese Wippert. Miglior italiano Nicola Ruffoni (Team Colpack), 5° a 11″.

BALLAN-BOOM, INTESA VINCENTE

agosto 12, 2012 by Redazione  
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A cinque anni di distanza dal trionfo nel Giro delle Fiandre il veneto della Bmc fa nuovamente la differenza sul Mur de Grammont in compagnia dell’olandese e i due giungono insieme al traguardo di Geraardsbergen con l’azzurro che conquista il successo parziale e l’ex ciclocrossista che fa sua la classifica generale dell’Eneco Tour. Tra i protagonisti anche Marcato, Ulissi, Oss e Nizzolo e un ancora brillantissimo Contador.

Foto copertina: Ballan svetta nella tappa del Grammont (foto Cor Vos)

L’ottava edizione dell’Eneco Tour si è conclusa con la frazione più attesa, 207,7 km da Maldegem-Geraardsbergen lungo le tradizionali strade del Giro delle Fiandre, con 16 muri in programma tra cui il mitico Grammont da scalare per tre volte ultima delle quali a 5 km dall’arrivo, posto a sua volta al termine delle prime rampe che conducono al Kapelmuur. La corsa ha avuto un andamento piuttosto tranquillo fino a 40 km dal traguardo con la fuga di Steegmans (Omega-Quick Step), Burghardt (Bmc), Urtasun (Euskaltel), Van Der Sande e Neyens (Lotto-Belisol), Mol (Vacansoleil), Brutt (Katusha), Hondo (Lampre) e Gerdemann (RadioShack), tutti piuttosto lontani in classifica generale dalla maglia bianca Tuft (Orica-GreenEdge), che hanno acquisito un vantaggio massimo di non più di 3′ sul gruppo tirato dalla Rabobank di Boom, leader in pectore se si considera l’avversione di Tuft per questo tipo di percorsi, dall’Omega-QuickStep di Boonen e Chavanel e di una particolarmente attiva Saxo Bank-Tinkoff che, pur schierando nelle proprie fila il vincitore del Fiandre 2010 Nuyens, ha puntato tutto su Contador, che pure quasi mai in carriera aveva gareggiato su queste strade, operando diverse accelerazioni per rendere più dura possibile la corsa e favorire il campione madrileno.
Dopo alcune scaramucce nel tratto pianeggiante immediatamente precedente al secondo passaggio sul Grammont, che hanno visto tra i protagonisti i nostri Mori (Lampre), Oss (Liquigas) e Quinziato (Bmc), e due forature di Boonen e Tuft prontamente rientrati in gruppo la corsa si è accesa sul Kapelmuur grazie a un violento attacco di Van Avermaet (Bmc) che si è riportato su Burghardt e Gerdemann, ultimi ad arrendersi tra i battistrada della prima ora. Alla ruota del belga è rimasto solo un brillantissimo Contador, seguiti a breve distanza da Terpstra (Omega-QuickStep), Haussler (Garmin), Roelandts (Lotto-Belisol), Ballan (Bmc) e da un attivissimo Oss mentre sono rimasti più indietro Boom, Boonen e Chavanel e come prevedibile ha ceduto nettamente Tuft che non è più riuscito a rientrare: i distacchi in cima erano comunque minimi e ben presto si è riformato un gruppo di una sessantina di atleti con Bakelandts (RadioShack) che è partito in contropiede guadagnando 40” sugli inseguitori e rimanendo in avanscoperta fino ai piedi dell’ultimo passaggio sul Grammont.
E’ stata ancora la Bmc, di gran lunga la formazione più forte di giornata, ad operare il forcing sulle prime rampe e sul tratto più duro, con un’azione del tutto simile a quella che nel 2007 gli aveva consentito di aggiudicarsi il Giro delle Fiandre, Ballan è partito e nessuno è riuscito a resistergli con il solo Boom, molto più pimpante rispetto al passaggio precedente, che è riuscito a reagire nel tratto finale dell’ascesa distanziando a sua volta gli altri corridori e riportandosi sul trevigiano immediatamente dopo lo scollinamento, mentre alle loro spalle si è formato un gruppetto di una quindicina di atleti comprendente Contador e Nuyens (Saxo Bank-Tinkoff), Boonen, Chavanel e Terpstra (Omega-QuickStep), Van Avermaet e Phinney (Bmc), Oss, Haussler, il leader della classifica della combattività De Vreese (Topsport Vlaanderen), Gallopin, Bakelandts e un sempre più convincente Nizzolo (RadioShack), Ventoso e Castoviejo (Movistar), Marcato (Vacansoleil) e Ulissi (Lampre), alla sua prima esperienza in assoluto sulle strade del Nord.
Con Ballan interessato al successo di tappa e Boom alla generale l’accordo tra i due è stato automatico e la conclusione inevitabile con il 32enne di Castelfranco Veneto che ha colto il suo secondo successo stagionale dopo essersi aggiudicato il Giro di Toscana e l’olandese ex campione mondiale di ciclocross che ha conquistato la classifica generale, mentre la volata per il terzo posto parziale, condizionata da una caduta senza conseguenze che ha coinvolto Phinney, Haussler e Oss, ha visto prevalere Ventoso davanti a Nuyens, Marcato e Ulissi con Contador 8° e Nizzolo 11°, piazzamento che gli ha consentito di conservare la leadership nella classifica a punti. Alle spalle di Boom nella generale hanno chiuso invece nell’ordine Chavanel a 26”, Terpstra a 49”, Contador e Durbridge (Orica-GreenEdge), 58” su Castroviejo e 1′00” su Tuft con Nizzolo 14° a 1′37” e primo degli italiani. L’attenzione si sposta ora sulla Spagna con la Clasica de San Sebastian in programma martedì 14 agosto e la Vuelta che prenderà il via sabato 18 con una cronosquadre in quel di Pamplona.

Marco Salonna

11-08-2012

agosto 12, 2012 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

ENECO TOUR
Il canadese Svein Tuft (Orica GreenEdge) si è imposto nella sesta tappa, circuito di Ardooie a cronometro, percorrendo 17,4 Km in 20′25″, alla media di 51,134 Km/h. Ha preceduto di 5″ lo statunitense Phinney e di 6″ l’olandese Boom. Miglior italiano Adriano Malori (Lampre – ISD), 5° a 19″. Tuft è il nuovo leader della classifica, con 4″ su Boom e 16″ sul francese Sylvain Chavanel. Miglior italiano Malori, 16° a 1′03″.

TOUR OF UTAH
L’elvetico Johann Tschopp (BMC Racing Team) si è imposto nella quinta tappa, Newpark Town – Snowbird Resort, percorrendo 162,8 Km in 4h18′20″, alla media di 37,811 Km/h. Ha preceduto di 43″ il ceco Koenig e lo statunitense Dombrowski. Miglior italiano Paolo Longo Borghini (Liquigas-Cannondale), 34° a 6′05″. Tschopp è il nuovo leader della classifica, con 38″ e 43″ sugli statunitensi Vande Velde e Busche. Miglior italiano Ivan Santaromita (BMC Racing Team), 31° a 6′14″.

GP CAMAIORE
Il colombiano Johan Esteban Chaves Rubio (Colombia – Coldeportes) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Camaiore, percorrendo 199,2 Km in 4h33′08″, alla media di 43,759 Km/h. Ha preceduto allo sprint il russo Chernetskiy e l’italiano Franco Pellizotti (Androni Giocattoli – Venezuela).

VUELTA CICLISTA A LEON
Il britannico Richard Handley (Rapha Condor – Sharp) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Laguna de Negrillos – León, percorrendo 118,2 Km in 2h33′55″, alla media di 46,076 Km/h. Ha preceduto di 1″ il cileno Oyarzun e di 3″ il russo Shilov. Due italiani in gara: Federico Buttò (Frío Julymar) 40° a 1′15″, Ruben Donati (Gomur-Cantabria Deporte-Ferroatlántica) 63° a 1′15″. In classifica si impone lo spagnolo José Belda Mira (Gsport-Valencia Terra y Mar) con 1′14″ sul connazionale Vallejo Domínguez e 1′18″ sul russo Belykh. Donati 28° a 22′27″, Buttò 87° a 1h02′36″

TOUR DE L’AIN (Francia)
Il francese Thibaut Pinot (FDJ-Big Mat) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Saint-Claude – Lelex-Monts-Jura, percorrendo 132,4 Km in 3h34′36″, alla media di 37,018 Km/h. Ha preceduto di 43″ e 1′50″ i connazionali Bardet e Rolland. Miglior italiano Mirko Selvaggi (Vacansoleil-DCM Pro Cycling Team), 48° a 11′31″. In classifica si impone lo statunitense Andrew Talansky (Garmin – Sharp) con 12″ e 38″ sugli spagnoli Pardilla Bellon e Navarro Garcia. Miglior italiano Dario Cataldo (Omega Pharma-Quickstep), 18° a 21′32″.

TOUR CYCLISTE INTERNATIONAL DE LA GUADELOUPE (dilettanti)

Ottava tappa suddivisa in due semitappe.
Il mattino, il francese Dimitri Deliot (USL – CRBTP) si è imposto nella prima semitappa, Bouillante – Basse Terre, percorrendo 105 Km in 2h46′43″, alla media di 39,480 Km/h. Ha preceduto di 7″ il connazionale Curier e il giapponese Sano. Miglior italiano Simone Campagnaro (Team Nippo), 19° a 57″. Il francese Ludovic Turpin (Union Sportive Goyavienne) ha conservato la testa della classifica, con 10″ sul canadese Langlois e 4′17″ su Sano. Miglior italiano Campagnaro, 7° a 6′05″.
Il pomeriggio, il francese Turpin si è imposto nella seconda semitappa, cronoscalata Basse Terre – Saint Claude, percorrendo 6,3 Km in 18′47″, alla media di 20,125 Km/h. Ha preceduto di 27″ Campagnaro e di 32″ il francese Guillon. Turpin ha conservato la testa della classifica, con 3′21″ su Langlois e 5′24″ su Sano. Miglior italiano Campagnaro, 5° a 6′32″.

LA MI-AOÛT EN BRETAGNE

Il francese Fabien Schmidt (RLM) si è imposto nella terza tappa, circuito di Poullaouen, percorrendo 177 Km in 4h28′5″, alla media di 39,615 km/h. Ha preceduto di 7″ il britannico Bibby e di 9″ il francese Chopin. Il canadese David Veilleux (Team Europcar) ha conservato la testa della classifica con 57″ sul norvegese Rake e sul francese Blain.

TOUR OF SZEKLERLAND (Romania)

Il croato Matija Kvasina (Tusnad Cycling Team) si è imposto nella terza tappa, Miercurea Ciuc – Harghita Băi, percorrendo 180,5 Km in 4h35′59″, alla media di 39,241 Km/h. Ha preceduto di 14″ l’ungherese Kusztor e di 27″ il tedesco Vasyliv. Miglior italiano Nicola Dal Santo (Hemus 1896 – Troyan), 7° a 35″. Lo sloveno Matej Marin (RC Arbö Gourmetfein Wels) ha conservato la testa della classifica, con 23″ e 34″ sugli ucraini Popkov e Pakhtusov. Miglior italiano Dal Santo, 20° a 9′16″.

MEMORIAL HENRYKA LASAKA

Il polacco Sylwester Janiszewski (CCC Polsat Polkowice) si è imposto nella corsa polacca, circuito di Sucha Beskidzka, percorrendo 204 Km in 4h21′44″, alla media di 46,765 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo sloveno Mezgec e il polacco Bulik.

SCOCCA L’ORA DI TUFT, CRESCE CONTADOR

agosto 12, 2012 by Redazione  
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Colpo doppio del canadese vicecampione mondiale di specialità a Varese che si aggiudica la crono di Ardooie con 5” su Phinney e 6” su Boom e strappa la maglia bianca a Boonen che accusa oltre un minuto di ritardo. A una settimana dal via della Vuelta fa la voce grossa anche il madrileno che malgrado il percorso completamente piatto chiude 7° a 22” da Tuft appena dietro a un brillante Malori 5° a 19”.

Foto copertina: Tuft in azione nella crono di Ardooie (foto Cor Vos)

Dopo le prime cinque tappe interlocutorie, eccezion fatta per la cronosquadre di Sittard, il Tour de France è entrato nel vivo con la prova contro il tempo di 17,4 km in quel di Ardooie, interamente pianeggiante e caratterizzata da lunghissimi rettilinei e pertanto adatta a quegli atleti in grado di spingere con grande potenza sui pedali. Non a caso il successo e con esso la maglia bianca di leader della generale è andato a uno specialista puro come canadese Svein Tuft (Orica-GreenEdge), medaglia d’argento nella cronometro di Varese nel 2008 e che in carriera sale a quota 26 successi ottenuti quasi tutti contro il tic tac, tra cui il prologo dell’Eneco Tour 2010 in quel di Steenwijk: il 35enne di Langley si è gestito al meglio lungo tutto il percorso e ha prevalso con 5” su Taylor Phinney (Bmc), che è stato il migliore nella seconda parte di gara e può recriminare per un avvio troppo controllato, e 6” su un grande Lars Boom (Rabobank), che con questa prestazione diventa l’uomo da battere essendo molto più adatto di Tuft ai muri delle Fiandre che verranno affrontati nella frazione conclusiva.
Nettamente più staccati tutti gli altri corridori con Westra (Vacansoleil) 4° a 18”, un ottimo Adriano Malori (Lampre) che ha trovato un percorso ideale per i suoi mezzi e si è piazzato 5° a 19” mantenendo un ritmo regolare per tutto l’arco della prova a differenza di Chavanel (Omega-QuickStep) e Irizar (RadioShack), che avevano i due migliori tempi a metà gara ma si sono spenti nella seconda parte chiudendo rispettivamente 6° e 11° con un distacco di 20” e 22”; immediatamente alle spalle del campione francese a cronometro si è piazzato Alberto Contador (Saxo Bank-Tinkoff), che su un tracciato assolutamente non ideale per le sue caratteristiche di scalatore e di atleta in grado di rilanciare la velocità ha impressionato per la frequenza di pedalata molto più elevata di quella di tutti gli altri e si è piazzato 7° a 22” da Tuft, dimostrando di essere sulla strada giusta a una settimana dal via della Vuelta España, suo grande obiettivo stagionale. L’ottima giornata dell’Orica-GreenEdge è stata completata da Durbridge e Mouris, 8° e 9° con distacchi di 25 e 26” anche se meno bene ha fatto il secondo della generale Keukeleire 39° a 1′08” mentre la grande sconfitta è l’Omega-QuickStep, che oltre alla prestazione non eccezionale di Chavanel registra il deludente 17° posto a 46” di Kwiatkowski e il 29° a 1′01” della maglia bianca Tom Boonen, che con questo distacco è virtualmente tagliato fuori dai giochi per il successo finale. Tra le delusioni di giornata si annoverano anche Millar (Garmin) 24° a 53”, Larsson (Vacansoleil) 30° a 1′01” e Spilak (Katusha) 50° a 1′19” mentre, detto di Malori, in casa Italia hanno realizzato prestazioni discrete Boaro (Saxo Bank-Tinkoff), 18° a 46” e a lungo provvisoriamente in testa dopo aver tagliato il traguardo, e i due alfieri della Bmc Quinziato e Ballan, distanziati rispettivamente di 52” e 59”.
La nuova classifica generale vede Tuft al comando con 4” su Boom, 16” su Chavanel, 25” su Mouris e Durbridge, 37” su Langeveld e 39” su Terpstra con Contador 10° a 49” e Boonen 12° a 55” ma tutto è ancora apertissimo in vista della frazione conclusiva che sarà un piccolo Giro delle Fiandre: saranno infatti ben 16 i muri che verranno affrontati lungo i 207,7 km della Maldegem-Geraardsbergen e su tutti spicca il Mur de Grammont, che dopo essere stato escluso in questa stagione dal percorso della Ronde fa il suo ritorno in grande stile e verrà scalato per ben tre volte, con il traguardo posto in cima all’ultimo passaggio.

Marco Salonna

CHAVES, E’ NATA UNA STELLA

agosto 12, 2012 by Redazione  
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Il 22enne colombiano reduce dal successo nella tappa regina della Vuelta Burgos ri ripete al Gp Camaiore regolando allo sprint l’altrettanto promettente russo Chernetskiy, il campione italiano Pellizotti, Pozzovivo e Sella in compagnia dei quali aveva fatto il vuoto nella tradizionale scalata del Monte Pitoro.

Foto copertina: il successo di Chaves a Camaiore (foto Bettini)

Anche il Gp Camaiore, giunto alla sua 63a edizione e che nel suo albo d’oro può annoverare atleti del calibro di Nencini, Merckx, De Vlaeminck, Moser, Bitossi, Saronni, Argentin, Bugno, Rebellin, Bettini e Nibali, subisce la grande concorrenza internazionale ed è per questo che al via si sono presentate solo 12 formazioni, tra cui la sola Liquigas facente parte del World Tour, tanto che per rimpinguare il numero dei partenti ciascuna di esse era composta da 10 atleti, con tra i principali protagonisti al via il campione uscente Taborre, Di Luca, Betancur e Garzelli (Acqua&Sapone), Salerno e Capecchi (Liquigas), Pellizotti, Felline e Sella (Androni), Gatto, De Negri e Rabottini (Farnese), Pozzovivo e Brambilla (Colnago-Csf), Duarte, Atapuma e Chaves (Colombia Coldeportes), Bailetti e Bosisio (Utensilnord) e Colli (Team Type 1): il percorso era quello tradizionale con un circuito pianeggiante iniziale dedicato a Fabio Casartelli e quello successivo di 24 km da ripetere per sette volte comprendente l’ascesa al Monte Pitoro, 3 km circa al 7% il cui ultimo scollinamento era posto a 10 km dal traguardo.
La corsa è stata accesa fin dalle prime battute con Colli e De Negri particolarmente attivi nei traguardi volanti pesenti nella fase iniziale ma la prima azione degna di nota è nata sul prima scalata del Pitoro ad opera di Salerno, che ha scollinato in solitudine venendo poi raggiunto da Di Paolo (Acqua&Sapone), Monsalve (Androni), Mejias (Team Type 1), Klimiankou (Astana) e Palini (Team Idea) e quindi da altri 28 corridori tra cui Di Luca, Betancur, Brambilla, De Negri, Rabottini, Sarmiento e Koren (Liquigas), Felline, Rubiano e Serpa (Androni), che hanno guadagnato fino a 2′15” sul resto del gruppo: sembrava già essere l’azione decisiva ma la formazione di Gianni Savio che pure aveva 6 atleti nel gruppo di testa si è portata al comando con l’intento di far rientrare in gioco Pellizotti che sul terzo passaggio al Pitoro si è mosso in prima persona in compagnia di un’altra ventina di corridori tra cui Garzelli, Sella e Chaves riuscendo a chiudere il gap con gli uomini di testa; immediatamente dopo il ricongiungimento è scattato Rabottini, che ha percorso in solitudine i successivi due giri del circuito acquisendo un vantaggio massimo di 1′40” prima di essere ripreso grazie al lavoro degli uomini della Colnago-Csf.
Nella fase successiva è stata l’Acqua&Sapone a prendere in mano la situazione e a chiudere sui numerosi tentativi portati tra gli altri dai vari Brambilla, Bosisio, Laverde, Proni e Giordani (Farnese) e sopratutto da un attivissimo Sella e tutto si è deciso sull’ultima ascesa del Pitoro, ai piedi della quale si è presentato un gruppo comprendente una quarantina di unità: è stato ancora lo scatenato scalatore vicentino a effettuare il forcing sulle prime rampe e hanno retto il ritmo i soli Pellizotti, Di Luca, Chaves, Pozzovivo e i sorprendenti Mucelli (Utensilnord), già in evidenza in primavera con diverse fughe al Giro dei Paesi Baschi, Kocjan (Team Type 1) e Chernetskiy (Itera-Katusha), 22enne russo che aveva comunque di recente mostrato le sue doti di grimpeur aggiudicandosi la cronoscalata di Col de Bassachaux al Giro della Val d’Aosta davanti al nostro Fabio Aru e chiudendo alle spalle dell’azzurro in classifica generale. In vista dello scollinamento Chaves ha rotto gli indugi immediatamente seguito da Pellizotti sui quali si sono riportati Pozzovivo, Chernetskiy e uno straordinario Sella mentre non ce l’ha fatta a replicare Di Luca, apparso già alla Vuelta Burgos in calo di condizione dopo le ottime prestazioni nel mese di luglio: i cinque uomini di testa hanno proseguito di comune accordo fino al traguardo e Pellizotti ha lanciato per primo lo sprint ma ad avere la meglio è stato Chaves che ha preceduto Chernetskiy, il campione italiano, Pozzovivo e Sella mentre Di Luca ha chiuso 6° a 24” regolando il gruppetto inseguitore comprendente Kocjan, Rybakov (Itera-Katusha), Rubiano (Androni) e Mucelli. Per il 22enne colombiano, professionista dalla scorsa stagione in cui si era imposto nella classifica generale del Tour de l’Avenir, si tratta del secondo successo consecutivo dopo quello in cima alla dura salita di Lagunas de Neila alla Vuelta Burgos davanti a scalatori del calibro di Henao, Anton, Moreno e dello stesso Pellizotti, ed è facile prevedere che su di lui andranno le attenzioni di diverse squadre World Tour. Il prossimo appuntamento con il calendario italiano sarà quello della Coppa Bernocchi, che sostituisce la Tre Valli Varesine come prima prova del Trittico Lombardo in programma tra il 16 e il 18 di agosto.

Marco Salonna

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