SULMONA – LAGO LACENO. A VOLTE RITORNANO
Il Giro torna a Lago Laceno, la località irpina che 14 anni fa vide abortita la prima grande azione di Pantani in montagna nel Giro che poi vincerà alla grande. Anche stavolta lo spazio per gli scalatori puri sarà molto limitato poiché la salita sarà la medesima, con il tratto più impegnativo piuttosto breve e seguito da un finale pianeggiante che favorirà di più le azioni dei passisti, come quella che riuscì a portare a compimento Alex Zülle nel 1998. Di sicuro vedremo davanti i protagonisti più attesi di questo Giro 2012, ma difficilmente si lasceranno andare in tentativi pazzi…. le vere salite devono ancora arrivare, qui c’è ancora lo spazio per qualche scaramuccia indagatrice sugli stati di forma degli avversari.
Ci sono nomi di località che hanno lo stesso effetto dirompente d’un fuoco, accendono all’istante la mente e la aprono ai ricordi. Basta dire Stelvio, per esempio, toponimo in grado di solleticare i cervelli di tifosi di tutte le età, dai tempi dell’impresa di Coppi nel 1953 a quelli della crisi nera di Basso nel 2005, passando per la sfida Bertoglio-Galdos che mise la parola fine al Giro del 1975. Accanto a questi ci sono “location” minori – talvolta sede di scene di passaggio, altre volte teatro d’azioni morte subito dopo il ciak –
che quando ritornano riaccendono solo la memoria dell’appassionato più appassionato, nonostante abbiano lasciato una debole traccia sulla storia della corsa rosa, poco più d’una scintilla. È proprio il caso del Laceno, il piccolo lago irpino che, il 13 maggio 2012, accoglierà per la terza volta nella storia un traguardo del Giro, il secondo di montagna di questa edizione. La prima tappa terminata lassù si disputò nel 1976 e non fu molto selettiva, a dispetto di una distanza superiore ai 250 Km, con una ventina di corridori a disputarsi la vittoria allo sprint, conquistata dal belga Roger De Vlaeminck, mentre la maglia rosa passava dalle spalle del giovane Moser a quelle dell’”anziano” Gimondi, che quell’anno s’imporrà nel suo terzo e ultimo Giro. Si rivedrà poi il Laceno nel 1998, in coda a una tappa di tutt’altro spessore, breve ma concentrata, con le ascese ai monti Taburno e Terminio ad anticipare la salita finale, sulla quale si vide il primo attacco serio di Pantani, dopo le scaramucce inscenate qualche giorno prima sul Capo Berta e sull’Argentario. Vuoi uno stato di forma ancora non al top, vuoi una salita dura ma non troppo, l’azione del “Pirata” si esaurirà ben presto e ne approfitterà Alex Zülle che riuscirà non solo a raggiungere lo scalatore romagnolo ma anche a staccare tutti e a involarsi, complici le sue doti di passista e il finale “vellutato”, verso un traguardo dove, oltre al successo, ritroverà quella maglia rosa persa per un buco all’ultimo chilometro nella tappa di Forte dei Marmi. Quasi impossibile la vittoria solitaria di un grimpeur, sarà una delle due alternative proposte dalla storia del Giro l’epilogo più probabile della tappa che chiuderà il secondo week-end di corsa. La tappa avrà un decorso differente rispetto a quello della frazione vinta dall’elvetico, decisamente più lunga e con una diversa distribuzione delle difficoltà. Le prime saranno concentrate nei 70 Km iniziali, poi a un tratto molto veloce di un centinaio di chilometri ne seguirà un altro più tortuoso e vallonato, disegnato sulle prime pendici dell’Irpinia, nel quale il gruppo quasi certamente si lancerà con la stessa veemenza con la quale aveva percorso i chilometri precedenti. Questi “eccessi” potrebbero, però, essere amaramente pagati quando, a 14 Km dalla meta, inizierà la salita vera che, pur non essendo durissima, potrebbe riservare qualche sorpresa. Di sicuro qualcuno, magari rammentando le gesta di Pantani, ci proverà e potrebbe trovare qualche campione in affanno, lieve o pesante. E se ci si staccherà lì, essendo l’arrivo oramai alle porte, difficilmente si riuscirà a colmare il gap, anche perché davanti non staranno lì a guardarsi l’un l’altro le gambe.
Questa lunga frazione, la seconda per chilometraggio dopo quella di Montecatini Terme, muoverà da Sulmona, la città di Ovidio e dei confetti, e debutterà con la salita verso le Cinquemiglia, il più noto e un tempo temuto degli altipiani abruzzesi. Si racconta che i viandanti che si accingevano a transitarvi facessero testamento prima di partire, perché era alto il rischio d’imbattersi in improvvise bufere di neve, spesso letali come le due che, tra il 1528 e il 1529, decimarono due eserciti di passaggio causando ben 800 vittime. Ai pericoli del clima si aggiungevano anche quelli provocati dalla presenza dei lupi o dalle scorrerie brigantesche. Fortunatamente, nessuno di questi disagi è mai stato patito dai “girini”, che salirono per la prima volta lassù nell’edizione del debutto, quella del 1909. L’infilata Cinquemiglia – Rionero – Macerone costituì per decenni, uno dei “cavalli di battaglia” dei Giri degli esordi, proposta in entrambi i sensi di marcia all’interno dei primi tapponi della storia della corsa rosa, che scoprirà a piccole dosi le grandi salite alpestri (la prima sarà il Sestriere nel 1911, mentre per le Dolomiti bisognerà attendere il 1937). Attraversata Roccaraso, cuore del comprensorio sciistico più vasto dell’Italia centromeridionale, si lascerà l’altipiano scendendo a Castel di Sangro e passando quindi in Molise, dove si andrà subito ad affrontare la salita di Rionero Sannitico, prendendola dal più facile dei suoi versanti. Decisamente più acclive è il successivo Valico del Macerone, il vero e proprio “babau” dei primi Giri d’Italia, 3,5 metri al 7,4% che oggi non fanno quasi più paura (forse solo se l’arrivo fosse a Isernia, in fondo alla discesa, susciterebbe qualche piccolo timore) ma che un tempo facevano duramente penare i corridori, anche per il fondo sterrato. Basti dire che nel 1921 riuscì a disarcionare un campione della stazza di Costante Girardengo – sei Sanremo, due Giri e tre Lombardia vinti – che scese di bicicletta e tracciò una croce sulla polvere dello sterrato. Il primo “campionissimo” della storia del ciclismo italiano si vendicherà con gli interessi nel Giro del 1923, conquistato proprio nella tappa che prevedeva il Macerone, anche se quella volta si saliva da Isernia, il lato più facile.
Usciti dall’inferno d’un tempo, alle porte di Isernia inizierà il tratto più veloce di questa tappa che si snoderà interamente su strade statali che si terranno ben lontane dai centri abitati. Non mancherà, nonostante questo, l’affetto e il calore dei tifosi del sud, sempre pronti a scendere dai propri borghi appollaiati suoi colli per applaudire i “girini”, approfittando dell’occasione e dei primi caldi per organizzare estemporanei pic-nic a bordo strada.
All’inizio di questo tratto si dovrà ancora affrontare una salita, il facile Valico di Pettoranello, scollinato il quale il tracciato sfiorerà il santuario dell’Addolorata di Castelpetroso, edificio in stile neogotico innalzato sul luogo di un’apparizione mariana avvenuta nel 1888 e presso il quale sono “apparsi” in tre occasioni anche i corridori, in quanto è stato sede di tappa due volte alla Tirreno-Adriatico e una volta al Giro d’Italia “Baby”, quello dei dilettanti, quando, nel 2006, lassù s’impose il futuro vincitore della Milano-Sanremo 2011, l’australiano Matthew Harley Goss.
Lasciata la strada per Campitello Matese, principale stazione di turismo invernale del Molise, il gruppo attraverserà la conca di Bojano e, dopo esserne uscito, lambirà l’area archeologica di Saepinum, costituita dai resti di due centri, quelli della città sabina Saipins e quelli del municipio romano omonimo, del quale si sono conservati, tra gli altri monumenti, il foro e la solida Porta di Bojano. Subito dopo si entrerà in Campania, concludendo il lungo falsopiano iniziato dopo il Pettoranello e transitando ai piedi dei centri di Sassinoro e Morcone, conosciuto quest’ultimo dai fedeli di Padre Pio che salgono pellegrini al convento che accolse il frate stigmatizzato negli anni del noviziato. Una rapida discesa porrà termine a questo tratto intermedio, introducendo il gruppo in Benevento, recente conquista dei patrimoni dell’umanità, iscritta nel 2011 perché testimonianza “vivente” della presenza dei longobardi in Italia. Si tratta di un patrimonio atipico poiché non è accentrato in un’unica località, ma diffuso tra ben sette differenti municipi di tutto il “Bel Paese”, dalla Lombardia (Castelseprio e Brescia) al Friuli (Cividale), dall’Umbria (Campello sul Clitunno e Spoleto) alla Puglia (Monte Sant’Angelo), fino alla tappa campana, dove l’UNESCO ha riconosciuto il complesso monumentale che si stringe attorno alla chiesa di Santa Sofia.
In lenta ascesa ci si porterà a San Giorgio del Sannio, il comune dal quale si ripartirà il giorno successivo, per penetrare poi in Irpinia, regione storico-geografica dell’Italia meridionale dall’andamento prevalentemente montuoso che ricade interamente nella provincia di Avellino e che, dal 23 novembre 1980, ha inevitabilmente legato il suo nome nel ricordo collettivo al tremendo terremoto che quella notte stravolse queste terre. Proprio come la lancetta di un sismografo, a questo punto il pennino del cartografo del Giro è tornato a schizzare verso l’alto mentre la strada prenderà a salire lentamente, senza superare grandi pendenze e intercalando con frequenza tratti in discesa e falsopiano. Con questo assetto si attraverserà una serie di piccoli paesi di mezza montagna, a cominciare da Pietradefusi, del quale è originaria la famiglia di Mario Puzo, lo scrittore statunitense reso celebre dal romanzo “Il Padrino”, scritto nel 1969 e dal quale sono stati tratti tre fortunati film diretti da Francis Ford Coppola. Prendendo gradatamente quota si salirà sino agli 836 metri di Montemarano, centro dal quale passò anche San Francesco d’Assisi, che nel 1228 vi fece resuscitare una donna, evento ricordato da un affresco di Giotto visibile nella chiesa superiore della basilica umbra. Scesi nella valle del Calore, si raggiungerà Montella dove, alle porte del gran finale, ci si riallaccerà al tracciato della tappa vinta da Zülle. Ancora qualche chilometro facile e poi, all’altezza del pittoresco convento di San Francesco a Folloni (pure legato al “poverello d’Assisi”, che l’avrebbe fondato nel 1222, e all’interno del quale è visibile il notevole monumento funebre del condottiero Don Diego I Cavaniglia), si attaccherà l’ascesa che nel 1998 era chiamata Valico Villaggio Laceno e stavolta figura sul grafico come Colle Molella. Diverse le generalità, ma uguale il percorso, che debutterà in maniera gradevole nei 5 Km iniziali e si farà impegnativo una volta attraversata la località di villeggiatura di Bagnoli Irpino, nota sin dall’antichità per una varietà locale di tartufo nero, recentemente riscoperto dalla gastronomia dopo i fasti del passato, quando costituiva una delle prelibatezze “elitarie” che si poteva trovare sulla tavola dei sovrani borbonici del Regno delle Due Sicilie. Lasciamo il desco e torniamo sulla strada che ora, come annunciato, proporrà il suo tratto più duro, lungo poco più di 3 Km e caratterizzato da una pendenza media del 10%. La salita poi si “sgonfierà” nelle ultime centinaia di metri, lasciando qui il palcoscenico al “velluto” degli ultimi, pianeggianti 4,4 Km di strada, durante i quali si compirà una sorta di girotondo attorno alla conca del Laceno, imperlata dal piccolo lago omonimo nel quale si specchiano i monti del comprensorio sciistico più spettacolare d’Italia, poiché consente di sciare avendo negli occhi da una parte lo scintillio delle nevi e dall’altra quello delle acque del Mar Tirreno, le cui coste distano, in linea d’aria, 30 Km da quelle del bacino irpino.
Lassù sapremo se, 14 anni dopo, qualcuno sarà stato in grado di vendicare l’affronto elvetico a Pantani. Ma non sarà facile; le vere salite devono ancora arrivare, adesso è ancora ora delle prime scaramucce.
I VALICHI DELLA TAPPA
Valico Piano delle Cinquemiglia (1265m). Valicato dalla SS 17 “dell’Appennino Abruzzese e Appulo Sannitica” tra Rocca Pia e Roccaraso, è quotato 1284 metri sulle cartine del Giro 2012. Prima salita del Giro d’Italia, affrontato nella terza tappa dell’edizione 1909 (Chieti – Napoli, vinta da Giovanni Rossignoli), dopo l’istituzione della maglia verde ha accolto 5 traguardi GPM. L’ultimo a scollinarlo è stato il britannico Robert Millar nel 1987, nei chilometri conclusivi della tappa Rieti – Roccaraso, vinta da Moreno Argentin.
Colle della Portella (1271m). Valicato dalla SS 17, tra Rocca Pia e Roccaraso, all’altezza del bivio per Rivisondoli. Vi sorge il santuario della Madonna della Portella, detto anche Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli.
Colle della Gallina (1006 m). Valicato dala SS 17, salendo da Ponte Zittola a Rionero Sannitico. Vi transita il confine regionale tra Molise e Abruzzo.
Sella Rionero Sannitico (1022). Valicato dalla SS 17, si trova nei pressi dell’omonima località. È quotato 1051 sulle cartine del Giro 2012. Diciotto i traguardi GPM finora disputati su questo valico: la prima volta scollinò in testa Remo Bertoni nel 1934 (tappa Campobasso – Teramo vinta da Learco Guerra), l’ultima volta l’australiano Matthew Lloyd nella tappa Lucera – L’Aquila del 2011 (vinta dal russo Evgenij Petrov). Nei pressi del Rionero si trova la Bocca di Forlì, passo che rappresenta il confine geografico tra Italia Centrale e Italia Meridionale.
Valico del Macerone (684m). Storico passaggio del Giro d’Italia, valicato dalla SS 17 tra la località Vandra e Isernia. È stato in 18 occasioni traguardo GPM: il primo passaggio fu conquistato da Gino Bartali nel corso della Chieti – Napoli del 1946 (primo al traguardo Mario Ricci), l’ultima volta è scollinato in testa Emanuele Sella (2008, tappa Vasto – Pescocostanzo vinta da Gabriele Bosisio). L’ultimo passaggio effettuato (nella tappa Lucera – L’Aquila del 2011) non era valido come GPM.
Valico di Pettoranello (739m). Spartiacque tra il bacino del Biferno e quello del Volturno, è attraversato dalla SS 17, tra il bivio per Pettoranello del Molise e Pastena.
Sella di Vinchiaturo (552m). Attraversata dalla linea ferroviaria Campobasso – Isernia e dalla SS 87 “Sannitica” (tra gli svincoli di Guardiaregia e Sepino), costituisce lo spartiacque tra le valli del Biferno e del Tammaro e, secondo alcuni geografico, è in questo luogo – e non alla Bocca di Forli – che transita il reale confine tra Italia Centrale e Italia Meridionale.
Mauro Facoltosi
FOTOGALLERY
Foto copertina: Lago Laceno (www.campaniatour.it)

Uno scorcio di Sulmona (www.montagna.tv)

Altipiano delle Cinquemiglia (panoramio)

Isernia, cattedrale (www.prolocoisernia.it)

Castelpetroso, santuario dell'Addolorata (www.viaggispirituali.it)

Scavi di Saepinum, porta di Bojano (panoramio)

Morcone (www.campaniatour.it)

Benevento, la chiesa di Santa Sofia, recentemente iscritta nella lista dei Patrimoni dell'Umanità dall'UNESCO (www.ilsannita.it)
Montella, convento di San Francesco a Folloni (www.complessosanfrancescoafolloni.beniculturali.it)
ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI ROCCA DI CAMBIO
maggio 13, 2012 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Come negli ultimi anni, dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; i punti salienti della tappa a venire; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1953. Seguiteci.
Foto copertina: l’ex maglia rosa Malori suona la fisarmonica al raduno di partenza di Recanati (foto Bettini)
GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO
Italia
Tiralongo batte Scarponi. Hesjedal nuova maglia rosa (Gazzetta dello Sport)
Giro, tappa a Tiralongo. Hesjedal in maglia rosa (Corriere dello Sport – Stadio)
Canada
B.C. cyclist Ryder Hesjedal takes overall lead in 2012 Giro d’Italia (The Sun)
Canada’s Hesjedal takes overall lead at Giro d’Italia (The Globe and Mail)
Lituania
Septintąjį „Giro d’Italia“ etapą laimėjo italas P. Tiralongo (Lietuvos Rytas)
Danimarca
Dansker hjalp ny Giro-konge til tops (Jyllands-Posten)
Ny Alex R-holdkammerat i lyserødt (Sporten.dk)
Regno Unito
Tirilongo wins seventh stage (The Daily Telegraph)
Francia
Tiralongo comme un grand (L’Equipe)
Spagna
Purito se sube al podio en la primera llegada en alto (AS)
Paolo Tiralongo ensombrece el primer aviso serio de Scarponi(Marca)
Tiralongo gana el primer final en alto (El Mundo Deportivo)
Belgio
Italiaan Tiralongo wint eerste bergetappe in Giro (De Standaard)
Tiralongo remporte la 7e étape devant Scarponi (L’Avenir)
LTiralongo devance Scarponi (La Dernière Heure/Les Sports)
Paolo Tiralongo gagne la 7-ème étape, Hesjedal nouveau leader (Sudinfo.be)
Italiaan Tiralongo wint sprint bergop in Giro, Hesjedal wordt leider (Het Nieuwsblad)
Lussemburgo
Fränk Schleck Dritter bei der siebten Etappe (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)
Frank Schleck Dritter bei Bergankunft (Tageblatt)
Paesi Bassi
Tiralongo beste klimmer (De Telegraaf)
USA
Italian Takes Giro Stage (The New York Times)
Tiralongo wins stage; Hesjedal takes Giro lead (USA Today)
Australia
Beppu makes his mark on the Giro (The Age)
UNO SGUARDO GIOVANE SUL GIRO
Quest’anno abbiamo affidato l’incarico di commentare le tappe di montagna non ad un campione del passato, bensì ad uno del futuro, il promettente Daniele Dall’Oste, scalatore affiliato alla UC Trevigiani Dynamon Bottoli e che, tra i successi conseguiti nella categoria U23, vanta il Trofeo Monte Bondone nel 2010 e il Giro del Belvedere in questa stagione.
Oggi è stata una bella tappa. Ho apprezzato molto la grinta di Rabottini che ha tenuto duro fino a quando ne aveva. Sul finale mi è piaciuto l’attacco di Pirazzi anche se i tempi sono sempre sbagliati. Le squadre hanno mandato avanti, ad inizio salita, le seconde punte ed è stata una scelta azzeccata perché non c’erano pendenze eccessivamente dure e si stava bene a ruota. Astana davvero compatta dagli ultimi 7/8 km dove iniziano a fare un ritmo elevato che sgretola ancora di più il gruppo. Nell’ultimo km e mezzo bell’attacco di Niemiec con a ruota Scarponi; peccato che sia partito un pó troppo presto ed è stato saltato da Tralongo all’ultimo. A quest’ultimo un applauso per aver scelto la ruota giusta e per aver aspettato il momento giusto per partire a fare la volata.
Se fossi stato in gara avrei fatto quasi sicuramente quello che ha fatto Tiralongo. La ruota di Scarponi era quella giusta, si era visto da subito che voleva vincere la tappa e guadagnare secondi sugli altri avversari della classifica.
Complimenti anche a Scarponi che ha dimostrato di star bene e su un arrivo adatto alla sue caratteristiche non si è tirato indietro “risparmiando” energie per la classifica.
Daniele Dall’Oste
BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
Mauro Facoltosi: Cosa potrà succedere nell’ascesa finale?
Hotdogbr: la Liquigas non farà il forcing visto che Basso perderebbe secondi di abbuono dagli avversari diretti, nessun’altra squadra ha interesse a farlo e dunque arriveranno 30 o 40 corridori assieme al traguardo, da vedere che succede in casa Lampre visto che è un arrivo adatto sia a Cunego che a Scarponi
DOPO LA TAPPA
Hotdogbr: salita molto poco selettiva fino a 3 km dal traguardo malgrado la bagarre ci sia stata mentre è stato spettacolare il finale e dunque andiamo con ordine:
-stupefacente Tiralongo che non è mai andato così forte anche se è un atleta che si trova molto bene con il caldo, difficile dire se potrà fare classifica fino in fondo o se dovrà lavorare per Kreuziger ma sta di fatto che il ceco è rimasto a lungo davanti e nel finale si è spento
-Scarponi sta molto bene come si era visto già ieri verso Montegranaro ed è stato anche bravo ad approcciare l’inizio dello strappo finale davanti grazie a Niemiec, mentre per quanto riguarda Cunego il fatto che a 10 km dall’arrivo abbia inseguito Sella era già un segnale negativo e probabilmente inizia a calare di condizione dopo una primavera in cui è competitivo già dal Gp di Lugano e dalla Parigi-Nizza
-Schleck fa paura anche se i casi sono due, o continuerà a crescere e allora sarà l’uomo da battere oppure è brillantissimo ora grazie alla freschezza dovuta alla settimana di inattività dopo la Liegi e si spegnerà strada facendo, però normalmente lui è uno che con il trascorrere delle giornate cresce
-Rodriguez su questo arrivo avrebbe dovuto vincere e invece non è riuscito a tenere la ruota di Tiralongo e Scarponi il che fa pensare che anche lui non sia al top, vero anche che un anno fa nella prima parte del Giro andava anche più piano ed è comunque arrivato 5° a Milano
-Hesjedal diventa giorno dopo giorno sempre più pericoloso ma è dai Paesi Baschi che lo si vede in grande condizione, credo che difficilmente uscirà dai primi 5 e che abbia qualche chance addirittura di vittoria finale
-Pozzovivo ha fatto un grande recupero nelle ultime centinaia di metri su un arrivo sulla carta non adatto a lui, va fortissimo e domani potrà provare la differenza, delusione invece per Rujano che è un po’ il suo gemello ma sulle montagne vere sarà protagonista. In casa CSF menzione anche per l’ottimo Brambilla oltre che per Pirazzi
-il Basso del 2010 sarebbe arrivato nei primi 3 però va detto che anche lui ha approcciato gli ultimi 1400 metri leggermente nelle retrovie e ha recuperato terreno nel finale, le sue quotazioni scendono leggermente ma lo vedo almeno nei primi 3 a Milano
con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)
POST.GIRODITALIA.IT: i punti salienti della tappa a venire
a cura di Matteo Novarini
DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Dedicata al successo “tutto da solo” di Tiralongo, dopo quello coreografato da Contador a Macugnaga nel 2011
Io crescerò (spot Plasmon)
Ancora dedicata a Tiralongo e alla sua “grinta” nello sprint
Eye of the tiger (Survivor, colonna sonora di Rocky)
a cura di DJ Jorgens
METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Sulmona – Lago Laceno
Sulmona: poco nuvoloso con possibilità di deboli e isolate piogge, 20°C (percepiti 17°C), venti moderati da N (12 Km/h), umidità al 74%
Rionero Sannitico (Km 51,9): poco nuvoloso, 20,5°C, assenza di vento, umidità al 40%
Bojano (Rifornimento – Km 98,3): alternanza di piogge deboli (0,2 mm) e schiarite, 22,1°C, venti deboli da NNE (6 Km/h), umidità al 69%
San Giorgio del Sannio (traguardo volante – Km 164,3): alternanza di piogge deboli (0,3 mm) e schiarite, 22,9°C, venti deboli da W (7-8 Km/h), umidità al 69%
Bagnoli Irpino (Km 218,8): poco nuvoloso, 20,7°C, venti deboli da W (5 Km/h), umidità al 68%
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa
Bartoletti: “E’ tornato in video Auro Bulbarelli” (in audio, lo si è solo sentito)
Bartoletti: “Malori è arrivato con quel minuto abbondante che gli ha permesso di conquistare la maglia rosa” (non l’ha presa per quel minuto…. anzi quei 60 secondi e rotti gli hanno impedito di vincere la tappa)
Sgarbozza: “Arrivo a Roccagrande”
Belli, rivolto ad un gregario: “Tu sei gregario a tavola, come me” (se fossi realmente un gregario a tavola lasceresti i bocconi più prelibati al capitano…. e saresti quel “figurino” che non sei)
Bartoletti: “Stiamo facendo la rassegna con la stampa”
Tuttosport (titolo letto da Bartoletti): “Malori ritrova la maglia rosa” (non l’aveva mai persa, prima d’ora e nemmeno vestita)
Belli alla lavagna: “Dyacenko” (Dyachenko)
Pancani: “clavicola che ha 4 costole”
De Stefano: “Sessantenario dell’anniversario della doppietta Giro-Tour di Fausto Coppi”
De Stefano, pronunciando il nome di Rubiano (Angel): “Ankel”
Martinello: “Partenza da Porto Recanati” (Recanati, sono pure due comuni differenti)
Cassani: “Scialisendi” (saliscendi della dentiera di Cassani?)
Pancani: “Radiomotoscopa” (Motoscopa, rubrica RAISport)
Pancani: “Sottovolutato”
Pancani: “Sostra idrica”
De Stefano: “Il via di questa mattina da Recanati” (sono partiti prima rispetto a ieri, ma erano pur sempre le 11.45)
Savoldelli: “Se continuava a salire hanno trovato un tratto in discesa”
Cassani: “Purito Rodriguez dovrebbe festeggiare in maniera particolare il suo compleanno, oggi ne fa 33″ (messa così, sembra che festeggi 33 compleanni in una volta sola)
Martinello: “Sconosci la nostra passione”
Savoldelli: “il nostro motociclista Nazareno Balani” (quello è il regista)
Ds di Cataldo: “Dario abita in queste parti”
Cassani: “Miscial Golas” (Mikal si pronuncia Mihal)
Sentita in cronaca: “Duomo di Collemaggio” (Basilica di Collemaggio, il duomo dell’Aquila è un’altra chiesa)
Pancani: “Astrana”
Vegni: “Sleck”
Adorni: “Sreck” (è Schleck divenne verde dalla rabbia per l’ennesimo scempio al suo cognome)
De Stefano: “Lago Laceno, tappa chiave”
Basso: “Discesa sullo strappo finale”
Savoldelli: “Siamo ancora nella prima settimana, ormai”
De Stefano: “Scopiamo com’è la tappa di domani”
Televideo: “Nuova maglia rosa sulle spalle del canadese Hesjedal” (hanno cambiato la sfumatura del rosa?)
IL GIRO DEL PRIMO STELVIO
Ecco come il quotidiano l’Unità presentò ai propri lettori le gesta dei partecipanti al Giro del 1953, prima edizione della corsa rosa a presentare l’ascesa allo Stelvio (quest’anno meta dell’ultima tappa di montagna) e ultima conquistata da Fausto Coppi. Altimetrie, planimetrie e tabelle di marcia dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessi selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)
A LIVORNO SCATTANO IN CINQUE E RIK VINCE IN VOLATA A PISA
Il “Giro si ripete: vita tranquilla e solita fuga finale
Dopo Van Steenbergen si piazzano nell’ordine Schaer, Pezzi, Gestri e Suyterbuyck
ARCHIVIO ALMANACCO
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1a tappa Herning (raduno di partenza)
4a tappa Verona (cronosquadre)
6a tappa Urbino – Porto Sant’Elpidio
12-05-2012
maggio 13, 2012 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
L’italiano Paolo Tiralongo (Astana Pro Team) si è imposto nella settima tappa, Recanati – Rocca di Cambio, percorrendo 205 Km in 5h51′03″, alla media di 35,073 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Michele Scarponi (Lampre – ISD) e di 3″ il lussemburghese Frank Schleck. Il canadese Ryder Hesjedal (Garmin – Barracuda) è la nuova maglia rosa, con 15″ su Tiralongo e 17″ sullo spagnolo Rodriguez Oliver.
TOUR DE PICARDIE
L’olandese Kenny Robert Van Hummel (Vacansoleil-DCM) si è imposto nella seconda tappa, Tergnier – Villers-Bocage, percorrendo 178,5 Km in 4h15′47″, alla media di 41,871 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Poulhies e il tedesco John Degenkolb (Team Argos-Shimano). Unico italiano Marcello Pavarin (Vacansoleil-DCM), 43°. Degenkolb ha conservato la testa della classifica con 4″ su Van Hummel e 8″ sul giapponese Miyazawa. Pavarin 54° a 14″.
RHÔNE-ALPES ISÈRE TOUR
Il francese Jerome Cousin (Team Europcar) si è imposto nella terza tappa, circuito di Saint-Maurice L’Exil, percorrendo 166,2 Km in 4h22′13″, alla media di 38,029 Km/h. Ha preceduto di 2′15″ i connazionali Penven e Barle. Il francese Paul Poux (Saur – Sojasun) ha conservato la testa della classifica con 35″ e 39″ sui connazionali Hardy e Talabardon.
TOUR OF MALOPOLSKA (Polonia)
Il polacco Marek Rutkiewicz (CCC Polsat Polkowice) si è imposto nella terza ed ultima tappa, Rabka-Zdroj – Bukowina Tatrzanska, percorrendo 136 Km in 3h37′19″, alla media di 37,548 Km/h. Ha preceduto di 43″ il ceco Kozubek e di 1′35″ il polacco Taciak. In classifica si impone Rutkiewicz con 1′40″ e 4′31″ sui connazionali Cieslik e Witecki.
JELAJAH MALAYSIA (Malesia)
Il malaysiano Mohamed Hariff Salleh (Terengganu Cycling Team) si è imposto anche nella quinta tappa, Sungai Petani – Ipoh, percorrendo 193,4 Km in 4h34′40″, alla media di 42,247 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Zainal e l’australiano Carver. L’uzbeko Yusuf Abrekov (Uzbekistan Suren Team) ha conservato la testa della classifica, con 21″ sull’australiano Crawford e 23″ sul giapponese Nakajima.
HEYDAR ALIYEV ANNIVERSARY TOUR (Azerbaigian)
Il russo Gennady Tatarinov si è imposto nella quarta tappa, Ismayilli – Qabala, percorrendo 113 Km in 2h41′18″, alla media di 42,033 Km/h. Ha preceduto di 17″ l’ucraino l’ucraino Vasilyev e il kazako Maidos. L’algerino Youcef Reguigui (Groupement Sportif Petrolier Algerie) ha conservato la testa della classifica, con 45″ sul russo Yatsevich e 50″ sul kazako Kozhatayev.
INTERNATIONAL AZERBAIJAN TOUR (Iran)
Il ceco Alois Kankovsky (ASC Dukla Praha) si è imposto nella seconda tappa, Orumiyeh – Shabestar, percorrendo 174 Km in 4h02′26″, alla media di 43,063 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’iraniano Nateghi e l’ucraino Metlushenko. Il ceco Milan Kadlec (ASC Dukla Praha) è il nuovo leader della classifica con lo stesso tempo dello spagnolo Ramírez Abeja e 5″ sull’iraniano Saeidi Tanha.
104TH SCANDINAVIAN RACE IN UPPSALA 1909-2012
Lo svedese Jonas Ahlstrand (Team Cykelcity) si è imposto nella corsa svedese, circuito di Uppsala, percorrendo 187,5 Km in 4h34′21″, alla media di 41,006 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Olsson e di 11″ il connazionale Wilson. L’unico italiano in gara, Marino Palandri (Amore & Vita), non ha terminato la corsa.
TIRALONGO, STAVOLTA E’ TUTTA TUA
Dopo l’omaggio ricevuto da Alberto Contador a Macugnaga nella passata edizione, Paolo Tiralongo conquista di forza la seconda vittoria di tappa in carriera al Giro d’Italia, precedendo Michele Scarponi in un tiratissimo sprint sul traguardo di Rocca di Cambio. Ottime risposte da parte di Frank Schleck, 3°, e Joaquim Rodriguez, 4°. La maglia rosa passa sulle spalle di Ryder Hesjedal, eccellente 5° all’arrivo. Lasciano alcuni secondi Basso, Kreuziger e Cunego.
Foto copertina: Paolo Tiralongo esulta sul traguardo di Rocca di Cambio (foto Roberto Bettini)
La gioia della prima vittoria al Giro (e in carriera), colta lo scorso anno a Macugnaga, era stata annacquata dalla consapevolezza che Alberto Contador avrebbe potuto passarlo di slancio con le ultime pedalate, rinunciando all’ennesimo successo in segno di ringraziamento per il prezioso lavoro di gregariato che Paolo Tiralongo aveva compiuto l’anno precedente in maglia Astana. Questa volta, invece, il siciliano ha fatto tutto da solo, imponendosi di forza al cospetto dei grandi della Corsa Rosa al termine di un’interminabile volata che lo ha visto imporsi su Michele Scarponi, il più brillante fra i pretendenti al successo finale nel primo vero test in salita. Sempre che, naturalmente, tra gli uomini di classifica non vada ora annoverato anche lo scalatore di Avola, scopertosi vincente ben oltre i trent’anni, dopo la più classiche delle vite da mediano, che quest’oggi si è lasciato ampiamente preferire al leader designato (e – è bene precisare – ad oggi comunque ancora indiscusso) Roman Kreuziger.
Come ampiamente prevedibile, l’ascesa di Rocca di Cambio non ha particolarmente ispirato gli uomini di classifica, che, dopo aver agevolmente controllato la fuga del mattino con protagonisti Beppu, Hollenstein, Selvaggi e l’MVP di giornata Rabottini (ultimo ad arrendersi, raggiunto soltanto a metà della salita finale), hanno concesso il proscenio a comprimari per larga parte della scalata, restando all’ombra degli scudieri fino all’ultimo chilometro. In mezzo ad un’infinità di tentativi con vita breve, tra i quali uno di Emanuele Sella che ha visto anche la replica di Damiano Cunego, l’azione di Stefano Pirazzi e José Herrada Lopez è stata l’unica a dare l’impressione di poter durare fino al traguardo, con lo spagnolo che ha visto i suoi sogni di gloria infrangersi soltanto all’ultimo chilometro, dopo che l’azzurro (di maglia oltre che di nazionalità) aveva perso la sua scia rischiando di sbagliare strada a 1400 metri dalla linea bianca.
Soltanto lo strappo conclusivo ha visto finalmente muoversi anche i grossi calibri, con Niemec a produrre una violenta accelerazione con la quale ha spianato la strada alla progressione di Michele Scarponi. Il solo Tiralongo ha avuto le gambe e la prontezza necessarie ad accodarsi al marchigiano, mentre altri, più che una carenza di energie, hanno pagato soprattutto l’esitazione nel momento chiave. Alludiamo in particolare a Frank Schleck, che, mentre i due italiani in testa duellavano per la vittoria, con Scarponi a fare da apripista e Tiralongo a beffarlo negli ultimi 30 metri, fugava buona parte dei dubbi che circondavano le sue intenzioni in questo Giro d’Italia, guadagnandosi il gradino più basso del podio di giornata a 3’’ dal vincitore. Purito Rodriguez è stato l’unico a reggere la sfuriata del lussemburghese, mentre Ryder Hesjedal, che ventiquattro ore fa si era fermato a 17’’ dalla maglia rosa, ha concretizzato il suo inseguimento al primato con un brillantissimo 5° posto, staccato di 5’’. Ben più indietro Ivan Basso, di certo però non il più adatto tra i favoriti al finale odierno, Roman Kreuziger (vedi Basso) e soprattutto Damiano Cunego, che ha lasciato per strada una quindicina di secondi su un terreno sulla carta a lui congeniale.
La prestazione offerta quest’oggi da Hesjedal fa pensare che la sua leadership sia più salda di quanto non dicano i 15’’ che il canadese può ora gestire su Tiralongo e i 17’’ su Rodriguez, e che il finale della tappa di domani, che quattordici anni or sono risultò indigesto a Marco Pantani, possa non essere sufficiente perché le insegne del primato cambino proprietario per il terzo giorno consecutivo. Legittimo tuttavia attendersi qualche iniziativa in più da parte dei favoriti, che nella seconda parte del Colle Molella troveranno terreno sicuramente più fertile per attaccare rispetto ad oggi. Potrebbero essere proprio le strade campane a stabilire le prime gerarchie di un Giro che oggi pare aver trovato qualche pretendente in più.
Matteo Novarini
RECANATI – ROCCA DI CAMBIO. IL GIRO ESULA A MONTENARA
Il Giro torna sul luogo del misfatto, nelle terre dell’esilio cinematografico di Don Camillo, per il primo arrivo in salita dell’edizione 2012. Non sarà un finale robusto e sanguigno, com’era invece il temperamento del sacerdote reggiano, ma l’occasione per dare una prima, sommaria scremata alla classifica in salita e per cercare di recuperare le eventuali défaillance patite ventiquattrore prima sugli sterrati marchigiani. Sorprese a parte, al traguardo dovrebbero arrivare davanti in molti, com’era successo l’anno scorso a Montevergine. Le salite vere arriveranno più avanti.
Ricordate “Il ritorno di Don Camillo”, il secondo capitolo della saga scaturita dalle pagine di Giovannino Guareschi e che vedeva il sanguigno sacerdote mandato in esilio a Montenara, sperduto e sparuto paesino dell’appennino reggiano? Ebbene, il cinema è finzione, questo è risaputo, non sempre gira nei luoghi dove si svolgono i fatti narrati e questo è proprio il caso di Montenara. Se è assodato che Brescello è proprio il paese situato sulle rive del “grande fiume”, il paesello del “confino” sta da tutt’altra parte ed è proprio quella Rocca di Cambio dove oggi si arrampicherà il Giro, scelta dalla troupe per questioni di comodità, essendo l’Abruzzo più vicino dell’Emilia agli studi di Cinecittà, dove furono girati tutti gli interni, compresa la chiesa del famoso “crocefisso parlante”. Lassù si consumerà il primo arrivo in salita, ma non sarà un’ascesa faticosa come quella che toccò a Fernandel, costretto ad arrancare su per un erto sentiero con l’inseparabile Gesù in croce sulle spalle. Oggi la strada è diventata bella e comoda, l’ideale per una prima tappa di montagna di un grande Giro, alla quale è chiesto di creare una prima, sommaria selezione senza provocare grandi sconquassi. Il finale è, dunque, paragonabile a quello del primo traguardo in quota della scorsa edizione, quello di Montevergine, molto simile a Rocca di Cambio per lunghezza, dislivello e pendenze. Nei 17,5 Km al 4,5% che condurranno sull’Altopiano delle Rocche le difficoltà saranno diversamente distribuite rispetto all’ascesa campana, con ventuno tornanti scaglionati lungo l’intero decorso della salita (al santuario avellinese erano della medesima quantità, ma concentrati negli ultimi chilometri), che nel finale “cederà” nettamente, prendendo la fisionomia di una gradinata, nella quale si alterneranno tratti pedalabili a due tronconi in lieve discesa. Variazioni di ritmo che costituiranno l’ingrediente in più dell’ascesa abruzzese e potrebbero costare qualche gruzzoletto di secondi a qualcuno, in particolar modo se la tappa sarà partita da Recanati a ritmo elevato. Giunti a quel punto, infatti, non si avranno nelle gambe solo l’ascesa finale ma anche i precedenti 200 Km (la tappa di Montevergine ne misurava la metà), anch’essi caratterizzati da un tracciato misto. Che non si tratti, però, di una salita particolarmente dotata lo testimonia l’arrivo della 3a tappa della Tirreno – Adriatico del 2002, vinta in solitudine da Danilo Di Luca (il successo dell’abruzzese fu favorito dalla sua classe e dalla stagione, è insolito affrontare in gara ascese così impegnative a marzo), con 14” su Dekker e Pellizotti, 16” su Savoldelli e poi una trentina di corridori tutti classificati a 22”.
Come nella tappa precedente, quella dello sterrato (il cui decorso potrebbe anche influenzare quello di questa frazione), si partirà dalla cima d’una collina e, una volta discesi, subito si dovrà salire per raggiungere la dirimpettaia Macerata. È il biglietto da visita di questa frazione, che poi planerà nella valle del torrente Fiastra, risalendola quasi per intero. Proprio all’inizio di questo tratto il percorso sfiorerà l’omonima abbazia, eretta dai cistercensi nel 1142 sul luogo di una precedente benedettina e oggi “incastonata” nel cuore di una piccola riserva naturale. Pedalando in un tipico paesaggio di fondovalle scarsamente antropizzato (i centri principali stanno in alto, sulla cima dei colli) si prenderà lentamente quota, lambendo i resti dell’antica Urbs Salvia, progenitrice dell’odierna Urbisaglia e il cui teatro è considerato il principale monumento archeologico della regione, oltre che uno dei più grandi d’Italia e l’unico ad aver conservato ampie tracce dell’originario intonaco dipinto. Transitati ai piedi del colle di San Ginesio (dall’alto dei suoi 680 metri di quota si è meritato il titolo di “Balcone dei Sibillini”), si lascerà la valle alle porte di Sarnano, importante stazione di villeggiatura frequentata sia d’estate per le terme, sia d’inverno per la possibilità di sciare sulle piste del comprensorio del Sassotetto, uno dei principali delle Marche, conosciuto anche agli appassionati delle due ruote perché l’impegnativa salita che vi conduce è stata inserita per tre anni consecutivi, dal 2009 al 2011, nel tracciato della Tirreno –Adriatico, ricoprendo sempre il ruolo di momento chiave della “corsa dei due mari”. Per il gruppo impegnato nella settima tappa del Giro 2012 non è, invece, ancora giunto il momento di misurarsi con le salite vere. Per ora s’incontrerà solo un po’ di “maretta” altimetrica pedalando verso Amandola, dove ci si discosterà dalle colline per inoltrarsi con più decisione verso i Sibillini, catena montuosa popolata di miti e leggende, da quella che individuò lassù la grotta della Sibilla Appenninica a quella del Lago di Pilato, nel quale sarebbe dopo la morte precipitato il corpo del prefetto che condannò a morte Gesù Cristo (ma oggi tutti lo conoscono anche come “Lago degli Occhiali” per la forma che talvolta assume). È in vista del pittoresco borgo di Montefortino che avrà inizio la prima ascesa “over 1000” del Giro 2012, diretta al Colle Galluccio (1190 metri), in realtà non unitaria ma composta di tre salite distinte, separate da tratti in discesa. La prima razione, 11,2 Km al 4,3%, si concluderà al bivio sottostante Montemonaco, il secondo per altitudine dei comuni marchigiani, “fornito” di viste panoramiche che arrivano ad abbracciare il Gran Sasso e l’Adriatico. La porzione di mezzo, circa 4 Km al 5,8% %, introdurrà la discesa su Montegallo e la balza finale verso il valico, la più impegnativa (6,2 Km al 5,3% con picchi al 16%) ma anche molto spettacolare. Ad una salita così discontinua succederà una discesa esattamente agli antipodi, compatta, che porterà il gruppo nella valle del Tronto, nel tratto nel quale questa supera il confine tra Marche e Lazio. Procedendo in falsopiano si entrerà in uno degli angoli più reconditi della regione della capitale, conosciutissimo a livello gastronomico perché è in questo scampolo d’appennino che si adagia il centro di Amatrice, la patria della “pasta alla griscia” (dal nome della frazione di Grisciano) che, dopo la felice intuizione di aggiungervi la salsa di pomodoro, alla fine del XVIII secolo darà corpo alla celeberrima amatriciana. Questa non è l’unica leccornia della zona, che offre al palato anche la mortadella di Accumoli, “prodotto agroalimentare tradizionale” confezionato con le carni dei suini allevati allo stato semibrado sui pascoli dei Monti della Laga, meno conosciuta di quella della prodotta nella non lontana Campotosto, nota anche come “Coglioni di mulo”. Sono prelibatezze che non potranno assaporare i corridori, anche se per questi sarà giunto il momento del rifocillamento perché siamo quasi a metà tappa, solitamente il momento nel quale si effettuano le operazioni di rifornimento fisse. Nel frattempo il tracciato avrà ripreso a salire e, entrati in Abruzzo, con dolci pendenze si scollineranno i 1152 metri del Piano Palasone (ascesa che non sarà valida per la classifica del GPM) per poi scendere nella valle dell’Aterno-Pescara, il più lungo fiume della regione. Seguendone il corso, in capo ad una trentina di scorrevoli chilometri il gruppo si porterà all’Aquila, annunciata da due delle principali testimonianze storiche e artistiche della regione, gli scavi della città sabina di Aminternum – dove ebbe i natali lo storico Sallustio – e, in località San Vittorino, il complesso costituito dalla chiesa romanica di San Michele Arcangelo e dalle sottostanti e più antiche catacombe di San Vittorino.
Il passaggio nel cuore del capoluogo sarà il terzo “abbraccio” in quattro anni che il Giro elargirà alle terre squassate dal terremoto dell’aprile 2009, dopo la pedalata organizzata nel giorno di riposo del Giro di quello stesso anno e dell’arrivo di tappa nel 2011, al termine di una frazione che rischiò di scardinare tutti gli equilibri del Giro, complice una fuga-bidone sottovalutata dagli assi e che ricordò a tutti l’impresa di Assirelli e Clerici nel 1954. Quella volta, però, i due accumularono un vantaggio tale che nessuno riuscirà, nonostante le Dolomiti, a levare dalle spalle di Clerici quella maglia rosa conquistata proprio all’Aquila.
Usciti da un centro che, pian piano, sta risanando tutti i suoi edifici, privati e monumentali (su tutti è divenuta suo malgrado celebre quella che le cronache del sisma hanno portato alla ribalta, la chiesa delle Anime Sante), si avrà dinanzi ancora qualche chilometro scorrevole prima di attaccare l’ascesa finale verso Rocca di Cambio e assistere alle prime sfide montane del 95° Giro d’Italia, già pregustandole robuste come le “baruffe reggiane” che contrapponevano Don Camillo e il sindaco Peppone.
I VALICHI DELLA TAPPA
Sella. Non segnalata sul testo di riferimento “Valichi stradali d’Italia” (Georges Rossini, Ediciclo), è valicata dalla SS 78 “Picena”, all’altezza della località Gabella Nuova, poco prima di giungere a Sarnano.
Sella (900 m). Aperta a ovest del Monte Propezzano, è valicata dalla strada provinciale che collega Montemonaco a Montegallo. È il culmine del secondo dei tre tratti di salita verso il Colle Galluccio.
Passo di Galluccio (1170 m). Aperto ad sud-ovest del Monte Vettore, è valicato dalla provinciale che collega Montegallo ad Arquata del Tronto. Sulle cartine del Giro è segnalato come Colle Galluccio ed è quotato 1190 metri. Passaggio inedito per il Giro, nel 1986 il Galluccio è stato inserito nel percorso della tappa Civitanova Marche – Ascoli Piceno della Tirreno-Adriatico, vinta allo sprint dall’olandese Jean-Paul Van Poppel dopo che al GPM era svettato per primo il compianto Laurent Fignon.
Valico (1054 m). Valicato dalla SS 471 “di Leonessa” tra Borbona e Montereale. Vi confluisce una strada che proviene da Santa Vittoria e dalla quale giungerà i “girini” dopo essere transitati dal Piano Palasone.
Valico Rocca di Cambio (1382 m). Valicato dalla SS 5 bis “Vestina-Sirentina” tra San Martino d’Ocre e il bivio per Rocca di Cambio.
Mauro Facoltosi
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
FOTOGALLERY
Foto copertina: Don Camillo arranca verso Rocca di Cambio alias Montenara (fotogramma del film “Il ritorno di Don Camillo” di Julien Duvivier, 1953)

Recanati, Piazza Leopardi (www.solotravel.it)

Macerata (www.paesionline.it)

Abbazia di Chiaravalle di Fiastra (panoramio)

Urbisaglia, teatro di Urbs Salvia (www.agriturismopascucci.it)

Montefortino (panoramio)

Lago di Pilato, alias Lago degli Occhiali (tavernafoce.altervista.org)

La mortadella di Campotosto (www.meraviglioso.abruzzo.it)

Gli scavi di Aminternum visti dall'aereo (metaldetector.forumfree.it)

L'Aquila, frazione San Vittorino, chiesa di San Michele Arcangelo (panoramio)

L'Aquila, la chiesa delle Anime Sante <ferita> dal sisma dell'aprile 2009 (www.laquilanuova.org)

Rocca di Cambio come appare ne <Il ritorno di Don Camillo> (www.davinotti.com)

La stessa visuale del fotogramma oggi (www.davinotti.com)
ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI PORTO SANT’ELPIDIO
maggio 12, 2012 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Come negli ultimi anni, dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; i punti salienti della tappa a venire; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1953. Seguiteci.
Foto copertina: il gruppo attraversa le colline marchigiane (foto Daniele Badolato / AP)
GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO
Italia
Rubiano, che impresa! Ma la rosa è di Malori (Gazzetta dello Sport)
6/a tappa al colombiano Chavez (Corriere dello Sport – Stadio)
Adriano Malori maglia rosa 46 anni dopo Adorni (Gazzetta di Parma)
Colombia
Miguel Rubiano: 35 km de fuga a la victoria en el Giro de Italia (El Tiempo)
Triunfo colombiano en el Giro (El Espectador)
Lituania
Dviratininkas R. Navardauskas prarado „Giro d’Italia“ lyderio poziciją – nukrito į 113 vietą (Lietuvos Rytas)
Danimarca
Slidt Hushovd brød ud af Giroen(Jyllands-Posten)
Saxo Bank var tæt på lyserødt(Sporten.dk)
Bragende nedture i kølvandet på Giro-jubel (Politiken)
Regno Unito
Malori takes overall lead at Giro (The Daily Telegraph)
Cycling: Chavez charges for stage victory (The Independent)
Francia
De nouveaux visages (L’Equipe)
Spagna
Llega la montaña y Purito tiene a tiro la maglia rosa (AS)
Rubiano da el pistoletazo de salida(Marca)
Rubiano se luce en la sexta etapa (El Mundo Deportivo)
Belgio
Miguel Rubiano gagne la sixième étape (Le Soir)
Rubiano wint, Malori nieuwe roze trui (De Standaard)
Rubiano vainqueur au bout de 187 km d’échappée (L’Avenir)
La 6ème étape pour Miguel Rubiano (Androni) (La Dernière Heure/Les Sports)
Rubiano gagne la 6e étape après 187 km d’échappée, Cavendish dans les temps (Sudinfo.be)
Rubiano voert knap nummer op in Giro, Malori nieuwe roze trui (Het Nieuwsblad)
Lussemburgo
Rubiano nach Etappenerfolg neuer Leader (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)
Rubiano gewinnt erste Härteprüfung (Tageblatt)
Paesi Bassi
Malori aan leiding in Giro (De Telegraaf)
USA
Colombian Wins Giro Stage (The New York Times)
Rubiano Chavez wins stage; Malori takes Giro lead (USA Today)
Australia
Rubiano clinches Giro stage win (Herald Sun)
BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
Mauro Facoltosi: Non vi chiedo chi potrà vincere oggi, ma come si potrà sfruttare al meglio, secondo voi, il tracciato di questa tappa
Hotdogbr: il percorso è disegnato in modo tale per cui tantissimi corridori si staccheranno da soli per sfinimento senza bisogno di squadre che facciano il forcing anche se tra quelle che possono farlo mi viene in mente la Lampre che ha gli uomini per poterlo fare (a differenza di una Farnese che pure ha in Pozzato uno dei grandi favoriti di oggi), uno Scarponi motivatissimo sulle strade di casa e un Cunego che potrebbe imporsi in una volata di 30 corridori, peraltro la classifica molto corta farà sì che non ci sarà una fuga da lontano e qualche uomo importante potrebbe anche pagare dazio
DOPO LA TAPPA
Hotdogbr: alla fine vuoi perchè Lampre e Astana avevano un uomo in fuga, vuoi perchè come si diceva la Farnese non disponeva di atleti in grado di sentire, vuoi perchè Ballan come ha dichiarato non stava benissimo e non ha fatto lavorare i suoi non è successo niente anche se visto il distacco finale tra i fuggitivi e il gruppo sarebbe bastato poco per andarli a riprendere, penso ad esempio a Visconti e alla Movistar che aveva certamente le forze per inseguire ma non l’ha fatto. Bravo Malori che si dimostra migliorato in salita anche se forse ha perso qualcosa a cronometro mentre per quanto riguarda gli uomini di classifica si è visto poco o nulla ma sullo strappo di Montegranaro sembrava pedalare molto bene Frank Schleck
Gibosimoni: Ho visto bene anche Scarponi sullo strappo di Montegranaro, pedelava nelle prime 5 posizioni se non in testa e mi sembrava come se fosse sul punto di staccare il gruppo per voglia ma per razionalità stesse lì. Finalmente un Italiano in Rosa!
Hotdogbr: ovviamente intendevo ”vuoi perchè la Farnese non aveva uomini in grado di inseguire”
con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)
POST.GIRODITALIA.IT: i punti salienti della tappa a venire
a cura di Matteo Novarini
DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Run to the Hills (Iron Maiden)
a cura di DJ Jorgens
METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Modena – Fano
Recanati : nuvole sparse, 23,4°C, venti deboli da WNW (3-6 Km/h), umidità al 44%
Sarnano (Km 54,9): poco nuvoloso, 24,4°C, venti deboli da NW (6-8 Km/h), umidità al 39%
Montegallo (Km 96,1): poco nuvoloso, 23,1°C, venti deboli da N (7-9 Km/h), umidità al 35%
L’Aquila (traguardo volante – Km 178,8): cielo sereno, 23,7°C, venti deboli da WNW (8-11 Km/h), umidità al 45%
Rocca di Cambio: poco nuvoloso, 19,5°C (percepiti 18,5°C), venti deboli da NNW (9-11 Km/h), umidità al 41%
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa
Bartoletti, presentando il papà di Pantani ai telespettatori: “Di nome fa Paolo, di cognome Pantani” (il papà di Pantani si chiama Ferdinando, Paolo è il soprannome)
Bartoletti, presentando il papà di Pantani a Navardauskas: “This is the grandfather”
(grandfather vuole dire nonno)
Ferdinando “Paolo” Pantani: “Tutti gli incidente che ha avuto”
Bartoletti a Belli: “Vai a lavorare, tra qualche virgolette”
Pancani: “La strada tira un po’ in su” (fammi vedere una strada che tira un po’ in giù)
Bartoletti: “Questa è una foto che va impressa nel biglietto di questa giornata”
Sgarbozza, commentando il successo di Cavendish a Fano: “Una vittoria in appena 27 anni” (fa il paio con Navardauskas e i suoi 24 anni di tempo per conquistare la maglia rosa, vedasi “perla” di Sgarbozza del giorno precedente)
Sgarbozza: “Tratto in sterrato di 6 Km” (erano appena 2,8 Km)
Cassani: “4 Km sterrati” (consultatevi prima…. prima tra di voi e poi le cartine)
De Luca: “Asfalto molto sporco, in alcuni tratti era solo terra” (questo qua le cartine non le ha proprio prese in mano: non ti è saltato in mente che quello non fosse asfalto sporco ma proprio sterrato nudo e crudo?)
Sgarbozza: “Ho due figlie abbastanza mature, 38 e 40 anni” (se sono abbastanza mature loro…. come ti potresti definire?)
Sgarbozza: “La corsa viene neutralizzata a causa di una caduta o di un incidente meccanico negli ultimi 3 km” (a parte il fatto che si neutralizzano i distacchi e non la corsa, gli incidenti meccanici non vengono conteggiati)
Bartoletti, parlando con Don Daniele Laghi, il sacerdote dei ciclisti: “Allora Don Michele…”
Bartoletti: “Domani vi diamo anche il vaschetto in testa” (baschetto)
Bartoletti: “Adesso passiamo anche su RAI 3, pausa tecnica” (in quel momento partono i titoli di coda e il programma finisce su tutti e due i canali)
De Stefano, commentando una bagnante ripresa in spiaggia: “Immagine platonica” (non era mica un miraggio, era una donna in carne ed ossa)
Martinello: “Sia sali che scendi molto ripidi e molto tecniche”
De Stefano, ripensando alla bagnante in spiaggia: “Andar lì sul mare a trascorre una giornata platonica” (Perchè platonica? Che ci volevi andare in spiaggia a fare allora? A scaldare la sabbia?)
Polidori: “Il primo anno che Merckx corse tra i professionisti… il 1966… sì il 1966…” (è passato professionista nel 1965)
Conti, confermando Polidori: “1966″ (vedi sopra)
De Stefano: “96 Km e qualcosina spiccioli”
Savoldelli: “Quick Step” (pronunciato come è scritto)
De Stefano: “Stanno per entrare nello sterrato” (ci si sono tuffati?)
Savoldelli: “Il corridore del Lastras”
De Luca: “Stalata con lo sterrato” (scalata)
De Luca, a proposito di Navardauskas: “Quando l’abbiamo sfilato con la moto”
Pancani: “Navardaskas”
Martinello: “Guard reil”
Savoldelli: “Hanno scalato tantissime montagne” (cominciano domani)
Savoldelli: “Sto seguendo i Bauer”
Savoldelli: “Abbiamo superato il 2 Km al GPM”
Cassani: “La bicicletta è dura” (hai provato a prenderla in testa?)
Savoldelli: “Soprattutto per il Malori”
Pancani: “In fuga dal 23° Km di stamani” (la tappa è partita alle 12.30)
Martinello: “Si sono messi davanti la Garmin Barracuda”
De Stefano, commentando speranzosa il finale di tappa di Cavendish: “Speriamo di vedere il canto del cigno” (che non è un buon augurio, per niente)
Bulbarelli: “Discrezionabilità della giuria” (discrezionalità)
Presentatore tappa di domani: “Quella che sarà il momento interessante della tappa di domani”
Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg (quotidiano lussemburghese): “Rubano” (Rubiano)
STRAFALCIONI D’ANNATA DAL FONDO DELLA CASSAPANCA
Cronaca della tappa Aime La Plagne – Alpe d’Huez del Tour de France 1995
De Zan: “Arco di trionfo dell’ultimo chilometro”
IL GIRO DEL PRIMO STELVIO
Ecco come il quotidiano l’Unità presentò ai propri lettori le gesta dei partecipanti al Giro del 1953, prima edizione della corsa rosa a presentare l’ascesa allo Stelvio (quest’anno meta dell’ultima tappa di montagna) e ultima conquistata da Fausto Coppi. Altimetrie, planimetrie e tabelle di marcia dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessi selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)
KOBLET VINCE LA CORSA A “TIC-TAC” E TOGLIE LA MAGLIA ROSA A CORRIERI
Hugo è il più bravo nella prima tappa a cronometro del Giro
Fornara al secondo posto a 46″ – Coppi terzo a 1′21″ – Nella prima semitappa della giornata vita tranquilla con fuga finale e vittoria di Giovannino Corrieri
ARCHIVIO ALMANACCO
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo
1a tappa Herning (raduno di partenza)
4a tappa Verona (cronosquadre)
11-05-2012
maggio 12, 2012 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
Il colombiano Miguel Angel Rubiano Chavez (Androni Giocattoli) si è imposto nella sesta tappa, Urbino – Porto Sant’Elpidio, percorrendo 210 Km in 5h38′30″, alla media di 37,223 Km/h. Ha preceduto di 1′10″ l’italiano Adriano Malori (Lampre – ISD) e il polacco Golas. Malori è la nuova maglia rosa, con 15″ su Golas e 17″ sul canadese Hesjedal.
TOUR DE PICARDIE
Il tedesco John Degenkolb (Team Argos-Shimano) si è imposto nella prima tappa, Clermont – Braine, percorrendo 166,5 Km in 3h49′11″, alla media di 43,589 Km/h. Ha preceduto allo sprint il giapponese Miyazawa e il francese Sébastien Chavanel. Unico italiano Marcello Pavarin (Vacansoleil-DCM), 87° a 3″. Degenkolb è il primo leader della classifica con 4″ su Miyazawa e 6″ su Chavanel. Pavarin 89° a 13″.
RHÔNE-ALPES ISÈRE TOUR
Il francese Frédéric Talpin (Saur – Sojasun) si è imposto nella seconda tappa, Vaulx-Milieu – Montanay, percorrendo 181,8 Km in 4h30′03″, alla media di 40,392 Km/h. Ha preceduto di 6″ il russo Rudaskov e il francese Paul Poux (Saur – Sojasun), che ha conservato la testa della classifica con 35″ e 39″ sui connazionali Hardy e Talabardon.
TOUR OF MALOPOLSKA (Polonia)
Il polacco Pawel Cieslik (Bank BGZ) si è imposto nella seconda tappa, Chelmek – Jodlownik, percorrendo 162 Km in 4h03′58″, alla media di 39,841 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Rutkiewicz e di 2′26″ il connazionale Witecki. Cieslik è il nuovo leader della classifica, con 5″ su Rutkiewicz e 2′36″ su Witecki.
JELAJAH MALAYSIA (Malesia)
Il malaysiano Mohamed Hariff Salleh (Terengganu Cycling Team) si è imposto nella quarta tappa, Kangar – Sungai Petani, percorrendo 115,6 Km in 2h40′56″, alla media di 43,098 Km/h. Ha preceduto allo sprint il giapponese Fukuda e l’australiano Pearson. L’uzbeko Yusuf Abrekov (Uzbekistan Suren Team) ha conservato la testa della classifica, con 21″ sull’australiano Crawford e 23″ sul giapponese Nakajima.
HEYDAR ALIYEV ANNIVERSARY TOUR (Azerbaigian)
Il russo Dmitry Vernidub si è imposto nella terza tappa, Qabala – Qabala, percorrendo 160 Km in 4h00′51″, alla media di 39,859 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’algerino Youcef Reguigui (Groupement Sportif Petrolier Algerie) e l’ucraino Vasilyev. Reguigui ha conservato la testa della classifica, con 45″ sul russo Yatsevich e 50″ sul kazako Kozhatayev.
INTERNATIONAL AZERBAIJAN TOUR (Iran)
Lo spagnolo Javier Ramírez Abeja (Andalucía) si è imposto nella prima tappa, Tabriz – Orumiyeh, percorrendo 141 Km in 2h57′57″, alla media di 47,541 Km/h. Ha preceduto allo sprint il ceco Kadlec e l’iraniano Saeidi Tanha, distanziati di 2″ e 5″ nella prima classifica generale.
MALORI DI GIOIA AL GIRO
Il 24enne della Lampre vesta la prima maglia rosa in carriera al termine della 6a tappa, conclusa al secondo posto, staccato di poco più di 1’ dal trionfatore Rubiano Chavez. Terzo posto e piazza d’onore in classifica per il polacco Golas. Nessun movimento tra i favoriti, che hanno preferito studiarsi in vista dei due arrivi in salita del week-end.
Foto copertina: Adriano Malori celebra la conquista della prima maglia rosa in carriera (foto Bettini)
È Adriano Malori il primo corridore italiano a guadagnarsi la prima pagina al Giro, dopo cinque successi stranieri nelle prime cinque tappe, con annesse maglie rosa sulle spalle prima di un americano (Taylor Phinney) e poi di un lituano (Ramunas Navardauskas). Nel giorno in cui si attendevano i Pozzato, i Visconti e i Ballan, rimasti invece al riparo a centro gruppo, il 24enne emiliano non è riuscito ad interrompere il digiuno degli atleti di casa, ma il secondo posto colto sul traguardo di Porto Sant’Elpidio, al termine di una frazione resa ancor più estenuante del previsto dal primo gran caldo della corsa, gli è stato sufficiente per issarsi in vetta alla classifica generale, lasciata vacante già ben prima dell’arrivo dal tracollo del precedente titolare Navardauskas.
A negare al parmense il colpo doppio è stato Miguel Angel Rubiano Chavez, scricciolo colombiano della Androni di Gianni Savio, capace di lasciare indietro quel che restava dei compagni di fuga con cui era partito all’avventura dopo 23 km (Rollin, Bauer, Kuschynski, Smukulis, Lastras, Golas, Benedetti, Van Winden, Keukeleire, Belletti, Balloni e Roberts), e di resistere in solitaria al comando negli ultimi 35 km, pur non favorevolissimi – almeno nell’ultimo terzo – alle sue caratteristiche. Evaso dal gruppo probabilmente più con l’idea di conquistare la maglia azzurra di miglior scalatore che non con quella di puntare al successo parziale, il sudamericano si era dimostrato il più brillante in salita già sullo strappo di Montelupone, ma è stato lo scatto prodotto verso Montegranaro a risultare decisivo, lanciando una sorta di gara ad inseguimento tra il battistrada e il drappello Malori.
Mantenendo il vantaggio sempre ben al di sopra del minuto, mettendo in mostra anche un’insospettabile tenuta nel tratto pianeggiante finale, Rubiano ha messo con largo anticipo una pietra tombale su ogni discussione relativa alla vittoria di giornata, lasciando aperta solamente la questione maglia rosa. Con il gruppo svegliatosi solamente negli ultimi 15 km, la sfida si è ristretta allo stesso Rubiano, che ha però lasciato per strada una decisiva manciata di secondi nelle battute conclusive, e al duo Malori – Golas, giunto a giocarsi il primato nella volata per il secondo posto. L’uomo Lampre, al quale sarebbe bastato il gradino più basso del podio, ha fatto le cose in grande, strapazzando allo sprint il polacco, e mettendosi al riparo dal possibile ritorno del plotone, regolato da Impey su Pozzato e Sabatini.
La nuova generale vede così Malori precedere Golas di 15’’ e Hesjedal di 17’’, ma già domani la graduatoria potrebbe subire scossoni. Non impossibile ma tutt’altro che scontata, infatti, sarà la permanenza in rosa dell’emiliano sul primo arrivo in salita di Rocca di Cambio, che potrebbe ispirare alcuni degli uomini di classifica, oggi rimasti estremamente guardinghi, in attesa che altri compissero una prima mossa mai arrivata. Le rampe, ad eccezione di un passaggio al 10% all’ultimo chilometro, non saranno proibitive, ma qualcuno potrebbe cominciare quantomeno a chiedere indicazioni sullo stato di forma degli avversari ad un Giro ad oggi ancora indecifrabile.
Matteo Novarini
URBINO – PORTO SANT’ELPIDIO. AL GIRO E’ GRADITO L’ABITO BIANCO
Crono a parte, sarà la prima tappa seria del Giro 2012, una frazione segnata in rosso anche sui calendari degli appassionati. Oggi ci sarà l’annuale simposio con le strade bianche, due porzioni di polvere che sia annunciano molto impegnativi per via delle pendenze che si dovranno affrontare in quei frangenti. Chi si staccherà lassù rischierà grosso, nonostante la notevole distanza dal traguardo, perché anche dopo il traguardo riserverà ulteriori difficoltà, asfaltate ma crude…. come Montelupone.
Un tempo era l’unica moda concessa al Giro, l’abito bianco delle polverose strade delle prime epiche edizioni. Le livree più scure degli asfalti diventarono poi la norma e della “vecchia guardia” rimase solo il Gavia, proposto con il contagocce perché si pensava che certi “orpelli” non fossero più graditi. Invece non era così e lo si è scoperto in tempi recenti quando Carmine Castellano, al momento di lasciare la stanza dei bottoni del Giro a Zomegnan, ha visto esaudito da questi l’ultimo suo sogno, quello di rivedere lo sterrato al Giro – nel frattempo anche il gigante bresciano si era rifatto il look – nella fattispecie quello del Colle delle Finestre. È stato il riaccendersi di un amore sopito, tutti hanno apprezzato la decisione e, infatti, negli anni a venire sono entrare nel tracciato del Giro altre strade simili. Il Finestre ha, infatti, tirato la “volata” prima al Catria e al Plan de Corones, poi alle strade bianche del senese e dell’orvietano e, con l’eccezione dell’edizione del centenario, in tutti gli ultimi giri è stata riservata ai corridori una razione di pane e polvere. Chi temeva che il nuovo avvicendarsi ai vertici del Giro (da quest’anno la responsabilità è passata sulle spalle di Michele Acquarone) avesse spazzato via questa ventata di polvere dovrà ricredersi poiché anche quest’anno ci sarà lo sterrato, seppure in una versione riveduta e corretta. Dodici mesi fa, infatti, dopo la tappa di Orvieto alti lai arrivarono al cielo (in particolare da Di Luca, che rischiò anche la fantozziana “bersagliera”) per la scelta di un percorso che proponeva tratti bianchi anche in discesa, planate dal sapore antico che mal si sposavano con i mezzi tecnici d’oggi e che, invece, meglio erano guidabili con le bici d’antan. Così stavolta si è preferito evitare problemi del genere inserendo due ascese “bianche” solo nel verso della salita, asperità che con la sola verticale saranno ugualmente in grado di far molto male. Poco importa che il tracciato le penalizzi apparentemente, collocandole a quasi 80 Km dall’arrivo di una tappa decisamente frastagliata. Usciti dall’”Inferno delle Marche” ci sarà un lungo tratto di strada facile che, se da un lato favorirà i recuperi, dall’altro consentirà a chi si sarà trovato in testa con qualche avversario in svantaggio di imprimere un ritmo che acuisca la selezione. Le fatiche patite, poi, potrebbero presentare il conto al momento di tornare a pedalare all’insù. Le salite saranno, infatti, un ingrediente diffuso di questa sesta tappa che, tra facili e impegnative, ne proporrà ben 11, accumulando un dislivello di poco inferiore ai 2300 metri.
In una tappa ricca di difficoltà altimetriche la partenza sarà in discesa, muovendo dal colle di Urbino, un’altra perla che compone il diadema dei patrimoni UNESCO “made in Italy”, mondialmente celebre per il suo Palazzo Ducale ma che presenta altri monumenti di prestigio come il Duomo dell’Assunta, l’oratorio di San Giovanni Battista e, fuori città, la chiesa di San Bernardino degli Zoccolanti.
Planati su Fossombrone, centro dominato dai resti della Rocca Malatestiana eretta da Francesco di Giorgio Martini sulle prime pendici del Monte delle Cesane, si attraverserà il corso del Metauro portandosi poi ai piedi della prima salita; ne sarà meta Fratte Rosa, piccolo centro unito da affinità elettiva al Giro (il nome è un riferimento alla tipica colorazione dei mattoni degli edifici) e fornito di bei panorami sul Monte Catria che si possono godere dal punto dove, affrontate pendenze fino all’11%, terminerà la salita e presso il quale si trova il convento di Santa Vittoria, fondato da San Francesco d’Assisi nel 1216.
Scesi nella valle del Cesano, si entrerà nel territorio della provincia di Ancona lanciandosi in un tratto a morbidi “mangia e bevi” lungo una quindicina di chilometri che debutterà non lontano dalla piccola area archeologica di Suasa Senonum, resti di una città romana abbandonata nel VI secolo d.C. in seguito alla guerra greco – gotica.
Al successivo passaggio di fiume, stavolta il Misa, il tracciato tornerà a farsi più accidentato e si affronterà la comunque pedalabile salita verso i borghi di Serra de’ Conti e Montecarotto, entrambi ancora cinti da mura. Scesi nella valle dell’Esino, dove si lambirà la romanica abbazia di Santa Maria delle Moie, inizierà la fase centrale di questa frazione, i quasi 60 Km nei quali si andranno a superare le quattro salite che più risaltano sull’altimetria di giornata. Le prime due, anche queste abbastanza pedalabili, snodandosi attraverso le terre di produzione del Verdicchio condurranno il gruppo nelle località di villeggiatura di Staffolo e di Cingoli. Quest’ultima è la più interessante, sia sotto l’aspetto artistico – pur non presentando monumenti di particolare pregio – sia, soprattutto, per le amplissime viste che offre e che le hanno meritato il soprannome di “Balcone delle Marche”. I “girini” avranno solo il tempo per gettare una fugace occhiata ai panorami circostanti perché, adesso, la temperatura agonistica comincerà a salire. Conclusa la discesa su San Severino Marche (centro meritevole di una sosta, almeno per una passeggiata nella centralissima Piazza del Popolo) e affrontati 8 Km di strada scorrevole sul fondovalle del Potenza, verrà il momento di fare i conti con le due salite sterrate, che s’incontreranno una di seguito all’altra. La prima si presenta come la più ardua, non solo per il fondo – comunque molto bello – ma anche per i 2,6 Km al 14,8% di media (la massima è del 20%) che condurranno alla Madonnella, crocevia di strada bianche situato ai piedi di Pitino, crocchio di case nobilitato dai resti di un castello duecentesco. Discesa breve e intesa e subito si riprenderà a salire per rimontare il Passo della Cappella, tetto della tappa dall’alto dei suoi 772 metri. Sia i dati complessivi (6,6 Km al 6,1%), sia il fatto che capo e coda saranno asfaltati (per un totale di circa 3,5 km) tenderebbero a farla apparire meno dura della precedente, ma riserverà un’amara sorpresa a chi non ne avrà studiate anzitempo le caratteristiche poiché il tratto più duro, lungo 1800 metri, presenterà una pendenza del 10,7% e sventagliate sino al 14,3%.
L’uscita da questa delicatissima fase di gara avverrà con una veloce discesa che ricondurrà nella valle del Potenza passando per Treia, centro iscritto al club dei “borghi più belli d’Italia” e conosciuto agli appassionati di folclore per la “disfida del bracciale”, manifestazione che si tiene in agosto e che rievoca l’antico gioco del pallone col bracciale, lo sport più popolare d’Italia prima dell’avvento del calcio, al quale Giacomo Leopardi, che era originario di queste terre, dedicò la canzone “A un vincitore nel pallone” (il vincitore “titolare” era uno dei VIP sportivi dell’epoca, Carlo Didimi).
Lo scenario cambierà poi radicalmente poiché, tornati sul piano, si pedalerà per una ventina buona di chilometri sul “velluto” di una strada di fondovalle perennemente tracciata in lieve discesa, con le elevazioni chiamate ora a far da quinta, da una parte le colline del maceratese, dall’altra quelle che fanno corona all’ermo colle di Recanati. Alla fine di questa “pacchia” le note torneranno, però, a suonar dolenti poiché ci si troverà a fare i conti con la salita di Montelupone. Non sarà affrontato l’arcigno muro lanciato alla Tirreno-Adriatico del 2008 e poi riproposto anche l’anno successivo (evento dal quale è scaturito il gemellaggio di questo comune con Huy), perché si salirà da una strada parallela più dolce ma comunque esibizionista nelle pendenze. Chi non avrà ancora digerito gli sterrati precedenti rischierà qui la botta di grazia, anche perché subito dopo ci sarà un’altra salita da affrontare andavo verso Montecosaro, dove si giungerà dopo aver attraversato una piccola frazione chiamata Madonna del Pianto. Ironia della sorte, da queste parti qualcuno potrebbe per davvero piangere o, quanto meno, mordersi le mani perché perdere un Giro nel quale si contava di far bene a cronometro o in montagna è un conto, ma vederselo scappare di mano in una frazione come questa fa ancora più male. Di certo chi, a questo punto, sarà nuovamente staccato difficilmente riuscirà rientrare poiché il traguardo oramai incalza e un’ultima difficoltà si para all’orizzonte. Da Montecosaro si scenderà, infatti, in riva all’Adriatico ma dopo pochi chilometri ce ne discosterà per dare l’assalto alla vecchia città madre di Sant’Elpidio a Mare. E’ la più facile tra la dozzina di asperità previste, ma alle soglie dei 200 Km e con tutto quello affrontato in precedenza, potrebbero qui scaturire dei tentativi a sorpresa, volti al successo di tappa ma non solo. Col successivo tuffo verso le acque di Porto Sant’Elpidio, in una plaga nota per le sue aziende calzaturiere, ci sarà davvero la possibilità di farle, a qualcuno, le scarpe.
I VALICHI DELLA TAPPA
Passo della Cappella (772 m). Non segnalato sul testo di riferimento “Valichi stradali d’Italia” (Georges Rossini, Ediciclo), è valicato da una strada asfaltata che mette in comunicazione la località di Colcerasa (Cingoli) con Treia. Sull’atlante stradale del T.C.I. è segnalata solo la strada che sale da Treia. Il versante che affronteranno i “girini” sale da sud e confluisce sul versante di Colcerasa circa 1,5 Km prima del valico.
Sella di Treia. Coincide con l’omonimo abitato. Non segnalata sul testo di riferimento “Valichi stradali d’Italia” che, invece, segnala il Passo di Treia (corrispondente con l’omonima frazione, sulla statale di fondovalle).
Mauro Facoltosi
VARIAZIONI PERCORSO
Modificato in due punti il tracciato della sesta frazione.
Innanzitutto non si affronterà la prima delle due salite sterrate, quella di Pitino (che però potete ammirare nella foto di copertina), tolta dal percorso per questioni di sicurezza. Il Passo della Cappella rimarrà, tra l’altro divenendo più impegnativo perchè la variazione comporterà prendere l’ascesa più in basso, affrontando un tratto originariamente non previsto e che presenta pendenze impegnative.
Infine, per “rimpolpare” il percorso in seguito al taglio del Pitino gli organizzatori hanno ridisegnato i chilometri finali, più tormentati rispetto all’idea originaria e resi duri dalla presenza di un muro inedito, quello di Montegranaro (1,2 Km al 13,8% medio, con punta del 18%), sul quale si scollinerà a circa 35 Km dall’arrivo
FOTOGALLERY
Foto copertina: la salita della Madonnella di Pitino (google maps)

Urbino, San Bernardino degli Zoccolanti (panoramio)

L’anfiteatro di Suasa Senonum (panoramio)

Abbazia di Santa Maria delle Moie (panoramio)

Cingoli, il Balcone delle Marche (www.magoranch.com)

San Severino Marche, Piazza del Popolo (www.moreve.it)

Pitino (www.qsl.net)

Montelupone (www.paesionline.it)

La spiaggia di Porto Sant'Elpidio (panoramio)
ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI FANO
maggio 11, 2012 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Come negli ultimi anni, dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; i punti salienti della tappa a venire; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1953. Seguiteci.
Foto copertina: il traguardo di Fano (www.fanoinforma.it)
GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO
Italia
Cavendish, cuore di papà. Navardauskas, cuore rosa(Gazzetta dello Sport)
Cavendish vince la seconda tappa (Corriere dello Sport – Stadio)
Lituania
Lietuvis išsaugojo lyderio poziciją „Giro d’Italia“ lenktynėse (Kauno Diena)
Nepasiduoda: dviratininkas R. Navardauskas išsaugojo „Giro d’Italia“ lyderio poziciją
(Lietuvos Rytas)
Danimarca
Cavendish nappede Giro-sejr nr. to(Jyllands-Posten)
Suveræn Cavendish vandt Giro-spurten(Sporten.dk)
Det vilde styrt koster Cavendish Giro-førertrøjen (Politiken)
Regno Unito
Cavendish triumphs again (The Daily Telegraph)
Cavendish plays proud dad after second victory (The Independent)
Francia
«Je ne pouvais pas me louper» (L’Equipe)
Spagna
Mark Cavendish gana y se exhibe delante de su familia (AS)
Cavendish no tiene rival (Marca)
Cavendish, imbatible al sprint (El Mundo Deportivo)
Belgio
Deuxième sprint victorieux de Cavendish au Giro (Le Soir)
Cavendish spurt naar zege in Giro (De Standaard)
Cavendish remet ça (L’Avenir)
Cavendish remporte la 5ème étape du Giro (La Dernière Heure/Les Sports)
Cavendish devant sa petite famille(Sudinfo.be)
Cavendish sprint naar zege voor dochter Delilah in Giro (Het Nieuwsblad)
Lussemburgo
Cavendish schlägt erneut zu (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)
Cavendish zum Zweiten (Tageblatt)
Paesi Bassi
Cavendish weer de rapste (De Telegraaf)
USA
Cavendish Wins Giro d’Italia Stage (The New York Times)
Mark Cavendish wins fifth stage of Giro (USA Today)
Australia
Cavendish edges out Goss to take stage (The Age)
Cavendish again gets best of Goss (Herald Sun)
Cavendish maintains edge on Goss (The Australian)
BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
Gibosimoni: Segnalo semplicemente le dichiarazioni di Ferrari al processo, si è detto dispiaciuto, ha detto di essersi reso conto di aver fatto una bella scorrettezza e di essersi già chiarito con Cavendish ed i suoi compagni. Il minimo che potesse fare..
Hotdogbr: non pensavo nè che tanti velocisti si staccassero nè che nel momento in cui questo succedeva Cavendish riuscisse invece a stare agevolmente con i migliori, domani inizia un altro Giro e tra le prossime tre tappe proprio quella di Porto Sant’Elpidio è la più dura, più di Rocca di Cambio e Lago Laceno che pure hanno le salite nel finale
con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)
POST.GIRODITALIA.IT: i punti salienti della tappa a venire
a cura di Matteo Novarini
DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Anche oggi doppio appuntamento sonoro
Dedicata al passaggio dalla riviera romagnola
Mare Mare (Luca Carboni)
Dedicata a Cavendish, che ha vinto davanti alla figlia
Sei forte papà (Gianni Morandi)
a cura di DJ Jorgens
METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Modena – Fano
Urbino: cielo sereno, 22,2°C (percepiti 20°C), venti moderati da NNE (12-18 Km/h), umidità al 49%
Barbara (Km 50,2): cielo sereno, 24,2°C (percepiti 22°C), venti moderati da NNE (12-15 Km/h), umidità al 45%
Cingoli (GPM – Km 95,4): cielo sereno, 21,3°C (percepiti 20°C), venti deboli da NNE (9-14 Km/h), umidità al 46%
Montelupone (GPM – Km 154,7): cielo sereno, 24,2°C (percepiti 23°C), venti deboli da N (8-9 Km/h), umidità al 42%
Porto Sant’Elpidio: cielo sereno, 23,3°C, venti deboli da N (8 Km/h), umidità al 52%
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa
Bartoletti, ricordando la partita Italia – Ungheria del 17 maggio 1953: “Prendemmo 4 pappine” (infatti, finì 0-3)
Belli: “Molto caldo, molto festa”
Belli: “Favilli, di dove sei?” – Favilli: “Di Venturina, Livorno” – Belli: “Allora, ci arriviamo tra qualche giorno” (Ci sono stati l’anno scorso a Livorno, quest’anno non ci passano)
ll figlio dell’ex corridore Giuseppe Minardi ricordando il periodo nel quale correva il padre: “Una volta il Giro d’Italia si correva a punti” (esatto… peccato che ll’ultima edizione a punti si sia disputata quasi 15 anni prima della nascita di Minardi)
Belli, parlando della sua Modena: “Qui sono nati grandissimi personaggi come Vasco Rossi…” (nato a Zocca, sulle montagne)
Bartoletti, descrivendo la taglia di Belli: “XXS” (extra small? ma l’hai visto bene Belli?)
Sgarbozza: “cronosquadra”
Pancani: “cronometro a squadra” (allora… con il righello è quando tutta la squadra in fila indiana, con il compasso è quando disegnano come dei cerchi per avvicendarsi in testa a tirare…. ma a squadra com’è? si dispongono a triangolo per fendere meglio il vento?)
Sgarbozza su Navardauskas: “Ha messo 24 anni ha conquistare la maglia rosa” (che costanza!!)
Sgarbozza: Frrar (alla lavagna)
Bartoletti: “Navardaskas”
Bartoletti al bisnipote di Enzo Ferrari: “Il nonno se ne è andato a ferragosto del 1988″ (primo si parlava del bisnonno, secondo è morto il giorno prima)
Cunego: “Abbiamo svolto un buon cronosquadre”
Conti: “Un grandito rientro nel mondo del ciclismo”
Kreuziger: “Le tappe difficili sono passate”
Conti: “un neologismo nuovo”
Pancani: “La belga Olivier Kaisen” (un trans in gruppo?)
Pancani a proposito di un corridore caduto: “Non sono state escluse per lui fratture” (intendeva dire che non aveva riportato fratture)
Cassani: “Strappo di Gabicce Mare” (arrivavano dagli abissi?)
Savoldelli: “L’ex leader della maglia rosa Taylor Phinney”
Fagnani (radiocorsa): “Fiumara Marecchia” (già arrivati al sud?)
Savoldelli: “Sono andati molto forti”
Martinello: “Stiamo transitando dall’aeroporto di Misano” (era l’autodromo di Misano)
Savoldelli: “Rettilinii”
Cassani: “Classifica della classifica generale”
Savoldelli: “Rientrare sotto”
Cassani: “Taylor Philley”
Savoldelli: “Tantissima vento e sabbia”
Pancani: “Battaglia di Metauro” (del Metauro)
Savoldelli: “Vedo in costa” (in coda)
Savoldelli: “Stanno passando al 6 Km dall’arrivo”
Cassani: “Gosc” (Goss)
Cassani: “Longo Barghini” (Longo Borghini)
Orlando a Cavendish: “There is your son” (Ecco tuo figlio… con gran sconcerto del campione del mondo, che ha una bambina)
Televideo: “Goos” (Goss)
STRAFALCIONI D’ANNATA DAL FONDO DELLA CASSAPANCA
Cronaca della tappa Lido di Jesolo – Sappada del Giro 1987
Sergio Martino: “Roc” (Roche, da pronunciare Rosc)
Santini e De Zan: “Santoromita” (Santaromita)
Martino: “Lecaretta” (Lejarreta, da pronunciare Leharreta)
De Zan: “Roche si è imposto nell’Aubisque” (scavando un tunnel?)
IL GIRO DEL PRIMO STELVIO
Ecco come il quotidiano l’Unità presentò ai propri lettori le gesta dei partecipanti al Giro del 1953, prima edizione della corsa rosa a presentare l’ascesa allo Stelvio (quest’anno meta dell’ultima tappa di montagna) e ultima conquistata da Fausto Coppi. Altimetrie, planimetrie e tabelle di marcia dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessi selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)
MINARDI VINCE LA NAPOLI – ROMA. DE SANTI RICONQUISTA LA “MAGLIA ROSA”
Conclusa allo Stadio dei Centomila la VI tappa del Giro d’Italia
Il campione della Legnano batte in volata sei compagni di fuga, giunti al traguardo con 2′17″ sul gruppo, nel quale prevale Monti.
ARCHIVIO ALMANACCO
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1a tappa Herning (raduno di partenza)