PAGANINI NON RIPETE, SAGAN SI!
Due su due in California, Sagan vince anche la seconda tappa con una facilità incredibile con tre metri di vantaggio su Haussler e Howard. Tappa leggermente più impegnativa di quella di ieri con un paio di salite poste negli ultimi 20km, ma le squadre dei velocisti controllano bene riprendendo la fuga di giornata lungo la salita di Bear Creek e preparando la strada per i velocisti.
Foto copertina: il bis di Sagan al Giro di California (foto Jonathan Devich)
Volata incredibile di Peter Sagan che si aggiudica la seconda tappa, su due, dell’Amgen Tour of California, ma quello che sorprende non è tanto la vittoria in sé, quanto il modo in cui è arrivata: due volate differenti per lui e per i suoi avversari: lo slovacco vince la gara sull’ultima curva pennellata in modo perfetto tanto da uscire al doppio della velocità rispetto al resto del gruppo e a quel punto, accennando appena la volata, ha potuto alzare le braccia al cielo davanti agli impotenti Haussler e Howard che si sono visti battuti con un distacco di tre metri.
Concludono la top five De Kort e Fred Rodriguez con Van Avermaet in sesta posizione.
Nonostante la tappa presentasse un paio di salite negli ultimi venti chilometri nessuno dei big si è mosso lasciando spazio per tutta la giornata ad una fuga composta da Geniez, White, Creed, Mondory, Suarez e Vennel controllata dal gruppo fino alla salita di Bear Creek quando, rimasto solo al comando Geniez, il gruppo è rientrato in preparazione della volata. L’ultimo acuto prima dello sprint, lo ha proposto Sutherland con un’azione che ai meno tre ha rischiato di scombinare i piani ai velocisti, “consumando” l’ultimo uomo Liquigas che ha quindi dovuto farsi supportare dalla Orica-Geen-Edge per preparare la volata. Sagan è stato bravo a piazzarsi a ruota del treno di Howard e anticipare quest’ultimo sulla curva finale.
Andrea Mastrangelo
CIVITAVECCHIA-ASSISI. UNA TAPPA “TOTA PULCHRA”
Sarà la bellezza degli scenari attraversati il principale punto di forza di una frazione secondaria, che il grosso del gruppo vivrà come una giornata di trasferimento. Protagoniste saranno le fughe e, nel caso non vadano in porto, andranno in scena le sparate dei finisseur, che troveranno terreno fertile nell’insidiosa doppia rampa verso Assisi. Turno di riposo per i velocisti che, respinti dall’impegnativo finale, si risparmieranno in vista del prossimo sprint, previsto il giorno successivo a Montecatini.
San Francesco la venerava tutti i giorni la “tota pulchra” e non era solo lei, l’amata Vergine Maria, a conquistare il cuore del “Poverello d’Assisi”. Francesco Giovanni di Pietro Bernardone aveva avuto, il 26 settembre del 1182, l’onore di nascere nel cuore di una terra che “pulchra”, bella, lo era per davvero e continua a esserlo ancora oggi. Quello della Bellezza con la B maiuscola sarà il filo conduttore della decima frazione del Giro, tappa inutile e forse anche un po’ noiosetta sotto l’aspetto agonistico, ma che attirerà lo spettatore da casa con la possibilità di ammirare alcuni dei panorami più avvincenti della nostra nazione. Sarà una sorta di “tappa-collana”, nella quale perle note a livello mondiale si alterneranno a gemme poco conosciute ma non meno preziose, luoghi che l’occhio dello spettatore potrebbe già inconsapevolmente aver colto. Li abbiamo ammirati in diversi film perché parecchi sono stati i registi che hanno “ribaltato” in lungo e in largo le terre attraversate da questa frazione, la Tuscia in particolare, per girarvi le loro opere. Ce n’è per tutti i gusti, dai panorami del viterbese che facevano da sfondo alle gesta di Brancaleone da Norcia al Lago del Pellicone (Parco archeologico di Vulci), presso Canino (paese natale dell’ex professionista Stefano Colagè, vincitore, tra le altre corse, della Tirreno-Adriatico del 1995), dove sguazzarono Aldo, Giovanni e Giacomo in “Tre Uomini e una gamba” e dal quale passarono anche Benigni e Troisi nel fortunato “Non ci resta che piangere”; dalla Viterbo spacciata per Firenze ne “la sindrome di Stendhal” al rinascimentale Palazzo Farnese di Caprarola, dove Francis Ford Coppola ricostruì le sacre stanze del Vaticano per il terzo capitolo della saga del “Padrino”. Potrebbe continuare ancora a lungo l’elenco delle pellicole che hanno immortalato la nervosa geografia di queste terre, un assetto che si rifletterà sull’altimetria movimentata ma non difficile di una classica giornata di trasferimento, nella quale se la prenderanno comoda un po’ tutti. I big non avranno nulla da temere da un percorso del genere, mentre le squadre dei velocisti saranno a riposo perché i loro “cannonieri” oggi saranno inevitabilmente respinti dalla rampetta finale che, invece, stuzzicherà i finisseur a caccia di un successo parziale (ma potrebbe anche andare in porto un tentativo da lontano, evento molto probabile sempre che la fuga non assuma proporzioni pericolose).
La tappa scatterà da Civitavecchia, il principale porto laziale, ma il tratto rivierasco sarà breve, limitato ai chilometri iniziali. Subito, infatti, il tracciato si addentrerà in quel territorio che oggi chiamiamo Tuscia e che un tempo era conosciuto come Etruria, andando ad affrontare i primi dislivelli, su pendenze molto docili. Si lambirà Tarquinia, nota per le sue necropoli e poi si punterà su Vetralla, ove è possibile visitare una bella chiesa romanica dedicata al citato fondatore dell’ordine francescano. Quasi al termine di un lungo e lento falsopiano si attraverserà la “Città dei Papi”, essendo stata Viterbo la sede della… Santa Sede per 24 anni, dal 1257 al 1281, da quando Alessandro IV decise di lasciare Roma, divenuta in quell’anno ghibellina, sostenitrice dell’imperatore nella lotta delle investiture che lo contrapponeva al papato, per il quale parteggiavano i guelfi. La città ha conservato numerose tracce del suo glorioso passato, sia in centro, sia nella periferia attraversata dai “girini” che, usciti da Viterbo, incontreranno prima il rinascimentale santuario di Santa Maria della Quercia e poi, nella frazione di Bagnaia, una delizia che risponde al nome di Villa Lante, i cui giardini all’italiana, tra i più celebri del “settore”, hanno prestato il volto a tutte le produzioni “vaticane”, dalle fiction sulle vite dei papi sino al recente “Habemus Papam” di Nanni Moretti.
Saliti fin qui senza neanche avvertirlo, nei 25 Km successivi altrettanto dolcemente si scenderà, puntando su Orte, centro situato su di un poggio tufaceo alto sul corso del Tevere. Finita la discesa subito si riprenderà a puntare in alto, nel frattempo entrando in territorio umbro. Il culmine di questa difficoltà, leggermente più pendente della precedente, sarà posto poco oltre l’interessante e antichissimo centro di Amelia, un’altra tappa da non perdere per il turista che avrà che di rifarsi gli occhi, ammirando, tra gli altri monumenti, i resti delle poderose mura poligonali innalzate nel III secolo a.C. Serpeggiando tra i colli e superando un tratto a saliscendi, il tracciato della nona tappa transiterà ora a breve distanza da una delle più particolari foreste d’Italia, quella di Dunarobba, costituita da tronchi d’albero “mummificati” protetti dall’UNESCO e venuti alla luce negli anni ’70, anche se alcuni di essi erano già stati studiati nel ‘600. Attraversata Acquasparta – centro il cui nome annuncia la sua vocazione termale, espressa fin dall’epoca dell’Impero Romano – si entrerà in provincia di Perugia, portandosi ai piedi dei Martani, catena montuosa posta al centro geografico del “cuore verde d’Italia”, com’è spesso soprannominata l’Umbria. Si attaccherà qui l’unica salita di giornata ad avere il GPM “en passant” (ma anche l’arrivo di Assisi assegnerà punti per la maglia verde), collocato ai 555 metri della Sella di Viepri. Affrontata anche nella tappa di Foligno della Tirreno-Adriatico del 2003, vinta da Mario Cipollini, questa è una salita molto dolce, lunga una dozzina di chilometri (la media complessiva è inferiore al 3% ma c’è comunque un picco al 13%), che lambisce la chiesa di Santa Maria in Pantano, una delle più antiche della regione, e poi attraversa il centro fortificato di Massa Martana, tornato allo splendore d’un tempo dopo i danni patiti nel terremoto del 1997 e i successivi restauri.
Terminata la discesa in quel di Bastardo – località dal nome curioso che, si racconta, deriverebbe da un’antica locanda gestita da un oste non proprio di nobili origini – immantinente si riprenderà a puntare verso l’alto, diretti alla panoramica cittadina di Montefalco, non a caso soprannominata “la ringhiera dell’Umbria” e che merita la deviazione anche per i suoi pregi artistici. I “girini” non ne godranno le viste poiché ben presto abbandoneranno la facile ascesa per planare, attraversando i vigneti dai quali “sgorga” il Sagrantino, sul centro di Bevagna, altra meta da non perdere per gli appassionati d’arte. A questo punto il percorso ritroverà la pianura vera, che in questa frazione non si era ancora realmente vista e per quasi venti chilometri si pedalerà sul velluto, attraversando la valle del Topino e toccandone il principale centro, l’importante città di Foligno. Si andrà poi a ricalcare il tracciato della cronometro Foligno – Assisi, disputata al secondo giorno di gara del Giro del 1995 e vinta da Tony Rominger. Costeggiando le prime pendici del Monte Subasio, si attraverserà l’altrettanto incantevole centro di Spello e poi si lascerà il tracciato della gara contro il tempo, pur salendo ad Assisi dallo stesso versante. Seguendo una strada parallela a quella che vide inscenata la prima impresa rosa del corridore elvetico, si affronteranno inizialmente 2000 metri di strada al 7,4%, con i passaggi più ripidi nella seconda metà (fino al 16%), quando si andrà a sfiorare il convento di San Damiano, il luogo dove il “Poverello d’Assisi” compose il Cantico della Creature. Pausa di un chilometro sulla circonvallazione a valle e poi, terminata questa discesa intermedia, si riprenderà a salire in maniera molto spettacolare, con il gruppo che farà l’”inchino” alla basilica di San Francesco, per poi voltarle le spalle e lanciarsi su per le stradine del centro storico, talvolta strette e ripide, puntando sulla Piazza del Comune con altre rasoiate al 16%. Pendenze infernali per il paradiso dei finisseur!
I VALICHI DELLA TAPPA
Sella di Monte Romano (152m). Aperta tra il Poggio Ficonaccia e la collina della Rotonda, vi sorge l’omonimo comune, attraversato dalla SS 1 bis “Via Aurelia bis”.
Valico di Viepri (555m). Valicato dalla SS 316 “dei Monti Martani”, tra Massa Martana e Bastardo. Nei pressi del valico si trova il bivio per Viepri.
Mauro Facoltosi
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
FOTOGALLERY
Foto copertina: Assisi vista dalla valle del Topino (www.assisi-francesco.net)

Civitavecchia, porto (www.podisticasolidarieta.it)

Scorcio di Tarquinia (panoramio)

Troisi e Benigni incontrano Leonardo da Vinci presso il Lago del Pellicone in <<Non ci resta che piangere>> (www.davinotti.com)

Viterbo, Palazzo dei Papi (www.regione.lazio.it)

I giardini all'italiana di Villa Lante a Bagnaia, visti in <<Habemus Papam>> (www.davinotti.com)

Amelia (www.bbmontenero.it)

La foresta fossile di Dunarobba (goodmorningumbria.files.wordpress.com)

Massa Martana, chiesa di Santa Maria in Pantano (www.virtualtourist.com)

Montefalco, Piazza del Comune (panoramio)

Piazza Silvestri, Bevagna (panoramio)

Spello, Porta di Venere (www.paesionline.it)

Assisi, convento di San Damiano (www.tripadvisor.com)
ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI FROSINONE
maggio 15, 2012 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Come negli ultimi anni, dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; i punti salienti della tappa a venire; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1953. Seguiteci.
Foto copertina: Pozzato taglia il traguardo dolorante dopo la caduta (foto Pisoni)
GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO
Italia
Ventoso spunta dalla carambola. Domani arrivo in salita ad Assisi (Gazzetta dello Sport)
Ventoso vince la 9/a tappa (Corriere dello Sport – Stadio)
Canada
RRyder Hesjedal hangs on to lead at Giro d’Italia (The Globe and Mail)
Victoria cyclist Ryder Hesjedal retains Giro d’Italia lead (The Sun)
Lituania
„Giro d‘Italia“: sprinto žvaigždes pristabdė griūtis (Lietuvos Rytas)
„Giro d’Italios“ dviratininkų lenktynių 9-ą etapą lietuvis baigė 97-as (Kauno Diena)
Danimarca
Pozzato tager skylden for Giro-styrt (Jyllands-Posten)
Cavendish styrtede i spansk sejr (Sporten.dk)
Vildt virvar i ny voldsom Giro-finale (Politiken)
Regno Unito
Ventoso lucks out as Cavedish takes a fall (The Daily Telegraph)
Ventoso profits as Cavendish and Co fall by the wayside (The Independent)
Francia
Ventoso opportuniste (L’Equipe)
Spagna
Fran Ventoso repite en el Giro un año después (AS)
Ventoso acude a su cita con el Giro (Marca)
Fran Ventoso logra la primera victoria española (El Mundo Deportivo)
Colombia
Fran Ventoso, primera victoria española en el Giro (El Espectador)
Belgio
Tour d’Italie: victoire de Ventoso au sprint (Le Soir)
Ventoso wint in Giro na chaotische aankomst, Cavendish valt alweer (De Standaard)
Chute dans le sprint au Giro: Pozzato s’excuse (L’Avenir)
9e étape: victoire de Ventoso au sprint (La Dernière Heure/Les Sports)
Tour d’Italie – #9: Ventoso évite la chute des dominos (Sudinfo.be)
Ventoso wint na chaotische spurt, Cavendish valt alweer (Het Nieuwsblad)
Lussemburgo
Ventoso sichert sich Etappenerfolg (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)
Ventoso gewinnt 9. Etappe (Tageblatt)
Paesi Bassi
Ventoso wint chaotische sprint (De Telegraaf)
USA
Spain’s Ventoso Wins Giro’s Ninth Stage (The New York Times)
Ventoso wins Giro d’Italia sprint after other racers fall (USA Today)
Australia
Goss blamed for Giro crash (The Age)
Francisco Ventoso survives crash-marred Giro sprint (The Australian)
Goss goes down in Giro sprint (Herald Sun)
BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
PRIMA DELLA TAPPA
Mauro Facoltosi: Chi favorirà la curva ai 450 metri? Troppo pericolosa?
Howling Wolf 14: Ai 450 metri i corridori vanno già a 60 all’ora. Mettere una curva mi sembra un po’ inopportuno. Molto spesso, in quelle circostanze, la professionalità e la fermezza di nervi non sono sufficienti a mettere rimedio a errori, inavvertenze e scorrettezze altrui. Si corre il rischio di tagliar fuori dalla volata anche chi corre pulito. E’ vero che le scorrettezze e le manovre sbagliate avvengono anche sui rettilinei di 2 km, ma qui vuol dire andare a cercarsi le rogne anche quando si possono evitare.
Hotdogbr: oggi volata con Goss che dovrebbe trovarsi bene ma finale molto tecnico già prima degli ultimi 450 metri e che lo diventa ancor di più se dovesse piovere, rischio di cadute e di distacchi anche tra gli uomini di classifica come nel 2005 quando Savoldelli perse 39”
DOPO LA TAPPA
Howling Wolf 14: Il Giro d’Italia ha sempre avuto la mania di collocare curve a gomito quando le volate sono già lanciate. Già all’epoca di Torriani, poi all’epoca di Castellano. E’ ora di finirla di falsare le corse. Qui dovrebbe intervenire la commissione tecnica e bocciare i percorsi che prevedono curve negli ultimi 1000 metri. L’ultimo km, almeno l’ultimo, dev’essere rettilineo. Il Giro vuol sempre distinguersi per qualcosa di bizzarro. Ma questa ossessiva ricerca dell’elemento eccentrico lo fa cadere nel grottesco. Non solo., Qui le corse vengono falsate. Solo per farle arrivare nei centri storici. Ma chis e ne frega dei centri storici. Tanto con tutto l’imbandieramento del Giro monumenti e piazze diventano irriconoscibili. Ci vuola più professionalità. Nemmeno in una corsa di paese si fanno errori organizzativi così macroscopici. Vergogna!
Mauro Facoltosi: C’è da dire che oggi non arrivano in centro ma in piena periferia… ma anche che non è sempre facile trovare rettilinei lunghi un chilometro (c’è anche da tenere presente che il giro non può arrivare ovunque, ma ci vuola a fianco dell’arrivo un grosso piazzale dove alloggiare tutto il “baraccone”). Anticipo che un’altro finale con curva insidiosa sarà quello di Montecatini e sarà l’esatta fotocopia del finale della tappa vinta da Boonen alla Tirreno del 2010 e di quello dell’ultima tappa vinta da Cipollini al Giro, nel 2003. In quest’ultima occasione si verificò una caduta (Nauduzs)
Gibosimoni: Comunque la curva era sul Garibaldi da tantissimo tempo, non è una modifica dell’ultimo minuto, i corridori che vogliono far parte della volata devono fare attenzione, si misurano anche le capacità tattiche e tecniche dei corridori. Con questo non dico che ogni volta ci deve essere una curva a gomito, ma che non si può per necessità come ha detto Mauro avere sempre 5 Km di lungomare o rettilinei per fare una volata
Scattista: ma se Purito Rodriguez voleva la maglia rosa non poteva attaccare ieri?
Hotdogbr: sta di fatto che la caduta, senza la quale l’incolpevole Goss avrebbe sicuramente vinto, ha fatto sì che venissero neutralizzati i tempi e qualche uomo di classifica che si trovava nelle retrovie del gruppo ne ha beneficiato visto che qualche buco indipendentemente dalla caduta sembrava essersi creato
Howling Wolf 14: Caro Gibo, il Garibaldi può mettere tutto ciò che vuole, ma non è una giustificazione. Una curva a 90 gradi a 350 metri dall’arrivo non va messa. Indipendentemente dal fatto che sia sul Garibaldi e che i corridori ne siano a conoscenza da 12 mesi. Allora se io avverto, attraverso il Garibaldi, che la sede stradale dell’arrivo viene insaponata, allora i corridori ne sono a conoscenza e si può fare? Se in una città non ci sono rettilinei, non si fa l’arrivo in quella città. L’organizzazione dev’essere seria, non deve essere tipo un tanto al chilo. E dev’essere seria anche la commissione tecnica che omologa i percorsi. Io vorrei vedere in faccia i membri della CT che ha dato il benestare a questo arrivo. E chiedergli se sono mai andati in bicicletta. E se magari hanno autorizzato questo arrivo in cambio di tre cene e sei bicchieri di vino.
Ventoso, il vincitore di oggi, ha ammesso di trovarsi in 15.a posizione al momento della caduta. Qual è l’intenzione degli organizzatori del Giro? Far fare la volata a quelli che si trovano dal 15° al 45° posto?
Su, ragazzi, siamo seri. Non veniamoci a raccontare le favolette. Questi arrivi non vanno più fatti. Sono falsati. Vergogna!
Gibosimoni: Hai pienamente ragione Howling. Purtroppo però vige la regola che l’arrivo si fa dove c’è chi paga di più. Se una città senza un rettilineo per una volata sborsa fior di quattrini, lì si fa l’arrivo. Hai ragione che non può esserci una curva a gomito a 350 metri.
Per spezzare una – l’unica – lancia a favore dell’organizzazione, ci sono state 3 cadute in 4 volate, ma una non è stata causata da un pericolo di percorso, ma per una scellerata manovra di Ferrari. Comunque, io sono dalla parte di Rodriguez, si può criticare perché ha buttato energie magari preziose, ma quantomeno ha provato a emozionare un po’ un Giro in cui tutti fino ad ora badano a controllarsi l’un con l’altro alla paranoia. Diamo un po’ di brio a questa corsa, bravo Purito!
Howling Wolf 14: Condivido, Gibo. L’aspetto economico ha u’importanza strutturale. Però un’organizzazione è forte se sa imporsi. Non credo che la città di Frosinone abbia guadagnato qualcosa, sul piano del prestigio o dei richiamo turistico, facendo arrivare la tappa lì, piuttosto che un chilometro prima.
Dico solo che di cadute e di rischi ce ne sono già abbastanza. E in questi casi, oltre alle cadute, che sono fisiologiche, si finisce per falsare un arrivo di tappa. Non è giusto.
In ogni caso l’organizzazione propone e la commissione tecnica valuta. La commissione tecnica non deve più autorizzare arrivi di questo tipo. Ventoso sarebbe arrivato 10°, Felline 30°. Invece sono primo e secondo. Ma che tappa è?
Hotdogbr: Rodriguez lo si critica e in questo ha pienamente ragione Scattista non per aver attaccato ieri, visto che comunque anche i rivali hanno speso per andarlo a riprendere con Pozzovivo in testa al gruppo, ma per non averlo fatto a Lago Laceno
Mauro Facoltosi: Anche nella tappa dell’Amgen disputata oggi c’era una curva ad angolo retto piazzata a 300 metri dall’arrivo. Non ci sono state cadute, in questo caso.
con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)
POST.GIRODITALIA.IT: i punti salienti della tappa a venire
a cura di Matteo Novarini
DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Dedicata al secondo successo in terra ciociara dello spagnolo Ventoso
History Repeating (Propellerheads)
Dedicata a quei velocisti che dovrebbe studiarsi i finali
Siamo donne (”Attento che cadi”) (Jo Squillo, Sabrina Salerno)
a cura di DJ Jorgens
METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Civitavecchia – Assisi
Civitavecchia : poco nuvoloso, 20,7°C (percepiti 17°C), venti moderati da WNW (15 Km/h), umidità al 42%
Viterbo (Km 55,4): poco nuvoloso, 19,2°C (percepiti 17°C), venti moderati da WNW (12-14 Km/h), umidità al 38%
Amelia (traguardo volante – Km 97,9): poco nuvoloso, 19,3°C (percepiti 18°C), venti deboli da WNW (9-13 Km/h), umidità al 42%
Massa Martana (Km 134,9): nuvole sparse, 19,2°C, venti deboli da WSW (9-13 Km/h), umidità al 45%
Assisi: nuvole sparse, 18,4°C (percepiti 16°C), venti moderati da W (13-18 Km/h), umidità al 49%
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa
Sgarbozza: “La tappa di oggi misura 160 km” (sono 166 km)
De Stefano: “171 Km” (decidetevi!!!)
Paolo Belli intervistando Hesjedal: “Don’t start finch io non dic start” (non è uno strafalcione… ma valeva la segnalazione)
Sgarbozza (alla lavagna): “Cavendsh”
Sgarbozza (alla lavagna): “Reshaw” (Renshaw)
Sgarbozza, tentando di pronunciare il nome di Renshaw: “Rechov”
Sovraimpressione della programmazione di RAI3 all’avvio del digitale: “San Giorgio nel Sannino” (San Giorgio del Sannio)
Bartoletti: “La indossa oggio”
Bartoletti: “A partire domani”
Sgarbozza: “Primo arrivo in salita a Cervinia” (è il secondo)
Belli: “Ci vediamo dopo sul traguardo” (andavano in onda dalla partenza)
Bartoletti, leggendo un titolo di quotidiano su Pozzovivo: “Il pianista che le suona a tutte” (c’era scritto tutti)
Ospite all’Anteprima: “Oggi è solo la terza volta che il Giro arriva a Frosinone, indubbiamente” (è la quarta)
Conti: “Silvio Martinelli”
De Stefano: “Eccoci qui tornati dal traguardo di Frosinone” (ma non eravate a trasmettere da là?)
Bonarrigo: “Impostare una volta infilandosi in mezzo a Sky, a Cavendish” (povero Mark, pure fatto a fettine lo vogliono!!!)
Chicchi: “Attualmente sono una spanna più alto rispetto agli altri velocisti” (parlavi della posizione della sella, vero?)
Cassani su Samuel Sanchez: “Lui può correre nell’Euskaltel perché ha corso tra i dilettanti” (messa così sembra che in Spagna possano correre nell’Euskaltel solo i corridori che arrivano dal movimento dilettanti; in realtà Cassani si è mangiato – forse ai causa dei “scialisendi” della dentiera – importanti informazioni. La frase completa avrebbe dovuto essere: “Samuel Sanchez non è basco, ma corre nella Euskaltel, formazione che accetta solo corridori baschi, perchè da dilettante ha gareggiato per una formazione basca“)
Cassani: “Caduta di diverse corridori”
Pancani: “Quatto minuti”
Scinto: “Quella piccole pendenze”
Pancani: “Partita stamani da San Giorgio del Sannio” (partenza ore 13.20)
Pancani: “Coda del protone”
Martinello: “Andare verso la tangente”
Sangiorgio, in onda dalla Piazza Inferiore di San Francesco di Assisi: “Siamo in Piazza del Colonnato”
Ospite al Processo: “Oggi chiude il convento dei francescani a Sant’Agata di Puglia. Spero che San Francesco ci pensi successivamente” (perchè? che tiene da fare adesso San Francesco?)
Televideo: “San Giorgio Sannio”
Televideo: “All’ultima curva, ai -300m” (era quasi 200 metri prima)
IL GIRO DEL PRIMO STELVIO
Ecco come il quotidiano l’Unità presentò ai propri lettori le gesta dei partecipanti al Giro del 1953, prima edizione della corsa rosa a presentare l’ascesa allo Stelvio (quest’anno meta dell’ultima tappa di montagna) e ultima conquistata da Fausto Coppi. Altimetrie, planimetrie e tabelle di marcia dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessi selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)
COPPI GUIDA I BIANCOCELESTI ALLA VITTORIA NELLA VELOCE CORSA A SQUADRE DI MODENA
Vittoria della “Bianchi” nella discussa giostra modenese
Ai posti d’onore la Ganna e la Legnano – Coppi secondo in classifica a 55″ da Koblet
ARCHIVIO ALMANACCO
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo
1a tappa Herning (raduno di partenza)
4a tappa Verona (cronosquadre)
6a tappa Urbino – Porto Sant’Elpidio
7a tappa Recanati – Rocca di Cambio
8a tappa Sulmona – Lago Laceno
14-05-2012
maggio 15, 2012 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
Lo spagnolo Francisco José Ventoso Alberdi (Movistar Team) si è imposto nella nona tappa, San Giorgio nel Sannio – Frosinone, percorrendo 166 Km in 3h39′15″, alla media di 45,427 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Fabio Felline (Androni Giocattoli) e Giacomo Nizzolo (RadioShack-Nissan). Il canadese Ryder Hesjedal (Garmin – Barracuda) ha conservato la maglia rosa, con 9″ sullo spagnolo Rodriguez Oliver e 15″ sull’italiano Paolo Tiralongo (Astana Pro Team).
AMGEN TOUR OF CALIFORNIA
Lo slovacco Peter Sagan (Liquigas – Cannondale) si è imposto anche nella seconda tappa, San Francisco – Santa Cruz County, percorrendo 188,5 Km in 5h02′00″, alla media di 37,450 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli australiani Haussler e Howard. Miglior italiano Vincenzo Nibali (Liquigas-Cannondale), 53°. Sagan ha conservato la testa della classifica, con 8″ su Haussler e 13″ su Howard. Miglior italiano Nibali, 39° a 20″.
INTERNATIONAL AZERBAIJAN TOUR (Iran)
L’ucraino Yuri Metlushenko (Konya Torku Seker Spor) si è imposto nella quarta tappa, Qara Chiman – Ardebil, percorrendo 194 Km in 4h24′08″, alla media di 44,068 Km/h. Ha preceduto allo sprint il ceco Kankovsky e l’iraniano Nateghi. Il ceco Milan Kadlec (ASC Dukla Praha) ha conservato la maglia di leader, con 2″ sullo spagnolo Ramírez Abeja e 7″ sull’iraniano Saeidi Tanha.
VUELTA A GUATEMALA
Il brasiliano Gregory Panizo (Funvic – Pindamonhangaba) si è imposto nella seconda tappa, Sanarate – Cobán, percorrendo 158 Km in 4h06′14″, alla media di 38,500 Km/h. Ha preceduto allo sprint il guatemalteco Mario Alfredo Archila Velasquez (Coca Cola) e il canadese Cooper. Archila Velasquez è il nuovo leader della corsa, con lo stesso tempo di Panizo e del colombiano Rincon.
ROYAL SMILDE OLYMPIA’S TOUR
L’olandese Dylan Van Baarle (Rabobank Continental Team) si è imposto nel prologo, circuito di Zandvoort, percorrendo 3,6 Km in 4′33″, alla media di 47,472 Km/h. Ha preceduto di 2″ i connazionali Hofland e Bovenhuis.
IN CIOCIARIA SPIRA SEMPRE VENTOSO
Dopo aver trionfato nella passata stagione in quel di Fiuggi il velocista spagnolo si ripete a Frosinone battendo i giovani azzurri Felline, Nizzolo e Damiano Caruso in uno sprint condizionato dalla caduta di Pozzato, Goss e Cavendish nell’ultima insidiosa curva. Nel finale ci prova Rodriguez ma la classifica generale resta immutata con Hesjedal sempre in rosa.
Foto copertina: Ventoso primo a Frosinone (foto AFP)
Dopo tre giornate molto dure sia per i percorsi che per il grande caldo la nona tappa del Giro, 166 km da San Giorgio di Sannio a Frosinone, si presentava come una buona occasione per gli sprinter malgrado un finale comunque non facile da interpretare con diversi strappetti negli ultimi 15 km e una discesa, sia pure meno tecnica di quella che nel Giro 2005 vide Savoldelli e Rujano perdere 39” dagli altri uomini di classifica, che terminava quando ne mancavano poco più di 2 alla conclusione. Fortunatamente per i corridori l’annunciata pioggia non ha fatto la propria comparsa sul percorso e la gara, disputata comunque con forte vento e un clima molto più fresco rispetto alle giornate precedenti, ha avuto un andamento tranquillo con Cazaux (Euskaltel), Keizer (Vacansoleil) e Bulgac (Lotto-Belisol), tutti distanti oltre un’ora dalla maglia rosa Hesjedal (Garmin) nella generale, in fuga dal km 3; il gruppo con la Fdj di Demare a collaborare con la Sky di Cavendish e l’Orica-GreenEdge di Goss, finora vittoriosi rispettivamente a Horsens e Fano e a Herning e grandi favoriti di giornata, ha comunque tenuto a debita distanza i battistrada fino al ricongiungimento avvenuto a 20 km dal traguardo con Keizer ultimo ad arrendersi.
Il finale vallonato si prestava agli attacchi e prima Dennis Vanendert (Lotto-Belisol), fratello minore del più noto Jelle, e poi Rabottini (Farnese) già in evidenza a Rocca di Cambio ci hanno provato ma l’azione più significativa è stata quella di Joaquin Rodriguez (Katusha) che sull’ultima salitella posta a 5 km dal traguardo si è fatto lanciare dal compagno Vicioso e ha guadagnato una decina di secondi sul resto del gruppo ma il vincitore di ieri Pozzovivo (Csf) si è portato in prima persona al comando con a ruota tutti gli altri uomini di classifica andando a chiudere sullo spagnolo. Queste accelerazioni hanno fatto sì in ogni caso che Cavendish scivolasse nelle retrovie e all’ingresso dell’ultima curva molto tecnica posta a 450 metri dal traguardo fosse ancora intorno alla 15a posizione mentre Goss si trovava in terza con il compagno Impey a lanciargli lo sprint e Pozzato (Farnese) alla sua ruota; proprio il vicentino è franato addosso al vincitore della Sanremo 2011 causando anche la caduta di altri corridori tra cui Cavendish e ne ha approfittato Nizzolo (RadioShack) per prendere qualche metro di vantaggio ma non c’è stato nulla da fare per lui di fronte alla rimonta di Ventoso (Movistar) che ha preceduto sul traguardo Felline (Androni), lo stesso Nizzolo e Damiano Caruso (Liquigas), tre dei giovani più promettenti del nostro ciclismo, con Schorn (NetApp) 5° davanti a Kristoff (Katusha) e a un Hesjedal rimasto sempre vigile nelle primissime posizioni. Si conferma dunque il grande feeling di Ventoso con la Ciociaria dopo che nella passata edizione del Giro si impose a Fiuggi in un finale analogo mentre nel 2012 il 30enne spagnolo ha conquistato una tappa al Circuit de la Sarthe.
Grazie anche alla neutralizzazione dei tempi dovuta alla caduta la classifica generale resta invariata con Hesjedal che guida con 9” su Rodriguez, 15” su Tiralongo, 35” su Kreuziger e Intxausti e 40” su Basso ma il finale della 10a tappa, 186 km da Civitavecchia ad Assisi, sembra fatto su misura per Purito che potrebbe così conquistare il primato: gli ultimi 20 km ricalcano infatti in gran parte quelli della crono del 1995 partita da Foligno e vinta da Rominger ma il finale è molto più impegnativo rispetto ad allora con una doppia rampa con pendenze fino al 15% negli ultimi 3 km intervallate da una breve discesa e negli ultimi 500 metri ci sarà anche il pavè a rappresentare un ulteriore elemento di difficoltà.
Marco Salona
SAGAN “INAUGURA” IL GIRO DI CALIFORNIA
Incredibile finale di tappa in una tappa in previsione anonima. Prima la foratura di Sagan, poi la caduta di Matthews in prossimità dell’arrivo hanno reso il finale davvero avvincente con lo slovacco che dopo una poderosa rimonta mette in fila tutti gli avversarsi e si aggiudica la prima tappa della corsa americana.
Foto copertina: Sagan “battezza” l’Amgen Tour of California (foto Jonathan Devich)
Finalmente, dopo le polemiche sugli inviti “pilotati” dagli sponsor, è iniziato l’Amgen Tour of California: prima tappa pianeggiante, adatta alle ruote veloci e, secondo pronostico, sono stati i velocisti a giocarsi la tappa nelle spaziose strade americane che hanno visto un finale di gara incredibile con diversi colpi di scena: ai meno dieci una foratura sembra tagliare fuori definitivamente Peter Sagan che invece compie un’autentica impresa nel recuperare il gruppo lanciato a tutta verso lo sprint, con uno sforzo che pregiudicherebbe a chiunque di poter disputare una volata, lui invece, accompagnato dai suoi fidi gregari che lo hanno atteso nell’ultima parte di rimonta, ai meno tre è già nelle prime posizioni intento ad evitare la caduta causata, da uno sbandamento di Matthews, che, oltre all’australiano, mette fuori gioco Roche e altre seconde linee tra le quali King della Liquigas.
Il gruppo non molla con la Green Edge davanti per McEwen e la Liquigas subito a ruota. La vittoria si decide, forse, in quell’ultima mezza curva a destra a quattrocento metri dall’arrivo con la Liquigas che esce dalla scia della Green Edge prendendo la leggera svolta all’interno e portando il duo Oss-Sagan nelle prime posizioni, con l’italiano pronto a dare tutto per lanciare la volata al compagno. Quella del campione slovacco è una volata poderosa che non lascia scampo agli avversari, qualcosa di impensabile dopo i cinque chilometri di rincorsa che a qualsiasi altro corridore avrebbero lasciato strascichi tali da impedire anche solo di disputare la volata, lui no, l’ha disputata, l’ha vinta, e ha pure dato una bicicletta e mezza ad Haussler, Fred Rodriguez, Howard e Van Avermaet.
Prima maglia di leader quindi per il portacolori della Liquigas che grazie agli abbuoni vanta quattro secondi da Haussler, sei da Rodriguez e dieci dal resto dei corridori giunti col gruppo formato da non più di 50-60 unità. Oggi arrivo nella Contea di Santa Cruz, finale mosso che arriva dopo due salite di media difficoltà poste ad una decina di chilometri dal traguardo. Se la giocheranno i velocisti-scattisti che non perderanno contatto nelle due salite: doppietta per Sagan?
Andrea Mastrangelo
SAN GIORGIO DEL SANNIO – FROSINONE. VELOCISTI, RIAVANTI… MARSCH!!!
Tornano in scena i velocisti dopo due giorni d’astinenza. Per loro, al nono giorno di gara è stata approntata una delle frazioni più facili del Giro 2012, movimentata solo da qualche saliscendi che non dovrebbero costituire un ostacolo insormontabile. Il finale sarà più “leggero” rispetto a quello della tappa vinta da Mazzanti nel 2005, più complicato altimetricamente, e le possibilità di riuscire ad arrivare tutti assieme sul rettilineo d’arrivo saranno maggiori. Anche se un breve e malefico strappo al 13%, piazzato a 9 Km dall’arrivo, potrebbe tarpare le ali a qualche sprinter.
Settantadue ore di museruola e adesso briglia sciolta ai velocisti. Dopo tre giornate di navigazione nelle retrovie oggi gli sprinter torneranno protagonisti, pronti a calcare il palcoscenico dell’ultimo chilometro. Fin lì il film della tappa sarà saldamente nelle mani della regia delle loro squadre, che non dovrebbero avere molte difficoltà a mantenere il controllo della situazione in una delle frazioni più semplici del Giro 2012. Non s’incontreranno molte difficoltà nei 171 Km che separeranno la partenza dal traguardo di Frosinone, dove il Giro è giunto l’ultima volta nel 2005. Allora non ci fu volata vera perché, pur seguendo la stessa direttrice sud – nord della frazione odierna, si affrontava un finale differente e piuttosto vallonato, che permise a un gruppetto di cinque corridori, scattati proprio a ridosso del traguardo, di tagliare la linea d’arrivo con 4” di vantaggio sul gruppo. Per la cronaca quel giorno vinse a “tavolino” Luca Mazzanti, dopo la retrocessione di Paolo Bettini, reo d’aver stretto contro le transenne l’australiano Cooke, causandone la caduta. Dopo anni di “vacche magre” per i velocisti, quest’anno s’è deciso di aumentare il numero di traguardi a loro dedicati (saranno in tutto sette, pari a un terzo dell’intero Giro, contro le appena quattro volate disputate l’anno scorso) e per questo si è optato per un finale meno impegnativo per la tappa frusinate, anche se gli ultimi 25 Km saranno comunque i più impegnativi della tappa, “incattiviti” da una serie di saliscendi che non dovrebbero preoccupare più di troppo i velocisti e le loro formazioni, chiamate comunque a tenere gli occhi ben aperti perché qualcuno ci proverà sicuramente, come sempre accade quando si sente “puzza” di salita e si cullano sogni di gloria.
Toccato il suo estremo meridionale il giorno precedente a Lago Laceno, il Giro incomincerà la risalita della penisola… scendendo dal colle sui cui sorge San Giorgio del Sannio, in direzione di Benevento. Riattraversata la città delle “janare” (le famigerate streghe), inizierà il tratto più veloce e monotono della tappa, una sessantina di chilometri di continua superstrada, dove il trascorrere dei chilometri sarà sancito dagli svincoli per i centri abitati. La prima parte di questo tratto si snoderà nella valle del Calore, avendo sulla destra le estreme pendici meridionali del Matese, fronteggianti quella della “Dormiente del Sannio”, com’è stato ribattezzato il massiccio costituito dai monti Taburno e Camposauro perché, visto da Benevento, ha la sagoma di una donna coricata.
Rasentata Telese, località divenuta termale grazie al grande terremoto che scosse l’intero Appennino Centrale nel 1349 e che portò alla luce dal sottosuolo sorgenti d’acque ricche di zolfo, si cambierà “habitat” salutando la valle del Sele per passare in quella, più ampia, del Volturno. Sempre il Matese farà da compagno di viaggio ai “girini” sul lato destro, mentre a sinistra faranno la comparsa i monti Trebulani, il cui nome ricorda l’antica colonia romana di Trebula Baliniensis.
Concluso questo interminabile tratto di strada moderna, il percorso della nona frazione su una delle più gloriose vie di comunicazione d’Italia, la SS 6, conosciuta come “Via Casilina” fin dal medioevo e che era, ancor prima, stata tracciata dai romani per collegare la capitale dell’impero alla scomparsa città di Casilium, abbandonata quando gli abitanti si trasferirono nella vicina Capua Antica e poi ripopolata nel periodo delle incursioni saracene (i due centri corrispondenti alle odierne Capua e Santa Maria Capua Vetere). Il gruppo la imboccherà in direzione di Roma superando, nel volgere di 17 Km, 83 anni della nostra nazione, corrispondenti quasi per intero al periodo monarchico. Si toccheranno, infatti, in capo e in coda a questo tratto, la Taverna della Catena e il Sacrario del Monte Lungo, vale a dire il luogo dove avvenne lo storico incontro tra Vittorio Emanuele II (allora ancora Re di Sardegna) e Garibaldi – atto terminale dell’Impresa dei Mille – e il monte sul quale, mentre il Regno d’Italia era già nella parabola discendente, nel dicembre del 1943 si combatté l’omonima battaglia, la prima dell’Esercito Italiano regolare avvenuta dopo l’armistizio di Cassibile e che vide i nostri militari, affiancati agli alleati, sconfiggere i tedeschi.
Entrati in Lazio le tristi pagine del secondo conflitto mondiale continueranno a scorrere. Arrivati a Cassino sarà, infatti, inevitabile tornare con la memoria al bombardamento che distrusse l’abbazia fondata nel 529 da San Benedetto da Norcia. Chi vorrà, per una volta, sottrarsi a questi ricordi “stereotipati” avrà l’imbarazzo della scelta perché la cittadina laziale offre al turista altri monumenti di pregio, solitamente adombrati dalla fama del sovrastante monastero: si va dalla Rocca Janula all’area archeologica dell’antica Casinum, nella quale spicca l’anfiteatro, mentre fuori città, presso gli scarsi resti della villa del letterato romano Marco Terenzio Varrone è stato realizzato nel dopoguerra l’importante parco naturale-termale delle “Terme Varroniane”.
Sfiorando il piede meridionale del Monte Cairo, elevazione che deriva il nome da un tempio dedicato ad Apollo Clario e situato sul luogo dove sarà eretta l’abbazia, il percorso procederà in lieve ma continuo falsopiano per una ventina di chilometri, transitando a breve distanza dai centri storici di Roccasecca (paese natale di San Tommaso d’Aquino, venerato come “dottore della Chiesa” dai cristiani) e Arce, con la sovrastante Rocca d’Arce che conserva parte delle mura megalitiche dell’antica “Arx Volscurum”.
Giunti nell’industre centro di Ceprano (nel 1994 vi sono stati rinvenuti i resti di un corpo che rappresentano una delle testimonianze più antiche della presenza dell’uomo nel vecchio continente, il “nonno degli europei” insomma), si lascerà il tracciato della tappa del 2005 per addentrarsi tra le prime propaggini dei Monti Ernici e iniziare il tratto più impegnativo di questa tappa, costituito da una serie di morbidi saliscendi. Lasciata la strada per il panoramico centro di Boville Ernica, iscritto nel club dei “Borghi più belli d’Italia”, arriverà il momento più difficile per i velocisti e le loro formazioni, un breve strappo al 13% che condurrà il gruppo nella frazione verolana di Sant’Angelo in Villa, “Cima Coppi” di giornata dall’”alto” dei suoi 309 metri. Superato quest’ostacolo e trascurata la deviazione per il centro madre di Veroli (meritevole di una deviazione per ammirarne i quartieri medioevali), ai velocisti che avranno saputo resistere il percorso non opporrà più nessuna difficoltà. Da lì al traguardo, infatti, ci saranno meno di una decina di chilometri velocissimi, che scorreranno via in un lampo complice la strada tracciata in lieve discesa. Si andrà talmente così veloce che chi si sarà avvantaggiato sullo strappo sarà sicuramente ripreso mentre, al contrario, chi l’avrà patito e si sarà staccato difficilmente riuscirà a rientrare, perdendo così la possibilità di battersi in una volata “elitaria”. Un traguardo per molti, ma non per tutti.
VARIAZIONI PERCORSO
Modificato il tratto finale della tappa. Arrivati a Ceprano i corridori non imboccheranno la provinciale per Strangolagalli ma seguiteranno a percorrere la statale Casilina (SS 6), come nella tappa del 2005. Arrivati in città alta si abbandonerà anche il tracciato di quella frazione per raggiungere la piana sottostante con una discesa più lineare e più veloce. L’unica reale insidia di questo finale sarà rappresentata da una curva a V piazzata a 400 metri dall’arrivo.
I VALICHI DELLA TAPPA
Selletta (152m). Vi transita la SS 6 “Via Casilina” tra Mignano Monte Lungo e la località San Cataldo. Vi si stacca la strada diretta al Sacrario Militare di Mignano Monte Lungo.
Sella delle Pastinelle (102m). Aperta tra i monti Trocchio e Maio, coincide con l’omonima località, posta sulla SS 6 “Via Casilina”, tra Taverna di San Vittore del Lazio e Cassino. Vi si stacca la strada diretta a Cervaro.
Colle Mattarello, Colle Mausoleo (251m). Valicati dalla strada provinciale che collega Strangolagalli a Sant’Angelo in Villa, prima di giungere al bivio per Boville Ernica. TOLTI DAL PERCORSO
Valico di San Filippo (200m). Vi transita la SS 6 “Casilina” nel suo tratto più impegnativo, tra Frosinone ed il bivio per Torrice.
Mauro Facoltosi
FOTOGALLERY
Foto copertina: scorcio del centro storico di Frosinone (agriturismo.agraria.org)

Scorcio di San Giorgio del Sannio (www.beneventoturismo.com)

Monte Taburno (flickr)

Le terme di Telese (www.casalerario.it)

Vairano Patenaro, Taverna della Catena (panoramio)

Mignano Monte Lungo, scacrario militare di Monte Lungo (montesantacroce.blogspot.com)

Cassino, anfiteatro romano (www.fotografieitalia.it)

Rocca d'Arce (www.roccadarce.com)

Boville Ernica (www.cm12ernici.it)

Veroli (www.ilgiornalenuovo.it)
ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI LAGO LACENO
maggio 14, 2012 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Come negli ultimi anni, dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; i punti salienti della tappa a venire; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1953. Seguiteci.
Foto copertina: il traguardo di Lago Laceno (www.tusinatinitaly.it)
GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO
Italia
Pozzovivo fa il pirata. Hesjedal tiene la rosa (Gazzetta dello Sport)
8/a tappa a Pozzovivo (Corriere dello Sport – Stadio)
Vittoria lucana al Giro. Pozzovivo primo a Lago Laceno (Il Quotidiano della Basilicata)
Canada
Ryder Hesjedal making the right moves (The Globe and Mail)
Lituania
„Giro d’Italia“ lenktynėse T. Vaitkus finišavo 60 vietoje (Lietuvos Rytas)
Danimarca
Giro-favoritter skånede førertrøjen (Jyllands-Posten)
Italiener sled sig til sejr i Giroen (Sporten.dk)
Giro-hersker i krise slap med skrækken (Politeken)
Regno Unito
Pozzovivo wins stage eight (The Daily Telegraph)
Francia
Pozzovivo sort du lot (L’Equipe)
Spagna
Purito acaricia la maglia (AS)
‘Purito’ e Intxausti escalan posiciones en el Giro de Italia(Marca)
Belgio
Domenico Pozzovivo zorgt voor tweede Italiaanse zege in Giro (De Standaard)
Les Italiens maîtres chez eux (L’Avenir)
8e étape: victoire de Pozzovivo en grimpeur, De Gendt 4e (La Dernière Heure/Les Sports)
8e étape : victoire de Pozzovivo en grimpeur (Sudinfo.be)
Pozzovivo zorgt voor tweede Italiaanse zege in Giro (Het Nieuwsblad)
Lussemburgo
Giro d’Italia: Fränk Schleck auf Platz neun (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)
Pozzovivo gewinnt achte Etappe (Tageblatt)
Paesi Bassi
Pozzovivo solo naar winst (De Telegraaf)
USA
Pozzovivo Wins 8th Stage; Hesjedal in Giro Lead (The New York Times)
TPozzovivo wins 8th stage; Hesjedal in Giro lead (USA Today)
Australia
Pozzovivo wins Giro’s eighth stage (The Age)
Domenico Pozzovivo lands Giro’s eighth stage (The Australian)
UNO SGUARDO GIOVANE SUL GIRO
Quest’anno abbiamo affidato l’incarico di commentare le tappe di montagna non ad un campione del passato, bensì ad uno del futuro, il promettente Daniele Dall’Oste, scalatore affiliato alla UC Trevigiani Dynamon Bottoli e che, tra i successi conseguiti nella categoria U23, vanta il Trofeo Monte Bondone nel 2010 e il Giro del Belvedere in questa stagione.
Bella questa ottava tappa del Giro d’Italia che da Sulmona portava a Lago Laceno, gara regolare che si infiamma negli ultimi chilometriprima della salita. Grande ritmo della Katusha per il capitano Rodriguez. Nella prima parte della salita il ritmo forte e regolare dell’Astana spacca il gruppo ma il vero forcing è fatto dalla Liquigas con Sylvester Szmyd; quando mancano 6.5 chilometri scatta Pozzovivo che fa subito il vuoto, nessuno dei big di classifica gli va dietro e riesce a scollinare al GPM con circa 30″ sul corridore della Movistar Intxausti e 45″ sul gruppo.
Lungo rapporto per Pozzovivo negli ultimi 4 chilometri pianeggianti che spinge al massimo e riesce ad arrivare da solo sul traguardo davanti ai suoi tifosi. Secondo lo spagnolo Intxausti e terzo l’altro spagnolo Rodriguez, autore di un’ottima volata.
Con questa vittoria e questo attacco Pozzovivo dimostra che quest’anno è sicuramente protagonista e sulle salite impegnative di questo Giro d’Italia potrà dare filo da torcere a chiunque. Buona prova anche per la maglia rosa Hejsedal che ha tenuto duro in una tappa impegnativa.
Daniele Dall’Oste
BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
Hotdogbr: dopo Porto Sant’Elpidio ancora una volta un branco di pecore in azione, a parte Pozzovivo che diventa giorno dopo giorno sempre più pericoloso anche perchè le tappe più difficili per lui erano le crono e le due in linea in Danimarca, ma se nelle Marche ciò si poteva giustificare con la lontananza delle salite dal traguardo qui no, il fatto che Basso abbia messo a tirare all’inizio della salita Szmyd ma senza fargli fare forcing è chiaro segnale che non ne aveva ma gli altri avrebbero dovuto attaccarlo a cominciare da Scarponi che invece sembrava pedalare con grande facilità, tra gli altri Hesjedal ha avuto una leggera battuta d’arresto ma lo vedo ancora protagonista sulle grandi montagne mentre per Cunego si conferma l’idea che fosse al top della condizione all’Amstel e ora è in calo
Gibosimoni: Mi viene da ripensare al discorso Zoncolan.. Purtroppo nel ciclismo moderno su questo tipo di salite specialmente all’inizio del Giro vedremo sempre arrivare un gruppo di pecore di 20/25 unità senza frazionamenti, se non con un attaccante che per un motivo o per un altro che non sia la classifica (nella fattispecie l’arrivo “di casa” oggi) che prova a partire e viene lasciato andare indisturbato perché tutti hanno paura di rispondere, tranne le seconde linee. Purtroppo abbiamo bisogno di una salita da pendenze mostruose a Giro, se vogliamo vedere una vera impresa di un uomo solo al comando e vedere i big arrivare frazionati, c’è molto livellamento fra i corridori. Solo nell’ultima settimana anche salite meno ardue possono fare la differenza con tappe però molto vallonate alle spalle. Opinione personale
Jack.ciclista: condivido
Hotdogbr: più che altro metterei una crono individuale nella prima parte del Giro, non mettendola ed essendoci solo i 30 km di Milano gli scalatori sono disincentivati ad attaccare, nel 1998 non c’era la crono a inizio Giro ma tra Trieste e Mendrisio c’erano 70 km contro il tempo ed è anche per quello che Pantani attaccava non solo a Lago Laceno ma addirittura al Capo Berta, va detto anche che non c’è un corridore che a cronometro fa la differenza come lo era Zuelle allora
Scattista: e di Uran non parla nessuno? Non è anche lui in gioco per un buon posto nella generale? D’accordissimo con HOTDOG. una crono mediamente impegnativa nella prima metà del giro ci starebbe proprio bene
Hotdogbr: Uran? Vedremo, visti i precedenti sulle montagne vere dovrebbe perdere minuti su minuti, potrebbe fare meglio Henao in casa Sky
Scattista: si giocano la maglia bianca in casa Sky!
con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)
POST.GIRODITALIA.IT: i punti salienti della tappa a venire
a cura di Matteo Novarini
DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Fighter (Christina Aguilera)
a cura di DJ Jorgens
METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa San Giorgio del Sannio – Frosinone
San Giorgio del Sannio: pioggia moderata (0,7 mm), 11°C (percepiti 6°C), venti moderati da NNE (16-27 Km/h), umidità al 91%
Dragoni (Km 56,5): pioggia debole (0,2 mm), 13,9°C (percepiti 12°C), venti deboli da NNE (10-20 Km/h), umidità al 82%
Cassino (Km 109,6): alternanza di piogge deboli (0,2 mm) e schiarite, 16°C, venti deboli da NW (5-12 Km/h), umidità al 66%
Frosinone: nuvole sparse, 16°C (percepiti 14,5°C), venti deboli da N (10-19 Km/h), umidità al 52%
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa
Bartoletti: “Oggi il Giro supera la sua prima terza parte” (il suo primo terzo)
Belli, salutando il bielorusso Kuchynski: “Ciao Alexei” (si chiama Aliaksandr)
Bartoletti: “Nasha Stefanenko” (Natasha)
Bartoletti: “Kroizeg” (Kreuziger)
Sgarbozza (alla lavagna): “Kruziger”
Bartoletti: “Gli appassionati di qualche anno ricordavano Fantini” (di qualche anno “fa”)
Bartoletti, commentando il titolo di un quotidiano (”Scarponi rischia il collasso per vincere”): “Ne valeva la pena” (meglio se non ti fai beccare in giro da Scarponi)
Bartoletti: “Ne sa una più del davolo”
Sgarbozza: “Pozzovivo arriva sulle strade di casa” (è lucano, l’arrivo era in Campania)
Sgarbozza: “Iesedel” (Hesjedal)
Pancani: “Macerone, la prima volta fu affrontato nel 1946″ (manca un pezzo: nel 1946 come GPM, perchè in realtà ci si era passati sin dalla prima edizione del 1909)
Cassani: “Van Winder” (Van Winden)
Savoldelli: “Qualche nuvola allieva un po’ la loro corsa”
Cassani: “Una venticinquina di chilometri” (recidivo, l’ha detto una frega di volta negli scorsi anni)
Martinello, ricordando la tappa di Lago Laceno del 1998: “Arrivai secondo il giorno prima a Fiano Romano, la tappa arrivava lì” (infatti, arrivarono a Frascati)
Savoldelli: “Navardaukskas”
Martinelli: “Grassie” (bicchiere di troppo con “Sgarbossa”)
Pancani: “Tappa che credevamo di vivere solo nella parte conclusiva” (credevi di passare la prima parte della domenica pomeriggio spaparanzato sulle rive del Laceno?)
Cassani: “Uno come Coppolillo” (Pozzovivo, Coppolillo non corre più da oltre un decennio)
Pancani: “Scarponi ha il dorsale n°2″ (in qualità di vincitore uscente gareggia con il numero 1)
Pancani: “Disegno altimetrico della tappa del finale” (del finale di tappa)
Pancani: “Tappe di cronometro”
De Stefano: “E’ riuscito a tenerlo Ryder Hesjedal” (tenerla… l’oggetto era la maglia rosa)
Basso: “Siamo solo alla prima domenica” (e domenica scorsa? ah… pensavi di essere al Giro di Danimarca?)
Savoldelli: “Enciasti” (Intxausti si pronuncia Inciausti)
Domanda al Processo diretta a Savoldelli: “Ho avuto l’impressione, vedendola in TV, che stessero preparando l’azione per Kreuziger” (i Liquigas si erano messi in scia alla motocronaca?)
Lelli: “Curva molto pericolosa, che il gruppo arriverà lanciatissimo”
De Stefano, parlando della figlia di Cavendish: “la piccola Peta” (quella è la moglie)
The Daily Telegraph (quotidiano inglese): “Tirilongo”.
IL GIRO DEL PRIMO STELVIO
Ecco come il quotidiano l’Unità presentò ai propri lettori le gesta dei partecipanti al Giro del 1953, prima edizione della corsa rosa a presentare l’ascesa allo Stelvio (quest’anno meta dell’ultima tappa di montagna) e ultima conquistata da Fausto Coppi. Altimetrie, planimetrie e tabelle di marcia dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessi selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)
20 maggio 1953 – Giorno di riposo a Pisa
SOLO FORNARA SI PUO’ INSERIRE NEL GRANDE DUELLO COPPI-KOBLET?
Oggi riprendere il Giro: da Pisa a Modena
I troppi “galli” nel pollaio della Legnano – Favorevole a Coppi la giostra di Modena
21 maggio 1953 – 10a tappa Pisa-Modena
NICCHIANO GLI ASSI SULL’ABETONE. MAGNI VINCE IN VOLATA A MODENA
Tappa movimentata dai giovani e soluzione finale allo sprint
La “Welter” ritira la bicicletta a Clerici perchè ha aiutato Koblet – La crisi di Louison Bobet
ARCHIVIO ALMANACCO
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo
1a tappa Herning (raduno di partenza)
4a tappa Verona (cronosquadre)
6a tappa Urbino – Porto Sant’Elpidio
7a tappa Recanati – Rocca di Cambio
13-05-2012
maggio 13, 2012 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
L’italiano Domenico Pozzovivo (Colnago – CSF Inox) si è imposto nell’ottava tappa, Sulmona – Lago Laceno, percorrendo 229 Km in 6h06′05″, alla media di 37,532 Km/h. Ha preceduto di 23″ e 27″ gli spagnoli Intxausti Elorriaga e Rodriguez Oliver. Il canadese Ryder Hesjedal (Garmin – Barracuda) ha conservato la maglia rosa, con 9″ su Rodriguez Oliver e 15″ sull’italiano Paolo Tiralongo (Astana Pro Team).
AMGEN TOUR OF CALIFORNIA
Lo slovacco Peter Sagan (Liquigas – Cannondale) si è imposto nella prima tappa, Santa Rosa – Santa Rosa, percorrendo 186,5 Km in 4h42′35″, alla media di 39,599 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Haussler e lo statunitense Rodriguez. Miglior italiano Daniel Oss (Liquigas-Cannondale), 28°. Sagan è il primo leader della classifica, con 4″ su Haussler e sullo statunitense Louder. Miglior italiano Oss. 31° a 10″.
TOUR DE PICARDIE
Il tedesco John Degenkolb (Team Argos-Shimano) si è imposto nella terza ed ultima tappa, Fressenneville – Maignelay-Montigny, percorrendo 171 Km in 4h05′01″, alla media di 41,874 Km/h. Ha preceduto allo sprint il neozelandese Henderson e l’olandese Van Hummel. Unico italiano Marcello Pavarin (Vacansoleil-DCM), 93° a 31″. In classifica, si impone Degenkolb con 10″ su Van Hummel e 15″ sul colombiano Duque. Pavarin 66° a 55″.
RHÔNE-ALPES ISÈRE TOUR
Il francese Angelo Tulik (Team Europcar) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, circuito di Charvieu-Chavagneux, percorrendo 154,4 Km in 3h40′00″, alla media di 42,109 Km/h. Ha preceduto allo sprint il russo Rudaskov e il francese Berthou. In classifica si impone il francese Paul Poux (Saur – Sojasun) con 24″ su Rudaskov e 35″ sul francese Hardy.
JELAJAH MALAYSIA (Malesia)
Il giapponese Shinichi Fukushima (Terengganu Cycling Team) si è imposto anche nella sesta ed ultima tappa, Ipoh – Dataran Merdeka, percorrendo 199,5 Km in 4h24′31″, alla media di 45,252 Km/h. Ha preceduto di 3″ i malaysiani Salleh e Saleh. In classifica si impone l’uzbeko Yusuf Abrekov (Uzbekistan Suren Team) con 18″ sull’australiano Crawford e 23″ sul giapponese Nakajima.
HEYDAR ALIYEV ANNIVERSARY TOUR (Azerbaigian)
Il kazako Nurbolat Kulimbetov (Continental Team Astana) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, circuito di Baku, percorrendo 123 Km in 2h57′16″, alla media di 41,632 Km/h. Ha preceduto di 6″ il russo Tatarinov e l’ivoriano Cisse. In classifica si impone l’algerino Youcef Reguigui (Groupement Sportif Petrolier Algerie) con 45″ sul russo Yatsevich e 50″ sul kazako Kozhatayev.
INTERNATIONAL AZERBAIJAN TOUR (Iran)
Il ceco Alois Kankovsky (ASC Dukla Praha) si è imposto anche nella terza tappa, Tabriz – Miyaneh, percorrendo 155 Km in 4h03′02″, alla media di 38,266 Km/h. Ha preceduto allo sprint il turco Tanrıverdi e l’iraniano Nateghi. Il ceco Milan Kadlec (ASC Dukla Praha) ha conservato la maglia di leader, con 1″ sullo spagnolo Ramírez Abeja e 6″ sull’iraniano Saeidi Tanha.
ROGALAND GP
Lo spagnolo Antonio Piedra Pérez (Caja Rural) si è imposto nella corsa norvegese, Sandnes – Stavanger, percorrendo 197 Km in 4h36′26″, alla media di 42,750 Km/h. Ha preceduto di 35″ l’australiano Clarke e il belga Vanmarcke. Due italiani in gara: Massimo Graziato (Lampre) è 6° a 48″, Daniele Colli (Team Type 1 – Sanofi) 7° a 48″.
VUELTA A GUATEMALA
Il messicano Héctor Hugo Rangel Zimarron si è imposto nella prima tappa, circuito dell’Anillo Periférico di Città del Guatemala, percorrendo 140 Km in 3h09′49″, alla media di 44,253 Km/h. Ha preceduto allo sprint il guatemalteco Padilla e l’uruguayano Aguilar Figueiras.
POZZOVIVO, UN PREMIO AL CORAGGIO
Lo scalatore lucano è l’unico a provarci sulla salita di Colle Molella, staccando tutti ed imponendosi in solitaria sul traguardo di Lago Laceno. 2° posto per Benat Intxausti, lanciatosi tardivamente al suo inseguimento e giunto a 23’’. Regna invece l’immobilismo tra i big, giunti compatti a 27’’ dal vincitore, regolati da Joaquim Rodriguez. Sempre in rosa Ryder Hesjedal, pur in difficoltà nel tratto più duro dell’ascesa finale.
Foto copertina: Domenico Pozzovivo alza le braccia al termine della vittoriosa azione verso Lago Laceno (foto Bettini)
Si chiude con un assolo di Domenico Pozzovivo la tre-giorni appenninica che avrebbe dovuto fornire le prime indicazioni sullo stato di forma dei grandi del Giro, e che ha invece regalato dei vincitori più che degni, ma un sostanziale nulla di fatto per quel che concerne i favoriti. Quella del 29enne lucano, al primo successo in carriera alla Corsa Rosa, è un’altra storia che fa piacere raccontare, come quelle di Rubiano e Tiralongo nei giorni scorsi, ma la speranza – dopo il previsto nulla di fatto di ieri – era quella di vedere qualche movimento anche i tra i favoriti. Nessuno, invece, ha avuto il coraggio di spostarsi dalla scia del trenino Liquigas pilotato per larga parte della salita finale da Sylwester Szmyd, neppure quando Pozzovivo, a 7 km dal traguardo, ha offerto a tutti un ghiottissimo assist per fare la prima mossa.
Solamente Benat Intxausti, alfiere di una Movistar già attiva con Andrey Amador nella fuga della prima ora, in compagnia del polacco Marczynski, dello spagnolo Minguez e del francese Berard, ha provato a rispondere, quando ormai l’impressionante sparata iniziale del ragazzo di Policoro e la simultanea apatia del gruppo avevano fatto schizzare il margine del battistrada intorno al mezzo minuto. Il basco non è mai riuscito a portarsi a meno di 20’’ dal lanciatissimo Domenico, capace di resistere più che onorevolmente anche nei 4 km e mezzo di pianura successivi allo scollinamento, non esattamente terreno favorevole ai suoi 53 kg.
Con il vincitore che già aveva tagliato il traguardo da 27’’ (e Intxausti da 4), i big – o meglio alcuni di essi – si sono scomodati solamente per disputare la volata utile per gli 8’’ di abbuono riservati al 3° classificato, andato ad un Purito Rodriguez dal quale era lecito attendersi un po’ di intraprendenza in più. Un piazzamento che consente comunque all’iberico di portarsi in seconda piazza in generale, a 9’’ da un Ryder Hesjedal più in affanno del previsto, ma incredibilmente graziato dagli avversari. Tiralongo, forse provato dallo sforzo e dai festeggiamenti di ventiquattro ore fa, non ha neppure provato ad attentare al primato del canadese, accontentandosi di continuare a navigare a 15’’ dalla maglia rosa, mentre pare più giustificato l’atteggiamento attendista di Ivan Basso – uscito quasi indenne da una tre-giorni a lui non particolarmente congeniale -, e di Michele Scarponi, costretto a tenere il freno a mano tirato anche dall’affanno mostrato sulle rampe più dure da Damiano Cunego.
Il semplice fatto di essere stato l’unico ad avere gli attributi per rompere la processione che seguiva la locomotiva Szmyd fa di Pozzovivo un vincitore più che meritevole, nonché, avendo dato prova di una gamba non dissimile da quella che gli aveva consentito di dominare il Giro del Trentino, un concorrente alle zone alte della classifica che non tutti consideravano alla vigilia. Certo, il tutto a patto che il lucano riesca a mantenere ancora per un paio di settimane la condizione che lo sostiene dalla fine di aprile, che non incappi nei contrattempi che in passato ne hanno spesso minato le ambizioni, e che non ricada in quel rendimento discontinuo che gli è stato talvolta proprio in passato; tre grossi se, non c’è dubbio, ma il percorso strizza decisamente l’occhio a uomini dotati del coraggio di cui Domenico ha dato prova oggi, e con doti di scalatore purissimo come ormai è raro trovarne.
Dopo l’abbuffata di Appenini di questo week-end, il Giro sarà atteso domani da una frazione sulla carta più riposante, malgrado i saliscendi che caratterizzeranno i chilometri immediatamente precedenti il traguardo di Frosinone possano causare qualche grattacapo alle squadre dei velocisti. Ai big sarà richiesto soltanto di tenere gli occhi aperti, prima che, nel pomeriggio di martedì, le rampe verso il traguardo di Assisi provino a tirar loro fuori a forza quella spavalderia di cui finora non si è vista traccia.
Matteo Novarini