21-05-2012
maggio 22, 2012 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
Oggi riposo
TOUR OF JAPAN
oggi riposo
AN POST RÁS (Irlanda)
L’elvetico Pirmin Lang (Switzerland Atlas Jakroo) si è imposto nella seconda tappa, Kilkenny – Gort, percorrendo 158 Km in 3h33’47″, alla media di 44,344 Km/h. Ha preceduto allo sprint i britannici Appleby e Moss. Lang è il nuovo leader della classifica, con lo stesso tempo di Appleby e Moss.
LIMONE SUL GARDA – FALZES. IL PARADISO ALL’IMPROVVISO
Una giornata di tranquillità “paradisiaca” può essere definita una delle ultime tappe facili del Giro, tracciata com’è tra due autentici “eden” della nostra nazione, Limone sul Garda e Falzes. Il percorso quasi totalmente pianeggiante, la presenza di un dente acuminato nel finale che tarperà le ali ai velocisti e la prospettiva dei futuri tapponi, ne faranno una sorta di prosecuzione del giorno di riposo vissuto il giorno prima, con ottime chances d’andare all’arrivo per gli attaccanti di giornata. Ma quella salita a ridosso dell’arrivo potrebbe anche improvvisare sorprese inattese… e, allora, per chi si troverà a pagar dazio, altro che paradiso!!!
Può apparire come un improvviso paradiso Limone sul Garda, per il suo sorgere come un’oasi nella rocciosa costa bresciana del Lago di Garda, per il clima mite che consente la coltivazione degli ulivi e dei gialli agrumi che gli attribuiscono il nome, per aver dato i natali a un santo (Daniele Comboni, il missionario in terra d’Africa fondatore dei comboniani) e anche per la presenza nel sangue dei suoi abitanti dell’Apo A-1 Milano, una proteina modificata che previene da infarti e ictus e che costituisce una sorta di “elisir di lunga vita”.
Anche l’altoatesino paesino di Falzes è una sorta di eden naturale, collocato com’è nel cuore del più soleggiato altopiano della Val Pusteria, e pure la tappa che collegherà questi due centri costituirà una sorta di “polmone” che darà a tutti la possibilità di rifiatare ulteriormente, dopo la giornata di riposo vissuta proprio sulle rive del Garda nelle ventiquattrore precedenti. Domani si riapriranno le danze in salita con il tappone dolomitico e, anche in previsione delle future e più immani fatiche dei giorni a venire (un’Alpe di Pampeago in parte inedita e più dura del solito, l’accoppiata Mortirolo-Stelvio e poi la crono conclusiva di Milano), giusto proporre ora una frazione digeribile e priva di grandi pretese, classica giornata di trasferimento. Non per velocisti, però, perché il quotidiano tributo alla salita avverrà oggi nei chilometri conclusivi, caratterizzati da una rampa breve ma secca che si concluderà a circa 2 Km dall’arrivo e che, fatte le debite proporzioni (l’ascesa francese è più ripida e di poche centinaia di metri più lunga, ma come questa è seguita da un tratto in piano), ricorderà l’epilogo delle tappe del Tour terminate a Mende. Estromessi gli sprinter, i naturali favoriti al successo saranno i finisseur, sempre che non vada in porto un tentativo di fuga, eventualità da non escludere anche perché sicuramente oggi il gruppo lascerà fare, mancando la voglia di sprecare energie inutili e il lavoro di ricucitura normalmente svolto dalle formazioni dei velocisti. Addirittura, il vantaggio degli attaccanti potrebbe assumere anche minutaggi particolarmente consistenti, se a muoversi saranno quei corridori pesantemente ricacciati indietro in classifica dalle prime montagne alpine e che, dunque, non faranno paura a nessuno. I “big”, invece, non si scalderanno più di tanto, almeno fino alle fasi finali, perché quella salitella potrebbe far registrare qualche sorpresa inattesa e, se qualcuno perderà le ruote del gruppo, difficilmente riuscirà a recuperarle, perdendo un piccolo gruzzoletto di secondi che, però, potrebbe voler dire l’uscita dalla top ten della classifica finale o, ancor peggio, un posto giù dal podio finale, mentre la maglia rosa non dovrebbe essere in pericolo poiché si prevede che sarà decisa a suon di minuti.
La sedicesima giornata di Giro sboccerà dunque in uno degli angoli più incantevoli della Lombardia ma, a parte i primissimi chilometri di gara, si snoderà quasi interamente sulle strade del Trentino-Alto Adige, percorrendo inizialmente quella che, spettacolarmente tagliata nella roccia, condurrà il gruppo a Riva del Garda, località turistica situata al vertice nord-occidentale del lago, posizione un tempo strategica come ci rammenta la presenza di un castello cinto dalle acque, innalzato nel XII secolo, potenziato dagli Scaligeri e infine declassato a caserma negli anni dell’impero austro-ungarico.
Lasciate le acque del Benaco, il tracciato raggiungerà Arco, centro di villeggiatura scoperto nell’ottocento dalla nobiltà della Mitteleuropa, richiamata dal gradevole clima della zona e dalle locali terme e per la quale fu aperto un casinò, trasformato in location per manifestazioni e congressi dopo la chiusura della sala da gioco che, si racconta, fu visitata anche dalla celebre principessa Sissi.
Nel tratto successivo si respirerà l’aria del Bondone, ma solo quella. Il mitico monte, indissolubilmente rimasto legato alla storia del Giro per la tremenda tappa che vi si concluse l’8 giugno del 1956, sarà aggirato da ovest verso est, inizialmente risalendo con pendenze lievissime la valle del Sarca, che in questo tratto offre lo spettacolo delle Marocche di Dro, accumulo di detriti calcarei originatosi durante le glaciazioni. Si cambierà poi direzione e, dopo un interludio pianeggiante tracciato tra gli incantevoli laghi di Santa Massenza e di Toblino (con un raro esempio di castello lacustre), la salita riprenderà vigore, pur rimanendo facilissima, procedendo in direzione di Trento e scollinando il piccolo ma importante Passo di Cadine, spartiacque tra la valle di due dei più importanti fiumi della regione, l’Adige e quel Sarca che, una volta uscito dal bacino gardesano, prenderà il nome di Mincio. Aspetto diametralmente opposto ha la successiva discesa che, tozza e ripida, si infila nella dirupata gola detta “Buco di Vela” precipitando letteralmente sul capoluogo regionale, famoso nella storia per aver ospitato la maggior parte delle sessioni del concilio che, tra il 1545 e il 1563, riformò la chiesa cattolica e che si tennero inizialmente nella cattedrale di San Vigilio, per poi “traslocare” nella chiesa di Santa Maria Maggiore, recentemente riaperta al culto dopo lavori di restauro durante cinque anni e che hanno portato al rinvenimento d’importanti reperti archeologici, essendo stata costruita sul luogo dove si trovava il foro di “Tridentum”, probabilmente trasformando in chiesa un tempio pagano.
Attraversata Trento si riguadagnerà la pianura che, miscelata a sparuti tratti in lievissimo falsopiano, sarà protagonista dei successivi 100 Km, quelli che traghetteranno il gruppo dal Trentino all’Alto Adige. La prima parte si snoderà nella Valle dell’Adige, in un contesto ambientale che non avrà ancora del tutto assunto caratteristiche montane, con le pendici “a distanza” a far da quinta assieme ai vigneti della zona, conosciuti tra gli appassionati di enologia per vitigni come il Traminer aromatico e il Teroldego, il cui toponimo significherebbe, “Oro del Tirolo” . Sull’altro lato dell’Adige, parallela alla statale del Brennero (l’asse stradale sul quale sfileranno i “girini”) scorre, infatti, la “Südtiroler Weinstraße” (strada del Vino in Alto Adige), uno dei più antichi itinerari enologici d’Italia, concepito negli anni ’60 attraversando per circa 70 Km un’area che comprende l’84% dei vigneti esistenti nella provincia di Bolzano e che consente di abbinare le gioie del palato a quelle della vista, ammirandone i panorami che offre, il lago di Caldaro, i resti dei due castelli della stessa Caldaro (nella quale ha sede anche un museo dedicato al vino) e la spettacolare gola Rastenbachklamm.
Al capolinea settentrionale di questo itinerario si trova la città di Bolzano, che non è soltanto il capoluogo e il centro principale del “Sud Tirolo”, ma anche un’interessante città d’arte, in particolar modo per il Duomo gotico e le chiese dei Domenicani e di Nostra Signora, situata quest’ultima nel quartiere di Gries e nella quale è conservata una preziosa pala di Michael Pacher, uno dei più importanti maestri del ‘400 austriaco, nativo proprio di Falzes, la meta di questa frazione. Il gruppo non avrà la possibilità di godersi queste “mirabilia” anche perché non entrerà in centro ma, tagliando in galleria il Colle del Virgolo (spettacolare balcone panoramico che permette di abbracciare, con un’incantevole vista, la sottostante città), “salterà” Bolzano portandosi direttamente nella Valle dell’Isarco, nel frattempo cambiando completamente prospettiva. La strada comincerà lentamente a prender quota, il fondovalle si farà nettamente più stretto e montano mentre la presenza umana si farà più diradata e bisognerà lasciar scorrere una buona fetta di strada sotto le ruote prima di incontrare, tolte piccole frazioni, il primo centro importante della valle, Chiusa. È uno dei sette centri altoatesini che può fregiarsi del titolo di “città”, grazie alla sua storia che ne ha fatto per duecento anni, tra il IX e l’XI secolo, un’importante sede vescovile, prima del trasferimento di questa nella vicina Bressanone. Iscritta nel club dei “borghi più belli d’Italia”, offre al turista l’importante monastero di Sabiona, fondato nel ‘600 nel luogo dove si trovava l’antico Palazzo Vescovile, distrutto da un incendio, e considerato la “culla spirituale” del Tirolo.
La citata Bressanone sarà la successiva meta dei “girini” che anche stavolta e come al solito non avranno il tempo di ammirare – anche perché siamo alle porte dei momenti più impegnativi di questa frazione – i monumenti più prestigiosi dell’antica “Pressena” (toponimo al quale si è arrivato all’attuale passando per il teutonico “Brixen”) come il romanico Duomo dell’Assunta e il vicino battistero. Il richiamo artistico più interessante si trova, però, nel vicino centro di Varna ed è rappresentato dalla storica abbazia di Novacella, fondata 870 anni fa dal beato Hartmann e conosciuta non soltanto ai cultori dell’arte o a chi cerca un’oasi di pace. Oggi costituisce, infatti, una meta irrinunciabile per gli estimatori del buon vino, poiché i monaci agostiniani che vi abitano non sono dediti solo all’”ora” ma anche al “labora”, producendo e commercializzando in loco vini bianchi tra i migliori dell’Alto Adige (in particolare il Sylvaner).
Quando mancherà qualcosa meno di 30 Km all’arrivo, proprio accanto al complesso monastico inizierà il primo dei due tratti di salita che caratterizzeranno il finale. Lungo circa duemila metri e inclinato al 6,8% permetterà di vincere il salto che separa il fondovalle dell’Isarco dalla Val Pusteria, nella quale il gruppo entrerà passando dalla “Chiusa di Rio Pusteria”, stretta gola fortificata fin dal XII secolo e più volte attaccata dai nemici. Gli ultimi furono i soldati di Napoleone che nel 1809, durante la Guerra della quinta coalizione, la ridussero all’attuale cumolo di rovine, recentemente restaurate in vista di un’apertura al pubblico.
Tornati sul piano, alternando questo a modesti “mangia e bevi” ci si porterà quindi nel centro di Chienes, dal quale si tornerà ad alzarsi con decisione per portarsi sulla soprastante Valle del Sole, l’incantevole altopiano sul quale si adagiano Falzes e le sue frazioni. Tra queste c’è la piccola Issengo, presso la quale si trovano un piccolo laghetto e il castello di Schöneck, nel quale nacque il famoso menestrello Oswald von Wolkenstein, che non fu solo letterato ma anche un diplomatico al soldo dell’imperatore Sigismondo del Lussemburgo. Proprio alle porte di Issengo si concluderà la breve salita, lunga 2 Km e 250 metri e inclinata all’8,6% medio, con un picco del 12% e, nell’attraversamento di Chienes, brevi segmenti di strada pavimentati in porfido. Lasciatisi alle spalle questo tratto, per andare al traguardo bisognerà “trangugiare” un’eguale porzione di strada in quota, da percorrere a tutta e con il cuore in gola, con la speranza per chi sarà davanti che i danni provocati dalla salita non siano sanabili.
Il paradiso non è così bello come lo si dipinge.
I VALICHI DELLA TAPPA
Sella del Gaidos (495m). Vi transita la SS 45 bis “Gardesana Occidentale”, tra Vezzano e Vigolo Baselga.
Passo di Cadine (494m). Spartiacque tra i bacini dell’Adige e del Sarca, vi transita la SS 45 bis, tra l’omonima località ed il bivio per il versante classico del Bondone (Trento – Sardagna).
Mauro Facoltosi
FOTOGALLERY
Foto copertina: l’altopiano di Falzes (panoramio)

Limone sul Garda (www.sunhotels.it)

Riva del Garda, la rocca (www.lagodigarda.com)

Arco, l'ex casinò (www.kwabc.org)

Le Marocche di Dro (www.valledeilaghi.it)

Castel Toblino (tripadvisor.com)

Trento, chiesa di Santa Maria Maggiore (www.consorzioars.it)

Caldaro, gola Rastenbachklamm (www.kalterersee.com)

Bolzano vista dal Virgolo in una vecchia cartolina (www.comune.bolzano.it)

Chiusa, monastero di Sabiona (trivago.com)

Abbazia di Novacella (www.weekendemozione.it)

Chiusa di Rio Pusteria (www.suedtirolerland.it)
CALIFORNIA, SAGAN CHIUDE IN BELLEZZA
Nella passerella finale vince ancora Sagan, alle sue spalle Boonen e Ciolek chiudono il podio dell’ultima tappa. In generale vittoria per Gesink e podio per Zabriskie e Danielson, il tutto nella gara che decreta la fine della carriera per McEwen.
Foto copertina: la 5a affermazione di Sagan sulle strade della California (foto Jon Devich)
Settanta chilometri fino a Los Angeles, passerella finale di un divertente Amgen Tour of California: fin dai primi chilometri ci prova un gruppetto dal destino segnato: Sutherland, Haas, Maynes, Schmitt, Zwianski, Stuyven, Damusseau pedalano in testa alla corsa col gruppo alle spalle che controlla con attenzione il loro vantaggio in attesa di riprenderli e lanciarsi in volata.
Sull’arrivo il team Omega Pharma riesce a lanciare molto bene il suo uomo di punta, Boonen, in una volata dall’esito meno scontato delle precedenti. Alla fine la vittoria va ugualmente allo slovacco Sagan che conclude una micidiale cinquina, unita al secondo posto dietro al fuggitivo di due giorni fa, ma finalmente si è vista una volata dall’esito più incerto fino agli ultimi metri. Molto bene anche Ciolek che dopo aver tirato la volata al compagno di squadra Boonen, ha continuato per la sua strada chiudendo terzo.
Come ovvio che fosse in generale nessun cambiamento di rilievo: Gesink si aggiudica l’Amgen Tour of California con 46” su Zabriskie 54” su Danielson. Bene anche Van Garderen e Duarte, tutti gli altri oltre i 2′.
Tutto questo nella tappa che sancisce la fine della carriera di McEwen che da oggi diventerà membro dello staff della Orica GreenEdge.
Andrea Mastrangelo
ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI PIAN DEI RESINELLI
maggio 21, 2012 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Come negli ultimi anni, dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; i punti salienti della tappa a venire; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1953. Seguiteci.
Foto copertina: il canoista Antonio Rossi, testimonial della tappa dei Piani Resinelli (http://www.ilpuntostampa.info)
GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO
Italia
“Rambo”, impresa da pelle d’oca. Rodriguez rosa, Basso 3° (Gazzetta dello Sport)
15/a tappa, impresa di Rabottini (Corriere dello Sport – Stadio)
Canada
Rodriguez reclaims overall lead from Hesjedal at Giro d’Italia (The Globe and Mail)
Lituania
T. Vaitkus „Giro d’Italia“ lenktynėse užėmė 132, R. Navardauskas – 139 vietą(Lietuvos Rytas)
Danimarca
Førertrøjen skiftede i Italien – F. Schleck har forladt Giroen (Jyllands-Posten)
FFränks danske farveller-røgsky (Sporten.dk)
Giroen eksploderer i herligt drama på barsk bjergetape (Politiken)
Regno Unito
Rabottini’s gutsy breakaway pays off (The Daily Telegraph)
Cycling: Rodriguez returns to pink jersey as Rabottini wins (The Independent)
Francia
Rodriguez : «J’ai saisi ma chance» – Champagne pour Rodriguez (L’Equipe)
Spagna
Purito es el jefe de nuevo (AS)
La ‘maglia’ vuelve con ‘Purito’(Marca)
Recital de ‘Purito’ para recuperar la ‘maglia’ rosa (El Mundo Deportivo)
Costa Rica
Andrey sigue fuerte en el Giro (La Nación)
Colombia
Sergio Luis Henao, cuarto en etapa 15 del Giro (El Espectador)
Sergio Luis Henao terminó de cuarto en la etapa 15 del Giro de Italia (El Tiempo)
Belgio
Rabottini remporte la 15e étape(Le Soir)
Roze Rodriguez gunt Rabottini de ritzege in de Giro (De Standaard)
Rabottini gagne, Rodriguez reprend le maillot rose – Augustin ressent une secousse du séisme qui a frappé l’Italie (L’Avenir)
Victoire de l’Italien Matteo Rabottini(La Dernière Heure/Les Sports)
Matteo Rabottini vainqueur au terme d’un superbe solo, Rodriguez reprend le rose – Fin du calvaire pour Frank Schleck(Sudinfo.be)
Roze Rodriguez gunt Rabottini de ritzege in de Giro (Het Nieuwsblad)
Lussemburgo
Bruyneel enttäuscht über Schlecks Ausstieg – Italiener Rabottini gewinnt 15. Giro-Etappe (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)
“Aufgegeben, das Team im Stich gelassen” (Tageblatt)
Paesi Bassi
Rabottini wint na pechetappe (De Telegraaf)
USA
Rabottini Wins Stage; Rodriguez Leads Giro (The New York Times)
Rabottini wins Stage 15, Rodriguez takes Giro d’Italia lead (Usa Today)
Australia
Rabottini wins stage, Rodriguez leads Giro The Age
BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
Gnaldi: Bergamaschi all’attacco. Ma credo i big riescano a recuperare una
volta in Valsassina. Certo che è molto bello vedere il giro passare per le strade percorse tante volte…
Salitepuntocià: Sleck si è ritirato per la spalla dolorante, non per condizione in ritardo,di gambe stava bene, lo ha detto lui, peccato, non sapremo mai se avrebbe vinto il Giro o no, per me era il favorito … Comunque il Giro ha dalla sua il Maltempo, che rende piu dure e epiche le gare. Ha dalla meno una organizzazione ridicola… aperto il pc ora, ho voluto vedere la cronaca della gara NESSUN ACCENNO SU CUNEGO , eppure è in fuga… ma la Gazza sta veramente scendend di qualità
Gnaldi: Cunego sempre più solo, in squadra e nel gruppo. Generoso ma dovrebbe
studiare meglio le tappe (mi ricordo che diceva lui le tappe non le
visionava mai). Rodriguez poteva vincere ma giustamente ha lasciato la vittoria a
Rabottini (fuga grandiosa: si è gestito benissimo). Basso sempre più un enigma: senza scatti purtroppo non si vincono più né tappe né grandi giri. Scarponi: boh! Non mi è mai piaciuto troppo, ma sembra stia migliorando come condizioni. Peccato per Pinotti. A questo punto il favorito è sempre più Rodriguez: davvero in palla.
Howling Wolf14: hai ragione al cento per cento Salitepuntocià. Solo che forse dimentichi che il declino della Gasport è iniziato a metà anni 70. E non ci sarà mai più la possibilità di invertire la tendenza. La stampa sportiva, d’altronde, ha raggiunto livelli infimi: non è che Tuttosport e Corsport/Stadio siano meglio della rosea. Non c’è da stare allegri. E infatti ormai lo sportivo più evoluto sta imparando a tenersi lontano dai quotidiani sportivi.
Cunego ha fatto l’unica cosa che poteva fare. Ci ha provato. Se avesse aspettato l’inizio dei Resinelli lo avrebbero staccato. E’ il destino del piazzato. Continuo a domandarmi, come feci oltre un mese fa, quali siano le ragioni che hanno indotto la Lampre a portarlo al Giro. Rabottini è stato ammirevole, stoico. E’ stato fortunato (la sua fuga ha preso vantaggio nella totale indifferenza dei grandi), è stato sfortunato (scivolone in Valsassina), è stato premiato dal gesto di Purito. Non sono convinto che la teoria di Basso sia giusta. Il varesino potrebbe vincere per sfinimento degli altri. Un giorno Cunego, un giorno Pozzovivo, un giorno Tiralongo. Oggi Hesjedal ha dato qualche segnale non proprio positivo. Schleck s’è ritirato. Kreuzigen non è che un piazzato. Lo stesso vale per Gadret, Inxausti & Co. Poi magari verrà il turno della giornata negativa di Scarponi e di Rodriguez e Basso si troverà in maglia rosa. Quando ci saranno i tapponi più duri non occorrerà scattare, basterà una progressione con 5 pedalate in più e chi è alla canna del gas si staccherà senza colpo ferire. Non sono convinto che Rodriguez sia il favorito numero uno. Il suo limite verrà fuori quando ci saranno 2-3 tapponi consecutivi. Spero di sbagliarmi, ma se non al secondo tappone, al terzo cederà. Non ha il fondo di Basso. L’offensiva di Pinotti è stata velleitaria. Non era una tappa per lui. Non si può decidere di attaccare solo perché si corre sulle strade di casa, bisogna guardar bene i profili altimetrici e decidere con più saggezza il giorno in cui è opportuno sparare le proprie cartucce. Dieci e lode per l’impegno, ma quattro per l’acume tattico.
Patagonia63: Il buon Ivan ha messo alla frusta la squadra fino ai 2-3 km dall’arrivo per poi cedere sotto uno scattino di Rodriguez. Egli dice che è ancora ottimista, ma intanto perde 20 secondi qua, 10 là e 15 un’altra parte…mha. Vedremo se ora che arrivano le salite HC avrà la gamba giusta per staccare gli avversari. Un bravo a Cunego, almeno un pò di coraggio lui l’ha avuto, gli altri aspettano sempre gli umtimi due km per fare qualcosa (Contador docet). Super Rabottini: impresa epica in una giornata da molto tardo autunnale.
Howling Wolf14: Vedremo. Basso e Rodriguez hanno due tattiche diverse. Io resto del parere che Purito non è il grado di vincere il Giro, ma magari mi sbaglio. Se Basso la pensa come me, lascia andare lo spagnolo, con gli corre dietro, sa che poi salterà. Al momento attuale gli unici da cui deve guardarsi sono Hesjedal (che corre un po’ come lui, ma che pare leggermente inferiore) e Scarponi (che almeno fino ad ora risulta indecifrabile). Gli altri, da Kreuziger a Pozzovivo, da Tiralongo a Inxausti e a Gadret sono solo dei piazzati. Basso comunque non ha le caratteristiche per rispondere a Rodriguez. Finché se lo troverà tra i piedi a un chilometro dalla fine dovrà rassegnarsi ai suoi scatti. Nei tapponi più duri dovrò farlo fuori prima, ma magari non occorrerà forzare, Purito salterà da solo. E’ una mia ipotesi, non una teoria inconfutabile. Cunego è ammirevole, anche se non è quel che qualcuno aveva cercato di farci credere all’epoca in cui vinse il Giro. Un buon piazzato, dal 5° al 10° posto, come fece lo scorso anno al Tour. Un corridore generoso, coraggioso, encomiabile. Non un campione. Tanto di cappello, comunque. Gli altri fanno bene ad aspettare gli ultimi chilometri. Le offensive alla Cunego o alla Pinotti le può fare solo chi non è interessato alla classifica. Solo per tentare di vincere una tappa o, almeno, di mettersi un po’ in mostra.
Profpivo: intanto applausi a Rabottini, grandissima impresa la sua, bravissimo a gestirsi pedalando sempre agile e salvando la gamba fino all’ultima salita.
Secondo me ottima la strategia Lampre, purtroppo però Cunego non ne ha, l’ha dimostrato sia ieri che oggi staccandosi da gente come Txurruka e Pirazzi che in salita non sono certo dei fenomeni. Ma trovo giusto usarlo così, tenerlo con Scarponi fino all’ultima salita sarebbe inutile perché perderebbe contatto subito.
Personalmente il mio favorito è Scarponi, lo vedo in crescita e a cronometro se sta bene vale più del Basso attuale. Basso sta facendo la sua corsa di fondo, dovrebbe emergere negli ultimi due tapponi anche se personalmente lo vedo molto meno brillante che non nel 2010, e senza pendenze estreme farà fatica a fare selezione. E poi l’arrivo in discesa a Cortina, se dovesse piovere, rischia di soffrirlo parecchio.
Rodriguez è il più forte e ha già un discreto vantaggio, però storicamente ha sempre una giornata storta in cui si becca minimo 5 minuti. E quello di oggi era un terreno adatto a lui molto più di Manghen-Pampeago e Stelvio. Kreuziger ha limiti evidenti, se arriva nei 5 è già bravo. Francamente mi sembra anche inferiore a Tiralongo. L’Astana dovrebbe provare a far partire uno dei due da lontano per far saltare il banco, non ha senso che corrano appaiati. Occhio però che questo Giro può farlo saltare un’azione alla Cunego di oggi ma fatta da qualcuno con più gamba (Inxausti, De Gendt, Henao etc…). Con la classifica così corta lo spazio c’è.
Hotdogbr: -autentica impresa quella di Rabottini che si merita il trofeo Bonacossa, è chiaro che Rodriguez l’ha lasciato vincere ma è stato un gesto nobile come quello di Jalabert con Dietz alla Vuelta 2005 e non la schifezza di un anno fa di Contador con Tiralongo, schifezza perchè allora Contador ha fatto di tutto per far perdere gli altri oltre che far vincere Tiralongo
-Rodriguez si ritrova oltre che con un Losada tornato in palla che si aggiunge a Moreno con 25” in più di vantaggio e sono tanti se si pensa che nei 25” successivi sono arrivati 9 corridori, il suo compito ora è facilitato visto che nelle prossime tappe di montagna gli basterà difendersi e all’occorrenza scattare nell’ultimo km cosa che sa fare benissimo
-non credevo che Uran cedesse già oggi mentre Henao non sappiamo dove può arrivare e sembra il Rujano del 2005, e a questo proposito esce definitivamente di scena il venezuelano che è la grande delusione di questo Giro
-Scarponi sta bene e oggi ne aveva leggermente più di Basso però se vuole vincere il Giro deve staccare anche il varesino oltre a Rodriguez ed Hesjedal, mentre Cunego stavolta ha fatto quello che doveva, chiaramente non ha la condizione del Tour perchè altrimenti avrebbe vinto a mani basse, è anche vero che se avesse avuto la condizione del Tour non sarebbe stato lasciato andare e può recriminare per il tanto tempo buttato via nei km immediatamente precedenti alla salita finale dove non c’era accordo nel suo gruppetto
-Basso magari vincerà il Giro ma resta irritante per come quando accelera non riesce a staccare nessuno tanto più nel momento in cui riesce invece a tenere la ruota degli altri in questo caso Scarponi ed Henao
-nel giorno in cui anche Pirazzi si mette in evidenza una delle vittime eccellenti è Pozzovivo che aveva superato tutte le insidie fin qui ed è caduto su una crisi di fame e freddo, se avesse ancora la condizione di Lago Laceno potrebbe ancora puntare al podio ma è molto più dura
-Kreuziger benino e può entrare nella top 5 visto che comunque non crollerà sulle Dolomiti ma nulla più mentre è arrivata la prima battuta d’arresto per Tiralongo, il ceco può contare comunque su una grande squadra ma non gli basterà
-Gadret va benino ma continuando di questo passo non vincerà tappe e arriverà ben lontano dal podio, farebbe bene ad attaccare da lontano visto il distacco che ha in classifica
-Hesjedal ha perso 14” ma ci possono stare e può far valere doti di fondo superiori a quelle di molti avversari diretti nei prossimi giorni
Nisky: Il giro dei mediocri oggi ha perso Franky!Era l unico nome di grido peccato,anche se mi immaginavo sta fine irritante!bene Rodriguez male gli altri, in quanto se perdi terrene bene non è andata!tutti parlano di Basso diesel dell ultima settimana e forse sarà così!certo che vederlo in azione è di una deprimenza;non entusiasma neanche i sassi!Basso è così?forse si, ma in un tempo non lontano basso era ben altra cosa!lui si che era un nome luccicante per il giro!Passo Duran,Crono Torino,Colle di Tenda,Monte Bondone,Aprica ecc,non mi sembravano poi azioni così da diesel!Scattava e spaccava le gambe!Altro che pruriti,Hejsedhal,Scarponi e Kreuzinger vari!Basso le menava a Ullrich e Armstrong al tour!questo è un altro corridore!uno che neanche i sassi non guardano!
Jack.ciclista: Vuoi per l’età, vuoi per la preparazione, è evidente che adesso non ha più la brillantezza di qualche anno fa. Secondo me sta correndo cercando di limitare i danni e di spendere il meno possibile, in maniera da (cercare di) fare la differenza nell’ultima settimana. Da vedere se ci riuscirà.
Ricordo che nel 2006 i suoi avversari erano Gutierrez e Cunego, e Savoldelli e Simoni a fine carriera ! Insomma non il massimo.
Nel 2010 ha battuto avversari più prestigiosi (tra tutti Evans e Vinokurov) limitandosi a controllare come oggi, con il solo acuto sullo Zoncolan. Quindi ad oggi la sua tattica ha pagato.
Vedo23 (sul commento di Howling Wolf14 su Pinotti): Non sono assolutamente d’accordo! Marco aveva provato la tappa almeno due volte nelle ultime settimane prima del Giro d’Italia e, ovviamente, conosceva benissimo il profilo di tutte le salite. Il suo attacco è stato perfetto tatticamente: non ha speso energie per portar via la fuga in pianura ed è scattato, senza spendere troppo, su Valcava, una salita dove conta moltissimo conoscere esattamente dove sono i tratti durissimi e dove i recuperi. Quando ha recuperato il gruppetto è stato tranquillo, iniziando ad impostare un ritmo regolare e spingendo in discesa, dove sapeva di poter guadagnare molto sul gruppo maglia rosa. Così è stato infatti. Ha forato l’anteriore ed è scivolato in una curva; ha perso un sacco di tempo per colpa dell’assenza dell’ammiraglia alle spalle dei fuggitivi (ma non è colpa di nessuno questo) e, soprattutto, perchè l’auto dell’assistenza tecnica NON s’è fermata (Baldato era infuriato, hanno protestato; quelli della Vittoria han detto che gli è stato detto di non fermarsi… assurdo!). Il povero Pinotti è dovuto stare fermo un sacco di tempo, finché l’ammiraglia della AG2R gli ha dato una ruota. Pinotti ha fatto un numero a rientrare sui fuggitivi (ad un certo punto aveva 1:20m di distacco), in un tratto per niente facile. Ha detto di non essere così riuscito ad alimentarsi e poi ha pagato dazio. Non avesse avuto quel problema, sarebbe certo rimasto con i primi del gruppetto dato che in salita (specie su quel tipo di salite) era il migliore assieme a Cunego. Tra l’altro quando verso la Forcella di Bura ha ripreso gli attaccanti s’è dovuto fermare nuovamente per rimettere una ruota giusta per la sua bici.
Insomma, mi sembra ingeneroso criticare Pinotti dopo quello che ha fatto ieri!
Vedo23 (sull’affermazione di Nisky “Basso le menava a Ullrich e Armstrong al tour”): che Tour de France hai visto scusa?!? A Jan forse in salita, ma nemmeno troppo, mentre al texano direi proprio di no, dato che – a memoria mia – non l’ha mai staccato, anzi.
Vedo23 (sulle dichiarazioni di Profpivo sulla Lampre): Ma scusa un po’: hai visto la tappa?
Cunego ha lavorato praticamente sempre, anche quando c’era ancora Ulissi tra i fuggitivi, tirando molto anche nelle discese. Gli altri, salvo i Vacansoleil, Pinotti e ogni tanto i Movistar, sono stati sempre a ruota, il che è un gran vantaggio, specie nei numerosi tratti di falsopiano o veloci che c’erano!
Pirazzi mi ha fatto imbestialire ieri: se era così brillante da tentare due volte l’attacco sulla salita finale poteva collaborare anche prima, così avrebbe vinto la tappa! E poi con che faccia tosta scattare così… Non ha nemmeno senso dire che non poteva lavorare perchè dietro c’era Pozzovivo nel gruppo maglia rosa, dato che non è Pozzovivo la maglia rosa nè il favorito di questo Giro e c’erano grandissime occasioni di arrivare. A maggior ragione a posteriori, vedendo come sono andati gli altri CSF, dico che sono stati dei polli!
PS: come si vede, ci sono state un po’ di cose nella tappa di ieri che mi hanno contrariato!
Vedo23: Ah, ultima cosa: Rodriguez non ha lasciato vincere Rabottini!!!
Come si vede benissimo dalle immagini, lo spagnolo s’è fatto infilare all’ultima curva secca a destra, venendo sorpreso. Se anche avesse avuto in testa l’idea di lasciar vincere Matteo (dubito: non si aspettava di certo che questo reagisse e gli tenesse la ruota!), non ne ha avuto l’occasione perchè l’altro l’ha fagianato alla grande.
Tra l’altro anche Rodriguez era cotto, dato che ha fatto un’azione molto violenta nel finale.
Profpivo: Su Cunego mi riferivo più a Cervinia che a ieri, chiaro che ieri ha lavorato e si è sacrificato molto. Ma Sul col de joux si è visto quanta fatica ha fatto a rientrare su Rujano per poi mollarlo quasi subito, segno che la condizione è ben lontana da quella del Tour dell’anno scorso dove in salita in pratica non si staccava da nessuno, qui al Giro in salita non tiene le ruote dei primi 10. Fa bene quindi la Lampre ad usarlo in questo modo, con Niemec che rimane al fianco di Scarponi.
con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)
POST.GIRODITALIA.IT: i punti salienti della tappa a venire
a cura di Matteo Novarini
DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Dedicata all’incertezza che grava sul Giro
La maglia rosa (Totò)
Dedicata al maltempo che ha bersagliato la tappa
Piove (Jovanotti)
a cura di DJ Jorgens
METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Limone sul Garda – Falzes
Limone sul Garda: alternanza di pioggia debole (0,5 mm) e schiarite, 17,1°C, venti deboli da SW (2-4 Km/h), umidità al 78%
Trento (Km 47,4): alternanza di pioggia debole (0,4 mm) e schiarite, 17,9°C, venti deboli da SSW (4 Km/h), umidità al 74%
Bolzano (Km 102,1): alternanza di pioggia debole (0,3 mm) e schiarite, 18,1°C, venti deboli da SW (4 Km/h), umidità al 66%
Bressanone (traguardo volante – Km 144,2): alternanza di pioggia debole (0,1 mm) e schiarite, 20,6°C, assenza di vento, umidità al 50%
Falzes: nuvole sparse con qualche goccia di pioggia, 16°C, venti deboli da NE (3-10 Km/h), umidità al 48%
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa
Sgarbozza: “Lichigas”
Bartoletti: “Gigi, esci da quel corpo”
Sgarbozza: “Arrivo sul Cervinia”
Magni: “Un Giro così da pochi anni non si vedeva” (molti)
Bruno Arena (Fichi d’India): “Si affronteranno la zona più lontana”
Colnago: “Rodriguez” (pronunciato come si scrive)
Belli, invitando le miss a baciare Bruno Arena, presentato come vincitore: “Baciate il vincitore, è già maglia rosa” (infatti, Arena indossava una maglietta azzurra)
Bartoletti: “Ex carabinieri in congedo” (richiamati al lavoro dopo la pensione?)
Scarponi al raduno di partenza: “Veniamo da due tappe di seguito senza riposo” (l’ultimo giorno di riposo l’avete fatto due settimane fa)
Bartoletti, leggendo un titolo Gazzetta: “Astana in crini” (crisi)
Bartoletti: “Un minuto e 20 secondi di classifica”
Bartoletti, leggendo un titolo de “La Provincia di Varese”: “Hesjedal torna in rosa” (”in” non era scritto nel titolo)
Visconti, alla partenza: “Ieri abbiamo fatto 60 Km in un’ora e poco più” (decisamente meno, prima ora a 50,8 Km/h)
Bartoletti, presentando il curatore delle rubriche di “Si Gira”: “Pietro Sellecchia” (Sollecchia)
De Stefano: “Buona sera a Silvio Martinello” (erano le due del pomeriggio)
De Stefano: “Giro a Resinelli”
Conti, commentando l’arrivo ai Piani nel 1962: “Si arriva il terzo”
De Stefano: “Costamagna” (Costamasnaga)
De Stefano: “Twitter di poco fa di Mark Cavendish” (corre con il pc sulla bici?)
Cribiori: “La discesa è molto bravo”
Faustino Coppi: “La foto che più si ricordano tutti”
De Stefano: “I corridori hanno affrontato Valcava, Berbenno, Bura, Culmine San Pietro e Piani” (mancavano ancora più di due ore alla conclusione)
Savoldelli: “In discesa andava veramente forti”
Savoldelli: “L’Ulissi”
Pancani: “Bustarsizio”
Pancani: “Scorre il microfono” (cronometro)
Pancani: “Damian… Ivan Basso”
Savoldelli: “Luco Scinto”
Pancani: “Piani di Resinelli”
Savoldelli: “Damiano Cunego… Cunigo”
Martinelli, commentando i postumi della caduta di Rabottini: “Spingendo, lo spingevano contro quella parte che era la più dolorosa”
De Stefano: “Antonio Conti” (Rossi)
Savoldelli: “Ad un certo gruppo” (punto)
Basso: “Colle San Pietro” (Culmine)
Sangiorgio, presentando la tappa di Falzes: “Ci si immette di nuovo sulla provinciale verso Falzes” (ci si giunge una volta sola)
De Stefano, a Moreno Moser (in diretta da Falzes): “Hai tempo per venire da noi domani a Falzes?” (consiglio d’amico: stattene a casa domani…. se ci va non trovi nessuno perchè sono tutti a Limone; la tappa di Falzes è DOPODOMANI)
Chiudiamo la nostra rassegna con una battuta di Bruno Arena pronunciata a “Si Gira” a proposito di Andrea Guardini, arrivato ultimo nella tappa di Cervinia. Non è uno strafalcione, ma vale la pena di segnalarla
“Guardini sta lontano dai primi… così non ingrassa”
IL GIRO DEL PRIMO STELVIO
Ecco come il quotidiano l’Unità presentò ai propri lettori le gesta dei partecipanti al Giro del 1953, prima edizione della corsa rosa a presentare l’ascesa allo Stelvio (quest’anno meta dell’ultima tappa di montagna) e ultima conquistata da Fausto Coppi. Altimetrie, planimetrie e tabelle di marcia dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessi selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)
RIVOLUZIONERA’ LA CLASSIFICA LA LUNGA CORSA CHE DA S.PELLEGRINO PORTA A RIVA DEL GARDA?
Dopo il secondo riposo il Giro d’Italia affronta oggi le prime montagne
Dietro la facciata: intrighi, pastette e ingerenze della D.C. che vuole ad ogni costo la vittoria di un italiano – Koblet, che si dà già battuto, aiuterà Fornara contro Coppi? – La sfida di Magni
ARCHIVIO ALMANACCO
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo
1a tappa Herning (raduno di partenza)
4a tappa Verona (cronosquadre)
6a tappa Urbino – Porto Sant’Elpidio
7a tappa Recanati – Rocca di Cambio
8a tappa Sulmona – Lago Laceno
9a tappa San Giorgio del Sannio – Frosinone
10a tappa Civitavecchia – Assisi
11a tappa Assisi – Montecatini Terme
12a tappa Seravezza – Sestri Levante
20-05-2012
maggio 21, 2012 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
L’italiano Matteo Rabottini (Farnese Vini – Selle Italia) si è imposto nella quindicesima tappa, Busto Arsizio – Lecco/Pian dei Resinelli, percorrendo 169 Km in 5h15′30″, alla media di 32,139 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Joaquim Rodriguez Oliver (Katusha Team) e di 23″ lo spagnolo Losada Alguacil. Rodriguez Oliver ha riconquistato la maglia rosa, con 30″ sul canadese Hesjedal e 1′22″ sull’italiano Ivan Basso (Liquigas-Cannondale).
AMGEN TOUR OF CALIFORNIA
Lo slovacco Peter Sagan (Liquigas-Cannondale) si è imposto nell’ottava ed ultima tappa, Beverly Hills – Los Angeles, percorrendo 72 Km in 1h27′36″, alla media di 49,315 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Boonen e il tedesco Ciolek. Miglior italiano Daniel Oss (Liquigas-Cannondale), 8°. In classifica si impone l’olandese Robert Gesink (Rabobank Cycling Team), con 46″ e 54″ sugli statunitensi Zabriskie e Danielson. Miglior italiano Vincenzo Nibali (Liquigas-Cannondale), 32° a 16′02″.
VUELTA A GUATEMALA
Il guatemalteco Manuel Rodas Ochoa si è imposto nell’ottava ed ultima tappa, Retalhuleu – Quetzaltenango, percorrendo 90 Km in 2h49′36″, alla media di 31,839 Km/h. Ha preceduto di 2′32″ il brasiliano Moi Bueno e di 2′37″ il messicano López González. In classifica si impone il colombiano Wilson Ramiro Rincón Diaz (EPM – UNE) con 1′26″ sul connazionale Piamonte Rodríguez e 3′00″ sul costaricano Villalobos.
CIRCUIT DE LORRAINE PROFESSIONEL (Francia)
Il francese Steven Tronet (Auber 93) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Thionville – Hayange, percorrendo 158,5 Km in 3h33′15″, alla media di 44,595 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Pichon e l’italiano Marco Marcato (Vacansoleil-DCM Pro Cycling Team). In classifica si impone il francese Nacer Bouhanni (FDJ-Big Mat) con 12″ su Tronet e 14″ su Marcato.
GLAVA TOUR OF NORWAY
Il britannico Russel Downing (Endura Racing) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Gjøvik – Hønefoss, percorrendo 165 Km in 4h06′36″, alla media di 40,145 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Clarke e il belga Van Der Sande. Miglior italiano Daniele Colli (Team Type 1 – Sanofi). In classifica si impone il norvegese Edvald Boasson Hagen (Sky Procycling), con 8″ su Clarke e 22″ sul norvegese Nordhaug. Miglior italiano Marco Marzano (Lampre – ISD), 7° a 30″.
FLÈCHE DU SUD (Lussemburgo)
Il danese Patrick Clausen (Glud & Marstrand – LRØ) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Belvaux – Esch sur Alzette, percorrendo 181,6 Km in 4h14′41″, alla media di 42,782 Km/h. Ha preceduto allo sprint il sudafricano Janse Van Rensburg e il tedesco Thömel. In classifica si impone il lussemburghese Bob Jungels (Leopard Trek Continental Team) con 16″ sul tedesco Kern e 57″ sullo sloveno Golcer.
INTERNATIONAL TOUR OF HELLAS (Grecia)
L’italiano Enrico Rossi (Meridiana Kamen Team) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Corinto – Atene, percorrendo 104 Km in 2h14′41″, alla media di 46,331 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Sobrino Martinez e il greco Kastrantas. In classifica si impone Lo sloveno Robert Vrecer ha conservato la testa della classifica con 3″ sull’italiano Davide Rebellin (Meridiana Kamen Team) e 56″ sul greco Tamouridis.
RONDE DE L’ISARD (Francia)
Il belga Niels Vandyck (Jong Vlaanderen) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, Auterive – St.-Girons, percorrendo 182,5 Km in 5h05′08″, alla media di 35,886 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Pierre-Henri Lecuisinier e di 1′33″ il russo Chernetskiy. In classifica si impone Lecuisinier con 10″ su Chernetskiy e 23″ su Vandyck.
TOUR DE BERLIN
Il francese Bryan Coquard si è imposto nella quinta ed ultima tappa, circuito di Berlino, percorrendo 184 Km in 4h06′, alla media di 44,878 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Wippert e il tedesco Nikias Arndt (LKT Team Brandenburg), che si impone in classifica con 36″ sul connazionale Droste e 1′12″ sull’olandese Poutsma.
TOUR OF JAPAN
L’australiano William Clarke (Champion System Pro Cycling Team) si è imposto nel prologo, circuito di Sakai, percorrendo 2,6 Km in 3h19′, alla media di 47,035 Km/h. Ha preceduto di 1″ il connazionale Wurf e di 2″ il cinese Cheung. Due italiani in gara: Fortunato Baliani (Team Nippo) 10° a 9″ e Marino Palandri (Amore & Vita) 40° a 15″.
SPARKASSEN NEUSEENCLASSICIS
Il tedesco André Schulze (Team NetApp) si è imposto nella corsa tedesca, circuito di Zwenkau, percorrendo 184,8 Km in 4h10′31″, alla media di 44,260 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Sébastien Chavanel e il tedesco Förster.
AN POST RÁS (Irlanda)
Il polacco Marcin Bialoblocki (Node4 Giordana Racing) si è imposto nella prima tappa, Dunboyne – Kilkenny, percorrendo 147,2 Km in3 h09’04″, alla media di 46,713 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Nielsen e di 2″ il francese Baldo, distanziati di 4″ e 8″ nella prima classifica generale.
IMMENSO RABOTTINI, RODRIGUEZ SIGNORE IN ROSA
Impresa dell’abruzzese della Farnese, che a Pian dei Resinelli si impone al termine di una lunghissima fuga solitaria. Con lui al traguardo Joaquim Rodriguez, capace di distanziare nel finale gli altri uomini di classifica. Ancora tanto marcamento tra i favoriti, ad eccezione di un coraggiosissimo Cunego, che è però crollato sull’ultima salita. In pesante ritardo Domenico Pozzovivo.
Foto copertina: Matteo Rabottini anticipa Joaquim Rodriguez a Pian dei Resinelli (foto Bettini)
È di Matteo Rabottini il più bel gesto atletico dei primi quindici giorni di Giro d’Italia. Evaso dopo una quindicina di chilometri in compagnia di Guillaume Bonnafond, l’abruzzese ha deciso di fare a meno della compagnia del transalpino già sull’ascesa di Valcava, quando all’arrivo mancavano una novantina di chilometri, per poi affrontare in solitaria le salite di Berbenno, Forcella di Bura, Culmine San Pietro e Pian dei Resinelli. Il tutto partendo da un margine di soli 6’ nei confronti del gruppo dei migliori, selezionatosi quasi naturalmente sulle impervie rampe dell’ex totem del Lombardia, e apparentemente più incline alla battaglia rispetto alla tranquilla processione di ieri.
Apparenza in realtà smentita dal seguito, malgrado una fantasiosa ma intelligente iniziativa Lampre avesse gettato le basi per ben altri scenari. All’inizio della tecnica discesa di Valcava, infatti, la formazione di Beppe Saronni ha spedito in avanscoperta, nella scia di Gustav Larsson, il capitano in seconda Damiano Cunego, che ha approfittato della fin eccessiva prudenza con cui gli uomini Liquigas hanno affrontato la picchiata per costruire in breve un margine di quasi 3’, ricongiungendosi nel mentre con il compagno Diego Ulissi, facente parte di un drappello di contrattaccanti composto anche da Pinotti, Bruseghin, Amador, Carrara, Txurruka, Pirazzi, Losada e Sella.
Mentre, in testa, Rabottini conservava a lungo quasi intatti i 5’ di margine sugli immediati inseguitori, il gruppo prolungava la siesta per il successivo tratto di fondovalle, scivolando a quasi 10’ dal leader. Solo allora Liquigas e Garmin hanno trovato l’accordo necessario a condurre un inseguimento degno di tale nome, andando progressivamente a limare il distacco dal veronese, che salendo verso Culmine San Pietro – e ancor di più nella successiva discesa – provava a forzare i tempi e a sbarazzarsi di qualche compagno d’avventura di scarso aiuto, trascinandosi dietro i soli Losada, Txurruka, Amador e Pirazzi.
Il vincitore del Giro 2004 ha imboccato l’ascesa finale con 2’20’’ di distacco da Rabottini, i cui sogni di gloria avevano rischiato di spegnersi pochi chilometri prima, in un tornante a sinistra che aveva visto la sagoma gialla del pescarese finire in terra, fortunatamente senza conseguenze. Il gruppo, scrematosi nell’ultima e più tecnica discesa di giornata sotto i colpi della Astana, intenzionata a mettere in difficoltà un Ivan Basso difesosi invece con non eccessivo affanno, pagava poco più di 3’ e mezzo, promettendo di risucchiare tutti gli attaccanti in caso di azioni decise.
A dispetto delle premesse, però, i big hanno preferito accodarsi per larga parte della scalata alla locomotiva Sylwester Szmyd, il cui ritmo sostenuto ma regolare ha mietuto ben poche vittime. Solamente Domenico Pozzovivo, a sorpresa, ha alzato bandiera bianca prima della girandola di scatti avviata da Michele Scarponi, che con la sua progressione è andato a raggiungere e superare un Cunego in netta difficoltà sull’ultima erta, staccato anche da scalatori più che buoni come Pirazzi, Losada e Txurruka, che un pretendente alla maglia rosa dovrebbe però distanziare senza particolari patemi. Nella scia del marchigiano sono rimasti Rodriguez, Basso e Henao, ma è stato lo spagnolo a piazzare il primo ed unico allungo davvero incisivo, ad un paio di chilometri dal traguardo.
Ricordando ancora una volta a tutti di possedere il miglior cambio di passo del lotto, e facendo sorgere qualche dubbio sulla scelta degli avversari di portarselo regolarmente al traino fino alle battute finali senza provare a fiaccarlo prima, Purito si è sbarazzato in poche pedalate dei rivali, passando di slancio i fuggitivi rimasti, fino ad agguantare Rabottini ai 400 metri finali. Attingendo a riserve di energia del tutto impensabili, Rambo è però riuscito a tenere la scia di JRo, che sul rettilineo finale non ha probabilmente fatto tutto quanto in suo potere per respingere il tentativo di controsorpasso dell’italiano, complice l’assenza di abbuoni che rendeva indolore la rinuncia alla prima piazza.
Mentre l’eroe di giornata riceveva i primi meritatissimi abbracci, Purito, cronometro alla mano, misurava i danni prodotti dalla sua stilettata: 25’’ rifilati allo stupefacente Henao, a Scarponi e a Basso, 29’’ a Kreuziger e Gadret, 39’’ a un Hesjedal che si dimostra comunque cliente decisamente ostico, 54’’ a Tiralongo, rientrato nel ruolo di spalla di Kreuziger, addirittura 2’05’’ ad un Pozzovivo che tornerà verosimilmente a vestire i panni di mina vagante.
Rodriguez e Hesjedal continuano dunque a palleggiarsi il primato, con l’iberico che torna ora in vetta con 30’’ sul canadese. Basso sale in terza posizione, staccato di 1’22’’, mentre Tiralongo, Kreuziger, Scarponi, Intxausti e Henao restano ancora sotto i 2’. Sparito di classifica – letteralmente – Frank Schleck, che dopo una trentina di chilometri ha concluso con il ritiro un Giro disputato di malcelata malavoglia. L’impressione è che la minaccia spagnola si stia facendo sempre più concreta, specie se si pensa che, teoricamente, le condizioni climatiche fredde e piovose di oggi avrebbero dovuto penalizzare il neo-leader. Basso, Scarponi e tutti gli altri dovranno approcciare con piglio diverso la terza settimana, che rischia però di cominciare per loro già in salita, e non soltanto letteralmente: martedì, dopo il riposo di domani, il Giro farà infatti tappa a Falzes, dove si giungerà al termine di uno strappo di 2500 metri che si concluderà a meno di 2 km dal traguardo. Un finale sulla carta fatto su misura per Purito, che potrebbe non disdegnare l’idea di rimpinguare il suo vantaggio prima della resa dei conti dolomitica.
Matteo Novarini
GEORGES RUGGISCE AL BIG BEAR LAKE, A GESINK IL TAPPONE
Nella due-giorni di alta montagna, i big lasciano spazio alla fuga di Sylvain Georges nella frazione di Big Bear Lake, prima di darsi battaglia nel tappone del Mount Baldy. Dopo essersi facilmente difeso sulle prime vere salite, David Zabriskie è costretto a cedere la testa della classifica a Robert Gesink, che sulle rampe più dure del Giro di California si prende tappa e maglia gialla. Sul podio sale anche Tom Danielson.
Foto copertina: Robert Gesink alza le braccia all’arrivo del Mt. Baldy (foto Jonathan Devich/epicimages.us)
Sono bastate una salita e un’azione di poco più di 5 km a Robert Gesink per prendersi di forza la vetta della classifica del Giro di California, che ben difficilmente cederà oggi nella giornata conclusiva. L’olandese, al ritorno al top dopo la frattura del femore dello scorso ottobre, ha rotto gli indugi a metà dell’ascesa del Mount Baldy, quando il gruppo della maglia gialla aveva ormai quasi neutralizzato il coraggioso tentativo di Chris Horner, evaso in compagnia di tre compagni di squadra sulla prima delle quattro scalate in programma (tre GPM) per rimediare ai 2’50’’ lasciati per strada nella cronometro di Bakersfield. Il capoclassifica Zabriskie non ha nemmeno provato ad opporsi alla progressione dell’ex delfino di Menchov, che ha trovato una resistenza degna di nota soltanto da parte di Tom Danielson, arresosi dopo circa un chilometro. Subito fuori gioco gli altri top 10, tra cui un Van Garderen che ha inizialmente provato a tener duro, salvo poi saltare per aria e lasciare 1’22’’.
Nell’ultima parte di scalata, dopo l’impressionante progressione con cui aveva sparpagliato gli avversari, Gesink ha perso fluidità e brillantezza, rifilando agli avversari distacchi più contenuti di quanto non si potesse immaginare a 3 km dal traguardo. Poco male, giacché il calo nel finale non ha impedito al lungagnone di Varsseveld di acciuffare all’ultimo chilometro Darwin Atapuma, il colombiano che poche settimane fa si era segnalato imponendosi sotto la neve del Pordoi al Giro del Trentino, che ha accompagnato per un centinaio di chilometri l’attacco della disperazione di Horner, distanziando il campione uscente sull’ascesa conclusiva. Per nulla impietosito dalla lunga fuga del sudamericano (che, ad onor del vero, all’azione aveva contribuito meno del giusto), Gesink si è anche andato a prendere il successo parziale, con uno sprint dominato che ha rischiato di cestinare disegnando all’ultima curva una traiettoria improbabile, che ha ricordato quella di Pantani sull’Alpe d’Huez diciassette anni fa.
Fabio Duarte, rimasto nelle retrovie al momento della sgasata di Gesink, è risalito fino a cogliere il terzo posto di giornata, a 14’’ dalla coppia di testa. Il giovanissimo Joseph Dombrowski, classe 1992, ha chiuso 4’’ più tardi in quarta piazza, mentre Danielson, giungendo a 26’’ dal vincitore, si è garantito un posto sul podio in classifica generale, a 54’’ da Gesink e ad appena 8’’ da Zabriskie, difesosi tutto sommato dignitosamente, dopo essere parso ad un certo punto prossimo al tracollo.
Il grande spettacolo offerto dalla tappa regina ha ripagato gli appassionati della non esaltante frazione precedente, da Palmdale a Big Bear Lake. Le ascese in programma venerdì non erano certo proibitive, ma in pochi si attendevano di trovare 40 corridori compatti all’arrivo, per di più regolati da Peter Sagan. Lo slovacco ha così sfiorato, su un tracciato sulla carta tutt’altro che adatto alle sue caratteristiche, il quinto successo in questo Giro di California, vedendoselo negato solamente da Sylvain Georges, francese di Beaumont in fuga dal mattino, capace di conservare 28’’ sul rientrante gruppo dei migliori. Gesink, dimostratosi senza dubbio l’uomo più forte in montagna, aveva evidentemente ritenuto di essere sufficientemente superiore alla concorrenza da poter attendere il Mount Baldy per recuperare i 39’’ che lo separavano dalla testa dopo la strepitosa difesa della cronometro. Stando a quanto abbiamo visto stanotte, è difficile dargli torto.
Matteo Novarini
BUSTO ARSIZIO – PIANI DEI RESINELLI. IL GIORNO DEI DILEMMI “DECURTISIANI”
Cambia la musica al Giro d’Italia. Il giorno prima si sono incontrate per la prima volta le ascese alpine ma solo da oggi si comincerà a fare i conti con le pendenze che contano e le note che suoneranno per qualcuno potrebbero essere dolenti. La Valcava, la durissima salita che riuscì a mettere in croce uno scalatore del calibro di Fignon e che il mondo del ciclismo professionistico ha riscoperto pochi mesi or sono al Lombardia, ora debutterà al Giro e sicuramente farà danni, a dispetto di un tracciato che solo apparentemente la penalizza, “sbattendola” nel percorso a quasi 90 Km dalla meta. Ma il finale non perdonerà e, dopo il tremendo colle lecchese, proporrà salite a gogò, con alternanza di facili e difficili, senza tratti intermedi per rifiatare e con l’arrivo in salita che affosserà per molti le rosee speranze.
Una voce poco fa nel telefono squillò
ma chi ha vinto non si sa
Come mai? Io non lo so
Di chi è la maglia rosa? Di chi è, di chi è, di chi è???
La maglia rosa, la maglia rosa è quella cosa che mai non riposa,
chi la conquista doman la può perdere e chi la perde può ritrovarla con facilità
Ma di chi sarà, ma di chi sarà, di chi sarà, di chi sarà, di chi sarà?
La maglia rosa, la maglia rosa è quella cosa che mai non riposa,
svolazza un po’ di qua, svolazza un po’ di là
Oggi è di Gino, domani Coppi se la mette sul pancino,
dopodomani pure Cottur potrà tenerla tra le mani
Ora basta, lo devi dire
Io lo so, io lo so, ma però non lo diròL
Lui lo sa, lui lo sa, ma però non lo dirà
Di tutti quanti glieli voglio far, la maglia rosa a tutti voglio dar,
una a te, una a te, una a Magni che fa tre,
questa a te, questa a te, ce n’è una anche per Bobet
Voi siete i primi al traguardo del valor…
io sono il primo al traguardo dell’amor…
Una a te, una a te, una a Magni che fa tre,
questa a te, questa a te, c’è ne una anche per Bobet
Voi siete i primi al traguardo del valor…
io sono il primo al traguardo dell’amor…
Di chi sarà la maglia rosa? Il dilemma cantato dal “principe della risata” e messo in musica dal famoso compositore Nino Rota per il film “Totò al Giro d’Italia” potrebbe calzare a pennello con il clima che si respirerà al raduno di partenza di Busto Arsizio, capolinea della prima tappa veramente difficile della corsa rosa. Per davvero a sera potremmo ritrovarci con una maglia rosa differente da quella che, il mattino, avevamo applaudito nel momento di lasciare la cittadina del varesotto, diretti a quei Piani dei Resinelli che, tra l’altro, realmente videro transitare in sella Totò, quando vi girò, così come nella sottostante Lecco, la spassosa pellicola che lo vide recitare gomito a gomito con i grandi calibri dell’epoca, proprio quelli citati nella canzone e che sarà cantata (doppiato) dallo stesso attore nella scena finale, alla vigilia della frazione conclusiva quando, dopo l’uscita di gara del barbuto professor Casamandrei, la classifica era ancora incertissima.
Se le salite di ieri potrebbero anche non aver causato molte vittime, ben altro ci si attenderà dall’odierna Valcava, durissima ascesa lombarda sconosciuta “fisicamente” a buona parte del gruppo poiché riscoperta dal grande ciclismo solo lo scorso ottobre al Giro di Lombardia, dopo un oblio trentennale. Se ne sentì parlare per la prima volta nel 1986, sempre alla “classica delle foglie morte” e nel tracciato rimase fino al 1990, quando si decise di sbarazzarsene perché considerata esageratamente dura (se la sarebbe ricordata per benino un grimpeur di razza come Fignon, messo in croce dalle sue inclinazioni) per una corsa di fine stagione, un po’ come successo 30 anni prima con il muro di Sormano. La riscoperta delle grandi pendenze avviata da Castellano e proseguita con Zomegnan ha, però, contagiato anche questa corsa che, dodici mesi fa, si è riappropriata di questo colle, proponendolo nell’edizione vinta dall’elvetico Zaugg come sorta di “prova generale” della “prima” assoluta al Giro d’Italia. In entrambi i casi, il colle campeggia sull’altimetria a parecchi chilometri dall’arrivo ma non è un rovescio della medaglia…. è un doppio rovescio della medaglia!! Se è vero, infatti, che dalla cima mancheranno 85 Km al traguardo e, dunque, ci sarebbe tutto il tempo di recuperare, è anche vero che, a mancare, sarà la strada per poterlo fare. Dalla Valcava in poi il percorso sarà su un autentico pettine e, anche se i denti di Berbenno e Bura possono apparir spuntati, non ci sarà respiro tra una salita e l’altra e chi dovesse patire le pene dell’inferno sulla Valcava potrà farsi lassù il segno della croce e recitare il “De Profundis” per tutte le aspirazioni di maglia rosa. Dopo le due ascese citate, infatti, ci sarà da far i conti con la Culmine di San Pietro prima e i Piani dei Resinelli, non estremi ma giudici inappellabili, anche perché l’arrivo sarà in salita, per la terza volta in questa edizione.
Come nella tappa del giorno precedente, la marcia d’avvicinamento alle salite sarà sostanzialmente priva di difficoltà, anche se presenterà un’alternanza fra tratti pianeggianti e altri vallonati.
Si partirà dalla “Manchester d’Italia”, centro che non è stato soltanto uno dei principali poli dell’industria tessile della nostra nazione poiché Busto Arsizio è anche un’interessante città d’arte, meritevole di una sosta per ammirarvi il rinascimentale santuario di Santa Maria di Piazza e alcuni interessanti esempi di archeologia industriale (come il Cotonificio Bustese, dal 2007 sede del Museo del Tessile). Subito dopo il via si transiterà da Cassano Magnago, il paese di Ivan Basso, e poi il tracciato confluirà per un breve tratto in quello della Coppa Bernocchi, fermandosi alle porte del classico circuito del Seprio, quello del “Piccolo Stelvio”, che non sarà affrontato in questa tappa. Quest’anello stradale è un vero e proprio diadema nel quale sono incastonate tre perle, la più prestigiosa delle quali è il parco archeologico dell’antica Castrum Sibrium (l’odierna Castelseprio), iscritto nel 2011 nella lista dei Patrimoni dell’Umanità e nel quale si conserva intatto solo il monumento più antico del sito, la chiesa di Santa Maria foris portas. Dall’ala protettrice dell’UNESCO si passa, nel volgere di pochi chilometri, a quella del FAI (Fondo Ambiente Italiano), che negli anni ‘70 ha acquisito e fatto restaurare il vicino monastero fortificato di Torba. Pure poco distante è il centro storico di Castiglione Olona, definito da Gabriele d’Annunzio “isola di Toscana in Lombardia” per la presenza di opere di Masolino da Panicale – qui chiamato dal cardinale Branda Castiglioni, nativo del borgo – e di altre nelle quali si denota l’influsso del Brunelleschi.
I “girini” non avranno la possibilità di apprezzare queste stupende pagine di storia e arte, mentre godranno quelle della natura quando, trasferendosi dalla provincia di Varese a quella di Como, taglieranno nel mezzo il parco regionale che preserva la Pineta di Appiano Gentile e Tradate, polmone verde vasto oltre 48 kmq e creato nel ‘700 come riserva di legname su iniziativa dell’arciduchessa Maria Teresa d’Austria.
La corsa procederà in direzione di Como, fermandosi alle porte della cittadina lariana, proprio ai piedi del Colle del Baradello, sul quale troneggiano i resti dell’omonimo castello, dominati dalla torre nella quale morì prigioniero Napo Torriani, il più importante esponente della casata nobiliare che, prima della sconfitta per opera dei Visconti, dominò gran parte dell’Italia settentrionale tra il XII e il XIV secolo. Bypassando Como, si affronterà qui il momento più impegnativo dei primi 70 Km di gara, la salita localmente conosciuta come “La Madruzza” e che conduce verso Lipomo e Tavernerio in circa 4 Km (media del 3,5% con un picco del 14% nel tratto iniziale).
I venti chilometri successivi si svolgeranno, privi di difficoltà altimetriche, alla base del “triangolo lariano”, incontrando per primo Albese con Cassano, il paese di Fabio Casartelli. Successivamente il tracciato toccherà l’importante centro di Erba e poi i due laghi prealpini di Pusiano e Annone. Prima di giungere a Lecco si sfiorerà anche il centro di Civate, nel cui territorio comunale ricade l’abbazia di San Pietro al Monte, situata sulle pendici del Monte Cornizzolo (per raggiungerla è necessaria circa un’ora di cammino) e considerata come una delle principali testimonianze dell’arte romanica in Lombardia.
Raggiunta la città assegnataria della tappa (dal centro di Lecco è possibile raggiungere il traguardo in poco più di 16 Km), si dovranno percorrere ancora circa 8 Km di strada pianeggiante prima di arrivare ai piedi delle grandi difficoltà di giornata, attraversando i borghi che furono fonte d’ispirazione per Alessandro Manzoni. Si passerà, infatti, per la Pescarenico di Fra Cristoforo e poi per Vercurago, dove si trovano i ruderi del castello nel quale dimorò Francesco Bernardino Visconti, il personaggio che ispirò la figura dell’Innominato.
A Calolziocorte si comincerà a prender quota, ma bisognerà lasciar scorrere sotto le ruote altri 5 Km di strada (pur già contenenti qualche strappo a due cifre di pendenza) per arrivare all’inizio della vera Valcava, che principierà nel centro di Torre de’ Busi e terminerà a 1340 metri di quota, dopo aver affrontato una salita lunga 10 Km e caratterizzata da una pendenza media dell’8,7%. Quest’ultimo dato sale al 10,2% nel tratto più duro, lungo quasi 4 Km e dal quale si “riemergerà” a mezzo chilometro dallo scollinamento, dopo aver toccato un picco massimo del 17%. Svalicati accanto ai tralicci di una tra le più importanti postazioni radio-tv dell’Italia settentrionale i “girini” lasceranno il lecchese per la provincia di Bergamo, sulle cui strade si permarrà per una sessantina di chilometri, sicuramente i più “indigesti” di questa frazione. Terminata la planata sulla Valle Imagna si raggiungerà una delle mete più conosciute tra i cicloturisti locali, la località di Berbenno, nota per i passaggi del Giro di Lombardia (quando l’arrivo era a Bergamo) e della “Felice Gimondi”, una delle poche gran fondo italiane a non aver mai cambiato il proprio percorso. Al Giro si seguirà il versante che, in quest’ultima gara, è percorso in discesa, affrontando 8 Km d’ascesa al 3,9%, prima di scendere sulla Val Brembilla e andare ad attaccare la difficoltà successiva, un pelo più impegnativa. Gli 11 Km al 4,2% della Forcella di Bura, secondo dei quattro GPM previsti dal tracciato, condurranno il gruppo nella Val Taleggio, terra di produzione dell’omonimo e prelibato formaggio, dalla quale si farà ritorno nel lecchese attraverso la seconda “grande” salita di questa giornata, la Culmine di San Pietro. È un nome, questo, che inevitabilmente susciterà qualche brivido in gruppo e non solo tra loro per il ricordo della tremenda caduta di Pedro Horrillo, avvenuta in discesa nel corso della tappa di Bergamo del Giro del 2009 e che, dopo un volo nel burrone di 60 metri, pose fine alla carriera del corridore spagnolo. La salita, che sarà scalata al contrario rispetto a questo precedente, vincerà i 500 metri di dislivello verso il passo in due balze separate da una lunga contropendenza. La prima è più impegnativa nel complesso (3 Km all’8,6%) rispetto alla seconda (4,5 Km al 5%) che, però, debutta con un muro di 150 metri al 15%: entrambe sono caratterizzate dalla sede stradale stretta, in particolar modo nell’attraversamento di Vedeseta, centro tutto piazzette, scale e sottopassaggi, così concepito poiché un tempo costituiva una sorta di baluardo difensivo della valle, situata nel territorio della Serenissima Repubblica di Venezia e posta in comunicazione tramite la Culmine con i territori dell’allora Ducato di Milano.
In discesa ci si porterà quindi a Barzio, la principale località montana della provincia di Lecco (una funivia permette di raggiungere il comprensorio sciistico Piani di Bobbio – Valtorta, il più prossimo a Milano) e quindi sotto al Balisio, altro valico entrato nella storia della “classica delle foglie morte”, della quale è stato presenza fissa sul percorso dagli anni ’60 all’edizione disputata nel 2010. Poco meno di 2000 metri di pedalabile salita e poi, per l’ultima volta quest’oggi, si tornerà a scendere, diretti a Lecco. Non vi si tornerà, però, perché giunti a Ballabio si andrà all’attacco degli ultimi 7800 metri, tutti all’insù al 7,8% per raggiungere l’altopiano dove nell’oramai lontano pomeriggio del 4 giugno 1962 splendé l’astro di Soler e dove stavolta potremmo veder tramontare qualche altra stella in aria di rosa.
“Di chi sarà la maglia rosa? Di chi sarà, di chi sarà, di chi sarà???”
I VALICHI DELLA TAPPA
Forcella di Valcava (1336m). Valicato dalla SP 179 (versante lecchese) e dalla SP 22 (versante bergamasco), mette in comunicazione Torre de’ Busi con Costa Valle Imagna. È noto anche come “Valico di Ca’ Perucchini” e “Valico di Valcava”, toponimo con il quale è segnalato sulle cartine del Giro 2012, che gli attribuiscono una quota di 1340 metri. Mai affrontato alla corsa rosa, è stato inserito sei volte nel tracciato del Giro di Lombardia, dal 1986 al 1990 e nell’edizione disputata nel 2011.
Forcella di Campo Gelmi (559m). Valicata dalla strada che sale da Sant’Omobono Terme a Berbenno, tra la località di Campo Gelmi e Selino Alto.
Forcella di Berbenno (768m). Valicata dalla strada che collega Berbenno con Brembilla, coincide con la località Ca di Mar. Inserita in sei edizioni del Giro di Lombardia (dal 1998 al 2003), nel 1998 è stata affrontata come GPM nel corso della tappa Novara – Selvino del Giro d’Italia del 1988: conquistata dal futuro vincitore della corsa rosa Hampsten, vide transitare primo a Berbenno lo spagnolo Angel Ocaña Perez.
Sella di Colle Moscarino (690m). Valicata dalla strada che collega Berbenno con Brembilla.
Forcella di Bura (884m). Separa il Monte Sornadello dallo Zucco di Pralongono ed è valicata dalla strada provinciale che mette in comunicazione Brembilla con Olda (Taleggio). È stata affrontata due volte al Lombardia (1998 e 1999) e altrettante al Giro d’Italia. Prima scalata nel 1964 in occasione della tappa Brescia – San Pellegrino Terme, vinta da Franco Bitossi dopo lo scollinamento in testa di Roberto Poggiali. Non ci fu GPM, invece, nel 2009 quando il Giro del Centenario affrontò la forcella nel corso della tappa Morbegno – Bergamo, vinta dal bielorusso Siutsou.
Passo Culmine San Pietro (1254m). Valicato dalla SP 25, separa la Cima di Muschiada dallo Zucco della Mersa e mette in comunicazione Vedeseta con Barzio. Sul passo un cartello segnala l’erronea quota di 1300 metri. Il Giro l’ha affrontato una sola volta, nella già citata tappa di Bergamo del Giro 2009: scollinò in testa lo spagnolo Héctor González Baeza.
Colle di Balisio (723m). Valicato dalla SP 62, mette in comunicazione la Valsassina (Barzio) con Ballabio e Lecco. Presenza fissa al Giro di Lombardia dagli anni ’60 al 2010, in tre occasioni vi è transitato il Giro d’Italia (1962, 1989 e 1995), anche se solo nella seconda ci fu il traguardo GPM (primo in vetta Stefano Giuliani), affrontato nella tappa Sondrio – Meda vinta dall’australiano Phil Anderson. Nel 1962 si percorreva un finale identico a quello di quest’anno, con traguardo fissato ai Piani dei Resinelli. Nel 1995, arrivando da Bellano nel corso della Lenzerheide – Treviglio (vinta da Giuseppe Citterio), il GPM era collocato a Taceno, una quindicina di chilometri prima del Balisio, dove scollinò lo spagnolo Federico Muñoz Fernández.
Sella Piano dei Resinelli (1276m). Coincide con la località d’arrivo, dove il Giro ha fatto scalo nel 1962, al termine di una tappa partita dall’Aprica e vinta dallo spagnolo Angelino Soler Romaguera. Sulle cartine del Giro 2012 il traguardo è segnalato a quota 1280.
Mauro Facoltosi
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
FOTOGALLERY
Foto copertina: Totò canta “La maglia rosa” alla presenza dei più grandi campioni dell’epoca (fotogramma del film “Totò al Giro d’Italia” di Mario Mattòli, 1948)

Busto Arsizio, Santa Maria di Piazza (panoramio)

Castelseprio, Santa Maria foris portas (www.gpsvarese.it)

Monastero di Torba (panoramio)

La collegiata di Castiglione Olona, affrescata da Masolino da Panicale (www.fotografieitalia.it)

La città di Como dominata dal Colle del Baradello, con i resti dell'omonimo castello (www.paesionline.it)

Civate, abbazia di San Pietro al Monte (panoramio)

Il raduno di partenza della penultima tappa in <<Totò al Giro d'Italia>>; vorrebbero farci credere di essere sulle Dolomiti o da quelle parti..... (www.davinotti.com)

.... invece erano nella centralissima Piazza Diaz di Lecco (www.davinotti.com)

Vercurago, castello dell'Innominato (flickr)

Vedeseta, il più alto paese della Val Taleggio (panoramio)

I Piani di Bobbio, il comprensorio sciistico più vicino a Milano (www.university2night.it)

Scorcio dei Piani dei Resinelli, con la Grignetta sullo sfondo (panoramio)
ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI CERVINIA
maggio 20, 2012 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Come negli ultimi anni, dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; i punti salienti della tappa a venire; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1953. Seguiteci.
Foto copertina: minuto di silenzio per la tragedia di Brindisi al raduno di partenza di Cherasco (foto Francesco Ameglio – www.campioni.cn)
GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO
Italia
Amador svetta a Cervinia. Hesjedal riprende la rosa (Gazzetta dello Sport)
Giro, tappa a Tiralongo. Hesjedal in maglia rosa (Corriere dello Sport – Stadio)
Costa Rica
Amador llena de gloria al deporte costarricense (La Nación)
Canada
Canada’s Hesjedal back in the overall lead at the Giro d’Italia (The Globe and Mail)
Lituania
Keturioliktąjį „Giro d’Italia“ etapą laimėjo A. Amadoras, T. Vaiktus užėmė 98 vietą(Lietuvos Rytas)
Danimarca
Hesjedal igen i førertrøjen i Giroen (Jyllands-Posten)
Forsøgte at kidnappe Giro-triumfator (Sporten.dk)
Hektisk slag i bjergene lover fortsat Giro-drama (Politiken)
Regno Unito
Hesjedal in the pink (The Daily Telegraph)
Francia
Hesjedal: «Plus beau que le premier» (L’Equipe)
Spagna
Ryder Hesjedal le quita el rosa a Purito por 9 segundos (AS)
‘Purito’ presta la maglia(Marca)
Amador gana para Costa Rica y Purito pierde la ‘maglia’ (El Mundo Deportivo)
Colombia
El Giro de Italia tiene nuevo líder (El Espectador)
Colombianos avanzaron en la clasificación general del Giro de Italia (El Tiempo)
Belgio
Amador vainqueur dans la montagne, Hesjedal en rose(Le Soir)
Andrey Amador wint bergetappe Giro (De Standaard)
Andrey Amador remporte la 14e étape du Giro (L’Avenir)
Amador vainqueur, Hesjedal en rose (La Dernière Heure/Les Sports)
Amador remporte la 14e étape, Hesjedal en rose(Sudinfo.be)
Kan Hesjedal roze trui behouden in lastige bergetappe? (Het Nieuwsblad)
Lussemburgo
Fränk Schleck arbeitet sich nach vorne (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)
Amador gewinnt in den Alpen (Tageblatt)
Paesi Bassi
Hesjedal weer in het roze (De Telegraaf)
USA
Amador wins 14th stage of Giro d’Italia; Hesjedal takes lead (Usa Today)
Australia
Hesjedal in pink as Amador wins Giro 14th stage The Age
BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
PRIMA DELLA TAPPA
Mauro Facoltosi: Cosa vi attendente da questa giornata? Personalmente penso che potrebbe anche non succedere nulla di eclatante. E’ la tappa più facile tra quelle alpine e oggi i “big” potrebbero anche giocare al risparmio, per non sprecare troppe energie in vista delle frazioni più dure (come quella di domani).
Vedo23: Anche secondo me potrebbe risultare più spettacolare la tappa di domani, dove si potrebbe anche anticipare gli attacchi e dove potremmo avere distacchi maggiori all’arrivo. In ogni caso su una salita molto lunga come Cervinia qualcuno potrebbe pagare, anche considerando che si dovrebbe trovare parecchio freddo.
Hotdogbr: visti i 50 km di salita anche se non dura e il meteo qualcosa potrebbe succedere anche se non nel senso di grandi attacchi da lontano, prevedo che la Liquigas si porterà in testa sul Joux a buona andatura ma non esagerata perchè Basso ha bisogno dei compagni di squadra in discesa, sulle prime rampe verso Cervinia i biancoverdi accelereranno finchè non rimarrà in testa Szmyd e alla sua ruota solo 10-15 corridori, nel momento in cui il polacco si sposterà Basso proverà a fare la differenza ma non ci riuscirà cosa che invece potrebbe fare per quanto visto finora Pozzovivo
DOPO LA TAPPA
Hotdogbr: -Amador era il più veloce tra i primi tre come aveva dimostrato anche a Sestri Levante battuto di poco da Casar ma chi ha impressionato tra i fuggitivi è stato Barta che sembrava sfinito già dai primi km del Col de Joux e alla fine era lì a giocarsela
-Hesjedal in parte è stato lasciato andare però dopo Rodriguez non è stato capace di raggiungerlo e ha raggiunto e staccato Nieve sulla carta più scalatore di lui, per quanto visto a Herning è uno dei più forti a cronometro tra i big e ha anche una discreta squadra con Stetina e Vandevelde
-Tiralongo almeno per quanto visto finora va più forte di Kreuziger ed è giusto che faccia la sua corsa anche perchè in carriera non ha mai dimostrato di saltare nell’ultima settimana, dove semmai è cresciuto vedi vittoria di Macugnaga alla terzultima tappa un anno fa, e vanta un 8° posto alla Vuelta 2009
-Henao è un’incognita assoluta e Uran un corridore che in passato è sempre saltato nella terza settimana ma per ora sono lì e di sicuro la Sky è una squadra che sa preparare bene i propri corridori
-anche se non ce l’ha fatta a replicare a Hesjedal le quotazioni di Rodriguez restano stabili e domani ha una buona occasione, da vedere sulle Dolomiti dove troverà pendenze più adatte ai suoi mezzi ma anche salite in successione che talvolta in passato ha sofferto
-De Gendt un anno fa è arrivato 4° all’Alpe d’Huez e il giorno dopo 4° nella cronometro e sembra in crescita di condizione rispetto alle frazioni appenniniche anche se non ce lo vedo reggere anche nei prossimi giorni
-dopo i primi giorni difficili Gadret dimostra di esserci e nelle prossime tappe potrebbe approfittare di un po’ di libertà che gli viene concessa anche se per il podio è molto dura
-non credo che Frank Schleck fosse in difficoltà sul Joux anche se non era brillantissimo nel finale, dopo il flop di Assisi potrebbe essersi stabilizzato su un livello di condizione discreto ma non tale da fare la differenza
-quando Rodriguez è scattato Pozzovivo non ha avuto la forza di chiudere e al di là del fatto che la salita era pedalabile non ha dimostrato la stessa brillantezza dei giorni scorsi, vedremo se si è trattato di un caso e farà la differenza dal Giau in poi o se inizia a essere in calo, in casa CSF in leggera difficoltà anche Brambilla che fin qui era stato la grande rivelazione
-come prevedibile la Liquigas ha preso in mano la corsa ma quando si è spostato Szmyd si è visto che Basso ha una capacità di scatto pari allo zero assoluto e non ha neanche il ritmo per staccare tutti come ad esempio al Bondone, detto questo può ancora vincere il Giro visto che dopo reagiva bene alle accelerazioni altrui e visto che sulle grandi pendenze i corridori si staccano da soli senza bisogno di scattare
-Intxausti può entrare nei 10 ma nulla più e peraltro credo che non ci riesca e idem dicasi per Pardilla mentre sempre in casa Movistar è saltato definitivamente Bruseghin
-Casar giorno dopo giorno migliora e non può salire sul podio ma non sarà facile farlo uscire dalla top ten
-incomprensibile Rujano che sul Joux al di là del fatto che voleva anticipare la discesa è scattato come se l’arrivo fosse in cima e nel finale nuovamente è scattato per staccarsi subito dopo, però è dall’inizio del Giro che mostra di non avere la condizione di un anno fa
-ho lasciato la Lampre per ultima, Scarponi non ha fatto la differenza ma sembrava piuttosto in palla e Ulissi ha fatto una buona prova che dimostra che tra qualche anno potrà diventare uomo da corse a tappe ma l’attacco di Cunego se aveva un senso all’inizio per andare dietro a Rujano non lo aveva più nel momento in cui il venezuelano si è rialzato prova ne sia che lo stesso Damiano ha pensato bene di non insistere in un’azione che non ha portato alcun beneficio a Scarponi visto che la Liquigas avrebbe tirato comunque ed è stata controproducente per lui al di là del fatto che non è al top e potrebbe aver avuto una crisi di fame negli ultimi km senza la quale sarebbe arrivato con Rujano, del resto anche in corsa Cunego sembra un separato in casa Lampre quando lo si vede senza compagni di squadra attorno mentre Scarponi è dall’altra parte della strada con tutti i gregari
Vedo23: Ma hai notizie di cosa è successo alla spalla di Schleck? Da quanto leggo in internet (sito Radioshack) pare che l’altro giorno sia caduto e gli sia uscita la spalla o qualcosa del genere ed era molto dolorante. Sul Joux si stava proprio staccando dal male, poi è riuscito a reggere. Di gambe dice di stare bene, deve solo riprendersi da questo dolore. Quando ho tempo mi rileggo le notizie degli ultimi giorni sul sito della squadra per capire meglio!
con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)
POST.GIRODITALIA.IT: i punti salienti della tappa a venire
a cura di Matteo Novarini
DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Dedicata al successo del costaricense Amador
El Pam Pam (Cecilia Gayle)
Dedicata ai campioni, che oggi sono saliti a Cervinia ingranando la marcia più tranquilla
Tutti vogliono viaggiare in prima (Ligabue)
a cura di DJ Jorgens
METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Busto Arsizio – Lecco / Pian dei Resinelli
Busto Arsizio: alternanza di pioggia debole (0,3 mm) e schiarite, 17,9°C (percepiti 14°C), venti moderati da E (17 Km/h), umidità al 76%
Lecco (traguardo volante – Km 61,9): alternanza di pioggia debole (0,4 mm) e schiarite, 18,9°C (percepiti 15°C), venti moderati da ESE (18-21 Km/h), umidità al 75%
Berbenno (Km 107,1): pioggia moderata (1,2 mm), 15,6°C (percepiti 10°C), venti moderati da ESE (21-28 Km/h), umidità al 84%
Ballabio (Km 161,2): pioggia debole (0,6 mm), 14,9°C (percepiti 10°C), venti moderati da SE (17-20 Km/h), umidità al 88%
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa
Sgarbozza: “Prime rampe del Cervinia”
Sgarbozza: “Col de Jè” (Col de Joux)
Sentita in Anteprima Giro: “I 4000 più alti di tutte le montagne”
De Stefano: “Papa Benedetto decimonono” (Benedetto XIX… ti sei portava avanti con il lavoro?)
Cassani, commentando le fasi iniziali della tappa (in pianura): “Scatti a ripetizione con l’arrivo in salita” (impennavano con la bici alla fine dello scatto?)
Sentita in Anteprima Giro: “12% di dislivello il Pian dei Resinelli”
De Stefano: “Qualche giorno fa i corridori mangiano in corsa” (chissà che fame avranno adesso!!!)
Savoldelli: “Con qualche problemi”
Ballani: “Contornata da nuvole, che ci stanno continuando a scendere” (per farvi dispetto!!)
De Stefano: “Ascesa sulla salita di Cervinia” (non la facevo così dura)
Pancani: “La pedabilatà di questa salita”
Savoldelli: “Vantaggio inferiore in un minuto”
Savoldelli: “Penso dovremmo coprirci di più” (si riferiva ai corridori)
Pancani: “Soltanto in un paio occasioni”
De Luca: “Scarponi capitano unego” (unico + Cunego)
Cassani: “A Grossglockner” (sul)
Cassani: “A 53 secondri”
Pancani: “L’eventuale vantaggi di Ryder Hesjedal”
Bergonzi: “Riuano”
Sentita al Processo: “Stavamo procrastinando la vittoria di Pozzovivo per domani” (volevano dire prevedendo, ma il termine utilizzato signica rimandando)
De Stefano: “Primo atleta di Costarica”
De Stefano: “Noi e tutta la RAI vuole mandare queste immagini”
IL GIRO DEL PRIMO STELVIO
Ecco come il quotidiano l’Unità presentò ai propri lettori le gesta dei partecipanti al Giro del 1953, prima edizione della corsa rosa a presentare l’ascesa allo Stelvio (quest’anno meta dell’ultima tappa di montagna) e ultima conquistata da Fausto Coppi. Altimetrie, planimetrie e tabelle di marcia dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessi selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)
Oggi il racconto delle gesta dei “girini” del 1953 si prende una giornata di riposo. Appuntamento al prossimo capitolo dell’almanacco.
ARCHIVIO ALMANACCO
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo
1a tappa Herning (raduno di partenza)
4a tappa Verona (cronosquadre)
6a tappa Urbino – Porto Sant’Elpidio
7a tappa Recanati – Rocca di Cambio
8a tappa Sulmona – Lago Laceno
9a tappa San Giorgio del Sannio – Frosinone
10a tappa Civitavecchia – Assisi
11a tappa Assisi – Montecatini Terme
12a tappa Seravezza – Sestri Levante
19-05-2012
maggio 20, 2012 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
Il costaricano Andrey Amador Bakkazakova (Movistar Team) si è imposto nella quattordicesima tappa, Cherasco – Cervinia, percorrendo 205 Km in 5h33′36″, alla media di 36,870 Km/h. Ha preceduto allo sprint il ceco Barta e di 2″ l’italiano Alessandro De Marchi (Androni Giocattoli). Il canadese Ryder Hesjedal (Garmin – Barracuda) ha riconquistato la maglia rosa, con 9″ sullo spagnolo Rodriguez Oliver e 41″ sull’italiano Paolo Tiralongo (Astana Pro Team).
AMGEN TOUR OF CALIFORNIA
L’olandese Robert Gesink (Rabobank Cycling Team) si è imposto nella settima tappa, Ontario – Mt. Baldy, percorrendo 126 Km in 3h37′08″, alla media di 34,817 Km/h. Ha preceduto allo sprint il colombiano Atapuma Hurtado e di 14″ il colombiano Duarte Arevalo. Miglior italiano Vincenzo Nibali (Liquigas-Cannondale), 43° a 14′49″. Gesink è il nuovo leader della classifica, con 46″ e 54″ sugli statunitensi Zabriskie e Danielson. Miglior italiano Nibali, 33° a 16′02″.
VUELTA A GUATEMALA
Il colombiano Oscar Javier Rivera Álvarez (EPM – UNE) si è imposto nella settima tappa, San Pedro San Marcos – Huehuetenango, percorrendo 136 Km in 3h29′09″, alla media di 39,015 Km/h. Ha preceduto di 2″ il portoghese Moreira Silva e il costaricano Villalobos. Il colombiano Wilson Ramiro Rincón Diaz (EPM – UNE) ha conservato la testa della classifica con 1′26″ sul colombiano Piamonte Rodríguez e 3′00″ su Villalobos.
ROYAL SMILDE OLYMPIA’S TOUR
Due tappe disputate nell’ultima giornata di gare.
Il mattino, l’australiano Rohan Dennis (Team Jayco – AIS) si è imposto nella quinta tappa, circuito a cronometro di Reuver, percorrendo 13,8 Km in 16′26″, alla media di 50,385 Km/h. Ha preceduto di 23″ l’olandese Dylan Van Baarle (Rabobank Continental Team) e di 31″ l’australiano O’Shea. Van Baarle è il nuovo leader della classifica con 19″ sull’australiano Freiberg e 21″ sul tedesco Pfingsten.
Il mattino, l’australiano Steele Von Hoff (Chipotle – First Solar Developement Team) si è imposto nella sesta ed ultima tappa, circuito di Reuver, percorrendo 96,3 Km in 1h59′55″, alla media di 48,183 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli olandesi Vermeulen e Ariesen. In classifica si impone Van Baarle con 16″ su Freiberg e 19″ su Pfingsten.
CIRCUIT DE LORRAINE PROFESSIONEL (Francia)
L’italiano Danilo Napolitano (Acqua & Sapone) si è imposto nella quarta tappa, Briey – Metz, percorrendo 157,5 Km in 3h24′20″, alla media di 46,248 Km/h. Ha preceduto allo sprint i francesi Nacer Bouhanni (FDJ-Big Mat) e Hinault. Bouhanni ha conservato la testa della classifica con 14″ su Hinault e 18″ sull’italiano Marco Marcato (Vacansoleil-DCM Pro Cycling Team).
GLAVA TOUR OF NORWAY
Il norvegese Edvald Boasson Hagen (Sky Procycling) si è imposto nella quarta tappa, Hamar – Lillehammer, percorrendo 205 Km in 4h47′46″, alla media di 42,743 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Clarke e di 6″ il norvegese Nordhaug. Miglior italiano Marco Marzano (Lampre), 6° a 10″. Boasson Hagen è il nuovo leader della classifica, con 14″ su Clarke e 22″ su Nordhaug. Miglior italiano Marzano, 7° a 30″.
FLÈCHE DU SUD (Lussemburgo)
Il lussemburghese Bob Jungels (Leopard Trek Continental Team) si è imposto nella quarta tappa, cronometro Tétange – Rumelange, percorrendo 14,8 Km in 21′02″, alla media di 42,218 Km/h. Ha preceduto di 25″ l’australiano Phelan e di 26″ il neozelandese Gate. Jungels è il nuovo leader della classifica con 16″ sul tedesco Kern e 57″ sullo sloveno Golcer.
INTERNATIONAL TOUR OF HELLAS (Grecia)
L’italiano Roberto Cesaro (Meridiana Kamen Team) si è imposto nella quarta tappa, Ancient Olympia – Kalavryta, percorrendo 149 Km in 4h06′49″, alla media di 36,221 Km/h. Ha preceduto di 3″ l’ucraino Topchanyuk e di 8″ l’algerino Chaabane. Lo sloveno Robert Vrecer ha conservato la testa della classifica con 4″ sull’italiano Davide Rebellin (Meridiana Kamen Team) e 56″ sul greco Tamouridis.
RONDE DE L’ISARD (Francia)
Il francese Quentin Pacher si è imposto nella terza tappa, Rieumes – Aspet, percorrendo 153,8 Km in 4h04′34″, alla media di 37,732 Km/h. Ha preceduto di 2″ i connazionali Paillot e Chevrier. Il russo Sergey Chernetskiy (Itera – Katusha) ha conservato la testa della classifica con 1′13″ su Pacher e 1′19″ su Paillot.
TOUR DE BERLIN
Il tedesco Harry Kraft (Team Bergstrasse) si è imposto nella quarta tappa, Rund um Rudow, percorrendo 127 Km in 2h39′06″, alla media di 47,894 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Coquard e l’olandese Wippert. Il tedesco Nikias Arndt (LKT Team Brandenburg) ha conservato la testa della classifica con 32″ sul connazionale Droste e 1′10″ sull’olandese Poutsma.
GP CLAUDE CRIQIUELION
Il neozelandese Tom David (Lotto – Pôle Continental Wallon) si è imposto nella corsa belga, percorrendo 179,6 Km in 3h49′48″, alla media di 46,892 Km/h. Ha preceduto di 4″ e 8″ i belgi Breyne e Wytinck.
JURMALA GP
Il brasiliano Rafael Andriato (Farnese Vini – Selle Italia) si è imposto nella corsa lettone, circuito di Jurmala, percorrendo 182 Km in 4h17′09″, alla media di 42,465 Km/h. Ha preceduto allo sprint il russo Krasnov e il lettone Liepins. Due italiani in gara: Thomas Bertolini (Farnese Vini – Selle Italia), 4°, e Roberto De Patre (Farnese Vini – Selle Italia), 25°.