IN BAVIERA SI ACCENDE ALE-JET

maggio 24, 2012 by Redazione  
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Dopo tanti secondi posti e grosse delusioni, finalmente arriva la prima vittoria del 2012 per Petacchi. Ottimamente lanciato dalla sua squadra si impone su Davis e Hutarovich, solo quarto il favorito Degenkolb. Domani la tappa più dura, anche se l’ultima salita sarà a quaranta dall’arrivo.

Foto copertina: Petacchi coglie il suo primo successo stagionale a Penzberg (foto Toni Albir)

La prima tappa del Giro di Baviera, destinata ai velocisti viste le salite molto distanti dal traguardo, si accende dopo pochi chilometri con la fuga Boucher, per andare in stand-by poco dopo quando, raggiunto il fuggitivo da Radochla, Schmitt e Sutterling, il gruppo il gruppo lascia fare lasciando quasi 13′ al drappello in fuga.
Quando però Sky, Orica e ArgosOil si mettono a tirare i fuggitivi perdono immediatamente tutto il loro vantaggio finendo per essere ripresi a molti chilometri dall’arrivo, è così che la corsa finisce per infiammarsi con numerosi tentativi di fuga di corridori che si sentono battuti in partenza nel caso di arrivo a ranghi compatti. Evadono dal gruppo Fothen, Schwarzmann e Thurau ai quali il gruppo lascia però poco spazio andandoli a riprendere a tre dall’arrivo con le squadre dei velocisti a fare l’andatura.
Nelle prime posizioni Lampre e ArgosOil con lo spezzino del team italiano che sfrutta al massimo il lavoro della sua squadra andando a tagliare il traguardo per primo, alle sua spalle Davis e Hutarovich, mentre il tedesco della ArgosOil ottiene un deludente quarto posto nonostante il grosso lavoro fatto tutto il giorno dal suo team.
Petacchi veste così anche la maglia di leader che domani verrà però messa in seria discussione: tappa molto dura, anche se le salite finiranno a quaranta chilometri dall’arrivo, lo spazio per rientrare ci sarebbe, sempre che il distacco non sia molto, ma è molto probabile che le fatiche, per i velocisti, nel finale si sentiranno.
Andrea Mastrangelo

SAN VITO DI CADORE – VEDELAGO. L’ULTIMO BACIO

maggio 24, 2012 by Redazione  
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Estrema occasione per i velocisti e ultima giornata facile per il Giro d’Italia, alla vigilia dell’infernale trittico Pampeago-Stelvio-Milano. Oggi si attenda una tappa veloce ma priva d’emozioni, se non quella dello sprint, che vedrà impegnati i velocisti rimasti in gara e in procinto di fare le valigie e tornarsene a casa, risparmiandosi così le ultime fatiche ma anche tirandosi dietro le critiche di molti tifosi.

Sarà l’ultima “carezza” offerta dal Giro ai corridori, prima delle randellate sulle rimanenti durissime salite prima e nella crono conclusiva di Milano poi, gli atti che decideranno le sorti della novantacinquesima edizione della corsa rosa. Oggi, invece, tutto rimarrà invariato al termine di quella che si presenta come la più facile tra le 21 frazioni previste dal programma, tutta una soavissima planata dai monti al piano, con l’intrusione di due salite di una facilità estrema al punto che la prima si nota sull’altimetria solo con la lente d’ingrandimento e la seconda sarà coronata da un traguardo volante e non da un gran premio della montagna. Anche la distanza da percorrere non sarà molta – i suoi 149 Km ne fanno la seconda per brevità tra le tappe in linea, dopo i 121 Km della frazione di Cervere – e quasi sicuramente, se il gruppo non sarà stanco, sarà bevuta tutta d’un fiato (la tabella di marcia più ottimistica prevede una media di 46 Km/h), svolgendosi secondo il tipico copione delle frazioni di questo genere, che vedono i fuggitivi di giornata protagonisti del primo atto e poi le squadre dei velocisti entrare in scena nella seconda parte, impegnate a ridurre il vantaggio degli attaccanti e poi a pilotare i loro “missili” nell’ultima volata del Giro 2012, consumata la quale molti di loro – com’è criticata abitudine – faranno le valigie per riprendere la strada di casa.
Abbassata la bandiera del via nel cuore di San Vito di Cadore, l’ultimo centro prima di Cortina d’Ampezzo sulla strada statale “di Alemagna” (per secoli rappresentò una delle principali arterie di collegamento tra la pianura veneta e i paesi d’idioma tedesco), si percorreranno i chilometri iniziali nella valle del torrente Boite per poi passare nel bacino del Piave attraverso la prima delle due ascese di giornata, zampellotto lungo poco meno d’un chilometro che introdurrà i “girini” in Pieve di Cadore, il paese del celebre pittore Tiziano Vecellio, la cui modesta casa natale si trova ancora oggi nel cuore del borgo.
Subito ci si ritufferà in discesa, costeggiando il corso del fiume sacro alla patria, che ha le sue sorgenti sui monti sappadini, e seguendo il vecchio tracciato della statale di Alemagna, che si infila in tutti i paesi che punteggiano la valle del Piave, come Perarolo di Cadore, situato presso la confluenza del Boite nel Piave e dai due fiumi distrutta da una disastrosa piena avvenuta nel 1823. Ben maggiori furono le distruzioni patite dalla vicina Longarone, città forzatamente nuova perché la sera del 9 ottobre 1963 fu letteralmente spazzata via dalla valanga d’acqua abbattutasi dal soprastante lago del Vajont. Di questo tragico evento l’anno prossimo, quando ne ricorrerà il 50° anniversario, ne farà memoria anche il Giro (pur se ancora non se ne conoscono le modalità), la cui 96a edizione avrà la tappa d’apertura a Napoli e che, secondo le indiscrezioni, potrebbe proporre tanto sud, frazioni a Ischia, in Sicilia, nel Friuli per un altro pomeriggio d’alta montagna, a Firenze e il passaggio oltralpe su Vars e Izoard. Il bellunese che ora si sta attraversando, dunque, dovrebbe nuovamente essere nel canovaccio e, al proposito, pare che ci sarà un nuovo traguardo sulle arcigne Tre Cime di Lavaredo.
Seguitando a scendere il gruppo si porterà a Belluno, dove il passaggio dei “girini” avverrà nella centralissima Piazza dei Martiri, la stessa dalla quale dodici mesi fa scattò una delle frazioni più attese della corsa rosa, la cronoscalata al Nevegal conquistata “a posteriori” da Vincenzo Nibali in seguito alla recente squalifica per doping di Contador. La sentenza ha, di fatto, assegnato il successo finale a Michele Scarponi, mentre il successo sull’Etna è stato attribuito al colombiano Rujano e le maglie rose vestite dal corridore spagnolo hanno “virtualmente” fasciato le spalle del bielorusso Siŭcoŭ e dello stesso Nibali.
Una quindicina di chilometri oltre Belluno, a Santa Giustina avrà inizio il tratto più difficile di questa tappa, l’ascesa di 4,7 Km (pendenza media del 3,1%, massima dell’8%) che condurrà a Cesiomaggiore, dove si effettuerà il giornaliero traguardo volante nei pressi del Museo Storico della Bicicletta, inaugurato nel 1997 e intitolato alla memoria dell’ex corridore veneto Antonio “Toni” Bevilacqua, vincitore in carriera, tra le altre corse, di undici frazioni del Giro d’Italia e una delle più significative di queste fu la crono di Torino del 1949, disputata il giorno dopo la storica “prima” della Cuneo-Pinerolo.
Completata la successiva discesa, si tornerà sul piano, anche se, a dire il vero, la tappa continuerà a essere un impercettibile e costante perder quota e la pianura autentica, quella senza un metro di dislivello da superare in nessun verso, la si troverà solo negli ultimi 5 Km.
Ritrovato il corso del Piave, lo si seguirà infilandosi nella “stretta di Quero”, la gola che separa il massiccio del Grappa dal Monte Cesen e che sarà attraversata anche l’indomani, nel verso opposto e sull’altra riva, nelle fasi iniziali del tappone dell’Alpe di Pampeago. All’uscita dalla gola, mentre si lasceranno sulla sinistra le colline del Prosecco, di fronte si spalancherà la pianura padana e la tappa ci si fionderà nel mezzo, puntando sull’industre centro di Cornuda, nel quale ha sede la Diadora-Pasta Zara, squadra di ciclismo femminile della quale è team manager l’ex ciclista lituana Diana Žiliūtė e nella quale milita, tra le altre, la campionessa del mondo in carica Giorgia Bronzini.
Zigzagando nella pianura trevigiana si attraverseranno diversi comuni, portandosi quindi a Fanzolo, il punto più elevato di questa tappa sotto l’aspetto artistico poiché qui si trova Villa Emo Capodilista, una delle più complete dimore progettate da Andrea Palladio, dal 1994 inserita assieme ad altre 23 ville venete e alla città di Vicenza nell’elenco dei patrimoni dell’umanità stilato dall’UNESCO. La caratteristica che fa risaltare queste dimore rispetto a quelle, non meno celebri, erette nell’antica Roma e, più tardi, dai Medici in Toscana, sta che nel fatto che queste non erano meramente concepite per scopo abitativo, ma costituivano delle vere e proprie aziende agricole, come tali attrezzate e circondate da vigneti e campi. La stessa famiglia titolare della villa ne possiede un’altra – nel padovano, a Selvazzano Dentro – che è ancor più “viva” sotto quest’aspetto perché oggi è affiancata da un’attiva azienda agricola, nota per la qualità dei vini che vi sono prodotti.
Nel finale ci si infilerà sul tracciato dell’antica Via Postumia, strada aperta nel 48 a.C. dal console Spurio Postumio Albino Magno per collegare Genova ad Aquileia e che nel cuore della pianura trevigiana si “esibisce” in un rettifilo lungo oltre 30 Km e oggi interamente percorribile su asfalto, anche se spezzato dalle rotatorie e dall’attraversamento dei centri. I “girini” lo percorreranno per un breve tratto, circa un chilometro e mezzo, portandosi nella zona industriale di Castelfranco Veneto – altra patria di un celebre pittore, Giorgio Gasparini, universalmente noto come “Giorgione” – per poi lanciarsi negli ultimi 5 Km, i più veloci non solo perché i più piatti ma anche per la loro linearità interrotta solo da due dolci flessi. Due “mossettine” per ammaliare i velocisti rimasti in gara e chiamati alla loro ultima recita.

I VALICHI DELLA TAPPA

Sella Pieve di Cadore (858m). Coincide con l’omonimo centro abitato, situato nell’insellatura che separa il Col di Contras dal Montericco. A Pieve si sono concluse tre tappe del Giro: l’ultimo vincitore è stato Roberto Ceruti nel 1979.

Mauro Facoltosi

FOTOGALLERY

Foto copertina: tramonto sulla pianura a Vedelago

Scorcio di San Vito di Cadore (panoramio)

Scorcio di San Vito di Cadore (panoramio)

Pieve di Cadore, casa natale di Tiziano (flickr)

Pieve di Cadore, casa natale di Tiziano (flickr)

Longarone, il monumento che ricorda le vittime della strage del Vajont (flickr)

Longarone, il monumento che ricorda le vittime della strage del Vajont (flickr)

Belluno, Piazza dei Martiri (europaconcorsi.com)

Belluno, Piazza dei Martiri (europaconcorsi.com)

Uno scorcio del Museo Storico della Bicicletta di Cesiomaggiore (www.turismo-enogastronomia.it)

Uno scorcio del Museo Storico della Bicicletta di Cesiomaggiore (www.turismo-enogastronomia.it)

Il Piave alluscita dalla stretta di Quero (www.magicoveneto.it)

Il Piave all'uscita dalla stretta di Quero (www.magicoveneto.it)

Fanzolo, Villa Emo Capodilista (www.fondazionepremioaltino.it)

Fanzolo, Villa Emo Capodilista (www.fondazionepremioaltino.it)

Castelfranco Veneto (www.vallecavallino.com)

Castelfranco Veneto (www.vallecavallino.com)

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI CORTINA D’AMPEZZO

maggio 24, 2012 by Redazione  
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Come negli ultimi anni, dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; i punti salienti della tappa a venire; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1953. Seguiteci.

Foto copertina: l’altimetria della tappa di Cortina

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Italia

Rodriguez trionfa in rosa. Ma Basso cresce e lo bracca (Gazzetta dello Sport)

Giro d’Italia: a Rodriguez la 17/a tappa (Corriere dello Sport – Stadio)

Canada

Joaquin Rodriguez wins 17th stage of the Giro d’Italia (The Globe and Mail)

Canada’s Ryder Hesjedal ‘the great favourite’ in Giro d’Italia, says race leader (The Sun)

Lituania

„Giro d’Italia“ lenktynėse sumažėjo lietuvių – iš kovos pasitraukė T. Vaitkus(Lietuvos Rytas)

Danimarca

Spansk favorit vandt stor Giro-etape (Jyllands-Posten)

Lyserød sejr på vild Giro-dag (Sporten.dk)

Sublimt Giro-show på de høje tinder i Dolomitterne (Politiken)

Regno Unito

Rodriguez retains Giro lead (The Daily Telegraph)

Rodriguez wins key Giro climb (The Independent)

Francia

Rodriguez en patron (L’Equipe)

Spagna

Exhibición de Purito: gana la etapa y refuerza el liderato (AS)

Golpe sobre la mesa de Purito (Marca)

‘Purito’ Rodríguez un poco más líder (El Mundo Deportivo)

Costa Rica

Amador llegó de 29 en la etapa de hoy del Giro (La Nación)

Colombia

‘Purito’ Rodríguez gana etapa 17 y sigue como líder del Giro (El Espectador)

Rigoberto Urán, quinto en la general del Giro de Italia tras etapa 17 (El Tiempo)

Belgio

Rodriguez remporte en rose la 17e étape (Le Soir)

Roze trui-drager Rodriguez wint Dolomietenrit (De Standaard)

Rodriguez gagne en rose la 17e étape (L’Avenir)

Rodriguez remporte l’étape et conforte son leadership (La Dernière Heure/Les Sports)

Le leader Joaquin Rodriguez ajoute un deuxième succès d’étape sur ce Giro 2012 (Sudinfo.be)

Rodriguez wint Dolomietenrit, De Gendt knap negende (Het Nieuwsblad)

Lussemburgo

Rodriguez: Sieg und weiter RosaRodriguez: Sieg und weiter Rosa (Tageblatt)

Paesi Bassi

Giro ligt volledig open (De Telegraaf)

Australia

Rodriguez strengthens Italia lead (The Age)

Rodriguez still pretty in pink (Herald Sun)

UNO SGUARDO GIOVANE SUL GIRO
Quest’anno abbiamo affidato l’incarico di commentare le tappe di montagna non ad un campione del passato, bensì ad uno del futuro, il promettente Daniele Dall’Oste, scalatore affiliato alla UC Trevigiani Dynamon Bottoli e che, tra i successi conseguiti nella categoria U23, vanta il Trofeo Monte Bondone nel 2010 e il Giro del Belvedere in questa stagione.

Oggi bella tappa dolomitica. Direi che la Liquigas è davvero una squadra fortissima con degli elementi notevoli sia come prestazioni atletiche sia come compattezza; un applauso a loro che sono riusciti a far saltare sia Tiralongo sia Kreuziger, i quali adesso dovranno inventarsi qualcosa in questo finale di giro.
Bravo Basso che, a mio parere, è stato l0unico a voler davvero staccare la maglia rosa e a voler vincere la tappa; bravo anche Scarponi che, dopo un momento difficile in cima al Passo Giau, nella discesa per arrivare a Cortina è riuscito a rientrare sui primi senza perdere secondi.

Daniele Dall’Oste

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

PRIMA DELLA TAPPA

Mauro Facoltosi: Chi sarà il primo a muoversi? E dove?

Jack.ciclista: Fuggitivi fuori classifica sul Valparola. Cunego sul Duran. Se Basso vuole far qualcosa potrebbe forzare già sullo Staulanza, nella discesa seguente non avrebbe problemi, e si troverebbe gli avversari fiaccati da attaccare sul Giau, sapendo che in discesa perderebbe qualcosina anche se non troppo.

Profpivo: Se dovesse piovere (ma pare di no) qualcuno potrebbe provarci sulla discesa del Duran, che è molto selettiva. Ma la Staulanza è salita pedalabile su cui si può recuperare facendo lavorare la squadra. Credo che gli unici tentativi seri li vedremo sul Giau.

Hotdogbr: Basso, Scarponi ed eventualmente Henao che sono gli unici uomini di altissima classifica interessati ad attaccare aspetteranno il Giau e se il varesino non riuscisse a fare la differenza e se dovesse piovere rischierebbe di perdere terreno in discesa, da vedere se oltre a Cunego anche altri uomini che sono a 3-4′ dalla maglia rosa come Pozzovivo, Gadret e Nieve oltre a Rujano che ne ha 7 proveranno a muoversi da lontano, il terreno degli ultimi 70 km più ideale di così (la Forcella Staulanza è comunque più dura del Falzarego del 2008 posto tra Giau e Fedaia) non potrebbe essere

Vedo23: Sarà curioso vedere i professionisti lungo (per gran parte della tappa) le strade della gf Dolomiti Classic! La prima parte della discesa del Duran è effettivamente molto ostica, anche se buona parte dei problemi erano dati da un asfalto crepato nella parte centrale (che ha fatto catapultare un mio amico durante la granfondo) e, certamente, li avranno sistemati. Se la corsa scoppiasse ad inizio Giau ci sarebbe comunque lo spazio per creare distacci rilevanti, dato che a quel punto le energie rimaste saranno comunque poche e la salita non ha praticamente mai rifiati. L’importante è che la Liquigas non faccia lavorare i gregari per 3/4 di Giau, altrimenti è difficile fare grandi distacchi in 2/3 Km (senza contare che poi la discesa, pur non difficile, aiuterà a ricompattare eventuali distacchi).
La squadra sarà molto più importante sabato, quando prima delle STelvio c’è un lungo tratto di falsopiano (molto faticoso) in cui sarà fondamentale avere compagni di squadra e che paralizzerà la corsa dei big sul Mortirolo. Come continuo a ripetere, quella tappa è disegnata malissimo! (dovevano fare “semplicemente”: Mortirolo, da qualsiasi versante valtellinese ma fino in cima, Ponte di Legno, Gavia, Bormio e arrivo allo Stelvio!!)

Pedale Pazzo: Basso deve far lavorare la squadra prima del Giau, perchè sul Giau deve lavorare lui se vuole combinare qualcosa.
Cunego sicuramente proverà sul Duran. Scarponi aspetterà gli ultimi km di Giau per tentare l’attacco e arrivare al Passo con un pò di distacco e lanciarsi in discesa per aumentarlo. Rodriguez oggi cercherà di difendersi, Henao è un incognita impazzita, mentre Heysedal dovrebbe pagare dazio oggi. Kruziger secondo me le prende oggi, e anche Tiralogo lo vedo male..ha speso già troppo e oggi scoppia! Speriamo solo che i big oggi si attacchino e che non siano intimoriti dagli ultimi 2 tapponi. Molti sottovalutano la tappa di Manghen+BiPampeago..secondo me la più dura e quella dove si possono vedere più distacchi in assoluto.

Howling Wolf14: La tappa sarà bella ma non aspettatevi niente dai big (quali poi?). Se la giocheranno a Pampeago. Per la fuga da lontano vedo Sella, Nieve, Amador, Rabottini, Flecha, Bakelants, Bruseghin, Rubiano, Golas, Pirazzi, Ulissi, Pardilla, Jackson Rodriguez. Può darsi che Cunego, Tschopp, Uran e Tiralongo si facciano vivi sul Duran. Rujano lo vedo in totale disarmo. Dal punto di vista della classifica la tappa non dirà molto. Se tutto andrà bene qualcuno uscirà magari definitivamente di classifica, tipo appunto Cunego e Tiralongo. Va però detto che la discesa dal Giau consente buoni recuperi.

Scattista: DAI BASSO!!

DOPO LA TAPPA

Scattista: A sto punto direi che il Giro se lo giocano Rodriguez e Hesjedal, con lo spagnolo secondo me un pò favorito.

Gnaldi: Ci aggiungerei anche Basso, perché no ? Ci sono ancora un paio di tappe insidiose dove sia Rodriguez e (più difficilmente) Hesjedal potrebbero saltare.

Pedale Pazzo: qualcuno sa il tempo di scalata del Giau?

Ceemo: Che brutto sto Giro. Percorso discreto, interpreti davvero mediocri.

Howling Wolf14: I sei di testa (anzi cinque) hanno scalato il Giau in 33′50″ (Cassani dixit).

Pedale Pazzo: Grazie. La vam è quindi 1635 circa, considerando i 3000m di dislivello nelle gambe ed un andatura sostenuta su Duran e Staulanza, direi che è discreta.
I 1750 e rotti di vam non li rivedremo mai più, così come i 12 mila scatti e controscatti in una manciata di km. Mi sembra un ciclismo meno spettacolare, ma molto più genuino..dove tutti stanno attentissimi a non fare il minimo fuori soglia, che poi senza la benzina super di una volta non si riesce più a recuperare in corsa.

Vedo23: Lo scorso Settembre nella granfondo Dolomiti Classic i migliori hanno stampato tempi addirittura migliori di qualche secondo sul Giau! E venivano anche loro dal Duran e dalla Forcella Staulanza, di certo non affrontati al risparmio. E’ normale trarre da questi confronti alcune conclusioni, che io reputo comunque positive per il bene del ciclismo (un po’ meno per quello del mondo amatoriale, almeno in parte ancora martoriato dalla piaga doping). In ogni caso, comunque, oggi sul Giau non hanno tirato sempre: il tempo fatto sulla salita è piuttosto alto anche perchè in certi punti i migliori hanno rallentato parecchio per controllarsi (ad un certo punto stava addirittura rientrando Nieve a metà salita!). Basso ha provato addirittura qualche scatto, oltre a qualche progressione, e sembrava riuscire a guadagnare qualche metro, ma non riusciva mai a dare seguito all’azione: forse nemmeno il Giau era sufficientemente duro, in questo ciclismo “livellato”, per fare selezione?

Howling Wolf14: Ceemo ha in parte ragione. E’ un Giro divertente, ma il tasso tecnico medio è un po’ basso. Secondo me, però, lo spettacolo non manca. Dal punto di vista del livello agonistico credo che con Contador, Evans, Schleck jr, Nibali, Wiggins e Samu Sanchez non si sarebbe guadagnato tanto. Certo il tasso tecnico sarebbe stato molto più elevato. Con Scarponi e Pozzovivo che rischiano di arrivare nei primi 5 non c’è da stare tanto allegri.

Howling Wolf14: La cerchia è ristretta a tre. Basso, con i suoi precedenti, dà più garanzie sul piano della resistenza: sicuramente non salterà. Su Rodriguez grava l’incognita dell’immancabile crisi in almeno un tappone di montagna: o Purito ha annullato questa sua grave lacuna oppure a Pampeago o alla Stelvio pagherà dazio. Hesjedal è un po’ un mistero: finora non ha mai dato segni di cedimento, però non so quali capacità di recupero possa avere col doppio tappone del weekend. Pampeago e Stelvio sono due arrivi in salita: Basso potrà sparare le sue cartucce, se le avrà, senza il timore che ciò che semina in salita venga poi distrutto in discesa. Hesjedal dovrà solo marcarlo perché potrà contare sulla crono finale. Rodriguez, dal canto suo, se non avrà crisi e la gamba buona, potrà allungare, come al solito, all’ultimo km, e raggranellare 15-20″ per volta e accrescere il suo margine sui due avversari. Non credo che Scarponi recuperi al punto tale da poter intimorire i tre. Pozzovivo sarà già tanto se riuscirà a tenere il passo dei tre nelle due giornate, ma io credo che se non salterà a Pampeago mollerà poi, il giorno dopo, sullo Stelvio.

Scattista: Basso non lo aggiungo perche va forte, ma non abbastanza da staccare Rodriguez. Se oggi avesse anche vinto Rodriguez, ma mi fosse apparso almeno un poco in affanno sotto il ritmo di Basso sul Giau, metterei Basso nella lotta per il primo posto. Visto che mi sembra che Rodriguez non abbia fatto troppa fatica a tenere il passo, direi che la battaglia si restringe a lui e a Hesjedal.

Howling Wolf14: Secondo me la sfida Basso-Rodriguez non si gioca sulla capacità del varesino di staccare lo spagnolo. Ma sulla resistenza di Purito in due tapponi consecutivi. In sostanza voglio dire che se Rodriguez cederà non sarà necessariamente su un attacco di Basso. Quando in passato non teneva il passo degli altri nei tapponi si sfilava da solo, senza che qualcuno lo attaccasse. O è diventato più forte oppure, se i riscontri passati hanno un valore, si staccherà da solo, com’è successo oggi, ad esempio, ai vari Kreuziger (crollo verticale), Gadret, Tiralongo e De Gendt. Non è stato necessario alzare la velocità, perlomeno sottoforma di scatto, si sono sfilati per sfinimento. La sfida tra Basso e Purito si giocherà su questo. Con un percorso così può anche essere che Basso vinca il Giro senza nemmeno un attacco. Hesjedal permettendo.

Hotdogbr: -Rodriguez oggi è apparso inattaccabile e se l’arrivo fosse stato in salita avrebbe forse potuto staccare gli avversari cosa che dovrà fare a Pampeago nei confronti di Hesjedal alla luce della crono finale, c’è sempre l’incognita della resistenza ma a questo punto direi che l’avrà anche nei prossimi giorni, va detto che ha una squadra debole ma non conta visto che ci pensa sempre la Liquigas a fare il lavoro
-Hesjedal ha sulla carta più resistenza di Hesjedal e inoltre va molto forte ad altitudini elevate come quelle dello Stelvio però le pendenze di Pampeago e poi del Mortirolo qualche difficoltà potrebbero creargliela ma almeno il podio è quasi certo
-come al solito Basso spera di vincere per sfinimento degli avversari e in ogni caso oggi Kreuziger si è staccato da solo e Scarponi si è staccato quando ha accelerato Pozzovivo e non il varesino, sta di fatto che una tappa se n’è andata e il distacco da Rodriguez ed Hesjedal è rimasto lo stesso anche se Pampeago e Stelvio dovrebbero essergli ancora più favorevoli anche in virtù del fatto di avere la squadra più forte del lotto
-Scarponi è obbligato ad attaccare se vuole almeno il podio però se è quello visto oggi non ci sarà niente da fare, da vedere quale sarà il ruolo di Cunego che oggi è stato più brillante dei giorni scorsi
-oggi dopo il cedimento di Pian dei Resinelli ha sorpreso Uran mentre è saltato Henao evidentemente non ancora a suo agio su tapponi di questo tipo mai fatti in carriera, peraltro sarebbe potuto arrivare almeno nel gruppo con Cunego se non avesse tentato di stare con Basso all’inizio del Giau
-Pozzovivo è tornato competitivo però non ha più le gambe per fare la differenza come a Lago Laceno, visto che una tappa l’ha già vinta e il 6° posto non credo gli interessi granchè tanto vale per lui provare qualcosa da lontano nella tappa di Pampeago
-è saltato Kreuziger e la cosa stupisce perchè pur mancandogli sempre qualcosa per stare con i migliori non ha mai avuto crolli di questo tipo in passato che comnque in carriera capitano a tutti i corridori, vedremo se saprà riprendersi e puntare a una tappa mentre Tiralongo è in calo di condizione dopo l’avvio di Giro condotto a gran carriera
-i vari Nieve, Gadret, Cataldo, Tschopp, De Gendt, Intxausti che oggi ha comunque tenuto bene in un tappone sulla carta troppo duro per lui e lo stesso Cunego si giocheranno i piazzamenti diciamo dal 7° posto in poi sempre che non salti qualcuno dei primi 6 arrivati oggi

Jack.ciclista: Kreuziger è saltato. Fuori uno. Nessun attacco spettacolare, ma credo che ogni giorno ne salterà uno, e alla fine resterà solo il vincitore. Certo vedere Pantani recuperare i minuti persi nella prima settimana era uno spettacolo diverso, ma io mi diverto anche così. Vero è che i protagonisti sono un gradino sotto il livello che vedremo al tour, ma stanno dando tutti il 100% e l’equilibrio ne è la diretta conseguenza.

Howling Wolf14: Oltre a Kreuziger è saltata tutta l’Astana. Ridimensionata. Ma Kreuziger non è il solo che sia uscito di classifica. Sono stati definitivamente relegati ad un ruolo marginale i vari Gadret, Cunego, Nieve, De Gendt & Co., che prima d’ora almeno in linea teorica potevano essere candidati magari anche al podio.
Io devo di essere un grande estimatore delle corse a tappe che esaltano le qualità di resistenza e di recupero. Preferisco questi schemi piuttosto di quelli dell’epoca di Pantani. Al di là dell’apprezzamento del lato tecnico credo che un ciclismo così sia più credibile di quello dell’epoca del Pirata, epoca in cui probabilmente quegli scatti devastanti, di Pantani ma non solo di Pantani, erano figli della chimica. Sarò blasfemo ma dubito che con i controlli in atto ai giorni nostri il romagnolo riuscirebbe a ripetere le sue imprese. Almeno in quei termini. Per cui ben venga il ciclismo imperniato sullo sfinimento, soprattutto se lo sfinimento è sinonimo di non ricorso alla chimica. Oltre tutto per me è grande spettacolo anche così.

Howling Wolf14: Scarponi ha le gambe incatramate di acido lattico. Dovrebbe fumare un’intera notte per riuscire a scattare nei tapponi alpini.
Per me il crollo di Kreuziger non è una sorpresa. Sono anni che pongo l’accento sull’incapacità degli atleti dell’Est di esprimersi ad alto livello nei grandi giri. Ancora una volta c’è troppa imprudenza nel definire campioni degli ottimi ciclisti che non hanno ancora rivelato il loro reale potenziale. Si costruiscono personaggi che a volte sono privi di spessore. E’ il lavoro martellante dei media, quelli rappresentanti da incapaci e mestieranti. Pozzovivo deve decidere. O punta al 5° posto, e allora gli conviene stare calmo e tranquillo, e sfruttare il lavoro di Basso, Rodriguez ed Hesjedal, oppure punta ad un altro successo di tappa e allora, come dici tu, deve partire da lontano, magari nella giornata di Pampeago, con il rischio però di fallire e di perdere poi anche il 5° posto e magari slittare al 9°. Non so se il gioco valga la candela.

Profpivo: Secondo me la tappa di oggi non ha prodotto sfracelli ma potrebbe produrli nei prossimi giorni. Dal Duran in poi la Liquigas ha fatto un ritmo molto alto, a qualcuno potrebbe restare nelle gambe. E secondo me l’indiziato numero uno è Rodriguez, che tra l’altro prima o poi dovrà tentare qualcosa se vuole staccare Hesjedal, che a cronometro è nettamente superiore.
Basso credo punti tutto sulla tappa di Pampeago: oggi per me aveva margine, lo vedo in crescita e all’arrivo mi pareva più fresco di Purito. Certo se Hesjedal tiene come oggi, c’è poco da fare, anche perché ha un bonus di almeno un minuto e mezzo da giocarsi nella crono. Dico Basso e Hesjedal 40%, Rodriguez 19% e 1% lo do Scarponi, tutto sommato è ancora lì e nel ciclismo non si sa mai.

Salitepuntocià: Discorso a 4
Heisedal 80%
Rodriguez 10%
Basso 9%
Pozzovivo 1%
Venerdi’ il meteo potrebbe piovigginare o piovere nella zona di Pampeago, quindi favorevole a Heisedal. Sabato nevischio probabile allo Stelvio ma nulla di trascendentale, la tappa si farà senza accorciamenti Non riesco a trovare uno simile a Heisedal di corridore, Indurain no, perchè ho visto a Cervinia che il canadese è uno che attacca se può, forse potrebbe ricordaer Ulrich

Hotdogbr: che il ciclismo sia più pulito di qualche anno fa è lampante, che questo si accompagni a un maggiore livellamento invece non è scontato e vuol dire che in passato ALCUNI si dopavano o quantomeno si dopavano più e meglio degli altri altrimenti il livellamento ci sarebbe stato anche allora, premesso questo i tempi di scalata o le VAM isolate dal contesto non vogliono dire nulla, ieri sul Giau abbiamo avuto appunto 33′50” per Basso, Pozzovivo, Uran, Rodriguez ed Hesjedal, 34′10” per Scarponi e 34′50” per Gadret e Nieve, nel 2008 il gruppo dei migliori (Menchov, Di Luca, Simoni, Contador, Bruseghin, Van den Broeck, Pellizotti, Pozzovivo, Riccò) ha impiegato 34′34”, nel 2007 Di Luca, Cunego, Simoni, Andy Schleck e Mazzoleni hanno impiegato 34′02”, chiaramente sia allora che nel 2008 il Giau non era l’ultima salita di giornata. Hesjedal e Ullrich mi paiono molto diversi anche tecnicamente al di là della differenza di motore, il primo corridore simile al canadese che mi viene in mente è Bruseghin

SPECIALE TOUR OF CALIFORNIA

Gnaldi: Ma qualcuno sta seguendo il Tour di California ? Qual è il livello quest’anno ? C’è il rischi diventi davvero la seconda corsa a tappe per importanza (con retrocessione del Giro) ?

Vedo23: E’ finito domenica! Io ho visto qualche tappa in diretta (su Eurosport) la notte, tra le 23 e l’una. Qualche nome di peso c’era, come Sagan (ha vinto quattro o cinque tappe) e Gesink, vincitore finale con un gran numero sulla salita decisiva della penultima tappa. C’erano poi tanti americani, alcuni anche giovanissimi e molto promettenti (in particolare uno dal nome impegnativo nella squadra giovanile di Armstrong, che in salita ha dimostrato di saperci fare davvero nonostante sia del 1993 – se ben ricordo!). Il “tappone” è stato molto emozionante, con un’azione spettacolare da lontano di Horner che doveva recuperare in classifica e, sfruttando il lavoro di un paio di compagni e del super-Voight, sembrava stare per riuscire a fare il grande numero, anche se poi lungo l’infinita salita finale ha pagato e da dietro hanno rimontato parecchio. I percorsi erano particolari, le salite sono diverse dalle nostre (spesso molto ma molto lunghe ma con pendenze moderate e tanti tratti di falsopiano), ma certi scenari sono veramente incantevoli e suggestivi. E’ impossibile che arrivi al rango del Giro d’Italia, specie nel breve periodo, però è una corsa che continuerà a crescere, specie adesso che sono sempre di più i corridori professionisti e le squadre più attrezzate possono così mandare buoni corridori contemporaneamente in diverse corse. Teniamo presente che ora in concomitanza del Giro d’Italia c’è anche il Giro di Baviera (oggi vittoria di Petacchi) e a brevissimo inizierà il Giro del Belgio, forse già questo sabato (quindi prima della fine del Giro d’Italia).

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

POST.GIRODITALIA.IT: i punti salienti della tappa a venire

a cura di Matteo Novarini

DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Dedicata a Rodriguez, che ha detto legge oggi a Cortina

Commander (David Guetta feat. Kelly Rowland)

Dedicata a Xavier Tondo Volpini, il corridore scomparso l’anno scorso a maggio e che è stato ricordato alla partenza della tappa di Falzes

Wish You Were Here (Pink Floyd)

a cura di DJ Jorgens

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa San Vito di Cadore – Vedelago

San Vito di Cadore: nuvole sparse con possibilità di deboli ed isolate piogge, 21,4°C, venti deboli da ENE (8-16 Km/h), umidità al 48%
Belluno (Km 62,1): poco nuvoloso con possibilità di deboli ed isolate piogge, 26,3°C, venti deboli da SW (4 Km/h), umidità al 47%
Vas (Km 106,2): alternanza di pioggia debole (0,2 mm) e schiarite, 26,7°C, assenza di vento, umidità al 48%
Vedelago : alternanza di pioggia debole (0,2 mm) e schiarite, 28,1°C, venti deboli da NW (3-8 Km/h), umidità al 48%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa

Bartoletti: “Belli, quando fa i pronostici per il giorno dopo” (E ridaglie!! Ma non ti sei ancora accorto che i pronostico sono per la tappa del giorno)
Bartoletti, presentando il dottor Tredici (medico del Giro): “Storico responsabile del servizio d’ordine”
Dottor Tredici, parlando dei corridori: “Ostruiscono la strada quando sentono le cadute” (così cadono solo loro?)
Anonimo: “Chi sarà più bravi”
Belli, rivolto ai medici del Giro: “Persone che auguriamo di non lavorare mai” (invece loro vorrebbero lavorarti per benino)
Dottor Tredici: “Ricerche storiche sul medici al Giro” (poi passerai allo Sforza al Giro?)
Guardini: “Andare a piano” (spiegaci dov’è sto piano, visto che ci vai tutti i giorni)
Dottor Costa (moto): “Percorso di una tappa molto lungo, deve andare con i mezzi molti veloci”
Belli intervistando Izagirre: “Basco? Barcellona?”
Bartoletti a Sgarbozza: “Comincia con la tua altimetria” (ecco perchè sbaglia i pronostici!!! Ma gli avete passato il Garibaldi dell’anno scorso?)
Bartoletti, a proposito della tappa di Cortina: “Forse la madre di tutte le tappe” (allora si vede che i figli hanno superato i genitori)
Bartoletti: “Buongierno Dino”
Bartoletti: “Sentiamo cosa ha detto Antonello Orlando prima di partire” (l’oggetto della frase era Ivan Basso)
Basso, intervistato alla partenza: “Già una salita che non serve tante parole”
Belli, in conclusione di “Si Gira”: “Un applauso a Marino, che da un’ora e mezza non ha sbagliato nulla”.
De Stefano: “L’emozione si è portata via la voce di De Luca”
De Stefano: “Il lavoro fatto dalla nostro gruppo”
De Stefano: “Offrire con gli occhi della bellezza”
De Stefano: “La Villa San Cassiano” (La Villa e San Cassiano, due centri distinti dalla Val Badia)
De Stefano: “Cristallo, la cima più famosa delle Dolomiti” (ti avvertiamo che Marmolada e Tre Cime di Lavaredo, offese, stanno tramando per rovinarti addosso a tradimento)
Sovraimpressione RAI su Marco Bonarrigo: “Gazzetta dello Sport” (Bonnarigo lavora per Cycling Pro)
De Stefano, ricordando il Giro del 2003: “Una ricognizione sul Salento” (Cassani l’aveva fatta volando?)
De Stefano: “E’ andato nel gruppo con la lampada a cercare, di Aladino, le alleanze”
Pancani: “Gli astani”
Pancani: “E’ già stata affiancata dalla sua ammiraglia Matteo Montaguti” (terzo trans nel gruppo)
De Luca: “Modolo ha quasi raggiunto le ruote del gruppo” (un altro modo di dire che, per poco, non è caduto?)
De Stefano: “94 Km ad Alleghe” (in quel momento erano ad Alleghe, a 94 Km dal traguardo di Cortina)
De Stefano: “In questo momento sono entrati in Veneto” (ci erano entrati da quasi 30 Km)
Pancani: “Stanno per arrivando ad Agordo”
De Stefano: “Rabottini, eroe di Plan dei Resinelli”
Bonarrigo: “Gran Fondo Sportful, parte da Feltre, arriva qui” (arriva dove è partita, a Feltre)
Cassani: “Rujano” (pronunciato come si scrive)
De Stefano: “Se il Giro sarà passato sulle spalle di qualcun altro” (chissà che peso!)
Wendy Siorpaes, testimonial Cortina 2017:”Una città come Cartina”
De Luca: “Asfaldo in splendide condizioni”
Pancani: “La meraviglia di Dolomiti di monti”
Pancani: “Passo di Giau, dove fu costruito un imponente muro” (la muraglia di Giau è stata costruita nettamente più a valle)
Magrini (Eurosport): “Lo scatto quasi sullo scalinamento del Giau”
Pancani: “Non vedremo più Henao” (si era solo staccato)
Cassani: “Scarponi ha superato il momento”
Cassani: “Nieme” (pronuncia erronea di Niemec; o forse intendeva dire Nieve?)

In conclusione una battuta di Belli a “Si Gira”.

Cercando lo spagnolo Minguez Ayala: “Minghez? Ghè Minghez!”

IL GIRO DEL PRIMO STELVIO

Ecco come il quotidiano l’Unità presentò ai propri lettori le gesta dei partecipanti al Giro del 1953, prima edizione della corsa rosa a presentare l’ascesa allo Stelvio (quest’anno meta dell’ultima tappa di montagna) e ultima conquistata da Fausto Coppi. Altimetrie, planimetrie e tabelle di marcia dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessi selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)

NEL FINALE DI FUOCO SI FA LARGO MONTI CHE BATTE IN VOLATA BAROZZI E COLETTO
Vittoria del romanino dell’”Arbos” nella Riva del Garda – Vicenza
Gli “assi” continuano a godersi la tranquilla vita del gruppo – Oggi la Vìcenza-Auronzo di km. 186, tappa piana con arrivo in salita – Il litigio Coppi – De Santi e i retroscena dello scandalo Clerici

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ARCHIVIO ALMANACCO
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

1a tappa Herning (raduno di partenza)

1a tappa Herning (cronometro)

2a tappa Herning (linea)

3a tappa Horsens

4a tappa Verona (cronosquadre)

5a tappa Modena – Fano

6a tappa Urbino – Porto Sant’Elpidio

7a tappa Recanati – Rocca di Cambio

8a tappa Sulmona – Lago Laceno

9a tappa San Giorgio del Sannio – Frosinone

10a tappa Civitavecchia – Assisi

11a tappa Assisi – Montecatini Terme

12a tappa Seravezza – Sestri Levante

13a tappa Savona – Cervere

14a tappa Cherasco – Cervinia

15a tappa Busto Arsizio – Lecco / Pian dei Resinelli

16a tappa Limone sul Garda – Falzes

23-05-2012

maggio 24, 2012 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA
Lo spagnolo Joaquim Rodriguez Oliver (Katusha Team) si è imposto nella diciasettesima tappa, Falzes/Pfalzen – Cortina d’Ampezzo, percorrendo 186 Km in 5h24′42″, alla media di 34,370 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Ivan Basso (Liquigas-Cannondale) e il canadese Hesjedal. Rodriguez Oliver ha conservato la maglia rosa, con 30″ su Hesjedal e 1′22″ su Basso.

TOUR OF BELGIUM
Il tedesco André Greipel (Lotto Belisol Team) si è imposto nella prima tappa, Mechelen – Buggenhout, percorrendo 162 Km in 3h33′11″, alla media di 45,594 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Danilo Napolitano (Acqua & Sapone) e l’olandese Van Hummel, distanziati di 4″ e 6″ secondi.

BAYERN RUNDFAHRT
L’italiano Alessandro Petacchi (Lampre – ISD) si è imposto nella prima tappa, Traunstein – Penzberg, percorrendo 215,7 Km in 5h29′01″, alla media di 39,335 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Davis e il bielorusso Hutarovich. Petacchi è il primo leader della classifica, con 4″ su Davis e sul francese Boucher.

TOUR OF JAPAN
Il colombiano Julian David Arredondo Moreno (Team Nippo) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Minami-Shinsu, percorrendo 148 Km in 3h58′37″, alla media di 37,214 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Fortunato Baliani (Team Nippo) e di 1′19″ il francese Lebas. L’altro italiano in gara, Marino Palandri (Amore & Vita), è giunto 26° a 8′18″. Arredondo Moreno è il nuovo leader della classifica, con 1″ su Baliani e 1′31″ su Lebas. Palandri 25° a 8′31″.

AN POST RÁS (Irlanda)
Il danese Mark Sehested Pedersen (Denmark Blue Water Cycling) si è imposto nella quarta tappa, Westport – Bundoran, percorrendo 135 Km in 2h55’36″, alla media di 46,127 Km/h. Ha preceduto allo sprint il polacco Bialoblocki e di 2″ il francese Sarreboubee. L’elvetico Pirmin Lang (Switzerland Atlas Jakroo) ha conservato la testa della classifica, con lo stesso tempo dei britannici Handley e Moss.

RODRIGUEZ SEMPRE PIU’ ROSA, CROLLA KREUZIGER

maggio 23, 2012 by Redazione  
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Lo spagnolo si dimostra inattaccabile nel primo tappone di montagna e conquista anche il successo parziale a Cortina superando allo sprint Basso, Hesjedal, Uran e Scarponi che in preda ai crampi cede nel tratto finale del Giau ma recupera nella successiva discesa. Crisi nera per il ceco dell’Astana che perde oltre 11′, in ritardo anche Henao e Tiralongo

Foto copertina: è la volata più bella quando a vincere è la rosa (www.as.com)

Dopo gli assaggi di Cervinia e Pian dei Resinelli il Giro approda finalmente sulle grandi montagne con la 17a tappa, 186 km da Falzes a Cortina d’Ampezzo con il Passo di Valparola nella fase iniziale e soprattutto gli ultimi 70 km terribili durante i quali erano da scalare senza neppure un metro di pianura tra un’ascesa e l’altra Duran, Forcella Staulanza e Giau prima dei 18 km conclusivi di picchiata verso il traguardo. Ancora una volta l’andatura è stata altissima nelle prime fasi finchè non sono riusciti a sganciarsi Samoilau (Movistar), Serpa (Androni), Seeldrayers (Astana), Montaguti (Ag2r) e un Rabottini (Farnese) a caccia di punti sui gran premi della montagna per rafforzare la sua maglia azzurra: i battistrada hanno guadagnato fino a 5′ salendo verso il Valparola ma gli uomini della Euskaltel non hanno concesso ulteriore spazio, con Nieve intenzionato a ripetere l’impresa di un anno fa quando si impose in cima al Gardeccia sempre sulle Dolomiti.
Il capitano della formazione basca è scattato sulle prime rampe del Duran dove seguendo un copione già visto nelle precedenti giornate la Liquigas, con Agnoli e Damiano Caruso su tutti, si è portata al comando imponendo un ritmo come al solito sostenuto che ha provocato i cedimenti di uomini importanti come il 9° della classifica generale Casar (Fdj) e un irriconoscibile Rujano (Androni), e ha fatto sì che Nieve non riuscisse a guadagnare più di 1′; il basco ha dapprima raggiunto e staccato Montaguti e sulla successiva discesa si è riportato anche sul resto dei fuggitivi della prima ora ma a metà della salita di Forcella Staulanza il gruppo ridotto ormai a una trentina di atleti si è riportato sotto. A circa 3 km dalla vetta è avvenuto il primo colpo di scena di giornata con il leader dell’Astana Kreuziger che malgrado l’ascesa in quel punto non presentasse pendenze impossibili ha improvvisamente ceduto forse a causa di una crisi di fame transitando in cima con 1′ di ritardo che diventeranno poi oltre 11 al traguardo e uscendo così dai giochi per la vittoria finale.
Tutto si è comunque deciso sul Giau dove una volta esauritosi il lavoro dei gregari Basso ha preso il comando e alla sua ruota sono riusciti a resistere la maglia rosa Rodriguez (Katusha), Uran (Sky) Scarponi (Lampre), Pozzovivo (Csf) e inizialmente anche la maglia bianca Henao (Sky) che però ha chiesto troppo ai propri mezzi e si è piantato poche centinaia di metri dopo mentre il 4° della classifica generale Tiralongo (Astana) ha perso contatto fin dalle prime rampe completando la giornata nera per la formazione di Martinelli. Alle spalle del sestetto di testa hanno tentato di rinvenire Nieve malgrado lo sforzo precedente e Gadret (Ag2r) seguiti a breve distanza da un gruppetto comprendente Cunego (Lampre), Tschopp (Bmc), Pardilla e Intxausti (Movistar) e Brambilla (Csf) ma anche il ritardo di questi uomini è continuato a salire mentre davanti Basso ha tentato più volte di forzare l’andatura e anche Hesjedal mai così a suo agio in passato su queste pendenze ha provato uno scatto a metà salita; in ogni caso i big hanno proceduto assieme fino a 500 metri dal gpm quando una tirata di Pozzovivo ha provocato il cedimento di uno Scarponi vittima di crampi che è transitato in vetta con 20” di ritardo; anche Uran ha perso contatto nel tratto iniziale molto tecnico della successiva discesa ma in seguito sia il colombiano che l’Aquila di Filottrano sono riusciti a rientrare e il gruppetto è arrivato insieme al traguardo dove Basso ha tentato una volata lunghissima ma nulla ha potuto di fronte a un Rodriguez mai in difficoltà in salita e ancora sufficientemente fresco per andarsi a prendere il successo di tappa davanti al varesino, a Hesjedal, a Uran e a Scarponi con Pozzovivo 6° a 2”: 7° a 1′22” ha chiuso Intxausti che ha regolato il plotoncino con Cunego, Gadret e Nieve mentre il ritardo di Cataldo (Omega-QuickStep), Henao e Tiralongo è stato di 2′47”.
Il siciliano e Kreuziger sono così usciti dalle zone alte di una classifica che per il resto non muta nelle primissime posizioni con Rodriguez che ha 30” su Hesjedal, 1′22” su Basso e 1′36” su Scarponi: la lotta per la vittoria finale sembra ormai ridotta a questi quattro atleti con la maglia rosa che può essere soddisfatta per aver superato con grande disinvoltura il primo vero tappone di questo Giro, il canadese che esce a sua volta rafforzato e ha la crono di Milano dalla sua e il varesino che pur dando l’impressione di avere qualcosina in più degli altri ha sprecato un’occasione per fare la differenza, mentre il marchigiano se vorrà difendere il titolo del 2011 o conquistare almeno un posto sul podio dovrà sperare di avere una condizione migliore negli ultimi due tapponi che si concluderanno all’Alpe di Pampeago e sullo Stelvio. Prima del gran finale però torneranno in scena i velocisti nella 18a tappa, 149 km da San Vito di Cadore a Vedelago con il campione del mondo Cavendish a caccia del poker di successi parziali.

Marco Salonna.

GREIPEL BEFFA NAPOLITANO A BUGGENHOUT

maggio 23, 2012 by Redazione  
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Nella prima tappa del Giro del Belgio (Mechelen – Buggenhout, 162 km) arriva la vittoria al fotofinish per il tedesco della Lotto – Belisol, davanti al nostro Danilo Napolitano (Acqua & Sapone), il quale alza le braccia al cielo convinto di essersi aggiudicato la tappa. Terzo posto per Kenny Van Hummel (Vacansoleil), mentre Jacopo Guarnieri (Astana) porta a casa un buon quarto posto. Ovviamente Greipel è il primo leader della classifica generale. Domani la seconda tappa da Lochristi a Knokke Heist.

Andrea Giorgini

www.bikeshowtv.com

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La volata conquistata da Greipel a Buggenhout (foto AFP)

La volata conquistata da Greipel a Buggenhout (foto AFP)

FALZES – CORTINA D’AMPEZZO. DICESI TAPPONE…

maggio 23, 2012 by Redazione  
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È un classico irrinunciabile il tappone dolomitico, l’estenuante sequela di passi che annunciano grandi momenti sportivi anche se questa non sarà la frazione più dura del Giro 2012. Stavolta il ruolo di “castigamatti” toccherà ai passi Duran e Giau, che svettano per durezza sulle altre ascese in programma. Il percorso non strizza, però, l’occhio solamente agli scalatori puri, “sdrammatizzato” dalla lunga discesa che separerà la cima dell’ultima ascesa al traguardo, posto nel cuore di Cortina d’Ampezzo.

Cos’è un tappone?
Mentre pensavamo a come dare una risposta a questa domanda c’è subito tornato alla mente l’interrogatorio di Fantozzi in “Fantozzi contro tutti”, quando lo sfortunato ragioniere doveva illustrare, mentre gli si “intrecciavano i diti” cosa fosse l’oscura “punzonatura”. Scherzi a parte, proprio Paolo Villaggio potrebbe essere una delle persone più indicate a illustrarci luoghi e difficoltà della Falzes – Cortina, essendo il celebre attore un grande appassionato di arrampicate in montagna e nel tempo libero avrà sicuramente scalato qualche parete dei “Monti Pallidi”, magari le stesse da lui prescelte quali quinta ad uno dei capitoli della fortunata saga. Infatti, il finale di questa giornata potrebbe riservare una sensazione di “déjà vu” agli aficionados del personaggio lanciato dal comico genovese, che girò una delle più divertenti scene di “Fantozzi in Paradiso”, la discesa a valle nascosto in una botte di birra per inseguire un carro postale, proprio lungo la strada che dalla cima del Passo Giau condurrà il gruppo a Cortina, atto finale del “tappone”. E adesso tocca a noi cimentarsi nell’arduo compito di dare un significato a questo termine, forse un po’ abusato negli ultimi anni, da quando Zomegnan ha infarcito – talvolta esageratamente – il percorso di salite estreme, spesso proponendole come traguardo. Verrebbe immediato associarlo alla frazione disputata lo scorso anno andando verso le Torri del Vajolet, ma sarebbe un errore perché per tappone sarebbe più logico intendersi un percorso più completo e meno ammiccante verso gli scalatori puri. La storia del ciclismo, più che da tapponi con l’arrivo in salita finale, è fatta d’interminabili successioni di salite, frazioni con oltre 200 Km da percorrersi, 4-5 salite una dietro l’altra e il discesone finale per agevolare anche i campioni che sono meno scalatori. Tolto il chilometraggio, poiché oggi non si andrà oltre i 186 Km, la definizione sembra calzare a pennello con la tappa che si concluderà nella “perla delle Dolomiti” e che proporrà quattro grandi valichi, in un crescendo di difficoltà che avrà il suo clou nell’ascesa ai 2236 metri del Passo Giau, non solo la cima più elevata da raggiungere quest’oggi, ma anche la più ripida. Basta dire che nel 1992 le sue pendenze riuscirono a mettere in croce un campione del calibro di Laurent Fignon che, ironia della sorte, tre anni prima era andato in maglia rosa – nell’unico Giro che vinse – proprio nella frazione che proponeva il Giau, anche se scalato dal versante opposto, abbinato poi alla Marmolada e quindi al Pordoi, tremenda terna di passi affrontata a tratti sotto la neve.
Questa importantissima ma non decisiva giornata – le frazioni di montagna a venire saranno ancor più dure e potranno ancora rovesciare la classifica – partirà in salita poichè i chilometri iniziali vedranno il gruppo, poco dopo il via da Falzes, affrontare la pedalabile ascesa verso Terento (5,7 Km al 5%), piccolo centro posto all’imbocco della Valle dei Mulini, interessante non soltanto per i suoi numerosi mulini ad acqua ma anche per la presenza di spettacolari piramidi di terra formatesi in seguito alla naturale erosione del terreno. In ripida discesa – affrontata dal verso della salita questa strada fu uno dei momenti chiave della frazione che, nel 2004, consentì a Damiano Cunego si rivestire definitivamente la maglia rosa – ci si porterà in Val Pusteria, riallacciandosi per una decina di chilometri al tracciato della tappa del giorno prima, arrivando a Chienes – dove iniziava la salita finale verso Issengo – e poi seguitando sulla statale di fondovalle sino al bivio per la Val Badia, sovrastato dall’omonimo castello, maniero eretto nel X secolo d.C. e che in oltre mille anni di storia ha visto mutata due volte la sua destinazione d’uso originaria, divenendo prima un monastero benedettino e infine un albergo.
Nei successivi 28 Km si risalirà quasi per intero la valle di Corvara, con pendenze dolci che costituiranno un utile riscaldamento in vista del primo dei quattro passi di giornata, il Valparola. Prendendo gradualmente quota il tracciato raggiungerà il comune che ha lo stesso nome della valle, la cui frazione principale è molto conosciuta agli appassionati di ciclismo perché per anni Pedraces ha ospitato il raduno di partenza della più “gettonata” gran fondo italiana, la Maratona dles Dolomites, costretta poi a traslocare a Corvara per il sempre più crescente numero di partecipanti. È anche la base di una bellissima escursione, in parte effettuabile in funivia, che permette di raggiungere uno dei più elevati luoghi di culto dell’Alto Adige, il santuario di Santa Croce (2045 metri di quota), eretto ai piedi dell’omonimo “sasso”, cima delle Dolomiti Orientali che precipita verso la Val Badia con una parete verticale lunga quasi 900 metri.
Giunti a La Villa, dove si trova la celebre pista nera della Gran Risa, il gruppo cambierà valle e imboccherà quella di San Cassiano, risalendo la quale si perverrà nel volgere di una quindicina di chilometri circa ai 2197 metri del Passo di Valparola, affrontando in questo tratto una pendenza media del 5,6%. Nulla di trascendentale, una sorta di prolungamento del riscaldamento iniziato già da diversi chilometri e in attesa di giungere sulle salite più attese di giornata. Subito sotto lo scollinamento si trova il più celebre Passo del Falzarego, dove il tracciato della tappa confluirà su quello della “Grande strada delle Dolomiti”, uno dei più spettacolari itinerari stradali delle alpi, realizzato a tappe tra il 1895 e il 1909 per collegare Bolzano e Cortina attraverso i passi Costalunga, Pordoi e Falzarego. La sua “genesi” non ebbe scopi turistici ma bellici, essendo questa, all’epoca, zona di confine tra il Regno d’Italia e l’allora impero austro-ungarico, nella quale si combattè aspramente durante la prima guerra mondiale. Testimoni di quei tragici anni sono le gallerie scavate dagli alpini sopra il Falzarego, oggi percorse da un sentiero che permette di salire sul Lagazuoi.
A questo punto il gruppo imboccherà la “strada delle Dolomiti” in direzione di Bolzano, scendendo verso la valle percorsa dal Cordevole – il più importante affluente del Piave, le cui sorgenti si trovano presso il Pordoi – e sfiorando gli svettanti resti del castello di Andraz, citato per la prima volta dopo l’anno 1000 e originariamente proprietà dei vescovi di Bressanone.
Terminata la discesa vera e propria, lunga quasi 21 Km, la strada continuerà a perder quota per un tratto altrettanto lungo, ma in maniera meno decisa, incontrando all’inizio le rive del lago di Alleghe, inesistente sino all’11 gennaio del 1771 quando la caduta di una frana dal Monte Piz provocò lo sbarramento del corso del Cordevole e la conseguente formazione del bacino. Vi si specchia l’omonimo centro di villeggiatura, che tra il 1933 e il 1946 salì alla ribalta della cronaca nera per la catena di eventi conosciuti come “i delitti di Alleghe” e che ispirarono un romanzo di Sergio Saviane e, nel 1965, il film “La donna del lago”, ambientato in questi luoghi ma in realtà girato tra Brunico e la laziale Bolsena, con il locale lago a fare le “veci” del bacino bellunese.
Il tratto di strada che si starà percorrendo farà da “trait d’union” tra la prima grande salita del tracciato e le rimanenti tre, le più importanti ai fini della classifica. Attraversata Agordo, cuore del comprensorio sciistico Dolomiti Stars che negli scorsi anni ha supportato RCS Sport nell’organizzazione di tre duri tapponi (Zoldo Alto, Passo San Pellegrino e Marmolada), si andrà all’attacco della prima di queste tre ascese, quel Passo Duran che è “duro” non solo di nome ma anche di fatto (12,2 Km all’8,1%) e che riveste un ruolo particolare nella storia della corsa rosa, quello di Cima Coppi più bassa di sempre. Accadde al Giro del 1988 quando, tolto di mezzo lo Stelvio dalla neve, “profanata” l’ascesa al Passo del Rombo da un mezzo e caotico sciopero inscenato dai corridori e nell’impossibilità di rendere il Gavia (affrontato il giorno prima dello Stelvio) Cima Coppi “retroattiva”, alla giuria non restò altra scelta che collocare ai 1601 metri del Duran il traguardo intitolato alla memoria del campionissimo. Una gratificazione inattesa ma meritata per il passo dolomitico, le cui inclinazioni – la massima arriva al 14% – in passato hanno messo alla frusta più di un campione; se le ricorderà, tra i corridori in gara in quest’edizione, il veronese Damiano Cunego che lassù patì la prima giornata di vera montagna dell’edizione 2005 e perse quasi sei minuti, vedendo così vanificata la possibilità di ripetere l’exploit dell’anno precedente. Quel giorno l’arrivo era posto in salita a Zoldo Alto, comune composto di frazione scaglionate lungo la strada che conduce ai 1766 metri della Forcella Staulanza, asperità successiva anche di questa giornata. Rispetto al colle appena affrontato è tutto un altro pedalare – sono 12,3 Km al 6,9% – ma col Duran nelle gambe sicuramente lascerà il segno, così come lo lasceranno negli occhi le incantevoli viste sulla cima del Pelmo, monte soprannominato dalle genti locali “Caregon de ‘l Padreterno” perché ha la forma di un immane trono. La successiva discesa porterà il gruppo in uno degli angoli dolomitici meno noti e frequentati, la suggestiva Val Fiorentina dove merita una sosta il Museo Cazzetta di Selva di Cadore, centro principale della vale, intitolato alla persona che nel 1985 scoprì sotto un masso un eccezionale reperto archeologico, lo scheletro di un cacciatore vissuto nel mesolitico e battezzato “uomo di Mondeval”.
Proprio all’uscita da Selva inizierà il tratto più impegnativo di questa giornata, l’ascesa al Giau. Ha un solo “difetto”, quello di non superare i 10 Km di lunghezza per uno sputo, ma in quei 9800 metri in molti vedranno i “sorci verdi”, complici pendenze che andranno da una media del 9,3% a un massimo del 14% e con l’unico conforto dei numerosi tornanti, quasi venti. Giunti nel luogo dove Fantozzi rotolò, per chi sarà riuscito fin lì a stringere i denti e limitare i danni verrà ora il momento d’aprire la bocca e lasciarsi andar giù lungo una discesa ripida ma non troppo, un autentico tuffo dove un buon discesista sarà in grado di recuperare il terreno perduto e chi non lo sarà dovrà accodarsi ai più esperti e sperare nella buona sorte.
Il ragioniere più iellato d’Italia non riuscì a completare l’inseguimento e la lettera che gli sfuggiva, piena di parole d’odio verso la moglie Pina, giunse al “traguardo” prima di lui.
Ma quella era finzione. La Falzes – Cortina è pura realtà, una realtà viva sino ai titoli di coda. Tutto può ancora cambiare.
Dicesi tappone….

I VALICHI DELLA TAPPA

Schnurer Höfe (1259m). Vi transita la “strada del sole”, tra Issengo e Terento. Nei pressi del valico, in località Marchner (1271 metri), nel 2004 era posto il GPM di Terento nel finale della tappa San Vendemiano – Falzes, conquistata come il traguardo della montagna da Damiano Cunego.

Passo di Valparola (2192m). Aperto tra il Sasso di Stria e il Piccolo Lagazuoi, è attraversato dalla strada provinciale che mette in comunicazione la Val Badia con Cortina d’Ampezzo, tra la località di Armentarola e il Passo di Falzarego. È stato finora tre volte GPM al Giro ma le scalate effettuate sono state quattro perché la prima volta (1976, tappa Longarone – Torri del Vajolet) Torriani decise di anticipare lo striscione al passaggio dal sottostante Falzarego. I tre corridori che hanno conquistato questo valico sono stati lo spagnolo Fernández Ovies nel 1977 (tappa Cortina d’Ampezzo – Pinzolo, vinta da Baronchelli), il francese Mottet nel 1990 (tappa Dobbiaco – Passo Pordoi, vinta dallo stesso corridore) e l’elvetico Wegmann nel 2004 (la citata tappa di Falzes). La scalata al Valparola era prevista anche nel finale della tappa Bassano del Grappa – Corvara del Giro 1992 ma, a causa della caduta di una frana lungo la discesa verso La Villa, si scollinò al Falzarego per poi raggiungere il traguardo attraverso il Campolongo. Quotata 2197 sulle cartine del Giro 2012.

Passo di Falzarego (2105m). Aperto tra il Piccolo Lagazuoi e il Nuvolau, è attraversato dalla SS 48 “delle Dolomiti”, tra Pocol (Cortina d’Ampezzo) e Cernadoi (Livinallongo del Col di Lana). Valico tra i più prestigiosi delle Dolomiti è anche uno dei passaggi più frequentati dal Giro d’Italia, che l’ha inserito nel percorso per la prima volta nel 1940, tre anni dopo la prima storica tappa dolomitica. Il primo a conquistarlo è stato Bartali, che poi s’imporrà sul traguardo della Pieve di Cadore – Ortisei, nel primo Giro vinto da Fausto Coppi. Dopo questo precedente altri 17 GPM si sono disputati al Falzarego: tra i dominatori ricordiamo Coppi (1946, 1947 e 1948) e Merckx (1974) mentre l’ultimo è stato Emanuele Sella, in occasione della tappa che vinse sul Passo Fedaia al Giro del 2008.

Sella di Castello (1240m). Attraversata dalla SS 347 “del Passo Cereda e del Passo Duran” salendo da Agordo al Passo Duran.

Passo Duran (1601m). Aperto tra i monti San Sebastiano e Moiazza, è attraversato dalla SS 347 “del Passo Cereda e del Passo Duran” e mette in comunicazione Agordo con Dont (Forno di Zoldo). Al Giro è stato scalato 8 volte e il battesimo fu di fuoco perché la prima scalata avvenne in occasione della tappa Belluno – Moena del 1962, interrotta in cima al Rolle (dove fu dichiarato vincitore Vincenzo Meco) a causa delle pessime condizioni meteorologiche e dopo che sul Duran era transitato per primo lo spagnolo Angelino Soler. Non si salì, invece, nel 1969 quando, per le medesime cause, la tappa Trento – Marmolada fu interrotta e annullata poco dopo la partenza. L’ultimo a scollinare in testa il Duran è stato il colombiano Rujano durante la tappa Marostica – Zoldo Alto del 2005, vinta da Savoldelli.

Forcella Staulanza (1773m). Aperta tra i monti Crot e Pelmetto, è attraversata dalla SS 251 “della Val di Zoldo e Val Cellina” e mette in comunicazione Dont (Forno di Zoldo) con Selva di Cadore. Quotata 1766 sulle cartine del Giro 2012, come il Duran ha debuttato col passaggio in testa dello spagnolo Soler in occasione del tappone del Rolle. Pure annullata nel 1969, ha “assistito” a otto ritorni della corsa rosa che vi è scollinata l’ultima volta nel 2006, durante la tappa Pordenone – Passo San Pellegrino (vinta dallo spagnolo Garate), con passaggio in testa di Fortunato Baliani.

Passo di Giau (2233m). Situato ai piedi dei monti Nuvolau e Giau, è valicato dalla SS 638 “del Passo di Giau”, che mette in comunicazione Cortina d’Ampezzo con Selva di Cadore. Quotato 2236 sulle cartine del Giro 2012. La corsa rosa vi è già salita sei volte, a partire dall’edizione del 1973, quando fu proposto nel tracciato della tappa Andalo – Auronzo di Cadore, vinta dallo scalatore spagnolo Fuente, primo anche al GPM. Gli altri conquistatori di questo valico sono stati il colombiano H. Cardenas nel 1989 (Misurina – Corvara, Giupponi), il francese Cornillet nel 1992 (Bassano del Grappa – Corvara, Vona), Leonardo Piepoli nel 2007 (Trento – Tre Cime, Riccò), Emanuele Sella nella tappa che vinse nel 2008 sulla Marmolada e lo scorso anno Stefano Garzelli nella frazione delle Torri del Vajolet.

Mauro Facoltosi

RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

FOTOGALLERY

Foto copertina: fotogramma di “Fantozzi contro tutti” (Neri Parenti / Paolo Villaggio, 1980)

Piramidi di terra di Terento (www.alto-adige.com)

Piramidi di terra di Terento (www.alto-adige.com)

Castel Badia (flickr)

Castel Badia (flickr)

Val Badia, santuario di Santa Croce (www.ruac.it)

Val Badia, santuario di Santa Croce (www.ruac.it)

La Marmolada vista dalla galleria del Lagazuoi, sopra il Passo Falzarego (panoramio)

La Marmolada vista dalla galleria del Lagazuoi, sopra il Passo Falzarego (panoramio)

Castello di Andraz (www.paesionline.it)

Castello di Andraz (www.paesionline.it)

Lago di Alleghe (www.vacanze-e-montagna.it)

Lago di Alleghe (www.vacanze-e-montagna.it)

Monte Pelmo (www.montecivetta.it)

Monte Pelmo (www.montecivetta.it)

Delizioso scorcio della Val Fiorentina (panoramio)

Delizioso scorcio della Val Fiorentina (panoramio)

Scena di Fantozzi in paradiso girata al Passo Giau (www.davinotti.com)

Scena di <<Fantozzi in paradiso>> girata al Passo Giau (www.davinotti.com)

Passo Giau (www.davinotti.com)

Passo Giau (www.davinotti.com)

Fantozzi (in botte) rotola a valle dal passo Giau (www.davinotti.com)

Fantozzi (in botte) rotola a valle dal passo Giau (www.davinotti.com)

Linizio della discesa verso Cortina (www.davinotti.com)

L'inizio della discesa verso Cortina (www.davinotti.com)

Cortina dAmpezzo (www.fotografieitalia.it)

Cortina d'Ampezzo (www.fotografieitalia.it)

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI FALZES

maggio 23, 2012 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Come negli ultimi anni, dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; i punti salienti della tappa a venire; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1953. Seguiteci.

Foto copertina: il gruppo transita sulle rive del Lago di Garda nei chilometri iniziali della tappa di Falzes (foto Ansa)

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Italia

Izaguirre brinda a Falzes. Oggi tappone a Cortina (Gazzetta dello Sport)

Giro d’Italia: a Izaguirre la 16/a tappa (Corriere dello Sport – Stadio)

Canada

Spain’s Izaguirre wins Stage 16 of Giro d’Italia (The Globe and Mail)

Victoria’s Ryder Hesjedal still second at Giro d’Italia (The Sun)

Lituania

16-ąjį „Giro d’Italia“ etapą laimėjo 16 sek. greičiau už kitus finišavęs ispanas(Lietuvos Rytas)

Danimarca

Spanier tog fusen på Lars Bak (Jyllands-Posten)

Bak: Jeg kunne ikke vinde i dag (Sporten.dk)

Lars Bak i ny flot Giro-opvisning – Riis’ tidligere folkehelt glæder sig til skrap Giro-finale (Politiken)

Regno Unito

Izagirre wins stage 16 of Giro d’Italia (The Daily Telegraph)

Izaguirre takes Stage 16 of Giro d’Italia (The Independent)

Francia

Rodriguez : «Pas prendre des risques inutiles» – Izaguirre a joué au solitaire.
(L’Equipe)

Spagna

Izagirre gana en la víspera de la llegada a los Dolomitas (AS)

El Euskaltel ya tiene cobertura (Marca)

Izaguirre gana la etapa y ‘Purito’ se mantiene líder (El Mundo Deportivo)

Costa Rica

Amador fue 122 en su inicio como peón (La Nación)

Colombia

Español Izagirre ganó etapa 16 del Giro de Italia (El Espectador)

El ciclista colombiano Sergio Luis Henao quedó en la casilla 47 de la etapa 16 (El Tiempo)

Belgio

John Izagirre vainqueur en solitaire de la 16e étape (Le Soir)

Izagirre soleert naar knappe overwinning in Giroo (De Standaard)

Izagirre en solitaire, Rodriguez reste en rose (L’Avenir)

Le Basque Izagirre remporte la 16ème étape du Giro (La Dernière Heure/Les Sports)

Izagirre déroule, Rodriguez se repose (Sudinfo.be)

Barst Giro open in zware Dolomietendobber? – Izagirre soleert naar knappe overwinning in Giro (Het Nieuwsblad)

Lussemburgo

Izaguirre setzt sich im Schlussanstieg ab (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)

Izaguirre entscheidet 16. Etappe für sich‎? – Nervenkrieg im Hause RadioShack (Tageblatt)

Paesi Bassi

Derde plaats Clement in Giro (De Telegraaf)

USA

Spaniard Captures 16th Giro Stage (The New York Times)

Australia

Spaniard Izagirre wins Giro 16th stage (The Age)

Going solo pays off at Giro (Herald Sun)

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

PRIMA DELLA TAPPA

Mauro Facoltosi: Cosa prevedete? L’azione di qualche finisseur? Qualche velocista riuscirà a reggere? Oppure qualche movimento tra i big (magari di Hesjedal, che se riuscirà a guadagnare un piccolo gruzzoletto poi con l’abbuono potrebbe tornare rosa)?

Scattista: non credo Hesjedal. Se parte, Rodriguez lo marca subito. Segnalo la conferenza stampa di Basso, il quale sembra veramente tranquillissimo e sicuro di vincere: http://www.gazzetta.it/Giroditalia/21-05-2012/giro-basso-pensa-rosa-aspetto-alta-montagna-911293354129.shtml
“l’alta montagna è dove non ci sono alberi, dove non c’è erba, dove c’è solo roccia… CHI HA GAS DOVE FINISCE LA VEGETAZIONE FA LA DIFFERENZA!”

MirkoBL: Vista l’apatia che regna nel gruppo di pecoroni va a finire che vince Cavendish

Hotdogbr: fuga che arriverà al traguardo con gente tipo Pinotti, Bruseghin e Txurruka e in gruppo non succederà niente, chi glielo fa fare a Rodriguez di scattare per guadagnare 5” vista la tappa di domani

Howling Wolf14: Non so quale sia l’obiettivo finale di Hesjedal, ma se lo scopo della sua presenza è legato al tentativo di vincere il Giro o di ottenere un buon piazzamento, tipo podio, non è certo questa la tappa nella quale può andare alla riconquista della maglia rosa. Il Giro si vince altrove. Un giorno in più o un giorno in meno in rosa non fa differenza. Specie per chi gioca grosso. Discorso diverso per chi invece sa di non poter vincere il Giro: per lui un giorno in più in maglia rosa è un successo.

Gibosimoni: Mi sembra una tappa del tutto inutile in una terza settimana del Giro.. Non è per i big ma non è nemmeno l’ultima cartuccia per i velocisti. Non potevano sfruttare questa giornata per fare una bella crono di 30-40 Km?

DOPO LA TAPPA

Gibosimoni: Confermo il mio giudizio, tappa INUTILE e senza senso. Tappe come quella di oggi confermano che se non verrà data una svolta all’organizzazione, il Giro è destinato a diventare una corsetta.

Mauro Facoltosi: Ma non si possono pretendere tappa di montagna ogni giorno; oppure solo tappe di montagna e solo tappe per velocisti, ci vogliono anche giornate che sono vie di mezzo, come questa.

Hotdogbr: peraltro le tappe da fuga di questo tipo nel finale del Giro c’erano anche con Zomegnan, vedi Varese nel 2008 o Pejo Terme nel 2010 anche se lì si era mosso anche qualcosa tra i big, se ci fosse stato un Bettini o qualche altro uomo fuori classifica in grado di fare la differenza nel finale invece del solo Rodriguez l’esito sarebbe potuto essere diverso

Maxi_78: Infatti. E se proprio devo dire la verità, a me questo giro d’Italia finora è piaciuto. Forse avrei previsto una tappa da classifica già nelle prime due settimane, piuttosto che questa concentrazione di montagne nel finale che invece non mi piace. Cervinia, obiettivamente, non bastava. Le Alpi occidentali offrono ben di più, ma ohibò raramente vengono sfruttate! Sono d’accordo invece sull’assenza della crono individuale, ma da qualche anno penso che al giro si sia cercato di privilegiare gli scalatori. Con un po’ di innegabile livellamento generale, una lunga crono rischia di rendere vane anche le montagne più aspre, forse non si vuol correre questo rischio, sacrificando però le aspettative di alcuni potenziali vincitori.

Jack.ciclista: Se Basso, Scarponi e Rodriguez si trovassero dopo 10 tappe a dover recuperare 7 minuti a Cancellara, Wiggins, Millar e Martin credi che aspetterebbero la tappa più dura della corsa o proverebbero a muoversi molto prima ?
E se un cronoman si trovasse con un margine abbondante prima di un tappone con 4 salite credi che penserebbe solo a rientrare nel tempo massimo o sputerebbe l’anima per stare con i migliori ?

Maxi_78: Beh, non è tanto dagli specialisti, quanto dai corridori polivalenti, che una volta presi dei minuti a cronometro gli scalatori non potrebbero difendersi.
Comunque non vorrei essere frainteso. Secondo me una bella cronometro ci sarebbe dovuta essere. E torno a ripetere, come idea non vorrei neanche questo finale con 3 tapponi in 4 giorni. Mi sembrano più che altro tentativi di creare grande aspettative nel pubblico, facendo sognare imprese d’altri tempi che però oggigiorno sono sempre più difficili. Pronto a essere smentito dai fatti, naturalmente!
Ah, per finire… oggi ho visto solo la sintesi, ma la tappa a me è invece sembrata molto azzeccata! Non troppo facile, non troppo difficile, con la possibilità di rifiatare e riprendere il ritmo gara dopo il giorno di riposo, che talvolta parecchi corridori soffrono.

Howling Wolf14: Ha ragione Jack. E aggiunge che una grande corsa tappe dovrebbe essere destinata ai corridori polivalenti. Non agli scalatori. Per gli scalatori una volta c’era il “Trofeo dello scalatore”. Lo si potrebbe ripristinare. Una grande corsa a tappe deve sempre cercare di privilegiare i fondisti, gli uomini di resistenza. Questo dovrebbe essere un principio incontestabile e duraturo. Non dovrebbe, un organizzatore di corse a tappe, privilegiare una categoria piuttosto che un’altra. Altrimenti, paradossalmente, un giorno si potrebbe decidere anche di far vincere il Giro a un velocista tipo Cavendish o Petacchi. Nemmeno un Hushovd o un Bennati. E state certi che sarebbe possibile.

Salitepuntocià: Una grande corsa a tappe dovrebbe essere equilibrata, ma nessuna lo è nel 2012. Il Giro pur non duro ha solo una crono. Il Tour di quest’anno pare il giro dell’epoche Torriani, se Saronni e Moser avessero avuto 21 e 25 anni erano pretendenti alla vittoria ma anche un Knudsen o Maertens… La Vuelta forse mi pare piu equilibrata, ma non è il massimo mancando l’Angliru. Quindi in una ipotetica corsa equilibrata, ci vogliono le crono ma anche bilanciate da 2 tappe di montagna dure, cioè con salite stile angliru,nortirolo,o mont colombis in francia… Se si chiede un trofeo dello scalatore per gli scalatori, allora giustamente si puo dire che non si deve mettere nemmeno una crono nei GT, perchè una volta c’era il GP delle Nazioni, e il Castrocaro, a cronometro, perchè non li ripristinano? Quindi o si tengono tutti e 2 o nessuno. Le altre tappe invece dovrebbero essere bilanciate fra pianura, media montagna dolce, media montagna impegnativa, e montagna (cioè non massacranti, tipo il tour o cervinia/block haus, sierra nevada per intenderci), ecco cosi’ sarebbe equilibrata, ma nessuno dei GT lo vuole, ma è una scelta fatta in base al mercato… il giro “deve”essere per scalatori, il tour “deve” essere per passisti, la vuelta “deve” essere per “preparare il mondiale”…

Howling Wolf14: L’analisi di Punto Cià è abbastanza aderente alla realtà. Però io vorrei sottolineare che non si tratta di una differenziazione risalente al passato, tantomeno quello remoto. Si è radicalizzata nel recentissimo passato. Ma per inerzia o soltanto per la smania di differenziarsi? E non sarebbe il caso, invece di puntare a differenziarsi sul piano del percorso, di concentrare sforzi ed energie su una partecipazione qualificata?
Tanto si sa che al giorno d’oggi gli scalatori non ci sono più. Abbiamo visto che fine sono destinati a fare quelli che in qualche maniera, ma ne sono veramente una bruttissima copia, ricordano quelli leggendari del passato, tipo Pozzovivo, Rujano, Nieve o Sella. E sono gli unici esemplari. Spariscono miseramente, sembrano pesci fuor d’acqua, sono capaci di una bella prestazione in una tappa, poi finiscono nel grigiore più avvilente.
E non mi si venga a raccontare che Scarponi, Basso o Rodriguez sono degli scalatori. I primi due sono dei discreti fondisti che riescono a salvarsi in salita, lo spagnolo è uno scattista da salite da max 2 chilometri, se lo porti lì fresco ti fa la sparata e fa il vuoto. Se invece di 2 km ce ne sono 8, nel giro di poco lo raggiungi e lo salti pure di slancio. Al Giro è riuscito finora ad avere un ruolo importante e a candidarsi addirittura, a 4 giorni dalla fine, al ruolo di possibile vincitore finale solo perché al Giro non c’è nessuno, ma veramente nessuno.
Se quindi il Giro lo dovesse vincere Scarponi si eviti poi di venire a dire che Scarponi è il più bravo scalatore perché ha vinto il Giro, corsa per scalatori. Questa sarebbe la pretesa dell’RCS, che vorrebbe che il Giro si distinguesse per questa caratteristica, ma in realtà non è così. Già lo slogan “la corsa più bella del mondo nel paese più bello del mondo” fa già girare le scatole ed è un segnale allarmante di questa magalomania galoppante dell’organizzazione. Si cerchi di essere più concreti e di lasciare gli slogan ai più penosi politici.

Eliacodogno: Il Gp des Nations c’è ancora (forse ha cambiato nome)…fino a metà degli anni 90 poteva sostituire il prestigio di un campionato del mondo della specialità, adesso che il mondiale a crono esiste ha perso di prestigio (anche se l’albo d’oro conserva, anche solo per caso, qualche nome buono)

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

POST.GIRODITALIA.IT: i punti salienti della tappa a venire

a cura di Matteo Novarini

DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Y viva España (Manolo Escobar)

a cura di DJ Jorgens

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Limone sul Garda – Falzes

Falzes : poco nuvoloso, 15,6°C (percepiti 12°C), venti moderati da NNE (16-25 Km/h), umidità al 68%
Badia – Pedraces (Km 54,5): poco nuvoloso, 15,8°C (percepiti 12,5°C), venti moderati da NNE (14-20 Km/h), umidità al 58%
Cencenighe Agordino (Km 105,3): alternanza di pioggia debole (0,2 mm) e schiarite, 22,4°C, venti deboli da SE (5-10 Km/h), umidità al 55%
Selva di Cadore (Km 157,8): alternanza di pioggia debole (0,1 mm) e schiarite, 18,6°C, venti deboli da ENE (8-18 Km/h), umidità al 52%
Cortina d’Ampezzo: poco nuvoloso con qualche goccia di pioggia, 19,3°C (percepiti 17°C), venti moderati da NE (12-28 Km/h), umidità al 48%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa

Bartoletti: “Limone del Garda” (Limone sul Garda)
Bartoletti, dopo aver mostrato una foto di Zandegù da giovane: “Questo è Dino Zandegù da oggi” (invecchiato di botto nel giro di un nanosecondo?)
Guardini:”Andare a piano” (pensava di andare piano e di tornare su ai Resinelli?)
Bartoletti: “Immediata dopovittoria”
Bartoletti su Sgarbozza: “Si arrabatta per fare il pronostico del giorno dopo”
Bartoletti su Alfredo Martini: “Per 23 anni commissario tecnico” (i mondiali diretti sono stati 23… ma l’ha fatto per 22 anni il C.T.)
Belli: “Siamo sul nastro di partenza” (e Bartoletti, di risposta: “E che sono, cavalli?”)
Bartoletti: “I metereologi, lo dico, il tempo è incerto” (dicono)
Bartoletti a Belli: “Questi non partono se tu non li sbandieri”
Sgarbozza sul Giro del Trentino: “Una corsa che ha portato al Giro d’Italia i grandi campioni”
Bartoletti: “Qualcuno ha sgambato”
Martini: “Nel suo proprio tempo”
Martini: “Sul Gavia siamo già a 2300 metri” (trecento in più)
Bartoletti: “Gli amici di Raisport2 si saranno annotati tutti”
Bartoletti, leggendo un titolo di giornale: “Ora si scioglie” (c’era scritto sceglie)
Bartoletti: “Corbrelli (Colbrelli)
Sgarbozza, alla lavagna: “Rodrigo” (1° tentativo), “Rodriguz” (2° tentativo), “Rodriguez” (3° tentativo, alleluia)
Bartoletti: “Automobilismi”
Bartoletti, commentando il successo di Luca Scinto al Gran Premio Città di Camaiore del 1995: “Successo in maglia Mapei” (Scinto ha corso con la Mapei dal 1999 al 2002; all’epoca correva per la MG Maglificio)
Sgarbozza: “E’ una dappa” (raffreddado?)
Bartoletti, leggendo un titolo su Rodriguez: “Sono vicino al trionfro”
De Stefano: “Le vittime del Stava” (della tragedia di Stava)
De Stefano: “Li aspettano quattro giorni notevoli, ne mancano cinque, ma Milano sarà crono” (vuoi dire che la crono è una passeggiata?)
De Stefano, introducendo Alberto Faustini: “Direttore dell’Alto Adige Trentino” (1a volta), “Direttore del Trentino Alto Adige” (2a volta) (Faustini è il direttore dei quotidiani “Il Trentino” E “L’Alto Adige”)
Faustini: “Abituati per anni a raccontare le gesta dei trentini e degli altoatesini sulle strade rosa” (di corridori altoatesini non ce ne risultano molti)
Faustini: “Michil Costa ha la maglia rosa perché ha vinto il Giro” (ah, ti riferivi a lui? Ma non è mai stato un corridore, Costa è l’organizzatore della Maratona dles Dolomites)
De Stefano: “Maratona delle Dolomite”
De Stefano: “Comitato organizzatore del tappa”
Conti: “Ugno spagnolo”
Michil Costa, raccontando la storia delle terre ladine: “Queste popolazioni si incunearono nelle ali” (volavano sopra le valli?)
Pancani: “Farnese Neri” (Farnese Vini – Selle Italia, Neri è un vecchio sponsor uscito dal gruppo)
Pancani: “Quando passano 83 Km” (mancano)
Savoldelli: “Richiudere dal gruppo alle varie fughe di giornata”
Pancani: “Maglia giallo flù”
Cassani: “Maria Canins, vincitrice di Giri d’Italia” (uno solo, quello del 1988)
Cassani: “Vincenzo Visconti”
Cassani: “Nonostante il papà è stato un buon professionista” (Cassani stava parlando della carriere di Luciano Rabottini, buon professionista e vincitore di una Tirreno Adriatico; messa così sembra che il figlio Matteo sia un buon professionista, nonostante il papà sia stato una schiappa)
Pancani: “Un abbraccio anche per te, Silvio” (voleva dire “una domanda”)
Maini: “Esedal” (Hesjedal)
Pancani: “chilometri rodari” (orari)
De Luca: “Roberto Amodio” (Amadio; Amodio è un ex calciatore)
Pancani: “Poteva essere una tatta” (tappa)
De Stefano: “Eroe di Resinelli”
De Stefano: “Paolo Savoldelli, le senzazioni della moto?”
Guardini: “Ho molte intenzioni di passare anche domani”
Ghisalberti: “Domani si comincia con l’alta montagna” (Cervinia e Lecco cos’erano?)
De Stefano: “De Marchi, 3° a Cortina” (Falzes)
Sangiorgio: “Cortina saprà se nel 2017 ospiterà i mondiali di sci del 2017″ (perchè? c’è anche la possibilità che ospitino nello stesso anno quelli del 2018?)
Sangiorgio: “Scavallato il Passo Duran”
Pellizotti: “Qua semo all’ultimo chilometro” (xe capise che te xe veneto)
Conti, commento il 1996: “Sul finale di questa immagine ci sarà spazio anche per Peter Luttenberger” (non immagine ma stagione)
Ordine d’arrivo Gazzetta: “Izaguirre” (Izagirre)
Televideo: “Sullo strappo conclusivo dove allunga e vince in solitaria il basco…” (l’arrivo era altrove)
Sportitalia 24: “Da scalare Manghen e Giau prima della picchiata su Cortina” (il Manghen lo si farà nella tappa di Pampeago)
Sportitalia 24: “Frazione con arrivo a Madonna di Campiglio e con il terribile Giau” (l’arrivo è a Cortina, l’avevate detto poco prima!!!)
Le Soir (quotidiano belga): “John Izagirre” (dopo che tanti gli hanno sbagliato il cognome, questi l’hanno messo giusto… ma hanno cannato il nome, c’è una acca di troppo)

IL GIRO DEL PRIMO STELVIO

Ecco come il quotidiano l’Unità presentò ai propri lettori le gesta dei partecipanti al Giro del 1953, prima edizione della corsa rosa a presentare l’ascesa allo Stelvio (quest’anno meta dell’ultima tappa di montagna) e ultima conquistata da Fausto Coppi. Altimetrie, planimetrie e tabelle di marcia dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessi selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)

L’INTRAMONTABILE BARTALI E’ PRIMO SUL TONALE MA MAGNI VINCE ALLO SPRINT A RIVA DEL GARDA
Anche in montagna il “Giro” ha conosciuto la stanca musica del tran-tran
Tutti gli assi nel gruppo battuto da Fiorenzo – La classifica sostanzialmente immutata – De Santi dichiara guerra a Fausto Coppi – Oggi si corre la Riva del Garda – Vicenza km. 166

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ARCHIVIO ALMANACCO
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

1a tappa Herning (raduno di partenza)

1a tappa Herning (cronometro)

2a tappa Herning (linea)

3a tappa Horsens

4a tappa Verona (cronosquadre)

5a tappa Modena – Fano

6a tappa Urbino – Porto Sant’Elpidio

7a tappa Recanati – Rocca di Cambio

8a tappa Sulmona – Lago Laceno

9a tappa San Giorgio del Sannio – Frosinone

10a tappa Civitavecchia – Assisi

11a tappa Assisi – Montecatini Terme

12a tappa Seravezza – Sestri Levante

13a tappa Savona – Cervere

14a tappa Cherasco – Cervinia

15a tappa Busto Arsizio – Lecco / Pian dei Resinelli

22-05-2012

maggio 23, 2012 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA
Lo spagnolo Jon Izagirre Insausti (Euskaltel – Euskadi) si è imposto nella sedicesima tappa, Limone sul Garda – Falzes/Pfalzen, percorrendo 173 Km in 4h02′00″, alla media di 42,892 Km/h. Ha preceduto di 16″ l’italiano Alessandro De Marchi (Androni Giocattoli) e l’olandese Clement. Lo spagnolo Joaquim Rodriguez Oliver (Katusha Team) ha conservato la maglia rosa, con 30″ sul canadese Hesjedal e 1′22″ sull’italiano Ivan Basso (Liquigas-Cannondale).

TOUR OF JAPAN
L’argentino Maximiliano Ariel Richeze (Team Nippo) si è imposto nella prima tappa, circuito di Mino, percorrendo 160,7 Km in 3h49′26″, alla media di 42,025 Km/h. Ha preceduto allo sprint il polacco Wiesiak e l’australiano Shaw. Due italiani in gara: Marino Palandri (Amore & Vita) 26°, Fortunato Baliani (Team Nippo) 44°. Richeze è il nuovo leader della classifica, con 5″ sull’australiano Clarke e 6″ sull’argentino Mauro Abel Richeze. Baliani 9° a 14″, Palandri 30° a 20″.

AN POST RÁS (Irlanda)
Il lituano Gediminas Bagdonas (Belgium An Post Sean Kelly) si è imposto nella terza tappa, Gort – Westport, percorrendo 145 Km in 3h09’03″, alla media di 46,019 Km/h. Ha preceduto allo sprint il polacco Bialoblocki e l’olandese Eefting. L’elvetico Pirmin Lang (Switzerland Atlas Jakroo) ha conservato la testa della classifica, con lo stesso tempo dei britannici Moss ed Handley.

IZAGIRRE, FURORE BASCO. CALMA PIATTA TRA I BIG

maggio 22, 2012 by Redazione  
Filed under News

Gli uomini di classifica si studiano alla vigilia dei tapponi di montagna dei prossimi giorni e l’uomo del giorno è il talentuoso 23enne dell’Euskaltel che stacca sullo strappo finale i 9 compagni di fuga e si impone in quel di Falzes davanti a De Marchi e Clement con Joaquim Rodriguez sempre in rosa

Foto copertina: Izagirre solo a Falzes (foto Bettini)

Dopo il secondo giorno di riposo il Giro approda a Falzes dove in tempi recenti sono state scritte pagine importanti della storia della corsa rosa dapprima nel 1997 con il successo di Rubiera e soprattutto Ivan Gotti che dopo aver conquistato il primato a Cervinia staccò definitivamente Tonkov ponendo le basi per la vittoai finale e successivamente nel 2004 con la cavalcata solitaria di Damiano Cunego che partì sul Furcia e si impose strappando la maglia rosa a Popovych per poi mantenerla fino a Milano: rispetto ad allora però l’altimetria è completamente diversa con nessuna vera asperità dalla partenza di Limone sul Garda fino a 4800 metri dal traguardo quando inizia uno strappo di 2,3 km con pendenze intorno al 9% prima degli ultimi 2,5 km pianeggianti. Un finale del genere era tagliato su misura per la maglia rosa Joaquim Rodriguez ma alla luce dei tremendi tapponi che attendono i corridori in cui l’apporto dei gregari sarà determinante il direttore tecnico della Katusha Valerio Piva ha scelto di non spremere la sua formazione che dopo 80 km di continui attacchi e velocità sostenutissima ha dato via libera a Jon Izagirre (Euskaltel), fratello minore di Gorka anch’egli professionista nella formazione basca ma non presente al Giro, De Marchi (Androni), Frank (Bmc), Maes (Omega-QuickStep), Herrada (Movistar), Clement (Rabobank), Brandle (NetApp), Boaro (Saxo Bank), al vincitore della tappa di Sestri Levante Bak (Lotto-Belisol) e a Mazzanti (Farnese), decano della corsa con i suoi 38 anni, che si sono giocati il successo: inizialmente ci ha provato l’Astana, più per un discorso di classifica a squadre che per tentare qualcosa nel finale con Kreuziger o Tiralongo, a tenere cucita la corsa ma ben presto anche gli uomini di Martinelli hanno desistito e nessun’altra squadra ha preso in mano l’iniziativa anche perchè tutti i fuggitivi erano distanziati da 32 minuti in su nella classifica generale.
Nel gruppo maglia rosa non è accaduto nulla neppure sullo strappo finale percorso ad andatura regolare mentre davanti si è scatenata la bagarre fin dalle prime rampe con Herrada, Izagirre e Frank, sulla carta il miglior scalatore tra i battistrada ma molto deludente nelle giornate precedenti, a provarci nell’ordine ma a fare la differenza è stato il 23enne basco, già vincitore in stagione in una cronometro alla Vuelta Asturias e fratello minore di Gorka anch’egli professionista nell’Euskaltel ma non presente in questo Giro, grazie a una seconda accelerazione che non ha lasciato scampo agli avversari, con De Marchi che a un certo punto ha dato l’impressione di potersi riportare sotto ma nel finale dell’ascesa ha venendo ripreso dagli immediati inseguitori.
Izagirre ha ulteriormente incrementato il vantaggio nel tratto pianeggiante conclusivo e ha tagliato in solitaria il traguardo con 16” su De Marchi, apparso stizzito per aver nuovamente sfiorato il successo dopo il terzo posto di Cervinia, e Clement, 19” su Frank e 21” su Herrada seguiti alla spicciolata da Boaro, Brandle, Maes, Bak e Mazzanti mentre il gruppo con tutti gli uomini di classifica ha chiuso con un distacco di 9 minuti preceduto di poco da Flecha (Sky) e Pirazzi (Csf). La classifica generale resta quindi immutata e vede Rodriguez al comando con 30” su Hesjedal, 1′22” su Basso, 1′26” su Tiralongo, 1′27” su Kreuziger e 1′36” su Scarponi ma con la 17a tappa, 186 km da Falzes a Cortina d’Ampezzo, il Giro entra nella sua fase decisiva: il Passo Valparola che si affronterà nella fase iniziale è pedalabile ma gli ultimi 70 km sono micidiali con il Passo Duran, 12,2 km all’8%, la più abbordabile Forcella Staulanza, 12,3 km al 6,9%, e il durissimo Giau, 9,9 km al 9,3%, che verranno scalati senza soluzione di continuità prima degli ultimi 18 km di discesa molto tecnica verso il traguardo; fin qui tra i big è regnato l’attendismo anche per via di percorsi che non consentivano di fare grandi differenze ma se qualcuno volesse finalmente scoprire le carte troverà nelle Dolomiti bellunesi il terreno giusto per farlo.

Marco Salonna

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