25-05-2012

maggio 26, 2012 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA
Il ceco Roman Kreuziger (Astana Pro Team) si è imposto nella diciannnovesima tappa, Treviso – Alpe di Pampeago, percorrendo 198 Km in 6h18”03″, alla media di 31,424 Km/h. Ha preceduto di 19″ il canadese Hesjedal e di 32″ lo spagnolo Joaquim Rodriguez Oliver (Katusha Team). Miglior italiano Michele Scarponi (Lampre – ISD), 4° a 35″. Rodriguez Oliver ha conservato la maglia rosa, con 17″ su Hesjedal e 1′39″ su Scarponi.

TOUR OF BELGIUM
Il tedesco André Greipel (Lotto Belisol Team) si è imposto anche nella terza tappa, Knokke-Heist – Beveren, percorrendo 173,5 Km in 4h03′34″, alla media di 42,740 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Danilo Napolitano (Acqua & Sapone) e il britannico Blythe. Greipel conserva la testa della classifica con 12″ su Napolitano e 26″ sull’olandese Van Hummel.

BAYERN RUNDFAHRT
L’italiano Alessandro Petacchi (Lampre – ISD) si è imposto nella terza tappa, Kempten – Treuchtlingen, percorrendo 196,4 Km in 4h54′24″, alla media di 40,027 Km/h. Ha preceduto allo sprint il bielorusso Hutarovich e il tedesco Degenkolb. L’australiano Michael Rogers (Sky Procycling) ha conservato la testa della classifica, con 5″ sul russo Gusev e 9″ sul francese Coppel. Miglior italiano Petacchi, 6° a 16″.

TOUR OF JAPAN
L’italiano Fortunato Baliani (Team Nippo) si è imposto nella quarta tappa, cronoscalata Subashiri – Mount Fuji, percorrendo 11,4 Km in 40′23″, alla media di 16,937 Km/h. Ha preceduto di 19″ il colombiano Arredondo Moreno e di 58″ lo statunitense Butler. L’altro italiano in gara, Marino Palandri (Amore & Vita), è giunto 11° a 3′53″. Baliani è il nuovo leader della classifica, con 18″ su Arredondo Moreno e 3′21″ sul polacco Dabrowski. Palandri 18° a 12′23″.

AN POST RÁS (Irlanda)
Il francese Nicolas Baldo (Switzerland Atlas Jakroo) si è imposto nella sesta tappa, Buncrana – Killybegs, percorrendo 136 Km in 3h06’44″, alla media di 43,698 Km/h. Ha preceduto di 10″ il norvegese Hagen e l’irlandese Armstrong. Baldo ha conservato la testa della classifica, con 13″ sul connazionale Rostollan e 17″ sul ceco Hunal.

GIRO DELLE PESCHE NETTARINE (dilettanti)
L’italiano Niccolò Bonifazio (Viris Maserati) si è imposto nella seconda tappa, Bentivoglio – Medicina, percorrendo 149,5 Km in 3h24′56″, alla media di 43,770 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Nakya Traversi (Team Delio Gallina) e Simone Baldissera (Team Brilla Bike). Bonifazio è il nuovo leader della classifica, con 10″ sull’italiano Matteo Azzolini (Viris Maserati) e 13″ sull’ucraino Zmorka.

TOUR OF TRAKYA (Turchia)
L’ucraino Yuri Metlushenko (Konya Torku Seker Spor) si è imposto anche nella seconda tappa, Corlu – Lüleburgaz, percorrendo 115 Km in 2h42′04″, alla media di 42,575 Km/h. Ha preceduto allo sprint il rumeno Grosu e il turco Tanriverdi. Metlushenko conserva la testa della corsa con 8″ su Grosu e 16″ su Tanriverdi.

TALLIN TARTU GP
Il francese Saïd Haddou (Team Europcar) si è imposto nella corsa estone, Tallin – Tartu, percorrendo 180 Km in 4h30′47″, alla media di 39,884 Km/h. Ha preceduto allo sprint il neozelandese Avery e lo sloveno Furdi.

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI ALPE DI PAMPEAGO

maggio 26, 2012 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Come negli ultimi anni, dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; i punti salienti della tappa a venire; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1953. Seguiteci.

Foto copertina: Treviso, il negozio di Pinarello vestito a festa per il Giro d’Italia (foto La Tribuna di Treviso)

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Italia

Vince Kreuziger, Hesjedal fa paura. E adesso Mortirolo e Stelvio (Gazzetta dello Sport)

Kreuziger vince 19ª tappa. Rodriguez ancora in rosa (Corriere dello Sport – Stadio)

Repubblica Ceca

Kreuziger zabral. Vyhrál etapu na Giru Lidové noviny

Canada

Hesjedal poised to mount pinnacle of Canadian cycling (The Globe and Mail)

Victoria cyclist Ryder Hesjedal makes move for the top at Giro d’Italia (The Sun)

Lituania

R. Navardauskas „Giro d’Italia“ dviratininkų lenktynių devynioliktojo etapo lyderiui pralaimėjo daugiau, kaip pusvalandį(Lietuvos Rytas)

Danimarca

Kreuziger sejrede på hård Giro-etape (Jyllands-Posten)

Rodriguez holder lige fast i trøjen (Sporten.dk)

Outsideren sendet de store Giro-stjerner til tælling (Politiken)

Regno Unito

Kreuziger wins maiden stage at Giro (The Daily Telegraph)

Roman Kreuziger addresses his critics by claiming stage 19 of the Giro d’Italia (The Independent)

Francia

Hesjedal se place idéalement (L’Equipe)

Spagna

Purito sobrevive a un ataque brutal de Ryder Hesjedal (AS)

Purito aguanta la primera embestida del increíble Hesjedal (Marca)

Purito resiste el ataque de Hesjedal (El Mundo Deportivo)

Costa Rica

Amador escaló varios puestos del Giro al llegar hoy de 29 (La Nación)

Colombia

Rigoberto Urán, séptimo en etapa 19 del Giro de Italia(El Espectador)

Roman Kreuziger ganó la etapa 19 del Giro. Rigoberto Urán, séptimo (El Tiempo)

Belgio

Le Tchèque Kreuziger remporte la 19e étape du Giro (Le Soir)

Kreuziger wint zware Dolomietenrit (De Standaard)

Roman Kreuziger remporte en solo la 19e étape (L’Avenir)

Kreuziger remporte l’étape, Rodriguez conserve son maillot de justesse (La Dernière Heure/Les Sports)

Roman Kreuziger et Ryder Hesjedal ont fait des affaires en or (Sudinfo.be)

Kreuziger wint zware Dolomietenrit, Hesjedal doet gooi naar Giro (Het Nieuwsblad)

Lussemburgo

Hesjedal macht Zeit gut (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)

Paesi Bassi

Hesjedal grote winnaar (De Telegraaf)

USA

Rodriguez Clings On to Giro Lead as Hesjedal Looms (The New York Times)

UNO SGUARDO GIOVANE SUL GIRO
Quest’anno abbiamo affidato l’incarico di commentare le tappe di montagna non ad un campione del passato, bensì ad uno del futuro, il promettente Daniele Dall’Oste, scalatore affiliato alla UC Trevigiani Dynamon Bottoli e che, tra i successi conseguiti nella categoria U23, vanta il Trofeo Monte Bondone nel 2010 e il Giro del Belvedere in questa stagione.

Tappa non eccessivamente entusiasmante fino alla penultima salita. Grandi i 2 fuggitivi Casar e Pirazzi che sono stati gli ultimi ad esser ripresi sulla salita di Pampeago; bravi Kreuziger e Cataldo che provano da lontano e mentre il secondo molla a 4 km dall arrivo il primo riesce a vincere una tappa durissima e a riscattare la giornata deludente dell’altro ieri.
Nell’ultima ascesa si è visto un grande Michele Scarponi che ha provato 3 attacchi ma Hesjedal ha sempre risposto prontamente ed è riuscito a staccarlo nell’ultimo km giungendo poi secondo; peccato per Basso che ha provato un attacco quando la salita diventava più impegnativa ma poi ha accusato il colpo.
Buona prova di Rodriguez che, secondo me, in una giornata dove non era particolarmente brillante è riuscito a difendersi bene perdendo solo 17″.
Per domani mi aspetto qualche attacco da parte di Rodriguez e Basso perché il primo a crono è nettamente inferiore rispetto a Hejsedal mentre il secondo deve riscattarsi dalla giornata storta di oggi;anche Scarponi dovrà trovare qualche modo per staccare il canadese della Garmin per cercare di vincere questo Giro d’Italia. Tutto questo ovviamente sarà deciso dal recupero e dalle condizioni in cui arriveranno gli atleti nella tappa di domani.

Daniele Dall’Oste

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

PRIMA DELLA TAPPA

Mauro Facoltosi: Vostre previsioni sulla tappa di oggi?

Hotdogbr: allora, la tappa è ovviamente durissima e forse la più dura degli ultimi 20 anni, Pampeago/1, Lavazè e Pampeago/2 sono sia pure di poco più impegnative di Duran, Staulanza e Giau e tra Valparola e Manghen non c’è neanche paragone, da vedere se la Liquigas inizierà a fare il forcing già sul Manghen o se aspetterà la prima ascesa di Pampeago per evitare di sfaldare una squadra che è forte ma non astronomica, per il resto anche la Euskaltel tenterà almeno nei primi 100 km di tenere cucita la corsa per Nieve e se atleti usciti di classifica come Kreuziger, Casar e Rujano tenteranno di andare in fuga, in ogni caso per avere successo dovrebbero iniziare il Manghen con almeno 10′ di vantaggio

Howling Wolf14: Rabottini dovrà consolidare il suo primato nella classifica del MG, quindi cercherà qualche punticino sul Brocon. Non so se riuscirà a ricavare qualcosina anche dal Manghen. Gli dovrebbe bastare per chiudere in maglia azzurra. Si trascinerà qualcuno che punta alla classifica delle fughe (tipo Keizer, Kaisen, Clement, ecc.) e l’offensiva si esaurirà o sulla salita o sulla discesa del Manghen.
Sul Manghen non dovrebbe succedere niente. Tra i favoriti, intendo. Se ne hanno ancora potrebbe provarci gente che è ormai tagliata fuori tipo Tiralongo, Casar, Cunego, ma più per onor di firma che per raccogliere qualcosa di concreto. Chi vuol vincere la tappa o scalare qualche posticino in classifica dovrà aspettare almeno il primo passaggio da Pampeago. Qui potrebbero iniziare a farsi avanti personaggi tipo Nieve e Pozzovivo. Ma riusciranno a guadagnare qualcosa solo se i favoriti li lasceranno andare. Non credo che alla terza settimana abbiamo le gambe per fare il vuoto.
Scarponi è molto impulsivo: sarà dibattuto tra l’idea di fare qualche azione offensiva o star lì buono buono e gestirsi il suo 4° posto in classifica. Se i primi 3 non hanno cedimenti non ha margini per superarli. Se sta buono può guardarsi da Uran e Pozzovivo, se esagera può rischiare di saltare. Meglio, allora, che ci provi sulla seconda scalata di Pampeago, se sarà ancora con i primi e se i tre favoriti, ancora insieme, si controlleranno.
Tra i tre big, l’unico che ha interessa ad attaccare è Basso, 3° in classifica, penalizzato dalla crono. Però non è un attaccante. Lo farà solo se vedrà segni di cedimento sui volti dei suoi due avversari. Anche Purito è penalizzato dalla crono, ma è favorito dal fatto di essere maglia rosa e da un arrivo in salita che se lo vedrà ancora davanti gli darà la possibilità di fare un attacco all’ultimo km e di guadagnare altri 15-20″ sui due avversari. Hesjedal è scontato che giocherà in difesa. Se vi ricordate, però, nella tappa di Cortina ha abbozzato un attacco. Voleva vedere lo stato di Basso e di Rodriguez. Che hanno esitato a rispondergli. Poi il canadese ha desistito. Si attacca se si hanno le gambe, anche solo a scopo dimostrativo, altrimenti non si fa. Che sia il canadese il più forte dei tre?

MirkoBL: Il Manghen… Potrebbe essere anche la tappa per Rujano, visto che è uscito di classifica.

Howling Wolf14: Sì, certo. Hai ragione. Diciamo che il Manghen potrebbe essere una passerella per Rujano. Non credo che il sudamericano sia in grado di aggiudicarsi una tappa, lo vedo legnoso, privo di brio, fa quegli scattini solo per accontentare Savio. Nel finale ci sono ben tre salite. Sul Manghen dovrebbe passare con 10′ su Basso & Co. per sperare di superare poi il doppio Pampeago e il Lavazè. Non dipende da lui, insomma, ma dal passo che si farà dietro. Comunque Rujano è dello stesso livello di Nieve, se non meno. Meglio Pozzovivo, allora, solo che il lucano è vincolato dalla sua posizione in classifica e non potrà godere di tanta libertà. Potrebbero lasciarlo andare solo a 3-4 km dall’arrivo.

Salitepuntocià: Pozzovivo è dato a 30 come vincitore del Giro… volevo puntarlo per rischiare, ma non l’ho fatto, vediamo di non pentirmene, perchè tenterà sicuramente e non solo di vincere la tappa… qualcuno prima o poi dovra’ fare un impresa alla pntani , come quando fece 4 colli da solo a guzet neige… Pozzovivo deve provare, farsi gli ultimi 3 colli da solo, se vuol vincere il Giro… Ma anche Basso non puo aspettare gli ultimi 7km per fare distacchi importanti

Profpivo: Cmq vada, tappa tutta da vedere. Francamente faccio fatica a ricordarne una più dura e disegnata così bene. Secondo me si sta sottovalutando anche il Lavazè che ha belle pendenze.
PS: voglio vedere se anche oggi nessuno arriva fuori tempo massimo…

Howling Wolf14: Pozzovivo potrà vincere se il ritmo che imporrà il gruppo, che man mano si assottiglierà, trainato dalla Liquigas non sarà elevatissimo. Sennò già al primo passaggio da Pampeago anche Pozzovivo farà “Ciao, ciao” a Basso & Co. Se supererà il primo Pampeago con i primi diventerà il favorito numero uno, perché nessuno dei primi tre ha necessità di corrergli dietro. Quando mancheranno 3 km all’arrivo se avrà ancora la gamba libera da acido lattico lo lasceranno andare.

Garda Bike (su Rujano): Si è ritirato poco fa

Howling Wolf14: Mi dispiace per Rujano ma sono contento per quel trombone di Savio, che descrive sempre i suoi corridori come grandissimi fenomeni.

DOPO LA TAPPA

Hotdogbr: -sostanzialmente confermate le indicazioni del Giau con sei uomini più forti degli altri (Hesjedal, Rodriguez, Scarponi, Pozzovivo, Basso e Uran nell’ordine odierno), Nieve e Gadret subito dietro e comunque grande livellamento, mai visti distacchi così ridotti a Pampeago malgrado la durezza estrema della tappa
-anche senza la crisi di Cortina non credo che Kreuziger sarebbe arrivato a Milano sul podio però oggi ha fatto una gran bella azione, che altri avrebbero dovuto seguire, al di là del contesto tattico favorevole e anche sull’ultima salita non ha perso più di tanto dai big, è naufragato invece Tiralongo ma che fosse in calo era ormai evidente
-la dote principale di Hesjedal è il fondo, non a caso ha sofferto in tappe non da fondisti come Lago Laceno e Pian dei Resinelli, e se non succede qualcosa di strano sarà inattaccabile anche sullo Stelvio e anzi potrà fare la differenza
-Rodriguez non esce comunque male da questa tappa anche se il fatto che facesse tirare la squadra ad andatura turistica sul Manghen era un segnale negativo, comunque non è più il favorito del Giro e sullo Stelvio rischia qualcosa
-al di là dei crampi del Giau Scarponi è sempre stato competitivo in questo Giro e oggi gli va dato atto di avere almeno provato ad attaccare anche se come di tanto in tanto gli accade non si è gestito benissimo e ha pagato qualcosa nel finale; Cunego correndo da regolarista può finire nei 10 ed è da sottolineare in positivo anche il Giro di Ulissi che sta correndo più da uomo di classifica che da gregario ma a 21 anni dimostra di tenere le tre settimane
-Pozzovivo sta bene ma non riesce più a fare la differenza e di nuovo viene da pensare che invece di accontentarsi del 5° posto potrebbe rischiare domani partendo sul Mortirolo senza aspettare il finale, oggi in casa Csf grande prova anche di Pirazzi e pur in lieve calo sta ancora tenendo bene Brambilla
-Basso è irritante per come sia terrorizzato dall’idea di non avere compagni di squadra intorno come ai suoi tempi era Ullrich, al di là del fatto che Agnoli sia stato sacrificato presto quando era nettamente più forte di Capecchi e Szmyd, in ogni caso già sul Manghen quando la Liquigas è andata in testa ma senza forzare e poi ancora sulla prima ascesa di Pampeago si era capito che Basso non era in giornata, la conferma definitiva si è avuta a 8 km dall’arrivo quando è stata la Garmin a portarsi davanti e non la squadra di Amadio
-Uran sta dimostrando come mai in carriera di poter essere uomo da corse a tappe di tre settimane e non solo di una e anche Henao si è ripreso dopo le difficoltà del Giau
-sembrava che il 6° posto di De Gendt sull’Alpe d’Huez all’ultimo Tour fosse stato solo favorito dal fatto di essere rientrato in discesa dopo essersi staccato sul Galibier e invece l’olandese non ha avuto nessuna giornata storta, cresce di giorno in giorno e può chiudere 7° grazie alla crono conclusiva
-quando Pardilla e Intxausti facevano molto bene a inizio Giro e Bruseghin stentava pensavo che comunque sarebbe stato il veneto il migliore in classifica della Movistar e probabilmente sarà così, comunque ci può stare la debacle del basco che anche lui non è mai stato uomo da gare di tre settimane
-sul discorso Rujano non saprei che dire, di sicuro alla Coppi e Bartali e poi al Trentino sembrava competitivo e in crescita, da vedere se ha avuto problemi fisici o altro

Howling Wolf14: Interessanti le osservazioni di HotDog. Vediamo punto per punto. Ecco il mio parere.

- Kreuziger – Non è un corridore da grandi corse a tappe. Lui non ha una flessione, ha un crollo. Un conto è avere dei lievi cedimenti, come Scarponi, come De Gendt, come Gadret, come lo stesso Cunego, un conto è perdere 20 minuti in una sola tappa.
- Hesjedal – Sono d’accordo con HotDog. Soffre le tappe brevi e facili, dove può attaccare chiunqu eperché è ancora fresco. Quando negli avversari affiora la stanchezza, il canadese fa valere le sue doti di fondo.
- J. Rodriguez – Ha reso al di sopra delle sue aspettative, ma – è vero – non è più il favorito numero uno. Al punto tale che se domani gli va maluccio rischia addirittura il podio.
- Scarponi – Il marchigiano chiede sempre troppo a se stesso. E finisce per pagare dazio. E’ il suo limite. E’ un manovale della bicicletta. Classe zero, ma tanto orgoglio e tanta generosità.
- Cunego – E’ andato come prevedevo. E’ un uomo che nelle grandi corse a tappe può sempre cogliere un piazzamento dal 6° al 10°. Non è da buttar via. Dovrebbe provare alla Vuelta: forse gli addice di più.
- Pozzovivo – HotDog dice quel che dicevo ieri. Deve decidere tra il 5° posto (ammesso che la cronometro non lo faccia scivolare più indietro) oppure tentare la vittoria di tappa. Il piazzamento di prestigio (diciamo dal 4° al 7° posto) è assicurato, la vittoria di tappa è un azzardo. Quale delle due?
- Basso – Più che Basso trovo irritante la Liquigas. Qual era lo scopo di far tirare come forsennati Agnoli, Capecchi e Caruso? Stancare Hesjedal? Se avesse fatto una volata, Caruso avrebbe staccato il canadese per un mezzo chilometro. Ma Basso avrebbe dovuto fare altrettanto. Il varesino s’è limitato ad una sola, dico una, progressione, peraltro abbozzata, e non ha guadagnato più di due metri ad Hesjedal. I suoi ds dovevano leggere questo stato di inferiorità ed evitare di far tirare la squadra. Almeno la corsa avrebbe assunto un altro schema tattico e magari le condizioni sarebbero state meno sfavorevoli per Basso. In ogni caso, se non c’era niente da fare, a cos’è servito spremere Caruso & C.?
- Uran – E’ un buon corridore da corse a tappe, ma non sarà mai un vincente. Buon piazzato. Al Giro potrebbe finire nei 5, al Tour credo che non andrebbe al di là un 8-9° posto. Lungi comunque dal mitico Lucho Herrera.
- Bruseghin – Altro manovale della bici. Si difende bene. Ma sempre dal 1° posto in giù.
- Rujano – Non ho mai avuto grande simpatia per lui, non l’ho mai visto come un fenomeno. E ho più di un sospetto sul suo Giro ad alto livello di qualche anno fa.
- De Gendt – Aggiungerei una segnalazione di apprezzamento per questo belga, che sta facendo un ottimo Giro, molto regolare. E’ nella Top Ten. E ci potrebbe restare fino a Milano.

Pedale Pazzo: Qualcuno sa i tempi di scalata di Pampeago? Fino all’Alpe intendo, non al Passo. Non ho potuto cronometrarli.

Hotdogbr: Hesjedal 25′ netti secondo più secondo meno, al primo passaggio 27′55” sempre secondo più secondo meno

Pedale Pazzo: Grazie mille! La Vam dovrebbe essere tra i 1810 e i 1840, dipende dal punto esatto in cui è stato fatto partire il crono..ma più o meno questi sono i valori, un pò sorprendenti rispetto al Giau.

Vittorio P: Sarebbe interessante sapere quanto ci misero Tonkov nel 1998 e Pantani nel 1999 e Simoni nel 2003. (Vabbe’ che erano tappe completamente diverse…)

CaSe63: Scusate l’intromissione: generalmente non partecipo alle discussioni dedicate ai professionisti. Negli ultimi anni troppe disillusioni hanno fatto si che ai miei occhi il ciclismo professionistico perdesse credibilità ai miei occhi: troppe volte ho dato fiducia a persone che si sono dimostrate dei malfattori (inutile fare nomi, la lista non finirebbe più). Amo ancora molto il ciclismo, seguo volentieri le grandi classiche, il Giro, il Tour, ma con atteggiamento distaccato, non riesco ad esaltarmi per (presunte) imprese, in attesa di venire a conoscere il nome dell’ennesimo furbacchione, di vedere la classifica riscritta ad anni di distanza.
Vengo al dunque: oggi ho seguito la tappa e sono rimasto letteralmente stupefatto dalla prestazione di Hesjedal: sentivo Cassani che ne descriveva le caratteristiche fisiche parlando di un uomo di 1,90 per 72 kg, mi sembra. Ora, io non sono un grande tecnico, ma queste sono caratteristiche da scalatore? Uno così è normale che faccia 1840 di vam alla fine della terza settimana, con 4000 e rotti metri di dislivello sul groppone? La sua prestazione è solo frutto di un allenamento mirato? Sarò legato a vecchi schemi, ma così a naso una pulce come Pozzovivo su pendenze dure come quelle di Pampeago dovrebbe fare la differenza a proprio favore, invece è stato il contrario!

Salitepuntocià: Basso e Scarponi = Delpiero e Totti , i matusa del ns ciclismo come quelli del calcio… Contro l’età c’è poco da fare. Come le 2 bandiere calcistiche, a una certa età diventano idoli delle mamme e dei tifosi nostalgici, di quanto son bravi etc mentre crollano le prestazioni fisico-atletiche , ma nessuno, fra i tifosi col paraocchi e le mamme e bimbi, nessuno ovviamente ci fa caso… e la Gazza ovviamente elogia i 2… Questo dice tutto come siamo messi, Nibali a parte… 2 anni fa sarei andato e tifato contro Heisedal, visto che mi ricorda i passistoni ma visto il contesto del ns ciclismo e della rcs stessa, fa bene a vincere Heisedal, per far vedere quanto siamo in basso. Direi addirittura che se lo merita, trovo difficile che crolli sullo Stelvio, anzi, potrebbe fare l’impresa, se non vi fosse la crono, penso aspetti quella… Rodriguez con tutto il rispetto,non è un big, lo è in questo Giro, ma il Basso di 2 anni fa, lo avrebbe distrutto Rodriguez, figurmiaoci quello del 2006… ora il Basso-delpiero è innocuo, fa tenerezza come tutti i campioni a fine carriera… si ritiri dopo il Giro. Senza fare brutte figure in futuro. Solo il futuro ci potrà dire se il canadese è un campione o vince il giro perchè non ci son grandi corridori, ricordiamo Andy Sleck che si rivelo’ al Giro, pareva una meteora invece era proprio forte. Quanto alla tappa di ieri, spettacolo voto 1 Quanto alla tappa di oggi, replay coi soliti 6 piu qualche altro a giocarsela sullo Stelvio coi distacchini… abituiamoci, al Tour pur coi campioni, altri distacchini ci attenderanno…

Hotdogbr: i tempi esatti della salita è difficile averli causa pubblicità e affini, abbiamo però i tempi degli ultimi 5 km:
1998 Tonkov 16.51, Pantani 16.52, Miceli 17.35, Zuelle 17.49, Guerini 17.58
1999 Pantani 16.25, Simoni 17.32, Heras 17.52, Gotti 17.54, De Paoli 18.19
2003 Simoni 17.20, Garzelli 17.55, Rumsas 17.56, Perez Cuapio 18.09, Popovych 18.12
2008 Menchov 17.40, Pellizotti e Riccò 17.49, Simoni e Van Den Broeck 17.53
2012 Hesjedal 17.31, Rodriguez 17.44, Scarponi 17.47, Pozzovivo 17.55, Basso 18.07

Pedale Pazzo: Grazie anche per questi tempi! Per il discorso sulle varie caratteristiche fisiche dei ciclisti secondo me non esiste un “fisico” ideale per andare forte in salita. I piccoletti hanno sicuramente il vantaggio della leggerezza, ma hanno anche muscoli più piccoli e meno potenza assoluta e quindi sul rapporto peso/potenza non possono fare miracoli.
Andy Schleck è circa 1.86 per 68 kg eppure è uno scalatore puro. Evans è 1.74 per 67 kg con un fisico che è l’opposto di Andy, eppure in salita vanno quasi uguali. Quel che conta in teoria, poi non sono certo un esperto, dovrebbe essere il rapporto peso/potenza, quindi l’altezza o il peso presi da soli dicono poco.

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

POST.GIRODITALIA.IT: i punti salienti della tappa a venire

a cura di Matteo Novarini

DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Heroes (David Bowie)

a cura di DJ Jorgens

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Treviso – Alpe di Pampeago

Caldes : alternanza di pioggia debole (0,1 mm) e schiarite, 15,2°C, venti deboli da SSE (3 Km/h), umidità al 73%
Passo del Tonale (GPM – Km 32,9): alternanza di pioggia debole (0,1 mm) e schiarite, 9°C, venti deboli da NW (3-4 Km/h), umidità al 83%
Teglio (GPM – Km 98,1): alternanza di pioggia moderata (0,7 mm) e schiarite, 14,7°C, venti deboli da SSW (8-10 Km/h), umidità al 87%
Tirano (traguardo volante – Km 144,2): alternanza di pioggia debole (0,2 mm) e schiarite, 19,7°C, venti deboli da SW (8 Km/h), umidità al 72%
Bormio (Km 197,1): poco nuvoloso, 16,3°C, venti deboli da NW (4-13 Km/h), umidità al 44%
Passo dello Stelvio: nuvole sparse con qualche goccia di pioggia, 5,6°C (percepiti 3°C), venti moderati da N (15 Km/h), umidità al 39%, limite della neve a 2800 metri (arrivo a 2757 metri)

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa
Chiappucci: “Mangher” (Manghen)
Bruno Arena: “E che cazzo!”
Bruno Arena: “Cazzo, va che roba”
Bartoletti: “Poi qualcuno ci comunicherà che chilometro siamo”
Bartoletti: “Si sono stretta la mano”
Bartoletti: “Qualche aiuto nella scalata di Cortina”
Bartoletti: “50 e passi anni fa”
De Stefano:”Chiamiamola frazione ma frazione non è”
Alfredo Weiss: “Càlcare” (calcàre)
Alfredo Weiss: “40 anni di Marcialonga il prossimo ano”
De Stefano, ricordando la tragedia di Stava:”Milioni di metri cubi d’acqua” (era fango)
Pancani: “L’Astana è presente con Ignatiev” (corre nella Katusha)
De Stefano:”Giro d’Italia Donne Femminile” (perchè, c’è anche il Giro Donne Maschile?)
Sara Brambilla, responsabile Giro Donne:”Polisella” (Polesella)
Martinello: “Il Giro Donne è già arrivato nello Stelvio” (il traforo dello Stelvio)
Anonimo:”Martinelli” (Martinello)
De Stefano: “Vedo sul gruppo di sole”
Savoldelli, parlando della pioggia:”Il problema è che smetterà ancora” (sadico!)
Martinello: “La differenza la fa più le energie”
Guardini: “Ancora non me rendo bene di quello che ho fatto”
De Stefano: “Mi dicono che devo parlare della pubblicità”
Martinello: “Mi segnalano dalla regia… intanto la linea ad Andrea De Luca”
Martinello: “Ruota simile a quella con la quale sono partito” (ma corri anche tu?)
Giovanetti (direttore quotidiano “L’Adige”): “Se arriva in queste condizioni, domenica mattina Purito perde il Giro” (la crono la fanno nel pomeriggio)
Savoldelli: “Salita dove una squadra può fare più la selezione”
Pancani: “Si stanno verificando le condizioni di Charles Wegelius” (era caduto Hunter, Wegelius è il suo direttore sportivo)
Savoldelli: “Compagno di squadra del leader con la maglia rosa”
Pancani: “I colombiani non potranno fare tifo per Rujano” (a dire il vero non l’hanno mai fatto tifo per lui… E’ VENEZUELANO!”
Cassani: “All’Alpe sono arrivati tanta tanta gente”
Pancani: “Grazie Silvo” (Silvio)
Cassani: “Oberegger” (Obereggen)
Martinello “Omega Farma… Omega Quick Step” (Omega Farma Quick Step)
De Luca: “Finche Scarponi non cada ancora nei crampi”
Savoldelli: “Tratto più duro che hanno affrantato” (era talmente ripida che anche la strada stessa era prostrata dalla fatica)
Cassani: “Abbiamo assistito Dario Cataldo”
Pancani: “Con il cronometro che scorre in basso a sinistra”
Savoldelli: “Resta subito in pochi”
De Stefano: “Andrea Rabottini” (Guardini)
Sangiorgio: “Bellissimo il panorama dalla Cima dello Stelvio con le Dolomiti a 360°”
Televideo: “La terz’ultima tappa finisce nei pedali di un orgoglioso Kreuziger”

IL GIRO DEL PRIMO STELVIO

Ecco come il quotidiano l’Unità presentò ai propri lettori le gesta dei partecipanti al Giro del 1953, prima edizione della corsa rosa a presentare l’ascesa allo Stelvio (quest’anno meta dell’ultima tappa di montagna) e ultima conquistata da Fausto Coppi. Altimetrie, planimetrie e tabelle di marcia dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessi selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)

KOBLET DOMINA SUL PORDOI, COPPI SUL SELLA. A BOLZANO VINCE IN VOLATA IL “CAMPIONISSIMO”
Anche le Dolomiti hanno lasciato immutata la vetta della classifica
Hugo conserva la maglia rosa – Fornara terzo a 3′56″ – Zampini e Bartali si classificano al quarto e quinto posto con un distacco di 7′23″ dai due grandi campioni – Volpi passa per primo con distacco a Misurina e sul Falzarego

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ARCHIVIO ALMANACCO
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1a tappa Herning (raduno di partenza)

1a tappa Herning (cronometro)

2a tappa Herning (linea)

3a tappa Horsens

4a tappa Verona (cronosquadre)

5a tappa Modena – Fano

6a tappa Urbino – Porto Sant’Elpidio

7a tappa Recanati – Rocca di Cambio

8a tappa Sulmona – Lago Laceno

9a tappa San Giorgio del Sannio – Frosinone

10a tappa Civitavecchia – Assisi

11a tappa Assisi – Montecatini Terme

12a tappa Seravezza – Sestri Levante

13a tappa Savona – Cervere

14a tappa Cherasco – Cervinia

15a tappa Busto Arsizio – Lecco / Pian dei Resinelli

16a tappa Limone sul Garda – Falzes

17a tappa Falzes – Cortina d’Ampezzo

18a tappa San Vito di Cadore – Vedelago

FULMINE GREIPEL, SUA ANCHE LA TERZA TAPPA DEL GIRO DEL BELGIO

maggio 26, 2012 by Redazione  
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Sembra proprio imbattibile il forte velocista tedesco della Lotto – Belisol che coglie un formidabile tris in Belgio davanti ancora una volta a Danilo Napolitano (Acqua & Sapone). Nella volatona sul traguardo di Beveren il terzo posto va ad Adam Blythe, corridore britannico della BMC. Domani c’è la cronometro da Turnhout ad Aredonk, lunga 20.5 km e decisiva per la classifica finale.

Andrea Giorgini

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La terza affermazione consecutiva di Greipel sulle strade del Belgio (Photopress.be)

La terza affermazione consecutiva di Greipel sulle strade del Belgio (Photopress.be)

KREUZIGER RISORGE, MA A TRIONFARE E’ HESJEDAL

maggio 25, 2012 by Redazione  
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Contro qualsiasi pronostico, Ryder Hesjedal stacca tutti gli uomini di classifica sulle rampe dell’Alpe di Pampeago, inchinandosi solo ad un risorto Roman Kreuziger, uscito dal gruppo sul Passo Lavazè. Il canadese guadagna un pugno di secondi su Rodriguez, Scarponi, Pozzovivo e Basso, favorito di giornata che ha però ceduto sulle rampe conclusive. Purito conserva la maglia rosa, ma può ora gestire solo 17’’ su Hesjedal.

Foto copertina: Roman Kreuziger taglia in solitaria il traguardo dell’Alpe di Pampeago (foto Bettini)

Doveva essere la giornata degli attacchi, del faccia a faccia tra i grandi e dei tatticismi messi da parte. A regnare, per almeno 194 dei 198 chilometri previsti, è stata invece ancora una volta la paura di restare a secco di forze oltre che degli avversari, filo conduttore di un Giro che volge ormai al termine e che potrebbe oggi aver trovato il più inaspettato dei padroni.
Il primo atto della due-giorni alpina destinata a risolvere con ogni probabilità la corsa si è sviluppata secondo il canovaccio che aveva contraddistinto le frazioni di montagna già alle spalle, malgrado la numerosissima fuga del mattino, composta da Sella, Guardini, Garate, Flecha, Hansen, Santaromita, Pauwels, Malori, Pirazzi, Ventoso, Zeits, Benedetti, Cazaux, Ignatiev, Casar, Haedo e Rohregger avesse lasciato immaginare qualcosa di diverso. Il passo del plotone è stato incredibilmente blando sull’ancora una volta bistrattato Passo Manghen, mentre gli uomini Liquigas, al lavoro dai -75 all’arrivo, hanno imposto un ritmo più sostenuto nella prima ascesa a Pampeago e sul Passo Lavazè. Andatura comunque mai proibitiva, e meno incisiva di quella che il treno verde aveva saputo produrre su Duran e Staulanza mercoledì scorso.
A riprova di ciò, Dario Cataldo e il redivivo Roman Kreuziger, radicalmente trasformato rispetto alla crisi nera di Cortina, sono riusciti ad evadere in tempi diversi dal gruppo sulla penultima erta di giornata, e a costruire in pochi chilometri, una volta ricompattatisi, un margine di 1’ nei confronti dei migliori. Il divario fra i due – che hanno beneficiato nel tratto di fondovalle del lavoro di Pauwels, scudiero dell’abruzzese – e il plotone è raddoppiato tra la discesa del Lavazè e l’imbocco dell’ascesa conclusiva, consentendo così al ceco di resistere nel finale al ritorno dei big, e di salvare così almeno parzialmente il bilancio di un Giro d’Italia intrapreso con propositi di maglia rosa.
Pur non potendo non applaudire la resurrezione di un corridore che solo quarantotto ore fa conosceva il dramma del tracollo, era però su ciò che avveniva alle sue spalle che si focalizzava l’attenzione generale. Appena superato il bivio che segna l’inizio della sezione più terribile dell’Alpe di Pampeago, Ivan Basso ha infatti finalmente portato il tanto agognato primo attacco, riducendo a nove unità il plotoncino della maglia rosa (Basso, Scarponi, Hesjedal, Rodriguez, Pozzovivo, Uran, Henao, Nieve, De Gendt). Tre affondi ravvicinati di Scarponi hanno quindi ridotto il gruppetto ai primi cinque della generale più Pozzovivo, ma è stato sorprendentemente Ryder Hesjedal, colui che tutti aspettavano al varco sin dal suo primo stint in rosa nella prima settimana, a piazzare l’allungo che ha spaccato la corsa. Solamente il campione uscente è riuscito a chiudere sul canadese, mentre Basso, oltre a perdere la ruota dei due, mancava anche il traino di Pozzovivo e Rodriguez.
Quando già i più strabuzzavano gli occhi nel vedere il lungagnone nordamericano passare all’attacco dove avrebbe sulla carta dovuto pensare a salvarsi, Hesjedal si è spinto ancora oltre, producendo una seconda sgasata che ha messo in croce anche le gambe di Scarponi, a poco più di un chilometro dal traguardo. Le parole con cui il canadese dichiarava la sua preferenza per salite lunghe e ripide e per tappe selettive, parse inizialmente uno slancio di spavalderia, trovavano così inattesa conferma: giungendo ad appena 19’’ dal vincitore, l’uomo Garmin guadagnava 13’’ su un Rodriguez capace comunque di chiudere in crescendo, 16’’ su Scarponi, 24’’ su Pozzovivo e 36’’ su Basso, sconfitto numero uno di giornata, proprio nella giornata che il varesino aspettava da inizio Giro.
La nuova generale continua a vedere Purito al comando, con appena 17’’ però su un Hesjedal che ha oggi impressionato ben al di là del mero riscontro cronometrico. Crescono invece i distacchi di tutti gli altri, con Scarponi che si issa in terza piazza a 1’39’’, davanti ad un Basso che scivola a 1’45’’. Uran e Pozzovivo duellano per il quinto posto (3’21’’ e 3’30’’ i rispettivi ritardi), mentre Gadret, De Gendt, Henao, Cunego, Tschopp, Cataldo, Nieve e Moreno, raccolti in 1’, si giocano le piazze dalla settima alla quattordicesima.
Con una classifica che resta spaventosamente corta per una 19a tappa, infiniti scenari restano comunque plausibili, alla vigilia della frazione più affascinante e sfinente del Giro. Mortirolo e Stelvio offriranno infatti domani terreno fertile per tentativi di ribaltone, magari lavorando un po’ di squadra, di fantasia e soprattutto di coraggio – quel coraggio di cui ancora non si vede traccia – per arginare lo scoglio dei 20 km di fondovalle che separano i due totem. Viceversa, anche se i quasi 6000 metri di dislivello non permettono di escludere tracolli improvvisi, magari anche in netta controtendenza con i verdetti di oggi, se tutti dovessero attendere la Cima Coppi per compiere la prima mossa, la possibilità di un primo successo canadese nella Corsa Rosa diventerebbe quanto mai concreta.

Matteo Novarini

TREVISO – ALPE DI PAMPEAGO. BENE, CATTIVO, BIS!

maggio 25, 2012 by Redazione  
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Pampeago è salita dura e la storia del Giro ce lo ha giù ampiamente dimostrato. Ma stavolta lo sarà ancora di più perché, in un finale di tappa di una durezza inaudita, l’ascesa trentina andrà doppiata e prolungata e il tutto dopo aver affrontato in precedenza il Manghen. In mezzo ci sarà anche il Lavazè, in una tappa che sembra progettata assecondando il noto proverbio “chi più ne ha, più ne metta”. Qui si fa il Giro o si muore… e domani c’è lo Stelvio.

Una tappa inaudita!
Era già successo nel passato della corsa rosa, ma raramente, che nel corso del medesimo tappone si affrontasse due volte la medesima ascesa. La preferenza in quelle occasioni era andata per salite di prestigio non particolarmente esigenti come il Sestriere o il mitico Pordoi, proposto all’interno del classico “Sella Ronda” o in abbinamento con la spietata Marmolada. Però, mai gli organizzatori si erano spinti al punto di proporre la doppia scalata a un colle dotato di pendenze tremende stile Mortirolo e Zoncolan, almeno fino a quest’anno quando, al termine della terzultima tappa dell’edizione 2012, ci si dovrà arrampicare per due volte sull’arcigna Alpe di Pampeago. I suoi 4000 durissimi chilometri finali, inclinati quasi al 12% medio, basterebbero a creare una pesante selezione ma Castellano prima e Zomegnan poi non li hanno mai mandati soli, proponendoli lo stesso giorno del Lavazè o del Manghen e costruendo, di fatto, un percorso da campioni, come testimoniato dai successi conseguiti lassù da Pantani nel 1999 e da Simoni nel 2003. Il Manghen sarà della partita anche stavolta ma poi, tagliata la linea d’arrivo, ci si dovrà lanciare in un circuito tutto montano di 40 Km che andrà a ripescare il Lavazè, sul quale il Giro non transita dal 1998, mentre l’ascesa finale oltre che riproposta sarà allungata poiché bisognerà pure raggiungere anche l’omonimo passo sovrastante, alto poco più di 2000 metri.
Una tappa, dunque, quasi certamente destinata a scardinare il Giro, anche se non in maniera definitiva perché l’indomani ci sarà il tappone dello Stelvio, forse meno duro di questo se esaminato singolarmente ma che potrebbe riservare un altro ribaltone alla luce delle fatiche profuse tornando sulle Dolomiti, dopo la frazione vissuta 48 ore prima tra Falzes e Cortina.
Proprio in previsione delle future fatiche Mauro Vegni, nuovo responsabile dei tracciati della corsa rosa, ha tracciato in maniera lieve la marcia d’avvicinamento alle ascese del finale e così anche questa tappa debutterà con molta pianura, che caratterizzerà i primi 65 Km di gara. Si partirà dal cuore di Treviso, dalla piazza del Borgo Mazzini, “location” scelta non a caso poiché vi si affaccia il principale punto vendita della Pinarello e questa partenza vuole essere un ricordo di Andrea Pinarello, il titolare di una tra le più famose aziende al mondo di telai di biciclette, scomparso prematuramente lo scorso anno durante una gara amatoriale. I chilometri iniziali saranno dritti come un fuso puntato verso la valle del Piave, nella quale si tornerà dopo aver sfiorato il Montello, modesto ma molto conosciuto rilievo montuoso (il punto più elevato sono i 371 metri del Colesel Val dell’Acqua), sia dagli appassionati di storia perché fu teatro di aspri combattimenti durante la prima mondiale, sia dagli estimatori del ciclismo e non solo per i mondiali che furono disputati a Giavera del Montello nel 1985, vinti dall’olandese Zoetemelk. L’area è, infatti, battutissima dai cicloamatori poiché solcata da una fitta rete di stradine tranquillissime e poco trafficate, che sono chiamate “prese” e che talvolta presentano pendenze importanti. Anche l’appassionato d’arte può trovare nel Montello un’interessante meta, i resti dell’abbazia benedettina di Sant’Eustachio, fondata attorno al 1062 e situata a Nervesa della Battaglia, non distante dal sacrario nel quale riposano i resti di oltre 9000 soldati periti durante la “grande guerra”.
Tornati nella “stretta di Quero”, già attraversata nella precedente tappa ma sulla riva opposta, si pedalerà ai piedi del Monte Tomba, che pure fu teatro di battaglia poiché vi transitava il fronte del Grappa – del quale costituisce un contrafforte – dopo la disfatta di Caporetto. A 50 Km dal via si giungerà quindi a Feltre, cittadina legata al ricordo di un altro grande industriale della bicicletta, il vicentino Tullio Campagnolo che, quand’era dilettante, nell’affrontare una dura salita della zona, il Passo Croce d’Aune, incappò in una noia meccanica al cambio che lo portò a concepire l’invenzione per la quale è celebre, il mozzo a sgancio rapido, che permetteva facilmente di montare e smontare una ruota.
Ancora qualche chilometro di tranquillità e poi il tracciato proporrà la sua prima ascesa, la Sella di Roa. Poco conosciuta, in corsa non è mai stata scalata, costituisce una variante al tratto iniziale del famoso Passo del Brocon, valico sul quale il Giro è transitato poche volte (cinque passaggi tra il 1955 e il 1967) ma che è rimasto nella storia della corsa rosa perché, l’8 giugno del 1956, fu la penultima salita della drammatica tappa del Bondone. Sotto l’aspetto delle pendenze non è dura, ma nemmeno facilissima, con 6,9 Km al 6,6% (punte all’11%) per raggiungere l’inedito GPM, che non sarà subito seguito dalla discesa vera e propria ma da un movimentato tratto in quota di una dozzina di chilometri che si dipanerà sull’altopiano del Tesino, terra frequentata sin dall’epoca dei romani che vi fecero transitare la strada Claudia Augusta Altinate, che metteva in comunicazione il porto adriatico di Altino, vicino a Venezia, con la città tedesca di Augusta. In questo frangente il gruppo renderà omaggio a uno dei padri della Repubblica Italiana, Alcide De Gasperi, attraversando il paese natale Pieve Tesino.
La discesa condurrà sul fondovalle del Brenta, da dove si andrà all’attacco del Manghen. Rispetto al programma originario del Giro, quello presentato a Milano lo scorso autunno, la salita sarà un pelo più lunga perché non la si prenderà in quota ma fin da sotto, in modo da far percorrere per intero ai corridori il tratto iniziale. I primi 3 Km, infatti, costituiranno la salita di Telve, piatto forte della prossima edizione dei campionati italiani di ciclismo, la cui gara più attesa – quella riservata ai professionisti – vedrà il circuito di gara tracciato attorno a Borgo Valsugana, un percorso impegnativo per un tricolore da campioni veri. I “girini”, ovviamente, dovranno affrontarla tutta la scalata, la seconda per quantità di dislivello da superare (1521 metri) dopo lo Stelvio (1548 metri), ma più aspra nelle pendenze rispetto al gigante valtellinese (7,4% e 6,9% la media, 15% e 12% la massa) che vince il confronto sul piano del chilometraggio (20,5 contro 22,4) e della quota (2757 a 2047, un surclassamento, anzi un’autentica “asfaltatura” ).
Scesi in Val di Fiemme, una delle principali dell’area dolomitica, ci si porterà ai piedi della salita finale seguendo un itinerario diverso dal solito, che “scivolava” alla sinistra orografica del torrente Avisio, sfiorando l’importante centro del fondo di Tesero. Il nuovo itinerario, come se non bastassero le salite già inserite, affronterà ora i circa 3 Km al 5,8% che introdurranno nel circuito finale, nel quale si entrerà all’altezza di Cavalese, capoluogo della valle impreziosito dal Palazzo della Magnifica Comunità Generale di Fiemme, bell’edificio cinquecentesco dalla facciata affrescata. 5 km più avanti inizierà la scalata al semi-inedito Passo di Pampeago, esempio di salita “triple face” di 10,4 Km, che debutta con il suo volto più morbido, i 3,8 Km al 7,7% (non proprio morbido, a dire il vero) che termineranno poco dopo il passaggio da Stava, località di villeggiatura tragicamente celebre per la calamità che la colpì il 19 luglio del 1985 quando la rottura degli argini dei bacini di una miniera riversò sull’abitato 160.000 metri cubi di fango, causando ingenti danni e 268 vittime. Seguirà il tratto per il quale l’alpe trentina è ciclisticamente più conosciuta, quasi 4 km all’11,8%, una punta del 16% e una strada quasi del tutto priva di curve e di quei tornanti che, in condizioni come queste, consentono di rifiatare un attimo. In parallelo, paiono una manna i 2,7 Km al 9,7% che, grazie al recente completamento dell’asfaltatura, permetteranno al giro per la prima volta di raggiungere il valico verso la Val d’Ega e scendere quindi su Obereggen, uno dei tre centri base del comprensorio Ski Center Latemar, uno dei principali delle Dolomiti, e forse l’unica località turistica dell’Alto Adige a essere comunemente chiamata con il toponimo tedesco essendo il “San Floriano” che campeggia sulle cartine (del Giro e non solo) una creazione dell’epoca fascista praticamente mai utilizzata correntemente, figlia dell’italianizzazione dei nomi stranieri imposta dal regime. Terminata una discesa piuttosto stretta di 7,5 Km, anch’essa divisibile in due porzioni con la seconda decisamente più acclive della prima, subito si riprenderà a salire per tornare in Val di Fiemme attraverso i 6,3 Km all’8,6% che condurranno ai 1805 metri del Passo di Lavazè, bel balcone panoramico verso il Catinaccio e il Latemar.
Ultimo tuffo di giornata verso Cavalese e poi bisognerà tornar a stringere i denti…. Perché ora anche il Giro “stringe”.

I VALICHI DELLA TAPPA

Sella di Santa Lucia (319m). Si trova nei pressi dell’omonima frazione di Seren del Grappa, esattamente nel punto dove la SP 148 (il versante settentrionale del Grappa) confluisce nella SS 50 “del Grappa e del Passo Rolle”.

Valico di Arten (319m). Coincide con l’omonimo abitato, frazione del comune di Fonzaso.

Passo di Pierazzo (908m). Valicato dalla strada provinciale che sale dalla SS 50 “del Grappa e del Passo Rolle” a Castello Tesino, tra questo comune e la località Roa. Sulle cartine del Giro è segnalato come Sella di Roa. Mai affrontato al Giro, in passato questa salita è stata inserita nel tracciato breve dell’ex gran fondo Campagnolo, che oggi si chiama Sportful.

Sella Castello Tesino (861m). Coincide con l’omonimo abitato, situato nell’insellatura che separa il Colle di Sant’Ippolito dal Monte Picosta.

La Forcella (910m). Valicata dalla provinciale che sale all’altopiano del Tesino dalla Valsugana, si trova tra i centri di Pradellano e Pieve Tesino. Per questo motivo è talvolta chiamata “Forcella di Pradellano” e talaltra “Forcella di Pieve Tesino”.

Passo di Manghen (2047 metri). Vi transita la SP 31, aperta nel 1958 e per lungo tempo rimasta sterrata, tra Telve e Molina di Fiemme. Il Giro l’ha affrontato per la prima volta nel 1976, quando la strada era ancora “bianca”, durante la tappa Vigo di Fassa – Terme di Comano vinta da Luciano Conati mentre sul Manghen fu lo spagnolo Prieto. Dopo l’asfaltatura il Giro è tornato altre tre volte sul Manghen, cima conquistata da Mariano Piccoli nel 1996, Marco Pantani nel 1999 e da Emanuele Sella nel 2008.

Passo di Pampeago (1990 metri). Valicato dalla strada provinciale, della quale è stata recentemente completata l’asfaltatura, che mette in comunicazione l’Alpe di Pampeago con Obereggen.

Passo delle Pale (1993 metri). Aperto tra la Pala di Santa e il Latemar, è valicato dalla strada provinciale che mette in comunicazione l’Alpe di Pampeago con Obereggen. Il toponimo tedesco è Reiterjoch, ma è spesso chiamato “Passo di Pampeago”, confondendolo con quello omonimo che si trova lungo la medesima strada. Sulle cartine del Giro 2012 è quotato 2006.

Passo di San Floriano (1561 metri). Chiamato anche Obereggen Pass, coincide con l’omonima località Nel Giro del 1998, a San Floriano era previsto un traguardo GPM nel corso della tappa Selva di Valgardena – Alpe di Pampeago (vinta dal russo Tonkov) al quale era passato in testa il colombiano “Chepe” González Pico.

Passo di Lavazè (1805 metri). È valicato dalla SS 620 “del Passo di Lavazè”, che mette in comunicazione Cavalese con Ponte Nova. Tre soli passaggi del Giro su questo colle, scoperto la prima volta nella Bolzano – Moena del 1966 (vinta da Gianni Motta) e “battezzato” da Graziano Battistini. In seguito gli albi d’oro del Giro registrano i passaggi in testa di Claudio Michelotto nel finale della tappa Rocca Pietore – Cavalese del 1969, vinta dallo stesso corridore, e del colombiano “Chepe” González Pico nel già citato precedente del 1998.

Mauro Facoltosi

FOTOGALLERY

Foto copertina: la strada per il Passo di Pampeago (www.tr3ntino.it)

Treviso, Piazza dei Signori (www.3viso3.it)

Treviso, Piazza dei Signori (www.3viso3.it)

Nervesa della Battaglia, resti dellabbazia di SantEustachio (flickr)

Nervesa della Battaglia, resti dell'abbazia di Sant'Eustachio (flickr)

Sacrario del Montello (www.magicoveneto.it)

Sacrario del Montello (www.magicoveneto.it)

Il monte Tomba e, in secondo piano, la stretta di Quero (www.magicoveneto.it)

Il monte Tomba e, in secondo piano, la stretta di Quero (www.magicoveneto.it)

Passo Croce dAune, monumento a Tullio Campagnolo (panoramio)

Passo Croce d'Aune, monumento a Tullio Campagnolo (panoramio)

Pieve Tesino, Piazza Maggiore (www.girovagandointrentino.it)

Pieve Tesino, Piazza Maggiore (www.girovagandointrentino.it)

Passo Manghen (panoramio)

Passo Manghen (panoramio)

Cavalese, alazzo della Magnifica Comunità Generale di Fiemme (www.paesionline.it)

Cavalese, Palazzo della Magnifica Comunità Generale di Fiemme (www.paesionline.it)

LAlpe di Pampeago vista dal Passo Feudo (panoramio)

L'Alpe di Pampeago vista dal Passo Feudo (panoramio)

24-05-2012

maggio 25, 2012 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA
L’italiano Andrea Guardini (Farnese Vini – Selle Italia) si è imposto nella diciottesima tappa, San Vito di Cadore – Vedelago, percorrendo 149 Km in 3h00′52″, alla media di 49,428 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Cavendish e l’italiano Roberto Ferrari (Androni Giocattoli). Lo spagnolo Joaquim Rodriguez Oliver (Katusha Team) ha conservato la maglia rosa, con 30″ sul canadese Hesjedal e 1′22″ sull’italiano Ivan Basso (Liquigas-Cannondale).

TOUR OF BELGIUM
Il tedesco André Greipel (Lotto Belisol Team) si è imposto anche nella seconda tappa, Lochristi – Knokke-Heist, percorrendo 170,7 Km in 3h46′13″, alla media di 45,275 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Danilo Napolitano (Acqua & Sapone) e Jacopo Guarnieri (Astana Pro Team). Greipel conserva la testa della classifica con 8″ su Napolitano e 16″ su Guarnieri.

BAYERN RUNDFAHRT
L’australiano Michael Rogers (Sky Procycling) si è imposto nella seconda tappa, Penzberg – Kempten, percorrendo 195,6 Km in 4h43′48″, alla media di 41,353 Km/h. Ha preceduto allo sprint il russo Gusev e il francese Coppel. Miglior italiano Alessandro Petacchi (Lampre – ISD), 6° a 23″. Rogers è il nuovo leader della classifica, con 5″ su Gusev e 9″ su Coppel. Miglior italiano Petacchi, 6° a 26″.

TOUR OF JAPAN
Oggi riposo

AN POST RÁS (Irlanda)
Il francese Thomas Rostollan (France AVC Aix En Provence) si è imposto nella quinta tappa, Bundoran – Buncrana, percorrendo 149 Km in 3h31’28″, alla media di 42,276 Km/h. Ha preceduto di 9″ il ceco Hunal e l’elvetico Fumeaux. Il francese Nicolas Baldo (Switzerland Atlas Jakroo) è il nuovo leader della classifica, con 3″ su Rostollan e 7″ su Hunal.

GIRO DELLE PESCHE NETTARINE (dilettanti)
L’italiano Paolo Simion (Zalf Désirée Fior) si è imposto nella prima tappa, circuito a cronometro di Castel San Pietro Terme, percorrendo 3 Km in 3’52″, alla media di 46,551 Km/h. Ha fatto registrare lo stesso tempo dell’italiano Massimo Coledan (Trevigiani Dynamon Bottoli) e preceduto di 1″ l’italiano Michele Scartezzini (Trevigiani Dynamon Bottoli).

TOUR OF TRAKYA (Turchia)
L’ucraino Yuri Metlushenko (Konya Torku Seker Spor) si è imposto nella prima tappa, circuito di Tekirdag, percorrendo 109,5 Km in 2h38′16″, alla media di 41,512 Km/h. Ha preceduto allo sprint il rumeno Grosu e il turco Akdylek, distanziati di 4″ e 6″ nella prima classifica generale.

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI VEDELAGO

maggio 25, 2012 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Come negli ultimi anni, dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; i punti salienti della tappa a venire; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1953. Seguiteci.

Foto copertina: il temuto Hesjedal, uno dei protagonisti annunciati degli ultimi giorni di Giro, al raduno di partenza di San Vito di Cadore (foto flickr)

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Italia

Guardini, sprint sul futuro. Domani l’Alpe di Pampeago (Gazzetta dello Sport)

Guardini beffa Cavendish (Corriere dello Sport – Stadio)

Giro, il veronese Guardini batte Cavendish in volata a Vedelago (Corriere del Veneto)

Guardini, trionfo veronese al Giro contro «Re Cavendish» (L’Arena)

Canada

Victoria’s Hesjedal hangs on to second spot overall (The Globe and Mail)

Lituania

Dviratininkas R. Navardausskas 18-ajame „Giro d’Italia“ etape – 39-as(Lietuvos Rytas)

Danimarca

Italiener snød Cavendish i Giroen (Jyllands-Posten)

Giro-debutant slog Cavendish (Sporten.dk)

Superstjerne raser over kostbart Giro-nederlag (Politiken)

Regno Unito

Guardini edges out Cavendish (The Daily Telegraph)

Guardini edges out Cavendish (The Independent)

Francia

Guardini en costaud (L’Equipe)

Spagna

Guardini gana a Cavendish al sprint y Purito sigue líder (AS)

Guardini humilla a Cavendish (Marca)

Guardini le gana a Cavendish y Purito sigue líder (El Mundo Deportivo)

Costa Rica

Amador conserva el 36 general (La Nación)

Colombia

Guardini gana la etapa 18 del Giro, Rodríguez sigue líder (El Espectador)

Rigoberto Urán y Sergio Henao se mantienen en el ‘top’ 10 del Giro (El Tiempo)

Belgio

Guardini domine Cavendish au sprint (Le Soir)

Guardini klopt Cavendish in massasprint in Giro (De Standaard)

Victoire au sprint de Guardini, Rodriguez en rose (L’Avenir)

Guardini plus rapide que Cavendish (La Dernière Heure/Les Sports)

Guardini devance Cavendish pour la 18e étape (Sudinfo.be)

Guardini klopt gefrustreerde Cavendish in massasprint (Het Nieuwsblad)

Lussemburgo

Guardini überrascht Cavendish im Sprint (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)

Guardini schlägt Weltmeister Cavendish (Tageblatt)

Paesi Bassi

‘Cav’ op waarde geklopt (De Telegraaf)

USA

Andrea Guardini wins Giro stage; Joaquin Rodriguez in lead (Usa Today)

Australia

Guardini edges out Cavendish to win Giro’s 18th stage (The Age)

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

PRIMA DELLA TAPPA

Mauro Facoltosi: Considerato che Cavendish pare imbattibile…. chi potrebbe finirgli dietro oggi?

Pedale pazzo: Guardini o oggi o mai. Ferrari e Chicci per il 3° posto. Magari Modolo con meno ressa risce almeno a fare un piazzamento.

DOPO LA TAPPA

Mauro Facoltosi: Vittoria di Guardini. Che impressione vi siete fatti: oggi Cavendish non era al top o Guardini ha corso al suo livello (e anche di più)?

Howling Wolf14: Quando l’organizzazione non eccede in bizzarrie, le volate sono spettacolari, corrette, senza pericoli. Basta volerlo. Bella vittoria. Bravo Guardini, ottima scelta di tempo.

Jack.ciclista: BRAVO!

Pedale Pazzo: Guardini ha anticipato Cavendish ma davvero di poco. E’ stato all’aria per qualche metro in più, Cavendish è partito mentre Guardini lo affiancava. Guardini oggi è stato più veloce, Cavedish invece era troppo sicuro di vincere. Entrambi erano molto stanchi da ieri, forse addirittura Guardini era il più stanco in assoluto. Per me è una dimostrazione che Guardini ha la velocità di punta per giocarsela coi migliori, ma finchè non avrà il fondo e finchè non riuscirà a fare decentemente le salite facile..potrà partecipare ben a poche volate!

Howling Wolf14: Guardini viene dipinto come lo sprinter del domani. Però da gente incompetente oppure che vuol buttar lì qualche sparata. L’analisi tecnica di PedalePazzo, seppur breve, è ineccepibile: se Guardini non fa una preparazione finalizzata a migliorare le doti di fondo e di resistenza riuscirà a partecipare solo a quelle volate in cui il gruppo lo porterà in carrozza sino all’arrivo. Il suo futuro è nelle sue mani.

Gibosimoni: Bravissimo Andrea, se la meritava! Altra bella vittoria per la Farnese, quel toscanaccio di Scinto ha messo su una bella squadra, senza considerare il ritirato Pozzato (che però a parer mio in questo Giro avrebbe potuto fare poco)

Howling Wolf14: Scinto mi piace molto. Mi piaceva anche come corridore, anche se non ha mai vinto molto, anzi quasi niente. E poi alla Farnese, non bisogna dimenticarlo, c’è anche un personaggio serio ed esperto come Serge Parsani.
Su Pozzato sono d’accordissimo con Gibo. Non so nemmeno perché gli abbiano fatto correre il Giro. Forse per sventolarne la presenza alla vigilia. Ma anch’io ero convinto che non avrebbe fatto nulla. Non è stato nemmeno capace di lottare in quel paio di tappe che gli si addicevano, non è mai andato in fuga, poteva stare a casa. Forse ha usato il Giro come allenamento per il campionato italiano.

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

POST.GIRODITALIA.IT: i punti salienti della tappa a venire

a cura di Matteo Novarini

DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Flash (Queen)

a cura di DJ Jorgens

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Treviso – Alpe di Pampeago

Treviso: poco nuvoloso, 23,7°C (percepiti 21,5°C), venti moderati da ENE (12-13 Km/h), umidità al 46%
Feltre (Km 52,3): poco nuvoloso con possibilità di isolati temporali e debolissime piogge, 22,4°C, venti deboli da SE (5-6 Km/h), umidità al 49%
Borgo Valsugana (Km 101,2): alternanza di pioggia debole (0,3 mm) e schiarite, 21,8°C, venti deboli da SSE (7-9 Km/h), umidità al 58%
Tesero – 1° passaggio (Km 149,5): alternanza di pioggia moderata (0,7 mm) e schiarite, 15,7°C, venti deboli da S (6-10 Km/h), umidità al 68%
Tesero – 2° passaggio (Km 190,3): alternanza di pioggia debole (0,7 mm) e schiarite, 15,1°C, venti deboli da S (5-9 Km/h), umidità al 70%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa

Sgarbozza: “Staulunza” (Staulanza)
Bartoletti (commentando la foto dello scambio di borraccia Coppi-Bartali): “Nella fotografia non si capisce chi passa qui” (a chi)
Bartoletti: “La Liquigas si è fermato”
Bartoletti: “Nella discesa della Valparola”
Sentita a “Si Gira”: “Dicevo prima qualcuno”
Bartoletti, leggendo uno striscione al raduno di partenza:”San Vito di Cadore è solidale con i Mesagne”
Bartoletti:”Silvio Saltamerenda” (il montatore RAI si chiama Stelvio)
Bartoletti:”Dauro” (Davide & Auro)
Belli, leggendo una finta lettera scritta da un finto padre a Cunego: “Caro Damiano, ho comprato la sua bicicletta” (intendeva la biciclietta del suo finto figlio, messa così sembra che abbia comprato la bici di Cunego)
Spezialetti, rispondendo a Belli che gli chiedeva quale fosse la parte che gli dolesse di più dopo la tappa di Cortina: “Il culo!” (ricordando Ganna, vincitore del primo Giro d’Italia che, alla richiesta della prima impressione a caldo subito dopo l’arrivo a Milano disse: “L’impressione più viva l’è che me brüsa tanto ‘l cü”)
Orlando: “La scia dell’ammiraglia di una macchina”
Zandegù: “Camenzind” (e ad un basito Bartoletti che gli chiedeva di ripetere il nome del suo favorito per la volata di Vedelago il buon Dino ripeteva convinto “Camenzind”)
Savoldelli: “Ci portevamo avanti”
Savoldelli: “Belluno, la provincia più vasta d’Italia” (è quella di Bolzano)
Pancani: “Gruppo vicina al ricongiugimento”
De Luca: “Gli sprucciava del ghiaccio spray”
De Luca: “CIALIS Wegelius” (Charles; aspettevi proteste dall’organizzazione per questo strafalcione, considerato che uno degli sponsor dell’edizione 2012 è la campagna per combattere la disfunzione erettile)
Pancani: “In fuga ci sono Delage, Clement, KAISER e Keizer” (Kaisen; che ci fa Ullrich ancora in gruppo?)
Pancani: “I capitani devono essere tenuti in quota” (cioè dovrebbero viaggiare stesti sopra le spalle dei gregari? o devono farsi alzare il sellino?)
De Stefano: “Claudio Cappucci”
Parsani: “Le altre volate non era troppo adatte”
Simoni: “Domani, domani, domani sarà una tappa entusiasmante” (e che ti sei incantato?)
Simoni: “Domani, domani sarà tosta” (ALLORA! L’ABBIAMO CAPITO CHE LA TAPPA DI PAMPEAGO E’ DOMANI! BASTA!)
Simoni: “Movimento dedicato alla tragedia di Stava” (monumento)
De Stefano: “Diego Vicennati” (Enzo)
De Stefano, invitando il pubblico ad applaure Simoni: “Un applauso da Gilberto Simoni”
Cassani, traducendo le dichiarazione di Hesjedal:”Più le tappe sono lungo meglio è per me”
Conti: “A due giri della fine” (alla fine mancano “tre” “giorni”)
De Stefano, parlando di un nuovo articolo che i parenti di Thomas Casarotto vorrebbero fare inserire nel codice della strad: “Hanno tentato di inserire la sorella di Thomas”
De Stefano: “Ryder Hesjedal vive in inverno” (e nel resto dell’anno è morto? Basso già si frega le mani per domani)

IL GIRO DEL PRIMO STELVIO

Ecco come il quotidiano l’Unità presentò ai propri lettori le gesta dei partecipanti al Giro del 1953, prima edizione della corsa rosa a presentare l’ascesa allo Stelvio (quest’anno meta dell’ultima tappa di montagna) e ultima conquistata da Fausto Coppi. Altimetrie, planimetrie e tabelle di marcia dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessi selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)

NUOVA VITTORIA DI BRUNO MONTI – KOBLET GUADAGNA 1′04″ SU COPPI
Con la tappa Vicenza – Auronzo il “Giro” ai piedi delle Dolomiti
Oggi si corre la Auronzo-Bolzano di chilometri 164 – Verrà l’attacco di Coppi?

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ARCHIVIO ALMANACCO
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

1a tappa Herning (raduno di partenza)

1a tappa Herning (cronometro)

2a tappa Herning (linea)

3a tappa Horsens

4a tappa Verona (cronosquadre)

5a tappa Modena – Fano

6a tappa Urbino – Porto Sant’Elpidio

7a tappa Recanati – Rocca di Cambio

8a tappa Sulmona – Lago Laceno

9a tappa San Giorgio del Sannio – Frosinone

10a tappa Civitavecchia – Assisi

11a tappa Assisi – Montecatini Terme

12a tappa Seravezza – Sestri Levante

13a tappa Savona – Cervere

14a tappa Cherasco – Cervinia

15a tappa Busto Arsizio – Lecco / Pian dei Resinelli

16a tappa Limone sul Garda – Falzes

17a tappa Falzes – Cortina d’Ampezzo

ROGERS SPLENDIDO IN BAVIERA

maggio 25, 2012 by Redazione  
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L’australiano si impone su una volata ristretta a cinque uomini evasi sull’ultima asperità di giornata. Alle sue spalle Gusev, Coppel, Zubeldia e Sivtsov, gli altri componenti della fuga. Bene Petacchi, sesto, che perde però la maglia di leader.

Foto copertina: Rogers si impone sul traguardo di Kempten (foto picture alliance)

Nella tappa regina del Giro di Baviera trionfa uno splendido Rogers che, evaso assieme ad altri quattro sulla salita finale, vince la volata ristretta e ottiene l’accoppiata tappa e maglia a coronamento dell’ottima prova di tutta la Sky che fin dal mattino tiene controllata la corsa: assieme a Lampre ed Argos tiene a bada i tre attaccanti della prima ora (Voeckler, Kroon e Mager), che vengono ripresi sulla penultima asperità.
Nell’ultima salita poi avviene la selezione vera con Rogers che rimane in compagnia di Coppel, Sivtsov, Zubeldia e Gusev. I cinque, ottimi passisti, resistono al ritorno del gruppo per tutti i quaranta chilometri che dividono l’ultima difficoltà altimetrica dal traguardo.
Nella volata ristretta ha poi trionfato Rogers su Gusev, Coppel, Zubeldia e Sivtsov, primo del gruppo Petacchi che ha agilmente battuto il resto del plotone.
Il profilo della tappa non ha, però, consentito grossi distacchi, appena venti secondi tra i primi e il gruppo, e ora la corsa si deciderà con tutta probabilità nella cronometro con Rogers, Zubeldia e Coppel grandi favoriti visti i secondi di vantaggio racimolati oggi.

Andrea Mastrangelo

UNA VOLATA TUTTA DA GUARDINI

maggio 24, 2012 by Redazione  
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Nell’ultima occasione riservata agli sprinter in quel di Vedelago il 22enne veronese da finalmente prova del suo talento bruciando con un’accelerazione fulminante negli ultimi 150 metri il campione del mondo Cavendish e Ferrari mentre gli uomini di classifica ricaricano le batterie prima dei tre giorni decisivi del Giro

Foto copertina: anche Guardini sembra guardare la strada della sua prima volata vincente al Giro (foto Bettini)

Che la 18a tappa del Giro, 149 km da San Vito di Cadore a Vedelago inframezzata tra la durissima frazione di Cortina e quelle ancor più tremende che si concluderanno all’Alpe di Pampeago e sullo Stelvio, fosse l’ultima riservata agli sprinter superstiti era chiaro già prima del via ma l’andamento della corsa ha riservato comunque diverse sorprese in particolare per la volontà di Cavendish (Sky) oltre che di ottenere il suo quarto successo parziale dopo quelli di Herning, Fano e Cervere anche di incrementare il suo margine nella classifica a punti sulla maglia rosa Rodriguez (Katusha) che ha la possibilità di scavalcarlo nei prossimi giorni: contrariamente a quanto avviene dunque in queste occasioni quando la fuga iniziale viene ripresa solo in prossimità del traguardo il Team Sky ha fatto di tutto per riprendere i battistrada Clement (Rabobank), Boaro (Saxo Bank), Pagani (Csf) e De Negri (Farnese) prima del traguardo volante posto a metà percorso e a un certo punto il gruppo si è spezzato in due tronconi con uomini importanti come Pozzovivo (Csf) e Nieve (Euskaltel) che hanno inseguito per diversi km con le rispettive squadre prima di riuscire a rientrare; inoltre piuttosto inspiegabilmente Spezialetti (Lampre) ha disputato a sua volta lo sprint intermedio in quel di Cesiomaggiore situato in cima all’unica salitella presente sul percorso e Cavendish per superarlo e conquistare gli 8 punti previsti ha dovuto spendere diverse energie che gli sarebbero state utili nel finale.
Immediatamente dopo sono ricominciati gli scatti dapprima ad opera di Pinotti (Bmc), Casar (Fdj), Kaisen e Hansen (Lotto-Belisol) Sella (Androni) e Bodnar (Liquigas) subito ripresi e poi di Delage (Fdj), Keizer (Vacansoleil) e nuovamente Kaisen e Clement che sono riusciti inizialmente a guadagnare 1′ sul gruppo tirato dall’Omega-QuickStep di Chicchi oltre che da un Team Sky che seppur decimato dai ritiri di Kennaugh e Hunt nei giorni scorsi ha avuto la forza di chiudere a 5 km dal traguardo con Delage che ha compiuto un ulteriore tratto in avanscoperta in compagnia del vincitore della tappa di Sestri Levante Bak (Lotto-Belisol) prima di arrendersi al ritorno del gruppo.
Gli ultimi km erano completamente piatti su di un lungo rettilineo e il Team Sky con Thomas in funzione di ultimo uomo per Cavendish non ha avuto difficoltà a posizionare il campione del mondo in testa nel momento di lanciare lo sprint in quella che sembrava una vittoria annunciata per il britannico ma Guardini (Farnese), che per la prima volta in questo Giro è riuscito ad approcciare lo sprint nelle primissime posizioni, si è lanciato per primo con un’accelerazione dirompente a 150 metri dal traguardo e malgrado Cavendish abbia a sua volta immediatamente iniziato la sua progressione nulla ha potuto di fronte alla rimonta del veronese che si è imposto con buon margine sul britannico con Ferrari (Androni) 3° davanti ad Hunter (Garmin), Lucas Haedo (Saxo Bank), Nizzolo (RadioShack), Kristoff (Katusha) e Chicchi (Omega-QuickStep). Arriva finalmente dunque una dimostrazione di grande talento anche in una corsa dura come il Giro che nei giorni scorsi lo ha visto più volte faticare per rimanere nel tempo massimo da parte di Guardini cui per completare il salto di qualità oltre all’esperienza e a qualcosa di più in salita manca solo una squadra in grado di portarlo davanti in volate più caotiche rispetto a quella di Vedelago.
La classifica generale rimane immutata con Rodriguez che guida con 30” su Hesjedal, 1′22” su Basso, 1′36” su Scarponi, 2′56” su Uran, 3′04” su Intxausti e 3′19” su Pozzovivo alla vigilia di quella che è probabilmente la vera tappa regina del Giro, più ancora di quella successiva con il Mortirolo e l’arrivo sullo Stelvio. I primi 95 dei 198 km della Treviso-Alpe di Pampeago, dove si è arrivati per l’ultima volta nel 2008 con il successo di Sella, serviranno come riscaldamento ma nella seconda metà del percorso i corridori dovranno scalare un gigante come il Passo Manghen, 20,5 km al 7,4% e 1700 metri di dislivello quindi il Passo di Pampeago, vale a dire la stessa ascesa che porterà al traguardo prolungata di altri 2,8 km, il Passo di Lavazè, meno duro dei precedenti ma comunque impegnativo specie nella sua fase iniziale, e infine gli ultimi 7,7 km al 9,7% con punte oltre al 15 negli ultimi 4, che dopo quanto affrontato in precedenza e in considerazione del fatto che sono pochissimi i tratti di recupero tra un’ascesa e l’altra porteranno molti allo sfinimento e che più degli scalatori vedranno emergere quegli atleti dotati di grande fondo.

Marco Salonna

ANDRE’ GREIPEL SUONA LA NONA IN BELGIO

maggio 24, 2012 by Redazione  
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Il forte sprinter tedesco della Lotto – Belisol bissa il successo di ieri, andando a conquistare la seconda tappa del Giro del Belgio con arrivo nella località balneare di Knokke-Heist, di nuovo davanti a Danilo Napolitano (Acqua & Sapone), mentre Jacopo Guarnieri (Astana) è terzo. Greipel rafforza il suo primato in classifica generale per il suo nono trionfo della stagione, e domani c’è un’altra tappa per velocisti, da Knokke-Heist a Beveren.

Andrea Giorgini

www.bikeshowtv.com

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Stavolta Greipel li ha proprio messi in fila tutti (foto AFP)

Stavolta Greipel li ha proprio messi in fila tutti (foto AFP)

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