FINALMENTE… LA VITTORIA DELL’UMILTÀ
aprile 17, 2012 by Redazione
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Rotto il digiuno nelle Classiche che durava dal 2009 (vittoria di Rebellin alla Freccia Vallone). A regalarci un pomeriggio di emozioni è stato l’ex campione italiano Enrico Gasparotto (Astana) che è riuscito a battere tutti i favoriti della vigilia, da Gilbert a Sagan. Deludenti le prove di Rodriguez e Valverde, mentre ha piacevolmente stupito la ‘strana’ prestazione di Freire.
Foto copertina: il podio dell’Amstel 2012 (foto Bettini)
Enrico Gasparotto: tutti sono sembrati sorpresi di vederlo, negli ultimi metri della scalata finale del Cauberg, rispondere e staccare in successione prima Gilbert e quindi Sagan. Eppure il capitano di giornata del team kazako aveva già dimostrato in più di una occasione di trovarsi a proprio agio sulle severe rampe che conducono all’arrivo della prestigiosa classica olandese. Pendenze, quelle del Cauberg, che obbligano i corridori ad impostare una lunga, asfissiante progressione, dosando attentamente lo sforzo fin sulla linea del traguardo. Questa lezione, l’ex campione italiano, ha dimostrato di averla imparata a fondo, dato che nel 2010 è saltato proprio negli ultimi metri. Oltre alla splendida prestazione individuale, bisogna sottolineare la maturità con cui l’atleta ha saputo gestire la squadra ed in particolare Simone Ponzi (voto: 7). Proprio quest’ultimo insieme allo stesso Gasparotto potrebbero rappresentare un ottimo duo in vista dei Campionati del Mondo prossimi, che si correranno esattamente su queste strade. Voto: 10
Jelle Vanendert: i più attenti si ricorderanno, al Tour della passata stagione, della scalata a Plateau de Beille che portò l’atleta a conquistare la frazione pirenaica, in quella che rimane la sua vittoria più prestigiosa. Se aveva già dimostrato di saper tenere sulle lunghe salite, oggi si è scoperto ciclista dotato di una buona esplosività, conquistando un inaspettato secondo posto davanti a ciclisti ben più quotati di lui. Piazzamento che, tuttavia, non sembra averlo soddisfatto appieno, almeno a giudicare dal gesto di stizza cui si è abbandonato sulla linea di arrivo. Voto: 8
Peter Sagan: l’errore commesso da Gasparotto due anni or sono è costato al giovante talento della Liquigas la vittoria nella corsa olandese. Con il terzo posto odierno prosegue la mirabile serie di piazzamenti ottenuti in tutte le classiche più importanti (4°a Sanremo, 2° alla Gand Wevelgem, 5° al Fiandre), dimostrando, una volta di più, una versatilità eccezionale. Raggiungere il podio in una gara dove, più che in altre, occorre coniugare fondo, senso tattico, potenza e abilità nello stare in gruppo e ‘limare’, è sintomo di maturità e di indubbie doti da cacciatore di classiche. A testimonianza di ciò bisogna sottolineare il fatto che l’atleta, sempre presente nelle posizioni d’avanguardia, ha gestito con la freddezza e intelligenza proprie di un veterano il rientro nel gruppo dei migliori dopo essere incappato in un incidente. Voto: 8,5
Oscar Freire: dopo la gara odierna, in cui ha colto il suo migliore piazzamento all’Amstel (4° all’arrivo) non si potrà più sostenere che il tre volte Campione del Mondo è un attendista, un approfittatore, in definitiva un ‘succhiaruote’. Vederlo vestire i panni di un novello Vinokourov e scattare proprio nel tratto che vide l’atleta kazako involarsi verso la vittoria nella classica olandese, non posso nasconderlo, ha suscitato dapprima molta sorpresa e quindi un moto di simpatia verso l’atleta spagnolo che con questo gesto sperava di far sua una gara, sulla carta, non adatta ai suoi mezzi. A differenza di ‘Vino’, che pure si era piantato sulle arcigne rampe del Cauberg, ad Oscarito il colpaccio, seppur per poco, non è andato in porto. Da apprezzare ancora una volta l’intelligenza tattica del corridore che, in questa occasione, gli ha permesso di valutare e quindi sfruttare meglio di altri le modifiche al percorso le quali, accorciando il tratto in pianura tra le ultime due asperità, favoriscono maggiormente i colpi di mano nel finale. Voto: 8
Philippe Gilbert: la condizione è in netta crescita ma l’inevitabile confronto con il Gilbert formato 2011 è impietoso. Ha gestito al meglio un’ottima squadra, oggi completamente al suo servizio, ma, quando ha tentato la sparata sul Cauberg, le gambe gli sono mancate. Sembra essere, insomma, tornato il Gilbert che conoscevamo fino ad un paio di stagioni fa, quando veniva sistematicamente battuto dagli specialisti delle classiche. Voto: 6
Thomas Voeckler: dopo essersi reso protagonista di una impresa alla Freccia del Brabante, l’eccentrico (ma forte e troppo spesso sottovalutato) corridore francese, dopo aver tentato il solito allungo (prontamente stoppato da Sagan) in una fase di relativa calma nel gruppo, conquista un onorevole quinto posto che gli fa ben sperare in vista della, per lui più adatta, Doyenne. Voto: 7
Damiano Cunego: lo si è visto pedalare in agilità sugli strappi più arcigni ed ha dimostrato attenzione e lucidità in tutte le fasi calde della corsa. Purtroppo non gli si può perdonare l’errore, invero piuttosto grave, che ha commesso proprio in vista del traguardo, fatto che non gli ha permesso di cogliere i frutti di una ottima condizione e di ripetere l’exploit del 2008. Voto: 5,5
Samuel Sanchez: l’errore commesso dal navigato atleta spagnolo, di farsi cioè sorprendere nelle retrovie in uno dei tratti cruciali della gara, e che ha pregiudicato totalmente la sua prestazione è inaccettabile. Dato il suo eccelso stato di forma, la scelta, poi, di non partecipare a Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi, rappresenta, oltre che una inspiegabile decisione, un aggravante non di poco conto. Il buon 7° posto finale ottenuto al termine di una gara condotta all’inseguimento del gruppo di testa risulta per l’atleta sicuramente ancora più amaro. Voto: 5
Frank Schleck: capitano indiscusso della Radio Shack, sempre attento e presente nelle fasi principali della gara, si rende protagonista di qualche allungo telefonato e sul traguardo non va oltre un misero 13° posto. Voto: 4
Alejandro Valverde, Joaquim Rodriguez: i due atleti spagnoli dati come grandi favoriti concludono nelle posizioni di rincalzo, dopo aver condotto una gara del tutto anonima. Forse hanno interpretato la gara in funzione di Freccia e Liegi, o più probabilmente le condizioni climatiche li hanno messi fuori gioco. Voto: 3
Vincenzo Nibali: non è mai stato presente nei chilometri conclusivi della corsa, interpretata a quanto risulta come allenamento in vista della Liegi, gara a lui sicuramente più congeniale. Voto: 3
Francesco Gandolfi
16-04-2012
aprile 17, 2012 by Redazione
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LE TOUR DE FILIPINAS
L’uzbeko Azamat Turaev (Uzbekistan Suren Team) si è imposto nella terza tappa, Cauayan City – Bayombong, percorrendo 102,5 Km in 2h23′36″, alla media di 42,827 Km/h. Ha preceduto di 15″ il cinese Feng e di 17″ il giapponese Fukushima. Il tedesco Timo Scholz (CCN Cycling Team) ha conservato la testa a classifica con 26″ sull’australiano Malone e 35″ sul malaysiano Loh.
15-04-2012
aprile 16, 2012 by Redazione
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AMSTEL GOLD RACE
L’italiano Enrico Gasparotto (Pro Team Astana) si è imposto nella classica olandese, Maastricht – Valkenburg, percorrendo 260,4 Km in 6h32′35″, alla media di 39,798 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Vanendert e di 2″ lo slovacco Sagan.
GIRO DELL’APPENNINO
L’italiano Fabio Felline (Androni Giocattoli) si è imposto nella classica italiana, Serravalle Scrivia – Genova, percorrendo 194,5 Km in 4h50′47″, alla media di 40,133 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Gianluca Brambilla (Colnago – CSF Inox) e Francesco Reda (Acqua & Sapone)
TRO-BRO LÉON
Il canadese Ryan Roth (Team Spidertech Powered by C10) si è imposto nella corsa francese, circuito di Lannilis, percorrendo 206,4 Km in 5h16′40″, alla media di 39,107 Km/h. Ha preceduto di 13″ il francese Jarrier e di 37″ il canadese Boivin. Miglior italiano Marcello Pavarin (Vacansoleil-DCM Pro Cycling Team), 13° a 37″.
VUELTA A CASTILLA Y LEON
Il panamense Yelko Gomez (Caja Rural) si è imposto nella terza ed ultima tappa, circuito di Segovia, percorrendo 173,5 Km in 4h42′47″, alla media di 36,812 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Javier Moreno Bazan (Movistar Team) e il francese Feillu. Miglior italiano Massimo Codol (Acqua & Sapone), 38° a 5′46″ In classifica si impone Moreno Bazan con 1″ sul francese Levarlet e 3″ sullo spagnolo Urtasun Perez. Miglior italiano Codol, 36° a 15′25″.
TOUR DE LOIR ET CHER “E. PROVOST” (Francia)
L’australiano Steele Von Hoff (Chipotle – First Solar Developement Team) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, circuito di Blois, percorrendo 97,7 Km in 2h19′46″, alla media di 41,941 Km/h. Ha preceduto allo sprint il norvegese Skjerping e l’italiano Eugenio Alafaci (Leopard – Trek Continental Team). L’altro italiano in gara, Giorgio Brambilla (Leopard – Trek Continental Team), è 48° a 19″. In classifica si impone i russo Andréi Solomennikov (Itera – Katusha) con 30″ sul tedesco Kern e 42″ sul danese Broge. Alafaci 11° a 3′40″, Brambilla 59° a 14′41″.
LE TOUR DE FILIPINAS
Il filippino Arnel Quirimit (GO21) si è imposto nella seconda tappa, Tuguegarao City – Cauayan City, percorrendo 109,4 Km in 2h33′46″, alla media di 42,688 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Lim e il tedesco Timo Scholz (CCN Cycling Team), nuovo leader della classifica con 26″ sull’australiano Malone e 35″ sul malaysiano Loh.
TOUR OF THE BATTENKILL
Lo spagnolo Francisco Mancebo Perez (Competitive Cyclist Racing Team) si è imposto nella corsa statunitense, circuito di Cambridge, percorrendo 200 Km in 4h55′54″, alla media di 40,554 Km/h. Ha preceduto di 2″ lo statunitense Anthony e il neozelandese Vennell.
ZELLIK – GALMAARDEN
Il belga Kévin Thome (Wallonie Bruxelles – Crédit Agricole) si è imposto nella corsa belga, Zellik – Galmaarden, percorrendo 173,9 Km in 4h12′20″, alla media di 41,350 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Kreder e il britannico McNally.
GRAND PRIX OF DONETSK
Il russo Ilnur Zakarin (Itera – Katusha) si è imposto nella corsa ucraina, circuito di Donetsk. Ha preceduto di 2″ l’ucraino Gomeniuk e di 1′40″ il russo Kosyakov.
VICENZA – BIONDE (dilettanti)
L’italiano Luca Dugani Flumian (Palazzago Elledent Rad Logistica) si è imposto nella corsa italiana, Montecchio Maggiore – Bionde, percorrendo 170 Km in 3h51′13″, alla media di 44,114 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Alberto Cecchin (Team Marchiol-Emisfero-Site) e Andrea Dal Col (Trevigiani Dynamon Bottoli)
MEMORIAL GIGI PEZZONI (dilettanti)
L’italiano Niccolò Bonifazio (Viris Maserati [Dilettanti) si è imposto nella corsa italiana, circuito di San Secondo Parmense, percorrendo 132,7 Km in 3h15′00″, alla media di 40,830 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Paolo Simion (Zalf Désirée Fior) ed Eugenio Bani (Caparrini – Le Village – Vibert Italia).
GASPAROTTO IMMENSO SUL CAUBERG
aprile 16, 2012 by Redazione
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A sorpresa Enrico Gasparotto fa sua l’Amstel Gold Race, prima gara delle Ardenne, andando così a far risplendere i colori italiani nell’albo d’oro delle classiche sbiaditi ormai dal trascorrere di troppi anni senza alcuna vittoria italiana, da quando nel 2008 Damiano Cunego vinse il Giro di Lombardia.
Foto copertina: Gasparotto svetta su tutti in cima al Cauberg (foto Bettini)
Alla vigilia la prima classica delle Ardenne non aveva ancora un favorito. Tanti nomi, tantissimi indizi ma nessuna certezza sul possibile vincitore. A sorpresa un maestoso Enrico Gasparotto (Astana) in rimonta su Jelle Vanendert (Lotto Belisol) e Peter Saan (Liquigas), rispettivamente secondo e terzo all’arrivo, va ad alzare le braccia al cielo in cima al Cauberg. La corsa che prevedeva 31 côtes da affrontare è esplosa soltanto nel finale quando, ripresa la fuga della prima ora, una sorprendente ed inaspettata azione di Oscar Freire, ripreso soltanto a 200 metri dal traguardo, ha tenuto gli appassionati col fiato sospeso con il gruppo dei migliori su per il Cauberg scatenati nel riacciuffare lo spagnolo. Fino ad allora pochissime emozioni vista la situazione in corsa con sette uomini in fuga Pello Bilbao (Euskaltel-Euskadi), Romain Bardet (Ag2r), Cedric Pineau (FDJ-BigMat), Simone Stortoni (Lampre-ISD), Steven Caethoven (Accent.Jobs-Veranda’sWillems), Raymond Kreder e Alex Howes (Garmin-Barracuda), evasi dal gruppo dopo circa 40 km. In testa al gruppo, ad alternasi nell’inseguimento, sia gli uomini della Katusha, per la soluzione Joaquim Rodriguez, sia quelli della BMC per un Philippe Gilbert, dominatore in Olanda un anno fa, ed apparso oggi in netta ripresa. Tra le due squadre “faro” della corsa sempre nelle prime posizioni le maglie azzurre dell’Astana a ben proteggere e guidare tra le insidiose stradine olandesi il loro capitano Enrico Gasparotto. La fuga, raggiunto un vantaggio massimo di 13’.20”, è stata riassorbita definitivamente a 9 Km dall’arrivo quando Bardet, da solo al comando, si è visto arrivare il gruppo di tutti i migliori. Poco prima durante l’ascesa al Kruisberg, uno dei papabili alla vittoria finale, Samuel Sanchez (Euskaltel – Euskadi), vittima di un incidente meccanico è stato costretto ad inseguire il gruppo tirato da Greg Van Avermeat (BMC). Il campione spagnolo aiutato da due compagni di squadra è riuscito ad accodarsi al gruppo dei migliori poco prima dell’ascesa dell’Eyserbosweg, terzultima côtes prevista. Su per la salita “delle antenne” la fuga era ormai ridotta a solo due unità con Bardet ed Howes che conservavano un vantaggio di solo 29”. Vantaggio che si è ulteriormente ridotto su per il Fromberg a soli 10”. A questo punto della corsa restano da affrontare il Keutenberg ed il Cauberg, e proprio sulla penultima côtes è Gasparotto a provare un allungo, subito stoppato da Rodriguez. Stessa sorte, questa volta in pianura, per un timido allungo voluto da Peter Sagan (Liquigas) e Thomas Voeckler (Team Europcar) riacciuffati da un onnipresente Greg Van Avermeat a pilotare nelle posizioni di testa il proprio capitano Gilbert. Come detto a 9 Km dalla conclusione la fuga viene annullata e sarà ancora una volta l’ascesa al Cauberg a determinare il vincitore della corsa. A sorpresa, quando al traguardo mancano 7 Km, è Oscar Freire (Katusha) a rendersi protagonista di un’azione in solitaria. Lo spagnolo riesce ad affrontare le prime rampe del Cauberg con 10” di vantaggio sugli inseguitori. Il primo a riportarsi su di lui è Niki Terpstra (Omega Pharma-Quickstep), dietro di loro i big si guardano, nessuno prende in mano la corsa fino a quando Gilbert prova a riportarsi sui due uomini di testa. Terpstra, sfiancato dall’inseguimento, si pianta letteralmente sulle prime rampe del Cauberg, stessa sorte, ma solo ai 200 metri dall’arrivo per Freire sorpassato da Gilbert, Vanendert e Gasparotto, mentre poco più indietro Damiano Cunego (Lampre) a causa di un contatto con Iglinskiy (Astana) cade a terra compromettendo ogni possibilità di riprendere i quattro lanciati verso il traguardo. Gilbert in testa è ripreso da Gasparotto con Sagan a lanciare la volata e Vanendert subito dietro. A questo punto però ad averne di più è il corridore italiano, con forza e determinazione, sopravanza lo slovacco trionfando a braccia alzate sul Cauberg. Secondo un ottimo Vanendert, terzo a completare il podio Sagan poi Freire e Voeckler, sesto arriva Gilbert. Gran bella vittoria italiana quindi a darci fiducia per i prossimi importanti appuntamenti.
Antonio Scarfone
FELLINE SI “MANGIA” L’APPENNINO
E’ Il giovane velocista torinese ad alzare le braccia al cielo sul traguardo di Via XX Settembre a Genova. La corsa è stata infiammata durante tutto il suo percorso dalla pioggia e da una fuga sulla Bocchetta di Pozzovivo, Scarponi e Betancour raggiunti a 20 Km dal traguardo da un drappello di 12 inseguitori – fra i quali Felline – che si sono giocati la volata nel centro di Genova
Foto copertina: braccia e bocca spalacante per Fabio Felline sul traguardo del Giro dell’Appennino (foto Bettini)
Nel giorno in cui tutte le attenzioni degli appassionati di ciclismo erano rivolte alla prima delle 3 Classiche delle Ardenne, l’Amstel Gold Race, in Italia, più precisamente fra Piemonte e Liguria, si correva il Giro dell’Appennino, giunto alla 73esima edizione. I luoghi del percorso sono sportivamente celebri: il primo colpo di pedale viene dato intorno a mezzogiornoa Novi Ligure, città che ha dato i natali a Costante Girardengo, mentre poco più ad est, nel piccolo comune di Castellania, nacque il Campionissimo Fausto Coppi. Il percorso, con un meteo instabile come quello di oggi, caratterizzato da pioggia costante più o meno fastidiosa, può presentare molte sorprese e insidie per i corridori. La corsa entra nel vivo quando sul duro Passo della Bocchetta Pozzovivo, Scarponi e Betancour provano ad evadere dal plotone: raggiungono i fuggitivi di giornata, e scollinano con 33” sul gruppo inseguitore, scremato fino a raggiungere solo un paio di decine di unità. Ma nonostante gli inseguitori siano in numero esiguo, riescono a rosicchiare secondo dopo secondo tutto il vantaggio dei 3 al comando e, poco oltre il Passo della Castagnola, a 20 Km dalla fine un drappello di 12 corridori riprendono i fuggitivi. Dopo aver passato senza tentativi degni di nota il breve Passo dei Giovi, non ci sono più asperità in programma e la corsa si decide quindi in volata in Via XX Settembre: è qui che il torinese Fabio Felline dell’Androni Giocattoli Venezuela riesce ad avere lo spunto migliore per precedere di poco Gianluca Brambilla (Colnago Csf Inox) e Francesco Reda (Acqua e Sapone).
E’ il primo successo stagionale per il 22enne corridore di Gianni Savio, passato professionista nel 2010, anno in cui vinse 2 tappe e la classifica finale del Circuit de Lorraine. Podio tutto Italiano completato da Brambilla e Reda.
Lorenzo Alessandri
ROTH SI AGGIUDICA LA PICCOLA ROUBAIX
E’ il canadese della SpiderTech ad aggiudicarsi la Tro-Bro Leon, anche detta ‘Piccola Roubaix’ per la presenza di ben 25 tratti di pavè.
Foto copertina: l’arrivo in solitaria di Roth (www.ouest-france.fr)
Definita come la ‘Piccola Rubaix’, la 29° Tro Bro Leon paga quest’anno la concomitanza con l’Amstel e pertanto non può presentare una starting-list di primo piano.
Sono solo tre le World Tour presenti, Vacansoleil, Ag2r e FDJ, con Casper, Domoulin, Feillu e Fedrigo corridori più attesi. A sorpresa però nessuno di questi è tra coloro che vanno a giocarsi la corsa e occupare le prime posizioni della classifica.
Ad aggiudicarsi la gara, in solitaria, è infatti il canadese Roth, portacolori della SpiderTech, mentre alle sue spalle finiscono Jarrier e Berthou, rispettivamente di Veranda Rideau U e Bretagne-Schuller.
La corsa inizia subito a grande ritmo fino a quando riescono ad evadere in quattro, Jarrier, Cuin, Koretzky e Morajko, i quali raggiungono ben 6′ di vantaggio mettendo paura al gruppo che, a cento chilometri dall’arrivo, alza il ritmo fino a richiudere sulla fuga.
Appena dopo il ricongiungimento la corsa si decide con lo scatto di Berthou, raggiunto poco dopo da Roth e Jarrier, grande protagonista per tutta la giornata. Il canadese nel finale ne approfitta per staccare gli avversari e involarsi verso il traguardo e succedere così nell’albo d’oro a nomi del calibro di Domoulin, Planckaert, Kirsipuu, Guesdon, Roy, Cooke.
Andrea Mastrangelo
SANCHEZ CROLLA, CASTILLA Y LEON A MORENO
Il capoclassifica e vincitore della 2a tappa cede sulla salita del Puerto de Navacerrada, perdendo le ruote dei rivali e la leadership conquistata ieri. Il successo finale va allo spagnolo Javier Moreno, che beffa per 1’’ il francese Guillaume Levarlet grazie agli abbuoni per il 2° posto di giornata. L’ultima frazione va al panamense Yelko Gomez. Completa il podio della generale Pablo Urtasun.
Foto copertina: un drappello sfida il maltempo sulle strade della 3a tappa della Vuelta a Castilla y Leon (foto vueltacastillayleon.com)
L’autorevole affermazione di ieri lo aveva imposto come principale candidato al successo finale, complice uno spunto veloce che avrebbe dovuto sulla carta metterlo al riparo dalle insidie degli abbuoni; e invece Luis Leon Sanchez, appena ventiquattro ore dopo aver vestito la maglia di leader della classifica generale, ha pagato le fatiche di Avila lungo le rampe del Puerto de Navacerrada, ultimo dei tre GPM di 1a categoria chiamati ad emettere il verdetto sulla tre-giorni spagnola.
Che la giornata non fosse destinata ad essere riposante, Luis Leon deve averlo intuito prima ancora di prendere il via, giacché il maltempo, che già aveva caratterizzato la tappa di ieri, non accennava a concedere tregua alla carovana, con acqua e temperature ben poco primaverili ad accompagnare i corridori per tutta la tappa. A complicare le cose ha quindi provveduto il piglio decisamente battagliero che le formazioni degli avversari hanno da subito manifestato, con Simon, Aramendia, Jeandesboz, Taaramae, Oyola, Rabie, Lill, Camano, Alacron, Etxeberria e Bizkarra capaci di evadere dal gruppo dopo una decina di chilometri, imitati sul Puerto de Navafria – primo colle in programma – da Karpets, Plaza, Busche, Bennett, Palomares, Coppel, Di Gregorio, Infantino, Baez, Colorado e Pedraza. I due gruppi si sono ben presto fusi, andando a costituire, pur orfani di Simon, Etxeberria e Alarcon, staccatisi sulle prime rampe, una maxi-fuga di diciannove uomini, capace di raggiungere un vantaggio massimo di circa 4’ sul successivo GPM del Puerto de la Morcuera.
A sancire la fine dei sogni di gloria di Sanchez è stato di fatto lo sbriciolamento sull’ultimo colle della sua Rabobank, fiaccata dal lungo inseguimento e dal forcing della Movistar, capace di distanziare il leader con David Arroyo e Javier Moreno, ai quali si sono accodati i soli Urtasun, Machado, Toribio, De la Cruz, Gomez, Levarlet, Feillu, Moncoutié e Parra. Raggiunto quel che restava del drappello di testa, gli attaccanti hanno dato vita ad un’interminabile prova ad inseguimento con il gruppo inseguitore comprendente Sanchez, il cui distacco ha avuto un andamento ad elastico fino alle battute conclusive, quando il 28enne di Mula è stato costretto ad alzare bandiera bianca.
La questione vittoria finale si è così ristretta ai battistrada, tra i quali il meglio piazzato risultava essere Guillaume Levarlet, francese della Saur-Sojasun, forte anche della presenza del compagno Brice Feillu. Dall’ammiraglia è però giunto un ordine di scuderia che, anche sforzandosi per un milione di anni, mai si arriverebbe probabilmente a comprendere: la compagine francese ha infatti scelto di puntare, per lo sprint, sul più rapido Feillu, andando in caccia del successo di tappa, esponendo così Levarlet al possibile sorpasso di Moreno, Urtasun e De la Cruz, ancora teoricamente in grado di sopravanzarlo grazie agli abbuoni. Sorpasso che è puntualmente arrivato per mano di Moreno, capace addirittura di fare meglio dello stesso Feillu – alla fine solamente 3° -, inchinandosi solamente al panamense Yelko Gomez, al primo successo da professionista.
I 6’’ di abbuono conquistati dall’iberico hanno così fatto materializzare il sorpasso a destra ai danni del transalpino, piegato per appena 1’’ e costretto ad una piazza d’onore quanto mai amara. Pablo Urtasun si deve accontentare del 3° posto, staccato di 3’’, mentre David de la Cruz e Thiago Machado completano una top 5 mai neppure sniffata dai portacolori italiani.
Va così in archivio un’edizione della Vuelta a Castilla y Leon in formato ridotto rispetto agli anni passati, con appena tre frazioni in luogo delle tradizionali cinque, che ha però saputo compensare questo ridimensionamento (e un lotto partenti di livello inferiore a molte passate edizioni) con la suspense che ha regnato sino alle ultime pedalate e la condotta sempre estremamente spavalda da parte dei protagonisti. Spavalda e – almeno nel caso della Saur-Sojasun – anche vagamente suicida.
Matteo Novarini
14-04-2012
aprile 15, 2012 by Redazione
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VUELTA A CASTILLA Y LEON
Lo spagnolo Luis Leon Sanchez Gil (Rabobank Cycling Team) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Avila, percorrendo 158,7 Km in 4h18′14″, alla media di 36,873 Km/h. Ha preceduto di 2″ il francese Levarlet e lo spagnolo Urtasun Perez. Miglior italiano Massimo Codol (Acqua & Sapone), 52° a 9′38″ Sanchez Gil è il nuovo leader della classifica con 6″ su Levarlet e 8″ su Urtasun Perez. Miglior italiano Fabio Taborre (Acqua & Sapone), 31° a 9′48″.
TOUR DE LOIR ET CHER “E. PROVOST” (Francia)
Il francese Jérémy Fabio (Martigues Sport Cyclisme) si è imposto nella quarta tappa, circuito di Ange, percorrendo 191 Km in 4h34′16″, alla media di 41,784 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Eugenio Alafaci (Leopard – Trek Continental Team) e di 2″ il bielorusso Krasilnikau. L’altro italiano in gara, Giorgio Brambilla (Leopard – Trek Continental Team), è 58° a 10′32″. Il russo Andréi Solomennikov (Itera – Katusha) è il nuovo leader della classifica, con 30″ sul tedesco Kern e 42″ sul danese Broge. Alafaci 11° a 3′44″, Brambilla 58° a 14′22″.
TOUR DU FINISTÈRE
Il francese Julien Simon (Saur-Sojasun) si è imposto nella corsa francese, Crozon – Quimper, percorrendo 186,1 Km in 4h14′35″, alla media di 43,859 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Dumoulin e il britannico McEvoy. Miglior italiano Mirko Selvaggi (Vacansoleil – DCM Procycling Team), 9° a 3″.
LE TOUR DE FILIPINAS
Il filippino Oscar Rendole (Mail and More) si è imposto nella prima tappa, Santa Ana – Tuguegarao City, percorrendo 155,7 Km in 3h44′40″, alla media di 41,581 Km/h. Ha preceduto di 1″ l’olandese Kers e il tedesco Scholz, preceduti di 5″ e 7″ nella prima classifica generale.
ZLM TOUR
Il francese Maxime Daniel si è imposto nella corsa olandese, circuito di Goes, percorrendo 189,8 Km in 4h26′33″, alla media di 42,723 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’argentino Sepúlveda e il belga Van Bilsen.
TROFEO EDIL C (dilettanti)
L’italiano Kristian Sbaragli (Team Hopplà Wega Truck Italia Valdarno) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Collecchio, percorrendo 149,1 Km in 3h44′50″, alla media di 39,789 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Nicola Boem (Zalf Désirée Fior) e Matteo Busato (Team Idea 2010)
LIEGI BASTOGNE LIEGI U23
Il danese Michael Valgren Andersen (Glud & Marstrand – LRO) si è imposto nella versione della classica belga riservata agli U23, Bastogne – Ans (Liegi), percorrendo 180,8 Km in 4h35′48″, alla media di 39,333 Km/h. Ha preceduto di 15″ e 52″ gli statunitensi Boswell e Berry.
CASTILLA Y LEON (SANCHEZ)
Lo spagnolo della Rabobank allunga nel finale per regolare un drappello di undici uomini evaso sull’ultima ascesa di giornata, conquistando la 2a tappa della Vuelta a Castilla y Leon e la testa della classifica generale. Dietro di lui il francese Levarlet e l’altro spagnolo Urtasun. Domani altre salite nella frazione conclusiva, con partenza e arrivo a Segovia.
Foto copertina: Luis Leon Sanchez celebra il trionfo nella seconda tappa della Vuelta a Castilla y Leon (foto AFP)
L’attesa rivoluzione della classifica generale, inevitabilmente cortissima dopo il quasi-biliardo di ieri, è puntualmente arrivata, agevolata anche dalle nefaste condizioni meteorologiche che hanno accompagnato i corridori nella seconda tappa della Vuelta a Castilla y Leon. Le quattro ascese di seconda categoria in programma lungo i 159 km da percorrere sono infatti risultate più selettive del previsto, riducendo di fatto a undici uomini il lotto degli aspiranti al successo finale, e lasciando il 17° classificato a quasi 10’ dal vincitore.
Ad accendere la miccia preparata dal maltempo sono stati Leandro Oyola, Walter Fernando Pedraza, Rein Taaramae, Brice Feillu, Andreas Kloden, Mikel Landa e David Arroyo, che sulla prima ascesa di giornata – il Puerto de la Cruz de Hierro – sono usciti dal gruppo, dando vita ad una fuga a sette che, per via dei nomi in gioco, ha obbligato il gruppo ad un passo sostenuto per larga parte del percorso. Complice la débacle di un ormai irriconoscibile Kloden sul Puerto de la Lancha, il drappello non è però mai riuscito a superare i 3’ circa di vantaggio, prima di essere inghiottito dal plotone sulla terza salita (Puerto de Arrebatacapas), ad una sessantina di chilometri dal termine.
Il gruppo si è così presentato compatto, con eccezioni tra le quali spiccava quella del vincitore di ieri, Manuel Cardoso, ai piedi del Puerto de la Paramera, ultimo colle di giornata, sul quale Thiago Machado ha recitato il ruolo di indiscusso protagonista, producendo una raffica di accelerazioni che hanno via via falcidiato la compagnia. Solamente il francese Levarlet, l’olandese Slagter, il tedesco Gerdemann e gli spagnoli Castroviejo, Urtasun, De la Cruz, Moreno, Velasco e Toribio sono stati in grado di mantenere la scia dell’indiavolato portoghese, procedendo insieme fino al triangolo rosso dell’ultimo chilometro.
È stato allora che, forti di un vantaggio ormai incolmabile nei confronti degli inseguitori, appena cinque dei quali con distacchi umani (il gruppetto successivo avrebbe tagliato il traguardo quasi 10’ dopo il vincitore), gli uomini al comando hanno cessato la collaborazione, andando in caccia del successo parziale. Gerdemann prima e Urtasun poi hanno tentato senza successo di anticipare i compagni d’avventura, ma solamente Luis Leon Sanchez, già vincitore quest’anno della tappa di Sisteron della Parigi – Nizza, è stato in grado di piazzare un allungo abbastanza secco da non ammettere repliche, andando a cogliere il secondo trionfo stagionale, relegando Levarlet e Urtasun a 2 secondi, Gerdemann, Castroviejo, De la Cruz e Moreno a 5, Slagter a 9, Velasco a 12, Machado a 14 e Toribio a 25.
L’ordine d’arrivo è ricalcato fedelmente dalla nuova graduatoria generale, al netto di qualche secondo di margine in più per i primi tre per via dei secondi di abbuono (10, 6 e 4 secondi). Il dodicesimo, David Blanco, è staccato di 1’45’’, divario che, con una sola frazione rimanente, fa pensare che la sfida per il successo sia affare d’altri, anche perché l’ultima tappa – 173 km con partenza e arrivo a Segovia – presenta sì tre salite più impegnative di quelle odierne (Puerto de Navafria, Puerto de la Morcuera e Puerto de Navacerrada, tutte di prima categoria), ma decisamente peggio collocate, con l’ultimo GPM a 51 km dal termine. Difficile pertanto immaginare sconvolgimenti, con il testa a testa tra i big che potrebbe anche limitarsi ai saliscendi che caratterizzeranno i chilometri finali. A giudicare da quanto visto quest’oggi, il primo a gradire un epilogo del genere potrebbe essere proprio il nuovo leader.
Matteo Novarini
AL TOUR DU FINISTÈRE ARRIVA L’ENNESIMO EXPLOIT DI JULIEN SIMON
Il velocista della Saur – Sojasun conferma il suo grande periodo vincendo quest’oggi il Tour du Finistere, classica in linea sulle strade bretoni. Sul traguardo di Quimper il corridore francese ha preceduto il connazionale Samuel Dumoulin (Cofidis) e il britannico Jonathan McEvoy (Endura Racing), cogliendo la terza vittoria personale stagionale dopo le due tappe vinte alla Volta Ciclista a Catalunya.
Andrea Giorgini
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Julien Simon si impone al Tour du Finistère (foto Fabrice Lambert)