NIENTE SORPRESE, IL MURCIA VA A QUINTANA

marzo 5, 2012 by Redazione  
Filed under News

Nella tappa conclusiva Serov è il più veloce contro il tempo e conquista la tappa, in generale invece cambia molto poco, Quintana si difende e mantine il primo posto per una manciata di secondi, Tiernan-Locke invece riesce a scalzare Poels e i due si scambiano la loro posizione sul podio. Niente da fare per i grandi nomi che, forse a causa della condizione non ancora ottimale, non riescono a impensierire il leader.

Foto copertina: Quintana in maglia di leader in azione nella crono conclusiva (foto Rafael Gómez Alonso)

Come da tradizione la tappa conclusiva della Vuelta a Murcia si svolge contro il tempo, 12km lungo le strade murciane. Ad ottenere il miglior tempo è il russo Serov che con la sua prestazione consegna la prima vittoria per la sua RusVelo. Alle sue spalle si piazza il ben più quotato Castroviejo. Molto più indietro gli uomini di punta e i grandi nomi della corsa, niente da fare, infatti, per il riscatto di Gesink, Samuel Sanchez e Hoogerland con il solo portacolori della Rabobank ad ottenere un piazzamento degno dei nota nei dieci, peccato però che nella prima tappa avesse raccolto un distacco di quasi un minuto.
Tra gli uomini di classifica Quintana si difende bene anche se alla fine paga 10” a Tiernan-Locke il quale però non riesce a completare la rimonta dal terzo posto fermandosi ad appena 6” dal leader, in seconda posizione, per la rivelazione di inizio stagione della Endura si tratta comunque di una posizione guadagnata nei confronti di Poels il quale, fra i tre di testa è quello che nella tappa finale paga di più, ben 32”.

Come prevedibile, nessuno stravolgimento nella breve cronometro conclusiva, coi primi tre della generale a giocarsi la corsa e i grandi nomi a correre per una cercare più la forma ottimale che un piazzamento importante.

Andrea Mastrangelo

LA PRIMA VOLTA DI DEMARE E VERMOTE

marzo 5, 2012 by Redazione  
Filed under News

Il campione del mondo under 23 si aggiudica la frazione conclusiva della Driedaagse Van West-Vlaanderen in quel di Ichtegem davanti a Porsev e Van Hummel con Nizzolo buon 5° mentre il belga approfitta della caduta del compagno di squadra Kwiatkowski per portare a casa il primo posto nella generale

Foto copertina: la volata che ha deciso l’edizione 2012 della Driedaagse Van West-Vlaanderen (foto Isabelle Duchesne)

La seconda e ultima tappa della Driedaagse Van West-Vlaanderen, 186 km da Nieuwpoort a Ichtegem, si presentava più selettiva rispetto a quella precedente con il Kemmelberg, tradizionale asperità della Gand-Wewelgen, da scalare a metà percorso e nel finale tre giri di un circuito di 11 km caratterizzato dai più abbordabili Keiberg e Ruidenberg inframezzati però da un tratto in pavè pianeggiante. A rendere la corsa più dura come spesso accade sulle strade fiamminghe ci si è messo poi il maltempo e non si sono contate le cadute e su tutte quella del leader della generale Kwiatkowski (Omega-QuickStep) costretto al ritiro e del nostro Chicchi che non ha potuto dunque disputare lo sprint; lo squadrone di Lefevere ha rischiato di perdere tutto quando anche Vermote che seguiva il polacco in classifica è rimasto attardato ma è poi riuscito a rientrare con il supporto dello stesso Chicchi prima che l’aretino finisse in terra a sua volta.
Cadute a parte la corsa ha avuto uno svolgimento abbastanza tranquillo fino all’ingresso nel circuito finale con Boucher (Fdj), Galdos (Caja Rural), Bérard (Ag2r), Neirynck (Topsport Vlaanderen), Jensen (Saxo Bank), Planckaert (Landbouwkrediet) e Cappelle (Accent Jobs) in avanscoperta fin dalle prime battute e il gruppo che si è riportato sotto dopo aver concesso loro un vantaggio intorno a 4′. prima che venisse completato il ricongiungimento si sono però mossi e si sono riportati sui 7 uomini al comando Ladagnous (Fdj), Van Keirsbulck, Trentin e Fenn (Omega-Quickstep), Farrar, Bauer e Kreder (Garmin), Rowe e Swift (Sky) e soprattutto Wagner (Radioshack), che in classifica generale era distanziato di soli 9” da Kwiatkowski; 10” era invece il ritardo di Van Keirsbulck che grazie agli abbuoni presi nell’ultimo sprint intermedio ha scavalcato il campione tedesco facendo sì che l’Omega-QuickStep potesse avere un totale dominio della situazione sia in caso di arrivo dei battistrada che in caso di ricongiungimento con il resto del gruppo, che si era nel frattempo ridotto a una cinquantina di unità.
A metà del secondo giro complice il mancato accordo tra i 17 di testa il plotone si è riportato sotto e grazie al ferreo controllo della formazione belga la situazione non è più cambiata fino allo sprint finale: in assenza di Chicchi il favorito era Démare che non si è lasciato pregare andando a conquistare il suo primo successo tra i pro davanti a Porsev (Katusha), che malgrado una foratura a 10 km dal traguardo è rientrato e ha approcciato la volata in testa prima di essere saltato dal francese negli ultimi metri, a Van Hummel (Vacansoleil), a Eeckhout (An Post-Sean Kelly) e al brianzolo Nizzolo (RadioShack) che conquista il suo miglior piazzamento stagionale. La classifica generale vede invece il trionfo di Vermote, a sua volta al primo trionfo in carriera, con 6” su Sergent, 9” su Ignatiev, 10” su Bauer e 11” su Farrar mentre 10° a 17” ha chiuso Trentin che è apparso molto a suo agio su strade sulla carta non adatte a lui: l’elemento saliente di questa corsa resta comunque la grande condizione dimostrata da tutti gli uomini dell’Omega-QuickStep che ha già vinto 16 corse in stagione e Boonen, che a sua volta ha confermato di stare bene al prologo della Parigi-Nizza, può dormire sonni tranquilli in vista delle sue sfide con Cancellara nelle classiche del Nord.

Marco Salonna

04-03-2012

marzo 5, 2012 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

PARIS-NICE

Lo svedese Gustav Larsson (Vacansoleil-DCM) si è imposto nella prima tappa, cronometro Dampierre-en-Yvelines – Saint-Rémy-lès-Chevreuse, percorrendo 9,4 Km in 11′19″, alla media di 49,838 Km/h. Ha preceduto di 1″ il britannico Wiggins e di 4″ lo statunitense Leipheimer. Miglior italiano Eros Capecchi (Liquigas-Cannondale), 73° a 38″.

LE TOUR DE LANGKAWI

L’italiano Andrea Guardini (Farnese Vini – Selle Italia) si è imposto anche nella decima ed ultima tappa, Tasik Kenyir – Kuala Terengganu, percorrendo 110,7 Km in 2h36′42″, alla media di 42,386 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo statunitense Keough e l’italiano Sonny Colbrelli (Colnago – CSF Inox). In classifica si impone il colombiano Josè Rodolfo Serpa Perez (Androni Giocattoli) con 30″ sul venezuelano Rujano Guillen e 1′03″ sul colombiano Niño Corredor. Miglior italiano Stefano Locatelli (Colnago – CSF Inox), 6° a 4′15″

DRIEDAAGSE VAN WEST-VLAANDEREN (Belgio)

Il francese Arnaud Demare (FDF-Big Mat) si è imposto nella seconda ed ultima tappa, Nieuwpoort – Ichtegem, percorrendo 186,5 Km in 4h35′48″, alla media di 40,573 Km/h. Ha preceduto allo sprint il russo Porsev e l’olandese Van Hummel. Miglior italiano Giacomo Nizzolo (RadioShack-Nissan), 5°. In classifica si impone il belga Julien Vermote (Omega Pharma-Quickstep) con 6″ sul neozelandese Sergent e 9″ sul russo Ignatyev. Miglior italiano Matteo Trentin (Omega Pharma-Quickstep), 10° a 17″.

VUELTA CICLISTA A MURCIA
Il russo Alexander Serov (RusVelo) si è imposto nella seconda ed ultima tappa, circuito a cronometro di Murcia, percorrendo 12,3 Km in 13′46″, alla media di 53,608 Km/h. Ha fatto registrare lo stesso tempo dello spagnolo Castroviejo e ha preceduto di 3″ lo svedese Wetterhall. Unico italiano Cesare Benedetti (Team NetApp), 82° a 1′23″. In classifica si impone il colombiano Nairo Quintana (Movistar Team), con 6″ sul britannico Tiernan-Locke e 9″ sull’olandese Poels. Benedetti 65° a 7′48″.

GRAND PRIX DE LA VILLE DE LILLERS – SOUVENIR BRUNO COMINI
Il britannico Russell Downing (Endura Racing) si è imposto nella corsa francese, circuito di Lillers, percorrendo 174 Km in 4h01′12″, alla media di 43,283 Km/h. Ha preceduto allo sprint i francesi Païani e Mangel. Unico italiano Eugenio Alafaci (Leopard Trek Continental Team), 25° a 58″.

TROFEO ZSSDI – UNIONE DEI CIRCOLI SPORTIVI (elite/U23)
Il dilettante italiano Patrick Facchini (Casati – MI Impianti) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Longera (Trieste), percorrendo 143 Km in 3h24′25″, alla media di 41,973 Km/h. Ha preceduto di 1″ il russo Rudaskov (elite) e di 3″ lo sloveno Furdi (elite)

GP COMUNE DI PRETOLA
Il dilettante colombiano Duber Armando Quintero Artunduaga (Team Delio Gallina) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Pretola, percorrendo 140,3 Km in 3h15′46″, alla media di 43 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Kristian Sbaragli (Team Hopplà Wega Truck Italia Valdarno) ed Eugenio Bani (Caparrini – Le Village – Vibert Italia)

CAMPIONATI NAZIONALI SUDAFRICANI

Disputate le gare in linea riservate agli uomini: nella categoria elite successo di Robert Hunter, nella categoria allievi di Kellan Gouveris e nella categoria U23 di Calvin Beneke.

LA PIOGGIA BEFFA WIGGINS

marzo 4, 2012 by Redazione  
Filed under News

Il britannico del Team Sky, uomo da battere nella 1a tappa della Parigi – Nizza insieme a Tony Martin, si arrende per un solo secondo a Gustav Erik Larsson. Decisivo il mutamento delle condizioni climatiche, che ha costretto Wiggins a gareggiare sotto una pioggia battente. Completa il podio Levi Leipheimer, mentre Martin delude, chiudendo 28° a 25’’ dal vincitore.

Foto copertina: Erik Larsson veste la prima maglia gialla della Parigi – Nizza 2012 (foto AFP)

Si apre nel segno della pioggia la Parigi – Nizza 2012, e non soltanto perché il cattivo tempo ha caratterizzato larga parte della prima frazione, 9 km e mezzo a cronometro da Dampierre-en-Yvelines a Saint-Rémy-lès-Chevreuse. Oltre ad accompagnare molti dei 176 partenti, l’acqua riversatasi sul tracciato ha infatti deciso di fatto la lotta per l’assegnazione della prima maglia gialla della Corsa del Sole, contesa tra Gustav Erik Larsson e Bradley Wiggins. Lo svedese ha gareggiato in condizioni certo non ottimali, ma infinitamente migliori rispetto a quelle con cui si è trovato a fare i conti il britannico, partito quando i tempi di altri atleti, più alti delle attese, iniziavano a far pensare che la vittoria stesse ormai prendendo la via della Scandinavia.
Dopo essere transitato con 1’’ di vantaggio su Larsson al primo intermedio, collocato in cima alla Cote des Dix-sept Tournants, Wiggins è invece riuscito, contro pronostico, a limitare i danni anche nel successivo tratto in discesa, in cui le condizioni del sempre più viscido manto stradale rischiavano di penalizzarlo oltremodo. Avendo dalla sua il lieve vantaggio di conoscere il tempo del rivale, il vincitore dell’ultimo Giro del Delfinato ha sfiorato quella che sarebbe stata una piccola impresa, trovandosi alla fine costretto ad inchinarsi per un secondo e mezzo. Divario che appare legittimo ricondurre più ai differenti orari di partenza che non ad una reale superiorità di gambe del pur meritevole vincitore, già argento nelle prove contro il tempo dei Giochi Olimpici di Pechino e dei Mondiali di Mendrisio.
Smaltita la delusione della beffa per il successo parziale, Wiggins potrà comunque consolarsi gettando un occhio alla prima classifica generale. Se Leipheimer, Van Garderen e Chavanel, tra i big, hanno infatti saputo contenere il distacco entro una manciata di secondi (4, 9 e 12 rispettivamente nei confronti di Larrson), assai peggio è andata agli altri pretendenti alla maglia gialla finale, primo fra tutti quel Tony Martin che condivideva con l’inglese i galloni di favorito, e che ha invece reso al tre volte olimpionico ben 24’’. Alejandro Valverde, da molti ritenuto l’uomo faro della Parigi – Nizza dopo la recente affermazione alla Vuelta a Andalucia, e motivato più di ogni altro dopo i due anni di stop, ha sfogato tutta la sua voglia di riscatto nel tratto in salita, dove ha fatto registrare il 4° tempo, prima però di cedere parecchio nella sezione a lui meno favorevole, fino ad assestarsi a 30’’ dalla testa. Ancor peggio è andata a Ivan Basso (+43’’), Frank Schleck (+54’’), Damiano Cunego (+57’’) e Andy Schleck (+1’01’’), anche se le condizioni di questi e altri nomi di altissimo profilo (pensiamo ad esempio a Denis Menchov) sono pressoché incognite, trattandosi di atleti che contano di raggiungere il top della forma assai più in là nella stagione.
Proprio i moltissimi punti di domanda che circondano le condizioni di molti corridori di indubbio valore rendono pressoché impossibile distinguere oggi quali big vadano seguiti con attenzione, e quali siano invece qui solamente in funzione di successivi appuntamenti. Dubbi che continueranno ad aleggiare verosimilmente almeno per le prossime ventiquattro ore, con la Mantes-la-Jolie – Orléans di domani che si propone come terreno di caccia per i velocisti presenti. Maggiori indicazioni giungeranno martedì, quando la Paris – Nice vivrà la prima di cinque frazioni con tracciati che ricorderanno quelli delle classiche, prima della decisiva cronoscalata finale al Col d’Eze.

Matteo Novarini

GUARDINI SI SUPERA, SERPA SI RIPETE

marzo 4, 2012 by Redazione  
Filed under News

Dopo aver eguagliato ieri i cinque successi del 2011, il velocista italiano migliora il bottino dello scorso anno imponendosi anche nella frazione conclusiva del Tour de Langkawi, sul traguardo di Kuala Terengganu. Completano il podio Keough e Colbrelli. La classifica finale va a José Serpa, che bissa il trionfo del 2009, precedendo il compagno di squadra Rujano e l’altro colombiano Victor Niño.

Foto copertina: José Serpa, José Rujano e Victor Niño sul podio finale del Tour de Langkawi (foto Shane Goss)

Tra i pregi del Tour de Langkawi 2012 – corsa che per la verità non ha entusiasmato né sotto il profilo dello spettacolo, né sotto quello del livello dei protagonisti, né per quanto riguarda il tracciato – non rientra certamente quello di essere stato imprevedibile. Almeno otto delle dieci tappe in programma hanno alla fine applaudito il successo del favorito numero uno della vigilia, e la frazione conclusiva, con partenza e arrivo a Kuala Terengganu, non ha fatto eccezione. Come nelle due giornate precedenti, a piazzare la sua ruota davanti a tutti è stato infatti Andrea Guardini, capace di portare a sei il bottino di successi della sua spedizione malese, superando le cinque vittorie della scorsa edizione, e staccando la concorrenza nella classifica dei plurivincitori di tappa del Tour de Langkawi (ora 11 per lui, con Graeme Brown fermo a 9 in seconda piazza). Piegati dallo strapotere dello sprinter di Tregnago sono stati i soliti noti: Keough, Colbrelli, Harrif Salleh e Kreder, con gli altri azzurri Delle Stelle e Pelucchi rispettivamente 6° e 9°.
Se era facile prevedere la sesta affermazione di Guardini, sarebbe stato folle ipotizzare per la classifica generale un epilogo diverso dalla tripletta sudamericana Serpa – Rujano – Niño, ormai cementata sin dall’arrivo di Genting Highlands. Forse proprio questa è stata la vera pecca della gara malese: una classifica generale sostanzialmente decisa a quattro giorni dalla conclusione, senza alcuna possibilità di colpi di mano dopo la tappa regina.
Prima di mandare in archivio un Langkawi che per i colori italiani si chiude con un bilancio oltremodo positivo, con il successo di tappa di Canola e il sesto posto in classifica generale di Locatelli che si aggiungono ai già più volte incensati exploit in serie di Guardini, ci pare però giusto sottolineare l’azione che ha lasciato la traccia più significativa nella giornata di oggi. Non ci riferiamo alla fuga del mattino, che ha visto Rauf, Seo, Loh e Fukushima raggiungere i 5’ circa di vantaggio prima di rientrare nei ranghi, bensì al tentativo a sorpresa di Alexandre Vinokourov, rimasto sino ad oggi nel più completo anonimato. Non riuscendo a concepire l’idea di accontentarsi di partecipare, il kazako è evaso ad una quindicina di chilometri dalla conclusione, prima in compagnia di Gruzdev e Van Ulden e poi in solitaria. Poco importa che il plotone abbia vanificato lo sforzo di Vino a poco meno di 3 km dal traguardo: la notizia è che il 38enne di Petropavl non ha perso la voglia di dare spettacolo, a prescindere dalla condizione di forma. In un ciclismo in cui le azioni di coraggio sono merce rarissima, è confortante sapere che, ancora per i prossimi otto mesi, avremo ancora un Vino intenzionato a farci divertire.

Matteo Novarini

L’OMEGA-QUICKSTEP NON SI FERMA, CHICCHI NEMMENO

marzo 4, 2012 by Redazione  
Filed under News

Quattordicesimo successo stagionale per la corazzata belga e terzo per il 31enne di Camaiore che in quel di Kortrijk-Bellegem precede i tre francesi Demare, Haddou e Bouhanni mentre il suo conmpagno Kwiatkowski mantiene il primato nella generale

Foto copertina: Francesco Chicci prolunga la festa in casa Omega (foto Isabelle Duchesne)

La prima tappa in linea della Driedaagse van West-Vlaanderen, 181,5 km da Brugge al classico traguardo di Kortrijk-Bellegem caratterizzata dal muro di Tiegemberg a metà percorso e da un circuito finale di 17 km da ripetere per tre volte, è vissuta sulla fuga di Planckaert (Landbouwkrediet), Neyrinck (Topsport Vlaanderen) e Louder (UnitedHealthcare) che dopo una ventina di km sono riusciti ad avvantaggiarsi e a guadagnare fino a 4′30” su un gruppo che procedeva regolare, il che ha fatto sì che non ci fosse selezione nella parte più impegnativa della tappa guidato dapprima degli uomini dell’Omega-QuickStep del leader Kwiatkowski e successivamente della Fdj di Bouhanni e del campione mondiale under 23 Demare e della Garmin di Farrar, probabilmente l’uomo più atteso in caso di arrivo allo sprint anche se non è ancora riuscito a vincere in questa stagione: in ogni caso sotto la spinta degli statunitensi il plotone ha iniziato a guadagnare terreno andando a riprendere dapprima Louder e successivamente all’inizio dell’ultimo giro del circuito di Kortrijk anche Planckaert e Neyrinck.
Sono quindi iniziate le grandi manovre per lo sprint al quale non hanno però potuo partecipare, oltre a Galymzyanov (Katusha) che non ha neppure preso il via, Casper (Ag2r) e Sergent (RadioShack) rimasti vittime di una caduta ma fortunatamente per il neozelandese campione uscente essa è avvenuta entro lo striscione dei 3 km e dunque non ha perso terreno in classifica. Sono stati gli uomini della Fdj a portarsi in testa per lanciare Demare ma Francesco Chicchi (Omega-QuickStep) ben supportato dal compagno Fenn ha preso la ruota del francesew e lo ha saltato negli ultimi metri con gli altri due transalpini Haddou (Europcar) e Bouhanni (Fdj) che hanno chiuso 3° e 4° mentre Farra non è andato oltre l’8a posizione: per il 31enne toscano, che fu anch’egli campione mondiale under 23 a Zolder due giorni prima del trionfo di Cipollini tra i pro, si tratta del terzo successo stagionale dopo due tappe al Tour de San Luis nonchè del secondo in carriera nella Driedaagse van West-Vlaanderen dopo quello del 2006 sul medesimo traguardo di Kortrijk-Bellegem.
La classifica generale vede sempre Kwiatkowski leader con 4” su Vermote, 9” su Wagner, 10” su Sergent e Van Keirsbulck e 13” su Ignatiev e Rogers e salvo clamorosi colpi di scena non cambierà al termine della seconda e ultima tappa in linea, 186,5 km da Nieuwpoort a Ichtegem con il Kemmelberg da scalare dopo 95 km ma anche ampio spazio per recuperare di lì fino al traguardo.

Marco Salonna

QUINTANA PRIMO LEADER A MURCIA

marzo 4, 2012 by Redazione  
Filed under News

La prima tappa della corsa spagnola va al colombiano che vince per distacco su Poels e Tiernan-Locke. L’azione vincente nasce sull’ultima ascesa dell’Alto Collado Bermejo. In attesa della cronometro di domani che chiuderà la corsa di Murcia, è quindi il portacolori della Movistar a partire con la maglia di leader.

Foto copertina: Quintana si impone sulla Sierra de Espuña (foto Rafael Gómez Alonso)

Se l’aggiudica Nairo Quintana, con una vittoria per distacco, la prima tappa della Vuelta a Murcia. La sua azione prende vita a meno di dieci chilometri dal traguardo, dopo che Stef Clement, seguito dal resto del gruppo, aveva scollinato sull’Alto Collado Bermejo.
In precedenza la corsa era stata caratterizzata da una fuga di nove uomini: Benedetti, Anton, Doi, Shalunov, Marque, Dempster, Merino, Marczynski, Sanchez con il polacco a transitare primo sui tre GPM affrontati in fuga.
Il gruppo, guidato da Rabobank e Vacansoleil, rosicchiava secondi da dietro e si riportava sui fuggitivi. L’allungo di Clement da il via ai giochi per la vittoria con il corridore della Rabobank che poi viene ripreso da Quintana e Tiernan-Locke. Si fanno sorprendere invece Samuel Sanchez, Hoogerland, Pardilla, Poels e Valls.
Negli ultimi metri poi Quintana si guadagna la vittoria in solitaria con un allungo, Poels lo segue a 14”, Tiernan-Locke continua la sua striscia positiva e giunge terzo a 16” superando Pardilla. Quinto Samuel Sanchez, quindi Hoogerland e Gesink, l’ultimo a quasi un minuto.
La corsa si deviderà domani con la cronometro, i favoriti della vigilia hanno preso però una bella rinsaccata e non sarà facile per Gesink e Samuel Sanchez ribaltare la situazione.

Andrea Mastrangelo

03-03-2012

marzo 4, 2012 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

STRADE BIANCHE

L’elvetico Fabian Cancellara (RadioShack-Nissan) si è imposto nella corsa toscana, Gaiole in Chianti – Siena, percorrendo 190 Km in 4h44′59″, alla media di 40,002 Km/h. Ha preceduto di 42″ il kazako Iglinsky e l’italiano Oscar Gatto (Farnese Vini – Selle Italia)

LE TOUR DE LANGKAWI

L’italiano Andrea Guardini (Farnese Vini – Selle Italia) si è imposto anche nella nona tappa, Kemasik – Kuala Terengganu, percorrendo 169,4 Km in 3h27′06″, alla media di 49,077 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Matteo Pelucchi (Team Europcar) e l’olandese Kreder. Il colombiano Josè Rodolfo Serpa Perez (Androni Giocattoli) ha conservato la testa della classifica con 30″ sul venezuelano Rujano Guillen e 56″ sul colombiano Niño Corredor. Miglior italiano Stefano Locatelli (Colnago – CSF Inox), 6° a 4′15″

DRIEDAAGSE VAN WEST-VLAANDEREN (Belgio)

L’italiano Francesco Chicchi (Omega Pharma-Quickstep) si è imposto nella prima tappa, Brugge – Kortrijk-Bellegem, percorrendo 181,5 Km in 4h14′23″, alla media di 42,809 Km/h. Ha preceduto allo sprint i francesi Demare e Haddou. Il polacco Michal Kwiatkowski (Omega Pharma-Quickstep) ha conservato la testa della classifica con 4″ sul belga Vermote e 9″ sul tedesco Wagner. Miglior italiano Matteo Trentin (Omega Pharma-Quickstep), 15° a 21″.

VUELTA CICLISTA A MURCIA
Il colombiano Nairo Quintana (Movistar Team) si è imposto nella prima tappa, Balneario de Archena – Sierra de Espuña, percorrendo 198,2 Km in 4h51′52″, alla media di 40,744 Km/h. Ha preceduto di 14″ l’olandese Poels e di 16″ il britannico Tiernan-Locke. Unico italiano Cesare Benedetti (Team NetApp), 65° a 6′57″

DE VLAAMSE PIJL
Il belga Frédéric Amorison (Landbouwkrediet) si è imposto nella corsa belga, circuito di Harelbeke, percorrendo 157 Km in 3h41′40″, alla media di 42,496 Km/h. Ha preceduto di 3″ i connazionali Caethoven e Dron. Unico italiano Eugenio Alafaci (Leopard Trek Continental Team), 9°.

CAMPIONATI NAZIONALI SUDAFRICANI

Disputate le gare in linea riservate alle donne: nella categoria allievi successo di Heidi Dalton, nella categoria elite di Ashleigh Moolman.

IL RITORNO DI CANCELLARA

marzo 3, 2012 by Redazione  
Filed under News

Dopo un 2011 ricco di brucianti sconfitte, lo svizzero torna dominatore alla Strade Bianche, imponendosi in solitaria dopo un’azione solitaria di una dozzina di chilometri. 2° posto a 42’’ per Maxim Iglinskiy, capace di anticipare allo sprint uno strepitoso Oscar Gatto, 3° malgrado un pesante sforzo extra al quale è stato costretto da una foratura. Buone prove, tra gli italiani, per Ballan e Bennati, che si candidano a ruoli da protagonisti in ottica grandi classiche.

Foto copertina: Fabian Cancellara alza le braccia in Piazza del Campo (foto Bettini)

Lo avevamo lasciato, battuto e abbattuto, al Mondiale di Copenaghen, buon 4° nella prova su strada ma solamente 3° – strapazzato da Tony Martin e preceduto anche da Bradley Wiggins – nella gara a cronometro che aveva in precedenza dominato in quattro occasioni. Da vero fuoriclasse, però, Fabian Cancellara unisce alla fondamentale qualità di perdere poco la forse ancor più importante dote di sapersi rialzare quando la sconfitta arriva. Ecco dunque che, dopo un 2011 in cui le delusioni erano state numerose e spesso cocenti (si pensi al Fiandre perso dopo aver corso da dominatore, alla Roubaix sfumata per la fuga dell’outsider Vansummeren, alla Sanremo sottrattagli dalla sorpresa Goss, alle ripetute batoste incassate da Martin a cronometro), l’elvetico si è ripresentato ai nastri di partenza della nuova stagione in condizioni smaglianti, come già il buon Tour of Oman aveva lasciato intravedere. E come ci aveva abituati a vedere nell’anno di grazia 2010, in cui il suo strapotere era stato tanto imbarazzante da indurre ad ipotizzare cause non ortodosse, Cancellara non si è accontentato di vincere, ma lo ha fatto in solitaria, con ampio margine, e soprattutto fornendo un’impressione di superiorità e totale controllo della gara che può essere solo in parte resa dal puro riscontro cronometrico.
Vano alla fine il gran lavoro svolto dalla BMC, che, malgrado un Philippe Gilbert ancora a scartamento ridotto, che inizia a questo punto a far dubitare circa le sue chance di essere protagonista già dalla Milano – Sanremo del prossimo 17 marzo, si era incaricata di produrre la prima grande selezione, quando al traguardo mancavano una cinquantina di chilometri, e la fuga iniziale a dodici di Pinotti, Coledan, Corioni, Bozic, Pantano, Suarez, Hulsmans, Agnoli, Silkeldam, Graziato, Hermans e Bosisio era ormai quasi neutralizzata. A muoversi nel tratto di sterrato di Monte Sante Marie, il quinto e più impegnativo degli otto in programma, è stato Alessandro Ballan, al quale si sono accodati una ventina di uomini, tra i quali si registravano le assenze di uomini attesissimi quali il già citato Gilbert e Peter Sagan, oltre ad uno sfortunatissimo Stefano Garzelli, vittima di una foratura nel momento clou.
Forte era la presenza italiana nel gruppo buono, con Oss e Bennati che si sono addirittura lanciati poco dopo in un attacco di coppia con lo scopo precipuo di lasciare a riposo nella pancia del gruppo i rispettivi capitani, Nibali e Cancellara. Tra i due, il trentino era però assai meno pimpante, tanto da perdere contatto in un tratto di salita in asfalto dallo scatenato aretino, pedina fondamentale nel successo del capitano RadioShack – Nissan. Il tentativo di Bennati si è infatti esaurito solamente nel penultimo tratto sterrato, quello di Colle Pinzuto, con solamente una quindicina di chilometri rimasti e le gambe di molti in riserva di energie.
Quando tutti aspettavano nell’ottavo ed ultimo segmento di strade bianche un nuovo assalto di Ballan, la BMC si è invece giocata la carta Van Avermaet, nella cui scia sono rimasti solamente lo stesso Ballan, Iglinskiy, Cancellara e uno strepitoso Oscar Gatto, vittima di una foratura che lo aveva costretto nei chilometri precedenti a ricucire in completa solitudine uno strappo di una quarantina di secondi dai migliori. Sembrava l’azione buona, e invece Spartacus, prima del definitivo ritorno sull’asfalto, aveva in serbo un ultimo cambio di passo. Nessuno è stato in grado di reggere l’ulteriore strappo prodotto dal rossocrociato, e sono bastate poche pedalate per rendersi conto che il primo affondo del bernese sarebbe stato anche l’ultimo, perché non ci sarebbe stato bisogno di produrne altri. Gli 8’’ annunciati dal primo rilevamento cronometrico sono così ben presto divenuti 16, quindi 20, poi 30, prima che il subentrare negli inseguitori – cui si era nel mentre aggiunto Roman Kreuziger – della coscienza che non restava che giocarsi la piazza d’onore facesse dilatare il divario fino a sfondare la barriera del minuto.
Solamente nell’ultimo chilometro, quando ormai lo svizzero era intento a celebrare e a dedicare l’assolo allo zio da poco scomparso, il gap ha preso a decrescere, assestandosi alla fine a 42’’ per la coppia composta da Iglinskiy, 2°, e Gatto, 3° con tanti rimpianti per quelle energie spese a causa della foratura. 4° e 5° Ballan e Van Avermaet, i due alfieri di una BMC che ha alla fine raccolto meno di quanto seminato. Saltati nel finale Visconti e Nibali, che si propongono comunque come papabili protagonisti della prossima Tirreno e, soprattutto, della Sanremo ormai alle porte. Una Sanremo che sembra aver trovato quest’oggi, specie con il perdurare della scarsa vena di un Philippe Gilbert distante anni luce dai fasti della scorsa stagione, il suo uomo faro: Fabian Cancellara, pronto a tornare a cannibalizzare le classiche come aveva saputo fare due anni or sono.

Matteo Novarini

SUONA L’ORA DELLA PARIS… NICE!

marzo 3, 2012 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Sarà davvero “nice”, piacevole, il percorso predisposto quest’anno dagli uomini ASO per la Parigi – Nizza, nonostante la pochezza altimetrica complessiva del tracciato, in netto contrasto con quello durissimo che si troveranno sotto le ruote i partecipanti alla Tirreno – Adriatico. La drastica riduzione dei chilometri da percorrere contro il tempo, che passerà anche per la riscoperta della cronoscalata al Col d’Èze, unita a un tracciato non impossibile (massimo impegno richiesto, l’arcigno arrivo in salita di Mende), renderà l’edizione 2012 della “course au soleil” una gara difficilissima da gestire, con il rischio fuga bidone sempre aperto dietro l’angolo. Una guerra di gambe e di nervi attende chi vorrà iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro della corsa francese.

Foto copertina: salendo al Col d’Èze (foto flickr)

La crono non paga. Ma chiede un conto assai salato.
Non erano forse bastati i Tour dell’era Indurain agli uomini di ASO e lo scorso anno avevano voluto sperimentare anche sulla pelle della Parigi – Nizza il potere “distruttivo” delle cronometro. Detto e fatto, svolgimento ed esito dell’ultima edizione della “course au soleil” erano stati fortemente condizionati dalla lunga crono di Aix-en-Provence (27 Km, una distanza piuttosto elevata per il mese di marzo), che, di fatto, resero inutili tutte le frazioni che venivano prima e dopo questa tappa, complice anche la mancanza di vere ascese.
La lezione stavolta è fortunatamente servita e per rendersene conto basta dare una scorta all’elenco delle frazioni dell’edizione 2012, che conterà due tappe contro il tempo brevi e poco adatte ai passisti alla Tony Martin, il corridore tedesco che si era imposto dodici mesi fa in quel di Nizza. Il programma sarà, infatti, inaugurato domenica 4 marzo con un cronoprologo atipico e non proprio velocissimo e si concluderà con il gradito ritorno della cronoscalata al Col d’Èze, che fu tappa terminale della corsa francese per quasi 25 anni, l’ultima volta nel 1995.
Se un deciso passo indietro è stato fatto sotto quest’aspetto, non si può dire lo stesso per le salite, anche se i partecipanti si troveranno sotto le ruote un percorso decisamente migliore rispetto a quello dell’anno scorso, comunque lontano dai livelli delle edizioni disputate nel 2008 e del 2009 (furono rispettivamente affrontati gli arrivi in quota sul Ventoux e sulla Montagne de Lure) ed anche da quello della Tirreno-Adriatico di quest’anno, indiscutibilmente votata agli scalatori. Il bello del tracciato 2012 della Parigi-Nizza è che, con le sue difficoltà contenute, sarà notevolmente intrigante perché bisognerà tenere gli occhi bene aperti in ciascuna frazione, anche quelle secondarie: mancando i salitoni sarà, infatti, elevato il rischio che la corsa non si risolva nelle tappe preposte a formare la classifica ma in seguito ad una fuga ben orchestrata da una parte e sottovalutata dall’altra (evento possibile anche quando la corsa è dura, ricordate la tappa dell’Aquila del Giro del 2010?).

1a TAPPA: DAMPIERRE-EN-YVELINES – SAINT-RÉMY-LÈS-CHEVREUSE (9,4 Km)

Dopo un anno di assenza (nel 2011 si partì con una tappa in linea) tornerà la consueta crono d’apertura che, però, stavolta non sarà il classico cronoprologo piatto nel quale gli specialisti del tic-tac potranno dare appieno sfoggio alle loro potenzialità. La scelta di gareggiare sulle strade della Chevreuse, la collinosa vallata posta alle porte di Parigi e che per anni accolse gli ultimi GPM del Tour de France prima dell’approdo sui Champs-Elysées, già lascia intendere un terreno non facile e l’altimetria conferma questa impressione. Scesi dalla rampa di lancio e percorsi i primi 700 metri senza incontrare difficoltà, i corridori dovranno affrontare una salita che è tutta un programma a partire dal nome, la Côte des Dix-sept Tournants. A dire il vero, pur essendoci parecchie curve, di tornanti non se incontreranno e la pendenza non è di quelle terribili (6,2% su 1,1 Km), ma la sua presenza nelle battute iniziali certamente influirà sull’esito della corsa, tenuto anche conto che, generalmente, i passisti hanno bisogno di qualche chilometro per “carburare”. Scavalcato quest’ostacolo, il tracciato non proporrà altre difficoltà e diventerà velocissimo, ma potrebbero non bastare i rimanenti 7600 metri ai passisti, soprattutto se avranno patito non poco la precedente ascesa, che presenta picchi di pendenza fino al 15%.

2a TAPPA: MANTES-LA-JOLIE – ORLÉANS (185,5 Km)

La prima frazione in linea sarà la più facile tra le otto previste, l’unica che non presenterà nessuna difficoltà per i velocisti, che si troveranno di fronte un tracciato prevalentemente pianeggiante, in particolare negli ultimi 100 Km. Le fasi iniziali, invece, saranno a tratti morbidamente vallonate e si concluderanno con il passaggio sull’unico GPM di giornata, la facilissima Côte des Granges-le-Roi, classificato di 3a categoria solo perché alla Parigi-Nizza non è stata introdotta la quarta, come avviene tradizionalmente al Tour e, dall’anno scorso, anche al Giro. Se proprio si vuole trovare un’insidia per i velocisti, è possibile individuarla a cavallo dello striscione dell’ultimo chilometro, perché in quel tratto la strada procederà in lieve ascesa e ciò potrebbe risultare indigesto per quegli sprinter che mal digeriscono anche i cavalcavia. A movimentare questa e tutte le altre frazioni in linea interverranno gli abbuoni previsti sia all’arrivo (10, 6 e 4 secondi), sia ai traguardi volanti (3, 2 e un secondo).

3a TAPPA: VIERZON – LE LAC DE VASSIVIÈRE (194 Km)

Terza tappa e terzo scenario differente. Dopo la crono e la tappa per i velocisti toccherà a un approdo che piacerà molto ai “finisseur”, i virtuosi delle sparate nei chilometri finali quando questi sono collocati in cima ad ascese brevi e talvolta rognose. È il caso dell’approdo sulle rive del lago di Vassivière, bacino artificiale conosciuto nel mondo del ciclismo per aver accolto tre storiche frazioni a cronometro del Tour de France (in particolare quella disputata nel 1990 e che vide Greg Lemond levare la maglia gialla a Chiappucci a ventiquattrore dall’epilogo parigino). Per arrivarci i corridori dovranno portare a termine un cammino di quasi 200 Km che debutterà in pianura e poi si farà man mano più vallonato con l’approssimarsi del traguardo. Pur non essendoci grandissime pendenze, il finale si prospetta piuttosto “caliente” perché proprio ai piedi dell’ultima ascesa si dovrà affrontare il traguardo volante con seguito di abbuoni. Se dovesse esserci grande bagarre, gli ultimi 5,2 Km al 3,9% (picchi del 13%) potrebbero anche riservare qualche sgradita sorpresa.

4a TAPPA: BRIVE-LA-GAILLARDE –RODEZ (178 Km)

Oggi ce ne sarà per tutti i gusti. È difficile catalogare frazioni come quella che terminerà a Rodez, tappe “aperte” nel senso che ci sta sia la sparata di un “finisseur”, sia l’approdo di una fuga, ma anche la conclusione allo sprint, con davanti i velocisti più resistenti mixati a qualche corridore non proprio avvezzo ai finali a 70 all’ora. Complici asfalti sempre più scorrevoli e mezzi sempre più moderni, oramai gli sprinter hanno imparato a districarsi in tappe dai finali decisamente impegnativi, un po’ anche per il vezzo degli organizzatori di limitare il numero delle tappe totalmente lisce e di piazzare salitelle in vista dei traguardi. Nel caso di Rodez la salitella misurerà appena 400 metri, anche se poi – superato il secco GPM della Côte de Bourran (media del 7,9%) – la strada continuerà a puntare con dolcezza verso l’alto nei rimanenti 2 Km. Da tenere presente che il gruppo potrebbe comunque arrivare già “stanco” ai piedi di questo finale poiché prima si saranno affrontati quattro GPM, tra i quali spiccano due di 2a categoria.

5a TAPPA: ONET-LE-CHÂTEAU – MENDE (178,5 Km)

A rapportarla alle altre verrebbe da dire Mende sarà la tappa “regina” di questa edizione, ma se si estende il confronto alla Tirreno – Adriatico – e come termine di paragone basta prendere anche solo la tappa di Chieti, certamente meno impegnativa di quella successiva dei Prati di Tivo – allora dobbiamo drasticamente ridimensionarla a un ruolo di “damigella”. Di certo, comunque, la quinta fatica della Parigi-Nizza 2012 sarà egualmente molto impegnativa ed esigente e non dovrà per questo essere sottovalutata, soprattutto perché inserita in un’edizione della “course au soleil” che si annuncia molto problematica da gestire. E poi la storia degli arrivi sull’arcigna “Montée Laurent Jalabert”, 3000 metri di strada che si impenna al 10,1% medio con un picco del 15%, parla chiaro: nonostante la brevità dello sforzo, lassù si sono imposti sempre campioni con la C maiuscola, dal titolare della salita, vincitore della tappa del Tour che vi si concluse nel 1995, ad Alberto Contador, che lassù si è imposto due volte alla Parigi-Nizza e che è arrivato a un soffio dal successo nell’edizione 2010 della Grande Boucle, quella che ha vinto e poi perduto a causa della positività al clenbuterolo. Come nei precedenti arrivi della corsa francese tutto si deciderà sull’ultima salita, anche se un peso rilevante potrebbero averlo i precedenti 5 GPM, tra i quali sono da annoverarsi altri due classificati di prima categoria. Il secondo di questi, la Côte de l’Estrade (6,1 Km all’8,1%, da superarsi a una trentina di chilometri dall’arrivo), se affrontato di gran carriera potrebbe riservare qualche sorpresa.

6a TAPPA: SUZE-LA-ROUSSE – SISTERON (178,5 Km)

È un’altra tappa “aperta” questa di Sisteron anche se, stavolta, avranno più chances di andare in porto la fuga da lontano o il lavoro di ricongiungimento delle squadre dei velocisti, mentre i “finisseur” non avranno quasi sicuramente molte frecce al loro arco, essendo l’ultimo trampolino utilizzabile (la Côte des Marquises, 1,3 Km al 6,8%) piazzato a ben 12 Km dalla meta. Per i fuggitivi e il gruppo, invece, le possibilità di portare a compimento il loro lavoro saranno pari: i primi avranno dalla loro parte un percorso decisamente frastagliato nei primi 120 Km (a sera si saranno complessivamente affrontati 5 GPM, tra i quali il Pas du Ventoux, di 2a categoria), mentre giocherà a favore dei secondi lo “sgonfiarsi” del tracciato nei chilometri conclusivi, caratterizzati anche dalla possibilità di prendere le misure del rettilineo d’arrivo poiché la tappa finirà con un circuito di 19 Km, lo stesso che fu affrontato anche nella tappa di Sisteron della Parigi – Nizza del 2008. Quella frazione era simile a questa, anche se più impegnativa nella parte iniziale, e si concluse con l’approdo di un tentativo di fuga e il successo dello spagnolo Carlos Barredo, mentre il gruppo, regolato allo sprint da Thor Hushovd, giunse a Sisteron quasi due minuti più tardi.

7a TAPPA: SISTERON – NIZZA (219,5 Km)

In questa particolare posizione, alla vigilia della tappa conclusiva, nelle ultime edizioni era stata proposta una frazione “trabocchetto”, un concentrato di saliscendi che culminavano con una salita moderatamente impegnativa nelle battute conclusive, non dura ma foriera di ribaltoni a sorpresa, come quello che nel 2009 disarcionò inaspettatamente Alberto Contador, issatosi al vertice della classifica ventiquattrore prima sulla Montagne de Lure e poi naufragato lungo la rotta per Fayence. La decisione di anticipare il traguardo di Nizza al penultimo giorno di gara ha portato a un ridimensionamento di questa frazione sotto l’aspetto altimetrico. Il tratto più “arricciato” sarà più breve e sarà affrontato molto presto, tra i 70 e i 100 Km dalla partenza, poi la salita principale – il Col de Vence, valico classificato di 1a categoria più per la quota raggiunta (963 m) che per i suoi 9,7 Km al 6,6% – i corridori la troveranno a ben 54 Km dall’arrivo. La veloce discesa successiva e l’assoluta mancanza di ulteriori difficoltà nel finale vanificheranno la presenza di quest’ascesa e potrebbero anche consentire al gruppo di rientrare sui fuggitivi di giornata, consegnando anche il prestigioso traguardo della Promenade des Anglais ai velocisti. A loro favore potrebbe giocare il disegno complessivo della corsa che, a questo punto, potrebbe essere ancora aperta, costringendo le formazioni dei corridori più attesi a stoppare e contenere le fughe più pericolose, svolgendo parte del lavoro che generalmente ricade sulle spalle dei “treni”. Questa sarà, infine, la tappa più lunga di questa edizione, l’unica che sfonderà il tetto dei 100 Km.

8a TAPPA: NIZZA – COL D’ÈZE (9,6 Km)

Siamo arrivati al gran finale della Parigi – Nizza che, dopo 17 anni, tornerà a proporre come atto conclusivo la cronoscalata al colle simbolo della corsa francese. Non si salirà dal versante più diretto, ma attraverso una strada secondaria che vincerà i 465 metri di dislivello tra Nizza e l’Èze in 9,6 Km, affrontando una pendenza media all’apparenza non particolarmente rilevante, del 4,8%. Quest’ultimo dato può trarre in inganno perché questa sarà comunque una cronoscalata difficilissima, forse anche più di altre prove similari notevolmente più acclivi. Alla pochezza delle inclinazioni, infatti, farà da contraltare la loro variabilità, con frequenti passaggi dal moderatamente impegnativo al pedalabile e al falsopiano, che costringeranno a repentini cambi di ritmo. L’abbrivo costituirà il momento più impegnativo, poiché nei primi 2000 metri la pendenza media si attesterà poco sotto l’8%, poi la salita si addolcirà sensibilmente (4,2% per circa 3 Km) procedendo verso il Col des Quatre Chemins, valico secondario dove saranno presi i tempi intermedi. Lì la salita riprenderà deciso piglio per mille metri (media al 7%) poi tornerà a “afflosciarsi” nei successivi 2 Km (5,7%), mentre i conclusivi 1600 metri saranno tracciati in dolce falsopiano (1,2%).

Mauro Facoltosi

« Pagina precedentePagina successiva »