08-03-2012

marzo 8, 2012 by Redazione  
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TIRRENO ADRIATICO

Il britannico Mark Cavendish (Sky Procycling) si è imposto nella seconda tappa, San Vincenzo – Indicatore, percorrendo 230 Km in 6h32′32″, alla media di 35,156 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Freire Gomez e lo statunitense Farrar. Miglior italiano Sacha Modolo (Colnago – CSF Inox), 5°. L’australiano Matthew Harley Goss (GreenEdge Cycling Team) ha conservato la testa della classifica, con lo stesso tempo del connazionale O’Grady e dell’olandese Langeveld. Miglior italiano Daniele Bennati (RadioShack-Nissan), 7° a 17″.

PARIS-NICE

L’olandese Lieuwe Westra (Vacansoleil-DCM) si è imposto nella quinta tappa, Onet-le-Chateau – Mende, percorrendo 178 Km in 4h52′46″, alla media di 36,479 Km/h. Ha preceduto di 6″ lo spagnolo Valverde e il britannico Bradley Wiggins (Sky Procycling). Miglior italiano Damiano Cunego (Lampre – ISD, 6° a 16″. Wiggins ha conservato la testa della classifica con 6″ su Westra e 10″ sullo statunitense Leipheimer. Miglior italiano Cunego, 16° a 3′42″.

TOUR DU CAMEROUN

Il camerunense Damien Tekou si è imposto nella prima tappa, Figuil – Garoua, percorrendo 105 Km in 2h19′50″, alla media di 45,053 Km/h. Ha allo sprint il francese Graczyk e il camerunense Ngue.

PARIS-NICE NEL SEGNO DEL FATTORE W

marzo 8, 2012 by Redazione  
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L’olandese Westra mai visto a questi livelli in salita fa il vuoto sulla salita di Mende e vince in solitudine mentre Wiggins invece di limitarsi a difendersi attacca in prima persona, conclude nella scia di Valverde e rafforza il primato nella generale. In crescita Cunego che cede solo nelle ultime centinaia di metri e chiude 6°.

Foto copertina: l’arrivo solitario di Westra sull’arcigno traguardo della Croix-Neuve (foto Bettini)

La quinta tappa della Parigi-Nizza, 178,5 km da Onet-le-Château a Mende, era quella che nelle previsioni della vigilia avrebbe dovuto decidere la classifica generale insieme alla cronoscalata conclusiva del Col d’Eze anche se in realtà i maggiori sconvolgimenti in tal senso sono arrivati nella frazione pianeggiante di Orléans a causa dei ventagli: i 3 km conclusivi al 10% di pendenza su cui hanno dato spettacolo Jalabert al Tour del 1995 e Contador nelle Parigi-Nizza del 2007 e del 2010 hanno infatti sempre fatto selezione e a maggior ragione l’avrebbero fatta in una tappa caratterizzata da altri cinque gran premi della montagna e da temperature poco sopra lo zero.
In assenza del madrileno per le note vicende l’uomo universalmente considerato come quello da battere era Valverde (Movistar) e non a caso sono stati gli uomini di Unzue a prendere il comando del gruppo quando la fuga di Clarke (GreenEdge), Veuchelen (Vacansoleil), Arashiro (Europcar) e Le Lay (Saur-Sojasun) nata nei primissimi km aveva acquisito 7′ di margine e a mantenerlo praticamente senza soluzione di continuità fino ai piedi dello strappo finale: in ogni caso poco è successo fino all’ascesa di Côte de l’Estrade, 6 km all’8,1% con la vetta a 32 km dalla conclusione, quando il gruppo ha iniziato a perdere elementi tra cui tutti i velocisti ma anche Gerrans (GreenEdge) reduce dalla caduta nella tappa di Rodez e da esso sono fuoriusciti Ten Dam (Rabobank) e Seeldrayers (Astana) all’inseguimento dei quattro battistrada che sono transitati in vetta con un vantaggio di 2′ con Veuchelen impegnatissimo a raccogliere punti per la maglia a pois che indosserà dopo il traguardo a discapito di Mate (Cofidis). I due inseguitori sono riusciti a portarsi sui 4 di testa in cima alla penultima asperità di giornata, la Côte de Chabrits, ma immediatamente dopo sono stati raggiunti dal gruppo forte ancora di un’ottantina di unità e dal quale aveva perso contatto un Ivan Basso (Liquigas) che si era invece mantenuto nelle posizioni d’avanguardia nell’ascesa precedente.
Il plotone è arrivato dunque compatto a 3 km dall’arrivo e quando ci si attendeva che sarebbe stata ancora la Movistar ad operare il forcing per lanciare Valverde sono stati invece gli uomini del Team Sky a portarsi in testa con Porte ed Uran che hanno operato un ritmo sostenuto per il loro capitano Wiggins al quale hanno retto i soli Valverde, Leipheimer (Omega-QuickStep), Cunego (Lampre), Jeannesson (Fdj), Spilak (Astana), Monfort (RadioShack), Szmyd (Liquigas) e Voeckler (Europcar) mentre uno dopo l’altro hanno ceduto uomini importanti come Taaramae (Cofidis), Kloeden (RadioShack), Chavanel (Omega-QuickStep), Anton (Euskaltel) e successivamente anche Menchov (Katusha), Frank Schleck (RadioShack) e per ultimo Van Garderen (Bmc) che pure per un certo tratto aveva messo i suoi uomini a tirare a fianco di quelli della Movistar.
Il primo a partire a 1500 metri dal traguardo è stato Jeannesson e nella sua scia una volta esauritosi il compito dei gregari si è portato in prima persona Wiggins con a ruota Leipheimer e Valverde ma molto più incisivo è stato lo scatto di Westra che ha guadagnato immediatamente una cinquantina di metri e li ha mantenuti fino al traguardo dove ha trionfato con 6” su Valverde, dal quale ci si attendeva comunque molto di più, Wiggins, Leipheimer e un ottimo Spilak mentre Cunego apparso in netta crescita ha eguagliato il piazzamento del 2010 chiudendo 6° a 16” con a ruota Jeannesson seguiti da Szmyd e Uran a 24” e da Voeckler, Monfort e Van Garderen a 30”: il belga e lo statunitense nei giochi per la classifica generale possono essere considerati gli sconfitti del giorno insieme a Chavanel che ha chiuso 29° a 1′04” appena dietro a un positivo Malacarne (Europcar). Malgrado si sia rialzato negli ultimi metri per festeggiare Westra, che fin qui in carriera aveva dimostrato ottime doti di cronoman ma mai di scalatore, si è portato a 6” nella generale da Wiggins con Leipheimer 3° a 10” e Valverde 4° a 18” mentre tutti gli altri a cominciare da Spilak 5° a 37” e Van Garderen 6° a 39” sembrano tagliati fuori dai giochi per la vittoria finale: tutto si dovrebbe giocare nella cronoscalata mentre la sesta tappa, 178,5 km di continui su e giù ma senza salite particolarmente impegnative da Suze-la-Rousse a Sisteron, potrebbe vedere arrivare al traguardo una fuga da lontano.

Marco Salonna

LA LAMPRE C’E', MEERSMAN DI PIU’

marzo 8, 2012 by Redazione  
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Sembra fatta per il primo successo stagionale della formazione blu-fucsia che dopo un gran lavoro per tutta la seconda parte della tappa porta Bole in testa sul rettilineo finale di Rodez ma il campione sloveno viene rimontato dal belga della Lotto-Belisol che conquista il successo parziale mentre Wiggins mantiene senza patemi la maglia gialla

Foto copertina: Meersman vince a Rodez (foto Bettini)

La quarta tappa della Parigi-Nizza, 178 km da Brive-la-Gaillarde a Rodez, si prestava a diverse possibili interpretazioni con un percorso in cui le difficoltà altimetriche non mancavano con cinque gran premi della montagna di cui due di seconda categoria ma anche ampi spazi per recuperare e un finale particolare con la Côte de Bourran uno strappo di 400 metri all’8% di pendenza prima degli ultimi 2 km completamente pianeggianti: con una classifica già molto allungata ci si poteva attendere un gruppetto nutrito di fuggitivi che avrebbe marciato fino al traguardo e invece ad andare in avanscoperta dopo 10 km senza neppure faticare troppo per avere il via libera dal plotone sono stati i soli Fédrigo (Fdj), Mate (Euskaltel), De Clercq (Lotto-Belisol), il pluricampione mondiale su pista Howard (GreenEdge) e Péraud (Ag2r), atleta che alla vigilia puntava ad ottenere un ottimo piazzamento nella generale ma che è rimasto fuori dalle zone alte dopo aver perso terreno nella tappa di Orléans per via dei ventagli. Malgrado l’asperità più importante, la Côte de Fangas, fosse posta nella parte iniziale del percorso nessun altro si è mosso alla caccia dei 5 uomini di testa che hanno potuto guadagnare fino a 5′20” finchè prima la Rabobank di Luis Leon Sanchez, già 4° nella tappa di Lac de Vassivière, e poi la Lampre non hanno sostituito la Sky della maglia gialla Wiggins in testa al gruppo: il lavoro dei blufucsia ancora a secco di successi in questo 2012 non era per Cunego che troverà nei prossimi giorni terreni più adatti ai suoi mezzi ma per Bole, corridore veloce e resistente sulle brevi salite che già in passato si è tolto diverse soddisfazioni lungo le strade francesi.
Il vantaggio dei battistrada ha iniziato così a scendere fino al ricongiungimento avvenuto ai piedi della Côte de Aubert de Cres la cui vetta era posta a 15 km dal traguardo: qui si è scatenata la bagarre nel gruppo e ne hanno fatto le spese tra gli altri Boonen (Omega-QuickStep), Kittel (Project 1T4I), Basso (Liquigas) che ormai interpreta questa Parigi-Nizza solo come allenamento in vista delle prossime prove e un Hushovd (Bmc) ancora in ritardo di condizione mentre davanti si è mossa la maglia a pois De Gendt (Vacansoleil) la cui azione però è durata solo qualche km e non ha avuto altri effetti se non quello di incrementare il vantaggio nella speciale classifica, così come non ha avuto esito il contropiede di Di Gregorio (Cofidis) mentre una caduta ha tagliato fuori Gerrans (GreenEdge), uno degli uomini da battere per il successo parziale.
Sulla Côte de Bourran, comunque troppo breve per poter fare la differenza, gli uomini della Movistar che fino a quel momento non avevano mai messo il naso avanti si sono posti al comando con Rojas a scandire un ritmo altissimo per Valverde e a chiudere sullo scatto di Kloeden ma poi sono stati nuovamente i Lampre a prendere in mano la situazione con Cunego in testa a tirare in prima persona e Pietropolli che ha aperto la strada a Bole: il campione sloveno si è trovato in posizione ideale per disputare lo sprint ma è partito forse troppo lungo e Meersman (Lotto-Belisol), già 3° nella tappa di Lac de Vassivière, è riuscito a saltarlo e a conquistare il secondo successo stagionale dopo una tappa alla Volta ao Algarve; Bole ha quindi dovuto accontentarsi della piazza d’onore davanti a Westra (Vacansoleil), Florencio (Katusha) e Hivert (Saur-Sojasun) mentre Valverde non è riuscito a prendere il rettilineo finale nelle posizioni di testa e non è andato oltre l’8° posto subito davanti a Gavazzi (Astana) al terzo piazzamento nei 10 consecutivo.
Le prime posizioni della generale restano immutate con Wiggins che deve difendere 6” su Leipheimer, 11” su Van Garderen, 14” su Chavanel, 18” su Monfort e Westra e 20” su Valverde mentre Gavazzi è 11° a 44”: i corridori sono però ora attesi dalla tappa regina, 178,5 km da Onet-le-Château a Mende con arrivo sulla montagna resa celebre dall’impresa di Jalabert al Tour del 1995 e intitolata al campione di Mazamet senza contare il fatto che prima degli ultimi 3 km al 10% i corridori dovranno affrontare altre cinque salite tra cui l’insidiosa Côte de l’Estrade a 30 km dal traguardo e la Côte de Chabrits immediatamente prima dello strappo finale.

Marco Salonna

07-03-2012

marzo 7, 2012 by Redazione  
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TIRRENO ADRIATICO

La formazione australiana GreenEdge Cycling Team si è imposta nella prima tappa, cronometro a squadre San Vincenzo – Donoratico, percorrendo 16,9 Km in 18′41″, alla media di 54,273 Km/h. Ha preceduto di 17″ la lussemburghese RadioShack-Nissan e la statunitense Garmin – Barracuda. Migliore squadra italiana la Acqua & Sapone, 7a a 39″. L’australiano Matthew Harley Goss (GreenEdge Cycling Team) è il primo leader della classifica, con lo stesso tempo del canadese Tuft e dell’olandese Langeveld. Miglior italiano Daniele Bennati (RadioShack-Nissan), 7° a 17″.

PARIS-NICE

Il belga Gianni Meersman (Lotto-Belisol Team) si è imposto nella quarta tappa, Brive-la-Gaillarde – Rodez, percorrendo 183 Km in 4h21′01″, alla media di 42,066 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo sloveno Bole e l’olandese Westra. Miglior italiano Francesco Gavazzi (Astana Pro Team), 9°. Il britannico Bradley Wiggins (Sky Procycling) ha conservato la testa della classifica, con 6″ e 11″ sugli statunitensi Leipheimer e Van Garderen. Miglior italiano Gavazzi, 11° a 44″.

GREAT EDGE A DONORATICO

marzo 7, 2012 by Redazione  
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La formazione australiana al debutto assoluto sulle strade italiane domina la cronosquadre di apertura della Tirreno-Adriatico infliggendo 17” a RadioShack e Garmin e 23” al Team Sky. Delusione per l’Omega-QuickStep e la Bmc del campione uscente Evans, Acqua&Sapone la migliore delle nostre

Foto copertina: la formazione GreenEdge in azione sulle strade della Costa degli Etruschi (foto Bettini)

Si è aperta con una cronosquadre di 16,9 km da San Vincenzo a Donoratico la 47a edizione della Tirreno-Adriatico che come sempre contende alla Parigi-Nizza il ruolo di corsa regina di inizio marzo prima dell’inizio della stagione delle classiche. Come di consueto la starting list è di altissimo livello specie nel campo dei velocisti e dei cacciatori di tappe in genere con Gilbert, Ballan e Van Avermaet (Bmc), Nocentini e Belletti (Ag2r), Gasparotto (Astana), Modolo (Csf), Pozzato e Gatto (Farnese), Farrar e Millar(Garmin), Goss e Cooke (GreenEdge), Freire e Paolini (Katusha), Petacchi (Lampre), Sagan e Oss (Liquigas), Greipel (Lotto-Belisol), Visconti e Rui Costa (Movistar), Pineau (Omega-QuickStep), Boom e Breschel (Rabobank), Cancellara e Bennati (RadioShack), Cavendish e Boasson Hagen (Sky), Poels e Marcato (Vacansoleil) mentre manca forse qualcosa rispetto alla Parigi-Nizza a livello di atleti da corse a tappe, malgrado un percorso adattissimo alle loro caratteristiche con un vero arrivo in salita come quello di Prati di Tivo, ma sono comunque presenti il vincitore dell’edizione 2011 Evans (Bmc), Garzelli e Di Luca (Acqua&Sapone), Kreuziger (Astana), Pozzovivo (Csf), Pinot (Fdj), Rodriguez e Moreno (Katusha), Scarponi (Lampre), Vanendert (Lotto-Belisol), Peter Velits (Omega Pharma), Kruijswijk (Rabobank), Horner (RadioShack) e Nibali (Liquigas), probabilmente il favorito numero uno alla luce del percorso e di quanto ha fatto vedere nelle prime corse stagionali.
Sulla carta la prova contro il tempo di apertura avrebbe dovuto vedere 7-8 squadre contendersi il successo e concludere con prestazioni molto vicine tra loro e invece la GreenEdge ha fatto la differenza facendo segnare il miglior tempo già nel rilevamento di metà percorso e grazie a una compattezza superiore a quella di altre formazioni che hanno concluso con soli 5 o 6 corridori insieme al traguardo ha incrementato ulteriormente la velocità nella seconda parte con Goss che ha tagliato per primo il traguardo e dunque indosserà la prima maglia azzurra: la formazione australiana ha inflitto 17” alla Radioshack e alla Garmin, 23” alla Sky, 30” all’Astana, 38” a una positiva Saxo Bank e 39” all’Acqua&Sapone che ha fatto molto meglio delle più quotate Lampre e Liquigas che si sono fermate rispettivamente a 46” e 55” di distacco; ancora peggio delle due formazioni italiane Pro Tour hanno fatto la Rabobank, vittoriosa un anno fa nella cronosquadre di Marina di Carrara, la Bmc che hanno perso 57” e 58” e non ha brillato neppure l’Omega-QuickStep che ha chiuso con un distacco di 51”. La Tirreno-Adriatico proseguirà ora con la prima tappa in linea, 230 km da San Vincenzo a Indicatore che vedranno i velocisti contendersi il successo malgrado le salite di Volterra e Castellina in Chianti nella prima parte del percorso.

Marco Salonna

VALVERDE BEFFA ANCORA GERRANS E SPAVENTA WIGGINS

marzo 6, 2012 by Redazione  
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In un finale fotocopia di quello di Willunga Hill al Tour Down Under il murciano prevale di stretta misura sul campione australiano e grazie agli abbuoni si porta a 11” dal britannico nella generale con la prospettiva di scavalcarlo nei prossimi giorni. Nella top ten Capecchi e Gavazzi mentre Cunego cede negli ultimi metri

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Foto copertina: il successo al fotofinish di Valverde su Gerrans al Lago di Vassivière (foto Bettini)

La terza tappa della Parigi-Nizza, 194 km da Vierzon a Le Lac de Vassivière, pur essendo piuttosto mossa non presentava grandi difficoltà fino agli ultimi 5 di salita verso il traguardo, un’ascesa non certo impossibile con una pendenza media del 4% e non di molto superiore nei tratti più impegnativi ma sufficientemente dura per tagliare fuori i velocisti e fatta su misura per atleti con le caratteristiche di Valverde (Movistar): per questa ragione il Team Sky della maglia gialla Wiggins interessato a non far conquistare secondi di abbuono agli avversari diretti ha tentato di addormentare la corsa non andando a inseguire i tre fuggitivi di giornata, peraltro molto lontani in classifica generale Morkov (Saxo Bank), Engoulvent (Saur-Sojasun) e Curvers (Project 1T4I) che hanno accumulato fino a 5′ di margine ma ben presto i verdi di Unzue si sono portati al comando e per i battistrada non c’è stata nessuna chance malgrado il percorso vallonato e ricco di curve non rendesse agevole l’inseguimento e malgrado Engoulvent abbia dato tutto resistendo fino ai piedi della salita finale.
Mentre in testa al gruppo si sono portati anche gli uomini dell’Omega-QuickStep per Leipheimer e Chavanel mentre Boonen che ha perso contatto fin dalle prime rampe della salita finale così come tutti gli altri sprinter e un Basso (Liquigas) condizionato dai postumi della caduta di ieri e non interessato a forzare alla luce del distacco già pesante in classifica. Il primo a scattare è stato il campione uzbeko Lagutin (Vacansoleil), molto cresciuto nelle ultime due stagioni, che ha resistito all’inseguimento portato prima da Bernaudeau (Europcar) e poi da Barredo (Rabobank) ed è rimasto al comando fino all’ultimo km, anche perchè nuovamente gli uomini della Sky si sono portati per qualche centinaio di metri in testa per rallentare l’andatura prima di cedere il passo a quelli della Movistar con Arroyo, Rojas e Valverde nell’ordine e Cunego (Lampre) ben posizionato alla ruota del murciano: il primo a lanciare lo sprint è stato Bouet (Ag2r) seguito nell’ordine da Hivert (Saur-Sojasun), Florencio (Katusha), Luis Leon Sanchez (Rabobank) e Valverde che ha via via saltato tutti gli altri e ha battuto per non più di mezza ruota il campione australiano Gerrans (GreenEdge) rinvenuto fortissimo dalle retrovie così come l’emergente belga Meersman (Lotto-Belisol) che ha chiuso 3° davanti a Sanchez, Florencio e un brillante Capecchi (Liquigas) mentre Gavazzi (Astana) ha ottenuto il secondo piazzamento in due giorni terminando 9° e Cunego un po’ per una condizione non ancora al top e un po’ perchè la salita era troppo poco impegnativa per le sue caratteristiche non ha avuto la forza per replicare alle accelerazioni degli altri chiudendo 18° appena davanti a Wiggins.
Il britannico conferma la leadership con 6” su Leipheimer, 11” su Van Garderen, 14” su Chavanel, 18” su Monfort e 20” su Valverde che avrà la possibilità di superarlo nella quinta tappa che si concluderà sul classico arrivo di Mende: la quarta frazione, 178 km da Brive-La-Gaillarde a Rodez nel cuore del Massiccio Centrale, non è comunque da sottovalutare con cinque gran premi della montagna l’ultimo dei quali, uno strappo di 400 metri all’8%, posto a soli 2 km dal traguardo.

Marco Salonna

06-03-2012

marzo 6, 2012 by Redazione  
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PARIS-NICE

Lo spagnolo Alejandro Valverde (Movistar Team) si è imposto nella terza tappa, Vierzon – Lac de Vassivière, percorrendo 194 Km in 4h36′19″, alla media di 42,125 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Gerrans e il belga Meersman. Miglior italiano Eros Capecchi (Liquigas-Cannondale), 6°. Il britannico Bradley Wiggins (Sky Procycling) ha conservato la testa della classifica, con 6″ e 11″ sugli statunitensi Leipheimer e Van Garderen. Miglior italiano Francesco Gavazzi (Astana Pro Team), 11° a 44″.

UNA TIRRENO… MARE E MONTI

marzo 6, 2012 by Redazione  
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Eran da parecchio tempo che non si vedeva una Tirreno così dura. Dopo edizioni nelle quale l’aveva fatta da padrone la sbornia di colline, negli scorsi anni Zomegnan era tornato ad inserire le salite impegnative nel percorso della “Corsa dei due mari”, dapprima con i muri (Montelupone, Chieti, Colmurano) e poi passando al Sasso Tetto, che è stata l’unica vera ascesa delle ultime tre edizioni. Si era sempre trattato di un GPM di passaggio, mentre quest’anno – evento insolito per questa corsa – ci sarà un arrivo in salita non durissimo ma decisamente atipico per la stagione. Non è sarà l’unica salitona prevista poiché, il giorno precedente l’approdo ai 1450 metri dei Prati di Tivo, ci sarà da arrampicarsi anche sul Passo Lanciano. Gli scalatori gongolano, poiché avranno poco da perdere in un tracciato che proporrà appena 10 Km di cronometro individuale, anche se dovranno sperare nel supporto della squadra nella prova a squadre che aprirà l’edizione 2012.

Foto copertina: il Gran Sasso d’Italia visto dai Prati di Tivo (www.ilgransasso.com)

Mai come quest’anno la “Corsa dei due mari” strizzerà l’occhio agli scalatori. Chi temeva che il passaggio di consegne tra l’esteta montanaro Zomegnan e il team Acquarone-Vegni avesse piallato i percorsi delle corse Gazzetta, vedendo il tracciato predisposto per l’edizione 2012 della Tirreno-Adriatico ha prima emesso un sospiro di sollievo e poi spiccato un salto sulla sedia. In 46 anni non si era mai visto un percorso così duro, con due crono e, soprattutto, due salitoni che non sfigurerebbero nemmeno alla corsa rosa. Al 90% saranno loro l’ago della bilancia della corsa creata nel 1966 da Franco Mealli, con gran gioia da parte degli scalatori. Questi ultimi dovranno presentarsi al via con una squadra ben attrezzata, in modo da non compromettersi le chances di successo nella cronosquadre d’avvio e poi avranno due giornate a disposizione per le loro grandi manovre. Se non dovessero, però, riuscire a scavare grandi distacchi, la partita per la vittoria finale si farà accesissima e potrebbe risolversi nelle ultime quarantottore di gara, che prevederanno la frazione trabocchetto di Offida e la crono conclusiva di San Benedetto. Nell’attesa della partenza organizzatori e tifosi incrociano le dita, sperando che il maltempo – considerate le quote elevate delle due ascese inserite – non costringano a cambiare rotta e a ridimensionare il tracciato, come avvenuto nel 2010 quando la neve impedì di salire ai 1550 metri della Forca di Presta.

1a TAPPA: SAN VINCENZO – DONORATICO (cronometro a squadre – 16,9 Km)

Per il quarto anno consecutivo la Tirreno scatterà dalla Toscana e, come nell’ultima edizione disputata, l’atto inaugurale sarà una cronometro a squadre, sulla carta più veloce rispetto a quella vinta dodici mesi fa dalla Rabobank a Marina di Carrara. La formazione olandese “volò” a 55,588 Km/h su di un tracciato praticamente identico a questo nel chilometraggio ma un pelo più tortuoso, caratterizzato com’era da una quindicina di curve, mentre sulle strade della Costa degli Etruschi se ne incontreranno circa 10 Km. Il tratto più veloce sarà rappresentato dal lungo rettilineo, ben 4 Km, che collega San Vincenzo a Donoratico e che rappresenterà, al contempo, anche il passaggio più delicato di questa crono. Costeggiandosi il Tirreno, infatti, la marcia delle formazioni potrebbe essere condizionata dalle folate di vento, favorendone alcune e ostacolandone altre. Ulteriori difficoltà non se ne incontreranno, nemmeno quando, alle porte di Donoratico, il tracciato lascerà la costa e punterà brevemente verso il piede dei colli della Maremma Livornese. In quel frangente, infatti, il tracciato di alzerà pochissimo sul livello del mare, arrivando sino ad una quota di 52 metri senza affrontare tratti in salita.

2a TAPPA: SAN VINCENZO – INDICATORE (Arezzo) (230 Km)

L’anno scorso la tappa che si concluse nella frazione aretina fu la prima delle due riservate ai velocisti e lo sarà ancor più quest’anno, poichè il tracciato sarà meno impegnativo rispetto alla frazione conquistata da Tyler Farrar davanti a Petacchi, in particolar modo nei chilometri conclusivi. Il finale della tappa vinta dallo statunitense prevedeva alcuni secchi strappi che comunque non impedirono ad un folto gruppo (89 corridori classificati pari tempo) di presentarsi sul rettilineo d’arrivo, mentre quest’anno ci sarà un ampio circuito mollemente vallonato lungo una trentina di chilometri, che dovrà essere ripetuto due volte e che, curiosità, transiterà a breve distanza dal casolare che fu utilizzato da Leonardo Pieraccioni quale principale luogo delle riprese del fortunato film “Il ciclone”. In quanto alla marcia d’avvicinamento al circuito, questa sarà invece più impegnativa, per la presenza di Volterra, Castellina in Chianti e della Badia a Coltibuono: le prime due metteranno in palio la prima maglia di leader dei GPM.

3a TAPPA: INDICATORE (Arezzo) – TERNI (178 Km)

A Terni si concluderanno le fasi d’avvio della Tirreno-Adriatico che, come l’anno scorso, saranno votate alle alte velocità e anche oggi i protagonisti saranno i velocisti, nonostante Todi. Il passaggio dalla splendida cittadina umbra non sarà poi così “splendido”, poiché vedrà impegnati i corridori in un arcigno muro che prevede, nella prima parte, 1000 metri di strada inclinata al 12,5%, con un picco del 18%. Ma, una volta superata questa asperità, bisognerà percorrere quasi 60 Km per andare al traguardo, distanza che dovrebbe consentire alle squadre degli sprinter di svolgere tranquillamente il loro lavoro. Tolta la decisamente più facile ascesa verso Vasciano, che si affronterà subito dopo Todi, nessun altra difficoltà si interporrà alla marcia dei corridori, in un finale che ricorda – anche se le strade percorse non saranno esattamente le stesse – quello della prima tappa del Giro d’Italia del 1995, conquistata allo sprint da Mario Cipollini. Anche quel giorno si saliva sul muro tuderte, tra l’altro collocato più vicino al traguardo. I velocisti, dunque, pur dovendo essere circospetti potranno dormire sonni relativamente tranquilli. Per loro la principale insidia potrebbe essere costituita dal rettilineo d’arrivo che, come nella tappa del Giro di 17 anni fa, sarà collocato in fondo a Corso del Popolo, 300 metri di strada in lieve ascesa e pavimentata in sampietrini.

4a TAPPA: AMELIA – CHIETI (252 Km)

Da sola sarebbe bastata a nobilitare il tracciato della “Corsa dei due mari” questa frazione che, a prima vista, ricorda molto il percorso di una delle tappe fondamentali dell’edizione del 2010, quella di Colmurano. Come in quella giornata ci sarà un grande colle da affrontare non vicinissimo all’arrivo (il Sasso Tetto era collocato ai meno 55, mentre stavolta la cima del Passo Lanciano sarà posta a 48 Km da Chieti) , seguito da un finale tormentato dai su e giù e da un muro in vista del traguardo. E pensare che, invece, questa giornata sarà soltanto l’antipasto poiché la vera tappa “monstre” si affronterà l’indomani! Questo non vuol dire che la rotta per Chieti dovrà essere sottostimata perché il tracciato è stato concepito in maniera tale che, se qualcuno si staccherà salendo al Lanciano (15,3 Km al 7,6%), farà molta fatica per rientrare e, anche se dovesse farcela, rischierà di vedersi nuovamente respinto dalla tremenda “salita del gas”, muro di 1 Km al 12,2% (pendenza massima del 18%) piazzato a mille metri dalla conclusione. Lassù l’anno scorso vinse Scarponi davanti a Cunego ed Evans, futuro vincitore della Tirreno, al termine di una frazione che, come grande difficoltà di giornata, proponeva praticamente il solo muro. Stavolta sarà ancora più dura, anche per il chilometraggio di 252 Km, atipico per una corsa di una settimana, voluto dagli organizzatori anche per “abituare” i corridori ai quasi 300 Km della Milano-Sanremo.

5a TAPPA: MARTINSICURO – PRATI DI TIVO (196 Km)

Non si era mai vista una tappa così dura alla Tirreno, corsa più conosciuta per tormentati epiloghi collinari, per la scoperta di muri nascosti nelle pieghe appenniniche (Morolo, Ferentino, Ortezzano, Colmurano, Todi, Chieti), ma poco avvezza ad inserire nel percorso i “salitoni”. Quando c’erano questi venivano generalmente piazzati lontano dall’arrivo (stile Lanciano verso Chieti), centellinando invece gli arrivi in salita, proposti “una tantum”. Infatti, in 45 anni di Tirreno-Adriatico ne sono stati proposti appena otto, due a Monte Livata (1975 e 1976), tra a San Giacomo (1977, 1978 e 2007), due al Monte Cimino (1995 e 1996) e uno a Rocca di Cambio (2002). In tutti di casa si è sempre finora trattato di ascese pedalabli (unica eccezione il tratto finale del Cimino), mentre quella che si troveranno ad affrontare i corridori salendo ai Prati di Tivo è un’ascesa degna del Giro d’Italia (che, tra l’altro, vi ha fatto scalo nel 1975), impegnativa anche se non estrema. L’edizione 2012 della “corsa dei due mari” si giocherà verosimilmente negli ultimi 10 Km che, al 7% di pendenza media, porteranno sino a 1450 metri e proprio la quota potrebbe rappresentare un’altra grossa insidia. Se dovesse fare brutto la selezione sarà accentuata, sempre che il maltempo non costringa gli organizzatore a tagliare il finale, anticipando l’arrivo a Pietracamela. La tappa ne uscirebbe così notevolmente ridimensionata, spostando il baricentro agonistico anche verso l’ascesa immediatamente precedente del Piano Roseto, che però non ha assolutamente l’”appeal” dei Prati di Tivo e potrebbe risultare scarsamente selettiva. Dovesse la classifica rimanere aperta dopo l’arrivo ai Prati – c’è da tenere in considerazione che, così presto, potrebbero non esserci corridori in grado di scavare distacchi elevati – si prospetta un finale palpitante e la corsa si deciderà tra le due tappe rimanenti.

6a TAPPA: OFFIDA – OFFIDA (181 Km)

I Prati di Tivo sono una spada di Damocle che pende sugli esiti di questa tappa, il cui svolgimento dipenderà da quanto successo ventiquattrore prima. Se la classifica avrà preso una fisionomia netta e incontrovertibile, la tappa di Offida diventerà il primo atto della noiosa attesa della proclamazione ufficiale del vincitore della Tirreno, prevista l’indomani a San Benedetto. È un vero peccato che ciò accada perché questa frazione ha un enorme potenziale che, invece, deflagrerebbe appieno se la partita sarà ancora apertissima. In tappe come queste, colline dietro colline senza un metro di pianura, può succedere di tutto ed il contrario di tutto, finanche a ribaltare i verdetti stabiliti il giorno precedente. È quel che successe, per fare un esempio, nella Teramo – Frontone del 1998, frazione meno impegnativa di questa ma nella quale si riuscì a cambiare il volto alla classifica, complice una condotta di gara sostenuta sin dai primi chilometri. Il clou di questa penultima tappa sarà rappresentato dal secondo dei due circuiti che la costituiranno, lo stesso che è stato affrontato ai campionati mondiali di ciclismo juniores del 2010 e poi agli europei juniores e U23 disputati l’anno scorso. Ciascuna tornata – bisognerà percorrerne sei – misurerà 16,2 Km e avrà il momento chiave nell’ascesa del Ponte delle Pietre (2,4 Km al 7,3%, massima del 10%), il cui culmine sarà collocato a circa 4 Km dall’arrivo. Non è impossibile ma “repetita iuvant”, le cose ripetuta aiutano, e le sei scalate unite alle altre difficoltà affrontare potrebbero lasciare il segno. Solo in quel circuito e solo conteggiando le sei ascese al Ponte delle Pietre si dovranno superare poco più di 1000 metri di dislivello.

7a TAPPA: SAN BENEDETTO DEL TRONTO (cronometro individuale – 9,3 Km)

È l’atto conclusivo, la tappa che l’anno scorso ha ripreso la fisionomia della gara contro il tempo dopo decenni di conclusioni allo sprint. Come per la frazione di Offida, gli esiti di questa frazione dipenderanno da quanto successo nelle giornate precedenti. Mal che vada sarà una passerella per tutti i partecipanti che hanno retto dalle sponde del Tirreno a quelle dell’Adriatico e la lotta sarà limitata alle posizioni di rincalzo. La speranza di molti è, invece, quella di una tappa viva e combattuta, in grado di sovvertire tutto all’ultimo colpo di pedale, anche se – a sentir qualche tifoso – è riduttivo che una corsa di prestigio come la Tirreno si risolva per qualche manciata di secondi e in una cronometro così corta. I chilometri da percorrere saranno poco meno di 10, sullo stesso tracciato che l’anno scorso ha visto primeggiare Fabian Cancellara e che si snoderà prevalentemente sul lungomare che unisce San Benedetto a Porto d’Ascoli. Totalmente pianeggiante, presenterà appena 9 curve e, come tutte le tappe che si svolgono in riva al mare, il rischio del vento.

Mauro Facoltosi

05-03-2012

marzo 6, 2012 by Redazione  
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PARIS-NICE

Il belga Tom Boonen (Omega Pharma-Quick Step) si è imposto nella seconda tappa, Mantes-la-Jolie – Orléans, percorrendo 185 Km in 4h22′15″, alla media di 42,326 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Rojas Gil e il tedesco Degenkolb. Miglior italiano Francesco Gavazzi (Astana Pro Team), 5°. Il britannico Bradley Wiggins (Sky Procycling) è il nuovo leader della classifica, con 6″ sullo statunitense Leipheimer e 7″ su Boonen. Miglior italiano Gavazzi, 15° a 44″.

QUESTA OMEGA E’ DAVVERO BOONEN

marzo 5, 2012 by Redazione  
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Ennesima prestazione monstre della formazione di Lefevere che attacca sfruttando il vento laterale mettendo 4 uomini su 21 nel primo gruppo e vince anche la tappa con il belga che supera allo sprint Rojas e Degenkolb mentre un attivissimo Wiggins strappa la maglia gialla a Larsson rimasto nel secondo gruppo

Foto copertina: la grinta di Boonen a Orleans (foto Bettini)

La seconda tappa della Parigi-Nizza, 185,5 km da Mantes-la-Jolie a Orléans, era indubbiamente la più agevole tra le 8 proposte in questa edizione dal punto di vista altimetrico ma già prima della partenza si temeva per il forte vento laterale che avrebbe potuto condizionare la corsa come puntualmente è accaduto: i primi 90 km sono stati infatti percorsi ad andatura blanda con il solo Kaisen (Lotto-Belisol) a tentare l’azione solitaria guadagnando fino a 3′ ma subito dopo il rifornimento l’Omega-QuickStep su un tratto particolarmente esposto alle raffiche ha scatenato la bagarre con Boonen, Leipheimer, Chavanel e Maes portando fuori un gruppo di 30 corridori che sono poi divenuti i 21 che hanno tirato dritto fino al traguardo mentre Kaisen è stato ripreso e staccato. Oltre ai quattro atleti della formazione belga sono rimasti davanti Monfort (Radioshack), Wiggins e Thomas (Sky), Valverde e Rojas (Movistar), Ravard (Ag2r), Gavazzi e Kiserlovski (Astana), Westra (Vacansoleil), Jeannesson (Fdj), Klier e Vanmarcke (Garmin), Phinney e Van Garderen (Bmc), Spilak e Vicioso (Katusha) e Degenkolb (Project 1T4I) mentre il resto del gruppo si è disintegrato per poi ricomporsi in due grandi blocchi composti ciascuno da un’ottantina di unità: nel primo sono rimasti la maglia gialla Larsson (Vacansoleil), Menchov (Katusha), Cunego (Lampre), Coppel (Saur), Frank Schleck (RadioShack), Voeckler (Europcar), il campione uscente Tony Martin (Omega-QuickStep) e Viviani (Liquigas) che per pochissimo ha mancato l’aggancio con i 21 di testa mentre nel secondo da subito staccatissimo sono rimasti Andy Schleck (RadioShack), in assoluto uno dei primissimi a perdere terreno, Pèraud (Ag2r), Taaramae (Cofidis), Anton (Euskaltel) e Basso (Liquigas), vittima di una caduta senza conseguenze nella prima parte di gara.
Il gruppo di testa ha proseguito ad andatura altissima con Boonen e Wiggins, che è andato anche a prendere 3” di abbuono all’ultimo sprint intermedio assicurandosi la maglia gialla anche in caso di un eventuale rientro di Larsson, tra i più attivi mentre il primo gruppo inseguitore ha impiegato diversi km a trovare l’accordo e quando la Saur-Sojasun e la Rabobank hanno iniziato a a tirare con convinzione il vantaggio di Wiggins e compagni aveva ormai superato i 2 minuti ed è rimasto tale anche quando davanti il ritmo è rallentato e si è iniziato a pensare al successo di tappa: nuovamente l’Omega-QuickStep ha però preso in mano la situazione dapprima con Chavanel e poi con Maes che in coincidenza con lo striscione dell’ultimo km ha dapprima chiuso sullo scatto di Vanmarcke, l’unico che ha provato ad anticipare lo sprint, e poi ha lanciato perfettamente Boonen che ha dapprima resistito al tentativo di rimonta di Degenkolb e poi ha allungato andando a imporsi nettamente davanti al campione spagnolo Rojas e al tedesco che ha forse risentito dello sforzo profuso per rientrare dopo una foratura a circa 10 km dal traguardo mentre Vanmarcke che ha forse peccato di generosità ha chiuso ai piedi del podio e Gavazzi unico azzurro nel primo gruppo ha raccolto un onorevole 5° posto, mentre il gruppo con Larsson e Cunego ha limitato i danni chiudendo con un distacco di 2′29” comunque sufficiente per tagliare fuori questi uomini dai giochi per il successo finale e quello con Basso e Andy Schleck è sprofondato addirittura a 10′58”. Per Boonen si tratta del quinto successo stagionale mentre sono addirittura 17 quelli complessivi dell’Omega-QuickStep, di gran lunga la formazione leader in questa speciale graduatoria.
La lotta per la classifica generale è dunque già ristretta a non più di una decina di atleti con Wiggins che guida con 6” su Leipheimer, 7” su Boonen, 11” su Van Garderen, 14” su Chavanel, 18” su Monfort e 21” su Phinney mentre Valverde è 11° a 30” e avrà una ghiotta occasione per guadagnare terreno sui rivali nella terza tappa, la Vierzon-Le Lac de Vassivière di 194 km di cui gli ultimi 5 tutti all’insù con una pendenza media del 4%.

Marco Salonna

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