20-02-2012

febbraio 23, 2012 by Redazione  
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VUELTA A ANDALUCIA – RUTA CICLISTA DEL SOL
Lo spagnolo Javier Ramírez Abeja (Andalucía) si è imposto nella prima tappa, Zahara de los Atunes – Benalmádena, percorrendo 197,9 Km in 5h02′10″, alla media di 39,296 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Mate Mardones e di 3″ il canadese Routley. Miglior italiano Daniele Bennati (Team RadioShack), 8° a 3″. Il tedesco Patrick Gretsch (Project 1T4I) ha conservato la testa della classifica con 2″ sullo spagnolo Irizar Aranburu e 3″ sul francese Coppel. Miglior italiano Bennati, 11° a 12″

VUELTA INDEPENDENCIA NACIONAL (Repubblica Dominicana)
Seconda tappa strutturata su due semitappe.
Il mattino il kazako Ruslan Tleubayev (Continental Team Astana) si è imposto nella prima semitappa, Santo Domingo – La Romana, percorrendo 104,4 Km in 2h32′51″, alla media di 40,981 Km/h. Ha preceduto allo sprint il colombiano Oyola Oyola e il portoricano Ortega Rivera. Tleubayev è il nuovo leader della classifica, con 10″ su Oyola Oyola e 13″ su Ortega Rivera.
Il pomeriggio l’ecuadoriano José Gábriel Boné León si è imposto nella seconda semitappa, La Romana – Higüey, percorrendo 53 Km in 1h05′48″, alla media di 48,328 Km/h. Ha preceduto allo sprint il sudcoreano Park e lo spagnolo Milan Jiménez. Tleubayev ha conservato la testa della classifica, con 10″ su Oyola Oyola e 14″ sul dominicano Cruz.

19-02-2012

febbraio 23, 2012 by Redazione  
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TOUR OF OMAN

Il tedesco Marcel Kittel (Project 1T4I) si è imposto nella sesta ed ultima tappa, Al Khawd – Matrah Corniche, percorrendo 130,5 Km in 3h11′04″, alla media di 40,980 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo slovacco Sagan e lo statunitense Farrar. Miglior italiano Daniel Oss ( Liquigas – Cannondale), 6°. In classifica si impone lo slovacco Peter Velits (Omega Pharma – Quick Step) con 1″ sull’italiano Vincenzo Nibali (Liquigas – Cannondale) e 17″ sul francese Gallopin.

VOLTA AO ALGARVE (Portogallo)

Il britannico Bradley Wiggins (Sky ProCycling) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, cronometro Lagoa – Portimão, percorrendo 25,8 Km in 32′48″, alla media di 47,195 Km/h. Ha preceduto il tedesco Martin, che ha fatto registrare lo stesso tempo, e l’australiano Richie Porte (Sky ProCycling), staccato di 13″. Miglior italiano Matteo Trentin (Omega Pharma – Quick Step), 28° a 1′24″. In classifica si impone Porte con 37″ su Martin e 44″ su Wiggins. Miglior italiano Matteo Tosatto (Team Saxo Bank), 48° a 6′05″.

TOUR CYCLISTE INTERNATIONAL DU HAUT VAR (Francia)
Il britannico Jonathan Tiernan-Locke (Endura Racing) si è imposto nella seconda ed ultima tappa, Fréjus – Fayence, percorrendo 205,4 Km in 5h23′13″, alla media di 38,129 Km/h. Ha preceduto di 1″ e 4″ i francesi El Fares e Simon. Miglior italiano Mirko Selvaggi (Vacansoleil Pro Cycling Team), 32° a 2′26″. In classifica si impone Tiernan-Locke con 6″ e 9″ su El Fares e Simon. Miglior italiano Selvaggi, 30° a 2′35″.

VUELTA A ANDALUCIA – RUTA CICLISTA DEL SOL
Il tedesco Patrick Gretsch (Project 1T4I) si è imposto nel prologo, circuito a cronometro di San Fernando, percorrendo 6 Km in 6′49″, alla media di 52,812 Km/h. Ha preceduto di 2″ lo spagnolo Irizar Aranburu e di 3″ il francese Coppel. Miglior italiano Daniele Bennati (Team RadioShack), 11° a 12″.

VUELTA INDEPENDENCIA NACIONAL (Repubblica Dominicana)
Lo spagnolo Diego Milan Jiménez si è imposto nella prima tappa, circuito di Santo Domingo, percorrendo 84 Km in 1h51′24″, alla media di 45,242 Km/h. Ha preceduto allo sprint i kazaki Tleubayev e Lutsenko

18-02-2012

febbraio 23, 2012 by Redazione  
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TROFEO LAIGUEGLIA

L’italiano Moreno Moser (Liquigas – Cannondale) si è imposto nella classica ligure, Laigueglia – Laigueglia), percorrendo 196,5 Km in 4h58′15″ , alla media di 39,531 Km/h. Ha preceduto di di 4″ il colombiano Rubiano Chávez e l’italiano Matteo Montaguti (AG2R La Mondiale).

TOUR OF OMAN

L’italiano Vincenzo Nibali (Liquigas – Cannondale) si è imposto nella quinta tappa, Muscat – Jabal Al Akhdhar (Green Mountain), percorrendo 158 Km in 4h43′47″, alla media di 33,405 Km/h. Ha preceduto di 10″ lo slovacco Peter Velits (Omega Pharma – Quick Step) e di 25″ il francese Casar. Velits è il nuovo leader della classifica con 1″ su Nibali e 17″ sul francese Gallopin.

VOLTA AO ALGARVE (Portogallo)

Il tedesco Gerald Ciolek (Omega Pharma – Quick Step) si è imposto nella quarta tappa, Vilamoura – Tavira, percorrendo 186,3 Km in 4h35′01″, alla media di 40,645 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Matteo Trentin (Omega Pharma – Quick Step) e l’australiano Haussler. L’australiano Richie Porte (Sky ProCycling) ha conservato la testa della corsa, con 12″ e 14″ sui portoghesi Faria da Costa e Machado. Miglior italiano Matteo Tosatto (Team Saxo Bank), 49° a 4′03″.

TOUR CYCLISTE INTERNATIONAL DU HAUT VAR (Francia)
Il francese Romain Hardy (Bretagne – Schuller) si è imposto nella prima tappa, Draguignan – La Croix Valmer, percorrendo 189,2 Km in 4h47′10″, alla media di 39,531 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Koretzky e di 6″ il britannico Tiernan-Locke. Miglior italiano Mirko Selvaggi (Vacansoleil Pro Cycling Team), 35° a 15″.

LES CHALLENGES DE LA MARCHE VERTE – GP AL MASSIRA
Il marocchino Ismail Ayoune si è imposto nella corsa marocchina. Ha preceduto allo sprint i connazionali Abelouache e Jelloul.

CAMPIONATI ASIATICI
Disputata la gara su strada uomini. Si è imposto il cinese Kam-Po Wong, che ha preceduto allo sprint l’iraniano Sohrabi e il giapponese Nishitani

VALVERDE, FUCILATA CHE CENTRA DUE BERSAGLI

febbraio 22, 2012 by Redazione  
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Il murciano è autore di un’azione impressionante negli ultimi 400 metri della salita che porta al Santuario Virgen e Araceli e oltre a vincere la tappa con 10” su Menchov, Taaramae e Frank Schleck balza anche al comando della generale grazie al crollo di Gretsch. Ottima prova anche del bergamasco Carrara 7° al traguardo.

Foto copertina: Alejandro Valverde taglia in solitaria il traguardo della 2a tappa (foto Bosco Martin)

La seconda tappa della Vuelta Andalucia, 144,7 km da Malaga a Alto Santuario Virgen de Araceli, si presentava come la più impegnativa della corsa non tanto per l’ascesa iniziale di Puerto de Patas Cortas nè per quella di prima categoria immediatamente successiva di Puerto del Torcal dopo 45 km di corsa quanto per quella di 5 km con pendenze anche del 18% che da Lucena portava al traguardo. Un finale del genere era cucito su misura per Valverde (Movistar) che già al Tour Down Under aveva dimostrato di essere tornato ad alti livelli e in effetti gli uomini di Unzue sono sempre rimasti in testa al gruppo per preparare il terreno al murciano andando a riprendere i fuggitivi di giornata Buffaz (Cofidis), partito al km e rimasto in avanscoperta fin quasi ai piedi della salita finale dopo aver accumulato un vantaggio massimo di 6′, e Rosendo (Andalucia) che si era lanciato all’inseguimento del francese senza però poterlo agganciare e si è quindi lasciato riprendere dal gruppo.
Poco altro è successo nei primi 140 km con le due ascese iniziali che affrontate con andatura blanda non hanno fatto selezione e la battaglia è stata rimandata all’ultima salita: il primo a provarci a 3 km dal traguardo è stato Galdos (Caja Rural), che poche centinaia di metri dopo ha però ceduto, sul quale si sono portati Lelay (Saur-Sojasun), Spilak (Astana) e in funzione di stopper Intxausti (Movistar) ma all’inizio del tratto più duro il gruppo che aveva perso già molti elementi tra cui la maglia rossa Gretsch (Project 1T4I) si è riportato sui primi. Ne è seguita una lunga fase di studio finchè a 400 metri dal traguardo sul tratto più Valverde ha aperto il gas ed è stato inavvicinabile per gli avversari andando a trionfare in solitaria con 10” su Menchov (Katusha), Taaramae (Cofidis) e Frank Schleck (RadioShack), che come il russo può essere soddisfatto della brillantezza dimostrata in un arrivo sulla carta non adatto alle loro caratteristiche di fondisti. In ogni caso chi più chi meno i più forti sono arrivati tutti nelle prime posizioni con Lagutin (Vacansoleil) 5° a 13”, Anton (Euskaltel) 6° a 15”, un più che positivo Carrara (Vacansoleil) 7° a 21” in compagnia del protagonista di diverse fughe all’ultima Vuelta España Palomares (Andalucia), Samuel Sanchez (Euskaltel) 9° a 23” e Coppel (Saur-Sojasun) 10° a 24”. La sparata finale di Valverde è stata analoga a diverse altre effettuate prima della squalifica per l’Operacion Puerto ma forse quella che la ricorda di più fu quella dell’Alto del Morredero alla Vuelta 2006 quando partendo sempre ai 400 metri dal traguardo andò a raggiungere e superare Vinokourov che sembrava lanciato verso il successo anche se poi il kazako ebbe la meglio nella classifica generale.
Malgrado l’assenza di abbuoni il murciano è anche riuscito a recuperare il gap accumulato nel prologo di San Fernando rispetto a Taaramae e comanda ora la generale con 3” sull’estone, 8” su Coppel, 14” su Menchov e 15” su Lagutin mentre Carrara è 15° a 29”. Difficilmente questa Vuelta Andalucia sfuggirà al leader della Movistar che potrà anzi incrementare il vantaggio sullo strappo di La Guardia de Jaèn, sia pure meno impegnativo di quello del Santuario de Araceli, in cima al quale si conclude la quarta e ultima tappa; la terza frazione di 157,1 km da Montemayor a Las Gabias dovrebbe invece veder tornare in scena i velocisti anche se l’Alto de la Malaha la cui vetta è posta a meno di 6 km dal traguardo potrebbe sparigliare le carte.

Marco Salonna

RAMIREZ, IL GIORNO PIU’ BELLO

febbraio 21, 2012 by Redazione  
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Il 33enne andaluso conquista il successo più importante della carriera proprio sulle strade di casa battendo allo sprint i compagni di fuga Mate e Routley mentre il gruppo regolato da Freire arriva a un soffio dai primi tre senza però riuscire a completare l’aggancio.

Foto copertina: Javier Ramirez alza le braccia sul traguardo di Benalmadena (foto Bosco Martin)

La prima tappa della Vuelta Andalucia, 197,9 km da Zahara de los Atunes a Benalmádena, si poteva suddividere in due tronconi con la prima parte piuttosto nervosa e caratterizzata da tre gpm sia pure di 3a categoria e la seconda interamente pianeggiante: al km 4 è nata la fuga che ha caratterizzato la corsa ad opera del canadese Routley (Spidertech) e di tre andalusi, Ramirez (Andalucia), Mate (Cofidis) e Dominguez (Nsp) vogliosi di mettersi in evidenza sulle strade di casa, mentre Niermann (Rabobank) ha tentato a sua volta di agganciarsi ma senza successo. La composizione del quartetto faceva pensare che si trattasse del classico tentativo di pochi uomini tipico delle prime frazioni di una corsa a tappe e facilmente neutralizzabile dal gruppo ma gli inseguitori hanno lasciato fare e i battistrada hanno potuto acquisire fino a 11′30” di vantaggio e soprattutto hanno potuto farlo senza spendere troppe energie.
Finalmente una volta iniziato il lungo tratto pianeggiante che dalla cima dell’ultima salita, l’Alto de Jimena, portava al traguardo la Project 1T4I della maglia rossa Gretsch, la Saur di Coppel e la RadioShack di Bennati e Irizar hanno iniziato a spingere, anche perchè a rischio non c’era solo il successo parziale ma anche la classifica generale qualora i quattro di testa fossero giunti con troppo vantaggio al traguardo: il gap inizialmente è sceso rapidamente ma in seguito anche i battistrada hanno aumentato l’andatura ed è stato tutto più difficile per gli inseguitori.
A provare a dare uno scossone a 20 km dal traguardo, quando il vantaggio dei quattro era intorno ai 3′, è stata la Rabobank che aveva in Gesink, Mollema e Kruijswijk tre possibili candidati al successo finale e in Matthews forse l’uomo più veloce in caso di arrivo allo sprint, ma non c’è stato nulla di fare e sia pure di un soffio i fuggitivi, rimasti in tre per il cedimento di Dominguez, sono riusciti ad approdare Benalmádena ancora davanti e nella volata ha avuto la meglio Ramirez su Mate e Routhley, mentre il gruppo giunto a soli 3” è stato regolato da Freire (Katusha) su Lobato (Andalucia), Cardoso (Caja Rural), Matthews e Bennati. Per Ramirez, compagno d’allenamento di Contador e che come il madrileno sembrava destinato a una brillante carriera nel momento in cui entrambi passarono pro alla corte di Manolo Saiz, si tratta del terzo successo da professionista nonchè indubbiamente quello di maggiore spessore dopo che in passato si era imposto nel Memorial Sanroma del 2008 e in una tappa al Giro del Cile in questa stagione.
La classifica generale rimane invariata con Gretsch al comando con 2” su Irizar, 3” su Coppel, 6” su Matthews, 8” su Bille e 10” su Brandle ma verrà rivoluzionata al termine della seconda tappa, 144,7 km da Malaga a Alto Santuario Virgen de Araceli con l’impegnativo Puerto de Torcal nella fase iniziale e soprattutto gli ultimi 5 km in salita con punte del 18% anche se alternate a tratti molto più agevoli.

Marco Salonna

ANCORA GERMANIA, ANCORA PROJECT1T4I: PROLOGO A GRETSCH

febbraio 21, 2012 by Redazione  
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Nello stesso giorno in cui il suo compagno e connazionale Kittel conquista l’ultima tappa del Giro dell’Oman in 24enne di Erfurt è il più veloce nei 6 km di San Fernando che aprono la Vuelta Andalucia davanti al vincitore uscente Irizar e a Coppel con Bennati buon 11°.

Foto copertina: Patrick Gretsch premiato per il successo nel prologo della Vuelta Andalucia (foto Bosco Martin)

La Vuelta Andalucia altrimenti detta Ruta del Sol è la prima delle innumerevoli brevi corse a tappe organizzate ogni anno in Spagna che hanno fatto sì che gli iberici acquisissero una vera e propria cultura per questo tipo di prove e producessero negli ultimi tempi grandi campioni per i grandi Giri da Indurain a Contador passando per Heras, Sastre e tanti altri. La 58a edizione vede al via tra gli altri Valverde, Intxausti e Kiriyenka (Movistar), Vanendert (Lotto-Belisol), Taaramae (Cofidis), Gesink, Mollema e Matthews (Rabobank), Coppel (Saur-Sojasun), Freire e Menchov e Moreno (Katusha), Samuel Sanchez e Anton (Euskaltel) e il vincitore del 2011 Irizar (RadioShack) alla guida di una vera e propria armata che può essere citata per intero con Frank Schleck, Voigt, Zubeldia, Gerdemann, Monfort e Bennati, mentre l’Italia punta oltre che sull’aretino anche su Marcato (Vacansoleil) e Paolini (Katusha) per i successi di tappa e su Carrara (Vacansoleil) per un buon piazzamento della generale.
La corsa si è aperta con un prologo di 6 km completamente piatto in quel di San Fernando e ad avere la meglio è stato il tedesco Gretsch (Project 1T4I), già grande rivale del nostro Malori a livello junior e under 23 nelle prove contro il tempo, con 2” su Irizar, che conferma il piazzamento ottenuto nel prologo della scorsa stagione in quel di Benahavís, 3” su Coppel che conferma il buono stato di forma mostrato all’Étoile de Bessèges, 6” su Matthews che ha fatto valere le sue doti di velocista, 8” sull’emergente belga Bille (Lotto-Belisol) e 10” su Brandle e su Monfort che dopo Coppel è stato il migliore tra i candidati ad successo nella generale. Tra questi Taaramae ha perso 12” così come Bennati autore di una buona prova, Zubeldia 15”, Gesink e Samuel Sanchez 17”, Valverde 19”, Menchov 23”, Frank Schleck 31” e Anton 39”. La prima tappa in linea, 197,9 km da Zahara de los Atunes a Benalmádena, si presenta accidentata nella prima parte con tre gran premi della montagna di 3a categoria e diversi altri su e giù ma gli ultimi 90 km sono tutti di pianura e dunque il proscenio sarà tutto per le ruote veloci.

Marco Salonna

COPPA DEL MONDO: ANTIPASTO OLIMPICO A LONDRA

febbraio 20, 2012 by Redazione  
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Si è conclusa ieri l’ultima tappa della coppa del mondo nel nuovissimo velodromo di Londra, quello che la prossima estate ospiterà le prove olimpiche. L’impianto ribattezzato Pringles per la sua forma si è rivelato velocissimo e i diversi record infranti ne sono la prova più evidente.

Foto copertina: una veduta dall’alto dell’impianto che ospiterà in estate le gare olimpiche di Londra (foto newtec.us)

Non ha deluso le aspettative l’ultima prova di Coppa del mondo, la rifinitura in vista dei mondiali del prossimo mese e la penultima occasione per accumulare punti in chiave olimpica.
L’occasione era ghiotta anche perchè permetteva di testare l’impianto olimpico in una gara vera, infatti tutti gli atleti più quotati erano presenti anche se alcuni probabilmente erano ancora in ritardo di preparazione.
La velocità a squadre maschile,è una delle poche prove priva di molti attori protagonisti a livello internazionale e questo causa poco spettacolo e diversi errori, anche da parte della Germania, che vince la prova davanti alla Francia ma si scompone lasciando uno dei suoi corridori all’ aria per due tornate. Al terzo posto la Gran Bretagna conferma di poter dire la sua in questa disciplina anche se c’è da lavorare sui meccanismi della prova.
La prova non olimpica in programma offre prestazioni deludenti, infatti nel kilometro il campione del mondo Nimke ha vinto ma con un tempo molto alto e alle sue spalle si è piazzato il giovane francese D’Almeida. Solo 13° l’italiano Francesco Ceci.
Hoy sente aria di casa e si carica nonostante le 35 primavere alle spalle; domina il suo Keirin supernado Enders e il transalpino Bourgain.
La finale più attesa è stata però quella della velocità individuale in cui Hoy ha superato tutti i migliori del lotto già nelle qualificazioni, scendendo sotto i 10”. In finale il baronetto supera il tedesco Levy, al terzo posto un altro tedesco, Forsterman che ha la meglio sul primatista del mondo dei 200m Sireau
L’omnium maschile, unica prova in cui possiamo sperare di avere un rappresentante alle olimpiadi parte male, Viviani nel giro lanciato, nonostante un buon tempo, si piazza 7° ( i primi sono racchiusi in pochi centesimi ma a contare non è il tempo ma il piazzamento). Il coriaceo Elia però mette in mostra la sua classe, vince l’eliminazione e arriva quarto nella corsa a punti piazzandosi al secondo posto in classifica generale al termine della prima giornata di gare. La seconda giornata si apre con la prova più ostica, l’inseguimento ed Elia mostra la sua preparazione imperfetta per questa specialità piazzandosi solo 12°, a deludere è però il 10° posto nello scratch prova gradita a Elia che lo proietta al 5° posto in classifica generale, nel kilometro da fermo, facendo valere tutta la sua classe, Viviani ottiene un 5° posto eccezionale che lo fa salire al 4° posto assoluto, piazzamento che gli permette di guardare con serenità alla qualificazione olimpica in attesa dell’ultima manifestazione che assegna punti olimpici, i mondiali del prossimo mese. La vittoria nell’omnium va al Colombiano Arango, uno dei favoriti per l’oro olimpico.
La finale dell’inseguimento a squadre vede contrapporsi dei mostri sacri della specialità, i campioni olimpici britannici e i campioni del mondo australiani che promettono di fare le prove generali in vista delle olimpiadi, anche se i quartetti da qua alle olimpiadi subiranno ancora qualche piccolo aggiustamento. Le attese sono soddisfatte, i britannici partono a tutta, ma gli australiani in un kilometro recuperano lo svantaggio e continuano a crescere vincendo e fermando il cronometro a 3′54′615 a 1” e 500 centesimi dal record del mondo stabilito a Pechino nel 2008 da Wiggins e company. Siamo comunque convinti che alle olimpiadi questo record stratosferico verrà abbassato.
Nella velocità a squadre femminile le australiana Anna Meares e Kaarle McCulloch già durante le qualificazioni abbattono il record del mondo col tempo di 32”966 e nessuno riesce ad avvicinarle nonostante la coppia britannica stabilisca il nuovo record nazionale. La finale del pomeriggio però va in modo diverso contro le previsioni di tutti e la coppia britannica caricata dal tifo casalingo realizza una prestazione impressionante, non solo vince, ma abbassa nuovamente il record del mondo fino a 32”754, per Varnish e Pendleton il risultato porta la vittoria e la consapevolezza di essere le favorite assolute in vista delle olimpiadi.
La Guo bissa il risultato di Pechino e vince davanti alla Meares la velocità individuale mostrando una superiorità netta, frutto anche della forma fisica già al top dell’ atleta asiatica. Solo quarta l’ idolo di casa Pendleton.
Prova di alto livello quella del keirin femminile che viene vinto dalla lituana Krupeckaite davanti alla rappresentante di Homg Kong Lee e alla cinse Guo. Solo quinta la Pendleton che non è riuscita a lanciarsi al meglio, ancora più indietro la Meares.
Anche le finali dell’ inseguimento a squadre femminile offrono emozioni e record. Già nella finalina Olanda e Australia fanno sul serio e le cangurine Edmonson, Cure e Tomic abbattono il record del mondo col tempo di 3′19”364. La finale per l’oro vede contrapposte Gran Bretagna e Canada ed entrambe le squadre superano nuovamente il record del mondo, la vittoria va alle padrone di casa Trott, King e Rowsell col tempo di 3′18”148.
La prova non olimpica in programma per le donne è stato lo scratch, vinto dall’australiana Hoskins, da segnalare l’ottimo quarto posto dell’italiana Laura Basso che difendeva i colori del Cycling team Friuli.
Vittoria della statunitense Hammer nell’omnium femminile davanti all’australiana Edmonson con lo stesso punteggio ma con peggiori tempi nelle gare cronometrate.
La vittoria finale della Coppa del mondo a squadre va alla Germania sulla Francia, l’ Italia ancora una volta non è pervenuta. Dobbiamo tener presente che i risultati della coppa del mondo nell’anno olimpico spesso non sono molto veritieri a causa degli allenamenti in vista delle olimpiadi. Ad Agosto infatti ci aspettiamo di vedere si in evidenza Germania e Francia, ma ci aspettiamo molto di più da Gran Bretagna e Australia e siamo curiosi di vedere cosa farà la Russia di cui qualcuno dice di prestazioni impressionanti durante gli allenamenti privati.

Matteo Colosio

TIERNAN-LOCKE SEMPRE PIU’ IN HAUT (VAR)

febbraio 20, 2012 by Redazione  
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Nuova dimostrazione di forza del 27enne britannico che dopo aver vinto il Giro del Mediterraneo si aggiudica anche l’altra corsa a tappe nel Sud della Francia giungendo 3° nella prima frazione vinta da Hardy e arrivando davanti a tutti in quella con arrivo in salita a Fayence.

Foto copertina: un’immagine delle cerimonie di premiazione del Tour du Haut Var 2012 (foto dailypeloton.com)

La 44a edizione del Giro dell’Alto Var, in passato terreno di caccia per gli italiani che si sono aggiudicati 9 edizioni tra il 1995 e il 2008 con Bertagnolli, Pozzato e Rebellin ultimi dei nostri ad imporsi, si è snodata lungo due frazioni, la prima vallonata da Draguignan a La Croix Valmer e la seconda ben più impegnativa con 4 gpm e un seppur breve arrivo in salita da Fréjus a Fayence. Il campo di partenti era di primo livello con Rolland e il vincitore delle edizioni 2009 e 2011 Voeckler (Europcar), Le Mevel e Daniel Martin (Garmin), Nocentini e Péraud (Ag2r), Fedrigo e Pinot (Fdj), Gilbert e Hushovd (Bmc), Kessiakoff e Guarnieri (Astana), Gerrans (GreenEdge), Lastras e il campione italiano Visconti (Movistar) e Moncoutiè (Cofidis).
La prima frazione è vissuta sulla fuga di Madrazo (Movistar), Bertogliati (Team Type 1), Colin (Roubaix-Lille), Houle (Spidertech), Georges (Ag2r), Hardy (Bretagne-Schueller) e Koretzky (La Pomme-Marseille); gli ultimi due citati sono rimasti soli al comando nel circuito finale di La Croix Valmer e hanno resistito al tardivo ritorno del gruppo con Hardy che ha avuto la meglio allo sprint e Tiernan-Locke (Endura), recente vincitore del Giro del Mediterraneo, che si è a sua volta avvantaggiato nel finale chiudendo 3° a 6” dai due battistrada mentre il plotone regolato in volata da Galland (Saur) su Clarke (Astana) e Voeckler ha chiuso con 11” di ritardo.
La seconda frazione è stata combattutissima con scatti e controscatti lungo tutto il percorso e Péraud, Santaromita (Bmc), Champion (Bretagne-Schuller), Gerrans, Rolland e Lastras che a diverse riprese ci hanno provato e anche Gilbert e Voeckler in evidenza ma ai piedi dello strappo finale si sono presentati in testa El Farès (Team Type 1), Simon (Saur-Sojasun), Clarke (GreenEdge) e Pinot (Fdj) con un vantaggio di 20” su quel che restava del gruppo: sembrava che sarebbero stati questi quattro a giocarsi il successo ma dietro Tiernan-Locke è rinvenuto con una rimonta impressionante e appena prima del traguardo ha saltato El Farès aggiudicandosi la tappa con 1” sul francese, 4” su Simon, 11” su Hivert (Saur-Sojasun) autore a sua volta di un’ottima scalata, 13” su Clarke e 19” su Fedrigo, Kessiakoff, Bouet (Ag2r), Le Mevel e Hardy mentre Gilbert ha chiuso 16° con un distacco di 32”.
Tiernan Locke si aggiudica anche la classifica generale con 6” su El Farès, 9” su Simon, 13” su Hardy e 18” su Clarke; in considerazione di quanto ha mostrato nel mese di febbraio possiamo dunque dire che il ciclismo britannico che già scoppia di salute ha trovato l’ennesimo talento sia pure già 27enne,e non ci sarà da stupirsi se nella prossima sagione Tiernan-Locke verrà ingaggiato da squadre più imporanti rispetto all’Endura in cui corre attualmente.

Marco Salonna

WIGGINS COMPLETA IL TRIONFO SKY

febbraio 20, 2012 by Redazione  
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In un’edizione della Volta ao Algarve dominata in lungo e in largo dagli uomini in nero il britannico batte sia pure di soli 73 centesimi il campione del mondo di specialità Tony Martin nella crono di Portimão mentre il suo compagno Porte giunge 3° a 13” difendendo senza problemi la leadership nella generale.

Foto copertina: Bradley Wiggins, Richie Porte ed Edvald Boasson Hagen sul podio della Volta ao Algarve, monopolizzata dal Team Sky (foto José Antonio Fernandes)

Come da tradizione nelle ultime stagioni la Volta ao Algarve si è conclusa con una crono in quel di Portimão, località nota agli appassionati di motori per ospitare ogni anno una tappa del mondiale Superbike, con la differenza che i km da percorrere erano 25,8 , molti di più che nelle precedenti edizioni, e dunque c’erano più possibilità di ribaltare una classifica che alla vigilia vedeva Porte (Sky) al comando con 12” su Rui Costa (Movistar) e Machado (RadioShack), 34” su Hoogerland e Poels (Vacansoleil) e Van den Broeck (Lotto-Belisol), 45” sulla rivelazione locale Mendes (LA-Antarte), 48” sul pericoloso Talansky (Garmin) e 50” e 57” sul campione del mondo di Copenhagen Martin (Omega-QuickStep) e su Wiggins (Sky), sulla carta i due uomini più papabili per il successo di tappa insieme al leader della generale.
Tra i primi a far segnare un tempo significativo c’è stato il nostro Trentin (Omega-QuickStep), già 2° a Tavira dietro al compagno Ciolek, che è stato il migliore tra i primi 30 partiti per poi essere battuto da Ovechkin (RusVelo) che ha fatto segnare un tempo di 32′55” disintegrato però pochi minuti dopo da Sergent (RadioShack), già 4° a Portimão nella passata stagione, che ha fatto meglio per 43” ed è rimasto al comando per lunghissimo tempo e neppure atleti del calibro di Boasson Hagen (Sky), Larsson (Saxo Bank) e Kloeden (RadioShack) sono riusciti ad avvicinarsi pur realizzando prestazioni discrete; meglio di loro ha fatto il 21enne polacco Kwiatkowski (Omega-QuickStep), ex campione mondiale junior sia a cronometro che in linea, che si è installato provvisoriamente al secondo posto con un tempo di 33′41”, e alla fine Van Garderen (Bmc) è riuscito a fare meglio di Sergent sia pure di pochi centesimi.
La corsa è comunque entrata nel vivo con la partenza di Wiggins e di Martin, che si sono mantenuti sugli stessi tempi per tutto il percorso con il britannico che ha battuto Van Garderen e Sergent per 14” e il tedesco ha dovuto incassare la prima sconfitta in una prova a cronometro da moltissimo tempo battuto di appena 73 centesimi: la prestazione di entrambi è stata comunque tale da consentire loro di scavalcare in classifica Meersman (Lotto-Belisol), Talansky autore di una prova discreta ma niente più chiusa con un distacco di 39”, Mendes, Poels, Hoogerland e un Van den Broeck che comunque si è superato in una specialità in cui da giovane era molto competitivo ma che da anni non lo vedeva ad ottenere buoni risultati.
A questo punto Martin e Wiggins erano virtualmente 4° e 5° in classifica ed era da vedere se sarebbero riusciti a scavalcare anche Machado e Rui Costa; il portoghese della RadioShack non si è ripetuto sui livelli della passata stagione quando a Portimão fu 3° e ha dovuto cedere il passo accusando un ritardo di 1′03” mentre quello della Movistar ha fatto meglio per 4” che però non sono stati sufficienti a conservare il posto sul podio: a questo punto la vittoria finale di Porte era in ghiaccio e l’australiano si è fatto valere conquistando il 3° posto di giornata a 13” da Wiggins e davanti nell’ordine a Van Garderen, Sergent, Van den Broeck, Talansky, Kwiatkowsky e Boasson Hagen. Nella classifica generale l’ex maglia rosa per diversi giorni al Giro 2010 ha chiuso con 37” su Martin, 44” su Wiggins che avrebbe potuto contendergli il primato se non gli avesse fatto da gregario lungo le rampe dell’Alto de Malhão, 50” su Van den Broeck, 58” su Rui Costa e 1′02” su Machado; si chiude dunque nel segno del Team Sky una Volta ao Algarve in cui i britannici oltre al successo finale hanno conquistato tre tappe su cinque con Porte, Wiggins e Boasson Hagen.

Marco Salonna

PASTICCIO LIQUIGAS, OMAN A VELITS

febbraio 20, 2012 by Redazione  
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Clamoroso allo sprint intermedio quando Sagan toglie a Nibali il secondo di abbuono che gli serviva per scavalcare l’atleta dell’Omega-QuickStep che si aggiudica dunque la classifica finale, mentre Kittel conquista il suo secondo successo parziale davanti allo stesso Sagan e a Farrar.

Foto copertina: lo sprint conclusivo dell’ultima frazione del Tour of Oman (foto ASO)

Normalmente l’ultima frazione di una corsa a tappe a meno che non sia una cronometro o non presenti un percorso impegnativo è una passerella per celebrare il vincitore almeno prima dello sprint finale e così sarebbe dovuto essere anche per la Al Khawd-Matrah Corniche di 130,5 km che concludeva il Giro dell’Oman ma così non è stato per via del distacco di appena 1” che alla vigilia separava la maglia gialla Peter Velits (Omega-QuickStep) dal nostro Nibali (Liquigas) e in considerazione del fatto che l’unica difficoltà altimetrica di giornata era posta proprio in coincidenza con il primo sprint intermedio al km 53, in prossimità del quale il gruppo è arrivato compatto dopo che la Liquigas aveva chiuso sulla fuga iniziale di Schar (Bmc), Lemair (Brodgestone), Rodgers (Rts Racing Team) e dell’onnipresente Clarke (Champion System). Al messinese sarebbe bastato finire nei primi 3 e davanti allo slovacco per scavalcarlo nella generale e i biancoverdi di Amadio si sono portati in testa per impostare la volata mentre la contromossa dell’Omega-QuickStep è stata quella di togliere abbuoni con Boonen e Van Keirsbulck: non sarebbe però bastato se Sagan dopo aver esaurito il suo lavoro in funzione di Nibali si fosse spostato invece di chiudere lo sprint al 2° posto relegando il compagno di squadra al 4° e dunque fuori dai piazzamenti che assegnavano gli abbuoni.
La corsa per la classifica generale è finita qui anche perchè subito dopo è iniziata la bagarre e non c’era modo di portare il gruppo compatto anche al secondo sprint intermedio posizionato già all’interno del circuito finale di Matrah: a tentare di andarsene sono stati Ten Dam (Rabobank), che di solito da il meglio di sè quando la strada sale, e il duo della Garmin composto da Vandevelde e dal vincitore dell’ultima Roubaix Van Summeren ma nulla c’è stato da fare di fronte al ritorno del gruppo tirato dalla Sky di Cavendish e dalla Project 1T4I di Kittel. Inevitabile dunque la volata ed è stato il tedesco già vincitore della tappa di Al Wadi al Kabir davanti a Sagan, che al di là dell’incidente dello sprint intermedio ha disputato un Tour of Oman di alto livello dominando la frazione di Wadi Dayqah Dam e la classifica a punti, a Farrar (Garmin), a Galimzyanov (Katusha) e Bouhanni (Fdj) con Oss (Liquigas) 6° e un Guardini (Farnese) 9° che ha raccolto l’ennesimo piazzamento ai margini della top ten, pagando forse il fatto di avere una squadra non all’altezza delle corazzate rivali in fase di preparazione della volata: peggio è andata a Cavendish che ha chiuso 14° e non ha raccolto nulla per tutta la settimana mentre l’altro grande favorito di giornata Greipel (Lotto-Belisol) non ha neppure disputato lo sprint ma può tornare in Germania soddisfatto alla luce dei due successi di tappa conquistati.
La classifica generale è dunque andata a Peter Velits con 1” su Nibali e va reso merito allo slovacco di aver conquistato il successo malgrado l’assenza di una cronometro, suo tradizionale punto di forza, mentre il siciliano può recriminare anche per i 15” persi nella tappa di Muscat Heights ma esce dal Giro dell’Oman con il successo in cima alla Green Mountain e una rinnovata consapevolezza nei propri mezzi. Sul terzo gradino del podio è salito Gallopin (RadioShack), che ha dimostrato di essere un corridore completo e non soltanto un passista veloce ed è risultato anche il miglior giovane mentre Lodewijk (Bmc) si è aggiudicato il premio per l’atleta più combattivo e la RadioShack ha avuto la meglio nella classifica a squadre.

Marco Salonna

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