ANNO CHE VIENI, ANNO CHE VAI: I GRANDI GIRI

gennaio 15, 2012 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Il Giro di Contador, il Tour di Evans e il duello con Schleck, la Vuelta di Cobo, la scoperta di Froome: questo e tanto altro è stato il 2011 per quel che riguarda i grandi giri. Andiamo ad analizzare in breve quanto accaduto nei GT degli ultimi dodici mesi, gettando uno sguardo a ciò che ci attende per l’anno appena cominciato.

Foto copertina: Cadel Evans completa la rincorsa al Tour concludendo al 2° posto la crono di Grenoble (foto AFP)

Se parlando di classiche è facilissimo identificare in Philippe Gilbert l’uomo copertina della stagione 2011, assai meno immediata risulta l’analoga operazione per quel che riguarda i grandi giri: lo straripante Alberto Contador del Giro d’Italia o il Cadel Evans del Tour de France, capace di coronare l’inseguimento alla Grande Boucle durato tutta una carriera, correndo sostanzialmente senza squadra?
Benché l’impressione – e sia chiaro che solo di impressione si tratta, in completa assenza di controprove – sia che in un testa a testa ideale il Contador di maggio sia stato leggermente superiore all’Evans di luglio, la nostra scelta ricade sull’australiano, prima per il carattere e il coraggio messi in campo con gli inseguimenti a Schleck e Contador nelle ultime due frazioni alpine che per la prova di forza della cronometro di Grenoble. Certo, lo spagnolo ha avuto il grande merito di essere l’unico corridore di vertice da corse di tre settimane a puntare seriamente a due GT, e sulla mancata doppietta pesa la sequenza di cadute nella prima settimana di Tour (talmente numerose da autorizzare a pensare che non si sia trattato solamente di sfortuna, ma che ci sia stata anche una discreta componente di disattenzione), senza dimenticare che, pur con una gamba nemmeno paragonabile a quella del Giro, il madrileno ha comunque dimostrato il piglio del campione ribellandosi all’anonimato in cui rischiava di scivolare, con una condotta d’assalto sulle Alpi. Ad assicurare la nostra preferenza ad Evans è però proprio il fatto che l’australiano non ha avuto dalla sua una imbarazzante superiorità sulla concorrenza, ma si è imposto per il cuore che tutti gli riconoscono da sempre, e per un’intelligenza tattica che invece era stata forse il suo tallone d’Achille in alcuni dei ripetuti assalti falliti alla maglia gialla parigina.
Tutt’altro che agevole anche la scelta del GT più godibile della stagione: da un lato un Giro caratterizzato da un percorso assai poco equilibrato ma estremamente spettacolare, esaltato dalla condotta di gara spesso combattiva dei protagonisti, ma che ha dato modo a Contador di sbriciolare la resistenza degli avversari in meno di due settimane; dall’altro un Tour de France che ha dalla sua un’ultima settimana esplosiva, preceduta però da quindici giorni di mero preludio alla bagarre alpina, con classifica modellata più dalle cadute che dagli attacchi, e dei Pirenei agghiaccianti a dispetto del buon disegno. Difficile esprimere una preferenza, anche se a nostro personalissimo giudizio la totale assenza di suspense della Corsa Rosa fa pendere leggermente l’ago della bilancia dalla parte della Grande Boucle, perlomeno più ricca di rivolgimenti nelle gerarchie dei favoriti, e forte di quattro tappe alpine (calcoliamo anche Pinerolo e – un po’ forzatamente – Gap) come non se ne vedevano da anni.
Nulla si è sin qui detto della Vuelta, e la cosa è forse già di per sé significativa. Penalizzato da un percorso povero di spunti, con tanti arrivi in salita ma quasi tutti pedalabili e non preceduti da asperità capaci di occultare le pendenze più che accessibili dei chilometri conclusivi, oltre che da un parco partecipanti di molti inferiore rispetto alle altre due grandi corse a tappe, l’ultimo GT stagionale è scivolato via in tono decisamente minore, aggravato dalla scarsa vena dei nomi più illustri. Con Nibali crollato nella seconda metà di gara, Menchov partito in sordina, Joaquim Rodriguez e Igor Anton fuori classifica e costretti ad accontentarsi di soddisfazioni parziali e Van den Broeck lontano dalla condizione del Tour 2010 dopo la caduta con ritiro alla Grande Boucle, il migliore dei favoriti della vigilia è stato Bradley Wiggins, costretto però a cedere i gradi di capitano alla sorpresa Chris Froome, promosso sul campo dopo la grande crono di Salamanca e la débacle del leader designato sull’Angliru. Se la scelta fosse stata compiuta qualche giorno prima, il britannico di scorta avrebbe forse potuto fare ancora meglio dell’insperato 2° posto raccolto alla fine, scalzando l’altro outsider Juan José Cobo, alla fine meritatamente vincitore grazie all’assolo sull’Angliru.
Meglio, a livello di partenti, dovrebbe andare alla corsa spagnola nel 2012, quando al via di Pamplona si schiererà probabilmente Alberto Contador, quattro anni dopo l’ultima partecipazione (vittoriosa) del 2008. Scottato dall’esperienza di quest’anno, quando la partecipazione al Giro ha in parte compromesso la preparazione al Tour de France, il madrileno si terrà alla larga dalla Corsa Rosa nella prossima stagione, che sarà per lui incentrata sull’inseguimento alla quarta Grande Boucle in carriera.
A frapporsi tra Contador e il trionfo che lo collocherebbe al sesto posto solitario nella classifica dei plurivincitori in terra francese sarà però il gotha del ciclismo mondiale, giacché, a differenza di quanto si vociferava/auspicava qualche mese fa, quasi nessuno rinuncerà al Tour per puntare sui giochi olimpici. Il risultato sarà dunque una Grande Boucle che, a fronte di un percorso tra il moscio e l’imbarazzante, potrà contare sulla partecipazione di quasi tutti i nomi di richiamo, lasciando a bocca asciutta un Giro d’Italia che inizierà probabilmente l’era post-Zomegnan nel peggiore dei modi, ossia tornando a quello status di campionato nazionale italiano a tappe in cui era piombato negli ultimi anni della direzione di Carmine Castellano. Perso Contador, a dispetto della partenza dalla città natale del suo DS Bjarne Riis, sono via via tramontate le ipotesi di partecipazione di Cadel Evans, deciso a puntare tutto sul bis in Francia, e di tutti gli altri principali interpreti contemporanei dei grandi giri, fratelli Schleck in primis. Decisi a non intaccare la loro immagine di piazzati, i lussemburghesi hanno infatti comunicato la loro intenzione di provare ad infliggere distacchi titanici a Contador, Evans e compagnia sulle poche grandi salite del Tour e di tentare di resistere nei 100 km circa a cronometro in programma, quando in questo 2011 sono bastati i 40 della penultima tappa per perdere con gli interessi quanto accumulato in 19 giorni di gara ben più montagnosi.
A contendersi la maglia rosa saranno dunque con ogni probabilità gli italiani di vertice che sceglieranno di presentarsi al via di Herning; pensiamo in particolare Basso e Scarponi, che dovrebbero essere i leader designati di Liquigas e Lampre, con i rispettivi compagni di squadra, Nibali e Cunego, orientati verso il Tour. Principali insidie estere, persi rispetto a quest’anno anche Menchov e Anton, potrebbero essere Kreuziger, Gadret, Rujano e Rodriguez, già al via nel 2011, e le new entry Vandevelde e Fuglsang.
Il 2012 si presenta insomma, per quel che concerne i GT, come l’anno del ritorno al “tutti al Tour”, con buona pace di chi negli ultimi anni era riuscito a restituire al Giro d’Italia un certo lustro a livello internazionale. L’auspicio è che qualcuno cambi idea da qui a maggio, e che, in caso contrario, si tratti soltanto di un insieme di circostanze sfortunate, che hanno per vari motivi allontanato dalla Corsa Rosa corridori intenzionati a ritornarvi in tempi brevi. Sarebbe altrimenti paradossale aver operato un cambio ai vertici della gara per ritornare a tracciati più umani, sacrificando però nel mentre il livello di chi quei tracciati dovrebbe interpretarli.

Matteo Novarini

DOWN UNDER CLASSIC, GREIPEL SORPRENDE GLI “AUSSIE”

gennaio 15, 2012 by Redazione  
Filed under News

Il velocista della Lotto-Belisol si aggiudica per la seconda volta in carriera la kermesse di Adelaide davanti all’ex compagno di squadra Boasson Hagen e all’atleta di casa Haussler e lancia la sua candidatura per il Tour Down Under già vinto nel 2008 e nel 2010

Foto copertina: è del tedesco Greipel il primo successo importante della stagione 2012 (Photo: © Mark Gunter/Cyclingnews)

La settima edizione della Down Under Classic, preludio al Tour Down Under che apre il calendario del World Tour, si è disputata lungo un brevissimo circuito di 1,7 km completamente piatto da ripetere per 30 volte per un totale di 51 km e ha visto il via pressochè tutti gli atleti che vorranno ben figurare nella successiva corsa a tappe: pressochè tutte le 19 squadre al via sono state infarcite di passisti veloci, tra i quali svettavano il campione uscente Goss (Green Edge), Greipel (Lotto), Freire (Katusha), Haussler (Garmin), Boasson Hagen (Sky), Van Avermaet (BMC), Renshaw (Rabobank) e Rojas (Movistar) con l’Italia che ha puntato le sue chances sugli esperti Bennati (Liquigas) e Petacchi (Lampre) e sugli emergenti Guarnieri (Astana) e Belletti (Ag2r); molta curiosità anche per il debutto di Valverde (Movistar), al rientro dopo la lunga squalifica in seguito al coinvolgimento nell’Operacion Puerto.
Come era facile prevedere alla luce della corta distanza e dei numerosi sprint intermedi che assegnavano ciascuno un bel gruzzolo la gara è stata corsa a spron battuto fin dalle prime fasi con una media finale che ha sfiorato i 50 km orari; il primo a prendere il largo è stato il francese Coutillard (FDJ) e da allora è stato un susseguirsi di scatti con l’azione più significativa portata avanti da Haas (Garmin), Sulzberger e McCarthy (nazionale australiana), Burghardt (BMC), Bonnet (FDJ), Montaguti (Ag2r), Machado (RadioShack) e Selvaggi (Vacansoleil) che hanno preso una trentina di secondi di vantaggio ma sono stati in breve raggiunti grazie soprattutto al lavoro della GreenEdge, la nuova squadra australiana che ha reclutato molti dei talenti usciti negli ultimi anni dalla terra dei canguri e che oltre a Goss presentava al via anche il veterano McEwen, vincitore della Down Under Classic nel 2006 e nel 2009.
Nel finale Sky, Lampre e Lotto hanno conteso al team guidato da Neil Stephens il comando delle operazioni in vista dello sprint e ad avere la meglio è stata la squadra belga, con Roelandt, Sieberg e Hansen che hanno spianato la strada a Greipel che nel finale ha avuto la meglio su Boasson Hagen, Haussler e Rojas: per il tedesco medaglia di bronzo di Copenhagen si tratta del secondo successo in quel di Adelaide dopo quello del 2008. Al 5° e 6° posto si sono piazzati i sorprendenti atleti di casa Van Hoff (nazionale australiana) Cantwell (Saxo Bank) mentre Petacchi che ha chiuso la top ten è stato il migliore dei nostri in una corsa che ha sempre portato poche soddisfazioni ai colori azzurri, se si eccettuano il 2° e 3° posto di Colli e Cadamuro nell’edizione 2006. Martedì 17 la carovana si trasferirà a Prospect per la prima tappa del Tour Down Under che dopo 149 km vallonati porterà al traguardo di Clare.

Marco Salonna

14-01-2012

gennaio 15, 2012 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

VUELTA CICLISTICA DE CHILE

Il colombiano Félix Rafael Cárdenas Ravalo si è imposto nella nona tappa, Rancagua – Farellones, percorrendo 141,6 Km in 3h44′14″, alla media di 37,889 Km/h. Ha preceduto di 23″ il connazionale Chaparro e di 27″ il cileno Burmann Littin. Due italiani in gara, entrambi del Team Nippo: Vincenzo Garofalo 31° a 6′41″, Antonio Testa 73° a 22′48″. Il cileno Patricio Almonacid è il nuovo leader della classifica, con 18″ su Cárdenas Ravalo e 1′54″ sul connazionale Garrido. Garofalo 37° a 20′03″, Testa 69° a 45′53″.

VUELTA AL TACHIRA EN BICICLETA (Venezuela)

Il venezuelano Tomas Aurelio Gil Martínez (Loteria Tachira Cauchos Guayana) si è imposto nella seconda tappa, Santa Bárbara de Barinas – Santa Ana del Táchira, percorrendo 160,7 Km in 3h40′26″, alla media di 43,741 Km/h. Ha preceduto di 3″ e 5″ i connazionali Becerra e Chacón Colmenares. Gil Martínez è il nuovo leader della classifica, con 7″ e 11″ su Becerra e Chacón Colmenares. Nessun italiano in gara.

UNA VUELTA ANTICRISI, DECISAMENTE

gennaio 14, 2012 by Redazione  
Filed under News

Ci si attendeva una Vuelta meno impegnativa, sulla falsariga dei “tagli” operati da Giro e Tour, o quantomeno un percorso tarato sugli standard delle ultime edizioni. Invece gli organizzatori della corsa iberica hanno esagerato, “impastando” per il 2012 una Vuelta infarcita di colli, in particolare di arrivi in quota. Se ne dovranno affrontare ben nove e gli scalatori andranno letteralmente a nozze, favoriti anche dalla presenza di una solo crono individuale neanche tanto piatta.

Foto copertina: l’inedita arrampicata al Cuitu Negru (acnbblog2012.wordpress.com)

In fondo all’articolo la planimetria della Vuelta 2012 (www.lavuelta.com)

Tagli di qua, tagli di là. Sembrava che le grandi corse a tappe fossero entrate in una fase decisamente calante, quasi conformandosi al periodo di crisi generale che attanaglia il mondo, con il Giro e il Tour presentati all’appello della stagione 2012 con tracciati ridimensionati nelle salite rispetto agli ultimi anni. Invece, la Spagna è divenuta la classica voce fuori dal coro e, andando contro l’andazzo generale, ha addirittura rincarato la dose. La prossima edizione della Vuelta di Spagna, presentata negli scorsi giorni, proporrà qualcosa come nove arrivi in salita (contando anche Arrate ammonterebbero a dieci), uno in più rispetto al tracciato disegnato da Zomegnan per l’ultimo Giro e che per questo aveva suscitato qualche malumore. Poco importa che le tappe di montagna, esaminate una per una, non abbiamo la “caratura” di frazioni come quella che il Giro proporrà tra Falzes e Cortina o la cavalcata pirenaica di Luchon al Tour. L’unione di tutto e il fatto che i partecipanti saranno in sella sin dai primi mesi dell’anno renderanno la 67a edizione della Vuelta come una delle più dure e massacranti della storia. È proprio alla luce di quest’aspetto che Javier Guillén, “gran mossiere” della corsa spagnola, ha operato un ritocco alle distanze giornaliere, al punto che nessuna delle 21 frazioni previste supererà il tetto dei 200 Km (fatto finora verificatosi solo due volte, nel 2000 e nel 2004), anche se non sarà quella di quest’anno la più breve tra le “Vuelte” fin qui disputate.
Il taglio più netto e che per primo balza all’occhio sarà, però, geografico perché la prossima edizione si disputerà tutta nel nord della penisola iberica, tagliando il meridione della Spagna e toccando il punto più basso a Madrid. Al momento s’ignorano le motivazioni di tale scelta e sulle pagine dei forum i tifosi si sono sbizzarriti accennando chi alla crisi, chi al clima torrido delle regioni meridionali (va fatto notare che, dallo scorso anno, la Vuelta è stata anticipata di una settimana, spostando la partenza dalla fine del mese al primo week-end dopo Ferragosto). L’ipotesi più plausibile farebbe, però, riferimento alla scelta di organizzare quattro durissime tappe alle Canarie, inizialmente progettate per l’edizione 2012 ma poi rinviate di un anno a causa della partenza assoluta da Pamplona, nel nord della nazione: si è preferito, dunque, evitare troppi trasferimenti e si prospetta, a questo punto, una Vuelta 2013 esattamente opposta a questa, con tante tappe al sud, dove le salite pure non mancano (Sierra Nevada, Pandera, Calar Alto, Aitana, eccetera).
Scendiamo ora nei dettagli della gara che scatterà sabato 18 agosto dal capoluogo della Navarra con una veloce cronosquadre di 16 Km, prima delle due prove contro il tempo previste. Prima tappa in linea destinata ai velocisti (traguardo a Viana) poi il terzo giorno di gara proporrà già un finale impegnativo, con l’arrivo ad Arrate preceduto di una manciata di chilometri dall’omonimo “alto”, salita breve ma impegnativa, conosciuta grazie ai frequenti passaggi del Giro dei Paesi Baschi. Seguirà a ruota il primo arrivo in salita “pieno”, previsto nella stazione invernale di Valdezcaray, dopo quasi 16 Km d’ascesa al 4,6% e una media dell’8,5% negli ultimi 4 Km. Dopo la tappa-kermesse di Logroño (facile circuito di una quarantina di chilometri da ripetere quattro volte) il gruppo si avvicinerà alla catena pirenaica, dove la cittadina di Jaca ospiterà un finale in ascesa più favorevole ai “finisseur” che agli scalatori. Volata certa l’indomani ad Alcañiz, dove la tappa si concluderà sul circuito motoristico Motorland Aragón, ventiquattrore prima di affrontare il tappone pirenaico andorrano. Due le ascese previste, ma le attenzioni di tutti saranno focalizzate sull’impegnativa a salita finale alla Collada de la Gallina, succulenta novità dell’edizione 2012.
Dopo la tappa di Barcellona, molto simile nelle caratteristiche a quella vinta dal norvegese Thor Hushovd al Tour del 2009 (e, dunque, tarata sulle misure degli sprinter), il gruppo osserverà la prima giornata di riposo compiendo il lungo trasferimento aereo dalle sponde del Mediterraneo e quelle ventose dell’Oceano Atlantico. Lasciata la Catalogna si ripartirà, infatti, dalla Galizia dove si disputeranno ben quattro frazioni, quasi certamente infastidite dai forti venti che spazzano quelle lande e che daranno sicuramente filo da torcere alle squadre dei velocisti impegnati nella preparazione delle volate di Sanxenxo e Ferrol. In mezzo a queste due frazioni se ne disputeranno altrettante più succulente, l’unica cronometro individuale (40 Km tra Cambados e Pontevedra, con una salita a metà strada) e la tappa con arrivo al Mirador de Ézaro, muro di 2000 metri netti al 12,7% di pendenza media.
La citata tappa di Ferrol costituirà anche una sorta d’anticamera dei tre giorni di passione che si vivranno tra la comunità della Castilla y León e il principato delle Asturie, tradizionale palestra per grimpeur di razza. Si comincerà con l’impegnativa scalata all’Ancares, passo affrontato per la prima volta nella scorsa edizione, nella tappa di Ponferrada: stavolta avrà un ruolo da primattore poiché i suoi 17 km al 6,8% (ultimi 6 Km al 9,8%) costituiranno il quarto arrivo in salita. Il giorno dopo toccherà ad un classico, l’approdo ai Laghi di Covadonga (14,2 Km al 7,4%) che saranno traguardo di tappa per la 18a volta in 29 anni. Un finale consolidato, dunque, ma che quasi sfigurerà al confronto con quanto proporrà, l’indomani, l’inedito approdo sul Cuitu Negru, che molti hanno già paragonato al Plan de Corones. In effetti, dei punti di contatto con l’arrampicata dolomitica ci sono (è la prosecuzione di un noto passo – in questo caso il Pajares – e presenta pendenze molto elevate nel finale sterrato, anche se si vocifera che sugli ultimi 2000 metri sarà stesso un manto d’asfalto), ma il monte asturiano è assai più esigente sia per la maggior lunghezza del tratto sterrato (quasi 7 Km), sia per la lunghezza complessiva dell’ascesa, che misura quasi 20 Km e presenta una pendenza media complessiva del 6,8%.
A questo punto interverrà a spezzare le fatiche la seconda, sacrosanta giornata di riposo, oltremodo necessaria perché quando ci si rimetterà in sella sarà per affrontare un’altra tappa di montagna. Fortunatamente la lunghissima ascesa verso il traguardo di Fuente Dé non è per nulla impegnativa, abbastanza simile a quella di Macugnaga affrontata al Giro del 2011.
Due giornate tranquille e riservate ai velocisti rimasti in gara (finali a Valladolid e La Lastrilla) serviranno per ritemprarsi fisicamente e mentalmente in vista del gran finale, rappresentato dal ritorno sulla Bola del Mundo, la cima più alta di questa Vuelta (arrivo a 2252 metri, pendenze fino al 19% sul finale cementato), la stessa che consacrò la vittoria di Vincenzo Nibali nel 2010. Come due anni fa, questa sarà la penultima frazione della corsa spagnola, che poche ore più tardi consumerà il suo ultimo atto tra Cercedilla e Madrid, classica passerella a uso e consumo dei velocisti.

Mauro Facoltosi

13-01-2012

gennaio 14, 2012 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

VUELTA CICLISTICA DE CHILE

Il cileno Cristopher Mansilla si è imposto nell’ottava tappa, Talca – Curicó, percorrendo 137,5 Km in 2h57′06″, alla media di 46,583 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Luis Mansilla e l’argentino Richeze. Due italiani in gara, entrambi del Team Nippo: Vincenzo Garofalo 76° a 40″, Antonio Testa 83° a 1′22″. Luis Mansilla ha conservato la testa della classifica, con 54″ sul connazionale Almonacid e 2′48″ sul colombiano Cárdenas Ravalo. Garofalo 49° a 15′42″, Testa 71° a 25′25″.

VUELTA AL TACHIRA EN BICICLETA (Venezuela)

Il venezuelano Miguel Ubeto Aponte (Loteria Tachira Cauchos Guayana) si è imposto nella prima tappa, Circuito Ciudad Barinas, percorrendo 127,4 Km in 2h57′09″, alla media di 43,150 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Herrera e il cubano Portuondo., distanziati di 5″ e 7″ nella prima classifica generale. Nessun italiano in gara.

LIQUIGAS – CANNONDALE: SI RIPARTE!

gennaio 13, 2012 by Redazione  
Filed under News

Presentata nella cornice di Citroen Italia a Milano la squadra che affronterà la stagione 2012. E’ la più giovane del World Tour, con Ivan Basso e Vincenzo Nibali affiancati a diversi ragazzi dal grande talento.

Foto copertina: la “rosa” della Liquigas presentata a Milano (www.teamliquigascannondale.com)

La Liquigas svela il suo “roster” 2012 e si prepara per una nuova ed importantissima stagione. La presentazione è avvenuta giovedì 12 gennaio nella sede italiana di Citroen, da quest’anno sponsor e partner ufficiale del team guidato dal presidente Paolo Dal Lago e dal team manager Roberto Amadio, a cui saranno fornite le “ammiraglie”. E proprio Dal Lago e Amadio, sul palco montato per l’evento condotto dal giornalista di Eurosport Andrea Berton, hanno aperto la cerimonia, esprimendo il loro più totale orgoglio e la passione per il ciclismo. Passione che nutrono anche Renato Di Rocco e Paolo Bettini, giunti a presenziare all’evento, mostrando grande interesse per i molti ragazzi italiani, giovani e meno giovani, facenti parte della Liquigas – Cannondale, con quest’ultimo, fornitore e costruttore delle biciclette per la squadra, ormai “alla riuscita della costruzione della bici perfetta”, come ha voluto sottolineare il direttore marketing Rory Mason. Non è mancato il saluto ufficiale di Citroen Italia, con la presenza di Marco Freschi, a presentare le qualità dei prodotti forniti alla Liquigas – Cannondale.
Con la presentazione dei confermatissimi direttori sportivi si è giunti al momento clou della giornata, cioè all’arrivo della rosa che compone il team Liquigas – Cannondale 2012. Ci sono cinque nuovi arrivati, ovvero i due neoprofessionisti Stefano Agostini e Moreno Moser, il colombiano Josè Sarmiento e gli italiani Daniele Ratto e Federico Canuti. Confermatissimi i gregari Valerio Agnoli, Maciej Bodnar, Tiziano Dall’Antonia, Paolo Longo Borghini, Kristijan Koren, Alessandro Vanotti, Alan Marangoni, Mauro Da Dalto, Cristiano Salerno, Sylwester Szmyd e Maciej Paterski, insieme ad altri giovani stranieri promettenti come Dominik Nerz, Juraj Sagan, Ted King e Timmy Duggan. Aiutato da Fabio Sabatini, anch’egli confermato, ci sarà il fuoriclasse slovacco Peter Sagan, vincitore di ben 15 corse nel 2011, affiancato da Daniel Oss ed Elia Viviani, unico italiano alle gare individuali in pista alle prossime Olimpiadi di Londra. Eros Capecchi, Ivan Basso e Vincenzo Nibali chiudono l’elenco della rosa e sono questi ultimi due ad annunciare la propria presenza al Giro (Basso) e al Tour (Nibali). Il messinese non ha comunque voluto scomporsi riguardo all’essere in gara anche alla Corsa Rosa. Infine un piccolo sguardo alla Vuelta appena presentata: “ci piace”, ammettono i due.
La stagione dei Liquigas scatterà il 17 gennaio con il Tour Down Under in Australia e proseguirà alla Vuelta San Luis in Argentina. In un’annata che premette altre grandi soddisfazioni.

Andrea Giorgini

12-01-2012

gennaio 13, 2012 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

VUELTA CICLISTICA DE CHILE

Lo spagnolo Javier Ramírez Abeja si è imposto nella settima tappa, Temuco – Los Angeles, percorrendo 221,7 Km in 4h38′28″, alla media di 47,768 Km/h. Ha preceduto di 1″ il colombiano Suaza López e di 9″ il cileno Contreras Vargas. Due italiani in gara, entrambi del Team Nippo: Antonio Testa 58° a 2′01″, Vincenzo Garofalo 85° a 1′56″. Il cileno Luis Mansilla ha conservato la testa della classifica, con 48″ sul connazionale Almonacid e 2′42″ sul colombiano Cárdenas Ravalo. Garofalo 47° a 14′56″, Testa 72° a 23′57″.

A ROTTERDAM VINCONO GLI OLANDESI

gennaio 12, 2012 by Redazione  
Filed under Giro di pista, News

Anno nuovo e coppia nuova che si impone nella seigiorni di Rotterdam. I beniamini di casa Schep e Stroetinga superano infatti Marvulli e Mouris durante l’ultima serata di gara.

Foto copertina: un momento di gara alla seigiorni di Rotterdam (http://www.zesdaagserotterdam.nl)

Grande spettacolo alla seigiorni di Rotterdam, una delle poche che si possono seguire in streaming e che, quindi, anche alcuni appassionati italiani hanno potuto vedere almeno nelle fasi più importanti. Spettacolo sulla pista proposto da numerose coppie competitive fino all’ultima serata e spettacolo fuori dalla pista dove il pubblico ha dimostrato che è ancora possibile organizzare una seigiorni senza il timore di non avere spettatori.
La delusione della seigiorni sono stati Keisse e Terpstra, il primo ancora imbattuto in questa stagione accoppiato ad un olandese fra i migliori seigiornisti, capace di dire la sua anche su strada. Il duo che, alla vigilia, tutti davano per favorito non è però riuscito a trovare la giusta intesa e ha terminato la seigiorni solo in quarta posizione con un giro e 50 punti di ritardo dai vincitori, gli olandesi Peter Schem e Wim Stroetinga.
La coppia vincitrice invece è riuscita, dopo una lunga rincorsa, a superare un redivivo Marvulli che, in coppia con Mouris, sembrava ormai avere in pugno la tenzone.
Notizia bomba della settimana è stata ancora una volta una news riguardante il doping, in quanto il campione del mondo in carica della velocità individuale e a squadre, il francese Bauge, ha subito una squalifica retroattiva per aver saltato 3 controlli a sorpresa. La conseguenza della sanzione, terminata lo scorso Dicembre (quindi Bauge non ha mai interrotto l’attività), è stata la perdita del titolo mondiale, che l’UCI ha assegnato a tavolino al secondo classificato, l’inglese Kenny, mentre l’iride della velocità a squadre è stato attribuito alla Germania.
Se Bauge fosse italiano la sua carriera sarebbe finita in quanto atleti italiani coinvolti in questioni di doping non possono più essere convocati in nazionale e l’attività su pista è quasi esclusivamente svolta con la nazionale; fortunatamente il velocista è francese e quindi avremo ancora modo di apprezzarne le qualità. Peccato che le regole non siano uguali per tutti.
Prossimo appuntamento la coppa del mondo che si correrà nel fine settimana.

Matteo Colosio

11-01-2012

gennaio 12, 2012 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

VUELTA CICLISTICA DE CHILE

Il cileno Luis Mansilla si è imposto nella sesta tappa, Valdivia – Villarrica, percorrendo 128,8 Km in 2h37′04″, alla media di 49,202 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli argentini Richeze e Cuni. Due italiani in gara, entrambi del Team Nippo: Antonio Testa 60°, Vincenzo Garofalo 67° (stesso distacco di Mansilla). Luis Mansilla ha conservato la testa della classifica, con 39″ sul connazionale Almonacid e 2′37″ sul colombiano Cárdenas Ravalo. Garofalo 46° a 14′42″, Testa 72° a 23′38″.

10-01-2012

gennaio 11, 2012 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

VUELTA CICLISTICA DE CHILE
Quinta tappa suddivisa in due semitappe.
Il mattino, l’argentino Sergio Daniel Godoy si è imposto nella prima semitappa, circuito a cronometro di Puerto Montt, percorrendo 20 Km in 26′16″, alla media di 45,685 Km/h. Ha preceduto di 2″ e 4″ i cileni Luis Mansilla e Almonacid. Due italiani in gara, entrambi del Team Nippo: Vincenzo Garofalo 85° a 3′54″, Antonio Testa 100° a 5′08″. Luis Mansilla ha conservato la testa della classifica, con 24″ su Almonacid e 2′22″ sul colombiano Cárdenas Ravalo. Garofalo 47° a 14′27″, Testa 87° a 23′23″.
Il pomeriggio, lo spagnolo Adrian Palomares Villaplana si è imposto nella seconda semitappa, Puerto Montt – Osorno, percorrendo 131,1 Km in 3h00′18″, alla media di 43,627 Km/h. Ha preceduto allo sprint il cileno Oliva e di 1″ il colombiano Stiver Ortiz Caro. Due italiani in gara, entrambi del Team Nippo: Vincenzo Garofalo 60° a 8″, Antonio Testa 70° (stesso distacco). Luis Mansilla ha conservato la testa della classifica, con 27″ su Almonacid e 2′25″ sul colombiano Cárdenas Ravalo. Garofalo 46° a 14′30″, Testa 74° a 23′26″.

« Pagina precedentePagina successiva »