19-01-2012

gennaio 20, 2012 by Redazione  
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SANTOS TOUR DOWN UNDER (Australia)

Il tedesco André Greipel (Lotto-Belisol) si è imposto nella terza tappa, Unley – Victor Harbour, percorrendo 134,5 Km in 3h21′55″, alla media di 39,966 Km/h. Ha preceduto allo sprint il bielorusso Hutarovich e il norvegese Boasson Hagen. Miglior italiano Jacopo Guarnieri (Astana), 6°. Il tedesco Greipel si è riporato in testa alla classifica, con 8″ sull’elvetico Kohler e 12″ sull’australiano Matthews. Miglior italiano Daniele Bennati (RadioShack-Nissan), 15° a 20″.

VUELTA AL TACHIRA EN BICICLETA (Venezuela)

Il venezuelano Nelson Camargo si è imposto nella settima tappa, Lagunillas – La Grita, percorrendo 168,7 Km in 4h21′36″, alla media di 38,692 Km/h. Ha preceduto di 18″ e 1′05″ connazionali Rivas e Torres. Il venezuelano Jimmi Briceño è il nuovo leader della classifica, con 7″ e 51″ sui connazionali González e Becerra. Nessun italiano in gara.

TOUR TEN GREIPEL

gennaio 19, 2012 by Redazione  
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Il tedesco della Lotto-Belisol conferma il grande feeling con la corsa australiana conquistando il decimo successo complessivo, il secondo in questa edizione e riprendendosi il primato nella generale a discapito di Kohler. Hutarovich e Boasson Hagen i battuti di giornata

Foto copertina: la grinta di Greipel sul traguardo di Victor Harbour (Photo: © Mark Gunter)

La terza tappa del Tour Down Under, 134,5 km da Unley a Victor Harbour con un percorso piuttosto nervoso nella sua parte centrale ma con un finale quasi interamente pianeggiante, è stata caratterizzata dalla fuga di Bakelandts (RadioShack), De Gendt (Vacansoleil), Brammeier (Omega-QuickStep) e Vorganov (Katusha), già all’attacco nella tappa di Clare, fuoriusciti dal gruppo dopo 6 km: memori dell’esperienza del giorno precedente in cui Clarke è riuscito a involarsi fin sul traguardo le squadre dei velocisti, e segnatamente la Lotto di Greipel, la GreenEdge di Goss e McEwen e anche la RadioShack di Bennati malgrado la presenza di Bakelandts in fuga, questa volta non hanno lasciato troppo spazio concedendo non più di 5′25” ai battistrada e andandoli a riprendere a circa 40 km dalla conclusione.
Malgrado il forte vento laterale consigliasse ai big di rimanere davanti e l’andatura fosse sempre molto sostenuta null’altro è successo prima dell’inevitabile volata se non un timido tentativo a 23 km dal traguardo di Selvaggi (Vacansoleil), Hayman (Sky) e José Ivan Gutiérrez (Movistar) e la consueta battaglia tra le squadre degli sprinter per prendere la testa del gruppo, cosa riuscita infine alla Rabobank di Matthews e Renshaw. Non c’è stato nulla da fare però di fronte alla superiorità di Greipel che ha bissato il successo di Clare confermandosi imbattuto nelle volate di gruppo in questo avvio di stagione, avendo trionfato anche nella Down Under Classic: per il tedesco, che ha dedicato il trionfo al gregario Roelandts caduto rovinosamente nella prima tappa, si tratta quindi del terzo successo stagionale e del decimo in carriera nel Tour Down Under, preceduto nella storia solo da McEwen che ha alzato le braccia per 13 volte. L’australiano è giunto 5° dietro a Hutarovich (Fdj), Boasson Hagen (Sky) e Renshaw e davanti al nostro Guarnieri (Astana), mentre Bennati e Belletti (Ag2r) hanno chiuso 8° e 9° e Petacchi (Lampre) non è neppure riuscito a prendere parte allo sprint.
Grazie ai 10” di abbuono Greipel si riprende anche la maglia ocra di leader con 8” su Kohler (BMC), 12” su Matthews e 16” su Gerrans (GreenEdge), Bakelandts, Vorganov e De Gendt. La quarta tappa, 130 km sostanzialmente pianeggianti da Norwood a Tanunda, può dare modo al tedesco di incrementare il proprio vantaggio che poi sarà chiamato a difendere rispetto a gente come Gerrans e Valverde (Movistar), staccato al momento di 20”, sull’ascesa di Willunga Hill dove si concluderà la quinta frazione e dove si deciderà presumibilmente la classifica generale di questo Tour Down Under.

Marco Salonna

18-01-2012

gennaio 19, 2012 by Redazione  
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SANTOS TOUR DOWN UNDER (Australia)

L’australiano William Clarke (UNI SA – Australia) si è imposto nella seconda tappa, Lobethal – Stirling, percorrendo 148 Km in 3h58′35″, alla media di 37,219 Km/h. Ha preceduto di 1′02″ i connazionali Matthews e Gerrans. Miglior italiano Giampaolo Caruso (Katusha), 23°. L’elvetico Martin Kohler (BMC) è il nuovo leader della classifica, con 2″ sul tedesco Greipel e 4″ su Matthews. Miglior italiano Fabio Sabatini (Liquigas – Cannondale), 14° a 12″.

VUELTA AL TACHIRA EN BICICLETA (Venezuela)

Il venezuelano Ronald González si è imposto nella sesta tappa, La Fría – Mérida, percorrendo 159,7 Km in 4h07′43″, alla media di 38,681 Km/h. Ha preceduto di 1′22″ i connazionali Briceño e Medina Marino. González è il nuovo leader della classifica, con 1′14″ e 1′20″ sui connazionali Briceño e Becerra. Nessun italiano in gara.

IL GRUPPO DORME, CLARKE FA SALTARE IL BANCO

gennaio 18, 2012 by Redazione  
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Splendida azione dell’australiano che rimane in fuga per 80 km e grazie anche alla tardiva reazione del plotone conquista la tappa di Stirling mentre Kohler, che inizialmente l’aveva accompagnato in fuga per conquistare punti nei traguardi volanti, strappa la maglia ocra a Greipel grazie agli abbuoni

Foto copertina: Clarke al traguardo di Stirling (foto AFP)

La seconda tappa del Tour Down Under, 148 km da Lobethal a Stirling, presentava i primi 70 km in linea seguiti da 4 giri di un circuito di circa 20 km con l’arrivo in cima a uno strappo di 800 metri con pendenze intorno al 7% già affrontato nelle ultime tre edizioni della corsa australiana con i successi di Allan Davis, Cardoso e Matthews. Dopo pochi km dal via è nata la fuga di giornata ad opera del leader dei traguardi volanti Kohler (BMC), già all’attacco nella frazione inaugurale di Clare insieme ad altri tre corridori, e di Clarke, atleta che nella passata stagione era in forza alla Leopard e che disputa questo Tour Down Under con la maglia della nazionale australiana in attesa del prossimo passaggio alla Champion System. Il gruppo ha lasciato fare e Kohler ne ha approfittato per passare per primo nei due traguardi volanti di giornata guadagnando così oltre ai punti della speciale graduatoria anche 6” d’abbuono sufficienti per sopravanzare il leader Greipel (Lotto) nella classifica generale; a questo punto quando mancavano 80 km dal traguardo lo svizzero ha ritenuto concluso il suo compito di giornata e si è lasciato riassorbire dal gruppo, lasciando Clarke solo al comando.
Il finale in cima a uno strappo era disegnato in modo tale che non vi era nessun chiaro favorito e dunque per lunghi tratti nessuna squadra si è assunta l’onere di condurre l’inseguimento, facendo sì che Clarke guadagnasse fino a 11′40” in corrispondenza con l’ingresso del circuito finale di Stirling, che inoltre presentando diversi saliscendi oltre a quello su cui era posto il traguardo non consentiva al plotone di fare grandi velocità: e malgrado la GreenEdge abbia iniziato a inseguire a testa bassa il vantaggio del battistrada a 22 km dal traguardo era ancora di 9′, il che avrebbe significato mettere un’ipoteca sulla classifica generale.
Nel finale il fuggitivo ha inevitabilmente accusato la stanchezza e il gruppo, che nel frattempo si era dimezzato e aveva perso tra gli altri Goss (GreenEdge), Petacchi (Lampre), Hutarovich (Fdj) e Belletti (Ag2r) ha iniziato a recuperare minuti su minuti ma Clarke pur vedendo sfumare i sogni di indossare la maglia ocra è riuscito comunque a resistere e a imporsi con 1′02” di vantaggio su Matthews (Rabobank), che come nel 2001 si è confermato il più forte sull’arrivo di Stirling: terzo si è piazzato il neocampione australiano Gerrans (GreenEdge) davanti a un già brillante Valverde (Movistar), a Boasson Hagen (Sky) e a Freire (Katusha), mentre Greipel non ha avuto le gambe per disputare lo sprint e ha dovuto accontentarsi del 36° posto appena davanti a Kohler. Lo svizzero è riuscito infatti a rimanere nel primo gruppo e guida ora la classifica generale con 2” sul tedesco, 4” su Matthews, 8” su Gerrans, 9” su Dennis (nazionale australiana), 10” su Vorganov (Katusha) e 12” su altri 58 corridori tra cui Valverde, Freire, Boasson Hagen e Bennati (Leopard). La terza tappa, 134,5 km da Unley a Victor Harbour, malgrado una parte centrale piuttosto nervosa potrebbe strizzare l’occhio agli sprinter ma bisognerà fare attenzione al vento che spesso spira molto forte in quei territori.

Marco Salonna

17-01-2011

gennaio 18, 2012 by Redazione  
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SANTOS TOUR DOWN UNDER (Australia)

Il tedesco André Greipel (Lotto-Belisol) si è imposto nella prima tappa, Prospect – Clare, percorrendo 149 Km in 4h33′40″, alla media di 32,667 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Alessandro Petacchi (Lampre – ISD) e il bielorusso Hutarovich. Nella prima classifica Greipel ha 4″ di vantaggio su Petacchi e sull’elvetico Kohler.

VUELTA AL TACHIRA EN BICICLETA (Venezuela)

Il venezuelano Freddy Vargas si è imposto nella quinta tappa, San Josecito – San Juan de Colón, percorrendo 128,5 Km in 3h22′23″, alla media di 38,096 Km/h. Ha preceduto di 21″ i connazionali Alarcón e Medina Marino. Il venezuelano Edwin Becerra è il nuovo leader della classifica, con 3″ e 15″ sui connazionali Briceño e González. Nessun italiano in gara.

GREIPEL BATTE LA SFORTUNA E PETACCHI

gennaio 17, 2012 by Redazione  
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Sembra fatta per lo spezzino nella prima tappa del Tour Down Under ma il tedesco, scivolato nelle retrovie a causa di una caduta a 800 metri dall’arrivo, riesce a rimontare e a beffare il 37enne della Lampre proprio sulla linea del traguardo di Clare confermandosi in splendida forma dopo il successo nella Down Under Classic, mentre Sabatini e Bennati completano la buona giornata azzurra chiudendo 4° e 5°.

Foto copertina: il successo di Greipel nella prima tappa del Down Under (photo: © Mark Gunter/Cyclingnews)

La 14a edizione del Tour Down Under, che per il quinto anno consecutivo apre il calendario del World Tour, vede al via ad eccezione del campione del mondo Cavendish il fior fiore dello sprint mondiale da Goss (GreenEdge) a Greipel (Lotto), da Rojas (Movistar) ad Haussler (Garmin), da Boasson Hagen (Sky) a Petacchi (Lampre) e Bennati (Liquigas) passando per Hunter (Garmin), Van Avermaet (BMC), Matthews (Rabobank), Freire (Katusha), Hutarovich (FDJ), Belletti (Ag2r), Bozic e Guarnieri (Astana), Van Hummel (Vacansoleil), Sabatini (Liquigas) e il trionfatore della passata edizione Meyer (GreenEdge): accanto a loro anche atleti con altre caratteristiche che nella calda estate australiana cercano di trovare la condizione per il prosieguo della stagione come Hesjedal (Garmin), l’ex campione del mondo a cronometro Rogers (Sky), Ballan (BMC), Gerdemann (RadioShack), Luis Leon Sanchez (Rabobank), De Gendt (Vacansoleil) e Valverde (Movistar). Proprio lo spagnolo, tornato alle corse dopo la squalifica che durava dall’aprile 2010, potrebbe però essere il favorito per aggiudicarsi la classifica generale alla luce del fatto che questa edizione del Tour Down Under accanto a cinque tappe per velocisti presenta una frazione con arrivo sullo strappo di Willunga Hill, ideale per le caratteristiche del murciano.
La prima frazione, 149 km vallonati ma senza grandi asperità da Prospect a Claire, si è disputata in condizioni di vento contrario e con una temperatura superiore ai 40°C ma questo non ha scoraggiato le velleità dei corridori che si sono dati battaglia fin dai primi metri con Kohler (BMC), Vorganov (Katusha), Dennis (nazionale australiana) e il nostro Pavarin (Vacansoleil) che hanno preso il largo subito dopo la partenza accumulando fino a 11′ di margine sul gruppo guidato dalla squadra di casa GreenEdge. Sulla carta il vantaggio dei fuggitivi era robusto data la brevità del percorso ma il vento in faccia ha loro tagliato le gambe cosicchè e il plotone ha rapidamente recuperato con Dennis, neocampione australiano tra gli under 23, ultimo ad arrendersi a 7 km dal traguardo mentre Pavarin ha avuto la soddisfazione di passare per primo sull’unico GPM di giornata conquistando così la maglia di leader della classifica degli scalatori.
Nel finale Rabobank, Lampre, Lotto e Sky si sono alternate al comando del gruppo cercando di portare nella miglior posizione i rispettivi velocisti e bloccando un tentativo di Clarke (nazionale australiana) quando mancavano 3 km; sono stati i britannici ad avere la meglio ma una caduta a 800 metri dal traguardo, nella quale sono stati coinvolti tra gli altri Henderson (Lotto) e Guesdon (Fdj) che ha riportato la frattura della clavicola, ha rimescolato le carte: la Sky ha comunque mantenuto la testa del gruppo ma Boasson Hagen è rimasto chiuso ed è stato Petacchi il primo a lanciarsi verso il traguardo di Claire. Sembrava che lo spezzino avesse acquisito un buon margine ma Greipel, che si trovava nelle primissime posizioni ed è scivolato intorno alla 20a in seguito alla confusione prodotta dalla caduta, ha fatto valere la sua straordinaria condizione di questo avvio di stagione rimontando posizioni su posizioni fino a mettere la propria ruota davanti a quella di Petacchi proprio a pochi centimetri dalla linea d’arrivo. Il terzo gradino del podio è andato a Hutarovich davanti a Sabatini, Bennati, Sutton (Sky) e Cantwell (Saxo Bank) mentre in classifica generale per il gioco degli abbuoni Greipel guida con 4” su Petacchi e Kohler, 6” su Hutarovich, 7” su Dennis, 8” su Vorganov, 9” su Pavarin e 10” su Sabatini, Bennati e il resto del gruppo. La seconda tappa, 148 km da Lobental a Stirling, presenta diversi saliscendi e un finale con arrivo in leggera salita che non fa certo paura a Greipel, secondo un anno fa dietro a Matthews, e Petacchi ma che potrebbe penalizzare i velocisti puri.

Marco Salonna

16-01-2012

gennaio 17, 2012 by Redazione  
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VUELTA AL TACHIRA EN BICICLETA (Venezuela)

Il venezuelano Luis Díaz si è imposto nella quarta tappa, circuito di Rubio, percorrendo 140,5 Km in 3h01′05″, alla media di 46,553 Km/h. Ha preceduto di 11″ e 18″ i connazionali Abreu e Briceño. Il venezuelano Tomas Aurelio Gil Martínez ha conservato la testa della classifica, con 7″ e 10″ sui connazionali Becerra e Briceño. Nessun italiano in gara.

ANNO CHE VIENI, ANNO CHE VAI: LE CLASSICHE

gennaio 16, 2012 by Redazione  
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Con la stagione 2012 ormai alle porte, gettiamo un ultimo sguardo all’anno passato, prima di proiettarci verso ciò che potrebbe riservare quello nuovo. Al centro della nostra analisi questa volta le corse di un giorno, dominate nel 2011 da Philippe Gilbert, cui è sfuggito solo il titolo mondiale, finito nelle mani di Mark Cavendish. Grande deluso Fabian Cancellara, spesso piazzato ma incapace di cogliere il grande successo, di cui andrà dunque in caccia nei prossimi mesi.

Foto copertina: Philippe Gilbert solo al comando; è stato lui il re delle classiche 2011 (foto Elmar Krings)

Sarà probabilmente avaro di riconferme il 2012 delle classiche. Larga parte dei protagonisti più attesi – di fatto tutti tranne Philippe Gilbert e Mark Cavendish – saranno infatti chiamati nella prossima stagione a riscattare un 2011 privo o quasi di soddisfazioni, che ha visto molti degli appuntamenti chiave finire nelle mani di atleti di non eccelso blasone. Se l’anno di nascita (1986) e il 2° posto al Mondiale danese obbligano infatti ad una certa prudenza nel considerare la Sanremo di Matthew Goss come un exploit estemporaneo, è infatti difficile ipotizzare per Nick Nuyens, Johan Vansummeren e Oliver Zaugg – corridori tra il buono e l’ottimo che fino alla stagione scorsa non vantavano però dei palmares particolarmente ricchi – dei bis a Fiandre, Roubaix e Lombardia, peraltro conquistati con pieno merito.
A presentarsi al via delle grandi classiche primaverili da favoriti saranno quasi certamente (leggasi: a meno di incidenti che ne compromettano le condizioni fisiche) Fabian Cancellara, ancora uomo da battere sul pavé, e Philippe Gilbert, che affronterà ben 3 classiche della ex Coppa del Mondo più la Freccia Vallone da vincitore uscente. Più che sulle difese dei titoli – se ci viene concessa l’espressione pugilistica -, e senza dimenticare i già sfiorati Giro delle Fiandre e Milano – Sanremo, già sfiorati, la stagione del fuoriclasse di Verviers sarà probabilmente incentrata soprattutto sulla conquista dell’alloro iridato, ciliegina mancata sulla comunque favolosa torta del suo 2011, sfuggita peraltro più per questioni di percorso che di gambe. Il tracciato olandese su cui si disputeranno i Campionati del Mondo appare assai più adatto alle caratteristiche del neo-alfiere BMC rispetto a quello di Copenaghen, e, qualora si presentasse all’appuntamento clou nella condizione ideale, risulterebbe piuttosto difficile pensare ad un vincitore diverso. E se è vero che i galloni di favorito quasi mai rappresentano un vantaggio, è altrettanto innegabile che nella passata stagione Gilbert ha più volte vestito gli scomodi panni dell’uomo faro senza che la cosa ne pregiudicasse il risultato.
Se il vallone potrà perlomeno godere della tranquillità e della sicurezza di chi è reduce da un’annata trionfale, Cancellara si presenterà invece sulle pietre dopo un 2011 che sarebbe eccellente per qualsiasi altro corridore (2° a Sanremo e Roubaix, 3° al Fiandre), ma deludente per chi è abituato ad alzare le braccia con la regolarità di Spartacus. Se alle tre vittorie sfumate in primavera, almeno un paio delle quali in maniera piuttosto clamorosa (in primis il Fiandre, in cui sciupò un abbondante vantaggio, in parte la Roubaix, persa per mano di un Vansummeren probabilmente sottovalutato, e che è a lungo parso destinato ad essere fagocitato dai big), si aggiunge poi la lunga serie di sconfitte patite per mano di Tony Martin nelle prove a cronometro, al Tour e soprattutto al Mondiale, ecco che il 2012 assume per lo svizzero i contorni dell’anno in cui andare a caccia di rivincita.
Da valutare, sempre in chiave classiche di primavera, quale potrà essere l’incidenza delle traumatiche modifiche apportate al tracciato del Giro delle Fiandre, che abbandonerà il tradizionale finale con Grammont e Bosberg a favore dell’accoppiata Oude Kwaremont – Paterberg. Difficile dire a priori chi possa trarre vantaggio dalla novità, anche se la sensazione è che il nuovo epilogo possa risultare meno selettivo rispetto al precedente.
Di segno opposto dovrebbero invece essere i cambiamenti nel percorso della Milano – Sanremo, ancora allo studio, che dovrebbero però portare all’inserimento di una nuova asperità, che farebbe ulteriormente calare le quotazioni dei velocisti puri, già colpite dall’aggiunta delle Manie ai classici Poggio e Cipressa. Se così fosse, gli sprinter, che non potranno più godere di un tracciato mondiale su misura, si troverebbero privati anche della classica monumento a loro più adatta (addirittura l’unica per chi non mastica pavé), vedendosi costretti ad incentrare la loro stagione sui grandi giri e – soprattutto – sui Giochi Olimpici, dove Mark Cavendish tenterà di regalare ai padroni di casa la medaglia più pregiata all’indomani della cerimonia inaugurale, su un percorso che si preannuncia decisamente amico.
Nell’impossibilità di indicare, a stagione di fatto non ancora avviata, qualche nome da sorvegliare che esuli dai soliti noti, è giusto spendere due parole sul ciclismo italiano, che ha vissuto nel 2011 una stagione da dimenticare, a dispetto del promettente inizio, con quattro azzurri tra gli otto atleti giunti a giocarsi la Milano – Sanremo (uno dei quali – Scarponi – dopo uno sfiancante inseguimento solitario, senza il quale avrebbe potuto forse raccogliere qualcosa di più di un buon piazzamento). Dopo una campagna delle pietre con il solo Ballan ad alti livelli, il tricolore è sparito dalle zone che contano delle classifiche sulle Ardenne, per non ritornarvi di fatto fino al secondo posto di Marcato alla Parigi – Tours, piegato solo da Van Avermaet. Nemmeno il conclusivo Giro di Lombardia ha riportato il sorriso al ciclismo azzurro, che su è visto escludere dal podio da Zaugg, Daniel Martin e Purito Rodriguez, malgrado una buona prova collettiva.
Se per il 2012 le carte da giocarsi per le grandi classiche saranno più o meno lo stesse, non altrettanto si può dire per il Campionato del Mondo, dove i velocisti avranno ben poco da dire (affermazione che, restringendo il discorso agli azzurri, sarebbe peraltro a posteriori vera anche per Copenaghen). Malgrado le esclusioni forzate di Basso e Rebellin – che a dispetto dell’età è stato il più pimpante dei nostri nella stagione passata su percorsi vallonati –, dovute alle brillanti iniziative di Di Rocco & co. (su cui evitiamo di pronunciarci in negativo per l’ennesima volta), è facile ipotizzare un’Italia a più punte, in mancanza di un nome capace sulla carta di tener testa a Gilbert e non solo. Difficile, ovviamente, immaginare ora una formazione; Bettini potrebbe però trovare di qualche conforto la consapevolezza che sarà molto complicato fare peggio dell’anno passato.

Matteo Novarini

A PECHINO GLORIA SOLO PER LA CECCHINI

gennaio 16, 2012 by Redazione  
Filed under Giro di pista, News

Trasferta sull’anello che ha ospitato l’ultima olimpiade per capire se qualche progresso iniziamo a farlo. I risultati, però, non lasciano molto spazio alla speranza. Arriva una sola buona notizia dalla corsa a punti femminile grazie alla giovane Elena Cecchini, che vince la coppa del mondo di specialità in una prova che alle olimpiadi non c’è più.

Foto copertina: Elena Cecchini (www.corrieredellosport.it)

Anche la terza tappa di Coppa del Mondo si è rivelata al di sotto delle aspettative, sia a livello di partecipazione globale sia come risultati dei nostri atleti. Ci si chiede se l’attuale formula della coppa del mondo sia davvero la più azzeccata per il mondo della pista, con il risultato di campioni che saltano le prove o che partecipano solo all’ultima tappa per preparare il campionato del mondo, unico e vero obiettivo dei pistard di livello in ogni stagione assieme, ogni 4 anni, alle olimpiadi.
Forse si potrebbero ridurre ancora le tappe di coppa assegnandone una per continente (Africa esclusa) e facendo saltare ogni anno la tappa del continente che ospita i campionati del mondo, nel contempo dando però ulteriore peso alla coppa del mondo con una maglia che possa essere portata anche nelle altre manifestazioni e con punti che diventino determinanti per la qualificazione a mondiali e olimpiadi in base alla classifica finale e non alle singole tappe.
Andando a vedere i risultati della tappa di Pechino vediamo come i nostri atleti già nel corso della prima giornata non abbiano mostrato segni di crescita. Nell’inseguimento a squadre, specialità dal passato glorioso e su cui si lavora da diversi anni, nonostante l’innesto nel quartetto del professionista Marco Frapporti l’Italia non si è neppure lontanamente avvicinata ai tempi che contano. A vincere la prova è stato il Team RusVelo, che conferma la crescita del movimento russo in questa disciplina dopo la vittoria ottenuta a Calì lo scorso mese, davanti ai quartetti giovani (si guarda al futuro) di Australia e Nuova Zelanda.
Nello scratch, prova non olimpica inserita nel programma, vittoria per il giovane talentuoso Russo Sveshnikov che guadagna un giro su tutti e vince lasciando al gruppo la volata per i posti di rincalzo che vanno allo spagnolo Torres Barcelo e al bielorusso Lisousk. Ciccone, impegnato nella prova con le Fiamme Azzurre, non è andato oltre il 14° posto mentre Buttazzoni si è ritirato.
Nell’inseguimento individuale maschile vittoria per il neozelandese Latham con 4′25”964, risultato che gli è valso anche la classifica finale di coppa del mondo di specialità. L’azzurro Frapporti non ha concluso la sua prova in quanto è stato squalificato, errore perdonabile per il nostro atleta alla sua prima esperienza in coppa del mondo, anche se a certi livelli queste cose dovrebbero essere più uniche che rare.
L’omnium maschile si è giocato sul duello fra l’australiano O’shee e il francese Coquard, vinto dal primo grazie al passo falso di Coquard nell’inseguimento che è costato i 3 punti necessari per far meglio dell’avversario. Bertazzo conclude 18° ma vince lo scratch grazie al giro di vantaggio che riesce a conquistare.
La Madison vede al via della finale due 2 coppie italiane, quella della nazionale e quella delle Fiamme Azzurre, dopo che entrambe hanno superato la qualificazione. A dominare letteralmente la corsa è la coppia della Repubblica Ceca Blaha-Hacecky che vince con un giro di vantaggio sul Belgio e con 2 giri su tutte le altre coppie, guidate dalla Spagna. La classifica finale di coppa del mondo della Madison viene vinta dalla Svizzera grazie al quinto posto in questa tappa. Gli azzurri Buttazzoni- Bertazzo non concludono la prova, mentre i “Fiamme Azzurre” Ciccone e Masotti concludono all’8 posto.
La velocità a squadre maschile è stata vinta dai russi del Moscow Track Team davanti alla Cina, anche se i tempi fatti segnare hanno dimostrato il livello basso della competizione a cui non ha preso parte nessuno fra i velocisti migliori. Al terzo posto si è piazzata la Nuova Zelanda, che ha superato il Venezuela nella finalina.
Nel keirin vittoria quasi scontata del velocista più famoso presente in Cina, il francese Pervis, che ha superato il russo Borisov e l’australiano Taylor; Francesco Ceci e Fabio Masotti (stranamente impegnato in questa disciplina) non ganno, invece, superato il primo turno.
La velocità maschile ha sorriso ancora alla Francia con il giovane talento Concord che ha superato i numerosi velocisti cinesi al via della prova e, in finale, ha avuto ragione 2 a 0 di Zhang. Al terzo posto si è piazzato il riusso Dmitriev, che è così balzato al comando della coppa del mondo di specialità anche se con un vantaggio limitato sugli avversari. Per questo sarà quindi necessario attendere l’ultima tappa per vedere chi vincerà la Coppa del mondo. Gli azzurri Ceci e Cazzaro non hanno superato le qualificazioni: se da Cazzaro ci si poteva attendere l’ultimo posto (non è uno specialista della velocità), da Ceci questi risultati deludenti stanno ormai diventando troppi per essere uno specialista delle prove veloci. Probabilmente è giunto il tempo di provare a fare un po’ di ricambio fra i velocisti provando a portare alle prove di coppa atleti giovani con la speranza che possano crescere e puntare sulla pista, anche in modo da costruire una base solida in vista delle olimpiadi del 2016.
Nella corsa a punti femminile la nostra Elena Cecchini grazie al quinto posto ottenuto in gara conquista la Coppa del mondo di specialità che si disputava in due sole tappe (nella prima tappa la Cecchini era arrivata terza). Il risultato è di prestigio anche se arriva dopo due prove non ottime ma di alto livello e, comunque, fatte da una atleta molto giovane, al primo anno di elite e alla prima partecipazione in coppa del mondo. Peccato davvero che questa disciplina da sempre amica dei colori azzurri (ricordiamo negli ultimi anni i grandi risultati della Bronzini e della Cucinotta) non faccia più parte del programma olimpico.
L’inseguimento a squadre femminile ha visto una finale che contrapponeva le favorite bielorusse allo strano terzetto ucraino, composto anche da una velocista. Fra la sorpresa generale il terzetto bielorusso ha sbagliato la partenza e le ucraine ne hanno così approfittato, partendo a tutta e raggiungendo le rivali prima che queste potessero riorganizzarsi.
L’omnium femminile va alla russa Romanyuta, che ha vinto facile sulla cinese Li, mentre al terzo posto si è piazzata la polacca Wojtyra. L’azzurra Scandolara ha, invece, concluso al 17° posto dopo una prestazione senza infamia e senza lode.
I 500 m da fermo, prova ormai snobbata da quasi tutte le migliori atlete veloci, sono andati alla cubana Rodriguez col tempo di 34”657.
La velocità a squadre femminile, come da pronostico, è andata alle padrone di casa cinesi che hanno preparato al meglio questo appuntamento e in qualificazione hanno fatto segnare un tempo che si è avvicinato al record del mondo. Alle loro spalle s’incontrano una Bielorussia non al meglio e un team cinese, il Max Succes Procycling, che ha superato un altro team cinese a dimostrazione di quanto questa nazione continui a far sul serio nel ciclismo su pista, in particolare nella velocità.
Nella velocità individuale la Guo, che ha superato in 2 volate su 2 la Krupeckaite, si è confermata già in forma. Va fatto notare che tra le prime 16 classificate ben 7 atlete erano cinesi (con Li medaglia di bronzo), risultato sbalorditivo anche se ottenuto in una tappa che, come già detto, non vedeva al via tutte le migliori.
La Guo ha vinto anche il keirin superando ancora la Krupeckaite mentre al terzo posto si è piazzata la venezuelana Larreal. Le azzurre Frisoni e Tagliaferro sono state eliminate ai ripescaggi del primo turno e anche qua si potrebbe fare lo stesso discorso fatto per i velocisti perchè la Frisoni si è persa dopo le belle prestazioni di alcune stagioni fa mentre la Tagliaferro non è una specialista della velocità. Forse cercare nuove interpreti per queste discipline è la cosa giusta da fare per sperare in un futuro migliore.

La prossima tappa di Coppa del Mondo si terrà a Londra il prossimo mese e in questa occasione troveremo al via i migliori atleti di tutte le specialità, che non rinunceranno alla possibilità di testarsi sull’anello che assegnerà l’alloro olimpico la prossima estate.

Matteo Colosio

15-01-2012

gennaio 16, 2012 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

CANCER COUNCIL CLASSIC

Il tedesco André Greipel (Lotto-Belisol) si è imposto nella classica australiana, circuito di Adelaide, percorrendo 51 Km in 1h03′17″, alla media di 48,354 Km/h. Ha preceduto allo sprint il norvegese Boasson Hagen e l’australiano Haussler. Miglior italiano Alessandro Petacchi (Lampre-ISD).

VUELTA CICLISTICA DE CHILE

Lo spagnolo Juan José Lobato del Valle si è imposto nella decima ed ultima tappa, circuito di Santiago, percorrendo 79,3 Km in 1h43′36″, alla media di 45,926 Km/h. Ha preceduto allo sprint i cileni Luis Mansilla e Miranda. Dei italiani in gara, entrambi del Team Nippo: Vincenzo Garofalo è giunto 57° a 8″ mentre Antonio Testa si è ritirato. In classifica si impone il cileno Patricio Almonacid con 18″ sul colombiano Cárdenas Ravalo e 1′54″ sul connazionale Garrido. Garofalo 37° a 20′11″.

VUELTA AL TACHIRA EN BICICLETA (Venezuela)

Il venezuelano Ronald González si è imposto nella terza tappa, circuito di San Cristóbal, percorrendo 115,2 Km in 2h44′27″, alla media di 42,031 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Briceño e Delgado. Il venezuelano Tomas Aurelio Gil Martínez ha conservato la testa della classifica, con 11″ e 29″ sui connazionali Chacón Colmenares e González. Nessun italiano in gara.

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