MORENO, DALLA SIERRA NEVADA ALLA PIANURA PADANA
Il corridore spagnolo, trionfatore nella prima tappa di montagna dell’ultima Vuelta, si ripete alle soglie della Pianura Padana. Sua la vittoria nel Gran Piemonte, al termine d’un altra gara che si pensava destinata ai velocisti e che, invece, ha visto l’approdo di una tentativo da lontano. Sprinter a bocca asciutta, dopo che Van Avermaet, protagonista anche oggi, aveva negato loro il successo alla Parigi – Tours.
Foto copertina: il successo di Moreno al Gran Piemonte (foto Bettini)
Negli ultimi anni abbiamo sempre più assistito a fughe, spesso pericolosamente numerose e con dentro uomini di rilievo, arrivare in porto. E non solo nel Grandi Giri. Solo qualche giorno fa, infatti, in una delle classiche più antiche, come lo è la Parigi-Tours, Van Avermeat grazie ad una bella azione di coraggiosi conquistava il successo della vita. Stessa cosa oggi al Giro del Piemonte: fuga divenuta imprendibile dal gruppo, con dentro ciclisti importanti ed anche il belga della BMC (strepitoso periodo di forma per lui) ma con compagni di avventura diversi. A spuntarla questa volta è Daniel Moreno, grazie soprattutto al magistrale aiuto del compagno di squadra Paolini (Team Katusha), più veloce e temibile per lo stesso belga, che creando un buco ad hoc ha fatto sì che Van Avermeat ci cadesse dentro alla grande, favorendo, di fatto, la vittoria del proprio compagno di squadra. Eppure alla partenza da Piasco, la presenza di Cavendish, per un arrivo corposo in volata, e quella di Gilbert, per una corsa dura che favoriva un gruppetto nelle ultime fasi calde della gara, lasciava sperare di assistere a tutt’altra corsa. Nemmeno un po’. Via e già al Km 16 evade un plotone nutrito e molto ben assortito! Un gruppetto in cui risplende la maglia iridata del fresco Campione del Mondo, Cavendish, ma che ben presto si ritirerà dalla gara, lasciando le sorti dell’azione ai suoi ormai ex compagni di fuga. Restano così al comando della corsa “solo” 29 atleti, che a dover di cronaca vengono qui riportati: Guillaume Bonnafond, Nicholas Roche, Matteo Montaguti (Ag2r La Mondiale), Mathias Frank, Martin Kohler, Steve Morabito, Ivan Santaromita, Greg Van Avermaet (BMC Racing Team), Vincent Jérôme, Alexandre Pichot, Thomas Voeckler (Europcar), Amets Txurruka (Euskaltel-Euskadi), Pierpaolo De Negri, Leonardo Giordani (Farnese-Neri), Daniele Colli (Geox-TMC), Daniel Moreno Fernadez, Luca Paolini, Joaquim Rodriguez (Katusha Team), Vitaliy Buts, Przemysław Niemiec (Lampre-ISD), Daniele Bennati, Oliver Zaugg (Leopard-Trek), Vincenzo Nibali, Alan Marangoni (Liquigas-Cannondale), Jurgen Van De Walle (Omega Pharma – Lotto), André Steensen, Manuele Boaro (Saxo Bank-Sungard), Thomas Lövkvist e Michael Rogers (Sky Pro Cycling). Poco dopo saranno agganciati anche da Francesco Di Paolo e Alessandro Donati (Acqua & Sapone): in tutto 31 uomini su cui, un po’ per la accidentata geografia fisica del percorso, un po’ per l’armonia scossa da un attacco di Lövkvist, il gruppo non riuscirà mai a chiudere. Rispondono allo svedese in 14 e tra di loro figurano sia il trio Katusha, sia i temibili Van Avermeat e Roche, sia lo scaltro Voeckler, sia i nostri Bennati e Nibali. Ripreso lo svedese, c’è da affrontare l’ultima difficoltà del percorso, posta ad poco più di 2 Km dall’arrivo. Qui la strada all’insù presenta una pendenza massima dell’8%, rampa di lancio per inserire il proprio nome nell’albo d’oro del Gran Piemonte, vista poi la discesa ed il rettilineo finale. I più brillanti sono proprio Paolini e Moreno, in testa a tutti anche ai 300 metri finali. E’ poco dopo, ai meno 200, che Paolini si fa da parte, lasciando disarmato Van Avermeat alla sua ruota e impedendo anche a chi cercava la rimonta di cadere nell’inaspettato sinkholes fatto aprire dai due compagni di squadra. Lo spagnolo va così a cogliere un’altra bella e sorprendente vittoria, dopo il trionfo a Sierra Nevada nella Vuelta. Per chi si aspettava Gilbert e compagnia deve soltanto aspettare due giorni, quando al Lombardia, ne siamo certi, andrà in scena tutt’altra corsa.
Antonio Scarfone
12-10-2011
ottobre 13, 2011 by Redazione
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JAYCO HERALD SUN TOUR (Australia)
L’australiano Rhys Pollock (Drapac Professional Cycling) si è imposto nella prima tappa, Whittlesea – Ballarat, percorrendo 170,4 Km in 4h09′23″, alla media di 40,997 Km/h. Ha preceduto di 13″ il danese Aen Jorgensen e l’australiano Haas. Unico italiano in gara Andrea Grendene (Team Type 1 – Sanofi), 82° a 10′24″. La prima classifica vede in testa Pollock con 15″ su Haas e 18″ su Aen Jorgensen. Grendene 81° a 10′36″
TOUR D’INDONESIA
Il giapponese Shinichi Fukushima (Terengganu Cycling Team) si è imposto nella decima ed ultima tappa, circuito di Jarak, percorrendo 97 Km in 2h08′11″, alla media di 45,403 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli olandesi Botman e De Vries. In classifica si impone l’australiano Eric Sheppard (Plan B Racing), nuovo leader della classifica, con 17″ sul tedesco Springer e 1′07″ sul cinese Chan.
11-10-2011
ottobre 12, 2011 by Redazione
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NATIONALE SLUITINGPRIJS – PUTTE – KAPELLEN
Il bielorusso Yauheni Hutarovich (FDJ) si è imposto nella corsa belga, percorrendo 183,6 Km in 4h00′35″, alla media di 45,789 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Stallaert e l’olandese Stroetinga.
TOUR D’INDONESIA
L’olandese Harm De Vries (Global Cycling Team) si è imposto nella nona tappa, Gilimanuk – Kintamani, percorrendo 137,7 Km in 4h22′25″, alla media di 31,484 Km/h. Ha preceduto allo sprint il giapponese Fukushima e di 35″ l’australiano Eric Sheppard (Plan B Racing), nuovo leader della classifica, con 17″ sul tedesco Springer e 1′03″ sul cinese Chan.
COPPA DEL MOBILIO
Disputata in due frazioni la corsa toscana, con i primi 15 classificati della gara mattutina in gara nella crono pomeridiana.
Al mattino, l’italiano Filippo Fortin (Trevigiani Dynamon Bottoli) si è imposto nella gara in linea, percorrendo 120 Km in 2h39′40″, alla media di 45,094 Km/h. Preceduti allo sprint gli italiani Simone Fruini (Petroli Firenze) e Michel Fruzzetti (Brogio).
Il pomeriggio, Fortin si è imposto anche nella cronometro, percorrendo 33 Km in 42′00″, alla media di 47,143 Km/h. Preceduti di 15″ l’italiano Andrea Lupori (Bedogni – Grassi – Natalini – Anico) e di 19″ il russo Balykin.
10-10-2011
ottobre 11, 2011 by Redazione
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TOUR D’INDONESIA
Il giapponese Shinichi Fukushima (Terengganu Cycling Team) si è imposto nell’ottava tappa, Probolinggo – Banyuwangi, percorrendo 185,1 Km in 4h50′38″, alla media di 38,213 Km/h. Ha preceduto di 2″ il malaisiano Loh e di 6″ l’olandese De Vries. L’indonesiano Bambang Suryadi (Polygon Sweet Nice) ha conservato la testa della classifica, con 17″ sull’australiano Sheppard e 27″ sul tedesco Springer.
IL PRIMO HURRA’ CON L’IRIDE
Il neonato ma già prestigioso appuntamento cinese va al nuovo campione del mondo a cronometro, Tony Martin, che grazie al successo al debutto, ha potuto contenere il ritorno di David Millar. Primo italiano è Dario Cataldo, nono, anche se le soddisfazioni azzurre sono molte di più.
Foto copertina: Martin festeggia sul podio di Pechino (tdwsport)
Tony Martin, Heinrich Haussler, Nicholas Roche, Elia Viviani e Denis Galimzyanov. Sono questi i nomi ed i cognomi dei vincitori di tappa, fra cui anche il leader della generale, del Tour of Beijing, la più importante corsa a tappe cinese che si è affacciata con particolare decisione nel calendario del ciclismo mondiale come ultimo appuntamento dell’anno in termini di gare in più giorni.
Nonostante qualche asperità sparsa qua e la per il tracciato, a decidere le sorti della classifica generale è stata la crono iniziale di undici chilometri, disputata intorno ad alcuni degli impianti che hanno ospitato l’olimpiade cinese del 2008. Partenza dal “Nido d’Uccello”, arrivo al “Water Cube” e super Tony Martin che al primo appuntamento in maglia iridata, dopo il successo conquistato a Copenaghen che gli ha consentito di scalzare Cancellara dal suo consueto trono, non ha tradito le attese volando in 13’33” sul biliardo pechinese, distanziando di 17” David Millar e di 24” l’altro inglese Dowsett. In pratica, questa prova ha dato la forma quasi definitiva alla generale, visto che poi le posizioni si sono cristallizzate con la discreta prova di Dario Cataldo che ha chiuso decimo a 43”.
La seconda frazione, pur con una piccola salitella, si è risolta allo sprint con il ritorno alla vittoria di Heinrich Haussler, appuntamento al quale mancava da diverso tempo, che ha regolato Galimzyanov, Bos ed un bravo Chicchi e con altri quattro italiani nella top-10 come Viviani, Appollonio, Nizzolo e Manuele Mori.
La terza tappa, quella “regina” (se così si può considerare un percorso perlopiù mosso, dove la vetta più alta era posizionata a 800 metri sul livello del mare), è stata appannaggio di Nicholas Roche che nel finale si è avvantaggiato insieme a Deignan, poi arrivato secondo, sul plotone regolato allo sprint in leggera discesa da Chris Froome su Francesco Gavazzi.
L’hurrà italiano arriva dalla quarta tappa con Elia Viviani che regala la doppietta alla Liquigas-Cannondale grazie anche al secondo posto di Peter Sagan, mentre l’ultima frazione è stata appannaggio di Galimzyanov, che, di nuovo di fronte al “Nido d’Uccello” di Pechino, ha battuto Haedo ed Elia Viviani con il quarto posto, molto positivo, di Matteo Trentin in maglia Quick-Step che, dopo il passaggio fra i “pro” a metà stagione, inizia a mettere la testa fuori dal guscio.
Saverio Melegari
09-10-2011
ottobre 10, 2011 by Redazione
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PARIGI – TOURS
Il belga Greg Van Avermaet (BMC Racing Team) si è imposto nella classica francese, percorrendo 230,5 Km in 5h21′43″, alla media di 42,988 Km/h. Ha preceduto di 2″ l’italiano Marco Marcato (Vacansoleil-DCM Pro Cycling Team) e di 15″ il danese Klostergaard Larsen.
La gara riservata agli “espoirs” è stata vinta dal francese Fabien Schmidt che ha percorso 178,5 Km in 4h08′40″, alla media di 43,069 Km/h. Ha preceduto di 30″ il belga Van Hoecke e il francese Tulik.
TOUR OF BEIJING
Il russo Denis Galimzyanov (Katusha Team) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Tian An Men Square – Bird’s Nest Olympic Stadium, percorrendo 118 Km in 2h19′44″, alla media di 50,667 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo l’argentino Juan José Haedo e l’italiano Elia Viviani (Liquigas-Cannondale). In classifica si impone il tedesco Tony Martin (HTC – Highroad) con 17″ e 26″ sui britannici Millar e Froome. Miglior italiano Dario Cataldo (Quick Step Cycling Team), 9° a 43″.
GRAN PREMIO BRUNO BEGHELLI
L’italiano Filippo Pozzato (Katusha Team) si è imposto nella classica emiliana, percorrendo 198,8 Km in 4h39′08″, alla media di 42,732 Km/h. Ha preceduto di 19″ gli italiani Manuel Belletti (Colnago – CSF Inox) e Giovanni Visconti (Farnese Vini – Neri Sottoli)
TOUR D’INDONESIA
Il malaysiano Mohamed Shahrul Mat Amin (Terengganu Cycling Team) si è imposto nella settima tappa, Madiun – Surabaya, percorrendo 160,3 Km in 3h49′27″, alla media di 41,917 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Akmal Amrun e l’indonesiano Sansoko. L’indonesiano Bambang Suryadi (Polygon Sweet Nice) ha conservato la testa della classifica, con 17″ sull’australiano Sheppard e 27″ sul tedesco Springer.
TOUR OF ALANYA (Turchia)
Il turco Huseyin Ozcan (Konya Torku Seker Spor – Vivelo) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, circuito di Alanya, percorrendo 114,7 Km in 2h48′24″, alla media di 40,867 Km/h. Ha preceduto di 1″ l’ucraino Shumilov e di 58″ il serbo Gabor Kasa (Manisaspor Cycling Team). In classifica si impone Kasa, con 11″ sul turco Bakirci e 1′01″ sul serbo Jovanovic
GP EZIO DEL ROSSO
L’italiano Enrico Battaglin (Zalf Désirée Fior) si è imposto nella corsa toscana, percorrendo 179 Km in 4h25′14″, alla media di 40,492 Km/h. Ha preceduto gli italiani Manuel Senni (Team Colpack) e Fabio Aru (Palazzago Elledent Rad Logistica – MCipollini)
VAN AVERMAET A TUTTO VENTO
Prestigiosa vittoria del belga Greg Van Avermaet (BMC Racing) quest’oggi nella 105ma edizione della classica Parigi – Tours sul nostro sempre coraggioso e generoso Marco Marcato (Vacansoleil). A completare il podio è Kasper Klostergaard (Saxo Bank Sungard).
Foto copertina: Van Avermaet trionfa a Tours (foto Bettini)
L’edizione odierna sarà ricordata come quella più corta di sempre, “solo” 230,5 Km, con il lungo e mitico rettilineo di arrivo all’Avenue de Grammont ridotto, per motivi legati ai lavori della rete tramviaria, a circa 700metri rispetto ai 2,6 Km originari. Da sempre l’arrivo di Tours, nonostante l’orografia del percorso non sia particolarmente elevata, è apparso incerto soprattutto per il ruolo avuto dal vento, elemento insito al paesaggio della corsa francese . Ad aggiungere particolare incertezza per le sorti della corsa è stata la ravvicinata ed inedita presenza della Còte De Beau de Soleil a soli 3 Km dalla Còte de L’Epan, quest’ultima a circa 7 Km dall’arrivo. Ma, nonostante tutto, i favoriti restavano sempre i velocisti, vista anche la presenza del nuovo Campione del Mondo Mark Cavendish con una squadra, la Htc–Highroad, molto forte, e rafforzata da John Degenkolb, adattissimo ad un finale del genere e spendibile in caso la maglia iridata non brillasse come auspicato. Dopo il via, al Km 7 di corsa va via la prima fuga di giornata con 7 uomini Boucher, Klier, Martias, Delfosse, Clarke, Bertogliati e Van Goolen i quali avranno un vantaggio massimo poco superiore agli 11’ al Km 47. Da qui in avanti grazie alla collaborazione di Htc-Highroad e Rabobank, quest’ultima lavora per il vincitore uscente Oscar Freire, il ritardo dai battistrada sarà sensibilmente ridotto fino ad 1’ a poco più di 50 Km dal traguardo. E’ qui che avviene l’azione che caratterizzerà poi le sorti della corsa in quanto un improvviso allungo di Stuart O’Grady, fa sì che un nutrito drappello di contrattaccanti si avvantaggi sul gruppo che, sorpreso, si fraziona in due tronconi. Tra i tanti a perdere definitivamente la testa del primo gruppo è purtroppo il nostro Daniele Bennati (Leopard Trek). Ben favoriti anche dal vento, l’aggancio con i sette in testa, avviene in un soffio. I 22 al comando diventano quindi Martias (Saur Sojasun), Boucher (Omega Pharma Lotto), Delfosse (Landbouwkrediet), Bertogliati e Bodrogi (Team Type ), Van Goolen (Veranda’s Willems), Klier (Garmin-Cervelo), Klostergaard (Saxo Bank Sungard) Lindeman e Marcato (Vacansoleil), Van Avermaet (BMC), Tjallingii (Rabobank), Duque (Cofidis), O’Grady (Leopard), Stannard (Sky), Delage e Gerard (FDJ), Lequatre (RadioSheck), Bak e Dempster (HTC), De Kort (Skil-Shimano) e Buts (Lampre). Tra i meno 40 ed i meno 30 il gruppo, scosso e disorganizzato, non è capace di mettere in atto un efficace inseguimento. Il nervosismo è palpabile, il vento gioca a sfavore per chi insegue, dal gruppo a ripetizione vanno di scena allunghi di tre, quattro uomini nella speranza di “svegliare” le squadre più forti. Tutti tentativi vani, nonostante siano anche Philippe Gilbert prima e Sylvan Chavanel dopo, a provare, in prima persona, a riassorbire il ritardo. Il vantaggio degli uomini di testa è legato al soffio del vento, ora rassicurante, quando si porta ad 1′45″, con vento trasversale che scoraggia l’inseguimento, ora preoccupante, quando, all’improvviso, crolla a soli 47”, con vento a favore del gruppo a circa 25 Km dall’arrivo. A rompere gli indugi, in testa alla corsa, è il francese Arnaud Gerard (FDJ) con una bella azione che gli permette di vivere, tutto solo al comando, sogni di gloria, se non fosse però per l’ancor più splendida azione in contrattacco (ci avevano provato prima senza successo sia Laszlo Bodrogi sia il suo compagno di squadra Rubens Bertogliati), di Marco Marcato nata sulla Còte De Beau de Soleil ed avvalorata dal temibilissimo Greg Van Avermaet. I due raggiungono e distanziano il francese destinati così a giocarsi la vittoria finale. Il nostro splendido Marcato, dopo l’ultimo chilometro, prova a togliersi di ruota il belga ma, ai meno 300 metri, è Van Avermaet a raggiungere e sopravanzare l’italiano sfruttando al meglio tutta la sua esperienza e le sue doti veloci. Un successo questo che ingemma ed impreziosisce la sua personale carriera se si considera anche che sua maestà Eddy Merckx sull’ all’Avenue de Grammont non era mai riuscito a vincere!
Antonio Scarfone
CHI NON MUORE SI RIVEDE: POZZATO SBANCA AL BEGHELLI
Reduce da una stagione da dimenticare il 30enne di Sandrigo fa il vuoto sull’ascesa di Zappolino, taglia in solitudine il traguardo di Monteveglio davanti al gruppo degli inseguitori regolato da Belletti su Visconti e torna ad alzare le braccia dopo un digiuno di quasi un anno e mezzo
Foto copertina: Pozzato in azione (foto di Francesco Gandolfi)
Foto articolo di Giuseppe De Socio
Grazie al traino del Giro dell’Emilia disputato ieri anche il Gp Beghelli, ex Milano-Vignola, ha potuto sfoggiare un campo partenti di altissimo livello con Mollema e Kruijswijk (Rabobank), Capecchi e Sabatini (Liquigas), Niemiec e Ulissi (Lampre), Kessiakoff, Kiserlovski e Francesco Masciarelli (Astana), Fuglsang e Monfort (Leopard), Gerrans e Uran (Sky), Nocentini (Ag2r), Le Mevel e Martin (Garmin), Pozzato, Di Luca, Paolini e Rodriguez (Katusha), Duarte e Felline (Geox), Fedrigo e Pinot (Fdj), Visconti (Farnese), Modolo e Belletti (Csf), Betancur e Taborre (Acqua & Sapone), Sella e Serpa (Androni), Rebellin e Schumacher (Miche), Baliani e Rubiano (D’Angelo & Antenucci); la gara si è disputata sullo stesso percorso degli ultimi anni, 198,8 km da Monteveglio a Monteveglio con il tratto iniziale pianeggiante seguito da 9 giri di un circuito di 12,3 km caratterizzato dallo strappo di Zappolino, la cui vetta era posta a 7 km dal traguardo.
La corsa è partita ad altissimo ritmo finchè al km 16 è riuscito ad avvantaggiarsi Gastauer (Ag2r), che ha acquisito in breve un vantaggio superiore ai 5 minuti; all’inseguimento del lussemburghese si sono mossi Tedeschi (Lampre), Peterson (Garmin), Arguelyes (Katusha), Soupe (Fdj), Giordani (Farnese), Brambilla (Csf), Ciavatta e Simone Masciarelli (Acqua & Sapone) che non hanno avuto però spazio dal gruppo mentre più successo ha avuto il tentativo di Pinizzotto (Miche) e Caccia (Farnese) che hanno avuto via libera dal plotone e hanno proseguito nell’azione fino a raggiungere Gastauer nel secondo giro del circuito di Monteveglio.
Nella tornata successiva quando mancavano ancora circa 100 km al traguardo è nata l’azione che ha deciso la corsa grazie agli uomini dell’Acqua & Sapone: Taborre, Di Paolo, Donati e Corioni tutti del team abruzzese sono riusciti infatti ad avvantaggiarsi lungo l’ascesa di Zappolino e in loro compagnia sono rimasti Mollema e Niermann (Rabobank), Monfort e Zaugg (Leopard), Pozzato e Paolini (Katusha), Gorato (Geox), Pinot (Fdj), Visconti (Farnese), Belletti (Csf) e Rubiano (D’Angelo & Antenucci); si è dunque formato in testa un gruppo molto bene assortito di 15 corridori, tra cui molti dei favoriti della vigilia, che hanno successivamente raggiunto e staccato Gastauer, Pinizzotto e Caccia, e malgrado dietro Lampre, Miche, Astana e Ag2r inseguissero con accanimento e il vantaggio non superasse mai i 2 minuti il plotone non riuscirà più a riportarsi sui battistrada.
Gli uomini di testa hanno proseguito di comune accordo fino all’ultimo passaggio a Zappolino quando Mollema ha tentato di fare la differenza: l’olandese 2° al Giro dell’Emilia non è riuscito a prendere il largo e subito dopo Pozzato senza neppure alzarsi sui pedali ha operato una grande progressione e ha fatto immediatamente il vuoto, grazie anche al supporto di Paolini che rompeva i cambi nel gruppetto inseguitore; il vicentino ha tirato dritto fino al traguardo e ha conquistato il suo primo successo stagionale con 19” su Belletti che si ha regolato Visconti, Rubiano, Mollema, Taborre, Monfort, Zaugg e Paolini mentre la volata del gruppo, arrivato a un soffio dal gruppo di Belletti, è stata vinta da Chtioui. Indubbiamente un’azione di grande classe quella di Pozzato che non vinceva dalla maggio 2010 quando si impose nella tappa di Recanati al Giro d’Italia e che ha vissuto una stagione difficile in cui è caduto alla Parigi-Roubaix, non ha potuto partecipare alla corsa rosa per via di attriti con il ds della Katusha Tchmil e ha subito un’altra rovinosa caduta al Giro del Belgio che lo ha tenuto lontano dalla bici per due mesi: l’atleta di Sandrigo avrà comunque la possibilità di riscattarsi nella prossima stagione in cui vestirà la maglia della Farnese e di tentare il bis nel Gran Piemonte, prossima corsa del calendario italiano prima del gran finale con il Giro di Lombardia.
Marco Salonna
ANCORA UNA VOLTA PRIMO DEGLI ITALIANI
ottobre 9, 2011 by Redazione
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Ancora una volta Davide Rebellin ha dimostrato di essere il più bravo degli italiani in gara. I due anni di sospensione non hanno intaccato il suo fisico, che è ancora in grado di dare emozioni, quelle che trapelano dal racconto di Francesco Gandolfi che, prima ancora che nostro giornalista, da anni è uno dei più appassionati tifosi del corridore veneto.
Foto copertina: si legge la determinazione sul volto di Rebellin, impegnato nell’edizione 2011 del Giro dell’Emilia (foto Bettini)
Questa volta la quarta posizione conquistata sul San Luca rappresenta qualcosa che è molto più di un piazzamento, che trascende il valore attribuito alla posizione registrata sull’ordine d’arrivo. L’ho visto lì, davanti ai miei occhi, sempre nelle primissime posizioni, passare sulla linea del traguardo tornata dopo tornata, giro dopo giro. Esattamente come quattro anni fa. Oggi, tuttavia, qualcosa era cambiato. Molto più determinato, molto più concentrato, sempre fluido ed elegante nella pedalata, ma più affaticato in volto. Arriva l’ultimo giro, i “Grandi” sanno di aver sbagliato i conti e che quel giovane venuto dalla Colombia non si farà riprendere così facilmente ma, ecco, Joaquim Rodriguez, il Purito, scattare con rabbiosa disperazione sul tratto più duro del San Luca, quello delle Orfanelle, il pezzo terribile al 20% che a molti ciclisti, affrontandolo, pare di vederlo quel Santo cui è dedicata la salita. Ed ecco, però, allo stesso tempo, spuntare dalle retrovie un caschetto bianco, il quale proprio non ci sta a farsi surclassare su quelle che furono le sue strade ed infatti, poco a poco, si avvicina allo spagnolo, lo riprende e, con la stessa autorevolezza e fermezza di un tempo mai dimenticato, lo stacca a sua volta. I giovani nel frattempo, tuttavia, sono già scappati e la forza per riacciuffarli non è certamente pari alla volontà di farlo. La corsa finisce così. Sul podio, comunque, ci sale lo stesso. Stremato, sfinito ma, ancora una volta, primo degli italiani. E questo risultato è stato reso indimenticabile dai commenti di un gruppo nutrito di vecchi cicloamatori della zona riunitosi intorno al palco delle premiazioni che, se da un lato ha speso parole di elogio sulle qualità e sulla serietà del ciclista (rigorosamente in un colorito dialetto bolognese!), dall’altro lato non si è risparmiato nell’esprimere la più assoluta amarezza circa la situazione opprimente del nostro ciclismo. Questo vuole sottolineare il fatto che, Rebellin, non è solo o soltanto il primo degli italiani ma resta anche, e soprattutto, il primo nel cuore degli italiani (almeno di quelli che di ciclismo se ne intendono!).
Francesco Gandolfi
08-10-2011
ottobre 9, 2011 by Redazione
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TOUR OF BEIJING
L’italiano Elia Viviani (Liquigas-Cannondale) si è imposto nella quarta tappa, Yan Qing Gui Chuan Square – Shunyi Olympic Rowing / Canoeing Centre, percorrendo 189,5 Km in 4h09′08″, alla media di 45,638 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo slovacco Sagan e l’argentino Juan José Haedo. Il tedesco Tony Martin (HTC – Highroad) ha conservato la testa della corsa con 17″ e 26″ sui britannici Millar e Froome. Miglior italiano Dario Cataldo (Quick Step Cycling Team), 9° a 43″.
GIRO DELL’EMILIA
Il colombiano Carlos Alberto Betancur Gomez (Acqua & Sapone) si è imposto nella classica emiliana, percorrendo 200 Km in 5h05′05″, alla media di 39,333 Km/h. Ha preceduto di 24″ l’olandese Mollema e il colombiano Uran Uran. Miglior italiano Davide Rebellin (Miche – Guerciotti), 4° a 24″.
TOUR D’INDONESIA
L’olandese Wim Botman (Global Cycling Team) si è imposto nella sesta tappa, Solo – Pacitan, percorrendo 123,4 Km in 2h59′37″, alla media di 41,221 Km/h. Ha preceduto di 36″ il cinese Yeung e il tedesco Scholz. L’indonesiano Bambang Suryadi (Polygon Sweet Nice) ha conservato la testa della classifica, con 17″ sull’australiano Sheppard e 27″ sul tedesco Springer.
TOUR OF ALANYA (Turchia)
Il serbo Gabor Kasa (Manisaspor Cycling Team) si è imposto nella terza tappa, circuito di Alanya, percorrendo 95,6 Km in 2h25′52″, alla media di 39,323 Km/h. Ha preceduto di 2″ il connazionale Jovanovic e di 6″ il turco Bakirci. Kasa è il nuovo leader della classifica, con 7″ su Bakirci e 56″ su Jovanovic