REGGIO EMILIA – RAPALLO: UNA TAPPA A TRE COLORI… ANZI QUATTRO

maggio 9, 2011 by Redazione  
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S’incontreranno quattro gradazioni di colore viaggiando tra Reggio Emilia e Rapallo, le tre tinte della nostra bandiera e l’azzurro del Mar Ligure, la medesima tonalità che rappresenta l’Italia sportiva. Si passerà dal biancore della pianura al rosso accesso delle salite per concludere la giornata tra i verdi paeseggi del Tigullio. Una giornata simbolica che potrebbe, però, smuovere la classifica in virtù di un finale caotico, con tante curve e due salitelle piazzate proprio a ridosso del traguardo. Siamo ancora all’inizio e i big dovrebbero lasciare fare…. sempre che qualcuno non si ricordi di quel che combinò Chiappucci giù dal Bocco nel Giro di vent’anni fa.

L’Italia e il Giro han tre colori, le tre tinte della nostra bandiera. Lo sterminato bianco è quasi l’emblema del candore delle pianure, il rosso è quello della passione che da sempre suscita la salita e la montagna, il verde è quello che sovente domina i paesaggi da cartolina della nostra nazione. Tre sfumature che sono ben rappresentate, ciascuna col proprio spazio, nella terza frazione della corsa rosa, quella che condurrà il gruppo dalla pianura al mare. Ci sarà pianura vera nei primi 60 Km, poi il bianco lascerà campo al rosso, anche se le ascese odierne saranno tra le più facili a disposizione nelle zone attraversate, comunque sempre in grado di calamitare a bordo strada gli appassionati, qualunque sia la pendenza. Il verde troneggerà nel finale, dove i boscosi monti del Tigullio si riflettono nel Mar Ligure, sposandosi così con il quarto colore della nostra nazione, quell’azzurro che ci rappresenta nei grandi happening sportivi. E questa frazione che, dunque, rappresenta idealmente il paradigma della bandiera italiana, non poteva che partire da quella Reggio Emilia dove il Tricolore fu sventolato la prima volta il 7 gennaio 1797 per l’allora Repubblica Cispadana, stato nato l’anno precedente e posto sotto il controllo dell’esercito napoleonico. E poi la stessa corsa rosa ha un particolare legame con la cittadina emiliana, per essere la patria adottiva del fondatore del Giro, quell’Armando Cougnet che era di origine nizzarda, come Garibaldi.
Tra i due estremi di questa “tappa-bandiera” s’incontreranno difficoltà tenere che, però, saranno in grado di rendere imprevedibili gli esiti della gara, aperta a molteplici soluzioni: possibile l’approdo di un tentativo, possibile una sorpresa – di questo ne parleremo diffusamente più avanti – e possibile anche la seconda sfida tra i velocisti, ipotesi comunque piuttosto remota. Negli ultimi 13 Km, infatti, saranno concentrati una serie di tortuosità che, coniugate a due tratti di salita consecutivi e vicinissimi al traguardo, metteranno a dura prova i treni degli sprinter. È vero che, da oltre un decennio, le ruote veloci del gruppo hanno imparato a destreggiarsi anche in finali un tempo ritenuti proibitivi, ma il tratto d’Aurelia tra Chiavari e Rapallo sempre messo lì proprio per evitare che ciò accada. Inoltre, le particolari condizioni di gara potrebbero consegnarci, al termine di questa frazione, una maglia rosa diversa da quella che si era schierata al via da Reggio.
Partenza in pianura, dunque, con i “girini” che nel tratto iniziale costeggeranno le pendici dell’appennino reggiano, percorrendo le strade di quelle che furono definite “Terre Matildiche”. Infatti, deviando dal tracciato di gara si possono raggiungere i resti del castello di Canossa, reso celebre dall’episodio – avvenuto nel 1077 – dell’umiliazione dello scomunicato imperatore Enrico IV, che salì al maniero per implorare il perdono di papa Gregorio VII, ospite della Grancontessa Matilde di Canossa, e che fu costretto a “fare anticamera” per tre giorni e tre notti, rimanendo inginocchiato di fronte al portone mentre infuriava una tempesta di neve.
Tornati nel parmense, si taglierà nel mezzo la valle percorsa dal torrente Parma e spazzata dalle correnti d’aria che hanno consentito lo sviluppo dell’attività della stagionatura del celebre prosciutto, termine che ha avuto origine proprio in questi luoghi (in dialetto locale “pàr-sùt”, ossia “pare asciutto”). La famosa Langhirano è poco distante, così come l’elegante castello di Torrechiara, mente i corridori attraverseranno direttamente il centro di Felino, conosciuto per l’omonimo e delicato salame. Fiancheggiando l’area del piccolo Parco naturale regionale dei Boschi di Carrega (istituito nel 1982 per preservare un’antica tenuta di caccia appartenuta prima ai Farnese e quindi passata ai Borbone, alla moglie di Napoleone Maria Luigia e infine ai Savoia e ai principi Carrega), la corsa si porterà qundi a Collecchio, storica della Parmalat, e da questo punto risalirà la valle del fiume Taro sino al suo culmine, il Passo del Bocco, primo GPM giornaliero. Lo scollinamento dista quasi 90 Km da Collecchio e tutto questo tratto sarà costituito da una lentissima e costante ascesa, prevalentemente con le caratteristiche di dolce ed interminabile falsopiano, che si potrarrà fino a 6 Km sotto il valico. Dopo Fornovo si lascerà sulla sinistra la strada per il frequentato Passo della Cisa e si raggiungerà il capoluogo della valle, quella Borgo Val di Taro che è un centro molto noto agli appassionati di funghi per i suoi porcini I.G.P. Anche la corsa rosa ha un profondo legame con “Borgotaro”, nella figura dell’indimenticato Bruno Raschi, grande amico del Giro e storico vicedirettore della Gazzetta dal 1976 al 1983, l’anno della sua prematura scomparsa. Il Giro gli ha tributato omaggi in due occasioni, allestendo nel suo “borgo” l’arrivo di tappe che sono state siglate da due campioni del mondo, Moreno Argentin nel 1987 (con la maglia iridata conquistata a Colorado Springs sulle spalle) e Maurizio Fondriest nel 1993, nel primo decennale della morte.
Procedendo sulla statale di fondovalle e lasciata, sempre sulla sinistra, anche la strada per il Passo di Cento Croci, si andrà verso la località di villeggiatura di Bedonia, passata la quale il contesto ambientale si farà più montano. Di salita, però, non se ne parlerà ancora per bel po’, almeno per una ventina buona di chilometri e bisognerà pazientemente attendere gli ultimi 6000 metri. Va detto che nemmemo questi saranno particolarmente impegnativi poiché, per arrivare al gran premio, in quest’ultimo tratto dovranno essere superati i rimanenti 221 metri di dislivello, con una pendenza media del 3,9% appena. Non sono luogo d’aspre battaglie i 957 metri del Bocco, l’ultima significativa fu quella combattuta il 7 giugno 1748 tra le truppe franco-genovesi e gli austriaci, che quel giorno tentarono vanamente di riconquistare Genova, perduta due anni prima in seguito alla rivolta di Balilla. Lassù si respirerà anche un piccolo alito d’internazionalità poiché a breve distanza dal valico, lungo la strada per Varese Ligure, si trova l’ex collegio estivo della Fondazione Devoto, istituzione creata per provvedere all’ìstruzione elementare e professionale degli orfani degli italiani emigrati. Chiuso da diversi anni, su quest’edificio si racconta una curiosa leggenda metropolitana, secondo la quale il collegio abbandonato avrebbe ispirato il regista Stanley Kubrick, quando mise su pellicola “Shining” di Stephen King, per la scelta della location del lugubre albergo.
Da questo punto in avanti il tracciato ricalcherà fedelmente il finale della tappa giunta a Rapallo nel 1999 e vinta da francese Richard Virenque, primo successo dello scalatore francese dopo lo scandalo Festina dell’anno precedente. Questo è, però, un precedente che non fa testo perché si tratta di due frazioni dal peso specifico differente, con la tappa del 1999 decisamente più impegnativa rispetto a quella odierna.
Entrati in territorio ligure già da qualche chilometro, terminata la discesa dal Bocco inizierà un tratto pianeggiante di una dozzina di chilometri, durante il quale si attraverserà il centro di Carasco, situato nella Val Fontanabuona, una delle principali del cosiddetto “Genovesato”, in una zona ricca di cave d’ardesia.
Transitati non lontano dalla rinomata Basilica dei Fieschi di Cogorno – un tempo importante polo religioso e tappa di un itinerario di pellegrinaggi che poi andava a confluire sulla famosa Via Francigena – giunti in riva al mare finirà la pianura e inizieranno gli ultimi 13 Km, quelli che dovrebbero decidere le sorti di questa giornata. Usciti da Chiavari, subito la strada prenderà a salire e lo farà per i successivi 2,4 Km, sino all’imbocco della breve Galleria della Grazie, immediatamente sottostante l’omonimo santuario, innalzato nel XV secolo in posizione dominante sulla costa e molto caro ai marinai liguri, come testimoniano i numerosi ex voto. L’ascesa ha una pendenza media del 6,4% e cela al suo interno due ripidi strappi, il primo a metà strada e il secondo proprio in vista del portale della galleria.
Scesi al piccolo borgo di Zoagli subito si riprenderà a salire, per rimontare l’ultima difficoltà di giornata, uno zampellotto di poco più di un chilometro che terminerà all’imbocco di un altro corto tunnel, quello del Castellaro, che è possibile aggirare rimanendo su un tratto dismesso dell’Aurelia e godendo così di un panorama che abbraccia tutto il golfo del Tigullio, da Punta Manara (Sestri Levante) al Faro di Portofino. Tornati alla luce del sole, inizierà un finale da vivere a denti stretti, una dolce ma tortuosa planata di quasi 4000 metri nella quale si dovrà tentare il tutto per tutto per rientrare sulla testa della corsa se il distacco non sarà incolmabile. Un approdo, quello di Rapallo, per molti ma non per tutti. Sempre che in precedenza non sia scattata l’operazione sorpresa: per illustrarvi questa ipotesi dobbiamo fare un’operazione di rewind e riavvolgere il nastro stradale di questa frazione, tornando allo scollinamento del Bocco. Quella che si spalancherà dinanzi ai corridori sarà una discesa trabocchetto, gemella di quella più celebre del Turchino, come questa non ripida ma tortuosa, caratterizza com’è da otto tornanti. In condizioni normali non desterebbe troppe preoccupazioni ma, se dovesse piovere, su quei “tourniquets” potrebbe succedere di tutto. Ricordate l’attacco di Chiappucci nella planata del Turchino alla Sanremo del 1991? Quel giorno diluviava e grazie a quell’azione il varesino, nonostante mancassero quasi 200 Km al traguardo, riuscì a portare con sé 15 uomini e a lanciarsi poi verso la sua seconda grande impresa della carriera, dopo la maglia gialla vestita per otto giorni l’estate precedente. Vi abbiamo accennato alla Sanremo del ’91 perché due mesi più tardi il “Diablo” tentò di emulare se stesso al Giro, nel corso della tappa che portava la carovana da Sala Baganza a Savona e che proponeva proprio l’ascesa al Passo del Bocco. Pioveva anche quel giorno e dopo il GPM Claudio diede il via ad un pericoloso tentativo, portandosi dietro anche la maglia rosa Chioccioli, lo spagnolo Lejarreta, Massimiliano Lelli e Flavio Giupponi. Rimasto escluso da quest’azione, il grande favorito Bugno – in quel momento secondo in classifica ad appena 1” dal vertice – profuse parecchie energie per annullare un gap di quasi un minuto e, pur centrando il bersaglio, pagò un pesante dazio l’indomani sull’ostico arrivo in salita del Monviso. E non fu il solo…. Anche i treni dei velocisti furono fiaccati da quell’azione a sorpresa e non riuscirono a rintuzzare il successivo attacco, portato dall’italo-inglese Maximilian Sciandri e da un pesce grosso del calibro di Greg Lemond, che quel giorno si piazzerù secondo dopo aver sbagliato la volata (ma, con l’esclusione della partecipazione all’edizione del 1986, al Giro si vide sempre la sbiadita controfigura del campione in grado di imporsi in tre Tour e in due mondiali). Un italiano non proprio purosangue davanti ad un americano D.O.C.
Tricolore uber alles, anche stavolta.

I VALICHI DELLA TAPPA

Passo del Bocco (956m). È la depressione che separa l’omonimo monte dal Vailera, attraversata dalla strada provinciale che mette in comunicazione Santa Maria del Taro con Montemoggio. Nei pressi del passo confluiscono altre due rotabili asfaltate provenienti da Borzonasca (attravarso il Passo del Ghiffi, 1068m) e da Varese Ligure (Colla dei Faggi o Passo Malanotte, 1050m). Non va confuso con due valichi omonimi presenti in Liguria, il Colle il Bocco (272m, strada Bocco – Chiesa Nuova di San Colombano Certenoli) e il Passo del Bocco di Bargone (908m, strada sterrata Bargone – Maissana). Quotato 957 metri sulle cartine del Giro 2011, è stato affrontato cinque volte come GPM e una come arrivo di tappa, terminal di una cronoscalata disputata nel 1994, partita da Chiavari e vinta dalla maglia rosa Berzin. I precedenti conquistatori del Bocco sono stati lo spagnolo Bahamontes (1956), unico italiano Vicentini (1966), il britannico Millar (1987) e il portoghese Da Silva nel citato passaggio del 1991.

Mauro Facoltosi

FOTOGALLERY

Reggio Emilia, sala del Tricolore (www.flickr.com)

Reggio Emilia, sala del Tricolore (www.flickr.com)

Castello di Canossa (www.paesionline.it)

Castello di Canossa (www.paesionline.it)

Castello di Torrechiara (www.fotografieitalia.it)

Castello di Torrechiara (www.fotografieitalia.it)

Parco dei Boschi di Carrega (panoramio)

Parco dei Boschi di Carrega (panoramio)

Borgo Val di Taro (panoramio)

Borgo Val di Taro (panoramio)

Bedonia (www.valtaro.org)

Bedonia (www.valtaro.org)

Passo del Bocco (panoramio)

Passo del Bocco (panoramio)

Cava di ardesia (www.geroli.com)

Cava di ardesia (www.geroli.com)

Basilica dei Fieschi (www.flickr.com)

Basilica dei Fieschi (www.flickr.com)

Chiavari, la Madonna della Grazie (www.rivieraligure.it)

Chiavari, la Madonna della Grazie (www.rivieraligure.it)

Rapallo (www.comune.rapallo.ge.it)

Rapallo (www.comune.rapallo.ge.it)

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI PARMA

maggio 9, 2011 by Redazione  
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Dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: il commento tecnico alle tappe di montagne, dalla voce di un ex corridore di prestigio che scoprirete tra qualche giorno; la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; la rubrica tricolore di N@po; le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1961. Seguiteci.

Foto copertina: il dorsale “centocinquantenario” di Visconti (foto Bettini)

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Petacchi signore di Parma. La rosa consola Cavendish(Gazzetta dello Sport)

Giro, tappa a Petacchi. Cavendish in rosa (Corriere dello Sport – Stadio)

Cavendish left fuming after Petacchi win but still takes leader’s jersey (The Independent)

Irate Cavendish beaten to the punch (The Daily Telegraph)

Petacchi tombe Cavendish (L’Equipe)

Petacchi (Lampre) : “J’ai pensé perdre”. Cavendish : “Une émotion incroyable” (Le Monde)

Cavendish pierde la etapa (AS)

En Italia el rey del sprint es Petacchi (Marca)

Cavendish, nuevo líder del Giro (El Mundo Deportivo)

Petacchi plus rapide que Cavendish (Le Soir)

Petacchi l’emporte devant Cavendish, nouveau maillot rose (Sud Presse)

Cavendish subit la loi de Petacchi (L’Avenir)

Petacchi sneller dan Cavendish in Giro (De Standaard)

Victoire de Petacchi. Cavendish, 2e (La Dernière Heure/Les Sports)

Cipo fietst mee (en blijft dé rittenkaper van de Giro) (Het Nieuwsblad)

Petacchi wint, Cavendish boos (De Telegraaf)

Petacchi Wins Giro Second Stage, Cavendish Takes Lead(The New York Times)

Alessandro Petacchi wins second stage of Giro (USA Today)

Petacchi sprints but in Cavendish pink (Herald Sun)

Petacchi wins stage, Cavendish leads Giro (The Age)

Cavendish in pink as controversy rages (The Australian)

Petacchi wins but Cavendish in pink (The Daily Telegraph – Australia)

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Pedale Pazzo: Vittoria stra meritata di Petacchi, è riuscito a prendere meravigliosamente la ruota di Cavendish e poi lo ha anticipato alla grande.
Ha cambiato 2 volte traiettoria e l’Inglese si è lamentato molto, ma secondo me non c’è stata alcuna scorrettezza. Un pò tonto Cavendish a non capire subito la parte giusta dove infilarsi!
Ottimo ’sto Belletti, Farrar conferma di non essere in forma e Mcwen a quasi 40 anni non può far miracoli: duello a 2 per tutte le tappe per sprinter insomma.

Salitepuntocià: Ma per domani, con la Madonna delle Grazie, 3 km al 6-7%, cosa dite? quale velocista non fara’ la volata?

Hotdogbr: come al Tour dell’anno scorso Cavendish si è fatto sorprendere da Petacchi nella prima tappa ma pur non essendo super rimane il velocista più forte e per lo spezzino si fa dura di qui in avanti, interessante notare come uomini da salita come Niemec, Navarro e Szmyd nel finale abbiano perso secondi, io fossi nelle loro squadre cercherei di fare in modo invece che restino in classifica il più possibile

Ceemo: Complimenti a Petacchi, bella volata anche se Cavandish ha aspettato un pò troppo ed è sembrato avere un gran potenziale.
Negativissimo il fatto che invece nessuno a parte il povero Lang abbia azzardato un tentativo di fuga per quasi tutta la tappa. Faceva così schifo un pò di visibilità in tv di Domenica?

Howling Wolf14: Szmyd, Niemiec e Navarro sono dei gregari. Dei luogotenenti, diciamo, gregari di lusso. La loro funzione è stare vicino ai capitani nelle salite. Che siano o no in classifica non avrebbe alcun significato. L’aiuto ai loro leader lo possono dare anche essendo fuori classifica. Anzi, forse meglio.

Howling Wolf14: Ceemo, nel finale ci hanno provato Giordani e soprattutto Bakelandts. L’aspetto sorprendente è che nessuno abbia raccolto l’invito di Lang a inizio corsa. Squadre come la Colnago, l’Euskaltel, l’Androni, l Rabobank e la stessa Quick Step avrebbe potuto aggregarsi al tedesco. Anch’io non capisco perché non abbiano colto l’occasione.

Garda Bike: E’ la stessa cosa che mi sono chiesto io. E’ assolutamente curioso e strano che nessun altro corridore si sia unito a Lang. Fosse stato un bel gruppetto forse sarebbero stati lo stesso ripresi, ma più vicini al traguardo. Bravo Petacchi, benissimo Belletti e Ferrari, Cavendish sfortunato e un po’ piagnone, volata assolutamente regolare.

Hotdogbr: se sono in classifica e vanno in fuga nella prima scalata dell’Etna le altre squadre li devono inseguire, se sono già a 10′ no

Pedale Pazzo: Io credo sia abbastanza normale che non ci sia stata una vera fuga.
La tappa era completamente piatta, troppo ghiotta per i velocisti per farsela sfuggire dato che ce ne sono davvero poche di tappe così.
Il terreno per attaccare da lontano c’è in questo giro, ci sono almeno 5 o 6 tappe di media montagna..probabilmente gli attaccanti non vogliono seprecare troppe energie per fare fughe impossibili e attendono il terreno adatto, secondo me se ne vedranno delle belle..sono fiducioso!

Antares86: Per me la volata è stata regolare ma quasi al limite… dall’immagine frontale si nota bene che prima Petacchi viaggia a filo della striscia bianca e poi si sposta ad un metro abbastanza rapidamente, proprio quando Cavendish aveva scelto quel lato. Dico che c’è stato un po’ di mestiere/esperienza/furbizia, gli stessi post-commenti di Petacchi sono stati eloquenti.
D’altra parte Cavendish non è stato chiuso, poteva benissimo proseguire su quel lato.

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

BIANCO, ROSSO E VERDE

Rubrica semiseria sul Giro 2011, a cura di N@po che giornalmente assegnerà le maglie secondarie ai protagonisti della corsa rosa.

Maglia Bianca: Vorganov. Si esibisce in un doppio carpiato da antologia, mentre è in fuga, e non ottiene nemmeno una valutazione eccellente per l’eleganza del tuffo….

Maglia rossa: Alla canzone dedicata dalla RAI a Savoldelli per il suo compleanno….
disgustorama…

Maglia verde: Sebastian Lang. 200km a 42 di media… In partenza gli hanno
detto: oggi Lang-he in partenza e lui li ha presi in parola…..

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Reggio Emilia – Rapallo

Reggio Emilia: cielo sereno, 20,2°C, venti moderati da ENE (12-13 Km/h), umidità al 41%
Fornovo di Taro (Km 54,6): cielo sereno, 19,8°C, venti deboli da E (9-16 Km/h), umidità al 43%
Borgo Val di Taro – rifornimento (Km 93): cielo sereno, 19,2°C, venti moderati da NE (12 – 27 Km/h), umidità al 38%
Chiavari – T.V. (Km 160,1): nuvole sparse, 20,2°C (percepiti 22°C causa vento), venti deboli da NNW (3 – 12 Km/h), umidità al 51%
Rapallo: nuvole sparse, 18,3°C, venti deboli da N (5 – 13 Km/h), umidità al 61%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Anche quest’anno spazio agli strafalcioni dei telecronisti

Bartoletti, rivolto a Paolo Belli: “Mi piacerebbe l’idea che tu fossi travolto dalle ammiraglie: sai quanto si alzerebbe l’ascolto”
Pancani: “Alla partenza osservato un minuto di riposo”
Pancani: “Traguardo volante di tabiano castello” (era un più nobile GPM, seppur di 4a categoria)
Pancani: “Il direttore di corsa Mauro Zegni” (Vegni, è già il secondo strafalcione verso il diretto interessato, che alla Tirreno-Adriatico aveva presentato come marchigiano il vice di Zomegnan, che è toscano di nascita, romano d’adozione e lombardo di residenza, ma non c’ha una briciola di “marchigianità”)
Savoldelli: “Vedo il gran premio del GPM a 6-7 secondi di ritardo”
Di Stefano: “Verdi, nato a Roncole di Verdi” (sarebbe Roncole Verdi, ma quando ci era nato era Roncole e basta)
Di Stefano: “A New York dovrebbero essere le 8.30 del mattino” (circa, erano le 11.30)
Televideo RAI: “Davide Apollonio” (Appollonio), Jan Bakelandts (Bakelants)

I TITOLI DELL’UNITA’

Ecco come l’Unità presentò ai propri lettori le gesta dei partecipanti al Giro del Centenario dell’Unità (1961). Altimetrie e grafice dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessi selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)

A SANREMO SEMPRE POBLET
Battistini e Massignan di nuovo sulla breccia
Superata l’indisposizione accusata nella prima tappa – Generosa ma sfortunata fuga dei due italiani – Contestazioni sull’ordine d’arrivo a Sanremo – Bahamontes “sfuggito” al giudice d’arrivo

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ARCHIVIO ALMANACCO
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1a tappa Venaria Reale – Torino

08-05-2011

maggio 9, 2011 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

L’italiano Alessandro Petacchi (Lampre – ISD) si è imposto nella seconda tappa, Alba – Parma, percorrendo 244 Km in 5h45′40″, alla media di 42,352 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Mark Cavendish (HTC-Highroad) e l’italiano Manuel Belletti (Colnago – CSF Inox). Cavendish è la nuova maglia rosa, con 12″ sul bielorusso Sivtsov e sullo statunitense Lewis. Miglior italiano Marco Pinotti (HTC-Highroad), 4° a 12″.

4 JOURS DE DUNKERQUE

Il tedesco Marcel Kittel (Skil – Shimano) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Grande-Synthe – Dunkerque, percorrendo 175 Km in 3h53′19″, alla media di 45,003 Km/h. Ha preceduto allo sprint il bielorusso Hutarovich e il belga Van Staeyen. Miglior italiano Giacomo Nizzolo (Leopard Trek), 5°. Nella classifica finale si impone il francese Thomas Voeckler (Team Europcar), con 1′50″ sul connazionale Pichon e 1′52″ sul ceco Stybar. Miglior italiano italiano Marcello Pavarin (Vacansoleil-DCM Pro Cycling Team), 21° a 2′45″.

FIVE RINGS OF MOSCOW
Il russo Daniil Komkov si è imposto nella terza tappa, circuito di Krylatskoe, percorrendo 163,2 Km in 4h05′25″, alla media di 39,899 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Janorschke e di 5″ il lettone Smirnovs. Il russo Sergey Firsanov (Itera – Katusha) ha conservato la testa della corsa, con 23″ sul serbo Stevic e 43″ su Janorschke.

SZLAKIEM GRODÒW PIASTOWSKICH (Polonia)
Il polacco Marek Rutkiewicz (CCC Polsat Polkowice) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, Swidnica – Dzierzoniow, percorrendo 167,8 Km in 4h40′18″, alla media di 35,918 Km/h. Ha preceduto allo sprint il croato Danculovic e lo spagnolo Camaño Ortuzar. Miglior italiano Cesare Benedetti (Team NetApp), 8° a 32″. In classifica si impone lo sloveno Robert Vrecer (Perutnina Ptuj), con 34″ e 38″ sui polacchi Rutkiewicz e Bodnar. Miglior italiano Benedetti, 8° a 2′34″.

VUELTA A LA COMUNIDAD DE MADRID
Il colombiano Giovanni Manuel Baez Alvarez (EPM – UNE) si è imposto nella terza ed ultima tappa, Colmenar Viejo – Puerto de la Morcuera, percorrendo 117,9 Km in 2h59′22″, alla media di 39,438 Km/h. Ha preceduto di 14″ il portoghese Rui Alberto Faria Da Costa (Movistar Team) e lo spagnolo Bazan. Miglior italiano Davide Rebellin (Miche – Guerciotti), 4° a 23″. Nella classifica finale si impone Faria Da Costa, con 5″ e 7″ sugli spagnoli Bazan e Castroviejo Nicolas. Miglior italiano Rebellin, 6° a 22″.

GP INDUSTRIE DEL MARMO
Il brasiliano Rafael Andriato (Petroli Firenze) si è imposto nella corsa italiana, percorrendo 167,4 Km in 4h, alla media di 41,850 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Matteo Trentin (Team Brilla Pasta Montegrappa) e Michele Simoni (Lucchini Maniva Ski)

CIRCUIT DE WALLONIE
Il colombiano Diego Alejandro Tamayo Martinez (WIT) si è imposto nella corsa belga, percorrendo 176,4 Km in 4h09′46″, alla media di 42,375 Km/h. Ha preceduto di 8″ e 10″ i belgi De Winter e Hoorne. Miglior italiano Fausto Fognini (WIT), 15° a 30″.

OMLOOP DER KEMPEN
L’olandese Jos Pronk (Ruiter Dakkapellen Wielerteam) si è imposto nella corsa olandese, percorrendo 200 Km in 4h37′52″, alla media di 43,186 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Bol e Kreder.

CAMPIONATI PANAMERICANI
Disputate le gare a su strada. Successi per la canadese Clara Hughes nella gara donne, per il brasiliano Gregory Panizo nella gara elite e il brasiliano Gideoni Monteiro nella gara U23.

IL JET LAMPRE SFRECCIA PIU’ DEL TRENO HTC

maggio 8, 2011 by Redazione  
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Strepitosa volata di Alessandro Petacchi sul rettilineo d’arrivo di Parma. Con un grande sprint lo spezzino, ai 200 metri finali, anticipa Cavendish che costretto ad inseguire deve, per pochissimi centimetri, accontentarsi della seconda posizione. Terzo un ottimo Manuel Belletti.

Foto copertina e articolo di Giuseppe De Socio

Archiviata la cronosquadre, stamane, alla partenza di Alba, i girini sono stati accolti da una folla gioiosa visto anche il giorno festivo. Ma al Giro, si sà, ogni giorno è una gran festa. Caldo, tanto caldo, per la tappa più lunga della corsa rosa con i suoi 244 Km fin verso Parma. Tappa facile, con la sola salita (4° categoria) del Tabiano, di appena 3,2 Km, posta ai meno 33 dall’arrivo. Ghiotta occasione quindi per i velocisti considerando anche le rare tappe “previste” per loro. Se ieri l’Omega Pharma Lotto è stata la prima a partire nella prova contro il tempo, oggi un altro Omega, il tedesco Sebastian Lang, è stato il primo, dei 207 in gara, ad andare in fuga. Tutto solo. Prestissimo, già dal primo chilometro. Il suo vantaggio massimo, al Km 87, sarà di quasi 20’. Vantaggio che pian piano andava riducendosi. Ai meno 60 dall’arrivo restavano al tedesco poco più di 5’. Mentre Lang continuava a sgorgare sudore come un ghiacciolo al sole, in gruppo si vedevano le più variegate e classiche scene che una tappa così facile può offrire. Lunghe chiacchierate tra i ciclisti, piccoli stop a bordo strada per ovvi motivi, rifornimenti di borracce ma anche qualche piccolo inconveniente meccanico. Vittima ne è stata, per ben due volte, anche la maglia rosa Pinotti, subito pronto, però, a rientrare in gruppo. Solo in vista del Tabiano la concentrazione in gruppo è aumentata. In tanti iniziano a voler stare davanti così da scongiurare possibili rischi . Ai piedi della salita, il gruppo, condotto un po’ a turno da Htc, Garmin, Lampre e Liquigas, arriva con poco meno di 2’ di ritardo. Sulle dolci e costanti rampe della salita, media del 5%, sono gli uomini dell’Acqua&Sapone di Garzelli a dettare l’andatura, mentre in testa Lang va prendersi la prima maglia verde del Giro 2011, transitando al GPM con 1’23”. Nessun scatto nel gruppo, ma soltanto alcune vittime “naturali” e possibili protagonisti della volata finale: McEwen, Brown e Weylandt. I tre riusciranno a rientrare nella discesa finale. Il gruppo torna compatto ai meno 26 dall’arrivo, riassorbendo un esausto Lang, afflitto da crampi. Staffetta tra i fuggitivi: ci provano, subito, con un contrattacco fulmineo, in 8. Ci sono Giordani (Farnese), Righi (Lampre), Vorganov (Katusha), Pineau (Quickstep), Marzoli (Acqua&Sapone), Golas (Vacansoleil), Rovny (RadioShack) ed anche un altro Omega, Bakelandts, così da dar seguito all’azione di Lang. Il gruppo non può più sonnicchiare, anche perché, in soli pochi chilometri, l’ ”ottovolante” in testa, d’amore e d’accordo, raggiunge ben presto 22” di vantaggio. E così vanno di scena le prime prove di allineamento dei “treni” per le formazioni più attese, Garmin per Farrar ed Htc per Cavendish su tutti, ma anche Lampre per Petacchi e Colngo per gli imprevedibili Belletti e Modolo. Andatura velocissima, dai meno 20, e gruppo allungatissimo che cerca di riprendere i fuggitivi mentre tra gli otto al comando, a causa di un contatto, cade rovinosamente a terra il povero Vorganov. Per fortuna nessuna conseguenza per lui. Tutti ripresi i fuggitivi, meno 7 all’arrivo. E’ volata. Si vede davanti ai meno 3 Km la Vacansoleil per Bozic, Farrar è scortato da due uomini, Cavendish, protetto da Renshaw, è tra i primi pronto ad alzarsi su pedali. Volata incertissima, solo ai meno 200 metri Petacchi, a ruota del velocista dell’Isola di Man, parte. In un attimo salta il duo Htc sulla destra, Cavendish lascia Renshaw, si accoda allo spezzino e, forse indeciso se provare a passarlo, tentando prima a destra, poi a sinistra, perde l’attimo giusto per vestirsi di rosa anche con la vittoria di tappa. Il britannico sembra così un pendolo, dietro la scia di Petacchi costretto per oggi ad accontentarsi della prestigiosa maglia rosa.

Antonio Scarfone

DUNKERQUE: VINCE VOECKLER MA DOMINA KITTEL

maggio 8, 2011 by Redazione  
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Kittel si impone per la quarta volta nelle corsa francese, quattro centri che però non gli valgono la classifica generale che va invece a Voeckler in virtù della fuga della penultima frazione. Dietro al tedesco finiscono Hutarovich e Van Staeyen, assenti gli italiani dopo l’incoraggiante prima tappa.

Foto copertina: il quarto assolo di Kittel (foto AFP)

Uno strepitoso Kittel (Skil-Shimano) si aggiudica anche l’ultima frazione della Quattro Giorni di Dunkerque, il corridore tedesco fa quattro su cinque andando a vincere tutte le volate disputate nella corsa transalpina. Quest’oggi hanno dovuto inchinarsi al suo strapotere Hutarovich (FDJ) e Van Staeyen (Topsport) che già nei giorni scorsi erano stati costretti ad accontentarsi delle piazze d’onore.
La tappa conclusiva della corsa francese scorre via veloce: la solita fuga che caratterizza la prima parte della corsa fino ad una ventina di chilometri dal traguardo, se ne vanno fin da subito Rollin (FDJ), Engoulvent (Saur), Bazin (Big Mat Auber), Fouchard (Cofidis), Vermote (Quick Step) e Marcyn (Saxo Bank) che rimangono in testa fino a venti chilometri dal traguardo. L’ultimo a mollare è il portacolori della Saxo Bank che, per una manciata di chilometri, prosegue la fuga in solitaria, ma anche per lui nessuna speranza. Il gruppo, tirato dagli uomini Katusha, rinviene sul fuggitivo e si prepara alla volata, il resto è storia con Kittel che porta a quattro i suoi successi nella corsa transalpina, vittorie che però non gli valgono la classifica generale andata a Voeckler (Europcar) grazie alla vittoria di ieri. Sul podio giungono, col francese, Pichon (Bretagne) e Stybar (Quick Step) il quale ottiene un ottimo piazzamento all’esordio sulla strada.

Andrea Mastrangelo

ALBA – PARMA: L’ENO-GASTRO-TAPPA E’ SERVITA

maggio 8, 2011 by Redazione  
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Una tappa altimetricamente “insipida”, con la sola e pedalabile ascesa di Tabiano a ravvivare un tracciato altrimenti totalmente pianeggiante, resa pepata dalle delizie del luogo. Attendendo la conclusione della Alba-Parma pubblico e suiveurs potranno distrarsi deliziando il palato con le leccornie dei posti attraversati dai “girini”, dai tarfufi bianchi d’Alba agli insaccati della Val Parma, dalle nocciole del Piemonte al Parmigiano. Il tutto innaffiato da qualche vinello dell’Oltrepò Pavese, ideale brindisi al Giro del Centocinquantenario, che oggi proporrà la prima occasione per i velocisti.

L’Italia è un paese di santi, poeti e navigatori…. e di gourmet. Alla particolare categoria d’italiani amanti dei piaceri del palato, un “nutrito” plotone guidato – nel campo del ciclismo – dal fine intenditore Gianni Mura – è dedicata questa frazione che muoverà dalle terre d’odorosi tartufi e di croccanti nocciole e andrà a celebrare il suo epilogo tra gli aromi inebrianti del grana e dei salumi della Val Parma, con l’opportunità di sorbire un buon goccio di vino a metà strada, nelle osterie dell’Oltrepò Pavese. Un banchetto in piena regola anche perché l’Italia s’è fatta e continua a costruirsi anche a tavola, tra un boccone e l’altro si rinsaldano amicizie, si riuniscono famiglie e…. si attenderà l’arrivo di una frazione che non dovrebbe offrire troppe emozioni. L’altimetria della Alba – Parma è, infatti, a “prova di bomba”. Difficile, anche per le energie globali ancora fresche, sovvertire un pronostico che parta di volata piena nella città di Vittorio Adorni, nonostante la presenza nelle battute finali dalla salita di Tabiano Castello – primo dei 40 GPM previsti dal tracciato del Giro 2011 – piazzata comunque a distanza di sicurezza dal traguardo. Oggi ci sarà per davvero, dunque, la possibilità d’indugiare più del solito al desco, senza incorrere nel rischio di farsi scappare qualche impresa sotto il naso, come capitò ai giornalisti al seguito del Giro il 10 giugno del 1949, che andarono a rifocillarsi dopo aver visto partire Coppi sulla Maddalena, convinti che si trattasse di una schermaglia o di un attacco suicida. L’unico avvertimento sarà quello di non esagerare col rosso, per evitare di colorire troppo la cronaca d’una tappa che prenderà le mosse tra i colli langaroli e scivolerà via veloce come l’olio per gran parte del suo sviluppo. In pianura si percorreranno i primi 20 Km, seguendo la veloce statale che corre nella valle del Tanaro, in direzione di Asti. La città del celebre Palio non sarà toccata dai “girini” che, terminato questo veloce tratto, la bypasseranno scavalcando una porzione di Monferrato, area candidata – con le vicine Langhe ed il Roero – ad essere inclusa nella lista dei patrimoni mondiali dell’umanità. Transitati da Isola d’Asti (paese natale del generale Giuseppe Govone, che fu tra i protagonisti della seconda e della terza guerra d’indipenza), giungerà dunque il momento dell’incontro con la prima salita del Giro 2011. Tra i centri di Montechiaro e di Rocca d’Arazzo si pedalerà all’insù per poco meno di 2 chilometri e mezzo, incontrando pendenze tenere al punto che il passaggio sommitale non sarà gratificato dal traguardo della montagna. Poi, ridiscesi sulle rive del Tanaro, si ritroverà la pianura, che tornerà regina incontrastata per quasi 170 Km, tanta è la strada che bisognerà compiere per giungere ai piedi di Tabiano. In tutto questo tratto si procederà su due delle più importanti direttrici del traffico della nostra nazione, cominciando con la statale “Padana Inferiore” che, una volta entrati in territorio emiliano, passerà il testimone alla gloriosa Via Emilia.
Ben presto si tornerà in provincia di Alessandria, che accoglierà così la corsa rosa per il terzo anno consecutivo, dopo gli omaggi ai “campionissimi” attribuiti col passaggio per Castellania nel 2009 e col ritorno nel paese natale di Coppi l’anno passato, in occasione della tappa giunta a Novi Ligure e vinta dal francese Jerome Pineau. Rasentando la piana di Marengo, presso la quale il 14 giugno 1800 si fronteggiarono la Grande Armata di Napoleone e le truppe della Seconda Coalizione (da visitare il Marengo Museum, presso la quale è stata recementente alzata una piramide alta nove metri, monumento ai caduti nella battaglia che fu progettato dallo stesso imperatore ma mai realizzato), la corsa andrà poi ad innestarsi per una trentina di chilometri sul tracciato della Milano – Sanremo, imboccandolo contromano. Si percorrerà un tratto secondario della classicissima, il lungo preambolo pianeggiante al Turchino, solitamente monopolizzato dal tentativo di fuga a lunga gittata destinato ad infrangersi tra i Capi e la Cipressa. Facendo scorrere all’indietro la tabella di marcia della Sanremo s’incontrerà per prima Tortona – con l’inevitabile richiamo alle tristi ultime ore di Coppi – e di seguito Pontecurone, il paese natale di San Luigi Orione, il fondatore della congregazione della Piccola Opera della Divina Provvidenza, personaggio che terminò la sua parabola terrena proprio in quella Sanremo dove, annualmente, muoiono le speranze di molti pretendenti al successo nella “corsa dei fiori”. Abbandonato il Piemonte, arriverà il momento della sosta “enologica” dei suiveurs, che sarà anche accompagnata dal tradizionale punto di rifornimento per i corridori, generalmente collocato verso metà tappa, giro di boa toccato dalle parti di Broni, località nota anche agli appassionati del pedale poiché vi risiede da diversi anni il russo Evgenij Berzin, vincitore del Giro del 1994. E a proposito di giri conquistati, è doveroso ricordare che da questo centro partì la frazione a cronometro di Casteggio che, nel 1991, suggellò il successo finale di Franco Chioccioli: fu una delle tappe contro il tempo più massacranti della storia della corsa rosa, caratterizzata da parecchi tratti in difficile salita lungo le stradine più impervie dell’Oltrepò Pavese e paragonabile, come impegno, a quella disputata tre anni fa alle Cinque Terre.
Mentre le velocità di marcia cominceranno a lievitare, alti si leveranno i calici ricolmi di Bonarda per un brindisi al nascente Giro, poi ci si rimetterà all’inseguimento del gruppo che, passato dalla Lombardia all’Emilia, starà pedalando al limitare della bassa Val Tidone. Andando in direzione di Piacenza, si attraverserà il centro di Castel San Giovanni e poi si lambirà Sarmato, piccolo comune agricolo gemellato con la grande Montpellier. Il legame tra i due municipi è nella figura di San Rocco, il protettore degli appestati, nato nella città francese e arrivato nel centro emiliano dopo essersi ammalato di peste assistendo i moribondi di Piaxenza: a Sarmato, secondo la tradizione religiosa, trovò rifugio in una grotta sperduta tra i boschi, dove fu scoperto e accolto da un nobile del luogo, tale Gottardo, il cui cane aveva preso l’abitudine di sottrarre il pane dalla dispensa del suo padrone per portarlo al santo.
Di lì a breve, dunque, i “girini” attraversanno il cuore di Piacenza, transitando non lontano dalla centralissima Piazza Cavalli, sulla quale prospettano i principali edifici civili cittadini e che deriva il nome dai due monumenti equestri di Ranuccio e Alessandro Farnese, considerati un capolavoro della statuaria barocca.
Nei successivi 22 Km si permarrà costantemente sull’asse della Via Emilia, arteria tracciata tra il 189 e il 187 a.C., su iniziativa del console Marco Emilio Lepido, per collegare in linea retta l’allora colonia di Placentia con Ariminum, l’odierna Rimini. Questa strada non ha mai perso la sua funzione primaria, che non è venuta meno con la costruzione della parallela Autostrada del Sole, e nemmeno il suo tracciato, ritoccatao solo nei tratti delle moderne circonvallazioni.
Procedendo dritti come un fuso si toccherà Pontenure e poi Fiorenzuola d’Arda, centro presso il quale si trova uno dei principali impianti sportivi italiani, il velodromo che a luglio ospita, sin dalla prima edizione (1998), quello che al momento è il più importante appuntamento del calendario della pista italiana, la “6 Giorni delle Rose”. L’albo d’oro della corsa piacentina, giunta nel 2011 alla 14a edizione, è stato inaugurato proprio dagli italiani, che l’hanno conquistata finora cinque volte, un record al momento imbattuto e sfiorato solo dalle coppie elvetiche (4 successi), mentre l’anno scorso si sono imposto i danesi Alex Rasmussen & Michael Mørkøv.
Transitati non lungi dall’antica abbazia cistercense di Chiaravalle della Colomba, il Giro farà il suo ingresso in provincia di Parma. Arrivati a Fidenza si abbandonerà la Via Emilia per volgere in direzione dei primi contrafforti appeninici e il tracciato prenderà lievemente a prendere quota, senza assumere ancora i connotati di salita. Questa, la prima ufficiale del Giro 2011, incomincerà nel centro di Salsomaggiore Terme, proprio di fronte alle monumentali Terme Berzieri – intitolate alla memoria del medico che nel 1839 scoprì le proprietà curative delle sorgenti e per diverse edizioni sede della finalissima di “Miss Italia” – e si comporrà di due tratti spezzati da un troncone centrale in discesa lungo quasi 2,5 Km. Noti anche col toponimo di “Poggio Diana”, i primi duemila metri hanno una pendenza media del 3,2% mentre leggermente più acclive è il tratto terminale dell’ascesa, che inizia dopo aver attraversato Tabiano, altro centro termale gravitante nell’area di Salsomaggiore: questa seconda ed ultima parte misura 3,2 Km ed è inclinata al 5,3% medio, con la pendenza massima del 12& raggiunta proprio in vista dello scollinamento, dominato dal Castello di Tabiano, maniero medioevale costruito dai Pallavicino nel XII secolo e a più riprese distrutto e ricostrito, l’ultima volta in stile neogotico nell’800. Planati con dolcezza e affrontato qualche modesto zampelotto, si ritornerà ben presto a pedalare in pianura, di nuovo filo conduttore del tracciato di gara negli ultimi 25 Km. Sfiorata Noceto e attraversato il corso del fiume Taro il gruppo entrerà in Parma nuovamente percorrendo la Via Emilia e poi andando a ricalcare il finale della frazione conquistata allo sprint da Ivan Quaranta nel Giro del 2001. Si costeggerà dunque l’imponente complesso del Palazzo della Pilotta, sede delle principali istituzioni museali cittadine e poi ci si lancerà nei viali che fanno da corona al centro storico, per andare a tutta verso il primo traguardo in linea, sul quale “banchettare” (per rimanere in tema gastronomico) con gli abbuoni previsti da questa frazione godereccia. Se la cronosquadre sabauda non avrà provocato distacchi incolmabili già potrebbe prospettarsi un avvicendamento al vertice della classifica e il Giro domattina potrebbe svegliarsi con una nuova maglia rosa.

Mauro Facoltosi


FOTOGALLERY

Foto copertina: una cantina di stagionatura del prelibato Prosciutto di Parma (www.prosciuttodiparma.com)

Alba e i colli della Langhe (panoramio)

Alba e i colli della Langhe (panoramio)

Isola d’Asti (panoramio)

Isola d’Asti (panoramio)

Spinetta Marengo, la piramide del Marengo Museum (www.flickr.com)

Spinetta Marengo, la piramide del Marengo Museum (www.flickr.com)

Vigneti dell’Oltrepò Pavese (www.flickr.com)

Vigneti dell’Oltrepò Pavese (www.flickr.com)

Piacenza, Piazza Cavalli (www.retepiacenza.it)

Piacenza, Piazza Cavalli (www.retepiacenza.it)

Abbazia di Chiaravalle della Colomba (www.fotografieitalia.it)

Abbazia di Chiaravalle della Colomba (www.fotografieitalia.it)

Salsomaggiore Terme, Terme Berzieri (www.theodora.com)

Salsomaggiore Terme, Terme Berzieri (www.theodora.com)

Castello di Tabiano (www.tripadvisor.it)

Castello di Tabiano (www.tripadvisor.it)

Parma, Palazzo della Pilotta (www.donneinsieme-genova.it)

Parma, Palazzo della Pilotta (www.donneinsieme-genova.it)

Stradone Martiri della Libertà, il rettilineo d’arrivo (Street View)

Stradone Martiri della Libertà, il rettilineo d’arrivo (Street View)

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI TORINO

maggio 8, 2011 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: il commento tecnico alle tappe di montagne, dalla voce di un ex corridore di prestigio che scoprirete tra qualche giorno; la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; la rubrica tricolore di N@po; le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1961. Seguiteci.

Foto copertina: la mole vestita a festa per il Giro e il centocinquantenario dell’Unità (www.torinotoday.it)

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

L’ingegnere al comando. Prima rosa a Pinotti (Gazzetta dello Sport)

Giro d’Italia, Pinotti prima maglia rosa (Corriere dello Sport – Stadio)

Contador defends right to race (The Daily Telegraph)

Pinotti premier leader. Mission accomplie pour HTC (L’Equipe)

L’équipe HTC remporte la première étape du Giro (Le Monde)

Primer asalto: Nibali araña ocho segundos a Contador (AS)

HTC cumple los pronósticos en Turín y viste a Pinotti de rosa (Marca)

Pinotti, primer líder del Giro (El Mundo Deportivo)

Pinotti en rose pour lancer le Giro de l’unité italienne (Le Soir)

HTC-Highroad survole le chrono par équipes, Pinotti premier leader (Sud Presse)

Alberto Contador favori malgré lui (L’Avenir)

Omega Pharma-Lotto knap vierde in ploegentijdrit Giro (De Standaard)

Marco Pinotti pour une fête aux couleurs italiennes (La Dernière Heure/Les Sports)

HTC wint ploegentijdrit, Omega Pharma-Lotto knap vierde (Het Nieuwsblad)

HTC pakt eerste roze in Giro (De Telegraaf)

Two Cyclists Draw the Spotlight at Giro (The New York Times)

Alberto Contador is Giro favorite despite doping probe (USA Today)

Pinotti in pink as HTC win time-trial (Herald Sun)

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Garda Bike: mi ha sorpreso in positivo la Lampre e sono felice per Pinotti (almeno per ora)

Hotdogbr: Distacchi minimi ma era abbastanza prevedibile un po’ per la brevità della prova e un po’ perchè le squadre degli uomini di classifica erano tutte di livello analogo ovvero combatte ma senza superspecialisti a differenza dell’HTC che non a caso ha fatto la differenza, bene la Lampre mentre hanno perso qualcosa in più Katusha e Geox che però sono le due squadre più forti in salita, forse la delusione maggiore è stata l’Astana

Vavass: Grande Pinotti…ing. bergamasco!
Scusate, ma siamo compaesani e quindi io sono decisamente “di parte”..

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

BIANCO, ROSSO E VERDE

Rubrica semiseria sul Giro 2011, a cura di N@po che giornalmente assegnerà le maglie secondarie ai protagonisti della corsa rosa.

Maglia Bianca: Igor Anton, se il buongiorno si vede dal mattino…
Maglia rossa: Va bene che sono l’Acqua e Sapone… ma farsi centrifugare da una rotonda….
Maglia verde: Pinotti… un sempreverde…

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Alba – Parma

Alba: poco nuvoloso, 19,8°C (percepiti 21°C causa vento), venti deboli da S (5-8 Km/h), umidità al 55%
Alessandria (Km 61,4): cielo sereno, 22,5°C (percepiti 24°C causa vento), venti deboli da SSW (8 Km/h), umidità al 48%
Casteggio – rifornimento (Km 109,1): cielo sereno, 24°C (percepiti 25°C causa vento), venti deboli da SW (9 – 11 Km/h), umidità al 43%
Piacenza (Km 157,1): cielo sereno, 25,2°C (percepiti 27°C causa vento), venti deboli da W (8 Km/h), umidità al 42%
Salsomaggiore Terme – T.V. (Km 202,6): cielo sereno, 24,6°C (percepiti 26°C causa vento), venti deboli da WNW (4 Km/h), umidità al 44%
Parma: cielo sereno, 25,1°C (percepiti 27°C causa vento), venti deboli da WNW (4 Km/h), umidità al 46%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Anche quest’anno spazio agli strafalcioni dei telecronisti

Sgarbozza 1: “Corridori capace di tirare rapporti lunghissimi”
Sgarbozza 2 con bis: “La Sax Bank” (due volte, detto e scritto sulla lavagna)
Sgarbozza 3: “I fratelli Sleck
Pasqualin: “Repressione alla lotta al doping” (Ma come!!!!)
Bartoletti: “Rete 3”
Cassani: “La stazione cronometrata” (per definire il luogo dove vengono presi i tempi dei corridori…. o i ritardi dei treni?)
Magrini (Eurosport): “Peccato che un uomo Katusha ha da inseguire subito alla partenza, è un bel problema per la squadra di Di Luca e Rodriguez” (l’uomo che ha avuto il problema tecnico era dell’Astana)
Aiello (Eurosport): “Rujano che arrivò 2° nel 2005 (fu invece terzo), corridore di 31 anni (ne ha 29)”
Televideo Rai: Popovic (Popovych)

I TITOLI DELL’UNITA’

Ecco come l’Unità presentò ai propri lettori le gesta dei partecipanti al Giro del Centenario dell’Unità (1961). Altimetrie e grafice dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessi selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)

TREMENDO INIZIO DEL GIRO D’ITALIA
Baldini costretto al ritiro
Anche Hoevenaers e Domenicali, all’ospedale per cadute, hanno dato forfait – Massignan e Battistini in ritardo per avvelenamento da cibi guasti – Il guizzo di Poblet – Oggi si va a Sanremo

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07-05-2011

maggio 8, 2011 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

La formazione statunitense HTC-Highroad si è imposta nella prima tappa, cronometro a squadre Venaria Reale – Torino, percorrendo 19,3 Km in 20′59″, alla media di 55,186 Km/h. Ha preceduto di 18″ la statunitense Team RadioShack e di 22″ l’italiana Liquigas-Cannondale. L’italiano Marco Pinotti (HTC-Highroad) è il primo leader della classifica, con lo stesso tempo del danese Ytting Bak e del bielorusso Sivtsov.

4 JOURS DE DUNKERQUE

Il francese Thomas Voeckler (Team Europcar) si è imposto nella quarta tappa, Hazebrouck – Cassel , percorrendo 189,6 Km in 4h52′50″, alla media di 38,848 Km/h. Ha preceduto di 1′43″ il francese Pichon e il ceco Stybar. Miglior italiano Marcello Pavarin (Vacansoleil-DCM Pro Cycling Team), 25° a 2′05″. Voeckler è il nuovo leader della corsa, con 1′50″ su Pichon e 1′52″ su Stybar. Miglior italiano italiano Pavarin, 21° a 2′45″.

GIRO DELLA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA

L’ italiano Consolato Panto’ (Gragnano Sporting Club) si è imposto nella quarta ed ultima tappa*, Arta Terme – Osoppo, percorrendo 156,6 Km in 3h57′44″, alla media di 39,523 Km/h. Ha preceduto adi 5″ il francese Domont e di 12″ il tedesco Kern. In classifica si impone l’italiano Matteo Busato (Zalf Désirée Fior), con 1″ su Pantò e 11″ su Domont.
*L’ultima tappa avrebbe duvuto essere quella successiva (San Daniele del Friuli – Gorizia), prevista per l’8 maggio e annullata a causa di alcuni nulla osta negati.

FIVE RINGS OF MOSCOW
Il russo Alexander Serebryakov si è imposto nella seconda tappa, circuito di Mosca, percorrendo 120 Km in 3h04′42″, alla media di 38,982 Km/h. Ha preceduto allo sprint i tedeschi Schweizer e Janorschke. Il russo Sergey Firsanov (Itera – Katusha) ha conservato la testa della corsa, con 23″ sul serbo Stevic e 50″ sul russo Solomennikov.

SZLAKIEM GRODÒW PIASTOWSKICH (Polonia)
Due tappe disputate nel secondo giorno di gara.
Il mattino, lo sloveno Robert Vrecer (Perutnina Ptuj si è imposto nella seconda tappa, circuito a cronometro di Polkowice, percorrendo 26,7 Km in 33′26″, alla media di 47,916 Km/h. Ha preceduto di 37″ il connazionale Gazvoda e di 38″ il polacco Bodnar, con gli stessi distacchi preveduti dallo sloveno in classifica generale.
Il pomeriggio, il tedesco Timo Thömel (Team NSP) si è imposto nella terza tappa, cronometro di Lubin, percorrendo 72,3 Km in 1h41′49″, alla media di 42,606 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Baumann e il polacco Stepniak. 14° l’italiano Cesare Benedetti (Team NetApp). Invariate posizioni e distacchi nei primi tre piani della classifica.

RONDE VAN OVERIJSSEL
L’olandese Haan Wouter (Ruiter Dakkapellen Wielerteam) si è imposto nella corsa olandese, percorrendo 201,7 Km in 4h55′55″, alla media di 40,896 Km/h. Ha preceduto di 1″ il connazionale Asselman e il ceco Hunal.

VUELTA A LA COMUNIDAD DE MADRID
Due tappe disputate nel primo giorno di gara.
Il mattino, lo spagnolo Jonathan Castroviejo Nicolas (Euskaltel-Euskadi) si è imposto nella prima tappa, circuito a cronometro della Casa de Campo (Madrid), percorrendo 7,8 Km in 10′11″, alla media di 45,957 Km/h. Ha preceduto di 11″ il portoghese Faria Da Costa e di 12″ il tedesco Schumacher. Miglior italiano Davide Rebellin (Miche – Guerciotti), 9° a 24″.
Il pomeriggio, lo spagnolo Enrique Sanz (Movistar Team) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Coslada, percorrendo 84,8 Km in 1h52′45″, alla media di 45,126 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Lobato Del Valle e Fernandez. Miglior italiano Fabio Felline (Geox-TMC), 5°. Invariate le prime posizioni della classifica.

CHALLENGE DU PRINCE – TROPHÉE DE L’ANNIVERSAIRE
L’ucraino Volodymyr Bileka (Amore & Vita) si è imposto nella corsa marocchina. Ha preceduto allo sprint il marocchino Chaoufi e l’algerino Reguigui.

PINOTTI PRIMO SOVRANO DEL GIRO DELL’ITALIA UNITA

maggio 7, 2011 by Redazione  
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Non poteva iniziare in modo migliore il Giro dedicato al 150° anniversario dell’unificazione nazionale. Ed, essendo la prima frazione una cronometro, non poteve che essere la nostra bandiera di specialità il primo uomo ad avere l’onore d’indossare la maglia rosa variegata tricolore: è Marco Pinotti, primo corridore della HTC a tagliare il traguardo di Torino, ha indossare le insegne del primato, quale primo sovrano del Giro.

Foto copertina: fasciato del tricolore (ancora per poco), Marco Pinotti taglia in testa il traguardo della cronosquadre per la HTC (foto De Socio)

Al Giro dedicato al 150mo anniversario dell’Unità d’Italia non poteva mancare un italiano in rosa fin da subito. Ed infatti la cronosquadre d’apertura, vinta con una bella prova corale da parte degli uomini HTC Highroad consegna la prima maglia rosa a Marco Pinotti. Tra i favoriti della vigilia, insieme a Garmin e Liquigas, gli uomini di Valerio Piva, a differenza di altre squadre, sono stati ben allineati già dalla discesa della pedana di partenza. Dettagli che in una prova contro il tempo fanno la differenza. Ad iniziare la cronosquadre è toccato ai belgi dell’Omega Pharma-Lotto che, partiti alle 15.50, hanno fatto registrare il primo rilevamento cronometrico ufficiale, posto dopo 9,1 Km, con il tempo di 10’04”. All’arrivo, dopo 19,3 Km totali, hanno fermato il cronometro ai 21′21” alla media di 54,23 Km/h. L’ intertempo sarà migliorato per la prima volta soltanto di 2” dalla Rabobank, ottava squadra partita, ma seconda all’arrivo con 4” di ritardo dall’Omega. Fanno peggio l’Acqua&Sapone di Garzelli, la Katusha di Joaquim Rodriguez e l’Astana di Roman Kreuziger con un ritardo rispettivamente di 45”, 42” e 28” dai belgi. Il tempo dell’Omega resiste anche al passaggio degli uomini Sky, al traguardo con 15” di ritardo, nonostante a metà gara avessero il loro stesso intertempo. Stesso identico discorso per le sorti dell’attesissima Saxo Bank di Alberto Contador, a testimonianza quindi della gran bella prova dell’Omega. Ma ecco entrare di scena gli Htc. Grazie alle poderose pedalate di Pinotti e Rabon, ed un’intesa perfetta con gli altri compagni di squadra, riescono a ridurre, dopo soli 9,1Km, l’intertempo dell’Omega di ben 14” ed all’arrivo il loro tempo sarà di 21′00” ad una velocità media di poco superiore al 55 Km/h. Intanto arriva al traguardo la Geox di Denis Menchov con 31” di ritardo e poco dopo la Saxo, sempre indietro, seppur di poco, con uno svantaggio di 8”. Parte la Garmin e subito dopo la Liquigas ed entrambe già all’intertempo sono in ritardo, questa volta dagli HTC, rispettivamente di 9” e 11”. Arrivano intanto al traguardo Garmin e Liquigas con il ritardo rispettivamente di 24” e 22”, (buon per Nibali, che già guadagna 8” da Contador), dalla maglia rosa virtuale Pinotti, primo degli HTC ad aver tagliato il traguardo. Ottima anche la prova dei Lampre di Scarponi, in ottica classifica generale, con 2” meglio dei Saxo di Contador. L’unica squadra rimasta a poter impensierire gli Htc è la RadioShack di Machado e Popovych, forte nelle prove contro il tempo ma che però deve accontentarsi della seconda posizione sia all’intertempo, 8” il loro ritardo, sia all’arrivo con 10”. Prima Htc, seconda RadioShack, terza Liquigas per il primo podio di un Giro d’Italia tutto ancora da gustare!

Antonio Scarfone

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GIGANTE VOECKLER, TAPPA, MAGLIA (E CORSA?)

maggio 7, 2011 by Redazione  
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Il campione francese si impone con un numero pazzesco nella quarta frazione della quattro giorni di Dunkerque. Partendo ad una tornata dal termine del circuito finale, Voeckler, taglia il traguardo con 1′43” su Pichon e il gruppetto giunto alle sue spalle. Ora è primo in generale e anche nella Europe Continental Tour.

Foto copertina: l’arrivo solitario di Voeckler (www.cyclismactu.net)

Cento-ottantanove chilometri totali, gli ultimi centotrenta lungo un circuito da ripetere nove volte che presentava la salita del Mont Cassel: questa è la tappa regina della Quattro giorni di Dunkerque edizione 2011 la tappa dalla quale ci si attendeva di più e, infatti, non ha deluso le aspettative.
Fin dai primi chilometri diversi scatti hanno animato la corsa, il gruppo ben presto si è trovato spezzettato in tanti piccoli plotoncini di poco distanziati tra loro. In testa il trio composto da Nys, De Weert e Van Leijen, poco dietro dieci unità tra le quali spiccava il campione francese Voeckler, dato in grande forma prima della partenza quando dichiarava che avrebbe corso senza pressioni in quanto “provato dal Giro del Trentino”, oggi più che provato sembrava lanciato dalle sei vittorie stagionali che di certo non gli hanno tolto freschezza.
E’ proprio il francese infatti che, a un giro dal termine quando i dieci erano rientrati sui battistrada e i primi inseguitori viaggiavano ad appena 30”, ha deciso di far saltare il banco. A meno di quindici chilometri dal traguardo di Cassel, dopo averne percorsi 175 la maggior parte dei quali in fuga, lancia un attacco micidiale al quale nessuno riesce a rispondere, dietro rimangono in sette a inseguirlo ma non c’è niente da fare, il suo vantaggio aumenta e sotto il traguardo il cronometro dice 1′43” di vantaggio su Pichon che regola il gruppetto inseguitore, Stybar giunge terzo davanti a Fedrigo e Hupont.
Ora il francese della Europcar comanda la classifica generale e la tappa di domani sarà appena più di una formalità. Con questa vittoria inoltra il campione di Francia passa in testa al Continental Europe Tour grazie alle sette vittorie stagionali.

Andrea Mastrangelo

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