PARIGI-NIZZA, DE GENDT PRIMO LEADER

marzo 7, 2011 by Redazione  
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Il belga, evaso ad una quarantina di chilometri dal traguardo in compagnia di Roy e Voigt, resiste per una manciata di metri al ritorno del plotone e conquista la prima tappa della Parigi – Nizza 2011, impossessandosi al contempo della maglia gialla di capoclassifica. Piazza d’onore per Roy, mentre Voigt è stato scavalcato nel finale dalla rimonta di Haussler e Sagan.

Foto copertina: Thomas De Gendt taglia a braccia alzate il traguardo di Houdan (foto Bettini)

Si apre nel segno dello spettacolo la 69a edizione della Parigi-Nizza. A spuntarla è stato il 24enne belga Thomas De Gendt (Vacansoleil) che è andato in fuga a 40 km dal traguardo di Houdan insieme a Roy (FDJ) e Voigt (Leopard) e ha superato allo sprint il francese resistendo al ritorno del gruppo arrivato nella loro scia negli ultimi metri e regolato da Haussler (Garmin).
Come da tradizione la Corsa del Sole presenta al via un parterre de roi: i due principali favoriti per la classifica generale sembrano essere il vincitore del 2009 e 2° nel 2010 Luis Leon Sanchez (Rabobank) e il tedesco Tony Martin (HTC) che dovranno vedersela con Hesjedal (Garmin), Wiggins e Rogers (Sky), Roche (AG2R), Van den Broeck (Omega Pharma), Vinokourov e Kreuziger (Astana), Brajkovic (Radioshack), Frank Schleck (Leopard) e Samuel Sanchez (Euskaltel); a caccia di successi parziali andranno invece tra gli altri Haussler (Garmin), Goss (HTC), Gerrans (Sky), Fedrigo e Casar (FDJ), Devolder (Vacansoleil), Sagan (Liquigas), Moncoutiè (Cofidis), Weylandt (Leopard), Chavanel (Quick Step), Voeckler (Europcar), Bole e Spilak (Lampre). L’Italia punterà le sue chances su Carrara (Vacansoleil), Capecchi e Ponzi (Liquigas), Gavazzi e Ulissi (Lampre).
La prima tappa, 154,5 km sostanzialmente pianeggianti da Houdan a Houdan, è sembrata a lungo la classica frazione soporifera con una fuga da lontano nata in avvio, ad opera in questo caso del francese Gaudin (Europcar) e del basco Izagirre (Euskaltel) e il gruppo a inseguire senza dannarsi l’anima; la corsa si è però improvvisamente accesa a 40 km dalla conclusione subito dopo che i due fuggitivi, che avevano acquisito un vantaggio massimo di 8′15”, sono stati ripresi. A lanciare l’attacco che si rivelerà decisivo sono stati il 39enne tedesco Jens Voigt (Leopard), da sempre a suo agio sulle strade della Parigi-Nizza, il belga Thomas De Gendt (Vacansolei) e il francese Jeremy Roy (FDJ) mentre dietro complice il vento laterale il gruppo si è spezzato in tre tronconi e Martin (HTC) e Brajkovic (Radioshack) hanno passato un brutto quarto d’ora ritrovandosi nel secondo troncone e riuscendo a rientrare solo dopo aver inseguito per diversi km con le rispettive squadre; il gruppo si è ricompattato quasi per intero e a farne le spese sono stati solo Moncoutiè (Cofidis) e Uran (Sky) giunti al traguardo con 8′33” di ritardo.
Nonostante la bagarre dietro i tre battistrada hanno proseguito ad altissima andatura grazie soprattutto alle trenate di Voigt e malgrado il lavoro di Movistar e Liquigas il gruppo è riuscito solo ad agganciarli negli ultimi metri quando era ormai troppo tardi; sul rettilineo finale in leggera ascesa De Gendt ha avuto la meglio con grande facilità su Roy mentre subito dietro Haussler (Garmin), che può forse rimproverare ai suoi compagni il fatto di non aver collaborato all’inseguimento nel finale, ha vinto la volata del gruppo davanti a Sagan (Liquigas) ed Henderson (Sky) mentre un esausto Voigt ha mollato e ha dovuto accontentarsi del 6° posto. Chiudono la top ten Weylandt (Leopard), Wyss (BMC), Feillu (Vacansoleil) e Steegmans (Quick Step) mentre il migliore degli azzurri è stato Gavazzi (Lampre) giunto 17°.
In classifica generale De Gendt guida grazie agli abbuoni con 6” su Roy, 9 su Haussler, 10 su Gaudin, 11 su Voigt, 12 su Haussler e 13 su Sagan e su tutti i principali pretendenti al successo finale. La seconda tappa, 199 km pianeggianti da Montfort L’Amaury ad Amilly, vedrà ancora favoriti i velocisti sempre che non si facciano sorprendere come è accaduto a Houdan.

Marco Salonna

SERGENT CONQUISTA LA 3 GIORNI DELLE FIANDRE OCCIDENTALI

marzo 7, 2011 by Redazione  
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Il neozelandese, dopo aver indossato la maglia di leader al termine del prologo, ha resistito nelle due successive frazioni ai numerosi attacchi, favoriti da altimetrie nervose e vento, conservando il primato sino al termine della tre-giorni belga. Le due tappe in linea sono andate al tedesco Degenkolb e al veterano belga Eeckhout.

Foto copertina: Jesse Sergent viene premiato per il successo finale alla Driedaagse Van West-Vlaanderen (foto ispaphoto.com)

Con la vittoria nel Prologo di Venerdì scorso da parte del neozelandese Jesse Sergent davanti ai compagni di squadra Rosseler e Kwiatkowski, era iniziata la 3 giorni delle Fiandre Occidentali.
Ma nonostante le rimanenti due tappe disputate nei giorni del primo weekend di Marzo la situazione nei primi posti della “Generale” non sono cambiati.
Sabato si è avuto la vittoria in volata del tedesco John Degenkolb (HTC-Highroad) davanti all’altro tedesco Robert Wagner (Leopard Trek) e al belga Jens Keukeleire (Cofidis, Le Credit En Ligne), dopo una tappa nervosa, caratterizzata anche dai molteplici attacchi, motivati anche dai minimi distacchi tra i ciclisti dovuti alla crono del giorno prima.
Il primo degli italiani è stato Francesco Chicchi (Quickstep Cycling Team) settimo.
La domenica invece grazie ad un tentativo ambizioso di una ventina di corridori durato ben 175 km la vittoria di tappa è andata al quarantenne belga Niko Eeckhout (An Post – Sean Kelly) che al fotofinish ha avuto la meglio sul francese Jimmy Casper (Saur – Sojasun) e sul canadese Dominique Rollin (FDJ)
A causa del vento nel plotone dei coraggiosi erano presenti anche i primi tre della generale, con il duplice intento di limitare i danni a causa del vento fastidioso che flagellava il plotone e di “neutralizzare” la corsa impedendo agli inseguitori di impensierire la loro posizione.
Obbiettivi raggiunti raggiungendo il traguardo di Ichtegem per salire sul podio e portare la maglia della RadioShack sui tre gradini del podio.

Mario Prato

DOPPIO-TRIPLO CONTADOR: IL MURCIA E’ SUO

marzo 7, 2011 by Redazione  
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Lo spagnolo replica il successo di ieri e lo corona con la classifica generale della tre giorni murciana. Niente da fare per Coppel e Menchov che si scambiano le posizioni d’arrivo, ma si devono comunque accontentare delle briciole.

Foto copertina: Alberto Contador sulla via del secondo successo consecutivo alla Vuelta a Murcia (foto Rafa Gòmez)

La cronometro incorona Contador che fa doppietta, anzi tripletta poichè si porta a casa anche la generale incrementando il piccolo vantaggio di ieri. Sul podio si muove poco, primi tre di tappa e in generale sono lo spagnolo, Coppel e Menchov che si devono accontentare delle posizioni d’onore, impotenti contro lo scudiero di Rijs.
Buone le prove di Dowsett e Kyriyenka, ma soprattutto quella di Boaro: i tre giungono a meno di 30″ dal vincitore sul percorso di dodici chilometri e mezzo. L’italiano riesci a mettersi alle spalle due mostri sacri come Vandevelde e Zabriskie che chiudono appena al di là del muro del mezzo minuto, una grande soddisfazione per il nostro portacolori.
In generale invece dietro ai primi tre il vuoto, un minuto e mezzo infatti divide il podio dal quarto classificato Poels, l’unico assieme a Duarte a pagare meno di 2′ al vincitore.
Evidentemente gara a senso unico in terra spagnola con poche sorprese e poco spettacolo, ma soprattutto pochi pretendenti alla vittoria!

Andrea Mastrangelo

ACUTO DI CONTADOR SULL’ALTO DE COLLADO BERMEJO

marzo 5, 2011 by Redazione  
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Lo spagnolo, al rientro dopo la sospensione per la positività al clenbuterolo, conquista la prima vittoria stagionale per se e per la sua squadra. L’atleta della Saxo Bank se ne va sull’ultima salita conquistando la tappa più importante della Vuelta a Murcia su Mechov e Coppel.

Foto copertina: Alberto Contador impegnato sulle strade della Vuelta a Murcia. Oggi il madrileno ha colto il primo successo in maglia Saxo Bank (foto Rafael Alonso)

La tappa più impegnativa, più importante e forse anche decisiva della tre giorni di Murcia se la aggiudica Contador. Lo spagnolo della Saxo Bank, alla seconda corsa stagionale dopo la sospensione per presunto doping, conquista la sua prima vittoria della stagione che coincide anche con la prima vittoria della squadra diretta da Bijarne Rijs.
Contador se n’è andato nell’ultima salita della tappa odierna, tra l’altro ridotta di quasi venti chilometri rispetto al tracciato originale, lasciando la compagnia lungo l’Alto de Collado Bermejo. Hanno provato a seguirlo Menchov e Coppel, ma lo spagnolo è stato troppo forte per loro che alla fine hanno dovuto pagare circa 5”. Più indietro si sono piazzati Duarte, Poels e Geniez che arrivano con un ritardo inferiore al minuto. Per tutti gli altri la corsa murciana può già definirsi chiusa, visto che lo scudiero di Rijs difficilmente domani lascerà per strada più di trenta secondi nella tappa contro il tempo, e francamente ci sentiamo di dire che il solo Menchov ha qualche possibilità di impensierirlo.
Durante la giornata molti sono stati i tentativi da segnalare. Dapprima Roldan e Frohlinger ci hanno provato da lontano. Ripresi dal gruppo tirato dagli uomini Euskaltel ci ha poi provato il basco Izaguirre seguito dal transalpino Mangel, ma anche per loro non c’è stato nulla da fare e il gruppo ha richiuso sui fuggitivi grazie all’apporto del neonato team Geox. Da qui in poi è storia nota con Contador che si lascia alle spalle tutto il plotone che giunge al traguardo sfilacciato, nota dolente gli italiani che latitano dai primi posti e difficilmente domani sarà la giornata del riscatto.

Andrea Mastrangelo

MATTHEWS VOLA AL MURCIA

marzo 5, 2011 by Redazione  
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Nella prima tappa di questa Vuelta a Murcia Matthews si impone in una volata emozionante a causa di attacchi e cadute, alle sue spalle si piazzano Downing e Appollonio entrambi portacolori del Team Sky. Per la Rabobank si tratta dell’undicesimo successo del 2011, per Matthews il secondo al primo anno da pro.

Foto copertina: Matthews celebra il trionfo nella frazione d’apertura della Vuelta a Murcia (foto Roberto Bettini)

Se il buongiorno di vede dal mattino questa stagione per la Rabobank potrebbe essere davvero ricca di successi. In questa prima parte di stagione il team olandese ha già collezionato ben undici vittorie, e tra queste due sono dell’astro nascente Matthews, un altro che, se dovesse aver seguiro il succitato detto, potrà togliersi grandi soddisfazioni dopo due vittorie in poco più di un mese da prof.
L’australiano è riuscito quest’oggi a sfruttare a dovere un finale movimentato che ai meno tre vedeva partire Valls, Perez e Jones nel tratto in discesa che portava fino all’ultimo chilometro. La sua squadra si è però fatta in quattro, e alla luce del risultato a ragion veduta, per richiudere sull’ultimo superstite del trio proprio sotto la flame rouge. A quel punto ci ha pensato una caduta a scombussolare ancora il gruppo che è giunto al traguardo pressochè compatto con Matthews battendo in maniera abbastanza evidente il duo Sky Downing-Appollonio, altro corridore che in questo primo scorcio di stagione ha fatto davvero bene: nonostante non sia ancora riuscito a portare a casa una vittoria può vantare un buon numero di piazzamenti nei primi cinque e soprattutto nei primi tre.
Vale la pena certamente di scrivere due righe per lo sforzo di Verona, Lechuga, Mangel, Timmer, Keizer e Alcaraz che fin dai primi chilometri sono andati in avanscoperta protraendo la loro azione fino ai meno dieci quando, sotto il ritmo imposto dal team Sky e soprattutto dalla Rabobank, il gruppo è rinvenuto su di loro.

Andrea Mastrangelo

GILBERT, UN CAMPIONE CHE VINCE ANCHE QUANDO VA IN BIANCO

marzo 5, 2011 by Redazione  
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Il belga conquista la Montepaschi Strade Bianche grazie ad una sparata all’ultimo chilometro, bruciando Alessandro Ballan, 2°, Damiano Cunego, 3°, e gli altri componenti del drappello di una ventina di uomini giunto a giocarsi la gara all’ultimo chilometro. 4° posto per il sorprendente sloveno Jure Kocjan. Al di sotto delle attese la prova di Fabian Cancellara, mai davvero protagonista in una gara che ha avuto in Van Avermaet e O’Grady i suoi principali animatori.

Foto copertina: Philippe Gilbert taglia a braccia alzate il traguardo di Piazza del Campo (foto Roberto Bettini)

Forse tra un mese saremo totalmente smentiti dall’ennesima prova di forza sulle pietre di Fiandre e Roubaix, ma, se la Strade Bianche 2011 può essere considerata un test affidabile in vista della campagna delle classiche di primavera che si aprirà fra poche settimane, potrebbe non essere utopia immaginare per quest’anno contese più aperte rispetto a dodici mesi fa, quando Fabian Cancellara divorò la concorrenza tanto in casa di Tom Boonen quanto nell’Inferno del Nord. Lo svizzero, grande favorito della vigilia, ha infatti deluso nella corsa che lo vide trionfatore tre anni fa, quando la grande prova sugli sterrati toscani fu il preludio ad un’inarrestabile serie di successi durata per tutto il mese di marzo, proseguita con la Tirreno – Adriatico e conclusasi con l’assolo sanremese. Mai davvero protagonista, mai all’attacco, fuori dalla lotta – se di lotta si può parlare – per il successo nell’ultimo chilometro, quando un gruppetto assai più folto di quanto preventivato si è presentato compatto a giocarsi una delle poche classiche davvero senza cloni nel calendario. Un elemento di speranza per Boonen, Hushovd, Ballan, Pozzato e compagnia, benché l’imbarazzante superiorità dimostrata nell’aprile scorso dall’elvetico obblighi comunque a considerarlo tuttora il naturale favorito sul pavé.
La forma non ancora ottimale di Cancellara non ha comunque privato l’Eroica di un vincitore di assoluto prestigio, giacché lo spazio bianco nell’albo d’oro che si pensava potesse essere colmato dal nome del bernese ospiterà invece quello di Philippe Gilbert, che, a poche settimane dalla Sanremo, pare avere tutta l’intenzione di riprendere nel 2011 da dove aveva lasciato nel 2010, con il trionfo in solitaria al Lombardia. A dispetto di quanto ci eravamo abituati a vedere negli ultimi mesi della passata stagione, questa volta il vallone ha scelto una condotta di gara piuttosto accorta, nascondendosi in sostanza fino al triangolo rosso, quando, sull’ultima rampa di giornata, ha innescato una progressione che neppure un Alessandro Ballan che lascia ben sperare in chiave pavé e soprattutto un Damiano Cunego straordinariamente pimpante sono stati in grado di fronteggiare. I due italiani si sono dovuti accontentare di chiudere ad una manciata di metri dal vincitore, con il campione del mondo di Varese 2008 ad imporsi nel duello veneto per la piazza d’onore, mentre il resto del gruppetto di testa, ulteriormente distanziato, è stato regolato dal sorprendente Jure Kocjan, 26enne sloveno del Team Type 1, quest’anno già 2° al Gran Premio dell’Insubria.
Il numero insolitamente cospicuo di atleti giunti a giocarsi il successo agli ultimi 1000 metri non deve comunque trarre in inganno circa il tasso di combattività della gara. La battaglia, avviata da De Marchi e Posthuma già nei chilometri iniziali, si è fatta calda sin dal chilometro 43, allorché un gruppo di dieci atleti (Ermeti, Rocchetti, Kohler, Brandle, Ricci Bitti, Longo Borghini, Velits, Peterson, Van Avermaet e O’Grady) è evaso, costruendo, in compagnia di Hansen e Sinkewitz, ricongiuntisi in un secondo momento, un margine giunto anche attorno alla soglia dei 3’. E quando il plotone è parso poter ricucire con relativo agio, riportandosi in pochi chilometri attorno al minuto di distacco, i due maggiori calibri presenti fra i battistrada, O’Grady e Van Avermaet, hanno lanciato un contrattacco che pareva destinato a vita brevissima, e che si è invece protratto fino a 12 km dalla linea bianca, quando i due si sono arresi al ritorno del drappello di venti di cui si è già più volte detto.
Un drappello nel quale Damiano Cunego si è segnalato quale atleta più attivo, confermando le incoraggianti prestazioni del Giro di Sardegna, ma non riuscendo poi a contrastare nel finale lo strapotere di un Gilbert che già si candida come possibile principe delle Ardenne (e di Sanremo) 2011. Per avere un’idea più precisa di cosa potrebbe attenderci alla Sanremo, e più avanti in Belgio e Olanda, basterà attendere una decina di giorni, quando Tirreno – Adriatco e Parigi – Nizza avranno fornito informazioni utili sulle condizioni di tutti o quasi i possibili protagonisti.

Matteo Novarini

PROLOGO 3-DAAGSE VAN WEST-VLAANDEREN: SERGENT PRIMO LEADER

marzo 5, 2011 by Redazione  
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Il giovane della Radioshack si impone nel prologo della corsa belga a Middelkerke, issandosi in cima ad un ordine d’arrivo monopolizzato dalla formazione statunitense. Roesseler e Bewley completano un podio tutto rossonero. Sergent sarà chiamato a difendere la maglia lungo i 175 km estremamente nervosi della Brugge – Kotrijk-Bellegem.

Foto copertina: Jesse Sergent celebra il primo successo stagionale (foto ispaphoto.com)

Sono bastati solo 8’ e 14” al neozelandese Jesse Sergent per conquistare la sua prima vittoria tra i Pro e per essere il primo leader della breve corsa a tappe belga che fa da prologo agli appuntamenti futuri noti come “Campagna del Nord”.
Oggi a Middelkerke sul tracciato cittadino del Prologo gli uomini della RadioShack hanno dimostrato di essere, almeno per oggi, un gradino sopra tutti gli altri, oltre al già citato Sergent vincitore di giornata, si sono classificati 2° e 3° a 10” il belga Rosseler e il neozelandese Bewley, 5° il polacco Kwiatkowski e 7° lo spagnolo Oliveira, solo per rimanere alle primissime posizioni. Nello strapotere della formazione statunitense solamente Svein Tuft (SpiderTech Powered By C10), 4° e Patrick Gretsch (HTC-Highroad) 6°, hanno difeso l’onore del “Resto del Mondo”
Tra i 198 atleti impegnati è presente anche una sparuta pattuglia italiana. Il migliore di giornata è stato Cesare Benedetti del Team Netapp che ha chiuso a 55” dal vincitore in 137a posizione. Un secondo di più lo ha impiegato invece Marcello Pavarin della Vacansoleil-DCM Pro Cycling Team e attestatosi in 144a posizione. Oltre il minuto di svantaggio si è invece posizionato Francesco Chicchi in maglia Quickstep Cycling Team che ha chiuso in 170a posizione a 1’08”.
Domani si disputerà la prima tappa la Brugge – Kortrijk-Bellegem di poco meno di 175km con sette asperità tipiche di questi luoghi, compresa quella che condurrà al traguardo di Bellegem.

Mario Prato

FREDDO, NEVE, PIOGGIA E UN RAGGIO DI SOLE

marzo 4, 2011 by Redazione  
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Attesa da tempo dopo parecchi piazzamenti, la vittoria del colombiano Serpa è stata il raggio di sole che ha riscaldato una freddissima edizione del Giro del Friuli, disputata in occasione dell’ultimo – così dicono gli esperti, dovrebbe presto arrivare la primavera – colpo di coda della stagione invernale. La gelida pioggerellina ha letteralmente decimato il gruppo e solo 28 dei 163 corridori che avevano preso il via da Pordenone hanno concluso la corsa, preferendo i “big” del gruppo ritirarsi per non incappare in malanni che avrebbero compromesso la partecipazioni alle prossime gare. Via la gatta, davanti i topi ballavano e la corsa esplodeva nel circuito di Gorizia, dove la corsa si decideva nella discesa verso il traguardo.

Foto copertina: Serpa primo sul traguardo di Gorizia (foto Riccardo Scanferla)

Il tempo era quello da classiche del nord con freddo, vento e tanta pioggia mista a nevischio ad attendere i 163 ciclisti in gara, solo 28 dei quali finiranno la corsa. Il raggio di sole che splende tra le nuvole ha un volto tutto caldo e solare, quello del colombiano Serpa Perez. Finalmente a segno, dopo ben 6 piazzamenti dall’inizio della stagione. E’ bellissimo vedere questo ragazzo alzare le braccia al cielo, dopo aver sorpreso un ostico Pavel Brutt, con un guizzo, subito dopo il triangolo dell’ultimo chilometro. Gianni Savio è qualche metro più in là del traguardo tra i fotografi, ad accogliere colui il quale si è conquistato, soprattutto su strada, i gradi di capitano dell’Androni. La corsa prevedeva un circuito da ripetere cinque volte con la salita di San Floriano del Collio, uno strappo secco di appena 2 Km ma con
una pendenza media vicina 8%. Dopo il forfait di Cunego e Visconti la corsa si accende al Km 35, quando provano una fuga 31 atleti. Il loro vantaggio all’inizio della salita di San Floriano è di 1′52″ sul gruppo, condotto da Acqua&Sapone e Bmc. Peggiorano nel frattempo le condizioni meteorologiche e, sotto una fitta pioggerellina mista a neve, molti nomi illustri, decidono di lasciare il plotone per salire in ammiraglia e così ritirarsi dalla corsa: tra di loro ci sono Basso, Di Luca, Evans ed il recente dominatore della Sardegna Sagan.
Fin dai primi giri del circuito di Gorizia si nota un pimpante Vila, primo a transitare
sul penultimo passaggio in cima a San Floriano. Ed è nell’ultima tornata che si decide la corsa, subito dopo la cima dell’unico GPM previsto. In discesa si avvantaggiano, su un ormai stanco Vila, Brutt e Serpa. I due riescono a racimolare 16″, quel tanto che basta per garantirsi di giocarsi la vittoria
nel Giro del Friuli. Poco dopo l’ultimo chilometro Serpa sopravanza la ruota del russo, è più veloce, e sa che la vittoria a questo punto non può toglierla nessuno.

Antonio Scarfone

03-03-2011

marzo 3, 2011 by Redazione  
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GIRO DEL FRIULI
Il colombiano Jose Rodolfo Serpa Perez (Androni Giocattoli) si è imposto nella corsa friulana, percorrendo 187,1 Km in 4h47′20″, alla media di 39,069 . Ha preceduto allo sprint il russo Brutt e di 5″ il danese Sörensen. Miglior italiano Matteo Tosatto (Saxo Bank Sungard), 8° a 25″.

SALITE FACILI, TANTA CRONO MA….

marzo 3, 2011 by Redazione  
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Non c’è più neanche l’arcigno arrivo sul Causse de Mende e, in sua vece, vedremo una lungo cronometro individuale, da affrontarsi su una distanza inusuale per la stagione. Vittoria in tasca per i passisti che si schiereranno al via della 69° Parigi-Nizza? Probabile ma non impossibile. Le salite previste saranno quasi tutte facili ma proposte in maniera massiccia, tanti saliscendi ogni giorno e su percorsi così serrati sarà difficilissimo controllare la corsa e, contemporaneamente, facilissimo cadere vittima d’imboscate o d’improvvise crisi. E poi, la stessa prova contro il tempo presenterà un tracciato “double-face”, con una prima parte scorrevole e un’altra più delicata…. Una Parigi-Nizza che si annuncia indecifrabile, da seguire giorno per giorno.

Foto copertina: uno scorcio del Col de la Mûre, la salita più difficile che sarà affrontata nella Parigi-Nizza. Lassù le pendenze arrivano fino al 12% (doriancyclisme.canalblog.com)

Per maggior informazioni sui percorsi delle tappe e sulla lista partenti vi rimandiano al sito ufficiale della corsa, http://www.letour.fr/indexPNC_fr.html

Iniziata l’anno scorso con la riduzione delle tappe di montagna, è proseguita nel 2011 l’operazione di “restyling” della Parigi-Nizza, attuata quest’anno dagli uomini ASO sbarazzandosi anche delle ascese più impegnative e sostituendole con una lunga cronometro indivuduale e con frazioni più collinose che montagnose ma che, se affrontate col piglio giusto, potrebbero dare alla corsa una condotta più effervescente del previsto. I grandi passisti, dunque, potrebbero non trovare troppo giovamento dai 27 Km della tappa di Aix-en-Provence, tra l’altro non totalmente scorrevoli, anche se saranno loro i naturali favoriti per il successo finale. I corridori più scalatori dovranno invece, coadiuvati dalle eventuali alleanze di corsa, rendere la gara dura nelle frazioni più frastagliate e magari tentare un colpo nel finale della tappa di Vernoux-en-Vivarais, la più impegnativa tra quelle in linea, se vorranno tentare di lasciare il segno e mettere in croce gli avversari meglio attrezzati per le gare contro il tempo. Tra questi ultimi, si segnala la presenza del britannico Bradley Wiggins, dell’australiano Rogers e del tedesco Martin, fresco vincitore della Volta ao Algarve grazie alle prestazioni a cronometro, tutti pronti ad approfittare della mancanza dell’elvetico Cancellara, il re delle cronometro d’inizio XXI secolo, che negli stessi giorni sarà impegnato nella parallela Tirreno-Adriatico.

1a TAPPA: HOUDAN – HOUDAN (154,5 Km)

La prima operazione del maquillage al quale è stata sottoposta la “Course au soleil” ha comportato l’asportazione del classico cronoprologo d’avvio, che sarà sostituito da una tappa in circuito di media distanza. Si correrà attorno alla cittadina di Houdan, comune dell’Île-de-France situato 65 Km a ovest della capitale francese, che oramai da parecchie edizioni non è più luogo di partenza per evitare d’intasarne il traffico. L’atto d’apertura sarà una frazione facile, adatta ai velocisti ai quali sono state riservate le sole prime due giornate di gara. Il tracciato si articolerà su due circuiti, uno di un’ottantina di chilometri da ripetere una sola volta e poi tre tornate più brevi, di circa 25 Km cadauna. Non ci sarà, però, la possibilità di prendere le misure del rettilineo d’arrivo, poiché l’ultimo chilometro sarà totalmente estraneo al tracciato dei circuiti. Grosse difficoltà altimetriche non se ne incontreranno, anche se saranno inevitabili i continui beccheggii della “pianura” francese. L’ostacolo più impegnativo sarà la Côte de Septeuil, modesto GPM di terza categoria che il gruppo dovrà scavalcare a 24 Km dalla partenza, mentre a ravvivare la tappa ci penseranno anche due traguardi volanti. L’ultima partenza in linea della Parigi-Nizza risale al 1996, quando la corsa a tappe francese scattò con una frazione di 178 Km disputata tra Chateauroux e Saint-Amand-Montrond, vinta dal transalpino Frédéric Moncassin.

2a TAPPA: MONTFORT L’AMAURY – AMILLY (199 Km)

La seconda ed ultima frazione adatta gli sprinter – anche se i più resistenti tra loro forse riusciranno a sparare qualche freccia anche nel finale della terza – si disputerà tra i centri che per ultimi hanno tenuto a balia la Parigi-Nizza, accogliendo i prologhi delle ultime tre edizioni (nel 2008 e nel 2009 il primo, l’anno scorso il secondo). In mezzo si svolgerà una tappa ancora più piatta di quella che l’ha preceduta, nel corso della quale l’unica concessione alla pianura sarà costituita da un tratto in discesa di circa 2 Km che sarà superato a una ventina di chilometri dalla conclusione. Stavolta l’arrivo sarà “secco”, senza nessun circuito, mentre il percorso della frazione procederà quasi costantemente in direzione sud, aggirando ad occidente la movimentata vallata della Chevreuse, il cui attraversamento era fino a qualche anno fa uno dei momenti irrinunciabili della tappa conclusiva del Tour de France, durante il quale si affrontavano gli ultimi GPM prima di planare nella “Ville Lumière” e affrontare il circuito degli Champs-Élysées.

3a TAPPA: COSNE-COURS-SUR-LOIRE – NUITS-SAINT-GEORGES (202 Km)

Questa sarà la prima delle cinque frazioni in linea che, da chi punta alla classifica e non è troppo attrezzato per le cronometro, dovranno essere utilizzate per tentare di sovvertire un pronostico che parrebbe scontato. Le occasioni in queste giornate non mancheranno, anche se questa di Nuits-Saint-Georges pare la meno adatta ad imbastire simili tentativi, nonostante un colle di seconda categoria piazzato a 23 Km dal traguardo. A questo proposito va fatto notare che, rispetto al Tour de France, alla Parigi-Nizza manca la 4a categoria e tutte le altre ascese sono sovente “surclassate” di almeno un grado. È proprio il caso del momento chiave di questa frazione, poiché appare chiaro che, con i suoi 5,1 Km al 5,3%, la Côte de Bécoup è stata “beaucoup” – molto, in francese, perdonateci il gioco di parole – sopravvalutata dagli organizzatori. Certamente si scatenerà la bagarre, perché i punti del GPM faranno gola a molti, e in quel particolare frangente, a non moltissimi chilometri dalla meta, potrebbe saltare per aria il lavoro delle squadre dei velocisti, già messo a dura prova dai chilometri precedenti, privi di traguardi della montagna ma non certo pianeggianti. Ci sarà inevitabilmente un po’ di selezione da dietro – la salita è si facile, ma presenta comunque uno strappo al 14% – ma, a meno di sorprese, a rimaner staccati saranno quei velocisti che patiscono le ascese affrontate a tutta, in particolar modo se inserite nei finali. Più difficile che qualcuno riesca ad involarsi da solo, ma non avrà vita facile anche chi dovrà recuperare un eventuale distacco, poiché dopo lo striscione non s’inizierà subito a scendere, rimanendo a saltabeccare in quota per quasi 4 Km.
Per chi ce l’avrà fatta a rimanere davanti, poi, ci sarà un’ultima insidia, che avrà la forma di una stretta curva a gomito piazzata a 300 metri dalla fettuccia del traguardo.

4a TAPPA: CRÊCHES-SUR-SAÔNE – BELLEVILLE (191 Km)

Ricordate l’imboscata del Giro 2010 sulla strada per l’Aquila? Ecco, questa frazione pare l’ideale per far rivivere anche in questa stagione una giornata similare e per dare una sterzata ad una Parigi – Nizza che, senza azioni a sorpresa, finirebbe dritta dritta e senza troppi sforzi nel carniere di un bel passista. Le due tappe sono dissimili, poiché quella della corsa rosa proponeva al suo interno ampi tratti nei quali respirare, mentre saranno ridottissimi tra un colle e l’altro – alla fine se ne affronteranno una decina – di questa frazione che collegherà tra loro due località distanti appena 17 Km. La fantasia degli organizzatori ha decuplicato questa distanza con un percorso ad arco che attraverserà i celebri vigneti del Beaujolais e potrà per davvero inebriare la “corsa verso il sole” e farle perdere la testa. Sulla carta nessuno dei sette gran premi previsti – non tutte le salite saranno “gratificate” – appare insormontabile, ma sarà proprio la continuità delle difficoltà a rappresentare un asso nella manica da giocare per chi vorrà osare. A 17 Km dal via già ci sarà un colle classificato di 2a categoria, il Grand-Vent, ma arriverà troppo presto e tentare in quel punto vorrà dire rischiare una disfatta. Meglio attendere il Col du Joncin che, oltre ad essere il più impegnativo, è meglio collocato nel percorso, esattamente a metà tappa. È il luogo ideale per orchestrare un attacco a più voci (il tentativo di un uomo solo potrà anche decollare, ma avrà ben poche possibilità di atterrare sugli allori), anche perché il colle successivo, terzo ed ultimo GPM di 2a categoria, è il Fût d’Avenas, ascesa più facile e soprattutto già nota ad una parte del gruppo e dunque oramai quasi priva di “misteri”. In tempi recenti, infatti, la si è vista nei tracciati di questa gara nel 2006 e del 2008 e al Tour de France nel 2002, affrontata a cronometro nella frazione Regnié-Durette – Mâcon, vinta Lance Armstrong. Nelle due precedenti tappe della Parigi-Nizza si arriva come stavolta a Belleville e in entrambi i casi si finì allo sprint. I percorsi erano, però, nettamente meno impegnativi e non proponevano più difficoltà dopo il Fût d’Avenas, piazzato a una ventina di chilometri dal traguardo. Quest’anno i chilometri da affrontare saranno 45, spezzati dall’ultimo GPM di giornata, il Col de Fontmartin, e da altri saliscendi. Completeranno l’opera, ad aggiungere bagarre a baggare, i due traguardi volanti, strategicamente piazzati il primo ai piedi dello Joncin e il secondo a ridosso del finale, tra il Fontmartin e il traguardo. Sprint appetitosi perché ciascuno recherà in dote 3, 2 ed un secondo (a seconda dell’ordine di passaggio), in aggiunta a quelli più succulenti previsti all’arrivo e che premieranno il primo con un abbuono di 10”, mentre ai piazzati toccherano 6″ e 4”.

5a TAPPA: SAINT-SYMPHORIEN-SUR-COISE – VERNOUX-EN-VIVARAIS (191 Km)

A parte la cronometro individuale di domani, sarà questa la tappa “regina” della 69a edizione della Parigi-Nizza, quella nella quale i corridori più “grimpeur” del gruppo dovranno dare la stoccata principale anche se, per forza di cose, non decisiva. Si pedalerà sulla stessa distanza percorsa il giorno prima, affrontando altri sette GPM tra i centri di Saint-Symphorien-sur-Coise e Vernoux-en-Vivarais, debuttanti assoluti nel campo delle corse professionistiche. Attraversando la catena dei Monts du Lyonnais s’incontreranno due colli di 1a categoria, commistione tra vecchio e nuovo. È una vecchia conoscenza del gruppo il primo di questi passi, la Croix de Chaubouret, che vanta ben 10 passaggi della Grande Boucle tra il 1977 e il 1999. Piazzato com’è a 54 Km dalla partenza, sarà poco usufruibile da chi punterà al risultato massimo e passerà il testimone al nuovo che avanza, l’inedito Col de la Mûre. Visto sulla carta pare più impegnativo dell’ascesa al Causse de Mende, sulla quale due volte svettò vittorioso Alberto Contador, vincitore uscente della “Course au soleil”. Nella realtà la Mûre è assai meno ripida (10,1% contro 8,3%), ma distribuisce la sua pendenza su di una distanza di quasi 8 Km, più del doppio rispetto a Mende, da affrontarsi lungo una strada dipartimentale larga ma non larghissima. L’unica sostanziale differenza rispetto al finale della tappa montana della scorsa edizione riguarderà il traguardo, che non sarà in cima all’ascesa ma 9 Km più avanti. Fortunatamente per chi in quel momento si troverà all’attacco, questo finale non agevolerà più di tanto chi dovrà inseguire poiché, una volta terminata la discesa della Mûre si tornerà a puntare verso l’alto, con un ultimo tratto di circa quattro pedalabili chilometri che si concluderà all’interno del chilometro conclusivo. Un autentico “tourbillon” finale per un’altra tappa denotata dalla scarsità di tratti scorrevoli.

6a TAPPA: ROGNES – AIX-EN-PROVENCE (cronometro individuale – 27 Km)

Tel chi el babau, la tappa che condizionerà l’intera condotta di gara e che toglierà il sonno a tutti, anche ai diretti interessati, i passisti, chiamati ad esibirsi su di un palcoscenico insolito per la stagione. Di frazioni a cronometro ne sono già state affrontate dieci nei primi tre mesi del 2011, ma erano da anni che a marzo non si gareggiava contro il tempo su distanze così rilevanti. Scorrendo gli annali delle due corse di preparazione alla Milano-Sanremo, si incontrano i 20 Km della crono di Servigliano affrontati alla Tirreno-Adriatico del 2002 e poi i 28 Km della Magione – Castiglione del Lago del 1995, sempre alla “corsa dei due mari”, mentre per la Parigi-Nizza occorre scavare ancora più a fondo nel tempo e arrivare fino al 1968, quando si disputò la tappa Marcigny – Charlieu sulla distanza di 40 Km. 43 anni dopo questo precedente – una cronometro a squadre vinta dalla Faema, la formazione di Merckx – la corsa transalpina tornerà a dotarsi di una lunga frazione individuale significativa, che non sarà però un lungo tappeto rosso per i passisti. La prima metà gara lo sarà di sicuro, scorrevole e veloce anche perché in quel tratto la strada procederà inizialmente in discesa per poi lasciare il passo alla pianura. Giunti nel centro di Le Puy-Sainte-Réparade, sede della stazione di rilevamento dei tempi intermedi, la situazione cambierà diametralmente poiché si andrà ad affrontare la côte de la Cride. Sarebbe una salita d’ordinaria amministrazione se contemplata all’interno di una tappa in linea, ma in questa particolare situazione potrà anche ribaltare i risultati appena comunicati dai cronometristi, se non si sarà al 100% della condizione o si sarà speso troppo prima, tratti in inganno dall’abbrivio veloce di questa crono. La Cride, infatti, è una difficoltà variegata e, pur non essendo mai dura, si esibirà nei suoi 5,3 Km (il 18% del chilometraggio complessivo della crono) in frequenti variazioni delle pendenze, evoluzioni attestate tra una media del 4,1% e un picco del 12%, raggiunto a quasi mezzo chilometro da uno scollinamento che non sarà valido per l’assegnazione della classifica degli scalatori. Passato questo tratto impegnativo, la crono riprenderà più scorrevoli binari negli ultimi 7 Km, tracciati in lievissima discesa.
Sull’esito di questa frazione potrebbero pesare gli sforzi profusi nell’impegnativa tappa affrontata il giorno precedente. Ricordate la crisi che colse Contador nell’edizione del 2009?

7a TAPPA: BRIGNOLES – BIOT / SOPHIA ANTIPOLIS (215 Km)

Se avete risposto in maniera negativa alla domanda sopra formulata, vi rinfreschiamo subito la memoria, ricordandovi quel che accadde il 14 marzo di due anni fa, viaggiando tra Manosque e Fayence nella settima frazione della Parigi – Nizza. Il giorno prima Contador si era stabilmente insediato in cima alla classifica dopo la netta vittoria conseguita sulla Montagne de Lure e sembrava che oramai nulla potesse contrastare il bis dello spagnolo, già vincitore nel 2007. Invece, sole ventiquattrore più tardi patì le continue accellerazioni degli avversari su di tracciato ispido come una grattuggia e negli ultimi 4 Km andò in cotta totale, lasciando per strada ben 2′53″ e consegnando la maglia, oramai definitivamente, allo spagnolo Luis León Sánchez.
Quanto successo nel 2009 è un avvertimento poiché anche il tracciato della frazione che si concluderà al parco tecnologico Sophia Antipolis potrebbe suggerire quel copione. Se qualcuno avrà esegerato nella crono e dovesse accusarne oggi le conseguenze, certamente sarà attaccato e potrebbe nuovamente venirme fuori una tappa con epilogo a sorpresa. Il tracciato è più impegnativo rispetto alla frazione di Fayence, che si manteneva sotto i mille metri di quota, mentre stavolta ci si dovrà arrampicare fino ai 1041 metri del Col du Ferrier, colle classificato di 1a categoria come la precedente Côte de Cabris. Le due ascese saranno scavalcate nella fase centrale della gara, preceduta e seguita da due settori nei quali saranno, invece, gli incessanti saliscendi a farla da padrone. Dunque, un’altra frazione che non riserverà momenti di tregua e che si concluderà con un frastagliato circuito di 18 Km. Da ripetere due volte, quest’anello presenta un’orografia che ricorda gli arrivi a Torricella Sicura, per nove anni consecutivi sede di tappa alla Tirreno-Adriatico. In alcuni casi la tappa teramana presentava un profilo molto simile a quello della frazione di Biot e, a dimostrazione dello spessore tecnico di questi tipi di tracciato, in quelle occasioni s’imporranno sempre corridori di valore (due volte Di Luca e Petito, una lo spagnolo Igor Gonzalez de Galdeano).

8a TAPPA: NIZZA – NIZZA (124 Km)

Dopo il colpo di bisturi in partenza, che si è portato via il prologo, eccone un altro dal tracciato della tappa conclusiva, un circuito di media montagna che è divenuto un classico delle ultime edizioni: via i 1068 metri del Col de Porte. Non si affronteranno più i 7,2 Km al 7,2% del passo delle Alpi Marittime, rivelatosi inutile a causa dell’infelice collocazione a quasi 70 Km dal traguardo. Si è preferito concentrarsi sulle ultime due ascese – più modeste ma che si erano rivelate le più interessanti ai fini della gara – accompagnandole ad altre tre asperità simili, che sostituiranno il Porte nelle fasi iniziali e che avranno il compito di rendere più frizzante la frazione conclusiva, una giornata che potrebbe anche cambiare le carte in tavola, come successo nel 2007 (a spese del nostro Davide Rebellin) e come rischiò di ripetersi l’anno scorso, quando la Parigi-Nizza si risolse in una lotta al filo dei secondi tra Contador e Valverde. Giudici della corsa, se la situazione di classifica lo permetterà, saranno dunque l’arrampicata verso La Turbie e poi il successivo Col d’Èze, l’ascesa simbolo di questa corsa, che ospitò l’arrivo della tappa conclusiva dal 1969 al 1995, sovente sotto la forma di una cronoscalata. Da quindici anni a questa parte si è scelto di far tornare la corsa nella città titolare, dove quest’anno si assisterà ad altra novità perché il rettilineo d’arrivo non sarà più quello solito sulla Promenade des Anglais, per la scelta di avvicinare la cima del Col d’Èze di circa mezzo chilometro, arrivando dunque sul Quai des États-Unis, il primo storico traguardo di questa corsa, proposto dall’edizione del debutto (1933) fino al 1968.

Mauro Facoltosi

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