12-03-2011
marzo 13, 2011 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TIRRENO – ADRIATICO
L’italiano Michele Scarponi (Lampre – ISD) si è imposto nella quarta tappa, Narni – Chieti, percorrendo 240 Km in 6h10′59″, alla media di 38,815 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Damiano Cunego (Lampre – ISD) e l’australiano Evans. L’olandese Robert Gesink (Rabobank Cycling Team) è il nuovo leader della classifica, con 10″ su Evans e 12″ sull’italiano Ivan Basso (Liquigas-Cannondale)
PARIS – NICE
Il francese Rémy Di Gregorio (Pro Team Astana) si è imposto nella settima tappa, Brignoles – Biot (Sophia Antipolis), percorrendo 215 Km in 5h46′23″, alla media di 37,241 Km/h. Ha preceduto di 5″ lo spagnolo Sanchez Gonzalez e il colombiano Uran Uran. Miglior italiano Matteo Carrara (Vacansoleil-DCM Pro Cycling Team), 21° a 29″. Il tedesco Tony Martin (HTC-Highroad) ha conservato la testa della classifica, con 36″ sul connazionale Klöden e 41″ sul britannico Wiggins. Miglior italiano Carrara, 13° a 2′50″.
JELAJAH MALAYSIA
Lo spagnolo Vidal Celis Zabala (Letua Cycling Team) si è imposto nella quinta tappa, Pekan – Bentong, percorrendo 221,2 Km in 5h13′10″, alla media di 42,380 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Kopp e il giapponese Mori. Celis Zabala è il nuovo leader della classifica, con 3″ sull’iraniano Sohrabi e 10″ sul greco Tamouridis.
RUTAS DE AMERICA (Uruguay)
Quinta tappa composta da due semitappe.
Il mattino, lo spagnolo Jesus Rosendo Prado (Andalucia Caja Granada) si è imposto nella prima semitappa, Paso de los Toros – Trinidad, percorrendo 105,3 Km in 2h07′37″, alla media di 49,507 Km/h. Ha preceduto gli uruguayani Duarte (allo sprint) e Aguilar. Miglior italiano Fabio Felline (Geox-TMC), 47° a 18″. L’uruguayano Nestor Pias (C.S.D.Amanecer) ha conservato la testa della classifica, con 2″ sull’uruguayano Jorge Soto (Club Porongose) e 8″ sull’argentino Sepulveda.
Il pomeriggio, l’uruguayano Soto si è imposto nella seconda semitappa, circuito a cronometro di Trinidad, percorrendo 24,5 Km in 28′50″, alla media di 50,983 Km/h. Ha preceduto di 29″ l’argentino Medici e di 30″ l’uruguayano Bravo. Miglior italiano Tomas Alberio (Geox-TMC), 62° a 5′57″. Soto si è portato in testa alla classifica, con 33″ e 43″ sui connazionali Pias e Bravo. Miglior italiano Fabio Felline (Geox-TMC), 31° a 8′45″
DI GREGORIO…MAGNO A SOPHIA ANTIPOLIS
Assolo dello scalatore francese dell’Astana che se ne va a 13 km dal traguardo e vince una frazione resa durissima dal maltempo davanti a Samuel Sanchez e Uran. Pressochè invariata la classifica generale con Martin a un passo dalla conquista della Parigi-Nizza, Col d’Eze da affrontare nell’ultima tappa permettendo.
Foto copertina: Di Gregorio primo a Biot (foto Bettini)
Vittoria a sorpresa di Remy Di Gregorio nella sesta e penultima tappa della Parigi-Nizza. Il marsigliese dell’Astana è uscito dal gruppo quando mancavano 13 km al traguardo di Biot-Sophia Antipolis e ha resistito al ritorno degli inseguitori imponendosi con 5” su Samuel Sanchez (Euskaltel) e Uran (Sky), mentre Martin (HTC) è giunto 5° a 7” e ha conservato saldamente la maglia di leader. Il maltempo ha condizionato la corsa provocando moltissimi ritiri tra cui quelli di Sagan (Liquigas), Frank Schleck (Leopard), Roche (AG2R) e dei nostri Capecchi e Agnoli (Liquigas), Righi e Gavazzi (Lampre).
La tappa, 215 km da Brignoles al parco tecnologico Sophia-Antipolis di Biot, con due salite di prima categoria nella parte centrale del percorso e un impegnativo circuito finale di 18 km con l’ultimo tutto all’insù, è stata dunque caratterizzata da pioggia e freddo e da una grande combattività dei corridori fin dalle prime fasi. a fuga buona è, infatti, riuscita a partire solo al km 82, ad opera di Kroon (BMC) e Berthou (Bretagne) che hanno guadagnato un margine massimo di 5′15” su un gruppo nel quale era molto attivo Westra (Vacansoleil) che sulle varie ascese di giornata ha guadagnato i punti necessari per aggiudicarsi la maglia a pois di miglior scalatore. Il plotone inseguitore si è gradualmente ridotto fino a una cinquantina di unità e tra i corridori che hanno perso contatto ci sono stati anche Vinokourov (Astana), che pure aveva tentato la fuga nelle prime fasi, Van den Broeck (Omega Pharma) e soprattutto Luis Leon Sanchez (Rabobank) che era 11° in classifica generale, mentre Van Garderen (HTC), principale gregario di Martin, è stato tagliato fuori da una caduta insieme ad Haussler (Garmin) a 18 km dal traguardo.
Lungo il circuito finale prima Berthou e poi Kroon hanno dovuto arrendersi al ritorno del gruppo, guidato dalla Movistar di Tondo, e subito dopo ci ha provato in un tratto in salita Di Gregorio. Lo scalatore dell’Astana., già 4° nella tappa vinta da Voeckler, ha guadagnato fino a 20” e gli uomini di Unzue malgrado fossero in tre non hanno avuto la forza di riprenderlo. Il maggior brivido per il francese è stato un rischio di caduta in una curva a 2 km dal traguardo. Di Gregorio ha resistito anche sul duro strappo finale e si è imposto con 5” su Samuel Sanchez (Euskaltel) e Uran (Sky), 7” su Kloeden (Radioshack), Martin e Taaramae (Cofidis) e 9” su Brajkovic (Radioshack), Wiggins (Sky) e Tondo mentre Carrara (Vacansoleil) è stato nuovamente il primo degli italiani chiudendo 21° a 29”. Da segnalare una bruttissima caduta di Kiserlovski (Astana) che si è ritrovato disteso sotto un camion parcheggiato a 3 km dal traguardo, mentre l’olandese Maaskant in un altro capitombolo ha riportato la frattura di ben sette costole.
Minime variazioni in classifica generale che vede Martin sempre al comando con 36” su Kloeden, 41” su Wiggins, 1′10” su Taaramae, 1′21” su Peraud (Omega Pharma), 1′29” su Samuel Sanchez e 1′34” su Brajkovic. Al tedesco non rimane che superare l’ostacolo dell’ultima tappa, 124 km da Nizza a Nizza con la tradizionale ascesa del Col d’Eze, 4,3 km al 6,7% a 16 km dal traguardo e immediatamente preceduta da quella di La Turbie, altro GPM di 1a categoria.
Marco Salonna
CHIETI, SCARPONI TORNA SUL LUOGO DEL DELITTO
Il marchigiano della Lampre bissa il successo della passata stagione nel capoluogo abruzzese scattando a 2 km dal traguardo e precedendo il compagno Cunego e l’ex campione del mondo Evans. Ordine d’arrivo regale con Basso 4°, Di Luca 5° e Gesink 6° che strappa la maglia azzurra a Farrar.
Foto copertina: un determinatissimo Scarponi all’attacco nel finale di Chieti (foto Bettini)
Era la prima frazione veramente impegnativa della Tirreno-Adriatico e non ha deluso le attese. Nel finale è esplosa la battaglia tra i big e la Lampre l’ha fatta da padrone con Michele Scarponi che, grazie anche all’aiuto di un Cunego perfetto nel ruolo di stopper, si è involato sullo strappo finale verso Chieti e ha resistito al ritorno degli inseguitori regolati in volata dal Piccolo Principe con l’australiano Evans (BMC) giunto al 3° posto. Malgrado una giornata non brillante l’olandese Gesink (Rabobank), arrivato 6° a 12”, strappa la maglia azzurra di leader a Farrar (Garmin) grazie al vantaggio accumulato nella cronosquadre d’apertura.
La tappa, ben 240 km da Narni a Chieti con il Valico di Sella di Corno in avvio e soprattutto con gli ultimi 50 km praticamente senza un metro di pianura, è vissuta sulla fuga del francese Cherel (AG2R), dello sloveno Stangelj (Astana) e del tedesco Lang (Omega Pharma), che sono evasi dal gruppo al km 24 e hanno guadagnato un vantaggio massimo di 15′25”. In seguito Lang ha perso contatto per via di una foratura ma ha proseguito nell’azione per far sì che la sua squadra, che aveva in Gilbert l’uomo di punta, non tirasse dietro e, infatti, l’inseguimento del gruppo è stato condotto dalla Lampre di Scarponi e Cunego e dalla Farnese Vini del campione italiano Visconti. Nel frattempo avevano già perso contatto una sessantina di corridori tra cui la maglia azzurra Farrar (Garmin) e quasi tutti i velocisti puri ma anche uomini abbastanza attesi come Paolini (Katusha), Wegmann (Leopard) e Boom (Rabobank)
Proprio Visconti è stato il primo ad accendere la miccia a 16 km dalla conclusione sul duro strappo di Ripa Teatina: alla ruota del siciliano si sono portati dapprima Poels (Vacansoleil) e Clarke (Astana) e subito dopo anche Cunego. In quel momento è apparso chiaro che il veronese correva al servizio di Scarponi, mentre in fondo al gruppo perdevano contatto altri uomini importanti come Oss (Liquigas), Boasson Hagen (Sky) e, piuttosto sorprendentemente, anche Joaquin Rodriguez (Katusha). In cima si è ricompattato un gruppo di una cinquantina di unità e anche il successivo allungo di Nibali (Liquigas) non ha avuto effetti se non quello di far ridurre drasticamente il vantaggio di Cherel, rimasto nel frattempo solo al comando, che veniva ripreso a 10 km dal traguardo.
Sull’ascesa di Torrevecchia Teatina, più pedalabile rispetto alla precedente, ci hanno provato dapprima Gasparotto (Astana) con a ruota l’onnipresente Cunego, Kolobnev (Katusha) e Kiriyenka (Movistar) e poi Madrazo (Movistar) alla cui ruota si sono portati un Andy Schleck (Leopard) mai così brillante in passato a marzo, Machado (Radioshack), Marcato (Vacansoleil) e uno straordinario Hushovd (Garmin) che fa paura in ottica Milano-Sanremo. L’azione più pericolosa è stata portata avanti sul successivo falsopiano in discesa da Cancellara (Leopard) sulla cui ruota si sono portati Visconti e Muravyev (Radioshack) quando mancavano 7 km al traguardo.
I tre, al cui inseguimento si erano portati per un attimo Langeveld (Rabobank) e ancora Hushovd, non sono riusciti però a guadagnare un margine significativo e tutto si è deciso sul terribile strappo finale delle Tricalle, alle porte del centro storico di Chieti. Appena iniziata la salita Scarponi è scattato superando a doppia velocità gli uomini al comando e al suo inseguimento si sono portati Gilbert e Cunego; il belga è rimasto a lungo a pochi metri dal marchigiano ma più avanti si è piantato e il veronese è rimasto da solo in seconda posizione, venendo raggiunto in cima da un Di Luca (Katusha) in grande crescita e subito dopo anche da Basso (Liquigas) ed Evans (BMC), mentre nell’ultimo km in falsopiano Scarponi è riuscito a conservare un leggerissimo margine imponendosi davanti a Cunego ed Evans con Basso 4° a 2” e Di Luca 5° a 6”. Gesink è apparso in difficoltà nel tratto più duro ma ha tenuto bene nel finale terminando 6° a 12” davanti a un buon Nocentini (AG2R) e a Nibali mentre Lovkvist (Sky) e Gilbert hanno chiuso 9° e 10° a 16”. Positiva anche la prova di Visconti che malgrado i ripetuti scatti è stato 11° a 22” mentre tra gli altri Garzelli ha perso 24”, Pinotti (HTC) e Cancellara 39”, Ballan 55”, Andy Schleck 1′06”, Hushovd 1′55” e Pozzato e Freire, rimasti comunque nel gruppo dei migliori fino a 2 km dal traguardo, rispettivamente 3′06” e 3′20”.
In classifica generale Gesink è il nuovo leader con 10” su Evans, 12” su Basso, 15” su Scarponi, 19” su Cunego e Langeveld e 22” su Nibali. Probabilmente l’ex campione del mondo è il favorito alla luce della crono finale di 9 km di San Benedetto del Tronto ma prima ci saranno altre due tappe impegnative, a partire dalla 5a di 240 km da Chieti a Castelraimondo con il Sassotetto a 85 km dal traguardo e diversi strappi nel finale, ultimo dei quali quello di Gagliole quando mancano 6 km. Lampre e Liquigas in primis promettono battaglia.
Marco Salonna
11-03-2011
marzo 12, 2011 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TIRRENO – ADRIATICO
L’argentino Juan José Haedo (Saxo Bank Sungard) si è imposto nella terza tappa, Terranuova Bracciolini – Perugia, percorrendo 189 Km in 4h39′45″, alla media di 40,536 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo statunitense Tyler Farrar (Team Garmin-Cervelo) e l’italiano Daniel Oss (Liquigas-Cannondale). Farrar ha conservato la testa della classifica, con 5″ su Haedo e 6″ sull’olandese Boom. Miglior italiano Marco Pinotti (HTC-Highroad), 13° a 18″.
PARIS – NICE
Il tedesco Tony Martin (HTC-Highroad) si è imposto nella sesta tappa, cronometro Rognes – Aix-en-Provence, percorrendo 27 Km in 33′24″, alla media di 48,502 Km/h. Ha preceduto di 20″ il britannico Wiggins e di 29″ l’australiano Porte. Miglior italiano Matteo Carrara (Vacansoleil-DCM Pro Cycling Team), 35° a 2′32″. Martin è il nuovo leader della classifica, con 36″ sul connazionale Klöden e 39″ su Wiggins. Miglior italiano Carrara, 15° a 2′28″.
JELAJAH MALAYSIA
Il malaysiano Anuar Manan (Mas) Terengganu Cycling Team) si è imposto nella quarta tappa, Kuala Rompin – Pekan, percorrendo 89,6 Km in 1h52′24″, alla media di 47,829 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’iraniano Nateghi e il russo Shpilevsky. Manan è il nuovo leader della classifica, con 5″ sul connazionale Salleh e 11″ sull’iraniano Sohrabi.
RUTAS DE AMERICA (Uruguay)
Lo statunitense Jacob Rathe (Chipotle Development Team) si è imposto nella quarta tappa, Tacuarembo – Paso de Los Toros, percorrendo 140,3 Km in 2h55′26″, alla media di 47,984 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Fabio Felline (Geox-TMC) e lo spagnolo Cano. L’uruguayano Nestor Pias (C.S.D.Amanecer) ha conservato la testa della classifica, con 4″ sull’argentino Sepulveda e 5″ sull’uruguayano Soto. Miglior italiano Matteo Pelucchi (Geox-Tmc), 19° a 2′22″.
MARTIN, IL MARZIANO RE DEL TIC-TAC
Prestazione impressionante del tedesco che nella crono di Aix-En-Provence rifila distacchi pesanti a tutti gli avversari e strappa la maglia gialla a Kloeden ipotecando il successo finale della Parigi-Nizza quando mancano due tappe alla conclusione. Sul podio di tappa Wiggins e Porte, perde invece terreno Carrara
Foto copertina: Martin lanciato verso Aix-en-Provence e verso un quasi certo successo finale (foto Bettini)
Colpo doppio di Tony Martin nella crono della Parigi-Nizza, 27 km da Rognes ad Aix-en-Provence. Il tedesco favorito della vigilia si è aggiudicato la sua seconda prova contro il tempo in stagione dopo quella della Volta ao Algarve precedendo di 20” il britannico Wiggins (Sky), di 29″ l’australiano Porte (Saxo Bank) e di 46″ l’ex maglia gialla Kloeden (Radioshack), che ora in classifica generale insegue Martin a 36” mentre Wiggins è 3° a 39”.
Il percorso della crono prevedeva i primi 15 km in leggera discesa seguiti dalla Côte de la Cride, 5,3 km al 4,1% di pendenza, e dalla planata finale verso Aix-En-Provence negli ultimi 7 km. I primi a far segnare tempi significativi sono stati il francese Riblon (AG2R) con 36′02”, il britannico Thomas (Sky) con 35′25” ma a fare la differenza sono stati l’olandese Westra (Vacansoleil) che, nonostante le energie profuse nellla lunga fuga della tappa precedente, ha fermato il cronometro a 34′22”, seguito dal giovane statunitense Talansky (Garmin), secondo al Tour de l’Avenir 2010, con 34′30”. I tempi dei due sono rimasti a lungo imbattuti malgrado le buone prestazioni di Van Garderen (HTC), Vinokourov (Astana) e Devolder (Vacansoleil) che hanno fatto segnare rispettivamente un tempo di 34′52”, 34′53” e 35′12”.
Il primo a fare la differenza è stato l’australiano Porte (Saxo Bank), un po’ deludente sul Col de la Mûre dove non era riuscito a tenere il passo dei migliori, che già all’intertempo del km 15 aveva 9” di vantaggio su Vinokourov e Van Garderen e 13″ su Westra e ha concluso in 33′53”, tempo migliore di 29” rispetto a quello dell’olandese. Hanno chiuso con tempi piuttosto alti Rogers (Sky), Frank Schleck (Leopard), Spilak (Lampre) ed Hesjedal (Garmin) ed è stata leggermente al di sotto delle attese la prova di Leipheimer (Radioshack) che ha chiuso con 34′35” mentre si è distinto in positivo il francese Peraud (Omega Pharma) con 34′20”; poco dopo è arrivato Wiggins (Sky) che all’intertempo aveva un tempo di 15” migliore di quello di Porte e ne ha conservati 9 al traguardo, fermando il cronometro a 33′44”.
Il tempo del britannico ha resistito fino all’arrivo di Martin che sul tratto iniziale a lui più favorevole gli ha rifilato ben 22” per poi amministrare nella seconda parte e chiudere con 20” sull’ex campione del mondo su pista e 29″ su Porte. Il nostro Carrara (Vacansoleil) ha fatto quel che ha potuto in una specialità non sua chiudendo in 35′56” con 2′32” di distacco da Martin, comunque primo degli italiani di giornata appena davanti a Ulissi (Lampre) mentre un Samuel Sanchez (Euskaltel) sotto tono ha accusato un ritardo di 1′43” e la maglia gialla Kloeden ha perso 46” chiudendo al 4° posto di tappa dietro a Martin, Wiggins e Porte. 5° a 55” è giunto un ottimo Peraud (Omega Pharma), 6° a 57” Westra, 7° a 1′05” Talansky, 8° e 9° a 1′10” Taaramae (Cofidis) e Leipheimer e 10° a 1′29” Van Garderen.
In classifica generale Martin comanda con 36” su Kloeden, 39” su Wiggins, 1′10” su Taaramae, 1′14” su Peraud, 1′29” su Leipheimer, 1′32” su Brajkovic e 1′37” su Samuel Sanchez mentre Carrara è 15° a 2′28” e alla luce dei percorsi delle due tappe che ancora rimangono sembra durissima strappare la maglia gialla al tedesco. La sesta frazione, 215 km da Brignoles a Biot-Sophia Antipolis, presenta due GPM di 1a categoria in rapida successione nella parte centrale del percorso ma gli ultimi 64 km sono in discesa e pianura se si eccettuano alcuni strappi nel circuito finale da ripetere 2 volte, e alla luce della classifica che si è molto allungata potrebbe andare in porto una fuga da lontano.
Marco Salonna
ANCHE HAEDO SA FARE IL FENOMENO
Dopo il terzo posto di Indicatore, Juan Jose Haedo fa sorridere l’argentina e Bjarne Riis cogliendo una delle vittorie più importanti della sua carriera. Il velocista della Saxo Bank sfrutta involontariamente il lavoro di Hushovd per Farrar e vince abbastanza facile a Perugia. Un successo che lo fa balzare al secondo posto della generale, dietro l’americano.
Foto copertina: Haedo primo a Perugia (foto Bettini)
“Don’t cry for me Argentina, it’s my time!”. Sono queste le note che suonano dentro il corpo di Juan Jose Haedo dopo aver centrato il successo di tappa nella terza frazione della Tirreno-Adriatico versione 2011. Un’altra tappa strana e movimentata, resa ancora più interessante dalla salitella per arrivare nel centro storico di Perugia che è servita da trampolino di lancio per tutti quelli che volevano provare a non arrivare in volata. Ma è stata altrettanto interessante grazie al super-lavoro del campione del mondo Thor Hushovd per il compagno Farrar: vedremo se fra sette giorni in quel di Sanremo le parti saranno sempre le stesse, si invertiranno oppure ognuno farà corsa per conto suo.
Dando quel po’ di risalto che si merita il fuggitivo della prima ora, Daniel Sesma, davanti dalle prime battute fino ai -30 dalla fine (la tappa misurava 189 chilometri), il racconto non può che iniziare dai cinque chilometri che portavano i corridori dal primo passaggio dalla parte bassa di Perugia fino al centro storico. Unico Gpm di giornata, unica possibilità di sparigliare un po’ le carte: ed allora ecco Boom e Wegmann a menare le danze fin da subito, inseguiti immediatamente dalla truppa Farnese-Neri con Failli in prima battuta ed il tricolore Visconti in seconda. Trenate che hanno spappolato il gruppo e mandato in apprensione Farrar e Cavendish (per l’inglese due indizi fanno una prova? E per l’americano il segno che alla Sanremo non può stare davanti lasciando il posto a Hushovd? Lo scopriremo solo vivendo…). Ecco allora la Lampre con Niemec pronta a ricucire, ma la battaglia è proseguita anche in discesa con ancora Visconti, Madrazo (vincitore del Gpm), Nuyens e Txurruka (uno dei più indemoniati).
Ma ai meno dodici dal traguardo i fuochi d’artificio “alla perugina” erano già finiti ed il gruppo tornava compatto pronto a giocarsi tutto quanto in volata. E quando hanno preso il comando della situazione i bianco-neri della Garmin-Cervelo sembrava già tutto pronto per il Farrar-bis (nel frattempo ripresosi dalla piccola crisi in salita). In difficoltà, invece, la Saxo Bank a causa di una caduta di Cancellara che ha bloccato temporaneamente i suoi compagni. Ma, una volta rientrati, gli scandinavi, per così dire, si sono subito fiondati in testa al gruppo, pronti a scompaginare i piani degli americani.
Fatto sta che, in questa situazione di empasse, si entra negli ultimi 500 metri con Hushovd in testa, come successo ad Indicatore, ma con qualche variante in più. La prima è che l’ultima curva l’iridato l’ha presa talmente veloce che gli si sono messi alle calcagna soltanto in sei, creando il buco. La seconda, ben più grave per la sua squadra, è che il ritmo era talmente forsennato che persino lo stesso Farrar ha avuto difficoltà a rimanere a ruota del compagno di squadra. E così, oltre ai due Garmin, in testa ci si sono trovati anche Renshaw (visto che Cav sembra ancora in vacanza), Haedo, Petacchi che però aveva già fatto una mini-volata per rientrare ed un furbo Daniel Oss. Farrar è partito ai 200 metri consapevole che sia il trentino della Liquigas e l’uomo HTC non l’avrebbero ripreso. Ma aveva fatto i conti senza l’oste argentino Haedo che rimonta e lo salta proprio negli ultimi cinquanta metri, mentre dietro Oss riesce a resistere anche alla risalita di Petacchi e conquista un bel piazzamento sul podio di giornata. Giù dagli scalini “Ale-jet” davanti a Renshaw ed un Robbie McEwen che quando c’è da fare a spallate trova sempre il modo di farsi valere. Chiudono la top-10 Mondory, Boasson Hagen, Sieberg ed Hushovd.
Ma l’Haedo che ci è piaciuto di più è quello a parole (“dobbiamo dimostrare che non siamo una squadra finita senza il blocco Leopard o Contador-dipendenti”, il sangue caliente scorre nelle vene). E, per almeno qualche ora, l’argentino si issa al secondo posto nella generale distanziato di 5” dallo stesso Farrar, mentre Boom scivola al terzo posto con 6” ed a 8” c’è il resto del blocco Rabobank.
Da domani, però, non si scherza più. Quarta tappa, 240 chilometri da Narni a Chieti con un Gpm nella prima parte di tappa, un altro a venti chilometri dall’arrivo ed il finale tutto con il naso all’insù sul viale che dalla ripidissima strada delle Tricalle (pendenze fino al 19%) porta alla città. Lì capiremo se il capitano Rabobank, al secolo Robert Gesink, giocherà all’attacco per far capire agli altri che possono anche riposarsi e rimanere lontani in classifica, oppure rimarrà sulla difensiva.
Saverio Melegari
PARIGI-NIZZA, KLOEDEN SI SCOPRE SPRINTER
Il veterano tedesco della Radioshack si aggiudica a sorpresa la tappa regina superando in volata Samuel Sanchez e Carrara, sulla carta più veloci di lui, e conquistando anche la maglia di leader. Oggi la crono di Aix-En-Provence che potrà rimescolare le carte
Foto copertina: il colpo di reni di Kloden (foto Fabrice Lambert)
Andreas Kloeden torna al successo a Vernoux-En-Vivarais. Il 35enne tedesco della Radioshack, già due volte sul podio al Tour de France ma apparentemente in declino dopo un 2010 anonimo e senza vittorie, fa la differenza sul Col de la Mûre insieme ad altri 7 corridori e grazie anche all’aiuto del compagno Brajkovic batte allo sprint il campione olimpico Samuel Sanchez (Euskaltel) e il nostro Matteo Carrara (Vacansoleil), iniziatore dell’azione in salita che ha fatto esplodere la corsa. Grazie agli abbuoni Kloeden balza anche al comando della classifica generale a discapito di De Gendt (Vacansoleil) che ha pagato gli sforzi dei giorni precedenti accusando oltre 15′ di ritardo.
La quinta frazione della Parigi-Nizza, 193 km da Saint-Symphorien-sur-Coise a Vernoux-en-Vivarais, era quella sulla carta più dura con 7 GPM da superare tra cui il già citato Col de la Mûre a soli 9 km dal traguardo ma anche la Croix de Chaubouret al km 54. Proprio sulla salita che sovrasta Saint-Étienne si è scatenata la battaglia con attacchi tra gli altri di Kreuziger e Vinokourov (Astana), Sylvain Chavanel (Quick Step), Chris Soerensen (Saxo Bank) e Paulinho (Radioshack), ma a fare la differenza è stato l’olandese Westra (Vacansoleil) che ha preso il largo nel finale dell’ascesa, dimostrando di avere ottime doti non solo a cronometro, dove è stato 2° alla Volta ao Algarve, ma anche in salita, mentre era già in difficoltà il suo compagno in maglia gialla De Gendt che faticava a tenere le ruote del gruppo. Sulla successiva discesa Westra è stato raggiunto dai baschi Lopez Garcia (Movistar) e Verdugo (Euskaltel) e dai francesi Dupont (AG2R), Jeannesson (FDJ) e Le Mével (Garmin) e i 6 hanno acquisito fino a 4′10” di margine.
Nelle successive ascese il gruppo dei big perdeva i pezzi, tra cui quasi tutti i velocisti ma anche un Sagan (Liquigas) non in perfette condizioni dopo la caduta di Nuits-Saint-Georges, mentre davanti Westra staccava uno a uno tutti i compagni di avventura con Dupont ultimo a cedere; anche l’olandese però subito dopo lo scollinamento del Col de Comberon, penultima ascesa di giornata, ha dovuto arrendersi al ritorno del gruppo guidato dalla FDJ.
Gli uomini di Marc Madiot si sono prodotti in una bellissima azione nella tortuosa discesa con Roy e Cédric Pineau che sono riusciti a portare via altri 5 corridori tra cui i loro capitani Casar e Fédrigo, l’onnipresente Voeckler (Europcar), il russo Trofimov (Katusha) e lo sloveno Spilak (Lampre), acquisendo fino a 40” di vantaggio sul resto del gruppo, ridotto a un’ottantina di elementi, che però nel successivo tratto pianeggiante ha annullato il gap grazie alle trenate degli uomini della Radioshack di Kloeden e Leipheimer e della Omega Pharma di Van del Broeck.
La salita finale, 7,6 km all’8,3%, è iniziata con una tirata di Agnoli (Liquigas) e un’altra di un Vinokourov in versione gregario, e immediatamente hanno perso contatto tra gli altri Goss (HTC), Haussler (Garmin), Voigt (Leopard) e la maglia gialla De Gendt e poco dopo alzavano bandiera bianca anche il 3° della classifica generale Pauriol (FDJ), il campione belga Devolder (Vacansoleil), l’irlandese Roche (AG2R) ancora non al top della condizione e i già citati Casar e Fédrigo.
A 4 km dalla vetta il kazako si è fatto da parte e il suo compagno Kreuziger ha accelerato con alla ruota un brillantissimo Martin (HTC) e un bravissimo Ulissi (Lampre); subito dopo è arrivato anche Carrara (Vacansoleil) alla cui ruota si è portato Kiserlovski (Astana), che si è rivelato essere il vero capitano del team di Martinelli in questa Parigi-Nizza. La coppia ha guadagnato un margine massimo di 15” sul resto del gruppo, ridotto ormai a una trentina di unità, guidato a un’andatura sostenuta ma regolare da Van Garderen (HTC), compagno di squadra di Martin. Subito prima dello scollinamento Taaramae (Cofidis) e Tondo (Movistar) si sono riportati sul duo di testa seguiti da Kloeden e Brajkovic (Radioshack) e da Martin; l’ultimo ad agganciarsi è stato Samuel Sanchez (Euskaltel) mentre non ce l’ha fatta per un soffio Spilak che è stato riassorbito dal gruppetto degli inseguitori composto tra gli altri da Luis Leon Sanchez (Movistar), Frank Schleck (Leopard), Rogers e Wiggins (Sky), Leipheimer (Radioshack) e Kreuziger.
Gli 8 uomini di testa hanno proseguito di comune accordo fino al traguardo e Kloeden ben lanciato da Brajkovic si è aggiudicato la tappa con meno di mezza ruota di vantaggio su Samuel Sanchez, partito forse in ritardo, mentre Carrara ha raccolto un buon 3° posto davanti a Martin, Taaramae, Kiserlovski, Brajkovic e Tondo nell’ordine. 9° a 18” è arrivato Luis Leon Sanchez mentre 10° a 19” Rolland (Europcar) che ha regolato il gruppetto degli inseguitori. 1′34” il ritardo di Sylvain Chavanel e 1′56” quello di Voeckler e Ulissi, secondo degli italiani, che hanno perso contatto nel finale dell’ascesa mentre Roche è arrivato a 2′51”, Vinokourov a 5′12” e De Gendt a 15′36”.
In classifica generale Kloeden conduce con 4” su Samuel Sanchez, 6 su Carrara e 10 su Martin, Kiserlovski, Brajkovic, Tondo e Taaramae: malgrado le grandi qualità del tedesco a cronometro l’impressione è che nella prova contro il tempo di 27 km da Rognes ad Aix-En-Provence possa essere il suo connazionale Martin a fare la differenza, come già avvenuto di recente alla Volta ao Algarve, e a ipotecare la vittoria finale della Parigi-Nizza.
Marco Salonna
10-03-2011
marzo 10, 2011 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TIRRENO – ADRIATICO
Lo statunitense Tyler Farrar (Team Garmin-Cervelo) si è imposto nella seconda tappa, Carrara – Indicatore (Arezzo), percorrendo 202 Km in 4h56′06″, alla media di 40,932 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Alessandro Petacchi (Lampre – ISD) e l’argentino Juan José Haedo (Saxo Bank Sungard). Farrar è il nuovo leader della classifica, con 2″ sugli olandesi Leezer e Boom. Miglior italiano Marco Pinotti (HTC-Highroad), 15° a 11″.
PARIS – NICE
Il tedesco Andreas Klöden (Team RadioShack) si è imposto nella quinta tappa, Saint-Symphorien-sur-Coise – Vernoux-en-Vivarais, percorrendo 193 Km in 4h59′, alla media di 38,729 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Sanchez Gonzalez e l’italiano Matteo Carrara (Vacansoleil-DCM Pro Cycling Team). Klöden è il nuovo leader della classifica, con 4″ su Sanchez Gonzalez e 6″ su Carrara.
JELAJAH MALAYSIA
Il greco Ioannis Tamouridis (SP Tableware) si è imposto nella terza tappa, Kluang – Kuala Rompin, percorrendo 158,2 Km in 3h29′54″, alla media di 45,221 Km/h. Ha preceduto allo sprint i malaysiani Hariff Salleh (Terengganu Cycling Team) e Manan. Salleh è il nuovo leader della classifica, con 4″ sull’iraniano Sohrabi e 6″ su Manan.
RUTAS DE AMERICA (Uruguay)
L’argentino Dario Diaz (Villa Teresa) si è imposto nella terza tappa, Pueblo Trigo – Tacuarembó, percorrendo 154,2 Km in 3h17′28″, alla media di 46,853 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli uruguayani Aguilar e Mascarañas. Miglior italiano Matteo Pelucchi (Geox-Tmc), 6°. L’uruguayano Nestor Pias (C.S.D.Amanecer) ha conservato la testa della classifica, con 4″ sull’argentino Sepulveda e 5″ sull’uruguayano Soto. Miglior italiano Matteo Pelucchi (Geox-Tmc), 19° a 2′22″.
A CASA BENNATI SFRECCIA FARRAR
Dopo un finale convulso e pirotecnico, l’aretino dello Leopard si lascia bloccare da Boasson Hagen ed è costretto a lasciare la vittoria che più gli interessava: quella sul traguardo di casa. E così la copertina è tutta per Tyler Farrar che si aggiudica una volata lunghissima mettendosi alle spalle un Petacchi brillante e va a prendersi anche la maglia del primato.
Foto copertina: Farrar “toro” nell’arena di Bennati (foto Bettini)
Non c’è che dire: la Garmin-Cervelo capitalizza al massimo la cronosquadre di Marina di Carrara. Ma, ad essere onesti, bisogna dire che tutto diventa molto più facile quando hai in squadra addirittura il campione del mondo che si mette i panni del gregario, molto probabilmente lo farà anche domani a Perugia, e lancia lo sprint al più giovane ed avvenente compagno di team.
La fusione a freddo fra Garmin e Cervelo porta anche a questo: due possibili contendenti per il successo parziale sono obbligati a farsi le carezze piuttosto che scannarsi e così l’ex velocista principe della Cervelo (Hushovd) tira la volata all’ex velocista Garmin (Farrar) e attualmente più in forma tra i due. E’ anche questo il bello del ciclismo.
Una Tirreno-Adriatico che, come oramai di consuetudine, non tende a banalizzare i finali di tappa e così, dopo 202 chilometri da Carrara ad Indicatore, paesotto alle porte di Arezzo, bastano due stradine di campagna, una piccola rampa di cinquecento metri non di più ed un paio di curve da enduro in discesa per far sì che sia volata, ma non certo tradizionale.
Prima del rush finale ci hanno provato in tre a prendersi un po’ di immagini tv: Aramendia (Euskaltel-Euskadi), Kaisen (Omega Pharma-Lotto) ed il nostro Leonardo Giordani (Farnese-Neri) come coraggiosi di giornata. Un modo per la stessa Omega Pharma di sfogarsi per l’abbandono, al mattino, forzato di Andrè Greipel dopo la caduta nella cronosquadre in attesa che Gilbert possa offrire qualcosa di buono. Il loro vantaggio ha raggiunto un picco massimo di 7’30” ma poi le squadre dei velocisti, fra le quali rientra anche la Rabobank del leader del mattino Boom, hanno iniziato a ricucire fino ad arrivare al ricongiungimento.
Sul secondo Gpm di giornata, quello di Poggio alla Croce, si capisce che ancora Mark Cavendish è ben lontano dalla miglior condizione e si stacca: la parola “staccarsi” insieme a “Poggio” non fanno certo ben sperare al momento l’uomo dell’Isola di Man in vista della Sanremo. Il gruppo, però, dopo lo scollinamento rallenta, la squadra lo aspetta e Mark rientra in gruppo.
Ai -39 prova la sortita solitaria Reynes (Omega Pharma-Lotto) che riesce ad arrivare fino a 38” di vantaggio sul gruppo ma il suo tentativo viene annullato diciassette chilometri più tardi, quando è la Leopard a prendere in mano la situazione perché si arriva alle porte di Arezzo ed un certo Bennati avrebbe particolare piacere ad alzare le braccia al cielo.
Non succede più nulla fino ai meno sette, quando la corsa abbandona la statale per inerpicarsi un po’ in campagna e, sfruttando al meglio la moto Rai, il primo a muoversi è Burghardt (BMC) seguito da vicino da Iglinsky (Astana): i due rimangono in avanscoperta per un chilometro, cioè fino a quando Marcato (Vacansoleil) e Garzelli (Acqua&Sapone) provano ad aprire il gas e scompaginare i piani dei velocisti. Ma, sfortuna loro, la strada favorevole finisce quasi subito e così ci si prepara alla volata.
La Leopard con Cancellara affronta in testa gli ultimi 1500 metri, seguito subito dalla Saxo Bank con Tosatto ed i Garmin per Farrar. I piani si scombinano proprio agli ultimi 800 metri quando il Team Sky prova a sorprendere tutti sparigliando le carte in testa. Hushovd è il più lesto di tutti a prendersi la parte destra della carreggiata, mentre Boasson Hagen frena e si piazza involontariamente davanti a Bennati ai 300 dalla fine tagliandolo fuori per il successo. E’ a quel punto che Farrar esce molto lungo, Oscar Gatto lo affianca ma rimbalza indietro mentre Petacchi trova il varco giusto e rimonta l’americano però, negli ultimi cinquanta metri, non ha quello scatto d’orgoglio che gli può consentire di prendersi la tappa. E così Farrar vince agevolmente, davanti al velocista della Lampre-ISD ed un bravo Haedo (Saxo Bank) al terzo posto. Dietro di loro Renshaw (HTC, Cavendish scomparso e secondo brutto segnale di giornata), Sieberg (Omega Pharma, segno che senza Greipel si può fare lo stesso qualcosa), Van Avermaet (BMC), Lorenzetto (Astana) e Boasson Hagen (Sky).
I dieci secondi d’abbuono cambiano anche le parti alte della classifica perché Farrar, e la Garmin-Cervelo, avevano chiuso con 9” di ritardo dalla Rabobank e così l’americano può prendersi anche la maglia azzurra di leader con due secondi di vantaggio che, salvo sconvolgimenti, dovrebbe riuscire a mantenere anche domani. Dietro di lui, grazie al gioco dei piazzamenti, Leezer supera Boom e si fa capo-banda di tutti gli uomini in arancione con Gesink che rimane lì silenzioso in attesa delle tappe che lo potrebbero portare in testa alla generale.
Domani terza frazione: 189 chilometri da Terranuova Bracciolini a Perugia con finale riservato ai velocisti visto che si arriva nella parte bassa della città ed anche se si andrà verso l’alto, il Gpm è a 25 chilometri dall’arrivo, quindi c’è tutto il tempo. Anche per Cavendish.
Saverio Melegari
VOECKLER-DE GENDT, SUCCESSO PER DUE
Al termine di una lunga fuga a 5 l’alsaziano della Europcar si aggiudica la tappa di Belleville mentre il belga della Vacansoleil si riprende la maglia gialla strappandola all’australiano Goss. In classifica tutto ancora apertissimo in attesa del tappone di Vernoux-en Vivarais.
Foto copertina: con Voeckler stavolta la fuga va in porto (foto Fabrice Lambert/sportbreizh.com)
Al secondo tentativo Thomas Voeckler centra il bersaglio grosso alla Parigi-Nizza. Dopo l’attacco non andato a buon fine nel finale della tappa di Nuits-Saint-Georges il campione nazionale francese e leader della Europcar è andato in fuga da lontano e sul traguardo di Belleville ha regolato in volata il connazionale Pauriol (FDJ) e il belga De Gendt (Vacansoleil) che, tra distacco e abbuoni, ha guadagnato 23” sull’australiano Goss (HTC) riprendendosi la maglia di leader.
La tappa, 191 km da Crêches-sur-Saône a Belleville, si prestava moltissimo alle fughe per via della presenza di 7 gran premi della montagna, sia pure non particolarmente impegnativi, e altre salite disseminate lungo il percorso. In effetti gli attacchi si sono susseguiti fin dai primi metri finchè al km 6 non è partita la fuga di Voeckler (Europcar), Pauriol (FDJ) e De Gendt (Vacansoleil), andato in avanscoperta con l’obiettivo di guadagnare 3” d’abbuono al primo sprint intermedio e superare in classifica Goss (HTC), che lo precedeva di 2”. Pochi km dopo si sono agganciati al terzetto di testa anche Di Gregorio (Astana) e De Greef (Omega Pharma) mentre ci hanno provato senza successo Pineau (Quick Step) e Hardy (Bretagne) che sono stati riassorbiti dal gruppo.
La fuga era dunque decisamente ben assortita con due corridori che avevano già evidenziato una grandissima condizione come Voeckler e De Gendt e altri tre atleti di buon livello che già si erano piazzati nei primi 20 in tappe di montagna dei grandi giri. Immediatamente è apparso chiaro che per il gruppo sarebbe stato difficilissimo andarli a riprendere: i 5 davanti hanno guadagnato fino a 4′25” sul plotone che ha iniziato a recuperare terreno quando Rabobank e Liquigas, nelle cui fila si è distinto ancora una volta Agnoli, hanno preso il comando delle operazioni riducendo il gap a 1′15” in cima dell’ultima salita, il Col de Fontmartin, posizionato a 35 km dall’arrivo. L’HTC non collaborava all’inseguimento, anche perchè Goss faticava a rimanere nel gruppo dei migliori.
Il finale in discesa e pianura è stato caratterizzato da un autentico show di De Gendt che ha tirato quasi ininterrottamente il gruppetto di testa – di cui non ha più fatto parte De Greef, staccatosi su uno strappetto a 20 km dall’arrivo – fino al rettilineo finale quando Voeckler ha lanciato il suo sprint e si è imposto facilmente davanti a Pauriol, al belga e a Di Gregorio. Il gruppo arrivato con 13” di ritardo è stato regolato da Haussler (Garmin) davanti a Sagan (Liquigas) e Romain Feillu (Vacansoleil) con Reda (Quick Step) primo degli italiani al 14° posto.
In classifica generale De Gendt guida con 10” su Voeckler, 16” su Pauriol, 21” su Goss, 24” su di Gregorio e 37” su tutti gli uomini di classifica. Questi ultimi entreranno certamente in azione oggi sul Col de la Mûre, ascesa di 7,6 km con l’8,3% di pendenza media e punte al 12%, la cui vetta è posizionata a soli 9 km dal traguardo di Vernoux-en-Vivarais. Il tutto al termine di una frazione di 193 km con partenza da Saint-Symphorien-sur-Coise e caratterizzata da altre 6 ascese tra le quali la Croix de Chabouret (1201m) nella prima parte del percorso, “Cima Coppi” della Parigi – Nizza 2011
Marco Salonna