AD ALCOY ALTRA FUGA: TOCCA A DAVID LOPEZ
Il 29enne spagnolo si impone per distacco nella 9a tappa della Vuelta, la Calpe – Alcoy di 187,7 km, staccando nel finale Kreuziger, Moncoutié, Caruso e Martinez, al termine di una lunga fuga. Piazza d’onore per il ceco della Liquigas, davanti all’italiano della Katusha. Sullo strappo conclusivo Joaquin Rodriguez tenta senza successo di strappare la maglia rossa di leader ad Igor Anton. Domani primo giorno di riposo.
Foto copertina: David Lopez festeggia il primo successo in carriera alla Vuelta (foto Reuters)
Seconda fuga a buon fine consecutiva e secondo successo solitario. Dopo l’exploit di David Moncoutié a Xorret del Catì, è stato quest’oggi David Lopez Garcia, 29enne di Barakaldo, a salutare la compagnia dei resti della fuga del mattino e ad involarsi tutto solo verso il traguardo di Alcoy, ancora una volta – la terza in questa Vuelta, dopo Malaga e Valdepenas de Jaen – posto al termine di un breve strappo. Il corridore della Caisse d’Epargne faceva parte della fuga a quindici sganciatasi nella prima parte di gara, assieme a Pujol, Kadri, Moncoutié, Kreuziger, Barredo, Cataldo, Martinez, Caruso, Ramirez, Gasparotto, Quemeneur, Péraud, Vanendert e Rabunal; un’azione dalla quale alcuni atleti si sono via via staccati a causa delle molte salite in programma (sette più lo strappo conclusivo, anche se nessuna oltre la 2a categoria), e uno – Carlos Barredo, il meglio piazzato in classifica generale, a 3’30’’ dal leader Igor Anton – di sua spontanea volontà, al fine di evitare la reazione che la Euskaltel avrebbe probabilmente inscenato per conservare la maglia.
Una scelta che non ha alla fine certamente aiutato la Quick Step, che ha perso il migliore dei due uomini in fuga (Cataldo è stato fra i primi ad alzare bandiera bianca), ma che ha fatto sì che il plotone concedesse il via libera a quel che restava del drappello al comando. Un drappello dal quale è stato proprio David Lopez ad evadere per primo, nella discesa del penultimo colle, il Puerto de Benifallin, venendo prontamente raggiunto da David Moncoutié, sulle prime rampe dell’Alto del Revolcat, e quindi da Kreuziger, Caruso ed Egoi Martinez, qualche chilometro più tardi. Prima Moncoutié, poi Kreuziger e infine Caruso hanno provato ad avvantaggiarsi prima della vetta, senza però riuscire mai a fare il vuoto. Un vuoto che ha invece prodotto Lopez nei chilometri fra il GPM e l’attacco dell’erta finale, sulla carta tratto di transizione, a conti fatti invece decisivo per la vittoria di tappa. Gli inseguitori non hanno infatti trovato con la necessaria prontezza un accordo, concedendo al battistrada una quindicina di secondi di margine risultati poi irrecuperabili. Prima Caruso e poi Kreuziger hanno provato a riportarsi sotto nel finale, ma con tempismo assai tardivo, e senza mai dare l’impressione di poter minacciare seriamente quello che per Lopez è di gran lunga il successo più prestigioso nelle sue otto stagioni da professionista.
Dopo l’arrivo di Kreuziger a 6’’, di Caruso a 13’’, di Moncoutié a 21’’, del rimontante Kadri a 27’’ e di un esausto Egoi Martinez a 30’’, Jean-Christophe Péraud si è piazzato 7° a 55’’, sognando per alcuni minuti, in virtù del suo distacco di 6’59’’ in generale, il minore fra i fuggitivi una volta staccatosi Barredo, la maglia rossa. Negli ultimi 20 km, tuttavia, gli Euskaltel, dopo una giornata di assoluta non-belligeranza in gruppo, hanno incrementato sensibilmente il ritmo, recuperando circa 3’ alla fuga e sventando la minaccia del francese.
Minaccia destinata a non essere però l’unica portata alla leadership di Anton, dal momento che Joaquin Rodriguez, come ampiamente pronosticato alla vigilia, ha tentato sullo strappo finale di guadagnare almeno quel secondo che gli avrebbe consentito di presentarsi in rosso nella sua Catalogna martedì. Le pendenze assai morbide del chilometro e mezzo finale non hanno però concesso molte possibilità in tal senso al leader Katusha, al quale si sono accodati con facilità il capoclassifica Anton, Vincenzo Nibali, Nicholas Roche, un pimpante Frank Schleck, che non ha evidentemente rinunciato a velleità di classifica generale, e un’altra decina di corridori, fra i quali spiccava l’assenza di Denis Menchov, che ha lasciato per strada altri 13’’.
Igor Anton si presenta così al primo giorno di riposo della Vuelta 2010 ancora al comando di una generale che ha avuto nella risalita al 5° posto di Péraud l’unico cambiamento significativo di giornata. Un riposo del quale gli organizzatori approfitteranno per un lungo trasferimento a Tarragona, da cui partirà martedì la 10a tappa, diretta a Vilanova i la Geltrù, al termine di 175,7 km che avranno nel breve ma terribile Alto del Rat Penat, 4,4 km al 10,8%, con vetta a 32 km dal traguardo, il loro momento chiave. Una salita che ricorda molto da vicino quella di Xorret del Catì, anche se la distanza della vetta dalla linea bianca potrebbe costituire un ostacolo agli attacchi da parte dei big. Chissà però che proprio il Purito Rodriguez, sfumata la possibilità di presentarsi nella sua terra con le insegne del primato addosso, non voglia provare a conquistarle proprio lì, su strade che conosce probabilmente meglio di tutti i suoi rivali.
Matteo Novarini
ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI XORRET DE CATI’
settembre 5, 2010 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Anche durante la Vuelta ilciclismo.it vi proporrà il giornaliero almanacco – contenitore, con la rassegna stampa, i commenti dei tifosi (in arrivo un tifoso d’eccezione), le previsioni del tempo e la presentazione della tappa che verrà.
Foto copertina: il Rasos de Catì e la Sierra del Cid visti dal Monte Maigmo (panoramio)
PROCESSO ALLA TAPPA
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
HOTDOGBR: oggi capiremo se come sembra Nibali può vincere davvero la Vuelta, l’impressione è che lui, Anton e forse Rodriguez, che potrebbe essere in calo di condizione dopo il Tour, possano fare la differenza; ed è una tappa fondamentale anche per Menchov e F.Schleck che se riusciranno a stare con gli altri tre avranno ancora chances di vincere la Vuelta, altrimenti li vedo abbastanza tagliati fuori visto che di grandissimi tapponi per recuperare molti minuti non ce ne sono
Gibosimoni: La differenza potrebbe farla non solo la salita ma anche la discesa dallo Xorret. Stiamo a vedere, forza Vincenzo e forza Azzurri!
HOTDOGBR: Nibali a questo punto è il grande favorito della Vuelta vista la posizione che ha ora in classifica, vista la sua squadra non eccezionale ma comunque discreta e vista la debacle dei principali avversari della vigilia, Menchov oggi è saltato e non mi stupirei se nei prossimi giorni si ritirasse e F.Schleck è la brutta copia di se stesso; è vero che è tornato a buon livello Sastre che ha buttato via 1′ nella tappa di Valdepenas de Jaen iniziando la penultima salita troppo indietro ma anche lui non sembra in grado di differenza nè ha il terreno, leggasi tapponi con molte salite tipo Alpe d’Huez 2008 e Petrano 2009, per farlo: restano Anton e Rodriguez, lui sì appoggiato da una grande squadra con Karpets anche oggi sopra le righe, ma non sembrano in grado di staccare Nibali in montagna e pagheranno dazio a cronometro. Degli altri si sono ridimensionati i due dell’HTC Van Garderen e Velits mentre possono dire ancora qualcosa Mosquera e il blocco della Caisse d’Epargne con un Bruseghin che può puntare a un posto nei 5 se non addirittura al podio. Infine Moncoutiè, se avesse avuto un’altra testa sarebbe stato un uomo importante di classifica nei grandi Giri
Vedo23: Sono d’accordo con Hot!
Anche su Moncutiè… Che specie in corse di secondo o terzo rango (come, è palese, è la Vuelta) potrebbe fare molto bene! Non ha grandissime sparate, ma non sono presenti chissà quali scalatori… Un posto nei 10 lo porterebbe a casa tranquillamente, in una Vuelta come quella di quest’anno (specie dato il campo di rivali) anche un posto nei 5 e chissà…
Il Bruss non so: aspetterei ancora un po’, in fondo non l’abbiam potuto vedere molto quest’anno
Telesport: Dopo la tappa di oggi Nibali ha sogni di alta classifica?
Vedo23: Li aveva anche prima!
Anzi.. non sono sogni, concrete possibilità.
Non vedo anzi, sinceramente, come possa perdere… Specie vedendo lo stato scandentissimo di condizione di alcuni big (i fratelli lussemburghesi e Menchov su tutti) e la tattica di gara facilona che contraddistingue la corsa spagnola.
Gli spagnoli non li vedo come veri avversari fino alla fine per la prima piazza!
Howling Wolf14: Può vincere la Vuelta, Nibali. Sono ancora in tanti a lottare per la maglia rossa, però si sono già registrate defaillances importanti. Il siciliano della Liquigas ha una bella pedalata, si difende alla grande in montagna e a cronometro è sicuramente più forte dei vari Rodriguez, Anton e Mosquera. E’ una grande occasione. Ne abbiamo bisogno. Dai tempi del successo di Giovannetti di acqua sotto i ponti n’è passata troppa. Forza Nibali!
Fiatogrosso: Concordo in toto con HW!
Salitepuntocià: mah.. una cronometro è troppo poco e ci son molti arrivi in salita.
Certo lui è abituato a salite dure, ma è la successione che mi preoccupa.
E non so come mai, alla vuelta a volte salite normali al 6-7% delle volte paiono muri… e salite più dure a volte paiono poco selettive,è strana la vuelta. magari ti aspetti il covadonga come tappa piu dura per nibali,e poi invece deve stare piu attento alla modesta salita del pal… martedi passa una perturbazione atlantica sui pirenei
83pirata: Sicuramente Nibali è al momento il più papabile come vincente, dato che pare in forma (anche in arrivi e salite da scattisti non aveva problemi a stare fra i primi), ed è il più forte a crono fra chi si gioca la vittoria. Occhio anche a Bruseghin, non mi stupirebbe se arrivasse nei primi 5!!!
Comunque il corridore che più mi sta impressionando in questa prima settimana di Vuelta è Nicholas Roche: forte in salita e molto veloce allo sprint nonostante il Tour nelle gambe. Non so se terrà per tutte e 3 le settimane, ma questo è veramente un signor corridore.
Alefederico: Forza Nibali ma non sarà una passeggiata. Gli Spagnoli sono scatenati nella corsa di casa.
con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)
VUELTA A ESPAÑA, VUELTA DEL MUNDO
Moncoutie brinda alla Vuelta. Sky si ritira: controlli per tutti (Gazzetta dello Sport)
Un segundo eterno (AS)
Igor Antón se enfunda La Roja (Marca)
Igor Antón, nuevo líder (El Mundo Deportivo)
Team Sky pull out of tour after death (The Times)
Anton takes overall lead(The Daily Telegraph)
Schwacher Tag für Fränk Schleck – Moncoutié gewinnt (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)
Moncoutié gewinnt Vuelta-Bergetappe(Tageblatt)
Le bon tour de Moncoutié (L’Equipe)
Gilbert perd le maillot de leader (Le Soir)
Moncoutié l’emporte, Gilbert perd sa tunique (La Dernière Heure/Les Sports)
David Moncoutié wint in Vuelta, Gilbert is leider af (De Standaard)
Moncoutié gagne la 8e étape de la Vuelta, Gilbert cède son maillot rouge à Anton (L’Avenir)
Philippe Gilbert perd son maillot rouge (Sud Presse)
Moncoutie Wins 8th Stage of Spanish Vuelta (The New York Times)
Moncoutie wins 8th stage of Spanish Vuelta (USA Today)
Death rocks cyclists (Herald Sun)
LA TAPPA CHE VERRA’
La Vuelta si appresta a passare un’altra giornata nella tormentata geografia della Comunidad Valenciana, disputando una frazione che potrebbe anche avere un suo peso specifico sulla frazione, nonostante non presenti salite particolarmente ripide. Ma, viaggiando tra Calpe ed Alcoy, non s’incontrerà mai la pianura, poichè sarà un continuo salire e scendere, superando in due occasioni i 1000 metri di quota ed affrontando complessivamente 50 Km di salita, conteggio limitato alle sette ascese che quest’oggi saranno coronate dal GPM. Un percorso del genere favorisce più gli attaccanti di giornata rispetto al grosso del gruppo che deve inseguire e, se davanti dovesse finire qualche uomo importante, sicuramente la giornata diventerà molto interessante. Con qualunque soluzione si arrivi al traguardo, approdo della fuga o rientro del gruppo con bagarre finale (magari con il coinvolgimento dei piani alti della classifica, ancora molto ravvicinati), la tappa dovrebbe decidersi sul Benifallim o sul Revolcat, gli ultimi due “alti” previsti dal tracciato. Se non dovessero bastare, ci sarò ancora un’ultima opportunità poichè anche l’ultimo chilometro sarà in salita, uno strappetto non impossibile (massima del 7,8%) in vetta al quale nel 2002 si impose Danilo Di Luca.
RADUNO DI PARTENZA: ore 11.35, Plaza Colón, Paseo Marítimo (partenza ore 12.30)
VIA VOLANTE: ore 13.07, Km 0 della CV-746 (direzione Moraira)
MEDIE PREVISTE: 36 – 40 Km orari
SPRINT: Ondara (Km 42,3), tra le 13.47 e le 13.54; La Nucia (Km 91,5), tra le 15.01 e le 15.16
ZONA RIFORNIMENTO: La Nucia, attorno al 93° Km
GPM: Coll de Rates (635m – 2a cat. – 6,8 Km al 5,1% – Km 66,8) tra le 14.24 e le 14.35; Alto de Guadalest (680m – 2a cat. – 5,3 Km al 7,2% – Km 103,1) tra le 15.18 e le 15.35; Alto de Confrides (980m – 3a cat. – 11,8 Km al 3,5% – Km 118,3) tra le 15.41 e le 16.01; Alto de Tudons (1030m – 2a cat. – 7,2 Km al 5,1% – Km 132) tra le 16.02 e le 16.23; Puerto de Torremanzanas (900m – 2a cat. – 8,3 Km al 5,4% – Km 156,1) tra le 16.38 e le 17.04; Puerto de Benifallín (1025m – 3a cat. – 5,3 Km al 5% – Km 164,2) tra le 16.50 e le 17.17; Alto del Revolcat (770m – 3a cat. – 5,9 Km al 4,4% – Km 181,1) tra le 17.15 e le 17.45
ARRIVO: ad Alcoy, in Carretera de Banyeres de Mariola, tra le 17.25 e le 17.56
ULTIMO CHILOMETRO: rettilineo di 300 metri in salita al 3,8%, leggera curva a destra e rettilineo di 320 metri in salita al 7,8%, leggera curva a sinistra e rettilineo d’arrivo di 280 metri in salita al 5,5%.
METEO VUELTA
Calpe: cielo sereno, temperatura 25,7°C, venti deboli da SE (4-8 Km/h), umidità al 62%
Denia (33,7 Km): cielo sereno, temperatura 28°C, venti moderati da SE (16 Km/h), umidità al 54%
Alcoy: cielo sereno, temperatura 28,1°C, venti deboli da ESE (7-13 Km/h), umidità al 51%
ARCHIVIO ALMANACCO
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04-09-2010
settembre 5, 2010 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
VUELTA A ESPAÑA
Il francese David Moncoutie (Cofidis, le crédit en ligne) si è imposto nell’ottava tappa, Villena – Xorret del Catí, percorrendo 190 Km in 5h14′32″, alla media di 36,244 Km/h. Ha preceduto di 54″ lo spagnolo Martinez e lo svizzero Tschopp. Miglior italiano Vincenzo Nibali (Liquigas-Doimo), 6° a 1′29″. Lo spagnolo Igor Anton (Euskaltel-Euskadi) è il nuovo leader della classifica, con lo stesso tempo del connazionale Rodriguez. Terzo Nibali a 2″.
TOUR DE SLOVAQUIE
Lo sloveno Robert Vrecer (Perutnina Ptuj) si è imposto nella quarta tappa, Liptovský Mikuláš – Cadca, percorrendo 161,5 Km in 3h55′49″, alla media di 41,091 Km. Ha preceduto di 10″ lo slovacco Kovác e di 43″ il russo Mironov.
Gli italiani Fabio Donesana e Alessandro Bertuola (entrambi della formazione Kalev Chocolate Team – Kuota), si sono rispettivamente piazzati 34° (a 1′37″) e 43° (a di 1′53″). Vrecer è il nuovo leader della corsa, con 11″ su Kovác e 50″ su Mironov. Bertuola 39° a 2′17″, Donesana 66° a 20′04″
MONCOUTIE IN SOLITARIA, ANTON NUOVO LEADER
Il francese della Cofidis giunge tutto solo sul traguardo di Xorret del Catì, distanziando sull’ultima ascesa i compagni di fuga della prima ora. Staccato nel finale Philippe Gilbert, che cede la testa della classifica ad Igor Anton, avvantaggiatosi in compagnia di Nibali, Rodriguez, Sastre e Tondo. Il basco conduce ora per una questione di centesimi sul leader Katusha e per 2’’ sul messinese. Domani altra tappa molto mossa, con arrivo ad Alcoy.
Foto copertina: David Moncoutié taglia a braccia alzate il traguardo a Xorret del Catì (foto AFP)
Dopo i segnali confortanti giunti dai finali nervosi di Malaga e Valdepenas de Jaen, Xorret del Catì ha offerto le conferme sperate: Vincenzo Nibali è un serissimo candidato alla vittoria finale della Vuelta 2010. È questo, per i tifosi italiani, il verdetto più importante emesso dall’8a tappa dell’ultimo GT della stagione, 190 km contrassegnati da un GPM di 3a categoria, tre di 2a e uno di 1a, l’Alto de Xorret del Catì, un muro con pendenze degne del Giro delle Fiandre, ma spalmate su una distanza quadrupla rispetto alle erte belghe. Una frazione che è vissuta su due piani distinti – quello della lotta per la vittoria di tappa da un lato, quello dell’attacco alla maglia rossa dall’altro – che solamente sulla penultima salita di giornata, il Puerto della Carrasqueta, allorché gli uomini della Cervélo hanno generato la prima vera selezione, hanno dato l’impressione di potersi riunire. Il rallentamento nel successivo tratto di fondovalle ha invece spianato la strada alla buona riuscita della fuga orchestrata da Serafin Martinez, Moncoutié, Tschopp, Arrieta e Bazayev, evasi dopo una manciata di chilometri.
Un’azione che non era stata il solo motivo di interesse di una prima ora che, superato lo shock del ritiro in blocco del Team Sky in seguito alla scomparsa di Txema Gonzalez, aveva visto anche una caduta di massa dopo una decina di chilometri, nella quale erano rimasti coinvolti – fra gli altri – Gilbert, Arroyo, Cavendish e Petacchi, fortunatamente senza gravi conseguenze.
I battistrada hanno rapidamente costruito un discreto margine di vantaggio, già superiore ai 5’ sul primo GPM di giornata, e arrivato a sfondare il tetto dei 7’. Fatta eccezione per l’andatura sostenuta della Cervélo sulla penultima ascesa, il gruppo non si è mai dato eccessiva pena per chiudere sugli attaccanti, del tutto innocui in classifica generale, consentendo ai cinque di approcciare l’erta conclusiva con oltre 3’ di vantaggio ancora da gestire. Moncoutié ha così potuto amministrare con calma la sua netta superiorità nei confronti dei compagni d’avventura, lasciati sfogare sulle prime rampe, e quindi distanziati uno dopo l’altro sulle pendenze più impegnative, con Bazayev ultimo a mollare. Il 35enne di Provins, vincitore della classifica scalatori nelle ultime due edizioni, ha così colto l’annuale successo di tappa in terra spagnola, dopo quelli – sempre arrivati al termine di lunghe fughe – di Pla de Beret 2008 e Sierra Nevada 2009. Serafin Martinez si è così dovuto accontentare di regolare Tschopp e Arrieta nello sprint a tre per la seconda piazza, a 54’’ dallo scalatore della Cofidis.
La crisi finale di Assan Bazayev, ultimo a mollare la ruota di Moncoutié, ma poi talmente in difficoltà da essere raggiunto e staccato dal pur non brillantissimo terzetto svizzero-iberico, venendo poi riacciuffato anche dai primi uomini di classifica, offre il pretesto per passare alla seconda battaglia, quella per la classifica generale. Una battaglia accesa sin dai primi metri di salita dalla Liquigas, ed in particolare dal forcing di Oliver Zaugg, cui ha fatto seguito una secca ma effimera accelerazione di Rigoberto Uran. Il colpo che ha definitivamente sfaldato il gruppo dei migliori, lasciando indietro il capoclassifica Gilbert e nomi eccellenti quali Denis Menchov e Frank Schleck, lo ha assestato Carlos Sastre, quando alla vetta mancavano poco più di 2 km. Le accelerazioni di Igor Anton e, soprattutto, di Joaquin Rodriguez hanno poi ulteriormente selezionato il drappello dei migliori, ridottosi in certi frangenti a sole tre unità: i due spagnoli e un pimpantissimo Vincenzo Nibali, che ha sempre risposto con apparente agio alle sparate dei padroni di casa. In prossimità della vetta, approfittando di un rallentamento, il duo Cervélo Sastre – Tondo si è riportato sul trio, resistendo anche alla progressione del messinese in vista del GPM, quando ormai le pendenze erano troppo blande per creare distacchi.
La breve discesa finale non ha prodotto scossoni, e il tentativo del Purito ai 300 metri finali, volto a guadagnare almeno 1’’ nei confronti di Anton, davanti a lui in classifica per pochi centesimi e virtualmente nuovo leader, ha prodotto come unico effetto quello di lasciare rispettivamente a 3 e 6 secondi Tondo e Sastre. La coppia Caisse d’Epargne Uran – Bruseghin ha ceduto 19 secondi, Roche, Plaza e Mosquera una trentina, Frank Schleck oltre un minuto, Menchov più di due.
Anton guida ora la classifica con poche frazioni di secondo su Rodriguez, con Nibali 3° ad appena 2’’. Più staccati gli altri, con Tondo 4° a 42’’, e Marzio Bruseghin 5° a 1’10’’ a chiudere la top 5. Già piuttosto distanti Frank Schleck e Denis Menchov, le cui possibilità di successo finale sono ora legate ad un’eventuale crescita di condizione nella terza settimana, mentre il pur volenteroso Sastre e giovani di belle speranze come Velits e Van Garderen non sembrano comunque rappresentare minacce concrete.
Sin da domani, in ogni caso, la classifica potrebbe essere soggetta a cambiamenti, anche nelle parti alte. I 187,7 km da Calpe al Alcoy presentano infatti ben 7 GPM, di cui 6 concentrati nella seconda metà di gara. L’ultimo, l’Alto del Revolcat, terminerà a meno di 7 km dal traguardo, posto al termine di uno strappo di poco più di un chilometro. Pressoché impossibile che si creino divari significativi fra i migliori, ma, con una classifica ancora così corta, potrebbero bastare gli abbuoni perché qualcuno possa risalire posizioni, o perché la maglia rossa, dopo appena 24 ore, possa cambiare nuovamente padrone.
Matteo Novarini
OLE’-JET… E L’ITALIA TROVA IL PRIMO HURRA’
Nel giorno in cui si è corso, per ora, il rischio più concreto che la fuga del mattino potesse arrivare, ci pensa Alessandro Petacchi a scrivere un nuovo capitolo della storia degli sprint. Lo spezzino batte, come già successo al Tour, Mark Cavendish e regala il primo successo tricolore in questa Vuelta. Primo per l’Italia, ventesimo per lui. Può essere più che soddisfatto.
Foto copertina: I velocisti impegnati nei metri finali dello sprint di Orihuela (foto Roberto Bettini)
La doppietta l’ha centrata anche lui. Dopo Farrar (Giro-Vuelta) e Hushovd (Tour-Vuelta), anche Alessandro Petacchi porta il suo dorsale e la maglia della Lampre-Farnese sul podio più alto di due distinte corse a tappe. Adesso, all’appello, manca soltanto uno dei big: è inglese ed il suo cognome inizia per C.
Per quest’ultimo, l’occasione buona poteva essere quella di Orihuela, visto che non c’erano strappetti nel finale, pazzi scriteriati pronti ad entrare nella mischia ed un Gilbert che difficilmente avrebbe provato a far saltare il banco.
Ed, invece, Cavendish non aveva fatto i conti con un super Petacchi che, pilotato alla perfezione da Danilo Hondo (questa volta si, non come successo due giorni fa), si è trovato in testa ai 200 metri ed ha deciso che aveva voglia di un’altra volata lunga, come quella fatta al Tour dove ebbe la meglio proprio sul capitano dell’HTC. Ed anche ad Orihuela il risultato è stato lo stesso, con Ale-Jet tranquillo e beato in testa al gruppo e l’inglese che non riesce nemmeno ad impensierirlo a capo di un gruppo di vinti che potrebbe rappresentare un bel cambiamento in vista degli anni futuri.
Per Petacchi, adesso, alla Vuelta fanno venti. C’è di che accontentarsi, ma se rimarrà fino alla fine, almeno a ventuno vuol provare ad arrivarci.
Ma torniamo all’inizio, visto che il 20° sigillio dell’uomo Lampre ha rischiato seriamente di non concretizzarsi a causa della coriacea fuga di giornata. Pronti, via ed ecco i soliti quattro temerari, sembra: Montenegro, Pedersen, Roels ed Isaichev. Loro non scherzano, mentre in gruppo vanno a fare una scampagnata e così in soli 25km guadagnano qualcosa come 10’25”. Abbastanza presto rispetto ai piani della vigilia, la tappa è lunga 181 chilometri, Lampre (per Peta), Garmin (per Tyler) e HTC (per Cave) sono costrette a mettersi in testa ed iniziare da subito a limare il margine.
I quattro ci provano in tutti i modi (anche una foratura di Roels ci si mette di mezzo, ma rientra subito sulla testa della gara) e sembrano quasi quasi riuscirci fino a che il gruppo non se li mangia di nuovo a quattro chilometri e mezzo dalla fine. Ed allora che volata sia.
Ed allora all’ultimo chilometro ecco che nasce un treno, quello blu-fucsia degli uomini di Saronni che assomiglia molto a quei treni che una volta avevano i colori rossi (Saeco) o bianco-blu (Fassa Bortolo). I meccanismi sono oliati ben bene e altri treni, quelli di Quick Step e HTC, fin da subito rischiano il deragliamento, ma non quello Lampre. E, così, i calcoli tornano alla meraviglia visto che Hondo prende in testa l’ultima chicane, rilancia l’andatura e la pista è tutta pronta per Ale-Jet. Gioco, partita, incontro.
Alle sue spalle Cavendish, poi Haedo, Stauff (Quick-Step, una rivelazione), Farrar, Galimzyanov (Katusha), Forster, Hinault, Bennati (troppo chiuso e con un passo indietro dopo il 2° posto dietro Hushovd) e Weylandt.
Adesso le ruote veloci si faranno un po’ da parte, ad iniziare dall’ottava tappa: Villena-Xorret del Cati, 190 chilometri. Frazione movimentata con 5 Gpm: uno di terza all’inizio, tre di seconda ed uno di prima, l’Alto di Xorret del Cati a quota 1.100 metri di altezza piazzato a tre chilometri dall’arrivo di tappa. Tocca ad un altro azzurro mettersi in evidenza, a questo giro. Non ha i colori blu-fucsia, ma verdi. Il suo nome è Vincenzo Nibali.
Saverio Melegari
ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI ORIHUELA
settembre 4, 2010 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Anche durante la Vuelta ilciclismo.it vi proporrà il giornaliero almanacco – contenitore, con la rassegna stampa, i commenti dei tifosi (in arrivo un tifoso d’eccezione), le previsioni del tempo e la presentazione della tappa che verrà.
Foto copertina: Orihuela (panoramio)
PROCESSO ALLA TAPPA
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
HOTDOGBR: era dai tempi della Fassa di metà anni 2000 proprio con Petacchi che non si vedeva una squadra italiana dominare nell’impostazione dello sprint come ha fatto la Lampre oggi, alla fine con due vittorie e la maglia verde al Tour, questa della Vuelta e le altre sparse lungo la stagione la scelta della Lampre stessa di ingaggiare Petacchi si è rivelata vincente
Vedo23: Altro segnale da parte di Petacchi… e non dico nient’altro! (credo d’aver già detto dove vorrei vedere Petacchi correre tra non molto…)
con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)
VUELTA A ESPAÑA, VUELTA DEL MUNDO
Petacchi jet alla Vuelta. Virus: muore massaggiatore (Gazzetta dello Sport)
La muerte del masajista del Sky sacude la Vuelta (AS)
Muere el masajista Txema González por
un proceso bacteriológico en la Vuelta (Marca)
Petacchi se reivindica (El Mundo Deportivo)
Petacchi’s dash foils Cavendish (The Independent)
Virus kills Team Sky masseur(The Daily Telegraph)
Petacchi feiert 20. Vuelta-Sieg (Tageblatt)
Cavendish n’y arrive pas (L’Equipe)
Petacchi gagne au sprint, Gilbert reste leader (Le Soir)
Un masseur de l’équipe Sky décède d’un virus (La Dernière Heure/Les Sports)
Petacchi wint sprint in Vuelta (De Standaard)
Petacchi règle le sprint, Gilbert reste en rouge (L’Avenir)
Petacchi remporte la 7e étape de la Vuelta, Philippe Gilbert reste en rouge (Sud Presse)
Petacchi Wins Stage Seven Of Tour Of Spain (The New York Times)
Italy’s Petacchi wins Vuelta stage; Gilbert leads (USA Today)
LA TAPPA CHE VERRA’
Dopo le scaramucce altimetriche delle frazioni di Malaga e di Valdepenas è giunta l’ora di affrontare le prime vere montagne. L’ottava frazione proporrà il traguardo allo Xorret de Catí, poco oltre la cima dell’omonimo alto (1100 metri spaccati), ascesa breve ma intensa che, a dispetto degli appena 3,8 Km di lunghezza, ha sempre lanciato in orbita grandi scalatori. Fino al 2004 questo approdo è stato il regno degli Jiménez, prima lo sfortunato José Maria e poi di Eladio, due volte mattatore lassù. Scomparso questo “casato” dalle starting list delle corse che contano, dodici mesi fa è stato un altro spagnolo, Gustavo César Veloso, il più bravo a domare le temibili pendenze del picco valenciano, che si attestano su di un valore medio dell’11,5%, con picchi fino al 22%.
La marcia d’avvicinamento allo Xorret sarà quella solita di questa frazione: correndo in terre orograficamente molto frastagliate, non si incontrerà praticamente mai la pianura lungo tutti i 190 Km previsti, che non vedranno in gara i corridori del Team Sky, ritiratisi proprio stamattina a seguito del decesso di un massaggiatore della formazione. Prima del gran finale dovranno essere scavalcati quattro traguardi GPM, uno di terza e gli altri di seconda categoria.
RADUNO DI PARTENZA: ore 11.30, Plaza de Toros (partenza ore 12.25)
VIA VOLANTE: ore 13.07, Km 0 della CV-799 (direzione Biar)
MEDIE PREVISTE: 35 – 39 Km orari
SPRINT: Onil (Km 17,5), tra le 12.58 e le 13.02; Castalla (Km 177), tra le 17.04 e le 17.35
ZONA RIFORNIMENTO: Puerto de Tudons, attorno al 97° Km
GPM: Puerto de Onil (1030m – 3a cat. – 6,4 Km al 5% – Km 24,4) tra le 13.09 e le 13.13; Puerto de Tudons (1010m – 2a cat. – 6,9 Km al 4,8% – Km 96,4) tra le 15.00 e le 15.17; Puerto de Torremanzanas (880m – 2a cat. – 8,3 Km al 5,3% – Km 123,5) tra le 15.42 e le 16.03; Puerto de la Carrasqueta (1025m – 2a cat. – 11 Km al 4,8% – Km 152,7) tra le 16.26 e le 16.53; Alto Xorret del Catí (1100m – 1a cat. – 3,8 Km al 11,5% – Km 186,8) tra le 17.19 e le 17.52
ARRIVO: a Xorret del Catí, tra le 17.24 e le 17.57
ULTIMO CHILOMETRO: 100 metri in discesa, 300 metri in salita (8%), curva a destra, 550 metri in leggera salita (1,6%), curva a destra e rettilineo d’arrivo di 150 metri pianeggiante.
METEO VUELTA
Villena: cielo sereno, temperatura 24,9°C, assenza di vento, umidità al 45%
Xorret de Catì: previsioni non disponibili
ARCHIVIO ALMANACCO
Selezionare la voce “Vuelta 2010″ nel menù “Reparto Corse” (in home, sopra la copertina)
03-09-2010
settembre 4, 2010 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
VUELTA A ESPAÑA
L’italiano Alessandro Petacchi (Lampre-Farnese Vini) si è imposto nella settima tappa, Murcia – Orihuela, percorrendo 187,1 Km in 4h36′12″, alla media di 40,644 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Cavendish e l’argentino Juan-Jose Haedo. Il belga Philippe Gilbert (Omega Pharma-Lotto) conserva la maglia rossa con 10″ sugli spagnoli Anton e Rodriguez. Miglior italiano Vincenzo Nibali (Liquigas-Doimo), 4° a 12″.
TOUR DE SLOVAQUIE
Il russo Alexander Porsev (Itera-Katusha) si è imposto nella terza tappa, Velký Krtíš – Liptovský Mikuláš. Ha preceduto allo sprint l’olandese Wippert e l’austriaco Schorn.
Gli italiani Alessandro Bertuola e Fabio Donesana (entrambi della formazione Kalev Chocolate Team – Kuota), si sono rispettivamente piazzati 23° e 89° (staccato di 18′06″). Porsev si riporta in testa alla classifica, con 6″ su Schorn e 7″ su Wippert. Bertuola 49° a 33″, Donesana 76° a 18′36″
STADSPRIJS VAN GERAARDSBERGEN (disputato il 1° settembre)
Il belga Michael Van Staeyen (Topsport Vlaanderen – Mercator) si è imposto nella corsa belga, percorrendo 168 Km in 3h35′12″, alla media di 46,840 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Leukemans e Gardeyn.
ALMANACCO DEL DOPOTAPPA: QUI MURCIA
settembre 3, 2010 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Anche durante la Vuelta ilciclismo.it vi proporrà il giornaliero almanacco – contenitore, con la rassegna stampa, i commenti dei tifosi (in arrivo un tifoso d’eccezione), le previsioni del tempo e la presentazione della tappa che verrà.
Foto copertina: La cattedrale di Murcia (wikipedia)
PROCESSO ALLA TAPPA
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
HOTDOGBR: Potrebbe esserci una fuga visto che la classifica si è allungata, però siamo ancora alla 6a tappa e le squadre sono fresche quindi ritengo più probabile un arrivo di circa 40 corridori, potrebbe essere il giorno giusto per Pozzato o ancora per Gilbert, oppure per L.L.Sanchez visto che se si rimane in pochi nel finale i Caisse d’Epargne attaccheranno.
Gibosimoni: Penso che la Cresta del Gallo sia troppo lontano per creare selezione, piuttosto può rimanere nelle gambe dei velocisti se qualcuno si mette a farla a tutta.
Fiatogrosso: La vittoria di Hushovd su Bennati ci sta tutta.
con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)
VUELTA A ESPAÑA, VUELTA DEL MUNDO
Vuelta, Hushovd di forza. Bennati è 2°, Gilbert leader (Gazzetta dello Sport)
Siempre Hushovd (AS)
Hushovd aterriza en Murcia (Marca)
Thor Hushovd, fiable como siempre (El Mundo Deportivo)
/ (Nessun titolo sulla 6a tappa) (The Independent)
Vuelta a España 2010: Norway’s Thor Hushovd wins last-ditch sprint in Murcia (The Daily Telegraph)
Hushovd, wer sonst? (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)
Spanien-Rundfahrt: Hushovd hängt alle ab (Tageblatt)
Au tour d’Hushovd (L’Equipe)
Vuelta: Hushovd l’emporte au sprint, Gilbert toujours leader (Le Soir)
Vuelta – 6e étape: victoire de Hushovd, Gilbert toujours en rouge (La Dernière Heure/Les Sports)
Hushovd pikt ook ritje mee in Vuelta (De Standaard)
Vuelta: Gilbert reste leader, Hushovd gagne (L’Avenir)
Hushovd Takes Sprint Victory In Spain After Tough Climb (The New York Times)
Hushovd wins 6th Vuelta stage, Gilbert keeps lead (USA Today)
/ (Nessun titolo sulla Vuelta) (The Age)
LA TAPPA CHE VERRA’
Sarà ancora una tappa quasi certamente per velocisti quella che attende la Vuelta in questa 7a giornata di gara, che prevede 187,1 km per portarsi da Murcia a Orihuela. Il tracciato presenta una sola difficoltà altimetrica significativa, l’Alto de Hondòn (8,8 km al 4,8% di pendenza media), ascesa di 3a categoria, con vetta a 60 km dalla linea bianca. Nulla, dunque, che lasci pensare ad un epilogo diverso dagli sprint a ranghi compatti visti in questi giorni, complice un finale assolutamente tranquillo, senza insidie apparentemente in grado di concedere spazio a qualche colpo di mano.
Probabile, pertanto, che si assista al tentativo di rivincita di Mark Cavendish, finora beffato due volte, da Hutarovich e Farrar, a dispetto della maglia di leader portata per due giorni. Oltre al bielorusso e all’americano, da considerarsi necessariamente tra i favoriti Thor Hushovd, fresco di vittoria a Murcia, Alessandro Petacchi, pur non apparso brillantissimo nelle volate sin qui disputate, e Daniele Bennati, finalmente rivisto ad alti livelli ieri, quando solamente il norvegese gli ha negato la gioia della vittoria.
RADUNO DI PARTENZA: ore 11.57, Palacio de los Deportes, Avenida Miguel Indurain (partenza ore 12.52)
VIA VOLANTE: ore 13.07, N-340 (direzione Alicante)
MEDIE PREVISTE: 39 – 43 Km orari
SPRINT: Rojales (Km 56,1), tra le 14.25 e le 14.33; Formentera del Segura (Km 59), tra le 14.29 e le 14.37
ZONA RIFORNIMENTO: Granja de Rocamora, attorno al 85° Km
GPM: Puerto de Hondón de los Frailes (500m – 3a cat. – 8,8 Km al 4,8% – Km 126,8) tra le 16.07 e le 16.25
ARRIVO: a Orihuela, in Calle del Marqués de Molins, tra le 17.28 e le 17.54
ULTIMO CHILOMETRO: rettilineo di 400 metri pianeggiante, rotatoria, leggera curva a destra e rettilineo di 200 metri, rettilineo d’arrivo di 400 metri pianeggiante.
METEO VUELTA
Murcia: cielo sereno, temperatura 29,3°C, venti moderati da E (12-13 Km/h), umidità al 48%
Orihuela: previsioni non disponibili
ARCHIVIO ALMANACCO
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TORO SEDUTO? NO, THOR SCATENATO
Nell’arrivo della sesta tappa della Vuelta a Murcia si impone, un po’ a sorpresa, il campione norvegese Thor Hushovd che sfrutta la situazione ideale di una volata particolarmente ristretta priva dei due attori principali, Cavendish e Farrar, e mette il naso davanti ad un Daniele Bennati che, dopo tempo infinito, si rivede nei quartieri alti di una volata.
Foto copertina: Thor Hushovd anticipa Daniele Bennati sul traguardo di Murcia (foto Roberto Bettini)
Andando in là con gli anni, questo Thor Hushovd assomiglia sempre di più ad Oscar Freire. Rimane a giornate intere nella pancia del gruppo, si nasconde, manda altri a sbattersi in testa e poi, sul più bello, compare dal nulla e piazza la zampata.
E così rende felice se stesso e la Cervelo (che a fine chiuderà i battenti da indipendente per confluire nella Garmin), visto che riesce a bissare il successo ottenuto al Tour: vincere in due Grandi Giri non è che, ultimamente, riesca a tanti.
La volata di Murcia, però, ci ha riconsegnato anche un Daniele Bennati che vuol vedere se riesce a combinare ancora qualcosa. E’ vero che mancavano i due big principali, Cavendish e Farrar che sono stati respinti dall’Alto de la Cresta del Gallo, ma intanto si è piazzato al secondo posto e speriamo che questo possa essere un segnale positivo in vista dei prossimi giorni (magari già oggi?) e, se non altro, un punto di partenza verso il 2011.
La fuga di giornata è animata da tre uomini: Bichot, Eichler ed Estrada. I tre, dopo qualche chilometro a fare a spallate, trovano l’accordo che serve per tentare l’impresa e raggiungono un vantaggio massimo di 9’11”. Il gruppo non vuole lasciare troppo spazio e, soprattutto grazie alla Cofidis (come mai questa scelta? Moncoutie voleva provare uno scatto nel finale?) la corsa rimane abbastanza compatta ed il vantaggio scende costantemente fino ai -25 quando inizia la Cresta del Gallo ed, ai tre davanti, è rimasto soltanto un misero minuto.
Però, sulla salita, succede poco o nulla visto che il ritmo è scandito da Liquigas e Rabobank che vogliono tenere al riparo da imboscate i due lìder veloci, Bennati e Freire, anche se i “verdi” devono salvaguardare anche Nibali. Sul finire dell’ascesa la trenata di Kolobnev (Katusha) sembra far intuire un tentativo imminente di Pozzato, ma è soltanto un fuoco fatuo, anche perché Gilbert – e ci mancherebbe altro – non da nessun segno di cedimento.
Trenata di Karpets e poi inizia la discesa ed ancora gli uomini Katusha protagonisti. Pozzato disegna le curve in testa, Karpets più o meno volontariamente fa il buco e l’uomo di Sandrigo prova a scappare via. Peccato però che alla sua ruota si porti l’uomo più sbagliato, vale a dire Gilbert, e gioco forza l’ex tricolore è costretto a rialzarsi visto che Rodriguez non gradirebbe più di tanto questa fuga a due.
Negli ultimi otto chilometri di pianura di scatti se ne vedono una infinità (ci prova anche LL Sanchez, senza particolare ritmo comunque), ma oramai è volata. E l’Omega Pharma vuole vincere, possibilmente con il leader della classifica, tant’è che addirittura in testa ai 400 metri c’è Van Avermaet. Philippe crede di stare talmente bene da poter giocare al gatto col topo con velocisti forti (alla sua ruota ci sono Bennati, Hushovd, Bole e Pozzato, non proprio fermi allo sprint) e apre gas addirittura ai -300 per giocare d’anticipo nei confronti degli altri. Il suo tentativo, apprezzabile, serve solo a lanciare la vera volata, visto che viene saltato da Bennati poco dopo. L’aretino è motivato, ma Hushovd è più forte, lo salta con non troppe difficoltà e vince di poco, ma basta. Secondo l’uomo Liquigas-Doimo, terzo Grega Bole che regala un piazzamento sul podio alla Lampre-Farnese che ancora non ha regalato Petacchi, mentre dietro lo sloveno ci finiscono Allan Davis, Pozzato e Gilbert (6°) che non prende quindi nemmeno l’abbuono.
In classifica tutto rimane come prima, con il belga che ha 10” su Jro e Anton e 12” su Nibali.
Oggi si arriva ad Orihuela e, salvo stravolgimenti, dovrebbe essere ancora una volta volata. Ci saranno senz’altro di nuovo a combattere Cavendish, Farrar e Petacchi. Ma, per loro sfortuna, ci saranno anche Bennati e Hushovd che sembrano essere in palla.
Saverio Melegari
02-09-2010
settembre 3, 2010 by Redazione
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VUELTA A ESPAÑA
Il norvegese Thor Hushovd (Cervélo Test Team) si è imposto nella sesta tappa, Caravaca de Cruz – Murcia, percorrendo 151 Km in 3h36′20″, alla media di 41,880 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Daniele Bennati (Liquigas-Doimo) e lo sloveno Bole. Il belga Philippe Gilbert (Omega Pharma-Lotto) conserva la maglia rossa con 10″ sugli spagnoli Antone e Rodriguez. Miglior italiano Vincenzo Nibali (Liquigas-Doimo), 4° a 12″.
TOUR DE SLOVAQUIE
L’austriaco Daniel Schorn (Team Netapp) si è imposto nella seconda tappa, Nitra – Velký Krtíš, percorrendo 178,5 Km in 4h20′09″, alla media di 41,168 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Riebenbauer e il ceco Zdenek Štybar (Telenet – Fidea).
Gli italiani Alessandro Bertuola e Fabio Donesana (entrambi della formazione Kalev Chocolate Team – Kuota), si sono rispettivamente piazzati 11° e 15°. Štybar è il nuovo leader della classifica, con 3″ su Schorn e 6″ sul russo Porsev. Donesana 45° a 23″, Bertuola 56° a 28″.