A TUTTO TOURBO

luglio 12, 2010 by Redazione  
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Ecco il commento di Giuseppe “Turbo” Guerini sulla prima frazione alpina del Tour 2010, dopo la quale l’ex professionista bergamasco ha ristretto al rosa dei pretendenti al successo a tre nomi: Evans, Schleck e il sempre più favorito Contador.

a cura di Andrea Mastrangelo

Foto copertina: Giuseppe Guerini festeggia, sul traguardo di Le Puy-en-Velay, il secondo successo in carriera al Tour de France (foto Robert Laberge/Getty Images Sport)

La prima tappa di montagna ha dato i primi responsi, non si sarà capito chi lo vincerà, anche se la rosa credo possa essere ristretta ad Evans, Schleck e Contador, con l’ultimo grande favorito, ma di certo la tappa odierna ci ha fatto capire che Armstrong non ha la condizione sufficiente per trionfare nuovamente sui campi elisi e nemmeno la fortuna necessaria: a 39 anni senza una buona preparazione a causa delle cadute in primavera e soprattutto quelle odierne è impossibile combattere con ragazzi vent’anni più giovani.

Un altro che esce dalla lista dei pretendenti è Wiggins che perde più di un minuto. Al contrario credo che Basso, nonostante le difficoltà odierne, potrà entrare in forma più avanti e sarà l’unico italiano che potrà insinuarsi in classifica generale, anche se terrei d’occhio Capecchi che si sta difendendo molto bene in queste prime giornate e spero che Cunego possa entrare in condizione per tentare qualche vittoria parziale.

Quest’oggi devo dire che mi sarei aspettato più spettacolo, ma evidentemente Contador non era in gran giornata e mentre tutti aspettavano il suo scatto lui si preoccupava di gestire in maniera ottimale una situazione che secondo me poteva complicarsi da un momento all’altro. Proprio per questo non darei il dieci a Schleck, perchè se avesse attaccato prima invece di vincere e non guadagnare avrebbe, forse, potuto vestire addirittura la maglia gialla. E se non attacchi in queste occasioni Contador, che come visto oggi ha la squadra di gran lunga migliore, non credo restino altre grandi occasioni. Forse per Andy si vede la mancanza del fratello maggiore che avrebbe potuto non solo consigliarlo, ma anche essere un’arma in più per la Saxo Bank.

Giuseppe Guerini

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI AVORIAZ

luglio 12, 2010 by Redazione  
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Torna la rubrica giornaliera che ci aveva accompagnato durante il Giro d’Italia, caratterizzata dagli stessi appuntamenti: la rassegna stampa, i pareri dei tifosi, lo spazio umoristico, le previsioni meteo, gli strafalcioni dei telecronisti. In aggiunta la presentazione della tappa del giorno dopo e, in occasione delle frazioni di montagna, il commento tecnico di un ex professionista di “lusso”, che proprio sulle strade di Francia ci offrì un successo particolarmente “palpitante”

Foto copertina: scorcio di Avoriaz (panoramio)

PROCESSO ALLA TAPPA
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Mauro Facoltosi: Come finirà questa tappa? Quanto potrebbe guadagnare Contador?

Gibosimoni: Secondo me Contador controllerà gli avversari, è una salita dura ma non penso faccia grandi distacchi, secondo me è tipo un Terminillo 2010.
Ormai tanto è una frase fatta, ma è la sacrosanta verità:
“Qui non si vede chi potrà vincere il Tour, ma si vedrà chi non potrà vincerlo”

Scattista: Astana squadra debole? Si sono sbagliati tutti, mi sembra.

Lancestrong: tappa che segna la caduta di re Lance e del suo regno durato più di 10 anni. Tappa strana con molto nervosismo sin dalla partenza e poi con l’astana a tirare a tutta subito dopo la caduta del texano (avete visto come si fa!?) – questo significa aver paura. Però ho visto tutti al gancio tranne Andy, io credo che di cotte come quella di Armstrong ne vedremo tante altre in questo Tour.
Poi vorrei fare due conti su Horner.
Era con armstrong appena prima della caduta dell’euskaltel a 4.10 circa dai primi e ha chiuso con poco più di 4 minuti. Mi sembra che abbia fatto un gran tappa!

Hotdogbr: con oggi cambia tutto, al di là della crisi di Armstrong non so se dovuta ai problemi al soprassella, alla caduta o che altro, non credo all’età visto che è appena arrivato 2° al Giro di Svizzera, il favorito diventa Andy Schleck che intanto è già davanti in classifica a Contador e potrebbe fare ancora la differenza nei prossimi giorni, nè credo che abbia una squadra debole perchè all’occorrenza Fuglsang, i due Soerensen e Voigt saranno lì davanti ad aiutarlo…per il resto la situazione è intrigante e tutti quelli che sono dal 1° al 13° posto in classifica esclusi Hesjedal e Rogers possono puntare al podio, per esempio S.Sanchez nel finale di oggi era brillantissimo e lui di solito da il meglio nella terza settimana, Basso ha dato un piccolo segno di cedimento ma sui Pirenei voleranno i minuti e dovrebbe crescere di condizione, Sastre non lo si vede mai ma è lì, Leipheimer è un altro che di solito viene fuori nella terza settimana, può fare la sua corsa e ha una crono a sua disposizione, Van Den Broeck è 4° in classifica e ancora non conosciamo i suoi limiti, Contador non può essere tagliato fuori ma oggi era spento e che qualcosa non funzionava in lui si è capito quando Navarro, strepitoso, continuava a restare in testa e lui non attaccava; chi non ho visto benissimo sono stati Menchov ed Evans anche se ha preso la maglia gialla mentre Gesink comunque pagherà dazio nella crono

Gibosimoni: Tappa segnata dalla caduta (davvero e moralmente) del Re del Tour Armstrong, che però forse ha peccato un po’ troppo di presunzione candidandosi alla vittoria finale a Parigi, alla bella età di 39 anni (che è il limite del possibile). Armstrong è stato molto sfortunato in questo Tour, però al dilà di ogni problema si era già visto che non era quello dei 7 tour, come da ciclo naturale d’altronde. L’Astana ha colto l’attimo subito, ma non credo che se non avesse tirato Armstrong sarebbe potuto rientrare, o comunque si sarebbe ristaccato inevitabilmente sull’ultima salita, poichè era al gancio.
Piuttosto non capisco proprio perchè TUTTI devono dire che ARMSTRONG SI RITIRERA’ DOPO LA TAPPA ODIERNA.. perchè dovrebbe? Ha sempre molte cartucce da sparare, ed ora che è fuori classifica avrà anche più libertà (apparte dagli Astana che comunque vorrebbero vederlo maglia nera). L’unico motivo sarebbe per guai fisici, non ne vedo altri.

Per la tappa, ottimo ritorno del campione olimpico Sanchez, straordinario (tatticamente, fisicamente e psicologicamente) Andy Schleck, Contador tanto fumo e poco arrosto (per le sue doti, intendiamoci, resta con Schleck un principale candidato), bene Kreuziger e Gesink, un pelino al gancio Evans e Menchov, Basso in affanno e Sastre sempre all’ultima posizione perenne del gruppetto.

Ceemo: Tappa bruttina, tutti avevano paura di contador per attaccare e lo stesso Contador probabilmente sapeva di non essere in una super giornata. Ho visto appannati Basso, Evans e Menchov a cui è andata bene che gli scatti siano cominciati ad un km e emzza dal traguardo. Se si fosse dato battaglia da qualche km prima pensa avrebbero pagato un pò.
Ora sono curioso di vedere come farà Evans a tenere cucita la corsa vista la debolezza della sua squadra.
Penso che possa già perdere la maglia martedì in favore di qualche seconda linea che approfitterà di una fuga.

Ceemo: A me è sembrato che l’Astana abbia tirato non dopo la caduta ma quando ha visto l’americano in difficoltà in salita; e lo trovo assoluatemnte normale.

Gibosimoni: Quoto, bisogna essere imparziali.. L’Astana ha messo Tiralongo là davanti quando li hanno informati che Armstrong era in difficoltà (a 40 km dal traguardo e sulla terzultima ascesa) e questo è del tutto normale.

83pirata: Al di là del tonfo di Armstrong (non so se sia solo per colpa dei dolori della caduta, ma c’è da dire che ultimamente è spesso a terra, cosa che non avveniva praticamente mai fra il 1999 e il 2005), mi sembra che ci sia abbastanza equilibrio fra i big.
Andy Schleck oggi sicuramente meglio di Contador in termini di brillantezza. Ma personalmente anche dopo questa tappa continuo a ritenere lo spagnolo favorito, il Tour si vince in tre settimane e non in una singola tappa e oltretutto Contador è supportato da una squadra in ottima forma con Tiralongo e Navarro veramente encomiabili.
Credo anche che, nonostante un po’ di leggera defaillance sullo scatto di Kreuziger, non sia tagliato fuori dal podio Ivan Basso. Si sa che lui soffre sempre il primo arrivo in salita di un GT, ma è un diesel che alla distanza viene sempre fuori. Mentre chapeau per Evans in forma ormai da 3 mesi consecutivi e non accenna mai a un calo di condizione.
Un mio appauso personale anche a Eros Capecchi, mi sembra che in queste due tappe di montagna se la sia cavata più che discretamente.

Howling Wolf14: Davide Cassani faceva cenno ad un “Basso in difficoltà” e Pancani lo ha confortato nella sua sensazione. Io, invece, sono convinto che Basso abbia fatto una buonissima tappa. Ha perso soltanto da Schleck e da Samu Sanchez (10″ peraltro) ed è arrivato con lo stesso tempo di Contador e di Evans. Forse ha dato l’idea di poter mollare quando Kreuziger ha effettuato quel violento scatto ad un paio di chilometri dall’arrivo. Alcuni hanno risposto subito, mentre Basso (che oltretutto è compagno di Kreuziger) è rimasto un po’ sui pedali ed ha deciso di aumentare solo quando ha visto che Contador, Schleck, Gesink ed Evans guadagnavano terreno. Ma Basso, per il suo modo di correre, ha risposto raramente con tempestività agli scatti degli avversari. Per la sua costituzione non è avvezzo alle improvvise variazioni di ritmo ed ha bisogno di qualche decina di secondi per aumentare la frequenza di pedalata, cosa che invece altri fanno magari in pochi secondi. Come lui, d’altronde, anche Sastre e Menchov, ad esempio, non sono mai i primi a rispondere agli attacchi. Poi magari rinvengono, ma hanno bisogno di più tempo. Ritengo che Basso abbia fatto un’ottima tappa.

Vedo23: Lance certamente segnato dalle cadute e dal tempo perso per la caduta degli Euskadi. Sulla salita finale era tranquillo, rassegnato ad uscire di classifica: sembrava abbastanza sereno, chissà cosa avrà in mente… Spero si sia voluto risparmiare per non forzare date le ferite da verificare e per tentare magari di fare qualche numero, magari già da martedì. Non credo si ritirerà, a meno di dolori davvero forti per le ferite.

L’Astana non è fortissima: Navarro ha tirato a lungo e ad un buon ritmo, ma non eccezionale dato che Rogers s’è staccato molto tardi e il gruppetto era comunque abbastanza folto. Con la RS davanti le cose avrebbero potuto andare diversamente! Contador non era brillante, tant’è che ha tenuto Navarro lì in testa anche quando non ne aveva più. Ha fatto bene Kreutziger a tentarci, ma è difficile fare la differenza su quelle pendenze. Molto pimpante Andy, piuttosto pesanti Evans e Basso, mentre Menchov per dei km è stato in bilico dallo staccarsi. Tour senza dominatore assoluto, come previsto.

Gibosimoni: Se l’Astana non è fortissima, tantomeno la BMC del campione del mondo maglia gialla.
Martedi prevedo sconvolgimenti, e magari Lance se recupera dai colpi e si rilecca bene le ferite può attaccare sulla Maddalena e credo che pochi lo seguiranno, anche se siamo a diversi km dal traguardo.

Alefederico: Basso ha sempre un po’ patito le Alpi e credo andrà meglio sui Pirenei. Comunque molto equilibrio. A me queste tappe con selezione da dietro piacciono molto.

Lancestrong: “When it rains it pours I guess.. Today was not my day needless to say. Quite banged but gonna hang in here and enjoy my last 2 weeks.”
da quello che scrive su twitter non sembra aver deciso di mollare, anzi… se oggi, come credo, è stato solo un episodio nelle prossime tappe cercherà di mettere tutti in difficoltà.

Howling Wolf14: Io sono sempre stato un estimatore delle tappe caratterizzate dalla cosiddetta selezione da dietro. Che ora, fortunatamente, iniziano a vedersi anche al Giro d’Italia. Ero stato criticato per questa mia preferenza, in passato. Ora vedo che nessuno batte più ciglio. Si vede che i gusti sono cambiati: la selezione da dietro adesso piace.
Sono convinto anch’io che Basso avrà più possibilità di emergere sui Pirenei. Non è uomo da prima settimana, ma da terza. Teniamo presente che poi ha già corso (e vinto) il Giro. Credo che possa fare corsa parallela con Sastre, uscito anch’egli dal Giro. Ho caratteristiche simili: entrambi non rispondono subito, entrambi escono meglio alla terza settimana. Speriamo, a noi italiani non resta che lui.

Salitepuntocià: Son rimasto deluso da neutrale, ok che non è il fedaia avoriaz, ma mi aspettavo decisamente di più, su salite al 7% qualcosa fece selezione gli anni scorsi, segno che contador non è sopra tutti, anzi mi pare sclechk sia il favorito ora.
Ora aspettiamo Mende, li si che si vedra’ chi ha birra, 3 km al 10% son sempre veritieri

Jack.ciclista (sull’intervento di Howling Wolf14 su Basso): Condivido. Mi è sembrato gestirsi bene, anche se era al limite, ma chi non lo era in quel gruppetto ? Andy e Sanchez hanno avuto la bravura e la fortuna di scattare nel momento giusto, hanno preso subito 10 secondi e poi li hanno tenuti, non è che ancdassero il doppio degli altri.
Contador ha dimostrato che non è un robot, Armstrong è crollato… che siano davvero tutti (più) puliti ??
Bravissimo Tiralongo.

Mmeasso: come si è sentito nell’intervista dopogara Kreuziger aveva chiesto il permesso a basso per provare a vincere la tappa.

Vedo23: Avendo letto le dichiarazioni di Armstrong ho trovato conferma alle mie osservazioni: sfortuna, solo sfortuna!! Le botte si sentono eccome, non è andato in crisi per una forma scadente.
Vuole continuare, crede di poter dire ancora qualcosa (non per la classifica generale ovviamente)… Glielo auguro, perchè non si merita tutta questa sfortuna!!

Lancestrong: sicuramente gli è girato tutto male al limite del fantozziano. Ieri poi è caduto proprio qualche km prima dell’inizio della salita, quando il gruppo si è messo ad andare a tutta.
Però ho paura che sia “caduto” anche a livello mentale. E’ stata significativa la sua smorfia e il suo atteggiamento quando è rimasto coinvolto nella caduta dell’euskaltel; è sceso dalla bici e ha guardato il groviglio come per dire “ma cosa diavolo sta succedendo oggi!!”
Le gambe mancavano comunque perchè se ne avesse avuto avrebbe contenuto il distacco.

Vedo23: Falso!!
1) come ha giustamente detto, quando cadi a 60-65 Km/h non sei più lo stesso e le botte deve averle sentite eccome (sanguinava anche abbastanza)
2) sull’ultima salita PALESEMENTE non ha forzato ed era lì tranquillissimo, parlottando spesso con Brajkovic… Probabilmente ha voluto uscire definitivamente di classifica per potersi giocare qualche carta nei successi di tappa, cosa che gli sarebbe venuta più difficile se avesse limitato il distacco a 3-4 minuti! Sull’ultima salita son saliti SOLO per arrivare, con tutta tranquillità.

Lancestrong: mi auguro davvero tu abbia ragione, ma Horner stava bene e arrivando a 4 minuti dai primi ha dimostrato che era possibile limitare i danni. Con 4 minuti di distacco al tour si può anche arrivare secondi e un piazzamento sul podio per un 39enne (anche se sette volte vincitore) non sarebbe da buttare via. La caduta sicuramente ha avuto il suo peso, ma non credo sia stata quella a farlo staccare. E poi nelle prossime tappe credo rimaranno incagliati nelle reti altri big, quindi limitare i danni avrebbe sicuramente voluto dire garantirsi un posto tra i primi 5.
Ho visto anch’io che sembrava non fare fatica e sono convinto che sia stata una scelta quella di andar su con un ritmo turistico, ma credo che abbia preso questa decisione una volta resosi conto che, quest’anno, non sarebbe stato in grado di dire la sua per il podio.
Aveva programmato un tour in difesa, pensando di guadagnare minuti nelle tappe del nord con ventagli e difficoltà degli avversari sul pavè, e invece si è ritrovato a dover recuperare su tutti. Quando si è “impiccati” è probabile che accadano tutte queste disavventure. Comunque è un combattente e cercherà di uscire dal tour da protagonista aiutando levi e perchè no, anche l’amico Ivan.
Sarebbe emozionante vedere un Basso vincitore con l’aiuto di Armstrong

Antares86: io ho preso 33′10″ per salire ad Avoriaz… se l’altimetria del tour è giusta sono circa 1502 di vam .. (con quella di salite.ch sono 1520)… sul Col de la Ramaz 39′, per circa 1480…
possibile, o sbaglio qualcosa?

Vedo23: beh, erano salite in fondo molto pedalabili e fatte tirate da gregari, quindi con i big in scia… A quelle velocità conta eccome!
Per rispondere a Lancestrong dico solo che a Lance non interessa arrivare nei primi 5, al massimo sul podio. Quest’anno puntava a vincere, e secondo me era ancora perfettamente in corsa!!

Lancestrong: ieri mi sono rivisito la tappa ed effettivamente dalla caduta al rientro in gruppo (faticoso e dispendioso) è rimasta solo la quick step a “tirare”. Una volta rientrato si è posizionato a centro gruppo ed è risalito piano piano. Nei primi 10km di salita è sempre stato attorno all 15-20 posizione a ruota di Contador, per cui non si può certo dire che stesse male anzi era nella posizione corretta.
Però ho notato un paio di cose strane:

- maglietta tutta aperta fina dai primi km di salita (mi è sembrata una novità rispetto al passato)
- nessun compagno al suo fianco

Ai -3km si è staccato proprio nel punto più duro della salita (10%) e proprio quando la saxo ha sostituito la sky a tirare.

Questi particolari mi fanno pensare che più che la caduta, abbia sofferto il caldo e gli siano venute a mancare le energie all’improvviso. (colpo di calore?)

Comunque oggi ci renderemo conto se è una questione di limiti oltre il quale non riesce ad andare oppure è stata solo una “cotta” estemporanea, causata da un susseguirsi di sfortune e infortuni.

Vedo23: La maglietta spalancata l’ha sempre avuta negli ultimi giorni di Tour… Il caldo poi non l’ha mai amato, anzi!
Potrebbe avere influito anche uno shock per la caduta… Ma credo che siano state soprattutto le botte della caduta: specie con le sbucciature, sembra che la parte coinvolta bruci tutta! E quando bisogna forzare, come al 10%, si sente eccome!

Antares86: Il mio dubbio era rivolto al fatto che l’anno scorso il signor Contador a Verbier ha sparato 1800-1840 m/h, ma anche gli altri giravano su bei numeri…
forse l’anno scorso la tappa era un po’ più facile e la salita un po’ più difficile ma erano alla seconda settimana… quest’anno: 1 settimana, primo arrivo serio, il giorno dopo riposo…
qualcosa non quadra, la differenza è troppa… aspetto tutto il tour per esprimere un giudizio…

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

TOUR DE FRANCE, TOUR DU MONDE

Lance crolla con dignità. “Tour finito, ma non mi ritiro” (Gazzetta dello Sport)

Tour, a Schleck la tappa. Evans nuova maglia gialla(Corriere dello Sport – Stadio)

Andy Schleck: “Ein fantastisches Gefühl“ (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)

It’s Andy time (Tageblatt)

Andy Schleck wins the eighth stage as Lance Armstrong is ‘finished’(The Times)

Armstrong admits wheels have come off his Tour (The Independent)

Armstrong cracks as Andy Schleck triumphs (The Daily Telegraph)

Armstrong «a baissé les bras» (L’Equipe)

Armstrong défaille, Schleck s’impose à Avoriaz (Le Monde)

El enemigo es Andy Schleck(AS)

Armstrong se despide del Tour, Schleck
gana la etapa y Evans se pone líder (Marca)

Armstrong baja de los cielos (El Mundo Deportivo)

Schleck gagne, Evans en jaune, Armstrong perd plus de 11 minutes (Le Soir)

Andy Schleck: “J’ai un plan, je m’y tiens!” (La Dernière Heure/Les Sports)

Einde van een tijdperk (De Standaard)

Armstrong: “Mon Tour est fini” (actu24.be)

Van den Broeck, 4ème: “Contador me surveille” (Sud Presse)

Het einde van een tijdperk (Het Nieuwsblad)

Armstrong: Obviously, the Tour Is Finished for Me (The New York Times)

Tour de France ‘finished’ for Lance Armstrong (USA Today)

Yellow jersey a case of deja vu for Evans (The Age)

Cadel claims yellow jersey (Herald Sun)

Evans grabs yellow, Armstrong concedes (The Daily Telegraph – Australia)

Evans in yellow as Schleck wins stage (The Australian)

LA TAPPA CHE VERRA’
Continuiamo a prendere a paragone la settimana pirenaica della scorsa edizione poiché la seconda frazione alpina di quest’anno parrebbe, ad un esame superficiale, “caratterialmente” simile a quella giunta a Saint Girons dodici mesi fa. Entrambe sono denotate, infatti, dalla collocazione dell’ultima ascesa a parecchi chilometri dalla fine: se ne dovevano percorrere 44 per andare dalla vetta del Col d’Agnes al traguardo, mentre saranno una dozzina di meno quelli che separeranno la linea d’arrivo di Saint Jean de Maurienne dai 2000 metri della Madeleine. Ma quest’ultima è nettamente più carica di storia e mito (22 scalate tra il 1969 ed il 2005, contro gli appena 4 passaggi sul colle pirenaico) rispetto all’Agnes e vince il confronto anche sul piano della difficoltà: se affrontati con un piglio ben determinato i 24,5 Km al 6,3% del versante di La Léchére potrebbe far molto male e risultare più incisivi della salita di Avoriaz. È vero che il traguardo finale sarà ancora lontano, ma se a muoversi non sarà un uomo solo, l’azione potrebbe portare ottimi frutti, anche in virtù di un tratto finale più impegnativo rispetto a quello di Saint Girons. Mentre quest’ultimo era totalmente scevro da difficoltà, i chilometri che porteranno il gruppo ai piedi del Galibier (Saint Jean è la porta d’accesso al versante settentrionale del celebre valico, del quale l’anno prossimo sarà celebrato il centenario della prima scalata) si presenteranno in lievissima ascesa, una pendenza soave ma costante e continuata che, se qualcuno avrà patito oltremodo la Madeleine, contruibuiranno ad acuire lo stato di crisi, anche perché in quelle condizioni di gara chi sarà rimasto davanti tirerà alla morte.

RADUNO DI PARTENZA: Place de l’Office du Tourisme (partenza ore 11.30)
VIA VOLANTE: ore 11.35, D 902
MEDIE PREVISTE: 34 – 38 Km orari
SPRINT: Cluses (Km 25,5), tra le 12.03 e le 12.15; La Bathie (Km 135,5), tra le 15.02 e le 15.30
ZONA RIFORNIMENTO: Le Mont-Rond, attorno al 89° Km
GPM: Côte de Châtillon (735m – 4a cat. – 2,1 Km al 3,9% – Km 18,5) tra le 11.55 e le 12.04; Col de la Colombière (1618m – 1a cat. – 16,5 Km al 6,7% – Km 46) tra le 12.53 e le 13.06; Col des Aravis (1487m – 2a cat. – 7,6 Km al 5,9% – Km 71) tra le 13.31 e le 13.47; Col des Saisies (1660m – 1a cat. – 14,4 Km al 5,1% – Km 97) tra le 14.22 e le 14.39; Col de la Madeleine (2000m – H.C. – 25,5 Km al 6,2% – Km 172,5), tra le 16.25 e le 16.57.
ARRIVO: a Saint-Jean-de-Maurienne, in Rue Louis Sibué, tra le 16.58 e le 17.36
Siti dedicati: www.morzine.fr/index.php?option=com_content&view=article&id=596:tour-de-france-2010&catid=49:manifestations&Itemid=186,
www.saintjeandemaurienne.com/fr/il4-stjean_p87-tour-de-france-2010.aspx

METEO TOUR
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Morzine / Avoriaz – Saint Jean de Maurienne

Morzine: cielo sereno, temperatura 20,8°C, venti moderati da SW (19-22 Km/h), umidità al 69%
La Clusaz (Km 63) : poco nuvoloso, temperatura 25,2°C (percepiti 27°C), venti deboli da SSW (7-11 Km/h), umidità al 54%
Albertville (Km 128,5 ): nuvole sparse, temperatura 28,8°C (percepiti 30°C), venti deboli da SW (6-10 Km/h), umidità al 54%
Saint Jean-de-Maurienne: nuvole sparse, temperatura 23,5°C, venti deboli da SSE (5 Km/h), umidità al 65%, possibilità di debolissimi piovaschi (meno di 0,1 mm)

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
De Luca: “La prima con arrivo in salita a Morzine / Avoriaz” (tutte finiscono in quel luogo?)
De Luca: “Stiamo seguendo in diretta questa tappa su Raisport2″ (in quel preciso momento erano su RAI3 e stavano trasmettendo le fasi salienti della tappa del giorno prima)
Cassani: “Utile per contador di guadagnare qualcosa”
Pancani (per ben due volte): “Una lunga discesa per arrivare a Taninges” (moooolto lunga, ci passano dopodomani)
Pancani, parlando della De Stefano: “Si fa una doppia tappa per arrivare al traguardo” (avanti e indietro, avanti e indietro, aveva scordato il portafoglio alla partenza?)
De Stefano: “Pat Mcquaid è stato ospite da noi a “Aspettando il Giro”" (Anteprima Giro. Aspettando il Giro è il programma che veniva trasmesso nel 2009)
Pancani: “Non ha avuto la prontezza di sganciare il piede laterale” (lato destro o lato sinistro?)

ARCHIVIO ALMANACCO
Selezionare la voce “Tour 2010″ nel menù “Reparto Corse” (in home, sopra la copertina)

ABDICAZIONI AD AVORIAZ: DALLE ALPI I PRIMI GIUDIZI (CON O SENZA APPELLO)

luglio 11, 2010 by Redazione  
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Una sporca dozzina approda pressoché unita ad Avoriaz, ammansita dal caldo e dall’Astana. Schleck, ormai unico e inconfondibile (anche nel senso di meno soggetto a confusioni tattiche tra gli interessi propri e del fratello), è il più lucido e frizzante: si prende la tappa e 10″. Ma la notizia del giorno è lo sprofondo di Armstrong.

Foto copertina: l’urlo di gioia di Andy Schleck sul traguardo di Avoriaz (foto Reuters)

Finisce il Tour di Armstrong, comincia il Tour di Armstrong. Il Col della Ramaz spazza via come una scopa di ruvida saggina le ambizioni di classifica del vecchio sovrano, che in una settimana ha dovuto cominciare a pagare i debiti accumulati durante i lunghi anni di regno; sperando in cuor suo, probabilmente, che questi siano gli unici conti che il suo passato torni ad esigere. In sette anni il Tour, inevitabilmente gara bollente, ha offerto una sola volta il gran caldo che dovrebbe contraddistinguerlo: in quel fatidico 2003 in cui solo tanta fortuna e la galanteria degli avversari salvarono la continuità nella serie di vittorie del texano. In sette anni le sue cadute si sono contate sulle dite di una mano, e sempre addolcite da quella buona sorte o da quella cortesia che abbiamo appena citate. In sette giorni, invece, esplode la canicola, e in mezzo a quell’asfissia che fa sudare le palle degli occhi e snudare il petto, piove una gragnuola di stilettate da parte del Caso: la foratura in un momento critico, le cadute sciocche… la polvere della realtà di gara, insomma. Non addomesticabile, non comprabile, anche se per sette anni era stata quasi sempre in vacanza. Il patto col diavolo era un contratto a termine, ed è ormai scaduto. Buon per Lance, l’aver scoperto l’altra faccia Tour, quella più autentica, solo in questo scampolo di carriera. C’entrano forse le notizie da oltreoceano, le prime conferme alla dichiarazioni di Landis: le bici vendute per comprare il doping, costruite appositamente con una complicità più o meno consapevole della Trek; l’ennesima pessima valutazione indipendente sull’uso dei fondi da parte di Livestrong; le regalie all’UCI. L’altra faccia del miracolo economico e sportivo che si affaccia minacciosamente sul palcoscenico. Sicuramente morale e concentrazione ne escono intaccati, ma il cedimento dell’americano, sulla strada, sembra comunque più legato a fattori tecnici; e ai fattori tecnici vogliamo pensare anche per i giorni a venire. Comincia il Tour di Armstrong, dicevamo: non solo perché in un certo senso per lui è cominciata qui una scoperta della verità del Tour, di quell’essenza che rende tale il Tour e che è parsa così a lungo latitare tra il 1999 e il 2005, ma anche perché può iniziare – e ce lo auguriamo di tutto cuore – un modo diverso per affrontare questo specifico Tour 2010. Senza innaturali ambizioni di classifica può essere il momento, con la forma di cui comunque Lance gode e con la sua innegabile qualità di campione, per cercare quello che alla sua carriera è spesso mancato: il gesto di coraggio, di generosità, l’impresa leggendaria. Per una tappa, ormai (ma chissà che…), ma soprattutto per la leggenda, quella leggenda che i numeri non possono regalare. Il principale portale web specializzato in ciclismo, Cyclingnews, ha recentemente stilato una lista dei “dieci momenti memorabili” al Tour, concentrandosi sulla propria memoria personale e quindi sugli ultimi anni: ciò nonostante, e nonostante una certa partigianeria “anglofona” a favore dell’americano, di Armstrong si ricorda il taglio per i prati dopo la caduta di Beloki. Di Pantani due vittorie. Coraggio Lance, è il momento di lasciare un’impronta sulla Luna, in quel luogo del mito dove non c’è vento a cancellare le tracce che si lasciano.

La cronaca odierna racconta poco altro, di succoso; la tappa è dura, tre colli in rapida successione nel finale – di cui due “veri” – e un caldo che stritola. Nonostante l’assenza degli abbuoni (mai abbastanza deprecata! Un errore puramente sciovinistico dell’organizzazione) che facilita la riuscita delle fughe, non c’è scampo per i coraggiosi di giornata (i più resistenti che citiamo per onorare tutti saranno Morenhout, Aerts e Moinard, ripresi sull’ultimo colle) come non c’è scampo per la maglia gialla di Chavanel. Verdetti inevitabili quando c’è montagna vera, anche se non estrema, e vagliando i valori in campo la scrematura non mancherà, almeno “da dietro” come è tradizione oltralpe. Sulla Ramaz tirano Sky e Saxo, poi l’Astana prende le redini con Navarro e Tiralongo monumentali, aiutati nell’interludio tra i Gpm principali da un Vinokourov che dimostra la propria dedizione stringendo i denti, staccandosi inizialmente, rientrando e quindi profondendo uno sforzo ultimo. Quando però Contador fa lavorare la squadra non sempre è un buon segno, in passato abbiamo visto che la richiesta di un ritmo elevato ai propri uomini è stata mirata più a evitare scatti che a lanciarsi in prima persona. Trascorrono così i km verso la vetta nella vana attesa di qualche spunto; ci prova solo Joaquin Rodriguez al culmine del tratto più duro, ai meno 8, ma gli encomiabilissimi uomini gialloceleste lo riconducono alla ragione (e lo sforzo verrà accusato dal coraggioso scattista con una trentina di secondi ceduti all’ultimo km). Il gruppetto resta peraltro numeroso, sulle quindici o venti unità, a dire di un ritmo sostenuto ma senza fiammate. Sull’andamento di gara tanto monotono tuttavia potrebbe aver pesato un altro fattore, oltre al controllo Astana: l’altimetria ufficiale proposta da ASO è errata, e riduce a 400m i due km di falsopiano finale. Quando si scatenano gli “scatti”, ai meno due, la pendenza resta stabilmente sotto al 4%. Un particolare dilettantistico da parte degli organizzatori, da sempre carenti sotto questo profilo, e la cui incidenza non sarà certo stata abnorme, che però non rende onore ai francesi.
Alla fine saranno dodici gli uomini che arriveranno pressoché uniti: la coppia Liquigas con Basso e Kreuziger, quella Rabobank con Menchov e Gesink, Samuel Sanchez e Van den Broeck come outsider, Schleck, Evans e Contador apparsi come i più robusti e autorevoli, Leipheimer coperto, Sastre e Rogers a lungo in difficoltà ma capaci di tenere fino in fondo (l’australiano HTC in verità perde le ruote proprio agli ultimi 100 metri, ma è poca roba). Al contrario si erano a lungo difesi ma scompaiono quando il ritmo cresce Vinokourov, Kloeden, la bella coppia di giovani Footon Servetto formata da Capecchi e Valls, Hesjedal coi galloni di capitano cascatigli in testa sul campo, Luis Leon Sanchez (tra i primi a patire un fuori giri).
Come dicevamo la bagarre, o per meglio dire una parvenza di essa, inizia ai meno due: tenta Van den Broeck, tenta Kreuziger, tenta Gesink, Contador risponde sempre ma non sempre per primo, sembra patire qualche affanno. Schleck forse si mangia le mani per non avere avuto il carattere di agire prima, o forse è ancora timoroso e incerto, ha paura che come a Verbier una mossa propria si trasformi in una musata controproducente. Infine va via veemente, e Contador – come si poteva già leggere tra le righe – tira i remi in barca. Risponde solo Samuel Sanchez che si riporta sul lussemburghese con una di quelle accelerazioni nel finale che lo caratterizzano. Sembrerebbe scontato l’esito della volata, non solo il corridore Euskaltel è più rapido e cattivo, ma dovrebbe anche essere meno interessato a tirare fino alla linea per guadagnare tempo. Invece l’ansia o la stanchezza giocano brutti scherzi, Samuel è in trance agonistica e si fa tutto il km finale in testa come un’anatra in testa allo stormo… e in quanto tale viene impallinato da Andy che si porta a casa la tappa e quei dieci secondi che fanno poca classifica e tantissimo morale.
Oltre ad Armstrong abdica dunque, ma in modo meno irreparabile, l’inattaccabilità di Contador. Vedremo se è una tendenza destinata a trovare conferme, e se così sarà Andy non dovrà patire troppi rimpianti, con tutte le salite disponibili, oppure se è stato un accidente di giornata, e in quel caso l’attendismo rischia di costare caro a chi non ha approfittato delle sofferenze dello spagnolo. Vada come vada, avrà ad ogni modo di che pentirsi chi in Belgio ha ritenuto di assoggetarsi ai diktat di Spartacus. Resta molto aperto lo scacchiere tattico, con svariati pretendenti apparsi all’altezza, sebbene non al vertice, e con un’Astana propostasi come la squadra più valida (a parte forse Radioshack che però ha perso la testa coronata). Con il bel tracciato di questo Tour c’è spazio per divertirsi come invece non ci siamo divertiti oggi, sempre che tra quei magnifici dodici si metta assieme almeno un cuore o un fegato, il necessario insomma per sparigliare gerarchie che cominciano a delinearsi sempre più chiaramente.

Gabriele Bugada

10-07-2010

luglio 11, 2010 by Redazione  
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TOUR DE FRANCE

Il francese Sylvain Chavanel (Quick Step) si è imposto nella settima tappa, Tournus – Station des Rousses, percorrendo 165,5 Km in 5h37′42″, alla media di 29,404 Km/h. Ha preceduto di 57″ e 1′27″ gli spagnoli Valls Ferri e Gárate Cepa. Miglior italiano Eros Capecchi (Footon-Servetto), 10° a 1′47″. Contador 13°, Armstrong 16°, Basso 27°, Cunego 43° a 3′07″.
Chavanel torna in maglia gialla con 1′25″ sull’australiano Evans e 1′32″ sul canadese Hesjedal. Miglior italiano Ivan Basso (Liquigas-Doimo), 27° a 4′06″.
Contador 6° a 2′26″, Armstrong 14° a 3′16″, Cunego 105° a 25′17″.

GIRO CICLISTICO INTERNAZIONALE FEMMINILE

La statunitense Mara Abbott (US National Team) si è imposta anche nella nona tappa, Livigno – Passo dello Stelvio, percorrendo 68,5 Km in 2h27′15″, alla media di 27,912 Km/h. Ha preceduto di 27″ la britannica Pooley e di 1′43″ la tedesca Arndt. Migliore italiana Tatiana Guderzo (Team Valdarno), 4a a 1′50″.
Ora la Abbott comanda con 2′08″ sulla Arndt e 3′05″ sulla Guderzo.

INTERNATIONALE ÖSTERREICH-RUNDFAHRT-TOUR OF AUSTRIA

L’olandese Joost Posthuma (Rabobank) si è imposto nella sesta tappa, circuito a cronometro di Podersdorf am Neusiedler See, percorrendo 26,3 Km in 30′47″, alla media di 51,261 Km/h. Ha preceduto di 11″ il tedesco Gretsch e di 40″ il russo Ovechkin. Miglior italiano Filippo Pozzato (Team Katusha), 27° a 1′54″.
L’italiano Riccardo Riccò (Ceramica Flaminia) conserva la testa della corsa con 38″ sullo spagnolo Pardilla Bellon e 1′49″ sull’italiano Emanuele Sella (CarmioOro NGC)

VUELTA CICLISTA A VENEZUELA

Il venezuelano Gil Cordovés Pérez (Alc. De Maracaibo) si è imposto nell’undicesima tappa, San Felipe – Valencia, percorrendo 154,3 Km in 3h55′21″, alla media di 39,337 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Pérez e il colombiano Jiménez Canoles. Il venezuelano Tomas Gil (Loteria Del Tachira) conserva la testa della corsa con 1′57″ e 5′40″ sui connazionali Alarcón García e Medina Marino

TROFEU JOAQUIM AGOSTINHO (Portogallo)

Il portoghese Josè Mendes (La Rota Dos Moveis) si è imposto nella terza tappa, Mafra – Vimeiro, percorrendo 170 Km in 4h31′22″, alla media di 37,857 Km/h. Ha preceduto di 35″ lo spagnolo Castiblanco e di 1′24″ il portoghese Isidoro.
Il portoghese Candido Joaquim Venda Moreira Barbosa (Palmeiras Resort – Tavira) conserva la maglia di leader con 18″ sullo spagnolo Blanco Rodríguez e 20″ sul portoghese Silva.

PROVA CICLISTICA 9 DE JULHO (disputata il 09-07)
Il brasiliano Francisco Chamorro (Scott – Marcondes Cesar São José dos Campos) si è imposto nella corsa brasiliano. Ha preceduto i connazionali Aparecido dos Santos e Serpa.

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI STATION DES ROUSSES

luglio 11, 2010 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Torna la rubrica giornaliera che ci aveva accompagnato durante il Giro d’Italia, caratterizzata dagli stessi appuntamenti: la rassegna stampa, i pareri dei tifosi, lo spazio umoristico, le previsioni meteo, gli strafalcioni dei telecronisti. In aggiunta la presentazione della tappa del giorno dopo e, in occasione delle frazioni di montagna, il commento tecnico di un ex professionista di “lusso”, che proprio sulle strade di Francia ci offrì un successo particolarmente “palpitante”

Foto copertina: i “lacets de Septmoncel”, lungo la strada per Station des Rousses

PROCESSO ALLA TAPPA
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Hotdogbr: bella tappa che grazie al caldo e al forcing della Bouygues si è rivelata più selettiva del previsto con soli 36 corridori, contro i 50-60 che pensavo io, arrivati alla fine nel primo gruppo malgrado nell’ultima salita l’andatura non fosse esagerata, è saltato Fuglsang il che significa che Andy Schleck non potrà lanciarlo all’attacco nei prossimi giorni visto che il gruppo lo lascerebbe andare e sorprendono anche i 2′ persi da Kloeden, per quanto riguarda Cunego la condizione è così così e speriamo che sia per via dei carichi di lavoro ancora da smaltire come nel Tour 2006 quando all’inizio andava come oggi e nell’ultima settimana andava fortissimo e non perchè proprio non va come al Tour 2008 e al Giro 2009

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

TOUR DE FRANCE, TOUR DU MONDE

Tour, Chavanel fa il bis. Cancellara affonda (Gazzetta dello Sport)

Chavanel concede il bis e ritorna in maglia gialla (Corriere dello Sport – Stadio)

Sylvain Chavanel reclaims yellow jersey after seventh stage(The Times)

Chavanel turns up the heat to climb into yellow (The Independent)

Chavanel reclaims yellow (The Daily Telegraph)

Chavanel et la toison d’or(L’Equipe)

Chavanel récupère le jaune en remportant la 7e étape (Le Monde)

El día de Chavanel(AS)

Chavanel repite victoria y liderato (Marca)

Los favoritos no se mueven (El Mundo Deportivo)

Chavanel gagne la 7e étape et reprend le maillot jaune (Le Soir)

Chavanel aime le jaune et… les Rousses (La Dernière Heure/Les Sports)

Sterke Chavanel slaat dubbelslag (De Standaard)

Lance Armstrong a souffert (actu24.be)

La vraie montagne, c’est aujourd’hui (Sud Presse)

Chavanel en Pineau bezorgen Quick Step opnieuw superdag (Het Nieuwsblad)

Redemption for a French Rider (The New York Times)

Sylvain Chavanel takes stage, overall lead in Tour de France (USA Today)

Cadel moves into second place (The Age)

Tour official banned for just 24 hours (Herald Sun)

Mountains sort out real contenders (The Daily Telegraph – Australia)

French to fore in border stage (The Australian)

LA TAPPA CHE VERRA’
Il Tour giunge sulle Alpi, dove ritroverà uno dei suoi traguardi più amati, quella Morzine che per ben 21 volte ha già accolto un approdo della massima corsa a tappe francese. Classico il traguardo, dunque, ma non per quest’anno, poiché non sarà proposto il solito finale che prevede l’ascesa all’impervio Col de Joux Plane (forse l’unica salita sulla quale si sia visto in crisi Armstrong negli anni dei suoi sette Tour conquistati) e la successiva picchiata verso il traguardo. Come nel 2003, invece, s’è preferito far anticipare il finale dai 1619 metri della Ramaz, colle meno ripido ma non certo una passeggiata (sono 14,3 Km al 6,9%, con cuore di 4 Km al 8,9% e 1000 metri al 10,2% medio), ma poi ci sarà un’ulteriore difficoltà: niente arrivo in centro, ma solo un passaggio per poi riprendere a salire in direzione della stazione turistica di Avoriaz, normalmente accostata nel nome a Morzine, ma solo in sette occasioni effettivamente proposta come arrivo. Paragonando il trittico alpino del 2010 con quello pirenaico che aprì le sfide in montagna nella scorsa edizione, escono vittoriose le tre frazioni proposte quest’anno, anche se non di molto. Sicuramente questa di Avoriaz è più tosta di quella che, dodici mesi fa – in entrambi i casi si tratta dell’ottava tappa -, terminò agli oltre 2200 metri di Arcalis: oggi non si abbatterà la quota dei 2000 metri, ma ci sarà un’ascesa in più, che si affiancherà all’arrampicata finale di 13,6 Km al 6,1%.

RADUNO DI PARTENZA: Bois d’Amont, Route des Couenneaux (partenza ore 12.30)
VIA VOLANTE: ore 12.40, D 415
MEDIE PREVISTE: 37 – 41 Km orari
SPRINT: Vulbens (Km 84), tra le 14.26 e le 14.42; Viuz-En-Sallaz (Km 129), tra le 15.22 e le 15.48; Morzine (Km 175), tra le 16.39 e le 17.09
ZONA RIFORNIMENTO: La Rippe, attorno al 93° Km
GPM: Côte de la Petite Joux (1174m – 4a cat. – 2,3 Km al 4,3% – Km 24) tra le 13.10 e le 13.15; Côte de Grésin (523m – 4a cat. – 4,3 Km al 3,9% – Km 73) tra le 14.12 e le 14.26; Col de la Ramaz (1619m – 1a cat. – 14,3 Km al 6,8% – Km 154,5) tra le 16.16 e le 16.43; Les Gets (1163m – 3a cat. – 3,9 Km al 4,8% – Km 168) tra le 16.30 e le 16.59; Morzine-Avoriaz (1796m – 1a cat. – 13,6 Km al 6,1% – arrivo)
ARRIVO: ad Avoriaz, tra le 17.17 e le 17.46
Siti dedicati: www.mairielesrousses.fr/manifestations.htm,
www.lesrousses.com/index.php?id=924&L=0,
http://untourdanslejura.juracom.com,
www.morzine.fr/index.php?option=com_content&view=article&id=596:tour-de-france-2010&catid=49:manifestations&Itemid=186

METEO TOUR
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Station des Rousses – Morzine / Avoriaz

Station des Rousses : previsioni non pervenute
Bellegarde-sur-Valserine (Km° 67,5): cielo sereno, temperatura 28,9°C (percepiti 31°C), venti deboli da NW (4-5 Km/h), umidità al 60%
Morzine (Km° 175) : cielo sereno, temperatura 24,3°C, assenza di vento, umidità al 59%
Avoriaz : cielo sereno, temperatura 19,7°C, venti deboli da WNW (4-6 Km/h), umidità al 62%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Pancani: “Questa fuga ha contradd… ha contraddis… ha caratterizzato la tappa”
Cassani: “Con il ritiro di Frank Schleck, Andy non ha più una spalla su cui piangere” (neanche una clavicola, a dire il vero)
Berton (Eurosport): “Una tappa più dura di quello che si aspettasse” (attacco di congiuntivite?)
Cunego ai microfoni di Eurosport: “Non è facile mantenere i pronostici, credo che tutti vorranno entrare in fuga. Non sarà facile. È la prima di tante opportunità, o domani, o lunedì, o nella parte centrale del Tour” (lunedì c’è il riposo)
Televideo RAI: “Impresa del francese sulle Alpi” (si correva sul Massiccio del Giura, che non fa parte delle Alpi)
Ancora ignoti i motivi per cui, alla notizia che oggi si celebra la festa di Sant’Ulrico, Francesco Pancani e Davide Cassani si sono abbandonati a risate incontrollate, con l’ex corridore quasi in lacrime per il divertimento.

ARCHIVIO ALMANACCO
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ABBOTT, STELVIO E GIRO

luglio 11, 2010 by Redazione  
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La statunitense, già vincitrice ieri sul traguardo di Livigno, conquista in maglia rosa anche la tappa regina del Giro Donne 2010, con arrivo in vetta allo Stelvio, mettendo di fatto in cassaforte il successo finale. 2° posto per Emma Pooley, staccata di 27’’. Judith Arndt, 3a a 1’43’’, e Tatiana Guderzo, 4a a 1’50’’, conservano, rispettivamente, la seconda e la terza piazza in classifica generale.

Foto copertina: Mara Abbott conquista in maglia rosa il traguardo più ambito del Giro Donne, ai 2758 metri del Passo dello Stelvio (foto CJ Farquharson/WomensCycling.net)

Lo Stelvio, la salita simbolo del ciclismo, ha accolto oggi le ragazze del Giro d’Italia Femminile. Chissà con che spirito le cento ragazze partite da Livigno hanno affrontato la fatica estrema della ascesa lungo una strada monumento, dove ogni metro, ogni cippo e ogni tornante trasuda ciclismo epico e che per la prima volta ha accolto anche le supreme interpreti del ciclismo femminile.
L’importanza della tappa e la difficoltà dell’ascesa finale hanno fatto sì che i primi km di gara siano stati percorsi senza particolari velleità, ad esclusione della caccia ai punti del GPM di Trepalle della Pooley e della caduta che è costata il ritiro ad Amber Neben.
Ma la salita allo Stelvio incombeva, e una quindicina di atlete hanno iniziato per prime la salita, gruppetto che comprendeva tutte le migliori dell’alta classifica. La salita ha respinto da subito Grete Treier (Michela Fanini Record Rox), Lucinda Brand (Nazionale Olanda) ed Olga Zabelinskaya (Safi Pasta Zara Manhattan).
Le varie difficoltà lungo la strada e le ambizioni delle più in forma hanno selezionato il gruppo di testa, con la coppia Emma Pooley e la maglia rosa Mara Abbott davanti a duellare e Guderzo, Arndt, Antoshina, Hausler, Vysotska, sgranate e sole, impegnate ad inseguire e a “salvare la pelle”, mentre il resto del gruppo sprofondava nelle retrovie con distacchi da ciclismo epico.
La tappa si è così conclusa quasi come la fotocopia di quella di ieri, con la Arndt che ha raggiunto la Guderzo, formando una coppia che è allora andata in caccia della testa della corsa.
Davanti però, per evitare spiacevoli sorprese, la maglia rosa ha affondato il colpo, e ha lasciato sul posto la britannica.
A quel punto l’egoismo sportivo ha preso il sopravvento, Mara Abbott voleva la tappa e il Giro, Emma Pooley voleva la maglia di miglior scalatrice e il secondo posto di giornata, La Guderzo e la Arndt volevano salire sul podio al Giro e anche giocarsi l’ultimo gradino di giornata. Con tutti questi “buoni propositi”, il Re Stelvio ha visto che il cuore delle ragazze impegnate a faticare lungo le sue pendici era puro e ha fatto sì che al raggiungimento del traguardo ognuna esaudisse il proprio desiderio. Per la Abbott il trionfo di un’atleta capace di replicare, poche ore dopo il successo di Livigno, un’altra esaltante vittoria, ad un passo dal trionfo finale di Monza e dalla conquista della maglia rosa. Per la Polley la seconda piazza e la Maglia Verde Poliedra definitiva, per la Arndt, piazzatasi terza, il secondo posto in Classifica Generale e per la Guderzo,quarta, la terza piazza nella Classifica Generale e la Maglia Blu Geox definitiva.
“Il nostro obiettivo era prima di tutto – ha dichiarato felice la Abbott dopo il traguardo – controllare la corsa sin dall’inizio. Ed infatti abbiamo messo davanti le nostre ragazze sulle prime salite di giornata. Poi ho risposto bene in prima persona alla selezione provocata sull’ultima terribile salita. Quando ho capito che potevo dare qualcosa in più rispetto alla Pooley, ho provato a staccarla quando mancavano poco più di due chilometri all’arrivo. E’ un successo super, di quelli che si provano poche volte nella vita – ha specificato la Abbott – su un traguardo mitico come quello dello Stelvio. E’ un successo che dedico anche alla squadra. Il Giro Donne lo abbiamo preparato molto bene come primo obiettivo stagionale ed arrivare in fondo con la maglia rosa ripaga del grande lavoro fatto sin qui. Dopo il secondo posto dello scorso anno e la vittoria di tappa al Monte Serra, due successi come quelli di Livigno e dello Stelvio non possono che gratificarmi. Ad una sola tappa dalla fine della corsa e dalla conquista del Giro”.
“Anche oggi ci ho provato – ha commentato la campionessa del mondo, Tatiana Guderzo – ma oggi la Abbott aveva decisamente un altro passo. In ogni caso riuscire a salire sul podio al Giro con la maglia iridata è un risultato di assoluto rispetto e va bene così: oggi non potevo proprio dare di più”.
Dalla vetta dello Stelvio le ragazze vedono Monza e la fine delle loro fatiche. Non una kermesse ma una vera e propria tappa di centododici chilometri attraverso ogni angolo della Brianza. Apertura di giornata nell’affascinante e suggestiva ambientazione dell’Autodromo di Monza con tre giri del circuito. Dopo di che il plotone si dirigerà verso la Brianza lecchese e la provincia di Como per tornare poi a Monza, dove, dinnanzi alla celebre Villa Reale, è collocato il traguardo. Una frazione che difficilmente potrà incidere sulla classifica generale ma che, al tempo stesso, potrebbe essere un trampolino di lancio per le attaccanti di giornata, a caccia di gloria negli ultimi scampoli della corsa rosa.

Mario Prato

A TUTTO TOURBO

luglio 10, 2010 by Redazione  
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Da oggi, e in tutte le frazioni di montagna del Tour, Giuseppe Guerini commenta sulle pagine di ilciclismo.it la Grande Boucle 2010. Il re dell’Alpe d’Huez 1999 si dice non sorpreso dalla tattica coperta e attendista dei big, prevedibile in una frazione non proibitiva e collocata prima delle grandi montagne. Qualche parola anche sulla tappa che ci attende domani, con le prime salite alpine e – si spera – il primo faccia a faccia tra i favoriti.

Foto copertina: Giuseppe Guerini festeggia, sul traguardo di Le Puy-en-Velay, il secondo successo in carriera al Tour de France (foto Robert Laberge/Getty Images Sport)

A cura di Matteo Novarini

Nessuna sorpresa in questa prima tappa di media montagna del Tour de France. Come era facilmente prevedibile, i favoriti per il successo finale si sono controllati, cercando verosimilmente di carpire qualche eventuale avvisaglia di difficoltà sui volti e nelle pedalate dei rivali e delle rispettive squadre. Un copione classico di frazioni di questo genere, non troppo impegnative e poste alla vigilia di una giornata chiave per la classifica generale.
Il vero colpo di scena di questa giornata è stato a mio avviso la perdita della maglia gialla da parte di Fabian Cancellara, che pareva intenzionato a difenderla fino alle Alpi, e l’ha invece ceduta già su montagne sulla carta alla sua portata. Probabile che lo svizzero, una volta resosi conto di non essere in grado di tenere le ruote dei migliori, abbia scelto di risparmiarsi per i giorni a venire, quando sarà un uomo prezioso per la causa di Andy Schleck, preferendo salvare la gamba e lasciare per strada un quarto d’ora, anziché spremersi per perdere comunque il primato. Peccato per Cunego, che aveva illuso i tifosi italiani muovendosi sul penultimo colle, normalmente sintomo – per un atleta della sua classe – di buona condizione. Mi ha francamente stupito vederlo staccato nel finale, e dubito che nel suo caso si possa pensare ad un risparmio di energia per i giorni a venire, visto che ha intrapreso l’ultima ascesa in compagnia del futuro vincitore di tappa, Chavanel; corridore senz’altro ottimo, ma dal talento non comparabile a quello del veronese.
Se la tappa di oggi non ha detto molto in ottica classifica finale, molto di più mi aspetto da quella di domani, con le prime salite alpine e l’arrivo in quota ad Avoriaz. Da non sottovalutare l’impatto che potrà avere il Col de la Ramaz, ascesa molto impegnativa, sulla quale alcuni big potrebbero rimanere senza squadra. Penso sia nell’interesse di coloro che dispongono di formazioni solide in montagna indurire quanto più possibile la corsa, complice il giorno di riposo previsto per lunedì, che potrebbe consentire di spremere qualche gregario in più, e, in tal caso, sulla Ramaz potrebbero già restare davanti 15-20 corridori. Già allora si capirà l’effettivo valore delle squadre degli uomini di classifica, e qualcuno potrebbe già dare segnali di cedimento. Non mi attendo comunque, alla luce delle molte tappe e delle molte montagne che ancora mancheranno prima di Parigi, condotte di gara particolarmente aggressive da parte dei favoriti, inclusi coloro che hanno perso minuti sul pavé. Solamente se un grande nome dovesse andare in difficoltà qualcuno potrebbe decidere di muoversi anticipatamente.
Difficile fare pronostici, visto che tutti i big vorranno essere lì davanti. I nomi più scontati sono certamente quelli di Contador e Schleck, sulla carta gli uomini più forti in salita, che dovrebbero cercare di fare la differenza nel finale. Attenzione però anche a Carlos Sastre, la cui condizione rappresenta un po’ un’incognita, ma che potrebbe aver corso il Giro d’Italia come banco di prova per un Tour de France in cui cercherà probabilmente l’ultimo grande acuto della carriera. Non escludo però che lo stesso Cadel Evans, benché sia al momento il primo degli uomini di classifica, possa decidere di muoversi in prima persona, specie se dovesse rendersi conto delle difficoltà di qualche avversario.

Giuseppe Guerini

CHAVANEL: SECONDA TAPPA, SECONDA GIALLA

luglio 10, 2010 by Redazione  
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Nella prima frazione di media montagna di questo Tour de France, da Tournus a Station les Rousses, il successo è andato a Sylvain Chavanel, già vincitore della 2a tappa, a Spa. Il francese si è imposto per distacco, salutando sull’ultima salita il drappello di attaccanti di cui faceva parte, comprendente Voeckler e Cunego, per poi raggiungere e staccare Pineau, in fuga dal primo chilometro. Chavanel torna anche a vestire la maglia gialla, approfittando dei crolli di Cancellara e Thomas. Nessun movimento tra i big.

Foto copertina: Sylvain Chavanel alza le braccia sul traguardo della 7a tappa. Per il francese è arrivato oggi il secondo successo parziale in questo Tour (foto AFP)

Nel Tour de France dei bis, dopo Alessandro Petacchi e Mark Cavendish, è toccato oggi a Sylvain Chavanel cogliere il secondo successo di tappa in questa Grande Boucle. Non solo, ma, se l’italiano e il britannico si erano sempre imposti – ovviamente – allo sprint, il francese ha ripetuto le gesta di Spa anche nelle modalità del trionfo, giunto ancora una volta in solitaria, ancora una volta con un’azione ad una quarantina di chilometri dal traguardo, ancora una volta raggiungendo e staccando i fuggitivi della prima ora, e ancora una volta con annessa conquista della maglia gialla. Unica e graditissima variante è stata quella legata al comportamento del gruppo, lunedì scorso troppo impegnato in proteste e teatrini per dare la caccia all’uomo Quick Step, quest’oggi invece combattivo, pur senza movimenti fra i grandi del Tour. Titolo, quello di “grande del Tour”, che spetta ormai di diritto, almeno per quest’anno, anche al vincitore di giornata, nonché, ad oggi, unico corridore ad aver vestito il simbolo del primato all’infuori di Cancellara, che aveva sin qui abbandonato la veste di capoclassifica solo per 24 ore.
Il francese si è mosso, come detto, a 40 km circa dall’arrivo, sulle rampe del Col de la Croix de la Serra, in compagnia di Moreno Fernandez (Omega Pharma-Lotto) e Garate (Rabobank), quando davanti a lui restavano i battistrada Pineau (Quick Step) e Hondo (Lampre), in fuga sin dal primo chilometro, e un drappello appena evaso dal plotone, comprendente Voeckler (Bouygues), Valls Ferri (Footon-Servetto), Lloyd (Omega Pharma-Lotto), Gautier (Bouygues), Perget (Caisse d’Epargne) e Cunego (Lampre), oltre agli altri fuggitivi della prima ora – Knees, Dumoulin e Ruben Perez -, staccati dalla coppia franco-tedesca al comando e via via riassorbiti dai contrattaccanti. Dopo il rientro sul secondo gruppetto, Chavanel ha potuto giocare d’attesa, grazie alla presenza in testa del compagno di squadra in maglia a pois, prima di partire secco all’imbocco dell’ultima ascesa verso Lamoura. Nessuno ha avuto le gambe e la prontezza necessarie ad accodarsi al leader Quick Step, che ha quindi raggiunto e staccato prima Danilo Hondo, quindi uno stremato Jerome Pineau, che, conquistando tutti i punti GPM sino ad allora disponibili, aveva comunque già raggiunto l’obiettivo minimo di giornata.
Resisi conto di essersi lasciati sfuggire il treno buono, prima Cunego (a due riprese) e poi Voeckler hanno provato a rifarsi sotto, venendo però sempre respinti dalle pendenze non proibitive dell’ascesa, che consentivano regolarmente agli altri attaccanti il rientro su di loro. Solamente Valls Ferri, approfittando della scarsa marcatura su di lui, è riuscito ad avvantaggiarsi nei chilometri conclusivi, quando il margine di Chavanel sfiorava però già il minuto (57’’ il distacco finale), e il francese già pregustava una liberatoria alzata di braccia nella canicola del Giura. Con un’azione pressoché analoga, Garate è riuscito a cogliere il gradino più basso del podio, a 1′27’’, anticipando di 13’’ il terzetto Voeckler – Perget – Moreno Fernandez, che aveva nel frattempo lasciato indietro, fra gli altri, anche un Damiano Cunego che ci aveva ad un certo punto illusi, e ha forse gettato oggi al vento una delle più grandi opportunità a sua disposizione in questo Tour de France.
Ad appena 7’’ dai tre è giunto il plotoncino dei migliori, composto da circa 35 unità, ormai da diversi chilometri non più gruppo maglia gialla, dopo che Cancellara, già in difficoltà sulla penultima ascesa, aveva alzato bandiera bianca sin dalle prime rampe dell’ultima asperità, tagliando alla fine con 14’ e oltre di ritardo. Analoga sorte è toccata a Geraint Thomas, che ha resistito qualche chilometro più dell’elvetico, ma ha comunque chiuso a 5’12’’ dal vincitore. Tra gli uomini di classifica, solamente il sempre deludente Karpets e l’ormai declinante Kloden hanno perso terreno, in una frazione in cui solamente Vinokourov ha timidamente provato ad inserirsi in un tentativo sul penultimo colle, desistendo comunque quasi immediatamente.
La nuova classifica generale vede dunque Chavanel in giallo con 1’35’’ su Cadel Evans, sempre primo dei big, che precede di 7’’ Hesjedal, di 30’’ Andy Schleck, di 52’’ Vinokourov e di 1’01’’ Contador. Con questa graduatoria il Tour approccerà domani le prime grandi montagne, con i 189 km fra Les Rousses e Avoriaz, primo arrivo in quota di questa Grande Boucle, preceduto dal duro Col de la Ramaz. Un’ascesa non terribile, ma che, anche in virtù del giorno di riposo previsto per lunedì, potrebbe indurre qualche uomo di classifica che ha pagato sul pavé a muoversi in anticipo, provando a restituire subito il distacco accusato nella tappa delle pietre. A favore di eventuali condotte spregiudicate da parte dei favoriti potrebbe poi giocare l’ascesa di Les Gets, molto breve e pedalabile, ma che garantirà una pressoché totale assenza di pianura dalla vetta della Ramaz all’arrivo. Una frazione dunque non comparabile ai classici tapponi alpini, ma certamente in grado di riscrivere la ancora acerba classifica di questo Tour; con il più che concreto rischio che, esattamente come avvenuto ad Arenberg, il giorno dopo la vittoria di Spa, Chavanel sia costretto a cedere dopo un solo giorno le insegne del primato.

Matteo Novarini

09-07-2010

luglio 10, 2010 by Redazione  
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TOUR DE FRANCE

Il britannico Mark Cavendish (Team HTC – Columbia) si è imposto anche nella sesta tappa, Montargis – Gueugnon, percorrendo 227,5 Km in 5h37′42″, alla media di 40,420 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo statunitense Farrar e l’italiano Alessandro Petacchi (Lampre-Farnese Vini). Contador 28° a 3″, Armstrong 38°, Basso 56°, Cunego 117°.
L’elvetico Fabian Cancellara (Team Saxo Bank) conserva la maglia gialla, con 20″ sul britannico Thomas e 39″ sull’australiano Evans. Miglior italiano Ivan Basso (Liquigas-Doimo), 47° a 3′20″.
Contador 9° a 1′40″, Armstrong 18° a 2′30″, Cunego 166° a 23′11″.

GIRO CICLISTICO INTERNAZIONALE FEMMINILE

La statunitense Mara Abbott (US National Team) si è imposta nell’ottava tappa, Chiavenna – Livigno, percorrendo 89 Km in 2h55′35″, alla media di 30,413 Km/h. Ha preceduto di 1′27″ la britannica Pooley e di 1′40″ la tedesca Arndt. Migliore italiana Tatiana Guderzo (Team Valdarno), 4a a 1′40″.
La Abbott si porta in testa alla classifica con 19″ sulla Arndt e 1′05″ sulla Guderzo.

INTERNATIONALE ÖSTERREICH-RUNDFAHRT-TOUR OF AUSTRIA

Il tedesco André Greipel (Team HTC – Columbia) si è imposto nella quinta tappa, Deutschlandsberg – Laxenburg, percorrendo 231,8 Km in 5h42′54″, alla media di 40,560 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Förster e il britannico Swift. Miglior italiano Danilo Napolitano (Team Katusha), 4°.
L’italiano Riccardo Riccò (Ceramica Flaminia) conserva la testa della corsa con 1′44″ sull’italiano Emanuele Sella (CarmioOro NGC) e 1′48″ sullo spagnolo Pardilla Bellon.

VUELTA CICLISTA A VENEZUELA

Lo spagnolo Javier Chacón Quesada (Heraklion Kastro – Murcia) si è imposto nella decima tappa, Carora – San Felipe, percorrendo 193,2 Km in 4h42′26″, alla media di 41,043 Km/h. Ha preceduto di 1″ i venezuelani Rivas e Becerra. Il venezuelano Tomas Gil (Loteria Del Tachira) conserva la testa della corsa con 43″ e 1′57″ sui connazionali Rujano Guillén e Alarcón García.

TROFEU JOAQUIM AGOSTINHO (Portogallo)

Il portoghese Candido Joaquim Venda Moreira Barbosa (Palmeiras Resort – Tavira) si è imposto nella seconda tappa, Sobral de Monte Agraço – Carvoeira, percorrendo 148,2 Km in 3h53′40″, alla media di 38,054 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Pérez Fernández e il colombiano Rubiano Chávez.
Barbosa conserva la maglia di leader con 17″ sul connazionale Ferreira Sousa e 18″ sullo spagnolo Blanco Rodríguez.

CLASSIFICA RIVOLUZIONATA AL GIRO DONNE

luglio 10, 2010 by Redazione  
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Con una spettacolare azione avviata sul Passo Maloja e proseguita fin sul traguardo di Livigno, attraverso Bernina e Forcola, la statunitense Mara Abbott ha vinto per distacco l’8a tappa del Giro Donne, precedendo di 1’27’’ Emma Pooley e di 1’40’’ la coppia Arndt – Guderzo. L’americana ha conquistato anche la maglia rosa, con 19’’ sulla tedesca e 1’05’’ sull’italiana, rimaste al 2° e al 3° posto. È invece crollata l’ex leader Marianne Vos, che ha lasciato per strada 3’22’’, ed è ora 4a a 1’38’’. Domani arrivo in cima allo Stelvio.

Foto copertina: Mara Abbott si impone per distacco sul traguardo di Livigno (foto CJ Farquharson/WomensCycling.net)

Prima tappa alpina in programma, e subito la classifica generale ha registrato un vero e proprio terremoto. Lungo gli 89km da Chiavenna a Livigno le ragazze del GiroDonne hanno dovuto affrontare in partenza il Passo Maloja e i restanti GPM del Bernina e della Forcola di Livigno. Le salite affrontate dal gruppo hanno dimostrato che la più forte di giornata, e con serie ambizioni anche per i giorni futuri, è stata la statunitense Mara Abbott, capace di passare in testa su tutti i tre GPM, mettendo in difficoltà una scalatrice come Emma Pooley, che dopo una strenua resistenza su Maloja e Bernina, è stata incapace di tenerle testa prima di affrontare l’ultima salita, permettendo così alla statunitense di continuare in solitaria il suo viaggio verso la vittoria.
Alle spalle della statunitense che ha fatto sue la tappa e le maglie Rosa e Verde, quest’ultima in coabitazione con la Pooley, le altre favorite si sono difese nonostante le difficoltà e il ritmo di gara imposto dall’americana. Ottimo il secondo posto della britannica Pooley, sempre nel vivo della tappa, ma mancata lungo la discesa del Bernina, quando la scatenata Abbott si è involata. Buona la prova di Tatiana Guderzo: la Campionessa del Mondo ha a lungo inseguito le due di testa da sola, venendo raggiunta solo nel finale dalla coriacea Judith Arndt e si è così dovuta “accontentare” della quarta piazza, mantenendo comunque – anzi rinforzando – la sua leadership tra le italiane.
Dopo la prova di forza odierna, Mara Abbott ha prenotato il Giro Donne: “Eravamo d’accordo che questa sarebbe stata una tappa decisiva. Così con la squadra ed il tecnico sapevamo di dover fare corsa dura e staccare le avversarie il più possibile. L’attacco dopo il Bernina è stato fondamentale. Ho cercato di forzare il più possibile anche sulla Forcola per staccare la Pooley e le altre avversarie più immediate. Ora abbiamo un’altra giornata importante con lo Stelvio. Sarà una tappa fondamentale per ipotecare la vittoria finale in questo Giro dopo il secondo posto dello scorso anno”.
Giornata no invece per la ex maglia rosa Marianne Vos, che ha pagato dazio alle difficoltà odierne. L’olandese, classificatasi 7a a 3’22”, pur scendendo al 4°posto nella generale ha conservato la maglia bianca del primato tra le giovani, ed anche la maglia ciclamino della classifica a punti.
Domani penultimo atto del Giro Donne. A decidere le sorti della classifica finale saranno i sessantotto chilometri e mezzo che porteranno le atlete da Livigno fino alla cima del Passo dello Stelvio. L’arrivo in quota sarà l’ultima difficoltà che dovranno affrontare le ragazze. Dopo la partenza da Livigno, caratterizzata da due giri di un circuito a fondovalle, ci sarà da affrontare il Passo Eira, seguito in rapida successione dal Passo del Foscagno. Discesa lunga ed impegnativa verso Bagni di Bormio prima di iniziare a salire verso lo Stelvio, salita “mito” del ciclismo e inedito per il Giro Donne. Ospite d’eccezione il CT della Nazionale Italiana di ciclismo Paolo Bettini, che premierà la vincitrice della tappa e che commenta così quello che attende le ragazze domani: “Sarà una tappa combattuta, sofferta e molto intensa. Chi arriverà per prima sullo Stelvio avrà conquistato non solo un traguardo ma la giusta ricompensa per i sacrifici fatti. Un in bocca al lupo a tutte le atlete al via in questa importante sfida con la montagna e con se stesse”

Mario Prato

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