TEUTENBERG, UN TRIS A SORPRESA
Nessuno si aspettava che la tedesca Teutenberg, asso delle volate in gonnella, riuscisse ad andare a segno in una prova a cronometro. La maglia rosa ha stupito anche per lo strepitoso tempo fatto registrare lungo i 16,9 Km della crono di Biadene e per i distacchi affibiati ad avversarie ben più accreditate per frazioni di questo genere. Ed oggi la teutonica in rosa potrebbe addirittura fare poker…
Foto copertina: la tedesca Teutenberg, attuale “padrona” del Giro d’Italia femminile 2010 (www.WomensCycling.net)
Che fosse la più veloce del gruppo lo aveva già dimostrato ma la maglia rosa, la tedesca Ina Yoko Teutenberg, ieri nella cronometro di 16 km e 900 metri disputata tra Caerano S. Marco e Biadene, ha veramente surclassato il resto del plotone. La portacolori della HTC-Columbia di rosa vestita si è permessa il lusso di raggiungere e superare la Bronzini, partita due minuti prima di lei, e di terminare la sua prova in “soli” 21’50”, lasciando alle proprie spalle atlete del calibro di Kirsten Wild e Judith Arndt, quest’ultima ben più avvezza alle prove contro il tempo: oggi tutte sono state impotenti contro lo strapotere dimostrato dalla tedesca.
“Prova difficile e resa ancora più impegnativa dal caldo – ha dichiarato la Teutenberg – il percorso mi è piaciuto ed ho tenuto un buon ritmo per tutta la cronometro. All’intertempo sentivo ottime sensazioni ed ho tenuto duro fino all’arrivo. Sono sempre più vicina al mio record personale di quattro vittorie al Giro. Arrivata sin qui penso sia possibile tentare di superarlo”
Soddisfatta e comunque raggiante anche Kirsten Wild, seconda: “Pur essendo una cronometro credo di aver fornito una prestazione di tutto rispetto. Ora punto alle volate che abbiamo ancora a disposizione ma battere una Teutenberg in queste condizioni è davvero difficile”.
Soddisfatta anche Tatiana Guderzo, campionessa del mondo in linea, campionessa italiana a cronometro e migliore italiana all’arrivo (12esima a 55″ dalla vincitrice): “Gli obiettivi di oggi erano guadagnare qualche secondo sulle scalatrici e non perdere troppo dalle specialiste, e direi che entrambi sono stati raggiunti. La gamba gira a dovere, sono qui per fare il meglio possibile e finora tutto è andato come da programma”.
La prova odierna non era un nodo cruciale della corsa, ma sicuramente era attesa da tutti per sapere come si sarebbe “pettinata” la classifica dopo le due prove dedicate alle velociste.
Ad aprire la tappa è la spagnola Pereiro Immaculada (Debabarrena Kirolgi) alle ore 11.45.
Le battute iniziali di gara sono caratterizzate dalle atlete australiane Vicky Whitelaw e Tiffany Cromwell e dalla statunitense Alison Starnes. Il miglior intertempo di Emma Pooley (Cervelo Test Team) viene in breve migliorato dalla neozelandese Linda Villumsen (Team Htc Columbia). Con il tempo di 22’13”, la Villumsen riesce a tenere alle proprie spalle numerose pretendenti al successo finale. Dalla sorprendente Annemiek Van Vleuten (Nazionale Olanda) con 22’41”, all’emergente Shelley Evans (Nazionale Stati Uniti) con 22’33”. Da Amber Neben (Nazionale Stati Uniti), che ha chiuso con 22’42”, a Marianne Vos (Nazionale Olanda), che è arrivata a sfiorare il primato della Villumsen con 22’14”. La prima a superare la Villumsen è la compagna di squadra Judith Arndt, per un solo secondo. In questo susseguirsi di emozioni e cambiamenti di fronte, a sovvertire i pronostici ci prova Kirsten Wild (Cervelo Test Team), che supera nel finale la Villumsen per un altro fondamentale secondo. Ma l’unica atleta ad essere in grado di abbattere il muro dei ventidue minuti è, come già detto, la maglia rosa Ina Yoko Teutenberg, che dà dimostrazione di straordinaria versatilità, chiudendo con lo strepitoso tempo di 21’50”. Alle spalle della tedesca, vera padrona della corsa rosa sino a questo momento, si colloca Kirsten Wild mentre il terzo posto va a Judith Arndt. La dodicesima posizione della campionessa del mondo su strada Tatiana Guderzo vale alla portacolori del Team Valdarno la leadership tra le atlete italiane, con la nuova maglia azzurra Geox.
L’attesa “pettinata” alla classifica c’è così stata, facendo sparire dai piani alti della classifica alcune velociste, ma mantenendo di rosa vestita la sorprendente Ina Yoko Teutenberg, sempre più leader anche nella classifica a punti.
Domani la ”padrona” del Giro potrebbe fare poker, poiché è in programma la quarta tappa, che vedrà le atlete impegnate in un percorso pianeggiante, della lunghezza di 90 chilometri, tracciato sulle strade del Polesine, con partenza da Ficarolo ed arrivo a Lendinara.
Mario Prato
ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI BRUXELLES
luglio 5, 2010 by Redazione
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Torna la rubrica giornaliera che ci aveva accompagnato durante il Giro d’Italia, caratterizzata dagli stessi appuntamenti: la rassegna stampa, i pareri dei tifosi, lo spazio umoristico, le previsioni meteo, gli strafalcioni dei telecronisti. In aggiunta la presentazione della tappa del giorno dopo e, in occasione delle frazioni di montagna, il commento tecnico di un ex professionista di “lusso”, che proprio sulle strade di Francia ci offrì un successo particolarmente “palpitante”
Foto copertina: la Grand Place di Bruxelles (www.virgilio.it)
PROCESSO ALLA TAPPA
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
Mauro Facoltosi: Chi vince oggi?
Vedo23: Volatona tra Cavendish, Petacchi e Hushovd…
Stando a quanto visto prima del Tour è difficilissimo fare pronostici, ma da oggi capiremo se c’è un possibile dominatore delle volate o se effettivamente manca.
Salitepuntocià: Ottima strategia di Saronni per Petacchi, anche se aiutato dalle 3 cadute che han fatto fuori Cavendish, Freire e altri. Petacchi deve dimostrare nelle prossime tappe che non è stata solo una casualità
Lancestrong: come preventivato si è dimostrata una tappa non influente per la classifica dei big.
Come al solito tante cadute e un Cavendish inguardabile. Non si capisce che cosa gli stia accadendo, oggi ha raddrizzato una curva e mi ha dato l’impressione che sia stato dovuto dal fatto che ha cercato di appoggiarsi al ciclista che aveva di fianco…non so, non capisco…
Petacchi che centra già una vittoria e credo che sarà lui il velocista principe di questo tour. Bentornato!
Antares86: Bravo… però direi che è meglio aspettare…
magari avrebbe vinto ugualmente… però senza Freire, Cavendish e Farrar risulta tutto più facile……
Scattista: Beh, Farrar c’era, ma ha preso posizione male ed si è pure agganciato con un altro ciclista. Non sono sicuro che avrebbe vinto, anzi. E’ vero, dobbiamo aspettare conferme, ma Petacchi ha fatto una signora volata, prendendosi pure il giusto rischio di partire presto. Ha battutto gente del calibro di Renshaw (apripista di Cavendish, ma secondo me fortissimo lui stesso) e Hushovd (non c’è bisogno di dire chi è).
Penso che, più di Cavendish, Freire avrebbe potuto dire la sua. Alejet, se è in forma, dovrebbe puntare alla maglia verde. Quando sta bene, va forte anche in salita, e questo verrebbe utile per buttarsi in qualche fuga e racimolare punti. Certo, per la maglia verde, Freire e Hushovd sono due clienti belli scomodi..
Scattista: Ah, dimenticavo… peccato che non ci siano gli abbuoni! Petacchi è andato molto bene nel prologo e, con gli abbuoni, puntare alla gialla non sarebbe stato impossibile, per lui o un altro sprinter… Allo steso modo gli abbuoni avrebbero reso ancora più interessante la tappa di oggi, che sulla carta mi sembra bella difficile: una bella classichetta!!!
Gibosimoni: Quoto Antares.. sono giustissimi i complimenti, ma aspettiamo la volatona di gruppo.. Renshaw è pur sempre un apriprista e Hushovd non è più quello dei tempi migliori.. Certo è che quando c’è una caduta, bisogna dire che Petacchi è molto bravo a scansarla e a vincere (vd. Svizzera)
con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)
TOUR DE FRANCE, TOUR DU MONDE
Petacchi, gioia verde “Non mi pongo limiti” (Gazzetta dello Sport)
Prima tappa a Petacchi. Il Tour è subito italiano(Corriere dello Sport – Stadio)
Mark Cavendish and David Millar in Tour de France crashes(The Times)
Cycling: Cavendish left to lick his wounds after tumble on Tour’s day of crashes (The Independent)
Alessandro Petacchi emerges winner from the carnage(The Daily Telegraph)
Petacchi dans le chaos(L’Equipe)
Lors du prologue, l’UCI tente d’étouffer la rumeur du “vélo à moteur” (Le Monde)
Todos al suelo (AS)
Petacchi vuelve por sus fueros en
un final de etapa plagado de caídas (Marca)
Petacchi se lleva la etapa (El Mundo Deportivo)
Petacchi évite les chutes et gagne à Bruxelles (Le Soir)
Petacchi fait rimer chance, puissance et expérience (La Dernière Heure/Les Sports)
Tour zorgt voor verkeershinder in Brussel (De Standaard)
Succès de Petacchi à Bruxelles (actu24.be)
Chutes monstres à Bruxelles, Petacchi gagne (Sud Presse)
Cavendish maakt opnieuw brokken (Het Nieuwsblad)
Crashes Become the Talk of the Tour After a Treacherous First Stage (The New York Times)
Lance Armstrong trailing after first stage of Tour de France (USA Today)
Day of carnage (The Age)
Riders slam ‘crazy’ crowds (Herald Sun)
Tour riders stunned by ‘crazy’ fans (The Daily Telegraph – Australia)
Mayhem ends Hansen’s Tour (The Australian)
LA TAPPA CHE VERRA’
È la tappa altimetricamente più impegnativa della prima settimana di Tour, ma non dovrebbero fare tantissima selezione i colli inseriti negli ultimi 100 Km di gara e che faranno di questa Bruxelles – Spa una sorta di Liegi – Bastogne – Liegi in miniatura. Sempre che non vada in porto una fuga o non scoppi la bagarre tra i big, sotto lo striscione steso nel cuore delle celebre stazione termale belga dovrebbe presentarsi un gruppo moderatamente folto, composto al massimo da una sessantina di unità e con dentro quegli sprinter resistenti che saranno riusciti a restare a galla dopo le asperità del finale. Non ci saranno le ascese più celebri e temute della “Doyenne”, come la Redoute e la recente Roche-aux-faucons, ma sicuramente ci sarà garanzia di spettacolo grazie a sei côtes, sulle quali spiccano i colli di Stockeu e Rosier. Il primo è decisamente il più aspro, con i mille metri al 10,5% che condurranno il gruppo dinnanzi al monumento dedicato ad Eddy Merckx. Più pedalabile il Rosier (media del 4%), che impegnerà però i corridori per quasi 6 Km e sul quale si scollinerà quando mancheranno 12 Km all’arrivo.
Nel tratto iniziale, questa tappa sfiorerà la celebre Huy, cuore della Freccia Vallone e, poco prima, transiterà per Perwez dove il primo dei tre traguardi volanti di giornata sarà collocato nel comune che, quattro anni fa, accolse la partenza di una delle frazioni belghe del primo Giro d’Italia di Ivan Basso, scattato da Seraing.
Da notare, infine, che anche quest’oggi verrà abbattuto, anche se per soli 1000 metri, il tetto dei 200 Km, che sarà sforato complessivamente in 6 delle 21 giornate di gara.
RADUNO DI PARTENZA: Place des Palais (partenza ore 12.10)
VIA VOLANTE: ore 12.30, Avenue de Tervuren
MEDIE PREVISTE: 40 – 44 Km orari
SPRINT: Perwez (Km 39,5), tra le 13.24 e le 13.29; Seny (Tinlot) (Km 112), tra le 15.03 e le 15.18; Coo (Stavelot) (Km 177), tra le 16.31 e le 16.56
ZONA RIFORNIMENTO: Ampsin (Amay), attorno al 89° Km
GPM: Côte de France (244m – 4a cat. – 2,2 Km al 6,2% – Km 98) tra le 14.44 e le 14.57; Côte de Filot (297m – 4a cat. – 3,9 Km al 4,5% – Km 128,5) tra le 15.25 e le 15.43; Côte de Werbomont (368m – 4a cat. – 4,5 Km al 3,5% – Km 136) tra le 15.35 e le 15.54; Côte d’Aissomont (488m – 3a cat. – 4,5 Km al 5,2% – Km 161,5) tra le 16.10 e le 16.32; Col de Stockeu (509m – 3a cat. – 3 Km al 5,9% – Km 167,5) tra le 16.18 e le 16.41; Col du Rosier (557m – 3a cat. – 6,4 Km al 4% – Km 189) tra le 16.48 e le 17.14
ARRIVO: a Spa, in Avenue Reine Astrid, tra le 17.04 e le 17.32
Siti dedicati: www.bruxelles.be/5648, www.villedespa.be/jahia/Jahia/site/spa/accueil/actu/kepress/arriveetourdefrance2010
METEO TOUR
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Bruxelles – Spa
Bruxelles: cielo coperto, temperatura 19,8°C, venti deboli da WSW (10-12 Km/h), umidità al 72%
Spa: pioggia debole (0,8 mm), temperatura 20,6°C, venti moderati da W (19-23 Km/h), umidità al 73%
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Televideo RAI (prologo): “7° Levi Leipheimer, 8° Tyler Farrar” (è il contrario)
Televideo RAI (prologo): “Andreas Kloeden” (Klöden)
De Luca: “Ivan Basso cambia bici al volo, un cambio di ordinaria ammistrazione” (la causa era stata una caduta)
Cassani: “Abbiamo parlato che una bicicletta”
Cassani (sul caso Cancellara): “è stato ingiusto questo battage pubblicitario”
Cassani: “Perchè sono partiti al chilometro 0″ (generalmente da dove partono? dall’arrivo?)
Televideo RAI: “I fuggitivi guadagnano circa 4′” (7′30″)
Televideo RAI: “Joaquin Rojas” (Jose Joaquin Rojas Gil)
Televideo RAI: “Juergen Roelandts” (Jurgen)
Segnaliamo, infine, un errore di Cassani nel riferire l’episodio del pugno a Merckx, avvenuto nella tappa del Puy de Dome del 1975. Cassani ha parlato prima di pugno al rene, poi alla schiena: in realtà, Merckx fu colpito al fegato.
ARCHIVIO ALMANACCO
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ALEJET SFRECCIA A BRUXELLES
Va ad Alessandro Petacchi la 1a tappa del Tour de France, 223,5 km da Rotterdam a Bruxelles. Il velocista spezzino ha nettamente preceduto Mark Renshaw e Thor Hushovd in uno sprint estremamente caotico, segnato dalle cadute nel finale dei due principali favoriti della vigilia, Mark Cavendish e Tyler Farrar. Coinvolti in un capitombolo all’ultimo chilometro anche quasi tutti i big, usciti illesi, i cui distacchi sono stati neutralizzati. Cancellara resta in giallo.
Foto copertina: Alessandro Petacchi alza le braccia sul traguardo di Bruxelles (foto Roberto Bettini)
Due edizioni e un prologo dopo, un corridore italiano torna ad imporsi sulle strade della Grande Boucle. Quasi tre anni dopo Daniele Bennati, trionfatore sui Campi Elisi nell’ultima tappa del primo Tour di Contador, a riportare il tricolore sul gradino più alto del podio di tappa è stato lo sprinter di cui l’aretino si spera possa divenire l’erede, quell’Alessandro Petacchi che, a sua volta, ha posto fine ad un digiuno che, alla Grande Boucle, durava da quasi 7 anni. Lo spezzino si è imposto alla sua maniera, proprio come in occasione quattro sontuose affermazioni con cui monopolizzò la prima settimana del Tour del centenario. Certo, non si possono non considerare le cadute nel finale del primo e del secondo favorito della vigilia, Mark Cavendish e Tyler Farrar, ma l’infinito sprint con cui Petacchi ha regolato Mark Renshaw, improvvisatosi velocista in virtù del volo di Cannonball, per il quale avrebbe dovuto svolgere la funzione di apripista, e Thor Hushovd, maglia verde dodici mesi fa, ci ha quasi riportati agli anni d’oro di Alejet in maglia Fassa Bortolo.
La giornata è stata caratterizzata dalla lunga fuga di Lars Boom, Maarten Wynants e Alan Perez, capaci, in mezzo ad una folla che è parsa a tratti più adeguata ad una frazione pirenaica che non ad una per velocisti nella prima settimana di Tour, di raggiungere e superare a più riprese i 7’, senza però mai riuscire a scavare un gap realmente preoccupante per il gruppo. Le squadre dei velocisti non hanno infatti avuto difficoltà a gestire la situazione, chiudendo anzi sui battistrada un po’ in anticipo, a 30 km circa dal traguardo, lasciando dunque ancora margine per ulteriori tentativi. Mentre Wynants provava una disperata resistenza, infatti, Alexandre Pliuschin è uscito dal plotone, agganciando il belga, e riuscendo in sua compagnia a costruire un margine di una cinquantina di secondi, scemato in seguito, fino ad esaurirsi a 8 km dal traguardo.
Sarebbe stato a quel punto logico attendersi che la HTC prendesse in mano come d’abitudine la corsa, mettendo insieme per tempo il treno destinato a lanciare Mark Cavendish. I chilometri finali hanno invece visto l’avvicendarsi al comando di diverse formazioni, con una preponderanza di maglie Lampre. Solamente a 3 km dal traguardo i dominatori degli sprint della passata edizione sono riusciti ad installarsi stabilmente al comando del plotone, vedendo però vanificati i propri sforzi poco più tardi, proprio a causa di un errore dell’atleta dell’Isola di Man, che ha disegnato malissimo una delle molte curve tecniche collocate nelle battute conclusive, finendo a terra e trascinando con sé, fra gli altri, Oscar Freire. Gli HTC, dopo un attimo di sbandamento, hanno allora ripiegato su Mark Renshaw come deputato a disputare lo sprint, venendo però soppiantati in testa dagli uomini Garmin. Con Farrar divenuto principale indiziato per il successo parziale, è stato però un secondo e più rovinoso capitombolo a tagliare fuori anche l’americano, coinvolgendo anche – fra caduti e rallentati – Vinokourov, Basso, Contador, Armstrong, Cunego, i fratelli Schleck, il capoclassifica Cancellara e altri ancora.
Nella confusione generale venutasi a creare, con non più di una trentina di corridori superstiti al comando, l’esperienza di Danilo Hondo ha consentito al tedesco di prendere la testa, pilotando in testa Alessandro Petacchi agli ultimi 250 metri, anche se terminando forse il proprio compito una cinquantina di metri troppo presto. Lo spezzino, venutosi a trovare al vento molto presto, è però riuscito comunque a gestire la bicicletta e mezzo di vantaggio con cui ha avviato la sua progressione, conservandola, pressoché intatta, fino alla linea bianca. Renshaw ha salvato la giornata degli HTC mantenendo la seconda piazza, mentre Thor Hushvod si è dovuto accontentare di un 3° posto che, alla luce delle cadute di Cavendish e Farrar, ben difficilmente lo soddisferà. I big rimasti coinvolti nell’ultimo capitombolo di massa non hanno comunque subito ripercussioni in classifica generale, alla luce della neutralizzazione dei distacchi (l’incidente è avvenuto ben all’interno dei 3 km finali, oltre la flame rouge).
Il Tour vivrà domani, partendo da una classifica generale rimasta pressoché immutata quest’oggi, una seconda e più significativa giornata belga, dopo che i passaggi lungo il Mare del Nord, che nei giorni passati avevano lasciato ipotizzare ventagli e agguati, non hanno invece riservato sorprese. Sei sono infatti i GPM in programma lungo i 201 km da Bruxelles a Spa, concentrati nella seconda metà di tappa, con il Col du Rosier, posto a 12 km dal traguardo, che pare un chiaro invito ad un attacco che possa sventare un nuovo sprint di gruppo. Difficile pensare che i favoriti possano muoversi, anche se la necessità di sorprendere, prima o poi, un Contador a detta di molti quasi inattaccabile potrebbe spingere alcuni ad insospettabili prove di coraggio.
Matteo Novarini
1977 – IL GIRO DI POLLENTIER
Tappe mancanti: prologo, 1a, 2a, dalla 4a all’8a, 10a, 11a, 15a, 16a, 19a, 22a.
Della 12a è presente la planimetria (come della seguente, per la quale è presente anche l’altimetria)
1976 – IL GIRO DI GIMONDI III
Tappe mancanti: 2a, 17a
1975 – IL GIRO DI BERTOGLIO
Tappe mancanti: 1a e 2a, 7a (2a semitappa), 9a, 15a, 17a (1a semitappa), 19a
03-07-2010
luglio 4, 2010 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR DE FRANCE
L’elvetico Fabian Cancellara (Team Saxo Bank) si è imposto nel prologo, circuito di Rotterdam, percorrendo 8,9 Km in 10′00″, alla media di 53,4 Km/h. Ha preceduto il tedesco Martin di 10″ e il britannico Millar di 20″. Lance Armstrong (Team Radioshack) è 4° a 22″, Alberto Contador Velasco (Astana), 6° a 27″. Miglior italiano Adriano Malori (Lampre-Farnese Vini), 12° a 35″ (Basso 72° a 55″, Cunego 140° a 1′13″).
GIRO CICLISTICO INTERNAZIONALE FEMMINILE
La tedesca Ina Teutenberg (HTC Columbia Women) si è imposta anche nella seconda tappa, Sacile – Riese Pio X, percorrendo 130 Km in 3h18′41″, alla media di 39,258 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiana Giorgia Bronzini (IGauss RDZ Ormu) e l’olandese Vos.
In classifica la Teutenberg precede di 8″ la Bronzini e di 15″ l’olandese Wild.
COURSE DE SOLIDARNOSC E DES CHAMPIONS OLYMPIQUES
Il polacco Jacek Morajko (Mróz Active Jet) si è imposto nella quinta tappa, Jaslo – Krosno, percorrendo 183,7 Km in 4h42′04″, alla media di 39,076 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Gottfried e l’italiano Fortunato Baliani (Miche). Morajko si porta in testa alla classifica, con 14″ sull’italiano Pasquale Muto (Miche) e 24″ su Gottfried.
VUELTA CICLISTA A VENEZUELA
Il colombiano Ivan Casas (Boyaca Orgullo De Am) si è imposto nella quarta tappa, circuito a cronometro di El Playon, percorrendo 42,8 Km in 56′20″, alla media di 45,585 Km/h. Ha preceduto di 6″ e 24″ i venezuelani Vargas e Gil. Casas è il nuovo leader della corsa, con 6″ e 24″ su Vargas e Gil.
ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI ROTTERDAM
luglio 4, 2010 by Redazione
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Torna la rubrica giornaliera che ci aveva accompagnato durante il Giro d’Italia, caratterizzata dagli stessi appuntamenti: la rassegna stampa, i pareri dei tifosi, lo spazio umoristico, le previsioni meteo, gli strafalcioni dei telecronisti. In aggiunta la presentazione della tappa del giorno dopo e, in occasione delle frazioni di montagna, il commento tecnico di un ex professionista di “lusso”, che proprio sulle strade di Francia ci offrì un successo particolarmente “palpitante”
Foto copertina: uno scorcio di Rotterdam (www.viajejet.com)
PROCESSO ALLA TAPPA
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
Mauro Facoltosi: Chi vincerà? Come andranno gli italiani?
Gibosimoni: Non credo in un Cancellara ma più in un Bradley Wiggins per questo prologo, data la cortissima distanza. Fra gli italiani segnalerei Malori
Alefederico: okkio a Rogers (non solo per il prologo!)
Patagonia63: sto guardando il crono prologo….mi ricordo che i commentatori Rai dicevano quanta gente ci fosse ad Amsterdam per l’avvio del Giro…in termini numerici oggi il pubblico sta sovrastando le presenze di maggio….già il Tour è il Tour….
Gibosimoni: La locomotiva di Berna ha vinto il cronoprologo del Tour de France di Rotterdam, come da pronostico, ed indossa la maglia gialla.
Hotdogbr: un Armstrong decisamente diverso da quello del 2009, non dimentichiamo che in molti dei 7 Tour vinti è stato al livello di Merckx e che la differenza la faceva non solo a cronometro ma anche e soprattutto in salita, l’Armstrong di allora non ho dubbi che fosse superiore a Contador e anche quello attuale di 38 anni può comunque giocarsela, per il resto il meteo ha condizionato molto ma stupisce comunque la controprestazione di Wiggins
Gibosimoni: Si, stupisce molto la disastrosa performance di Bradley Wiggins, 77esimo a 56″ secondi (sottolineo anche dietro Ivan Basso). Un bravo a Malori che si era detto di voler arrivare nei primi 12 al prologo.
Lancestrong: io non so se qualcuno di voi ha colto la smorfia di cattiveria pura nel volto di armstrong pochi secondi prima di partire…..beh…sarà anche dopato (c’è qualche big per cui si metterebbe la mano sul fuoco che non lo sia?), ma questa cattiveria è tutta roba sua e chi ha fatto sport a livelli decenti sa che la testa spesso ti fa andare oltre i tuoi limiti fisici.
Credo che questa cattiveria gli metterà in mano il suo ottavo tour de france. Per quanto riguarda Malori, ho sempre sostenuto che sia un ragazzo da curare perchè ha i numeri…alla faccia dei criticoni e pseudo esperti del forum!!
Vedo23: Ce l’ha sempre avuta quella “cattiveria”, fin da quando si faceva vasche su vasche da ragazzino prima di andare a scuola! Ricordiamoci poi tutto quello che ha dovuto superare, tutta la sfiducia contro cui ha lottato, tutte le accuse (tutte più o meno tanto aleatorie) contro cui ha dovuto fare scudo… E, ovviamente, cosa s’è trovato davanti agli occhi da malato!
Io non ho alcun dubbio sul fatto che Lance sia pulito, e trovo vergognosa la campagna contro di lui che da più parti si sta facendo, come oggi sul WP (d’altronde i giornali americani negli ultimi tempi ne sparano di boiate…)
Intanto il “vecchietto” ha rifilato 5 secondi al pistolero: non conteranno niente, ma la botta psicologica è forte!
Gibosimoni: Proprio vero, e intanto ieri alla vigilia Landis continua ad infamare Lance, come la vigilia del Tour of California. Io dico: non sarà che Floyd Landis ogni volta che parte una corsa di Lance non avendo prove di doping recente ritira fuori le “storielle” del doping di gruppo vecchio per fare pubblicità e scoop?
Salitepuntocià: A parte la debacle di wiggin, basso ha preso meno di quel che si pensava. 28″ solo da contador, 3″ al km, ovvio che nella crono di 55 km dovrà andare meglio, ma di solito nei prologhi becca anche 6″ al km.
Troppo pochi ma era previsto i 5″ di armstrong su contador, ha le tappe di spa e roubaix per avere quei 3′ di margine per la sicurezza
con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)
TOUR DE FRANCE, TOUR DU MONDE
Cancellara prima gialla. Basso a 33” da Armstrong (Gazzetta dello Sport)
Prologo Tour de France: crono e maglia a Cancellara(Corriere dello Sport – Stadio)
Fabian Cancellara shows perfect timing in Tour de France opener(The Times)
Millar best of the Brits (The Independent)
Fabian Cancellara wins prologue (The Daily Telegraph)
Cancellara: «Rien à démontrer» (L’Equipe)
Cancellara remporte le prologue et s’empare du maillot jaune (Le Monde)
Armstrong intimida (AS)
Cancellara pone la moto y Armstrong enseña las garras desde el inicio (Marca)
Contador, sexto sin arriesgar (El Mundo Deportivo)
Cancellara gagne le prologue (Le Soir)
Cancellara remporte le prologue et s’empare du maillot jaune (La Dernière Heure/Les Sports)
Cancellara wint proloog in de Tour (De Standaard)
Cancellara remporte le prologue du Tour de France (actu24.be)
Rotterdam-Bruxelles: la 1ère étape belge pour les sprinters? (Sud Presse)
Cancellara wint Tourproloog (Het Nieuwsblad)
No Motors, but Mistrust at Tour de France (The New York Times)
Cancellara pedals his way to victory in Tour de France prologue (USA Today)
Cancellara in yellow, Armstrong takes early victory over Contador(The Age)
Cancellara sets early pace (Herald Sun)
Cancellara wins Tour prologue (The Daily Telegraph – Australia)
LA TAPPA CHE VERRA’
Archiviato il prologo, il Tour si metterà in marcia verso la Francia, attraversando inevitabilmente il Belgio, nel quale si soffermerà per tre giornate. La prima frazione in linea, che si concluderà dopo 223,5 Km (non pochi, tra l’altro) nella capitale Bruxelles, rappresenterà la prima delle sette occasioni che gli organizzatori hanno riservato ai velocisti, ma non sarà facile arrivare tutti assieme sul rettilineo d’arrivo. Altimetricamente poco rilevante (tutta pianura, a parte un microscopico dentello da scavalcare ad una ventina di chilometri dal traguardo, nemmeno valido come GPM di 4a categoria), questa frazione potrebbe riservare sorprese poco gradite nei chilometri iniziali, quando il gruppo andrà a ricalcare le rotte della frazione di Middelburg della corsa rosa. Si tornerà a transitare tra la terra e il mare, in lande spesso spazzate da forti venti (anche se questi si preannunciano meno intensi rispetto a maggio, quando lassù faceva ancora molto freddo) ed in questi frangenti si affronterà anche il primo dei tre traguardi volanti, valevoli solo per la classifica a punti, non fornendo più abbuoni per la generale.
Varcato il confine di stato ad una ottantina di chilometri dalla meta, attraverso Anversa, Mechelen-Malines e Meise (omaggio a Eddy Merckx, che recentemente ha festeggiato il 65° compleanno) il gruppo raggiungerà Bruxelles, dove i velocisti si troveranno di fronte l’ultima insidia della giornata, sotto la forma di un rettilineo “per molti, ma non per tutti”: lungo quasi 2 Km e bello ampio, si snoderà tutto in lievissima ascesa e questo complicherà lo sprint poichè non si dovrà compiere l’errore di uscire allo scoperto troppo presto per non rimanere senza gambe. Peggio andrà a quei velocisti che soffrono gli zampellotti, i quali perderanno subito le ruote e difficilmente avranno l’opportunità di levare le braccia al cielo al cospetto dello Stadio Re Baldovino, il tragicamente celebre Heysel.
RADUNO DI PARTENZA: ore 8.45, Westerkade(partenza ore 11.45)
VIA VOLANTE: ore 12.20, Groene Kruisweg
MEDIE PREVISTE: 42 – 46 Km orari
SPRINT: Zeeland Neeltje Jans (Km 73), tra le 13.55 e le 14.04; Putte (Kapellen) (Km 149,5), tra le 15.35 e le 15.54; Ekeren (Anvers) (Km 158,5), tra le 15.47 e le 16.06
ZONA RIFORNIMENTO: Roodewijk (Wolphaartsdijk), attorno al 97° Km
ARRIVO: a Bruxelles, in Avenue Houba de Strooper, tra le 17.12 e le 17.39
Siti dedicati: www.tourdefrancerotterdam.nl,
www.bruxelles.be/5648
METEO TOUR
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Rotterdam – Bruxelles
Rotterdam : previsioni non disponibili
Hellevoetsluis (Km° 24): cielo sereno, temperatura 23,8°C, venti moderati da W (15-17 Km/h), umidità al 51%
Ouddorp (Km° 43,5): cielo sereno, temperatura 21,2°C, venti moderati da W (18-19 Km/h), umidità al 62%
Goes (Km° 100,5): cielo sereno, temperatura 23,7°C, venti moderati da W (16-18 Km/h), umidità al 51%
Anversa (Km° 163): poco nuvoloso, temperatura 24,7°C, venti moderati da WNW (17-19 Km/h), umidità al 48%
Malines (Km° 190,5): nuvole sparse, temperatura 24,9°C, venti moderati da W (16-19 Km/h), umidità al 46%
Bruxelles: nuvole sparse, temperatura 24,4°C, venti moderati da W (15-18 Km/h), umidità al 45%
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
De Luca (con riferimento alla tappa di Arcalis del 2009): “Vince il corridore francese Faiù” (Feillu)
De Luca: “il tour delle Dolomiti” (Maratona dles Dolomites)
De Stefano: “Qui sull’asfalto ha smesso di piovere” (e a bordo strada no?)
De Luca: “Martin è in testa davanti” (mai visto uno essere in testa dietro)
Pancani: “Una strada più riparata rispetto a quella percorsa al Giro” (stando alla planimetria, fanno la stessa strada)
ARCHIVIO ALMANACCO
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TEUTENBERG, LA DONNA CHE VINSE DUE VOLTE
Bis teutonico sulle strade della Giro Donne, ancora una volta firmato dalla più forte velocista del gruppo. Pure stavolta alle spalle della Teutenberg, sempre più maglia rosa, si è piazzata la nostra Bronzini. Oggi la crono “aziendale” di Biadene sicuramente rimescolerà con decisione le carte in tavola, anche se a decidere questa edizione saranno, con moltissima probabilità, le montagne valtellinesi previste in fin di Giro.
Foto copertina: il secondo successo della tedesca Teutenberg sulle strade del Giro Donne (www.WomensCycling.net)
Seconda tappa del Giro Donne 2010 e secondo successo in volata della tedesca del Team Htc Columbia Ina Yoko Teutenberg. La teutonica ha fronteggiato sul traguardo di Riese Pio X, come il giorno precedente, la piacentina della Gauss Rdz Ormu Giorgia Bronzini e la maglia bianca delle giovani, l’olandese Marianne Vos.
Nonostante il caldo afoso, La seconda tappa, da Sacile a Riese Pio X, è stata molto combattuta e battagliata. Hanno acceso le polveri Natalia Boyarskaya (Fenixs Petrogradets) e Roxane Knetemann (Nazionale Olanda), autrici di un attacco ad una ventina di chilometri dal via.
Riassorbita la coppia al comando dopo 15 km in avanscoperta, in contrattacco è partita la coriacea Grete Treier. La ritrovata campionessa nazionale di Estonia su strada è rimasta al comando per oltre sessanta chilometri, raggiungendo un vantaggio massimo di 1’34”. All’ingresso nel circuito finale, caratterizzato da tre passaggi davanti allo stabilimento Pasta Zara di Riese Pio X, il gruppo guidato dalle compagne della maglia rosa Ina Teutenberg ha incominciato a ridurre il gap, colmato definitivamente a dodici chilometri dalla conclusione. L’ultimo giro ha visto i lavori di preparazione della volata con le ragazze della HTC Columbia che hanno svolto tutto alla perfezione, portando la miglior velocista del gruppo a giocarsi con successo la tappa.
“Sprint lunghissimo e volata più difficile quella di oggi – ha dichiarato la vincitrice – che sono riuscita a vincere per pochi centimetri su una scatenata Bronzini. Mi dichiaro soddisfatta ma non ancora appagata, penso ai prossimi arrivi adatti alle mie caratteristiche prima di lasciare spazio a chi sulle montagne cercherà di vincere il Giro”.
Dopo la fiamma rossa dell’ultimo chilometro, mentre davanti il furore agonistico accendeva la bagarre nelle retrovie Tatiana Guderzo e Monia Baccaille del Team Valdarno, Rochelle Gilmore della Lotto Ladies Team, Claudia Hausler del Cervelo Test Team (vincitrice dell’ultima edizione del Giro), e altre numerose atlete sono state coinvolte in una caduta, non riportando però alcuna conseguenza fisica.
”Poco dopo aver passato lo striscione dell’ultimo chilometro – ha spiegato Tatiana Guderzo – ho sentito un forte rumore di freni e di bici che si scontravano e ho fatto in tempo a mettere il piede a terra prima di venire coinvolta in prima persona. Questa è la dimostrazione che anche nelle tappe più semplici bisogna tenere gli occhi aperti, perché il pericolo è dietro l’angolo. In ogni caso, stavolta l’ho scampata e guardo con fiducia alla cronometro di domani, durante la quale potrò sfoggiare per la prima volta il body tricolore dopo la vittoria al Campionato Italiano”.
Oggi il Giro Donne affronterà il confronto diretto con il cronometro. È prevista la prova contro il tempo di 16,900 km che unirà due realtà aziendali di primo piano che da quest’anno affiancano il Giro Donne: si partirtà dalla sede della Diadora di Caerano San Marco e si arriverà alla sede della Geox di Biadene di Montebelluna. Una prova per specialiste che metterà in risalto le doti delle “crono women” più attrezzate e che, pur ancora lontana dalla conclusione di Monza, sarà sicuramente in grado di tratteggiare una possibile classifica in vista delle grandi montagne.
Mario Prato
LA PRIMA GIALLA È ANCORA DI CANCELLARA
Lo svizzero conquista per la quarta volta la prima leadership del Tour de France, imponendosi nel prologo di Rotterdam con 10’’ su Tony Martin, a lungo al comando, e 20’’ su David Millar. Migliore dei big Lance Armstrong, che rende 22’’ all’elvetico, guadagnandone però 5 su Alberto Contador. Distacchi significativi, fra i favoriti, per Sastre, Basso, Menchov, Wiggins, Vande Velde e i fratelli Schleck, che pagano fra i 32 e i 47 secondi nei confronti del texano.
Foto copertina: Fabian Cancellara veste la prima maglia gialla del Tour 2010 (foto Roberto Bettini)
È stato un prologo segnato dalla pioggia quello che ha aperto, per le vie di Rotterdam, il Tour de France 2010. Una pioggia che ha risparmiato (o quasi) solamente i primi e gli ultimi a partire, condizionando invece, in misura maggiore o minore, gran parte dei protagonisti attesi, specie quelli scattati nell’intervallo compreso fra la prova di Tony Martin e quelle di Armstrong, Cancellara e Contador. Alla fine, le condizioni climatiche non hanno comunque impedito che a vincere fosse il favorito numero uno della vigilia, nonché quasi certamente il cronoman più forte del lotto, quel Fabian Cancellara che ha aperto con una vittoria la Grande Boucle come sempre accaduto, dal 2004 in poi, quando il Grand Départ si è tenuto fuori dai confini francesi (Liegi 2004, Londra 2007, Monaco 2009). L’elvetico, ultimo fra gli specialisti a prendere il via – escluso Contador, da tenere sempre e comunque in considerazione -, ha spezzato in extremis, per 10’’, il sogno di Tony Martin, 25enne di Cottbus che è andato vicino a regalare alla Germania un’altra grande soddisfazione sportiva, ad un paio d’ore scarse dal 4-0 rifilato all’Argentina nei quarti di finale del Mondiale sudafricano, occupando la vetta della graduatoria per un paio d’ore.
Il tedesco era stato fra i pochi nomi di richiamo a partire relativamente presto, scelta rivelatasi poi azzeccata, alla luce dell’acqua che le nuvole olandesi hanno riversato sul tracciato poco dopo. Come lui avevano fatto – fra i grandi – solamente Levi Leipheimer, alla fine 7° a 28’’ dal vincitore, e Alexander Vinokourov (38’’ il suo passivo al termine della prova). Meno fruttuosa è stata invece la via di mezzo per cui hanno optato Bradley Wiggins, indiziato numero 2 per la prima leadership del Tour, e invece addrittura 74° a 56’’, e Christian Vande Velde, 92° a 1’ esatto. Il resto dei pretendenti al podio parigino aveva invece tenuto una linea prudente, restando sul canovaccio classico delle partenze nel finale. Dopo le buone prestazioni di altri due scudieri d’eccezione di Lance Armstrong, Kloden (17° a 36’’) e Brajkovic (13° a 35’’), preludio all’eccellente prova offerta più tardi dal texano, di Linus Gerdemann (10° a 35’’) e David Millar (3° a 20’’), sono giunte quelle piuttosto incolori di Rogers (14° a 35’’) e Cadel Evans (23° a 39’’). Accanto a due sole prestazioni realmente positive, quelle di Armstrong e Contador, di cui tra poco diremo, molte sono invece state poi quelle deludenti, a cominciare, per attese e blasone, da quelle di Ivan Basso, 72° a 55’’, di Denis Menchov, 74° a 56’’, e dei fratelli Schleck, con Frank 79° a 57’’, e Andy addirittura 122° a 1’09’’. Male pure Samuel Sanchez, 75° a 56’’, preceduto anche dai non eccelsi Robert Gesink (+51’’) e Carlos Sastre (+54’’), per i quali un certo gap in apertura era comunque preventivabile.
I due protagonisti più attesi di questa Grande Boucle, Armstrong e Contador, sono stati gli ultimi, inframezzati dal poi vincitore Cancellara, a prendere il via, con il texano che ha subito scaldato la corsa facendo registrare, a metà percorso, il 3° tempo (divenuto 4° dopo il transito della belva in maglia iridata partita 1’ dopo di lui), solamente avvicinato da Contador, transitato con 1’’ di distacco dal rivale. Il texano, che è parso, in attesa di test più significativi, avere almeno parzialmente recuperato l’agilità che lo aveva contraddistinto negli anni d’oro, mai veramente messa in mostra dodici mesi fa, ha poi dilatato a 5’’, nella seconda parte di gara, il margine nei confronti dell’avversario, la cui pedalata è sembrata invece meno sciolta rispetto alle uscite migliori. Un guadagno minimo per l’americano, ma che, psicologicamente, potrebbe avere una valenza ben superiore rispetto al puro dato cronometrico.
Difficile, in ogni caso, che Contador e gli altri aspiranti alla maglia gialla – inclusi quanti hanno oggi rimediato distacchi più sensibili – si facciano impressionare dalla manciata di secondi volata in questa apertura, ben consapevoli degli oltre 3600 chilometri che ancora li separano da Parigi, come sottolineato da un’inquietante scritta apparsa su un palazzo a bordo percorso. Per avere qualche riscontro realmente significativo circa le condizioni degli uomini più attesi bisognerà probabilmente aspettare – come minimo – la frazione di Les Rousses; molto meno potrebbe però bastare per registrare i primi divari significativi. Già domani, con i 223 km da Rotterdam a Bruxelles, i lunghi tratti in riva al Mare del Nord e il vento che spesso li flagella potrebbero costituire infatti delle incognite significative, pronte ad accendere subito, se si presenteranno le condizioni giuste, una corsa che mai come quest’anno potrebbe prendere una propria fisionomia in qualsiasi momento. Il tutto, ovviamente, in attesa del giudizio del pavé, che, distante appena tre tappe, già incombe con su questo Tour de France.
Matteo Novarini