PETACCHI BIS A REIMS

luglio 7, 2010 by Redazione  
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Il velocista spezzino si impone allo sprint sul traguardo di Reims, battendo nettamente Julian Dean e Boasson Hagen al termine di una lunghissima progressione. Deludono Hushovd, solamente 9°, e Cavendish, addirittura 12°, anche a causa di un lavoro non impeccabile da parte del suo treno. Tutto invariato in classifica generale, con Cancellara che conserva i 23’’ su Thomas e i 39’’ su Evans. Domani altra frazione per velocisti, con traguardo a Montargis.

Foto copertina: Alessandro Petacchi celebra a braccia alzate il secondo successo in questo Tour de France (foto Roberto Bettini)

Come a Bruxelles, anzi meglio. Tre giorni dopo il ritorno alla vittoria sulle strade del Tour de France, a sette anni di distanza dal poker dell’edizione del centenario, Alessandro Petacchi ha bissato il successo della prima tappa in linea sul traguardo di Reims, al termine della prima vera tappa di trasferimento di questo Tour de France, che inaugura una serie di tre frazioni consecutive dal profilo altimetrico assai accessibile. Lo spezzino si è imposto alla sua maniera, con una progressione di 300 metri, respingendo i tentativi di rimonta di Hushovd, McEwen e Dean, che uno dopo l’altro avevano provato ad uscire dalla sua scia per bruciarlo sulla linea. Un successo ancora più bello e significativo rispetto a quello ottenuto in terra belga, poiché questa volta, a giocarselo, c’erano veramente tutti, inclusi coloro che erano invece stati tagliati fuori dalle cadute in occasione del primo sprint di gruppo di questa Grande Boucle, con la sola eccezione di Tyler Farrar, alle prese con una microfrattura alla mano. A cominciare da Mark Cavendish (con consueto treno al seguito), tre giorni fa responsabile del primo scivolone, quest’oggi invece naufragato non appena lo sprint si è per lui complicato – anche a causa di un non perfetto lavoro da parte dei suoi apripista -, fino al 12° posto finale.
Il canovaccio della giornata è stato il più classico immaginabile per una frazione pianeggiante di poco più di 150 km, che arrivava per di più all’indomani del “carnage” – secondo l’etichetta di Lance Armstrong – della tappa di Arenberg. Tanto che, a differenza di quanto avviene pressoché sempre al Tour, non si è avuta nemmeno battaglia per entrare in fuga, e il primo tentativo, inscenato da Champion (Ag2r), Mayoz (Footon-Servetto), Vogondy (Bouygues), De Greef (Omega Pharma-Lotto) e Isasi (Euskaltel), ha ricevuto subito il via libera del gruppo, che non ha comunque mai lasciato che il margine raggiungesse i 3’, e lo ha riportato nell’ordine del minuto già ad una cinquantina di chilometri dal traguardo. Onde evitare di dare modo ad altri coraggiosi di provarci, in caso di prematuro riassorbimento dei battistrada, il plotone ha lasciato i cinque a distanza di sicurezza, completando l’aggancio solamente a poco più di 3 km dal traguardo; non senza un discreto rischio, peraltro, dal momento che le nove rotonde in programma nei 6 km finali hanno complicato le battute conclusive dell’inseguimento, e sarebbe forse bastata una decina di secondi in più agli attaccanti per resistere fin sulla linea bianca.
Sarebbe stato lecito, a quel punto, attendersi una HTC capace di prendere saldamente in mano le redini del finale, come eravamo stati abituati a vedere nella passata edizione. Gli uomini in giallo, forse anche a causa dell’inseguimento protrattosi per qualche chilometro più del previsto, non sono invece riusciti ad imporre le vertiginose andature necessarie per mantenere il gruppo in fila indiana, e hanno così dovuto fronteggiare la concorrenza dei mini-treni Lampre, Cervélo e Garmin. Il caos non ha impedito a Renshaw di pilotare Cavendish al comando ai 300 metri finali, ma ad una velocità troppo bassa per poter tenere la situazione sotto controllo. Ecco dunque che ai 300 metri dalla linea, nel momento in cui l’azione dell’ex pistard australiano ha perso incisività, Alessandro Petacchi, con una più che discreta dose di coraggio, ha giocato d’anticipo, lanciandosi in una progressione sontuosa che ha spiazzato, scoraggiato e messo definitivamente fuori causa Cannonball.
Con Hushovd, McEwen e Dean che, uno dopo l’altro, sono stati ricacciati indietro dal vento non appena hanno provato a mettere il naso fuori dalla scia dello spezzino, lo sprinter Lampre ha così potuto alzare le braccia, sia per la vittoria, sia per l’ormai acquisita consapevolezza di essere, perlomeno in questo avvio, il velocista da battere del Tour de France. La piazza d’onore è andata allo stesso Julian Dean, staccato di una bicicletta abbondante, mentre la rimonta finale di Boasson Hagen ha portato il norvegese sul gradino più basso del podio. McEwen è rimbalzato al 4° posto, mentre Hushovd è scivolato addirittura al 9° posto, conservando comunque 10 punti di vantaggio su Petacchi nella classifica a punti. Da segnalare anche il piazzamento nei dieci di Daniel Oss, 8°, libero di disputare gli sprint in virtù dell’assenza di Daniele Bennati.
È rimasta sostanzialmente invariata la classifica generale, con Cancellara che conserva 23’’ di margine su Geraint Thomas e 39’’ su Cadel Evans. Una graduatoria che promette di rimanere cristallizzata – fughe da lontano ed eventuale scarsa voglia di controllare la corsa da parte della Saxo Bank permettendo – anche nelle prossime due frazioni, che porteranno la carovana a Montargis e Gueugnon, attraverso percorsi tutt’altro che proibitivi. Tracciati che, alla luce di quanto visto quest’oggi e domenica, potrebbero offrire ad un Alejet mai così in palla da anni a questa parte la possibilità di rinverdire i fasti delle sue stagioni d’oro.

Matteo Novarini

VOS, TAPPA E MAGLIA; GUDERZO SECONDA

luglio 7, 2010 by Redazione  
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Termina alla 5a tappa il dominio della tedesca Teutenberg al Giro Donne. A Pratolungo Pettenasco, primo arrivo in salita della corsa, il successo è andato infatti all’olandese Marianne Vos, che ha preceduto in uno sprint a due l’iridata Tatiana Guderzo. 3° per Judith Arndt. La vincitrice di giornata conquista anche la maglia rosa.

Foto copertina: Marianne Vos, Tatiana Guderzo e Judith Arndt sul podio di giornata (foto CJ Farquharson/WomensCycling.net)

Le prime salite del GiroDonne hanno ridisegnato la classifica e messo in chiaro i reali valori delle ragazze impegnate nella corsa rosa. Il menù odierno prevedeva centoventidue chilometri di emozioni, in un paesaggio adatto a rendere unica la quinta frazione del Giro Donne, partita da Orta San Giulio per terminare al culmine della salita di Pratolungo di Pettenasco. Il primo arrivo in salita ha consegnato tappa e maglia all’olandese Marianne Vos, con una tenace e pimpante Tatiana Guderzo, seconda a pochi metri dalla giovane fuoriclasse olandese. Un finale agonistico infuocato ed avvincente lungo gli ultimi tre chilometri abbondanti di salita, con la selezione prodotta dai chilometri precedenti ed il ritmo altissimo imposto dalle battistrada.
Il tracciato collinare invitava alla battaglia; prova ne sono stati gli attacchi dell’australiana Lauren Kitchen, in avvio, e quello delle più titolate – Claudia Hausler e Patricia Schwager (Cervelo Test Team), Giorgia Bronzini (Gauss Rdz Ormu), Olga Zabelinskaya (Safi Pasta Zara Manhattan), Marianne Vos ed Annemiek Van Vleuten (Nazionale Olanda) – successivamente, ma tutti con scarso successo.
I tre passaggi sull’Ameno, validi per la classifica dei GPM, hanno acceso ancora la bagarre con Martine Bras (Gauss Rdz Ormu), che si è aggiudicata il primo passaggio e incrementato il proprio punteggio tra le scalatrici. Il secondo passaggio è andato alla britannica Emma Pooley (Cervelo Test Team). Dopo l’attacco della catalana Marta Vilajosana (Fenixs Petrogradets) la terza scalata verso Ameno ha portato in avanscoperta Pooley e Vos, che passano al GPM in quest’ordine e danno la stura all’attacco decisivo trascinandosi dietro Claudia Hausler (Cervelo Test Team), Judith Arndt (Team Htc Columbia), Olga Zabelinskaya (Safi Pasta Zara Manhattan), Grete Treier (Michela Fanini Record Rox), la campionessa del mondo e maglia blu Geox Tatiana Guderzo (Team Valdarno), Annemiek Van Vleuten (Nazionale Olanda) e la statunitense Mara Abbott (Nazionale Usa), seconda nella generale del Giro dello scorso anno.
L’ultimo chilometro ha rimescolato le carte, con il forcing di Marianne Vos a cui ha resistito solo Tatiana Guderzo. Nella stessa sfida a due dell’ultimo mondiale di Mendrisio, ad avere la meglio è stata l’asso olandese, che ha vinto la tappa impossessandosi anche della maglia rosa. Gradino più basso del podio di giornata per l’esperta Judith Arndt (Team Htc Columbia), a cui è sfuggito per poco l’aggancio alle due battistrada nel finale di tappa.
Più che soddisfatta Marianne Vos: “L’ultima salita si è rivelata fondamentale e difficile, in una tappa senza dubbio molto bella dal punto di vista tecnico, che si è corsa a buon ritmo sin dall’inizio. Mi onora mettere la maglia rosa che ora dovrò difendere dalle avversarie più immediate, tra le quali sicuramente inserisco Tatiana Guderzo, temibile ed in grande condizione. Il Giro è ancora lungo, soprattutto perché ci attendono tappe difficili con parecchia salita ed in queste condizioni ogni giorno va affrontato con attenzione e massimo rispetto per le avversarie”.
Soddisfatta anche Tatiana Guderzo: “Mi sono preparata specificamente per questo Giro – ha spiegato l’iridata di Mendrisio – sapevo di stare bene e oggi devo dire che sono soddisfatta della mia corsa. Ho fatto un bello sforzo per rientrare sulle prime dopo la caduta davanti a me in discesa, poi sono rimasta nelle primissime posizioni fino ai 300 metri quando ho provato ad anticipare la volata della Vos, ma le pendenze non erano più impegnative e lei ha avuto la meglio. Ho però guadagnato secondi su tutte le altre avversarie e questo mi fa essere fiduciosa per le prossime tappe”.
Domani il Giro abbandonerà il Piemonte e trasferirà armi e bagagli nel varesotto per disputare la sesta tappa, da Gallarate ad Arcisate per centosedici chilometri. Tappa caratterizzata da un circuito iniziale attraverso le vie di Gallarate e numerosi saliscendi nella seconda parte verso Arcisate. Da seguire con particolare attenzione i passaggi sul Brinzio, tradizionale salita ciclistica della provincia di Varese, e sul Gran Premio della Montagna di Cunardo, oltre al finale che porterà nel cuore di Arcisate.

Mario Prato

06-07-2010

luglio 7, 2010 by Redazione  
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TOUR DE FRANCE

Il norvegese Thor Hushovd (Cervelo Test Team) si è imposto nella terza tappa, Wanze – Arenberg Porte du Hainaut, percorrendo 213 Km in 4h49′38″, alla media di 44,124 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Thomas e l’australiano Evans. Miglior italiano Alessandro Petacch (Lampre-Farnese Vini), 28° a 2′08″. Contador 13° a 1′13″, Armstrong 32° a 2′08″, Basso 43° a 2′25″, Cunego 186° (a 17′03″).
L’elvetico Fabian Cancellara (Team Saxo Bank) torna in maglia gialla, con 23″ su Thomas e 39″ su Evans. Miglior italiano Ivan Basso (Liquigas-Doimo), 49° a 3′20″.
Contador 9° a 1′40″, Armstrong 18° a 2′30″, Cunego 174° a 23′11″.

GIRO CICLISTICO INTERNAZIONALE FEMMINILE

L’olandese Marianne Vos (Netherlands National Team) si è imposta nella quinta tappa, Orta S. Giulio – Pettenasco, percorrendo 122 Km in 3h21′20″, alla media di 36,357 Km/h. Ha preceduto di 1″ l’italiana Tatiana Guderzo (Team Valdarno) e di 8″ la tedesca Arndt.
La Vos è la nuova leader della classifica, con 21″ sulla Arndt e 45″ sulla Guderzo.

INTERNATIONALE ÖSTERREICH-RUNDFAHRT-TOUR OF AUSTRIA

L’italiano Leonardo Bertagnolli (Androni Giocattoli) si è imposto nella terza tappa, Kitzbühel – Lienz, percorrendo 135,5 Km in 3h24′09″, alla media di 39,823 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’ucraino Pidgorny e il russo Silin.
L’italiano Riccardo Riccò (Ceramica Flaminia) conserva la testa della corsa, con 57″ sull’italiano Emanuele Sella (CarmioOro NGC) e 59″ sullo spagnolo Pardilla Bellon.

VUELTA CICLISTA A VENEZUELA

Il venezuelano José Rujano Guillén (ISD – Neri) si è imposto nella settima tappa, San Juan de Colon – La Azulita, percorrendo 172,4 Km in 3h55′48″, alla media di 43,867 Km/h. Ha preceduto di 10″ e 1′02″ i connazionali Alarcón García e Tomas Gil (Loteria Del Tachira), che si porta in testa alla classifica, con 39″ su Rujano Guillén e 1′31″ su Alarcón García.

TROFEO CITTA’ DI BRESCIA – MEMORIAL FIORI E VOLPI
L’italiano Manuele Boaro (Trevigiani Dynamon Bottoli) si è imposto nella corsa bresciana. Ha preceduto gli italiani Elia Favilli (Petroli Firenze – Cycling Team) e Federico Rocchetti (Casati NGC Perrel)

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI ARENBERG

luglio 7, 2010 by Redazione  
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Torna la rubrica giornaliera che ci aveva accompagnato durante il Giro d’Italia, caratterizzata dagli stessi appuntamenti: la rassegna stampa, i pareri dei tifosi, lo spazio umoristico, le previsioni meteo, gli strafalcioni dei telecronisti. In aggiunta la presentazione della tappa del giorno dopo e, in occasione delle frazioni di montagna, il commento tecnico di un ex professionista di “lusso”, che proprio sulle strade di Francia ci offrì un successo particolarmente “palpitante”

Foto copertina: il tratto di pavè di Haveluy, l’ultimo tra quelli affrontati nella tappa dell’Arenberg (www.superandyweb.it)

PROCESSO ALLA TAPPA
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Mauro Facoltosi: Cosa succederà oggi?

Lancestrong: Io oggi mi aspetto due corse separate.
Cancellara, Ballan, Hushovd e altri esperti del pavè a giocarsi vittoria di tappa e maglia e dietro gli uomini di classifica. Tra gli uomini di classifa è inutile dire che il favorito sia Armstrong mentre mi aspetto grosse difficoltà per i fratelli, contador (3-4 minuti), sastre (10 minuti).
Io mi spetto una mezza “catastrofe”….magari esagero, però….

Scattista: Ci sarà 1 corridore designato da subito per fare l’”impresa” sul pavè. Gli altri staranno tranquilli dietro e, se qualcuno cadrà, lo si aspetterà tutti andando all’arrivo tranquilli e inscenando un altra protesta, perchè, in effetti, non se ne può più di correre su queste strade pericolose. Anzi, dal prossimo anno il Tour verrà corso sui rulli e “virtualmente” tanto ormai con i rulli si può simulare qualunque percorso. Così non ci sarà più il rischio di cadute, che in effetti non se ne può proprio più…
MA CHI LI GUARDA DOPO LA FIGURACCIA DI IERI?!

Lancestrong: dai su, vedrai che la tappa di oggi servirà per lenire il tuo livore..

Gibosimoni: Penso proprio così.. ma non è uno scherzo.. i big dietro “con calma” e davanti i pave-big (Cancellara, Hushovd, Flecha (caduto però ieri, vediamo come sta), O’Grady, Quinziato, Aerts, Burghart, Van De Walle ecc. – e se ci fossero Baldato e Boonen) a darsi battaglia, magari con qualche attaccante di giornata. I big secondo me si muoveranno solo per non ritrovarsi con un distacco-L’Aquila a fine tappa, non hanno certo intenzione di spendere troppe energie.

Scattista: Eh si!! Questo arrivo di Spa proprio non mi va giù!!

MirkoBL: Ed Evans c’è sempre, grande!
Bene Contador, visto che sarebbe stato uno di quelli che avrebbe dovuto perdere di più, e Andy Schleck.
Un po’ sfortunato Armstrong per la foratura, ma non l’ho visto pedalare tanto bene, né sul pavé, né dopo.
Basso non sa andare in discesa ed ancor meno sul pavé; buon per lui che ha perso solo 2 minuti e mezzo.
Gran numero di Hesjedal, che ha pagato il fatto di andare un po’ troppo duro. Siccome Cancellara non poteva tirare al massimo per non staccare Andy, forse avrebbe potuto vincere gestendosi un po’ meglio.

MirkoBL: Ah, dimenticavo Menchov: sornione come sempre, è lì.

Gibosimoni: Sottolineo che Cadel (contrariamente alle sue solite caratteristiche di sfigato cronico) è riuscito a rimanere in piedi/non forare ed ora si trova 3° in generale, 1° dei forti in salita. Che sia l’anno buono per il Tour dell’Australiano? Io faccio il tifo per lui.
Un grandissimo Andy Schleck, soprattutto visto la caduta di ieri. Bravo anche a Contador, a parte la mini scenetta, staccato dal gruppettino trenato da Vinokourov nel finale che tira ma il suo capitano.. è DIETRO. Armstrong mi è parso (foratura a parte) ugualmente poco lucido, Basso disastroso, senza forature ne cadute è riuscito a prendersi 2′30″, in ombra Ballan, incolore Kreuziger. Cancellara sul pavè sarebbe potuto partire e gli avversari lo avrebbero rivisto ad Aremberg, ma voleva portare al traguardo Andy. Frank Schleck mezzo sfortunato mezzo distratto, però “grazie” alla sua caduta la gara si è infiammata e si sono creati dei buchi fra i migliori. Che sia stata una tattica Saxo???
Denis a questo Tour non è – come Cadel Evans, tra l’altro – per niente considerato dai bookmakers o dai cronisti (anche Cassani e Pancani non li considerano big in grado di lottare per la vittoria) ma secondo me può essere la “sorpresa” (intendo per questa gente che non li cag… nemmeno di striscio) e può far bene in salita. Anche oggi – come e forse un po’ meno dell’Australiano – Menchov è stato molto attento ed è riuscito a limitare abbastanza i danni su un terreno non suo ed a guadagnare su diversi avversari per la maillot jaune a Parigi. Sastre è sparito dalle prime 50 posizioni.

Salitepuntocià: Adesso la Radioschack dovra’ attaccare tutti i giorni,almeno per non dare la soddisfazione a Zomegnan e alla vuelta

Vedo23: Bene Contador non direi proprio! Era l’unico del suo gruppetto a star sempre a ruota e a non tirare mai, mentre tutti gli altri lavoravano. Mi sembrava anche abbastanza al gancio… La foratura – se mai è possibile – è quanto meno “meritata”!
Altro che sfortunato Lance! Quando ha forato era ben più avanti del gruppo di Contador e stava recuperando su Cancellara-Evans!! Che non pedali bene è da ieri in realtà e credo sia dovuto alle botte. Fatto sta che oggi ha fatto ampiamente la sua parte con Popovic per rientrare e poi l’ha piantato lì, rientrando da solo su un gruppo numeroso che non procedeva poi così piano…

Gibosimoni: Si ma Contador ha avuto anche problemi al cambio, mentre Armstrong ha si forato, ma nonostante spalleggiato da Popovych, non è riuscito a recuperare 1 solo secondo dai primi..

Salitepuntocià: Contador mi ha sorpreso , e senza l’inconveniente poi…
Armstrong2 mi ricorda, con tutte le proporzioni per carita’, il Saronni2… cioè quello ancora capitano 84-86 ma che non faceva più le volate, che correva senza grinta, Armstrong1 non solo era più giovane, ma più grintoso, più attento… mai si sarebbe fatto infinocchiare cosi’ da schleck… anche dopo la foratura, vederlo sfruttare le ammiraglie per raggiungere un gruppetto che diminuiva il vantaggio persino sul gruppetto Basso… non è da Armstrong, come non era da Armstrong farsi staccare sul Petrano e sul Romme cosi facilmente.

Vedo23: No no alt: con meno grinta? Questa mi sembra proprio fantascienza!!! Osservalo, in gara e fuori, e cambierai subito idea! Cosa poteva fare di diverso per non essere ostacolato dalla caduta scusa? Stavan tirando i Saxo, Frank sarà stato in terza o al massimo quarta ruota e Lance era appena dietro. Ribadisco che comunque stava rientrando sul gruppetto di Andy-Cancellara-Evans ed era più avanti di Contador. Faccio notare poi come sia ammaccato dalla caduta di ieri e come alle ammiraglie sia stato in scia per pochissimo (Contador è stato in scia tutta la tappa se proprio volete vedere!)
I problemi di Contador sono stati nel km finale (mi sembrava una foratura alla ruota posteriore più che problemi al cambio), anche perchè se li avesse avuti prima poteva fermarsi a sostituire la bici dato che aveva l’ammiraglia dietro e Vino lì a fargli da gregario.
A parte che davanti tiravano in 6 e uno di questi era Cancellara… Subito dopo la caduta stava recuperando anche su quelli! Poi dopo la foratura ha recuperato un bel po’ di secondi, dato che per sostituire la ruota al cambio neutro ha perso tantissimo (le ammiraglie erano ancora bloccate indietro per la caduta)!

Lancestrong: devo ammettere che ho toppato alla grande.
Mi aspettavo andy nelle retrovie ed invece è stato l’unico a rimanere davanti. Mi aspettavo qualcosa in più da armstrong, anche se è stato sicuramente condizionato dalla foratura in un tratto fondamentale della corsa.
Poi sono veramnete sorpreso da:
Contador (ma come ha fatto ha stare davanti sul pavè)
Andy: addirittura si è giocato la vittoria di tappa!! è vero che era a ruota di cancellara ma sappiamo che sul pavè spesso stare a ruota non ti salva.
Ballan: disperso
Petacchi e Cav: nei primi gruppi. mi hanno sorpreso anche loro.
Qualcuno riesce a spiegarmi il perchè di tutte queste (per me) anomalie? è una questione di condizione?

Salitepuntocià: beh, l’autocritica è accetta ma non esageriamo, sbagliare è umano e d’altronde tutti toppiamo, se no la SNAI fallirebbe.
I motivi? Per me il pave’ è fortuna/sfortuna, non solo non si deve cadere o forare, ma non devi essere nei punti sbagliati, vedi basso… o al contrario schleck, se basso ieri era avanti e schleckdietro, avremmo parlato di un grande basso… insomma, schleckha azzeccato tattica, sapendo di essere inferiore sul pave’ è stato davanti…
La mia non è una sentenza ma un impressione che il vero armstrong aveva certo più gambe, ma per me anche grinta, ieri armstrong non dava cambi a popovich e l’ha spremuto, cosa che l’armstrong vero non avrebbe fatto.
Poi magari mi sbagliero’, ma rivedo il saronni2. Spero eviti armstrong di fare il saronni3 l’anno prossimo (quello del gregariato a chioccioli)

Lancestrong: la grinta c’è e comunque si vedrà già da questo week end come andranno le cose per armstrong, certo che ieri doveva andare meglio.
Credo che abbia fatto 1 errore che poi ha pagato caro con la foratura, perchè sarebbe dovuto rimanere a ruota di cancellara, ma forse anche lui non si aspetta un andy cosi a suo agio sul pavè.
Continuo a non capire come un contador possa essere andato così forte credo che piu di uno sia andato oltre i suoi limiti per paura di perdere troppo terreno.
Cadel ha fatto una gran tappa ma anche a montalcino la fece e poi pagò dazio sulle montagne, per cui non credo possa lottare per la vittoria, però gli va fatto sicuramente un plauso.

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

TOUR DE FRANCE, TOUR DU MONDE

Fabian vroom vroom. Il motore nelle gambe(Gazzetta dello Sport)

Tour stravolto dal pavè. Cancellara in maglia gialla(Corriere dello Sport – Stadio)

Hevnen er søt ! Og Thor er j … veldig GOD! (Aftenposten)

Dette skylder du meg, sa Hushovd til Cancellara (Dagbladet)

Hushovd takes charge as ‘Hell of the North’ hammers rivals(The Times)

British team in front after tricky cobbles (The Independent)

Hushovd sprints to victory(The Daily Telegraph)

Cancellara: «C’est la course»(L’Equipe)

Hushovd vainqueur, Cancellara reprend le maillot jaune (Le Monde)

Armstrong está solo(AS)

Contador sobrevive a la ‘carnicería familiar’ de los Saxo Bank (Marca)

Los adoquines no perdonan (El Mundo Deportivo)

Cancellara reprend le jaune(Le Soir)

Triple fracture de la clavicule pour Frank Schleck(La Dernière Heure/Les Sports)

Cancellara geeft en neemt (De Standaard)

Wanze-Arenberg, c’était un petit Paris-Roubaix (actu24.be)

L’étape pour Hushovd, le jaune pour Cancellara (Sud Presse)

De wraak van Hushovd (Het Nieuwsblad)

A Rocky Ride for Armstrong on Another Day of Crashes (The New York Times)

Armstrong loses time in bumpy 3rd stage of Tour (USA Today)

Evans surges ahead in stage three (The Age)

Lance Armstrong says his hopes are fading (Herald Sun)

Team’s yellow tribute to fallen star (The Daily Telegraph – Australia)

Evans fights back on the cobblestones (The Australian)

LA TAPPA CHE VERRA’
Dopo le “tempeste” di Spa e dell’Arenberg, si annunciano poco mossi gli altri mari. Le tre rimanenti frazioni della prima settimana di Tour saranno tutte calibrate sulle misure dei velocisti e difficilmente – anche se bisogna tenere sempre in considerazione l’eventualità di sorprese – si sfuggirà allo sprint di massa. Di questo trittico d’avvicinamento alle montagne, questa di Reims rappresenterà la pagina più abbordabile sotto l’aspetto del chilometraggio poiché, dopo tre frazioni “oversize”, oggi si dovranno percorrere 153,5 Km: solo le due crono e la passerella finale di Parigi saranno più brevi. Altimetricamente il tracciato si presenta leggermente increspato, con un solo facilissimo GPM di 4a categoria, da superare a 40 Km dalla partenza da Cambrai. Ma vien quasi da dire che non è oro tutto quel che luce, perché il finale “rémois”, che sulle carta pare totalmente sgombro da difficoltà, potrebbe comunque non essere alla portata di tutti gli sprinter. Per andare al traguardo, infatti, si dovrà superare una lieve pendenza finale, che potrebbe fulminare gli uomini più esausti, magari provati da una tappa vissuta a gran ritmo fin dalla partenza, come generalmente si verifica nelle tappe non eccessivamente lunghe. A questo proposito va detto, però, che in tempi recenti questa consuetudine si è estesa anche a frazioni dotate di chilometraggi monstre, com’è stato, per esempio, con la Cuneo – Pinerolo del Giro 2009 (262 Km), scattata ad oltre 50 Km/h. Se ci saranno le condizioni, oggi potrebbe facilmente essere abbattuta – o quanto meno avvicinata – la velocità record di 50,335 Km/h, registrata il 7 luglio del 1999 affrontando i 194,5 Km della Laval – Blois, frazione conquistata da Mario Cipollini. Questo, ovviamente, è il record relativo alle sole tappe in linea mentrequelli contro il tempo sono detenuti dall’ex primatista dell’ora Chris Boardman (55,152 Km/h nei 7,2 Km del prologo di Lille, Tour 1994) e dalla Discovery Channel per quanto riguarda le prove collettive (57,324 Km/h nei 67,5 Km della Tours – Blois, Tour 2005).

RADUNO DI PARTENZA: place Aristide Briand (partenza ore 13.50)
VIA VOLANTE: ore 14.00, Rue Saint Ladre
MEDIE PREVISTE: 44 – 48 Km orari
SPRINT: Walincourt-Selvigny (Km 12,5), tra le 14.16 e le 14.17; Flavigny-et-Beaurin (Km 49,5), tra le 15.02 e le 15.08; Brienne-sur-Aisne (Km 128,5), tra le 16.41 e le 16.55
ZONA RIFORNIMENTO: Housset, attorno al 69° Km
GPM: Côte de Vadencourt (158m – 4a cat. – 1,6 Km al 3,9% – Km 40,5) tra le 14.51 e le 14.55
ARRIVO: a Reims, in Boulevard de la Paix, tra le 17.12 e le 17.29
Siti dedicati: www.cambraiaccueilleletour.fr,
www.ville-reims.fr/fr/sport/evenements-sportifs/le-tour-de-france/index.html

METEO TOUR
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Cambrai – Reims

Cambrai: nuvole sparse, temperatura 24,5°C, venti moderati da SW (11 – 13 Km/h), umidità al 51%
Reims): poco nuvoloso, temperatura 26,3°C, venti deboli da S (3-4 Km/h), umidità al 40%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
De Luca (in relazione ai tratti di pavè): “11 Km nel complesso” (erano 13)
De Luca: “La partenza questa mattina da Wanze” (sono partiti verso le 12.45)
Pancani (riferendosi alla tappa di Wasquehal del 2004): “Mayo staccato di 2′30″” (prese quasi 4 minuti da Armstrong)
Pancani: “Associazione Amici della Parigi Roubaix, nata nel 1995″ (1985)

ARCHIVIO ALMANACCO
Selezionare la voce “Tour 2010″ nel menù “Reparto Corse” (in home, sopra la copertina)

IL PAVÉ RIMESCOLA IL TOUR

luglio 6, 2010 by Redazione  
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La tanto attesa Wanze – Arenberg Porte du Hainaut di 213 km, 3a frazione del Tour de France, sortisce gli sconvolgimenti attesi, riscrivendo completamente la classifica, e generando i primi divari fra gli uomini di classifica. Il successo di tappa va a Thor Hushovd, che ha regolato un drappello comprendente Fabian Cancellara, di nuovo in giallo, Geraint Thomas, Ryder Hesjedal, e soprattutto Cadel Evans e Andy Schleck, primi dei big. 53’’ di ritardo per Menchov, Vinokourov, Wiggins e Van den Broeck, 1’13’’ per Contador, 1’46’’ per Kreuziger, 2’07’’ per Armstrong, 2’25’’ per Basso, Sastre e Gesink. Rovinosa caduta e ritiro per Frank Schleck.

Foto copertina: la gioia di Thor Hushovd sul traguardo di Arenberg Porte di Hainaut (foto AFP)

Era probabilmente la più grande incognita del Tour 2010 questa 3a tappa, quella degli attesi e temuti tratti in pavé, nonché la più grande speranza cui ci si aggrappava, auspicando una Grande Boucle un po’ meno lineare e prevedibile rispetto alla passata edizione. Le pietre hanno alla fine emesso i loro verdetti, e, benché siano pochi gli uomini di classifica che da stasera dovranno salutare definitivamente eventuali sogni gialli, non si può dire che non abbiano lasciato un segno più che significativo nell’economia della corsa. Non sono infatti né la meritata vittoria di Thor Hushovd, primo ad accendere la miccia sul pavé e capace di regolare senza fatica i compagni d’avventura allo sprint, né la riconquista della maglia gialla da parte di Fabian Cancellara le vere notizie del giorno, titolo che spetta invece ai considerevoli e non per tutti recuperabili divari venutisi a creare fra gli aspiranti al podio. A sorridere sono soprattutto Andy Schleck e Cadel Evans, in virtù dei distacchi inferti a tutti gli avversari in graduatoria generale, fra i quali spiccano i 73’’ inflitti ad Alberto Contador, e gli oltre 2’ accusati da Ivan Basso e, più sorprendentemente, da Lance Armstrong, forse il grande nome che più di ogni altro contava su questa tappa per stravolgere le gerarchie della corsa.
La piega originariamente presa dalla tappa era stata estremamente canonica, con Cummings (Team Sky), Hesjedal (Garmin), Brutt (Katusha), Rolland (Bouygues), Kluge (Milram), Augé (Cofidis) ed Erviti (Caisse d’Epargne) ad animarne le battute iniziali, e un gruppo che controllava agevolmente la situazione, non concedendo mai più di 4’ e mezzo ai battistrada, e riducendo il divario a 2’’30’’ circa con l’accelerazione in vista del primo tratto in pavé (Ormeignies, -85 dall’arrivo). Dopo aver passato indenne anche i tratti di Hollain e Rongy, a 40 km abbondanti dal traguardo, il plotone si è scosso in vista dell’inizio della fase calda, con il settore di Sars-et-Rosières, fra i -28 e i -25, riportandosi a 30’’ circa dalla testa della corsa. Sono stati i Saxo Bank, già dimostratisi gli uomini più bellicosi, a pilotare il gruppo sulle pietre a ritmi vertiginosi, ma è stato al momento dell’attacco di Thor Hushovd che la corsa si è infiammata, e non soltanto per l’azione del norvegese. Pressoché contemporaneamente, infatti, Frank Schleck è finito rovinosamente a terra, venendo imitato poco dopo da diversi altri atleti, perlopiù al fine di evitare il lussemburghese a terra, e generando un ingorgo che è costato parecchi secondi a gran parte del gruppo, fra cui pressoché tutti gli uomini di classifica, meno Andy Schleck e Cadel Evans.
Mentre iniziava ad apparire chiara la gravità della situazione del vincitore dell’ultimo Tour de Suisse, alla fine ritiratosi con una sospetta frattura della clavicola, davanti, con discreto coraggio, i Saxo decidevano di attaccare comunque, puntando definitivamente tutto su Andy, con Cancellara che imponeva un ritmo cui solamente lo stesso Schleck jr., Evans, Geraint Thomas e Hushovd riuscivano a resistere. Con davanti il solo Hesjedal, e il gruppo del campione del mondo stabilmente ad una trentina di secondi, senza riuscire a rifarsi sotto fino all’ultimo tratto in pavé, i maggiori sconvolgimenti avvenivano più indietro, dove Armstrong e Contador davano vita ad un duello a distanza fra i rispettivi drappelli di appartenenza. Originariamente avvantaggiatosi nei confronti dello spagnolo, il texano è stato vittima del primo vero colpo di sfortuna della sua carriera di cannibale al Tour, allorché, proprio nel momento del ricongiungimento con il plotoncino del capitano Astana, è incappato in una foratura, che lo ha costretto ad un proibitivo inseguimento, in compagnia del solo Popovych. Soltanto l’aiuto decisivo e non propriamente lecito della scia delle ammiraglie ha consentito al sette volte vincitore della Grande Boucle di riportarsi sul drappello di Samuel Sanchez e Petacchi, limitando a 2’08’’ un passivo finale che resta comunque molto pesante.
L’iberico ha invece rischiato di annullare addirittura il gap rispetto a Schleck ed Evans, salvati da un impagabile Fabian Cancellara, capace di incrementare il divario, nei 10 km finali, da 16 a 53 secondi, riportando intanto il gruppetto su Hesjedal. Hushovd ne ha approfittato per dominare lo sprint ristretto, anticipando facilmente Thomas, Evans e un comunque eroico Hesjedal, capace di conservare uno scarto minimo per oltre 20 km e di chiudere con i primi, mentre, alle loro spalle, nel drappello di Contador, già scremato da una caduta, si registrava una scena al limite dell’incredibile. Il madrileno è stato infatti vittima di una foratura proprio all’ultimo chilometro, tagliando il traguardo con una gomma a terra, un po’ come l’Olano iridato a Duitama nel 1995, con 1’13’’ di ritardo, a 20’’ dal drappello comprendente Vinokourov, Menchov, Wiggins e Van den Broeck di cui faceva parte; episodio sfortunato ma non certo stupefacente, se non fosse per la lunghissima volata in cui si è prodotto il kazako, con il compagno già staccato. Non crediamo si tratti di un tradimento, alla luce dello splendido lavoro svolto da Vino nei chilometri precedenti, ma nell’epoca delle radioline il fatto è senz’altro singolare.
Più indietro, Kreuziger ha limitato i danni a 1’46’’, mentre Armstrong e Samuel Sanchez hanno infranto la barriera dei 2’ (2’08’’). Ancor peggio è andata a Basso, Sastre, Leipheimer e Kloden, giunti staccati di 2’25’’, mentre per un Robert Gesink da applausi, arrivato in loro compagnia, questo gap rappresenta già un successo, dopo che ieri l’olandese era stato sul punto di abbandonare per una frattura al gomito. È invece definitivamente uscito di classifica Damiano Cunego, vittima di uno scivolone in un tratto in asfalto, che ha mestamente tagliato il traguardo quartultimo, a 17’03’’ dal vincitore.
Inevitabilmente sconvolta la classifica generale, che ha visto il ritorno in giallo di Cancellara, che può ora gestire 23’’ su Thomas e 39’’ su Evans. L’ex leader Chavanel, vittima di una serie incredibile di forature, dopo il coinvolgimento nella catena di cadute scaturite dalla scivolata di Frank Schleck, ha accusato quasi 4’, scivolando dal 1° al 5° posto, a 1’01’’, dietro anche a Hesjedal (46’’). Andy Schleck, 6°, paga ora 1’09’’, con Vinokourov a 1’31’’, Contador a 1’40’’, Van den Broeck a 1’42’’, Menchov e Wiggins a 1’49’’ e Kreuziger a 2’24’’. Armstrong rende già a Evans 1’51’’ (19° a 2’30’’), e ancor più pesanti sono i distacchi di Leipheimer (2’53’’ di ritardo da Cancellara), Kloden (3’01’’), Sanchez (3’04’’), Gesink (3’16’’), Sastre (3’19’’) e Basso (3’20’’).
Con oggi si è chiusa la fase più calda della prima settimana di Tour, cui seguiranno tre frazioni relativamente di transizione, fino all’approccio delle prime montagne. Montagne alle quali alcuni, in seguito alla frazione di oggi, si presenteranno però già con la necessità di infiammare subito la corsa. Oltre che per lo spettacolo che ci ha offerto oggi, il pavé potrebbe essere determinante per quello che potrà garantirci in futuro.

Matteo Novarini

TEUTENBERG CANNIBALE: POKER A LENDINARA

luglio 6, 2010 by Redazione  
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La tedesca, già vincitrice delle prime tre frazioni, conquista anche la 4a tappa del Giro Donne, da Ficarolo a Lendinara. Alle spalle della maglia rosa si è piazzata l’olandese Kirsten Wild, mentre il gradino più basso del podio è stato occupato dalla statunitense Shelley Evans. La 5a frazione porterà il Giro a Pratolungo Pettenasco, al termine di 122 km nervosi, favorevoli ad attacchi.

Foto copertina: Ina Yoko Teutenberg trionfa in maglia rosa a Lendinara; per lei è il quarto successo in altrettante frazioni (foto www.girodonne.it)

Il tanto atteso e pronosticato quarto successo consecutivo della fuoriclasse tedesca Ina Yoko Teutenberg si è materializzato sul lungo rettilineo di Lendinara al termine della quarta tappa del Giro Donne, partita da Ficarolo. La punta di diamante del Team HTC Columbia, ha messo alle proprie spalle un’altrettanto pimpante Kirsten Wild (Cervelo Test Tem), mentre al terzo posto è emersa la statunitense Shelley Evans, già nella top ten nelle scorse tappe.
La tappa odierna, disegnata, come le precedenti, per esaltare le doti delle ruote veloci del gruppo, si è corsa secondo copione, con il tentativo a metà gara della giovane Viktoria Vologdyna, in casacca Chirio Forno d’Asolo. Nel finale di gara, ha provato ad anticipare la volata la trevigiana Gloria Presti (Top Girls Fassa Bortolo Ghezzi), che si è aggiudicata il traguardo volante al passaggio da Fratta Polesine, prima di essere raggiunta nel finale dalla trentina Luisa Tamanini (Chirio Forno d’Asolo). Le squadre delle velociste però hanno colmato il distacco, presentando sul rettifilo d’arrivo le ragazze più veloci a giocarsi nella miglior condizione la tappa. La volata si è così conclusa con la tedesca che raccoglieva la sua quarta affermazione in quattro giorni.
“Con la squadra abbiamo controllato molto bene il finale e tenuto alta la velocità per evitare pericolosi allunghi. Ho curato la ruota della Wild, che nei giorni scorsi mi è sembrata la più veloce. Sono soddisfatta. Questa era tra tutte la tappa che avevo segnato in rosso perché più adatta a me. Sono ancora stupita per il successo nella cronometro – ha commentato una entusiasta maglia rosa – ma tappe come quella di oggi, con arrivi su rettilinei lunghi, sono alla mia portata. Un ottimo Giro Donne per me e per la mia squadra, la HTC Columbia”.
Invariate le maglie di classifica, con la Teutenberg che conserva le casacche rosa Diadora e Ciclamino Pasta Zara, l’olandese Marianne Vos la maglia bianca delle giovani patrocinata da Regione Lombardia, Martine Bras quella Verde Poliedra e la campionessa del mondo Tatiana Guderzo che rimane vestita in corsa con la maglia blu Geox in qualità di migliore italiana nella generale.
Con il quarto successo della fuoriclasse tedesca si è conclusa la prima parte del Giro Donne e da domani inizia la seconda parte con la quinta tappa interamente in territorio piemontese. Da Orta San Giulio a Pratolungo Pettenasco per centoventidue chilometri nervosi, con il gran premio della montagna di Ameno e diversi saliscendi adatti alle attaccanti. In attesa delle vette alpine su cui si deciderà il Giro.

Mario Prato

05-07-2010

luglio 6, 2010 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DE FRANCE

Il francese Sylvain Chavanel (Quick Step) si è imposto nella seconda tappa, Bruxelles – Spa, percorrendo 201 Km in 4h40′48″, alla media di 42,949 Km/h. Ha preceduto di 3′56″ il connazionale Bouet e il tedesco Wegmann. Miglior italiano Mauro Da Dalto (Lampre-Farnese Vini), 27°. Basso 43°, Armstrong 54°, Contador 81°, Cunego 136° (a 8′51″).
Chavanel è il nuovo leader della corsa, con 2′57″ sullo svizzero Cancellara e 3′07″ sul tedesco Martin. Miglior italiano Daniel Oss (Liquigas-Doimo), 24° a 3′40″
Armstrong 5° (3′19″), Contador 7° (3′24″), Basso 53° (3′52″), Cunego 138° (9′05″).

GIRO CICLISTICO INTERNAZIONALE FEMMINILE

La tedesca Ina Teutenberg (HTC Columbia Women) si è imposta anche nella quarta tappa, Ficarolo – Lendinara, percorrendo 90 Km in 2h19′24″, alla media di 38,737 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Wild e la statunitense Evans. Migliore italiana Giorgia Bronzini (Gauss RDZ Ormu), 4°.
In classifica ora la Teutenberg precede di 40″ e 50″ le olandesi Wild e Vos. Migliore italiana Tatiana Guderzo (Team Valdarno), 11° a 1′30″.

INTERNATIONALE ÖSTERREICH-RUNDFAHRT-TOUR OF AUSTRIA

L’italiano Riccardo Riccò (Ceramica Flaminia) si è imposto nella seconda tappa, Landeck – Kitzbüheler Horn, percorrendo 173,9 Km in 4h22′22″, alla media di 39,769 Km/h. Ha preceduto di 53″ l’italiano Emanuele Sella (CarmioOro NGC) e lo spagnolo Pardilla Bellon.
Riccò balza al comando della classifica, con 57″ su Sella e 59″ su Pardilla Bellon.

VUELTA CICLISTA A VENEZUELA
Il venezuelano José Chacón (G. Carabobo Kmz-Shim) si è imposto nella sesta tappa, Santa Bárbara de Barinas – San Cristóbal, percorrendo 163 Km in 3h51′37″, alla media di 42,225 Km/h. Ha preceduto di 4″ i connazionali Segura e Machado Pérez. Il colombiano Ivan Casas (Boyaca Orgullo De Am) conserva la testa della corsa, con 6″ e 24″ sui venezuelani Vargas e Gil.

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI SPA

luglio 6, 2010 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Torna la rubrica giornaliera che ci aveva accompagnato durante il Giro d’Italia, caratterizzata dagli stessi appuntamenti: la rassegna stampa, i pareri dei tifosi, lo spazio umoristico, le previsioni meteo, gli strafalcioni dei telecronisti. In aggiunta la presentazione della tappa del giorno dopo e, in occasione delle frazioni di montagna, il commento tecnico di un ex professionista di “lusso”, che proprio sulle strade di Francia ci offrì un successo particolarmente “palpitante”

Foto copertina: Spa, Lac de Warfa (panoramio)

PROCESSO ALLA TAPPA
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Mauro Facoltosi: Cosa succederà oggi?

Gibosimoni: Devo ammettere che è MOLTO dura da pronosticare.. Mi butto su una volata ma non di gruppo..

Vedo23: Potrebbero esserci scaramucche nel finale anche da parte di qualche big… Penso soprattutto al Sclechk “junior”, che ha perso abbastanza nel prologo, oppure ad alcune “seconde linee” di spessore come Brajkovic o Kloden (per vedere Contador cosa combina).
Chissà Cunego… Anche se le salitelle mi sembrano proprio facili.

Lancestrong: penso che qualche big si muoverà con gli altri tutti a ruota. Non penso ci saranno distacchi tra i pretendenti alla vittoria del tour o se ci saranno saranno inferiori al minuto. Che armstrong prenda la maglia oggi?
Non per meriti suoi ma piuttosto per demeriti di Cancellara, Martin

Gibosimoni: Chi??? Mah, io penso che vedendo ciò che li aspetta ancora, non si daranno battaglia. Penso piuttosto a Cunego, dato che non aspira alla classica, e che per questo potrebbe provare qualcosa.

Salitepuntocià: per me la RS e Evans proveranno, d’altronde hanno solo sta tappa e domani per farlo.
Anche le Rousses ma li’ son salite lunghe e pedalabili, pià facile che Contador controlli. oggi son si salitelle ma le Ardenne han tanti trabocchetti, curve, discese…

Scattista: Anch’io direi Cunego. Se riesce a scappare con un gruppetto di corridori “non troppo big” può farcela. Ha dimostrato di andare bene con la pioggia (montalcino docet…). Allo stesso modo, però, direi Vinokourov. Anche lui punta ad una tappa e meno alla classifica e su queste strade si trova bene. Poi dipende sempre da come va la corsa. Se faranno la corsa dura, sarà uno scattista a vincere, ma se non si scannano e affrontano la salita regolari, entrano in gioco anche i velocisti che tengono un pò in salita… VAMOS LAMPRE!!!

Scattista: Tutti giù come birilli!!! (anche un pò troppo…)

Scattista: Certo che al Giro c’era più battaglia…
se c’erano cadute o frazionamenti erano cavoli per chi rimaneva indietro. Oggi invece tutti tranquilli e amiconi.
Chiaro, le cadute non sono belle e preferirei non vedere un big uscire per colpa di una caduta, però se il gruppo si spezza, c’è chi deve approfittarne, insomma ci deve essere più battaglia. Nibali e Basso nella tappa in Toscana non li ha aspettati nessuno. Stesso discorso per chi è rimasto indietro in Olanda. Odio la solita polemica Giro/Tour, e mi dispiace fare il solito paragone, però oggi il Tour non mi è proprio piaciuto!!

Lancestrong: io credo invece che ci sarà una protesta da parte dei ciclisti. Il paragone cadute giro-tour non stà in piedi in quanto al giro c’è metà della gente a bordo strada rispetto al tour. Non ho visto da cosa sia stata generata la caduta ma già ieri tra i corridori c’era malumore per la poca protezione che viene data ai ciclisti in corsa che sono continuamente toccati dagli spettatori a bordo strada.
Oggi ho fatto in tempo a vedere un’immagine di uno spettatore che ha pensato bene di piazzare una bandiera davanti a Popo e altri RS….mi è bastato per riconoscere la demenza di certi pseudo appassionati di ciclismo.
Probabilmente in gruppo erano tutti concordi.
Per quanto riguarda la tappa di Montalcino mi è sembrato un episodio isolato dovuto ad una leggerezza di Scarponi…il pubblico non c’entra.
Comunque anhe questa tappa dal punto di vista dei distacchi è andata via liscia però domani, con tutti questi malconci (vedi andy) mi sa che per mlti sarà una tappa dura

Scattista: Che spettacolo! Boh!?!?! Io proprio non capisco…
Per me oggi il Tour ha perso un buon 50% di interesse.

Gigilasegaperenn3: Comportamento imbarazzante da parte dei corridori rimasti davanti. Gente come Evans, Menchov e Sastre – che se non sbaglio erano davanti – non avrà probabilmente più un’occasione così in tutto il Tour de France.

Lancestrong: per quale motivo scandalizzarsi…..tappe così con proteste più o meno sensate ci sono sempre state. Anche queste fannmo parte del gioco. Ricordiamoci che anche i corridori sono esseri umani in carne ed ossa come noi…. prima di criticare questa decisione aspettiamo che ne chiariscano i motivi, poi eventualmente giudichiamo.

Scattista: Non sono proprio d’accordo!
L’episodio può essere causato da Scarponi, da Gavazzi, da uno spettatore, da una moto o da un gatto che attraversa la strada. E’ il caso, ma non per questo ci si deve fermare. Non è che se Scarponi butta giù Nibali si continua, mentre se uno spettatore (o chiunqe sia) butta giù Andy Schleck allora ci si deve fermare. Questo discorso non sta in piedi!!!
Mi è dispiaciuto per Nibali (sono suo tifoso), ma se l’avessero aspettato il Giro avrebbe perso credibilità, come oggi l’ha persa il Tour, E NE HA PERSA TANTA! Come faccio ad appassionarmi ed interessarmi ad una tappa come quella di domani del pavè (tappa dove sulla carta lo spettacolo e la lotta scaturirebbero soltanto da cattiveria da parte di squadre e “big” ) dopo aver visto lo squallido teatrino di oggi?!?! Okay il problema del pubblico, però 1) non mi sembra che le cadute decisive di oggi siano state causate dal pubblico 2)ma che senso ha fare una protesta in corsa?!? L’abbiamo già visto, e questi “scioperi” sono tra le cose che distruggono il ciclismo. Se il pubblico è un problema, che i corridori ne parlino subito a fine tappa, nelle interviste, al mattino prima di partire, invece NIENTE. Poi fanno lo sciopero. Che tristezza!!!

Lancestrong: il problema del pubblico era già stato sollevato dopo la tappa di ieri e c’è stato un’esposto ufficiale da parte dei corridori. Dissento anch’io sulla tua riflessione perchè una caduta causata da uno del pubblico oppure da un ciclista hanno un valore molto diverso.
Se si desse la stessa importanza ad entrambi gli episodi ci si potrebbe trovare nella situzione in cui il giro viene deciso da un tifoso che magari decide di far fuori l’antagonista del suo beniamino (com’era successo a Merckx). Se si cade in corsa per una manovra sbagliata di un collega è un conto, se si cade perchè uno spettatore o un mezzo della carovana non rispetta le regole (scritte e non), secondo me, è tutt’altro discorso.

Scattista: Io proprio non ci sto!
Ma piuttosto che lo facciano all’inizio della tappa lo sciopero e la protesta! Non alla fine rovinando una tappa del Tour!!
E poi, francamente, penso che questa cosa del pubblico c’entri poco o niente.
Oggi pioveva, e quando piove le cadute aumentano. Sempre. In più, guarda caso, è caduto Andy Schleck e Fabian “Furbacchione” Cancellara ha pensato bene di fare tanto da evitare casini e neutralizzare la tappa. Bello spettacolo! Sono sicuro che se non ci fossero stati big coinvolti nella caduta, sarebbero andati avanti a riprendere Chavanel e a giocarsi la tappa.
A questo punto ecco cosa mi tocca sperare: che Andy Schleck si sia rotto il braccio ed esca dal Tour e che Cancellara non veda più la maglia gialla e non vinca nemmeno una tappa.
Però mi fanno schifo anche tutti gli altri corridori che, come pecoroni, vanno tutti al passo dietro alla maglia gialla.
Si salva un poco solo quel tizio francese (Maxime Bouet) che ha allungato per il 2° posto e ha fatto incavolare Cancellara

Lancestrong: e Cancellara cosa doveva fare? tirare alla morte?! è ovvio che fosse nei suoi interessi aspettare i capitani. Non sappiamo di chi e da cosa sia stata causata la caduta, non possiamo aspettare un pò prima di insultare i corridori? E se fosse stata una manovra azzardata di un mezzo della giuria o di una moto di un fotografo? Non avrebbe avuto effettivamente senso aspettare i primi attardati? Secondo me sì..ed è sempre stato cosi ogni qual volta c’è stata una caduta causata da elementi non bicimuniti.

Vedo23: Non avevano tanti uomini e non sarebbero andati da nessuna parte! Dietro han tirato subito i gregari di Lance e poi si sono aggiunti i Liquigas e gli Sky: rientravano IN OGNI CASO presto. Piuttosto, se volevano, potevano segar fuori gli uomini della Saxo, ma non l’hanno fatto e ci può stare.

Gigilasegaperenn3: Armstrong, Contador e Basso ci hanno messo 20 km a rientrare, malgrado davanti fossero ormai fermi. L’uomo Cervélo che ha tirato per un certo tratto è stato sufficiente perché in quei chilometri il vantaggio subisse una flessione minima. Se ci fosse stato un minimo di collaborazione, non sarebbe stato scontato il rientro.
E poi, per come la vedo io, se non sei il favorito e devi per forza inventarti qualcosa per vincere il Tour de France, un’occasione del genere devi provare a sfruttarla. Può anche andarti male, ma vale la pena tentare. Tanto più che lo sforzo sarebbe stato più o meno lo stesso davanti e dietro, non è con un tentativo del genere che ti giochi il Tour.

Gibosimoni: sono d’accordo sul fatto che Cancellara ha dovuto tentare di fare il gioco Saxo, aveva il suo capitano dietro. Piuttosto io non sono d’accordo su tutti che aspettano tutti: la colpa NON E’ di Cancellara, che cmq faceva la tattica che gli veniva “obbligata” dai ds, piuttosto di Menchov, Sastre e tutti quelli che non sono stati coinvolti, che si sono attenuti alla maglia gialla. Dovevano attaccare, tentare, come ai tempi d’oro del ciclismo, quando Merckx attaccò e prese 6 minuti su Zulle che era caduto. Per il fatto che la caduta sia causata da fotografi, tifosi, o anche un aquila reale che vola sulla strada, ciò non può influire. Il pubblico è il cuore del ciclismo: bisogna mettere in conto che possano essere a volte euforici, non c’è niente da fare, l’unico modo sarebbe eliminarli, però poi non ci lamentiamo se non si rivedono gli spettacoli dello Zoncolan, del Grappa o del Mortirolo. I ciclisti devono stare attenti al pubblico, e, certo, il pubblico non deve esagerare. Non possono lamentarsi della gente: un esempio è il calciatore che una volta segna e si gode l’applausi del pubblico, una volta fa male e si arrabbia e scaccia il pubblico se si prende i fischi: FACILE PRENDERE GLI APPLAUSI E RIFIUTARE LE (in questo caso) CRITICHE! Allo stesso modo, i ciclisti non possono solo essere contenti quando sono applauditi e osannati, devono fare attenzione alla strada, è il loro lavoro, devono mettere in conto l’euforia e la scempiaggine di alcuni soggetti. Discorso a parte per i fotografi: loro invece andrebbero controllati e ridotti, perchè talvolta per avere lo scoop possono essere un danno ai corridori, e questo non va bene, l’UCI dovrebbe mettere delle regole di sicurezza per le moto-ripresa e le moto dei fotografi, non possono fare continuamente la serpentina fra i ciclisti (oggi una moto è stata la causa della caduta di Gavazzi).
Se uno attacca, poi, tutti a lamentarsi, non c’è Fair Play, solo così può vincere, se invece fanno come oggi, tutti a lamentarsi, non osannano e rispettano la corsa. Bisogna decidersi. Questo è il mio pensiero, Ciao!

Salitepuntocià: Le cadute, chiunque le causa, fan parte del gioco,anche il pubblico, se no allora, ridiamo a Saronni il giro 1981, perso per 3 forature a cronometro causate volontariamente e dichiaratamente dai chiodi messi dai tifosi di moser…..era la Pistoia-Montecatini se non erro, perse 3 volte il ritmo, oltre che il tempo per cambiare bici e ruote, almeno 1′30″ che poi gli costarono il giro.
Saronni si lamento’ poco, fini li’, non è che si mise a piangere tutto il giro e in futuro non è piu ritornato sull’argomento. C’è da dire Saronni mai si penti’ di avere attaccato Moser nel 79 mentre Knudsen cadde e Knudsen era piu forte di Moser a cronometro in quel giro ed era 2°, cadde a Pieve di Cadore, Saronni attacco’, non mi piacque quel gesto. Saronni disse che attacco’ per staccare Moser, mah… lo stacco’ di 12″ e che cmq le cadute fan parte delle corse, forse per quello non fece troppo casino a Montecatini

Mauro Facoltosi: In un’intervista, il vicedirettore di corsa ha detto che, prima ancora della presa di posizione di Cancellara, con la giura avevano già meditato una neutralizzazione della corsa.

Scattista: bello l’articolo di Gabriele sulla tappa di Spa. almeno qualcuno in gruppo che non vuole fare il pecorone c’è; la Cervelo è stata una delle poche (forse l’unica?) squadre a non accettare la decisione “mafiosa” della maglia gialla. Hanno provato a mettere Hunt a tirare per un pò e Hushovd all’arrivo era furioso.
Il norvegese ha dichiarato “perche deve decidere Cancellara? E’ un corridore come noi”, e ancora “Quello che è successo non è normale. Mi spiace molto per chi è caduto, ma questa è una corsa di bici. Le cadute avvengono spesso. ASO e UCI hanno fatto un grandissimo errore nel neutralizzare il finale di tappa. Il Tour è una corsa importantissima e cose del genere non dovrebbero succedere”.
Hushovd ha fatto giustamente notare che la sua squadra ha lavorato tutto il giorno per niente e, soprattutto, ha lecitamente affermato che la decisione di Spa costituisce un pericoloso precedente in vista della tappa del pavè: a questo punto se un big cade sul pavè, ha diritto a chiedere la neutralizzazione anche di quella tappa.
E poi, come ha fatto notare Gabriele, perchè si aspetta Schleck anche se ha 4 minuti di ritardo e non Vandevelde o Cunego?
A questo punto ci tocca tifare Cervelo alla grande. Andiamo Thor!! Andiamo Sastre!! So che è impossibile, ma spero che Sastre dia una bella ripassata in salita ai mafiosetti della Shack e della Saxo.
Il sogno è veder cadere oggi gli Schleck sul pavè e vedere la Cervelo che tira a tutta e li stacca.
In generale, un triste spettacolo. Giro d’Italia molto più vero e appassionante di quest Tour, comunque andrà, perchè è stato dimostrato che il Tour è gestito da “potentati” di squadre e corridori, che tutto o quasi è deciso a tavolino.
Mi chiedo una cosa: come si inseriscono l’Astana e Contador in questa situazione. L’Astana è succube delle squadre “potenti”? E’ alleata con loro? Sta nel mezzo?

Lancestrong: Per prima cosa ha poco senso tirare in ballo l’articolo sopra citato, perchè c’è anche gente che scrive che la pena di morte è giusta, per cui è una voce in più ma che non può certo avvalorare una tesi. Poi è giusto ripercorrere gli eventi: 1) cadono un paio di moto che spargono liquidi sul fondo già scivoloso. 2) Gavazzi addirittura cade in rettilineo con la bici quasi perpendicolare all’asfalto, dopo di lui cadono 30-40 corridori in gruppo.
E’ evidente che la caduta è stata causata da qulacosa che non ha nulla a che vedere con il ciclismo e con i corridori ma piuttosto con con televisioni e giornali.
A questo punto si trovano davanti una 20na di corridori, tra cui la maglia gialla hushovd, kloden, martin… in sostanza una serie di cani sciolti che per la maggior parte avevano i capitani nelle retrovie.
Per loro, quindi, nulla di male non tirare (e perchè avrebbero dovuto farlo?)
L’unico che poteva tirare era l’uomo cervelo (e l’ha fatto), poi probabilmente ha desistito anche perchè si anche reso conto che non c’era nulla da fare per la vittoria di tappa (chavanel è andato comunque molto forte).
I RS sono rientrati….e cosa dovevano fare? mettersi a tirare per fare un dispetto ai saxo? dovremmo essere contenti del fatto che si veda ancora della sportiità e dei valori all’intreno di un mondo superficiale e comandato dai soldi! Una volta ricompattati che senso avrebbe avuto fare della bagarre? La vittoria di tappa era andata.
In tanti si stavano leccando le ferite e non vedevano l’ora di salire sui pulman per curarsi e farsi fare qualche massaggio (oggi c’è il pavè).
Da anni i corridori si lamnetano del fatto che ci sono troppe moto al seguito delle corse (e hanno ragione) e delle moto hanno causato fratture e ritiri, per cui anche la protesta è stata giusta.
Prova tu a romperti una clavicola (e perdere una stagione intera) per colpa dell’olio perso da una moto di un fotografo, poi vediamo se non protesti come ha fatto il gruppo.

Pincopallino2005: se volevano fare una protesta per la sicurezza come han già detto altri la facevano prima di partire per il Tour o al massimo avrei accettato che si fermassero per abortire completamente la tappa e non fare i calcoli chi è caduto, chi è rimasto dietro etc…

Lancestrong: Io, corridore, chiedo che vengano rispettate certe regole. L’organizzazione mi promette che cercherà di rispettarle. Io ovviamente parto e non posso essere prevenuto, poi però ad un certopunto accade qualcosa che rientra in quelle regole per cui l’organizzazione si era impegnata a garantire… è questo il momento di dire “mi dispiace ma i patti non erano questi”
Bisogna mediare nella vita quindi ci può stare che i ciclisti partano anche se ci sono 100 moto al seguito e non 50 come hanno chiesto, se però poi succede qualcosa sono cazzi di chi non ha voluto accontentare i corridori….e loro giustamente protestano.

Scattista: “Tirare in ballo” non è la parola giusta. L’ho solo segnalato perchè è molto valido, come quasi tutti gli articoli di Gabriele.
Come dicevamo, la caduta può essere causata da olio, motociclette, cani, gatti, aquile, pubblico o altri corridori. Non cambia niente!! E’ chiaro che, se poi la presenza di giornalisti o altri fattori diventa una frequente causa di pericoli per le corse, allora vanno presi provvedimenti. Ma i provvedimenti vanno presi con regole e disposizioni fatte prima delle gare. Non esiste che durante la corsa, uno si sveglia e dice “annulliamo tutto”. Troppo tardi e troppo facile!! Il tuo tentativo di giustificare l’arrivo di tappa secondo motivi tattici fa sorridere, ma non regge proprio. E’chiaro che chi aveva i capitani nelle retrovie (tra cui Cancellara) non doveva tirare. Però di squadre senza il capitano nelle retrovie o, soprattutto, interessate alla vittoria di tappa ce n’erano eccome.
La Cervelo ha tirato finchè non l’hanno bloccata, come ha detto Hushovd, non certo perchè “ha desistito perchè non c’era niente da fare per la vittoria di tappa” come dici tu.
Chavanel non è andato forte, è andato fortissimo, ma dire che avrebbe vinto la tappa se non ci fosse stata la neutralizzazione è pura fantascienza. Aveva 30″ sul gruppo!!
Tu dici “che senso avrebbe avuto fare la bagarre per il secondo posto”?!?! Stai scherzando sicuramente. Secondo te non si è mai vista una volata per un 2, 3 o 5° posto in un grande giro per i punti o altri motivi?!?! Una volta arrivato il primo, fermi tutti!! tanto la vittoria di tappa è andata . Vallo a chiedere a Hushovd se non avrebbe attaccato per fare 2°!!
Io non chiamerei “sportività” il rientro di uno che era a 4′ dal gruppo, ma la chiamo “manfrina”. E lo direi anche se ci fosse stato Basso o un mio beniamino attardato. Mi sarebbe dispiaciuto, ma preferisco vedere un campione soffrire e prendere i suoi minuti che rientrare in gioco grazie alla “furbizia” di corridori sceriffi e direttori sportivi, tra l’altro la cui presenza al Tour è imbarazzante per la credibilità e la pulizia di questo sport (vedi Riis e Bruyneel).
Sai cosa dico: Il vero esempio di sportività sarebbe stato vedere Cancellara rinunciare sì alla maglia gialla, ma per tornare indietro a prendere Schleck e tirarlo all’arrivo, facendogli perdere il meno possibile da un gruppo che andava avanti con agonismo vero. Questo sì che sarebbe stato un bell’esempio. A fare il gregario come l’ha fatto Cancellara ieri sono capaci tutti, anche io e te, basta mettere da parte un pò di dignità e di onestà.

Gibosimoni: Devo dire che Scattista ha colto veramente il fulcro, e ha pienamente ragione. Quando un corridore corre in bici, deve mettere in conto questo, come un calciatore deve mettere in conto i contrasti duri ecc.
Non si può perchè scendono 3 gocce, fermarsi di botto e protestare. Se qualcuno poi casca per l’olio, per le moto, si arriva al traguardo, e in gruppo si va da Brujnel, magari con una lettera di ogni capitano oppure proprio di persona, e gli si dice che se da domani non ci sono meno moto e più controllate, non si parte.
La corsa la neutralizza la giuria, non i corridori. Ok, volete fare così? “Ok, tutto bene, però vi paghiamo solo quando vi comporterete da professionti” dovrebbero fare le squadre (SOTTOLINEO DEI CORRIDORI CHE NON AVEVANO CAPITANI NELLE RETROVIE).
Sono d’accordo anche sul fatto che si doveva fare la volata per il secondo posto, per vari motivi:
1- intanto perchè ci sono molti soldi in palio anche per i piazzamenti;
2- lo sponsor ne trae beneficio e da premi ai corridori;
3- (è poco considerato, ma è il più importante) C’è DELLA GENTE A VEDERE L’ARRIVO, ARRIVARE COSì E’ INSULTARLI. Magari MACINANO KM per vedere l’arrivo dei loro beniamini, e come vengono ripagati? Con questo schifo. Questo vuol dire che da domani 1 su 5 se ne sta a casa perchè non si diverte e perchè viene insultato così.
Io dico la verità: se facessi delle ore di viaggio e vedessi un affare così, ci penserei 2 volte prima di tornare a vedere il Tour/Giro o qualsiasi cosa. E di gente non ce n’era poca.
Un ultimo ragionamento: il precedente
Le prossime tappe ora saranno un calvario, ragazzi immaginatevi se oggi dovesse piovere e malaguratamente cadesse un big, alcuni aspettano, altri no, sarebbe il finimondo. Per questo ieri non ci si doveva fermare.
Altrimenti allora, secondo il ragionamente assurdo, ogni volta che piove ci si ferma ad aspettare? Allora 10 tappe su 21 si annullano. Non regge, Punto.

Pedra85: La sportività non è attaccare tutti in ogni momento possibile, è vincere una corsa perchè si è i più forti o abili in situazioni particolari. Se un corridore manca il gruppo buono, se cade perchè sbaglia, se rimane coinvolto in una caduta a centro gruppo o rimane attardato in un ventaglio, questo fa parte dello sport e tirare per staccarlo è un comportamento accettabile.
Se invece la caduta è provocata da un motociclista, da un cane o da un tifoso fazioso si crea un precedente per cui anche gli elementi esterni hanno la possibilità di influire sul risultato, rendendo di fatto “permesso” placcare un avversario o disturbarlo per far vincere l’ altro.
Esempi simili non mancano al tour, da Armstrong che ha aspettato Ullrich dopo una caduta, al gruppo di testa che ha aspettato Armstrong quando egli è caduto a causa di una persona sul bordo della strada.
Una vittoria etica è quando vinci per merito tuo, non per merito della sfiga altrui.

Lancestrong: secondo me però non avete ancora ben compreso il reale motivo della neutralizzazione.
Non è la pioggia ma le moto che hanno sparso olio in strada facendo cadere più di 40 atleti, constringendo al ritiro vandevelde, e minando la salute e il fisico di tutti gli altri.
Se una moto sparge olio in strada non è ciclismo.
ciclismo è se cavendish travolge i colleghi in volata, ma la moto non fa classifica… è come se nel calcio uno spettattore/addetto al campo/ mandasse all’ospedale un giocatore! li si fermerebbe tutto il campionato e anche li ci sarebbero proteste perchè chi organizza ha il DOVERE mettere in sicurezza i corridori.
se nel tennis uno spettatore disturba uno scambio, il punto si ripete…
questo è lo spirito dello sport ci deve essere anche un pò fi fair play altrimenti diventa una corsa al massacro spettacolare per il divanizzato ma vomitevole per un’appasionato di sport. Non voglio vedere sangue ma voglio vedere battaglie scaturite da leali scontri alla pari “in campo”.
Non mi piace pensare ad Andy che perde il tour a causa dell’olio di una moto di un fottuto fotografo! questo non è sport è la roulette russa!

Gibosimoni: Sono pienamente d’accordo con te sulle conclusioni, solo che anche la gazzetta di oggi dice che GAVAZZI scivola sull’acqua, e la motoripresa per evitarlo frena troppo prende male una curva e va su un ciglio, ma ci sono solo SUPPOSIZIONI che sia olio, date dai ds. Non è stato provato niente di tutto ciò. Anzi, Saronni e Damiani (ds Lampre e Omega) sono contrari a questo, e non hanno parlato di olio.
I fatti sono si fatti:
Gavazzi cade, la moto prova a schivarlo e scivola sulla strada: giunge il gruppo e per schivare sulla strada STRETTA moto, il povero Gavazzi e la sua bici (e forse, solo forse piccole chiazze d’olio), finiscono a terra.

Scattista: E tu questa la chiami “neutralizzazione”?
Come mai Cunego ha 9 minuti di ritardo in classifica?!? (e con lui altri) Come mai Chavanel ha la maglia gialla con 3 minuti di vantaggio (cosa che ovviamente influirà sull’andamento delle prossime tappe) ?!?
Io ci vedo ben poca neutralizzazione.
Cunego ha solo avuto la “sfortuna” di essere un pò più indietro rispetto a Schleck o di essere caduto prima. Chavanel ha avuto la “fortuna” di fare finta di niente e di dire che non ha saputo niente fino ai -5 dal traguardo.
Bel fair play, bella neutralizzazione.
Il tuo discorso regge, Lancestrong, ma allora tutta la tappa avrebbe dovuto essere neutralizzata o annullata, lasciando magari la vittoria a Chavanel, giusto perchè ormai era davanti ed è andato all’arrivo, ma non mutando la classifica generale, nè la classifica a punti. Anche così ci sarebbero state ingiustuzie (soprattutto verso chi ha speso di più nella tappa), ma almeno non avrebbero fatto la PAGLIACCIATA che hanno fatto.
E vai pur sicuro che se non c’era Schleck tra quelli dietro, Cancellara si sarebbe mosso mooolto diversamente, come del resto ha lui stesso dichiarato.

Lancestrong: ho sentito qualche dichiarazione che vi vado a riassumere:

menchov(era nel primo gruppo): non me la sono sentita di fare lavorare la squadra per rispetto di quelli che sono caduti e soprattutto perchè la RS e Liquigas e Contador sarebbero sicuramente rientrati. Per il tour temo solo Contador e Armstrong non i fratelli della saxo.

Evans (era nel primo gruppo): attaccare sulle sfighe altrui non è sport e non fa parte dei miei valori, non me la sono sentita di lavorare perchè sarebbe veramentee brutto vincere sfruttando la sfortuna degli avversari.

Van Poppel (ds cervelo): thor voleva fare lo sprint ma tutto il resto del gruppo era con cancellara e quindi concorde sulla neutralizzazione.
Nessuna regola gli vietava di fare la sua corsa.

Mauro Facoltosi: Segnalo che durante la diretta hanno parlato di una patina di resina sull’asfalto quale causa della caduta.

Antares86: Per fortuna che c’è stata la tappa del pavè… cominciavo a pensare che il Tour si stesse girizzando, dopo che il Giro si è tourizzato… (caspita che neologismi)…
quella di Cancellara è stata una decisione assolutamente mafiosa… lui aveva tutti gli interessi con Schleck dietro di 3 minuti e mezzo… (la maglia gialla tanto l’aveva già conquistata… giorno più giorno meno, a Parigi lui non la indossa…), se tanto voleva fare il signore doveva fermarsi e riportare dentro lui Schleck
sono stupito di Evans e Menchov…
io non so se o chi sarebbe rientrato (A.Schleck no di sicuro), ma la corsa sarebbe stata più regolare.
sono professionisti, pagati e altro… per correre in bici… non boci al primo metro con le rotelline… se ci fosse stata una causa esterna allora sarebbe stato un discorso totalmente diverso… 100 o più corridori sono stati in piedi… la corsa è corsa.

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

TOUR DE FRANCE, TOUR DU MONDE

L’opportunismo di Chavanel e la battaglia interrotta (Gazzetta dello Sport)

Chavanel trionfa nel giorno delle cadute(Corriere dello Sport – Stadio)

Cavendish cast as the villain in Spa(The Times)

Armstrong fears carnage on first cobbled stage on Tour for six years (The Independent)

Vande Velde out of Tour(The Daily Telegraph)

Pavé de mauvaises intentions(L’Equipe)

Chavanel prend le maillot jaune (Le Monde)

Indulto a los Schleck (AS)

Tregua antes de la guerra en el Tour (Marca)

El sentido común guía a los líderes (El Mundo Deportivo)

Vande Velde, blessé, abandonne (Le Soir)

Chavanel: “Le plus beau jour de ma vie” (La Dernière Heure/Les Sports)

Zou Andy goed geslapen hebben vannacht? (De Standaard)

Les pavés créent une psychose (actu24.be)

Christian Vande Velde, blessé, ne reprend pas le départ du Tour (Sud Presse)

‘Tellen alleen de aankomsten bergop?’ (Het Nieuwsblad)

Riders Limp Into Perilous Stage of Tour (The New York Times)

Lance still trails in Tour’s 2nd stage; Chavanel wins (USA Today)

Big names come tumbling down on another day of carnage (The Age)

Protest follows Tour’s day of chaos (Herald Sun)

Crash carnage hurts favourites (The Daily Telegraph – Australia)

Christian Vande Velde forced out of Tour (The Australian)

LA TAPPA CHE VERRA’
Per rendere sapido un avvio di Tour piuttosto liscio gli organizzatori si può dire che non abbiano badato a spese. Giù col pavè, allora, nella frazione più temuta della settimana inaugurale. Era dal 2004 che le rotte della Grande Boucle non andavano ad intersecare quella della Parigi – Roubaix, ma quel precedente, che qualcuno ricorda con poco piacere (cadute per Mayo e Velo, il primo staccato di quasi 4 minuti, il secondo costretto al ritiro con una clavicola fratturata), appare quasi una passeggiata rispetto al menù allestito da Prudhomme e soci per la terza tappa del Tour 2010. Sei anni fa s’affrontarono soli due settori, mentre stavolta si pedalerà sulle pietre di ben sette tronconi, per un totale di quasi 13 Km. Affrontata la facilissima Côte de Bothey, unica difficoltà altimetrica di un tracciato totalmente pianeggiante, il gruppo enterà in tensione a 85 Km dall’arrivo quando, ancora in territorio belga, si dovrà affrontare il primo tratto in pavè, che sarà percorso con circospezione anche perché inedito, così come i due successivi. Entrati in Francia ad una quarantina di chilometri dalla meta, ai -27,5 Km inizierà il primo dei quattro settori storici, quello da Sars-et-Rosières a Tilloy-lez-Marchiennes, i cui 2,4 Km saranno percorsi contromano rispetto alla Roubaix, dove è classificato con tre stelle. In senso inverso s’imboccherà anche il settore successivo, piuttosto simile al precedente anche per la scorrevolezza del selciato, dal quale si uscirà ai -24 Km. Condizione abbastanza indentiche anche per il penultimo tratto, il più lungo, sul quale si pedalerà per 3,4 Km, uscendone ai -18. Infine, appena 10 ne mancheranno quando si sguscerà fuori dall’ultimo troncone di 2,3 Km (Haveluy), che debutterà con un tratto inedito per poi passare sulla prima parte di uno dei tronconi più ostici della Roubaix (pure questo affrontato all’incontrario), il quattro stelle che precede l’ingresso della mitica Foresta dell’Arenberg, alle cui porte si chiuderà questa attesa frazione.
Nessuna insidia, invece, si attende dal tempo: si attendono cielo solo a tratti nuvoloso e temperature estive nella norma, senza quei picchi canicolari che in questo periodo fanno schizzare verso l’altro le colonnine di mercurio in Italia

RADUNO DI PARTENZA: ore 11.25, Place Faniel (partenza ore 12.35)
VIA VOLANTE: ore 12.41, N 90
MEDIE PREVISTE: 42 – 46 Km orari
SPRINT: Saint-Servais (Namur) (Km 35), tra le 13.27 e le 13.31; Nivelles (Km 71,5), tra le 14.14 e le 14.23; Pipaix (Leuze-en-Hainaut) (Km 151,5), tra le 15.59 e le 16.17
ZONA RIFORNIMENTO: Braine-le-Comte, attorno al 93° Km
GPM: Côte de Bothey (148m – 4a cat. – 1,4 Km al 3,4% – Km 48) tra le 13.44 e le 13.50
SETTORI DI PAVE’: Secteur pavé d’Ormeignies (350 metri, Km 128), tra le 15.28 e le 15.44; Secteur pavé d’Hollain (1200 metri, Km 169), tra le 16.21 e le 16.42; Secteur pavé de Rongy (700 metri, Km 173), tra le 16.27 e le 16.48; Secteur pavé de Sars-et-Rosières (2400 metri, Km 185,5), tra le 16.43 e le 17.06; Secteur pavé de Tilloy-lez-Marchiennes (2500 metri, Km 188,5), tra le 16.47 e le 17.10; Secteur pavé de Wandignies-Hamage (3700 metri, Km 195), tra le 16.55 e le 17.20; Secteur pavé d’Haveluy (2300 metri, Km 203), tra le 17.06 e le 17.31
ARRIVO: ad Arenberg (comune di Wallers, Communauté d’agglomération de la porte du Hainaut), in Rue Rondet, tra le 17.19 e le 17.35
Siti dedicati:
www.wanze.be/loisirs-et-tourisme/sport/evenements/tour-de-france-2010/tour-de-france-2010, www.arenberg-porteduhainaut-letour.fr,
http://www.ville-de-wallers-arenberg.fr/tdf.html

METEO TOUR
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Wanze – Arenberg Port de Hainaut
Bruxelles: cielo coperto, temperatura 21,7°C, venti moderati da WNW (13 Km/h), umidità al 53%
Namur (35° Km): nuvole sparse, temperatura 22,3°C, venti moderati da WNW (14-16 Km/h), umidità al 49%
Soignies (95,5° Km): poco nuvoloso, temperatura 21,9°C, venti moderati da WNW (13-15 Km/h), umidità al 52%
Ath (132° Km): cielo sereno, temperatura 22,3°C, venti moderati da NNW (13-14 Km/h), umidità al 47%
Arenberg : previsioni non disponibili

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
De Luca: “Rolands” (Roelandts)
Cassani: “Camenzind sbatte contro Lorenzetto” (Cavendish)
Pancani: “Gli uomini che puntano al Giro sono tutti insieme”
Cassani: “Fabian Cancellara sta parlando col vicedirettore Pescè” (Pescheux, si legge Pesciò)
Televideo RAI: “Il gruppo è giunto con 4″ di ritardo” (4′)
Televideo RAI: “Hushvod” (Hushovd)
Televideo RAI: “Gedermann” (Gerdemann)

ARCHIVIO ALMANACCO
Selezionare la voce “Tour 2010″ nel menù “Reparto Corse” (in home, sopra la copertina)

IL TRISTE TEATRO DEL TOUR: CORSA CONCORDATA DAI CACICCHI

luglio 5, 2010 by Redazione  
Filed under News

La prima tappa del dittico di “classiche” conferma, dopo ieri, di come il Tour sia ormai corsa ben meno combattuta di un Giro d’Italia nonché interamente condizionata dai potentati di gara. Chavanel si prende la rivincita sulle strade che pochi mesi fa gli fratturavano il cranio.

Foto copertina: l’arrivo dei “cacicchi” (AFP Photo)

La piccola Liegi comincia bene, con una fuga solida e ben assortita col forte marchio casalingo dei due team belgi: tra i bei nomi di giornata Chavanel e Pineau della Quickstep, Roelandts e Lloyd dell’Omega Pharma-Lotto, Burghardt (BMC) e Turgot (Bbox), due emergenti come Gavazzi (Lampre) e l’addirittura esordiente Rein Taaramae (Cofidis).
Il vantaggio lievita fino ai sette minuti, ma già ai 150km dal traguardo i Saxo per la classifica e soprattutto i Cervélo per la tappa, con Hushovd, iniziano a mettere pressione sulla fuga fino a portarlo intorno al minuto ai meno cinquanta, alla vigilia delle tre côte più impegnative di giornata. Davanti Pineau e un Lloyd – subito apparso meno competitivo che al Giro – si disputano le briciole dei Gpm minori: sufficienti però per garantire al francese, altro protagonista al Giro col trionfo a Novi Ligure, di indossare i pois a fine giornata. La tappa, partita col sole, veniva frattanto inzuppata da qualche spruzzata ancor più pericolosa che un acquazzone per la tenuta di strada.
Vistisi quasi condannati, i fuggitivi vanno ognuno per sé con una sequela di scatti che evidenziano il buono stato di forma prevalentemente di Chavanel, Roelandts e Gavazzi. Da dietro attacca con decisione Monfort, che a breve si riporta alle spalle di Chavanel che è in testa.
Il fatto del giorno si verifica però nella discesa dallo Stockeu, a una trentina di chilometri dall’arrivo. Lungo la stretta e ripida discesa, affrontata col naso all’insù durante la Liegi (e meglio sarebbe stato fare lo stesso anche oggi), Gavazzi scivola nel tentativo di riportarsi sui primi due, una moto quasi lo investe. Le due “cavalcature scosse” restano per qualche attimo di troppo a ingombrare parzialmente la sede stradale, il gruppo però è a ridosso del capitombolo, a meno di 40”: il risultato è una serie di ulteriore cadute e frazionamenti a catena, dovute più a carambole e frenate inattese che al percorso in sé.
Andy Schleck e Petacchi sono tra i più doloranti, indenni passano invece, tra gli altri, Cancellara, Sastre, Menchov, Hushovd, Tony Martin, Luis Leon Sanchez, Evans; a mezza via in ogni senso Basso, Armstrong e Contador.
A questo punto davanti comincia un conciliabolo che conduce in breve alla decisione di aspettare i ritardatari, su impulso di Cancellara nelle vesti di sceriffo giallo e del giallorosso Gutierrez neo campione di Spagna; pare anche su stimolo da parte della giuria. Si oppone nei fatti Hunt della Cervélo, con una veemente trenata, evidentemente scocciato nel veder vanificato il grande lavoro della propria formazione per il duplice obbiettivo di tappa e maglia verde; la fiammata però dura poco.
Ecco quindi uno sconcertante finale, con Chavanel che “tiene duro” fino alla vittoria e alla maglia gialla, Monfort che non riesce a riprenderlo (invero stranamente) e preferisce farsi riprendere e assimilare in ogni senso dal branco. Quattro i minuti di vantaggio sui pecoroni di turno, ammansiti dal carisma dei buoni pastori. Per Chavanel anche la maglia verde, a fronte dell’annullamento dei punti per l’arrivo di gruppo. I “bravo” di oggi sono tutti per lui e la Quickstep, che dotata come detto pure della pois fa incetta, onorando il passaggio nei confini nazionali e consolandosi dell’assenza di Boonen. Sylvain merita i complimenti anche perché proprio durante la Liegi di quest’anno un brutto scontro con un’ammiraglia gli fratturava la base del cranio, mettendo in dubbio addirittura il prosieguo della sua stagione.
Va detto però che, conoscendo le abitudini transalpine, è ben difficile che nella decisione di oggi non abbia avuto un peso fortissimo la gustosa prospettiva per gli organizzatori di avere uno Chavanel in maglia gialla per tutta la prima settimana, e magari anche oltre.
Ampiamente discutibile, poi, la politica delle attese controllate. Come sempre, è questione di misura. Siamo tutti d’accordo che possa essere sgradevole, o persino scorretto, che in caso di cadute un leader della GC, privo di altri interessi che non danneggiare i contendenti caduti, metta la propria squadra a tirare a tutto gas. D’altro canto su questi atteggiamenti insistiti, provocati e reiterati Lance Armstrong ha costruito una discreta parte delle proprie fortune e del proprio minaccioso potere; così come invece ha goduto degli esempi inversi, apprezzabili, di essere atteso a classifica già delineata in caso di caduta in un momento clou delle tre settimane.
Tutto è più ambivalente al terzo giorno di gara: gli Schleck vengono attesi, Vande Velde no. Perché mai? Perché l’americano è restato troppo indietro. Benissimo, ma perché allora non considerare troppo indietro i lussemburghesi quando si trovavano a quattro minuti? E perché non devono vedersi premiati gli sforzi di chi, pur caduto, è rientrato da solo almeno sul primo gruppetto? Non che dietro la Saxo abbia poltrito, anzi! Voigt e Sorensen hanno fatto un gran lavoro, e gli stessi Schleck in prima persona oltre alle botte hanno anche accumulato fatica. Quindi non si tratta di attribuire colpe a loro, ma nemmeno a Cancellara per il “suo” comportamento, come singolo che ha dietro i propri leader: il problema è stato il “fare sistema”, del quale Cancellara si è posto come autorevole e autoritario terminale.
Per aggiungere alla disamina un sorriso, potremmo anche dire che nemmeno Cunego è stato atteso, per sua fortuna: così non dovrà convivere con lo spettro ingombrante della classifica. Al di là delle ironie, però, al Tour conta anche, e tanto, un decimo posto, perfino un quindicesimo a volte: con qualche buona fuga sarebbero stati risultati che potevano anche cascare sulla testa di Damiano (mai se li avessi perseguiti direttamente!), a tutto vantaggio suo e degli sponsor. Così invece non se ne parla.
Resta l’impressione molto fastidiosa di decisioni arbitrarie, prese di forza giocando su alleanze e potentati che hanno già brutalmente sfigurato il Tour dello scorso anno, rendendolo una delle gare più scempiate di sempre e parzialmente salvata solo da una rivalità interna (quest’ultima priva tra l’altro di reale valore sportivo).
Almeno per la tappa o per la maglia verde, avrebbe dovuto esserci un po’ di combattività: non foss’altro che per rispetto verso quei corridori e quelle squadre che in vista di tali obiettivi avevano investito. Chavanel a meno di quaranta secondi dal gruppo ai meno 35km dalla fine non è che ci si sia trovato perché colto da improvvisa pigrizia.
La soluzione “corretta” sarebbe stata con ogni probabilità l’attesa calcolata fino al punto in cui fosse ancora possibile rimettere in gioco la tappa; lasciando così anche allo stesso Chavanel qualche possibilità, tanto più perché braccato da un gruppo ristretto. Regolarsi insomma in modo che ai meno venti, essendo in gran parte di discesa, il francese godesse di un minuto, e non del doppio. Tanto più che invece con questo andazzo, a parziale ridimensionamento di quanto detto sopra, molti ritardatari hanno potuto evitare di spremersi quando si è intuito che un accordo era stato concluso. Come troppo spesso è vero nel ciclismo, e non solo per le cadute, una logica da “sommersi e salvati” in cui oltre al caso intervengono troppo spesso mani forti a prendere in mano gli sviluppi delle questioni.
Due considerazioni conclusive si impongono. La prima che evidenzia l’ingiustizia di quanto accaduto misurandolo sul possibile: e se fosse caduto Contador? Coltiviamo la pressoché matematica certezza che non solo non sarebbe stato atteso, ma che Shack e Schleck si sarebbero alleati per tirare a tutta. E se fosse caduto Basso: probabile che, come minimo, nessuno l’avrebbe atteso, al pari di Sastre, degli assortiti Sanchez o di Menchov. Qualche speranza in più per la maglia iridata di Evans. E domani? Vedremo che accadrà, anche se inevitabilmente le decisioni odierne si riverbereranno pure sul pavè. A questo punto, si spera! Nel senso che vedere Contador o Basso per terra… con la Saxo o perché no la HTC davanti “pancia a terra” sarebbe proprio il coronamento del teorema.
La seconda considerazione sogna invece di essere smentita: con una prima settimana per vari versi affine, il Tour – come già ieri – sta mostrando una propria sostanziale povertà di contenuti rispetto al Giro. Di ciò che rende e ha quasi sempre reso il Tour diverse spanne superiore al Giro, molto pare evaporato (combattività, apertura, incertezza di ogni giornata); il corposo parco partecipanti deve dimostrare di essere all’altezza del proprio nome e correre degnamente – cosa che l’anno scorso è stata vera per pochissimi –; resta indubbio “solo” l’aspetto economico, che però ha anche le proprie ricadute negative quando interferisce così nettamente con quello sportivo. Vogliamo credere di no, anche grazie a un tracciato “in crescendo” bello ed equilibrato, ma quanto meno come incipit il Tour 2010 minaccia di fare compagnia a quelli degli ultimi quattro anni, ad un livello di vera e propria inferiorità TECNICA, e non solo spettacolare (quanto a spettacolo si assommerebbero altre due edizioni), rispetto al Giro.

Gabriele Bugada

04-07-2010

luglio 5, 2010 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DE FRANCE

L’italiano Alessandro Petacchi (Lampre-Farnese Vini) si è imposto nella prima tappa, Rotterdam – Bruxelles, percorrendo 223,5 Km in 5h09′38″, alla media di 43,309 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Renshaw e il norvegese Hushovd. Contador 48°, Armstrong 55°, Basso 91°, Cunego 120°.
L’elvetico Fabian Cancellara (Team Saxo Bank) conserva la testa della corsa con 10″ sul tedesco Martin e 20″ sul britannico Millar. Miglior italiano Adriano Malori (Lampre-Farnese Vini), 12° a 35″.
Armstrong 4° (22″), Contador 6° (27″), Basso 70° (55″), Cunego 137° (1′13″).

GIRO CICLISTICO INTERNAZIONALE FEMMINILE

La tedesca Ina Teutenberg (HTC Columbia Women) si è imposta anche nella terza tappa, cronometro Caerano S. Marco – Biadene, percorrendo 16,9 Km in 21′50″, alla media di 46,443 Km/h. Ha preceduto di 21″ l’olandese Wild e di 22″ la tedesca Arndt. Migliore italiana Tatiana Guderzo (Team Valdarno), 12° a 55″.
In classifica ora la Teutenberg precede di 36″ e 40″ le olandesi Wild e Vos. La Guderzo, migliore italiana, è 12° a 1′15″.

INTERNATIONALE ÖSTERREICH-RUNDFAHRT-TOUR OF AUSTRIA

Il tedesco André Greipel (Team HTC – Columbia) si è imposto nella prima tappa, Dornbirn – Bludenz, percorrendo 157,9 Km in 3h38′38″, alla media di 43,333 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Swift e l’australiano Brown. Miglior italiano Danilo Napolitano (Team Katusha), 4°. La prima classifica vede in testa Greipel con 3″ sull’italiano Donato Cannone (Ceramica Flaminia) e 4″ su Swift.

COURSE DE SOLIDARNOSC E DES CHAMPIONS OLYMPIQUES

Il tedesco Andre Schulze (PSK Whirlpool – Author) si è imposto nella sesta ed ultima tappa, Lesko – Jaroslaw, percorrendo 158,3 Km in 3h58′01″, alla media di 39,905 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Radochla e Schäfer. Miglior italiano Eugenio Loria (Feudi di San Marzano-CDC-Cavaliere), 12°. Il polacco Jacek Morajko (Mróz Active Jet) si impone in classifica con 14″ sull’italiano Pasquale Muto (Miche) e 22″ su Schäfer.

VUELTA CICLISTA A VENEZUELA
Il venezuelano Gil Cordoves (Alc. De Maracaibo) si è imposto nella quinta tappa, Guanare – Socopo, percorrendo 178,1 Km in 3h47′59″, alla media di 46,872 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Segura e il colombiano Ulloa. Il colombiano Ivan Casas (Boyaca Orgullo De Am) conserva la testa della corsa, con 6″ e 24″ sui venezuelani Vargas e Gil.

OMLOOP HET NIEUWSBLAD (disputata il 03-07)
Il belga Jarl Salomein (Wielergroep Beveren 2000 Vzw) si è imposto nella corsa belga U23, percorrendo 169 Km in 4h12′00″, alla media di 40,238 Km/h. Ha preceduto i connazionali De Vreese (allo sprint) e Sys (di 6″)

GIRO CICLISTICO VALLI ARETINE / GP CITTA’ DI AREZZO

L’italiano Henry Frusto (Team S.C.A.P. Prefabbricati Foresi) si è imposto nella corsa toscana. Preceduti di 7″ e 15″ gli italiani Davide Mucelli (Bedogni – Grassi – Natalini – Anico) e Marco Canola (Zalf Désirée Fior)

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