30-07-2010

luglio 31, 2010 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR ALSACE

Il tedesco John Degenkolb (Thüringer Energie Team) si è imposto nella terza tappa, Illzach – Huningue, percorrendo 171,1 Km in 4h06′12″, alla media di 41,698 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Poulhies e l’olandese Havik. In gara gli italiani Enrico Franzoi (BKCP – Powerplus) e Fabio Ursi (Team Bürgi – Fidi BC), rispettivamente 37° e 45″.
Il francese Pierre-Luc Perichon (S.C.O. Dijon) si porta in testa alla classifica, con 2′24″ su Degenkolb e 2′32″ sul neozelandese Meenhorst. Franzoi è 10° a 3′39″, Ursi è 107° a 24′25″.

DOOKOLA MAZOWSKA (Polonia)
Il tedesco Sebastian Forke (Team Nutrixxion Sparkasse) si è imposto anche nella terza tappa, Nowe Miasto nad Pilica – Warszawa Wesola, percorrendo 132,8 Km in 3h24′45″, alla media di 38,915 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Bommel e Arndt. In classifica Forke precede di 12″ Bommel e di 22″ il polacco Lisowicz.

TOUR DO RIO (Brasile)
Lo spagnolo Sergio Casanova (MMRBikes.com/Espanha) si è imposto nella terza tappa, Três Rios – Nova Friburgo, percorrendo 146 Km in 3h51′30″, alla media di 37,840 km/h. Ha preceduto allo sprint di 4″ lo spagnolo Rosa e l’italiano Tomas Alberio (Trevigiani Dynamon Bottoli/Italia), che conserva la maglia di leader con un vantaggio di 18″ sullo statunitense Jones e 20″ sul brasiliano Santos.

CRITERIUM POST TOUR

Gala Tour de France (Lussemburgo, disputato il 29-07)

Vittoria del lussemburghese Andy Schleck (Team Saxo Bank). Preceduti di 4″ il belga Gilbert e l’irlandese Roche. Tre italiani in gara, Stefano Garzelli (Acqua & Sapone, 8° a 15″), Alessandro Ballan (BMC Racing Team, 9°) e Daniel Oss (Liquigas-Doimo), 12°.

Sandefjord Grand Prix (Norvegia, disputato il 29-07)

Vittoria del norvegese Mats Lohne (Nesset CK) davanti ai connazionali Ziesler e Borgersen.

Cibel Na-Tourcriterium Sint-Niklaas (Belgio)

Vittoria del lussemburghese Andy Schleck (Team Saxo Bank) davanti al belga Van Den Broeck e al kazako Vinokourov. In gara Ivan Basso (Liquigas-Doimo), 5° a 18″.

A TUTTO TOURBO: L’INTERO TOUR IN UN’INTERVISTA

luglio 30, 2010 by Redazione  
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Un ciclismo rinverdito, con alla testa un duo di “giovani e forti” che ci farà divertire ancora per molti anni. Il corridore che però colpisce al cuore è della vecchia guardia, il monumentale Vinokourov. In salita, grande Navarro.

Foto copertina: Giuseppe Guerini festeggia, sul traguardo di Le Puy-en-Velay, il secondo successo in carriera al Tour de France (foto Robert Laberge/Getty Images Sport)

Questo Tour dal divano è apparso un poco “noioso”, ma uno che quelle strade le percorreva in corsa ha potuto percepire emozioni diverse?
Non mi sono poi così annoiato, ho apprezzato il duello tra due corridori davvero forti, con qualcosa in più, una marcia in più rispetto a tutti gli altri. Certo, da Contador mi sarei aspettato di meglio in salita, e di Schleck si può dire che abbia perso un’occasione. Tuttavia non userei la parola “deludente”, tutti e due sono giovani o giovanissimi e incredibilmente forti, si sfideranno con distacchi minimi e pertanto ci proporranno duelli vibranti.
Contador si è dimostrato molto solido, ma a più riprese trasparivano i suoi timori e la sua ansia; Schleck invece non ha portato gli affondi sui cedimenti rimasti potenziali dello spagnolo, né ha mai espresso guizzi creativi. Non è forse emersa da parte dei due, sì giovani, ma già campioni, una certa qual mancanza di personalità, di forza di carattere, del “salto io o salta lui” di pantaniana memoria? Cioè determinazione ci vuole per forza, quando si arriva in cima a un Tour: ma oltre alla “tenuta mentale”, non servirebbe a un campione anche un quid di intensità “all’attivo” in più?
No, non sono d’accordo. Contador ha vinto, e quindi non c’è nulla da rimproverargli. Schleck è giovane, ha tutto il tempo. E poi sulle sue sicurezze ha inciso sia dal punto di vista personale, ma soprattutto dal punto di vista tattico, la perdita del fratello Frank. Un uomo in meno in squadra, e un uomo molto importante: difficile ridisegnare in corsa un piano da cui sparisce un pezzo così importante. In pratica, a Andy sono mancati un paio di uomini forti sulle salite; la squadra è stata cruciale nella tappa del pavé, ma per attaccare sulle montagne non basta essere grandi atleti: per fare selezione servono uomini per fare ritmo, per scremare, e poi portare lo scatto al momento opportuno. Sul Tourmalet la Saxo è finita troppo presto, altrove nemmeno è comparsa…
Anche perché dall’altra parte l’Astana si è dimostrata, alla faccia delle valutazioni della vigilia, la compagine più robusta, specialmente in salita… e non solo, grazie a Vinokourov.
Navarro è stato grandioso, ad Avoriaz ha probabilmente messo il mattone più importante per il Tour di Contador, chilometri e chilometri a tutta, col vento in faccia, e ha fatto più selezione lui che gli scattini dei capitani nel finale. Anche Tiralongo ha fatto un discreto Tour. Vinokourov è stato grande sul pavé, poi è salito di condizione fino a stare coi migliori quattro cinque nelle ultime salite; se non avesse mollato sul Tourmalet sarebbe finito nei dieci. Definirei l’Astana come la squadra di gran lunga meglio strutturata.
Non sorprende a fronte di tutto questo, cioè la squadra cruciale per vincere di contro a quella che semmai ha deluso, sapere del passaggio di Contador proprio dall’una all’altra?
In realtà la cosa non mi sconvolge più di tanto. Ho grande stima per Riis, sono anche stato suo compagno di squadra per un anno. Non ha mai fallito nell’allestire squadre sempre e comunque competitive, tatticamente ben preparate, con un forte spirito collettivo, e ottimi, ottimi materiali. Riis è uomo molto attento anche ai più piccoli particolari. Ho corso tanto anche assieme a Vinokourov, siamo particolarmente amici. Anche lui è attentissimo in tutto, estremamente professionale: non penso deluderebbe come direttore sportivo.
Capire da fuori queste storie è estremamente complesso: in una squadra ci possono essere divisioni, gruppi interni; in Telekom era così. Questa potrebbe essere una spiegazione, cioè la percezione da parte di Alberto di un ambiente non del tutto integrato, con cui non si trovava fino in fondo. Oppure può darsi che stia cercando qualcosa, nuovi stimoli.
In effetti Contador è sempre parso “a sé stante”, con i suoi interessi e la sua individualità, pur avendo “collezionato” una serie impressionante di d.s. tra i più rinomati e potenti, da Manolo Saiz a Bruyneel, ora Martinelli e poi… Riis?
Sarà… però quello che però ha raccontato Martinelli è di non essersi sentito una vera e propria guida per Contador, dice di aver svolto il suo compito ma di non aver vissuto un coinvolgimento profondo.
Questo è vero, però un ruolo importante su un tema Martinelli ce l’ha avuto: è lui che ha spinto molto Contador per sperimentarsi e provare ad essere competitivo nelle Classiche delle Ardenne, incentivando anche la naturale tendenza di Contador a voler sempre vincere, anche nelle gare cosiddette “minori” o che per altri sono mera preparazione. Non sarà che Contador ha retrospettivamente imputato a queste scelte la propria forma non al 100% del Tour?
Già Contador, non era di certo al 100% in questo Tour. Oggi per vincere da febbraio bisogna davvero essere al top, non è mai affatto facile, in ogni gara ci sono atleti che pur essendo forse di qualità inferiore programmano il picco di forma per vincere quelle competizioni; non è più come negli anni ’80 e ’90, con tanti gregari e tante gare secondarie corse “piano”. Adesso si va a 50km/h già dall’Australia. Per tutto questo posso solo dire “tanto di cappello” a Contador, una bella differenza rispetto all’atteggiamento di Armstrong. L’annata di Contador gli rende molto, molto onore, trionfando da Algarve a Parigi-Nizza a Castilla y León… fino al Tour. Ma soprattutto con le Classiche corse ad altissimo livello: solo per inesperienza (il suo primo tentativo) non ha vinto alla Freccia Vallone, e alla Liegi ha chiuso con facilità impressionante su Gilbert e Andy Schleck (non esattamente gli ultimi arrivati!) nella salita più dura. Però con quel che è successo a luglio, forse gli converrà meditare sull’opportunità di modificare almeno una parte dell’inizio di stagione. Martinelli ha sempre propugnato questa politica, anche con Pantani o Cunego, ma così il rischio è di spremere i corridori, e lo dico appunto da corridore!
L’anno scorso quattro o cinque team hanno dominato il Tour, piazzando perfino due o tre uomini e presidiando la generale o le tappe. Quest’anno molto è cambiato da questo punto di vista. Quali possono essere le spiegazioni?
I fattori sono tanti e complicati, anche semplici coincidenze. Comunque in generale c’è stato un moltiplicarsi di squadre ricche, e quindi una distribuzione dei corridori. Il processo di medio periodo però implica che il sorgere di alcune formazioni molto sponsorizzare e potenti che puntano quasi tutto sul bersaglio grosso del Tour, farà sì che si portino in Francia due capitani di peso, proprio a causa degli imprevisti di corsa. E se tutto va bene… entrambi i capitani entreranno in classifica.
Dovendo scegliere un corridore che al di là dei risultati ti ha molto colpito?
Nessun dubbio: Vinokourov! Ci siamo visti a cena qui a Bergamo proprio prima della sua Liegi. Non molla mai, mai: quanti corridori con anni di meno gli invidiano la sua grinta incredibile. Quasi quasi finiva nei dieci, dopo la Liegi conquistata, un Giro ad alto livello e soprattutto molto dispendioso, sempre all’assalto; e comunque ha vinto da “Campione con la C maiuscola” la tappa, dopo aver già investito tantissimo su quella del giorno prima. Una mossa importante per lui, ma anche per il team e per Alberto, aiutato fedelmente quando ce n’è stato più bisogno. E sul Balès il primo a chiudere su Andy era sempre lui…
Una valutazione complessiva?
Quanti giovani nella top ten! Il ciclismo si sta finalmente aprendo, svecchiando, rinnovando. Davvero un bel segnale. E l’apertura è anche geografica, con uno sport che alla buon ora diventa mondiale, con atleti competitivi che sorgono dalla Danimarca alla Nuova Zelanda: nei GT Merckx o Hinault vincevano e stravincevano contro i ciclisti di tre paesi – Italia, Francia, Spagna – e poco più. Oggi invece la sfida è contro tutto il mondo.
E da scalatore di razza, dacci una valutazione conclusiva ristretta alle salite? Chi ti ha impressionato? E tra i due più forti quando la strada si impennava, che poi sono i primi due della generale, che somiglianze e differenze vedi?
Come ho detto, Navarro è forse quello che in salita mi ha impressionato di più non solo per qualità ma anche per quantità. Un gregario da comprare a peso d’oro! Tra i due campioncini, dovendo scegliere vedo molto meglio Schleck perché composto, regolare, pulitissimo nello stile, davvero gradevole esteticamente anche quando è sotto il massimo sforzo. Contador all’opposto è molto sporco, si alza sui pedali, e ha il suo caratteristico ondeggiare laterale. Alla fine però come potenze e velocità si equivalgono, sebbene su qualche scatto di Andy lo spagnolo abbia fatto moltissima fatica a chiudere, specie in termini di reattività: cento, duecento, trecento metri e diversi secondi che fan tic tac sull’orologio. Però alla fine il responso della salità è stato di pareggio. Lo ripeto: nei prossimi anni avremo di che divertirci parecchio.

Intervista raccolta da Gabriele Bugada

29-07-2010

luglio 30, 2010 by Redazione  
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TOUR ALSACE

Il neozelandese Alex Meenhorst (Team Netapp) si è imposto nella seconda tappa, Strasburgo – Bischoffsheim, percorrendo 152,8 Km in 3h56′28″, alla media di 38,770 Km/h. Ha preceduto di 2″ il lettone Pudans e di 58″ il tedesco Degenkolb. In gara gli italiani Enrico Franzoi (BKCP – Powerplus) e Fabio Ursi (Team Bürgi – Fidi BC), rispettivamente 5° a 58″ e 129° a 25′23″.
Il francese Pierre-Luc Perichon (S.C.O. Dijon) si porta in testa alla classifica, con 2′32″ su Meenhorst e 2′34″ su Degenkolb. Franzoi è 10° a 3′39″, Ursi è 111° a 24′25″.

DOOKOLA MAZOWSKA (Polonia)
Il tedesco Sebastian Forke (Team Nutrixxion Sparkasse) si è imposto anche nella seconda tappa, Zwolen – Szydlowiec, percorrendo 161,9 Km in 4h10′27″, alla media di 38,786 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Bommel e il polacco Jezowski. In classifica Forke precede di 8″ Bommel e di 9″ il polacco Lisowicz.

TOUR DO RIO (Brasile)
L’italiano Tomas Alberio (Trevigiani Dynamon Bottoli/Italia) si è imposto anche nella seconda tappa, Volta Redonda – Três Rios, percorrendo 161 Km in 3h57′59″, alla media di 40,591 km/h. Ha preceduto allo sprint lo statunitense Hanson e l’argentino Chamorro. Ora Alberio ha un vantaggio di 14″ sullo statunitense Jones e 16″ sul brasiliano Santos.

CRITERIUM POST TOUR

Tour de Neuss (Neuss – Germania, disputato il 28-07)

Vittoria del tedesco Tony Martin (HTC-Columbia) davanti ai connazionali Knees e Hondo

Welser Innenstadt Kriterium (Austria, disputato il 28-07)

Vittoria del britannico Mark Cavendish (HTC-Columbia) sugli austriaci Benetseder e Zoidl.

Wateringse wielerdag (Paesi Bassi)

Natourcriterium Herentals Fietst (Herentals – Belgio)

Vittoria del belga Jurgen Van Den Broeck (Omega Phama-Lotto) davanti allo svizzero Cancellara e al francese Charteau

IL TOUR CHE VERRA’: ALL’ORIZZONTE L’EDIZIONE 2011 (VIA PINEROLO)

luglio 29, 2010 by Redazione  
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Il passage du Gois, il pavè e le “routes de campagne” della Bretagna, i monti del Cantal poi i Pirenei “light” e le Alpi “strong”, per festeggiare il centenario della prima scalata al Galibier. Dovrebbe essere questo, a grandi linee, il programma della prossima edizione del Tour de France, un’edizione che tornerà a proporre la mitica arrampicata all’Alpe d’Huez dopo due anni d’assenza e una tappa in Italia, a Pinerolo.

Foto copertina: sorge il sole sul Passage du Gois e sull’edizione 2011 del Tour de France
(http://www.metrophotochallenge.com)

Il Tour de France 2010 è ancora “caldo”, ma che già chi pensa all’edizione futura, quella che scatterà sabato 2 luglio 2011 dalla Vandea. Non ci riferiamo tanto agli organizzatori, quanto ai “segugi della strada” che con le loro battute di caccia riescono a stanare le prime indiscrezioni sul tracciato e ci consentono di radunarle, giusto per farci un’idea sul tracciato che, tra dodici mesi, seguirà la Grande Boucle e che già siamo in grado di anticiparvi, seppur a grandi linee e senza conferme ufficiali.
L’ossatura del percorso prevederà, una volta lasciata la Vandea, di salire verso nord, in direzione della Bretagna e quindi di tornare verso sud, puntando prima sul Massiccio Centrale e poi sui Pirenei. Da lì ci si sposterà sulle Alpi dove, con tre-quattro frazioni, si celebrerà il centenario della prima scalata al Col du Galibier. Infine, il classico trasferimento in TGV dell’ultimo giorno deporrà il gruppo nell’hinterland parigino per la passerella conclusiva.
Di certo, al momento, c’è solo il Grand Départ, già annunciato nello scorso inverno e che farà decollare il Tour con una tappa in linea di 180 Km, tracciata tra l’isola di Noirmoutier (con le prime pedalate previste sul famigerato Passage du Gois) e Les Herbiers, dove il traguardo sarà collocato in vetta alla pedalabile ascesa del Mont des Alouettes (ultimi 3 Km al 3,6%), non lontano dal Puy du Fou, “location” del cronoprologo d’apertura nel 1993 e nel 1999.
L’indomani sul circuito di Les Essarts si disputerà una breve cronometro a squadre, prova depennata quest’anno a favore della tappa sul pavè, mentre la terza frazione prenderà le mosse da Olonne-sur-Mer, dirigendosi verso il nord della nazione. È da quella zona, infatti, che provengono molte segnalazioni di comuni che hanno alzato la manina e richiesto una tappa, come arrivo o come partenza. I nomi sono quelli di Redon, Châteaulin, Landéda (Aber Wrac’h), Dinan, Saint-Georges-de-Reintembault, Carhaix-Plouguer, Lannilis, Le Mans, Avranches e Lisieux: si può proprio dire che gli organizzatori si troveranno di fronte al classico imbarazzo della scelta!
Le indiscrezioni delle ultime ore parlano di una tappa tracciata in guisa di una “piccola Parigi – Roubaix” e, nell’impossibilità di tornare sulle troppo distanti strade dell’”Inferno del Nord”, gli esperti di percorsi francesi assicurano che dietro a questa notizia si cela l’intenzione degli organizzatori di imitare quanto fatto al Giro con le strade bianche: in pratica, si andrebbero a ricalcare le rotte del Tro-Bro Léon, gara in linea che si disputa in Bretagna ad aprile e nel corso della quale si alternano tratti in pavè ad altri sterrati. In effetti, tra le località segnalate come probabili sedi di tappa c’è il comune di Lannilis, presso il quale termina questa competizione.
Scivolando verso i Pirenei il Tour giungerà tra le montagne del Cantal, nel Massiccio Centrale, dove si soffermerà per ben tre giorni (10, 11 e 12 luglio), cominciando con l’arrivo in salita a Super Lioran, località turistica che era stata già sede di tappa nel 1975 (vittoria del belga Michel Pollentier) e che sarà raggiunta da Limoges passando per il Col de Neronne e il Puy Mary (Pas de Peyrol). Aurillac, quindi, accoglierà il primo giorno di riposo e la partenza della successiva tappa.
Probabile scalo a Lavaur prima di affrontare i Pirenei dove, come avvenuto quest’anno sulle Alpi, si dovrebbero disputare due-tre tappe per le quali sono candidate le località turistiche di Luz Ardiden, Plateau de Beille (data per certa durante la telecronaca francese della tappa di Pau) e Peyragudes: leprime due sono classici approdi del Tour, mentre la terza è una novità che è stata recentemente testata alla Route du Sud con una cronoscalata vinta dal francese David Moncoutiè davanti al connazionale Geniez e l’italiano Fortunato Baliani. Ad avvalorare ques’ultima candidatura il fatto che nella citata tappa si è affrontato un versante asfaltato poche settimane prima su richiesta del direttore del Tour de France Christian Prudhomme.
Regna ancor più l’incertezza sul fronte alpino orientale.
I “rumeurs” della prima ora parlavano di una quaterna di tappe, introdotta dall’arrivo in salita a Risoul, secondo diverse voci destinata a essere rimandata a una delle prossime edizioni della Grande Boucle (ma quest’anno si consolerà abbastanza bene poiché, dopo il recente arrivo del Delfinato, a settembre sarà nel programma del Tour de l’Avenir). Poi si parlava di Pinerolo, di Serre Chevalier nella tappa celebrativa del Galiber e, infine, dell’Alpe d’Huez. Ma col proseguire delle settimane si sono aggiunte anche le candidature di Les Orres (già sede di tappa nel 1973, quando lassù vinse la maglia gialla Ocaña), di Chamrousse – che ambisce alla riproposizione della cronoscalata disputata nel 2001 – e di Flaine, inedita località turistica dell’Alta Savoia che già si era offerta negli anni scorsi.
Se ci sarà la tappa italiana è molto probabile che si disputerà il 20 luglio 2011, un mercoledì, poiché pare che la segreteria organizzativa di ASO abbia già trasmesso una richiesta di prenotazioni alberghiere per la notte successiva.
Per quanto riguarda l’Alpe d’Huez – che attende con trepidazione sia il ritorno del Tour dopo due anni d’assenza, sia un futuro approdo del Giro d’Italia – è allo studio un finale inedito, che contempla la doppia scalata all’Alpe mediante l’inserimento dell’impegnativa appendice verso il Col de Sarenne.
L’approdo tra i monti dell’Oisans potrebbe essere il penultimo, come accaduto nel 2009 con la tappa terminata sul Mont Ventoux, prima del trasferimento in treno verso Parigi per la frazione conclusiva, che vede candidata la città di Dreux quale luogo di partenza.

Mauro Facoltosi

28-07-2010

luglio 29, 2010 by Redazione  
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TOUR DE WALLONIE

Il britannico Russell Downing (Sky Professional Cycling Team) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Chaudfontaine – Lontzen, percorrendo 164,7 Km in 3h46′11″, alla media di 43,690 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Van Dijk e il francese Gallopin. Miglior italiano Filippo Pozzato (Team Katusha), 11° Downing si impone nella classifica finale con 2″ sull’italiano Marco Marcato (Vacansoleil Pro Cycling Team) e 3″ sul francese Mangel.

TOUR ALSACE

Il francese Cyril Bessy (Saur – Sojasun) si è imposto nella prima tappa, Colmar – Cernay , percorrendo 145,6 Km in 4h19′19″, alla media di 33,688 Km/h. Ha preceduto di 31″ e 36″ i connazionali Georges e Perichon. In gara gli italiani Fabio Ursi (Team Bürgi – Fidi BC) e Enrico Franzoi (BKCP – Powerplus), rispettivamente 7° a 1′07″ e 19° a 4′47″.
Bessy comanda la classifica con 29″ e 42″ su Georges e Perichon. Ursi è 7° a 1′17″, Franzoi 19° a 4′57″.

DOOKOLA MAZOWSKA (Polonia) – PROLOGO (disputato il 27-07)
Il ceco Martin Hebik (Psk Whirpool Author) si è imposto nel prologo (in linea, 80 Km), circuito di Biala Podlaska. Ha preceduto il tedesco Sydlik e il polacco Cichosz.

DOOKOLA MAZOWSKA (Polonia) – 1a TAPPA (disputata il 28-07)
Il tedesco Sebastian Forke (Team Nutrixxion Sparkasse) si è imposto nella prima tappa, Siedlce – Kozienice, percorrendo 180,2 Km in 4h01′46″, alla media di 44,720. Ha preceduto allo sprint i connazionali Bommel e Selig. In classifica Forke precede il polacco Lisowicz di 1″ e Bommel di 4″.

TOUR DO RIO (Brasile)
L’italiano Tomas Alberio (Trevigiani Dynamon Bottoli/Italia) si è imposto nella prima tappa, Rio de Janeiro – Angra dos Reis, percorrendo 139,9 Km in 3h23′11″, alla media di 41,312 km/h. Ha preceduto allo sprint lo statunitense Jones e il brasiliano Santos, distanziati di 4″ e 6″ in classifica.

CRITERIUM POST TOUR

Profronde van Stiphout (Stiphout – Paesi Bassi, disputato il 27-07)

Vittoria dell’olandese Robert Gesink (Rabobank) davanti al lussemburghese Andy Schleck e allo spagnolo Alberto Contador Velasco.

Criterium Lisieux (Lisieux – Francia, disputato il 27-07)

Vittoria del francese Sylvain Chavanel (Quick Step).

Acht van Chaam (Chaam – Paesi Bassi)

Vittoria dell’olandese Niki Terpstra (Team Milram) davanti ai connazionali Gesink e Knaven.

Nacht van Peer (Peer – Belgio)

Vittoria del belga Jurgen Van Den Broeck (Omega Pharma-Lotto) davanti all’italiano Ivan Basso (Liquigas-Doimo) e il belga Wijnants.

UN DECENNIO DI SALITE IN “SALSA GIALLA”

luglio 28, 2010 by Redazione  
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Abbiamo analizzato le tappe di montagna dell’ultimo decennio di Grande Boucle, partendo dall’edizione 2001, la prima del XXI secolo, quella successiva all’ultima che vide ai nastri di partenza Marco Pantani. Per ciascuna frazione vi proponiamo una breve cronaca, per farvi rivivere gli spettacoli messi in scena giorno per giorno dai primattori del Tour. Spettacoli talvolta meritevoli di applausi a scena aperta, talaltra da dimenticare (se non addirittura assenti).

Foto copertina: Basso e Armstrong all’attacco sul Tourmalet, tappa della Mongie del 2004

2001

AIX-LES-BAINS – L’ALPE D’HUEZ. E’ la tappa del bluff di Armstrong. La Telekom fa un ritmo sostenuto, anche se non esagerato, su Madeleine e Glandon riducendo il gruppo a 40 corridori. Poi sull’ascesa finale Armstrong parte e gli altri lo vedono sul traguardo .

PERPIGNAN – AX-LES-THERMES (Plateau de Bonascre). Tappa non durissima con solo l’ascesa finale veramente impegnativa. Vince Cardenas che era in fuga. Negli ultimi chilometri Ullrich e Armstrong se ne vanno: l’americano stacca il tedesco nel finale.

FOIX – SAINT-LARY-SOULAN (Pla d’Adet). Classico tappone pirenaico con tanti colli uno dietro l’altro. Lo spettacolo non è mancato. Lunga fuga di Jalabert mentre già sul Peyresourde Ullrich attacca Armstrong e i due rimangono soli con il texano, che aspetta il tedesco caduto in discesa. Ai piedi dell’ultima salita ci sono una decina di corridori rimasti nel primo gruppo con Armstrong che se ne va, riprende Jalabert e vince.

TARBES – LUZ-ARDIDEN. Anche qui non manca lo spettacolo con il solito Ullrich che attacca sul Tourmalet, rimanendo ancora una volta solo con Armstrong. Il tedesco ci riprova sull’ascesa finale, i due arrivano assieme ma la tappa va a Laiseka, scattato ai piedi di Luz Ardiden.

Altimetrie: http://www.ilciclismo.it/2009/?p=1157

2002

PAU – LA MONGIE. Fuga di una decina di uomini con Jalabert ultimo a mollare, ritmo regolare della US Postal sull’Aubisque e poi, sull’ultima salita, forcing di Heras alla cui ruota rimangono Armstrong e Beloki. Il texano vince la tappa.


LANNEMEZAN – PLATEAU DE BEILLE.
Tappone pirenaico anche se la penultima salita è lontana dal traguardo. Ancora in fuga Jalabert (con Dufaux e Nozal) mentre dietro la US Postal controlla e non c’è grande selezione. Arrivano in una sessantina ai piedi dell’ultima ascesa, sulla quale si rivede il trio Heras-Armstrong-Beloki. È ancora l’americano a staccare tutti e a vincere.


LODÈVE – MONT VENTOUX.
Tappa pianeggiante prima dell’ascesa finale. Virenque stacca il resto dei fuggitivi e vince mentre dietro c’è un po’ di forcing da parte della Once. Attacco di Beloki a 7-8 km dall’arrivo, ma Armstrong lo riprende e lo stacca


VAISON-LA-ROMAINE – LES DEUX ALPES.
Salite abbastanza facili prima dell’ultima. Mentre Botero va in fuga e vince, in gruppo non succede niente fino agli ultimi 3 km, quando si assistono a timidi scatti di Heras e Mancebo e ad un allungo di Beloki nel finale. I big arrivano separati di pochi secondi l’uno dall’altro


LES DEUX ALPES – LA PLAGNE.
Si parte affrontando il Galibier dal versante più facile: sul mitico colle non succede niente se non nel finale, quando nasce la fuga che porterà Boogerd al successo. Anche sulla Madeleine non c’è grande selezione nel gruppo, forte di una quarantina di unità. Andando verso la Plagne, il solo Sastre scatta ai piedi della salita finale mentre dietro la US Postal fa un ritmo sostenuto ma regolare. Armstrong va a prendersi altri secondi di margine negli ultimi 5 km

AIME – CLUSES. Quattro colli uno dietro l’altro. La corsa si accende sul Roselend – con attacchi di Heras, Botero, Leipheimer e I. González de Galdeano tra gli altri – e poi ancora sul Saisies, quando ci prova Mancebo. Per un po’ rimangono davanti solo i migliori ma su Aravis e Colombière non attacca più nessuno (se non ancora Botero) e arrivano una ventina di corridori al traguardo, preceduti da Frigo che batte in volata Aerts e Guerini.

Altimetrie: http://www.ilciclismo.it/2009/?p=1159


2003

LIONE – MORZINE. Virenque vince con una fuga da lontano. Sul punto più duro della Ramaz scatta Vinokourov e in quel momento restano davanti una ventina di corridori. Il kazako viene ripreso e la US Postal conduce il gruppo dei migliori che, nel frattempio, si è rinfoltito (40 corridori). Rimangono tagliati fuori Botero e Simoni.

SALLANCHES – L’ALPE D’HUEZ. Sul Galibier non succede nulla. La US Postal fa un ritmo regolare e anche qui scollinano in 40. Sull’ascesa finale qualche timido tentativo di Beloki prima di quello di Mayo, che va a vincere la tappa

LE BOURG-D’OISANS – GAP. Tappa con le salite più impegnative all’inizio. Nel finale i big si danno comunque battaglia, con gli attacchi di Vinokourov e Beloki che riescono a provocare grande selezione. Davanti rimangono in 8, con il kazako che vince la tappa e il basco che cade in discesa, compromettendo qui la sua carriera

TOLOSA – AX 3 DOMAINES. Sul Port de Pailhères il gruppo si riduce a una qundicini di unità per il forcing della Bianchi di Ullrich. Non succede granchè a parte lo scatto di Sastre – che era comunque lontano in classifica – e altri due, piuttosto timidi, di Mayo. Sull’ultima ascesa è Vinokourov ad accendere la miccia. Ullrich gli risponde ma guadagna soli 7” su Armstrong, che qui avrebbe potuto perdere il Tour, dopo anche la pessima prestazione del giorno precedente nella difficile cronometro di Cap’Découverte. Sastre vince la tappa

SAINT-GIRONS – LOUDENVIELLE. Simoni va in fuga con altri 15 e vince la tappa mentre dietro, malgrado il susseguirsi delle salite, non succede nulla se non sul Peyresourde, dove Vinokourov attacca ancora insieme a Mayo e guadagna 40” su Armstrong e Ullrich.

BAGNÈRES-DE-BIGORRE – LUZ-ARDIDEN. Tappa fotocopia di quella disputata nel 2001, con Ullrich che accelera sul Tourmalet rimanendo per un po’ solo con Armstrong e poi anche con Zubeldia e Mayo. Vinokourov è in difficoltà, ma in discesa il kazako e altri 15 corridori rientrano. Sull’ultima salita Armstrong dopo una caduta attacca e va a prendersi il quinto Tour de France.

PAU – BAYONNE. La tappa prevede i colli di Soudet e Bagargui, salite molto dure ma anche lontane dal traguardo. E’ il giorno dell’impresa di Hamilton che va a conquistarsi il successo e il 4° posto in classifica, nonostante corra con una clavicola fratturata fin dalla seconda tappa. Tra i big non succede nulla.

Altimetrie: http://www.ilciclismo.it/2009/?p=1161

2004


LIMOGES – SAINT-FLOUR.
Tappa di media montagna. Va in fuga il solito Virenque che vince, mentre nel gruppo dei leader c’è un po’ di selezione sul Pas de Peyrol : rimangono davanti una ventina di corridori, ma di concreto non succede nulla.

CASTELSARRASIN – LA MONGIE. Sull’Aspin ci sono attacchi di Rasmussen, Moreau e ancora Virenque, che si contendono la maglia a pois. Il gruppo, guidato dalla US Postal ,si riduce a 40 corridori e la battaglia che conta si ha sull’ascesa finale, con Armstrong e Basso che se ne vanno a 7-8 km dall’arrivo. Il varesino vince la tappa

LANNEMEZAN – PLATEAU DE BEILLE. Lunga fuga di Chavanel, Voigt e Rasmussen e gruppo condotto dalla US Postal che si riduce a una quindicina di unità sul Col d’Agnès, complice un timido tentativo di Mancebo. Sull’ultima salita Armstrong e Basso non hanno neanche bisogno di attaccare, perchè il ritmo di Azevedo fa staccare tutti gli altri. Distacchi importanti al traguardo con il texano che supera il varesino in volata.

VALRÉAS > VILLARD-DE-LANS. Tappa di montagna non difficilissima, nella quale non doveva succedere granchè. Invece sul Col de l’Echarrasson, duro ma abbastanza lontano dal traguardo, c’è l’attacco di Ullrich che guadagna un minutino. Nel gruppo Armstrong rimangono 7-8 corridori. Il gran lavoro di Landis e Voigt annulla, però, l’azione del leader della Telekom e tutto si gioca sullo strappo finale, dove è ancora Armstrong a spuntarla.


LE BOURG-D’OISANS – LE GRAND-BORNAND.
Si parte con Glandon e Madeleine, che sono però lontane dal traguardo. Infatti, non succede niente anche perché la US Postal mantiene un controllo ferreo della corsa. C’è selezione sui colli della Forclaz e di Croix Fry, dove il solo Sastre prova ad attaccare ma viene ripreso da Landis, che si porta dietro i soli Armstrong, Ullrich, Basso e Kloden. Quest’ultimo scatta nell’ultimo chilometro, una volta terminata la discesa, ma il texano lo riprende e lo batte in volata.

Nota: non considerata la seconda frazione alpina, la cronoscalata all’Alpe d’Huez, vinta da Lance Armstrong

Altimetrie: http://www.ilciclismo.it/2009/?p=1164

2005

GRENOBLE – COURCHEVEL. Il Cormet de Roselend viene affrontato ad andatura piuttosto blanda. Solo nel finale c’è qualche timido tentativo – di Valverde e Mancebo tra gli altri – ma senza esito. Sull’ascesa finale la Discovery impone un grande ritmo finchè, a una decina di km dall’arrivo, non restano davanti i soli Armstrong, Rasmussen, Mancebo e Valverde. Tra di loro non c’è nessuno scatto ed è il murciano a imporsi in volata.

COURCHEVEL – BRIANÇON. Sulla Madeleine c’è un’azione importante di Mancebo, Vinokourov, Botero e altri ma la Discovery non lascia spazio e in cima riprende lo spagnolo, che era il più pericoloso. Sul Galibier sono sempre gli uomini di Armstrong a fare un ritmo sostenuto ma regolare. Nessuno scatta e in cima rimangono una ventina di corridori. Davanti Vinokourov batte Botero in volata.

AGDE – AX 3 DOMAINES. Sul Pailhères c’è grande battaglia con attacchi, fin dai primi chilometri di salita, di Ullrich e Basso che rimangono soli con Armstrong, Landis e Leipheimer ,riuscendo a staccare Rasmussen (che poi rientra con altri in discesa). Sull’ultima salita è Basso ad attaccare, rimanendo solo con Armstrong e staccando Ullrich.Totschnig, unico sopravvissuto della fuga del mattino, vince la tappa.

LEZAT SUR LEZE – SAINT LARY SOULAN (Pla d’Adet). Classico tappone pirenaico. Nella prima parte non succede nulla (se non la fuga di una ventina di uomini che porterà Hincapie alla vittoria). La corsa si accende sul Peyresourde, terzultima salita di giornata, con il forcing della CSC che riduce il gruppo a 15 corridori e prelude all’attacco di Basso sul Colle di Val Louron. Davanti rimangono il varesino con i soli Armstrong e Ullrich, che poi si stacca sull’ascesa finale.


MOURENX – PAU.
I colli di Marie Blanque e dell’Aubisque sono lontani dal traguardo ma ci sono comunque degli attacchi di Basso e Ullrich, anche se non troppo convinti. Nel finale in discesa e pianura tutto si ricompatta e Pereiro, che era scattato sul Marie Blanque, va a vincere la tappa

ALBI – MENDE. Decisamente più battaglia rispetto alla tappa vista al Tour 2010, con scaramucce già nella salita precedente e Basso che affronta a tutta la Croix Neuve, rimanendo con i soli Armstrong, Ullrich ed Evans, infliggendo distacchi pesanti agli avversari . La vittoria va allo spagnolo Serrano.

Nota: non considerate le due tappe disputate sui Vosgi (Pforzheim – Gerardmer e Gerardmer – Mulhouse)

Altimetrie: http://www.ilciclismo.it/2009/?p=1167

2006

CAMBO LES BAINS – PAU. In programma Soudet e Marie Blanque ma sono lontani dal traguardo e in gruppo non succede nulla. Dessel vince la tappa e si prende la maglia gialla

TARBES – VAL D’ARAN / PLA DE BERET. Nessun attacco su Tourmalet, Aspin e Peyresourde, dove c’è selezione da dietro. Qualcosa di più succede sul Portillon, dove il forcing della T-Mobile riduce il gruppo a 15 unità. La battaglia vera avviene solo nell’ultima salita malgrado essa non sia durissima: sono Menchov, Landis e Leipheimer a fare la differenza, con il russo che batte i due americani in volata.

GAP – ALPE D’HUEZ. Fuga di una ventina di uomini, tra i quali Franck Schleck e Cunego, che alla fine saranno 1° e 2° al traguardo. Tra i big nulla avviene su Izoard e Lautaret, anche perchè lontani dal traguardo. Si decide tutto verso l’Alpe, dove sono Landis e Kloeden a staccare i diretti rivali.

BOURG D’OISANS – LA TOUSSUIRE. Tappa durissima con Galibier in partenza e poi Croix de Fer. Sulla prima ascesa ci sono molti attacchi ma non di uomini di classifica, mentre sulla seconda – malgrado dopo un accenno di forcing della CSC il leader Landis sembri in difficoltà – attacca il solo Leipheimer che è lontano in classifica generale. Mentre Rasmussen va a vincere la tappa, è Sastre ad attaccare tra i big a circa 10 km dall’arrivo, provocando il crollo di Landis nonchè pesanti distacchi tra gli altri uomini di classifica.

SAINT JEAN DE MAURIENNE – MORZINE. È il giorno dell’impresa di Landis che se ne va sul primo colle di giornata, il Saisies, mentre i vari Sastre, Kloeden e Menchov tentano invano di tenergli la ruota. Dietro si ricompatta un gruppo di 30 corridori all’inseguimento dell’americano, che continua a guadagnare e vince riprendendosi la maglia gialla. Dietro, Sastre che attacca ai piedi della salita dello Joux Plane e arriva 2°, conquistando un posto sul podio dopo la squalifica di Landis.

Altimetrie: http://www.ilciclismo.it/2009/?p=1169

2007


BOURG EN BRESSE – LE GRAND BORNAND.
L’unica salita di giornata è la Colombière nel finale ma non succede nulla tra i big. Davanti Gerdemann stacca gli altri fuggitivi e vince la tappa.

LE GRAND BORNAND – TIGNES. Sul Cormet de Roselend attacca Rasmussen che, non considerato uomo di classifica, viene lasciato andare. Mentre il danese vince e prende la maglia gialla dietro Moreau accende la miccia sull’ultima salita, portandosi dietro Contador, F. Schleck, Evans, Mayo e Valverde e guadagnando qualcosa sul gruppo guidato dall’Astana. L’ascesa è comunque troppo facile e non ci sono grandi differenze, con il solo Mayo che guadagna qualcosa nel finale.

VAL D’ISERE – BRIANCON. Non succede nulla nè sull’Iseran affrontato in partenza, nè sul Telegraphe (a parte lo scatto di Soler, che andrà a vincere la tappa). Sul Galibier, invece, Valverde accende la miccia e scatta più volte ma a fare la differenza è Contador, che rimane dapprima con Evans e poi da solo ma viene raggiunto in discesa dal gruppetto degli altri big.


MAZAMET – PLATEAU DE BEILLE.
Il Pailhères è abbastanza lontano dal traguardo e non ci sono attacchi ma solo un ritmo sostenuto da parte di Saunier Duval e Rabobank ,che riduce il gruppo a 20 corridori. A metà dell’ascesa finale Contador scatta più volte finchè non riesce a rimanere solo con Rasmussen, battutto in volata

FOIX – LOUDENVIELLE LE LOURON. Calma piatta sulle prime salite e si ha un po’ di selezione sul Port de Balès grazie a un attacco, seppur timido, di Kasheckin. Anche qui rimangono in 20, la battaglia vera si ha però solo negli ultimi 3 km del Peyresourde, con alcuni scatti molto violenti di Contador cui risponde il solo Rasmussen. I due staccano gli altri big mentre davanti Vinokourov vince la tappa (poi assegnata al lussemburghese Kirchen per la squalifica per doping del kazako).

ORTHEZ – GOURETTE (Col d’Aubisque). Sastre a caccia di un posto sul podio accende la miccia sul Soudet, prima salita di giornata, rimanendo con Mayo e Soler. Dietro la Rabobank non molla e questo fa ridurre il gruppo a 15 corridori sul Marie-Blanque. Anche oggi i big aspettano il finale: Contador ci prova più volte ma i suoi scatti non sono incisivi e nell’ultimo chilometro è Rasmussen che stacca lo spagnolo, Leipheimer ed Evans, andando a vincere prima di venire espulso dal Tour

Altimetrie: http://www.ilciclismo.it/2009/?p=1171

2008

AIGURANDE – SUPER BESSE. Non succede molto prima degli ultimi 3 km, nè poteva succedere visto che non c’era il terreno. Ci provano Vande Velde, Efimkin e Piepoli ma è Riccò a spuntarla battendo Valverde in volata. In seguito alla squalifica per doping del romagnolo, sarà il murciano ad essere ufficialemente considerato vincitore di questa frazione.

TOLOSA – BAGNERES DE BIGORRE. Peyresourde affrontato ad andatura regolare, con l’Euskaltel davanti e 60 uomini che scollinano insieme. Sull’Aspin ci sono diversi scatti ma non di uomini di classifica: riesce a fare la differenza Riccò che, comunque, è lontano nella generale e viene lasciato andare, mentre gli altri si controllano e 40 corridori arrivano insieme al traguardo dietro al modenese. Dopo la squalifica, sarà considerato vincitore il russo Vladimir Efimkin.


PAU – HAUTACAM.
Forcing della CSC (e segnatamente di Voigt) sul Tourmalet, che riduce il gruppo a 15 unità e fa staccare Samuel Sanchez, Valverde e Cunego. Il tedesco prosegue l’azione in discesa insieme a Cancellara, che era in fuga, e all’inizio dell’ascesa finale Frank Schleck se ne va insieme a Cobo Acebo e Piepoli . Quest’ultimo vince la tappa, mentre i vari Sastre, Menchov, Evans e Riccò si controllano tra loro e arrivano al traguardo dopo 2 minuti.


EMBRUN – PRATO NEVOSO.
Il Colle dell’Agnello è lontano dal traguardo e non succede nulla di rilevante (a parte la drammatica caduta di Pereiro Sio in discesa). Tutto si decide nel finale con il forcing di Andy Schleck e alcuni scatti e controscatti tra i big che, però, non portano a nulla. A circa 3 km dall’arrivo è Kohl a fare la differenza, portandosi dietro Sastre e guadagnando secondi sugli altri, mentre Gerrans vince la tappa e Franck Schleck strappa la maglia gialla a Evans.

CUNEO – JAUSIERS. Andatura molto blanda sulla Lombarda e in molti, non nei primi 10 in classifica, ne approfittano per andare in fuga. La CSC accelera poi sulla Bonette riuscendo a staccare Vande Velde ma non c’è nessuno scatto. Franck Schleck, Sastre, Evans, Menchov, Kohl, Valverde, Samuel Sanchez e Kirchen rimangono in scia di Andy Schleck, mentre davanti Dessel vince la tappa.

EMBRUN – ALPE D’HUEZ. Nessun attacco e andatura blanda sul Galibier, poi Cancellara fa un grande ritmo sulla Croix de Fer riducendo il gruppo a 15 unità. In cima, a causa di un rallentamento, tornano a essere in 30: la vera battaglia si accende solo sull’Alpe d’Huez, con Sastre che parte ai piedi della salita e va a conquistare il Tour.

Nota: non considerate la 7a tappa (Brioude – Aurillac) e l’11a (Lannemezan – Foix)

Altimetrie: http://www.ilciclismo.it/2009/?p=1173

2009


BARCELLONA – ANDORRA ARCALIS.
Non succede assolutamente nulla, nè nelle prime salite di giornata, peraltro non dure, nè sull’ultima fino a 3 km dall’arrivo, quando Evans scatta da un gruppo in cui c’erano ancora 40 corridori. Poi c’è il contrattacco di Contador, che guadagna una manciata di secondi sui rivali mentre davanti il francese B. Feillu vince e Nocentini prende la maglia gialla.

ANDORRA LA VELLA (AND) – SAINT GIRONS. Sull’Envalira affrontato in partenza c’è battaglia con numerosi uomini che tentano la fuga, (tra i quali Andy Schleck, Wiggins ed Evans, che a un certo punto rimane da solo al comando), ma nel successivo tratto di discesa e pianura l’Astana chiude sugli attaccanti. Il lussemburghese ci riprova sul Col d’Agnès ma non in modo incisivo, al punto che si porta dietro 4 Astana e altri 15 corridori e l’azione si esaurisce.

SAINT GAUDENS – TARBES. Fedrigo batte Pellizotti in volata mentre in gruppo non succede assolutamente nulla, nè sull’Aspin, nè sul Tourmalet dove 80 corridori scollinano assieme in vetta.

PONTARLIER – VERBIER. L’unica salita significativa di giornata è l’ultima e, dopo il forcing della Saxo, ai piedi della stessa Contador attacca a 7 km dall’arrivo, stacca tutti, vince la tappa e prende la maglia gialla.


MARTIGNY – BOURG SAINT MAURICE.
Sul Gran San Bernardo attacchi solo di uomini fuori classifica; sul Piccolo, invece, a 7-8 km dalla vetta ci prova Andy Schleck che rimane con il fratello maggiore, Contador, Kloeden, Wiggins e Nibali ma la salita è troppo facile per fare ulteriori differenze. Verso il GPM Armstrong rientra e, poco dopo, anche altri 15 corridori. Davanti, Astarloza vince la tappa


BOURG SAINT MAURICE – LE GRAND BORNAND.
Roselend, Saisies e Aravis vengopno affrontate con un ritmo sostenuto ma regolare dal gruppo guidato da Astana e Saxo, che all’inizio del Romme è comunque ridotto a una trentina di unità. Il primo ad attaccare è Sastre ma non va lontano e, dopo alcuni scatti, sono i fratelli Schleck a fare la differenza con Contador e Kloeden a ruota. Sulla Colombière i lussemburghesi non attaccano ma si limitano a fare un’andatura sostenuta e da segnalare c’è solo uno scattino di Contador a 5 km dalla vetta che fa staccare Kloeden. In ogni caso i distacchi al traguardo sono pesanti.

MONTELIMAR – MONT VENTOUX. Il gruppo si presenta già molto ristretto all’inizio della salita a causa dei ventagli, ma tutti i big sono davanti e succede poco con gli scatti di Andy e Frank Schleck, sempre rintuzzati da Contador e Armstrong in difesa del 1° e del 3° posto in classifica. Questi scatti sono intervallati da lunghe fasi di rallentamento che consentono a Garate di resistere al ritorno del gruppo e di vincere la tappa

Note: non considerata la 13a tappa (Vittel – Colmar)

Altimetrie: http://www.ilciclismo.it/2009/?p=1175

2010


TOURNUS – STATION DES ROUSSES.
Succede poco anche perchè le salite troppo facili. Comunque, in gruppo c’è più selezione del previsto con Kloeden, tra gli altri, a lasciarci le penne.

STATION DES ROUSSES – MORZINE / AVORIAZ. Non si assiste a nessuno scatto dei big sulla Ramaz, anche se la salita è condotta a buon ritmo dall’Astana e fa staccare, tra gli altri Armstrong, Nessuno scatto neppure sull’ascesa finale fino a 2 km dall’arrivo: a quel punto ci prova Kreuziger ma a fare la differenza è Andy Schleck, che vince battendo in volata Samuel Sanchez e guadagna 10” su Contador e sugli altri.


MORZINE – SAINT JEAN DE MAURIENNE.
Scaramucce sulla Colombière con Vinokourov, tra gli altri, a provarci . Ma questa salita, così come le successive Aravis e Saisies, sono lontane dal traguardo e presto torna la calma. La battaglia si riaccende a metà della Madeleine con alcuni scatti di Andy Schleck, che rimane solo con Contador e prosegue fino all’arrivo con lo spagnolo, infliggendo distacchi pesanti agli avversari. Davanti, Casar va a vincere la tappa.

REVEL – AIX 3 DOMAINES. Il Port de Pailhères è affrontato a ritmo molto blando e in cima sono ancora in 40. Ne approfittano uomini non nelle prime posizioni come Sastre e Cunego per andarsene. Sull’ultima ascesa Andy Schleck ci prova più volte, salvo rallentare quando vede che Contador gli è a ruota. In questo modo Menchov e Samuele Sanchez riescono addirittura a staccarli.

PAMIERS – BAGNERES DE LUCHON. Sulle prime salite non succede nulla. Andy Schleck ci prova una prima volta a circa 5 km dalla vetta del Balès ma in maniera poco incisiva, tanto che poco dopo si ricompatta un gruppo di 20 corridori. Il secondo scatto è ben più convinto, ma un problema meccanico alla catena consente a Contador di avvantaggiarsi e guadagnare 39”, prendendo la maglia gialla.

PAU – COL DU TOURMALET. Nessun attacco su Marie Blanque e Soulor, anche perchè ci sono troppi tratti in discesa e pianura tra una salita e l’altra. A 11 km dall’arrivo parte Andy Schleck con a ruota Contador e i due rimangono in questa posizione fino al traguardo, se si eccettua un breve scatto dello spagnolo quando mancavano 4 Km.

Note: non considerata l’11a tappa (Chambery – Gap ) e la 17a (Bagneres de Luchon – Pau)

Marco Salonna

I TABELLONI FINALI DEL TOUR 2010: PROMOSSI E BOCCIATI

luglio 28, 2010 by Redazione  
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Si è conclusa da qualche giorno l’edizione 2010 del Tour de France, una corsa che è stata tanto incerta quanto monotona, dominata da attendismi logoranti e insensati tatticismi. Per la terza volta in carriera è stato il madrileno Alberto Contador a trionfare mentre gli italiani si consolano con la maglia verde di Petacchi.

Foto copertina: la stretta tra Contador e Schleck nel corso dell’ultima tappa del Tour (foto Bettini)


Alberto Contador.
Anche quest’anno vince un GT con un esiguo margine di vantaggio sul secondo. I distacchi risicati grazie ai quali batte gli avversari sono indicativi delle reali capacità dell’atleta spagnolo. Delle sue prestazioni in montagna ho già scritto in una precedente pagella ma quest’anno, a differenza di quelli passati, anche nelle prove a cronometro ha deluso o, per meglio dire, ha fatto registrare dei tempi adeguati alle sue caratteristiche fisiche. Vince grazie al supporto di una grande squadra ma non convince. VOTO 8


Andy Schleck.
Aveva ragione, con un minuto di vantaggio su Contador la Grand Boucle sarebbe stata sua. Resta il fatto però che, aldilà dell’ormai famigerato inconveniente tecnico, non ha mai attaccato seriamente il “Pistolero”. Sulla salita di Avoriaz aspetta l’ultimo chilometro per dare la stoccata mentre sul Tourmalet si accontenta delle briciole. Sorvoliamo, poi, sui deleteri surplace cui si è reso mesto protagonista sulle altre salite pirenaiche. A cronometro è molto migliorato ma gli manca una squadra in grado di sostenerlo nelle frazioni più impegnative e, soprattutto, una mentalità vincente. VOTO 7,5

Denis Menchov. Regolarista per eccellenza, patisce sulle Alpi ma sfrutta il controllo esasperato tra Schleck e Contador nella tappa di Ax-3-Domaines per rosicchiare qualche secondo al duo. Sul Tourmalet resiste agli attacchi di un dolorante Samuel Sanchez e, grazie ad una buona gara contro il tempo, strappa all’olimpionico la terza piazza finale. Poteva rischiare di più considerando che questo piazzamento non impreziosisce certo la sua già ricca carriera. VOTO 6,5

Samuel Sanchez. A differenza del russo capitano della Rabobank, per il campione olimpico un piazzamento nei primi 5 della generale è da considerarsi soddisfacente. Senza la brutta caduta della 17° tappa sarebbe potuto arrivare sul podio, dato che è riuscito comunque a staccare Menchov negli ultimi 2 km di ascesa verso il Tourmalet. Bisogna chiedersi se un quarto posto finale vale quanto una possibile vittoria nelle classiche delle Ardenne, gare che lo spagnolo ha disertato per concentrarsi unicamente sulla corsa a tappe francese. VOTO 7

Fabian Cancellara. Si conferma il più forte passista al Mondo, gregario prezioso per Schleck sia sul pavè che sul Tourmalet. VOTO 10

Alexandre Vinokourov. Rimango dell’idea che, senza le tante energie sprecate tra solerti azioni di gregariato, fughe e scatti, avrebbe vinto il Tour. La sua rabbiosa vittoria a Revel resta l’immagine più bella della Grande Boucle. VOTO 9

Alessandro Petacchi. Essere il secondo velocista al Mondo, a 36 anni suonati, significa avere classe e spirito di abnegazione nei confronti della disciplina. Aspettiamo con trepidazione l’evolversi della vicenda sul doping che lo riguarda. VOTO 8


Mark Cavendish.
Dotato di accelerazioni brucianti, vince anche grazie alla penuria di giovani velocisti sul panorama internazionale e all’età avanzata dei grandi sprinter del passato. VOTO 8,5


Ivan Basso.
La tracheobronchite che lo ha colpito durante la corsa non può giustificare l’andamento di un Tour in cui Ivan non è mai stato protagonista. L’anno prossimo deve puntare a vincere la maglia gialla. VOTO 4


Cadel Evans.
Corre due settimane di Tour con un gomito rotto e questo pregiudica fortemente il risultato finale. A differenza di Basso si toglie almeno la soddisfazione di portare, seppur per un giorno, la maglia gialla. VOTO 5


Carlos Sastre.
Prova a far saltare il banco nella tappa del Tourmalet, per poco non gli riesce ma poi crolla. Onorevole Tour per un ciclista che se avesse avuto qualche anno in meno avrebbe potuto far male a molti. VOTO 5

Bradley Wiggins. Invisibile. VOTO 2

Francesco Gandolfi

27-07-2010

luglio 28, 2010 by Redazione  
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TOUR DE WALLONIE

Il francese Laurent Mangel (Saur – Sojasun) si è imposto nella quarta tappa, Vielsalm – Villers-le-Bouillet, percorrendo 168 Km in 4h07′30″, alla media di 40,727 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Marco Marcato (Vacansoleil Pro Cycling Team) e il belga Vantomme. Mangel è il nuovo leader della corsa, con 1″ su Marcato e 6″ su Vantomme.

TOUR ALSACE

La formazione francese Saur – Sojasun si è imposta nel prologo, cronometro a squadre di Sausheim, percorrendo 4,2 Km in 5′39″, alla media di 44,601 Km/h. Ha preceduto di 7/100 la belga BKCP – Powerplus e di 1″ l’elvetico Team Bürgi – Fidi Bc.

CRITERIUM POST TOUR

Natourcriterium Boxmeer (Boxmeer – Paesi Bassi, disputato il 26-07)

Vittoria dell’olandese Lars Boom (Rabobank) davanti al connazionale Terpstra e al lussemburghese Andy Schleck.

Natour Criterium Aalst (Aalst – Belgio, disputato il 26-07)

Vittoria dell’elvetico Fabian Cancellara (Team Saxo Bank) con 5″ sull’italiano Alessandro Petacchi (Lampre-Farnese Vini) e lo spagnolo Barredo Llamazales.

Natourcriterium Roeselare (Roeselare – Belgio)

Vittoria del norvegese Thor Hushovd (Cervélo TestTeam) davanti al belga Van den Broeck e all’elvetico Cancellara. Ivan Basso (Liquigas – Doimo) 6° a 21″.

Bavaria Profronde Stiphout (Paesi Bassi)

Vittoria dell’olandese Robert Gesink (Rabobank) davanti al lussemburghese Andy Schleck (Saxo Bank) e allo spagnolo Alberto Contador Velasco (Astana).

26-07-2010

luglio 27, 2010 by Redazione  
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TOUR DE WALLONIE

Il belga Kristof Goddaert (AG2R La Mondiale) si è imposto nella terza tappa, Andenne – Hotton, percorrendo 180,2 Km in 4h31′04″, alla media di 39,886 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Filippo Pozzato (Team Katusha) e il belga Van Vooren. Goddaert è il nuovo leader della classifica: precede i connazionali Van Vooren (stesso tempo) e Weylandt (2″). Miglior italiano Pozzato, 5° a 4″.

KREIZ BREIZH ELITES (Francia)
L’olandese Boy Van Poppel (Rabobank) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, Carhaix-Plouguer – Rostrenen , percorrendo 169,3 Km in 4h05′25″, alla media di 41,391 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Pichon e il danese Ronning Vinther. In gara gli italiani Alessio Signego e Vincenzo Garofolo, entrambi del Team Nippo, piazzatisi rispettivamente 9° e 41°. Il francese Johan Le Bon (Bretagne – Schuller) si impone in classifica con 26″ e 2′00″ sui connazionali Ragot e Paiani. Signego 10° a 2′30″, Garofolo 49° a 12′16″.

25-07-2010

luglio 26, 2010 by Redazione  
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TOUR DE FRANCE

Il britannico Mark Cavendish (Team HTC – Columbia) si è imposto nella ventesima ed ultima tappa tappa, cronometro Longjumeau – Parigi, percorrendo 102,5 Km in 2h42′21″, alla media di 37,881 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Alessandro Petacchi (Lampre-Farnese Vini) e il neozelandese Dean. Cunego 77°, Contador 81°, Andy Schleck 88°, Armstrong 106°, Basso 143°.
Lo spagnolo Alberto Contador Velasco (Astana) si impone nella classifica finale con 39″ sul lussemburghese Andy Schleck e 2′01″ sul russo Menchov. Miglior italiano Damiano Cunego (Lampre-Farnese Vini), 29° a 56′53″.
Armstrong 23° a 39′20″, Basso 32° a 59′33″

BRIXIA TOUR

L’italiano Roberto Ferrari (De Rosa – Stac Plastic) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Chiari – Orzinuovi, percorrendo 179,5 Km in 3h49′20″, alla media di 46,962 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Sutton e l’italiano Manuele Belletti (Colnago-CSF Inox). L’italiano Domenico Pozzovivo (Colnago-CSF Inox) si impone in classifica con 1′50″ sull’italiano Morris Possoni (Sky Professional Cycling Team Possoni) e 2′39″ sull’irlandese Martin.

TOUR DE WALLONIE

L’olandese Stefan Van Dijk (Verandas Willems) si è imposto nella seconda tappa, Braine-le-Comte – Saintes, percorrendo 201,9 Km in 4h57′02″, alla media di 40,783 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Boeckmans e lo sloveno Bozic. Miglior italiano Danilo Napolitano (Team Katusha), 20°. Van Dijk è il nuovo leader della classifica: precede Napolitano (stesso tempo) e di 2″ il belga Weylandt.

TOUR OF QINGHAI LAKE (Cina)
L’iraniano Mehdi Sohrabi (Tabriz Petrochemical Cycling Team) si è imposto nella nona ed ultima tappa, circuito di Xining, percorrendo 66 Km in 1h17′51″, alla media di 50,867 Km/h. Ha preceduto allo sprint il kazako Tleubayev e il russo Shpilevskiy. Miglior italiano Pier Paolo De Negri (ISD – Neri), 7°. Davide Frattini (Team Type 1), 40°, Salvatore Mancuso (ISD – Neri), 103° a 16″.
L’iraniano Hossein Askari (Tabriz Petrochemical Cycling Team) si impone in classifica con 44″ sul croato Rogina e 1′19″ sullo statunitense Reijnen. Miglior italiano Frattini, 47° a 38′49″. De Negri 81° a 1h05′29″, Mancuso 85° a 1h07′31″.

TOUR OF SZEKLERLAND (Romania)
Quarta ed ultima tappa strutturata in due semitappe.
Il mattino, l’ucraino Oleksandr Sheydyk (ISD Continental Team) si è imposto nella prima semitappa, cronometro Csiba – Baile Harghita. Ha preceduto di 7″ il bulgaro Evgeni Gerganov (Hemus 1896 – Vivelo) e di 10″ il colombiano Pedraza Morales. Miglior italiano Bruno Rizzi (Tusnad Cycling Team), 4° a 12″. Gerganov ha conservato la testa della corsa, con 9″ su Pedraza Morales e 24″ su Rizzi.
Il pomeriggio, l’ucraino Yuriy Agarkov (ISD Continental Team) si è imposto nella seconda semitappa, circuito di Miercurea Ciu. Ha preceduto di 1′50″ il colombiano Castiblanco Cubides e l’ucraino Sheydyk.. Miglior italiano Bruno Rizzi (Tusnad Cycling Team), 6°. Invariate le prime tre piazze della classifica.

KREIZ BREIZH ELITES (Francia)
Due tappe disputate nel secondo giorno di gara.
Il mattino, il francese Julien Antonmarchi si è imposto nella seconda tappa, Cléden-Poher – Carhaix-Plouguer , percorrendo 96,1 Km in 2h12′36″, alla media di 43,484 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Paiani e Laborie. In gara gli italiani Alessio Signego e Vincenzo Garofolo, entrambi del Team Nippo, piazzatisi rispettivamente 37° (a 30″) e 111° (sempre a 30″). Il francese Jean-Lou Paiani passa in testa alla classifica, con lo stesso tempo di Antonmarchi; terzo è Laborie a 12″. Signego 29° a 30″, Garofolo 99° a 30″.
Il pomeriggio, il francese Johan Le Bon (Bretagne – Schuller) si è imposto nella terza tappa, Plouguernével – Ploërdut, percorrendo 102,4 Km in 2h31′27″, alla media di 40,568 Km/h. Ha preceduto i connazionali Ragot (allo sprint) e Pichon (di 2′18″). Signego 8°, Garofolo 77° a 12′04″. Le Bon è il nuovo capoclassifica, con 12″ e 2′00″ sui connazionali Ragot e Paiani. Signego 11° a 2′30″, Garofolo 100° a 12′16″.

PRUEBA VILLAFRANCA-ORDIZIAKO KLASIKA

Lo spagnolo Gorka Izaguirre (Euskaltel – Euskadi) si è imposto nella classica spagnola, percorrendo 166 Km in 3h48′17″, alla media di 43,630 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Ortega e Lastras. Miglior italiano Daniele Ratto (Carmiooro NGC), 16° a 1′05″.

GRAN PRIX DE LA VILLE DE PERENCHIES

Il francese Arnaud Demare si è imposto nella corsa francese. Ha preceduto allo sprint il connazionale Petit e il danese Nielsen.

POMERANIA TOUR

Il tedesco Dirk Müller (Team Nutrixxion Sparkasse) si è imposto nella corsa polacca. Ha preceduto allo sprint il connazionale Lachmann e l’ucraino Duma.

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