06-06-2010

giugno 7, 2010 by Redazione  
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CRITÉRIUM DU DAUPHINÉ
Lo spagnolo Alberto Contador Velasco (Astana) si è imposto nel prologo, circuito di Evian-les-Bains. percorrendo 6,8 Km in 08′34″, alla media di 47,626 Km/h. Ha preceduto di 2″ lo statunitense Van Garderen e di 5″ lo sloveno Brajkovic. Miglior italiano, Dario Cataldo (Quick Step), 5° a 12″.

SKODA-TOUR DE LUXEMBOURG
Lo spagnolo Gorka Izaguirre (Euskatel – Euskadi) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, Mersch – Luxembourg, percorrendo 149,5 Km in 3h01′23″, alla media di 49,453 Km/h. Ha preceduto allo sprint il russo Ivanov e l’italiano Matteo Carrara (Vacansoleil Pro Cycling Team). Lance Armstrong (Team Radioshack) è 48°. Carrara si impone in classifica con 1″ sul lussemburghese Andy Schleck e 30″ su Armstrong.

RINGERIKE GP (Norvegia)
Il norvegese Christoph Pfingsten (Van Vliet Ebh Elshof) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, circuito di Hønefoss, percorrendo 163,4 Km in 3h55′15″, alla media di 41,67 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Bøchmann e lo svedese Landström. Il norvegese Christer Rake (Joker Bianchi) si impone in classifica con 1″ sul russo Firsanov e 51″ su Pfingsten.

TOUR OF SINGKARAK (Indonesia)
L’iraniano Mehdi Sohrabi (Tabriz Petrochemical Team) si è imposto nella sesta ed ultima tappa, Batu Sangkar – Singkarak Lake, percorrendo 140 Km in 3h04′17″, alla media di 45,58 Km/h. Ha preceduto allo sprint il coreano Park e il taiwanese Hsiao. L’iraniano Ghader Mizbani (Tabriz Petrochemical Team) si impone in classifica con 1′07 e 1′38″ sui connazionali Askari e Zargari.

VOLTA CICLISTICA INTERNACIONAL DO PARANA’ (Brasile)
L’argentino Matias Medici (Scott/Marcondes Cesar/São Jose dos Campos) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, circuito di Rolândia, percorrendo 81,6 Km in 2h06′08″, alla media di 38,816 Km/h. Ha preceduto di 28″ i brasiliani Panizo e Costa. Il cileno Marco Arriagada (Funvic/Sundown/Feijão/Tarumã/Pindamonhangaba) si impone in classifica con 15″ sull’argentino Simon e 18″ sul brasiliano Maniezzo.

COUPE DES NATIONS – VILLE DE SAGUENAY
Il francese Arnaud Demare (French National Team) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, circuito di Chicoutimi, percorrendo 128,4 Km in 3h04′16″, alla media di 41,809 Km/h. Ha preceduto allo spriny i tedeschi Meisen e Ries. Lo sloveno Luka Mezgec (Slovenia) si impone in classifica, con 11″ sul colombiano Suarez e 13″ sullo statunitense King.

PHILADELPHIA INTERNATIONAL CHAMPIONSHIP
L’australiano Matthew Goss (HTC-Columbia) si è imposto nella corsa statunitense, percorrendo 251 Km in 6h15′46″, alla media di 40,078 Km/h.
Ha preceduto allo sprint lo slovacco Sagan e il norvegese Kristoff. Miglior italiano Davide Cimolai (Liquigas-Doimo), 19°.

GP KANTON AARGAU
Il belga Kristof Vandewallle (Topsport Vlaanderen – Mercator) si è imposto nella corsa elvetica, percorrendo 193,6 Km in 4h52′54″, alla media di 39,658 Km/h.
Ha preceduto allo sprint l’italiano Emanuele Sella (CarmioOro-NGC) e il tedesco Haussler.

MEMORIAL PHILIPPE VAN CONINGSLOO
Il belga Dries Hollanders (Pws-Eijssen Cycling Team) si è imposto nella corsa belga, percorrendo 185,2 Km in 3h58′22″, alla media di 46,617 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Pardini e Van Melsen.

DELFINATO, SUBITO CONTADOR

giugno 6, 2010 by Redazione  
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Il trionfatore del Tour 2009 esordisce in grande stile al Giro del Delfinato, conquistando subito il primato, grazie al successo nel prologo di Evian-les-Bains. Alle sue spalle l’americano Van Garderen, staccato di 2’’, e lo sloveno Brajkovic, a 5’’. Già importanti i distacchi dei rivali più quotati: Millar paga 15’’, Van den Broeck 21’’, Menchov 24’’, Sanchez 35’’. Due gli italiani nei 10: Cataldo e Malori, rispettivamente 5° e 7°, entrambi a 12’’.

Foto copertina: Contador in giallo nella crono del Tour 2009; oggi è tornato in giallo (al Delfinato). (Foto Roberto Bettini)

Sono bastati 8 minuti e 34 secondi perché Alberto Contador tornasse ad assaporare il gusto di vestire una maglia gialla, anche se ancora non si tratta di quella più prestigiosa, e mettesse già in chiaro quali sono le sue intenzioni per questo Giro del Delfinato, obiettivamente inferiore, a livello di partenti, rispetto alle passate edizioni. Rispetto a dodici mesi fa, abbiamo infatti un Menchov in più, ma anche un Evans e un Valverde in meno, oltre, dopo il Tour 2009, alla sgradevole sensazione che un Contador al 100% non sia ad oggi battibile. E se un anno fa il madrileno si era presentato al via del Delfinato in evidente ritardo di forma rispetto ai rivali (e, se Valverde non prese poi parte alla Grande Boucle per le note vicende, Evans pagò a caro prezzo quel picco di condizione anticipato), il prologo odierno ha lasciato intendere che i suoi propositi per l’edizione 2010 siano ben più bellicosi.
Dopo i consueti avvicendamenti in testa nelle battute iniziali, è stato Janez Brajkovic a piazzare il primo tempo di alto livello, installandosi in vetta alla classifica con un margine di 7’’ – piuttosto ampio in considerazione della prova – nei confronti di Rémi Pauriol, giunto sul traguardo pochi minuti prima. E mentre l’atteso maltempo, che aveva indotto molte squadre ad anticipare la partenza dei propri capitani, non schierandoli al via per ultimi (fra queste proprio la Radioshack dello sloveno), continuava a fare il Godot della situazione, il giovane Janez iniziava probabilmente ad abituarsi all’idea di occupare la testa della classifica, con decine di corridori che neppure riuscivano a scalzare Pauriol dalla piazza d’onore. Erano ormai rimasti soltanto 6-7 nomi sulla carta in grado di ricacciare in gola a Brajkovic il grido di esultanza, quando un pivello americano di 21 anni, Tejay Van Garderen, che in quel drappello di atleti da temere non rientrava di certo, è piombato sull’arrivo in 8’36’’, 3’’ meno dell’apparentemente inattaccabile tempo del leader.
Una doccia gelata, quella inflitta allo sloveno, che l’americano avrebbe però provato sulla sua pelle poco più tardi, quando uno spietato Alberto Contador, ultimo concreta minaccia rimasta, ha infranto il sogno del corridore HTC per appena 1 secondo e 75 centesimi, andandosi subito a vestire di giallo, e infliggendo già distacchi importanti ai possibili rivali per la classifica. Il big più vicino è stato infatti David Millar, forse il meno temibile, alla luce delle tante montagne che condurranno la corsa fino a Sallanches, comunque staccato di 15’’. Peggio è andata a Jurgen Van den Broeck e Denis Menchov, attardati, rispettivamente, di 21 e 24 secondi, mentre una mezza catastrofe si è rivelato il prologo di Samuel Sanchez, capace di perdere oltre 5’’ al chilometro, e di chiudere a 35’’ dal vincitore una prova di circa 6000 metri.
Certo, come detto, ancora molte sono le difficoltà che attendono i corridori fino a domenica prossima, a cominciare già da domani, quando i 3 km al 6,6% della Cote de Miribel-les-Echelles, posta ad appena 6 km dal traguardo, potrebbero già stuzzicare la fantasia di qualcuno, e sventare il comunque possibilissimo scenario di uno sprint a ranghi compatti. Minacciosi appaiono soprattutto i 49 km a cronometro di mercoledì, e le quattro frazioni alpine che seguiranno, con gli arrivi in salita di Risoul e dell’Alpe d’Huez, la scalata a Chamrousse verso Grenoble, e i cinque passaggi sulla rampa di Domancy nella giornata conclusiva. Sfortunatamente per Menchov e soci, tuttavia, montagne di questo genere possono spaventare il pistolero iberico soltanto nel caso in cui la sua forma fosse quanto meno deficitaria, ma le indicazioni odierne non si può dire vadano esattamente in questo senso. È dunque presto per dare per sicura o quasi la prima affermazione al Giro del Delfinato della carriera di Contador, ma è al contempo molto difficile trovare, ora come ora, una ragione logica per cui qualcuno debba o possa sconfiggerlo su un terreno di questo genere.
Prima di chiudere, ci pare doveroso segnalare le prestazioni dei due azzurri che si sono inseriti in top 10, anticipando di molto quasi tutti i favoriti della vigilia: Dario Cataldo, quasi eroe dell’Aquila all’ultimo Giro d’Italia, capace di chiudere 5°, a 12’’, e Adriano Malori, 7°, anch’egli a 12’’, dietro al connazionale per una manciata di centesimi. In assenza di uomini su cui puntare per la classifica generale, è su exploit di giornata che dovremo puntare; in particolare, già da domani, se troverà finalmente una condizione accettabile, sugli sprint di Daniele Bennati.

Matteo Novarini

05-06-2010

giugno 6, 2010 by Redazione  
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FRANCO BALLERINI DAY
L’italiano Filippo Pozzato (Team Katusha) si è imposto nella prima edizione della corsa toscana, percorrendo 75,2 Km in 1h39′50″, alla media di 45,195 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Francesco Ginanni (Androni Giocattoli) e di 20″ l’italiano Alessandro Petacchi (Lampre-Farnese Vini).

SKODA-TOUR DE LUXEMBOURG
Il francese Tony Gallopin (Cofidis, Le Credit en Ligne) si è imposto nella terza tappa, Eschweiler – Diekirch, percorrendo 191,5 Km in 4h57′28″, alla media di 38,626 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Giovanni Visconti (ISD – Neri) e il francese Geniez. Lance Armstrong (Team Radioshack) è 22°. L’italiano Matteo Carrara (Vacansoleil Pro Cycling Team) ha conservato la testa della corsa, con 1″ sul lussemburghese Andy Schleck e 30″ su Armstrong.

RINGERIKE GP (Norvegia)
Il norvegese Christer Rake (Joker Bianchi) si è imposto nella quarta tappa, circuito di Hønefoss, percorrendo 175 Km in 4h35′25″, alla media di 38,124 Km/h. Ha preceduto allo sprint il russo Firsanov e di 54″ il norvegese Hegreberg. Rake è il nuovo leader della corsa, con 1″ su Firsanov e 55″ sull’australiano Matthews.

TOUR OF SINGKARAK (Indonesia)
L’indonesiano Herwin Jaya (Polygon Sweet Nice) si è imposto nella quinta tappa, Sawahlunto – Batu Sangkar, percorrendo 102,4 Km in 2h16′37″, alla media di 44,972 Km/h. Ha preceduto allo sprint il thailandese Mahawong e il filippino Carrera. L’iraniano Ghader Mizbani (Tabriz Petrochemical Team) conserva la testa della classifica, con 1′07 e 1′38″ sui connazionali Askari e Zargari.

VOLTA CICLISTICA INTERNACIONAL DO PARANA’ (Brasile)
L’argentino Jorge Giacinti (Scott/Marcondes Cesar/São Jose dos Campos) si è imposto nella quarta tappa, circuito di Jaguapitã, percorrendo 164,6 Km in 4h09′56″, alla media di 39,514 Km/h. Ha preceduto di 1′24″ e 1′37″ il brasiliano Seabra e Sacramento. Il cileno Marco Arriagada (Funvic/Sundown/Feijão/Tarumã/Pindamonhangaba) conserva la testa della classifica con 23″ sull’argentino Simon e 25″ sul brasiliano Maniezzo.

COUPE DES NATIONS – VILLE DE SAGUENAY
Il francese Johan Lebon (France) si è imposto nella terza tappa, circuito di Kenogami, percorrendo 141 Km in 3h36′22″, alla media di 39,100 Km/h. Ha preceduto di 22″ il tedesco Meisen e il colombiano Pantano. Lo sloveno Luka Mezgec (Slovenia) si porta in testa alla classifica, con 13″ sul colombiano Suarez e 15″ sul francese Courteille.

POZZATO A SEGNO NEL RICORDO DI BALLERINI

giugno 6, 2010 by Redazione  
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È stato la miglior maniera per ricordare Franco Ballerini, il commissario tecnico della nazionale prematuramente scomparso quattro mesi da in un tragico incidente: la prima edizione della gara a lui intolata è andata proprio al più rappresentativo corridore italiano del momento, colui che porta in giro per il mondo le insegne del nostro stato: è stato Filippo Pozzato il primo a tagliare il traguardo di Cantagrillo, regolando allo sprint Francesco Ginanni, uno dei giovani più promettenti del nostro movimento, anch’egli motivato a far bene, vivendo nelle stesse terre del “Ballero”.

Foto copertina: Filippo Pozzato (www.totalsport.it)

Primo Pozzato, secondo Ginanni, terzo Petacchi e quarto Cavendish. Un signor ordine d’arrivo, peccato che si sia trattato della gara che nessun appassionato di ciclismo avrebbe voluto né vedere nè commentare. Non certo per il contenuto tecnico o per lo spettacolo visto lungo il percorso, ma perché si è trattato del Franco Ballerini Day, gara organizzata con il cuore per commemorare e onorare la memoria del CT che ha lasciato il suo mondo, il nostro mondo, troppo presto. Precisamente quattro mesi, fa seduto sul sedile di una macchina da rally, sua altra coinvolgente passione.
Ma la vita di chi resta va avanti e allora quale miglior modo per commemorarlo se non quello di far correre sulle sue strade i “ragazzi di Ballerini”, come gli ha definiti Filippo Pozzato.
Ecco quindi, dall’idea di uno dei migliori organizzatori italiani e dallo stesso campione italiano, nascere la manifestazione odierna, onorata dalla partecipazione di 73 ciclisti tra i quali figuravano la presenza di Filippo Pozzato, del terzo classificato al Giro d’Italia Vincenzo Nibali, del vincitore della tappa di L’Aquila Evgeny Petrov, del trionfatore di Cesenatico Manuel Belletti, del velocista Alessandro Petacchi, dell’emergente Cayetano Sarmiento e poi Francesco Ginanni, Santo Anzà, Matteo Tosatto, Luca Mazzanti.
73 corridori in rappresentanza di tutte le squadre italiane (più Astana e Quick Step) per commemorare un amico e una persona di riferimento per tutto il movimento.
Andiamo ora alla fredda cronaca della gara, disputata a Cantagrillo (Serravalle Pistoiese, che è anche il paese di Ginanni, secondo classificato in questa competizione) su di un circuito pianeggiante di 4,7 chilometri da affrontare 16 volte per un totale di 75,2 km.
Subito è scoppiata la bagarre. Nonostante il gran caldo, immediatamente dopo la partenza sono in dieci ad avvantaggiarsi sul gruppo, con un vantaggio di pochi secondi. L’azione dei battistrada viene però stoppata dopo una decina di chilometri, a vantaggio del contrattacco di Leonardo Giordani (Ceramica Flaminia) che non riesce a fare meglio, tanto che anche la sua azione si esaurisce attorno al Km 20, dopo aver raggiunto un vantaggio massimo di 35”. Dopo una lunga serie di scatti e controscatti, a 25 km dall’arrivo sono in dodici a prendere il largo: Filippo Pozzato, Mark Cavendish, Vincenzo Nibali, Alessandro Petacchi, Francesco Ginanni, Francesco Failli, Enrico Gasparotto, Santo Anzà, Manuel Belletti, Roberto Ferrari, Raffaele Ferrara e Matteo Tosatto.
E’ l’azione decisiva poiché i battistrada trovano ben presto l’accordo e il vantaggio cresce velocemente, superando il minuto a 15 Km dalla conclusione. La lunga marcia di avvicinamento allo sprint finale è segnata da forti emozioni e protagonisti sono Francesco Ginanni e il campione italiano Filippo Pozzato, autori di un allungo a due giri dall’arrivo, che provoca un ulteriore scossone in testa alla corsa. I due percorrono a tutta velocità gli ultimi dieci chilometri, presentandosi senza altri rivali nella volata a ranghi ristretti che, alla fine, premia il campione italiano, autore di uno straordinario sprint.
Per Pozzato dopo il souvenir Ballerini all’ultima Roubaix arriva anche la gara in memoria del CT.
Ci tenevo a vincere questa corsa intitolata alla memoria di Franco” dice Filippo Pozzato ”questa sarà la mia ultima corsa con il tricolore visto che non farò il prossimo campionato italiano e chiudere questa parentesi con una vittoria mi gratifica. Avevo già vinto il trofeo intitolato a Ballerini alla Roubaix come miglior italiano, ora la “sua” corsa. Avevo un rapporto franco con lui che qualche volta mi ha portato a discutere, ma l’amicizia vera si costruisce anche così”.

Mario Prato

IL DELFINATO VA ALLA SCOPERTA DELL’ALPE (ma attenzione a Domancy)

giugno 5, 2010 by Redazione  
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Per la prima volta nella sua storia, iniziata nel 1947, il Criterium del Delfinato ha inserito nel suo “organico” la mitica ascesa dell’Alpe d’Huez che, per un’edizione, andrà a sostituire il classico Mont Ventoux. Sarà indubbiamente il “faro” di questa edizione, ma sbaglierà di grosso chi punterà esclusivamente la sua attenzione su quella tappa. Le due crono non avranno un peso indiferrente e poi, proprio all’ultimo giorno di gara, si dovrà fare i conti con l’aspra salita di Domancy. Ricordate i mondiali del 1980? Per festeggiarne il trentennale il gruppo dovrà inanellarla ben 5 volte e potrebbero bastare per ribaltare i verdetti scritti sull’ ”Alpe degli italiani”.

Foto copertina: i mitici tornanti dell’Alpe d’Huez (www.britishcycling.org.uk)
Altimetrie tratte dal sito www.letour.fr

La strada per il Tour de France presenta un bivio per chi vorrà affinare la condizione in vista della corsa a tappe francese. Chi vorrà un approccio soft sceglierà le strade del Tour de Suisse, che da qualche edizione ha alleggerito i propri tracciati per venire incontro alle richieste di quei direttori sportivi che, nel panorama di corse a tappe sempre più impegnative, reclamavano almeno una gara “light”. Chi, invece, preferirà rodarsi su percorsi decisamente più arcigni si schiererà al via del Critérium du Dauphiné, la prima gara a tappe che il calendario proporrà dopo il Giro d’Italia, corsa che non avrebbe mai potuto privarsi delle frazioni di montagna. Sarebbe stato un controsenso rinunciarvi, come il disegnare un Giro d’Italia tutto in Olanda o una Milano – Sanremo all’inverso.
Non ci saranno solo le montagne, però, per perché il Delfinato è una corsa completa, una sorta di Tour de France in miniatura. Da quest’anno poi la sensazione di somiglianza sarà ancora più forte, acuita dal passaggio di consegne al vertice, avendo il team organizzatore del quotidiano “Le Dauphiné Libéré” passato il testimone agli uomini di A.S.O., lo stesso gruppo che allestisce la Grande Boucle e che detiene l’imprimatur per altre prestigiose corse del calendario mondiale come la Parigi-Nizza, la Roubaix, la Freccia, la Liegi e, da due anni a questa parte, la Vuelta di Spagna (anche se solo al 49%).
L’edizione 2010 si estenderà per 1076 Km complessi tra i centri di Evian-les-Bains, cittadina termale affacciata sulle rive del lago di Ginevra, e di Sallanches, dove si festeggerà il trentennale del mondiale vinto da Bernard Hinault. I primi 4 giorni costituiranno una sorta di festival della velocità poiché il programma proporrà le prove individuali e le tappe riservate ai velocisti, mentre la seconda metà di gara sarà la solita sgroppata sulle montagne delle Alpi francesi. Quest’anno non ci sarà il classico arrivo sul Ventoux, degnamente rimpiazzato dall’Alpe d’Huez, il cui inserimento era stato deciso prima della rivoluzione gestionale della corsa. A fargli compagnia interverranno l’inedita ascesa di Risoul e quelle ben più note di Chamrousse e dei passi del Lautaret, del Glandon e del Grand Cucheron. Gran finale con la salita iridata di Domancy, in grado di ribaltare proprio all’ultimo giorno di gara i verdetti scritti nelle frazioni precedenti.

PROLOGO: EVIAN-LES-BAINS (6,8 Km)
Gli scalatori che temono le prove individuali prenderanno il via da Evian-les-Bains col cuore in pace, per come è stato tracciato il prologo della 62a edizione del Critérium du Dauphiné. L’itinerario proporrà il primo dei 23 GPM previsti in vetta alla modesta ascesa del Chemin de Chez Constantin. È un ostacolo apparentemente risibile per i suoi 2,4 Km al 4,3%, ma, di fatto, costituirà il 35% dell’intero tracciato e, soprattutto, vi si scollinerà a 2,8 Km dalla rampa di lancio. Di conseguenza per i grandi passisti, molti dei quali necessitano di chilometraggi più ampi per carburare ed entrare in pieno esercizio, si annuncia una partenza a handicap e questo permetterà ai corridori meno attrezzati per le cronometro di contenere il distacco. Si prospetta, dunque, una gara piuttosto aperta e assolutamente non noiosa.


1a TAPPA: EVIAN-LES-BAINS – SAINT-LAURENT-DU-PONT (191,5 Km)

Abbiamo pocanzi accennato alla Milano – Sanremo e dobbiamo farlo nuovamente. Il finale della prima delle due frazioni riservate agli sprinter sembra, infatti, una fotocopia di quello della “classicissima” vecchio stile, quando il traguardo era in Via Roma. Al posto del Poggio ci sarà la Côte de Miribel-les-Echelles, asperità più impegnativa del colle ligure di quasi tre punti percentuali (6,6% contro 3,7%), ma più breve nel chilometraggio. Termina la discesa (4 Km al 4,8% circa), bisognerà poi percorrere 2 Km a tutta per raggiungere l’arrivo, grossomodo la stessa distanza che si doveva effettuare sull’Aurelia. L’unica differenza tra i due finali sarà dovuta alla mancanza dei tornanti e, soprattutto, all’isolamento della salita di Miribel-les-Echelles. Non ci sarà nessuna “Cipressa” prima, soltanto alcune “côtes” da scavalcare tra il 45° e il 90° Km di gara. Per i velocisti, dunque, non si prospettano grossi problemi se non quelli dovuto alla presenza di una salita da non sottovalutare nelle battute conclusive. Certo è che molti di loro saranno tagliati fuori dai giochi della vittoria, ma avranno la possibilità di rifarsi il giorno successivo.

2a TAPPA: ANNONAY – BOURG-SAINT-ANDÉOL (177 Km)

Non traggano in inganno i due GPM di seconda categoria segnalati dall’altimetria di questa frazione. I colli del “mulino a vento” e di Benas spiccano solo sul grafico, ma non saranno in grado d’impensierire le squadre dei velocisti, nonostante misurino 10 Km cadauno. Le loro pendenze sono tenere e la loro collazione nel percorso – sul Benas si scollinerà quando mancheranno 52 Km al traguardo – dovrebbe tenere al riparo il gruppo da sorprese. Occorre sempre, però, e in particolar modo in tappe secondarie come questa (L’Aquila insegna), tenere le antenne ben dritte onde evitare che si formino in testa al gruppo drappelli pericolosi, magari in vista dei traguardi della montagna (oggi se ne affronteranno complessivamente quattro) che, con l’avvento della direzione ASO, saranno accompagnati da succulenti traguardi volanti, non previsti nelle scorse edizioni.

3a TAPPA: MONTEUX – SORGUES (49 Km – cronometro individuale)
Un prologo ingrassato. Paragonando le altimetrie della crono d’apertura a Evian e di questa frazione si ha proprio questa impressione. La struttura è simile con tratto iniziale in piano, salita, discesa e finale nuovamente in piano. Il tutto dilatato, ingigantito di almeno 7 volte. Un’altra crono non classica, dunque, non il solito piattone dove le cilindrate alla Cancellara possono fare pieno sfoggio di tutte le loro potenzialità. Tutto, in questa frazione, avrà un suo peso, a partire da un chilometraggio che rasenta i 50 Km, ma che non potrà essere interpretato a un medesimo livello di velocità (stilando le tabelle di marcia, infatti, gli organizzatori hanno messo in conto un’ora di gara, pari a una media di 49 Km/h). Anche stavolta una salita interverrà a spezzare il ritmo e, pur non essendo particolarmente trascendentale e lunga, potrebbero incidere sul risultato finale i quasi duemila metri al 6,8% della Côte de La Roque-sur-Pernes.
Ovviamente, gli scalatori dovranno comunque stringere i denti perché è inevitabile che accusino un distacco che potrebbe anche essere rilevante. Ma le tappe che verranno consentiranno loro di ribaltare i verdetti che la strada avrà scritto viaggiando tra Monteux e Sorgues.

4a TAPPA: SAINT-PAUL-TROIS-CHÂTEAUX – RISOUL (210,5 Km)
Nella collocazione che, fino allo scorso anno, era quella solita della scalata al Ventoux, i partecipanti al Delfinato andranno alla scoperta di un’ascesa inedita, quella verso la stazione invernale di Risoul. Un’arrampicata che non ha i numeri, il pregio e le prerogative per competere col monte provenzale, ma che si annuncia comunque molto interessante e non solo per le sue specifiche caratteristiche tecniche, che sono quelle di una salita destinata a lasciare il segno, anche se non eccessivamente dura. I suoi 12,8 Km al 7% – una pendenza media che l’ascesa mantiene quasi sempre con costanza – e i suoi 7 tornanti saranno, infatti, scrutati con particolare attenzione non solo da chi punta al successo finale, ma anche da chi ha nel mirino il Tour de France del 2011. Pare, infatti, che questa località sarà destinata ad accogliere una frazione della Grande Boucle nell’anno che verrà, dopo un secondo test a settembre, quando vi si concluderà una tappa del Tour de l’Avenir.
Tornando al giorno d’oggi, non ci saranno ulteriori difficoltà in questa frazione che si avvicinerà progressivamente alla catena alpina, guadagnando lentamente quasi 800 metri di quota nei primi 200 Km.

5a TAPPA: SERRE-CHEVALIER – GRENOBLE (143,5 Km)
La seconda giornata di montagna sarà la meno bella dal punto di vista “stilistico” con l’unico neo di prevedere l’ultimo colle non vicinissimo al traguardo, ma collocato a 31 Km dalla meta, fissata in quella Grenoble che, nelle ultime sette edizioni (escluse quelle del 2005 e del 2007), aveva accolto la tappa conclusiva del Criterium. Questo non vuol dire che il tracciato della quinta frazione dovrà assolutamente essere preso sottogamba, poiché si rischierebbe di perdere proprio oggi la possibilità di giocarsi le proprie chanches di vittoria. Il percorso è comunque molto impegnativo e se ci fossero un paio di scalatori che avranno la voglia di far saltare il banco prima dell’arrivo sull’Alpe d’Huez, dovranno provarci. Più difficile il tentativo di un uomo solo, considerata la notevole distanza che dovrà essere percorsa dopo il GPM di Chamrousse, che non a caso è stato considerato “H.C.”, fuori da ogni categoria. Salendo dal versante opposto rispetto a quello affrontato nella cronoscalata del Tour 2001 (vinta da Armstrong), dovranno essere superati quasi 1400 metri di dislivello, record di questa edizione per una sola ascesa, in 13,8 Km di strada. La pendenza media è del 7,9%, con i tratti più difficili all’inizio e, dunque, se si vorrà rendere la corsa dura bisognerà attaccare fin da subito. Poco influenza, invece, avrà la scalata al mitico Lautaret, uno dei passi storici del Tour, che sarà affrontato a 15 Km dalla partenza, tra l’altro salendo dal suo versante più dolce, che mai è impegnativo.
A complicare le cose interverrà la durata complessiva della corsa, vissuta in maniera differente rispetto a un giro di tre settimane: come sempre accade in questo tipo di competizioni, si vivranno, infatti, otto intensissimi giorni di gara. E il non elevato chilometraggio da affrontare quest’oggi potrebbe anche invogliare il gruppo a una partenza piuttosto veloce (Lautaret permettendo), che poi potrebbe essere pagata da molti al momento d’affrontare l’ascesa verso Chamrousse.

6a TAPPA: CROLLES – ALPE-D’HUEZ (151,5 Km)
La tappa “regina” del Delfinato 2010 ha una storia tutto particolare, iniziata con una profonda delusione d’amore, quella causata dal “gran rifiuto” del Tour de France, che l’ha trascurata per ben due edizioni filate. Gli amministratori locali, in piena astinenza da grande ciclismo e vogliosi d’investire soldi in questo sport a dispetto di una crisi economica che ha colpito tutto il mondo, hanno così pensato di concedersi al Criterium alpino che mai, finora, aveva avuto l’onore d’introdurre l’Alpe nel suo “parterre de roi”. Figurarsi come si stava fregando le mani Thierry Cazeneuve, il direttore della competizione, ma ancora non sapeva che l’uragano crisi, risparmiata l’Alpe si stava abbattendo sulla sua creatura, costringendolo a cedere il testimone proprio agli ASO, a coloro che avevano “parcheggiato” in “sala d’attesa” l’Alpe. I “traditori” sono stati ampiamente capaci di farsi perdonare allestendo una frazione degna del percorso, che non sfigurerebbe neppure nel tracciato del Tour de France. Non ci saranno solo i mitici 21 tornanti dell’ascesa finale, ma anche un antipasto di tutto rispetto, rappresentato dalla scalata ai quasi 2000 metri del Glandon, a sua volta preceduto dal colle del Grand Cucheron: in tutto oltre 50 Km di salita e quasi 3400 metri di dislivello per la tappa chiamata a “costumare” la classifica. E se tutto questo ancora non bastasse…

7a TAPPA: ALLEVARD-LES-BAINS – SALLANCHES (148 Km)
…. ci sarà ancora un’estrema possibilità di sovvertire la classifica, rappresentata dalla frazione conclusiva, che al Delfinato non è mai la classica passerella disegnata sulle misure dei velocisti. Nelle ultime edizioni avevamo visto che le salite dell’ultim’ora mai erano riuscite nell’intento, nonostante la loro vicinanza al traguardo di Grenoble. Questa di Sallanches, poi, non si può neanche definirla tappa di vera montagna ma, al contrario dei recenti precedenti, sarà realmente in grado di riservare delle sorprese. Infatti, si celebrerà il trentesimo anniversario della vittoria iridata di Hinault tornando a gareggiare sul circuito di quel mondiale, a tutt’oggi considerato dagli esperti come il più duro mai proposto, spesso preso a termine di paragone. Lungo complessivamente 11 Km, dovrà essere inanellato 5 volte e giocoforza a ogni tornata ci si dovrà arrampicare sull’aspra arrampicata di Domancy, 2400 metri al 9,2% con picchi fino al 14%. Dopo l’ultimo scollinamento mancheranno appena 5 Km al traguardo: stavolta si dovranno per davvero aspettare gli ultimi colpi di pedale per decretare senza ombra di dubbio il vincitore del 79° Critérium du Dauphiné.

Mauro Facoltosi

04-06-2010

giugno 5, 2010 by Redazione  
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SKODA-TOUR DE LUXEMBOURG
Il lussemburghese Fränk Schleck (Team Saxobank) si è imposto nella seconda tappa, Schifflange – Differdange, percorrendo 202,7 Km in 5h10′38″, alla media di 39,152 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Matteo Carrara (Vacansoleil Pro Cycling Team) e di 35″ lo spagnolo Flecha. Lance Armstrong (Team Radioshack) è 6° a 36″. Carrara è il nuovo leader della corsa, con 1″ su Schleck e 30″ su Armstrong.

RINGERIKE GP (Norvegia)
L’australiano Michael Matthews (Team Jayco – Skins) si è imposto anche nella terza tappa, Drammen – Vikersund, percorrendo 150 Km in 3h48′20″, alla media di 39,416 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli olandesi Asselman e Boeve. Lo svedese Alexander Wetterhall (Sweden) conserva la maglia di leader con 19″ sul norvegese Rake e 20″ su Matthews.

TOUR OF SINGKARAK (Indonesia)
L’iraniano Amir Zargari (Azad University) si è imposto nella quarta tappa, Bukit Tingii – Sawahlunto, percorrendo 81,2 Km in 1h51′41″, alla media di 43,623 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Askari e Salehian. L’iraniano Ghader Mizbani (Tabriz Petrochemical Team) conserva la testa della classifica, con 1′07 e 1′38″ sui connazionali Askari e Zargari.

VOLTA CICLISTICA INTERNACIONAL DO PARANA’ (Brasile)
Il cileno Marco Arriagada (Funvic/Sundown/Feijão/Tarumã/Pindamonhangaba) si è imposto nella terza tappa, circuito di Ibiporã, percorrendo 167 Km in 4h01′10″, alla media di 41,548 Km/h. Ha preceduto di 8″ l’argentino Simon e il brasiliano Maniezzo. In classifica ora Arriagada ha un vantaggio di 26″ su Maniezzo e Simon.

COUPE DES NATIONS – VILLE DE SAGUENAY (1a TAPPA – disputata il 03/06)
Il danese Sebastian Lander (Danish National Team) si è imposto nella prima tappa, circuito di Jonquière , percorrendo 140,7 Km in 3h05′13″, alla media di 45,579 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Ries e il canadese Houle, distanziati in classifica di 4″ e 6″.

COUPE DES NATIONS – VILLE DE SAGUENAY (2a TAPPA – disputata il 04/06)
L’eritreo Daniel Teklehaimanot (Mixed UCI) si è imposto nella seconda tappa, circuito di La Baie, percorrendo 148,4 Km in 3h37′59″, alla media di 40,847 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Juul-Jensen e di 1″ lo sloveno Mezgec. Teklehaimanot è il nuovo leader della corsa, con 12″ su Mezgec e 21″ sul kazako Kamyshev.

03-06-2010

giugno 4, 2010 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

SKODA-TOUR DE LUXEMBOURG
L’italiano Giovanni Visconti (ISD-Neri Cycling Team) si è imposto nella prima tappa, Luxembourg – Hesperange, percorrendo 179,7 Km in 4h29′55″, alla media di 39,945 Km/h. Ha preceduto allo sprint il bielorusso Hutarovich e lo sloveno Bozic. Lance Armstrong (Team Radioshack) è 50°.
Il francese Cyril Lemoine (Saur – Sojasun) è il nuovo leader della classifica, con lo stesso tempo dello svizzero Rast. Terzo Armstrong a 1″. Miglior italiano Visconti, 7° a 5″.

RINGERIKE GP (Norvegia)
L’australiano Michael Matthews (Team Jayco – Skins) si è imposto nella seconda tappa, Geilo – Krokstadelva, percorrendo 200 Km in 4h44′56″, alla media di 42,115 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Madsen e l’australiano Dennis. Lo svedese Alexander Wetterhall (Sweden) conserva la maglia di leader con 19″ sul norvegese Rake e 20″ su Matthews.

TOUR OF SINGKARAK (Indonesia)
L’iraniano Ghader Mizbani (Tabriz Petrochemical Team) si è imposto nella terza tappa, Mukomuko – Bukit Tingii, percorrendo 51,3 Km in 1h30′51″, alla media di 33,880 Km/h. Ha preceduto di 51″ il koreano Baek Park e l’iraniano Zargari. Mizbani conserva la testa della classifica, con 1′13 e 1′48″ sui connazionali Askari e Zargari.

VOLTA CICLISTICA INTERNACIONAL DO PARANA’ (Brasile)
Il brasiliano Patrique Gama Azevedo (Cesc São Caetano/Cawamar/Kuruma) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Londrina, percorrendo 84 Km in 2h06′20″, alla media di 39,894 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’argentino Médici e di 2″ il cileno Marco Arriagada (Funvic/Sundown/Feijão/Tarumã/Pindamonhangaba), che conserva la testa della corsa con 12″ sul brasiliano Maniezzo e 14″ sull’argentino Simon

GIRO 2010, PROMOSSI & BOCCIATI

giugno 3, 2010 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Si è appena conclusa un’emozionante edizione del Giro ed è quindi giunto, come per gli studenti a fine anno scolastico, il tempo delle pagelle anche per i ‘girini’.

Promossi

Ivan Basso: smentisce sulle rampe dello Zoncolan tutti coloro che lo davano per spacciato dopo aver assistito a prove non esaltanti sia al Giro del Trentino che a quello di Romandia. Il varesino ha dimostrato, ancora una volta, di saper preparare gli appuntamenti importanti con un lavoro lungo e meticoloso. In corsa riesce a gestirsi con freddezza anche durante le fasi più critiche e a coordinare il lavoro di una squadra all’altezza del proprio capitano. Su di un percorso ricco di salite ma non di lunghe cronometro individuali, Basso non ha avuto rivali. Se il ritmo in montagna è quello dei momenti migliori, rimane un’incognita il suo rendimento nelle gare contro il tempo; questo in ottica della sua partecipazione al Tour può essere motivo di preoccupazione. Voto 10.

David Arroyo:
lo spagnolo ricorda il Chiappucci del Tour del 90′. Grazie alla fuga bidone verso L’Aquila sconvolge le tattiche di corsa e mette paura ai suoi colleghi più quotati con il suo rendimento costante. Capace di gestirsi come pochi, nella tappa della sua débâcle, per poco non gli riusciva il colpaccio grazie ad una discesa magistrale del Mortirolo. Conquista meritatamente una seconda piazza che può valergli la carriera. Voto 9.

Vincenzo Nibali: corre in appoggio di Basso tutta la corsa, infondendogli, con la sua fedeltà, quella serenità e sicurezza che sono risultate determinanti per il suo capitano. Riesce comunque a conquistare una splendida tappa di montagna grazie ad una discesa del Grappa che ci ha ricordato le acrobazie di Savoldelli. Sulle salite che presentano le pendenze maggiori patisce ancora un po’ il ritmo dei migliori. Al Giro non aveva mai brillato, anche a causa della giovane età, riuscendo a dare il meglio di sé al Tour. Questa edizione della corsa rosa ci ha presentato invece un atleta in grado di vincere, già dal prossimo anno, anche sulle nostre strade. Il terzo posto, conquistato nella cronometro conclusiva di Verona, lo sta a certificare. Voto 9.

Michele Scarponi: l’unico che riesce a tenere il passo di Basso in montagna, conquista la splendida tappa del Mortirolo regolando, in volata, il varesino e Nibali anche se il suo capolavoro lo compie nella tappa di Montalcino, quella dello sterrato. Patisce solo le pendenze micidiali dello Zoncolan, forse a causa del rapporto troppo duro che usa per affrontare il Mostro della Carnia. Il sogno di raggiungere il terzo gradino del podio sfuma lungo la discesa delle Torricelle nel corso della cronometro conclusiva di Verona, per opera di Nibali, molto più bravo del marchigiano a guidare la bici quando la strada tende all’ ingiù. Bisogna poi notare che se si escludono i due minuti e mezzo persi nella cronometro a squadre, Michele si sarebbe giocato la maglia rosa per una manciata di secondi! Voto 8,5.


Cadel Evans:
abbastanza fastidioso il fatto che il Campione del Mondo abbia ripetuto nel corso del Giro, in quasi tutte le interviste concesse, che la mancanza di una squadra in grado di supportarlo lo stava lentamente logorando. Dico fastidioso perchè è stato l’australiano a firmare il contratto con la Bmc e, di conseguenza, spettava a lui e solo a lui pretendere che la squadra avesse, tra le proprie fila, gregari di rango capaci di correre un GT ad alto livello (Liquigas docet). Comunque, Cadel si è ben comportato nell’arco delle tre settimane, andando a vincere la splendida tappa dello sterrato, indossando per un giorno la maglia rosa e, infine, conquistando la classifica a punti (graduatoria che premia il più costante negli ordini d’arrivo). Sulle salite più arcigne soffre, e parecchio, forse perchè dovrebbe lavorare maggiormente sulla frequenza di pedalata invece di insistere a tirare dei rapporti che, portandolo ad alzarsi sui pedali, a lungo andare, induriscono troppo i muscoli. L’augurio è di rivederlo competitivo alla Grand Boucle migliorando, come si merita, il deludente quinto posto della corsa rosa. Voto 8.

Alexandre Vinokourov: un leone, non c’è che dire. Pur non essendo un ciclista da lunghe corse a tappe, dà spettacolo in tutte le frazioni di media montagna, scattando più volte nei primi dieci giorni di corsa. Nelle tappe olandesi si riscopre maestro nel creare ventagli in gruppo, sfruttando le forti raffiche di vento che sono sempre presenti lungo le coste di quelle terre. Quando arrivano le salite più severe non regge (ma lo si sapeva) il ritmo dei migliori. Ad ogni modo, riuscendo a gestirsi con intelligenza, evita quelle crisi che lo avrebbero messo fuori classifica. Solo nella penultima tappa, quella del Gavia, spinto dalla voglia di far sua finalmente una tappa, conduce la gara in maniera troppo dispendiosa che, svuotandolo di energie preziose, non gli ha permesso di giocarsi la vittoria nella salita finale. Gli rimane, comunque, la soddisfazione di aver tenuto per qualche giorno il simbolo del primato e di aver colto, con la crono finale, un ottimo sesto posto nella classifica generale. Voto 7+.

Richie Porte: nel ‘giro degli australiani’ questo giovane ciclista ha la soddisfazione di indossare per tre giorni la maglia rosa e dominando la classifica del miglior giovane. Al debutto in un grande giro, dimostra un rendimento elevato e costante, nonostante la sua inesperienza. Balzato inaspettatamente sulla vetta della classifica generale al termine della famigerata tappa aquilana, riesce a concludere in settima posizione un ottimo Giro d’Italia. Sarà lui l’erede di Cadel Evans? Voto 8.

Marco Pinotti: la vera sorpresa di questo Giro. Che fosse un ottimo cronoman lo si sapeva ma vederlo nelle prime posizioni su montagne come lo Zoncolan, francamente, era difficile da prevedere. L’unico rammarico rimane il secondo posto, a soli due secondi dal vincitore, nella cronometro di Verona, a causa di un paio di curve affrontate con poca lucidità. Un nono posto da incorniciare. Voto 8.

Bocciati

Carlos Sastre: partito da Amsterdam con l’ambizione di far suo un Giro d’Italia disegnato sulla carta per scalatori, perde terreno in tutte le tappe a lui teoricamente più congeniali. Si è confermato un atleta da Tour de France, una gara in cui riesce ad esprimere al meglio le sue doti di scalatore e, soprattutto, di fondista su salite che presentano pendenze non così arcigne come quelle italiane. L’ottavo posto finale, per un ex vincitore del Tour, può essere considerato una pesante sconfitta. Voto 4.

Damiano Cunego: non è un atleta da corse a tappe, nonostante si sforzi di programmare una stagione incentrata su questi appuntamenti. Il Giro d’Italia 2004 ormai è solo un lontano ricordo e anche il Cunego di quell’anno è solo un lontano parente del Cunego del 2010. Il secondo posto conquistato nella tappa di Montalcino ed il quarto posto agguantato sullo Zoncolan non modificano un giudizio complessivo che resta non soddisfacente. Perde anche la soddisfazione di entrare nella Top 10 a causa di un ottimo gregario di Basso, Kiserlovski (voto 8 ) , che lo precede di una posizione nella generale. Lo vogliamo vedere più competitivo nelle corse di un giorno. Voto 4,5.

Bradley Wiggins: il pistard inglese scopertosi scalatore sulle montagne francesi del 2009, dopo un avvio fulminante nel prologo di Amsterdam dove ha fatto sua la prima maglia rosa, ha visto ridimensionate le sue ambizioni man mano che le pendenze della corsa rosa lo respingevano. Ha detto di voler migliorare il quarto posto ottenuto lo scorso anno al Tour; vedremo se le salite francesi saranno più clementi con lui. Voto 5.

Francesco Gandolfi

IL METEO DE ILCICLISMO.IT

giugno 3, 2010 by Redazione  
Filed under News

Ilciclismo.it si arricchisce di una rubrica meteorologica, che vi permetterà di essere puntualmente aggiornati sulle situazioni climatiche nelle località sede di gara e indirettamente consigliandovi come farvi trovare “equipaggiati” a bordo strada.
La rubrica abbraccerà le principali corse del calendario, debuttando venerdì 4 giugno con le previsioni relative alla prima edizione del Franco Ballerini Day (in calendario il giorno successivo).

La redazione

foto copertina: piove sul percorso della tappa Figeac – Tolosa, Tour de France del 2008 (foto Reuters)

02-06-2010

giugno 3, 2010 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

SKODA-TOUR DE LUXEMBOURG
Il francese Jimmy Engoulvent (Saur-Sojasun) si è imposto nel prologo, circuito di Luxembourg-Ville, percorrendo 2,6 Km in 3′41″, alla media di 43,314 Km/h. Ha preceduto di 8″ il connazionale Lemoine e lo svizzero Rast. Miglior italiano Giovanni Visconti (ISD-Neri Cycling Team), 12 a 13″. In gara anche Lance Armstrong Team Radioshack), 5° a 9″.

RINGERIKE GP (Norvegia)
Lo svedese Alexander Wetterhall (Sweden) si è imposto nella prima tappa, circuito di Geilo, percorrendo 135 Km in 3h12′32″, alla media di 42,070 Km/h. Ha preceduto di 19″ il norvegese Rake e di 20″ lo svedese Lindgren.

TOUR OF SINGKARAK (Indonesia)
Seconda giornata di gara suddivisa in due semitappe.
Il mattino, il coreano Sung Baek Park (KSPO) si è imposto nella prima semitappa, Padang – Pariaman, percorrendo 84,5 Km in 1h50′20″, alla media di 45,951 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’iraniano Sohrabi e il malaysiano Shahrul Mat Amin. Nuovo leader della corsa è l’iraniano Hossein Askari (Tabriz Petrochemical Team), con lo stesso tempo dei connazionali Mizbani e Pourseyedi.
Il pomeriggio, l’iraniano Amir Zargari (Azad University) si è imposto nella seconda semitappa, Pariaman – Mukomuko, percorrendo 90,6 Km in 2h11′37″, alla media di 41,301 Km/h. Ha preceduto gli iraniani del Tabriz Petrochemical Team Ghader Mizbani (allo sprint ) e Askari (di 7″). Mizbani torna in testa alla classifica, con 7″ su Askari e 44″ su Zargari.

VOLTA CICLISTICA INTERNACIONAL DO PARANA’ (Brasile)
Il cileno Marco Arriagada (Funvic/Sundown/Feijão/Tarumã/Pindamonhangaba) si è imposto nella prima tappa, circuito di Bela Vista do Paraíso, percorrendo 128,4 Km in 3h09′27″, alla media di 40,665 Km/h. Ha preceduto di 4″ il brasiliano Maniezzo e l’argentino Simon, distanziati in classifica di 8″ e 10″.

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