11-06-2010
giugno 12, 2010 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
CRITÉRIUM DU DAUPHINÉ
Lo spagnolo Daniel Navarro Garcia (Astana) si è imposto nella quinta tappa, Serre-Chevalier – Grenoble, percorrendo 143,5 Km in 3h26′16″, alla media di 41,742 Km/h. Ha preceduto di 34″ l’italiano Eros Capecchi (Footon-Servetto) e il francese Pinot.
Lo sloveno Janez Brajkovic (Team Radioshack) conserva la testa della classifica, con 1′15″ sullo statunitense Van Garderen e 1′41″ sullo spagnolo Contador Velasco. Miglior italiano Capecchi, 18° a 4′18″.
GIROBIO
L’italiano Omar Lombardi (Lucchini Unidelta Ecovalsabbia) si è imposto nella prima tappa, circuito di Cairo Montenotte, percorrendo 111,6 Km in 2h47′11″ alla media di 40,052 Km/h. Ha preceduto allo sprint il colombiano Arredondo Moreno e l’italiano Enrico Battaglin (G.S. Zalf Desiree Fior), distanziati in classifica di 4″ e 6″.
CIRCUITO MONTAÑES (Spagna)
Il francese Lilian Jegou (Bretagne – Schuller) si è imposto nella terza tappa, Miengo – El Astillero, percorrendo 178,1 Km in 4h33′51″ alla media di 39,021 Km/h. Ha preceduto di 1′02″ il russo Arguelyes e lo spagnolo Rodríguez Segarra. Miglior italiano Enrico Franzoi (BKCP – Powerplus), 18° a 4′02″.
Jegou è il nuovo leader della classifica, con 1′46″ sul connazionale Lelarge e 2′38″ sullo spagnolo García De Mateo Rubio. Miglior italiano Luca Zanasca (Feudi di San Marzano-CDC-Cavaliere), 20° a 4′12″.
TOUR OF ROMANIA
L’italiano Andrea Pinos (Tusnad Cycling Team) si è imposto nella sesta tappa, Bacau – Buzau, percorrendo 179,5 Km in 5h02′58″, alla media di 35,548 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Andrea Magrin (Cycling Team Friuli) e il tedesco Berger. Il bulgaro Vladimir Koev (Hemus 1896 – Vivelo) conserva la testa della classifica con 4′07″ sull’italiano Bruno Rizzi (Tusnad Cycling Team) e 4′39″ sul greco Tamouridis.
CARPATHIA COURIERS PATH (Polonia)
Due tappe disputate nel terzo giorno di gara, il primo regolarmente effettuato.
Il mattino, il polacco Rafal Majka (Poland National Team) si è imposto nella seconda tappa, cronometro Knurow – Ochotnica Górna, percorrendo 7,5 Km in 13′45″, alla media di 32,727 Km/h. Ha preceduto di 17″ il bulgaro Ivanov e di 33″ il polacco Janiszewski. Unico italiano in gara, Colin Walczak si è piazzato 25° a 1′16″.
Il pomeriggio, il polacco Adrian Honkisz (Poland National Team) si è imposto nella terza tappa, Sromowce Nizne – Jablonka, percorrendo 109 Km in 2h59′40″, alla media di 32,727 Km/h. Ha preceduto di 3″ il bielorusso Bazhkou e il polacco Zielinski. Colin Walczak si è piazzato 8° a 12″. Honkisz si porta in testa alla classifica, con 12″ su Zielinski e 29″ sul belga Sakavets. Walczak è 8° a 50″.
VOLTA AO ALENTEJO EM BICICLETA (Portogallo)
Il portoghese Bruno Pires (Barbot – Siper) si è imposto nella seconda tappa, Viana do Alentejo – Estremoz, percorrendo 180,2 Km in 4h31′07″, alla media di 39,879 Km/h. Ha preceduto di 2″ i connazionali Sancho e Silvestre. Il portoghese Candido Barbosa (Palmeiras Resort – Tavira) conserva la testa della corsa, con 1″ su Pires e 4″ sull’ucraino Chuzhda.
TOUR DE L’OISE (Francia)
Il francese Nadir Haddou (Big Mat – Auber 93) si è imposto nella seconda tappa, Chantilly – Thourotte, percorrendo 188,2 Km in 4h08′53″, alla media di 45,370 Km/h. Ha preceduto di 3″ il connazionale Tronet e di 4″ il danese Joergensen. Haddou è il nuovo leader della corsa, con 6″ su Tronet e 7″ su Joergensen.
DELTA TOUR ZEELAND
L’olandese Jos Van Emden (Rabobank) si è imposto nel prologo, circuito di Hulst, percorrendo 2,7 Km in 03′06″, alla media di 52,258 Km/h. Ha preceduto di 2″ e 3″ i connazionali Flens e Posthuma. Miglior italiano Enrico Peruffo (Carmiooro – NGC), 30° a 11″.
OBERÖSTERREICHRUNDFAHRT (Austria)
Il ceco Leopold Konig (PSK Whirlpool – Author) si è imposto nella prima tappa, Linz – Bad Leonfelden, percorrendo 163,2 Km in 4h01′53″, alla media di 40,482 Km/h. Ha preceduto allo sprint il croato Durasek e lo svizzero Lang. Unici italiani in gara, Fabio Ursi e Manuel Hillebrand si sono piazzati 32° (a 9′05″) e 100° (a 27′16″).
A GRENOBLE VINCE L’ASTANA DI SCORTA
È stato Daniel Navarro, 26enne spagnolo della Astana, a conquistare la 5a frazione del Giro del Delfinato, la Serre-Chevalier – Grenoble di 143,5 km, attaccando sull’ultima ascesa, quella verso Chamrousse, per poi riprendere e staccare gli attaccanti della prima ora. Bella prova di Eros Capecchi, facente parte della fuga, 2° a 34’’ dal vincitore, davanti al francese Pinot. Nessun attacco da parte dei big, che hanno concesso una manciata di secondi a Riblon e Rolland. Classifica generale sostanzialmente invariata, alla vigilia dell’Alpe d’Huez.
Foto copertina: Daniel Navarro conquista a Grenoble la prima vittoria in carriera (foto da www.cyclismactu.net)
Uno spagnolo in maglia Astana, sulle rampe dell’ultima e più impegnativa salita di giornata, risale il gruppo, si sposta sulla destra della sede stradale, scatta, lascia sul posto i rivali, ritorna sulla fuga della prima ora, distanzia gli attaccanti e percorre in perfetta solitudine gli ultimi 35 km, giungendo a braccia alzate sul traguardo. Considerato che si parla di una frazione alpina, e che l’ascesa di cui si diceva è quella di Chamrousse, già teatro, nove anni fa, di una cronoscalata vinta da Lance Armstrong al Tour de France, sembrerebbe il riassunto dell’ennesima dimostrazione di forza di un Alberto Contador finalmente in grado di ristabilire le gerarchie di questo Delfinato. Invece no, perché l’eroe di giornata, pur condividendo con il trionfatore della Grande Boucle 2009 nazionalità, corporatura (un metro e 75 per 61 kg, contro il metro e 77 per 62 kg di Contador) e squadra, risponde al nome di Daniel Navarro, 26enne di Gijon, 13° lo scorso anno alla Vuelta a España. Un vincitore inatteso, non soltanto per via del lavoro di gregariato al quale si pensava sarebbe stato costretto da ordini di scuderia, ma anche e soprattutto perché, in 5 anni da professionista, mai l’asturiano era riuscito a cogliere un successo.
Nel giorno in cui si è finalmente sbloccato, tuttavia, l’iberico ha voluto farlo in grande stile. Al momento del suo attacco, in testa alla corsa restavano ancora, con un margine di circa 3’, tre atleti sganciatisi sin dal Col du Lautaret, scalato in partenza, ridottisi ai soli Eros Capecchi, Egoi Martinez e Thibaut Pinot – omofono del vincitore della tappa di Novi Ligure dello scorso Giro d’Italia -, superstiti di un drappello che includeva in un primo tempo anche Pasamontes, Bole, Tankink e Champion. Navarro è stato quindi fra i molti corridori che hanno animato le prime rampe dell’ascesa verso i 1725 metri di Chamrousse, assieme a Moreau, Delage, Kessiakof, Kern, Kadri e Steensen; azioni che avevano peraltro suscitato speranze, poi disattese, di battaglia tra i migliori nei chilometri successivi. L’uomo Astana ha quindi distanziato uno dopo l’altro i compagni d’avventura, lanciandosi tutto solo all’inseguimento dei battistrada, raggiunti a 7 km dal Gran Premio della Montagna e immediatamente staccati.
Con un margine di 50’’ sulla coppia Capecchi – Pinot, che aveva intanto fatto a meno della compagnia di Egoi Martinez, molto al di sotto gli standard dei suoi giorni migliori, la vittoria dell’uomo Astana appariva comunque ancora decisamente in bilico in vetta alla salita, complice lo spunto veloce di Capecchi, che non avrebbe lasciato scampo allo spagnolo (così come al francese) in caso di sprint a tre. L’iberico ha però completato il suo piccolo capolavoro con la strenua resistenza opposta tanto nella lunga discesa (al termine della quale, a Saint-Martin-d’Uriage, il margine era rimasto invariato), quanto nel successivo tratto pianeggiante, in cui il vantaggio non è mai sceso al di sotto dei 35’’ finali. Navarro ha potuto così celebrare quello che è, come detto, il primo, meritatissimo successo della sua ancora giovane carriera, e, in ottica Tour, ha offerto segnali decisamente confortanti al suo capitano per quel che concerne la solidità della sua formazione, che potrà peraltro contare anche su De la Fuente, Fofonov, Iglinsky e Pereiro, e senza della quale sarà impossibile fronteggiare corazzate come Radioshack e Saxo. Alle sue spalle, Capecchi ha regolato Pinot, non senza qualche rimpianto per un’altra possibile vittoria sfumata in extremis, dopo quella di Saint-Laurent-du-Pont, e per una collaborazione che, nei chilometri finali, non è parsa sempre convinta.
I pretendenti al successo finale non hanno nemmeno oggi preso esempio dalla belligeranza delle seconde linee, e hanno affrontato l’ultima ascesa al ritmo costante e mai proibitivo imposto da Paulinho e Horner, consentendo così a Brajkovic di trascorrere un’altra giornata di relativa tranquillità. Soltanto Christophe Riblon e Pierre Rolland, fra i corridori ben piazzati in classifica (non prendiamo in considerazione la breve e molto poco convinta e convincente accelerazione di Millar negli ultimi metri di scalata), hanno avuto il coraggio di muoversi, rosicchiando 24’’ al plotone, e risalendo così, rispettivamente, dall’11° al 7° e dal 18° al 15° posto. Invariata, per il resto, la graduatoria generale, in cui Brajkovic continua a poter amministrare 1’15’’ su Van Garderen, 1’41’’ su Contador, 1’56’’ su Millar, 2’43’’ su Vogondy e 2’55’’ su Menchov.
Difficile (ci auguriamo) pensare di assistere ad un’altra giornata di stallo domani, quando il Giro del Delfinato vivrà la sua giornata più dura ed attesa, con la scalata ai 1815 metri dell’Alpe d’Huez, preceduta dalla Côte des Fontaines, dal Col du Grand Cucheron e, soprattutto, dal Col du Glandon, posto a 52 km dal traguardo, potenziale trampolino di lancio per eventuali – per quanto improbabili – attacchi da lontano. Sarà questa l’ultima chance per Contador, Menchov e gli altri favoriti della vigilia per ribaltare un Delfinato che, altrimenti, finirà senz’altro nelle mani di Janez Brajkovic, anche oggi apparso pimpante e sicuro, forse confortato anche dalla non eccessiva aggressività degli avversari. Favorito d’obbligo, naturalmente, il capitano Astana; un Contador che, da oggi, sa di poter contare su un gregario di lusso in più.
Matteo Novarini
10-06-2010
giugno 11, 2010 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
CRITÉRIUM DU DAUPHINÉ
Il francese Nicolas Vogondy (Bbox Bouygues Telecom) si è imposto nella quarta tappa, Saint-Paul-Trois-Châteaux – Risoul, percorrendo 210 Km in 6h03′25″, alla media di 34,670 Km/h. Ha preceduto di 12″ il connazionale Sicard e di 15″ lo sloveno Janez Brajkovic (Team Radioshack). Miglior italiano Eros Capecchi (Footon-Servetto), 8° a 18″.
Brajkovic conserva la testa della classifica, con 1′15″ sullo statunitense Van Garderen e 1′41″ sullo spagnolo Contador Velasco. Miglior italiano Dario Cataldo (Quick Step), 23° a 5′09″.
CIRCUITO MONTAÑES (Spagna)
Il francese Noam Lelarge (Bretagne – Schuller) si è imposto nella seconda tappa, Santoña – Ramales De La Victoria, percorrendo 175,5 Km in 4h52′26″ alla media di 36,008 Km/h. Ha preceduto di 1″ e 28″ gli spagnoli García De Mateo Rubio e Fernández Suárez. Miglior italiano Enrico Franzoi (BKCP – Powerplus), 10° a 2′.
Lelarge è il nuovo leader della classifica, con 52″ e 1′19″ su García De Mateo Rubio e Fernández Suárez. Miglior italiano Luca Zanasca (Feudi di San Marzano-CDC-Cavaliere), 29° a 2′47″.
TOUR OF ROMANIA
Il bulgaro Hristomir Angelov (SK Dobrich 1905) si è imposto nella quinta tappa, Botosani – Piatra Neamt, percorrendo 184,3 Km in 4h13′44″, alla media di 43,581 Km/h. Ha preceduto di 5″ l’azero Surutkovych e l’ucraino Kononeko. Miglior italiano Piergiacomo Marcolina (Cycling Team Friuli), 4°. Il bulgaro Vladimir Koev (Hemus 1896 – Vivelo) conserva la testa della classifica con 4′07″ sull’italiano Bruno Rizzi (Tusnad Cycling Team) e 4′39″ sul greco Tamouridis.
CARPATHIA COURIERS PATH (Polonia)
annullata anche la prima tappa
VOLTA AO ALENTEJO EM BICICLETA (Portogallo)
Il portoghese Candido Barbosa (Palmeiras Resort – Tavira) si è imposto nella prima tappa, Vidigueira – Aljustrel, percorrendo 178 Km in 4h21′37″, alla media di 40,823 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Radochla e il portoghese Silvestre. La prima classifica vede Barbosa in testa con 7″ su Radochla e sullo spagnolo Garcia.
TOUR DE L’OISE (Francia)
Il belga Jarl Salomein si è imposto nella prima tappa, Auneuil – Ribécourt, percorrendo 125,4 Km in 2h50′50″, alla media di 44,043 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Vangenechten e Eeckhout, distanziati in classifica di 4″ e 6″.
I BIG SI CONTROLLANO, VOGONDY NE APPROFITTA
Va a Nicolas Vogondy la prima frazione alpina del Giro del Delfinato, 210 km da Saint-Paul-Trois-Châteaux a Risoul, grazie ad un attacco a 1600 metri dall’arrivo. Il francese ha approfittato di una delle molte fasi di stallo che hanno contrassegnato l’ascesa dei favoriti, rimasti coperti fino agli ultimi 4 km, quasi mai all’attacco con decisione, e giunti sul traguardo nello spazio di pochi secondi. Sempre in giallo Brajkovic, molto convincente sulla prima grande montagna della corsa, capace di tenere la ruota di Contador, e di rosicchiare qualche secondo agli altri avversari.
Foto copertina: Vogondy festeggia la sua prima vittoria in carriera al Delfinato (foto Reuters)
Alla partenza, si attendeva la prima grande battaglia tra i big; all’arrivo, si applaude il successo di uno dei tanti outsider che hanno cercato di approfittare del sorprendente attendismo che, in questa prima giornata alpina del Delfinato 2010, ha regnato fra i migliori, mai in avanscoperta fino ai 4 km finali, e mai apparsi seriamente intenzionati a correre rischi in termini di dispendio energetico. Outsider che risponde al nome di Nicolas Vogondy, quasi 33enne di Blois, due volte campione di Francia (nel 2002 e nel 2008), capace oggi di cogliere quello che è, titoli nazionali a parte, il successo più prestigioso della sua lunga carriera, grazie ad un’invidiabile scelta di tempo nel prodursi nell’unico scatto della sua giornata.
Erano stati lo statunitense Danny Pate e l’austriaco Stephan Denifl i primi a tentare l’avventura, avviando, attorno al trentesimo chilometro, l’azione destinata a caratterizzare gran parte della giornata. Tentativo giunto ad un vantaggio massimo di 8’ e mezzo circa, ma che sembrava dover essere neutralizzato, prima ancora che dal mai feroce inseguimento del gruppo, guidato alternatamente da Rabobank, Lampre, Liquigas e Radioshack, dal vento contrario che ha accompagnato i due lungo tutta la vallata che conduceva a Guillestre, ai piedi dell’ascesa finale. Ascesa sulla quale, tuttavia, nessuna squadra di vertice ha avuto la forza ed il coraggio di prendere in mano la situazione in maniera decisa, sicché Denifl, dopo aver deliberato di poter fare a meno della superflua collaborazione di Pate sin dai primi metri di salita, è stato in grado di mantenere pressoché invariato il suo margine per alcuni chilometri, e di passare l’ideale traguardo di metà scalata con ancora 1’ e mezzo di vantaggio.
Alle sue spalle, frattanto, uno stuolo di altre seconde linee (Lefevre, Santaromita, Samoilau, Le Mevel, Mangel, Martinez, Ovechkin, Calzati) metteva in sequenza scatti e controscatti, tutti naufragati, principalmente a causa del vento, dopo poche centinaia di metri. Ma a 4 km dall’arrivo, mentre la Radioshack di Janez Brajkovic iniziava forse ad accarezzare l’idea di poter amministrare la situazione fino al traguardo o quasi, è stato Denis Menchov a dare realmente fuoco alle polveri, con un attacco deciso, cui solo Pujol ha avuto il coraggio di replicare. La Astana ha così deciso di prendere in mano l’inseguimento, sostituendosi alla squadra del leader, e in particolare ad un encomiabile ma stremato Horner, al comando per svariati chilometri, prima che Alberto Contador in persona producesse la trenata per riportarsi definitivamente sul russo, dando al contempo modo a Brajkovic di mettere una prima volta in mostra la sua impressionante brillantezza.
Con una decina di corridori rimasti in testa (tra cui anche un sorprendente Eros Capecchi), e uno stoico Denifl ormai arresosi, nessun big ha però avuto le gambe o l’intraprendenza per approfittare di una situazione ormai animatasi, lasciando così spazio a chi forse era il primo a meravigliarsi di trovarsi in compagnia di Contador, Menchov, Brajkovic e Van den Broeck. È stato allora quel Nicolas Vogondy di cui si diceva in apertura il più lesto ad approfittare della fase di stallo, attaccando a 1600 metri dall’arrivo, guadagnando quasi gratis, in poche centinaia di metri, un discreto gruzzolo di secondi (possiamo ipotizzare una ventina, in assenza di rilevamenti cronometrici esatti), più che sufficiente a consentirgli di cogliere la prima vittoria stagionale. 12’’ più tardi, grazie ad un’azione più o meno analoga, Romain Sicard ha completato la doppietta francese, venendo però costretto a rimandare ulteriormente l’appuntamento con la prima affermazione in questo 2010.
Tra gli uomini di classifica, dopo un altro paio di effimeri cambi di ritmo negli ultimi 700 metri, prima da parte di Contador e quindi di Menchov, è stato proprio il capoclassifica Janez Brajkovic a destare l’impressione migliore, e non solo per la stupefacente facilità con cui ha replicato alle offensive del due volte trionfatore del Tour de France, come già si diceva in precedenza. A 200 metri dal termine, infatti, la maglia gialla si è concessa il lusso di muoversi in prima persona, con una progressione che gli è valsa il terzo posto parziale, a 15’’ dal vincitore, e un lieve ma psicologicamente significativo guadagno in classifica su tutti i rivali, Contador escluso. Taaramae, Rolland, Van den Broeck e Capecchi hanno così concesso 3’’ al leader, mentre Pauriol e Menchov, visibilmente sofferenti negli ultimi metri, hanno lasciato per strada 8’’.
Brajkovic ha così portato il suo margine sul più diretto inseguitore, Tejay Van Garderen, a 1’15’’, e ha conservato intatti i 101’’ che si trova a poter gestire nei confronti di Alberto Contador, salito nel frattempo dal 3° al 4° posto, scavalcando David Millar (ora a 1’56’’). Il vincitore odierno chiude la top 5 con 2’43’’ di ritardo, anche se appare difficile che possa difendere i 12’’ di vantaggio su Denis Menchov, 6° a 2’55’’, e i 23’’ su Van den Broeck, adesso 7° a 3’06’’. Knees (+3’10’’), Taaramae (+3’28’’) e Verdugo (+3’29’’) chiudono la top 10, con il 23enne estone della Cofidis che si lascia preferire in quanto a possibilità di restarvi, quando non di recuperare ulteriori posizioni.
A dispetto di uno spettacolo non propriamente esaltante, la prima frazione alpina del Delfinato 2010 ci ha comunque lasciato in eredità una più chiara definizione dei valori in campo, e innalza forse Janez Brajkovic dallo status di piacevolissima sorpresa a quello di favorito numero 1. Specie se domani, lungo le rampe dell’ascesa di Chamrousse (17,5 km al 7,5%), a dispetto 31 km che separano la vetta dal traguardo di Grenoble, i suoi rivali non daranno prova di un’intraprendenza diversa da quella, molto scarsa, manifestata quest’oggi, con la sola eccezione di Menchov. In caso contrario, quasi soltanto l’Alpe d’Huez si frapporrebbe fra lo sloveno e un sorprendente, ma sin qui meritatissimo, successo finale.
Matteo Novarini
09-06-2010
giugno 10, 2010 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
CRITÉRIUM DU DAUPHINÉ
Lo sloveno Janez Brajkovic (Team Radioshack) si è imposto nella terza tappa, cronometro Monteux – Sorgues, percorrendo 49 Km in 1h01′51″, alla media di 47,534 Km/h. Ha preceduto di 26″ il britannico Millar e di 43″ il norvegese Boasson Hagen. Miglior italiano Dario Cataldo (Quick Step), 20° a 2′54″.
Brajkovic è il nuovo leader della classifica, con 36″ su Millar e 50″ sullo statunitense Van Garderen. Miglior italiano Cataldo, 12° a 3′01″.
CIRCUITO MONTAÑES (Spagna)
Il cileno Carlos I Oyarzun Guiñez (Supermercados Froiz) si è imposto nella prima tappa, Santander – Maliaño, percorrendo 172 Km in 4h13′16″ alla media di 40,747 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Sergi Escobar Roure (Guerola – Valencia Terra I Mar) e di 1″ il ceco Petrus. Miglior italiano Davide Bonuccelli (Feudi di San Marzano-CDC-Cavaliere), 17° a 1′03″.
Escobar Roure è il nuovo leader della classifica, con lo stesso tempo di Oyarzun Guiñez- Terzo a 10″ è il russo Novikov. Miglior italiano Luca Zanasca (Feudi di San Marzano-CDC-Cavaliere), 41° a 1′24″.
TOUR OF ROMANIA
L’italiano Alex Buttazzoni (San Marco Concrete Imet Caneva) si è imposto nella quarta tappa, Suceava – Botosani, percorrendo 219,2 Km in 5h44′55″, alla media di 38,131 Km/h. Ha preceduto allo sprint il greco Tamouridis e l’ucraino Prevar. Il bulgaro Vladimir Koev (Hemus 1896 – Vivelo) conserva la testa della classifica con 4′07″ sull’italiano Bruno Rizzi (Tusnad Cycling Team) e 4′39″ sul greco Tamouridis.
CARPATHIA COURIERS PATH (Polonia)
Il cronoprologo della corsa polacca, una breve cronometro di 1 Km che si sarebbe dovuta disputare a Tarnów, è stata annullata a causa dell’ondata di maltempo che sta colpendo da giorni la Polonia e che ha causato diverse esondazioni.
Anche la prima frazione (Wojnicz – Szerzyny, di 112 Km), prevista per la giornata del 10/06, è stata annullata per i medesimi motivi e sostituita da un cronoprologo di 1,5 Km, che si svolgerà nella cittadina di Wojnicz
CRONOMETRO A BRAJKOVIC, DELFINATO SPALANCATO
Lo sloveno della Radioshack vince nettamente, contro pronostico, la 3a tappa del Giro del Delfinato, 49 km a cronometro da Monteux a Sorgues, rifilando 27’’ a Millar, 55’’ a Menchov e 1’46’’ a Contador, molto al di sotto delle aspettative, lascia per strada 1’46’’. Brajkovic guida ora la graduatoria generale, con 36’’ su Millar e 50’’ su Van Garderen. Contador scivola dal 1° al 4° posto, e rende ora 1’41’’ alla nuova maglia gialla. Domani via alle Alpi, con l’arrivo in quota a Risoul, al termine della tappa più lunga di questa edizione (210 km).
Foto copertina: Brajkovic impegnato nella cronometro di Sorgues (foto AFP)
Il Giro del Delfinato, che si preannunciava come un monologo di Alberto Contador, seriamente candidato, dopo i primi tre giorni di gara, ad indossare la maglia gialla dal primo all’ultimo giorno, è invece ora, dopo i 49 km a cronometro da Monteux a Sorgues, una corsa apertissima, con almeno quattro corridori – almeno sulla carta – in condizione di conquistarla. Questa improvvisa, ritrovata incertezza si deve soprattutto a Janez Brajkovic, ex eterna promessa slovena, che pareva destinato a scivolare nella mediocrità come un Fothen qualsiasi, che sta invece smentendo tutti coloro che già davano per appassito il talento ammirato quattro anni fa sulle strade del Tour de Suisse (5° a 22 anni). Il leader della Radioshack, divenuto capitano unico dopo il forfait di Haimar Zubeldia, ha strapazzato la concorrenza con straordinaria autorità, facendo segnare il miglior intermedio ad ogni rilevamento, scalando più forte di tutti la breve Côte de la Roque-sur-Pernes, e conservando il vantaggio nella successiva discesa, prima di portare a termine più velocemente di tutti l’ultimo terzo di gara. Non solo, ma il team di appartenenza dello sloveno, quella Radioshack che tra un mese tenterà di traghettare Lance Armstrong verso l’ottavo Tour, rappresenta un dettaglio non trascurabile. Se già si sapeva che il texano avrebbe potuto fare affidamento su veterani di sicuro affidamento quali Kloden, Leipheimer, Zubeldia, Popovych e Horner, a questi va ora aggiunto un nuovo, importante tassello, in attesa di vedere quale potrà essere la sua tenuta sulle grandi montagne.
Il 26enne di Metlika, in allegato alla vittoria di tappa, ha conquistato anche il simbolo del primato, sfilato al grande deluso di giornata, quell’Alberto Contador che, con la vittoria nel prologo della scorsa domenica, sembrava avere già una mano e mezza su questo Delfinato. In particolare, dopo due intermedi così così, ai quali rendeva, rispettivamente, 32 e 58 secondi a Brajkovic, lo spagnolo ha pagato moltissimo negli ultimi 18 km, dove ha visto quasi raddoppiare il suo ritardo nei confronti del nuovo leader, schizzato a 1’46’’. Legittimo, a questo punto, ipotizzare che la condizione di Contador possa non essere molto distante da quella dell’anno scorso, quando a cronometro rese diversi secondi a Cadel Evans, e in montagna faticò a reggere il passo dell’australiano e di Valverde, così come possiamo pensare di aver tratto conclusioni affrettate nel dare per più che probabile il suo successo finale dopo la bella prova di apertura.
Quel che è certo, come detto in apertura, è che, dopo aver pensato per tre giorni che fosse solo questione di tempo e volontà prima che Contador piazzasse la stoccata in grado di uccidere la corsa, ci troviamo invece, adesso, di fronte ad una gara quanto mai aperta. Non solo da Brajkovic, infatti, dovrà guardarsi l’ex maglia gialla – o meglio, non solo lui dovrà staccare in salita-, ma, se Van Garderen non desta particolare preoccupazione in ottica classifica generale, una certa considerazione merita senz’altro David Millar, non certo un mago delle grandi montagne, ma teoricamente in grado di resistere almeno in un paio delle quattro restanti tappe alpine. E se anche per il britannico appaiono comunque eccessivi gli ostacoli rappresentati dal Gladon e dall’Alpe d’Huez, in programma sabato, e non sarà facile per lui limitare i danni sulle ascese di Risoul e Chamrousse, non altrettanto si può dire per Denis Menchov, tanto sfortunato nei giorni scorsi quanto convincente quest’oggi, alla fine 5° a 55’’ dal vincitore, e portatosi in top 10 (8°), a 2’47’’ dalla vetta. Più dell’attuale ritardo, conta però soprattutto, per quel che concerne il russo, l’aver dimostrato di aver superato i postumi della caduta della 1a tappa, specie in ottica Tour de France.
Sarebbe invece un atto di fede attribuire ancora qualche chance di successo all’altro grande atteso della vigilia di questo Delfinato (non certo di questa cronometro, visto che già domenica aveva dato segnali poco incoraggianti), Samuel Sanchez, che ha pagato oggi oltre 4’ al vincitore, e a Jurgen Van den Broeck, solo 18° a 2’48’’, per quanto, nel suo caso, i 3’03’’ in generale lascino ancora un barlume di speranza. Sarà invece interessante osservare la tenuta in montagna di Branislau Samoilau, uscito con un’ottima gamba dal Giro d’Italia, oggi 12° a 2’27’’ da Brajkovic, anche se il divario in classifica è già pesante (quasi 4’).
È comunque probabile che buona parte dei nostri dubbi vengano dissipati già domani, quando il Delfinato prenderà le mosse da Saint-Paul-Trois-Châteaux, per arrampicarsi ai 1870 metri di Risoul, al termine della sua frazione più lunga (210 km). Gli ultimi 12,8 km, in salita con una pendenza media del 7%, chiariranno in maniera pressoché definitiva le condizioni di forma dei favoriti, e mostreranno chi è partito da Evian-les-Bains per vincere, e chi solo per preparare al meglio il Tour. In quale delle due categoria debba essere annoverato Contador è probabilmente l’interrogativo più importante, dal quale dipende buona parte dell’esito di questo Delfinato, e al quale sarà forse possibile rispondere fra 24 ore. Nel frattempo, è giusto però celebrare l’esplosione (definitiva?) del talento di Janez Brajkovic, riuscito finalmente a distinguersi dalla schiera di eterne promesse incompiute che da sempre pullulano in gruppo.
Matteo Novarini
08-06-2010
giugno 9, 2010 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
CRITÉRIUM DU DAUPHINÉ
L’argentino Juan José Haedo (Team Saxo Bank) si è imposto nella seconda tappa, Annonay – Bourg-Saint-Andéol, percorrendo 177 Km in 4h24′10″, alla media di 40,202 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Reimer e lo sloveno Bole. Miglior italiano Davide Appollonio (Cervelo Test Team), 13°.
Lo spagnolo Alberto Contador Velasco (Astana) conserva la maglia di leader con 2″ sullo statunitense Van Garderen e 5″ sullo sloveno Brajkovic. Miglior italiano Dario Cataldo (Quick Step), 5° a 12″.
CIRCUITO MONTAÑES (Spagna)
L’olandese Martijn Keizer (Rabobank Continental) si è imposto nel prologo, circuito di Santander, percorrendo 5,8 Km in 7′ alla media di 49,714 Km/h. Ha preceduto di 5″ e 8″ gli spagnoli Molto Molla e Escobar Roure. Miglior italiano Luca Zanasca (Feudi di San Marzano-CDC-Cavaliere), 39° a 29″.
TOUR OF ROMANIA
L’italiano Gianpaolo Biolo (San Marco Concrete Imet Caneva) si è imposto nella terza tappa, Vatra Dornei – Suceava, percorrendo 137,6 Km in 3h27′12″, alla media di 39,845 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Andrea Magrin (Cycling Team Friuli) e Rino Zampilli (Hemus 1896 – Vivelo). Il bulgaro Vladimir Koev (Hemus 1896 – Vivelo) conserva la testa della classifica con 4′07″ sull’italiano Bruno Rizzi (Tusnad Cycling Team) e 4′45″ sul greco Tamouridis.
CLASICO DE CICLISMO SAN ANTONIO DE PADUA DE GUAYAMA (disputato il 06/06)
Il colombiano Alexander González Peña si è imposto nella corsa portoricana, percorrendo 141 Km in 3h33′40″ , alla media di 39,594 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Gutiérrez García e Alzate Escobar.
HAEDO REGALE, CONTADOR SEMPRE IN GIALLO
L’argentino vince allo sprint la 2a tappa del Giro del Delfinato, 177 km da Annonay a Bourg-Saint-Andéol, precedendo con impressionante facilità Martin Reimer e Grega Bole. Volata molto condizionata dal vento, con i favoriti Boasson Hagen e Bennati molto indietro. Ripresa in vista dell’ultimo chilometro la fuga mattutina, cui il gruppo ha recuperato 3’ e mezzo in meno di 30 km. Contador conserva senza difficoltà la maglia gialla, in attesa della cronometro di domani.
Foto copertina: Haedo alza le braccia sul traguardo di Bourg-Saint-Andéol (foto Isabelle Duchesne).
Volata doveva essere, e volata è stata, ma con molti più patemi di quanto ci si attendesse alla vigilia. Malgrado un vantaggio massimo non trascendentale (8’10’’), una composizione non particolarmente promettente (Augé, Tankin, Delaplace, Isasi e Bonnafond), e un margine che a 50 km circa dal traguardo, dopo lo scollinamento sull’ultimo GPM di giornata, il Col du Benas, era già al di sotto dei 4’, soltanto a 1200 metri dal termine il gruppo ha avuto ragione della fuga della prima ora, che, ad un tratto, era sembrata anzi aver piazzato il colpo grosso. A meno di 30 km dall’arrivo, infatti, il plotone accusava ancora 3’ e mezzo circa di margine, con il Team Sky come unica compagine ad inscenare un inseguimento degno di questo nome. Un distacco che lasciava presagire non solo una restrizione della lotta per il successo parziale ai cinque battistrada, ma anche un cambio di leadership tutto spagnolo, con il giallo sulle spalle di Contador che pareva destinato a passare su quelle Isasi, 33 anni e nessuna vittoria in carriera, distante stamane appena 34’’ in classifica generale. Saxo Bank (per Haedo), Liquigas (per Bennati) e Footon Servetto (per Capecchi) si sono però improvvisamente unite agli uomini al servizio di Geraint Thomas, dando luogo ad un’insperata rimonta, che ha ridotto il margine ad una quarantina di secondi con ancora 8 km da percorrere.
Proprio quando il destino dei fuggitivi sembrava scritto, un’improvvisa successione di strappetti ha reintrodotto suspense nel finale, rallentando considerevolmente la caccia del plotone, facendo emergere la stanchezza accumulata in 20 km di andature folli. Dopo 3 km di margine pressoché invariato, i cinque coraggiosi hanno però pensato bene di fare harakiri, iniziando a scattarsi in faccia con larghissimo anticipo su quanto la situazione consentiva, permettendo così al gruppo, riorganizzatosi, di ricucire definitivamente il gap proprio in vista del triangolo rosso (che in realtà, in questo Delfinato, è uno striscione rettangolare nero).
Il lungo inseguimento non ha però mancato di lasciare in eredità allo sprint uno stato di generale stanchezza e confusione, senza squadre in grado di prendere in mano la situazione, ma con Garmin, Cervélo, Lampre, Footon Servetto, Sky e Liquigas impegnate nella costruzione di improbabili mini-treni di tre vagoni al massimo. L’ultimo chilometro ha così visto alternarsi in testa uomini Cervélo e Sky, con questi ultimi che sono in qualche modo riusciti a lanciare decentemente Thomas. Il britannico, complice un discreto vento contrario sul rettilineo finale, non è però riuscito a mettersi in moto come avrebbe voluto, venendo così risucchiato da uno stuolo di outsider, mentre Bennati, ancora molto lontano da una condizione anche solo accettabile, si perdeva nei meandri del plotone. Anche questi nomi meno noti (Reimer, Bole, Sébastien Chavanel, Kluge, Stauff, Galland) non riuscivano tuttavia a spezzare la barriera su cui sembravano incartarsi tutti coloro che mettevano il naso davanti, che faceva sì che non meno di 5-6 corridori si presentassero pressoché appaiati ai 100 metri finali.
Ma mentre lo sguardo degli spettatori correva all’asfalto, per cercare di cogliere dalle ombre su di esso quale ruota fosse più avanti, a spazzare via ogni dubbio e la concorrenza è arrivato Juan José Haedo, 29enne argentino di Chascomus, capace di recuperare parecchi metri di svantaggio, di trovare un pertugio lungo le transenne nella muraglia umana davanti a lui, e di passare a velocità doppia i rivali, distanziandoli di una bicicletta circa sull’arrivo. Lo sprinter Saxo ha così colto un successo che sorprende non certo in sé (Haedo è uomo di sicuro affidamento, giunto alla 39a vittoria in carriera, che nelle ultime stagioni ha timbrato almeno 5-6 volte l’anno), quanto per le proporzioni e la apparente facilità con cui è stato ottenuto, con una rimonta alla Robbie McEwen o Tom Steels dei giorni d’oro. Alle sue spalle, Martin Reimer ha legittimato con la piazza d’onore il grande lavoro della Cervélo, e Grega Bole è salito nuovamente sul podio, dopo la vittoria di ieri.
Purtroppo per l’argentino, il giorno in cui ha dimostrato di avere una marcia in più rispetto agli altri sprinter coincide con la fine delle opportunità per le ruote veloci in questo Delfinato. Da domani, infatti, l’attenzione si sposterà sulla classifica generale, rimasta quest’oggi pressoché invariata (anche se è da segnalare la mancata partenza, stamane, di Haimar Zubeldia, co-capitano Radioshack insieme a Brajkovic), con la maglia di leader ancora saldamente sulle spalle di Alberto Contador. I cinque giorni decisivi della corsa inizieranno con l’ultima frazione pianeggiante della settimana, 49 km da Monteux a Sorgues, che avrà però la non indifferente particolarità di disputarsi contro il tempo, prima dell’abbuffata di montagne tra giovedì e domenica. Contador parte, sulla carta, ancora favorito, perlomeno per quel che concerne gli uomini di classifica, assieme a David Millar. Da verificare, invece, le condizioni di Denis Menchov, caduto ieri, e giunto oggi sul traguardo con 22’’ di ritardo dal gruppo. Distacco poco significativo di per sé, ma che, se non dovessero emergere delle motivazioni valide in queste ore, autorizzerebbe a pensare a postumi più gravi del previsto per quello che, almeno fino a stamane, era il favorito numero 2 di questo Delfinato.
Matteo Novarini
07-06-2010
giugno 8, 2010 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
CRITÉRIUM DU DAUPHINÉ
Lo sloveno Grega Bole (Lampre-Farnese Vini) si è imposto nella prima tappa, Evian-les-Bains – Saint-Laurent-du-Pont, percorrendo 191 Km in 4h47′24″, alla media di 39,874 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo slovacco Velits e il britannico Thomas. Miglior italiano, Dario Cataldo (Quick Step), 12°.
Lo spagnolo Alberto Contador Velasco (Astana) conserva la maglia di leader con 2″ sullo statunitense Van Garderen e 5″ sullo sloveno Brajkovic. Cataldo è 5° a 12″.
CAMPIONATI NAZIONALI DANESI U23 (disputati il 28 e 30 maggio)
Si sono laureati campioni nazionali per la categoria U23 Rasmus Christian Quaade (Team Designa Køkken) nella cronometro e Ricky Eno Jorgensen (GLU) nella gara su strada
CAMPIONATI NAZIONALI CUBANI (disputati il 25 e 27 maggio)
Si sono laureati campioni nazionali Dalila Rodriguez Hernandez (crono donne), Arnold Alcolea (crono uomini), Yudelmis Dominguez Masague (strada donne) e Raul Granjel (strada uomini)
COPPA DELLA PACE – TROFEO FRATELLI ANELLI
L’ìtaliano Fabio Piscopiello (Vega Prefabbricati Montappone) si è imposto nella corsa italiana, percorrendo 166 Km in 4h13′20″, alla media di 39,315 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Manuele Boaro (Trevigiani Dynamon Bottoli) e il rumeno Nechita.
TOUR OF ROMANIA – PROLOGO (disputato il 05/06)
L’ìtaliano Angelo Ciccone (San Marco Concrete Imet Caneva) si è imposto nel prologo, circuito di Deva, percorrendo 3 Km in 3′21″, alla media di 53,731 Km/h. Ha preceduto il greco Tamouridis (stesso tempo) e il bulgaro Angelov (di 1″).
TOUR OF ROMANIA – 1a TAPPA (disputata il 06/06)
Il bulgaro Yovcho Yovchev (Hemus 1896 – Vivelo) si è imposto nel prima tappa, Alba Iulia – Targu Mures, percorrendo 118 Km in 2h42′28″, alla media di 43,578 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’ucraino Tsvetkov e di 6″ l’italiano Fabio Masotti (San Marco Concrete Imet Caneva). Yovchev si porta in testa alla classifica con 12″ sull’italiano Gianpaolo Biolo (San Marco Concrete Imet Caneva) e Tsvetkov.
TOUR OF ROMANIA – 2a TAPPA (disputata il 07/06)
Il bulgaro Vladimir Koev (Hemus 1896 – Vivelo) si è imposto nella seconda tappa, Targu Mures – Vatra Dornei, percorrendo 174,8 Km in 4h06′44″, alla media di 42,507 Km/h. Ha preceduto di 4′45″ il greco Tamouridis e l’italiano Alessandro De Marchi (Cycling Team Friuli). Koev si porta in testa alla classifica con 4′07″ sull’italiano Bruno Rizzi (Tusnad Cycling Team) e 4′45″ su Tamouridis.
BOLE, VITTORIA CON GIALLO
Lo sloveno della Lampre vince allo sprint la 1a tappa del Giro del Delfinato, 191 km da Evian-les-Bains a Saint-Laurent-du-Pont, anticipando di una manciata di centimetri Peter Velits, stretto contro le transenne sul traguardo con una manovra al limite del regolamento. Neutralizzato all’ultimo chilometro un tentativo di Brajkovic e Capecchi. Menchov accusa oltre 1’ di ritardo a seguito di una caduta. Contador sempre in giallo, davanti a Van Garderen e Brajkovic.
Foto copertina: Bole si impone nella prima tappa in linea del Giro del Delfinato (foto Reuters)
È Grega Bole, 24enne sloveno di Jesenice, ad un nulla dal confine austriaco, a regalare alla Lampre il primo sorriso dopo un Giro d’Italia molto al di sotto delle aspettative, conquistando la prima frazione in linea del Giro del Delfinato, dopo il prologo che, 24 ore fa, aveva incoronato Alberto Contador quale primo capoclassifica di questa edizione. Successo arrivato al termine di uno sprint piuttosto caotico, con alcuni velocisti rimasti staccati o con gambe troppo appesantite in seguito alla scalata alla Côte de Miribel-les-Echelles, ultima delle quattro salitelle in programma quest’oggi, posta a 6 chilometri e spiccioli dal traguardo, e non senza uno strascico polemico. Dopo aver scavalcato Geraint Thomas, partito lunghissimo, Bole sembrava infatti lanciatissimo verso la prima affermazione stagionale, finché, all’interno dell’ultima semicurva, non si è materializzata la sagoma di Peter Velits, slovacco del Team Columbia-HTC, in netta rimonta; non tanto da permettergli di scavalcare l’uomo Lampre, ma abbastanza per far inquietare il giovane Grega, che già si preparava ad alzare le braccia. In uno slancio di apprensione giustificabile solo con l’età acerba, Bole, per non rischiare, ha allora inutilmente e pericolosamente stretto Velits all’interno, quando ormai i metri dal traguardo non erano più di 10, e le possibilità di perdere la corsa pressoché nulle. A meno di sconvolgimenti nelle prossime ore, i giudici dovrebbero confermare l’ordine d’arrivo, ma la sciocchezza della manovra di Bole va in ogni caso rimarcata, unitamente agli indubbi meriti dello sloveno, legittimo vincitore di giornata.
Ruolo, quest’ultimo, che era stato sul punto di essere conquistato, poco prima, con una bellissima azione in discesa, dal suo connazionale Janez Brajkovic, finalmente ai livelli cui era atteso da qualche anno, in particolare dal 5° posto al Giro di Svizzera 2006. Riassorbiti Kadri, Gautier, Minard, Ladagnous e Rollin, fuggitivi della prima ora, il leader Radioshack era stato infatti tra i molti corridori che avevano mostrato gambe e coraggio attaccando sulle non proibitive rampe dell’ultima côte di giornata, ed era riuscito ad inserirsi nel drappello di sei uomini all’inseguimento di Seeldrayers e Pujol, scollinati con un pugno di metri di margine. La coppia e il plotoncino si sono quindi fusi poco dopo la vetta, nel breve tratto in falsopiano, prima che, nella picchiata vera e propria, il 3° classificato del prologo di ieri desse sfogo alle sue finora poco note doti di discesista, guadagnando rapidamente un discreto margine sul gruppo principale, nel frattempo rientrato sugli altri attaccanti.
Ad attenuare le sue speranze di successo di tappa, ma ad incrementare quelle di maglia gialla (5’’ separavano infatti Brajkovic da Contador stamane), è quindi rientrato sullo sloveno Eros Capecchi, quando ancora i secondi di margine sul plotone sfioravano la decina. La coppia ha però faticato a trovare la necessaria collaborazione, e alcuni istanti di esitazione di troppo hanno sancito il definitivo ricongiungimento, a 500 metri circa dalla linea bianca, prima dello sprint, lanciato dagli uomini Sky, di cui si diceva in apertura.
Vorremmo poter chiudere qui la cronaca di questa frazione, limitandoci ad attacchi e volate, ma una rilevanza ancora maggiore, in ottica classifica finale, rischia di assumere la caduta che ha avuto luogo a poco meno di 20 km dal termine, che ha visto coinvolti, fra gli altri, Denis Menchov, Mauricio Soler, Edvald Boasson Hagen, Daniele Bennati, Juan José Cobo e Samuel Sanchez, quest’ultimo comunque in grado di rientrare nel finale, aiutato da alcuni compagni. Senza fatica alcuna, Contador ha così incrementato di 1’11’’ il margine in graduatoria generale nei confronti del russo della Rabobank, che continuiamo comunque a considerare il suo più accreditato rivale, ma che rende ora allo spagnolo 1’35’’, quando le tappe decisive ancora non sono arrivate.
Tappe decisive che non inizieranno nemmeno domani, quando il Delfinato si sposterà da Annonay a Bourg-Saint-Andréol, lungo 177 km di percorso vallonato, ma che, scavalcato il Col du Benas (ascesa di 2a categoria, di oltre 10 km, ma con pendenza media inferiore al 5%), a 50 km abbondanti dal termine, sfocerà in un lungo biliardo fino all’arrivo. Difficile dunque pensare ad un epilogo diverso da uno sprint a ranghi compatti, complice il fatto che ben difficilmente, da mercoledì in avanti, le squadre degli sprinter avranno altre occasioni di far scaricare i loro cavalli ai rispettivi leader. Aspettiamo dunque Bennati, Boasson Hagen e compagnia; sempre che gli sloveni, inattesi mattatori di questo avvio di Delfinato, non abbiano in serbo qualche altro colpo a sensazione.
Matteo Novarini