L’IRIDE NELLA PIOGGIA

maggio 15, 2010 by Redazione  
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Cadel Evans vince una splendida 7a tappa del Giro d’Italia, 220 km da Carrara a Montalcino, battendo in uno sprint a cinque Damiano Cunego, Alexander Vinokourov, Marco Pinotti e David Arroyo. Il kazako riconquista la maglia rosa. 2’ di ritardo per Nibali, che precede di pochi secondi Ivan Basso. Staccatissimo Carlos Sastre, rimasto indietro a 50 km dal traguardo, giunto all’arrivo con 5’20’’ di ritardo. Bene Garzelli, che cede solo nel finale.

Foto copertina: Cadel Evans taglia a braccia alzate il traguardo di Montalcino (foto Roberto Bettini)

Non è stato necessario aspettare le grandi montagne per vivere una giornata di ciclismo memorabile in questo 93° Giro d’Italia. Sono infatti bastati lo sterrato toscano e le rampe dell’ascesa di Poggio Civitella per stravolgere la classifica generale, vedere la maglia rosa tornare sulle spalle di un Alexander Vinokourov che sembra tornato ai fasti del Tour 2003 o della Vuelta 2006, ritrovare Damiano Cunego a livelli di vertice, registrare distacchi pesantissimi per due pretendenti alla maglia rosa finale (Ivan Basso e Carlos Sastre), e applaudire un campione del mondo che vince in grande stile, e si candida seriamente alla maglia rosa veronese.
Il tutto è stato reso possibile anche da condizioni meteorologiche tremende, con pioggia, freddo e vento che hanno accompagnato i corridori quasi per tutta la corsa, iniziando a flagellare la carovana pochi chilometri dopo la partenza da Carrara. Tanto più che, sin dalle battute iniziali, il gruppo ha fatto più che sul serio, percorrendo oltre 52 km nella prima ora di corsa, e concedendo spazio ad una fuga soltanto dopo oltre 80 km. Sono stati l’olandese Flens e il danese Sorensen ad animare il tentativo che ha caratterizzato la fase centrale della tappa, esauritosi comunque già sulla salita del Passo del Rospatoio, a 40 km dal traguardo, sotto l’impulso di Dario David Cioni e degli uomini Acqua & Sapone di Stefano Garzelli. Poco prima, a 50 km abbondanti dal termine, la corsa aveva già registrato il primo, vero colpo di scena, allorché Carlos Sastre era rimasto ancora una volta vittima del suo vizio di correre perennemente in coda al plotone, a dispetto di anni e anni di esperienza, restando nella seconda parte del gruppo quando questo si è frazionato per l’alta velocità e il forte vento.
Il colpo di teatro più rilevante è arrivato però a 35 km circa dal termine, nella discesa del già citato Passo del Rospatoio, quando Michele Scarponi è scivolato sull’asfalto viscido, trascinandosi dietro nel capitombolo la maglia rosa di Vincenzo Nibali. Il siciliano ha dovuto attendere l’assistenza dell’ammiraglia per oltre 1’, ritardo che ha costretto il capoclassifica e il duo Agnoli – Dall’Antonia ad un inseguimento disperato. Davanti, per nulla impietositi, Garzelli, Vinokourov, Rohregger, Gerdemann e Bakelandts si sono avvantaggiati in discesa, approcciando dunque con qualche secondo di margine il primo tratto di strade bianche. Gerdemann è stato il primo a provare ad avvantaggiarsi, venendo però prontamente riassorbito dai compagni d’avventura, su cui sono poco dopo rientrati altri venti corridori circa, tra cui Cadel Evans e Damiano Cunego, particolarmente brillanti. E mentre davanti il veronese iniziava a saggiare già in un tratto in asfalto la resistenza degli avversari, Ivan Basso, rimasto a sua volta attardato nella caduta, veniva ripreso dal plotoncino della maglia rosa, e Carlos Sastre naufragava a minuti e minuti di distacco (oltre 5’ alla fine).
La corsa è quindi esplosa definitivamente sulle prime e più impegnative rampe del Poggio Civitella, a poco più di 15 km dal termine, con due accelerazioni in rapida successione di Alexander Vinokourov che hanno sgretolato il drappello di testa, progressioni cui il solo Cadel Evans è riuscito a rispondere prontamente. Garzelli, Gadret, Pinotti, Arroyo e Cunego sono invece riusciti a rientrare in un secondo momento, superati i muri più selettivi, e a restare agganciati fino a poco meno di 10 km dal traguardo. È stato allora che un ulteriore attacco del kazako, cui ancora una volta si è accodato il solo Evans, ha provocato una frattura che il solo Arroyo è riuscito a sanare entro la fine del tratto sterrato, e che sembrava dover restringere a tre uomini il discorso vittoria di tappa. La poca collaborazione del terzetto sull’ultimo strappo prima del GPM di Poggio Civitella ha però consentito il rientro di un ritrovato Damiano Cunego e di un più che sorprendente Marco Pinotti, proprio in vista dello striscione del Gran Premio della Montagna.
Superata in un amen la picchiata verso Montalcino, Cadel Evans ha preso in mano la situazione a 600 metri dal termine, guadagnando la testa del quintetto, e andando ad imporsi con autorevolezza in cima agli ultimi 300 metri di ascesa, in maglia di campione del mondo, come Moreno Argentin 23 anni fa, in occasione dell’unico precedente arrivo del Giro a Montalcino. 2’’ più tardi, Cunego ha anticipato Vinokourov per la 2a piazza, per la cui perdita il leader Astana ha avuto modo di consolarsi con la riconquista del primato in classifica. 4°, a 6’’, uno splendido Pinotti, giunto altri 6’’ prima di David Arroyo. Dopo Garzelli e Gadret, ottimi 6° e 7°, a 27’’ e 29’’ rispettivamente, si è segnalato Michele Scarponi, capace di chiudere 8° a 1’01’’, che avrebbe probabilmente tenuto le ruote del drappello di testa, se non fosse rimasto coinvolto nel capitombolo che è costato la maglia a Nibali. L’ormai ex capoclassifica ha tagliato il traguardo con 2’ netti di ritardo, precedendo di 5’’ un Ivan Basso che non ha per nulla convinto, al di là dell’inconveniente.
La classifica generale risulta dunque sconvolta, con Vinokourov tornato al comando, forte questa volta di un margine ben più consistente (1’12’’) sul secondo in classifica, un Cadel Evans capace di risalire 14 posizioni in un giorno. Millar completa il podio virtuale a 1’29’’, precedendo di 1’’ Karpets e di 4’’ Nibali. Basso rende ora 1’51’’ alla maglia rosa, mentre Garzelli, Cunego e Scarponi navigano intorno ai 3’, poco davanti ad Arroyo, altra sorpresa di giornata (3’28’’). E benché nulla sia deciso, la frazione odierna, che non ci ha probabilmente indicato con certezza il vincitore del Giro, ci costringe tuttavia a depennare un nome di spicco dalla lista dei papabili vincitori della Corsa Rosa: quello di Carlos Sastre, che paga ora 7’06’’ a Vinokourov, distacco che pare francamente eccessivo anche per uno scalatore eccezionale come l’iberico, malgrado l’abbondanza di montagne che ancora si frappongono tra i corridori e Verona.
È probabile che anche domani la rosa dei papabili vincitori debba subire altre corpose decurtazioni, quando il Terminillo, primo arrivo in quota e prima grande montagna del Giro 2010, emetterà altri verdetti. Sentenze che, per alcuni, saranno già inappellabili.

Matteo Novarini

14-05-2010

maggio 15, 2010 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA
L’australiano Matthew Lloyd (Omega Pharma-Lotto) si è imposto nella sesta tappa, Fidenza – Marina di Carrara, percorrendo 172 Km in 4h24′20″, alla media di 39,085 Km/h. Ha preceduto di 1′06″ lo svizzero Bertogliati e di 1′15″ il tedesco Hondo. Miglior italiano Manuel Belletti (Colnago-CSF Inox), 4°. Maglia rosa è l’italiano Vincenzo Nibali (Liquigas-Doimo), con 13″ e 20″ sui compagni di squadra Ivan Basso e Valerio Agnoli.

TOUR DE PICARDIE
L’olandese Kenny Robert Van Hummel (Skil-Shimano) si è imposto nella prima tappa, Boué – Doullens, percorrendo 181 Km in 4h16′05″, alla media di 42,408 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Swift e l’italiano Danilo Napolitano (Team Katusha). La prima classifica vede in testa Van Hummel con 4″ su Swift e sul giapponese Beppu. Napolitano è 4° a 6″.

FLÈCHE DU SUD (Lussemburgo)
Il danese Mads Christensen (Glud&Marstrand-LRO Radgivning) si è imposto nella seconda tappa, Heiderscheid – Colmar/Berg, percorrendo 151,1 Km in 4h11′39″, alla media di 36,026 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale (e compagno di formazione) Lasse Bøchmann e di 3′20″ lo svedese Stevenson. Miglior italiano Ivan Belotti (Kalev Chocolate Team – Kuota), 8° a 3′31″. Bøchmann è il nuovo leader della corsa, con 14″ su Christensen e 3′30″ sull’olandese De Jonge. Miglior italiano Belotti, 10° a 4′04″.

DOBLE SUCRE POTOSI’ – GP CEMENTO FRANCESA (Bolivia)
Il colombiano Jairo Perez (Ebsa) si è imposto nella terza tappa, Potosí – Sucre, percorrendo 158 Km in 3h46′54″, alla media di 41,780 Km/h. Ha preceduto di 2′43″ il connazionale Niño e il boliviano Oscar Soliz (Ebsa), che conserva la maglia di leader con 1′16″ e 2′45″ sui colombiani Niño e Ojeda.

RHÔNE-ALPES ISÈRE TOUR
Il francese Sébastien Duret (Bretagne – Schuller) si è imposto nella seconda tappa, Charvieu-Chavagneux – St Genix Sur Guiers, percorrendo 159,5 Km in 3h54′25″, alla media di 40,825 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Hardy e Guay. Il francese Jeróme Coppel (Saur – Sojasun) conserva la maglia di leader con 1′21″sul connazionale Georges e 1′31″ sul colombiano Laverde.

INTERNATIONAL PRESIDENCY TOUR (Iran)
in aggiornamento

CARRARA – MONTALCINO: IL GIRO AGL’IRTI COLLI

maggio 15, 2010 by Redazione  
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Non è una frazione di montagna, ma chi punta alla maglia rosa è avvertito: oggi si rischia di perdere il Giro. Bisognerà affrontare con le antenne ben dritte gli ultimi 25 Km di questa tappa, che porterà la carovana sulle strade bianche del senese, percorsi dimenticati ma che faranno risvegliari ricordi ormai sopiti, quelli dei giri pionieristici, quando ci volevano i “garun” per primeggiare. Andando verso Montalcino, alle insidie degli sterrati si uniranno quelli delle pendenze, in particolar modo quelle che si raggiungeranno nell’ultimo troncone: sarà quasi impossibile recuperare eventuali défaillance, perché il traguardo sarà ormai a portata di pedale.

Il Giro d’Italia è entrato nel suo secondo secolo di vita e guarda dritto avanti lungimirante (già s’intravvedono, all’orizzonte, probabili scenari transoceanici), ma non si dimentica del suo passato. Trascorsi non fatti solo di celebri salite (quest’anno ci saranno vette che hanno fatto la storia della corsa rosa, come il Terminillo, il Mortirolo, il Gavia e il Tonale, una delle prime ascese chiamate ad accogliere un traguardo GPM, nel lontano 1933), ma anche di strade perennemente sterrate in un’epoca, quella del ciclismo pionieristico, nella quale l’asfalto era un miraggio. I partecipanti all’edizione 2010 avranno la possibilità di rivivere in ben due occasioni quelle pagine intrise di sudore e polvere che, in mancanza di grandi asperità lungo il tracciato, costituivano la principale occasione di selezione in corsa, favorita dalle inevitabili forature: la cronoscalata al Plan de Corones, proposta nella terza settimana, e la tappa tracciata sugli sterri ai margini delle “crete senesi”, l’area che si estende a sud-est della città del Palio, fatta di colli pelati, alternati a calanchi e “biancane”. Sono strade note da qualche tempo anche al mondo del professionismo, per il quale RCS Sport ha confezionato nel 2007 la “Montepaschi-Strade Bianche”, gara nata dai fasti dell’Eroica, la Gran Fondo che non si caratterizza solo per la presenza di ampi tratti sterrati (112 Km su 205 totali), ma anche perché l’organizzazione invita i partecipanti a schierarsi al via con biciclette d’epoca, quelle del ciclismo “eroico” appunto. I “girini” avranno a loro disposizione mezzi più moderni e sofisticati ma potrebbero non bastare: oggi come allora “ghe voeuren i garun”, come diceva il Ganna, per superare indenni un finale nel quale le insidie naturalmente insite negli sterrati (sassi aguzzi, quando si scatta la ruota tende ad affondare nel fondo stradale, se piove si fanno i “fanghi” peggio che alla Roubaix, dove almeno c’è un duro letto di liscie pietre) si sposeranno a notevoli pendenze. L’ultimo dei tre tratti previsti, infatti, proporrà inclinazioni da ribaltamento e sarà affrontato a pochissimi chilometri dal traguardo, che può essere considerato alla stregua di un arrivo in salita, con poco meno di 3 Km da percorrere tra la cima dell’ultima ascesa e Montalcino, dove si concluderà la settima frazione della corsa rosa, la prima di un interessante week end che proporrà, l’indomani, l’arrivo in salita al Terminillo. Pochissimi i margini per recuperare e inevitabili i distacchi al traguardo di una tappa che potrebbe anche far piangere qualche grosso calibro, respinto dal vecchio “babau” delle strade impolverate.
Prima di questo finale il percorso non proporrà molto altro: un preludio pianeggiante che si protrarrà per quasi metà tappa e poi le prime difficoltà sui colli pisani e senesi che precederanno l’ingresso nei settori più attesi. Si partirà da Carrara e questa è un’eccezione perché nei giri dell’era moderna – quella della direzione Zomegnan – è raro che si riparta dalla stessa località nella quale si era arrivati il giorno prima (in questa edizione accadrà in altre due occasioni, a Porto Recanati e a Brescia). I primi 25 Km si svolgeranno sulla litoranea versiliana, attraversando notissime località balneari: prima le marine di Massa e Pietrasanta, con Forte dei Marmi in mezzo, poi i lidi di Camaiore e Viareggio, passato la quale il percorso lascerà definitivamente (per oggi) il mare per imboccare la statale Aurelia e seguirla in direzione di Pisa. Si percorrerà uno dei tratti più panoramici della storica strada consolare, che scorre tra il lago di Massaciuccoli a sinistra e la Macchia di Migliarino a destra. Quest’ultima area verde è compresa, dal 1979, in un parco regionale che ingloba anche la vicina tenuta di San Rossore, antica foresta imperiale che inizialmente appartenne al Capitolo dei Canonici di Pisa e poi passò di proprietà otto volte, finendo sempre in mano ai “dominatori” della zona: prima i Medici, poi i Lorena, Elisa Bonaparte, nuovamente i Lorena, i Savoia e quindi la Presidenza della Repubblica, con la Villa del Gombo restaurata nel 1962 su iniziativa di Giovanni Gronchi e trasformata in edificio di rappresentanza, utilizzata come tale principalmente dal presidente stesso, avendogli i successori preferitole la tenuta di Castelporziano, più vicina alla capitale. L’ultimo passaggio di proprietà è arrivato nel 1999 quando Oscar Luigi Scalfaro in scadenza di mandato cedette San Rossore alla Regione Toscana, che già dal 1995 aveva preso in carico, nella figura del parco regionale, la gestione della tenuta.
Si giungerà quindi a Pisa, transitando a breve distanza dal quel diadema che è Piazza dei Miracoli, nella quale rifulgono i diamanti del Campo Santo, del Duomo, del Battistero e della celeberrima torre, il Mortirolo dell’arte italiana. Si solcheranno quindi le piatte strade del Valdarno Inferiore, fiancheggiando a tratti il corso del fiume, oramai prossimo alla foce nel Tirreno. Subito dopo Cascina si abbandonerà anche questo contesto ambientale per risalire la valle percorsa dal fiume Era, che ha le sue sorgenti nei pressi di Volterra, prossima meta dei “girini” e primo ostacolo di giornata. Bisognerà, però, lasciar scorrere sotto le ruote ancora parecchia strada prima di giungere all’attacco della salita, distante una quarantina di chilometri da Cascina, tratto nel quale si rimarrà sempre sul fondovalle, guadagnando nemmeno un centinaio di metri di quota. Si toccherà Ponsacco, importante centro dell’industria mobiliera, nel quale ha avuto i natali a Giosuè Lombardi, corridore che prese parte a quattro edizioni del Giro d’Italia, terminando in ottava posizione, migliore degli isolati, quello del 1919, il primo dei due conquistati da Girardengo. Attraversata Capannoli, si transiterà ai piedi del colle sul quale sorge Peccioli, piccolo centro (meno di 5000 anime) noto nell’ambiente per l’effettuazione della Coppa Sabatini (l’edizione 2010 sarà la 58°) e che nel 2003 è stato insignito della “Bandiera arancione”, riconoscimento col quale il T.C.I. premia i piccoli comuni dell’entroterra che si distinguono per un’offerta di eccellenza e un’accoglienza di qualità.
A 106 Km da Carrara la musica cambierà, ma le note saranno ancora gradevoli. Non sono certo rock i quasi 10 Km al 4,3% che la strada proporrà arrampicandosi verso Volterra, in un panorama che vira dal dolcissimo al rude (le impressionanti balze) e che ispira più che altro virtuosismi lirici bocelliani, che qui sono di casa essendo il celebre tenore nativo della Sterza, la piccola frazione di Lajatico che la corsa avrà attraversato pocanzi.
In vetta, dopo aver comunque affrontanto qualche tratto impegnativo (anche la strada va su a “balze”, alternando tratti pedalabili a quattro strappate attorno all’8-9%), ci si troverà nel cuore d’un centro antichissimo, d’aspetto medioevale, che da sempre ha avuto un certo ascendente sui letterati, dal D’Annunzio di “Forse che sì, forse che no” a Carlo Cassola (la famiglia del suo Bube era d’origine volterrane), da Valerio Massimo Manfredi (Chimaira) a Stephenie Meyer, la scrittrice statunitense che ha ambientato in quest’angolo di Toscana un episodio della fortunata saga di “Twilight”.
Con una discesa da elettrocardiogramma impazzito, per i tanti e frequenti strappi che la interrompono, si planerà nell’alta valle del fiume Elsa, correndo in seguito ai piedi della cosiddetta Montagnola Senese, in realtà un’elevata collina (quota massima 671m) ricca di grotte carsiche e di falde acquifere, che da sempre hanno fornito un enorme contribuito all’approvvigionamento idrico della vicina Siena. Nell’area della Montagnola sono ancora attive diverse cave, dalle quali proviene uno dei più pregiati marmi colorati d’Italia, il “giallo di Siena”, sfruttato sin dal XIII secolo, in particolar modo per la costruzione di chiese, locali e non solo (duomi di Orvieto e di Santa Maria del Fiore a Firenze).
Tornati sul piano, si cambierà “aria” passando dalla Valdelsa alla valle del fiume Merse, autentico ponte naturale tra il bacino senese e la Maremma, area ricca d’itinerari praticabili dagli appassionati della mountain-bike (tutti gli anni nel mese d’aprile è organizzata un’apposita competizione, la “Granfondo della Val di Merse” della quale l’11 aprile 2010 si disputerà la 10a edizione) e che offre al turista la possibilità di ammirare gli spettacolari resti dell’abbazia di San Galgano o di soggiornare in uno dei numerosi agriturismi della zona, come quello aperto all’interno del “Mulino delle Pile”, fattoria costruita nel ‘200 dai monaci e divenuta celebre negli anni ’80, quando una nota azienda dolciaria italiana la scelse quale “testimonial” della propria linea di prodotti.
Siamo alle soglie delle fasi più attese di questa giornata ma, prima di mettere le ruote sullo sterrato, bisognerà scavalcare i 467 metri del Poggio Cerrete: nulla da spartire col colle sanremese, ma rimane comunque un’ascesa abbordabile, lunga poco meno di 6 Km e caratterizzata da una pendenza media del 5,1%, con un picco al 9% dopo 2 Km e due all’8%, l’ultimo raggiunto proprio sotto lo striscione del GPM. Terminata la discesa arriva il bello… Il primo dei tre settori bianchi non è particolarmente impegnativo e dovrebbe rammentare un po’ i primi tratti di pavè della Roubaix, che creano selezione da dietro in attesa che il gruppo approdi già sfoltito sui più celebri tronconi della foresta dell’Arenberg e del Carrefour de l’Arbre. Misura in tutto 5 chilometri e mezzo e si snoda sulla strada che collega le località Vescovado e Bibbiano, sfiorando la medioevale Pieve di Piana. L’unica insidia viene dalla sede stradale non larghissima, mentre altimetricamente questo troncone non presenta difficoltà, lievemente vallonato nella fase centrale dopo un abbrivio in discesa sostenuta ma non ripida.
Il tempo per rendersi conto di quanto successo nelle retrovie non ci sarà neanche: neanche due chilometri d’asfalto più avanti – tratto in parziale e non facile salita, tra l’altro – si ritornerà a pedalare sullo sterrato, andando ad affrontare il momento chiave di questa frazione. Nelle prime tre edizioni della “Montepaschi-Strade Bianche” si è sempre saliti a Montalcino dal lato più dolce, la strada asfaltata; al Giro 2010, invece, si raggiungerà la medesima località ricalcando le rotte che finora erano state riservate solo agli amatori impegnati nel tracciato lungo dell’Eroica e che, subito dopo il troncone di Pieve di Piana, attaccano l’ascesa al Poggio Civitella. Questo è il nome anagrafico dell’ultima difficoltà di giornata, composta di due tratti sterrati – per un totale di 9,2 Km – che, separati da uno sputo d’asfalto, di fatto costituiscono un unico settore, nel corso del quale si raggiungono pendenze fino al 17%. La salita è divisibile in due parti distinte. Si comincia a salire circa un chilometro dopo aver imboccato lo sterrato e, dopo un inizio dolce, a ripidi tornanti ci si porta alla località Castiglione del Bosco, dove nel medioevo si trovava un importante fortizilio, posto a guardia della strada che conduceva da Montalcino a Buoncovento e oggi trasformato in azienda agricola. Fin qui si saranno percorsi 3,4 Km d’ascesa al 6,1%, con il chilometro precedente Castiglione inclinato all’11,5% medio. Dopo la salita, divenuta più lineare, continua cattiva per 1800 metri, tratto nel quale la pendenza media si assesta all’8,1%. Tutt’altro spessore hanno i successivi 7,7 Km, nel corso dei quali si sfiora il Cippo di Nacciarello, eretto nel luogo di un eccidio nazista: la strada si manterrà in quota per quasi tutto il tratto e la salita ricomparirà solamente negli ultimi mille metri, che raggiungono il GPM con una pendenza media dell’8,5% e nel corso dei quali lo sterrato passerà la mano all’asfalto.
A quel punto al traguardo mancheranno 2,7 Km, tracciati in lieve discesa ma conditi da un’ultima, piccola insidia: lo striscione d’arrivo sarà steso al termine d’uno strappo di 300 metri nei quali l’asfalto passerà ancora il testimone, che nel cuore di Montalcino sarà colto dalle lastre di basolato tipiche dei centri storici.
Sterrato e basolato: due ingredienti in grado d’inebriare il Giro forse anche più del locale Brunello.

I VALICHI DELLA TAPPA

Valico Roncolla (373m). Coincide con l’omonima località, attraversata dalla SS 68 “di Val Cecina” (scendendo dal GPM di Volterra, in direzione di Colle di Val d’Elsa), esattamente all’altezza del bivio con la SS 439 dir “Sarzanese-Valdera”. In un solo precedente il Giro ha effettuato un traguardo GPM a Volterra, nell’edizione 1987: scollinò in testa Claudio Chiappucci mentre tagliò per il primo il traguardo di quella frazione, che pure si concludeva a Montalcino, il campione del mondo in carica Moreno Argentin. Nel disegno originario, questa salita era prevista anche nel 1994, nel tracciato della tappa Castiglione della Pescaia – Pontedera, per la quale si optò poi per un percorso totalmente pianeggiante.

Valico del Rospatoio (502m). Valicato dalla provinciale che mette in comunicazione due frazioni del comune di Murlo (Casanova e Palazzina), è, di fatto, l’ascesa segnalata sulle carte del Giro come Poggio Cerrete (ma con una quota più bassa di una quarantina di metri).

Mauro Facoltosi

FOTOGALLERY

Foto copertina: nel tratto più duro di giornata, la sterrata e ripida salita finale verso Montalcino (per gentile concessione di Giacomo Meneghello)

Viareggio vista dal mare (www.fotografieitalia.it)

Viareggio vista dal mare (www.fotografieitalia.it)

Scorcio della tenuta di San Rossore (pisainformaflash.comune.pisa.it)

Scorcio della tenuta di San Rossore (pisainformaflash.comune.pisa.it)

La torre di Pisa, il Mortirolo dell’arte italiana

La torre di Pisa, il Mortirolo dell’arte italiana

Peccioli (www.bellezzedellatoscana.it)

Peccioli (www.bellezzedellatoscana.it)

Le Balze di Volterra (www.fototoscana.it)

Le Balze di Volterra (www.fototoscana.it)

Un suggestivo scorcio di Volterra al tramonto (panoramio)

Un suggestivo scorcio di Volterra al tramonto (panoramio)

La Montagnola Senese (www.a-v-d.it)

La Montagnola Senese (www.a-v-d.it)

Abbazia di San Galgano (www.tanogabo.it)

Abbazia di San Galgano (www.tanogabo.it)

Val di Merse, il famoso Mulino delle Pile (purtroppo non più bianco) (www.channels.nl)

Val di Merse, il famoso Mulino delle Pile (purtroppo non più bianco) (www.channels.nl)

Il primo troncone sterrato, con la Pieve di Piana sullo sfondo (www.pontidiluce.org)

Il primo troncone sterrato, con la Pieve di Piana sullo sfondo (www.pontidiluce.org)

Montalcino (larcante.wordpress.com)

Montalcino (larcante.wordpress.com)

Montalcino, Abbazia di Sant’Antimo (www.fotografieitalia.it)

Montalcino, Abbazia di Sant’Antimo (www.fotografieitalia.it)

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI CARRARA

maggio 15, 2010 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: pareri tecnici di campioni del passato, che conoscerete nelle prossime giornate; le notizie sulle condizioni di Damiano Cunego, pervenute direttamente dal suo direttore sportivo; la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; una rubrica umoristica in ricordo di Raimondo Vianello; le “perle” dei telecronisti e le previsioni del tempo per la tappa che verrà. Seguiteci.

Foto copertina: un rito del doppotappa sono le interviste ai corridori (foto Bettini)

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Nibali: “Difendo il rosa. Anche da Basso” (Gazzetta dello Sport)

A Lloyd la sesta tappa, Nibali resta in rosa(Corriere dello Sport – Stadio)

Lloyd wins maiden Grand Tour stage (The Daily Telegraph)

Lloyd powers to Giro stage victory (The Independent)

Lloyd en solitaire(L’Equipe)

Lloyd : “Sauter sur toutes les occasions”(Le Monde)

Lloyd gana la sexta etapa, Nibali resiste líder (El Mundo Deportivo)

Matthew Lloyd se impone en Carrara(Marca)

Matthew Lloyd enlève la 6e étape en solitaire (Le Soir)

Lloyd remporte la 6e étape, Nibali reste leader(La Dernière Heure/Les Sports)

Matthew Lloyd wint solo in Giro (De Standaard)

Lloyd met Lotto à la fête
(actu24.be)

l’Australien Matthew Lloyd gagne la 6ème étape (Sud Presse)

Matthew Lloyd takes Giro d’Italia stage; Nibali retains lead(USA Today)

Aussie Lloyd takes Giro sixth stage (Herald Sun)

Matthew Lloyd wins sixth stage of Giro d’Italia (The Age)

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

M: Secondo voi anche oggi i velocisti falliranno il bersaglio?

N: Secondo me va via la fuga e non la insegue nessuno. Cambia pure la maglia rosa (beneplacito Liquigas).

S: Ritiro di Tiralongo, bruttissima tegola per Vino.

H: Bella tappa, bel percorso. Sono queste le tappe belle, dove gli squadroni non possono lavorare. Ognun per sé. L’essenza del ciclismo.

V: Magari con salite un po’ più dure però, altrimenti i big restan sempre a girarsi i pollici!

H: considerazioni sparse…complimenti a Lloyd che non è una sorpresa, è stato 30° al Giro 2008 ma rimanendo vicino ai migliori su salite come Pampeago, Giau e Mortirolo. Ottima la Liquigas che, pur senza forzare, è andata quasi a riprendere tutti i fuggitivi, segno di grande condizione generale della squadra. Mi ha impressionato Cataldo che con grande facilità è andato a riprendere tre atleti validi come Petrov, Sarmiento e Tschopp e quasi a staccarli (vista anche la sua prestazione nel prologo potrebbe essere lui una grande sorpresa in chiave classifica generale). Ancora una volta stendiamo un velo pietoso sulla Lampre che non tira dando troppo spazio a Lloyd e Bertogliati, manda in fuga Bono con il risultato che si stacca e non serve più a nulla dopo, poi l’incomprensibile attacco di Petacchi in discesa e Hondo che credeva di aver vinto, mah…

C: Cataldo ha già quasi 11 minuti di distacco. Difficile possa dire la sua in classifica, a meno di qualche fuga bidone.

G: Per le salite dure c’è tempo e nel finale di Giro ce ne saranno in abbondanza. La cosa positiva è che finora c’è stato poco spazio per dormire, e abbiamo avuto una corsa battagliata, con una sola volata più o meno canonica. Per ora basta questo, le tappe in cui i big dovranno uscire allo scoperto ci saranno. E queste tappe potrebbero anche rivelarsi utili in tal senso, dal momento che quanti hanno perso terreno in questi primi giorni non avranno modo di giocare d’attesa.

H: Concordo con G. Il momento della battaglia dei big arriverà. Non devono darsi battaglia la prima settimana. Il terreno più accidentato è nella seconda metà. Intanto, però, fino ad ora abbiamo visto raramente il gruppo compatto come ai tempi di Scirea&Cipollini. La corsa è aperta. Credo che sul Terminillo non ci saranno grossi distacchi tra i big, secondo me nessuno dei favoriti darà battaglia. Ci si limiterà a guardare in faccia gli avversari per iniziare a vedere se sono attaccabili sulle salite successive. Va bene così, per ora è un bel Giro.

PARLIAMO GIA’ DI MONTALCINO

N: Sabato probabilmente sarà asciutto. Ma venerdì sino a notte… pioggia. Morale: sterrati umidi. L’inizio del tratto decisivo (quello che termina con la salita esagerata che culmina a poggio civitella) è in discesa. Chi perde lì è spacciato. Nuovi sfracelli in vista???

M: Le previsioni di ilmeteo.it danno pioggia su Montalcino per sabato, da mattina a sera.
Ed è ancora presto per azzardare previsioni, ma lo stesso sito annunucia pioggia per la cronoscalata al Plan.

V: Ma come stiamo vedendo ormai da un mese, ilmeteo.it quando è incerto mette sempre pioggia! Il punto è che grazie a questa prima metà di Maggio ormai sta acquistando credibilità anche su questa “pioggia/pioggerellina” che segna il 90% delle volte..
Quanto agli sterrati… Sarà tutto da scorpire!
Quello di Plan de Corones sarà perfetto, dato che l’hanno rifatto da pochissimo: non dovrebbero esserci troppi problemi e comunque su una salita così di certo pozze non ne trovano. Ma non credo incontreranno troppi problemi nemmeno di aderenza: il fondo dovrebbe essere duro e non dovrebbe formarsi “fango” scivoloso… Non credete?

J: Qualcuno sa dirmi se è lo stesso tratto che si percorre nella seconda parte dell’Eroica amatoriale?

A: Direi di si. Sono stato li in auto e c’erano i cartelli dell’Eroica.

A: Il tratto in discesa è piuttosto breve ma quello in pianura verso il passaggio a livello è pieno di buche che con la pioggia diverranno pozze. La salita è tosta ma ciò che farà differenza è il falsopiano là in cima. Zeppo di curve e contropendenze, chi va in crisi è perduto. Sarà una gran tappa.

N: C’è una cosa che non mi quadra:
nella sua videoperlustrazione, Bartoli diceva che, oltre l’ultima salita, c’era poi una pericolosa picchiata ( mi pare sterrata) verso Montalcino dove, se si sbagliava traiettoria, erano guai. Io la discesa pericolosa non la vedo.

A: non mi risultano picchiate particolari su sterrato. Ci sono delle contropendenze, è vero. Forse lievi e brevi discese, non ricordo bene. Ma picchiate non direi proprio.
Sono convinto che la grossa differenza si farà proprio in quel tratto là in cima.

N: Ho cercato info: si tratta della discesa finale verso Montalcino che inizia dal passo del Lume Spento. Strada asfaltata ma evidentemente stretta, tortuosa e comunque breve.

J: ricordo la salita (come dimenticare certe pendenze su sterrato con il 39×23) e soprattutto il falso (ma falso proprio) piano. Dopo lo sforzo iniziale non c’è un attimo di tregua, ne vedremo delle belle

M: A causa di una frana, il percorso ha subito una modifica nel tratto centrale e non si affronterà il GPM di Volterra

N: Cambia poco. In compenso pare che piova di brutto!! Per me, il giro, per molti, si decide domani.

M: Nelle notte precedente l’arrivo al Terminillo, è prevista pioggia mista a neve nella zona del traguardo (circa 1700 metri)

N: Oggi Pozzato punta a vincere. Si può ipotizzare che la Katusha controlli la corsa per evitare che arrivi la fuga (cosa altrimenti scontata). Anche Pozzato prevede grossi guai per Basso e Sastre.
Io mi aspetto che Vino faccia il diavolo a quattro.

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

GIRO A SEGNO

Rubrica semiseria sul Giro 2010, in ricordo del grande Raimondo Vianello

Savoldelli: ‘quest’anno metà del gruppo non sa nemmeno fare le discese’.
Lo si scopre a Carrara?
Allora son proprio gatti di marmo!!

by N@po

Unimmagine impressa nella memoria di tutti: Vianello a letto con la moglie e lamante (la Gazzetta)

Un'immagine impressa nella memoria di tutti: Vianello a letto con la moglie e l'amante (la Gazzetta)

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Carrara – Montalcino

Carrara: pioggia debole (1,4 mm), temperatura 14,1°C (percepiti 9°C causa vento), venti moderati da NW (22 km/h), umidità al 85%
Pisa (53,7° Km): pioggia debole (0,4 mm), temperatura 14,8°C (percepiti 9°C causa vento), venti moderati da W (24 km/h), umidità al 82%
GPM Volterra (117,7° Km): pioggia debole (1,8 mm), temperatura 12,3°C (percepiti 7°C causa vento), venti moderati da W (20 – 27 km/h), umidità al 90%
Rosia (165,9° Km): temporale con piogga moderata (4 mm), temperatura 12,6°C (percepiti 6°C causa vento), venti moderati da W (24 – 32 km/h), umidità al 90%
Montalcino: pioggia moderata (2,9 mm), temperatura 11,3°C (percepiti 5°C causa vento), venti moderati da W (21 – 32 km/h), umidità al 90%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Anche oggi strafalcioni a go-go, ma nessuna perla giornalistica, ottimamente rimpiazzata dalla gaffe sportiva di Danilo Hondo, esultante al traguardo, ma inconsapevole d’averne davanti due.

Ecco le chicche di giornata, in rigoroso ordine cronologico

Sgarbozza a “Si Gira”: Farar (Farrar)
Claudio Di Benedetto a Studio Sport: “le 26 vittorie di Petacchi” (sono 21)
Cassani: l’ultima volta che al traguardo sono giunti due francesi ai primi due posti è stato “nel 1991 a Cagliari quando vinse Casado” (era a Olbia)
Pancani: “La Spolverina è lo spartiacque tra la valle del Taro e la Valle del Magra” (la valle del Taro è in Toscana)
Savoldelli: “Masciarelli è sdraiato per terra fermo e non si muove” (ovviamente)
Pancani: “Eccoci rientrati in questa Fidenza-Marina di Carrara con 172 chilometri al traguardo” (ne mancavano 18 in quel momento)
Pancani: “Arrivati a Codena, in vetta a questa salita” (era Bedizzano)
De Stefano: “maglia rossa degli sprint” (gli sprint hanno una classifica a parte, la maglia rossa è indossata da chi è in testa alla classifica a punti”
Lavinia Biagiotti: “Tengo le dita incrociata

Approfittiamo dell’occasione per andare a ravanare sul fondo della cassapanca (l’avete notato, è il soprannome che è stato affibbiato al duo microfonato della RAI) e a pescare qualche strafalcione storico.

Oggi vi proponiamo un tris di papere, da tre reti differenti: RAI, Mediaset e la gloriosa Telemontecarlo

RAI: “Sul traguardo di Innsbruck sta cominciando a pioggere” (De Zan)

Mediaset: “Il corridore X è andato in f….” (per decenza non abbiamo riportato il resto della frase pronunciata dal già citato Claudio Di Benedetto, che voleva dire fuga… ma una I ha preso il posto della U)

Telemontecarlo: “Un minuto per noi”. Dopo questa frase non partì la pubblicità, ci fu un minuto di break col sottofondo dei rumori di corsa, poi riprese la diretta….. fino a quando i tecnici di TMC non si accorsero della dimenticanza e d’improvviso tolsero il collegamento senza annunci per dare la linea alla pubblicità.

ARCHIVIO ALMANACCO
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

1a tappa Amsterdam


2a tappa Amsterdam – Utrecht

3a tappa Amsterdam – Middelburg

4a tappa Cuneo – Savigliano (cronosquadre)

5a tappa Novara – Novi Ligure

TU SEI ROMANTICO, CARO MATTHEW

maggio 14, 2010 by Redazione  
Filed under News

Lunga vita alle fughe che in questo pazzo Giro d’Italia trovano la loro esaltazione. Dopo Pineau a Novi Ligure, Matthew Lloyd corona 130 chilometri di avanscoperta, quasi tutti in compagnia di Rubens Bertogliati, con il successo sul lungomare di Marina di Carrara. Per l’australiano un successo di prestigio, mentre per Danilo Hondo, primo nella volata del gruppo, il “tapiro” per aver esultato non sapendo che davanti a lui erano già arrivati due corridori. Giornata tutto sommato tranquilla per lo “Squalo” Nibali.

Foto copertina: esultanza misurata sul traguardo di Carrara per Matthew Lloyd (foto Bettini)

Sono queste le giornate che ti rinfrancano con il ciclismo. Non si parla di Tas, di arbitrato, di ricorsi, di controanalisi, di quella parolina che risponde al nome di “doping”, di perquisizioni. E non si parla nemmeno, con tutto il rispetto per loro, dei grandi favoriti, i vari Vinokourov, di lui in effetti sì ma lo scopriremo più avanti, di Basso, di Cunego (ancora favorito?), di Nibali.
Si parla di coloro che spesso stanno nell’ombra e che magari oggi sono davanti e domani, perché le gambe bruciano, prendono un quarto d’ora. Ma chi se ne frega! Oggi è quello che contava ed oggi ci hanno fatto divertire.
E così, dopo Jerome Pineau, è la volta di Matthew Lloyd che arriva a braccia alzate sul lungomare di Marina di Carrara dopo 172 chilometri che più movimentati non potrebbero essere e che, grazie ad un percorso piuttosto movimentato, non ci hanno fatto certo annoiare in una tappa che, più o meno, la si poteva considerare di trasferimento. Non aveva parole Lloyd per descrivere il suo successo a fine tappa, se non un bellissimo “correre e vincere al Giro è qualcosa di romantico” che quasi quasi ci fa scendere la lacrimuccia. Ecco, oggi a tutti quei nomi brutti, a quei tribunali non ci pensiamo.
L’australiano regala il secondo successo stagionale alla Omega Pharma-Lotto dopo l’Amstel conquistata da Philippe Gilbert e, rimanendo sulla falsariga del discorso fatto negli ultimi giorni per la Quick-Step, con questo successo il bilancio “rosa” del team diretto da Damiani può considerarsi già più che sufficiente.
172 chilometri, da Fidenza a Marina di Carrara con tre Gpm non troppo semplici e che vedono protagonisti due uomini: Lloyd appunto, e Rubens Bertogliati (Androni) perché va bene che c’è da difendere Michele Scarponi ma, onestamente, non aver visto ancora davanti a battagliare uno degli uomini di Gianni Savio ci suonava molto strano. I due amministrano bene le proprie forze ed il proprio vantaggio con un gruppo che, ancora una volta, sta un po’ troppo a guardare, anche perché la Liquigas non è affatto preoccupata da chi sta davanti e perché non ha da tutelare gli umori di un Bennati o di un Chicchi che vorrebbero provare a fare volata. Tutti per Vincenzo, tutti per Ivan. E la fuga va.
La gara si accende con l’ascesa verso il secondo Gpm di giornata, Passo Spolverina, dove al contrattacco troviamo quattro uomini: Matteo Bono (Lampre), Johann Tschopp (Bbox), Caetano Sarmyento (Acqua&Sapone), Evgeni Petrov (Katusha). Ci fa piacere per il compagno di Garzelli che si sia messo in mostra e quando le tappe si faranno ancora più dure sarà senz’altro là davanti a combattere, mentre fa un po’ strano vedere in fuga già alla sesta tappa un uomo da top-10 come Petrov. Ma alla Liquigas non fa paura visto che in questi giorni ha già perso dieci minuti. E’ qui che, dal gruppo, iniziano ad alzare bandiera bianca quasi tutti i velocisti, mentre la coppia di testa riesce a collinare con poco meno di tre minuti sul plotone principale. Mancano 24 chilometri ma è già fatta. Nella discesa, se ne va addirittura Petacchi per provare a smuovere le carte ma, come previsto, rimbalzerà duramente sulla salita successiva di Bedizzano. E’ qui che si decide la gara perché Lloyd imprime un ritmo forsennato per provare a staccare Bertogliati che, sulla carta, è più veloce. Lo svizzero prova a resistere ma a poco meno di un chilometro dallo scollinamento è costretto a desistere e allora l’uomo Omega Pharma prende fiducia ed in 1.500 metri guadagna 28” che poi diventano 32” e si attestano sui 45” alla fine della discesa. Per Lloyd è fatta, anche perché i quattro dietro, poi diventati tre per l’assenza di Bono, hanno un buon ritmo ma non riescono ad abbattere il muro del minuto di ritardo. In discesa, su di loro, rientra un bravissimo Dario Cataldo che, anche se già molto attardato, se non ha altro ci ha provato a mettersi in mostra. Il gruppo, forte di un centinaio di unità, pesta di brutto negli ultimi cinque chilometri che sono un viale alberato infinito e riescono nell’obiettivo minimo: ai 1500 metri dal traguardo riprendono i quattro inseguitori. Davanti, invece, Lloyd è già a braccia alzate per quella è la vittoria più prestigiosa della sua carriera. Secondo uno stremato Bertogliati e terzo un Danilo Hondo che esulta credendo di aver vinto la tappa, battendo allo sprint il bravo Belletti (Colnago-CSF) e Pippo Pozzato.
Nella generale, niente cambia con Vincenzo Nibali sempre in “rosa” con il podio tutto Liquigas con Ivan Basso secondo e Valerio Agnoli terzo, anche oggi gregario di lusso per i suoi due capitani. Con la lunga fuga ed i punti conquistati sui Gpm, Lloyd conquista anche la maglia verde.
Ma, all’inizio, dicevamo di Vinokourov. Ebbene, il kazako è rimasto tranquillamente nella pancia del gruppo tutto il giorno, ma una brutta caduta ha costretto al ritiro Paolo Tiralongo, colui che lo avrebbe dovuto scortare in tutte le tappe di montagna. Per “Vino” un assenza importante che imporrà, probabilmente, un cambio di tattica di quelli pesanti che, però, gli potrebbe consentire di agire di rimessa.
Domani si arriva a Montalcino in una tappa molto insidiosa con gli ultimi venti chilometri decisivi, visti i tratti di “strade bianche” tipici della zona. Il detto dice non c’è due senza tre per le fughe, ma qualche movimento tellurico potrebbe registrarsi anche fra i “big”.

Saverio Melegari

13-05-2010

maggio 14, 2010 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA
Il francese Jerome Pineau (Quick Step) si è imposto nella quinta tappa, Novara – Novi Ligure, percorrendo 162 Km in 3h45′59″, alla media di 43,012 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Fouchard e il giapponese Arashiro. Maglia rosa è l’italiano Vincenzo Nibali (Liquigas-Doimo), con 13″ e 20″ sui compagni di squadra Ivan Basso e Valerio Agnoli.

FLÈCHE DU SUD (Lussemburgo)
Il belga Kevin Pauwels (Telenet – Fidea) si è imposto nella prima tappa, Kayl – Rumelange, percorrendo 158 Km in 3h38′48″, alla media di 43,327 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo svedese Dahlberg e il lussemburghese Jean-Pierre Drucker (Continental Team Differdange). Miglior italiano Alessandro Bertuola (Kalev Chocolate Team – Kuota), 12°. Drucker conserva la maglia di leader. davanti al connazionale Poos (stess tempo) e all’olandese Cohnen, terzo a 1″. Miglior italiano Fabio Ursi (Team Buergi Fidi BC), 75° a 35″.

La volata vincente di Kevin Pauwels (foto Georges Noesen)

La volata vincente di Kevin Pauwels (foto Georges Noesen)

DOBLE SUCRE POTOSI’ – GP CEMENTO FRANCESA (Bolivia)
Il boliviano Oscar Soliz (Ebsa) si è imposto anche nella seconda tappa, circuito di Potosí, percorrendo 134 Km in 3h46′04″, alla media di 35,567 Km/h. Ha preceduto di 2″ il connazinale Cotumba e di 21″ il colombiano Ojeda.
In classifica, ora Soliz ha 1′11″ e 3′12″ sui colombiani Niño e Ojeda.

RHÔNE-ALPES ISÈRE TOUR
Il francese Jeróme Coppel (Saur – Sojasun) si è imposto nella prima tappa, Villefontaine – Maubec, percorrendo 135,3 Km in 3h14′30″, alla media di 41,738 Km/h. Ha preceduto di 1′18″ i connazionali Georges e Bideau, distanziati in classifica di 1′21″ e 1′24″.

INTERNATIONAL PRESIDENCY TOUR (Iran)
Il tedesco Tobias Erler (Tabriz Petrochemical Cycling Team) si è imposto anche nella terza tappa, Karaj – Jahan Shahr, percorrendo 70 Km in 1h32′19″, alla media di 45,495 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Grasmann e l’iraniano Mahdi. Erler conserva la maglia di leader con 1′09″ e 1′37″ sugli iraniani Poor Seied e Mehrabani.

FIDENZA – CARRARA: UNA TAPPA ISCRITTA NEL MARMO

maggio 14, 2010 by Redazione  
Filed under News

Oggi i velocisti dovranno sudarsela la vittoria. Non sarà facile per gli sprinter tenere a doma le difficoltà previste nel finale, neppure per un corridore d’esperienza come Petacchi, che a Carrara ha già vinto l’hanno scorso, alla Tirreno – Adriatico. Il finale sarà quasi lo stesso, con la terna di brevi ascese scovate dagli organizzatori alle prime pendici delle Alpi Apuane, che però saranno più vicine al traguardo e, soprattutto, precedute da una salita più consistente, non dura ma lunga quasi 15 Km. Ma non va dato mai nulla per scontato in questo sport, che negli ultimi anni ha visto i velocisti rivaleggiare su traguardi impensabili fino a non molto tempo fa. In queste condizioni l’azzardare un pronostico certo non è facile, non ci sono garanzie di successo.

Il fattore X è quell’incognita che non era solo di casa negli studi di presentazione del Giro 2010, ma che aleggia costantemente attorno al tracciato della corsa rosa, sia prima, sia dopo l’annuncio ufficiale del percorso. Prima, nonostante tutte le indiscrezioni, c’è sempre un alone di mistero impenetrabile sul tracciato e non si è mai sicuri, fino al momento del calo del telone, che le anticipazioni giornalistiche siano veritiere. Anche dopo non ci sono mai certezze definitive, perché capita sovente che il percorso sul quale si corra a maggio non sia mai completamente simile a quello presentato in autunno. L’ossatura non viene mai modificata – solo in casi d’emergenza vengono toccate le grandi salite previste – mentre piccoli colpi di bisturi sono apportati qua e là, in momenti secondari della corsa, in seguito ai sopralluoghi. È il caso della frazione che giungerà a Carrara, a conclusione della prima settimana di competizione, e che presenterà un finale apparentemente meno impegnativo rispetto al disegno originale. È stalta tolta la salita della Foce di Ortonovo, posta a ridosso del traguardo, e in sua vece è stata prolungata quella del Passo del Cucco con l’appendice della Spolverina, mentre nel finale sono state introdotte le ascese verso Torano, Ponti di Vara e Bedizzano, affrontate nella tappa di Marina di Carrara dell’ultima Tirreno – Adriatico, vinta da Alessandro Petacchi. Non sarà facile per il velocista spezzino ripetersi, nonostante gli sprinters, in questi ultimi anni, siano riusciti a esorcizzare frazioni ben più impegnative sulla carta: rispetto alla “Corsa dei due Mari”, il finale della frazione del Giro sarà più ostico per i virtuosi delle volate – le ultime tre ascese saranno immediatamente precedute da una salita di quasi 14 Km – e presenterà il culmine dell’ultima difficoltà più vicino al rettilineo d’arrivo. Tra l’altro, nel caso mancasse il successo per Petacchi si potrebbe anche parlare di beffa che si aggiunge al danno, poiché con la modifica del tracciato è stato tagliato il passaggio per le strade di Castelnuovo Magra, il suo paese, e con esso anche l’unico tratto ligure del Giro 2010.
La sesta tappa prenderà il via da Fidenza, città amica del Giro d’Italia, che nella primavera del 2009 ha accolto la mostra fotografica itinerante organizzata in occasione del centenario della corsa rosa, allestita presso il Fidenza Village, il luogo nel si svolgerà il raduno di partenza. È il principale “monumento” moderno della cittadina parmense, realizzato dalla società inglese Value Retail, che ha stabilito di dedicare le strutture dell’outlet a opere verdiane; l’altra faccia artistica di Fidenza è rappresentata dal duomo romanico di San Donnino, introdotto dalla maestosa facciata iniziata nel 1180 da Benedetto Antelami e rimasta incompiuta dopo il trasferimento a Roma dello scultore comasco (era originario della Val d’Intelvi, dove si trova l’omonima salita annualmente affrontata al Giro di Lombardia).
I primi colpi di pedale veranno dati sulla Via Emilia, in direzione di Parma, ma ben presto si lasceranno le rotte dell’antica strada consolare, fatta costruire tra il 189 e il 187 a.C. da Marco Emilio Lepido per congiungere in linea retta Rimini a Piacenza. A una dozzina di chilometri dal via si volgeranno le spalle alla Pianura Padana per iniziare la risalita della valle del Taro, importante fiume che nel periodo napoleonico diede il nome a un “département” dell’impero, il cui capoluogo era Parma. I successivi 60 Km si svolgeranno in lenta ma soave ascesa, guadagnando poco più di 300 metri di quota tra Noceto e Borgo Val di Taro. Il tratto iniziale di questa risalita collimerà con quello dell’antica Francigena, la via di pellegrinaggio che valica la catena appenninica al Passo di Monte Bardone, come allora era chiamata la Cisa. Il tracciato del Giro si discosterà dalla Francigena alle porte di Fornovo di Taro, il centro presso il quale nel 1495 si combattè una storica battaglia che vide contrapposti l’esercito della “Lega Santa”, coalizione capeggiata dal marchese Francesco II Gonzaga, e i francesi di re Carlo VIII, che ne uscirono vittoriosi nonostante l’inferiorità numerica e le numerose perdite conseguite. I dintorni di Fornovo offrono al turista amante della natura due parchi regionali, quello fluviale del Taro e quello dei Boschi di Carrega. Quest’ultimo, il primo istituito in Emilia-Romagna (1982), protegge quella che nel ‘500 era una tenuta di caccia dei Farnese, poi passata ai Borbone di Parma e quindi a Maria Luisa d’Austria (moglie di Napoleone Bonaparte), quando gli sarà assegnato il ducato dal Congresso di Vienna. Testimoniano questo passato di arti venatorie e svaghi gli edifici, non visitabili, del Casino dei Boschi e della Villa del Ferlaro.
Il lungo preambolo alla prima vera salita del Giro 2010 si concluderà a Borgo Val di Taro, comune legato a doppio filo alla storia del Giro d’Italia. Centro principale della valle, famoso per i suoi porcini IGP, ha dato i natali a Bruno Raschi, vicedirettore della Gazzetta dello Sport dal 1976 al 1983, l’anno della prematura morte. Il Giro, che Raschi seguì per 30 anni, spesso dalla vettura del patron Torriani, gli rese omaggio postumo nel 1987 con l’arrivo della seconda tappa, conquistata da Moreno Argentin in maglia iridata. Nel 1993, decennale della scomparsa, sarà organizzato un altro traguardo, pure conquistato da un campione del mondo, Maurizio Fondriest.
Si attaccherà ora l’ascesa diretta ai 946 metri del Passo del Brattello, valico più disagevole della vicina Cisa (non a caso, i tracciatori della Via Francigena preferirono quel passaggio), ma comunque pedalabile e poco foriero di sorprese negative. La pendenza media calcolata lungo gli 11 Km dell’ascesa è del 4,9%, con un picco del 10% che è raggiunto a 3 Km dal GPM. Entrati in Toscana, si planerà velocemente su Pontremoli, uno dei principali centri della Lunigiana, regione storica condivisa con la Liguria e il cui territorio coincide con quello dell’antichissima diocesi, eretta nel IV secolo, che faceva capo a Luni, colonia romana i cui resti si trovano vicino a Sarzana, in provincia della Spezia. Proprio a Pontremoli è possibile ammirare, esposte nel Castello del Piagnaro, le misteriose statue – stele che furono innalzate dalle antiche popolazioni della valle e che sono ritenute il più importante fenomeno di megalitismo antropomorfo d’Europa.
Riguadagnata la pianura, si rimarrà sulle strade di fondovalle per una trentina di chilometri, transitando per l’importante centro di Aulla, da molti considerato come il moderno capoluogo della Lunigiana. Al proposito, fin dall’800 è stata più volte promossa l’idea di creare una regione autonoma chiamata Lunezia e che comprenderebbe anche territori emiliani (provincie di Parma e Piacenza) e lombardi (provincie di Mantova e Cremona).
Il tratto pianeggiante appena percorso fungerà da “separè” tra le due ascese più vistose di questa frazione, il Bratello e il Passo del Cucco, che introdurrà la fase più interessante della tappa, lunga una cinquantina di chilometri e che si protrarrà fin sul traguardo. Annunciato dalla salitella di Ceserano, il Cucco vero e proprio misura poco meno di 7 Km, presenta una pendenza media del 5,6% e un picco del 9%, raggiunto nella prima metà. Dopo lo scollinamento, un breve tratto in quota conduce all’imbocco della “Spolverina”, la strada panoramica che collega direttamente Carrara al bel borgo di Fosdinovo, dominato dall’imponente castello Malaspina, eretto nel XII secolo e nel quale, secondo la tradizione, fu ospitato Dante Alighieri. Come tutti i manieri che si rispettano anche quello di Fosdinovo ha il suo bel fantasma e anche Dante, si racconta, avrebbe continuato il suo soggiorno in loco, in spirito e non più in carne e ossa. Giunti sulla Spolverina la strada tornerà a procedere in salita e tale si manterrà nei successivi 3 Km, alternando tratti pedalabili ad altri decisamente più arcigni (strappo al 14%) e arrivando fino a 662 metri di quota, poco prima d’attraversare l’omonimo valico, presso il quale giunge da destra una ripida stradina proveniente da Castelnuovo Magra, che non è solo il paese di Petacchi, ma che ha dato i natali al quasi omonimo Arrigo Petacco, giornalista e famoso storico, uno dei massimi esperti del settore. A poco mendo di quindici chilometri dall’arrivo, la discesa terminerà all’estremo occidentale del centro storico di Carrara, che non sarà attraversato ma aggirato da nord, passando tra le città e le cave di marmo. Correndo sulle primissime pendici delle Alpi Apuane sarà inevitabile la presenza di difficoltà altimetriche che, come dicevamo in apertura, saranno le medesime affrontate l’anno scorso alla Tirreno –Adriatico. La prima ha come meta Torano, borgo abitato da cavatori, e i suoi 1700 metri al 4,8% costituiranno quasi un tutt’uno con la non dissimile ascesa successiva (3,9 Km al 4,4%), morbidamente diretta ai Ponti di Vara, esempio della cosiddetta “archeologia industriale”, la scienza nata come disciplina di studio negli anni ’50 per raccogliere tutte le testimonianze dello sviluppo industriale. Nello specifico caso, si tratta dei viadotti sui quali transitorono dal 1876 al 1964 i treni merci diretti alle soprastanti Cave di Fantiscritti, le più celebri della zona, oggi utilizzate come palcoscenico per spettacoli e concerti e presso le quali è stato allestito un museo: è possibile ammirarvi l’edicola romana che ha attribuito il nome alla cava, sulla quale i visitatori illustri (si ricordano il Canova e il Giambologna) incisero il loro “autografo”.
È arrivato il momento più impegnativo della giornata, l’ascesa verso il GPM di Bedizzano, al quale si giungerà dopo aver lasciato la strada diretta al borgo di Colonnata, un altro luogo di cave, il cui marmo ha avuto nei secoli anche applicazioni “gastronomiche”, forgiato per farne le conche nelle quali è posto a stagionare il celebre lardo IGP. Una delizia speziata, così come è reso piccante il finale di questa frazione da un’ultima stilettata al 12%, raggiunta nel corso dei 2800 metri dell’estremo ostacolo di tappa. A quel punto mancheranno 10 Km all’arrivo (circa tre in meno rispetto alla tappa della Tirreno) e, una volta conclusa la breve discesa su Carrara, se ne andranno quasi tutti nel filante rettilineo che collega il centro della città col litorale. Alla Marina sapremo se anche stavolta i velocisti saranno riusciti a scongiurare il demone della salita.

LAVORI IN CORSO
Tagliata la salita di Ponti di Vara, dopo lo strappo di Torano si andrà subito ad affrontare il GPM di Bedizzano

I VALICHI DELLA TAPPA

Passo del Brattello (953m). Per secoli rivale della più comoda Cisa, è valicato da una strada provinciale che mette in comunicazione la Val di Taro (Borgo Val di Taro) con la valle del Magra (Pontremoli). È quotato 946 metri sulle cartine del Giro 2010. Amministrativamente la cima del passo ricade per intero in territorio toscano, poiché il confine regionale è varcato 0,6 Km più in basso. Il Giro d’Italia l’ha finora superato tre volte: nel 1982 in occasione della Parma – Viareggio (primo in vetta lo spagnolo Faustino Rupérez, primo al traguardo Giuseppe Saronni), nel 1999 durante la Sassuolo – Rapallo (primo in vetta lo spagnolo Oscar Sevilla, primo al traguardo il francese Richard Virenque) e nel 2004, durante la Novi Ligure – Pontremoli vinta da Damiano Cunego (primo in vetta lo svizzero Alexandre Moos).
Foce il Cuccu (514m). Con questo nome è più noto il Passo del Cucco, valicato dalla SS 446 “di Fosdinovo”, che mette in comunicazione questo centro con Tendola. Procedendo in questa direzione, il valico è attraversato immediatamente prima di giungere al bivio per Ponzanello. È quotato 520 metri sulle cartine del Giro 2010.

La Foce (560m). Attraversata dalla strada panoramica della Spolverina (SS 446 dir, Fosdinovo – Carrara), esattamente all’altezza del bivio per Pulica.


Sella del Grugola (662m).
È raggiunta nel punto più elevato della “Spolverina”.

Foce del Bastione (625m). Attraversata dalla “Spolverina”, tra la Sella del Grugola e il Colle della Spolverina.


Colle della Spolverina (655m).
Attraversata dalla “Spolverina”, si trova esattamente all’altezza del bivio per Campo Cecina. Riveste una notevole importanza dal punto di vista geografico, costituendo lo spartiacque tra il bacino del fiume Magra e le Alpi Apuane. È, inoltre, un ottimo balcone panoramico.

Mauro Facoltosi

FOTOGALLERY

Foto copertina: I Ponti di Vara nella Cava di Fantiscritti (www.penisolabella.it)

Duomo di Fidenza

Duomo di Fidenza

Parco dei Boschi di Carrega, Casino dei Boschi (www.agraria.org)

Parco dei Boschi di Carrega, Casino dei Boschi (www.agraria.org)

Borgo Val di Taro (www.osteriadipieve.org)

Borgo Val di Taro (www.osteriadipieve.org)

Pontremoli, Castello del Piagnaro (http://portale.provincia.ms.it)

Pontremoli, Castello del Piagnaro (http://portale.provincia.ms.it)

Fosdinovo (panoramio)

Fosdinovo (panoramio)

Castelnuovo Magra, il paese di Alessandro Petacchi (panoramio)

Castelnuovo Magra, il paese di Alessandro Petacchi (panoramio)

Colonnata…. (www.colonnatatrekking.com)

Colonnata…. (www.colonnatatrekking.com)

…. e il suo prelibato lardo IGP (www.gingerandtomato.com)

…. e il suo prelibato lardo IGP (www.gingerandtomato.com)

Carrara e le sue cave (http://antopisanelli.interfree.it)

Carrara e le sue cave (http://antopisanelli.interfree.it)

Bedizzano e, sullo sfondo, i Ponti di Vara (www.mondimedievali.net)

Bedizzano e, sullo sfondo, i Ponti di Vara (www.mondimedievali.net)

Marina di Carrara, vista dal mare verso le Alpi Apuane (www.foresteriamuraglione.com)

Marina di Carrara, vista dal mare verso le Alpi Apuane (www.foresteriamuraglione.com)

LA SALITA DEL GIORNO: SPOLVERINA

maggio 14, 2010 by Redazione  
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Un altro cicloamatore ci porta a conoscenza dei segreti del finale della tappa di Carrara: con Davide andiamo alla scoperta della Spolverina, l’inedita ma facile salita che precederà l’approdo nella città delle cave di marmo.

Foto copertina: Fosdinovo (www.nickbooth.id.au)

Sarà la discesa, piuttosto che la salita della Spolverina, ad essere determinante nella tappa di Carrara del prossimo Giro d’Italia? A giudicare dalle previsione meteo, che a 72 ore dalla corsa promettono pioggia a catinelle, si direbbe di sì. Perché certamente la Spolverina non sarà l’ultima salita di giornata, dovendo i corridori rasentare ancora i bacini marmiferi e poi salire a Bedizzano, ma la picchiata su Carrara più impegnativa e tecnica sarà senz’altro quella successiva alla salita lunigianese.
I corridori entreranno in provincia di Massa Carrara dal Passo del Brattello, 10 km di salita con scollimamento a 950 metri di altitudine. Nel 2004 su questa ascesa pagarono dazio candidati eccellenti alla maglia rosa, come Garzelli, ma i ritmi erano quelli di una salita che distava solo 19 km dal traguardo di Pontremoli (vinse Cunego, ricordate?) e con una discesa a seguire davvero pericolosa e tecnica.
Quest’anno in vetta al Brattello mancheranno 80 km circa all’arrivo e la discesa verrà affrontata dal versante più agevole, per cui difficilmente si assisteranno ad azioni importanti. Da Pontremoli i corridori scenderanno per la valle della Lunigiana prima in sponda destra e poi in sponda sinistra del Magra, fino ad Aulla. Da lì, svolta verso le Apuane e, 6 km dopo, prima del borgo di Serricciolo, inizierà la Spolverina. Non sarà una salita di grandi pendenze: solo per 500 metri, verso il terzo chilometro, in prossimità di San Terenzo Monti, la strada si inerpica oltre il 7%. Per il resto, durante quasi tutti i 10 km dell’ascesa, la pendenza si mantiene costantemente tra il 5 e il 6%. Una salita caratterizzta da una sede stradale stretta ma non certo per scalatori puri, quanto per quei passisti scalatori che si vorranno avvantaggiare per cercare la vittoria di tappa con una fuga.
Ben più impegnativi, in caso di pioggia, saranno i successivi 13 km di discesa. Tra la decina di strade che raggiungono da diversi versanti lo “strategico” Castello di Fosdinovo, incuneato tra la piana del Magra e le Apuane, il Giro scenderà – contrariamente a quanto previsto dal percorso presentato in inverno, che prevedeva la discesa su Caniparola e la statale Aurelia – direttamente a Carrara via Castelpoggio e Gragnana. Si tratta di una discesa assai tecnica e in larga parte coperta da vegetazione boschiva. La pioggia (se davvero ci sarà) e le foglie al suolo potrebbero quindi risultare pericolose e per questo i “big” della classifica cercheranno senz’altro di affrontarla in testa. Ci sarà quindi pane per i denti per quanti saranno disposti ad osare più degli altri per affrontare in fuga la salita delle Cave verso Bedizzano, che inizierà immediatamente terminata la discesa.

Davide

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI NOVI LIGURE

maggio 14, 2010 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: pareri tecnici di campioni del passato, che conoscerete nelle prossime giornate; le notizie sulle condizioni di Damiano Cunego, pervenute direttamente dal suo direttore sportivo; la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; una rubrica umoristica in ricordo di Raimondo Vianello; le “perle” dei telecronisti e le previsioni del tempo per la tappa che verrà. Seguiteci.

Foto copertina: il palco del foglio firma di Novara (foto di Andrea Giorgini)

IL POLSO DI DAMIANO

Quinta tappa, massima tranquillita’ per Cunego. Damiano ha pedalato nella pancia del gruppo, senza mai andare fuori soglia. Uniche emozioni: la pioggia che a meta’ percorso ha inzuppato il gruppo e il mancato aggancio da parte del plotone ai fuggitivi.

Brent Copeland

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Petacchi: “Nessuno ha tirato” Nibali: “Come sto bene in rosa” (Gazzetta dello Sport)

Tappa al francese Pineau. Nibali resta in maglia rosa(Corriere dello Sport – Stadio)

Pineau wins for Quickstep (The Daily Telegraph)

Pineau : «Mon plus grand succès» (L’Equipe)

Le Français Jérôme Pineau remporte une étape du Giro (Le Monde)

Pineau gana la quinta etapa; Nibali, aún de rosa (El Mundo Deportivo)

Pineau gana fugado la pelea al pinganillo (AS)

Pineau se cuela en la casa de Coppi (Marca)

2ème victoire d’étape pour Quick Step (Le Soir)

victoire de Pineau, Nibali toujours en rose(La Dernière Heure/Les Sports)

Pineau bezorgt Quick Step tweede ritzege in Giro (De Standaard)

Pineau offre une 2e victoire à Quickstep sur le Giro (actu24.be)

2e succès d’étape pour Quick Step avec Pineau (Sud Presse)

French rider Pineau wins 5th Giro stage (USA Today)

Mountain top finish could be vital for Cadel Evans(The Australian)

Disaster for Evans in team time trial (The Daily Telegraph – Australia)

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

P: son contento per i fuggitivi, certo che alcuni corridori se perdono queste tappe per fare il risultato che cavolo corrono a fare?

H: chissà come mai solo negli ultimi anni i fuggitivi hanno capito che è meglio andare tranquilli, visto che così costringono a rallentare anche il gruppo e hanno più energie alla fine. Per il resto non è una novità. La figuraccia l’ha fatta la Lampre, non si capisce perchè dovevano essere loro a tirare a blocco visto che c’erano squadre più deputate a farlo, a partire dalla Garmin che ha in Farrar il miglior velocista (attualmente) del Giro

M: Non è che la HTC abbia fatto poi questa gran figura.
E’ già la terza volata su 3 che sbagliano. Oggi, poi, hanno tirato nel finale e non sono riusciti a prendere i fuggitivi.

A: Arashiro era assatanato alla fine, è merito suo se la fuga è arrivata… forse le squadre erano un po’ cotte per la crono di ieri? comunque una bella figura da polli per HTC, Sky, Garmin, ecc…

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

GIRO A SEGNO

Rubrica semiseria sul Giro 2010, in ricordo del grande Raimondo Vianello

Mistero su come il gruppo non sia riuscito a recuperare i fuggitivi….
Il successo della fuga? Un vero e proprio giallo….
Arashiro….

by N@po

La curva dellInter saluta Raimondo Vianello (www.tuttosport.com)

La curva dell'Inter saluta Raimondo Vianello (www.tuttosport.com)

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Fidenza – Carrara

Fidenza: cielo sereno, temperatura 17,7°C, venti deboli da SE (4 km/h), umidità al 62%
Borgo Val di Taro (66,4° Km): alternanza di pioggie deboli (1,1 mm) e schiarite, temperatura 12,9°C (percepiti 10°C causa vento), venti moderati da SW (14-23 km/h), umidità al 85%
Aulla (121,6° Km): nuvole sparse, temperatura 14,8°C, venti deboli da SSW (7-12 km/h), umidità al 75%
GPM Spolverina (144,6° Km): cielo sereno, temperatura 14,3°C, venti deboli da W (6-10 km/h), umidità al 69%
Marina di Carrara (arrivo): nuvole sparse, temperatura 16°C, venti deboli da W (3-8 km/h), umidità al 76%, mare mosso

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Anche oggi la giornata di strafalcioni è stata aperta da “Si Gira” dove il cestista Gianmarco Pozzecco ha detto di non essere un grande appassionato di ciclismo… e lo ha confermato quando, parlando del Giro 2010 ha detto “so che una tappa finirà a Messina“.

Mmmh…. e se Pozzecco si fosse lasciato scappare una notizia udita al villaggio di partenza…. ma non diciamo di più….

L’uscita della “mosca atomica” ha fatto da apripista ad un diadema di papere collezionate da Cassani, Pancani, Conti e Savoldelli.

In rigoroso ordine di apparizione:

Cassani: “Per andare a Cima Coppi” (Passo Coppi)
Cassani: “Arrivo generale di gruppo” (mai sentita questa espressione per un arrivo in volata)
Pancani: “Cerreto Grue meno di 300 abitanti” (infatti, sono 339)
Beppe Conti, riportando una frase di Coppi: “Proverò ancora una volta a fare il Giro delle Fiandre, che non l’ho mai fatto
Savoldelli (intervistando Shefer): “Come è andata ieri la cronometro a squadra per voi?”
Pancani: “Margine molto molto…estremamente ristretto”
Sgarbozza: “Boing Telecom” (Bouygues Telecom)
Sgarbozza bis: “Sax Bank” (Saxo Bank)
Sgarbozza tris: “i fratelli Slech” (Schleck)

Infine segnaliamo che la prima maglia rosa del Giro 1978 fu indossata dal tedesco Dietrich Thurau (vincitore del cronoprologo di Saint Vincent) e non dal belga Rik Van Linden, come riferito da Pancani.

Approfittiamo dell’occasione per andare a ravanare sul fondo della cassapanca (l’avete notato, è il soprannome che è stato affibbiato al duo microfonato della RAI) e a pescare qualche strafalcione storico.

Telecronaca rai. Collegamento dalla moto: “Abbiamo superato il cartello dei -5 al traguardo; tra poco incontreremo quello del -4″

Macchissenefrega 2

Tour di Sera, anno 1996. Prima di chiudere la puntata, il conduttore Giorgio Martino si fa mesto e annuncia “Chiudiamo la puntata dandovi l’annuncio della morte dell’ex professionista spagnolo José Manuel Fuente”
Fuente è sì morto mentre era in corso il Tour del 1996, ma DUE GIORNI DOPO l’annuncio di Martino.

ARCHIVIO ALMANACCO
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

1a tappa Amsterdam


2a tappa Amsterdam – Utrecht

3a tappa Amsterdam – Middelburg

4a tappa Cuneo – Savigliano (cronosquadre)

ORA PINEAU PUO’ DARE LEZIONI DI FUGA

maggio 13, 2010 by Redazione  
Filed under News

Incredibile epilogo nella quinta tappa del Giro, la prima in linea in Italia dopo la cronosquadre di Cuneo. Una fuga a quattro, poi diventata di tre, partita da lontano che non sembrava avere speranze e che invece ha mantenuto sessanta metri di vantaggio sul gruppo per far saltare di gioia il corridore francese sulla linea del traguardo. Già i velocisti hanno poche occasioni in questo Giro, se poi le buttano anche via c’è da chiedersi: ma che ci sono venuti a fare?

Foto copertina: Pineau primo nella città dei campionissimi (foto Bettini)

L’ordine d’arrivo della volata di Novi Ligure non sarebbe affatto male: 1° Tyler Farrar, 2° Greg Henderson e 3° Alessandro Petacchi. Vista la tappa pianeggiante, i due Gpm ma di una facilità estrema e la voglia di rilassarsi dopo l’infinito vento olandese, sarebbe tutto nella norma e pronti ad esaltare la doppietta dell’americano della Garmin che in questo Giro sembra partito col piede giusto.
Peccato soltanto che il gruppo, in realtà, si è rilassato un po’ troppo, o perlomeno non tantissimo, soltanto quei trenta secondi di troppo che sono serviti alla fuga del mattino di arrivare. Con questo, niente contro i quattro, poi tre perché Paul Voss la sua tappa l’aveva già vinta prendendosi sei punti per la maglia verde (tutto fa in tempi di crisi!), andati in fuga anzi chi scrive è sempre tifoso di coloro che scattano e animano corse e tappe, a volte, troppo noiose.
Però un dubbio sorge spontaneo: com’è possibile che con squadre attrezzate come Lampre, Htc-Columbia, Garmin e Sky (seppur soltanto negli ultimi due chilometri) possano arrivare quasi in carrozza al traguardo quattro uomini che hanno avuto un vantaggio massimo di 5’40” in una delle poche tappe di un Giro che ha qualche velocista ma rarissime frazioni adatte alle ruote veloci.
E, allora, onore al buon vecchio (in senso buono, s’intende) Jerome Pineau che sorprende tutti, forse anche se stesso, sfrutta al meglio il lavoro del compagno per caso Arashiro e conquista il secondo successo di squadra in quattro giorni per la Quick-Step: i belgi erano venuti al Giro quasi per fare una scampagnata e adesso si ritrovano già plurivittoriosi. Avevamo detto, dopo il successo di Weylandts, che il bilancio si poteva ritenere già sufficiente, adesso è ottimo.
Sulla cronaca di tappa, ben poco da dire, con il solito copione da frazione di trasferimento. Prima ora di corsa pancia a terra dove ci provano un po’ tutti e, fra i più attivi, ci sono senz’altro gli uomini della Bbox-Bouygues, con Voeckler e Arashiro, e Voss (Milram) che ha già la maglia verde ma ha visto che le salite non sono proibitive e quindi vuole prendere qualche punticino in più. Il giapponese ed il tedesco riescono a prendere la fuga buona, assieme a Jerome Pineau (Quick Step) e Julien Fouchard (Cofidis). I quattro raggiungono un vantaggio massimo di 5’40” con l’uomo Milram che passa per primo, come da previsione, su entrambi i Gpm.
Dietro, dopo il lavoro Liquigas fino ai meno cinquanta dal traguardo, entrano in azione i Lampre per Petacchi ma comunque il vantaggio ai -30 è sempre intorno ai tre minuti, visto che l’andatura è tutt’altro che folle anche perché a tirare, fra gli altri, c’è anche Gibo Simoni che è tutto fuorché passista. Ecco che Farrar manda qualche uomo davanti ma non si migliora più di tanto, con i quattro che rimangono a bagno maria, visto che al passaggio sul traguardo il vantaggio è di 2’45”. Nella fuga, intanto, sulla salitella di Gavi in mezzo ai vigneti, si stacca Voss che non ha più Gpm da conquistare e quindi lascia la compagnia e nel giro di pochi chilometri viene ripreso e staccato anche dal gruppo.
Oramai tutti sono in testa al plotone per ricucire il rimanente divario dai due francesi ed il giapponese, ma quando a cinquemila metri dall’arrivo il divario è ancora di 55” si inizia a capire che forse qualcosa nel gruppo non sta funzionando alla perfezione. Ai meno quattro, però, Garmin e Htc hanno guadagnato mezzo minuto e sembra fatta. Oramai si è dentro Novi Ligure ed è Arashiro che tenta l’allungo che tiene alto il ritmo davanti e, forse, consente alla fuga di arrivare. Il giapponese imposta l’insidiosa ultima curva per primo, ma di fatto lancia la volata a Pineau che non ha particolari problemi a battere un Fouchard che da parecchi chilometri era in netto debito d’ossigeno. Quando il transalpino alza le braccia al cielo, i velocisti sono sempre ai sessanta metri e, in uno degli sprint più inutili della sua carriera, vince la gara dei battuti Tyler Farrar davanti a Henderson (Sky) e Petacchi (Lampre). Nel concitato finale, non ne va bene una ad un sempre più sfortunato Domenico Pozzovivo che anche oggi perde 44” dai migliori, mentre all’ultimo posto a più di otto minuti ci finisce proprio uno stremato Voss.
Ovviamente in classifica nulla cambia e adesso vedremo se la due giorni toscana con un po’ di marmo di Carrara e del buon Brunello di Montalcino, insieme alle insidiose strade bianche, potranno dare qualche altro scossone inatteso o ci sarà da aspettare il Terminillo.

Saverio Melegari

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