GIRO, ECCO GLI ITALIANI

maggio 7, 2010 by Redazione  
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Ivan Basso per la classifica, Filippo Pozzato in caccia di tappe, Alessandro Petacchi per le volate, con Damiano Cunego che, almeno in partenza, sembra mirare a traguardi parziali. Non moltissimi ma comunque significativi, malgrado il forfait di Daniele Bennati e le poche velleità di un Vincenzo Nibali richiamato all’ultimo dopo l’esclusione di Pellizotti, i grandi nomi italiani che prenderanno il via da Amsterdam. Andiamo ad analizzare nel dettaglio il fronte italiano presente sulle strade della Corsa Rosa.

Foto copertina: Ivan Basso al Giro del Trentino (foto Roberto Bettini)

Erano anni che i corridori italiani non partivano in inferiorità numerica rispetto agli stranieri nella corsa alla maglia rosa. Non più tardi di dodici mesi fa, malgrado Menchov abbia alla fine trionfato e Sastre e Leipheimer abbiano fatto la loro parte, senza dimenticare Lance Armstrong, il nostro ciclismo schierava comunque il trio Di Luca – Pellizotti – Basso, capace di contendere al russo il primato per almeno due settimane e mezzo (tre nel caso dell’abruzzese). Oggi, due dei tre sono stati travolti da casi di doping, e nessuno sembra poter seriamente pensare di prenderne il posto, vista l’incapacità di Cunego di essere competitivo per la classifica generale da anni a questa parte, l’età avanzata di Garzelli e Simoni, e la condizione probabilmente deficitaria di Vincenzo Nibali, che ha impostato la stagione guardando al Tour de France, e si presenterà dunque al via di Amsterdam con il solo scopo di affinare la gamba in vista della Grande Boucle.
Le speranze di vedere un italiano in rosa a Verona sono dunque riposte quasi esclusivamente in Ivan Basso, unico corridore in grado di concludere due Grandi Giri in Top 5 nel 2009, con il 5° posto del Giro e il 4° della Vuelta. Due, sostanzialmente, i motivi che inducono a sperare legittimamente in un miglioramento del piazzamento dell’anno passato: l’assenza di Franco Pellizotti, che consentirà a Basso di disporre di una squadra tutta per sé, e il fatto che la ruggine per i due anni di assenza per squalifica dovrebbe essere ormai stata smaltita. È inoltre da sottolineare come Ivan abbia in Sylvester Szmyd e Vincenzo Nibali, se quest’ultimo riuscirà a trovare una forma accettabile, due gregari d’eccezione in montagna, che potrebbero rivelarsi particolarmente preziosi nell’ultima, infernale settimana. Gli unici dubbi circa le possibilità di vittoria di Basso sono legati alla sua condizione, che anche al recente Giro di Romandia non ha convinto particolarmente, ma, vista la distribuzione delle difficoltà della Corsa Rosa, condensate quasi interamente dal 22 maggio (tappa di Asolo) in poi, non è detto che una partenza lenta sia necessariamente un male.
Alle spalle del varesino, troviamo diversi nomi interessanti, ma nessuno apparentemente in grado di giocarsi il primato fino alla fine. Per blasone, i più accreditati sarebbero certamente Damiano Cunego e Gilberto Simoni, tornati dopo 5 anni a militare assieme nella Lampre, mai lasciata dal veronese, cui il trentino ha fatto invece ritorno per disputare un ultimo Giro d’Italia. Come detto in apertura, però, il veronese non riesce ormai da anni a rappresentare una seria minaccia per la classifica generale di un Grande Giro, e a questo punto appare più probabile che miri a qualche traguardo parziale, perlomeno in un primo tempo. Se poi la condizione dovesse essere buona e il distacco dalla maglia rosa non eccessivo, nella terza settimana il trionfatore dell’edizione 2004 potrebbe provare a dire la sua. Per Simoni, invece, le tre settimane non hanno mai rappresentato un problema, e anzi sono state l’appiglio su cui costruire ottimi risultati al Giro anche quando l’età era avanzata, e lo smalto non più quello del 2003. Ora però, come testimoniato dalla passata edizione della Corsa Rosa, le primavere sembrano essere troppe anche per un combattente come lui, ed è dunque facile ipotizzare per il trentino un ruolo di gregario di lusso per Cunego qualora il veronese riuscisse a combattere per la graduatoria. Viceversa, Gilberto potrebbe provare una fuga da lontano in qualche frazione alpina, per chiudere con un ultimo ruggito la sua carriera sulle strade del Giro.
Un discorso non troppo dissimile a quello fatto per la coppia Lampre è ipotizzabile per quella Acqua & Sapone formata da Stefano Garzelli e Francesco Masciarelli. Il varesino, lo scorso anno, sarebbe stato da podio o quasi senza la disfatta dell’Alpe di Siusi, ma la carta d’identità, che alla voce “data di nascita” recita 16 luglio 1973, fa pensare che forse anche per lui sia più probabile una rincorsa a successi di tappa, tante volte sfiorati ma sempre sfuggiti dodici mesi fa. Masciarelli mira invece a confermare – e se possibile migliorare – quanto di buono fatto lo scorso anno, quando fu 17° alla fine, e molto brillante nell’ultima settimana.
Altro corridore che mira alla conferma dopo un grande Giro 2009 è Michele Scarponi, che quest’anno, libero dall’ingombrante presenza di Gilberto Simoni, potrebbe decidere di tenere d’occhio anche la classifica generale, forte anche dell’aiuto in montagna di José Serpa Perez. Dovesse scivolare troppo lontano dalla maglia rosa, il corridore di Filottrano potrebbe comunque riciclarsi come cacciatore di tappe, ruolo ottimamente ricoperto lo scorso anno.
Da verificare la tenuta su tre settimane anche di Domenico Pozzovivo, vincitore sull’Alpe di Pampeago della tappa regina dell’ultimo Giro del Trentino, che partirà con i gradi di capitano della Colnago – CSF. Lo scalatore di Policoro non dovrà preoccuparsi troppo delle sue scarsissime doti di cronoman, visti pochissimi chilometri contro il tempo previsti, ma l’assenza di specialisti del tic-tac tra le fila della sua formazione potrebbe causare una perdita extra di terreno in occasione della cronosquadre di Cuneo, e non sono molti gli elementi su cui valutare le sue possibilità di resistere su 21 tappe.
Non c’è invece dubbio sulla capacità di resistenza di Marzio Bruseghin, che in maglia Caisse d’Epargne dovrà però lottare per assicurarsi il ruolo di leader, per via della concorrenza di David Arroyo. Difficile comunque che il veneto possa rappresentare una grossa minaccia per i pretendenti al successo finale, in virtù del tracciato a lui molto poco favorevole, anche se la tradizione della sua formazione in fatto di cronosquadre potrebbe permettergli di accumulare un lieve margine su alcuni avversari nella 4a tappa.
Se per quel che concerne gli uomini di classifica gli azzurri schierano un grande nome con attorno diversi candidati outsider, anche in ambito velocisti il solo Alessandro Petacchi sembra in grado di recitare un ruolo da protagonista, contrastando la concorrenza straniera di Greipel e soci, forte anche di un apripista quale Danilo Hondo. Daniele Bennati è stato infatti costretto ad una rinuncia dell’ultimo minuto, e come velocista Liquigas verrà quindi sostituito, verosimilmente, da Fabio Sabatini, originariamente delegato al ruolo di apripista dell’aretino. Ecco dunque che l’ormai 36enne atleta della Lampre sarà chiamato a reggere quasi da solo le sorti dei nostri colori, mentre dietro le nuove leve latitano decisamente. Segnaliamo comunque il nome di Alberto Loddo, capace di battere lo stesso Petacchi a Cagliari nella 5a tappa del Giro di Sardegna.
Lievemente meglio vanno le cose in tema di cacciatori di tappe, dove accanto a Filippo Pozzato, anche in questo caso unica vera stella di rango internazionale, desideroso di rivincita dopo una campagna del Nord che prometteva benissimo e che è invece stata azzoppata da un virus a pochi giorni al Fiandre, troviamo, oltre agli stessi Scarponi, Cunego e Garzelli, altri atleti in grado di dire la loro per traguardi parziali. In testa mettiamo Enrico Gasparotto, quest’anno vincitore della tappa di Colmurano della Tirreno-Adriatico, nonché già ottimo protagonista alla Montepaschi Strade Bianche e all’Amstel Gold Race, dove fu addirittura 3°. Tornando invece alla Katusha del campione d’Italia, non si possono non citare Giampaolo Caruso, che partirà come capitano ma che probabilmente si limiterà ad aspirare a vittorie di tappe, e Luca Mazzanti, per quanto il corridore in grado di vincere a Frosinone al Giro 2005 sembri piuttosto lontano. Attenzione anche a Leonardo Bertagnolli, vincitore lo scorso anno a Faenza, e a Marco Pinotti, fresco vincitore del prologo del Giro di Romandia, che si è così candidato seriamente come pretendente alla crono inaugurale di Amsterdam e a quella conclusiva di Verona.

Matteo Novarini

06-05-2010

maggio 7, 2010 by Redazione  
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4 JOURS DE DUNKERQUE
L’italiano Danilo Napolitano (Team Katusha) si è imposto nella seconda tappa, Coulogne – Auby, percorrendo 196,4 Km in 4h47′14″, alla media di 41,026 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’argentino Juan Jose Haedo e il tunisino Chtioui.
Napolitano è il nuovo leader della classifica, con lo stesso tempo del danese Rasmussen e 1″ sul francese Pineau

La volata che ha portato alla vittoria Danilo Napolitano (foto AFP)

La volata che ha portato alla vittoria Danilo Napolitano (foto AFP)

SZLAKIEM GRODÓW PIASTOWSKICH
L’ucraino Yuri Metlushenko (Amore & Vita – Conad) si è imposto nel criterium d’apertura, circuito di Legnica (32 Km). Ha totalizzato 21 punti e ha preceduto di 11 punti il polacco Janiszewski e di 12 punti il tedesco Müller. Miglior italiano Davide Bonuccelli (Feudi di San Marzano-CDC-Cavaliere), 15° a 19 punti.

FIVE RING OF MOSCOW
Il russo Ivan Kovalev (Moscow) si è imposto nel prologo, circuito di Krylatskoye, percorrendo 4,1 Km in 5′18″, alla media di 46,415 Km/h. Ha preceduto di 4″ e 5″ i connazionali Solomennikov e Kosyakov.

INTERNATIONAL AZERBAIJAN TOUR – 2a TAPPA (disputata il 04-05)
L’iraniano Amir Zargari (Azad University) si è imposto nella seconda tappa, Urmia – Shabestar, percorrendo 175 Km in 4h40′04″, alla media di 37,491 Km/h. Ha preceduto allo sprint i tedeschi Edmuller e Grasmann. L’iraniano Ghader Mizbani Iranagh (Tabriz Petrochemicals Team) conserva la maglia di leader con di 55″ su Zargari e 1′04″ sul tedesco Tobias.

INTERNATIONAL AZERBAIJAN TOUR – 3a TAPPA (disputata il 05-05)
Il kazako Andery Mizurov (Tabriz Petrochemicals Team) si è imposto nella terza tappa, Tabriz – Jolfa, percorrendo 129 Km in 2h54′28″, alla media di 44,363 Km/h. Ha preceduto allo sprint il bulgaro Hristov e l’azero Surutkovich. Invariate le prime tre posizioni della classifica (ora il tedesco Tobias ha 1′02″ di ritardo).

INTERNATIONAL AZERBAIJAN TOUR – 4a TAPPA (disputata il 06-05)
Lo spagnolo Rafael Serrano Fernandiz (Heraklion Kastro Murcia) si è imposto nella quarta tappa, circuito di Nakhjavan, percorrendo 79 Km in 1h52′16″, alla media di 42,220 Km/h. Ha preceduto di 1″ l’iraniano Amoli e il tedesco Edmuller. Invariate le prime tre posizioni della classifica (ora Zargari e Tobias hanno 52″ e 59″ di ritardo).

GIRO D’ITALIA, GLI STRANIERI AL VIA

maggio 6, 2010 by Redazione  
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Da Evans a Sastre, passando per Vinokourov e Wiggins. Non sono moltissimi, ma comunque più numerosi di altre volte gli stranieri al via del Giro d’Italia che nutrono sogni rosa. Meno nutrita di altre volte la schiera di cacciatori di tappe, compensata però da un discreto gruppo di velocisti, capeggiati da Freire, Greipel e McEwen.

Foto copertina: Cadel Evans taglia da vincitore il traguardo della Freccia Vallone (foto Roberto Bettini)

Non siamo forse ai livelli del 2009, quando a contendere a Menchov la maglia rosa furono anche Sastre e Leipheimer, con Lance Armstrong 12°, mentre Philippe Gilbert e Mark Cavendish lottavano per traguardi parziali, ma, se confrontato con quello di molte edizioni degli anni 2000 (per non dire quasi tutte quelle precedenti il 2008) il lotto partenti straniero al Giro d’Italia è certamente più che soddisfacente. Se latitano un po’ infatti gli scattisti e i cacciatori di tappe in genere, discretamente nutrite sono invece le schiere dei pretendenti alla classifica finale e dei velocisti, con, in particolare, Evans, Sastre e Vinokourov che condividono con Ivan Basso il ruolo di principali favoriti alla Rosa veronese.


Partendo proprio dagli aspiranti al successo finale, non possiamo non iniziare da Cadel Evans, alla prima partecipazione al Giro dopo l’esperienza bifronte di otto anni fa, che da un lato lo rivelò al grande pubblico, e dall’altro vide nel tracollo di Passo Coe una delle più amare delusioni della sua carriera. L’australiano, allora partito con uno status inferiore anche a quello di outsider, è oggi invece da considerarsi con ogni probabilità il favorito #1 – come testimoniato peraltro dalle quote dei bookmakers -, forte di un titolo mondiale e tre podi in Grandi Giri (due al Tour e uno alla Vuelta) in più, oltre ad una Freccia Vallone fresca di poche settimane.
Non gioca certamente a suo favore, va detto, la quasi totale assenza di cronometro individuali (meno di 25 km in tutto), e nella cronosquadre potrebbe concedere qualcosa. Il miglior Evans è però corridore in grado di reggere il passo di chiunque in salita, e i recenti eccellenti risultati sulle Ardenne paiono confermare l’ottimo stato di forma del campione del mondo. Le tante tappe di montagna concentrate nell’ultima settimana potrebbero forse svantaggiare chi ha già dato prova di una grande gamba in aprile, a favore di chi, come Basso, Sastre e Wiggins, si è concentrato completamente sulla Corsa Rosa; d’altro canto, così tante difficoltà in pochi giorni potrebbero anche esaltare la regolarità di Cadel, che non ha certamente costruito la sua fama di specialista delle tre settimane grazie ad acuti esaltanti.
Discorso opposto vale invece per gli altri due grandissimi nomi stranieri al via con ambizioni di maglia rosa, Carlos Sastre e Alexander Vinokourov. Relativamente a quest’ultimo, la Liegi ha mostrato senza dubbio che ha ritrovato una gamba non lontana da quella dei giorni migliori, perlomeno su una corsa di un giorno. Qualche punto interrogativo resta invece intorno alle sue possibilità di reggere le tre settimane, visto che l’ultimo Grande Giro corso da Vino con ambizioni di classifica risale al 2007, mentre per trovarne uno in cui abbia effettivamente lottato fino in fondo per il primato (alla fine conquistato) bisogna tornare alla Vuelta 2006.
Il contrario si può dire invece per il vincitore del Tour 2008, già protagonista al Giro l’anno passato, quando a respingerlo fu però la scarsa costanza di rendimento: se nessun dubbio sussiste circa la sua tenute sulle tre settimane, non sono molte le corse in base alle quali valutare la condizione con cui si presenterà ad Amsterdam. Di certo, se la gamba dovesse essere buona, il percorso sarebbe disegnato su misura per l’iberico, con poca cronometro e tanti arrivi in salita e montagne in generale, per di più nella terza settimana, in cui Sastre ha costruito la vittoria al Tour 2008, e in cui è solito esaltarsi (si pensi anche al Giro 2009, con le due affermazioni sul Petrano e sul Vesuvio).
Dietro i tre, spicca il nome di Bradley Wiggins, sulla cui condizione aleggia qualche dubbio, ma che, alla luce del Tour de France della passata stagione, sarebbe, all’infuori dei tre di cui abbiamo detto, l’uomo più pericoloso se dovesse stare bene, supportato, tra gli altri, da Morris Possoni e Dario Cioni.
L’altro britannico da tenere d’occhio sarà David Millar, che dovrebbe però dividere i gradi di capitano della Garmin con Christian Vandevelde, sempre che le condizioni dei due siano tali da consentire loro di fare classifica. Altrimenti, Millar, come il compatriota Wiggins, potrebbe comunque rappresentare una minaccia nella cronometro conclusiva, limitandosi per il resto ad un Giro di secondo piano, un po’ come l’Ullrich del 2006 (vincitore della cronometro di Pontedera ma mai in corsa in classifica generale).
Con Valjavec escluso assieme a Pellizotti, Evgeni Petrov della Katusha, Chris Sorensen della Saxo Bank e la coppia tedesca Gerdemann – Fothen della Milram dovrebbero rappresentare i principali nomi in ottica generale, sempre che David Arroyo non riesce a prevalere su Marzio Bruseghin per il ruolo di capitano in casa Caisse d’Epargne (squadra in cui segnaliamo anche la presenza di Rigoberto Uran).
Molto interessante è poi il discorso legato ai velocisti, che pure nella seconda metà di Giro, ad eccezione della frazione di Brescia, faranno probabilmente da spettatori, a meno che qualcuno non decida di fare i bagagli ben prima di Verona. Anche se il nome forse più altisonante, quello del tri-campione del mondo Oscar Freire, è in dubbio per via di problemi allergici, il lotto delle ruote veloci estere resta comunque più che buono. Su tutti spicca il nome di Andre Greipel, re dell’inizio di stagione con 11 successi già all’attivo (di cui 5 al Giro della Turchia), libero quest’anno dalla leadership di Mark Cavendish, e supportato peraltro, in qualità di apripista, da Matthew Goss, vincitore della Parigi-Bruxelles 2009. Il principale rivale del tedesco, sulla carta, dovrebbe essere Tyler Farrar, regolarmente l’ombra di Cavendish nella passata edizione, che quest’anno, in mancanza del britannico, potrebbe raccoglierne il testimone.
Altro duo interessante è quello costituito, in casa Saxo Bank, da Baden Cooke e Lucas Haedo, anche se l’australiano da tenere d’occhio sarà probabilmente Robbie McEwen, uomo Katusha per gli arrivi di gruppo. Da non sottovalutare anche il vicino di casa (neozelandese) Greg Henderson, che ha lasciato il Team Columbia, con il quale aveva vinto lo scorso anno una tappa alla Vuelta, per cercare gloria in maglia Sky. Dovesse dare forfait Freire, è probabile che a sostituirglisi come sprinter Rabobank sia un altro australiano, Graeme Brown, ancora a secco in questo 2010 dopo i cinque successi del 2009. E se la sua scarsissima tenuta in salita può rappresentare un ostacolo forse insormontabile per i suoi sogni di gloria, proprio sulle asperità collocate prima del traguardo dovrà fare affidamento William Bonnet, vincitore quest’anno di una tappa alla Parigi-Nizza. Da tenere d’occhio anche il navigato Robert Forster, 3 tappe vinte in carriera al Giro, anche se le ultime risalgono al 2007.
Se per quanto riguarda i pretendenti alla classifica generale, chi per la maglia rosa e chi per un piazzamento di prestigio, e i velocisti, il numero e la qualità degli elementi sono buoni, anche se non al livello del 2009, non altrettanto si può purtroppo dire per quel che concerne i cacciatori di tappe, che dovranno verosimilmente animare la corsa in attesa degli ultimi dieci giorni di fuoco. Se già lo scorso anno l’unico grosso calibro ad avere realmente inseguito con decisione il successo di tappa è stato Philippe Gilbert, oltre ad un Boasson Hagen che alla vigilia era visto come non più di un giovane di belle speranze, quest’anno risulta molto difficile trovare un nome da prima pagina, visti i forfait di tutti gli uomini da classiche reduci dalle fatiche primaverili.
Molto corposo è il fronte francese, che oltre a Pineau, facente parte di una QuickStep che andrà sostanzialmente in cerca solo di traguardi parziali, schiera diversi atleti interessanti tra Bouygues Télécom (Voeckler su tutti), Cofidis (spicca Moncoutié, affiancato tra gli altri da Leonardo Duque) e Ag2R (Gadret e Turpin, oltre a Efimkin). Non mancheranno poi degli abbonati alla fuga, in primis Ignatiev e Wegmann, già spesso protagonisti in passato sulle strade della Corsa Rosa.
Sempre in tema di tappe, attenzione agli specialisti delle prove contro il tempo in occasione delle cronometro di Amsterdam e Verona, in particolare a Gustav Erik Larsson e Svein Tuft, che cercheranno gloria quasi esclusivamente in quelle giornate.
Un contingente straniero, quello che si presenterà al Giro, in cui spiccano dunque alcuni nomi, ma tutto da verificare per molti aspetti. Per le risposte, basterà pazientare pochi giorni.

Matteo Novarini

MORTIROLO: CARLO MAGNO PRIMO UOMO SOLO AL COMANDO

maggio 6, 2010 by Redazione  
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Fu il grande imperatore il primo uomo al comando sul tremendo passo valtellinese, 1216 anni prima del passaggio in testa del venezuela Sierra, primo professionista a scollinarlo. In mezzo anche un passaggio dell’Eroe dei Due Mondi e vien quasi da dire che si fa prima a stilare l’elenco degli italici luoghi dove Garibaldi non sia mai stato. Poi lassù, a 1854 metri di quota ha piantato radici il Giro d’Italia…. da allora sono già passati vent’anni e almeno due generazioni di professionisti hanno avuto l’occasione di misurarsi con le sue pendenze estreme. Ma di chi stiamo parlando? Del Mortirolo, ovviamente.

Il Mortirolo? Mai scalato dal Giro! Il primo grande a scavalcare in testa il passo è stato il venezuelano Sierra? Giammai! Si può salire solo da Mazzo e Edolo? No, ci sono ben nove alternative oltre ai due versanti classici. Concludendo la carrellata sulle grandi ascese del Giro 2006, andiamo anche a scoprire i misteri di quello che, della corsa rosa, è il “monte dei martiri” (nome per nulla fuori luogo, come vedrete).

IL NOME
Innanzitutto, per evitare di generare confusione, spieghiamo subito la questione del nome. Quello che è scalato al Giro non è il Mortirolo ma il Passo della Foppa (1854m), come giustamente segnalato sull’atlante stradale TCI, che però ha sbagliato il chilometraggio del versante di Mazzo, riportando circa 3 Km in meno. Il Mortirolo è altrove. Anzi, ne esistono due, a brevi distanze dal Foppa, come vedrete nell’appendice relativa ai valichi riportata nell’articolo di descrizione della tappa. È invalso l’uso di chiamarlo “Mortirolo” dal nome del sottostante pianoro, dove nel 774 vi si svolse uno scontro tra le truppe longobarde e quelle capeggiate da Carlo Magno, reduce dalla conquista di Pavia. Fu, dunque, il celebre imperatore d’Occidente il primo “dominatore” del valico, che deve il suo nome a quel fatto d’arme: il toponimo deriva, infatti, dall’originale “Monte dei Martiri”. Secondo altri, e queste sono le ipotesi più probabili, il nome deriverebbe dal termine usato nel Medioevo per indicare le zone ricche di acque stagnanti oppure dal latino “monterolum”, col significato di monte poco elevato.
Il toponimo Foppa, invece, significa buca, fossa o concavità.

LA STORIA
Dopo Carlo Magno, bisognerà aspettare quasi 1000 anni per vedere il passaggio di un altro grande personaggio dal Foppa-Mortirolo. Ed anche in questo caso non è un ciclista. Un giorno del 1859 a Tovo di Sant’Agata, sul versante valtellinese, ad Antonio Armanasco (detto “Stefanol”), un adolescente del luogo intento a spaccar legna, si presentò un signore fiero e imponente che gli chiese di accompagnarlo al passo. Ottenuto il permesso dai genitori, “Stefanol” e quell’uomo s’incamminarono per le vecchie mulattiere di Tovo, giungendo prima in territorio di Mazzo e poi al Mortirolo. Quel signore si chiamava Giuseppe Garibaldi. Fino a pochi anni prima il passo era ritenuto, assieme ad Aprica e Tonale, uno dei punti più delicati di contatto tra la Repubblica Cisalpina e l’Impero Austriaco. Altri fatti d’arme avvenuti nella sottostante piana risalgono alla seconda guerra mondiale, quando vi si combatté la “battaglia del Mortirolo”, da molti storici ritenuta la più grande battaglia campale combattuta in Italia da forze partigiane.
Le “battaglie” ciclistiche sono, invece, cominciate nel 1990, anno del primo passaggio del Giro d’Italia, che da allora ha proposto il Mortirolo in nove occasioni: a domare il mostro valtellinese sono stati il venezuelano Leonardo Sierra nel 1990 (tappa Moena – Aprica, vinta dallo stesso Sierra), Franco Chioccioli nel 1991 (prima scalata dal versante di Mazzo, tappa Morbegno – Aprica, identico vincitore), Marco Pantani nel 1994 (tappa Merano – Aprica, idem), Ivan Gotti nel 1996 (tappa Cavalese – Aprica, idem) e nel 1999 (tappa Madonna di Campiglio – Aprica, primo al traguardo lo spagnolo Roberto Heras), Wladimir Belli nel 1997 (tappa Malè – Edolo, primo il russo Pavel Tonkov), Raffaele Illiano nel 2004 (tappa Bormio – Presolana, primo Stefano Garzelli), Ivan Basso nel 2006 (tappa Trento – Aprica, idem) e lo spagnolo Antonio Colom nel 2008 (tappa Rovetta – Tirano, vinta da Emanuele Sella).

LA SCALATA
Il versante più celebre del Mortirolo è quello che sale da Mazzo di Valtellina, borgo agricolo tra i frutteti (soprattutto meleti). Tra i suoi monumenti c’è la torre di Pedenale, nei boschi sopra Mazzo. Era parte di un vasto complesso, appartenuto ai Venosta e smantellato dai Grigioni nel 1526, posto a guardia delle vie che conducevano al Mortirolo. Infatti, sarà lambita, con l’omonima contrada fortificata, dalla strada che sale al passo, una delle più ripide d’Italia. C’è di peggio, comunque: dallo stesso Zoncolon all’altoatesino Edelweiss, passando per le ascese venete della Bocca di Forca e della Punta Veleno, mentre il non plus ultra è rappresentato dalla proibitiva strada della “Scanuppia” (anche perché è effettivamente proibito percorrerla in bici), vicino a Rovereto.
Preso da Mazzo, il Mortirolo presenta 12,4 Km d’ascesa, 1310 metri di dislivello e una pendenza media del 10,5%, con una punta massima del 18%. L’inizio dell’ascesa è a quota 542m, 400 metri oltre il centro di Mazzo. Dopo uno strappo di poco più di centro metri, comunque già impegnativo (8,6% la media), la strada perde quota per 200 metri. Si riprende a salire a quota 551m e, da questo punto in poi, non concederà più soste. Con 200 metri d’ascesa al 7% si raggiunge il bivio che è tradizionalmente preso come punto d’inizio del Mortirolo. I successivi 2,7 Km, che presentano una pendenza media del 9,4% e si concludono nella contrada San Matteo, presentano i primi tratti veramente difficili, 0,5 Km all’11,4%, seguiti da 0,3 Km al 13%. Subito dopo, però, appena prima di giungere in San Matteo (da vedere l’omonima chiesetta, da poco restaurata), s’incontra il punto più facile di tutta la scalata, altri 300 metri, ma caratterizzati da una pendenza media del 5,2%. Gustatevelo perché proprio adesso inizia il troncone più duro dell’ascesa: salendo attravero le frazioni Termen e Viez, si superano 374 metri di dislivello nel volgere di 2,8 Km. Ne risulta una pendenza media da urlo: 13,4%! È facile intuirlo: è in questo frangente che si tocca la punta massima del 18%. Accade nei 400 metri che precedono il passaggio da Termen, dove la media si attesta al 14,6%. Superata quota 1200m sembrerà di pedalare sul velluto, dopo cotanto ascendere. In realtà la pendenza è sempre a due cifre (0,9 Km al 10,5%) e poi la strada ripiglia a salire duramente per un altro chilometro, dove la media risale brutalmente al 13,1%. I successivi 1000 metri sono gli ultimi veramente impegnativi, caratterizzati da una media dell’11,6%: nei restanti 3,5 Km la salita diventa un pochino più umana, con una media del 9,1% e sporadici strappi a due cifre di pendenza. Con 400 metri al 9,4% si raggiunge il bivio dove giunge, da sinistra, il versante che sale da Grosio, asfaltato da non molti anni. Dopo 1,6 Km al 9,1%, all’altezza del bivio per la località Loop il Mortirolo torna a ruggire, anche se a fasi alterne: 400 metri all’11,7%, 300 “facili” metri al 7,4%, 200 metri all’11,5%, 300 metri al 6,3% e la coltellata finale, i cento metri al 13% che precedono la volata per il GPM. Gli ultimi 150 metri, infatti, ha una pendenza “solo” del 5,3%.

I MILLE VERSANTI DEL MORTIROLO
Oltre a quello di Mazzo e Edolo, è possibile ascendere al Mortirolo da altri nove versanti, tra facili e difficilissimi, diretti e meno diretti. C’è n’è anche uno per gli amanti delle “ruote grasse”.
Edolo (via diretta): è il versante più celebre dopo quello di Mazzo. Si sale al passo in 17,2 Km, transitando per il centro di Monno. La pendenza media è del 6,9%, il tratto più duro è costituito dagli ultimi 2,7 Km, caratterizzati da una media dell’8,5% e da uno strappo di mezzo chilometro al 10,2%
Grosio: si tratta del versante più recente, asfaltato da pochi anni. Dal ponte sul fiume Adda al passo, sono 14,6 i chilometri d’ascesa, caratterizzati da una pendenza media dell’8,3% e dall’alternarsi di tratti pedalabili ad altri durissimi. Particolarmente violento l’abbrivio: i primi 3 Km hanno una pendenza media dell’11,1%. Il tratto finale è in comune al versante che sale da Mazzo
Tovo di Sant’Agata: è il versante sterrato del Mortirolo. In pratica si tratta della strada che fu percorsa da Garibaldi e “Stefanol” nel 1859. Sistemata nel 1980, la salita termina sfociando sulla panoramica strada di cresta Aprica – Mortirolo, descritta più sotto.
Tirano: altro versante recente, che fino a poco tempo fa presentava, nel finale, pochissime centinaia di metri su fondo sterrato. L’ascesa, che transita per la località Cologna, misura 14,5 Km, termina a quota 1754m e presenta una pendenza media dell’8,9%, con alternanza di tratti pedalabili e durissimi. Conclusa l’ascesa, si sbocca sulla strada di cresta Aprica – Mortirolo. In pratica, è la strada che al Giro 2010 sarà affrontata in discesa, dopo aver superato il GPM di Trivigno.
Stazzona (via Santa Cristina): partendo da Stazzona, frazione di Villa di Tirano, è possibile abbinare la conquista del Mortirolo a quella di un altro valico, il Santa Cristina (1427m). La salita a quest’ultimo, seguendo per un brevissimo tratto la SS 39 diretta all’Aprica, prevede 12,5 Km d’ascesa, con una pendenza media dell’8,2%. Durissimo il tratto che precede il Santa Cristina (l’ultimo chilometro sale all’11,3%), scollinato il quale s’incontra la strada di cresta Aprica – Mortirolo.
Tresenda (via Aprica): salire da Tresenda comporta raggiungere il Passo dell’Aprica (1173m, 12 Km al 6,5%), scendere per circa 1,5 Km verso Edolo e poi imboccare la strada di cresta Aprica – Mortirolo. È, inoltre, possibile “mixare” i due versanti appena descritti e salire al Santa Cristina da Tresenda (13 Km al 7,9%).
Edolo (via SS 39): in questo caso si tratta di percorrere il versante più facile dell’Aprica fino al bivio posto 1,5 Km prima del passo, per poi svoltare a destra e imboccare la strada di cresta Aprica – Mortirolo. Fino all’Aprica sono 15 Km al 3,3%, ma c’è la possibilità di salire per la ripida strada parellela che sarà affrontata nel finale della tappa Brescia – Aprica del Giro 2010
Edolo (Monte Padrio): è sicuramente il versante più duro per ascendere al Mortirolo, dopo quello di Mazzo. Nel tratto iniziale si segue la statale dell’Aprica fino alla località Lombro. Abbandonata la SS 39, si sale ripidamente fino a quota 1825m, dove si sbuca sulla strada di cresta Aprica – Mortirolo. L’ultimo tratto misura 9,4 Km e presenta una pendenza media del 9,8%, con parecchi picchi a due cifre (massima del 20% al Km 2,7). Da anni, in molti auspicano un suo inserimento nel percorso del Giro, magari in abbinamento al Mortirolo.
Strada di cresta Aprica – Mortirolo. Si tratta di un percorso altamente spettacolare. La strada, stretta ma asfaltata, si svolge sulla cresta che separa la Valtellina dalla Val di Corteno, laterale della Valcamonica. L’unico grosso centro abitato toccato è la località turistica di Trivigno, dove si tocca la pendenza massima dell’itinerario (14%). La strada misura 27 Km (calcolati dal bivio sotto il passo dell’Aprica), dei quali 16,5 Km di salita, in tre tratti. Il primo termina a quota 1867m, presso la vetta del Monte Padrio e prevede 13,5 Km al 5,3%. Dopo 2,3 Km di discesa (media del 3,2%), si affronta il secondo tratto in salita, 1200 metri al 6,5%. Un altro chilometro di discesa (4,6%) e poi si affronta l’ultima salita, che tocca la quota massima di 1930m: sono 2 Km al 5,3%, con i mille metri finali al 7,5%. Da questo punto al Mortirolo mancano 7 Km, tutti pianeggianti (a parte i 900 metri finali, in discesa al 4,9%).
“La “direttissima del Mortirolo”: è l’ultima scoperta, in ordine di tempo. Si tratta di una stradina che parte nel centro di Mazzo e taglia il primo tortuoso tratto del Mortirolo, rendendo la salita più breve ma più micidiale. Questa variante confluisce sulla strada principale dopo 2,5 Km, nei pressi della chiesetta di San Matteo, e presenta una pendenza media complessiva dell’11% ma va anche considerato che i 300 metri che precedono il ricongiungimento sono quasi pianeggianti. Fino in vetta la salita risulta lunga 11,8 Km e la media si attesta sull’11,1%.

Mauro Facoltosi

05-05-2010

maggio 6, 2010 by Redazione  
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4 JOURS DE DUNKERQUE
ll danese Alex Rasmussen (Team Saxo Bank) si è imposto nella prima tappa, Dunkerque – Bray-Dunes, percorrendo 143,8 Km in 3h31′23″, alla media di 40,817. Ha preceduto allo sprint il tedesco Ciolek e il belga Ista. Miglior italiano Danilo Napolitano (Team Katusha), 5°. La prima classifica vede in testa Rasmussen con 4″ su Ciolek e sul francese Martias. Napolitano è 11° a 10″.

La volata di Alex Rasmussen a Bray-Dunes (foto AFP)

La volata di Alex Rasmussen a Bray-Dunes (foto AFP)

03-05-2010

maggio 4, 2010 by Redazione  
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GRAN PRIX OF MOSCOW
Il serbo Esad Hasanovic (Partizan Srbija) si è imposto nella corsa russa. Ha preceduto di 3″ e 14″ i russi Valynin e Vorobev.

INTERNATIONAL AZERBAIJAN TOUR
L’iraniano Ghader Mizbani Iranagh (Tabriz Petrochemical Cycling Team) si è imposto nella prima tappa, Tabriz – Urmia, percorrendo 136 Km in 3h19′05″, alla media di 40,988. Ha preceduto di 55″ il tedesco Erler e l’iraniano Saeidi Tanha, distanzianti nella prima classifica di 59″ e 1′01″.

COLPO GROSSO DI VALVERDE

maggio 3, 2010 by Redazione  
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Grande prova dello spagnolo che chiude la prima parte della sua stagione conquistando tappa e generale del Giro di Romandia. Alle sue spalle a Sion chiude Igor Anton, uno dei più combattivi di giornata, mentre il sorprendente Spilak finisce terzo e raggiunge la piazza d’onore in classifica generale. Male Rogers che perde pure il podio, malissimo Basso a quasi 10’.

Foto copertina: Valverde taglia in testa il traguardo della decisiva frazione di Sion (foto ČTK)

È la giornata di Valverde quella che inizia da Sion e si chiude nella stessa cittadina elvetica dopo 121km e tre salite. L’ultima, quella decisiva, l’ascesa di Ovronnaz, ha visto i migliori darsi battaglia non appena il gruppo ha ricucito sui fuggitivi del mattino (Peraud, Efimkin, Paulinho, Zaugg, Pinot, Weening, Wegelius e Bakelants)

Ad accendere la corsa sono stati Machado e Gadret, rimasti in testa fino all’attacco di Anton che, dopo aver ripreso la coppia, ha scollinato con 20” sul terzetto composto da Valverde, Spilak e Menchov e che avevano, a loro volta, passato il duo di attaccanti. Rogers scollinava invece a 47”, in compagnia di Pinotti, che al termine sarà ottavo e migliore italiano, Brajkovic, Wyss oltre agli stessi Gadret e Machado. Per l’australiano, quindi, gara finita e addio sogni di gloria, mentre per il primo posto era lotta a due Valverde-Spilak, col primo decisamente favorito e con l’incognità del terzo incomodo Menchov. L’altro russo, Karpets, era andato in difficoltà fin dalle prime rampe e viaggiava nelle retrovie.

Lungo la discesa Valverde ha tentato il tutto per tutto per cercare di mettere in difficoltà i compagni di fuga che, invece, non sembravano aver accusato la fatica (a parte un po’ di affano per il russo della Rabobank). Così lo spagnolo ha pensato bene di sprintare per un abbuono che, coi vantaggi risicati della classifica generale, avrebbe potuto risultare molto utile.

Riassorbito Anton, il favorito per la vittoria di tappa diventava lo spagnolo della Caisse d’Epargne, ma da grande combattente il basco non si è dato per vinto tentando il tutto per tutto a 500 metri dal traguardo, cercando di anticipare la volata. A poco è servito il coraggioso tentativo di Anton che si è visto “sverniciato” da un Valverde che ha festeggiato la doppietta a mani alzate. Terza piazza per Spilak che si guadagna un meritatissimo secondo posto in generale, quarto il più affaticato Menchov, che si ritaglia comunque un posto sul podio.

Rimane giù dal podio Rogers, che paga 23” arrivando col secondo gruppetto regolato da Machado, nel quale era rientrato anche Karpets. Giornata da dimenticare, invece, in casa Liquigas con Kreuziger che, dopo la prestazione deludente di ieri, ha preferito risparmiarsi le fatiche di Sion tornando a casa con qualche ora di anticipo, mentre il compagno Basso doppiava la prestazione del ceco chiudendo a quasi 10’ e mostrando una condizione che davvero non c’è…sarà davvero utile a questo punto puntare sul Giro? L’unico a tenere alto l’onore di casa è lo slovacco Sagan che, dopo ottime prestazioni nei primi giorni e una crono così così, limita i danni chiudendo a 1’39” e finendo a ridosso della top ten in generale, un risultato che alla luce delle sue appena venti primavere è qualcosa di davvero promettente.

Andrea Mastrangelo

Il podio del Tour de Romandie 2010 (foto AFP)

Il podio del Tour de Romandie 2010 (foto AFP)

02-05-2010

maggio 3, 2010 by Redazione  
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TOUR DE ROMANDIE
Lo spagnolo Alejandro Valverde Belmonte (Caisse d’Epargne) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, circuito di Sion, percorrendo 121,8 Km in 3h36′19″, alla media di 33,783 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Hernandez e lo slovacco Spilak. Miglior italiano Marco Pinotti (Team HTC – Columbia), 11° a 23″. Ivan Basso (Liquigas-Doimo) è 49° a 9′30″.
Valverde si impone classifica, con 11″ su Spilak e 21″ sul russo Menchov. Miglior italiano Pinotti, 8° a 1′27″. Basso è 36° a 13′24″.

SRAM TOUR OF THE GILA
L’australiano Darren Lill (Fly V Australia) si è imposto nella quonta ed ultima tappa, Silver City – Pinos Altos, percorrendo 171,2 Km in 4h25′03″, alla media di 38,755 Km/h. Ha preceduto di 6″ lo statunitense Jenkins e il canadese Britton. Lance Armstrong (Team Mellow Johnny’s) è 23° a 3′54″.
Lo statunitense Levi Leipheimer (Team Mellow Johnny’s) si impone con 59″ e 1′09″ sui connazionali Danielson e Zabriskie. Armstrong è 17° a 6′53″.

VUELTA ASTURIAS
Lo spagnolo Constantino Zaballa (Loule – Louletano) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Fuentes Del Narcea Ibias-Degaña – Oviedo, percorrendo 198,9 Km in 5h37′05″, alla media di 35,403 Km/h. Ha preceduto di 1′36″ il connazionale Mosquera Miguez e di 2′22″ l’italiano Pasquale Muto (Miche).
Zaballa si impone in classifica, con 58″ sul colombiano Duarte e 1′17″ sullo spagnolo Intxausti Elorriaga. Miglior italiano Pasquale Muto (Miche), 16° a 5′42″.

Zaballa fa sua la tappa conclusiva e la classifica generale del Giro delle Asturiue (foto Rafa Carbonero)

Zaballa fa sua la tappa conclusiva e la classifica generale del Giro delle Asturiue (foto Rafa Carbonero)

TOUR DE KOREA
Il corridore di Hong Kong Cheung-King Log (Hong Kong China National Team) si è imposto nella decima ed ultima tappa, circuito di Seoul, percorrendo 49,2 Km in 1h07′06″, alla media di 43,994 Km/h. Ha preceduto di 25″ i coreani Gyeong Hwang e Seok Lee. Lo statunitense Michael Friedman (Jelly Belly p/b Kenda) si impone in classifica, con 17″ sul connazionale Anthony e 28″ sul giapponese Nishitani.

CIRCUITO DEL PORTO – TROFEO ARVEDI
L’italiano Marco Amicabile (Delio Gallina S.Inox A.S.D) si è imposto nella classica cremonese, percorrendo 180 Km in 3h53′57″, alla media di 46,164 Km/h. Ha preceduto allo sprint il brasiliano Andriato De Mattos e l’uzbeko Karimov.

La volata che ha deciso la 44a edizione del Circuito del Porto (foto Rodella)

La volata che ha deciso la 44a edizione del Circuito del Porto (foto Rodella)

PROFONDE VAN MADE
L’olandese Bobbie Traksel (Vacansoleil) si è imposto nella corsa olandese, precedendo il kazako Vinokourov e il connazionale Boom.

MEMORIAL OF OLEG DYACHENKO
Il russo Aleksandr Mironov (Itera-Katusha) si è imposto nella corsa russa, percorrendo 136 Km in 3h29′10″, alla media di 39,012 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Porsev e il lettone Skujins.

IL RATTO DI LARCIANO

maggio 2, 2010 by Redazione  
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Il lombardo Daniele Ratto si è imposto nella 34a edizione del GP Industria e Artigianato di Larciano, ultima gara italiana del calendario prima della partenza della corsa rosa, prevista per sabato prossimo da Amsterdam. Ma la competizione toscana poco ha detto in ottica Giro, poiché dei papabili protagonisti al via si è presentato il solo Pellizotti. Terzo classificato al Giro 2009, il “delfino di Bibione” ha però dato ottimi segnali sulle strade toscane, con un tentativo naufragato a una ventina di chilometri dall’arrivo.

Foto copertina: la volata che ha consegnato a Daniele Ratto la 34a edizione del GP Industria e Commercio di Larciano (foto Riccardo Scanferla)

Anche il Primo Maggio, festa del lavoro, il popolo delle due ruote ha avuto la quotidiana dose di pane e ciclismo. Si è disputato il 34° GP Industria e Artigianato di Larciano, la corsa toscana che ha nei tre passaggi sul San Baronto il momento clou. E proprio all’ultimo passaggio sul GPM, è partita la fuga decisiva, quando un gruppetto d’inseguitori, è riuscito a riprendere Pellizotti, che nella parte finale della gara aveva accumulato un vantaggio di 28″. Nei successivi 20 km la fuga è andata avanti di comune accordo e sullo striscione d’arrivo il lombardo della Carmiooro Ngc Daniele Ratto ha regolato i sette compagni d’avventura. Secondo si è piazzato il colombiano Miguel Rubiano Chavez (Meridiana Kamen Team), terzo Franco Pellizotti (Liquigas-Doimo), quarto l’australiano Simon Clarke (ISD-Neri), quinto il venezuelano Jackson Rodriguez Ortiz (Androni Giocattoli), sesto lo sloveno Tomaz Nose (Adria Mobil) e settimo Massimiliano Gentili (Flaminia Ceramiche). Completano la “top ten” il colombiano Jose Rodolfo Serpa Perez (Androni Giocattoli) e gli italiani Davide Cimolai (Liquigas-Doimo) e Roberto Ferrari (De Rosa – Stac Plastic).
Luca Scinto, direttore sportivo della ISD, che conosce bene la zona dove si è disputata la gara, ha voluto commentare la prova dei suoi ragazzi, dopo i problemi di salute di Visconti nei giorni scorsi e il quarto posto dell’australiano Clarke: ”Va bene così, abbiamo fatto quanto abbiamo potuto. Giovanni è andato più forte di quanto immaginassimo, Rujano ha attaccato anche troppo, gli altri hanno lavorato quanto richiesto e Clarke ha fatto una bella corsa, sempre in fuga e presente nel finale. Peccato per Gatto, se allo scollinamento avesse agganciato i battistrada… Avremmo fatto qualcosa in più”.
Il Gp di Larciano si è disputato su strade delle province di Pistoia e Firenze e all’inizio della corsa, al 25° Km, il gruppo si è fermato a Casalguidi, la località dove abitava il ct della Nazionale Franco Ballerini, per rendergli omaggio. Un mazzo di fiori è stato consegnato alla signora Sabrina, moglie del “Ballero”.
In chiave Giro d’Italia questa gara ha detto poco poichè dei possibili aspiranti alla maglia rosa il solo Franco Pelizzotti, comunque molto attivo, era ai nastri di partenza. Il delfino di Bibione, com’è conosciuto il biondo ciclista friulano, ha così commentato la sua prova in prospettiva Giro “Nonostante le critiche per il mio comportamento al Trentino, da parte mia sono sempre stato sereno e sicuro della marcia di avvicinamento al Giro d’Italia. Io guardo la strada e vedo un bel Giro nel quale sono sicuro di poter offrire il meglio”.

Mario Prato

01-05-2010

maggio 2, 2010 by Redazione  
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TOUR DE ROMANDIE
Lo sloveno Simon Spilak (Lampre-Farnese Vini) si è imposto nella quarta tappa, Vevey – Chatel, percorrendo 157,9 Km in 4h05′25″, alla media di 38,603 Km/h. Ha preceduto di 13! lo slovacco Sagan e il belga Gilbert. Miglior italiano Marco Pinotti (Team HTC – Columbia), 22° a 22″. Ivan Basso (Liquigas-Doimo) è 34° a 2′28″.
L’australiano Michael Rogers (Team HTC – Columbia) conserva la testa della classifica, con 1″ sullo spagnolo Valverde Belmonte e 5″ su Spilak. Miglior italiano Pinotti, 11° a 52″. Basso è 31° a 3′42″.

GP INDUSTRIA & ARTIGIANATO – LARCIANO
L’italiano Daniele Ratto (Carmiooro NGC) si è imposto nella corsa toscana, percorrendo 200 Km in 4h48′20″, alla media di 41,618 Km/h. Ha preceduto allo sprint il colombiano Rubiano Chavez e l’italiano Franco Pellizotti (Liquigas-Doimo).

SRAM TOUR OF THE GILA
Lo statunitense Taylor Phinney (Trek Livestrong) si è imposto nella quarta tappa, Downtown Silver City Criterium, percorrendo 60 Km in 1h31′20″, alla media di 39,416 Km/h. Ha preceduto allo sprint il cubano Dominguez e il canadese Dionne. Lance Armstrong (Team Mellow Johnny’s) è 58″.
Lo statunitense Levi Leipheimer (Team Mellow Johnny’s) conserva la maglia di leader con 59″ e 1′04″ sui connazionali Danielson e Zabriskie. Armstrong è 16° a 4′02″.

Taylor Phinney si impone nel Criterium di Downtown Silver City, quarta tappa del Tour of the Gila (www.clintonphoto.com)

Taylor Phinney si impone nel Criterium di Downtown Silver City, quarta tappa del Tour of the Gila (www.clintonphoto.com)

VUELTA ASTURIAS
Il colombiano Fabio Duarte (Cafe De Colombia – Colombia Es Pasion) si è imposto nella quarta tappa, Cafés Toscaf – Alto del Aceb, percorrendo 166,8 Km in 4h31′34″, alla media di 36,853 Km/h. Ha preceduto di 16″ il connazionale Cano e di 1′10″ lo spagnolo Intxausti Elorriaga. Miglior italiano Pasquale Muto (Miche), 27° a 4′26″.
Duarte è il nuovo leader della classifica, con 19″ e 50″ sugloi spagnoli Intxausti Elorriaga e Santiago Pérez. Miglior italiano Pasquale Muto (Miche), 21° a 4′54″.

Duarte trionfa nella tappa regina del Giro delle Asturie (foto EFE)

Duarte trionfa nella tappa regina del Giro delle Asturie (foto EFE)

LE TOUR DE BRETAGNE CYCLISTE – TROPHEE DES GRANITIERS
Il francese Gael Malacarne (Bretagne – Schuller) si è imposto nella settima ed ultima tappa, Iffendic – Dinan, percorrendo 148,4 Km in 3h35′29″, alla media di 41,321 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’irlandese Bennett e il francese Pichon. Il francese Franck Bouyer (Bbox Bouygues Telecom) si impone in classifica con 7″ e 28″ sui connazionali Dion e Le Boulch.

JELAJAH MALAYSIA
L’australiano Mark O’Brien (Letua Cycling Team) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Sungai Petani – Kuala Perlis, percorrendo 205,3 Km in 4h37′10″, alla media di 44,442 Km/h. Ha preceduto di 39″ l’iraniano Zangi Abadi e il sudafricano Woolcock. L’irlandese David McCann (Giant Asia Racing Team) si impone in classifica, con 20″ sul giapponese Beppu e 1′01″ sul malaysiano Rusli.

La volata che ha deciso la frazione conclusiva della corsa malese

La volata che ha deciso la frazione conclusiva della corsa malese

TOUR DE KOREA
Il coreano Hyo Suk Gong (Seoul Cycling) si è imposto nella nona tappa, Yangyang – Chuncheon, percorrendo 145,5 Km in 4h08′49″, alla media di 35.086 Km/h. Ha preceduto di 2″ i connazionali Hun Kim e Hong Yoo. Lo statunitense Michael Friedman (Jelly Belly p/b Kenda) conserva la testa della classifica, con 17″ sul connazionale Anthony e 28″ sul giapponese Nishitani.

GRAND PRIX HERNING
Il danese Alex Rasmussen (Team Saxo Bank) si è imposto nella corsa danese, percorrendo 198,9 Km in 5h07′06″, alla media di 38,860 Km/h. Ha preceduto di 3″ il connazionale Mortensen e di 11″ l’olandese Van Leijen.

RONDE VAN OVERIJSSEL
L’olandese Job Vissers (Skil – Shimano) si è imposto nella corsa olandese. Ha preceduto il belga Cappelle e l’olandese Smit.

RUND UM DEN FINANZPLATZ ESCHBORN – FRANKFURT
Il tedesco Fabian Wegmann (Team Milram) si è imposto nella corsa tedesca, percorrendo 201,7 Km in 4h53′22″, alla media di 41,252 Km/h. Ha preceduto allo sprint i belgi Verheyen e Scheirlinckx. Miglior italiano Marco Marcato (Vacansoleil Pro Cycling Team), 4°.

La volata vincente di Wegmann a Francoforte (www.ad.nl)

La volata vincente di Wegmann a Francoforte (www.ad.nl)

GROTE PRIJS 1 MEI – EREPRIJS VICTOR DE BRUYNE
Il belga Jan Kuyckx (Qin Cycling Team) si è imposto nella corsa belga. Ha preceduto di 14″ il connazionale Caethoven e il neozelandese Avery.

MEMORIAL ANDRZEJA TROCHANOWSKIEGO
Il tedesco André Schulze (PSK Whirlpool – Author) si è imposto nella corsa polacca. Ha preceduto allo sprint i polacchi Wadecki e Jezowski.

THE PATHS OF KING NIKOLA (Montenegro) – 1a TAPPA (disputata il 29-04)
Il bulgaro Vladimir Koev (Hemus 1896 – Vivelo) si è imposto nella prima tappa, circuito a cronometro di Cetinje. Ha preceduto di 1′41″ il kazako Jumabekov e di 2′01″ lo slovacco Nagy. Due italiani in gara: Rino Zampilli (Hemus 1896 – Vivelo) è 18° a 4′41″, Andrea Pinos (Tusnad Cycling Team) è 25° a 6′02″.

THE PATHS OF KING NIKOLA (Montenegro) – 2a TAPPA (disputata il 30-04)
Lo slovacco Maros Kovac (Dukla Trencin Merida) si è imposto nella seconda ed ultima tappa, circuito di Cetinje. Ha preceduto di 2″ il connazionale Nagy e il kazako Jumabekov. Ritirati i due italiani in gara. In classifica si impone il bulgaro Koev, con 1′01″ su Nagy e 1′41″ su Jumabekov.

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