GREIPEL – ITALIA 3-0
Non c’è nulla da fare contro il velocista tedesco e ne sanno qualcosa gli italiani, poiché delle quattro vittorie conquistate sulle strade turche, tre le ha ottenute ai danni dei nostri connazionali. A Turgutreis, seconda frazione, ha avuto ragione di Furlan, Cucinotta e Gavazzi; a Fethiye, l’altro ieri, ha preceduto ancora Gavazzi; ieri, sul traguardo di Finike, sono stati Cimolai, Belletti e Visconti ha vedersi sfrecciare sotto il naso il potente sprinter in forze al Team HTC – Columbia. Comunque, non ci lamentiamo: Visconti sta conquistando ogni giorno di più la 46a edizione del Presidential Cycling Tour of Turkey e proprio ieri è riuscito a distanziare di una manciata di preziosi secondi il più diretto avversario, lo statunitense Tejay Van Garderen.
Foto copertina: Greipel è la verde…. Ma vince (foto Bettini)
Una tappa non facile ieri al Giro di Turchia, ambientata sulla costa mediterranea, ricca di salite brevi ma ripide e lunga 194 km.
La corsa è stata nervosa sin dall’inizio con numerosi tentativi di attacco.
La gara è iniziata con una lunga fuga da lontano di 4 uomini che non ha preoccupato più di tanto il gruppo. Sulle ultime due salite, il leader della classifica generale Giovanni Visconti ha dovuto controllare a uomo Moncoutiè e gli altri diretti avversari di classifica. Grazie alla sua squadra, compatta e competitiva lungo tutta la corsa, ha poi aiutato la HTC e la Colnago a chiudere sui due fuggitivi di giornata, Kern e Wilmann.
L’arrivo è al cardiopalma con gli attaccanti raggiunti a poche centinaia di metri dal traguardo e Greipel nuovamente vincitore allo sprint. Davanti a Cimolai, Belletti e Visconti.
“Oggi altra tappa dura – spiega Visconti dopo l’arrivo – in salita c’è stata battaglia. Io ho controllato soprattutto Moncoutiè, ma quando si è creato quel gruppo di otto attaccanti (con dentro Cheula ed altri uomini di classifica) ho aspettato i miei compagni e insieme abbiamo chiuso. Poi nel finale mi sentivo bene e ho provato a sorprendere tutti. C’è mancato poco che riuscissi”. Già, l’attacco del leader all’ultimo chilometro ha spiazzato gli avversari e se non fosse stato per Belletti (Colnago), che è partito ai 400 metri tirando di fatto la volata a Greipel, la “sortita” sarebbe andata in porto.
Nello sprint, vinto ancora una volta dall’imbattibile Greipel, Visconti si è piazzato al 4° posto, guadagnando 7” su Van Garderen.
In classifica generale Visconti è sempre primo con 23” su Van Garderen, 27” su Moncoutiè, 48” su Cheula e 1’42” su Salerno.
Mario Prato
LA TAPPA DI OGGI
Il Giro di Turchia volge al desio e per Giovanni Visconti la strada verso il successo è praticamente spianata. Difficilmente lo si riuscirà a sorprendere nelle due ultime frazioni che, invece, potrebbero vederlo protagonista di una sparata come quella tentata ieri. Il finale della settima tappa, la più breve dopo il prologo, è l’ideale per un simile tentativo, con i chilometri conclusivi tracciati in lieve ascesa. Come nella giornata di ieri si correrà quasi sempre in vista del mare, ma stavolta i tratti litoranei saranno più filanti. Per questo non va escluso un arrivo allo sprint, come quello che l’anno scorso consegnò su questo traguardo il successo al velocista tedesco Robert Förster. Il percorso di gara è identico, con la facile salita di Kumluca (570 metri, 12 Km al 4,4%) da superare a una trentina di chilometri dalla partenza, prevista a Finike. Traguardo finale ad Antalya, pittoresca cittadina circondata dalle montagne, capoluogo di una delle provincie più turistiche della nazione, che annualmente attrae con le sue spiagge il 30% di coloro che scelgono la Turchia quale meta delle proprie vacanze.
Mauro Facoltosi

L'altimetria della tappa di oggi (www.tourofturkey.org)
16-04-2010
aprile 17, 2010 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
PRESIDENTIAL CYCLING TOUR OF TURKEY
Il tedesco André Greipel (Team HTC – Columbia) si è imposto anche nella sesta tappa, Fethiye – Finike, percorrendo 194 Km in 5h’01′02″, alla media di 38,667 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Davide Cimolai (Liquigas-Doimo) e Manuel Belletti (Colnago – CSF Inox). L’italiano Giovanni Visconti (ISD – Neri) conserva la testa della classifica, con 23″ sullo statunitense Van Garderen e 27″ sul francese Moncoutié.
VUELTA A CASTILLA Y LEON
Lo spagnolo Igor Anton (Euskaltel-Euskadi) si è imposto nella terza tappa, León – Alto del Morredero, percorrendo 158,8 Km in 4h07′09″, alla media di 38,551 Km/h. Ha preceduto di 13″ il colombiano Soler e lo spagnolo Contador. Due soli italiani in gara: Mario Bruseghin (Caisse D`Epargne) è 20° a 3′25″, Marco Corti (Footon-Servetto) è 33° a 8′13″.
Anton è il nuovo leader della generale, con 13″ sugli spagnoli Contador e Mosquera. Bruseghin è 18° a 3′25″, Corti 58° a 20′05″.

Igor Anto svetta per primo sull'Alto del Morredero (foto Vuelta a Castilla y León)
TOUR DU LOIR ET CHER “E. PROVOST”
Il russo Alexander Porsev (Itera-Katusha) si è imposto nella terza tappa, Villebarou – Ange, percorrendo 185,5 Km in 4h17′57″, alla media di 43,148 Km/h. Ha preceduto allo sprint i belgi Dupont e Verraes. Il russo Mikhail Antonov (Itera – Katyusha) è il nuovo leader della corsa con 7″ su Verraes e 11″ sul tedesco Thömel.
VOLTA CICLISTA INTERNACIONAL DE GRAVATAI
Il brasiliano Jairo Fernando Dos Santos si è imposto nella terza tappa, Cambará – Canela, percorrendo 160 Km in 3′59′51″, ad una media di 40,025 Km/h. Ha preceduto di 53″ i colombiani Juan Pablo Suarez Suarez (UNE – EPM) e Castaneda Ortega. Suarez Suarez conserva la maglia di leader con 4″ su Castaneda Ortega e 1′41″ sul brasiliano Nascimento.
MONTAGNE ALLE SPALLE, GREIPEL ALLE STELLE
Dopo essersi mangiato le mani a Marmaris, Greipel ha ritrovato il sorriso sul traguardo di Fethiye, che sembrava proibitivo per le ruote veloci del gruppo. Ma le montagne mal collocate hanno finito per favorire il rientro del gruppo sui fuggitivi di giornata, consentendo ai velocisti di contendersi il successo. Sorride anche Visconti, che ha salvato la maglia di leader dopo aver rischiato di lasciarla al francese Pauriol. Musi lunghi in casa Colnago, che hanno sfiorato la vittoria con Gavazzi, ma contro il ciclone Greipel non si può fare ben poco.
Foto copertina: il terzo successo turco di Andrè Greipel (foto Tour of Turkey)
Quella in programma ieri era la tappa più lunga della corsa turca, la Denizli- Fethiye di 218,6 km, e presentava, soprattutto nella parte iniziale, un percorso molto impegnativo. Tutto ciò però non ha spaventato i protagonisti, a vario titolo, di giornata.
Non ha spaventato i coraggiosi che, dal primo km di gara, si sono involati nella fuga che poteva cambiare volto alla corsa. Rémi Pauriol (Cofidis), José De Segovia (Xacobeo-Galicia), Christoph Sokoll (Vorarlberg-Corratec), Adriano Malori (Lampre), Aristide Ratti (Carmiooro) e Sergio Lagana (De Rosa-Stac Plastic), sono stati gli interpreti di una fuga finita quando mancavano solo 3 km al traguardo.
Non ha spaventato Giovanni Visconti, nonostante il tentativo avesse raggiunto un vantaggio che poteva incrinare la sua leadership a vantaggio del francese Pauriol.
E non ha spaventato Greipel che ha lasciato sfogare i fuggitivi, ha sfruttato il lavoro di ricucitura della ISD e, quando è arrivato il momento buono, ha messo a lavorare la squadra in modo da poter ottenere la nona vittoria stagionale e la terza in terra turca, ottenuta strapazzando in volata i soliti Mattia Gavazzi (2°) Van Hummel (3°) e Furlan (4°).
Con i punti in palio sul traguardo di Fethiye, inoltre, il tedesco ha scalzato Visconti dalla testa della rispettiva classifica.
Non ha avuto paura neanche Sacha Modolo, quando all’ultimo chilometro ha provato a beffare il treno del Team HTC-Columbia, ma non c’è stato niente da fare.
«Nel finale alcuni corridori mi hanno un po’ rovinato i piani, ma fa parte del gioco – dichiara un sereno Gavazzi – anche se l’errore è stato anche mio: su quel tipo di pavé che c’era negli ultimi metri è difficile rimontare, quindi avrei dovuto cercare di anticipare la volata del tedesco. Ma non mi rammarico più di tanto perché so che avrò altre occasioni e credo che alla fine una tappa riuscirò a vincerla qui in Turchia». Poi ha commentato serenamente anche il tentativo del compagno di squadra «Sacha ha fatto bene a provare perché la squadra di Greipel non aveva più molti uomini. Renshaw però ha fatto un lavoro strepitoso ed ha permesso a Greipel di fare il suo sprint.”
Per quanto riguarda Visconti, invece, nessun problema particolare, poichè la fuga è stata tenuta sotto controllo e l’arrivo in volata non gli ha fatto correre particolari rischi, anche se ha subito la frattura di 3” dalla prima ventina di componenti del plotone, senza però interessare le prime posizioni in classifica.
Infatti, Visconti precede sempre Van Garderen di 16”, Moncoutiè di 27”, Cheula di 48” e Salerno di 1’42”.
Se Visconti ha rischiato di perdere la maglia blu di leader a causa del francese Pauriol, l’atleta Cofidis ha invece sfilato dalle spalle di Diego Caccia la maglia rossa di “Re della Montagna”.
Mario Prato
LA TAPPA DI OGGI
Le principali difficoltà sono alle spalle ma, a ben guardare, saranno proprio le frazioni a venire quelle più interessanti nell’economia della corsa. La scelta di finali resi complicati dai saliscendi, infatti, non renderà scontato l’esito di queste tappe, che la logica vuole disegnate con mano favorevole ai velocisti. I treni avranno parecchio filo da torcere e, anche se il gruppo si presentasse compatto al traguardo, i loro sprinter potrebbero trovarsi con le gambe in croce, nostante l’aiuto dei giannizzeri di squadra (termine d’orgine turca, tra l’altro, col significato di “nuove truppe”). È quel che è successo l’anno passato proprio a Finike, la stazione turistica che accoglierà il traguardo della sesta tappa. Al termine di una frazione identica in tutto a quella odierna, il velocista tedesco Danilo Hondo, atleta avvezzo a sprintar vittoriosamente al termine di tracciati frastagliati (ricordate le altimetrie delle tappe che vinse a Potenza al Giro 2001 e a Iglesias all’ultimo Sardegna, nel giorno della caduta di Petacchi?), si vide superare sulla fettuccia da Mauro Finetto, che proprio velocista non è (ricordiamo il sesto posto al Giro di Lombardia del 2008).
Apparentemente, però, questa frazione protrebbe ricordare nel disegno quella disputata ieri, essendo le principali asperità collocato lontano dal traguardo. Rispettivamente a 105 e 67 Km dalla meta, infatti, dovranno essere superati due GPM, il secondo dei quali sarà considerato di prima categoria (10 Km al 5,3%, con picchi fino al 14%). I maggiori problemi li riserveranno gli ultimi 15 Km, tracciati lungo una strada litoranea particolarmente tortuosa, lungo la quale l’altimetria prenderà la fisionomia d’una lama di coltello seghettata.
Mauro Facoltosi

L'altimetria della tappa di oggi (www.tourofturkey.org)
15-04-2010
aprile 16, 2010 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
PRESIDENTIAL CYCLING TOUR OF TURKEY
Il tedesco André Greipel (Team HTC – Columbia) si è imposto nella quinta tappa, Denizli – Fethiye, percorrendo 221 Km in 6h’09′17″, alla media di 35,907 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Mattia Gavazzi (Colnago – CSF Inox) e l’olandese Van Hummel. L’italiano Giovanni Visconti (ISD – Neri) conserva la testa della classifica, con 16″ sullo statunitense Van Garderen e 27″ sul francese Moncoutié.
GP DENAIN – PORTE DU HAINAUT
Il francese Denis Flahaut (ISD Continental Team) si è imposto nella corsa francese, percorrendo 197,1 Km in 4h30′45″, alla media di 43,678 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Vachon e l’italiano Enrico Rossi (Ceramica Flaminia)

La volata vincente di Flahaut (foto Isabelle Duchesne)
VUELTA A CASTILLA Y LEON
L’olandese Theo Bos (Cervelo TestTeam) si è imposto anche nella seconda tappa, Burgos – Carrion de Los Condes (Palencia), percorrendo 209,9 Km in 4h45′55″, alla media di 44,048 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Brown e lo spagnolo Grau. Due soli italiani in gara: Mario Bruseghin (Caisse D`Epargne) è 37°, Marco Corti (Footon-Servetto) è 104° a 7′47″.
Bos conserva la maglia di leader con lo stesso tempo di Brown e dello spagnolo Urtasun. Bruseghin è 29° (stesso tempo), Corti 105° a 11′52″.

Secondo successo per l'olandese Bos sulle strade della Vuelta Castilla y Leon (foto Reuters)
TOUR DU LOIR ET CHER “E. PROVOST”
Il francese Steve Le Hyaric (Cyclo-Club Nogent Sur Oise) si è imposto nella seconda tappa, Lamotte Beuvron – Vendome, percorrendo 194 Km in 4h29′, alla media di 43,271 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Hurel e il belga Verraes. Il russo Mikhail Antonov (Itera – Katyusha) è il nuovo leader della corsa con 6″ su Hurel e 11″ su Verraes.
VOLTA CICLISTA INTERNACIONAL DE GRAVATAI – 1a TAPPA (disputata il 14-04)
Il colombiano Julian David Munoz Giraldo (UNE – EPM) si è imposto nella prima tappa, Gravataí – Torres, percorrendo 180 Km in 4h42′28″, alla media di 38,234 Km/h. Ha preceduto allo sprint il brasiliano Pinheiro Silva e l’argentino Simon, distanziati in classifica di 4″ e 6″.
VOLTA CICLISTA INTERNACIONAL DE GRAVATAI – 2a TAPPA (disputata il 15-04)
Il colombiano Juan Pablo Suarez (UNE – EPM) si è imposto nella seconda tappa, Torres – Cambará do Sul, percorrendo 140 Km in 3h42′34″, alla media di 37,741 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Castaneda Ortega e di 1′27″ il brasiliano Nascimento. Suarez è il nuovo leader della classifica, con 5″ su Castaneda Ortega e 1′35″ su Nascimento.

Lo sprint che ha deciso la tappa d'apertura della corsa brasiliana (foto Marcos Adami/BM Press)

L'arrivo di Juan Pablo Suarez a Cambará do Sul (foto Marcos Adami/BM Press)
IL “BIS-CONTE” DI PAMUKKALE
È arrivato il bis di Visconti sulle strade di Turchia. Stavolta il successo è stato particolarmente gustoso per l’alfiere della ISD, poiché ha arrecato con sé la conquista della maglia di leader di una classifica ampiamente rimaneggiata dalla quarta giornata di gara. Ora i distacchi sono più sensibili e già dalla quinta posizione i ritardi si calcolano a minuti e non più a secondi. Nelle prossime giornate il corridore siciliano dovrà badare principalmente allo statunitense Van Garderen, compagno di formazione dell’ex capoclassifica Greipel, e dal francese Moncoutié, che lo tallonano a una ventina di secondi.
Foto copertina: e per Visconti arriva uno strepitoso bis (foto Bettini)
Un meraviglioso e incontenibile Giovanni Visconti ha dettato la sua legge anche nella quarta tappa del Presidential Cycling Tour of Turkey, la Marmaris-Pamukkale di 209k m e molte salite.
Il ragazzo della ISD in debito di fortuna, visto l’avvio di stagione poco soddisfacente e la non ammissione al Giro della sua formazione, ha gettato le basi per una rivalsa proprio in terra turca dove, dopo aver vinto con merito la terza tappa, si è ripetuto anche nella quarta, affrontando a viso aperto i primi della classifica. Il successo è stato impreziosito anche dalla conquista della leadership in ben tre classifiche, la generale, quella a punti e la speciale “Turkish Beauties”.
Visconti si è dunque confermato atleta di riferimento del Giro di Turchia 2010 con una doppietta storica. Vittoria netta, di forza, la sua, ottenuta su Van Garderen (HTC-Columbia) e Moncoutié (Cofidis) dopo 130 km di fuga e lavoro. La tappa, infatti, è stata costellata di attacchi per opera di drappelli di corridori che, a mano a mano, si sono avvantaggiati sul gruppo, su di un percorso vallonato e ideale per le fughe. Visconti, che non ha voluto aspettare nessuno, è rientrato sui fuggitivi quando mancavano circa 90 km dall’arrivo ed ha beneficiato dello splendido lavoro di Longo Borghini e di Oscar Gatto: “Devo ringraziare i miei compagni di squadra, tutti fantastici. In particolare Longo e Gatto, che oggi hanno dato il massimo per me. Stavo bene, volevo la classifica e nel finale sapevo di poter vincere, anche se Moncoutié non aveva tirato niente” – spiega Visconti, sguardo caldo e voce tranquilla – “perché quando sto bene divento determinato e sbaglio poco. E ora che sto bene, voglio raccogliere quanto più possibile”.
Una corsa ancora una volta scritta dalla ISD – Neri – Giambenini, guidata all’attacco – ma con intelligenza – dal d.s. Luca Scinto: “Siamo davvero felici, Giovanni sta bene e la squadra sta girando alla grande. D’altronde vogliamo sempre lasciare il segno, e in questo giro ci stiamo riuscendo bene. Poi con il caldo i miei ragazzi vanno meglio. Siamo una squadra per questi mesi, da qui in avanti”.
Successo di tappa e maglia di leader della classifica generale, vanno a porre l’accento sull’ottima condizione di Visconti: “Fino a ieri preferivo vincere le tappe. Due me le sono prese e ora che sono leader della generale, direi che questa può diventare la mia priorità”. Maglia azzurra di leader, dunque, ma ha fatto sua anche quella verde (classifica a punti), mentre la rossa dei GPM è finita sulle spalle dell’instancabile Diego Caccia, rimanendo quindi in casa ISD. Momento d’oro per il team italiano che da domani interpreterà diversamente la corsa. Senza però abbassare il tiro.
Dopo la tappa odierna la classifica generale ha subito uno scossone e ora ricalca nelle prime posizioni l’ordine d’arrivo di Pamukkale. Alle spalle di Visconti troviamo lo statunitense Van Garderen a 16”, il francese Moncoutiè a 27” e poi gli italiani Cheula e Salerno, staccati di 48” e 1’42”.
Mario Prato
LA TAPPA DI OGGI
Giunto al suo giro di boa, il Presidential Tour of Turkey proporrà oggi la frazione più impegnativa, sia per l’aspetto altimetrico, sia per la distanza da compiere. Infatti, bisognerà percorrere ben 221 Km, muovendo dalla località di Denizli, città capoluogo dell’omonima provincia, situata in prossimità della valle del fiume Meandro, il cui nome deriva da quello del personaggio della mitologia greca che si tolse la vita gettandosi proprio in questo tortuoso corso d’acqua (conformazione dalla quale, a sua volta, deriva proprio il termine italiano “meandro”).
Le due ascese previste, però, non dovrebbero costituire ostacoli insormontabili, nonostante si debba salire molto in quota, fino a 1174 metri per il primo GPM e poi fino a 1600 metri per il secondo e ultimo traguardo della montagna, che sarà anche il tetto di questa edizione. La prima ascesa presenterà un chilometraggio importante, quasi una ventina di chilometri da percorrere all’insù, ma non sarà supportata né da pendenze importanti, né da un’appetitosa collocazione nel tracciato, essendo prevista a poco meno di 30 Km dal via. La “Cima Coppi” sarà più breve e dotata di un minor dislivello ma, pur presentando inclinazioni maggiori, pagherà anch’essa una posizione “malsana” nell’economia della corsa, essendo prevista a 94 Km dal traguardo. A questo si giungerà dopo aver affrontato un’interminabile discesa, che condurrà all’imbocco dei venti chilometri conclusivi, totalmente sgombri da difficoltà altimetriche.
Terminal della quinta frazione sarà la stazione turistica di Fethiye. Molto frequentata d’estate, sorge sul luogo ove si trovava Telmesso, antica città della Licia, storica regione dell’Asia minore. Si chiamò Makri fino al 1923, quando prese l’odierno nome in ricordo di uno dei primi aviatori turchi, il capitano Fethi Bey, scomparso nove anni prima in un incidente aereo nel Golan (Siria).
Mauro Facoltosi

L'altimetria della tappa di oggi (www.tourofturkey.org)
14-04-2010
aprile 15, 2010 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
PRESIDENTIAL CYCLING TOUR OF TURKEY
L’italiano Giovanni Visconti (ISD – Neri) si è imposto anche nella quarta tappa, Marmaris – Pamukkale, percorrendo 209 Km in 5h46′10″, alla media di 36,225 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo statunitense Van Garderen e il francese Moncoutié. Visconti è il nuovo leader della classifica, con 16″ su Van Garderen e 27″ su Moncoutié.

Colpo doppio di Giovanni Visconti a Pamukkale (foto Bettini)
DE BRABANTSE PIJL – LA FLÈCHE BRABANÇONNE
Il belga Sebastien Rosseler (Team Radioshack) si è imposto nella corsa belga, percorrendo 200,5 Km in 4h45′07″, alla media di 42,193 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali De Gendt e Vandewalle. Miglior italiano Marco Marcato (Vacansoleil Pro Cycling Team), 11° a 57″.

Rosseler primo sul traguardo di Overijse (www.ispaphoto.com)
VUELTA A CASTILLA Y LEON
L’olandese Theo Bos (Cervelo TestTeam) si è imposto nella prima tappa, Belorado (Burgos) – Burgos, percorrendo 157,7 Km in 3h52′08″, alla media di 40,761 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Brown e lo spagnolo Urtasun. Due soli italiani in gara: Mario Bruseghin (Caisse D`Epargne) è 29°, Marco Corti (Footon-Servetto) è 100° a 4′05″.

Theo <<boss>> di Burgos (foto AFP)
TOUR DU LOIR ET CHER “E. PROVOST”
Il russo Alexander Porsev (Itera – Katyusha) si è imposto nella prima tappa, Blois – Mer, percorrendo 139,6 Km in 3h12′36″, alla media di 43,489 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Bodiot e il russo Antonov, distanziati in classifica di 4″ e 6″.
LA CÔTE PICARDE
Il russo Vyacheslav Kuznetsov si è imposto nella corsa francese, percorrendo 175 Km in 4h10′02″, alla media di 41,994 Km/h. Ha preceduto di 9″ il tedesco Degenkolb e l’olandese Ligthart.
BUFERA DI TUONI, LAMPRE E FUMO. AFFIORAMENTI PERICOLOSI INTORNO A NIGRELLI
aprile 14, 2010 by Redazione
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Di questi tempi vanno di moda i sequel, non solo al cinema. Calciopoli bis, e adesso “una nuova Operación Puerto” in un paesello del mantovano. La caratteristica di tali colpi di scena è sempre un retrogusto revisionista: quelli che si credevano in qualche maniera “buoni” sono fatti, stando agli scoop, della medesima pasta che gli altri. Ma come spesso accade ai revisionismi afflitti da ansia equiparativa, sotto ai titoloni dei giornali si scova poca sostanza, almeno per ora.
Foto copertina: un’ammiraglia Lampre (www.lampre-ngc.com)
Prime arrivarono le perquisizioni. Bernucci, Petacchi. I farmaci trovati a casa del primo (attribuiti dal ciclista a un fratello o alla moglie), il niente a casa del secondo. Ma avere le forze dell’ordine che ti ronzano attorno, quando godi di cattiva stampa, vale subito quanto una condanna in Cassazione: e non si può dire che la stampa di cui gode il ciclismo sia tra le più amene. L’aria friggeva già di elettricità, prima della tempesta: poi la tempesta – di carta – si è scatenata. La Gazzetta dello Sport spara subito numeri grossi, cinquantaquattro persone che avrebbero ricevuto dalla Procura l’avviso che si sta indagando su di loro: “corridori di primo piano, ma anche tecnici e dirigenti”. Si scoprirà che queste persone sarebbero in realtà trentacinque. Anche i nomi vengono sparati un po’ come capita, primo tra tutti Ballan, ma tutto ruota attorno al “Barba”, il farmacista Guido Nigrelli: secondo la Gazzetta “preparatore di fatto (ha lavorato spesso con le squadre di Saronni), negli ultimi anni in coppia con Stefano [sic] Gelati”. Ecco! Sarà questo il collegamento che porta alla Lampre? Da Nigrelli a Gelati, che peraltro si chiama Sergio, e che in effetti è il preparatore atletico della squadra guidata da Saronni; perché Gelati si rifornisce di medicinali – leciti (tant’è che non risulta nella fantomatica lista di indagati) – presso Nigrelli, che però non lavora per la Lampre.
Il problema di questo modo di “fare informazione”, però, sta essenzialmente nella mancanza di informazioni. Sì, perché leggendo sempre le rosee pagine della Gazzetta salta fuori che questi famosi nomi non si sa con certezza documentale quali siano: “trapela che tra i coinvolti ci sono dirigenti, tecnici, atleti e medici della società blu-fucsia”. “Trapela”?!? E poi: “Gelati non è nella lista di 35 nomi che è affiorata”. La lista è affiorata, come un cadavere da una palude, o come una bolla di schiuma verdastra. I nomi affioranti comprendono oltre a Ballan anche Cunego, Gavazzi, Santambrogio, i medici Andreazzoli e Guardascione, dirigenza manageriale e sportiva nelle vesti di Saronni, Piovani o Bontempi. Solo che questa lista dovrebbe comprendere persone a cui è giunto un “avviso” da parte della Procura (e della natura di questo avviso riparleremo a breve). A sentir loro, tuttavia, c’è chi l’avviso l’ha ricevuto, e chi no. Ballan sì, Cunego no. Andreazzoli no, Guardascione sì. Forse non sono attendibili, di certo rischiano di essere facilmente smentiti se si aprisse un processo a loro carico. O forse potrebbe non essere attendibile quella fonte cristallina da cui è scaturita la famosa lista: ma non abbiamo modo di discernere, visto che essa è comparsa in mano al giornalista quasi motu proprio.
Si apre un altro bel problema: se Nigrelli fosse davvero “preparatore di fatto” della Lampre, “in coppia con Gelati”, sarebbe ben strano che quest’ultimo non fosse indagato. L’origine dell’inchiesta deve essere un’altra. Anche qui però la lettura degli scoop che dovrebbero illuminarci non aiuta granché. Ecco le ipotesi avanzate – tipicamente in punti diversi del medesimo articolo – su come sia nata l’inchiesta: c’entrano forse le dichiarazioni della moglie di Nigrelli, separatasi dal farmacista nel 2007; ma leggiamo anche di una perquisizione del 1999 scattata su segnalazione di un dilettante; poi ci sono le indagini dei NAS di Brescia; o magari le dichiarazioni di Sella e Priamo. Quel che è chiaro è il periodo sotto esame, il 2008 e la prima metà del 2009.
Manca una pennellata a completare il quadro: oltre agli “affioramenti trapelati opportunamente”, che cosa in concreto avrebbe reso notizia questa notizia, ora? Essenzialmente l’emanazione degli avvisi agli indagati. Non si tratta però di avvisi di garanzia, che vengono inoltrati semmai quando ci sia già la necessità di un’assistenza legale da parte di un difensore (le indagini godono in genere della segretezza, anche nei confronti degli indagati stessi; l’avviso di garanzia di cui parlano spesso i giornali compare alla conclusione delle indagini!), bensì della notifica che gli inquirenti abbiano a questo punto richiesto una proroga ai tempi d’indagine, non avendo sufficiente chiarezza o consistenza il quadro in loro possesso. Insomma, il giudice per le indagini preliminari dovrebbe chiudere l’indagine senza le condizioni perché si vada in aula: il pubblico ministero richiede dunque di procedere oltre i termini naturali perché la faccenda si è complicata più del previsto. Tuttavia scatta contestualmente l’obbligo di informare gli indagati.
Ecco dunque il paradosso: ci sono state indagini, queste indagini – nei “tempi regolamentari” – non sono approdate però a nulla di bastevole per fare quantomeno un processo (che a sua volta non è “la colpevolezza”, ma il tentativo di appurarla o meno); gli inquirenti sono da parte loro convinti che il lavoro svolto non sia da buttare, e chiedono di “andare ai supplementari” (durata massima complessiva di due anni). Si potrebbe dire, per proseguire nella metafora calcistica, che se non è una sconfitta è un pareggio: fin qui gli elementi non sono sufficienti nemmeno per incominciare a dibattere se gli indagati – o una parte di essi – siano o non siano colpevoli. Un’ottimista, con un po’ di ipocrisia, potrebbe anche sostenere che si tratti di una buona notizia per la Lampre: in parecchi mesi di indagini non si è potuti approdare a nulla di conclusivo, quindi o si delinque poco o ci si nasconde bene.
Qualche rapida valutazione conclusiva.
Probabilissimo che la fonte dei dati giunti alla stampa sia giudiziaria: non si profila però un atteggiamento meritorio, specialmente se le inesattezze sul numero e sui nomi dei coinvolti non fossero a valle, da parte dei giornalisti, bensì a monte. Parrebbe quasi, e quanto ci auguriamo che non sia così, una sorta di ritorsione punitiva rancorosa che vada a danneggiare gli indagati che non si è riusciti a portare in tribunale nel “primo round”.
Disastroso l’atteggiamento dei mezzi di informazione, che si sono lanciati come una muta di cani idrofobi sul ciclismo senza avere in mano altro che confusione; e come potrebbe essere altrimenti, se perfino gli inquirenti ammettono proprio con questi atti di non avere a disposizione un costrutto perspicuo? La mancanza di rispetto verso le persone in primis, in seconda battuta il danno agli sponsor, sono “danni collaterali” gravissimi, a fronte di una notizia i cui contenuti sono troppo fumosi per potersi davvero ritenere “informazione”.
Allucinante che la Lampre, su probabile impulso di Saronni, continuasse a mantenere rapporti, anche se assolutamente legali, con un personaggio discutibilissimo come Nigrelli. L’amicizia si può coltivare pure con un bel bicchiere di vino in trattoria, senza far necessariamente spesa nella farmacia dei vecchi amici. E di farmacie cui rivolgersi ne esistono parecchie, qualcuna anche più limpida si spera. Difficile comunque immaginare un doping di squadra su questo asse, almeno nell’epoca Gelati. Il motivo è semplicissimo, e di nuovo l’indagine è notizia più confortante che non il viceversa: data l’evidenza del rapporto Nigrelli-Gelati, se su quella linea si fossero esercitati illeciti inevitabilmente anche il preparatore attuale della Lampre sarebbe stato, come minimo, indagato. Così non consta che sia. Più plausibile invece la “conoscenza di vecchia data”, con frequentazioni semmai individuali (ribadisco: almeno per ciò che concerne la gestione di Gelati).
Colpisce la sproporzione di collocazione e risorse tra questi Nigrelli o Santuccione e personaggi come Fuentes o l’ormai espatriato Ferrari. Un provincialismo rustico, quasi ruspante, che sembra tradire l’inesorabile marginalità di figuri che per quanto sempre attivissimi finiscono per costituire la “retroguardia” passé rispetto alla prima linea del doping.
Abominevole, infine, la decisione della BMC di fermare Ballan e Santambrogio. Da sciopero immediato e collettivo del movimento. Non solo non vale la presunzione di innocenza, ma qui addirittura si viene fermati perché, letteralmente, esiste un’indagine che non è riuscita ad approdare ancora a nulla entro i primi termini di legge. Una forma di tutela dell’indagato, che sottoposto a uno scrutinio più esteso del normale viene “compensato” col decadimento del vincolo di segretezza, si è rivoltata in una tagliola fatale che ha compromesso per Ballan uno dei sicuri obiettivi stagionali. Il tutto perché una dirigenza certo non immacolata di suo (le ascendenze Phonak, nonché quelle armstronghiane per Ochowicz) ha il terrore di finire per questi fatti vittima di una arbitraria-al-cubo esclusione da parte del Tour de France.
Possiamo solo chiosare che in questa triste vicenda, sintomatica dello sbando del ciclismo (uno sbando di regole e principi sostituiti a tutti i livelli da arbitrio e sceriffi: forse perfino più grave che il doping; il tutto condiviso peraltro con la società più estesa), non è il rogo che ha prodotto fumo, ma il fumo ad aver prodotto un rogo. Sarebbe da ingenui commentare “troppo rumore per nulla”, giacché qualcosa sotto e intorno a Nigrelli senz’altro ci sarà. Ma se non si è in cattiva fede l’unico commento possibile oggi come oggi è: “troppo rumore”. Punto.
Gabriele Bugada
13-04-2010
aprile 14, 2010 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
PRESIDENTIAL CYCLING TOUR OF TURKEY
L’italiano Giovanni Visconti (ISD – Neri) si è imposto nella terza tappa, Bodrum – Marmaris, percorrendo 166 Km in 4h22′28″, alla media di 37,947 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo sloveno Spilak e l’estone Rein Taaramae (Cofidis, Le Credit En Ligne), che si porta al comando della generale con 1″ su Visconti e 6″ sul tedesco Greipel.
PARIS – CAMEMBERT
Il francese Sébastien Minard (Cofidis le crédit en ligne) si è imposto nella corsa francese, percorrendo 206,5 Km in 4h38′18″, alla media di 44,563 Km/h. Ha preceduto i connazionali Mederel (allo sprint) e Mangel (di 24″).

L'arrivo vittorioso di Sébastien Minard sul traguardo della Parigi - Camembert (foto Fabrice Lambert/sportbreizh.com)
VISCONTI TIRA UNA NOBILE VOLATA AL GRUPPO ITALIANO
Ce lo aspettavamo. Con tutti gli italiani della partira, oltre il 30% del gruppo in gara sulle movimentate strade turche, prima o poi uno dei nostri sarebbe andato a tagliare per primo il traguardo di una frazione del Presidential Tour of Turkey. È successo a Marmaris per opera del più “nobile” (e non solo per il cognome) dei nostri connazionali in gara, Giovanni Visconti, che così ha vendicato l’”affronto” patito nella tappa di ieri, quando Greipel si era messo alle spalle tre italiani di fila. E stavolta a mangiarsi le mani è proprio il tedesco, che si è pure vista sfilata la maglia di leader, finita sulle spalle dell’estone Taaramae, corridore da temere in vista classifica finale per le egregie prestazioni fornite nella recente Volta Ciclista a Catalunya, che ha concluso al terzo posto, a 43” dallo spagnolo Joaquin Rodriguez.
Foto copertina: volata baciata dal sole per Visconti a Marmaris (foto Bettini)
È toccato a Giovanni Visconti, forse il più titolato dei nostri connazionali presenti in Turchia, raccogliere la prima vittoria italiana di tappa in questa edizione del Presidential Tour of Turkey.
Il successo dell’ex campione italiano in maglia ISD è stato ottenuto a Marmaris, dove si è conclusa la terza tappa, partita da Bodrum.
Le salite presenti, ben più impegnative di quelle dei giorni scorsi, hanno fatto si che oggi siano scesi nell’agone coloro che ambiscono al successo finale. Non figure di rincalzo, non velocisti prestati alla leadership in classifica, ma corridori tosti, magari non nobilitati da palmares rifulgenti ma animati da sana passione e amore per il proprio lavoro, con carriere più o meno lunghe, ma unite dallo stesso filo conduttore: un amore viscerale per il più semplice dei mezzi di locomozione.
La tappa è entrata nel vivo a 10 km al termine, quando sei cavalieri moderni animati da antica passione hanno deciso di scatenare e contemporaneamente accettare la battaglia.
Il “Marine”, così è soprannominato Visconti, ha attaccato trascinando con sé altri 5 corridori (Moncoutié, Taaramae, Pauriol, Spilak e Cheula, altro italiano) con i quli ha guadagnato fino a 25”.
Assorbita la sorpresa iniziale, il gruppo ha ovviamente organizzato l’inseguimento, ma nulla ha potuto contro la volontà degli attaccanti. Così, mentre da dietro guadagnavano terreno, Visconti ha saputo controllare la situazione chiudendo sugli attacchi dei Cofidis e conservando l’energia sufficiente per andare a vincere d’autorità su Spilak (Lampre), Taaramae (Cofidis) e gli altri protagonisti della fuga a seguire. Il gruppo, regolato dall’italiano Dall’Antonia, fino a ieri il migliore dei nostri in classifica, è giunto dopo 13”.
Per Taaramae, il ciclista estone in forza alla Cofidis, la terza piazza odierna vale la leadership in classifica, da dove guarda tutti dall’alto dell’esiguo vantaggio di un secondo su Visconti. L’ex leader Greipel, che oggi ha lasciato 22” ai fuggitivi, è terzo a 6”;: seguono Spilak a 10” e Van Garderen a 13”.
“Sono soddisfatto del risultato e del lavoro che abbiamo fatto come squadra. Avevamo promesso bagarre, ci siamo mossi per tutto il giorno e alla fine ho trovato io l’azione giusta” spiega Visconti dopo l’arrivo. “Sull’ultimo strappo ho attaccato perché stavo bene. Sapevo che era dura ma con gli altri 5 abbiamo guadagnato abbastanza e nel finale sono stato attento alla rimonta del gruppo. Per fortuna è arrivata una buona notizia anche per me dopo il periodo complicato che ho vissuto dall’Eroica alla Sanremo, in cui non sono riuscito a onorare le corse in cui volevo far bene”. Parole oggettive quelle del capitano della ISD–Neri–Giambenini, oggi sereno per la condizione e l’ottimo risultato. “Ora sono secondo in classifica, vediamo come poter migliorare. Ma rimango orientato alla caccia delle tappe” precisa Visconti, che poi chiude: “Vincere al Turchia era tra i miei obiettivi, ora spero di bissare. E dopo guardo all’italiano, oltre che all’estate dove l’anno scorso ho vinto tre corse”. Soddisfazione, dunque, ma anche alte aspettative verso le prossime tappe. Domani c’è la quarta frazione, da Marmaris a Pamukkale, altri 209 km da correre all’attacco.
Dopo la tappa di oggi Visconti si ritrova in testa alla classifica a punti (in coabitazione con Greipel), mentre il suo compagno Caccia indossa la maglia rossa di “King of the Mountain”.
Mario Prato
LA TAPPA DI OGGI
Al quarto giorno di gara il Giro di Turchia proporrà una delle sue frazioni più impegnative, che sarà anche una delle più lunghe, tracciata per 207 Km tra Marmaris e il “castello di cotone”. Questo è il significato del nome di Pamukkale, la località che ospiterà l’arrivo, importante centro termale erede dell’antica città ellenistico-romana di Hierapolis. Frequentatissimo centro archeologico protetto dall’UNESCO, deve le sue fortune ai movimenti tettonici che, oltre a provocare frequenti terremoti, permisero la nascita di numerose sorgenti d’acqua ricche di gesso. Queste ultime, con l’azione combinata del bicarbonato di calcio, portarono a loro volta alla formazione di concrezioni di calcare e travertino, che rivestirono la montagna di spettacolari cascate di finto ghiaccio, che agli antichi diedero l’illusione di trovarsi di fronte a dei castelli costituti di cotone, donde il nome di Pamukkale.
Un simil fenomeno illusorio denota l’altimetria ufficiale che fa sembrare molto più impegnativo il tracciato di questa comunque esigente frazione. Il grafico, non proprio impeccabile nel disegno, mette in evidenza una dozzina di dislivelli, sui quali spicca, al 36° Km di gara, l’unico che sarà coronato da un traguardo GPM, posto a 634 metri d’altezza, dopo un’arrampicata di 9 Km al 6,9%. Più avanti, salendo in direzione del Tokuş Passage e del centro di Tavas, si supereranno in entrambe le occasioni i 1000 metri di quota, ma si tratterà di difficoltà pedalabili, al punto che la prima non presenterà nessun gran premio e la seconda sarà valevole semplicemente come traguardo volante. Ai fini della lotta di classifica, se qualcuno non riuscirà a inventarsi qualche azione prima, decisivi saranno gli ultimi chilometri, essendo il traguardo posto in cima a un’ascesa di circa 2 Km, inclinata al 5% medio.
Mauro Facoltosi

L'altimetria della quarta tappa (www.tourofturkey.org)
CANCELLARA UBER ALLES
aprile 13, 2010 by Redazione
Filed under 4) PARIGI - ROUBAIX, Approfondimenti
Cancellara, sette giorni dopo il Giro delle Fiandre, domina anche la Parigi-Roubaix, bissando il successo del 2006. Boonen, scattato più volte lungo il tracciato, cerca orgogliosamente di riscattare la delusione patita nella “classica dei muri” ma niente ha potuto contro lo strapotere dell’elvetico. A fare da cornice all’impresa del campione svizzero, i piazzamenti di Hushovd e Flecha, che nel finale si sono avvantaggiati sul gruppetto di Boonen, del quale faceva parte anche il campione italiano Pozzato. A emblema della superiorità del vincitore si pone il gesto sconsolato (ma lo capiamo!) di un Leukemans che, dopo aver resistito qualche chilometro in scia alla locomotiva di Berna, si è visto inesorabilmente allontanarsi l’asso elvetico.
Foto copertina: Cancellara taglia solitario il traguardo nel velodromo di Roubaix (foto Riccardo Scanferla)
FABIAN CANCELLARA. Questo fenomeno mette in crisi non solo gli avversari ma anche chi deve commentare una gara già decisa quando al traguardo mancano ancora 50 km. A Cancellara è bastato un attimo di disattenzione di Boonen per guadagnare sugli inseguitori un vantaggio tale che, ai meno venti dall’arrivo, si poteva già parlare di passerella trionfale. La condotta di gara è stata perfetta anche dal punto di vista tattico, in quanto l’elvetico si è dimostrato freddo e calcolatore nei momenti critici della corsa, controllando con lucidità le sfuriate di Boonen. VOTO: 10 E LODE.
JUAN ANTONIO FLECHA. Vedere un iberico sempre protagonista nell’Inferno del Nord fa sempre una certa impressione. Riesce a riscattare la brutta prestazione del Fiandre proponendosi nel finale, insieme a Hushovd, ancora sufficientemente in forma da provare un allungo valido per aggiudicarsi un posto sul podio. Forse è stato troppo generoso, negli ultimi 2 km, nel trainare un compagno di fuga nettamente più veloce di lui allo sprint. VOTO: 7,5.
THOR HUSHOVD. Il possente corridore della Cervèlo è l’unico nel finale a poter disporre di un gregario di lusso come Hammond anche se sarebbe stata necessaria una cronosquadre in stile US-Postal per riuscire a stare agganciati al treno di Berna. Migliora il piazzamento ottenuto lo scorso anno aggiudicandosi, nella volata a due con Flecha, il posto d’onore. VOTO: 7.
ROGER HAMMOND. Corre tutta la gara come spalla di capitan Hushovd. Nonostante questo è in grado, nel finale, di stoppare il tentativo disperato di Boonen di riprendere almeno il duo Flecha-Hushovd, che si era sganciato precedentemente. Giunto al velodromo riesce pure, prepotentemente, a cogliere il quarto posto nella volata a due con il campione belga. VOTO: 7.
FILIPPO POZZATO. Reduce da alcuni giorni di forzato riposo a causa di problemi intestinali, il campione italiano ha saputo correre una gara sempre tra le prime posizioni, giungendo infine settimo, anche se nel finale ha un po’ accusato la mancanza di fondo. A lui va il premio dedicato alla memoria del compianto Ballerini e riservato al primo italiano classificato. VOTO: 6,5.
TOM BOONEN. Strapazzato per bene sulla stampa belga, negli ultimi giorni, da uno che di Roubaix e di classiche in generale se ne intende, ovvero Roger De Vlaeminck, il campione della Quick Step ha completamente sbagliato la tattica in corsa. Pur correndo senza l’appoggio della squadra, decide di attaccare a ripetizione, quando manca ancora tanto al traguardo, ma si lascia sorprendere nel momento in cui Cancellara decide di allungare. Le diverse caratteristiche del percorso rispetto al Fiandre e la presenza di uomini come Hushovd, sulla carta più veloce di lui allo sprint, hanno forse indotto il belga a sollecitare il sostegno del campione svizzero in una fuga a due su di un tracciato dove sarebbe stato in seguito più difficile, anche per uno come Cancellara, staccarlo e giungere solitario fin sul traguardo. Lui e il suo direttore sportivo hanno fatto male i conti. VOTO: 4,5.
Francesco Gandolfi